#cheauto! Ottobre 2018

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

29

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Ottobre 2018

FERRARI

DA URLO!

La nuova Ford Focus AMG Race Edition McLaren 720 S Volkswagen Arteon


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

29

Ottobre 2018

checosac’è #chefoto

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#cheroba 18 • POP ARTeon - VIDEO

#chemacchina 28 • McLaren 720S

#chenovità 42 • Ford Focus: Merci Julien - VIDEO

#chebella 56 • Una Ferrari da urlo! - VIDEO

#chestoria 70 • AMG: il mulino di Burgstall • Diamante: troppo avanti! • Donkevoort: filosofia super - VIDEO • Bugatti-Lego: The Big Toy - VIDEO



#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

29

Ottobre 2018

checosac’è #cheamerica 102 • Pebble Beach: tra passato e futuro - VIDEO

#checorse 112 • Johan Kristoffersson: è fantastico!

#cheleggenda 126 • La svolta: Volvo 164

#cheauto Periodico mensile digitale automobilistico Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati

Seguiteci su facebook: Cheauto magazine TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.



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Matt Hagan In ossequio alle esigenze di marketing questo splendido dragster si chiama semplicemente “Mopar Express Lane Dodge Charger SRT Hellcat NHRA Funny Car�. Il pilota Matt Hagan, lo scorso 3 settembre, lo ha condotto con successo alla sua prima finale in occasione della 64a edizione dei NHRA U.S. Nationals, a Indianapolis. Il pilota era alla sua sesta finale del 2018, la 53a della sua incredibile carriera


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I norvegesi Mikkelsen e Jaeger in uno spettacolare passaggio con la loro Hyundai i2 WRC, durante la tappa del Mondiale Rally disputata in Turchia (a Marmaris) a metĂ settembre Foto Jaanus Ree/Red Bull Content Pool


FRONT PAGE


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BMW sta continuando a sviluppare la nuova serie 8 con una serie di interminabili e duri collaudi negli Stai Uniti. In particolare meccanica ed elettronica della vettura sono state messe alla prova nell’estate appena conclusa tra il deserto dell’Arizona (con temperature di oltre 50 gradi centigradi) e i monti Whitney



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Venti strepitose Lamborghini d’epoca hanno festeggiato, a metà settembre, il cinquantesimo anniversario della nascita della Espada con un corteo che ha attraversato Emilia-Romagna, Toscana e Umbria. Correva infatti il 1968 quando dagli stabilimenti di Sant’Agato Bolognase uscì la prima Lamborghini a quattro posti, la Espada appunto, seguita di li a poco dalla Islero, la sua evoluzione 2 + 2



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Aerodinamica da Formula 1… roba da far venire il mal di testa anche ai più esperti ingegneri del Bar Sport… o di Facebook…



chefoto Temporale di fine agosto sul circuito di Misano Adriatica. Questa splendida foto risale al 26 agosto, durante lo svolgimento di una tappa del Campionato Europeo di Formula 3. Al volante della Dallara l’inglese Dan Ticktum, considerato tra i giovani piloti piÚ promettenti Foto Davide Pastanella - Red Bull Content Pool

#ca



cheroba

LA NUOVA VOLKSWAGEN NELLE IMMAGINI DEL FOTOGRAFO DOUGLAS SONDERS

POP ARTeon


UNA SERIE DI SUGGESTIVE IMMAGINI DELLA VOLKSWAGEN ARTEON, NELLE QUALI IL FOTOGRAFO DOUGLAS SONDERS HA SAPUTO CATTURARE L’ELEGANZA E LO STILE DEL MODELLO DI PUNTA VOLKSWAGEN IN UN CONTESTO MODERNO E CONTEMPORANEO QUALE IL PETERSEN AUTOMOTIVE MUSEUM DI LOS ANGELES


pop ARTeon

Douglas

Sonders è un vero artista, senza dubbio un super-virtuoso dell’obiettivo, famoso in tutto il mondo. Originario della Virginia, Sonders si è laureato nel 2004 in “Fotografia Pubblicitaria” presso il Rochester Institute of Technology. Recentemente Volkswagen gli ha affidato il compito di realizzare una serie di suggestive immagini della nuova Arteon e il Petersen Automotive Museum di Los Angeles ha fatto da cornice alle fotografie di Sonders, che ha saputo catturare l’eleganza e lo stile del modello di punta Volkswagen in un contesto moderno e contemporaneo. A suo tempo Sonders fu uno dei primi professionisti ad adottare la fotografia digitale, e in questa occasione ha lavorato con le modelle Shelby Bay e Krislian Rodriguez e con un apparecchio PhaseOne XF IQ3 100 megapixel per scattare questa serie di immagini spettacolari ed emozionanti. Douglas Sonders ha prestato il suo talento a decine di clienti durante la sua carriera, immortalando celebrità e scattando foto per il mondo della moda e dell’automobile, conquistando prestigiose copertine in tutto il mondo e firmando numerose campagne pubblicitarie. La sua società di produzione si è anche specializzata nella realtà virtuale, sfruttando sapientemente le conoscenze acquisite nel corso



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degli anni nel mondo della fotografia per avvicinare il mondo reale a quello virtuale. “E’ importante catturare l’essenza di una vettura - ha dichiarato Sonders - ho un attaccamento personale alle mie auto, ognuna delle quali ha nel proprio design una sua distinta personalità. La Volkswagen Arteon ha diversi tratti moderni, dalle linee della fiancata alla griglia anteriore, e nelle fotografie ho voluto insistere parecchio su questi particolari”. Sonders si è ispirato ai suoni sintetizzati degli anni ottanta, ai colori e alle immagini solitamente associate a quel tipo di musica. Anche per questo motivo il servizio fotografico è stato ambientato a Los Angeles, in uno spazio dal design particolare con la presenza di una griglia di LED sul soffitto. “Amo moltissimo questo spazio e sono convinto che la simmetria del soffitto e lo sfondo scuro rendessero giustizia alle linee dell’Arteon”. La nuova Arteon, spinta dal motore Volkswagen 2 litri turbo TSI a iniezione diretta, è capace di ben 268 cavalli e 250 Nm di coppia. La trazione anteriore è assistita dal cambio automatico a 8 marce ma la configurazione a trazione integrale 4Motion è comunque disponibile su tutti i modelli. La Arteon è equipaggiata del sistema attivo DCC adaptiv edamping che controlla l’assetto delle sospensioni individualmente mentre sistema di Start-Stop standard fa la sua parte per migliorare i consumi.



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chemacchina

18 nuove McLaren! Alla scoperta della 720S


Da ora al 2025 saranno lanciati 18 nuovi modelli e derivati e la gamma sarĂ al 100% ibrida entro il 2025. La produzione raggiungerĂ le 6,600 sportscar e supercar, con motore posteriore centrale, su base annua


18 nuove mclaren!

Il

Il Gruppo McLaren è uno dei leader mondiali nel settore delle alte prestazioni e della tecnologia di lusso e comprende tre principali aziende: Automotive, Racing e Applied Technologies. La spina dorsale di McLaren Group, McLaren Automotive ha una forza lavoro di 2,300 persone, unnumero che rimarrà abbastanza stabile sino al 2025, attraverso uffici nel Regno Unito, Stati Uniti, Bahrain, Cina, Singapore, Giappone e Spagna

12 Luglio scorso al Goodwood Festival of Speed, il costruttore inglese di vetture sportive ha annunciato il suo piano ambizioso piano industriale, che porterà la società al suo quindicesimo compleanno. Il business plan detto “Track25” è un’evoluzione del “Track22” (che fu annunciato, poco più di due anni fa, Salone Internazionale di Ginevra del 2016) e contiene nuove linee guida, nuovi investimenti, progetti inediti. Il Track25 delinea una chiara mappatura del futuro delle vetture, della produzione e della tecnologia che permetterà a McLaren di continuare a posizionarsi come protagonista a livello mondiale nel mercato delle vetture sportive e delle supercars. Per prima cosa McLaren garantisce che le sua gamma di vetture sportive e supercar verranno dotate di una motorizzazione ibrida entro i prossimi sette anni. E’ un passo importante, una decisa svolta, fedele allo spirito pioneristico di McLaren che da sempre si spinge ai limiti della tecnologia per dare al conducente qualche cosa in più. McLaren valuterà anche l’implementazione di nuove funzionalità di guida e contribuirà allo sviluppo di una sistema di batterie più potente e più leggero, con una ricarica super veloce, che dovrebbe garantire oltre 30 minuti di energia in puro elettrico su circuito, per un uso dedicato alle alte prestazioni. Un’altra gara che da sempre vede McLaren in “pole position” è quella della ricerca di una sempre maggiore leggerezza.



18 nuove mclaren!

Per vincere questa “gara del peso” tra le supercar (assicurando che, come fa già oggi, che ciascuno dei suoi prodotti è il più leggero nel suo segmento) McLaren non lesina investimenti: 50 milioni di sterline già stanziati, per la costruzione del nuovo McLaren Composites Technology Centre (MCTC), che si occuperà di garantire lo sviluppo e produzione dei futuri materiali compositi superleggeri. Una volta che, l’MCTC sarà pienamente operativo, il contenuto in valore di ogni singola vettura di provenienza britannica raggiungerà circa il 57 per cento. Avendo lanciato la prima hypercar ibrida al mondo già cinque anni fa, con l’iconica McLaren P1™, è naturale che, come parte del “Track25”, McLaren voglia al più presto lanciare una supercar che ne prenda il posto. Restando fedeli all’idea fondante, di creare e di assemblare a mano le migliori vetture al mondo per piacere di guida, McLaren rimarrà comunque focalizzata sulla creazione di vetture sportive e supercar con motore posteriore centrale. Nessun SUV all’orizzonte quindi, ma l’arrivo 18 nuovi modelli (o derivati) contribuirà ad alzare la produzione di quasi il 75 per cento oltre la soglia attuale, portandola, entro la metà del prossimo decennio, a circa 6,000 vetture all’anno… e come accade oggi tutte le vetture saranno assemblate a mano presso il McLaren Production Centre, a Woking, Inghilterra. Sempre mantenendo la massima attenzione sulla esperienza di guida, sia su strada che su pista, McLaren introdurrà nuove tecnologie



18 nuove mclaren!

per migliorare anche il piacere di guida del proprietario. Le vetture avranno nuovi sistemi di protezione cyber, un sistema di tracking del veicolo migliorato e aggiornamenti del software dei sistemi di bordo “over-the-air” in collegamento remoto (OTA). Ciò permetterà ai clienti McLaren di avere i sistemi aggiornati senza il bisogno e l’inconveniente di dover portare la vettura presso un centro McLaren. McLaren Automotive è un creatore di vetture sportive e supercars di lusso ad alte prestazioni. La società lanciata nel 2010 è oggi la parte più importante del McLaren Group. Ogni veicolo è assemblato a mano presso il McLaren Production Centre (MPC) a Woking, Surrey, Inghilterra. La società ha tre famiglie di prodotti: Sports Series, Super Series e Ultimate Series che sono commercializzate tramite le 80 concessionarie in 30 mercati nel mondo. Nel 1981 McLaren introdusse il telaio leggero e resistente in fibra di carbonio in Formula 1 con la McLaren MP4 / 1. Poi, nel 1993, progettò e costruì la McLaren F1 road car, da allora l’azienda non ha mai costruito un’auto senza un telaio in fibra di carbonio. Con la P1 (Ultimate Series) la McLaren è stato il primo brand a produrre una hypercar ibrida

“Tutti alla McLaren rimangono focalizzati nel loro obiettivo di progettare e realizzare le migliori autovetture del mondo. Fedele allo spirito McLaren, tuttavia, le nostre ambizioni continuano a crescere e il nostro piano aziendale “Track25” da 1,2 miliardi di sterline (che include 18 nuovi modelli, tra cui la nuova McLaren P1) ne è la chiara prova – sostiene Mike Flewitt, Chief Executive Officer – Siamo un marchio di lusso impegnato a investire nell’innovazione, nello sviluppo e nella produzione del nostro chassis in fibra di carbonio in un nuovo centro di produzione che ha richiesto un investimento da 50 milioni di sterline, come pure nella costruzione di nuovi propulsori ibridi, che andranno ad equipaggiare l’intera gamma, totalmente ibrida dal 2025. In qualità di brand globale – continua Flewitt -– e data la positiva crescita della domanda sul mercato, siamo decisi a incrementare il numero delle concessionarie sia in mercati esistenti sia in mercati per noi nuovi. Mentre il nostro piano industriale ci porta a guardare avanti sino a metà del prossimo decennio, dobbiamo anche fare una pausa di riflessione



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e riconoscere i grandi sforzi, l’ingegnosità e lo spirito competitivo di tutte le fantastiche persone che lavorano nella società e sulle quali si basa il nostro successo di oggi e di domani.” Ciò detto non resta che salirci, su una McLaren, e scoprire alcune delle ragioni di un indiscutibile successo. Abbiamo avuto modo di “assaggiare” la bella 720S nel corso di un breve test alle porte di Milano. Ovviamente una vettura con queste caratteristiche andrebbe provata in pista, o perlomeno lungo un bel percorso misto, privo di traffico, ove mettere alla prova l’eccellente maneggevolezza (il Proactive Chassis Control, forte di 12 sensori funziona ottimamente), la sontuosa accelerazione (soprattutto quando si inserisce la modalità più corsaiola) e la potente frenata. Ma di certo abbiamo potuto verificare quanto questa supercar possa essere utilizzata come una comune “sportiva”: non mette mai in imbarazzo il conducente e, grazie ad una visibilità sorprendente (superfici vetrate ampie e cofano motore in cristallo), si destreggia bene anche in città. La 720S vi accoglie in un abitacolo di buon design, lussuoso quanto basta e soprattutto confortevole oltre le aspettative. C’è persino un bagagliaio da 150 litri, a cui si aggiunge un vano bagagli interno all’abitacolo da 210 litri. Non mancano infine tutte le assistenze alla guida: molto utili, in una vettura così bassa, la telecamera posteriore nonché i sensori di parcheggio a 360 gradi.



18 nuove mclaren!

Questa McLaren è molto bella, basta osservare le fotografie di questo servizio per comprenderlo. Ma a dispetto di chi sostiene che le McLaren, avendo la medesima architettura, si assomigliano un po’ tutte, va detto che questa britannica vanta una sua spiccata personalità. Il suo aspetto “very sexy” deriva in gran parte da un design che non ha mai dimenticato, neppure per un centimetro quadrato, le esigenze aerodinamiche. I diffusori frontali (figli di quelli della P1) garantiscano una ottima deportanza mentre le belle prese d’aria sotto i fari anteriori sono funzionali al raffreddamento della meccanica. E’ esteticamente molto gradevole anche l’alettone posteriore, che ha funzioni anche di freno aerodinamico oltre che, naturalmente, migliorare il CX e garantire maggiore stabilità soprattutto lungo le curve più rapide. Su una monoscocca in compositi (18 chilogrammi meno delle consorelle più anziane) sono montati due differenti propulsori. Potete optare per l’M838T, un V8 di 3.8 litri, capace di 641 cavalli e 678 Nm di coppia. In alternativa c’è il più performante M840T, che generosamente garantisce 710 cavalli e 770 Nm di coppia. Con questo propulsore la 720S “dovrebbe” (…. noi non abbiamo certo potuto verificarlo in strade aperte al traffico) spingersi sino a 341 km/h e farvi godere di un’accelerazione di 2.9 secondi da zero a 100km/h. Chapeau!



18 nuove mclaren!


Ad oggi McLaren vende le sue automobili in 31 mercati nel mondo, grazie ad un solido network di 86 concessionarie, McLaren Automotive sta valutando sia di espandersi nei mercati già esistenti e sia di raggiungere alcuni importanti nuovi mercati che includono Russia, India, Europa Centrale ed Europa dell’Est. La continua crescita della domanda pone come obiettivo di raggiungere le 100 concessionarie entro il periodo delineato dal piano industriale “Track25”

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chenovitĂ

La nuova Ford Focus arriva nei concessionari

Merci Julien


A 20 anni dalla prima generazione, la Focus inaugura una nuova era per tecnologia, comfort ed esperienza di guida. Nuovi sistemi supportano i conducenti durante la guida su ogni tipo di percorso mentre viene anche introdotto il modem integrato FordPass Connect, per una connettivitĂ in movimento di altissimo livello


merci julien

Julien

Ingrassia è nato ad Aix en Provence (Francia) il 26 novembre 1979. A vederlo sembra semplicemente un educato signore provenzale, sorridente e molto, molto concentrato sul suo lavoro.

Il realtà, l’attività della persona che siede alla destra di un pilota da rally va parecchio oltre la sola “navigazione” durante le tappe del rally. Dietro le quinte c’è tantissimo lavoro di preparazione, di gestione dei momenti cruciali del rally, che possono essere sia i controlli orari piuttosto che la gestione della meccanica, in perfetta sintonia con gli ingegneri della squadra e, ovviamente, il pilota. Julien, in gara, condivide l’abitacolo con il connazionale Sébastien Ogier, con cui ha percorso tutte le tappe di una carriera incredibile, che li ha portati a vincere ben 5 titoli iridati, l’ultimo dei quali conquistato nel 2017 con la Ford Fiesta WRC. Quindi non solo navigazione ma gestione di tutto ciò che c’è prima, durante e “attorno” alla guida… un vero servizio a 360° di “assistenza” al conduttore.

Ma che “ci azzecca” Julien Ingrassia con la nuova Ford Focus? In realtà centra assai, e per scoprirlo dobbiamo semplicemente annotare che il lavoro di Julien non è un lavoro comune, anzi, oseremmo dire che è quanto di più lontano possa esserci da un comodo impiego o da una qualsiasi attività “stanziale”. Monsieur Ingrassia è infatti il più vincente e famoso “co-pilota” rally del panorama mondiale, colui che noi italiani amiamo definire “navigatore”.

Ci piace pensare che gli ingegneri Ford si siano ispirati al lavoro di Ingrassia, quando hanno deciso di assegnare il nome di “Co-Pilot360” al pacchetto di “assistenze alla guida” della nuova Focus, un pacchetto progettato, appunto, per rendere l’esperienza di guida più confortevole, meno stressante e più sicura. Se è vero infatti che la più tecnologica Focus di sempre è stata sviluppata anche grazie ai clienti, dei quali Ford ha ascoltato i commenti e le esigenze, un cliente quale Julien Ingrassia dovrebbe certamente aver detto la sua. Merci Julien.



merci julien

La

nuova Focus rappresenta una svolta importante nella storia di Ford nel Vecchio Continente e, nello specifico, di questo modello. La più sofisticata gamma di tecnologie di assistenza alla guida (alcune inedite per l’Europa) mai offerta da Ford è oggi presente sulla Focus, per consentire un’esperienza di guida ancora più intuitiva, in grado di ridurre lo stress e aumentare la sicruezza.

Partiamo dall’innovativo pacchetto Co-Pilot360 che migliora sicurezza, guidabilità e rende più semplici le manovre di parcheggio. Sono molte le tecnologie attive in questo vero “network”. Ad esempio l’Adaptive Cruise Control (Stop&Go, Speed Sign Recognition e Lane Centring) supporta l’automobile nel mantenimento della distanza di sicurezza dai veicoli che precedono, aiuta a mantenere il veicolo nella sua corsia e regola la velocità entro i limiti (il sistema è in grado di leggere i segnali stradali).

Per parte sua la nuova funzionalità Stop&Go consente al sistema di arrestare completamente il veicolo nella fase di partenza-arresto, utilizzando fino al 50% della forza frenante totale, e la rimette in marcia automaticamente se la durata dell’arresto è inferiore ai 3 secondi. In caso di arresto superiore ai 3 secondi, il conducente può premere il pulsante al volante o pigiare delicatamente l’acceleratore. Il Lane Centering invece monitora i riferimenti stradali per aiutare il conducente a rimanere in corsia. Progettato per supportare i conducenti fino a una velocità di 200 km/h, il dispositivo emette avvisi visivi e acustici in caso di mancato input al voante dal conducente. L’Adaptive Front Lighting System con Predictive Curve Light e Sign-based Light è in grado di pre-regolare l’illuminazione dei fari prima di raggiungere una curva, un incrocio o una rotonda. Il sistema utilizza una telecamera anteriore per monitorare i riferimenti delle corsie fino a 65 metri di distanza, consentendo alla luce dei fari di essere modulata in anticipo. L’integrazione del riconoscimento dei segnali stradali ottimizza il fascio luminoso consentendo di allargare il raggio in corrispondenza di intersezioni e rotatorie e illuminare anche gli eventuali pericoli che provengano dagli angoli ciechi. Gli Adaptive Front Lighting con Glare-Free Highbeam, i nuovi fari adattivi Ford con funzione antiabbagliamento, adeguano forma e profondità del fascio di luce


“La nostra nuova Focus rappresenta l’eccellenza nel suo segmento di appartenenza, sia da un punto di vista dell’innovazione tecnologica sia per il piacere di guida - ha dichiarato Joe Bakaj, Vice President, Product Development, Ford of Europe - La possibilità di pensare e costruire un’auto completamente nuova, partendo da un foglio bianco, non si presenta spesso. L’abbiamo afferrata al volo, cercando di sviluppare la migliore family car che si potesse acquistare”


merci julien

in base alle condizioni di guida e riconoscono la presenza di veicoli di fronte all’auto, passando automaticamente agli anabbaglianti quando necessario. Focus è anche la prima Ford, in Europa, a offrire il display Head-up, il visore a sovrimpressione che consente di tenere gli occhi sulla strada, grazie alla proiezione delle informazioni utili sulla superficie interna del parabrezza. Per agevolare il parcheggio esiste invece l’Active Park Assist Upgrade, che consente manovre completamente automatizzate, sia in parallelo sia in perpendicolare, con la

semplice pressione di un pulsante. Il sistema identifica gli spazi di parcheggio adeguati, mentre il conducente può controllare il movimento del veicolo semplicemente selezionando la marcia in folle e tenendo premuto il pulsante posizionato al centro della console. Così facendo il veicolo controlla completamente l’automobile, procedendo in avanti o in retromarcia, accelerando sterzando e fre-

nando, ed eseguendo manovre in spazi di soli 110 cm più lunghi della vettura a velocità fino a 4 km/h. La tecnologia Pre-Collision Assist con Pedestrian e Cyclist Detection dal canto suo garantisce il rilevamento di pedoni e ciclisti presenti sulla strada o che potrebbero attraversare nella traiettoria del veicolo. In caso di potenziale collisione (e di una mancata risposta da parte del conducente) il sistema aziona automaticamente i freni. Ulteriori tecnologie progettate per aiutare i possessori della nuova Focus includono: Evasive Steering Assist: aiuta a evitare le collisioni derivanti da eventuali veicoli che procedono a rilento o inaspettatamente fermi, sia alle velocità urbane sia a quelle autostradali. Utilizza un radar e una telecamera Blind Spot Information System con Cross Traffic Alert: segnala al conducente quando altri veicoli si avvicinano ai lati nell’angolo cieco e consente, nel caso in cui il guidatore non risponda alle segnalazioni, di frenare per evitare o diminuire le conseguenze di una eventuale collisione Rear Wide-View Camera: garantisce una visibilità di 180 gradi nella parte posteriore della vettura, per una migliore padronanza e sicurezza durante le manovre di retromarcia in uscita da parcheggi Ford MyKey: la chiave programmabile Ford, permette di configurare alcune caratteristiche dell’auto, come limitare la velocità



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massima o il volume dell’impianto audio, o anche impedire la disattivazione delle tecnologie di sicurezza In caso di incidente, la nuova tecnologia Post-Collision Braking è in grado di ridurre l’impatto di una potenziale collisione secondaria, applicando automaticamente una moderata pressione sui freni

Con la nuova Focus si è anche connessi in piena comodità. Spaziosi e pratici, gli interni della nuova Focus sono caratterizzati da una progettazione innovativa e da tecnologie avanzate di comfort. Il modem integrato FordPass Connect trasforma il veicolo in un dispositivo Wi-Fi hotspot, con connettività disponibile fino a un massimo di 10 dispositivi. Oltre ad aiutare i conducenti nella pianificazione di viaggi (grazie agli aggiornamenti Live Traffic disponibili sul sistema di navigazione) e a offrire ai passeggeri la possibilità di usufruire di canali d’intrattenimento online durante il viaggio,

FordPass Connect fornisce una serie di funzioni attraverso l’app FordPass, tra cui il Vehicle Locator, che aiuta a ritrovare la propria vettura all’interno dei parcheggi, oppure il Vehicle Status che fornisce informazioni relative ai livelli di carburante, dell’olio e del sistema antifurto. Da sottolineare anche il Door Lock Unlock (consente l’accesso remoto alla vettura) e il Remote Start, per i modelli con cambio automatico a 8 rapporti. Inoltre il nuovo pad di ricarica wireless consente ai passeggeri di ricaricare facilmente i propri smartphone. I dispositivi rimangono connessi al sistema di comunicazione e intrattenimento Ford SYNC 3 via Bluetooth anche quando sono in carica. Il sistema SYNC 3, supportato dallo schermo touchscreen a colori da 8’’, e compatibile con Apple CarPlay e Android Auto, consente ai conducenti di controllare le funzioni audio, di navigazione e climatizzazione, oltre che i dispositivi collegati, grazie a semplici comandi vocali. Ultimo, ma non ultimo, il nuovo sistema audio premium B&O PLAY, che assicura ai passeggeri il meglio della musica in streaming tramite FordPass Connect o il proprio smartphone. Il sistema da 675 watt, dotato di dieci diffusori è stato specificamente calibrato per regalare l’esperienza audio migliore possibile. Ma la nuova Focus non è solo super-tecnologica e super-connessa.



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Questo nuovo modello dell’Ovale Blu rimane infatti fedele al proprio patrimonio ventennale per quanto concerne gli aspetti dinamici, ulteriormente migliorati da diverse opzioni, tra cui i Drive Modes di serie e le molle a bilanciamento delle forze brevettate da Ford.

Progettata sulla base della nuova architettura C2 globale di Ford per ottimizzare la reattività dell’automobile in caso di collisione, offrire più spazio all’interno e migliorare l’aerodinamica, questa vettura rappresenta un’evoluzione nel linguaggio del design di Ford, grazie alla filosofia del design human-centric che unisce emozione alla razionalità. L’estensione del passo di oltre 50 mm, rispetto alle precedenti versioni, permette l’integrazione di uno pneumatico dal diametro più ampio, consentendo alle ruote di essere posizionate più in alto e riducendo in tal modo la percezione visiva della lunghezza e della massa complessiva.

Il design degli esterni, scultoreo e atletico, offre una migliore efficienza aerodinamica e il frontale, completamente ridisegnato, è semplice e armonioso con una griglia più ampia. I gruppi ottici posteriori sono stati divisi in due parti, per consentire un’apertura del bagagliaio più versatile, mentre la scelta delle luci a LED le conferiscono una grande riconoscibilità, sia di giorno sia nell’oscurità. La nuova Focus offre molte possibilità di personalizzazione, con opzioni dedicate per le differenti declinazioni (Titanium, ST-Line, Vignale e Active) che riflettono le preferenze delle diverse tipologie di clienti. Le specifiche includono: elementi distintivi per Focus Vignale, tra cui finiture in alluminio satinato per le barre al tetto e gli inserti per gli interni lo scarico e lo spoiler dallo stile più aggressivo per Focus ST-Line, con prese d’aria rese più ampie, progettate per migliorare le prestazioni e rivelare i componenti del motore per Focus Active una guida rialzata e dettagli in colore nero per i passaruota e i rivestimenti a bilanciere. Le tonalità disponibili per gli esterni sono 13 e comprendono il Desert Island Blue e l’esclusivo colore Dark Mulberry, a quattro strati, dedicato alla declinazione Vignale. La filosofia di progettazione human centric si estende anche agli interni, più accoglienti e di ottima qualità, caratterizzati da linee semplici e pulite, materiali ergonomici e superfici


perfettamente integrate. Le porte anteriori ora convergono fluidamente verso il pannello strumenti per un effetto avvolgente, visivamente più ampio ed esclusivo. La plancia e gli interni delle portiere sono costruiti con materiali soft touch per una sensazione di qualità superiore. Come per gli esterni, anche gli interni delle varie versioni di nuova ​​Focus presentano elementi distintivi, tra cui la pelle premium per Vignale, finiture sportive effetto fibra di carbonio e cuciture rosse per ST-Line, mentre sono disponibili materiali e superfici di ispirazione outdoor per l’Active. Il nuovo telaio offre a tutti i clienti della nuova Focus, un’esperienza di guida divertente, energica, coinvolgente e gratificante. La tecnologia Drive Modes è per la prima volta disponibile su Focus nelle modalità Normal, Sport e Eco, e consente di impostare i parametri di acceleratore, cambio automatico a 8 rapporti, sistema Electronic Power Assisted Steering e ACC, per adattarsi allo scenario di guida. Dalla Focus ST-Line ribassata di 10 mm con molle, ammortizzatori e barre stabilizzatrici esclusive, fino alla Focus Active rialzata di oltre 30 mm con sbalzi anteriori e posteriori distintivi, il telaio è stato messo a punto per rendere immediatamente riconoscibile il carattere di Focus. Altri elementi da ricordare sono il freno di stazionamento elettrico (di serie con cambio automatico a 8 rapporti e disponibile anche con cambio manuale per i modelli premium)

e il Rotatory Gear Shift Dial. Questi due elementi, combinati, sanno offrire offrono ulteriore spazio al guidatore e al passeggero anteriore. Anche per gli occupanti dei sedili posteriori, è maggiore lo spazio a disposizione, infatti, la distanza tra ginocchio e sedile è

aumentata di oltre 50 mm rispetto alla Focus precedente, e quello per le spalle di quasi 60 mm. La tecnologia del Hands-free Tailgate consente infine l’accesso al vano portabagagli con un semplice movimento del piede sotto il paraurti posteriore. I clienti della nuova Focus possono scegliere tra motori benzina EcoBoost e diesel EcoBlue, con Start&Stop di serie, che rispettano i più recenti standard Euro 6, calcolati con la procedura WLTP (World Hamonised Light Vehicle Test Procedure). L’EcoBoost da 1.0 litri è stato ulteriormente migliorato per ottenere consumi pari a


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4,7 l/100 km corrispondenti a emissioni di CO2 di 107 g/km per modelli a cinque porte. Il risparmio di carburante e la riduzione delle emissioni di CO2 del motore EcoBoost è garantito dal sistema di disattivazione dei cilindri, che può arrestare automaticamente uno dei cilindri del motore quando non è necessaria una piena potenza. La tecnologia è in grado di disinserire o reinserire un cilindro in 14 millisecondi senza compromettere le prestazioni.

I nuovi motori diesel EcoBlue di Ford sono progettati per fornire maggiore potenza, più coppia a bassi regimi e maggiore efficienza nei consumi di carburante per i viaggi più lunghi. Il nuovo EcoBlue 1.5 è offerto con livelli di potenze da 95 e 120 CV, entrambi con 300 Nm di coppia e consumi di 3,5 l/100 km pari a emissioni di CO2 di 91 g/km (mo-

dello a cinque porte). Il motore EcoBlue 2.0 l eroga 150 CV, 370 Nm di coppia e vanta consumi di 4,4 l/100 km pari a emissioni di CO2 di 114 g/km (modello a cinque porte). Il nuovo cambio automatico Ford a 8 rapporti è stato progettato per ottimizzare ulteriormente il consumo di carburante e offrire prestazioni ancora più reattive. Disponibile in abbinamento ai motori EcoBoost 1.0 da 125 CV, EcoBlue 1.5 da 120 CV e EcoBlue 2.0 da 150 CV, include anche: Adaptive Shift Scheduling: valuta i diversi stili di guida per ottimizzare i tempi di cambio marcia. Il sistema è in grado di identificare le pendenze in salita e in discesa e le curve strette e di regolare i cambi di marcia di conseguenza Adaptive Shift Quality Control: valuta le informazioni dell’ambiente circostante e del veicolo per regolare la pressione della frizione e ottenere cambi di marcia uniformi La nuova Focus offre un risparmio di carburante e un miglioramento delle emissioni di CO2 del 10% su tutta la gamma, secondo i dati Ford, anche grazie alla riduzione di peso fino a 88 chilogrammi rispetto alla generazione precedente. Disponibile in cinque porte e wagon, la gamma Focus, è super-completa: le versioni disponibili sono la pratica Plus, l’elegante Titanium, la sportiva ST-Line e l’esclusiva Vignale. I prezzi “chiavi in mano” partono dai 20.000,oo Euro della 1.0 EcoBoost 100CV Manuale e salgono sino ai 35.250,oo Euro della versione top, 2.0 EcoBlue 150 Automatico Vignale.


“Ripensate al vostro esame di guida e a quanto fosse necessario concentrarsi per sentirsi sicuri sulla strada. Guidare non è diventato meno impegnativo: siamo solo più abituati allo stress che ne deriva. Tecnologie come lo Stop&Go e il Lane-Centering ridurranno l’impegno richiesto ai conducenti, aiutandoli a focalizzare la loro attenzione sulla guida e a sentirsi meno sotto pressione, e più fiduciosi, al volante”, ha affermato Helmut Reder, Global Vehicle Line Director C-car, di Ford Europa

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chebella

Le prime Ferrari della serie speciale “Icona”

FERRARI DA URLO!


Mai come in questo caso un’automobile possiede una potenza narrativa così spiccata, esaltando una vocazione mirata al puro divertimento e in cui il legame tra uomo e automobile è tale da esprimere una simbiosi totale

fotografie © Ferrari


ferrari da urlo!


Tenetevi

forte!... perche, come si dice, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare… E nel turbinoso e quotidiano fiorire di supercar, hypercar, on off e via dicendo, Ferrari ha deciso di giocare duro davvero, buttando nella kischia due pezzi da novanta quali la Monza SP1 e la Monza SP2. Nate con il solo obiettivo di vincere, le vetture sport dell’immediato dopoguerra denominate “barchetta” furono progettate e costruite senza compromessi. Spesso protagoniste di imprese leggendarie, contribuirono negli anni ’50 a creare parte della leggenda Ferrari, grazie ai tanti trionfi nelle più dure e famose gare di durata.

Le nuove, stupende, Ferrari Monza SP1 e SP2, svelate da pochissimi giorni, rappresentano i primi esempi di una serie “limitata” ispirata proprio a quella auto, alle più evocative vetture del Cavallino degli anni ’50, ma ovviamente dotate delle migliori tecnologie oggi disponibili. Destinate ai clienti e ai collezionisti più appassionati, le Ferrari Monza SP1 e SP2 riprendono il tema delle barchette da competizione: dalla 166 MM del 1948, capostipite del concetto di barchetta stesso, fino alle iconiche 750 Monza e 860 Monza. La Ferrari Monza SP1 è stata progettata come una monoposto stradale, con un’identità fuori dagli schemi, in grado di far provare al conduttore un’esperienza di guida impareggiabile.


ferrari da urlo!


Una delle sfide più grandi, trattandosi di vetture in configurazione barchetta completamente “en plein air” ad altissime prestazioni, è stata quella di gestire i flussi aerodinamici attorno all’abitacolo in assenza del parabrezza. A questo scopo è stato sviluppato un cupolino specifico denominato “Virtual Wind Shield” (brevettato) sul quale sono state applicate delle soluzioni innovative tali da carenare il quadro strumenti e il volante e deviare i flussi aerodinamici per mantenere il massimo comfort di guida


ferrari da urlo!


La Ferrari Monza SP2 invece è la versione in configurazione biposto che, grazie all’eliminazione del tonneau cover e all’aggiunta di un secondo deflettore aria e di un secondo roll-bar, consente al passeggero di condividere la medesima emozione del conducente. Le Ferrari Monza SP1 e SP2 sono vetture uniche, con un design originale ed esclusivo, il miglior rapporto peso-potenza per una vettura in configurazione barchetta (grazie all’utilizzo esteso di fibra di carbonio nella costruzione) e impreziosite da dettagli specifici, quali i proiettori e le luci posteriori, le ruote e gli interni. Dotate del motore più potente mai uscito

dai cancelli di Maranello, un V12 con 810 cv, raggiungono prestazioni davvero “da urlo”: da zero a 100 km/h in 2.9 secondi e da zero a 200 km/h in 7.9 secondi. L’architettura dei due modelli si presenta come quella di un bolide dalla forma monolitica e aerodinamica a profilo alare, dove la completa assenza del padiglione ha consentito di definire proporzioni uniche, impensabili su una spider tradizionale. L’ebbrezza della velocità che ne deriva, finora riservata quasi esclusivamente ai piloti di vere vetture da corsa, è direttamente legata al concetto di un cockpit scavato nel volume della vettura, che accoglie il pilota e tutta la strumentazione di guida.


ferrari da urlo!


Il Centro Stile Ferrari ha concepito un design molto puro, quasi nato da un unico tratto di matita, dove si possono apprezzare forme eleganti e minimaliste e il linguaggio senza tempo di dettagli raffinati. Si sono evitate esasperazioni formali, caratteristiche delle più recenti vetture da pista, privilegiando invece linee essenziali. Mai come in questo caso un’automobile possiede una potenza narrativa così spiccata, esaltando una vocazione mirata al puro divertimento e in cui il legame tra uomo e automobile è tale da esprimere una simbiosi totale. Particolare attenzione è stata prestata al disegno delle porte, di dimensioni minime, che si dispiegano verso l’alto. Altrettanto

importante è l’apertura in avanti dell’ampio cofano motore che integra anche i parafanghi, interamente in carbonio, mettendo così in mostra il poderoso motore V12. Come accade per i modelli da competizione, l’intera scocca è stata costruita in fibra di Carbonio, alla ricerca della massima leggerezza e maneggevolezza, mentre molti degli elementi degli interni sono in carbonio a vista così da ottenere un aspetto sportivo e accattivante. La riduzione di peso e la configurazione barchetta garantiscono una dinamica veicolo unica: equilibrata, perfettamente bilanciata e senza alcun tipo di rollio per un coinvolgimento nel misto da pura vettura sport.


ferrari da urlo!


In esclusiva per la clientela delle Monza SP1 e SP2 sono stati creati capi e accessori ispirati all’eleganza dei gentleman driver grazie a una collaborazione con due marchi iconici del mondo del lusso: Loro Piana e Berluti. Il set da pilota è composto da una tuta indossabile sui vestiti, una maglia, casco, guanti, sciarpa e scarpe da guida. Molte le soluzioni tecniche volte a rendere confortevole la vestibilitĂ e lasciare liberi i movimenti durante la guida


ferrari da urlo!

caratteristiche tecniche prinicipali MOTORE Tipo V12 – 65° Cilindrata totale 6496 cm3 Potenza massima * 603 kW (810 cv) a 8500 giri/min Coppia massima * 719 Nm a 7000 giri/min DIMENSIONI E PESI Lunghezza 4657 mm Larghezza 1996 mm Altezza 1155 mm Peso a secco** 1500 kg (SP1), 1520 kg (SP2) PRESTAZIONI 0-100 km/h 2,9 sec 0-200 km/h 7,9 sec Velocità massima >300 km/h * Con benzina 98 RON **Con contenuti opzionali di alleggerimento


La 166 MM carrozzata Touring è la capostipite della stirpe di vetture “barchetta” a cui le Ferrari Monza SP1 e SP2 rendono omaggio. Questa nella foto appartenne all’avvocato Gianni Agnelli, che la cedette poi al visconte belga Gery d’Hendecourt che a sua volta la girò al Garage Francorchamps. Dopo essere stata dipinta di blu iniziò una brillante carriera agonistica. Guidata da Olivier Gendebien, la 166 vinse la Coupe du SpaFrancorchamps e il Grand Prix de Spa. Nel 1957 la 166 MM passò nelle mani di Armand e Jean Blaton e guidata da “Beurlys”, pseudonimo di Jean, vinse altre gare in Belgio e Danimarca

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chestoria

IL MULINO DI

BURGSTALL


Prosegue la strategia di serie speciali AMG

LA A STA PER AUFRECHT, LA M STA PER MELCHER E LA G STA PER GROSSASPACH: I NOMI NASCOSTI DIETRO A QUELLE TRE LETTERE FURONO IL PUNTO DI PARTENZA DI UN’AZIENDA DIVENUTA OGGI UN BRAND DELL’ECCELLENZA TEDESCA SU SCALA GLOBALE


il mulino di burgstall

Cosa

c’entra un vecchio mulino con le scintillanti Mercedes AMG “race edition” presentate qualche settimana or sono a Milano? Molto… molto più di quanto possiate credere a prima vista. La nostra storia comincia negli anni sessanta con due ingegneri, Hans Werner Aufrecht e Erhard Melcher, al lavoro sul motore 300 SE nel dipartimento sviluppo di Daimler-Benz. Ma quando Daimler-Benz decise di chiudere reparto corse, la passione per le auto sportive portò Aufrecht e Melcher a continuare il lavoro su quel motore nella casa di Aufrecht a Grossaspach. Poi accadde che nel 1965 Manfred Schiek debuttò nel campionato tedesco per vetture turismo con un motore sviluppato dal duo Aufrecht-Melcher e vinse ben 10 gare… da quel momento la competenza e la bravura dei due tecnici conquistarono le luci della ribalta. Tutto ciò non era comunque abbastanza per Aufrecht. La sua visione prevedeva di costruire vetture stradali derivate dalle loro vetture da corsa e così cominciò, nel 1966, l’avventura di una nuova azienda che, dal 1967, assumerà il nome di “Aufrecht Melcher Grosspach Ingenierburo, Konstruktion und Versuchzur Entwicklung von Rennmotoren” (letteralmente “Societa’ ingegneristica Aufrecht e Melcher, per lo sviluppo e la costruzione di motori da corsa”). E qui arriviamo al mulino, un vecchio mulino situato nel piccolissimo paese di Burgstall, che fece da quartier generale nei primi anni. Nonostante la vocazione decisamente bu-

colica del luogo, Hans Werner e Erhard ben presto iniziarono a sfornare, al posto di biscotti e dolcetti vari, veri gioielli di meccanica e, in breve, i propulsori preparati dalla coppia di ingegneri divennero il comune denominatore nelle competizioni motoristiche tedesche. La 24 Ore di Spa del 1971 segnò il primo grande successo internazionale per l’azienda, quando la AMG Mercedes 300 SEL 6,8 concluse la gara al secondo posto nella classifica generale, conquistando la vittoria di classe. Una grossa e pesante berlina si era permessa di battere la forte concorrenza di vetture più leggere! La notizia si diffuse velocemente e portò il marchio AMG alla ribalta mondiale. Negli anni successivi sempre più Mercedes vennero equipaggiate con le proprie tecnologie AMG. La crescita del settore “custom” consentì a AMG di cresceree trasformarsi in un’azienda di medie dimensioni con diversi clienti stranieri e nel 1976 Mercedes-AMG spostò la sua dozzina di impiegati in una vera e propria fabbrica a Affalterbach. AMG divenne un vero costruttore di motori nel 1984, grazie all’innovazione guidata da Melcher che sviluppò un innovativo cilindro a quattro valvole, mentre 1986 AMG montò il motore 5 litri V8 (conosciuto con il soprannome “Il Martello”) su una classe E coupé, creando il primo grande successo commerciale AMG negli Stati Uniti. Alla fine degli anni 80 la collaborazione tra Daimler-Benz e AMG si fece ancora più stretta come nel mondo delle corse e tra le



il mulino di burgstall

storie di successo va senz’altro ricordata quelladella 190, la vettura di AMG vincitrice di ben 50 gare nel campionato DTM tra il 1988 e il 1993. L’esclusiva Race Edition rappresenta una nuova opzione per clienti ed appassionati italiani del Marchio high performance di Affalterbach, che lo scorso anno ha segnato un nuovo record di mercato con ben 132.000 unità immatricolate nel mondo e oltre 1.000 in Italia. Race Edition è disponibile su CLA 45 AMG, C 43 Coupé AMG e GLE 43 Coupé AMG, rese ancora più esclusive, con un vantaggio cliente rispetto al prezzo delle dotazioni di 75% su CLA, 70% su Classe C Coupé e 76% su GLE Coupé

Nel 1990 venne concluso il contratto di cooperazione tra Daimler-Benz e AMG, una vera e proprio pietra miliare nella storia del brand tedesco. I clienti di AMG aumentarono in maniera esponenziale grazie alla visibilità garantita dai punti vendita Mercedes nel mondo e una nuova ulteriore espansione portò all’inaugurazione di una nuova fabbrica e ad un impiego totale di 400 persone. Nel 1993 poi arrivò la Mercedes-Benz C 36 AMG, prima vettura interamente frutto dell’accordo di cooperazione firmato pochi anni prima. Hans Werner Aufrecht trasferì la maggioranza della crescente AMG a DaimlerChrysler AG il 1 Gennaio 1999 e cinque anni più tardi DaimlerChrysler divenne proprietaria del 100% delle azioni. Si ottenne così il nuovo assetto societario con la nuova Mercedes-AMG GmbH capace di trarre pieno beneficio delle competenze di AMG, mentre il reparto corse venne trasferito alla società di Hans WernerAufrecht situata nel pressi della sede centrale di Mercedes. Oggi AMG è un brand indipendente, con una sua politica industriale e di marketing ben definita e diversa da quella Mercedes. Nelle vetture firmate AMG c’è meno comfort e più prestazione, meno lusso e più “cattiveria”, nel senso sportivo del termine. E a suggellare questa filosofia AMG sta sfornando tutta una serie di “edizioni” speciali,



il mulino di burgstall

la più sportiva delle quali è questa “race edition”, declinata in tre modelli: CLA 45 AMG, C Coupé 43 AMG e GLE Coupé 43 AMG. CLA 45 AMG Race Edition, si caratterizza per il pacchetto DYNAMIC PLUS, che comprende bloccaggio differenziale anteriore, assetto sportivo RIDE CONTROL, programma di marcia RACE, e volante e scarico Performance firmati AMG. Dotazione che migliorano le già eccellenti doti della berlina sportiva di Mercedes-AMG, rendendola il quanto più possibile vicina ad una vera e propria race car stradale. La vernice, specifica per questa serie speciale, Argento Polare magno Designo, esalta le forme affinate dal Pacchetto Night AMG che, insieme al Tetto Panorama e i cerchi in lega da 19”, completano la veste esterna della CLA 45 AMG Race Edition. Gli interni offrono il massimo della tecnologia e del confort, con il Parking Pilot con Parktronic, il COMAND Online, la Radio Digitale e le luci ambient. Una dotazione esclusiva che, al prezzo del pacchetto di 4.000 euro, offre un vantaggio cliente rispetto agli equipaggiamenti offerti di 12.400 euro. La veste Race Edition porta ad un livello superiore anche la C 43 AMG. Il Pacchetto Carbonio AMG, insieme al Pacchetto Night, ai cerchi da 19”, al Tetto Panorama e alla colorazione Grigio Selenite magno Designo la rendono ancora più ricercata e riconoscibile all’esterno. Il suono del propulsore V6 biturbo, equipaggiato su tutte le varianti 43 di Classe C AMG, viene esaltato dagli scarichi Performance che ne migliorano anche l’erogazione della potenza. Uno stile racing che prosegue negli interni,

con gli inserti in carbonio e il Track pace, senza escludere il confort e la tecnologia tipica di Mercedes-Benz: Pacchetto Memory per i sedili anteriori, Radio Digitale, Parking assist con telecamera a 360° e Sound System Surround Burmester completano l’offerta tecnologica di C43 Coupé Race Edition, al prezzo di 3.500 euro, e con un vantaggio cliente di 9.400. Grintosa e sportiva, GLE Coupé 43 AMG riceve moltissimi benefici, estetici e di performance. Nuovi cerchi da 22” AMG, vernice Grigio Selenite, Night Package, pedane laterali e Tetto Panorama, aggiungono ulteriore carattere al SUV Coupé di Mercedes-Benz. Sportivo ed elegante fuori come dentro, con gli inserti in carbonio AMG e il volante Performance AMG, senza mettere in secondo piano la tecnologici e la sicurezza. Su GLE Coupé 43 AMG Race Edition, sono disponibili: Autoradio Digitale, Sound System Surround firmato Harman Kardon e KEYLESS-GO, quanto di meglio si può ricercare in un’auto connessa e tecnologica. Il Pacchetto Assistenza alla Guida, inoltre, aggiunge il DISTRONIC, assistenza alla frenata attiva, Blind Spot Assist attivo, sistema anti sbandamento e PRE-SAFE PLUS. Come per ogni membro della famiglia AMG, anche su GLE Coupé 43, la dinamica di guida è un elemento fondamentale, con l’ACTIVE CURVE SYSTEM che controlla maggiormente il rollio a beneficio della precisione di guida. Con una dotazione tecnologica ed estetica unica ad un prezzo di 4.900 euro, e con un vantaggio cliente di 15.500 che fanno, la MercedesAMG GLE Coupé 43 Race Edition promette di far “girare la testa” a molti…


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chestoria

Sotto la direzione di Roberto Giolito ha finalmente preso vita “Linea Diamante”, un’idea del 1953 firmata da Gio Ponti. Un progetto talmente avveniristico da non aver mai trovato la via della realizzazione

TROPPO AVANTI! di Marco Cortesi fotografie ©Grand Basel

Fino ad oggi, l’auto di Ponti non era mai stata portata oltre i modelli in scala 1:10


Ci

sono tante automobili nate prima del loro tempo, con un design o delle funzionalità che hanno anticipato le necessità e le mode, spesso senza trovare la via del successo. Per un grande designer, l’aver creato un prodotto anni luce avanti rispetto alla concorrenza può essere quasi un punto d’orgoglio, viceversa per chi le auto le vuole vendere, e non soltanto metterle in mostra, ciò rappresenta quasi sempre un problema. E non è raro che, per paura di andare incontro a flop commerciali, progetti con grande potenziale vengano messi da parte, senza nemmeno essere realizzati. A grandi linee il design della “Linea Diamante” di Giò Ponti, che vede ora per la prima volta la luce del sole in scala 1:1, assomiglia a quello Fiat 127. Solo che, a quelle conclusioni, il vulcanico designer e ingegnere padre del Grattacielo Pirelli ci era arrivato quasi vent’anni prima, nel 1953, quando da poco era uscita la Fiat 1400 (e la 500 era ancora di la da venire)… mentre era ancora in produzione addirittura la preistorica Citroen Traction Avant. Deluso dalle vetture dell’epoca, goffe e pompose all’esterno, piccole e buie all’interno, Ponti aveva sfruttato al massimo lo spazio con delle linee squadrate, che avrebbero potuto contenere comodamente passeggeri e bagagli, illuminati da superfici vetrate davvero enormi. Soluzioni rivoluzionarie nella loro estrema semplicità. A portare per la prima volta in vita la “Linea Diamante”, in tempo per la manifestazione Grand Basel di Basilea dedicata alle auto


troppo avanti! Il progetto “The Automobile by Ponti” è stato approvato dalla casa editrice Editoriale Domus, che quest’anno celebra il 90° anniversario della rivista Domus. Il progetto definitivo è stato rivisto e valutato sotto la supervisione scientifica di Roberto Giolito, responsabile di FCA Heritage. Pirelli è sponsor tecnico dell’iniziativa. Salvatore Licitra, rappresentante dell’Archivio Gio Ponti, nipote ed erede di Gio Ponti, ha dichiarato in merito: “Vedere questo progetto prendere vita per la prima volta, dopo 65 anni dalla creazione dei primi disegni, è stato davvero indimenticabile. All’epoca si pensava che l’auto fosse troppo radicale, ma molte delle sue caratteristiche si sono dimostrate fondamentali nei due decenni seguenti”


che hanno segnato la storia, è stato un team guidato da Roberto Giolito, Direttore della divisione Heritage del gruppo FCA. Ma facciamo un passo indietro. Nel 1953 Ponti, con l’aiuto del collega Alberto Rosselli, concepì un’auto secondo principi non ancora applicati nell’industria automobilistica. Punto di partenza del progetto era una sagoma aerodinamica a forma di lacrima, ma ben presto si sviluppò nella più spigolosa “Linea Diamante”. La visione di Ponti era di realizzare un’auto più “architettonica” con pannelli a forma piatta e una notevole parte vetrata (che inondava l’interno dell’abitacolo di luce) e con la possibilità di ottenere un interno generoso e un bagagliaio spazioso. Inoltre, la grande innovazione di un paraurti in gomma che percorre tutta la circonferenza della vettura, con “tamponi” montati a molla nella parte anteriore e posteriore, avrebbe segnato la realizzazione di una collaborazione speciale con l’azienda di pneumatici Pirelli. Va ricordato anche che originariamente il progetto era stato concepito per essere montato sulla carrozzeria di una berlina Alfa Romeo 1900. Ponti ha dapprima costituì una partnership con la Carrozzeria Touring di Milano e poi si è rivolse alla Fiat per la produzione di un modello compatto, ma senza successo: il progetto fu respinto. Due decenni dopo, molte auto sarebbero state costruite secondo i principi di design dell’automobile di Ponti, evidenziando il suo genio e la sua lungimiranza. Fino ad oggi, l’auto di Ponti non era mai stata portata oltre i modelli in scala 1:10.


troppo avanti!


Grand Basel è l’evento più esclusivo per i capolavori dell’automotive. Presentando una selezione di auto top-of-the-range del passato, presente e futuro, Grand Basel è il primo e unico Salone a presentare le auto in un contesto fortemente caratterizzato da richiami al mondo dell’arte, del design e dell’architettura. Le opere sono selezionate da un advisory board indipendente formato da esperti di vari settori. Grand Basel si rivolge a un attento pubblico di collezionisti, esperti di restauro, commercianti, costruttori e intenditori, offrendo una piattaforma globale di scambio. Il Salone è organizzato da MCH Group, una società di marketing internazionale con sede a Basilea, responsabile anche di Art Basel, Baselworld e Masterpiece London.Dopo la premiere a Basilea a settembre 2018, gli altri saloni si terranno a Miami e Hong Kong. www.grandbasel.com


troppo avanti!

Grand Basel, il salone globale dei capolavori automobilistici, ha chiuso le porte della sua prima edizione. Oltre 12.000 visitatori, tra esperti internazionali, collezionisti nonchÊ appassionati, hanno potuto godere delle 113 auto presenti, accuratamente selezionate ed esposte in uno spazio di 32.000 metri quadri. La prima edizione di Grand Basel aveva l’obiettivo di mostrare il concept spettacolare pensato per questo nuovo salone dedicato alle automobili. Inoltre, circa un quarto delle auto in mostra erano disponibili per l’acquisto. Al salone hanno partecipato auto eccezionali provenienti da Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Regno Unito e Italia. Oltre ad esporre automobili esclusive e di altissimo livello, Grand Basel ha presentato eccellenze e diverse anteprime mondiali


Grand Basel non solo ha riunito alcuni dei più eccezionali modelli di automobili, ma li ha presentati in un ambiente che ricorda i musei moderni, considerando le auto come vere e proprie opere d’arte. Tra le altr degna di menzione è la Linconln Continental appertanuta a pablo Picasso, esposta per la prima volta al pubblico a cura di da Sylvie Fleury, artista Svizzera e membro dell’Advisory Board di Grand Basel

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Compleanno olandese

Filosofia Su di Marco Cortesi fotografie G.F. Williams

DONKERVOORT È RIUSCITA AD USCIRE DALL’ANONIMATO DEI COSTRUTTORI DI VETTURE BASATE SUL CONCEPT DELLA LOTUS SEVEN, INNOVANDO RADICALMENTE PUR MANTENENDO UN’INDOLE SENZA COMPROMESSI. IL RISULTATO È STATO UN PRODOTTO D’ALTO PROFILO PER UN’AZIENDA CHE HA APPENA COMPIUTO 40 ANNI


uper


filosofia super

Non

è facile fare la stessa cosa, però diversa. Ma, in realtà, tale richiesta è il fondamento di tutta l’economia post-crisi. Nulla si vende da solo, e nulla può essere dato per scontato in termini di mercato. Serve di più. Questo vale per l’abbigliamento, per i servizi, perfino per la ristorazione ma, soprattutto, per il mondo dell’auto. Prendiamo il settore delle piccole sportive di ispirazione Lotus Seven e Super Seven. Non si contano i produttori di repliche della celebre biposto scoperta sinonimo di sportività e divertimento in pista. Tanti artigiani, ma anche gruppi di media dimensione, che hanno dato la loro interpretazione nel corso degli anni, senza mai discostarsi troppo dalla tradizione. Poi c’è Donkervoort, azienda olandese che prende il nome dal fondatore Joop Donkervoort, che ha appena festeggiato i quarant’anni con l’introduzione della propria vettura più innovativa e veloce di sempre, la D8 GTO-40. Dalla prima vettura sono passati anni, sia in senso cronologico che di tecnologia e performance. Donkervoort è riuscito a trovare una chiave per far progredire non solo la propria company, ma anche un intero settore, puntando su prestazioni e tecnologia. Non ha replicato il classico, l’ha trasformato in un nuovo top di segmento. Della Seven c’è ben poco ormai, dal telaio, realizzato “in casa” in Olanda, al motore, frutto di una partnership con Audi che,



filosofia super

oltre due decenni fa, ha sostituito FordCosworth. Sono stati oltre 1.100 gli esemplari venduti dei vari modelli, spider e coupé. Si, perché, rompendo la tradizione delle barchette in stile Seven, Donkervoort ha voluto proporre delle vere e proprie gran turismo, che hanno corso in pista ma anche fatto la loro figura sulle strade di tutti i giorni. Anche lo stile, con gli anni, si è evoluto, ed è ora moderno, innovativo, con fari affilati e un maxi-estrattore. Le vetture sono prodotte a Lelystad, in una sede allo stato dell’arte che si occupa dell’intera filiera costruttiva, motore a parte, ma un altro workshop è stato realizzato nella zona centrale di Dusseldorf, anche in questo caso con tecnologie di altissimo livello. In un settore che di innovazione non ne ha vista moltissima, Donkervoort ha fatto passi avanti importanti, ultimo dei quali il brevetto della Fibra EX-Core, che utilizza il carbonio in uno schema costruttivo a sandwich con una schiuma sintetica. Una tecnologia premiata addirittura con l’inserimento nell’Innovation Programme dell’Unione Europea. Inoltre, il marchio ha ricevuto l’approvazione ufficiale della CEE come produttore in piccola serie, cosa che ha aperto le porte dei mercati di europa est, Russia e stati del Golfo, che considerano valido questo standard europeo. L’ultimo arrivo in famiglia Donkervoort, realizzato per celebrare il quarantennale del marchio, è rappresentato dall’evoluzione



filosofia super

del modello D8 GTO. Dal peso contenuto in appena 678 chilogrammi, la vettura passa da 0 a 200 orari in 7.7 secondi. Il motore è un 2.5 TFSI da oltre 380 cavalli e promette di abbassare ulteriormente lo 0-100 della versione RS, fissato a 2.7 secondi. Come per la RS, a spiccare è stata l’introduzione di ABS e Traction Control, anche se in configurazione racing. Soluzioni non stradali bensì orientate a cercare il tempo sul giro. Oltre 20 esemplari sono stati già venduti sui 40 prodotti, al prezzo di poco meno di 160.000 euro. Dopotutto l’innovazione, lo stile, l’originalità e le prestazioni si pagano. Nello specifico, visto che la vettura è particolarmente “muscolosa” si raccomanda un po’ di palestra: le Donkervoort non hanno il servosterzo! Ma Donkervoort non è solo mera produzione di automobili. L’azienda organizza infatti eventi e incentive con un proprio parco vetture. Iniziative gestite internamente e mirate principalmente a facoltosi appassionati, che si svolgono sul lussuoso Bilster Berg Drive Resort in Germania, precisamente in North-Rhine Westphalia. La divisione è gestita da Amber Donkervoort, figlia del fondatore, mentre il fratello Denis si occupa di vendite e produzione, oltre che delle poche iniziative racing. Per gli interessanti vale la pena ricordare che le Donkervoort sono utilizzabili nell’ambito delle regole GT4. L’ultimo successo degno di nota è quello alla 24 Ore di Dubai 2011.



La Bugatti piĂš lenta del mondo

THE BIG TOY di Marco Cortesi


DA SEMPLICE PRODUTTORE DI GIOCATTOLI, IL MARCHIO LEGO È DIVENTATO UNA DELLE PIÙ GRANDI AZIENDE NELL’ORBITA AUTOMOTIVE. L’ULTIMA FOLLIA È UNA BUGATTI CHIRON REALIZZATA IN SCALA 1:1 COI CELEBRI MATTONCINI. MA DALL’AZIENDA DANESE C’È MOLTO DA IMPARARE NON SOLO PER LE OPERE INGEGNERISTICHE...


the big toy


Qual’

è il più grande costruttore di gomme per auto al mondo…e di gran lunga? Produce oltre 380 milioni di pezzi l’anno, il doppio rispetto alla seconda classificata, Bridgestone. Il tutto ovviamente se non si parla di dimensioni: si tratta infatti della Lego. Il colosso danese dei giocattoli ha sempre legato il proprio nome alla passione per l’automobile, producendo modelli per ogni età, dai più semplici a quelli più complessi e costosi. Il motivo di tanto affetto è semplice. Per scelta, anni fa, l’azienda ha deciso di bandire dalla propria produzione qualunque prodotto che richiamasse guerra, violenza e bat-

taglie, cosa che, considerati i tipici giocattoli da bambino, riduce parecchio il parco veicoli a disposizione. Dopotutto, in effetti, l’auto è qualcosa di affascinante, appassionante ma anche assolutamente pacifico. Oltre ai buoni sentimenti, Lego incarna oggi anche una grande capacità imprenditoriale. Si è reinventata infatti nei momenti di crisi analizzando, oltre alla teoria del marketing e del management, i propri clienti. Guardando in faccia chi entrava nei negozi. Così facendo, in Lego hanno scoperto che i loro prodotti non erano più un gioco da bambini, ma erano diventati in molti casi degli oggetti di culto per adulti un po’... nerd. E abbracciando la realtà dei fatti, oltre alle idee, si è passati dall’orlo del baratro al successo clamoroso.


the big toy

Dopo i primi prodotti a quattro ruote “generici”, lanciati con le varie linee del marchio, si è passati a specifiche riproduzioni realizzate in base ad accordi di licenza coi vari costruttori. Mini, Ferrari F40 ma soprattutto Porsche. Con la 911 GT3 Technic, il successo è diventato un fenomeno quasi di costume. Dopo la presentazione in pompa magna, con tanto di livrea camuffata, ne hanno parlato uffici stampa, giornali e TV. Il passo successivo ha visto protagonista la Bugatti Chiron. Al modico prezzo di 399 euro, si può possedere una versione in scala 1:8 di una delle più veloci supercar di sempre. Ovviamente, dopo averla costruita, cosa

non facile visto che il kit si compone di 3599 pezzi, con tanto di motore e numerose componenti funzionanti. Lego e Bugatti però non si sono accontentate. Hanno voluto esagerare… realizzando una riproduzione della Chiron in scala 1 a 1, marciante e capace di ospitare due persone. Oltre il 90 percento delle componenti sono originali Lego (cerchi e pneumatici sono rimasti quelli della vettura di serie) e sono ben 2.000 i motori elettrici dei kit Technic utilizzati per costruire il mega-propulsore. Peso totale del motore? 1.500 chilogrammi… un peso un po’ penalizzante per la velocità massima: 30 chilometri orari che diventano 20 col passeggero.



the big toy


In totale, il numero di pezzi utilizzati supera il milione, e per metterla insieme ci sono volute oltre 13.000 ore di lavoro. Ad effettuare il primo test, un vincitore di Le Mans, Sebring e Daytona, Andy Wallace: si è trattato di un progetto monumentale, che verrà mandato in giro per il mondo e ha già visitato l’Autodromo Nazionale di Monza, oltre a Piazza Gae Aulenti a Milano.

Ancora una volta, anche nelle iniziative promozionali, Lego ha dato l’esempio, facendo parlare e confermando la propria gestione fuori dagli schemi, improntata all’osservazione del cliente. In altre parole, la linea è più ascoltare e soddisfare anziché cercare di imporre dei trend a tavolino, come già accaduto in passato con esiti quasi mortali.

Come sempre però, l’intelligenza commerciale non ha lasciato l’impresa tecnica da sola: tra tutti coloro che acquisteranno i prodotti Lego verranno infatti estratti dei fortunati che potranno... salire a bordo per un’esperienza davvero unica e indimenticabile.

Prossimo step, un nuovo modello appena commercializzato grazie ad un accordo con Aston Martin e la famiglia Wilson-Broccoli, che detiene i diritti di... 007. Si tratta di una DB5 in versione spy car con tanto di trappole e trabocchetti... never say never…

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cheamerica

La kermesse di Pebble Beach

tra passato e futuro di Niccolò Gargiulo

La

tranquilla cittadina di Monterey in California, situata un paio di centinaia di chilometri a sud di San Francisco, è conosciuta per la sua bellezza naturalistica, per la sua baia dove spiagge sabbiose sono in contrasto con le scogliere, per le affascinanti insenature rocciose e per il rinomato percorso da golf di Pebble Beach, uno dei più amati e più impegnativi del circuito del golf mondiale. Per 361 giorni all’anno i pochi residenti di Monterey accolgono i turisti e vacanzieri che vengono ad ammirare la bellezza della baia o per sfidare il Pebble Beach Golf Course… ma per quattro giorni all’anno a fine agosto, la tranquillità di Monterey viene scossa dal rombo dei motori, quando decine di migliaia di persone si riuniscono proprio sui prati di dei suoi campi da golf per ammirare vetture storiche e prototipi avveniristici. Il “Pebble Beach Concours d’Elegance” è l’evento culmine della quattro giorni californiana, quando tra le auto d’epoca più belle del mondo viene incoronata la Best of Show.

Ma negli ultimi anni l’attenzione si è spostata maggiormente sui giorni che precedono il Concours vero e proprio, in quanto le principali case automobilistiche hanno deciso di sfruttare l’occasione per presentare i nuovi modelli di punta e soprattutto le concept car più innovative. Eventi come “The Quail”, che raggruppa auto storiche circondate dagli stand delle case, sono diventati veri e propri saloni dell’automobile a cielo aperto che regalano ogni anno alcune delle auto che più spettacolari che sia dato vedere. E in questo 2018, a nostro parere, le concept che più hanno fatto discutere sono queste quattro…


Foto ©RolexTom O’Neal


tra passato e futuro

Bugatti Divo

Il

nuovo modello Bugatti rappresenta la logica evoluzione della casa, che nel corso degli anni ha sfornato vetture sempre più estreme sotto il segno dell’esclusività. Divo è un’auto più maneggevole e agile della Chiron (sulla quale è basata), più leggera di 35 Kg e in grado di sfruttare una maggiore deportanza grazie ad alcuni ritocchi aerodinamici. Agli appassionati non è pero sfuggito il fatto che la velocità massima sia stata limitata a 380 Km/h, una novità quasi clamorosa per Bugatti, considerando che da 13 anni la marca era presente sul mercato solo con modelli in grado di superare i 400 Km/h. I 40 esemplari previsti, per un prezzo di ben 5 milioni di euro l’uno, sono stati tutti prenotati nel giro di poche ore…



tra passato e futuro

Mercedes Vision EQ Silver Arrow

Vision

EQ Silver Arrow è una spettacolare showcar dalla silhouette aerodinamica, lunga circa 5,30 metri, che possiede una carrozzeria in fibra di carbonio ed è verniciata con più strati di argento Alubeam. All’anteriore dominano le linee curve e le bombature, mentre al posteriore l’inedito alettone “abbraccia” la vettura. Tra le altre caratteristiche di spicco di questa Mercedes figurano la cabina del pilota, ribaltabile in avanti, e i cerchi a 168 razze (in allumino!) in parte scopert. Gli interni sono sorprendentemente spaziosi, con i contrasti tra materiali pregiati e alluminio che vogliono rendere omaggio alle Mercedes del passato. La casa tedesca ha dichiarato che rivedremo alcune delle soluzioni di design presenti sulla Vision EQ Silver Arrow su alcune delle prossime vetture di serie.



tra passato e futuro


Audi PB18 e-tron

Il

concept Audi rappresenta l’interpretazione radicale della supercar del futuro. Ispirata alle vetture da competizione portate in pista da Audi nel corso degli anni, la PB18 e-tron sacrifica lo sviluppo verticale per una generosa impronta a terra (è lunga 4,53 metri, larga 2 metri e alta solo 1,15 metri). Colpiscono gli ampi passaruota anteriori e i cerchi da 22 pollici a otto razze asimmetriche, mentre i gruppi ottici anteriori con tecnologia LED e abbaglianti laser derivano direttamente dalla R18 che corse a Le Mans. A spingere l’Audi PB18 e-tron ci pensano tre motori elettrici (uno all’anteriore e due al posteriore) per una potenza totale di 680 cavalli che, in modalitàBoost, diventano 775 per un brave lasso di tempo. Gli 830Nm di coppia consentono alla PB18 e-tron di scattare da 0 a 100 km/h in poco più di due secondi.


tra passato e futuro

Infiniti Prototype 10

Il

nuovo concept di casa Infiniti, una monoposto slanciata dalle linee futuristiche, si ispira al design delle prime speedster californiane e vuole suggerire alcune soluzioni di design che saranno presenti sulle vetture Infiniti del futuro. Prototype 10 offre anche un’anteprima delle prestazioni frutto dell’elettrificazione totale dei propri modelli, prevista dalla casa giapponese entro il 2021. Dentro all’abitacolo il guidatore ha un completo controllo sulla vettura e, come su una monoposto di Formula 1, il volante funge da cervello del veicolo, gestendo la potenza delle batterie e dei motori elettrici (senza bisogno di cambiare marce) e fornisce risposte rapide agli input di sterzata grazie al sistema steer-by-wire.


Per quanto riguarda le auto d’epoca, al Pebble Beach Concours d’Elegance ha trionfato una Alfa Romeo 8C 2900B Touring Berlinetta del 1937. L’auto dal colore blu scuro appartiene a David &GinnySydorick di Beverly Hills, che hanno espresso la loro soddisfazione nel vedere trionfare un’auto disegnata dalla carrozzeria Touring dopo aver partecipato al concorso per diversi anni iscrivendo auto targate Zagato. Si tratta della terza volta, nella storia di Pebble Beach, che il marchio Alfa Romeo si aggiudica il premio Best of Show, sempre con il modello 8C 2900B carrozzato da Touring: prima nel 1988 con una versione spider e poi nel 2008, con un coupé

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S A T N A E’ F


Dicono che sia come “essere gettati da un aereo in volo”: la partenza di una gara del World Rallycross non è per i deboli di cuore…

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di John Close fotografie Monster Energy


è fantastico!


All’

apparenza appaiono borghesissime berline, ok, più colorate di quanto le vediamo per strada, ma comunque niente di trascendentale… ma le auto protagoniste del mondiale Rallycross sono, al contrario, appositamente costruite per accelerare da 0 a 60 chilometri all’ora in meno di 1,9 secondi!!! Più velocemente di una macchina di Formula 1 e, praticamente, di qualsiasi altra vettura da competizione, a parte forse un dragster a nitro-metano, il cui motore deve però essere smontato dopo ogni sprint di 5 secondi. E questo è anche il problema principale delle auto del World Rallycross: devono accelerare in modo fulmineo, mantenere velocità elevate ma anche resistere ad un intero fine settimana di stress meccanici, il tutto senza la necessità di una revisione completa ogni volta che si spegne il motore. Prendete un’auto da rally, una da circuito, una berlina di serie e unite il tutto: una moderna auto World RX è un mix davvero unico. Le squadre competono in una corsa serrata a colpi di turbocompressore, per essere sempre i più veloci alla partenza, i migliori nelle sezioni di sterrato, i più controllati nei salti e i più precisi sull’asfalto.


è fantastico!


Affrontare una gara del World Rallycross è quasi come essere assordato e, allo stesso tempo, colpito da un pugno fortissimo al petto. Ma cosa si nasconde dietro la griglia di partenza? Il team Campione del Mondo, PSRX Volkswagen ci ha invitato dietro le quinte per scoprirlo. Entrare nella tenda di servizio del Volkswagen PSRX è come entrare in una sala operatoria piuttosto che in un’officina meccanica. Lampade LED bianche pendono sopra le nostre teste e illuminano le Polo R di Solberg e Kristoffersson, l’iridato in carica. Kristoffersson ci chiama e salta prontamente al posto di guida della sua Polo R, che si trova a qualche decina di centimetri da terra, rialzata su montanti in alluminio. Scrutando nella cabina di guida, la prima cosa che colpisce è la sua forma funzionale. Un complicato paesaggio di interruttori, leve, cablaggi e scatole in fibra di carbonio circondano il singolo sedile da gara. Sono ormai lontani i lussi come climatizzatore e portabicchieri della Polo originale: nel rallycross non c’è spazio per queste cosucce…


è fantastico!


“Benvenuto nel mio ufficio”, sogghigna il 29enne svedese, mentre si allunga e innesta il volante nel raccordo a sgancio rapido. “Adoro stare nella mia macchina da corsa: tutto è esattamente dove lo voglio, è progettato per me ed è un privilegio avere qualcosa del genere!” Come ti prepari in griglia con questa auto? “Ironia della sorte, la prima cosa che faccio quando salgo in macchina sulla griglia è premere i freni! Lo faccio per controllare il pre-carico, mentre gli ingegneri controllano i freni dopo ogni turno in pista. Come pilota, è necessario verificarlo immediatamente, è uno dei sistemi più importanti della macchina e non ha senso andare così veloce se non riesci a rallentare! Fatto ciò controllo che tutti gli switch siano nelle posizioni corrette per il lancio. Abbiamo tre o quattro impostazioni sui sistemi di lancio in base ai livelli di aderenza e alla temperatura degli pneumatic, aspetti che possiamo variare. Così possiamo adattare la macchina in base a come sono cambiate le condizioni in una particolare sessione.”


è fantastico!


Il team Olsbergs MSE, in associazione con JC Raceteknik e il Team Faren, ha recentemente diffuso un invito ai giovani piloti di tutto il globo per poter provare le vetture “Lites” che partecipano alla serie iridata RX2. La session avrà luogo l’8 ottobre sulla pista Tierp Arena in Svezia. L’evento, che si ripete ormai da alcuni anni, rappresenta un’interessante opportunità per i giovani driver che vogliano “assaggiare” queste auto, che costituiscono la porta di ingresso nel mondiale di rallycross, oltre ad essere utilizzate in molto campionati nazionali


è fantastico!


Quindi è ora di partire? “Quasi! La procedura è questa: prima schiacci la frizione, quindi selezioni la prima e accendi il sistema ALS. Quindi tiri il freno a mano, premi il pulsante di lancio sul volante e poi affondi il piede destro sul pedale del gas. Quindi rilasci la frizione fino al punto prima che ingrani e aspetti il verde! Ora è tutto pronto: il motore è in piena modalità di lancio e l’auto si sta letteralmente scuotendo per bruciare la partenza. Quando le luci diventano verdi, rilasci la frizione, il freno a mano e il pulsante del sistema ALS tutti insieme e il più rapidamente possibile. Dopodiché si tratta di controllare lo slittamento delle ruote e, dopo il lancio, di sfruttare al meglio la potenza per aumentare la velocità.” Come ci si sente? “Il più delle volte, se lo fai bene, è fantastico; ma se ti sbagli, ti senti di m***a! Lo capisci molto velocemente, entro i primi due decimi di secondo, ma a quel punto è troppo tardi per correggere. Se l’hai fatto bene, è una delle migliori sensazioni al mondo.


è fantastico!


Il primo scatto della stagione o dopo la pausa estiva, quando non sei completamente preparato per quello che succede, ti sembra di aver lasciato il cervello venti metri dietro di te! L’accelerazione della macchina è impressionante: a parte I dragster non penso ci siano molte macchine che accelerino più velocemente. Forse, nel 2020 le auto elettriche saranno altrettanto veloci, se non più veloci, alla partenza e i sistemi di controllo potrebbero essere un po’ più facili da ottimizzare per il lancio. Siamo sempre al limite di ciò che è possibile!”. E l’allenamento rende perfetti, giusto? “Si, esattamente. È una questione di memoria muscolare: devi allenare la partenza ripetendola continuamente dentro e fuori dall’auto. Trovo che visualizzare lo scatto e l’inizio gara in generale aiuti molto. Anche se sono seduto a casa, posso ripassare l’intera procedura: farlo ripetutamente, ancora e ancora, è la chiave per me, perchè in questo modo riesco a capire esattamente cosa è corretto o meno, senza alcuna pressione, in modo che poi, quando arriverò a farlo per davvero, sarò il più veloce ad attraversare la linea.”

#ca


cheleggenda


La Volvo 164 compie 50 anni

LA SVOLTA

Il lancio della Serie 140, nel 1966, fece scaturire l’idea di collocare un propulsore a sei cilindri in linea sotto la carrozzeria della 140. Nacque cosÏ la 164, che abbinava il prestigio alla compattezza richiesta dal mercato


la svolta

Il

fragore del 1968, con la sua rivoluzione culturale e i grandi movimenti studenteschi, non giungeva a Goteborg, in Svezia, dove la mente degli ingegneri di Volvo era ben concentrata sul progetto della nuovissima 164, ormai prossima al lancio.

Volvo è presente sul mercato dal 1927ed è oggi uno dei più noti e apprezzati marchi automobilistici al mondo, con vendite pari a 534.332 unità realizzate nel 2016 in circa 100 Paesi. Dal 2010, Volvo Cars è di proprietà della cinese Zhejiang Geely Holding (Geely Holding). Ha fatto parte del Gruppo Volvo, svedese, fino al 1999, anno in cui la società è stata rilevata Dalla statunitense Ford Motor Company, per essere successivamente acquisita da Geely Holding

Per certi versi questa berlina rappresentò una svolta importante nella storia Volvo. L’idea di realizzare un modello leggermente più grande e più esclusivo circolava già da parecchio tempo e verso la fine degli anni ‘50 era anche stata progettata una grande e lussuosa vettura con motore V8 e una griglia verticale di forte impatto. Il progetto naufragò tuttavia nel 1960, quando da un’indagine di mercato risultò che le auto del futuro, soprattutto negli Stati Uniti, sarebbero state le compatte. Tuttavia, il lancio della Serie 140, nel 1966, fece scaturire l’idea di collocare un propulsore a sei cilindri in linea sotto la carrozzeria della 140. In questo modo, Volvo sarebbe riuscita a realizzare quell’abbinamento di prestigio e compattezza che si riteneva con certezza essere ciò che alcune persone avrebbero apprezzato. Jan Wilsgaard, responsabile della progettazione di Volvo, mantenne dunque invariato il telaio della Serie 140 e utilizzò la sezione anteriore del progetto 358 sviluppato negli anni ‘50. Lo stemma della Casa rimaneva in evidenza ed era collocato in diagonale come sul primo modello Volvo del 1927.



la svolta

La carrozzeria della 140 venne inoltre allungata in avanti di 10 cm., partendo dalla linea del parabrezza. Quest’ultima variazione era necessaria per ottenere lo spazio sufficiente a ospitare il nuovo propulsore a sei cilindri in linea, denominato B30, che aveva 3 litri di cilindrata e sviluppava una potenza di 145 CV grazie a carburatori doppi Zenith-Stromberg. In un comunicato stampa pubblicato nell’agosto del 1968 si annunciava con orgoglio che il cambio prodotto dalla tedesca ZF era “a controllo remoto”, il che significa che la leva del cambio, relativamente corta, era posizionata sul tunnel centrale fra i sedili anteriori. Allestimenti e rifiniture erano di livello notevolmente superiore a quelli della 140: i sedili erano rivestiti di uno spesso panno, i rivestimenti del pavimento erano in tessuto e il divano posteriore era stato sostituito da due sedili separati da un bracciolo mobile al centro. Dopo il primo anno di produzione, sulla 164 vennero introdotti i rivestimenti in pelle, inclusi nella dotazione standard, luci alogene supplementari integrate e i poggiatesta. Negli Stati Uniti, il modello veniva naturalmente proposto con finestrini elettrici, tettuccio elettrico, aria condizionata e vetri oscurati e quando la rivista americana Car and Driver scrisse della Volvo 164 (dopo un test nel luglio 1969) inserì nell’articolo anche una descrizione della tipologia di persone



la svolta

che si ipotizzava avrebbero acquistato la nuova Volvo: “Volvo punta a sottrarre acquirenti alle concessionarie Buick, Oldsmobile e Mercedes e si sta impegnando in questo senso. I nuovi clienti di Volvo sono professionisti (medici, avvocati, dentisti), persone che possono permettersi qualcosa di diverso.” Una pubblicità americana realizzata da Volvo per la 164 riprendeva lo stesso tema: “L’auto di lusso che dimostra che avete più del semplice denaro”.

Nel dicembre del 2016, Volvo Cars contava circa 31.000 dipendenti in tutto il mondo. La sede centrale, le attività di sviluppo del prodotto e di marketing e le funzioni amministrative di Volvo Cars sono ubicate prevalentemente a Goteborg, in Svezia, mentre la sede di Volvo Cars in Cina si trova a Shanghai. I principali stabilimenti di produzione automobilistica della società sono a Goteborg (Svezia), Ghent (Belgio), Chengdu e Daqing (Cina), mentre i motori vengono costruiti a Skövde (Svezia) e Zhangjiakou (Cina) e i componenti della carrozzeria a Olofström (Svezia)

La Volvo 164 è stata soggetta a continue evoluzioni nel corso di tutto il suo ciclo di vita; fra queste, l’aggiunta di dotazioni come l’iniezione elettronica a partire dal 1972. Nel 1974, la produzione della Volvo 164 venne trasferita a Kalmar. I metodi di produzione utilizzati presso il nuovo stabilimento Volvo erano decisamente all’avanguardia per quell’epoca. Per lo spostamento delle scocche venivano infatti utilizzati nel processo produttivo carrelli traslatori automatici e il lavoro di assemblaggio era suddiviso fra piccole squadre di operai. Gli addetti potevano svolgere a turno i compiti di supervisione e ruotare nello svolgimento delle mansioni di produzione. L’ultimo aggiornamento risale al 1975, quando tutte le vetture prodotte in quell’anno vennero esportate negli Stati Uniti. Nello stesso anno era già entrata in produzione la 264… ma questa è un’altra storia.


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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

ero m u n o im s s ro p il te e rd e p n o n

E R B M E V O N ° 1 IL E IN L ON


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