#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
36
€ 0,00
Maggio 2019
Mondiale Turismo A TUTTO GAS!
Volvo XC40
nuova Mazda CX-5
Hyundai Ioniq
nuova Peugeot 208
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
36
Maggio 2019
checosac’è #chefoto
6
#cheroba 22 • Nel bianco - VIDEO • Lo specchio del giaguaro
#chebella 44 • La nuova criniera del leone...
#cheleggenda 56 • BUICK resto-mod
#chemacchina 64 • Hyundai Ioniq - VIDEO • Volvo XC40 - VIDEO
#checorse 90 • Primi botti TCR
#chefuoristrada 100 • No limits
#cheamerica 110 • Il futuro di Qiantu
#chestoria 114 • Il sogno di Jim
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#cheauto Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012
Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)
Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Collaboratori Andrea Brambilla Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.
chefoto Una suggestiva immagine in bianco e nero di Marco Cajani e Alessandro Morteo, al volante della splendida Alfa Romeo 1900 TI della Scuderia del Portello, durante la Milano-Sanremo di regolaritĂ di fine marzo
chefoto Il Medio Oriente è terra di conquista per le vetture di extra-lusso e le supercar sportive. Bentley non sfugge a questa regola e, nell’anno del 100° anniversario, ha conquistato tre prestigiosi riconoscimenti “Middle East Car of the Year”, assegnati da una giuria di 20 esperti e giornalisti dell’area
chefoto A noi italiani le gare di accelerazione non sono mai piaciute molto… però immagini come questa sono impressionanti. L’uomo al volante è il due volte Campione delle Funny Car Matt Hagan, anche quest’anno protagonista della serie NHRA con la sua Dodge Charger SRT Hellcat. Qui è impegnato sulla “strip” di Las Vegas a inizio aprile
FRONT PAGE
chefoto
Per portare a compimento la loro missione i Men in Black hanno bisogno di una supercar velocissima e sicura... e per l’ultimo titolo della serie gli agenti segreti piu’ efficienti della galassia si sono affidati a Lexus. Il film, battezzato “Men in Black International”, uscira’ nelle sale USA il 14 giugno
chefoto
In occasione della Design Week, Audi è tornata a Milano e per sottolineare la propria strategia detta “Road to zero emissions”, il Marchio dei quattro anelli era presente presso l’Arco della Pace con l’installazione “e_Domesticity”, progettata da Hani Rashid e Lise Anne Couture dello studio Asymptote Architecture New York
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La Formula 1 non e’ solo ardimento, sfida, velocita’ e tecnologia. Puo’ essere anche arte, come testimonia questa splendida immagine del russo Daniil Kvyat al volante della sua Toro Rosso, durante il recente Gran Premio dell’Azerbaijan a Baku Foto Getty Images/Red Bull Content Pool
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La corsa verso il titolo di Campione del Mondo Rally e’ ancora lunga, dura e piena di insidie. Ma con il successo in Argentina la coppia belga composta da Therry Neuville e Nicolas Gilsoul (e con loro la performante Hyundai i20 WRC) pare aver imboccato la strada giusta Foto Jaanus Ree/Red Bull Content Pool
chefoto E’ ormai ufficiale: l’anno prossimo la “Dakar” lascerà il Sud America per approdare in Medio Oriente. Niente di meglio quindi che iniziare ad allenarsi sulle sabbie degli Emirati. È quanto hanno fatto i partecipanti all’Abu Dhabi Desert Challenge, impegnativo rally di cinque giorni corso all’inizio di aprile. Nella foto l’americano Casey Currie, primo nella classe T3 e quarto assoluto
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cheroba
LA SFIDA DI CX-5
NEL BIANCO
UN CONVOGLIO DI MAZDA CX-5 HA DI RECENTE ATTRAVERSATO IL NORD EUROPA A CACCIA DELL’AURORA BOREALE. DA CAPO NORD FINO A LULEA, PER POI RAGGIUNGERE ROVANIEMI
nel bianco
Si
fa in fretta a dire “E’ arrivata la primavera”. Ci sono posti del mondo dove, ancora a maggio, il gelo morde e il freddo è intenso come noi italici raramente possiamo provare nella vita. Parliamo nelle zone più a nord di Finlandia e Svezia, lassù dove vive Babbo Natale e dove un gruppo di Mazda CX-5 del’ultimissima versione 2019 si è spinto per una gita decisamente… fuori porta. La prima parte del percorso è iniziata da Capo Nord, in Norvegia, il punto più settentrionale del continente europeo, fino a Lulea, la città più grande della Lapponia svedese, vicina alle coste ghiacciate del Golfo di Botnia, confine naturale fra Svezia e Finlandia. Da lì il viaggio è proseguito per raggiungere Rovaniemi, capitale amministrativa e importante centro commerciale finlandese. Situata a circa sei chilometri a sud del circolo polare artico, Rovaniemi è considerata la “città natale ufficiale di Babbo Natale”. La Lapponia è il territorio del popolo Sami, che ha abitato la zona per migliaia di anni, in foreste coperte di taiga, pini e abeti. Popolo seminomade dedito alla pastorizia di renne, con il tempoi Sami si sono dedicati anche ad altre attività, come le più l’industria del legname e le attività minerarie e idroelettriche. La Lapponia è uno dei luoghi migliori delmondo per provare l’esperienza di viaggiare su slitte trainate da cani husky e per vedere l’aurora boreale. Uno spettacolo straordinario di luce che si verifica quando le particelle caricate elettricamente rilasciate dal sole entrano nell’atmosfera terrestre e collidono con le molecole di gas quali ossigeno e azoto. Per poter attraversare le strade ghiacciate del nord Europa, la versione aggiornata 2019 della Mazda CX-5 si è presentata in perfetta forma.
nel bianco Numerosi elementi degli interni sono stati evoluti per innalzare la qualità sia dell’ambiente a bordo che la tecnologia dell’interfaccia uomo-macchina. Sono ora disponibili anche interni con rivestimenti in vera pelle Nappa, finiture in vero legno insieme ad altri materiali di alta qualità. Sui modelli con interni in pelle sono stati inoltre adottati sedili anteriori con sistema di ventilazione. La connettività di bordo è stata infine arricchita con le interfacce Apple CarPlay® e Android Auto™, consentendo agli utenti di utilizzare il sistema Mazda Connect sia con iPhone che con le applicazioni di altri smartphone. La nuova CX-5 propone numerosi miglioramenti anche per quanto concerne meccanica e comportamento su strada. Ad esempio, un livello ancora più alto nell’equilibrio fra linearità di risposta ai comandi e comfort di marcia è stato raggiunto grazie agli affinamenti alle sospensioni, che sfruttano i più recenti studi e tecnologie avanzate di Mazda. Il SUV Mazda è ora dotato del sistema GVectoring Control Plus (GVC Plus), una versione avanzata che, attraverso i freni, esercita un controllo diretto sul momento d’imbardata, contribuendo a una migliore stabilità del veicolo. Da sottolineare che, in quest’ultima versione, modifiche hanno riguardato anche ammortizzatori e barre stabilizzatrici anteriori e posteriori, caratteristiche ottimizzate del servosterzo elettrico. Il sistema di trazione integrale intelligente di nuova generazione (con 27 sensori che monitorano le condizioni della strada e le intenzioni del conducente) è stato sviluppato con l’obiettivo di garantire la connessione fra conducente e strada in ogni circostanza e qualunque sia il livello di aderenza… e sul ghiaccio ce n’era assolutamente bisogno…
La versione Executive, che si colloca a metà della gamma, presenta dotazioni di livello superiore come cerchi in lega da 19“, Active Driving Display a colori con sistema riconoscimento dei segnali stradali, Monitor 360°, Sistema di frenata di emergenza in città anche posteriore e Sistema rilevazione stanchezza del guidatore. La versione Signature, al vertice della gamma, proietta la CX-5 ulteriormente in avanti in termini di qualità percepita. E’ infatti dotata di interni in pelle nappa Brown con finiture Deep Red, cerchi da 19“ con disegno esclusivo, inserti in vero legno su plancia e pannelli portiere, volante, sedili anteriori e posteriori riscaldabili, retrovisore interno “frameless”
nel bianco
Tutte le versioni adottano di serie il sistema per il monitoraggio posteriore del veicolo con avviso di pericolo in uscita dal parcheggio, c’è l’High Beam Control per il controllo automatico dei fari abbaglianti e il Lane Keep Assist System per il controllo del mantenimento della carreggiata. Questi sistemi, in aggiunta alla frenata di emergenza in città con rilevamento pedoni portano le dotazioni di sicurezza della CX-5 2019 a un livello di offerta ai vertici della categoria
nel bianco
Il sistema AWD intelligente di Mazda impiega 27 sensori per monitorare le condizioni della strada e le intenzioni del conducente, come la temperatura esterna, l’attivazione del tergicristallo, la pendenza della strada, l’angolo di sterzata e l’applicazione della valvola a farfalla, determinando immediatamente come distribuire la potenza tra le ruote anteriori e posteriori. Il giunto a controllo attivo della coppia Active Torque Control distribuisce nel posto giusto e al momento giusto la giusta quantità di coppia, massimizzando il grip ’sull’anteriore e sul posteriore tramite il preciso calcolo della aderenza richiesta da ogni ruota, anche quando le condizioni della strada cambiano in continuazione
nel bianco
Il team di design della CX-5 aveva bene in mente che l’aerodinamica è un aspetto assai importante nello sviluppo delle vetture. Il concetto aerodinamico Mazda ”ground line” punta infatti a rendere più facile il flusso d’aria lungo il sottoscocca e a stabilire un equilibrio tra il flusso dell’aria che passa sopra e sotto la carrozzeria, che poi convergono nella parte posteriore del veicolo. A questo scopo la calandra utilizza un’apertura a forma di condotto e sono state aggiunte delle parti posizionate aerodinamicamente in modo strategico. La CX-5 2019 è già disponibile in concessionaria con prezzi a partire da 29.400 Euro (versione 2.0L 165CV SKYACTIV-G 2WD benzina Evolve) e fino a 45.150 Euro per la versione top di gamma, Signature 2.2L 184 CV SKYACTIV-D AWD con cambio automatico
#ca
cheroba
LO SPECCHIO
Jaguar è tornata al Fuorisalone in occasione della Milan Design Week di metà aprile con una spettacolare installazione chiamata “The Future Legacy”. L’obiettivo era esplorare l’identità stilistica del marchio attraverso la silhouette decostruita della nuova XE
THE FUTURE LEG
DEL GIAGUARO
ACY
lo specchio del giaguaro
“L’ Ian Callum, Jaguar Director of Design, è nato a Dumfries, in Scozia. Ha frequentato la Glasgow School of Art per poi proseguire gli studi presso il Royal College of Art. Ha lavorato per 12 anni presso Ford, contribuendo alla progettazione della Escort RS Cosworth e della Ghia Via Concept. In seguito è diventato Chief Designer presso TWR, dove ha seguito l’Aston Martin DB7 e Vanquish. Entrato in Jaguar nel “99, Ian ha progettato, fra gli altri, i concept R-Coupé, RD-6 e C-X75. Il suo primo nuovo modello è stato XK, seguito da XF e XJ. A settembre 2012 è arrivata l’attesa F-TYPE, la prima due posti Jaguar dopo l’iconica E-Type, e poi è stata la volta di della XE. Nel 2015 Ian ha guidato il suo team nel lancio della F-PACE, il primo suv Jaguar, seguito nel 2017 dal suv compatto E-PACE e a marzo 2018 da I-PACE, la prima Jaguar totalmente elettrica. Callum è alla guida di un team di designer negli uffici di Coventry e ha ricevuto sei dottorati onorari da università di diverse parti del mondo
idea era di giungere ad una frammentazione dell’auto, usando questi grandi specchi geometrici. Gli specchi per loro natura riflettono e se da un lato l’uso degli specchi si riferisce al fatto che noi stessi, come Azienda, “riflettiamo” su cosa significhi la contemporaneità, dall’altro significa anche riflettere l’architettura del magnifico chiostro che ci ospita. Quindi c’è un rispetto della storia e, per quanto questa struttura sia molto “presente”, quasi scompare in quanto eterea e in quanto riflette l’eredità del luogo. Tutto quindi torna al significato dell’installazione stessa: rispetto del passato per creare qualcosa proiettato al futuro”. Chi ci ha regalato questa dotta spiegazione dell’installazione Jaguar alla Design Week di Milano 2019 è Andrea Rosati, “Design Manager Advanced Colour & Materials” di Jaguar. Giovane designer italiano (per la precisione di Brescia), laureato al Politecnico di Milano, Rosati sta vivendo con entusiasmo la sua avventura (di successo) in Jaguar, alla corte di uno dei “car stylist” più affermati e acclamati del mondo, Ian Callum, scozzese doc, indiscusso sovrano del design della Casa inglese. L’installazione del Giaguaro a Milano si chiamava “The Future Legacy” e tendeva ad esplorare l’identità stilistica del marchio. Il duo Callum&Rosati, per l’occasione, ha sviluppato un concept creativo che voleva raccontare la vera essenza del brand, ridisegnata per meglio rispondere alla “iper-movimentista” società contemporanea.
lo specchio del giaguaro
I nuovi interni sono caratterizzati da un esteso utilizzo di materiali soft-touch e nuovi rivestimenti per le portiere, che migliorano la fruibilità e la praticità. Il nuovo e tecnologico ambiente interno della XE offre un livello più elevato di comfort, qualità e connettività per tutti gli occupanti. Ogni aspetto dell’abitacolo è stato migliorato, rispetto alla prima versione, per incrementare la comodità, lo stivaggio e il benessere del passeggero. Su questa vettura è disponibile il sistema d’infotainment Jaguar Touch Pro Duo, derivato dalla I-PACE, che offre un immediato controllo grazie ad una coppia di touchscreen ad alta risoluzione. Sulla rinnovata XE sono disponibili anche il sistema di ricarica wireless per i dispositivi mobili e la tecnologia intelligente Smart Settings
lo specchio del giaguaro
Anche grazie alla collaborazione dello studio di architettura romano Mama Design, “The Future Legacy” si è concretizzata attraverso una Jaguar XE totalmente destrutturata, trasformata in un canvas che esaltava il linguaggio stilistico del brand e la natura creativa britannica.
La nuova Jaguar XE presenta un rinnovato design esterno, nuovi interni più lussuosi e nuove e avanzate tecnologie. Il rinnovamento stilistico degli esterni dona alla XE un aspetto più deciso e risoluto. Partendo sempre dalle affascinanti proporzioni della vettura originale, la vocazione sportiva della nuova XE è stata portata ad un livello superiore attraverso elementi stilistici contemporanei, ispirati alla sportiva F-TYPE. La XE ora appare più larga e più ribassata rispetto a prima, con aperture frontali più ampie, uno stile audace e forme più muscolose, in linea con le prestazioni e le avanzate qualità aerodinamiche della vettura
“Questa installazione – ha raccontato Ian Callum – ci offre l’opportunità di mostrare la bellezza dello stile e dell’ingegneria Jaguar prendendo come esempio la nuova XE, rappresentativa dell’interpretazione più recente della nostra filosofia di design. Mostrando la vettura nella sua forma più grezza, ed evidenziandone nello stesso tempo i componenti in modo individuale, abbiamo fatto ricorso all’immaginazione per ricreare le diverse anime di tali componenti, sottolineandone il cambio di carattere attraverso il colore e la struttura. Volevamo creare un’atmosfera che lasciasse al visitatore un’idea sia del lato serio che di quello giocoso di Jaguar”. La silhouette decostruita della nuova Jaguar XE era quindi il cuore dell’installazione “The Future Legacy”, esposta al centro del Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro Grassi. Elementi ridisegnati in modo eclettico, distribuiti in punti diversi dello spazio circostante, ricomponevano l’auto grazie ad un intrigante gioco prospettico di superfici a specchio. Un gioco di riflessi all’infinito, una sorta di breve viaggio attraverso heritage e innovazione, che invitata il visitatore a scoprire la Jaguar XE esposta, questa volta nella sua interezza, nel Cortile dell’Orologio di Palazzo Litta.
lo specchio del giaguaro
La nuova XE è equipaggiata di serie con una trasmissione automatica, che può essere abbinata sia alla trazione posteriore che a quella integrale. L’avanzato sistema AWD Jaguar con tecnologia torque on-demand e l’IntelligentDriveline Dynamics, assicurano la medesima sensazione di guida di una vettura a trazione posteriore, migliorando al contempo le prestazioni, la trazione e la sicurezza. Con il propulsore benzina da 300 CV e trazione integrale, la XE
è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h
in 5,7 secondi. La vettura è disponibile con un’ampia scelta di motori Ingenium, sia diesel che
benzina. Il 2,0 litri benzina viene offerto
nelle varianti da 250 e 300 CV, mentre l’efficiente D180 diesel eroga una potenza di 180 CV, con una coppia massima di 430 Nm e un consumo di carburante a partire da 4,9 litri ogni 100 chilometri di percorrenza
chebella
PEUGEOT 208
LA NUOVA CRINIERA DEL LEONE...
Le nuova “piccola” della casa transalpina lascia davvero a bocca aperta. E’ l’ennesima prova di come Peugeot, da alcuni anni, abbia imboccato una via stilistica decisamente nuova, innovativa e clamorosamente gradevole
di Alessandro Camorali
(Titolare di Camal Studio e docente IAAD)
la nuova criniera del leone...
Dev’
essere successo qualcosa di strano in una riunione del cda Peugeot di qualche anno fa. Qualcuno probabilmente ha alzato la mano e domandato: “…ma perché le nostre auto non si vendono più come prima?! Siamo pur sempre una tra le più storiche e innovative case automobilistiche del pianeta…”. E immagino pure che per una volta una persona presente abbia avuto il coraggio e il gusto di rispondere che le loro auto erano proprio brutte! Ma da quel fatidico giorno abbiamo assistito a una vera rivoluzione... su tutti i fronti e su tutti i modelli. Partendo dai furgoni, passando dai suv e le berline per finire con lei, la nuova 208. A parer mio la vettura che spaccherà il mercato del segmento di riferimento, un’auto che riassume nella forma più concreta questo nuovo cambio di tendenza, questo investimento fatto nello stile e nei contenuti, uscendo dalla “confort zone” e osando: stupendo! Io per primo ero rimasto colpito dalla 3008 e 5008 e anche dalla 508. Qualità percepita e scelte di ottimo gusto nelle linee e nei materiali. Esterni puliti ma di carattere, interni originali e futuristici, ricchi di dettagli che non sembrano essere di secondo piano rispetto alla “chiccosa” cugina DS! La 208 è piccola e compatta, prepotente nei volumi e graffiante nei dettagli. Aspetto morbido nelle sezioni dei paraurti con
Peugeot è stata anche quest’anno protagonista della Milano Design Week. Concepito e realizzato dal Peugeot Design Lab, uno spettacolo luminoso e sonoro ha fatto vivere ai visitatori un’esperienza artistica inedita. Il Leone, ambasciatore del Marchio dal 1858, nella sua dimensione monumentale è stato al centro di quest’avventura, circondato da un branco di altri quaranta leoni, a grandezza naturale, all’interno dell’installazione della Casa. Nuova Peugeot 208 era l’ospite d’onore dell’evento, esposta sia in versione termica che 100% elettrica, accanto alla meravigliosa coupé Peugeot e-Legend Concept e ad alcune biciclette della gamma Peugeot Cycles
la nuova criniera del leone...
superfici organiche che lasciano spazio a dettagli ben eseguiti. Il vetro laterale in prossimità del montante posteriore richiama il profilo della storica 208, tanto apprezzata nella versione GT negli anni ‘80. Intriganti gli artigli rossi nei fanali posteriori incastonati nella fascia nera orizzontale, ormai marchio di stile del brand, come pure i canini nei fari diurni anteriori, che spaccano la continuità del paraurti con energia estetica. Le ruote grandi e gli archi ruota, che richiamano soluzioni già viste sul concept e-legend (e nella versione sportiva carenati in stile rally) ci fanno capire come il design Peugeot ormai sia trasversale e imprescindibile nelle scelte future della casa francese. Gli interni sono di livello superiore rispetto al segmento di riferimento, la qualità dei materiali e la perizia di esecuzione delle componenti rendono il percepito di alto livello, a suo agio tra i più blasonati brand tedeschi. Il cruscotto è l’elemento di maggiore rilevanza: calamita tutta l’attenzione e sembra ideato per un concept piuttosto che un semplice elemento di serie. La cosa che però davvero stupisce è l’importanza che la Peugeot sta riservando alle versioni a motorizzazione elettrica, facendo quasi intendere di voler puntare per la 208 ad un futuro in quella direzione come maggiore ambizione. Un’auto già pensata per un futuro prossimo e in arrivo domani, bella e credibile, alla portata di tutti.
Lo “sguardo” della Peugeot e-Legend Concept è identificabile grazie alla firma luminosa con 3 artigli e due doppi moduli. La zona ancor più tecnologica è posizionata sotto i proiettori e contiene tutte le funzioni degli aiuti alla guida ADAS. L’intero paraurti anteriore si innesta sui parafanghi anteriori ed è scisso in due da una traversa di alluminio nero, eredità dei paraurti in acciaio inox cromato. Questo concept è mosso da un propulsore al 100% elettrico. Grazie alle batterie da 100 kWh, è in grado di sviluppare una coppia di 800 Nm e una potenza di 340 kW (462 CV) distribuite sulle quattro ruote motrici. Questo livello di prestazioni permette di coprire lo 0/100 km/h in meno di 4 secondi e di raggiungere una velocità massima di 220Km/h. L’autonomia è di 600 km in base al protocollo WLTP, di cui 500 km ottenibili in 25 minuti grazie a una ricarica rapida. Peugeot e-Legend Concept coltiva lo spirito zero vincoli tecnologici perché propone una ricarica a induzione
la nuova criniera del leone...
Nuova PEUGEOT e-208 è dotata di una batteria di grande capacità di 50 kWh che permette un’autonomia fino a 340 km secondo il nuovo protocollo di omologazione WLTP e di 450 km in base al precedente NEDC. Collegata al circuito di raffreddamento dell’abitacolo, la regolazione termica mediante circolazione di liq uido permette una ricarica rapida, un’autonomia ottimizzata e una maggiore durata in termini di vita degli accumulatori. Questa batteria è garantita 8 anni o 160 000 km. Le tre modalità di carica sono flessibili e adatte alle diverse situazioni quotidiane: • da una presa domestica classica o, per una ricarica completa in 16 ore, da una presa potenziata Green Up™ Legrand® con il cavo di ricarica fornito in dotazione • da una Wall Box: permette una ricarica completa in 5 ore e 15 minuti nella versione trifase (11 kW) o in 8 ore in monofase (7,4 kW) • da una colonnina di ricarica: la regolazione termica della batteria permette di utilizzare caricatori da 100 kW e raggiungere l’80% della ricarica in 30 minuti Nuova PEUGEOT e-208 offre anche una ricarica programmabile a distanza: dal touchscreen della 3D Connected Navigation o dall’applicazione MyPeugeot® sullo smartphone. Il sistema permette di avviare o interrompere la ricarica e di verificarne lo stato di carica
la nuova criniera del leone...
Per essere tra i primi a poterla guidare in Italia la Nuova e-208 è già oggi prenotabile online. Prima declinazione del concetto di transizione energetica la Nuova PEUGEOT e-208 è prenotabile nell’iconico allestimento GT Line e in 6 tinte di carrozzeria. In parallelo alla versione 100% elettrica, andando su http:// new208booking.peugeot.it sarà possibile configurare Nuova 208 GT Line anche con motorizzazione benzina o Diesel. L’offerta di noleggio privati a lungo termine è realizzata con Free2Move Lease e permette di mettersi alla guida di Nuova e-208 100% elettrica con un canone mensile di 349 euro: le versioni termiche hanno invece un canone mensile di 289 euro, uguale per benzina o diesel
la nuova criniera del leone...
e-Legend Concept si presenta con un’incofondibile firma luminosa con tre per una perfetta ergonomia del posto di guida. Gli occhi: le informazioni sono tutte sott’occhio, posizionate perfettamente nel campo visivo del conducente: il quadro strumenti del PEUGEOT i-Cockpit® 3D presenta le informazioni su due livelli di lettura. Il quadro strumenti digitale rialzato ora in 3D riporta le informazioni come in un ologramma. Le mani: i materiali sono gradevoli al tatto, l’assemblaggio è estremamente accurato, i comandi tattili o fisici sono posizionati proprio dove li si vorrebbero. Sin dal livello di allestimento Active, la plancia è imbottita e nella parte centrale presenta un elemento decorativo simile al carbonio, ma morbido al tatto. Il volante è derivato dalle Peugeot di segmento superiore. Il corpo: l’abitacolo crea uno spazio avvolgente intorno ai suoi occupanti. L’architettura dei portaoggetti è stata oggetto di grande attenzione mentre i sedili anteriori offrono un comfort eccellente abbinato a un perfetto contenimento
Per esprimere la sua visione tecnologica, Peugeot e-Legend Concept attinge alla tradizione grazie alla reinterpretazione dei grandi temi stilistici di un veicolo iconico della Casa, la 504 Coupé. Il concept presenta quindi una silhouette leggera, atletica, affusolata, con linee tese e un abitacolo spostato verso il retrotreno, dotato di ampie vetrature. La carrozzeria si riveste di una tinta grigio chiaro con sottili toni color champagne ma, in base alla luce esterna, il colore cambia passando da un tono cromo, che riflette tutto l’ambiente, a un aspetto metallo bronzo lucido. In base alla tipologia di traffico stradale o allo stato d’animo del guidatore, e-Legend propone quattro modalità di guida. Due modalità di guida autonoma: SOFT: privilegia il comfort degli occupanti. Proiezione sugli schermi di contenuti digitali e visualizzazioni di informazioni ridotte allo stretto necessario; SHARP: caratterizzazione precisa e dinamica del veicolo. Possibilità di massima connessione alle attività digitali (social network, agenda, ecc.) Due modalità di guida attiva: LEGEND: modalità «cruising» con richiamo dei tre quadranti della 504 Coupé e visualizzazione del legno trattato digitalmente sui diversi schermi; BOOST: guida dinamica e stimolante grazie alla potente motorizzazione elettrica
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cheleggenda
resto-mod
BUICK SUPER 8 CONVERTIBLE
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Leggendarie, esotiche e inequivocabilmente americane. Le cabriolet Made in USA del secondo dopoguerra sono entrate nell’immaginario collettivo grazie ai film di Hollywood, che ne hanno esaltato le proporzioni e le scintillanti cromature di carrozzerie e interni di Niccolò Gargiulo
resto-mod
Passano
i decenni ma il fascino delle “americane” del dopoguera rimane intatto. Oggi questi capolavori sono oggetti da collezione e perfetto bersaglio degli appassionati di restauri. Ma non solo, oggi oltreoceano e’ tutto un fiorire di “resto-mod”, ovvero la disciplina che dopo il restauro prevede la “customizzazione” del veicolo per creare la perfetta muscle car “masde in USA”, che trascende il passare del tempo. Certamente i “puristi” storcono il naso ma se ben approciato e realizzato il “restomod” puo’ avere uno suo dignitosissimo spazio. Presentata all’asta Barrett-Jackson di West Palm Beach in Florida (11-14 Aprile), questa Buick Super 8 Convertible del 1947 è una stupenda dimostrazione di come si possano “mettere le mani” su un capolavoro simile in modo rispettoso e con un certo gusto estetico. Nel nostro caso la carrozzeria è stata perfettamente restaurata dopo essere stata smontata pezzo per pezzo e oggi nasconde soluzioni tecnologiche al servizio del guidatore quali servosterzo, ammortizzatori e sospensioni dall’assetto regolabile per migliorare l’esperienza di guida. L’impianto frenante, di tutto rispetto, vede dischi ventilati da 14 pollici abbinarsi a pinze Wilwood e al sistema hydro-boost sviluppato da General Motors per la servo-frenata.
resto-mod
Il motore, di derivazione General Motors da 6,2 litri, è tutto nuovo e, da parte sua, l’impianto LSA Supercharged scatena a terra 580 cavalli e 745 Nm di coppia, in grado di trasformare (di nascosto) questa convertibile in un’autentica muscle car dei nostri tempi. Questo potente V8 è associato alla trasmissione 4L85E a quattro marce, anch’essa sviluppata da GM appositamente per gestire potenze di questa portata. Gli interni di questa Buick Super 8, mantengono il fascino delle vetture anni quaranta ma sono integrati dal comfort dei giorni nostri. Manettini e strumentazione sul cruscotto sono rimasti nelle loro posizioni originali, ma oggi utilizzano un mix di display analogici e digitali con lo schermo (per il controllo della radio e del navigatore satellitare) a farla da padrone, incastonato in una pulsantiera cromata. Il piantone dello sterzo è stato leggermente modificato per adattarsi al nuovo volante in pelle mentre i finestrini elettrici completano le modifiche a questa straordinaria vettura. Dettaglio conosciuto da pochi, il pulsante di accensione (al posto della chiave) era già presente sul modello originale del 1947. Per la cronaca la Buick Super 8 è stata la vettura battuta al prezzo più alto all’asta Barrett-Jackson di West Palm Beach, per la cifra da capogiro di 412,500 dollari! Chapeau…
Il possente V8 viene raffreddato attraverso un radiatore in alluminio “Be Cool” costruito appositamente e rifinito in nero “satin”. Per quanto riguarda l’alimentazione, va sottolineato il fatto che molte componenti sono di derivazione aeronautica, come il grandissimo serbatoio da oltre 140 litri, in acciaio, dotato di filtro per il carburante
resto-mod
Una curiosita’ riguarda le ruote, che sono delle Fosse da 18 pollici. Il cerchio bianco infatti fa parte delle ruote e non e’ dipinto sugli pneumatici, come avviene d’abitudine. Il restauro della Buick e’ stato completato nel marzo del 2018 e da allora l-auto ha viaggiato per quasi 2.000 chilometri senza alcun problema
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chemacchina
HYUNDAI IONIQ
LA SVOLTA
Ioniq rappresenta un passo importante nella corsa verso l’eccellenza di Hyundai, un gruppo che ogni giorno trae ispirazione e voglia di superarsi dall’incredibile storia del suo fondatore di Marco Cortesi
la svolta
La
Ioniq è indubbiamente un modello di svolta per la Hyundai ma, nel segno del suo fondatore, non c’è da stupirsi che il gruppo dell’estremo oriente sia in grado di realizzare grandi imprese. Partito da una povertà estrema, il signor ChungJu-Yung è arrivato a raggiungere enormi traguardi, primo tra tutti il progetto di riappacificazione più serio e di successo tra le due coree. Chissà cosa penserebbe oggi ChungJuYung della Ioniq. Guardando a cosa questo modello rappresenta oggi per la sua Hyundai, sicuramente il fondatore della casa coreana la annovererebbe tra i suoi più soddisfacenti risultati. Ma, per quanto importante, non sarebbe sicuramente al primo posto. In cima alla piramide c’è un altro momento, praticamente sconosciuto in Europa, di cui val la pena raccontare la storia.
La storia inizia con un bimbo, nato nella zona più povera della Corea da umilissimi agricoltori, che con una determinazione assoluta è sfuggito a un destino di miseria diventando prima uno degli uomini di maggior successo di sempre e poi andando oltre al puro significato delle sue realizzazioni. Coronata la sua fuga, tante volte tentata, Yung ha prima creato un gruppo leader nell’automotive, nelle costruzioni, nell’industria pesante, nel commercio e nel turismo, per poi compiere un importante passo in avanti, scoprendosi “motore” del processo di riconciliazione tra due delle nazioni più ostili al mondo. Le “sue” nazioni: Corea del Nord e Corea del Sud. 27 ottobre 1998. Quello sì che fu un successo per Chung. Cinquanta camion, ciascuno con 10 capi di bestiame a bordo, attraversano il Panmunjom, zona di delimitazione sul confine più blindato che esista. Con un gesto di rispetto verso la sua terra, che quando se ne era andato si trovava, come tutto il paese, sotto il giogo giapponese, Chung riuscì a rompere per un giorno il muro di una spietata dittatura che nel frattempo aveva portato, in quella che era la sua casa, fame e segregazione. A dare il senso della “chiusura”, il fatto che di mucche su quei camion non ce ne fossero 500, ma 501. In uno dei suoi tanti tentativi di fuga infatti, Chung si era procurato i soldi necessari ad andarsene a Seoul vendendo la mucca del povero padre che poi, complice la guerra e la separazione al 38° parallelo, non avrebbe mai più potuto vedere.
La stazione di Dorasan, da cui partivano i treni dei pendolari per il complesso, è ancora attiva e tuttora vista come un segno di speranza, anche se dal 2016 non parte più alcun convoglio. Ancora oggi i tabelloni in cima ai binari segnano una prossima partenza per Pyongyang in un augurio di pace per il futuro. Non è un caso che durante i tour per turisti all’interno della zona demilitarizzata, le guide siano orgogliose di spiegare come, grazie all’impegno del suo fondatore, la Hyundai sia tuttora l’azienda più rispettata della nazione, indipendentemente dai numeri e dai successi commerciali. Ovviamente tutto ciò non deve far dimenticare gli ottimi risultati dell’industria automobilistica Hyundai, per cui la Ioniq rappresenta un passo importante nella corsa verso l’eccellenza. Come detto, Chung fu uno dei più illuminati fautori della pace tra le due coree. La differenza, rispetto ad altri, è che lo fu nei fatti più che nelle parole. Nel 2004, sei anni dopo quella storica giornata, aprì i battenti, costruita e finanziata da Hyundai, la Kaesong Industrial Zone, un complesso industriale ai confini della Corea del Nord, in cui personale delle due nazioni lavorava fianco a fianco e che impiegava 53.000 lavoratori della Repubblica Popolare. Inoltre, vennero costruiti i necessari collegamenti, che nonostante nel frattempo le tensioni si siano acuite mettendo tutto in stand-by, continuano ad essere pronti per un futuro in cui si potrà riprendere la collaborazione.
la svolta
Ioniq è dotata di una batteria da quasi 9 Kwh che le permette di percorrere circa 60 chilometri (reali) in modalità elettrica. Quando si arriva a 1/4 di batteria residua, la modalità ibrida entra in automatico, così come quando si cercano accelerazioni violente o si imposta la modalità “sport”. Non è possibile fare accelerazioni brucianti con la sola batteria, per “assaggiare” il brivido della coppia immediata dell’elettrico ma, dopotutto, sono cose che nel quotidiano lasciano il tempo che trovano. La ricarica a casa impiega circa 3 ore. Con un costo intorno ai 30 centesimi a Kwh, considerando 3/4 di 9Kw, un “pieno” costa circa 2 euro. Non male, considerando i costi dell’elettricità salatissimi dell’Europa, e dell’Italia in particolare. Già quando si passa da una colonnina pubblica, il conto sale fino a quasi 50 centesimi rendendo il tutto sempre conveniente, ma meno strabiliante. L’utilizzo di un’auto di questo tipo presuppone, per trarne il massimo vantaggio, la disponibilità di un punto-corrente a casa
La
Hyundai Ioniq ha rappresentato un balzo in avanti non solo per Hyundai ma per il mondo delle vetture “green” in generale, fatto esplicitamente sottolineato dalle linee e dal design. Dopo anni di vetture dal “look and feel” sperimentale, spesso forzatamente avveniristico in tanti dettagli interni ed esterni, in Hyundai si è deciso di mettere in atto gli stessi principi che hanno garantito tanto apprezzamento a marchi come Fisker e Tesla. Pertanto, anche se la vettura è ecologica l’esperienza non si ferma al risparmio e alla tecnologia ma bisogna creare qualcosa di umanamente apprezzabile. La Ioniq è una macchina con linee pulite, anche aggressive se vogliamo. La forma a cuneo, immancabile per motivi aerodinamici, non è pesante. All’anteriore, spiccano fari e una calandra aggressivi, mentre al posteriore i fanali stop e luci sono sul profilo, dando un feeling sportivo, che ricorda quello di alcune muscle car americane (Dodge Charger in primis). All’interno la sensibilità è stata la medesima. La cura dei materiali è la stessa di una vettura tradizionale e le plastiche sono morbide, con un design gradevole e anche ricercato. Non c’è un eccesso di modernità per il puro gusto di averla, ma è tutto più naturale. Certo, alcuni dettagli sono prettamente coreani
la svolta
(senza accenti negativi), come la quantità di opzioni da tecnofili presente nei menu o la musichetta quando si accende o si spegne il quadro strumenti. Per chi è abituato alle sobrie vetture tedesche e’ una scoperta un po’ “originale”… ma per chi in Corea ci è stato è un simpatico richiamo, sembra un po’ di essere in metropolitana a Seoul. Tecnicamente, la Ioniq plug-in monta un propulsore termico aspirato a ciclo Atkinson, da 1.6 litri e 104 cavalli, e un motore elettrico da 44.5kw, che erogano insieme 141 cavalli, gestiti non da una trasmissione CVT ma da un vero cambio a 6 rapporti con doppia frizione. I propulsori sono entrambi all’avantreno, mentre la batteria agli ioni di litio da 8,9 Kw è collocata sotto il divano posteriore. Se la potenza è ben dimensionata e modulabile anche grazie all’efficiente integrazione delle modalità, full electric e ibrida, per quanto riguarda l’handling impressionano l’ottimo feeling di sterzo ma soprattutto di freni, considerando l’assenza dell’effetto on-off presente a volte su questo tipo di auto. Con sospensioni morbide e cerchi da solo 16 pollici, non c’è una grande sensazione sportiva, però lo sterzo è preciso e permette di impostare la curva come si vuole, senza risultare anestetizzato.
Eccellente la dotazione di serie, in particolare con l’allestimento “Style” che con un modesto sovrapprezzo offre un ottimo navigatore con touchscreen da 8 pollici, avvisi in uscita parcheggio, monitoraggio angoli ciechi, specchietti ripiegabili elettricamente, sedili a regolazione elettrica, audio premium, carica-batterie wireless per cellulari. Tutte le opzioni più interessanti sono disponibili anche col pacchetto “plus” a 1200 euro, prezzo interessantissimo considerando il valore incluso. Il listino parte da 35.000 euro, ma come sempre abbondano gli incentivi, e la Ioniq plug-in può essere acquistata da 31.000 euro, finanziabili a tasso zero con la possibilità di restituirla dopo due anni
la svolta
Un aspetto che dovrebbe essere normale ma che invece, purtroppo, viene a volte trascurato. Ad aiutare, la solidità dello schema McPherson all’anteriore e il buon multilink posteriore, che segue bene la traiettoria. Si apprezza anche la reattività del cambio, utilizzabile in una modalità manuale “vera”. Tuttavia, non se ne sente il bisogno, complice l’assetto tranquillo, non ha senso impostare una guida così “muscolare” da richiedere un timing aggressivo in staccata o in accelerazione. Meglio lasciar fare a lei: Ioniq sembra sapere il fatto suo. Anche se la dotazione in questo senso è ottima, c’è ancora da fare per quanto riguarda gli ADAS, ovvero gli aiuti alla guida, che sembrano perfino troppo poco invasivi e sono arricchibili in termini di opzioni. L’assistenza alla frenata di emergenza arriva più tardi che in altre vetture, e il sistema di controllo della corsia a volte fatica a riconoscere le linee (e altre volte le riconosce dove non ci sono). Il cruise control adattativo non ha funzioni di arresto completo e ripartenza. Diciamo che, sulla Ioniq, come in fondo su tutte le altre auto, gli aiuti sono prettamente di emergenza e non vanno abusati, ma qui la cosa appare molto chiara. Segno che ci sono margini di miglioramento e, per certi versi, si vuole responsabilizza chi guida.
la svolta
Tre consigli di guida ecologica con auto ibride • Le frenate devono essere (se non c’è nessuna emergenza) meno violente. Una frenata violenta infatti eccede la massima capacità di ricarica dei sistemi ibridi e l’energia di conseguenza va persa. Si dovrebbe sempre cercare di rimanere al limite dell’indicatore “Charge” sul cruscotto • Pulse and glide. E’ necessaria molta più energia per raggiungere una certa velocità che per mantenerla costante, per cui, dopo aver raggiunto la velocità desiderata con l’assistenza del motore termico, si può rilasciare il gas per far entrare in funzione la modalità elettrica, e poi riapplicarlo utilizzando solo la “corrente” per mantenere l’andatura. La vettura tenderà a restare in elettrico, a meno non ci siano richieste di potenza o batteria troppo bassa. In questo modo si possono percorrere lunghe distanze a velocità costante utilizzando pochissima energia • Guardare lontano… ma questo vale anche per le auto tradizionali. Se a 300 metri c’è una rotonda, è inutile accelerare violentemente. Se c’è un semaforo rosso, inutile mantenere la velocità e poi “inchiodare”, meglio rilasciare l’acceleratore e rigenerare energia. Nel frattempo magari diventerà verde. Già alcune vetture, proprio come la Ioniq, in combinazione coi navigatori, forniscono indicazioni sulla guida ecologica in relazione alla strada che si ha davanti, ad esempio suggerendo di alzare il piede in anticipo rispetto a rotonde e incroci
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chemacchina
TRADIZIONE VOLVO XC40
Non sorprendono le continue spinte di Volvo sul fronte della sicurezza, sia in termini di nuove tecnologie che di invito a comportamenti piÚ etici e corretti. La ricerca di maggiore sicurezza è nel dna di Volvo e la bella XC40 ne raccoglie, orgogliosamente, il testimone
EVOLUZIONE
tradizionevoluzione
Da
sempre la ricerca della massima sicurezza detta la rotta in casa Volvo. A Volvo, ad esempio, si deve l’introduzione nel 1959 della cintura di sicurezza a tre punti, che si stima abbia salvato oltre un milione di vite umane in tutto il mondo, non solo su vetture di produzione Volvo ma anche su veicoli di altre marche. Per ricordare questa pietra miliare ora Volvo lancia il Progetto E.V.A. un’iniziativa che mette in evidenza come i sistemi di sicurezza delle auto non proteggano tutti allo stesso modo. Il Progetto E.V.A. dimostra, sulla base delle ricerche condotte da Volvo e dei risultati di molti altri studi, che le donne sono esposte a un rischio maggiore di subire determinate lesioni in caso di incidente automobilistico. Ad esempio, già le differenze anatomiche e di forza della muscolatura del collo, che sono tipiche della donna e dell’uomo medio, implicano che le donne hanno una maggiore probabilità di subire traumi da colpo di frusta. Basandosi su questi studi e sui dati d’impatto da essa raccolti, la Casa svedese ha
da tempo creato dei manichini per crash test virtuali di caratteristiche differenti, allo scopo di comprendere meglio le dinamiche di questi incidenti e sviluppare tecnologie di sicurezza in grado di proteggere, in egual misura, le donne e gli uomini. Il primo risultato di questi studi fu nel 1998 il sistema di protezione WHIPS, atto a prevenire le lesioni prodotte dal colpo di frusta. Tra l’altro WHIPS ha contribuito non poco a definire il profilo distintivo dei sedili e dei poggiatesta delle Volvo. Più di recente, i dati delle ricerche di Volvo Cars hanno evidenziato un problema relativo alle lesioni nel tratto lombare, o parte bassa della schiena, che interessa tutte le persone indipendentemente dal sesso o dalla corporatura. Ulteriori analisi e studi hanno portato Volvo a focalizzarsi sulle lesioni a seguito dell’uscita di carreggiata del veicolo. La tecnologia sviluppata sulla base di questi studi, introdotta per la prima volta sulla XC90 e ora presente su tutte le vetture basate sulla piattaforma SPA, è un dispositivo di assorbimento dell’energia nei sedili che va ben oltre quello che è il requisito normativo per le Case automobilistiche.
tradizionevoluzione
In linea con l’andamento positivo globale del brand, Volvo Car Italia chiude il primo trimestre 2019 in modo estremamente positivo con un volume di auto consegnate pari a 5.687 unità, dato che significa una crescita del 37,8% rispetto a quanto ottenuto nello stesso periodo dello scorso anno (erano state 4.126 le vetture consegnate). Il risultato acquisisce valore ulteriore alla luce dell’andamento sensibilmente negativo del mercato, che ha consuntivato 537.289 vetture consegnate contro le 574.803 dello scorso anno facendo segnare, dunque, un calo del 6,5%. A giocare un ruolo importante nel risultato ottenuto da Volvo è stata senz’altro la XC40, del quale spicca il dato di 1.700 vetture consegnate
La
XC40 è la prima automobile basata sull’architettura Volvo CMA (Architettura Modulare Compatta), un’avanzata piattaforma modulare per veicoli sviluppata dalla Casa che costituirà la base di tutte le prossime Volvo della Serie 40. La CMA è il risultato di una collaborazione congiunta con il Gruppo Geely e garantisce a Volvo le economie di scala necessarie per questo segmento.
La tecnologia City Safety di Volvo, inclusa nella dotazione standard di tutti i modelli Volvo, unisce la funzionalità di frenata automatica ai sistemi che tendono ad evitare le collisioni, con lo scop di coprire numerosi scenari di potenziale incidente e tutelare chi è a bordo. City Safety è l’unico sistema in vendita sul mercato in grado di rilevare la presenza di pedoni, ciclisti e animali di grandi dimensioni.
Questo modello introduce un nuovo livello di sicurezza nel segmento dei SUV compatti di lusso, poiché vanta a bordo le pluri-premiate tecnologie di sicurezza che hanno reso famose le Volvo della Serie 90 e 60. I dispositivi di sicurezza e di assistenza alla guida della XC40 includono i sistemi di Volvo Pilot Assist, City Safety (nella versione più recente), Run-off Road Protection & Mitigation a tutela degli occupanti in caso di uscite di carreggiata, Cross Traffic Alert con assistenza alla frenata e telecamera a 360° per facilitare le manovre di parcheggio in spazi limitati. Queste e altre tecnologie fanno della XC40 uno dei SUV compatti di lusso meglio equipaggiati.
Da un punto di vista stilistico, la XC40 non passa inosservata, grazie ad una riuscito mix tra tradizione “made in Volvo” e alcune (riuscite) fughe in avanti. La XC40 si distingue per un forte design grafico, un’immagine di robustezza e qualità e un’indole molto “giovanil-modaiola” in termini di colori e materiali. All’interno la vettura è spaziosa più di quanto ci si potrebbe immaginare viste le dimensioni esterne. Si percepisce immediatamente un approccio innovativo orientato a una grande funzionalità. Un’ingegnosa progettazione degli interni offre numerosi vani portaoggetti e di carico, ampi e intelligenti, sotto i sedili e nel bagagliaio. Interessantissime novità
tradizionevoluzione
includono un contenitore estraibile collocato nella console centrale, un piccolo gancio a scomparsa all’interno del cassetto portaoggetti e speciali scanalature dove inserire le carte di credito e altre carte. Gli acquirenti della XC40 possono al momento scegliere fra diversi livelli di allestimenti: il livello base, le varianti di lancio Momentum e R-Design, più la nuova e lussuosa variante Inscription. Gli allestimenti Inscription includono, per quanto riguarda l’esterno della vettura, cerchi di diverse dimensioni (18”, 19” o 20”), piastre paracolpi esclusive, griglia a nido d’ape, finestrini cromati e tinte della carrozzeria dedicate. Internamente, l’allestimento Inscription prevede un pomello del cambio in cristallo dal design innovativo e suggestivi dettagli in legno, introdotti per la prima volta da Volvo sul pluripremiato SUV medio XC60. Chi sceglie una XC40 potrà inoltre sbizzarrirsi scegliendo fra numerosissimi accessori quali i cerchi in lega neri taglio diamante da 21” e il nuovo kit di personalizzazione che include piastre paracolpi in acciaio inox spazzolato e terminali di scarico doppi integrati.
Tutte le nuove Volvo sono connesse alla Rete, grazie al sistema di infotainment con connessione Internet, Sensus. Il nuovo sistema è dotato di schermo touch intuitivo che funge da interfaccia utente e include comandi dell’auto, sistema di navigazione, servizi in connettività e applicazioni di intrattenimento a bordo quali Spotify, Pandora, Baidu o TuneIn. Lo schermo con tecnologia touch consente di accedere con facilità e velocemente a tutta una serie di funzioni. È disponibile anche l’integrazione dello smartphone con Apple CarPlay e Android Auto. La XC40 è equipaggiata con i propulsori diesel e benzina, abbinati a un cambio automatico a 8 rapporti o manuale a 6 rapporti. Va sottolineato il fatto che la XC40 è il primo modello Volvo ad utilizzare il nuovo motore a tre cilindri sviluppato dalla Casa, basato sulla stessa concezione modulare delle sue unità a quattro cilindri. Attualmente l’unità a tre cilindri è abbinata a una trasmissione a sei velocità, mentre il prossimo anno sarà disponibile, su richiesta, anche la variante a otto rapporti.
Impegnata nel raggiungimento dell’obiettivo di azzeramento della mortalità per incidente a bordo delle proprie auto sancito dalla propria Vision 2020 e consapevole che la tecnologia da sola non consente di raggiungere la “quota zero”, Volvo Cars ha deciso di ampliare il proprio raggio d’azione occupandosi anche dei comportamenti di chi guida. Derivano da questa posizione le iniziative e i dispositivi che Volvo implementerà a partire dal 2020: • limitazione della velocità massima delle proprie auto a 180 Km/h; • possibilità di limitare automaticamente la velocità nei pressi di scuole e ospedali abbinando un dispositivo di controllo della velocità intelligente alla tecnologia di geofencing • possibilità di determinare di volta in volta la velocità massima dell’auto in caso di sharing attraverso la Care Key; • monitoraggio della guida attraverso telecamere e intervento in automatico del veicolo in caso di pericolo per contrastare gli effetti della distrazione o della guida in stato di alterazione psicofisica.
tradizionevoluzione
Contestualmente al lancio della XC40, Volvo Cars reinventa anche il modello tradizionale di proprietà dell’auto introducendo il nuovo servizio su abbonamento ‘Care by Volvo’. Grazie a Care by Volvo, introdotto per la prima volta sulla XC40 e disponibile dal lancio, possedere un’automobile diventa facile tanto quanto avere un cellulare. Con un abbonamento mensile a canone fisso si eliminano infatti acconti, trattative sul prezzo e differenze di listino legate al mercato locale. A seconda della disponibilità nel Paese di acquisto, Care by Volvo includerà anche l’accesso a una serie di servizi digitali con ritiro e riconsegna della vettura come, ad esempio, il rifornimento di carburante, il lavaggio dell’auto, il prelievo dell’auto per assistenza tecnica e il recapito alla vettura degli acquisti fatti online. La XC40 con Care by Volvo può essere ordinata online a partire da oggi su alcuni mercati selezionati. I possessori di una XC40 saranno i primi clienti Volvo a poter condividere la propria auto con amici e familiari attraverso il servizio Volvo on Call con nuova tecnologia a chiave digitale. Il car sharing sarà incluso nel pacchetto offerto ai clienti Care by Volvo
Il nuovo tre cilindri è stato inoltre espressamente progettato per consentirne l’integrazione nelle vetture ibride plug-in Twin Engine. Un sistema di propulsione ibrido e un’opzione di alimentazione esclusivamente elettrica saranno disponibili in un secondo tempo per la XC40. La potenza erogata va, a seconda dei propulsori, dai 150 ai 247 CV, mentre è prossima l’introduzione di un’unità ibrida plug-in a benzina. Noi abbiamo provato la versione a tre cilindri T3 a benzina. La XC40 si guida bene in ogni situazione e gli oltre 160 cavalli sono
godibili grazie ad una coppia (e progressione) gradevole e senza buchi. Questa auto non è certo una sportiva ma se chiedete potenza potenza avrete e nelle partenze da fermo bisogna parzializzare un po’ l’accelerazione se non si vuole lasciare una striscia nera sull’asfalto. Ottimo il cambio a sei marce e ottimi (come nella tradizione della Casa) frenata e handling, nonostante la notevole altezza del veicolo. In città la maneggevolezza è apprezzabile mentre in autostrada la comodità e la silenziosità spingono “naturalmente” verso una guida rilassata.
tradizionevoluzione
tradizionevoluzione
Ottimo comportamento, a fine marzo, delle veterane Volvo in occasione della Milano-Sanremo, la più antica gara d’Italia, tornata alla ribalta da un paio di anni, come prova di regolarità per vetture d’epoca. Tra le tantissime (e bellissime) partecipanti la Volvo PV 444 di Antonino Margiotta e Valentina La Chiana si è classificata seconda, preceduta solo dalla FIAT 508 di Alberto Aliverti e Stefano Cadei. Ottima terza l’altra svedese (una P 120) dell’equipaggio Massimo Zanasi – Barbara Bertini
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checorse
PARTITE IN TUTTO IL MONDO LE SERIE TCR
PRIMI BOTTI
Il 2019 è partito con un vero botto. La gara di Marrakech ha visto la prima vittoria di sempre di una vettura cinese in una gara iridata… e anche in Italia non ci siamo fatti mancare nulla…
primi botti
E’
iniziato in modo scoppiettante il Mondiale Turismo 2019. La prima tappa del WTCR, andata in onda a Marrakesh (Marocco) a inizio aprile passerà infatti alla storia per essere stata la prima gara “iridata” nella storia dell’automobilismo ad essere vinta da un costruttore Cinese. La gara 3 del week end maghrebino è infatti stata appannaggio dell’esperto svedese Thed Bjork al volante della sua Lynk & Co 03, che ha regolato gli avversari in una gara che era stata guidata, nelle prime tornate, dal suo compagno di squadra Yvan Muller (francese, altra vecchia conoscenza delle gare turismo). Vale la pena ricordare che Lynk & Co è un brand del gruppo Geely, a cui fa capo anche Volvo. E la 03 portata in pista dalla Cyan Racing (che altri non è che il reparto corse di Geely) ha parentele molto evidenti con le vetture svedesi, a partire dalla piattaforma che condivide con le Volvo 40. D’altra parte il primo round del mondiale (che ricordiamo consta di tre gare per week end) non è certo stato noioso, con tre marchi a dividersi le tre gare. Prima della vittoria cinese in gara tre erano stati infatti l’argentino Esteban Guerreri (con una velocissima Honda Civic Type R TCR) e il nostro inossidabile Gabriele Tarquini (Hyundai) a trionfare rispettivamente in gara uno e gara due. Ma la categoria TCR ha iniziato a far divertire un po’ in tutto il mondo, con una serie
primi botti
Ha destato curiosità nel paddock di Monza la presenza di una Golf con i colori Guida Sicura Bosch. La Golf in oggetto (che partecipa alla serie DSG Endurance con Gian Maria Gabbiani e Andrea Larini) promuove l’interessante iniziativa del gruppo tedesco rivolta alle imprese che vogliono offrire un corso di guida sicura ai propri collaboratori. Nel 2018 il corso ha coinvolto oltre 150 collaboratori Bosch in 9 sessioni. L’obiettivo 2019 è di raddoppiare il numero degli iscritti, nonché di estendere l’offerta anche a società esterne a Bosch. Il corso ha la durata di un giorno (presso l’Autodromo di Franciacorta, Castrezzato - BS) ed è composto da una parte teorica e da una parte pratica, realizzata in pista e su aree attrezzate anche con fondo a bassa aderenza. Inoltre il corso offre la possibilità di effettuare una diagnosi personalizzata dello stile di guida e dello stato del veicolo che si utilizza quotidianamente
primi botti
Dopo il secondo round in Ungheria il mondiale parla argentino… e giapponese. Due delle tre gare di Budapest sono infatti state vinte dall’argentino Nestor Girolami, ora in testa al campionato seguito dal connazionale (e compagno di squadra) Esteban Guerrieri. I due hanno goduto di una Honda Civic in gran forma, che ha messo dietro la concorrenza con autorita’ lascinado la terza corsa all’inossidabile Gabriele Tarquini e la sua Hyundai i30. Ricordiamo che le Honda Civic TCR sono preparate dalla JAS Motorsport nei pressi di Milano Foto Honda Pro Racing / David Noels
Per la cronaca a Monza,nella prima domenica di Aprile, a vincere nella gara TCR DSG Endurance è stata la Cupra di Giovanni e Alessandro Altoè (nella foto), che ha preceduto di pochissimo l’Audi che Nicola Guida condivideva con il rientrante Dindo Capello. Nelle due gare del TCR Sprint successi del russo Klim Gavrilov e di Enrico Bettera (nella foto), entrambi al volante di un’Audi RS3 LMS
primi botti
infinita di campionati continentali e nazionali… e anche in Italia la primavera ha portato qualche novità. Per la serie “non ci facciamo mancare niente”, nel primo week end di aprile a Monza, sono partiti infatti non uno ma ben due Campionati Italiani. A fianco del logico Campionato Italiano TCR Sprint (due gare da 25 minuti più un giro) è cominciato anche il Campionato TCR Endurance e, a dire il vero, quest’ultimo è parso più in salute del “titolare”. Il campionato Endurance è riservato alle vetture che adottano i cambi DSG, in pratica monopolio del gruppo Volkswagen… e infatti in pista si sono viste solo Cupra, Audi RS3 e VW Golf. Nato per dare una nuova prospettiva agonistica a queste automobili, teoricamente meno competitive di altre per via del cambio DSG, il trofeo Endurance a Monza si è presentato con una griglia di tutto rispetto, addirittura più affollata di quella del campionato TCR Sprint. Cosa manca al campionato Sprint è infatti la presenza di brand avversari del colosso tedesco VW, se infatti togliamo da questa griglia Cupra e Audi resta ben poco… pochissime auto (Hyundai, Alfa, ecc.) da contare sulle dita di una mano. E se, come teoricamente possibile, le varie Cupra e Audi emigrassero nella serie Endurance il Campionato Italiano TCR Sprint sarebbe praticamente abortito. Stiamo a vedere.
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chefuoristrada
Campionato Italiano VelocitĂ Fuoristrada
Comunemente conosciuto con l’acronimo CIVF, il “Campionato Italiano Velocità Fuoristrada” è nato quarant’anni fa e dal 2015, a seguito dell’accordo tra Federazione Italiana Fuoristrada ed ACI SPORT, è tornato sotto la guida e la gestione della F.I.F. di Salvo Venuti
nessun limite
N
essun limite. Se dovete pensare a qualcuno che non si pone limiti ebbene, pensate a questi iper-appassionati e coraggiosi piloti, pensate alle loro incredibili automobili. E alle loro imprese, sconosciute alla grande platea eppure così spettacolari e… senza limiti.
Questa tribù si ritrova spesso, durante la bella stagione, per gareggiare su circuiti brevi (e clamorosamente difficili) nella più pazza delle specialità automobilistiche. Non è rallycross (roba da signorine) e neppure semplice velocità su terra (li il tracciato è troppo piatto) ma trattasi di Velocità Fuoristrada. Quindi velocità: vince chi va più forte, chi stacca i migliori tempi in una serie di giri cronometrati, come una sequenza di “Q3” da Formula 1. E fuoristrada, di quello vero, seppur nell’ambito di brevi circuiti. Insomma, come una Dakar in miniatura. La Velocità Fuoristrada è una delle attività sportive più antiche nell’ambito dei campionati nazionali relativi alla disciplina fuoristrada, ed è comunemente conosciuto con l’acronimo CIVF. Nato nel 1975 semplicemente come “Campionato Italiano Fuoristrada” e nel 2015, a quarant’anni dalla nascita, in seguito al nuovo accordo tra Federazione Italiana Fuoristrada ed ACI SPORT, la FIF ne ha la guida e la gestione. Da allora il campionato è stato ribattezzato “CIVF by FIF”, sono stati determinati nuovi obiettivi ed è stata messa a punto una formula arricchita e migliorata, per incentivare lo spettacolo utilizzando piste off road e gli “autodromi” naturali che certamente non mancano nel nostro Pease.
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Quelle del CIVF sono gare nelle quali bisogna superare, nel minor tempo possibile, le asperità naturali di terreni non proprio confortevoli… e spesso la realtà supera l’immaginazione. Possono parteciparvi veicoli da fuoristrada, pick up e suv a quattro o più ruote motrici, atti a percorrere terreni accidentati ed omologati 4x4 dalla FIA e/o da ACI Sport.
Per ragioni di sicurezza sono invece escluse le automobili alimentate a GPL e metano. L’apertura delle ostilità per il 2019 è avvenuta a inizio aprile, nella magnifica cornice di Polcanto, in Toscana. Al termine di una lunga e impegnativa serie di prove cronometrate la vittoria è arrisa a Lagrotteria e Mainfredi che, alla gida di una perfetta Equivoque 2.0, hanno risolto a proprio favore la serrata sfida con Stefano Fioroni (Suzuki) e Duilio Lonardi (Can Am X3/1.0 T). Da sottolineare anche la gara del il biellese Alberto Gazzetta, che grazie ad una serie di prestazioni di assoluto valore, è giunto ad un passo dal podio, piazzandosi quarto con la Ford Fiesta 2.0 T. Da parte sua Marco Tonella si è messo in evidenza tra i giovani, con la Suzuki Sj 1.6 con la quale si è affermato in Classe A1, precedendo la grintosa Veronica Bonicelli, con la Suzuki Samurai 1.3. Un risultato incoraggiante, che lascia spazio a futuri scenari vincenti, l’ha infine conseguito Andrea Pizzato con la Suzuki Vitara 1.6 derivata dalla serie. Pizzato si è imposto in classe N1, mentre Ivan Martorelli non si è lasciato sfuggire l’occasione per imporsi nella classe TM 2.2 su Polaris Razor 1.0.
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Classifica assoluta Polcanto 1. Lagrotteria ‐ Mainfredi (Equivoque/2.0) in 59’32”92 2. Fioroni (Suzuki W4/1998) in 1h02’46”80 3. Lonardi (Can Am X3/1.0 T Tm2.1) in 1h03’43”33 4. Gazzetta ‐ Cortese (Ford Fiesta/2.0 T ) in 1:06:04,68 5. Tonella (Suzuki Sj/1.6) in 1h19’26,09 6. Pizzato (N1 Suzuki Vitara/1.6) in 01h42’33,47 7. Martorelli (Tm2.2 Polaris Razor/1.0) in 1h43’58,84 8. Peretto ‐ S.Monteleone (B1 Jeep M‐Kj/3.2) in 10h54’30 9. Adriani (TM2.2 Artic Cat/1.0) 11h07’26,14 10. Bonicelli (A1 Suzuki Samurai/1.3) in 11h11’:28”71
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Calendario CIF by F.I.F. 2019 • • • • • •
6/7 aprile 7° Trofeo F.I.F. a Polcanto (FI) 11/12 maggio 2° trofeo Città di Palagano Allpromotion2 (MO) 8/9 giugno Sassello (SV) 6/7 luglio 1° Trofeo Hunter Motorsport a Ceriano Laghetto (MB) 7/8 settembre 33° Trofeo Veglio 4x4 (BI) 5/6 Ottobre 3° Trofeo Città di Modena Allpromotion2 (MO)
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cheamerica
Una nuova avventura tra Asia e California
Il Futuro di Qia Il Futuro di
La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti non sembra aver fermato la californiana Mullen, che commercializza la supercar Qiantu K50 negli Stati Uniti. Restano comunque alcune domande in sospeso
di Niccolò Gargiulo
antu K50
Qiantu K50
Il futuro di Qiantu
Dopo
la firma dell’accordo tra l’azienda californiana Mullen e il costruttore cinese Qiantu (che in cinese significa “futuro”) è stata recentemente presentata al salone di New York quella che sarà la vettura di punta del binomio sino-americano, la supercar elettrica Qiantu K50. La K50 verrà assemblata in California e distribuita al pubblico americano da Mul-
len, che vanta la preparazione per lavorare al meglio sul telaio di alluminio leggero e sui due motori elettrici (il primo sull’asse anteriore, il secondo al posteriore) che insieme raggiungono la ragguardevole potenza di 320 Kw per scatenare a terra più di 410 cavalli. Il sistema RESS (Rechargeable Energy Storage System) di stoccaggio delle batterie è stato sviluppato direttamente da Qiantu e prevede
un efficiente sistema idraulico di gestione della temperatura delle dieci batteri, che risolve non solo i problemi di surriscaldamento ma anche di temperatura troppo bassa delle stesse all’accensione. Il design moderno e le linee aerodinamiche della K50 nascondono un’altra interessante soluzione. Sul tettuccio è infatti presente un pannello solare che funge da fonte per il riscaldamento dell’aria, quando i passeggeri
selezionano una temperatura dell’abitacolo superiore ai 25 gradi. Rimangono tuttavia alcune questioni da chiarire. Ci sono “rumors” che indicano ritardi nel delicato processo di omologazione per questo tipo di vetture negli USA. Ne consegue che la data di commercializzazione della supercar elettrica, prevista inizialmente per meta’ 2020, non è ancora stata annunciata con precisione.
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La cavalcata di mr. Glickenhaus
IL SOGNO DI
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Jim Glickenhaus è diventato famoso, oltre che come regista e miliardario, per aver commissionato la splendida Ferrari P4/5 e averne portato in pista una versione da gara. Ma la sua struttura, la Scuderia Cameron Glickenhaus, è rapidamente cresciuta e ora vuole fare le cose in grande di Marco Cortesi Fotografie Michael Young, Hide Hishiura e Chris Szczypala
il sogno di Jim
Dal La SCG 003 Racing impegnata al Nurburgring
commissionare un esemplare unico a… produrne una serie, Jim Glickenhaus sta avendo un’escalation continua. Il magnate americano, noto come regista e produttore cinematografico, ma anche a capo di un impero finanziario fondato dal padre, è prima di tutto un appassionato di belle macchine. Si è “fatto le ossa” come collezionista diventando uno dei più noti al mondo… ma questa è stata solo la prima parte della sua avventura nel mondo dei motori. Approcciato da Pininfarina, che aveva in programma di produrre delle one-off su base Ferrari, Glickenhaus propose un’idea per ridare vita ai celebri prototipi degli anni ’60, suo vero grande amore. Decise così di aderire al progetto, e diede impulso alla creazione della Ferrari P4-5 by Pininfarina, una vettura, basata sulla Enzo, talmente bella che fu lo stesso Luca di Montezemolo a permettere l’utilizzo dei marchi ufficiali, identificandola come Ferrari a tutti gli effetti. A quel punto, Glickenhaus, come spesso capita, si fece prendere la mano. E dopo aver portato in pista la P4-5, realizzandone un esemplare di fatto nuovo, con la sua Scuderia Cameron Glickenhaus (Cameron è il cognome della moglie Meg) arrivò ben presto la decisione di avviare la produzione indipendente. La prima vettura, la SCG 003, definì una vera scala di valori e oggi il progetto della Scuderia è arrivato alla soglia della trasformazione in casa automobilistica vera e propria. L’ideale di Glickenhaus è quello di una sportiva vera, capace di competere nelle
Dato che Glickenhaus è, come detto, uomo da rapida escalation, ci sono in cantiere altri evocativi progetti. Il primo è quello di una GT dalle forme classiche, ispirata alla Ferrari 250 GTO e disponibile in versione coupé e spider. Una macchina però dalla tecnologia moderna, tanto che sarà utilizzabile, nel progetto, anche per le competizioni GT4, la classe dai costi (relativamente) ridotti che vede al via vetture più legate alla produzione
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La bellissima gran turismo SCG 004
Altro progetto in cantiere è quello di un buggy ad altissime prestazioni. Nel caso non si voglia usare la propria vettura da corsa per tornare a casa dopo la gara, perché non trainarla con stile “racing”, e magari a metà strada fermarsi per una competizione offroad? L’SCG Boot (letteralmente lo “stivale”) è ispirato al celebre buggy guidato da Steve McQueen nella Baja 1000, la più famosa competizione off road del nord America, che si corre in Baja California, Messico. Ovviamente, Glickenhaus è anche fan di Steve McQueen, e possiede il Boot originale nella sua collezione. Anche in questo caso ci saranno due declinazioni, da gara e da strada, che saranno spinte da motori GM, ma sarà possibile anche “incrociarne” le destinazioni d’uso. La Scuderia ha infatti in programma di targare la prima versione “Race”, andare a correre la Baja 1000 e poi rientrare in sede
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La Hyper Car SCG 007 in costruzione con obiettivo Le Mans 2021
maggiori competizioni mondiali ma, una volta finita la gara, di essere anche utilizzabile per andare a festeggiare, bevendo una coppa di champagne, o tornando subito a casa. Per questo realizzò la SCG-003 con un telaio modulare, che consentiva un cambio veloce di powertrain, da “racing” a stradale. Altro valore emerso in modo netto, la progettualità italiana, con il coinvolgimento di tante risorse d’eccellenze del torinese quali LM Gianetti, N Technology, Pro.To, sempre sotto la guida di Paolo Garella, poi fondatore della Manifattura Automobili Torino. E proprio a Torino nascerà la punta di diamante del futuro di Glickenhaus, la HyperCar SCG 007 per correre a Le Mans. Sarà, nelle intenzioni, messa in pista nel 2020 per poi prendere il via della stagione 2020-2021 del Mondiale Endurance. Inoltre sono previsti 25 esemplari stradali. Ma in progetto c’è anche la SCG004, vettura declinabile nei due principali set di regole per le GT da corsa, GTE (quelle che corrono a Le Mans) e GT3. Questa vettura concretizzerà in pieno l’idea di progetto utilizzabile per la pista e per la vita di tutti i giorni; al modello “racing” si aggiungeranno una vettura da track-day e una vera gran turismo stradale. Una delle chicche della SCG 004 sarà il layout degli interni, con guida centrale e tre posti, in stile McLaren F1 anni 90. La vettura, che nel progetto è prevista con telaio e carrozzeria in carbonio, dovrebbe essere spinta da un motore V8 sovralimentato da 650 cavalli. Da sottolineare il fatto che queste automobili verranno prodotte, a mano, in una nuova sede in Connecticut.
La SCG 003 in versione stradale
Quanto costeranno le nuove SCG di casa Glickenhaus? Considerato che il magnate statunitense, per il suo amore di una vita, le Ferrari serie “P”, ha speso decine di milioni, inclusi i 50 del progetto P45, viene da dire… sicuramente tanto. Tuttavia, non è così scontato. Se si vorranno vendere le versioni da gara a piloti e scuderie, il prezzo dovrà essere concorrenziale con le altre proposte. Dopotutto, chi delle corse fa il proprio lavoro, spesso non ha un amore così… incondizionato!
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