#cheauto! Aprile 2019

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#cheauto

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quando l’auto fa spettacolo

Nr.

35

Aprile 2019

BENTORNATA FIAT! il mistero della

VOITURE NOIRE

nuova JEEP CHEROKEE


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

35

Aprile 2019

checosac’è #chefoto

6

#cheroba 18 • Cavallini Arabi - VIDEO

#chebella 28 • Bentornata FIAT! - VIDEO

#chestoria 38 • • • •

Cherokee: il popolo delle montagne Viaggiare per capire - VIDEO Elettrico Estremo Stasera mi butto… - VIDEO

#checorse 70 • TCR: una stagione tutta da scoprire



#chefuoristrada 80 • Tutti a scuola!

#chemacchina 88 • Mercedes GLC Hybrid Plug In

#cheleggenda 102 • Il mistero della Voiture Noire

#cheamerica 114 • Golf e motori

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#cheauto Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012

Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)

Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Collaboratori Andrea Brambilla Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati

TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.



chefoto Nel mese di febbraio una Skoda KODIAQ RS completamente di serie (con pneumatici chiodati) è stata protagonista di una missione superestrema: percorrere i 1.417 km che separano Rovaniemi (Finlandia) da Capo Nord (Norvegia) nel minor tempo possibile e comunque entro 24 ore dalla partenza, soste per rifornimento incluse. Su un fondo interamente ghiacciato, spazzato da tormente di neve (con venti a 70 km/h e temperature di -22 gradi) e con sei ore di luce soltanto, il suv Skoda ha portato a termine la prova in 21 ore e 7 minuti, alla media oraria di 67 km/h



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La notizia non è che nel Rally 100 Acre Wood (Campionato Rally USA) la Subaru sia arrivata al secondo e terzo posto... anzi, di solito la casa delle Pleiadi domina mentre in questo caso la vittoria è andata alla Ford Fiesta di McKenna-Jordan. La notizia è invece che con la Subaru al secondo posto si è piazzato Oliver Solberg (navigato da Aaron Johnston) e soprattuto è che questo ragazzo ha solo diciassette (17) anni!!!

FRONT PAGE


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Questo è un dettaglio di quella che viene annunciata come la più performante McLaren “dopo la Formula 1”. Dodici mesi dopo essere apparsa a Ginevra come “concept”, la McLaren Senna GTR è ora una realtà, capace di prestazioni mirabolanti grazie agli 840 cavalli del suo 4 litri turbo, ad un peso di solo 1.118 chilogrammi. Ne sono in corso di produzione soltanto 75 esemplari… tutti già venduti…



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Al Salone di Ginevra 2019 era possibile ammirare la restaurata Golden Sahara, che negli anni 50/60 fu uno dei primi concept a guida semiautonoma ed era equipaggiata con pneumatici che lasciavano passare la luce, appositamente creati da Goodyear. In quel periodo la Golden Sahara fece il giro degli Stati Uniti, apparendo in televisione e in diversi film. Poi fu messa in un garage e vi rimase per moltissimi anni, finché Klairmont Kollections non acquistò il veicolo nel maggio del 2018. La Golden Sahara a Ginevra poggiava su quattro nuovissimi pneumatici traslucidi Goodyear


chefoto Dopo la Valkyrie e la Valkyrie AMR Pro, sta per arrivare una nuova Aston Martin con propulsore centrale. Per ora si chiama AM-RB 003 e, a differenza delle sorelle maggiori, fa molte concessioni alle esigenze di un utilizzo stradale. C’è più spazio per i passeggeri (esiste addirittura un piccolo vano bagagli) mentre le portiere sono state ridisegnate, per rendere più semplice accesso e uscita. Il motore è un inedito Aston Martin hybrid turbo V6, che segna il ritorno della casa britannica a motori concepiti “in casa”



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Agli appassionati più “maturi” questa immagine farà scattare un po’ di emozione e tantissimi ricordi. Alfa Romeo è stata un pilastro della storia della Formula 1 e pure il ritorno, dopo tanti anni, di un pilota italiano nella massima formula merita un deciso applauso!

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NOIR


cheroba

LA CAVALCADE INTERNATIONAL

CAVALLINI ARABI

fotografie © Ferrari


CENTO GIOIELLI FERRARI PROVENIENTI DA VENTI DIFFERENTI PAESI ATTRAVERSO GLI EMIRATI ARABI, QUESTA È STATA LA SPETTACOLARE CALVALCADE INTERNATIONAL 2019… E PIÙ O MENO NEGLI STESSI GIORNI A GINEVRA, A MIGLIAIA DI CHILOMETRI DI DISTANZA, VEDEVA LA LUCE LA SPLENDIDA F8 TRIBUTO


cavallini arabi

Un’

amicizia lunga 25 anni vale una grande festa. Per celebrare l’anniversario dal suo ingresso negli Emirati Arabi Uniti, Ferrari ha deciso di organizzare la prima Cavalcade International nella regione, radunando circa 100 vetture di clienti provenienti da 20 diversi Paesi. Giunta alla sua terza edizione, Cavalcade International è un’opportunità unica per vivere il piacere di guidare una Ferrari, lungo percorsi attentamente studiati per esaltarne le prestazioni. Uno spettacolo viaggiante di cui questi modelli esclusivi sono i protagonisti indiscussi. L’itinerario, di ben 1.200 km, è stato completato in tre giorni ed ha abbracciato idealmente le bellezze più preziose degli Emirati. A partire da Dubai, le Ferrari hanno percorso affascinanti strade nel deserto, hanno scalato i tornanti del monte Jabel Jais e si sono disposte in parata ai piedi del Burj Khalifa, illuminato con il celebre rosso per l’occasione. Il corteo ha fatto poi tappa in altri luoghi simbolo del Paese, come la Sheik Zayed Grand Mosque. Il divertimento e l’adrenalina non sono mancati al Dubai Autodrome, scelto per scatenare al massimo (in tutta sicurezza) i cavalli(ni) modenesi, e al Ferrari World Abu Dhabi, il parco divertimenti più grande della regione che si ispira proprio alle emozioni suscitate dal marchio italiano.



cavallini arabi


La nuova Ferrari P80/C è una vettura sport prototipo ispirata alle auto che hanno definito codici stilistici propri, capaci di renderle delle icone celeberrime quali i prototipi da gara degli anni sessanta 330 P3/P4 e Dino 206 S o la Dino stradale 206/246 GT. Progettata e costruita su commissione di un facoltoso (e per ora anonimo cliente) questo esemplare unico è un vero purosangue da pista che nasce come reinterpretazione della 488 GT3 da gara. Il team di progettisti, guidato da Flavio Manzoni, non solo si spinto verso un design che fosse unico, ma è intervenuto in maniera radicale anche sulla meccanica, al fine di raggiungere un connubio tra stile, tecnica e aerodinamica straordinariamente performante e accattivante. Il fatto che la P80/C sia una vettura omologata solo per l’uso in pista ha permesso di fare a meno di componenti che in una vettura stradale sono fondamentali e che condizionano molto lo stile. In particolare i fanali e i proiettori nella P80/C spariscono


cavallini arabi


Nella P80/C i due possenti muscoli anteriori e posteriori, fra cui si innesta il cockpit, vengono enfatizzati da una spalla molto larga che si stringe progressivamente verso la presa aria di fiancata. Lo sviluppo aerodinamico si è basato sull’esperienza acquisita con la 488 GT3, senza i vincoli imposti dai regolamenti internazionali. Se le superfici esterne sono specifiche per la P80/C, la curva di espansione e i generatori di vortici del diffusore posteriore sono invece gli stessi usati sulla GT3. Il risultato si traduce in un miglioramento del 5% nell’efficienza complessiva, necessaria per sfruttare le capacità del motore. Lo spoiler posteriore che, per necessità aerodinamiche, ha una larghezza notevole, integra i due fanali fortemente caratterizzanti e li fa percepire come due sfoghi d’aria, in perfetta coerenza con il frontale


cavallini arabi


Nel suo insieme la P80/C è stata pensata per avere una chiarezza di lettura assoluta; pur essendo totalmente in carbonio, solo le parti che hanno una funzione strettamente tecnica sono trattate in carbonio a vista, mentre, per avere più risalto possibile, la forma del corpo vettura principale è di un brillante Rosso Vero. Il nome è stato scelto proprio dal cliente, a conferma della sua fedeltà alla tradizione delle sport prototipi Ferrari, anche riguardo al loro colore

Gli interni della Ferrari P80/C rispettano sostanzialmente l’impostazione della vettura originale, con la presenza di un roll cage, internamente integrato con la scocca. Rispetto alla 488 GT3, sono state ridisegnate le parti laterali della plancia, i rivestimenti dei sedili e i pannelli porta, pensati come gusci interamente in carbonio, senza nessun aggravio del peso della vettura

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chebella

FIAT Centoventi

Bentornata FIAT!


La novità Fiat appare pensata e disegnata come un prodotto hi-tech prima di essere un’automobile. Per ora si tratta di un concept ma a Torino non nascondono che molto presto la vedremo sulle strade di Alessandro Camorali


bentornata FIAT!

La

novità più piacevole del salone di Ginevra 2019 è stata il concept di Fiat, nome in codice Centoventi. Molti si sono affrettati a vederci le sembianze della nuova generazione di Panda, ma non io. Credo anzi che questo concept non abbia nulla in comune, non solo con la Panda, ma proprio con Fiat, perlomeno con la Fiat che conoscevamo sino a stamattina. Uno strappo netto con il passato, la ricucitura di un ritardo (che era stato accumulato senza troppe scusanti) ma che finalmente è realtà. Un gruppo come Fiat, che ha fatto la storia dell’automobile, era assente da troppo tempo alla voce innovazione, di stile e di tecnica, viaggiando in zone sicure me senza avvicinare il comfort alla massa, a tutti... cosa che in passato era stata caratteristica del brand torinese. La linea degli esterni è rassicurante, morbida nelle sezioni e nei trattamenti ma, allo stesso tempo, squadrata e solida nei volumi e nei profili. L’ampia cabina lascia grande spazio alle superfici vetrate mentre i due paraurti si insinuano fino alle fiancate della vettura con una trama a righe orizzontali in rilievo, fresca e giovanile. La prima impressione è di essere stata pensata e disegnata come un prodotto hi-tech prima di essere un’automobile. Il trattamento delle superfici esterne a verniciatura “gommata” , gli schermi con le scritte digitali personalizzate e la compattezza delle parti ci conducono nel familiare mondo degli smartphone. Bella la scelta di indicare la ricarica delle batterie attraverso l’accensione, sul frontale, delle storiche quattro “linee” che identificano il marchio torinese, richiamando la calandra della Panda prima serie.


FIAT CONCEPT CENTOVENTI • • • • • •

Lunghezza: 3680 mm Altezza: 1527 mm Larghezza: 1740mm (con specchietti 1846 mm) Passo: 2430 mm Sbalzo anteriore: 658 mm Sbalzo posteriore: 592 mm


bentornata FIAT!

Per entrare in vettura bisogna aprire due ampie porte in configurazione a libro e quello che si scopre all’interno è un mondo votato alla semplicità e alla modularità. Una personalizzazione teorica e pratica, funzionale e funzionante, nel senso che convince e sembra già pronta per le esigenze di quella utenza a cui la centoventi è rivolta, alla diversità di utilizzi che la nuova generazione di giovani e di famiglie dovrà affrontare. La plancia è essenziale ma completa, i pannelli porta sono configurabili in diverse soluzioni (portabicchieri, tasche portaoggetti, ecc.) a seconda delle proprie preferenze. Il sedile passeggero ha lo schienale asportabile per lasciare il posto al montaggio di un seggiolino per bambini, donando all’interno più spazio di quello già presente. L’accesso ai sedili posteriori risulta semplice grazie all’assenza del montante B, così come risulta varia la scelta dei materiali e colori per allestire i rivestimenti. Le impostazioni tecniche e il linguaggio estetico evocano l’ingresso della Centoventi nel mondo delle vetture elettriche, lasciando ancora spazio (forse) a diverse motorizzazioni, ma senza perdere quel bel passo avanti, in termini di modernità percepita, compiuto dal brand torinese. Quindi per me Centoventi è promossa a pieni voti, nella speranza che venga mantenuta il più possibile fedele nella sua versione finale di produzione. Una vettura innovativa, finalmente marchiata Fiat, per una volta senza scomodare brand esotici, “accontentandosi” della nostra auto del popolo…. e scusate se è poco.


Fiat Centoventi è destinata a sorprendere: sarà disponibile in un solo colore, simile alla lamiera trattata, per semplificare la produzione, ma sarà, allo stesso tempo, estremamente personalizzabile. Infatti, il nuovo programma “4U” consentirà al cliente di scegliere l’abbinamento tra 4 tetti, 4 paraurti, 4 copriruota e 4 pellicole esterne per il wrapping che, combinate con il vastissimo catalogo di accessori, renderà Centoventi davvero unica ed esclusiva. Il wrapping potrà essere eseguito presso qualsiasi dealer in qualsiasi momento e, grazie alle superfici esterne estremamente lineari e piatte, sarà realizzabile in pochissimo tempo a un prezzo assai contenuto, simile a quello della vernice metallizzata ma… non sarà per sempre


bentornata FIAT!

L’ampio portellone può accogliere un innovativo display che consente a Fiat Centoventi di superare il concetto di connettività, per diventare un vero e proprio strumento “social” su cui condividere messaggi con il mondo esterno. Quando il veicolo è in marcia, per ovvi motivi di sicurezza, il display mostrerà unicamente il logo Fiat ma, una volta fermi, si potrà passare alla modalità “messenger”. Inoltre il portellone digitale si presta a diventare un “cartellone pubblicitario”, su cui sarà inserire affissioni a pagamento, ricompensando ad esempio il costo delle soste a pagamento



bentornata FIAT!


La libertà di personalizzazione è evidente nell’alimentazione elettrica che animerà Fiat Centoventi. Di serie la vettura proporrà una batteria con un’autonomia di 100 km, ma se occorresse maggiore autonomia sarà possibile acquistare (o noleggiare) fino a 3 batterie addizionali, con incrementi di 100 km ciascuna. Le batterie addizionali saranno facilmente installabili presso la rete di assistenza, facilmente e velocemente, grazie alla presenza di un binario scorrevole (sotto il pavimento) che sostiene e collega le batterie. Una ulteriore batteria, da piazzare sotto il sedile, potrà essere sganciata e messa in carica direttamente presso l’abitazione o il garage dell’utente. In totale sarà possibile raggiungere un’autonomia di circa 500 chilometri

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chestoria

JEEP CHEROKEE, UN SUCCESSO CHE SI RINNOVA

IL POPOLO delle MONTAGNE UN NUOVO DESIGN E AVANZATI CONTENUTI TECNOLOGICI PER L’EVOLUZIONE DEL POPOLARE SUV JEEP. CHEROKEE OGGI GARANTISCE PIÙ COMFORT E PRESENTA INTERNI RINNOVATI. SUL FRONTE MOTORI IL MULTIJET DA 2,2 LITRI CON 195 CV VERRÀ AFFIANCATO NEI PROSSIMI MESI DAL BENZINA TURBO A INIEZIONE DIRETTA DA 2,0 LITRI E 270 CV



il popolo delle montagne

Che

cosa hanno in comune Johnny Depp, Chuck Norris e Burt

Reynolds? Una nonna, sul fronte Depp, una nonna e un nonno per quanto riguarda Norris e infine il papà in casa Reynolds. Tutti costoro appartenevano orgogliosamente alla nazione Cherokee.

varie aeree dell’America orientale e sud-orientale, dopo i primi contatti con i colonizzatori europei (risalenti al 16° secolo), furono pian piano costretti a spostarsi verso gli altopiani di Ozark. Questa vastissima regione oggi è oggi compresa tra gli stati Missouri, Arkansas, Oklahoma e Kansas e viene comunemente indicata come Interior Highlands, con i famosi monti Saint Francois tra St. Louis e Springfield. Si tratta quindi (e di gran lunga) della più importante area montuosa degli States, se si escludono ovviamente le Montagne Rocciose. Pertanto se il popolo Cherokee (che come visto significa “coloro che vivono sui monti”) viveva in una zona montuosa, aspra e impervia… come avrebbero potuto battezzare un’automobile che delle strade di montagna (e dell’off road) fa il suo habitat naturale?

I Cherokee, come tutti sappiamo (soprattutto grazie agli innumerevoli film che Hollywood ha dedicato all’epopea “western”), sono un popolo nativo americano, da molti inserito tra le “cinque tribù civilizzate” per via dei buoni rapporti costruiti con i colonizzatori. Ebbene, il nome Cherokee deriva dalla parola “cia la ki”, che nella lingua dell’antica tribù Choctaw stava a indicare coloro che “vivevano sui monti”. E in effetti i Cherokee, che vivevano sparsi in

Tutto ebbe inizio negli anni “70, quando gli ingegneri di Jeep si posero il problema di realizzare un fuoristrada che fosse più ampio e accogliente della CJ, che in quel periodo spopolava. Avrebbe dovuto essere una vettura in grado anche di soddisfare le esigenze quotidiane di una famiglia… insomma, una Cherokee! Benché la prima Cherokee (1974) fosse nata su base Wagoneer, inizialmente era disponibile solo nella versione a due porte. Il modello però nascondeva primizie tecnologiche di grande valore, quale il rivoluzionario sistema di trazione integrale “Quadra-Trac”,



il popolo delle montagne

che garantiva la trazione attraverso un terzo differenziale a slittamento controllato con monitoraggio costante su tutte e quattro le ruote. Soltanto nel 1977 la gamma Cherokee si arricchì, finalmente, di un modello a quattro porte, che si dimostrò perfetto negli spostamenti di ogni giorno quanto nelle escursioni sui percorsi sterrati. Nessuno se ne accorse al momento, ma era nato il primo vero suv, grazie ad un’automobile che, con ben 12 milioni di esemplari venduti, ha saputo definire un nuovo segmento. Dipinto di uno studente della Cherokee High School

Nel 1983 arrivò la Cherokee XJ, dotata di una rigidità eccezionale, peso ridotto (di quasi mezza tonnellata) e consumi più bassi. A ciò si aggiungevano le nuove ottime sospensioni anteriori “Quadra-Link”. A partire dal 1985, la Cherokee cominciò ad essere commercializzata anche in Europa mentre le versioni con guida a destra furono introdotte nel Regno Unito soltanto nel 1993. La terza (KJ) e quarta (KK) generazione furono commercializzate con il nome di Liberty negli USA e Cherokee in Europa. La serie KJ restò in produzione dal 2002 al 2007 e fu la prima Jeep a utilizzare sospensioni anteriori indipendenti (dai tempi della Wagoneer degli anni Sessanta). Quella versione era anche dotata di sistemi a trazione integrale part-time Select-Trac o full-time Command-Trac. La Cherokee KK, che fu introdotta nel 2008 (sul mercato fino al 2013) ed era proposta in due allestimenti (Sport e Limited ) a cui furono affiancati diverse edizioni speciali, fra cui la Renegade, Latitude, Arctic e 70th Anniversary. La quinta generazione di Jeep Cherokee arrivò sul mercato europeo nel 2014 e fu la prima Jeep a utilizzare il pianale CUS-wide, co-progettato da Chrysler e Fiat. Disponibile in quattro allestimenti (Sport, Longitude, Limited e Trailhawk), la Cherokee del 2014 è stata la prima vettura 4x4 a offrire un sistema di disconnessione dell’assale posteriore quando la trazione integrale non è richiesta. Altra novità


di rilievo era la trasmissione automatica a 9 rapporti, nonché i tre efficienti sistemi di trazione integrale Active Drive I, Active Drive II e Active Drive Lock. Oggi Jeep Cherokee si presenta in versione ulteriormente aggiornata, con rinnovate capacità off road al fianco di indubbie qualità sui fronti sicurezza, funzionalità e prestazioni. Insomma, una vettura ideale per passare dalle strade di città all’autostrada o per affrontare piccole/grandi avventure in fuori strada… una vettura che, lasciatecelo dire, porta con onore il nome di “coloro che vivono sui monti”.


il popolo delle montagne

Un

che voglia sottolineare le proprie caratteristiche di “utility vehicle” non può prescindere da motori generosi e all’avanguardia. E Jeep Cherokee non sfugge a questa regola. Il motore turbodiesel MultiJet II da 2,2 litri offre infatti un’incredibile flessibilità e prestazioni considerevoli in ogni condizione. Garantisce una considerevole potenza (195 CV) abbinata al cambio automatico a 9 marce e propone le configurazioni 4x4 e 4x2, mentre la coppia massima erogata è pari a 450 Nm.

L’architettura di questo 2,2 litri prevede una specifica testata in alluminio bialbero a 16 valvole, progettata in funzione delle accresciute pressioni di esercizio del sistema common rail con Injection Rate Shaping, che lavora a 2000 bar. Il disegno dei pistoni, delle bielle e dell’albero motore è stato ottimizzato nell’ottica del contenimento del peso. Il propulsore presenta un inedito turbocompressore a geometria variabile integrato nel collettore di scarico: una soluzione che riduce il peso e migliora la funzionalità del sistema di trattamento dei gas di scarico. Questa soluzione integra la funzionalità di riduzione cata-

litica selettiva (SCR) e la riduzione di particolato attraverso la gestione della rigenerazione rendendo così il motore da 2,2 litri conforme alle recenti normative in termini di emissioni. Nei prossimi mesi sarà disponibile un nuovo propulsore ancora più “vitaminico”. Si tratta di un turbo da 2,0 litri quattro cilindri in linea a iniezione diretta, che svilupperà circa 270 CV di potenza e 400 Nm di coppia in abbinamento al cambio automatico a nove marce. Il cambio automatico a nove marce TorqueFlite di casa Jeep offre un nuovo software di controllo per assicurare risposte precise, accelerazioni rapide e cambiate veramente fluide. Consente di affrontare partenze brillanti e al contempo di beneficiare dell’erogazione fluida e costante della potenza nei lunghi tratti autostradali. Inoltre, per la prima volta su una Cherokee, il modello può essere dotato di una modalità manuale con paddle al volante, per offrire più sportività e comfort di guida. Sul fronte del design la nuova Cherokee più che novità presenta la felice evoluzione di uno stile che rimane Jeep al 100%. Da notare, ad esempio, la nuova fascia frontale, i fari a LED con luci diurne di serie e i fari fendinebbia, impreziositi da finiture lucide, mentre il caratteristico cofano “spiovente” presenta una nuova struttura in alluminio ultraleggero. Allo stesso modo, il posteriore della vettura ora propone un look più armonioso, in cui spiccano i rinnovati gruppi ottici contraddistinti da una sottile cornice di luci a LED rosse. Nuovo anche il portellone posteriore con barra luminosa integrata e dotato di apertura automatica azionabile toccando con il piede la parte inferiore del paraurti.


La nuova Cherokee offre l’emozione della guida open air grazie al tetto panoramico Command View con doppi vetri apribile elettricamente, disponibile a richiesta. Di serie sono offerte cinque opzioni di cerchi, inclusa una versione da 19” in alluminio lucido per i modelli Overland. Dieci sono i colori disponibili per la carrozzeria: Bright White, Diamond Black, VelvetRed, Billet Silver, Granite Crystal, Light Brownstone, FirecrackerRede Hydro Blue (questi ultimi due esclusivi della versione Trailhawk, disponibile tra qualche mese) oltre alle due inedite tonalità Olive Green e Pearl White


il popolo delle montagne

Anche gli interni sono stati aggiornati, contraddistinti da un design sofisticato, forme scolpite, materiali di qualità superiore e attenzione al dettaglio, come dimostrano le eleganti finiture Piano Black e Satin Chrome. Il quadro strumenti è dotato di display a LED TFT (thin-film transistor) da 3,5” in scala di grigi o da 7” a colori. Il display da 7” a colori visualizza informazioni che il guidatore può configurare facilmente mentre è alla guida, comprese quelle relative a navigazione, velocità, consumi in tempo reale, messaggi di sicurezza, Adaptive Cruise Control-Plus, informazioni audio e a quelle fornite dai sistemi Jeep tra cui il SelecTerrain. La consolle centrale è stata ridisegnata, ingrandendo la tasca portaoggetti anteriore, per creare lo spazio ideale per smartphone accanto alla porta USB integrata. La capacità di carico posteriore è stata aumentata di 70 litri per arrivare a un totale di 570 litri che diventano 1.555 con i sedili posteriori ribaltati.

Ma è su strada (e in fuoristrada) che un suv deve dimostrare le sue maggiori qualità. Sulla nuova Cherokee, sia durante la guida su strada chee off-road, la stabilità, la maneggevolezza e un ottimo assorbimento sono garantiti dalle sospensioni anteriori indipendenti

(con montanti MacPherson) e da sospensioni posteriori indipendenti multi-link. La culla posteriore isolata, le traverse anteriori ad alta resistenza e la rigidità torsionale superiore danno un ulteriore contributo per comportamento dinamico morbido e silenzioso. Jeep Cherokee offre oggi tre innovativi sistemi di trazione integrale che sono stati ottimizzati per assicurare capacità 4x4 di riferimento in qualsiasi condizione di utilizzo. Il sistema Jeep Active Drive I è stato completamente riprogettato dai tecnici Jeep che hanno ridotto il peso al fine di aumentare l’efficacia del modulo posteriore next-gen (RDM). Questo è completamente automatico e assicura un funzionamento continuo a qualsiasi velocità, sia nella modalità a quattro ruote motrici sia in quella a due ruote motrici. Active Drive I è un sistema di trazione integrale permanente che non richiede nessun comando del conducente, provvede alle azioni correttive necessarie, garantisce la stabilità del veicolo e aiuta in evenienza di sovrasterzo o sottosterzo. In condizioni normali trasmette tutta la coppia alle ruote anteriori ma se il sistema rileva che la velocità sull’avantreno è maggiore rispetto al retrotreno, attraverso l’unità di trasferimento della potenza agisce sull’asse posteriore, fino a distribuire uniformemente la coppia su entrambi gli assi. Active Drive II invece include tutte le caratteristiche del sistema Active Drive I e aggiunge, grazie a un’unità di trasferimento della potenza (PTU) a due velocità, la modalità 4WD Low con un rapporto di riduzione pari a 2,91:1, che migliora le prestazioni quando si affrontano tratti in salita, oltre ad assicurare un eccellente rapporto finale di riduzione nella guida in fuoristrada estremo.


La Cherokee è equipaggiata con sistemi UconnectTM di ultima generazione. A seconda dell’allestimento scelto, la nuova Cherokee può essere equipaggiata con UconnectTM 7.0, e UconnectTM 8.4 NAV che offrono touchscreen ad alta definizione, oltre a un processore più potente. Con il nuovo sistema il guidatore ha la possibilità di comandare il climatizzatore, l’impianto audio e molto altro direttamente dal display UconnectTM. I sistemi UconnectTM da 7,0”, e 8,4” NAV si avvalgono di uno schermo tattile capacitivo a colori ad alta definizione e comprendono le nuove funzionalità Apple CarPlay e AndroidAutoTM. Tra le funzioni ci sono anche la chiamata e la navigazione in vivavoce che permette la navigazione semplicemente enunciando l’indirizzo da raggiungere. Il sistema UconnectTM 8.4″ NAV è dotato di serie della Connected Navigation (TomTom Live), oltre ai servizi Live con infotainment: musica e radio su Internet, notizie, informazioni e navigazione con aggiornamenti sul traffico in tempo reale


il popolo delle montagne

Questo sistema include il Hill-descent Control, che consente di affrontare tratti in discesa e sconnessi con velocità controllata senza necessità di intervenire sul pedale del freno. Infine Jeep Active Drive Lock (presente esclusivamente sulla versione Trailhawk) include tutte le caratteristiche del sistema Jeep Active Drive II e aggiunge il bloccaggio del differenziale posteriore, per assicurare maggiore trazione durante la guida a marce ridotte e nel fuoristrada estremo. Jeep Active Drive Lock presenta inoltre la funzione Selec-Speed Control, che durante la

guida in fuoristrada consente al conducente di selezionare una velocità pre-impostata, ideale per arrampicarsi su rocce, superare ostacoli e affrontare guadi. Tutti i sistemi 4x4 della Cherokee sono abbinati al sistema di gestione della trazione Selec-Terrain che dispone di quattro modalità (Auto, Snow, Sport e Sand/Mud). Tra qualche mese sarà disponibile anche l’allestimento Trailhawk, che offrirà anche la modalità Rock,

per l’off-road più difficoltoso. Da ricordare infine che su tutti i sistemi 4x4 della Cherokee è montato il dispositivo di disconnessione dell’asse posteriore che consente di ridurre le perdite di energia quando non è necessario utilizzare la modalità 4x4, garantendo così una maggiore efficienza nei consumi. Anche la dotazione per la sicurezza appare completa in questa Jeep, il cui primo elemento di sicurezza è rappresentato dalla architettura Compact U.S. Wide (CUS-wide), costituita da una solida struttura realizzata in acciaio ad alta resistenza al 65%. Gli airbag sono 8 e sono presenti tutti i più importanti sistemi quali: il controllo elettronico della stabilità (ESC), il sistema antiribaltamento Electronic Roll Mitigation (ERM), l’Active Forward Collision Warning-Plus con Pedestrian Emergency Braking (interviene in caso di variazione nelle distanze tra le auto), il Blind-spot Monitoring con Rear Cross Path Detection, l’Advanced Brake Assist e l’Active SpeedLimiter. Ulteriori sistemi includono il dispositivo di assistenza al parcheggio e l’Adaptive Cruise Control-Plus con Stop & Go (serve ad arrestare completamente l’auto in determinate condizioni senza l’intervento del guidatore). Infine il LaneSense Lane Departure Warning-Plus, che utilizza il sensore ottico della telecamera per stabilire la posizione su strada della Jeep Cherokee. In caso di cambio di corsia non intenzionaleil segnale visivo emesso viene accompagnato da un segnale tattile inviato dal servosterzo elettronico. Se il conducente non reagisce rapidamente, il sistema emette un secondo allarme visivo.


Il sistema di assistenza al parcheggio ParkSenseParallel/ Perpendicular Park Assist è uno dei principali contenuti per la sicurezza della nuova Jeep Cherokee. Attraverso sensori di parcheggio a ultrasuoni situati sul paraurti, il sistema rileva la disponibilità di parcheggio e guida il conducente nelle manovre iniziali. Il sistema controlla automaticamente l’angolo di sterzata e il conducente controlla la posizione del cambio, il freno e l’acceleratore. I parcheggi in parallelo sono assistiti su entrambi i lati dell’auto. Nelle manovre di parcheggio perpendicolari l’auto è condotta in retromarcia all’interno dello spazio di sosta


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La Cherokee è sul mercato a partire da 43mila euro, nell’allestimento di ingresso Longitude che offre già moltissimi contenuti in termini di sicurezza, comfort e funzionalità. La gamma prevede quattro versioni: Longitude, Business Limited e Overland e ovviamente le dotazioni aumentano e migliorano salendo nella scala. La versione top di gamma Overland porta “il lusso nell’avventura” aggiungendo cerchi in alluminio lucido da 19”, fasce in tinta carrozzeria e tetto panoramico Command View apribile elettricamente. Gli interni presentano morbidi sedili ventilati in nappa, eleganti finiture, plancia con rivestimento in pelle, volante riscaldato con inserti in legno Zebrano e sedili posteriori riscaldati


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chestoria

Subaru pronta a partire con “7Milamiglialontano”

VIAGGIARE PER CAPIRE Parte il progetto per sensibilizzare sullo stato delle acque del pianeta. Subaru è Main Global Partner del primo dei 7 viaggi che avrà come scenario il vecchio continente



viaggiare per capire

Non

è un pesce d’aprile… ma proprio il 1° aprile ha preso il via H2oPLANET, il progetto di viaggi solidali dell’associazione culturale “7Milamiglialontano” lungo le coste di tutto il globo, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sul tema dell’inquinamento delle acque e di sostenere le raccolte fondi per le Onlus partner a cui sarà devoluto l’intero ricavato. Subaru Italia ha sposato questa causa, divenendo Main Global Partner dell’associazione bresciana e decidendo di accompagnare i team che intraprenderanno la prima parte di questo percorso con due Subaru Outback, di cui una nella nuova edizione speciale 4Adventure. Le due Outback percorreranno l’intero perimetro dell’Europa continentale, la Gran Bretagna e l’Irlanda, con un excursus nella parte europea della Russia sulle tracce di Don e Volga e in Turchia. Il lungo tragitto sarà percorso in 7 mesi, con rientro previsto a fine ottobre. Su questo tragitto (di oltre 50.000 chilometri) si concentrerà la parte più consistente del lavoro documentaristico, con una mappatura delle coste europee attraverso immagini e interviste. Il deus ex machina dell’iniziativa è Giuliano Radici, Presidente e Project Manager dell’associazione: “2009-2019. Dieci anni di esperienze, vissute intensamente con 7milamiglialontano, viaggiando attorno al mondo con senso Etico, Estetico e Sociale. Ora partiamo di nuovo, per documentare la condizione di salute delle acque del pianeta, e ringraziamo Subaru per aver voluto essere parte



viaggiare per capire

di H2oPLANET, un progetto che vorremmo servisse a far riflettere e a spingere un cambiamento di rotta necessario”.

Ridisegnare con immagini i perimetri di Europa, Africa, Oceania, Sud e Nord America del Sud, Asia e Russia per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento delle acque, producendo un importante contributo sia in termini di contenuti che di immagini. A esser messo in luce non sarà però solo il “brutto”, si cercherà di dar voce infatti a tutte quelle situazioni positive e di grande bellezza che si incontreranno, altrettanto inevitabilmente, lungo il cammino. Ne emergerà un ritratto completo e complesso di questo pianeta, e molto spazio sarà dato anche a chi sulle coste ci vive, che racconterà il significato del sottile lembo di terra che ci separa e proietta nel mare.

I team composti da fotografi, videomaker, scrittori, professionisti, scienziati e appassionati non si avventureranno solo con le vetture della Casa delle Pleiadi ma in varie modalità: a piedi risalendo il Danubio, in moto in Islanda, in bicicletta in Corsica, Sardegna e Sicilia, e con mezzi di trasposto alternativi sul Po e i laghi italiani. Mezzi diversi ma obiettivo comune: immortalare e divulgare la condizione ambientale dei luoghi visitati per promuovere una visione ecologica e sostenibile. Dario Nardi, biologo marino e ideatore del progetto Ocean Traceless, sarà la voce di questa visione e la racconterà nel libro e nel documentario di 7Milamiglialontano, che nasceranno da questa avventura: “Il 22 marzo è stata la giornata mondiale dell’acqua, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Un’occasione per gettar luce sulle pressioni ecologiche causate dall’uomo che stanno minacciando gli ecosistemi oceanici, marini e fluviali di tutto il mondo, senza tralasciare tutte le gravi problematiche sociali connesse al trattamento delle acque potabili e al loro sempre più difficile reperimento. Una giornata che renderemo lunga 7 anni con il progetto 7MML_5.0 H2oPLANET”. Subaru Italia seguirà passo passo i team alla guida delle due Outback e condividerà sui suoi canali social i momenti salienti dell’avventura.


caratteristiche tecniche prinicipali Subaru Outback

Dimensioni (L x L x A) mm

4.820 x 1.840 x 1.605

Motore

benzina, 4 cilindri orizzontali contrapposti, DOHC 16 valvole

Cilindrata cc

2.498

Potenza max kw (CV) / gmin

129 (175) / 5.800

Coppia max Nm (kgfm) / gmin

235 (24,0) / 4.000

Trasmissione

Lineartronic, Symmetrical AWD

Consumo - Ciclo misto WLTP lit. / 100km

7,2

CapacitĂ serbatoio lit.

60

CapacitĂ di carico lit.

1.848

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chestoria

UN’IDEA DECISAMENTE INNOVATIVA

ELETTRICO

ESTREMO di Andrea Brambilla


SI TRATTA DI UN INNOVATIVO CAMPIONATO RISERVATO A FUORISTRADA RIGOROSAMENTE ELETTRICI, CHE PRENDERÀ VITA IN CINQUE DEI PIÙ REMOTI LUOGHI DELLA TERRA. UNA SFIDA MOLTO DURA SOTTO PARECCHI PUNTI DI VISTA, CHE GLI ORGANIZZATORI (GLI STESSI DELLA FORMULA E) HANNO BATTEZZATO EXTREME E


elettrico estremo

Cosa

accade quando si incontrano due menti alquanto stravaganti come quella della leggenda del motorsport Gil De Ferran e dell’imprenditore Alejandro Agag, creatore della Formula E? Succede che in un attimo prende vita qualcosa di unico e mai visto prima: la Extreme E. Si tratta di un innovativo campionato riservato a fuoristrada rigorosamente elettrici, che prenderà vita in cinque dei più remoti e suggestivi luoghi della terra. Un concept nuovo e location uniche, con i suv a zero emissioni che si sfideranno in ambienti estremi, senza andare ad alterare l’ecosistema incontaminato in cui si troveranno a gareggiare.

Prima gara in programma per l’inizio del 2021, con un calendario che prevede “circuiti”come l’Artico, l’Himalaya, il deserto del Sahara, la foresta pluviale amazzonica e le isole dell’Oceano Indiano. Extreme E, nelle intenzioni degli organizzatori, giocherà un ruolo centrale nella promozione di una sensibilizzazione globale per preservare il nostro pianeta che anche grazie alle auto elettriche e ad una mobilità futura 100% sostenibile. Il format sarà una sorta di un docu-film sulla terra, sui cambiamenti climatici, e sull’impatto dell’uomo che ha su di essa. L’esploratore, nonché ambientalista,David de Rothschild sarà “chief explorer” di Extreme E e guiderà l’avventura, portando questo inedito tipo di corse in giro per il mondo. Ovviamente titanica l’organizzazione della logistica, con l’utilizzo di una nave da 7.000 tonnellate che trasporterà tutte le attrezzature necessarie per lo svolgimento delle gare: un vero e proprio paddock su acqua! Viene però da chiedersi quanto inquinerà un’imbarcazione di quelle dimensioni in navigazione (e in stazionamento) in aree così “delicate”… anche se gli organizzatori hanno assicurato che la nave in oggetto (RMS St. Helena, un ex postale inglese) è al momento in fase di ristrutturazione in ottica di riduzione delle emissioni.


Mercedes-Benz ha scelto alcuni dei luoghi più inospitali e difficili del pianeta per toccare con mano e testare le effettive potenzialità del suo primo suv 100% elettrico l’EQC. Nessuna strada asfaltata bensì il gelo della Lapponia. Dopo 500 prove in Europa, Nord America, Asia e Africa (con temperature dai -35 ai +50 gradi) gli ultimi chilometri di test hanno rappresentato un durissimo banco di prova per questa auto elettrica. L’avviamento a freddo e la funzione di riscaldamento pre-ingresso, ad esempio, hanno rappresentato una vera sfida per la EQC, che ha dovuto dimostrare la validità di tante singole componenti. Anche il nuovo sistema di trazione di questo maxi-suv, che prevede un motore per asse, è stato messo sotto torchio in quanto su fondi innevati e ghiacciati deve lavorare alla perfezione per garantire la massima motricità. Anche il bocchettone della ricarica è stato verificato: non deve mai ghiacciarsi e deve mantenere la propria funzionalità in ogni condizione


elettrico estremo

I concorrenti saranno divisi in due gruppi di sei squadre, i migliori quattro raggiungeranno la fase knock-out e i piloti lotteranno per aggiudicarsi un posto in finale; i percorsi fuoristrada avranno una lunghezza di circa 6-10 km, in un contesto di caldo e umidità estremi, piuttosto che altitudine elevata e temperature sottozero. Alejandro Agag parla così di questo nuovo e ambizioso progetto: “I progressi delle tecnologie alla base dei veicoli elettrici e l’impatto che le soluzioni di mobilità pulita possono avere nella lotta al cambiamento climatico globale sono temi che mi appassionano da sempre.

Credo fermamente che Extreme E possa contribuire a rendere il mondo più sostenibile e ci avvarremo di un vero “dream team” per trasformare la nostra ambizione in realtà. Gil de Ferran è un leader nel mondo del motorsport, e con David de Rothschild e Fisher Stevens, Extreme E ha completato una squadra con due dei migliori nei rispettivi campi. Allo stesso modo, l’ingresso di Continental Tyres come partner fondatore (e diCBMM come fornitore di niobio) è un enorme spinta per Extreme E e mostra il forte interesse nei confronti di questo sport sostenibile e del nuovo concept di intrattenimento che promuove”. Un’idea che va a braccetto con l’andamento del mercato dell’auto, che vede le principali case automobilistiche lanciare una dopo l’altra non solo city-car ma anche suv di grandi dimensioni ad emissioni zero. Jaguar, Audi, Mercedes, Tesla, e nel prossimo futuro anche Bmw, hanno già in gamma suv alimentati a batterie, segno che le vetture “alla spina” non saranno solo ad uso esclusivamente urbano. Il rovescio della medaglia è che purtroppo per provare l’emozione di sentire un dodici cilindri urlare a 9.000 giri bisognerà andare su youtube…


#ca


chestoria

STASERA MI BUTTO…


Wave Italy e ASUS sono all’origini di questa iniziativa che si pone ai vertici continentali nel settore della simulazione di guida. Le due aziende hanno fuso i rispettivi know-how, offrendo la possibilità ad un pubblico eterogeneo di sperimentare le piattaforme di simulazione di guida in assoluto piÚ evolute disponibili sul mercato


stasera mi butto ...

Il

settore del racing digitale offre vari livelli di simulazione, spaziando dallo scenario più casual o amatoriale, tipico dei videogiochi non competitivi, sino a quello più squisitamente professionale e rivolto a veri piloti e Sim Racer. Wave Italy si rivolge proprio a queste ultime categorie di utenza, solitamente alla ricerca di alte prestazioni nella simulazione; vere emozioni di una guida su pista, ottenibili con il supporto di aspetti tecnici specifici e con la più fedele riproduzione di sensazioni fisiche e visive; una perfetta corrispondenza delle reazioni del veicolo, in base ai comandi impartiti e alle situazioni di pista affrontate. Fondata nel 2015 a Maranello, luogo “mitico” per gli appassionati di corse di tutto il globo, Wave Italy ha riunito un team di professionisti che si occupano con entusiasmo, dedizione e competenza di tutte le fasi di realizzazione dei simulatori di guida: hardware, software, design, meccanica, motion, controllo e sicurezza. Dalla progettazione e sviluppo dei prototipi, fino alla produzione, vendita e assistenza dei simulatori, ogni singolo dettaglio è pensato con cura per garantire massima qualità sotto ogni aspetto. Da queste premesse è sorto alle porte di Verona il nuovo centro, che si pone come struttura di eccellenza nel suo ambito.


Simulare la guida a livello professionale significa restituire le esatte reazioni di una vettura in pista, per garantire la prestazione finale e migliorare le proprie performance, e richiede l’utilizzo di attrezzature professionali, a volte molto diverse da quelle tipiche dei tradizionali videogiochi. Questo è esattamente quello che offre il nuovo Wave Racing Simulation Center, con 6 postazioni dinamiche che permettono di ritrovarsi in pista e entusiasmarsi alla guida di esclusive monoposto o vetture Gran Turismo sui circuiti piĂš famosi.


stasera mi butto ...

WAVE ITALY è brand della Marty& Nelly s.r.l., con sede direzionale a Verona e una seconda sede tecnico-produttiva a Maranello. L’attività è rivolta a prodotti di alta gamma per il mondo della simulazione di guida competitiva, conosciuta oggi come Sim Racing, e allo realizzazione di simulatori professionali utilizzati da piloti reali. Con lo stesso tipo di simulatori, in versione solo poco meno sofisticata, Wave Italy offre la possibilità ad un pubblico più vasto di vivere un’esperienza del tutto realistica di guidare una Formula 1. I simulatori Phoenix Pro si trovano presso musei dell’auto, negozi di noti brand automotive, autodromi, e vari “parchi attrazione” in tutto il mondo

L’esperienza di più alto livello si realizza mediante molteplici elementi quali, ad esempio, i volanti professionali, che integrano tutte le funzioni normalmente utilizzate da un vero pilota, compresa ripartizione di frenata, livello di traction control e visualizzazione di dati principali direttamente sul volante stesso. O piuttosto pedaliere che permettono pressioni sul freno fino 100 kg, passando per schermi in grado di offrire immersività, fluidità di azione ed accuratezza visiva ed assicurando contemporaneamente l’elevata capacità di calcolo, necessaria per alimentare adeguatamente i “motori grafici” e l’elaborazione dei dati in tempo reale. Tutto questo richiede soluzioni evolute, materiali altamente specializzati, hardware, software e specifico know-how di simulazione di guida reale: aree in cui Wave Italy si è progressivamente specializzata negli anni, avvantaggiandosi inoltre di tutto il supporto tecnologico offerto da ASUS, leader mondiale nello sviluppo di tecnologie e soluzioni digitali. Il nuovo centro, offrirà spazio alla simulazione per i Sim Racers, con quattro postazioni GT sulle quali potersi allenare da soli o in compagnia ed effettuare anche gare in contemporanea (anche collegati in rete con Sim Racer ovunque nel mondo) e condividendo le sfide sul megaschermo in sala.


Ci sarà poi la simulazione professionale in senso stretto, dove si alleneranno i piloti professionisti su una coppia di simulatori di Formula1 collegati tra loro, offrendo così al pilota la possibilità di allenarsi anche in “modalità competizione”, assistiti da un Driver Coach e dalla Telemetria in Live-Timing. Il centro offrirà così la possibilità di vivere la più realistica esperienza di guida, seguendo anche corsi specifici per imparare o affinare tecniche e strategia di guida competitiva, supervisionati da un coach dedicato pronto a offrire assistenza e preziosi consigli. In entrambe le declinazioni il Wave Racing Simulator Center offrirà il meglio della tecnologia, degli strumenti e dei controlli utilizzati dai veri piloti, per un feedback di guida che renderà l’esperienza davvero esaltante.

ca


checorse

TCR: parla Jaime Puig, capo del motorsport Cupra

UNA STAGIONE

TUTTA DA SCOPRIRE

Il WTCR ha deciso di modificare il regolamento per non avere più di quattro vetture per marca sullo schieramento. La stagione sarà particolarmente elettrizzante anche in virtù della battaglia “generazionale” che si sta concretizzando tra i piloti



una stagione tutta da scoprire

“Il

bilancio dello scorso anno è stato molto positivo perché siamo tornati ad essere la marca che ha vinto più gare nel complesso dei campionati TCR” Chi parla così è Jaime Puig, capo della divisione motorsport di Cupra: “53 vittorie nella categoria TCR nel solo 2018. Abbiamo raccolto il testimone da SEAT Sport e ora Cupra sarà la marca da battere. Inoltre il nostro pilota Mikel Azcona ha vinto il campionato europeo, il secondo per importanza nel panorama TCR. Nella World Touring Cup siamo stati in lizza per vincere il titolo fino all’ultima gara con Pepe Oriola. Quindi possiamo solo essere soddisfatti del lavoro fatto l’anno scorso, senza contare le vittorie in altri campionati: Italia, Tailandia e gare di durata. Abbiamo ancora una chiara supremazia nei test delle 24 ore e siamo contenti”. Crede che nel 2019 sarete allo stesso livello? “Sarà dura perché ci saranno più avversari e saranno sempre più agguerriti. Sarà difficile mantenere l’egemonia quando tutti vogliono batterci, ma continuiamo con lo stesso entusiasmo lavorando duramente e sostenendo i nostri clienti. Da un altro punto di vista altrettanto importante, sarà un anno particolare in quanto l’ultimo con l’attuale vettura, un’auto di cui sono molto orgoglioso che cominciò la sua avventura nel 2013 nella SEAT Leon Eurocup, per poi diventare la vettura di riferimento nella categoria TCR. E’ stata un’auto protagonista di un periodo che rimarrà nella storia. Cominciammo a lavorare in una competizione promozionale che sarebbe dovuta diventare un campionato per clienti privati, non avevamo di certo in mente il campionato del mondo, ma alla fine la vettura è diventata il punto di riferimento per la categoria turismo, il modello sul quale stabilire i regolamenti internazionali”.


Se nel Campionato del Mondo la Hyundai gareggia (e vince) con la i30, sul suolo USA la marca coreana ha deciso di impiegare un’inedita Veloster N, al cui sviluppo ha fortemente contribuito il Campione iridato in carica Gabriele Tarquini. E va detto che lo sviluppo di quest’auto deve esere andto per il meglio visto che al debutto sul tracciato di Austin (Texas), il pilota Mason Filippi ha conquistato una doppietta, lasciando le briciole agli avversari


una stagione tutta da scoprire

Una Volkswagen Golf GTI TCR si è recentemente resa protagonista di un’impresa assai inconsueta sul lago Baikal in Russia. Il fatto è che in inverno la superficie di detto lago è completamente ghiacciata e la Federazione Russa ha organizzato una serie di prove di record cronometrate. Ebbela, la Golf TCR condotta da Ilya Kashin è stata capace di raggiungere la ragguardevole velocità di 236 chilometri orari, preceduta nell’occasione solo da una Jeep Grand Cherokee SRT8 Trail Hawk che ha toccato 280 kmh


Gianni Morbidelli e Olli Kangas saranno in pista nella TCR Europe series 2019 al volante di due Volkswagen Golf GTI TCR iscritte dal team svedese West Coast Racing

Le due Honda Civic Type R TCRs, gestite dal team di Hong Kong “KCMG”, saranno affidate nel mondiale ai piloti Tiago Monteiro e Attila Tassi

Molto lavoro è stato fatto dal team Romeo Ferraris per sviluppare una nuova Alfa Romeo Giulietta TCR. La scocca è stata interamente rivista, sia l’aerodinamica frontale che l’alettone posteriore sono stati ridisegnati mentre la distribuzione dei pesi è stata ulteriormente ottimizzata

BRC Racing schiererà un vero squadrone di Hyundai i30 N TCR nel 2019. Al Campione del Mondo Gabriele Tarquini e al confermato ungherese Norbert Michelisz si affiencheraano infatti due piloti del calibro di Augusto Farfus e Nick Catsburg


una stagione tutta da scoprire Cosa c’è da aspettarsi nel prossimo futuro per Cupra nel WTCR e nelle corse in generale? “Cupra continua il suo investimento nel TCR in tutto il mondo. E’ la nostra categoria di riferimento, nella quale ci siamo concentrati in questi anni e nella quale siamo competitivi. Nel WTCR ci sono case costruttrici con grandi budget ma noi ci concentriamo solamente ad aiutare due team, ComtoYou Racing e PWR Racing. Cupra è con loro nonostante non siano team ufficiali e sono responsabili di trovare il proprio budget e i propri sponsor. ComtoYou schiererà Tom Coronel e Aurelien Panis mentre per quanto riguarda PWR Racing i due piloti sono ancora da confermare”. Come vede l’inizio di stagione 2019? “Sarà molto interessante. L’organizzatore del WTCR ha deciso di modificare il regolamento in modo che ci possano essere solo quattro vetture per marca sullo schieramento, per non dare vantaggio al costruttore che volesse iscrivere più auto. A parte ciò credo che quest’anno sarà particolarmente interessante a causa della battaglia “generazionale” che si sta concretizzando. Sarà appassionante vedere diversi campioni del mondiale turismo sfidare i giovani che stanno facendo bene e già hanno accumulato diverse vittorie. Piloti come Andy Priaulx, Yvan Muller, Gabriele Tarquini e Thed Bjork, che fu l’ultimo campione del WTCC nel 2017, contro i migliori piloti della nuova generazione. Molti team hanno infatti un giovane tra le loro linee… bisognerà vedere cosa riusciranno a fare questi giovani contro i più esperti”.

Un gradito ritorno sulle scene italiane TCR è quello di Gian Maria Gabbiani e Andrea Larini, che condividono nel campionato Endurance DSG una Golf GTI TCR

La Cupra TCR è vittoriosa nelle competizioni da diversi anni, è prevista un’evoluzione? “Si e no. Non ci può essere una grande evoluzione visto il regolamento lo impedisce per tre anni. Due anni fa vennero decise le omologazioni TCR e da regolamento si può cambiare ben poco. Abbiamo aggiornato le poche parti che


Dindo Capello, tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans, ha accettato la sfida di tornare in macchina nel primo Campionato Italiano TCR Endurance riservato alle vetture con cambio DSG. “L’endurance è una specialità che considero la regina del motorsport, ma è anche una scuola di vita perché ti insegna il rispetto per il compagno di squadra e per il team. Facendo un errore si può distruggere il lavoro di altre persone: è una cosa di cui ho fatto tesoro nella mia vita e ne sono promotore”. Il piemontese ha dichiarato di voler tornare in pista per divertirsi, ma intanto inizia ad affilare le armi: “Sono contento di risalire in macchina e anche un po’ emozionato. Da tre anni non salgo su una macchina da gara con l’obiettivo di competere, e sono anche un po’ curioso di vedere la mia reazione, perché avevo mentalmente chiuso con le gare. Spero solo che non mi ritorni la voglia di correre… ”


una stagione tutta da scoprire

In Italia sono confermati i titoli in palio già dalla scorsa stagione con il Campionato Italiano riservato ai Piloti, il Trofeo Nazionale TCR Italy DSG, riservato a tutti i conduttori che utilizzano le vetture con cambio DSG, il Trofeo Nazionale TCR Italy Under 25 (riservato a tutti i conduttori nati dall’1 gennaio 1994 in poi) ed il Trofeo Nazionale TCR Italy Conduttori AM. Confermato anche il Trofeo Nazionale TCR Italy Team/ Costruttore. A questi si affianca il neonato (ma già in grande salute) Campionato Italiano TCR DSG Endurance

Il calendario 2019 5-7 aprile - Monza 17-19 maggio – Misano 21-23 giugno - Imola 19-21 luglio - Mugello 30 agosto-1° settembre – Imola 13-15 settembre - Vallelunga 18-20 ottobre – Monza

ci è consentito toccare, per il resto eravamo competitivi l’anno scorso e dobbiamo rimanerlo anche quest’anno”. Cambiamo argomento: il prossimo progetto per Cupra riguarda il campionato e-TCR. Come è stato sviluppare questa vettura e lavorare con il promoter del campionato? “E’ cominciato tutto da un’idea del promoter del campionato. Volevano competere con veicoli elettrici e così nel 2017 è partito il progetto. La strada migliore è stata quella di creare un kit basandosi sulla Cupra TCR, che potesse essere installato su tutte le vetture a prescindere dal costruttore. Abbiamo lanciato la e-Racer al Salone di Ginevra nel 2018, la prima vettura turismo da competizione 100% elettrica. Poi è arrivato l’annuncio di WSC sul lancio del campionato eTCR e sul fatto che la tecnologia sviluppata da Cupra sarebbe stata usata da tutti i partecipanti. Questo e-kit è composto da batterie, motori elettrici, invertitori, centraline elettroniche e altre parti ancora da determinare. Siamo ora nella fase di redazione del regolamento tecnico, insieme a WSC e agli altri costruttori chiamati in causa. Nei primi anni utilizzeranno tutti lo stesso e-kit mentre un’evoluzione è prevista dal quarto anno. E’ un bell’impegno per Cupra che nel corso del 2019 lavorerà sull’affidabilità del kit e sulle batterie così da consentire ai vari costruttori di mettersi al lavoro per scendere in pista nel 2020”. E per quanto riguarda il medio e lungo periodo? “Al momento stiamo lavorando per i clienti sulle vetture TCR per il 2020. Ma per il medio e lungo periodo dobbiamo affrontare il discorso e-TCR. La vettura elettrica sarà il punto di riferimento nel futuro. Oltre a sviluppare la e-Racer dobbiamo anche lavorare con gli organizzatori per capire quale format assumeranno le gare, in quanto crediamo che dovranno essere differenti da come lo sono oggi. Bisogna evolversi, migliorare lo spettacolo per attirare spettatori e pubblico”.

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chefuoristrada Come impadronirsi dei segreti della guida in fuoristrada

TUTTI A SCUOLA!


Frequentare un corso di guida sicura 4x4, tenuto dai professionisti certificati della Federazione Italia Fuoristrada, è il primo passo obbligato per avvicinarsi al meraviglioso mondo del fuoristrada in piena sicurezza e soprattutto nel rispetto della natura di Salvo Venuti


tutti a scuola!

Confucio

diceva “ La teoria senza la pratica è inutile, la pratica senza la teoria è pericolosa”. Questa massima dovrebbe essere conosciuta da tutti coloro che si avvicinano alla pratica di qualsiasi disciplina e soprattutto da chi vuole praticare il fuoristrada. Quante volte abbiamo trasformato una piacevole gita in fuoristrada con gli amici (e magari pure con la famiglia) in una giornata da dimenticare? Ci è mai balenato per la mente che i problemi possano essere accaduti per la mancata conoscenza delle nozioni teoriche di base? Molto spesso si seguono i consigli degli amici con più esperienza, che ci aiutano a superare gli ostacoli più complessi, ma al termine della giornata realmente quanto abbiamo imparato? Perché ci hanno fatto affrontare un determinato ostacolo in un certo modo? Ma, soprattutto, era il modo tecnicamente corretto di affrontarlo ? Apprendere i concetti di aderenza e trazione o saper riconoscere i limiti del mezzo e i propri, sono certamente nozioni fondamentali per praticare in sicurezza il fuoristrada. Ma per fare ciò è necessario tanto studio e altrettanta pratica, oltre che tanta dedizione e pazienza. E proprio con l’obiettivo della formazione alla guida di veicoli fuoristrada e a trazione integrale nasce, più di trentacinque anni fa, la Scuola Federale della Federazione Italiana Fuoristrada, creata da un gruppo di soci desiderosi di trasferire agli altri le proprie conoscenze tecniche, oltre che la propria esperienza pratica, congiuntamente ai



tutti a scuola!


Ecco le regole che ogni buon fuoristradista deve rispettare: 1. non uscire mai dalle carrarecce e mulattiere 2. non gettare fiammiferi o sigarette 3. non gettare spazzatura o rifiuti di alcun genere 4. se qualcuno te lo richiede, dagli una mano 5. tieni il tuo 4x4 sempre in ordine e rifornito e pronto a qualsiasi intervento 6. se causi danni, rifondili o falli rifondere dalla tua assicurazione 7. non fare rumori molesti 8. non spaventare gli animali che, nel loro regno, hanno sempre la precedenza assoluta 9. non raccogliere o danneggiare la flora, specie se protetta 10. mettiti a disposizione delle autoritĂ in caso di calamitĂ naturali


tutti a scuola!

principi di conservazione e rispetto della natura e del territorio, della sicurezza personale e dei veicoli stessi. La Scuola Federale oggi è composta da oltre duecento istruttori, dislocati su tutto il territorio nazionale, con a capo una Commissione Scuola che si occupa sia del continuo aggiornamento dei percorsi formativi sia, e soprattutto, della continua formazione e aggiornamento del corpo istruttori. Oggi la Scuola Federale offre ben quattordici differenti corsi di guida in fuoristrada, rivolti sia ai privati sia alle aziende o Enti dello Stato. Da sottolineare anche il fatto che sia i corsi sia gli istruttori sono in possesso delle certificazioni previste dalla Comunità Europea, requisito attualmente unico in ambito nazionale. Come in ogni percorso formativo, tutto avviene per gradi. La Scuola Federale, nel corso degli anni, ha infatti sviluppato una serie di corsi atti a consentire agli appassionati di avvicinarsi al mondo del fuoristrada cominciando con l’apprendere le nozioni di base, fino ad arrivare ai corsi “monotematici” superspecializzati, quali ad esempio la guida su neve e ghiaccio, la guida su sabbia, l’orientamento e Gps e la preparazione veicoli, solo per citarne alcuni. In conclusione non avventuratevi da soli, e senza preparazione in percorsi che potrebbero nascondere insidie impreviste. Frequentare un corso di guida sicura 4x4, erogato da professionisti certificati, è un fatto fondamentale per avvicinarsi al meraviglioso mondo del fuoristrada in piena sicurezza e soprattutto nel rispetto della natura.


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chemacchina

Nuova Mercedes GLC

L’IBRIDO CHE C’E’


Arriva sul mercato una versione rinnovata e migliorata della giĂ eccellente GLC e, tra pochi mesi, la gamma si arricchirĂ anche della versione ibrida plug-in. Peraltro giĂ da tempo Mercedes, con la GLC, aveva puntato su di una vettura ibrida plug-in a trazione integrale


l’ibrido che c’e’

Ma

GLC cosa significa? ‘G’si riferisce al la leggendaria Classe G, da oltre 36 anni l’icona off-road Mercedes. La ‘L’ invece sta per Lusso, mentre la ‘C’ indica l’appartenenza della GLC alla grande famiglia di Classe C. Cominciamo col dire che, negli ultimi anni, GLC ha ottenuto numeri di vendita maggiori di ogni altro suv della Stella. Circa una GLC su due oggi viene venduta in Cina ma anche altri mercati, quali USA, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia negli anni hanno decretato il successo di questa auto. Lo stabilimento di Brema aveva avviato la produzione della GLC nel 2015 (e da allora ne è il produttore principale) ma dall’ottobre 2015 la GLC viene prodotta anche a Pechino e dal 2017 anche nella fabbrica di Uusikaupunki, Finlandia, dal 2017. E se in Germania l’85% dei clienti indicano la sicurezza come la qualità principale della GLC, i clienti italiani e cinesi la scelgono per lo stile e il design ( e il comfort…). Ciò detto, va sottolineato che con la GLC Mercedes-Benz ha offerto, per la prima volta, una ibrida plug-in a trazione integrale nel segmento dei SUV mid-size e ora, proprio quando sul mercato arriva la “nuova” GLC (che però vedremo in versione ibrida solo tra alcuni mesi), vale la pena approfondire la conoscenza con questa opzione. Agevolazioni sul bollo, accesso a zone a traffico limitato (ZTL), libera circolazione nei giorni di blocco del traffico, parcheggio gratuito sulle strisce blu, sono questi alcuni dei vantaggi di cui beneficiano le vetture ibride. Tutto ciò, certo, avviene in misura diversa da città a città ma i vantaggi, indiscutibilmente, ci sono.



l’ibrido che c’e’

Chi sceglie un’auto ibrida, oltre a dare una mano all’ambiente, ha di fronte a se una serie di agevolazioni molto “concrete” che vale la pena mettere in conto. Con i marchi EQ Boost ed EQ Power, Mercedes ha identificato la sua famiglia di vetture ibride. Come sappiamo la tecnologia ibrida è oggi in grado di unire il meglio di due mondi: da una parte i motori tradizionali, sempre più efficienti ed ecosostenibili, dall’altra la visione di una mobilità 100% elettrica, a zero emissioni. E la GLC ibrida “plug in” non sfugge a questa regola, offrendo un vantaggio in termini di efficienza, con consumi che scendono sensibilmente rispetto all’omologa vettura con motorizzazione tradizionale… e tutto ciò a fronte di prestazioni ancora più brillanti. Per chi invece è pronto già oggi ad “attaccare la spina”, la GLC con tecnologia ibrida Plug-In è grado di assicurare una quarantina di chilometri in modalità “elettrico puro”. E’ questa la soluzione ideale per chi ha la possibilità di ricaricare la batteria in casa o sul posto di lavoro, potendo così sfruttare la modalità elettrica nei centri cittadini per lasciare alla motorizzazione tradizionale il piacere di guida nelle lunghe percorrenze extraurbane. Oltre ad inquinare meno si ottiene anche un forte risparmio sui costi di carburante… cosa che, guardandosi in tasca, non guasta mai. Tra l’altro, nella famiglia Mercedes, questa soluzione sarà presto disponibile anche abbinata a propulsori Diesel, grazie all’unione tra il 4cilindri OM 654 di ultima generazione e un EQ Powerunit da 90 kW di potenza, per un’autonomia di circa 50 km a zero emissioni. Un nuovo importante step tecnologico che apre a una nuova era del diesel: full electric negli spostamenti urbani, brillante e bello da guidare quando si esce dalle città.



l’ibrido che c’e’

Appurato

che la tecnologia ibrida plug-in è un’ottima soluzione, con risposte pronte a quasi tutte le esigenze di spostamento, vediamo ora di fare la conoscenza con l’ultimissima versione della GLC, al momento disponibile solo con motorizzazioni benzina o diesel, ma che si appresta ad arrivare anche in allestimento ibrido entro qualche mese. Cominciamo dai motori. Ora GLC adotta motori a quattro cilindri benzina e diesel di ultima generazione. Che giocano un ruolo importante nella riduzione delle emissioni e rappresentano un’evoluzione importante nell’abbattimento dei consumi. I principali elementi tecnologici sono il turbocompressore a gas di scarico twin scroll e il sistema a 48 V con alternatore-starter con trasmissione a cinghia. In particolare la combinazione tra rete di bordo a 48 V e alternatore-starter con trasmissione a cinghia permette di aumentare l’agilità e migliorare il comfort, riducendo di netto il consumo di carburante. Tutto questo è possibile perché il sistema permette di realizzare (senza componenti ad alto voltaggio) importanti funzioni ibride come “recupero di energia”, “effetto boost” (il recupero di energia fino a 10 kW) e la funzione sailing a motore spento. Per un’efficace riduzione delle emissioni, i principali componenti del post-trattamento dei gas di scarico sono installati direttamente sul motore. Per ridurre ulteriormente le emissioni di ossido d’azoto a carichi elevati, il nuovo propulsore dispone di un ulteriore catalizzatore SCR nel sottoscocca. Questo permette di rispettare già oggi i requisiti RDE (Real Drive Emissions). Una volta in marcia GLC si fa notare subito per il sistema di regolazione dell’assetto,


La versione AMG Line sottolinea la sportivitĂ di GLC con la mascherina del radiatore Matrix cromata e la grembialatura anteriore nel look specifico AMG, ma anche con le mascherine dei terminali di scarico rettangolari integrate nel paraurti. Questa versione di allestimento, oltre ai sedili sportivi con imbottiture laterali piĂš alte, comprende gli pneumatici misti da 19 a 20 pollici (in funzione del mercato)


l’ibrido che c’e’

chiamato Dynamic Body Control, con regolazione continua degli ammortizzazioni sull’asse anteriore e posteriore. A seconda della situazione di marcia, della velocità e delle condizioni del fondo stradale, l’ammortizzazione viene regolato per ogni singola ruota grazie all’interazione con motore, cambio e sterzo. Per il comando si utilizza l’interruttore Dynamic Select ed è possibile selezionare tre livelli: nei due livelli «Sport» e «Sport +» la caratteristica di smorzamento ha una taratura più rigida, mentre la modalità «Comfort» assicura una marcia particolarmente confortevole. Mercedes GLC è da sempre nota per cavarsela ottimamente su qualsiasi tipo di fondo stradale. Il nuovo comando nel pacchetto tecnico Offroad adegua il comportamento di marcia in funzione delle condizioni stradali specifiche. Con l’interruttore Dynamic Select sulla consolle centrale il guidatore sceglie tra due programmi Offroad: su sterrato, ghiaia, sabbia e neve è preferibile il programma «Offroad», mentre per un fuoristrada più impegnativ, con tratti rocciosi o forti pendenze, è più adatto il programma «Offroad +». Anche la trazione integrale 4MATIC è stata completamente riprogettata. Anche dai sistemi di assistenza alla guida “intelligenti” del nuovo GLC meritano attenzione. Questi sistemi si sono moltiplicati e con essi è migliorato anche il livello di assistenza al guidatore in termini di sicurezza e comfort. A bordo di GLC il pacchetto sistemi di assistenza alla guida comprende, per esempio: • sistema di assistenza attivo alla regolazione della distanza Distronic con le funzioni di frenata in presenza di oggetti fermi, attivazione della modalità “sailing” nel programma di marcia ECO. Se è attivato il sistema di as-

sistenza attivo alla regolazione della distanza Distronic, il nuovo GLC può individuare code o traffico lento grazie alle informazioni del servizio Live Traffic e può reagire prima ancora che il guidatore si renda conto della situazione. • sistema di assistenza allo sterzo attivo con le funzioni di assistenza attiva al cambio di corsia (in abbinamento alla navigazione) e la funzione via di fuga, in coda in autostrada a velocità inferiori a 60 km/h • sistema di assistenza attivo al rilevamento automatico del limite di velocità • adattamento della velocità in funzione del percorso prima di curve, rotatorie, caselli autostradali, prima di svolte e uscite su autostrade o superstrade • sistema di sterzata automatica • sistema antisbandamento attivo • Blind Spot Assist attivo • Sistema di assistenza alla frenata attivo con funzione di assistenza alla svolta e agli incroci PRE-SAFE® PLUS. A richiesta è disponibile il sistema di assistenza al parcheggio attivo. Se il guidatore preme il tasto per il sistema di assistenza al parcheggio attivo e procede a una velocità inferiore a 35 km/h il sistema segnala sul display multimediale tutti gli spazi di parcheggio liberi nelle immediate vicinanze. Il guidatore seleziona la manovra di parcheggio dal touchpad, dal touchscreen del sistema multimediale o dal gruppo di comandi a destra sul volante multifunzione. Le manovre sono assistite sia in entrata che in uscita, in avanti e in retromarcia, nei parcheggi longitudinali e trasversali. Inoltre la comunicazione Car-to-X assiste il guidatore con informazioni aggiornatissime e segnalandogli le situazioni di pericolo nel traffico. Grazie alla comunicazione via radio,



l’ibrido che c’e’

sia tra i veicoli sia tra i veicoli e l’infrastruttura stradale, il guidatore viene informato visivamente e/o acusticamente dei possibili pericoli. Arrivare a destinazione in pieno relax dopo un lungo viaggio è possibile: la gestione comfort dei programmi Energizing, disponibile a richiesta, provvede a collegare tra loro diversi sistemi della vettura per creare l’atmosfera ideale. Nel programma sono integrate le impostazioni di luce e musica, la climatizzazione, musica e video abbinati, oltre che le funzioni di massaggio, riscaldamento e ventilazione dei sedili. L’energizing Coach si avvale dei dati della vettura e dell’ambiente per suggerire un programma individuale adatto alla situazione. Con un adeguato dispositivo wearableGarmin®, i valori personali come il livello di stress o la qualità del sonno possono rendere ancora più precisa la raccomandazione

Sul fronte configurazione di comandi e display, questa nuova generazione di GLC ha fatto degli enormi passi avanti. A rendere possibile questo sensibile progresso è l’ultima generazione di sistemi telematici MercedesBenz User Experience, caratterizzata da una logica intuitiva e dalla molteplicità delle opzioni di comando. Nel complesso, l’interazione tra display con comandi touchscreen, navigazione con Realtà Aumentata, azioni vocali intelligenti e interfaccia utente ridefinisce gli standard abituali. In tutto, l’utente ha cinque diverse possibilità di interagire con il sistema di Infotainment di GLC: • concomandi touch sul display multimediale in posizione centrale • con i pulsanti touch control sul volante multifunzione • attraverso il touchpad multifunzione sulla consolle centrale • con i comandi gestuali del sistema di assistenza per gli interni • tramite azioni vocali, a scelta attraverso il tasto dedicato sul volante o pronunciando “Hey Mercedes”. Le informazioni importanti per il guidatore vengono visualizzate su due display ad alta definizione. La strumentazione è disponibile a richiesta con dimensioni di 12,3 pollici, mentre il display multimediale sospeso in posizione centrale può avere due dimensioni: 7 pollici, con risoluzione di 960 x 540 pixel, e 10,25 pollici, con risoluzione di 1920 x 720 pixel. È possibile selezionare tre modalità



l’ibrido che c’e’

di visualizzazione individuali, adatte all’atmosfera o allo stile dell’abitacolo: «Classica», come evoluzione della visualizzazione più tradizionale, «Sportiva», in stile hi-tech ricco di contrasto, e «Moderna», per una rappresentazione semplice e attuale. Altro elemento di spicco di MBUX è il video a Realtà Aumentata, disponibile a richiesta, che va ad integrare efficacemente la navigazione. Una telecamera posizionata davanti al retrovisore interno rileva l’ambiente circostante e visualizza automaticamente sul display multimediale informazioni che integrano le immagini video. Si tratta per esempio di cartelli stradali, indicazioni di svolta, numeri civici o nomi. Altra innovazione di spicco riguarda i comandi vocali. Mediante comando vocale il guidatore può far leggere a voce alta gli SMS e gestire i sistemi audio o le funzioni della vettura come per esempio il climatizzatore. Il sistema non richiede l’apprendimento di comandi vocali precisi, perché l’utente è libero di formulare spontaneamente, per esempio, l’indirizzo della destinazione o la richiesta di informazioni meteo. Da oggi, inoltre, è possibile attivare il comando vocale pronunciando “Hey Mercedes” oltre che con il tasto dedicato sul volante. Esteticamente la GLC non è cambiata molto. L’impatto estetico generale è più sportivo, gli elementi cromati, ora di serie, sono applicati dal frontale fino alla coda. Linee incisive e superfici modellate le conferiscono un carattere tipico da fuoristrada. A rendere più efficace il messaggio del design sono i fari a Led High Performance di serie, con il motivo a fiaccola per le luci di marcia diurne

e la mascherina del radiatore pronunciata con le doppie lamelle dinamiche e la griglia a rombi. Altra novità sono i cerchi aerodinamici a filo con la carrozzeria, torniti con finitura a specchio (dimensioni da 17 a 19 pollici) e pneumatici con resistenza al rotolamento ottimizzata. Il posteriore dell’auto riprende lo stesso carattere atletico e presenta paraurti e mascherine dei terminali di scarico completamente ridisegnati. Anche il nuovo design delle luci posteriori, completamente a Led, porta la firma inconfondibile delle luci dei suv Mercedes-Benz, con i classici blocchi in tecnica Edge-Light retroilluminata. Nel complesso, il linguaggio formale della coda sottolinea la forte personalità di questa generazione di GLC, non da ultimo attraverso il design del paraurti, con le mascherine dei terminali di scarico e la protezione paracolpi cromata. Una volta all’interno la nuova GLC non delude. Materiali di pregio, finiture accurate e linee armoniose; le superfici sono morbide, abbinate a linee pulite e proporzioni convincenti. La consolle centrale è caratterizzata da un elegante elemento decorativo in look laccato lucido o nelle due nuove superfici in legno di quercia o noce. Il volante è stato ridisegnato ed è disponibile in due versioni. Con il touchpad multifunzione sulla consolle centrale, che sostituisce il precedente comando multiuso, l’utente gestisce le funzioni telematiche con gesti a uno o più dita, inoltre a superficie del touchpad fornisce non solo una chiara risposta tattile, ma anche acustica.


caratteristiche tecniche prinicipali

GLC 200 GLC 300 GLC 200d GLC 220d GLC 300d 4MATIC 4MATIC 4MATIC 4MATIC 4MATIC

Cilindri/disposizione

4/in linea

Potenza (kW/CV)

motore a combustione interna

4/in linea

4/in linea

4/in linea

4/in linea

145/197 190/258 120/163 143/194 180/245

Potenza motore elettrico (kW)

Recupero di energia / Effetto boost 10 10 - - -

Coppia max (Nm)

motore a combustione

280 370 360 400 500

Coppia max (Nm) motore elettrico

150 150 -

-

-

Consumo di carburante combinato (l/100 km)

7,4-7,1

7,4-7,1

5,5-5,2

5,5-5,2

5,8

Emissioni di CO2 combinate (g/km)

169-161

169-161

145-137

145-137

153-151

#ca


LA BUGATTI TYPE 57 SC ATLANTIC

IL MISTERO DELLA Della mitica Bugatti Type 57 SC Atlantic Coupé (costruita in quattro esemplari dal “36 al “38) ne esistono ancora tre e sono senz’altro tra le vetture di maggior valore nel mondo. La quarta Atlantic manca misteriosamente all’appello…


A VOITURE NOIRE


il mistero della Voiture Noire

Elegante, sportiva, inimitabile e rara. Sono solo alcuni dei moltissimi aggettivi che possono essere associati a una Bugatti. Ma c’è un modello in particolare che li racchiude tutti: la leggendaria Type 57 SC Atlantic Coupé, costruita solo in quattro esemplari dal 1936 al 1938. Ne esistono ancora tre, e sono senz’altro tra le vetture di maggior valore nel mondo. La quarta Atlantic manca all’appello… e viene cercata da storici e appassionati da più di 80 anni … “La Atlantic è una delle vetture più iconiche nella lunga tradizione Bugatti. In termini di eleganza, qualità e performance, questa coupé era unica per il suo tempo e lo rimane anche oggi. Era una vera super sportiva di lusso. Per noi rappresenta una grande fonte di ispirazione. Le nostre hypercar di oggi, la Chiron, Chiron Sport e Divo continuano tramandare lo spirito di Bugatti nei tempi moderni”, queste le parole di Stephan Winkelmann, presidente di Bugatti. Il figlio di Ettore Bugatti, Jean, iniziò il processo di modernizzazione della casa automobilistica attorno al 1930. Invece di produrre modelli diversi, si concentrò su un modello base dal quale far derivare diverse varianti. Nacque così la Type 57, una vettura stradale con una distinta versione da corsa, una vera e propria grand tourisme. La gamma prevedeva diverse configurazione, sia per il motore che per la carrozzeria, con varianti quali la Galibier (a quattro porte), la Stelvio (cabriolet), la Ventoux (a due porte) e l’Atalantic (coupé). Una volta conclusasi



il mistero della Voiture Noire

la produzione nel 1940 vi erano in circolazione circa 800 Type 57, un numero indicativo, che ne fa una delle vetture Bugatti prodotte in maggior numero. Un design incredibilmente elegante La Atlantic ha però un’altra storia. Al suo debutto la carrozzeria era già considerata estremamente elegante ed “esotica”, con le ruote ad esaltarne le proporzioni e con un cofano estremamente lungo per una vettura di soltanto 3 metri e 70. Il posteriore dalla forma ovale andava quasi a toccare il terreno, con sei tubi di scarico a completarne il design. Una particolare “pinna” correva dal cofano, dividendo il parabrezza in due per poi proseguire lungo il tettuccio fino al posteriore. L’incredibile Atlantic fu disegnata a partire dal prototipo Aerolithe, conosciuto anche come Coupé Special o Coupé Aero. Per questo modello, dal telaio numero 57 104, Jean Bugatti utilizzò speciali strati di Elektron per la carrozzeria, un materiale leggero usato nell’aviazione composto al 90% da magnesio con un 10% di alluminio. Leggero e robusto non poteva però essere saldato e per questo si ricorse all’uso della “pinna” per rivettare le due parti di carrozzeria più importanti. Per la Atlantic di “serie” Bugatti decise di utilizzare normale alluminio, ma volle integrare la pinna con i rivetti come nel prototipo. Questo modello prese il nome Atlantic in onore di Jean Mermoz, il pioniere dell’aviazione e amico di Bugatti, artefice della prima traversata in aereo nell’Atlantico meridionale. Di Mermoz si erano perse le tracce durante un suo viaggio nel 1936.

Stephan Winkelmann, presidente di Bugatti ha affermato: “Ettore e Jean Bugatti erano perfezionisti e pionieri nella raffinatezza e nella ricerca della perfezione nel rapporto peso potenza. Questo vale per ogni modello Bugatti, ma in particolare per la Atlantic. Oggi continuiamo questa tradizione cercando di avvicinarci alla perfezione il più possibile, seguendo l’esempio di Ettore Bugatti. Essendo una marca francese del lusso ci sentiamo obbligati ad onorare la nostra storia… lo dobbiamo i nostri clienti. Bugatti è stato sinonimo di progresso per molti anni e questo concetto sopravvive ancora oggi”

Ettore Bugatti

Jean Bugatti



il mistero della Voiture Noire

Le portiere della Atlantic seguivano la curvatura del tettuccio per agevolare l’ingresso dei passeggeri, mentre i fari delle prime due vetture prodotte erano integrati nell’anteriore della carrozzeria. Al contrario, per le due vetture successive si è passò a dei proiettori installati separatamente ma le quattro vetture prodotte presentano alcune altre differenze, che rendono praticamente ogni modello un pezzo unico. La Type 57 SC Atlantic rappresenta in realtà il vero manifesto estetico di Bugatti: “Le proporzioni di questo capolavoro tolgono il fiato, qualcosa di mai visto per l’epoca ma che ancora oggi affascinano per l’incredibile eleganza che sanno trasmettere. La pinna che corre lungo il tetto dell’auto è il tratto distintivo di questa vettura, riconoscibile ancora oggi. Unico ed elegante”, che parla così è Achim Anscheidt, oggi direttore del Design di Bugatti. Non sorprende che nei concorsi di eleganza internazionali quali quello di Pebble Beach in California, questi modelli abbiano vinto numerosi premi nel corso degli anni. La coupé è spinta da un motore a otto cilindri in linea di 3,3 litri, da circa 200 cavalli, capace di lanciare la vettura fino a 200 Km/h. Tre Atlantic per tre clienti Bugatti consegnò solo tre Atlantic ai propri clienti. La prima fu costruita nel 1936 per il banchiere inglese Victor Rothschild, nella colorazione grigio-blu. Questa vettura, dal numero di telaio 57 374, è oggi conosciuta come “Rothschild Atlantic”. La “Holzschuh Atlantic”,



il mistero della Voiture Noire

la terza in ordine di costruzione (numero di telaio 57 473) venne invece consegnata a Jacques Holzschuh, in Francia, nell’ottobre 1936. L’auto passò poi ad un collezionista che morì a seguito di un incidente stradale nel quale la Bugatti venne completamente distrutta. Si riuscì poi a restaurare questo esemplare nei minimi dettagli decenni più tardi, sebbene non fu possibile salvarne il motore. L’ultimo proprietario di una Atlantic è stato lo stilista Ralph Lauren, che acquistò la cosiddetta “Pope Atlantic” (numero di telaio 57 591, che uscì dalla fabbrica nel 1938) chamata così dal nome del primo proprietario, l’inglese R.B. Pope. La seconda Atlantic fu commissionata per lo stesso Jean Bugatti. Soltanto lui e un numero molto ristretto di amici ebbero l’onore di sedersi al volante di quella coupé con il numero di telaio 57 453. Bugatti utilizzò “La Voiture Noire” per servizi fotografici e per promuovere la casa francese nei saloni dell’automobile del tempo, quali quelli di Lione e Nizza, fino a quando se ne persero le tracce nel 1938. Non è chiaro se Jean Bugatti decise di vendere la vettura a uno dei suoi amici o se, più probabilmente, la Atlantic venne spostata in una regione più sicura della Francia dopo l’invasione dell’Alsazia da parte di tedeschi. Quello che si sa con certezza è che l’ubicazione della seconda Atlantic rimane tutt’oggi un mistero. La sua scomparsa rimane uno dei grandi grattacapi nella storia dell’automobile. Gli esperti stimano che il valore de La Voiture Noire possa teoricamente superare i 100 milioni di Euro … se mai dovesse essere ritrovata.

Manifesto originale di Émile André Schefer (courtesy of Wikimedia) Fotografia Hugh Llewelyn (Wikipedia)


In un periodo in cui i TAV (Treni Alta velocità) sono, spesso a sproposito, sulla bocca di tutti può destare interesse e curiosità scoprire che nel 1932 Bugatti progettò e costruì quello che può essere considerato il nonno del TGV, il treno veloce francese. Si chiamava Wagon Rapide WR e venne costruito in pochi mesi (tra l’altro riciclando i motori della Bugatti 41 Royale, che era stata un fiasco commerciale. Sul locomotore furono quindi piazzati 4 motori 8 cilindri di 12.750 cc., capaci di sprigionare oltre 200 cavalli ciascuno e spingere il treno a oltre 190 kmh.!!! Il primo WR entrò in servizio nel 1933 e in totale ne furono prodotti 88. L’ultimo viaggio risale al 1958


il mistero della Voiture Noire


La “Voiture Noire” è ricomparsa al recente Salone di Ginevra. Non si tratta ovviamente dell’auto sparita nel nulla molti decenni fa, ma di un inedita hypercar prodotta da Bugatti su commissione di un collezionista. Questa automobile è il “massimo” sotto ogni punto di vista: nera, lunghissima, davvero imponente e superlussuosa. Il motore di 16 cilindri (8.000 cc.) sviluppa la bellezza di 1.500 cavalli e il prezzo è di ben 11 milioni di Euro… bah…


cheamerica

Fotografia DeremerStudios LLC www.deremerstudios.com


Il concorso di eleganza di Amelia Island

Florida lifestyle Spiagge tropicali, mare cristallino, sole, estate tutto l’anno… la Florida è il luogo ideale dove organizzare eventi all’aperto, soprattutto negli ultimi mesi dell’inverno, quando il mondo del golf e dei motori si incontrano e si intrecciano in modo unico e particolare

di Niccolò Gargiulo


florida lifestyle

Golf

e motori. Due mondi che sembrano distanti ma che, soprattutto in Florida, convergono accomunati dal lusso e dall’esclusività. Importanti corse automobilistiche, concorsi di eleganza e raduni si danno il cambio, settimana dopo settimana, con tornei di golf di prim’ordine. Ciò, tradizionalmente, accade a partire dal weekend che lancia la stagione motoristica internazionale con la 24 Ore di Daytona (a fine gennaio), fino ad arrivare alla di metà marzo, quando viene disputata la famosa 12 ore (oggi diventata 1.000 Miglia) sul circuito di Sebring e quando, nei pressi di Jacksonville, i giocatori più for-

ti del mondo calcano fairway e green del TPC Sawgrass, nel tentativo di conquistare il “The Players”, uno dei trofei più ambiti della stagione golfistica. Il weekend precedente (quest’anno dall’8 al 10 marzo), sempre nei pressi di Jacksonville, i due mondi si sovrappongono letteralmente, quando sui bellissimi prati dell’Amelia Island Golf Club si radunano alcune delle vetture storiche più affascinanti del mondo. Secondo solo, in ordine di importanza, al Pebble Beach Concours d’Elegance in California (che viene anch’esso organizzato su un magnifico campo da golf), il concorso di eleganza di Amelia Island quest’anno ha visto sfilare, tra le tantissime auto d’epoca


La famosa buca 17 al TPC Sawgrass di Ponte Vedra Beach

dal valore da capogiro, 12 speciali vetture scelte appositamente dall’organizzazione per rendere omaggio ai carrozzieri tedeschi che nel corso del secolo scorso hanno esaltato le qualità delle auto Vokswagen. Due vetture in particolare hanno attirato i voti della giuria. Il premio “Most Elegant Coachwork on a Volkswagen” è andato alla Rometsch Beeskow Coupe del 1951, costruita sulla base di un Maggiolino e progettata dal designer Johannes Beeskow come regalo personale per sua moglie. Il premio “Best in Class” tra le Volkswagen di questa particolare categoria è andato invece ad un’altra Coupe, un pezzo unico del 1954 opera del carrozziere berlinese Rometsch.

La splendida Rometsch Beeskow Coupe del 1951


florida lifestyle

A metà febbraio, ad una cinquantina di chilometri a nord di Miami, si svolge anche il Boca Raton Concours d’Elegance, che attira migliaia di spettatori dal sud della Florida. Organizzata dal gruppo di concessionari Rick Case sul campo da golf del Boca Raton Golf Club, la competizione è giunta alla 13a edizione ed ha visto Jay Leno, una celebrità del piccolo schermo e grande appassionato di automobili, interpretare il ruolo di giudice e padrino di eccezione. A portare a casa il premio “Best of Show” di quest’anno è stata una Bugatti Type 57 S del 1937


Un’altra Rometsch Beeskow Coupe del 1954

ca


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