#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
27
€ 0,00
Luglio/Agosto 2018
Golf TDI Opel Grandland X Hyundai Kona Renault Clio R.S.
un’opera d’arte chiamata IGNIS
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
27
Luglio/Agosto 2018
checosac’è #chefoto
4
#cheroba 14 • Artemobile - VIDEO
#chemacchina 26 • Hyundai Kona - VIDEO • Opel Grandland X - VIDEO • Volkswagen Golf • Renault Clio R.S.
#checorse 82 • Formula 1: progettare la vittoria • Silenzio in alta quota
#chestoria 102 • Il viaggio perfetto
#cheleggenda 106 • Ca va sans dire… Citroën DS
#cheamerica 112
SOSPENSIONI INTELLIGENTI MONROE: COMODO AL COMANDO.
® La tua auto. Il tuo rifugio dal mondo. Il luogo dove ti senti più a tuo agio, lì dove sei al comando. Monroe ® sa quanto è importante per te. Come leader mondiale nel campo delle sospensioni, la nostra missione è metterti a tuo agio al comando. Al contrario delle sospensioni tradizionali, dotate di un’unica modalità, le sospensioni intelligenti Monroe ® utilizzano i loro sensori per monitorare le condizioni stradali 500 volte e regolarsi 100 volte al secondo, garantendoti così il massimo del comfort al volante. Quando le abbiamo testate su guidatori abituati ad auto aziendali, l’87% di loro ha ritenuto “molto buono” o “eccellente” il comfort delle sospensioni intelligenti Monroe ®. La prossima volta che pensi a quale auto acquistare, non dimenticare l’importanza delle sospensioni per un’esperienza di guida ottimale. La comodità, più che un optional, è essenziale: chiedi le sospensioni intelligenti Monroe® in concessionaria.
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CONTENUTO PUBBLIREDAZIONALE
chefoto
Mazda CX-5 è equipaggiata con un’ampia gamma di tecnologie di supporto alla guida detta i-ACTIVESENSE, in grado di offrire eccellenti prestazioni sul fronte sicurezza, a partire da una telecamera di rilevamento anteriore affiancata al radar a onde millimetriche. Sia il regolatore di velocità con sensore radar (con funzione Stop and Go) che i Fari a LED adattivi, sono caratterizzati da funzionalità migliorate, mentre le funzioni di supporto avanzato alla frenata in città ed il sistema di riconoscimento della segnaletica stradale sono disponibili per la prima volta nella gamma CX-5. i-ACTIVSENSE comprende anche altri importantissimi programmi quali l’assistenza al mantenimento della corsia, il sistema avanzato di monitoraggio dei punti ciechi (con avviso del traffico che incrocia dietro) e l’utilissima funzione di avviso di stanchezza del conducente. Un grande ruolo lo giocano anche le tecnologie SKYACTIV-BODY, SKYACTIV-CHASSIS e SKYACTIV VEHICLE DYNAMICS, che consentono un totale controllo del veicolo. Ne consegue
che tutte le reazioni copiano fedelmente i comandi del guidatore in fase di accelerazione, sterzata e frenata. Importantissimo è il G-Vectoring Control, che monitorando la posizione del volante e della farfalla quando si entra in curva, il riduce la quantità di coppia trasmessa alle ruote anteriori, trasferendo più peso sull’asse anteriore. Ciò aumenta l’aderenza degli pneumatici anteriori, consentendo alla CX-5 di girare con maggiore precisione. In seguito, mantenendo un angolo di sterzata costante, il GVC recupera immediatamente la coppia motrice, trasferendo il carico sulle ruote posteriori e riequilibrando l’auto. In alter parole, grande equilibrio, traiettorie perfette e guidatore più tranquillo e sicuro. Da parte sua la scocca SKYACTIV-BODY contribuisce alla robustezza generale del veicolo, grazie ad un aumento di oltre il 15% della rigidità torsionale rispetto alla versione precedente. Per maggiori informazioni visita il sito di Mazda a questo link
chefoto La squadra Honda Racing Ridgeline ha vinto la Baja 500 (3 giugno, California) per la seconda volta negli ultimi tre anni. Jeff Proctor (pilota e proprietario del team) e Evan Weller hanno portato il loro pickup dal quarto posto sino al primo nella prima metĂ gara, per poi lasciare il posto alla coppia Patrick Daily - Bill Barooky che hanno portato a termine la massacrante cavalcata di ben 540 miglia. Il team ha ovviamente vinto la Classe 7 (unlimited, 6 cilindri Pickup e SUV) con piĂš di due ore di vantaggio sul secondo
chefoto A partire dalla seconda metà di luglio sarà acquistabile in Italia la nuova generazione di Jeep Renegade. La novità più importante è sotto il cofano, con inediti propulsori a benzina turbo a tre e a quattro cilindri, da 1 litro, 120 CV e 190 Nm e 1,3 litri da 150/180 CV e 270 Nm, in abbinamento al cambio a doppia frizione DDCT e alla trazione anteriore. In abbinamento alla trasmissione automatica a 9 marce e alla trazione 4x4, è disponibile il propulsore turbo da 1,3 litri e 180 CV. Non mancano i dieselMultiJet II, tutti conformi alla normativa Euro 6/D
FRONT PAGE
chefoto E finalmente è giunta l’ora di Toyota di Toyota alla 24 ore di Le Mans. Anche senza avversari nella categoria maggiore (LMP1 Hybrid) la sfida della 24 ore è sempre difficile e complicata. Vero è che, per garantirsi un maggior ritorno mediatico, Toyota ha tramato per far vincere la vettura di Alonso (affiancato a Nakajima e Buemi) ma anche l’equipaggio composto da Conway, Kobayashi e López ha strameritato l’applauso dei 257.000 (!!!) spettatori presenti Fotografia ©RolexJad Sherif
chefoto
Italauto, concessionario ufficiale Ferrari per Singapore, ha recentemente presentato la Portofino ai propri clienti durante un evento nel quale l’hanno fatta da padrone effetti speciali, video e musica, in una location dove il pavimento era stato coperto da vera sabbia, a simboleggiare una spiaggia
#ca
cheroba
OPERE D’ARTE A QUATTRO RUOTE
ARTEMOBILE
SUZUKI IGNIS HYBRID E PAGANI ZONDA S SONO STATE IL SUPPORTO PER DUE PERFORMANCE ARTISTICHE INUSUALI E INASPETTATE. IL PITTORE LEONARDO GIACOMO BORGESE E LA COLLEGA SHALEMAR SHARBATLY HANNO INTERPRETATO A LORO MODO DUE VETTURE AGLI ESTREMI DEL MERCATO; IL RISULTATO PUÒ PIACERE O MENO MA L’EMOZIONE È CERTA
autoemozioni
Non
è la prima volta che automobili e arte incrociano le loro strade. Gli esempi sono innumerevoli e se spesso artisti di fama hanno interpretato a loro modo l’oggetto automobile (o parti di esso) altrettanto sovente molti pittori si sono cimentati utilizzando le auto quali tele su cui riversare arte, cercando di trasmettere emozioni. I risultati di tali esperimenti sono stati talvolta apprezzabili, spesso discutibili, sempre e comunque emozionanti. Nel bene e nel male. In questo filone si sono inserite due performance artistiche che è stato possibile ammirare al recente Salone Parco Valentino di Torino. Una piccola Suzuki Ignis e una prestigiosa Pagani Zonda S sono state l’oggetto del lavoro di due importanti artisti. A nostro parere molto riuscito l’esperimento Suzuki (che ha coinvolto anche una modella), più cerebrale quello a base Pagani. Entrambe le opere (perché di opere d’arte si tratta) meritano comunque un’approfondimento. L’intento di Suzuki era di consentire di dare forma e sostanza alla filosofia Suzuki “ThinkHybrid”, simbolo della contaminazione continua del design, dell’arte, della moda e della tecnologia nella realtà contemporanea.
autoemozioni
Cuore del sistema Suzuki HYBRID è il dispositivo Integrated Starter Generator (ISG) che svolge, al tempo stesso, le funzioni di generatore di corrente, motorino di avviamento e motore elettrico. Ad alimentarlo sono leggere batterie agli ioni di litio, sistemate sotto il sedile di guida, che accumulano energia nelle fasi di rallentamento e la forniscono poi al motore elettrico per supportare quello termico nelle ripartenze e quando è richiesto uno spunto deciso. Questo intervento consente di abbattere sensibilmente i consumi e le emissioni e rende la progressione piÚ vivace
autoemozioni
Suzuki Motor Corporation è uno dei principali costruttori mondiali di automobili, motocicli e motori fuoribordo. L’Azienda nasce nel 1909 da un’idea di Michio Suzuki, che costruisce uno stabilimento per la produzione di telai tessili ad Hamamatsu. Nel 1920 la Suzuki viene profondamente riorganizzata al fine di affrontare il mercato internazionale, prendendo il nome di Suzuki Loom Manufacturing Co. Nel 1954 l’Azienda diviene Suzuki Motor Corporation e l’anno seguente nasce Suzulight, la prima automobile a marchio Suzuki, seguita nel 1970 da Jimny serie LJ10, il primo 4x4 compatto
Il pubblico che in giugno ha visitato il Salone Parco Valentino a Torino ha potuto vivere l’esperienza del “ThinkHybrid” grazie a questa originale performance artistica, che ha visto la realtà diventare un’opera d’arte e viceversa. Una colorata ed artistica Ignis Hybrid è stata il risultato chiamato “Suzuki Hybrid Art”, ultima performance di Leonardo Giacomo Borgese, artista, scenografo ed effettista di fama mondiale. Pensare fuori dagli schemi non è una novità per la casa di Hamamatsu. E’ anche l’approccio di ricerca e progettazione che ha portato Suzuki a sviluppare il suo innovativo sistema ibrido, alla ricerca della strada migliore per soddisfare i bisogni di una mobilità alternativa e sostenibile, utilizzando le tecnologie più avanzate. La passione “tout court” è invece all’origine del progetto che ha unito Pagani, Foglizzo e l’artista Shalemar Sharbatly. Passione per l’eccellenza, la bellezza, la velocità, i colori e l’arte. Il mondo colorato di Shalemar Sharbatly si è abbinato perfettamente con la ricerca e la creatività di Foglizzo (azienda italiana di alta pelletteria, conosciuta in tutto il mondo) e con la passione “feroce” intrinseca alle creature super-veloci di Horacio Pagani.
autoemozioni
Pochi giorni fa sono state distribuite le prime immagini della quarta generazione di Suzuki Jimny. Il piccolo fuoristrada si presenta totalmente rinnovato ma al tempo stesso fedele alla tradizione. Come sempre compattezza e tecnologia lo rendono agile in città e imbattibile nel fuoristrada, dove può contare su un nuovo telaio a longheroni con sospensioni ad assale rigido, trazione integrale e marce ridotte. La nuova e quarta generazione del mitico Suzukino offre innovazioni tecnologiche d’avanguardia mantenendo però la filosofia dei leggendari modelli del passato, venduti fino a oggi in oltre 2,85 milioni di esemplari in più di 194 paesi
Con l’aiuto di D-Factory Italia (specialista internazionale nel rivestimento per auto) le forme voluttuose della Zonda S sono state ricoperte con un film per proteggere le lamiere e creare una tela immacolata per Shalemar Sharbatly. Shalemar è pittrice di fama internazionale ed ha introdotto il mondo dell’arte a un nuovo concetto denominato “Moving Art”, un’iniziativa destinata a spostare l’arte oltre le mura elitarie delle gallerie. Shalemar Sharbatly infatti concentra il suo lavoro sul trasformare oggetti di uso quotidiano in pezzi concettuali, che sono stati apprezzati da milioni di persone. I colori, veri messaggeri della sua arte, sono utilizzati per riprodurre un determinato stato d’animo o atmosfera, per creare spazio, luce e ombra, o per introdurre associazioni simboliche. Dopo 4 giorni di intenso lavoro Shalemar Sharbatly ha completamente dipinto a mano la Pagani Zonda S. I colori corrono da tonalità fredde ad altre calde, in un flusso continuo di pennellate ed emozioni che esaltano le forme originali della vettura. Il risultato finale è un’opera d’arte che evoca il movimento anche quando è ferma, mostrando con orgoglio la sua bellezza.
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La più recente aggiunta alle attività della Foglizzo è la divisione FLG, una nuova sfida per disegnare e produrre artigianalmente eccezionali prodotti, caratterizzati dalla miglior pelle Foglizzo, precisione ingegneristica e forme senza tempo, un modo per onorare al meglio l’unicità del “Made in Italy”. Ogni oggetto FLG è meticolosamente realizzato a mano da esperti artigiani locali, combinando tecniche tradizionali e moderne tecnologie, per assicurare precisione realizzativa e una qualità superiore
#ca
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Hyundai Kona
The Kona Way
Nato su una piattaforma completamente nuova, questo piccolo SUV offre linee accattivanti e di forte impatto, con proiettori a LED, tetto disponibile in due varianti di colore e dieci colorazioni per la carrozzeria. Molto elevato e ricco anche il pacchetto di sistemi di sicurezza attiva Hyundai SmartSense, incluso quello di Frenata Autonoma d’Emergenza con Rilevamento di Veicoli e Pedoni
the kona way
Prendi
una splendidaisola-splendente e offri a cinque sconosciuti l’opportunità di condividere, discutere e sognare. Questa è, in ultima analisi, “The Kona Way”, una serie composta da tre video che esalta la ricerca del significato delle cose, dello scopo e non soltanto dei mezzi per raggiungerlo, concentrandosi sugli aspetti della vita che hanno veramente importanza. Hyundai ha collaborato con Alicia Ward, Micah Kamohoalli e Kai Willy e con i vlogger Sam Potter e Rowena Tsai, tutti residenti di Big Island nelle Hawaii, per filmare e raccontare le loro storie di vita personali. “Questa serie di video ha rappresentato la piattaforma ideale per raccontare le storie di persone motivate a dare più significato alla propria vita e a godersela ottenendo di più con minori mezzi – ha dichiarato Paul Imhoff, direttore marketing e comunicazione di Hyundai Motor America – fatto questo che coincide perfettamente con l’essenza di Kona e con il pensiero dei potenziali acquirenti”. “La tua casa può essere ovunque. Devi sono trovarla”. Lo sostengono Sam e Alicia. Sam Potter, nativo delle Hawaii, è un influencer che gira il mondo in cerca di nuovi posti e nuove persone ma sente che c’è ancora molto da imparare dalla sua terra. Alicia invece è una fotografa subacquea e crede fermamente che, a un certo punto della pro-
pria vita, si possa trovare un posto, dove ci si possa sentire a proprio agio e realizzarsi pienamente. Rowena, una vlogger che incoraggia i propri follower a vivere una vita proattiva, e Kai, un vigile del fuoco delle Hawaii dal canto loro sostengono che “A volte, trovare il proprio scopo significa aiutare gli altri a trovare il loro”. La saggezza trasmessa per generazioni dagli abitanti delle Hawaii li ha aiutati a modellare la loro vita, facendo loro comprendere che tutti siamo connessi con tutto. A Sam è servito lasciare la sua casa nativa delle Hawaii, girare il mondo per poi tornarci, per comprendere a pieno la bellezza e la cultura delle sue isole, dove Micah, una leader hula, è invece sempre rimasta. Entrambi credono fermamente che qualcosa vada restituito, non solo alle persone ma anche alla terra: “Restituisci di più di quello che hai preso”. Cosa centra un’automobile in tutto questo? Molto più di quanto possa apparire in un primo momento. Il messaggio è chiaro: nella vita ci sono cose più importanti dell’apparire e molto spesso si può arrivare ad ottenere molto con meno, con minori mezzi e meno dispendio di energie. Esattamente come si prefigge di fare Hyundai Kona. The Kona Way.
the kona way
La
scelta del nome Kona rientra in una strategia Hyundai per distinguersi nella categoria dei SUV. Kona è infatti il nome di un distretto di Big Island, nelle isole Hawaii, ed è proprio l’inebriante energia vitale di questo luogo ciò che, negli intenti della Casa Coreana, dovrebbe riflettersi nello spirito di questa vettura. Kona marca un capitolo decisivo nella design identity del brand: innovativo, aggressivo, energico. La “Cascading Grille” frontale, insieme al gruppo ottico anteriore accentuano il carattere deciso di questo piccolo SUV che presenta un design molto gradevole, slanciato e robusto, con linee eleganti e ben definite dal frontale sino al riuscitissimo retro. Inoltre i cerchi in lega da 18” conferiscono un carattere assai dinamico alla vettura. Kona vuole offire ai suoi passeggeri un’esperienza da vero Sport Utility, con una posizione di guida rialzata, che garantisce grande visibilità e comfort. Gli interni sono caratterizzati da superfici levigate nella parte superiore della plancia, che le donano un’impronta sinuosa e rifinita, mentre i dettagli verniciati in nero ne rappresentano il lato più moderno e tecnologico. E c’è anche, per la prima volta su una vettura Hyundai, l’head-up display, che proietta le informazioni utili al livello dello sguardo del guidatore per una guida ancora più piacevole e sicura.
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La Hyundai Kona prende il proprio nome dalla famosa costa occidentale delle isole Hawaii. La serie di video Kona Way, filmata in marzo in quei luoghi, mette in risalto la storie personali di tre abitanti delle isole. Hyundai è molto grata per l’ispirazione data dall’isola al progetto Kona, e riconosce le sfide che gli abitanti stanno affrontando a causa dell’eruzione del vulcano Kilauea e per aiutare le persone colpite, Hyundai ha donato 100,000 dollari alla Croce Rossa americana
La scelta di colori accesi per le cuciture a contrasto su sedili e volante, insieme alle cinture di sicurezza colorate (previsti su alcuni allestimenti), è una chiara espressione dell’attenzione ai dettagli e della raffinatezza che ha guidato lo sviluppo degli interni della vettura. Il bagagliaio è piuttosto ampio, con una capacità di 361 litri. Inoltre la possibilità di abbattere i sedili posteriori consente di ottenere una superficie di carico piana molto grande, aumentando la capacità totale di carico sino a 1.142 litri. Hyundai è l’unica casa automobilistica al mondo che produce l’acciaio per le proprie autovetture e nel tempo, grazie ad una costante attività di ricerca, è stata capace di sviluppare acciai sempre più leggeri, con altissima resistenza agli urti. Ciò si concretizza, anche nella Kona, in una struttura leggera, rigida e robusta, che offre prestazioni dinamiche di tutto rispetto, aumentando nel contempo la sicurezza dei passeggeri. Noi abbiamo provato a fondo un modello dodato del piccolo motore a benzina di un litro e siamo rimasti sorpresi sin da subito dalla brillantezza del propulsore e dal comportamente, neutro e affidabile della vettura. Grazie ad un’erogazione ottimale, i cavalli a disposizione sembrano più dei 120 reali. Ciò, unito a un’ottima tenuta di strada e
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Nuova Hyundai Kona è stata sviluppata per uno stile di vita (e di guida) attivo e promette una sicurezza ai livelli massimi del nel segmento. Grazie a sistemi di sicurezza attiva della famiglia Hyundai SmartSense, su Kona sono disponibili la Frenata Autonoma di Emergenza con Rilevamento di Pedoni e Veicoli, il Sistema di Mantenimento della Corsia, l’illuminazione statica degli angoli e la Gestione dei Fari Abbaglianti, il Driver Attention Warning, l’Avviso di Possibili Urti Posteriori e il Rilevatore dell’Angolo Cieco
ad una buona maneggevolezza (ovviamente favorita dale dimensioni contenute), rende la guida piacevole e sicura in ogni situazione, senza incidere più di tanto sui consume, che restano piuttosto contenuti. Più che discreto il comfort a bordo anche se l’insonorizzazione non appare perfetta e, di conseguenza, la rumorosità nell’abitacolo in certi frangenti è piuttosto elevata. Fin dal suo debutto Kona è comunque disponibile con due motori turbo benzina. Si parte con un 1.0 T-GDI da 120 CV/88kW abbinato a un cambio manuale a sei marce di serie (consumi ciclo medio combinato da 5.2-5-4l/100 km con emissioni di CO2 da 117-125 g/km). Più potente è il 1.6 T-GDI da 177 CV/130kW, offerto in combinazione al cambio automatico doppia frizione 7DCT sviluppato da Hyundai (consumi ciclo medio combinato da 6.7 l/100 km con emissioni di CO2 da 153 g/km). La trazione integrale di Kona (disponibile su richiesta) promette di supportare il guidatore in tutte le situazioni di guida, spostando (quando serve davvero) fino al 50% della coppia motrice alle ruote posteriori. Tutte le Kona a trazione integrale sono inoltre equipaggiate con sospensioni posteriori multi-link, che aumentano ulteriormente stabilità di guida e comfort. Tra pochissimo arriverà anche la nuova generazione di motori diesel, disponibile in
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due declinazioni di potenza (115 CV o 136 CV), con trasmissione manuale a 6 marce e, su richiesta, con il cambio automatico a doppia frizione 7DCT. L’inedita piattaforma su cui nasce Kona, grazie a una configurazione che garantisce solidità, leggerezza e ottime dinamiche di guida, sarà inoltre in grado di offrire una versione a trazione completamente elettrica, che avrà un’autonomia fino a 500 km. Kona offre inoltre un pacchetto di sistemi di connettività all’avanguardia: il sistema di navigazione da 8’’ integra tutte le funzioni musicali e telefoniche e supporta sia Apple CarPlay che Android Auto. Il sistema include, inoltre, sette anni di Servizi Live (informazioni aggiornate in tempo reale su meteo, traffico, autovelox se consentito dalla legge, ricerche on-line per i luoghi d’interesse). Con Hyundai Kona debutta anche il nuovo Multimedia System, che consente ai passeggeri di collegare i propri telefoni allo schermo touch da 7’’ utilizzando Apple CarPlay o Android Auto. Attraverso questo sistema Kona rende la connettività accessibile a tutti, permettendo di navigare su internet, ascoltare la propria musica preferita e utilizzare tutte le funzioni dei dispositivi mobili oltre ai comandi vocali per effettuare chiamate o dettare messaggi. Disponibile su richiesta anche la base di ricarica wireless per smartphone.
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caratteristiche tecniche prinicipali
1.0T·GDI (Benzina)
1.6T·GDI (Benzina)
Tipo
Kappa 1.0 T·GDI,12·valvole MLA, DOHC,tre cilindriin linea
Gamma 1.6 T-GOl,16-valvole MLA, DOHC,quattro cilindriin linea
Cilindrata
998 cc
1,591 cc
Alesaggio per corsa
71x84.0 mm
77x 85.44 mm
Rapporto diCompressione
10.0
10.0
Potenza Massima
120 CV (88 kW) @ 6,000 rpm
177 CV (130 kW) @ 5,500 rpm
Coppia Massima
172 Nm@ 1,500-4,000 rpm
265 Nm@ 1,500-4,500 rpm
Velocità massima
181 km/h
205 km/h
0-100 km/h (secondi)
12.0
7.9
Emissioni C02 (g/km)”
117 (cerchi 16”), 125 (cerchi 17”/18”)
153 (cerchi 17”/18”)
Consumi (l/100km)”
Urbano:
6.0 (cerchi 16”), 6.3 (cerchi 17”/18”) 4.7 (cerchi 16”), 5.0 (cerchi 17”/18”) Ciclo combinato: 5.2 (cerchi 16”), 5.4 (cerchi 17”/18”)
Urbano:
Extraurbano:
Extraurbano:
Trasmissioni
Cambio Manuale: 6 (con 2WD)
Trasmissione DCT: 7 (con 4WD)
Cerchi e Pneumatici
Cerchi 16 polliciacciaio /lega 17 pollici in lega 18 polliciin lega
Pneumatici 205/60 R16 215/55 R17 235/45 R18
Dimensioni Esterni (mm)
Lunghezza (totale): 4,165 Larghezza (totale): 1,800 Altezza (totale): 1,550 - 1,565 (con barre portatutto sultetto) Passo: 2,600 Sbalzo anteriore: 845 Sbalzo posteriore: 720 Altezza da terra: 170
Dimensioni Interni (mm) Spazio per la testa Spazio per le gambe Spazio per le spalle
Anteriore 1,005 - 965 (con tetto panoramico) 1,054 1,409
Capacità Bagagliaio (litri)
3611 (Minimo,VDA 211) 1,1431 (Massimo,VDA 214)
Peso (kg)**
1,233
8.0 (cerchi 17”/18”) 6.0 (cerchi 17”/18”) Ciclo combinato: 6.7 (cerchi 17”/18”)
Posteriore 961 880 1,385
1,401
ca
chemacchina
Opel Grandland X
L’OPEL CHE NON TI ASPETTI
Linee dinamiche, fascino offroad, tecnologia al passo coi tempi, tanto spazio per cinque passeggeri e un pacchetto di dotazioni di sicurezza premiato dal massimo punteggio (5 stelle) Euro NCAP: ecco Opel Grandland X. Grazie al suo design il nuovo SUV compatto Opel non passa inosservato, tanto piĂš con la finitura bicolore, disponibile a richiesta
l’opel che non ti aspetti
Se
mai un giorno incontrerete il signor Luciano Checcanin guardatevi dal chiedergli di parlare di Opel! Una cascata di ricordi, informazioni, aneddoti vi sommergerà… ma in modo piacevole e coinvolgente. Checcanin infatti non è solo il presidente del Manta Fans Club Italy (e come tale animatore del mega-raduno di maggio in occasione di Verona Legend Cars) ma è anche, e forse soprattutto, un immamorato perso di Opel, della sua storia e delle sue automobili. Come la Opel Rekord C 1700 SW del 1970, ritratta nelle foto, che orgogliosamente ha portato a Verona, non tanto per esporla quanto per usarla e sfruttarla, capace com’è (ancora oggi) di caricare enormi quantità di materiale... nella fattispecie tutto il materiale per gli allestimenti del raduno.
“L’avevo vista a Bari cinque anni fa – sorride Checcanin – e poi ho finito per comprarla a Napoli un paio di anni or sono. Era molto rovinata, letteralmente coperta di adesivi... ma ne ero letteralmente rapito. La Rekord station wagon era un modello molto popolare, ma sopratutto a due porte. Questa Quattro porte invece è molto rara, pensi che in Italia ne sono sopravvissute soltanto due! Io l’ho sistemata, più che restaurata, e con me continua a sgobbare senza creare grossi problemi. Oggi in autostrada ci permettiamo ancora una velocità di corociera di 90/100 kmh. La sua qualità migliore? Senza dubbio lo spazio e la capacità di carico, davvero infinita... e se devo cercare un difetto è nella scarsa potenza del motore. Parliamo di circa 70 cavalli, che erano pochini già nel 1970, figuriamoci oggi...” Orbene, se dal 1970 facciamo un salto al 2018 scopriamo che la grande tradizione delle station wagon Opel è degnamente rappresentata dalla Insigna Sports Tourer, che nelle varie versioni vanta tra i 120 e i 209 cavalli, per la gioia di mr. Checcanin. Di spazio anche qui ce n’è in abbondanza ma dovete portarvi appresso ben 499 centrimentri di automobile. E allora, se i 5 mentri di lunghezza vi mettono soggezione e desiderate qualcosa di più compatto (senza rinunciare allo spazio) e pure più “cool” ecco la Grandland X. Un mid-suv molto, molto interessante, che andiamo a scoprire nelle prossime pagine.
l’opel che non ti aspetti
Come
quasi tutti i suv che oggi imbottiscono strade e autostrade Opel Grandland X è una lontana discendente del concetto di Sport Utility Vehicle. Ormai la maggioranza dei SUV sono vetture spaziose, eleganti, comodissime, che hanno via via perso le caratteristiche di fuoristrada con cui si erano proposte una ventina di anni or sono. Da fuoristrada abbelliti e “civilizzati” siamo arrivati ormai ad automobili confortevoli e grandi, capaci anche (che più chi meno) di prestazioni fuoristradistiche. Opel Grandland X si inserisce in pieno in questo filone e gioca bene le sue carte. Nata da una stretta collaborazione tecnica con Peugeot (in corso da anni, prima dell’acquisizione) la Grandland X è cugina della 3008 Peugeot. Probabilmente non è la vettura “più” (affascinante, performante, moderna, spaziosa, tecnologica, ecc.) sul mercato ma è senz’altro un’automobile molto interessante, performante, moderna, spaziosa e tecnologica. E’ un ottimo compromesso per chi desidera un SUV di medie proporzioni che non promette la luna ma mantiene tutte le promesse. Opel Grandland X è lungo 4.477millimetri, largo 1.856millimetri e alto 1.609 millimetri: sul davanti, sopra la protezione sottoscocca, la griglia prominente mostra orgogliosamente il logo Opel. Le alette cromate si muovono dal marchio verso l’esterno, in direzione dei sottili gruppi ottici a LED, allargando visivamente l’anterio-
re e facendo apparire Grandland X solido e robusto. Lungo la fiancata non passano inosservati i passaruota e i rivestimenti protettivi sulla parte inferiore della carrozzeria, che conferiscono un pizzico di fascino offroad. Bella la finitura bicolore del tetto nero, disponibile sull’allestimento B-Color. Il tetto si fonde in modo fluido con il resto della carrozzeria, come sottolinea il montante posteriore “interrotto”, che crea un legame dinamico con il posteriore, mentre sul retro scopriamo le protezioni sottoscocca silver con scarichi integrati a destra e sinistra, il rivestimento protettivo e i sottili gruppi ottici posteriori con LED. Grandland X offre anche all’interno un considerevole livello di qualità: plancia e console centrale con schermo touch sono organizzati con grande chiarezza e allineati orizzontalmente. Sulla console centrale sono presenti tre file di comandi che consentono di accedere rapidamente e in maniera intuitiva al sistema di infotainment, al climatizzatore e alle funzioni del telaio. I materiali utilizzati e le finiture sono più che sufficienti. Nella consolle centrale, sotto lo schermo troviamo i comandi dei sistemi di infotainment, di riscaldamento, ventilazione e condizionamento e le impostazioni di guida, disposti logicamente in tre zone. Grazie alla tipica seduta rialzata dei SUV è possibile entrare e uscire dalla vettura con grande facilità e godere di un’ottima visibilità. Il tetto panoramico (a richiesta) inonda l’abitacolo di luce il comfort è garantito dai sedili ergonomici, disponibili a richiesta, dal volante riscaldabile, dal parabrezza riscaldabile
L’allestimento premium “Ultimate” promette un eccezionale livello di comfort. In vendita a partire da 32.400 Euro (prezzo chiavi in mano in Italia, IPT esclusa), offre di serie numerose funzioni hi-tech, come l’Avviso pre-collisione (Forward Collision Alert) con Frenata autonoma di emergenza con rilevamento pedoni, oltre a tecnologie modernissime come i fari anteriori AFL a LED e l’Assistenza automatica al parcheggio (Advanced Park Assist) con telecamera con visione a 360°. Sono inoltre presenti sedili riscaldabili ergonomici con rivestimento in pelle, certificati dall’associazione indipendente di esperti di postura AGR
l’opel che non ti aspetti
e dai sedili riscaldabili anteriori e posteriori. Più che buona l’insonorizzazione. Il notevole passo di 2.675 millimetri rende assai spazioso l’abitacolo e consente a questo SUV compatto di accogliere comodamente cinque passeggeri. Nel generoso bagagliaio, con un volume che va da 514 a 1.652 litri,è possibile trasportare senza problemi bagagli e attrezzature sportive. E dato che siamo partiti da una “vecchia” Opel station wagon vale la pena sottolineare che grazie a tutte queste caratteristiche, Opel Grandland X è in grado di competere anche con le station wagon più spaziose nella categoria delle compatte. Da brava SUV Grandland X offre (a richiesta) il controllo elettronico della trazione IntelliGrip, che garantisce alla vettura buona stabilità e un comportamento sempre prevedibile, indipendentemente dalla superficie. Il guidatore può scegliere la modalità preferita con il selettore sulla console centrale. L’elettronica di Grandland X adatta immediatamente distribuzione della coppia e impostazioni dell’ESP in funzione della modalità selezionata, garantendo così un contatto ottimale con il fondo stradale ed un’aderenza costante in ogni situazione. Sono disponibili cinque modalità: • Normal / On-road: questa modalità si attiva all’avvio di Grandland X. Il controllo elettronico della stabilità (ESP) e il controllo della trazione sono tarati per le normali condizioni quotidiane: autostrade, strade extraurbane e urbane. • Snow: la modalità “neve” assicura
la miglior trazione possibile su ghiaccio e neve. Il controllo della trazione regola lo slittamento delle ruote anteriori, rallenta la ruota che slitta e trasferisce la coppia all’altra ruota anteriore. • Mud: questa modalità “fango” permette un maggior slittamento. Lo slittamento intenzionale della ruota con la minor trazione alla partenza del veicolo consente di togliere il fango e ristabilire la trazione degli pneumatici. Nel frattempo, la ruota con la massima aderenza riceve la massima coppia disponibile. La modalità è attiva fino a 80 km/h. • Sand: la modalità “sabbia” sincronizza invece lo slittamento delle ruote motrici, permettendo al veicolo di avanzare e riducendo così il rischio di affondare. • ESP Off: consente di disattivare il controllo elettronico della stabilità e i vari ausili alla trazione fino a 50 km/h per rendere chi guida completamente autonomo. Per motivi di sicurezza, il sistema IntelliGrip si riattiva automaticamente in modalità “normal” quando si superano i 50 km/h di velocità. L’IntelliGrip aumenta l’efficienza generale di Grandland X; il controllo elettronico della trazione è infatti più leggero di una tradizionale trazione integrale, a tutto vantaggio dei consumi di carburante. Noi abbiamo provato Grandland X in ogni situazione e abbiamo trovato buone risposte. Come accennato, non pensate di arrampicarvi su percorsi troppo estremi, ma per il resto Grandland X conferma anche alla guida le proprie caratteristiche di bontà su tutti i fronti. Molto brillanti i motori, buoni i consumi e più che discreto il cambio. Grandland X
“Quando abbiamo concepito Grandland X, volevamo creare un veicolo che apparisse robusto e allo stesso tempo dinamico, caratterizzato da un mix ottimale di superfici armoniose e scolpite e linee molto nette, e da un buon equilibrio tra stile e praticità - ha dichiarato Mark Adams, Vice President Design - abbiamo anche puntato alla percezione di eleganza e lusso tipica delle vetture di classe superiore, con superfici e interfacce realizzate con estrema attenzione, e con l’impiego di materiali di alta qualità ovunque”
l’opel che non ti aspetti
è pure maneggevole e assai precisa mentre un piccolo neo lo abbiamo trovato sul fronte frenata, quando l’impianto viene strapazzato ripetutamente e a lungo. Su Grandland X sono presenti modernissimi sistemi di assistenza alla guida: Avviso pre-collisione (Forward Collision Alert) con Frenata autonoma di emergenza con rilevamento pedoni, Sistema per la prevenzione dei colpi di sonno (Driver Drowsiness Alert), Assistente automatico al parcheggio (Advanced Park Assist) e Telecamera con visione a 360° sono solo alcuni esempi. Un sistema a richiesta come l’Adaptive Cruise Control con funzione di stop mantiene la velocità e la distanza impostata rispetto al veicolo che precede e frena completamente o accelera a seconda della necessità. L’eccellente livello di sicurezza di Grandland X è stato confermato da Euro NCAP, che ha assegnato alla vettura il massimo punteggio (cinque stelle). Il nuovo SUV Opel ha ottenuto ottimi punteggi in tutte le quattro categorie: sicurezza degli adulti, sicurezza dei bambini, protezione dei pedoni e safety assist. Sono tre le motorizzazioni in gamma, con ottimi livelli di emissioni di CO2. I propulsori possono essere abbinati al cambio manuale a sei rapporti o al cambio automatico a sei rapporti e montano di serie il sistema Start/ Stop. Noi abbiamo provato una vettura dotata del diesel 1.6 litri da 88 kW/120 CV, che genera una coppia massima di 300 Nm a 1.750 giri (consumi di carburante secondo
il ciclo NEDC: ciclo urbano 5,1-4,7 l/100 km, ciclo extraurbano 4,2-3,5 l/100 km, ciclo misto 4,6-4,0 l/100 km, emissioni di CO2 pari a 118-104 g/km). La combustione nel motore è stata ottimizzata migliorando l’iniezione elettronica, riducendo così i consumi e le emissioni. Diverse componenti sono dotate di rivestimento DLC (Diamond-Like Carbon) a base di carbonio, che riduce l’attrito meccanico all’interno del motore. Oltre a registrare una migliore efficienza, i motori di Grandland X si distinguono anche per le vibrazioni minime e per un suono piacevole. Il top di gamma, il diesel 2.0 litri, genera 130 kW/177 CV a 3.750 giri e sviluppa una coppia di ben 400 Nm a 2.000 giri. Equipaggiato con questo motore, Grandland X accelera da 0 a 100 km/h in 9,1 secondi e raggiunge una velocità massima di 214 km/h (Consumi del diesel 2.0 litri secondo il Nuovo Ciclo di Guida Europeo NEDC: ciclo urbano 5,3-5,3 l/100 km, ciclo extraurbano 4,64,52 l/100 km, ciclo misto 4,9-4,82 l/100 km, emissioni di CO2 pari a 128-1262 g/ km). Questo propulsore viene offerto esclusivamente con la nuova trasmissione automatica a otto velocità. Il Turbo benzina 1.2 a iniezione diretta in alluminio eroga 96 kW/130 CV e una coppia massima di 230 Nm a 1.750 giri(consumi di carburante secondo il Nuovo ciclo di guida europeo NEDC: ciclo urbano 6,4-6,0 l/100 km, ciclo extraurbano 4,9-4,5 l/100 km, ciclo misto 5,5-5,1 l/100 km, emissioni di CO2 pari a 127-117 g/km).
Chi viaggia su Grandland X può godere della massima connettività grazie all’ultima generazione di sistemi IntelliLink compatibili con Android Auto e Apple CarPlay e al Servizio di connettività e assistenza personale OnStar, che ora comprende anche i servizi di prenotazione di camere d’albergo e la ricerca di un parcheggio, e al Wi-Fi a bordo che permette di collegare fino a 7 dispositivi. Diventa inoltre possibile ricaricare il proprio smartphone in modalità wireless grazie a un sistema di ricarica induttiva. Gli appassionati di musica che intendono godere della massima qualità del suono possono scegliere il Denon Premium Sound System con otto altoparlanti e un subwoofer
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Opel si conferma ancora una volta leader nelle tecnologie di illuminazione e Grandland X può montare a richiesta i fari Full LED Adaptive Forward Lighting (AFL), presenti di serie nell’allestimento Ultimate. Funzioni come il cornering light per l’illuminazione delle curve, l’assistente abbaglianti e l’autolivellamento assicurano un’illuminazione ottimale della strada in qualsiasi situazione
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caratteristiche tecniche prinicipali Modello ULTIMATE 1.6 120CV AT SS Passo
mm 2675
Lunghezza totale
mm 4477
Altezza
mm 1609
Larghezza con retrovisori aperti/chiusi
mm 1856 / 1595
Peso veicolo
kg 1350 - 1608
CapacitĂ del serbatoio
lt 53
Cilindri (numero)
4
Cilindrata
1.6
Rapporto di compressione
17:01
Potenza max (kW/CV)
85 (120) / 3750
Coppia massima (Nm)
300 / 1750
Carburante
Diesel
Consumi ciclo extra-urbano (l/100 km)
4,0 - 4,2
Consumi ciclo urbano (l/100 km)
4,9 - 5,1
Consumi ciclo misto (l/100km)
4,3 - 4,6
Emissioni CO2 (g/km)
112 - 118
Emissioni
Euro 6
Prezzo versione ULTIMATE 1.6 120CV AT S&S B-Color:
36.000 Euro
ca
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Essenzialm VOLKSWAGEN GOLF TDI
La Golf è diventata un’icona, ma di generazione in generazione continua ad affinarsi senza dimenticare le doti che l’hanno resa grande, a partire dalla dinamicità d’ispirazione sportiva di Marco Cortesi
ente al top
essenzialmente al top
Non
c’è altra auto che abbia il proprio DNA tanto radicato in pro-
fondità come la Golf. Non c’è neppure bisogno di dirlo, dato che è diventata sinonimo di un’intera tipologia di vetture, quelle che grazie all’impegno nella ricerca della qualità sono diventate “premium” senza abbandonare le radici di “auto per tutti”. Il successo strategico e commerciale è nato dalla sostanza, dall’equilibrio e dall’essenzialità. Che non vuol dire puntare a ciò che è spartano, ma semplicemente alla sincerità. La dimostrazione? La continua attenzione allo sport e alle prestazioni, anche in un momento in cui la sensibilità economica e am-
bientale è ai massimi storici. Cosa c’entra lo sport con la vita di tutti i giorni? Le due filosofie in realtà non sono per niente distanti e a Wolfsburg l’hanno capito bene. Si capisce quando ci si trova al volante. La precisione con cui si seguono traiettorie, la semplicità delle informazioni date al pilota, la posizione di guida, sono tutte componenti non solo vitali quando ci si trova su una vettura da corsa, ma anche fondamentali nella realtà di tutti i giorni. L’auto che nasce sana va naturalmente bene in pista e in strada, senza bisogno di esagerazione stilistica, tecnica e tecnologica, e in questo senso fa piacere sapere che davvero il travaso tra corse e realtà può portare a risultati concreti, anche se
spesso dati un po’ per scontati. Così non c’è Golf senza GTI, ma non solo. Dalla penna dei designer è nata prima la R, evolutasi di pari passo con le altre sportive della categoria verso potenze sempre superiori, e ora lo step è stato completato con la nuova versione ispirata alle competizioni turismo, la TCR da 290 cavalli, esposta come concept al Wörthersee Meeting. Si tratta solo della versione pre-serie di una vettura che debutterà in Europa entro fine 2018, caratterizzata da un design estremo oltre che da caratteristiche tecniche di prim’ordine. Prendendo spunto dal grande successo del progetto TCR, che è arrivato a spopolare nella scena delle gare per vetture derivate dalla serie, la Golf
ha compiuto uno step ulteriore nelle sue prestazioni, ma si è mantenuta fedele alla sua natura multi-sfaccettata: vettura razionale in grado di trasformarsi in sportiva purosangue, con caratteristiche che non si escludono a vicenda.
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Come
sempre, l’estetica, il gusto e il feeling iniziale sono le prime cose a metterci in contatto con una vettura, e le linee della Golf hanno stilemi inconfondibili: i grandi montanti posteriori, la lunga linea del tetto e i passaruota ben descritti. Per la settima serie, non solo l’evoluzione ha toccato le proporzioni, ma c’è stato un generale “affinamento” che ha dato al colpo d’occhio quell’aggressività che era mancata nelle “paciose” edizioni 5 e 6 e il risultato è un design “cab backward”, con un cofano lungo e appuntito, da vettura di alta classe. La linea che scolpisce la fiancata accentua lo slancio, mentre al posteriore i fari risultano affusolati e, in particolare con i led diventati di serie dal restyiling del 2017, offrono un’impressione tecnologica e ricercata. La linea della Golf 7 non solo ha incrementato la sensazione di dinamicità, ma ha ulteriormente contribuito ad affermare l’effetto “premium” che caratterizza gli altri comparti. Per dirla in italiano, ha dato un’immagine di importanza e qualità superiore. Se l’interno presenta infatti un livello di precisione superiore, pur se con un design che non urla innovazione, l’esterno non è da meno, con assemblaggi e finiture dalla qualità percepita (oltre che effettiva) molto alta. Fulcro del rinnovato modello è però anche il lato tecnologico, sia per quanto riguarda l’intrattenimento di bordo, sia per quanto concerne i sistemi di assistenza alla guida.
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Per la prima volta la Volkswagen propone sulla Golf il pacchetto servizi Security & Service, che permette di richiedere assistenza in diverse situazioni. Tra gli highlight spiccano servizi quali la chiamata di emergenza, la segnalazione automatica d’incidente e la chiamata in caso di panne o pianificazione degli appuntamenti di manutenzione con la possibilità di concordare interventi di manutenzione in scadenza con l’officina
L’infotainment si controlla con uno schermo da tablet con comandi gestuali, chiaro e semplice nell’interpretazione oltre che di veloce attivazione. Lo stesso vale per l’Active Info Display, ovvero il cruscotto dietro il volante costituito da uno schermo da oltre 12 pollici completamente virtuale. La differenza rispetto alla concorrenza, anche quella di alcune vetture del gruppo, è che nulla nel sistema è fine a se stesso. Le informazioni date sono solo quelle necessarie, presentate in maniera semplice e razionale. Anche se forse l’effetto “wow” ne risente un po’, i tempi di lettura e, di conseguenza, anche i rischi di distrazione ne trovano grande beneficio. Dopotutto, a nessuno serve una vettura “wow” distrutta… Anche nel settore dei “driver aids” l’approccio è stato lo stesso, con dei sistemi di guida estremamente ben calibrati ed integrati, che interagiscono con chi guida in modo comprensibile. Il cruise control adattativo, il front assist con frenata di emergenza che riconosce anche i pedoni, l’assistente di corsia (eccezionale l’omogeneità di comportamento per riportare la vettura “in linea”) si affiancano al sensore per l’angolo cieco e le assistenze per il parcheggio, oltre al riconoscimento della segnaletica. Il risultato è un ecosistema tecnicamente complesso ma efficace, assolutamente non invasivo. Il mantenimento della distanza è fluido, e l’integrazione con il lane assist porta il pacchetto a non sfigurare con proposte molto più blasonate. Addirittura, la Golf 7 restyling può guidarsi da sola quando è in coda: il guidatore deve solo ridare l’abbrivio sfiorando il gas
Il nuovo sistema di infotainment Composition Colour di serie presenta un display a colori sensibile al tocco da 6,5 pollici di grande risoluzione. Oltre a due manopole di regolazione a pressione/ rotazione sono presenti sei sottili tasti di menu. La potenza di 2 x 20 watt viene riprodotta da quattro altoparlanti. Con otto altoparlanti a bordo la potenza diventa di 4 x 20. Oltre alla radio FM, il sistema offre una scheda interfaccia SD, attraverso la quale è possibile riprodurre musica in formato MP3 e WMA. il sistema Composition Colour è dotato di antenna Diversity: a bordo della Golf sono presenti più antenne, attraverso il cui collegamento è possibile filtrare ed escludere i disturbi del segnale
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quando vuole ripartire da uno stop. Per il resto, fa tutto da sola. Ovviamente, quando la velocità aumenta, bisogna tornare a mettere le mani sul volante perché, oltre ad essere problematico in termini di sicurezza, l’abbandono dei comandi non è (giustamente) ben gradito alla vettura. Come sempre, l’aiuto alla guida non deve essere considerato un pilota automatico, né una scusa per distrarsi. Va però segnalata una curiosità. Mentre la risposta di altri costruttori, in caso di poca attenzione del guidatore, porta al disinserimento dei sistemi come “punizione”, sulla Golf l’assenza di stimoli porta ad un prudente arresto di emergenza, con tanto di quattro frecce accese. Scelta più sensata: anziché pensare che tu stia facendo il furbo, la Golf si preoccupa che tu non abbia avuto un malore. Grazie Golf. L’elettronica, però, da sola non basta, visto che troppo spesso oggi diventa elemento costruttivo, per compensare deficienze tecniche o per limitare gli investimenti sui fondamentali. Anche in questo caso la Golf è coerente. L’avantreno MacPherson era uno dei più precisi e piacevoli sul mercato già dalla quinta serie, e l’utilizzo del Multilink al posteriore completa il quadro. In pista, mette le ruote dove vuoi, letteralmente, non vagamente, e resta permissiva anche quando si forza troppo. Ma non è una sensazione “di elettronica”. E’ strutturale. Prova del nove, il fatto che gli interventi dei controlli elettronici, anche al limite, siano minimi. Come è giusto che sia, l’ESP aiuta a gestire l’emergenza ma non è una costante.
Qualora in una situazione di guida instabile, come per esempio in caso di sovrasterzo o sottosterzo con l’intervento dell’ESC, si verifichi una forte accelerazione trasversale, sulla Golf vengono chiusi sia i cristalli laterali sia il tetto scorrevole fino a un apposito punto di fermo. Infatti, gli airbag per la testa e gli airbag laterali possono effettuare al meglio la loro azione protettiva, e quindi funzionare in completa efficacia, con i cristalli e il tetto pressochÊ chiusi
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A oggi sono ben 51 le versioni di Golf disponibili sul mercato italiano! A tre porte o a cinque porte, diesel o benzina in un’infinità di allestimenti che è davvero impossibile elencare. I prezzi sono quindi estremamente differenti tra loro. Basi sapere che la Golf più economica è la 1.0 TSI Trendline BlueMotion Technology (63 kw / 85 cv) proposta ad un prezzo “chiavi in mano” di 20.350,00 Euro. La più costosa invece è la 2.0 TDI Executive BlueMotion Technology DSG 4MOTION (110 kw / 150 cv) che può diventare vostra “chiavi in mano” per 34.750,00 Euro
Per quanto riguarda il pacchetto motore-trasmissione, l’esemplare provato da #CheAuto! era piuttosto tradizionale. Il 2 litri TDI Common Rail nel taglio da 150 cavalli. Si tratta di un quattro cilindri dotato di due alberi di equilibratura, che risulta quindi particolarmente silenzioso. Il motore sviluppa la sua potenza massima tra 3.500 e 4.000 giri e il TDI mette a disposizione la sua coppia massima di 340 Nm già a partire da 1.750 giri (fino a 3.000 giri). Secondo i dati pubblicati dalla Casa su questa Golf i consumi si limitano ad appena 4,2 l/100 km (109 g/km CO2)mentre sul fronte prestazioni viene assicurato che la 2.0 TDI raggiunge i 216 km/h passando da 0 a 100 km/h in 8,6 secondi. Questo propulsore ha tutto quello che serve in termini di prestazioni, ed è accoppiato dal cambio DSG che paga un po’ l’assenza dei paddle shifters. Non in quanto a prestazioni, ma perché non avere la possibilità di selezionare le marce manualmente rende di fatto inutile l’eccellente sistema a doppia frizione: vive come un automatico classico. Unica possibilità di “giocare” è la leva in modalità sequenziale che però, a causa della posizione e dell’inversione dei comandi rispetto ai dettami della guida sportiva (avanti per scalare, indietro per salire) non è intuitiva. Per il resto, regna la rotondità più assoluta, come da filosofia generale di tutta l’auto, anche nel funzionamento dell’unità propulsiva. Si dice che, per via dell’evoluzione che prelude all’elettrificazione di massa, questa potrebbe essere l’ultima Golf. Speriamo di no.
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caratteristiche tecniche prinicipali Golf 2.0 TDI BlueMotion Technology DIMENSIONI Lunghezza mm 4.258 Larghezza mm 1.790 Larghezza inclusi specchietti retrovisori mm 2.027 Altezza mm 1.492 Capacita bagagliaio litri 380/1.270 MOTORE Tipologia motore: 4 cilindri - Diesel Common Rail Cilindrata effettiva cm³ 1.968 Potenza massima: KW 110 – CV 150 a giri/min 3.500-4.000 Coppia Massima Nm a giri/min: 340 / 1.750 - 3.000 Classe di emissione gas di scarico: Euro 6 Cambio meccanico a 6 rapporti Cambio automatico DSG a 7 rapporti VELOCITÀ MASSIMA, KM/H Cambio meccanico 216 Cambio automatico 214 ACCELERAZIONE: 0-80/0-100KM/H Cambio meccanico 6,4 / 8,9 sec. Cambio automatico 6,4 / 8,9 sec.
#ca
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FIGLIA DEL RENAULT CLIO R.S. 18
LLE CORSE
Nella Clio R.S. si trova tutto il piacere di guida e il design delle versioni firmate Renault Sport. Una vera mini-supercar, con un concentrato di tecnologia e potenza ai vertici del mercato di riferimento
figlia delle corse
Erano
saliti sul podio convinti di festeggiare un ottimo secondo posto… ma un paio di giorni dopo è arrivata la notizia della squalifica dei vincitori del Team G Drive, accusati di aver utilizzato un impianto di rifornimento non conforme alle regole. Stiamo parlando della recentissima 24 Ore di Le Mans, dove la bella Signatech Alpine è riuscita a salire sul podio nella categoria LMP2 (come già era accaduto nel 2014, 2016 e 2017). Ci sarà ovviamente un ricorso in appello contro la squalifica e quindi, al momento, la classifica che vede l’Alpine vincitrice è ancora sub-judice. Ma certamente resta una prestazione con i baffi per la LMP2 francese ed il suo equipaggio, composto dai piloti Lapierre,
Negrao e Thiriet, che tra l’altro hanno anche spinto l’Alpine al comando della classifica generale LMP2 del Mondiale Endurance. Questa strepitosa prestazione, oltretutto, è caduta nel 40esimo anniversario della altrettanto strepitosa vittoria assoluta conquistata da Renault alla 24 ore più famosa del mondo. Correva infatti il giugno 1978, allorquando la “régie” decise di schierare al via ben quattro prototipi (allora si chiamavano così) Alpine Renault. La squadra era gestita dall’ex pilota Gérard Larrousse, che aveva schierato tre diverse versioni della vettura, nel tentativo di vincere finalmente la classica francese. In pista c’erano due A442, una A442 B e una nuovissima A443 (spinta da un propulsore V6 di 2.138 cc contro i 1.996 degli altri modelli). La pri-
ma biposto, la 442, era già apparsa competitiva nelle precedenti stagioni, ma gli altri due prototipi erano stati sviluppati appositamente per la 24 Ore del 1978. La numero 1, la più veloce e potente A443, rimase in testa fino alla 18° ora prima di essere superata dalla A442 di Didier Pironi e da Jean-Pierre Jaussaud, che difese con successo il proprio vantaggio per il restante quarto della corsa, fino a vincere la gara di endurance in un tripudio di pubblico inimmaginabile per quei tempi. Negli anni “70 il nome Alpine era diventato popolare tra gli appassionati di corse. Fondata nel 1955 da Jean Rédélé, un giovane appassionato di motorsports, Alpine era infatti diventato un nome leggendario quando la A110 “Berlinette” vinse il Rally di Montecarlo del 1971 e del 1973.
Oggi il dna sportivo di Alpine non si ritrova soltanto nella nuova A110 (una sportiva compatta, leggera, maneggevole e naturalmente velocissima) ma anche nella versione più estrema della Clio, non a caso battezzata R.S., che sta appunto per Renault Sport. Le potenti Clio R.S. oggi sono protagoniste anche sui nostri autodromi, dove va in scena da innumerevoli anni la Clio Cup Italia, nipotina della Coppa Renault 5 di fine anni “70, in assoluto il primo monomarca pistaiolo visto alle nostre latitudini. Sono sette i “doppi” appuntamenti della stagione 2018, ricca di nomi interessanti e con otto differenti squadre al via. Al sabato mattina i due turni di prove libere della durata di mezzora ciascuno, nel pomeriggio le due sessioni di qualifica di 20’ mentre le due gare di 25’ sono in programma domenica. Tentati?
figlia delle corse
Sgombriamo
il campo da equivoci: Clio R.S. è davvero cattiva, una vera mini-supercar con prestazioni quasi da vettura da competizione. Con due motorizzazioni e tre telai Clio R.S. è infatti un vero concentrato di tecnologie che trasmette un piacere di guida immediato. Come accennato due i propulsori a benzina da 200 (versioni Sport e Cup) e 220 cv (versione Trophy), associate a una trasmissione a doppia frizione EDC sei rapporti con levette al volante e modalità “automatico”. È l’unica automobile del segmento a proporre tre tipi di telaio: la scelta spazia dal telaio Sport, associato a cerchi da 17 pollici, che privilegia la versatilità e l’uso quotidiano, al telaio Cup, irrigidito, associato a cerchi da 18 pollici, che propone un buon compromesso tra guida su strada e su circuito, sino alla versione più estrema, detta Trophy. E’ questa la Clio che abbiamo potuto testare: associata a cerchi da 18 pollici, con un assetto ribassato di 20 mm anteriormente e 10 mm al posteriore, appare decisamente orientata ad una guida ancora più sportiva. Questa versione Trophy da 220 cv ottiene performance incredibili rispetto ai veicoli sportivi della sua categoria: 6,6 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h; 14,5 secondi per i 400 metri con partenza da fermo e una velocità massima di 235 km/h. Inoltre Clio R.S. offre equipaggiamenti al top nel segmento, come il Launch Control, il sistema
figlia delle corse
Tper (Trasporto Passeggeri Emilia Romagna) ha annunciato l’arrivo del car sharing 100% elettrico “Corrente”, il car sharing a flusso libero che sarà attivo dal prossimo autunno sul territorio bolognese. Per il nuovo servizio, l’amministrazione comunale ha scelto di avvalersi di una flotta di 120 Renault Zoe, che diventeranno 240 entro un anno, offrendo alla cittadinanza un’alternativa di mobilità pubblica condivisa e sostenibile. Alle Zoe del car sharing CORRENTE sarà consentito l’accesso alle zone a traffico limitato di Bologna, la gratuità della sosta negli stalli a pagamento e la circolazione lungo le corsie riservate. Dal portale o da un’app, il cliente potrà visualizzare sulla mappa le auto disponibili più vicine alla propria posizione o ad un altro indirizzo d’interesse e la prenotazione potrà essere effettuata anche con poco anticipo rispetto alla fase di fruizione. I veicoli disponibili si troveranno su aree pubbliche o in parcheggi (all’interno dei quali il cliente potrà iniziare e terminare la corsa) mentre la ricarica elettrica dei veicoli sarà a cura del gestore del servizio
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R.S. Drive, che propone tre modalità di guida (Normal, Sport o Race), l’applicazione R.S. Monitor e gli arresti di finecorsa idraulici sviluppati per i rally da Renault Sport. Esteticamente nulla di sensibilmente diverso dalle altre Clio, un design piacevole ma, a nostro parere, privo di una spiccata personalità e ormai un po’ datato. Naturalmente il fatto di essere considerevolmente più bassa e dotata di cerchi di dimensioni maggiori, le conferisce una grinta notevole, totalmente estranea alle altre versioni di Clio. Le maggiori differenze si notano nel frontale, che risulta visivamente allargato grazie allo specifico paraurti, e al posteriore, dove spicca uno spoiler sportivo, un funzionale diffusore e un impianto di scarico esclusivo, sviluppato con lo specialista Akrapovi. L’impianto, unico nel segmento, assicura al motore un’identità sonora immediatamente riconoscibile, rendendo più dinamica la salita di giri. Ma è il sistema di illuminazione addizionale LED multi riflettente, detto R.S. VISION, la vera chicca in cui si incappa analizzando il frontale di questo mini-bolide. Il sistema LED multi riflettente è infatti a forma di bandierina a scacchi e conferisce un look esclusivo, sia di giorno che di notte, con prestazioni di illuminazione di elevato livello. Già presentata anni or sono sulla concept-car CLIO R.S. 16, questa tecnologia esclusiva consente di raggruppare le funzioni fendinebbia con cornering, luci di posizione e di profondità, per un miglioramento complessivo della visione notturna.
figlia delle corse
Renault Sport ha anche lanciato la Serie Limitata Renault CLIO R.S.18, in riferimento alla monoposto omonima di Renault Sport Formula One Team impegnata nella stagione 2018. Il modello esibisce con orgoglio i colori giallo e nero che contraddistinguono la Formula 1 Renault, ed è rivolta agli appassionati del Motorsport e ai collezionisti. Renault CLIO R.S.18 si colloca nella dinastia delle Serie Limitate sportive che hanno segnato la storia di CLIO R.S.
La Clio R.S. propone anche modanature laterali specifiche mentre la griffe R.S. (Renault Sport) infine è applicata sotto il logo anteriore, sui cerchi e al posteriore del veicolo. Gli interni, dal canto loro, trasudano sportività sia per i materiali che per il design, a partire dai sedili anteriori che vi avvolgono bene pur mantenendo un più che discreto livello di comfort. La potenza e l’assetto ribassato trasmettono subito al conducente le giuste sensazioni, siamo a bordo di un’automobile direttamente derivata dalle esperienze agonistiche. Va da sé che per goderne appieno bisogna utilizzarla in pista, ma anche su percorsi stradali misti (badando di non esagerare!) se ne possono apprezzare le qualità migliori. Il motore spinge molto, sin dai regimi bassi, e poi ha una buona progressione... e il sound è particolarmente piacevole. La Clio in ogni situazione si mostra reattiva, bilanciata e soprattutto molto, molto precisa negli inserimenti e ben attaccata al terreno, permettendo traiettorie pulite e non mettendo in ansia neppure quando serve qualche piccola correzione. Ottimi i freni, anche sotto sforzo, e rapido il cambio anche se, in questo ambito, ci corre l’obbligo di criticare la scelta di lasciare i paddle solidali con il piantone e non con la corona dello sterzo. Ne consegue che quando siete in curva fate fatica a trovarli… con più di qualche imbarazzo… ma se non dovete vincere la 24 ore di Le Mans può bastare l’ottimo cambio automatico.
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caratteristiche tecniche prinicipali MOTORE Numero di cilindri e di valvole
4/16
Cilindrata (cm3)
1.618
Potenza massima kW CEE (cv)
162 (220)
Regime potenza massima (g/min)
6 050
Coppia massima Nm CEE (g/min)
280 a 2000
TRASMISSIONE Tipo
Automatico EDC
Numero di marce
6+R
RUOTE Cerchi di riferimento Misure pneumatici
18’’
205/40 R 18 86Y Michelin Pilot Sport 4
PRESTAZIONI Velocità massima (Km/h)
235
0-100 km/h
6’’6
400 m da fermo
14’’5
1 000 m da fermo
26’’4
Ripresa 80-120 km/h in 4a e5a
4’’
CONSUMI ED EMISSIONI CO2 (g/km)
135
Ciclo urbano (l/100 km)
7,6
Ciclo extra-urbano (l/100 km)
5,1
Ciclo misto (l/100 km)
5,9
Serbatoio del carburante (l)
45
MASSE A vuoto in ordine di marcia
kg. 1 204
Massima ammissibile a pieno carico
kg. 1 711
DIMENSIONI Lunghezza
mm. 4 090
Larghezza
mm. 1 732
Altezza
mm. 1 432
ca
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Formula 1: intervista con Andrew Shovlin
Progettare
Capo degli ingegneri di pista della Mercedes, Andrew Shovlin è una sorta di mediatore tra i due uffici che si dividono il lavoro durante i Gran premi di Formula 1: la sala di controllo degli ingegneri e… l’abitacolo della monoposto di John Close Fotografie: Monster Energy Media Wolfgang Wilhelm/Daimler AG – Steve Etherington/Mercedes Benz G.P.
la vittoria
progettare la vittoria
A
prima vista il mondo della Formula 1 può essere abbagliante. La velocità, il glamour, il palcoscenico mondiale… tutto concorre a creare una combinazione di competizione e pressione, nella quale atleti super concentrati spingono alcune delle automobili più veloci e costose al mondo ai limiti delle loro prestazioni. Ma andando oltre l’abitacolo e i festeggiamenti del podio, si scopre un mondo avvolto nella segretezza che, unito alla tecnologia, farebbe impallidire qualsiasi cattivo di un thriller cinematografico. I plotoni di ingegneri e di analisti, stipati all’interno dei garage dei team in gara, sono il risultato diretto della pressione e degli sforzi che la Formula 1 richiede per poter essere al primo posto sulla griglia di partenza. Nel ruolo di mediatori tra l’ufficio a 300 km/h del pilota e le menti geniali dei progettisti ci sono gli ingegneri di gara e nel team Mercedes-AMG questo gruppo è guidato dal Direttore degli ingegneri in pista, Andrew Shovlin. Affettuosamente conosciuto come “Shov” tra i suoi colleghi, Shovlin ha alle spalle una carriera di 19 anni in Formula 1. Anche se il suo nome non suona molto familiare, Shovlin ha assunto una posizione di rilievo lavorando con Jenson Button nel campionato piloti del 2009 con la Brawn GP e successivamente con il sette volte Campione del Mondo Michael Schumacher, come ingegnere di gara nel 2010. Ora, nel suo ruolo di supervisore del dipartimento di ingegneria del team in fabbrica e in pista, il quarantaquattrenne inglese è un elemento fondamentale nella gestione
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dell’attuale e continuo successo in pista di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. “Ogni giorno seguo il dipartimento di ingegneria ma in pista ho un po’ più responsabilità su tutti gli altri gruppi che garantiscono le prestazioni della macchina – spiega Shovlin – ciò significa essere consapevole di come cambiano le cose intorno a te e di come coordinare gli sforzi di tutti per mantenere un vantaggio nella competizione. Non abbiamo affrontato nessuna delle gare di questa stagione sapendo chi avrebbe vinto e spesso a gara inoltrata ancora non sai chi vincerà…. Devo dire che è molto interessante… Allo stesso tempo, cerchi di evitare errori e di fare un Gran Premio perfetto, il che comporta molta pressione. L’emozione di vincere gare così imprevedibili (e combattute come sono quest’anno) è più forte dell’emozione di vincere una gara su cui hai il controllo dall’inizio alla fine.” Quello di “Shov” non è un compito facile. Inoltre la squadra Mercedes è unanimemente riconosciuta come il team di maggior successo dell’era della Formula 1 ibrida, con quattro vittorie di seguito del Campionato del Mondo piloti e costruttori dal 2014, insieme a 65 vittorie in 84 gare. L’attuale monoposto, chiamata in modo efficace Mercedes-AMG F1 W09 EQ Power+, ha grandi impegnative tracce (di pneumatici) da seguire. E ciò comporta ancora più pressione nel rimanere calmi e fare bene le cose. “Nel corso dell’anno, c’è un costante processo di analisi della gara appena fatta o di preparazione per la gara successiva –
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prosegue Shovlin – sebbene ci sia molto lavoro di simulazione, che avviene d’abitudine due o tre settimane prima della gara, si entra nel vivo il lunedì prima del Grand Prix. Il martedì, organizziamo le configurazioni preliminari e i programmi per il nostro meeting pre-evento, che coinvolge circa 20 ingegneri. In questo modo ci si prepara al weekend e si mettono in evidenza i problemi da risolvere o i punti che richiedono più attenzione. Dopodiché, ci dirigiamo verso la pista, di solito il giovedì mattina. Entro quel giorno le macchine sono terminate nei garage. I piloti di solito rimangono in fabbrica tra le gare, così quando ci raduniamo tutti in pista il giovedì, possiamo proseguire con il secondo round di meeting. Facendo in modo che i piloti comprendano le sfide specifiche di quel weekend – soggiunge Andrew – si permette loro di trarre il massimo dalle loro sessioni in pista. Quest’anno si può vincere o perdere una gara perdendo un solo centesimo di secondo in qualsiasi settore. Quindi, al momento, l’idea è che a meno che tu non faccia tutto in modo assolutamente corretto, non potrai battere la Ferrari o la Red Bull. La differenza tra essere in prima o in terza fila sta solo in pochi decimi.” Comprensibilmente, Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno bisogno di calma per controllare i di sistemi di bordo, comprendere ciò che il team deve fare e ovviamente continuare a correre velocemente. Su questo tema Shovlin ha le idee chiare: “Bisogna essere molto diretti con il pilota via radio e allo stesso tempo sapere ciò che lui desidera. Lewis ama sapere cosa succede intorno a lui, mentre a Valtteri interessa meno. Chiaramente, ogni pilota
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ha bisogno di un ingegnere che stia calmo. Qualcuno che sia in grado di prevedere vari scenari e trovare la soluzione meno rischiosa. È molto difficile farlo se sei nel panico! Gli ingegneri imparano come rimanere calmi sotto pressione. Dopo aver fatto un centinaio di gare diventa relativamente facile. Che tu ci creda o no, le gare diventano un lavoro quotidiano… ma ti affidi anche al resto del team per non andare nel panico quando qualcosa va male. Per esempio, se un pit stop non va secondo i piani, confidi che i tuoi compagni di squadra rimangano comunque concentrati e sappiano risolvere la situazione.”
FOTO COATES -RED BULL CONTENTS POOL
In uno sport dove quasi tutto viene calcolato, tuttavia delle volte si tratta di puntare sulle probabilità. “E’ vero ci sono alcune volte in cui c’è un guasto del sistema e vedi solo le macchine che correre davanti alla tua postazione sul muretto. Bisogna rimanere calmi, ma per fortuna queste situazioni sono molto rare. Molto più spesso ci sono delle situazioni nelle quali è necessario prendere una decisione di rischio al 50%, come accaduto a Baku, in cui la decisione giusta dipendeva dagli avvenimenti futuri, per esempio se ci sarebbe stata o meno una Safety Car. E in quella situazione, si tratta di una probabilità 50/50, quindi non puoi mai essere completamente sicuro! La Formula 1 – conclude “Shov” – è un ambiente fantastico in cui diventare ingegnere. È emozionante e frenetico. La sfida che affrontiamo quest’anno è così dura che quasi ci dimentichiamo il lato glamour di questo sport. L’unica attenzione è verso la macchina, il pilota e la gara. E’ ciò che amiamo di questo sport e in fondo è il motivo per cui abbiamo dato tutto per arrivarci.”
#ca
checorse
silenzio in Pikes Peak 2018
Condotta da Romain Dumas, la vettura elettrica da competizione Volkswagen “I.D. R Pikes Peak” ha vinto l’edizione 2018 della mitica gara in salita americana, frantumando il record assoluto che apparteneva dal 2013 a Sèbastien Loeb
alta quota
silenzio in alta quota
“Tutti
i dipendenti della Volkswagen possono essere molto orgogliosi del risultato di oggi. Ringrazio la squadra dal profondo del mio cuore. Grazie a una combinazione di eccellenza ingegneristica, passione e impegno, il team è riuscito a creare una straordinaria elettrica da competizione in appena otto mesi. La Volkswagen I.D. R Pikes Peak ha registrato un nuovo record assoluto nella storia di questa cronoscalata che ha più di 100 anni; questo dice tutto sulla mobilità elettrica”. Questo il commento entusiastico rilasciato “a caldo” da Frank Welsch, responsabile dello Sviluppo Tecnico di Volkswagen. E mai come in questo caso si può parlare di un successo “silenzioso”. Volkswagen ha infatti portato in alta quota il sibilo della I.D. R Pikes Peak, vettura elettrica da 500 kW (680 CV), con cui il transalpino Romain Dumas ha battuto un’ampia concorrenza che includeva autovetture spinte da motori tradizionali. Nel farlo, il pilota francese ha anche migliorato di ben 16 secondi il record assoluto ottenuto da Sébastien Loeb nel 2013. Il nuovo record di 7’57”148 è ora in cima alla lista delle imprese della Pikes Peak, che nel suo albo d’oro include piloti di grande fama come Loeb, Walter Röhl, Michèle Mouton, Stig Blomqvist, Nobuhiro Tajima, Rod e Rhys Millen.
silenzio in alta quota
silenzio in alta quota
Un altro marchio del gruppo Volkswagen ha messo il proprio sigillo sulla Pikes Peak del 2018. Si tratta di Bentley, che con una Bentayga pressoché di serie ha demolito il record nella categoria SUV Stradali. Condotta dal neo-zelandese Rhys Millen (già due volte vincitore della gara) la Bentayga ha completato il percorso in 10’49”900, superando in scioltezza le 156 curve grazie ai 600 cavalli e 900 Nm di coppia del suo 12 cilindri. Ora pare che Bentley lancerà un’edizione limitata del suv per commemorare questa importante impresa
Appena 250 giorni erano trascorsi tra l’annuncio del progetto Pikes Peak (il 18 ottobre 2017) e il record del 24 giugno 2018. Un tempo molto contenuto per lo sviluppo di un prototipo estremo, dotato di una innovativa tecnologia di propulsione completamente elettrica,oltre a requisiti specifici per batterie, aerodinamica e telaio. Lo sforzo di meccanici e ingegneri a Wolfsburg è stato incessante e, non meno importante, lo stesso è accaduto durante le settimane di preparazione e di test a Colorado Springs. 19,99 chilometri, 156 curve, un solo tentativo… questa è la Pikes Peak International Hill Climb, probabilmente la corsa in salita più famosa (e veloce… e pericolosa) del mondo. Romain Dumas ha ottenuto la sua quarta vittoria in questa iconica competizione, che si è tenuta 96 volte dal 1916 ad oggi. Da canto suo con la I.D. R Pikes Peak, Volkswagen ha costruito un’auto da competizione straordinaria, creata appositamente per questa complicatissima sfida: una combinazione di peso minimo, massimo carico aerodinamico possibile e potenza massima. Batterie incluse, la I.D. R Pikes Peak pesa meno di 1.100 chilogrammi. Quanto all’aerodinamica, la sfida era compensare la perdita di carico dovuta alla minore densità dell’aria in quota. E i risultati di questa impresa sono ben visibili: telaio piatto e affusolato e un mastodontico alettone posteriore.
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Volkswagen ha anche percorso nuove strade per la tecnologia di ricarica, con l’obiettivo di poter ricaricare l’auto più in fretta possibile e con il minimo impatto ambientale. Il tempo era definito dal regolamento: in caso di gara sospesa, bisognava essere in grado di ricaricare l’auto in meno di 20 minuti (l’elettricità necessaria era fornita da generatori collocati alla base della salita). Il glicerolo (chiamato anche glicerina) è stato scelto come carburante dei generatori. Composto organico che, per esempio, è anche un residuo di scarto nella produzione del biodiesel, il glicerolo brucia praticamente senza produrre emissioni dannose o residui. “Fantastico! Con questo risultato abbiamo superato persino le nostre stesse aspettative – dichiarato Dumas al termine dell’impresa – sin dai test avevamo capito che potevamo puntare a battere il record assoluto. Per farcela, avevamo però bisogno che tutto funzionasse alla perfezione, dalla tecnologia al pilota. Senza dimenticare il ruolo del meteo. Che sia andato tutto così bene è una sensazione incredibile e il nuovo record alla Pikes Peak è la ciliegina sulla torta. Ancora non riesco a realizzare che ci sia il mio nome accanto a questo tempo incredibile. La I.D R Pikes Peak è l’auto più impressionante che abbia mai guidato in una gara. La propulsione elettrica cambia molte cose e ho imparato tanto durante questo progetto. La squadra ha lavorato con incredibile meticolosità e allo stesso tempo in modo tranquillo. Sono incredibilmente orgoglioso di aver fatto parte di tutto questo”.
ca
chestoria
Quando la tecnologia fa spettacolo
IL VIAGGIO PERFETTO TENNECO ANNUNCIA NUOVE OPZIONI AVANZATE PER LA TECNOLOGIA DI SOSPENSIONE CVSA2 / KINETIC®. GLI ULTIMI MIGLIORAMENTI OFFRONO PRESTAZIONI DECISAMENTE SUPERIORI PER SUV E FUORISTRADA
REDAZIONALE
il viaggio perfetto
Il
nostro mensile ha sempre tenuto una linea editoriale vovtata alla passione per le auto e agli aspetti più spettacolari ed emozionati legati alle quattro ruote. Orbene, ma cosa c’è di spettacolare in un sistema di sospensioni? Molto, soprattutto se si ha la possibilità di testare sul terreno quanto incredibili siamo le performance di sistemi di sospensioni “intelligenti” quali quelli proposti da Tenneco, azienda tra i leader mondiali del settore. Molto recentemente, a metà giugno, Tenneco ha annunciato un importante aggiornamento della sua tecnologia di sospensione semi-attiva CVSA2 (pietra miliare del suo portafoglio Sospensioni Monroe ® Intelligenti). Originariamente sviluppato per il mercato delle auto sportive questo sistema è stata ora adattato per l’utilizzo sui SUV e fuoristrada con numerose nuove opzioni di aggiornamento che migliorano le prestazioni. Il sistema di sospensione CVSA2 per SUV è progettato per migliorare notevolmente le
prestazioni e il comfort di SUV e fuoristrada, riducendo l’impatto sui movimenti di rollio e beccheggio del veicolo in curva, accelerazione e frenata. Inoltre il sistema è disponibile con nuove soluzioni di sollevamento idraulico a quattro angoli (con sedi idrauliche indipendenti a molla) che controllano e gestiscono le variabili dell’altezza da terra e del livellamento, offrendo vantaggi come una maggiore altezza libera dal suolo durante la guida fuoristrada, più facile accesso per i passeggeri, compensazione del cambio di carico, riduzione altezza frontale e minore resistenza aerodinamica durante la guida su strada.
“Il nostro innovativo sistema di sospensione CVSA2 offre molti vantaggi, tra cui la scalabilità e una gamma di tuning estremamente flessibile, fornendo anche maneggevolezza, stabilità e comfort su strada per i conducenti - ha dichiarato Martin Hendricks, presidente divisione Prestazioni di Guida - adattando questa soluzione per le applicazioni SUV e aggiungendo miglioramenti come le avanzate tecnologie Kinetic ® per il controllo del rollio e del passo, possiamo offrire ai consumatori il miglior equilibrio possibile tra prestazioni e comfort di guida. Il nostro obiettivo è il viaggio perfetto “. In buona sostanza, chi vorrà adottare sul proprio suv il sistema di controllo del rollaggio CVSA2 / Kinetic ® H2 beneficerà immediatamente di una migliore stabilità delle curve, migliore manovrabilità, ridotto slancio della testa e un sensibile incremento del comfort generale. Durante l’uso fuoristrada il sistema gestisce la distribuzione del carico delle ruote e consente una maggiore aderenza delle stesse, migliorando la manovrabilità sul terreno, la stabilità e la trazione. E si tratta di miglioramenti sensibili, percepibili anche dal guidatore non espertissimo, in grado da subito di garantire maggiore serenità a chi guida e ai passeggeri. Ma non finisce qui, gestendo istante per istante l’equilibrio generale della vettura, questo aggiornamento del sistema CVSA2 / Kinetic ® X2 migliora ulteriormente anche altre prestazioni del SUV, permettendo una ridotta distanza di frenata e una migliore stabilità durante l’accelerazione. Come detto in apertura la tecnologie avanzata CVSA2 / Kinetic ® H2 e X2 erano originariamente state sviluppate per vetture stradali e soprattutto sportive. Questi nuovi aggiornamenti sono quindi disponibili anche per auto sportive, offrendo vantaggi quali trazione
Tenneco è un’azienda manifatturiera globale da 9,3 miliardi di dollari con sede a Lake Forest, nell’Illinois, che conta circa 32.000 dipendenti in tutto il mondo. Tenneco è una delle maggiori società di progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti e sistemi per aria pulita e prestazioni di guida sia per i mercati degli accessori originali per automobili e veicoli commerciali sia per l’aftermarket. I principali marchi che fanno capo a Tenneco sono Monroe®, Walker®, XNOx® e Clevite®Elastomers Per maggiori informazioni: http://prez.ly/vTH
migliorata, risposta dello sterzo, distribuzione del carico sulle ruote, equilibrio dei freni, efficienza aerodinamica e comfort di bordo. Inoltre, il sistema CVSA2 / Kinetic ® X2 è un aggiornamento vantaggioso anche per i veicoli elettrici, particolarmente sensibili al beccheggio durante le rapide accelerazioni e decelerazioni a causa dell’elevato peso dovuto alle batterie. I sistemi CVSA2 / Kinetic ® di Tenneco offrono ai clienti riduzione di peso, basso consumo energetico e numerosi altri vantaggi a un costo competitivo rispetto ad altri sistemi di controllo di smorzamento e rollio disponibili sul mercato. Provare per credere!
#ca
cheleggenda
Audrey Hepburn e la DS
Ca va sans dire… Tra i tanti personaggi celebri che scelsero la DS come auto personale non poteva mancare qualcuno capace di marcare profondamente lo stile e le mode del ‘900, grazie ad una classe e un’eleganza divenute proverbiali: Audrey Hepburn fotografie © DS Automobiles
ca va sans dire…
Classe
chiama classe, eleganza chiama eleganza. Nata in Gran Bretagna e assurta al successo negli USA (ovviamente, Hollywood) Audrey Hepburn è da sempre un’icona dell’eleganza, un approdo sicuro per chi apprezzi la classe e preferisce la discrezione all’ostentazione. Un’altra icona di eleganza, la Citroen DS, condivideva la scena mondiale con Audrey nel corso degli anni sessanta e le due, naturalmente, si piacquero subito. L’attrice britannica acquistò la sua DS19 a Roma, presso la filiale italiana di Citroën, nel 1962. Nella foto di apertura del servizio (scattata da Ezio Vitale) è a bordo della sua vettura, a Taormina. Tra i modelli disponibili, Audrey Hepburn scelse quello che forse meglio si adattava allo stile di molti dei personaggi che portò sul grande schermo: una DS19 in allestimento Prestige. Rigorosamente nera, la vettura era a suo modo unica, in quanto la Hepburn vi fece installare una speciale autoradio i cui comandi erano azionabili comodamente dai posti posteriori. Complice della scelta, fu probabilmente lo stilista Hubert de Givenchy, che fu a sua volta uno dei primi acquirenti della DS19, oltre che creatore dei celebri abiti indossati dall’attrice sulle scene dei suoi film e anche del suo personale guardaroba. L’anno successivo, il 1963, vide ancora Audrey Hepburn sul sedile posteriore di una DS19: era una delle vetture protagoniste del celebre film Sciarada. Accanto a lei era seduto Cary Grant, anch’egli vittima del fascino della DS… ma questa è un’altra storia…
ca va sans dire…
Marchio francese creato a Parigi, DS nasce ufficialmente il 1° giugno 2014, con l’obiettivo di rinnovare il premium francese. Forte della sua eccezionale eredità e animato dallo spirito di avant-garde, il marchio conserva i valori di innovazione e distinzione ereditati dalla DS del 1955. Il flagship store di DS, il DS WORLD PARIS, si trova a Parigi, al 33 di rue François 1er
ca
cheamerica
La nuova frontiera USA regala sempre e ic n r e v la a t t o d a z Pano ffi a r g i o r t n o c le ia c spe
Panoz è una delle poche realtà americane che riesce a sopravvivere all’assalto delle grandi case. Si tratta di una vera azienda familiare, con sede nei pressi di Atlanta in Georgia, che dopo anni di attività anche nell’ambito delle corse, ancora produce, con un certo successo, vetture sportive su ordinazione come la roadster Esperante, dotata di un motore 6,2 litri V8. Inoltre Panoz sta anche pianificando un clamoroso rientro nel mondo del motorsport con una vettura GT. Nonostante sia una piccola
realtà nel panorama automobilistico americano, le innovazioni non mancano sulle vetture Panoz, come la vernice Faynlab Self-Heal Plus, capace di “autoripararsi” da graffi e strisciate. La vernice, composta da uno speciale polimero, se graffiata è capace di ricomporsi e tornare alla splendore originale grazie al calore. Basta lasciare la vettura parcheggiata al sole o utilizzare un comune asciugacapelli sulla parte rovinata. Tutte le nuove vetture Panoz tra breve saranno verniciate con questa speciale soluzione.
e spunti, curiosità e notizie interessanti a cura di Niccolò Gargiulo
g n a t s u M d r o F a v o u La n Shelby GT350 Sia per farsi notare dagli amici che per divertirsi in pista, una delle Mustang preferite dal pubblico americano è la Mustang Shelby GT350, che si rinnova per l’anno 2019 con un nuovo pacchetto aerodinamico, un nuovo assetto delle sospensioni e set di gomme dedicato in arrivo da Michelin. La nuova ala posteriore ha un “baffo” (optional) per aumentare il carico verso il basso senza però creare disturbi aerodinamici alle velocità di punta; all’anteriore invece c’è una nuova griglia (la stessa in dotazione sulla versione GT350R). Dal canto loro sono clamorosi i cerchi da 19 pollici, che vanno a completare il pacchetto delle novità di design. Per quanto riguarda il setup delle parti meccaniche sono state riviste le tarature di molle e ammortizzatori, così come la sensibilità del-
lo sterzo. Nessuna modifica importante per quanto riguarda il motore: la Mustang Shelby GT350 monta ancora il V8 da 5,2 litri capace di scatenare a terra l’impressionante potenza di 533 cavalli, assistiti dal cambio manuale a 6 marce.
ca
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
ro e m u n o im s s ro p il te e rd e p non
ONLINE IL 1° SETTEMBRE #cheauto Periodico mensile digitale automobilistico Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com
Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016
Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati
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