Nr.
47
Maggio 2020
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LA LEXUS TATUATA! ELETTRICA!
MINI Cooper SE
Nuova DR 5.0
Nr.
47
Maggio 2020
IN QUESTO NUMERO
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#chefoto! #cheroba!
Lexus Tattoo - VIDEO La Mini e il gallo - VIDEO
#chebella!
Rivian, Nikola, Neuron - VIDEO
#chemacchina! Alpine A 110 - VIDEO
#cheleggenda!
Lancia Aurelia B20 “Bracco” Ferrari 250 GTE Polizia
PRONTI A PERCORRERE LE STRADE DEL FUTURO.
Il mondo della mobilità sta cambiando e così pure l’esperienza di guida che i vostri clienti si aspettano. Il futuro della mobilità sta per essere riprogettato sulle ali di Monroe.
MONROEINTELLIGENTSUSPENSION.COM © 2 0 2 0 T E N N E C O E M E A B V B A , A D R I V ™ C O M P A N Y.
Nr.
47
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IN QUESTO NUMERO
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#chestoria!
Shelby Cobra: la diva Elettroclassica
#chenovità! DR 5.0
Cheauto magazine Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo
Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012
Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)
Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Collaboratori Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati
#cheauto
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.
#chefoto!
ARRIVA DAI CONCESSIONARI LA SECONDA GENERAZIONE DI AUDI R8 V10 RWD A TRAZIONE POSTERIORE, CHE PRESENTA OLTRE IL 60% DEI COMPONENTI CONDIVISI CON LA VETTURA DA COMPETIZIONE AUDI R8 LMS GT4. HA UN PESO RIDOTTO RISPETTO ALLE SORELLE CON TECNOLOGIA “QUATTRO” (SINO A 65 KG PIÙ LEGGERA RISPETTO AD AUDI R8 V10) E IL SUO V10 5.2 SVILUPPA 540 CAVALLI PER 540 NM DI COPPIA. DI SERIE VANTA DIFFERENZIALE MECCANICO AUTOBLOCCANTE, ASSETTO ED ELETTRONICA SPECIFICI. IL SOUND È TRAVOLGENTE E LE PRESTAZIONI SONO TOP: 0-100 KM/H IN 3,7 SECONDI E 324 KM/H DI VELOCITÀ MASSIMA
#che___!! #chefoto
IL PRIMO MAGGIO DEL 1994 A IMOLA SI SPENSE AYRTON SENNA, UNO DEI MITI PIÙ POTENTI E INOSSIDABILI DELLA STORIA DELLO SPORT. POCHI PERÒ RICORDANO CHE SOLO POCHI GIORNI PRIMA, IL 21 APRILE, RICORRE UN ALTRO IMPORTANTE ANNIVERSARIO: LA PRIMA VITTORIA DI SENNA IN FORMULA 1, CHE AVVENNE APPUNTO IL 21 APRILE DEL 1985 SUL CIRCUITO DELL’ESTORIL, NEI PRESSI DI LISBONA. FU UNA GARA MARTORIATA DA UNA PIOGGIA BATTENTE DURANTE LA QUALE, AL VOLANTE DI UNA NERA LOTUS 97T, AYRTON LETTERALMENTE MASSACRÒ I SUOI AVVERSARI, GIUNTI ALLA FINE CON DISTACCHI NOTEVOLISSIMI. FU QUELLO IL PRIMO DI 41 SUCCESSI DEL BRASILIANO NELLA MASSIMA CATEGORIA FOTOGRAFIA CLASSIC TEAM LOTUS
#chefoto!
QUESTA BELLISSIMA FORD BRONCO DEL 1969 È STATA RECENTEMENTE SORTEGGIATA TRA TUTTI COLORO CHE HANNO DONATO PERLOMENO 10 DOLLARI (TRAMITE LA PIATTAFORMA DI FUNDRAISING OMAZE) ALLA ASSOCIAZIONE EIGHTY-SEVEN & RUNNING, CHE SI OCCUPA DI AIUTARE GIOVANI SVANTAGGIATI SU TUTTO IL TERRITORIO USA, SUPPORTANDOLI NEGLI STUDI, NELLA RICERCA DI OCCUPAZIONE E NELL’AVANZAMENTO DI CARRIERA
#chefoto!
RICORRE QUEST’ANNO IL 70° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI CASA ABARTH, UN MARCHIO CHE HA SAPUTO PASSARE INDENNE ATTRAVERSO LE MODE GRAZIE ALLA SOSTANZA DI UNA TECNOLOGIA SEMPRE ALL’AVANGUARDIA E ALLA PORTATA DI TUTTI. L’ESPLOSIONE DEL MITO ABARTH RISALE AGLI ANNI SESSANTA. “LA DOMENICA IN PISTA, IL LUNEDÌ IN UFFICIO” ERA LO SLOGAN DI CARLO ABARTH, CHE ABBINAVA LA FORNITURA DI COMPONENTI DA COMPETIZIONE ALL’ATTIVITÀ DELLA SQUADRA UFFICIALE. ABARTH VINSE PER 6 VOLTE CONSECUTIVE IL CAMPIONATO MONDIALE MARCHE, DAL 1962 AL 1967, IL CAMPIONATO EUROPEO SPORT PROTOTIPI DEL ’72 CON ARTURO MERZARIO E BEN 4 EDIZIONI DEL CAMPIONATO EUROPEO TURISMO (1965, ‘66’, ’67 E ’69). LA FOTO SI RIFERISCE ALLA 4 ORE DI MONZA DEL 1966
#chefoto!
AMSTERDAM, BARCELLONA, BERLINO, COPENAGHEN, LONDRA E PARIGI SONO LE TAPPE DI UN VIAGGIO CHE ESPLORA LE RADICI DELLA CULTURA GIOVANILE URBANA ATTRAVERSO I CONFINI E LE BARRIERE LINGUISTICHE. IL VIAGGIO CON LA PORSCHE CAYENNE S COUPÉ SI CONCENTRA SULLE QUATTRO DISCIPLINE CLASSICHE DELL’HIP-HOP (RAP, DJ, GRAFFITI E BREAKDANCE) E SI IMMERGE NELLE SCENE CREATIVE DELLE METROPOLI EUROPEE, FACENDO LUCE SUL CONTRIBUTO CHE LA CULTURA PUÒ DARE ALLA COESIONE DEL CONTINENTE. “L’HIP-HOP NON È SOLO UNO STILE DI ABBIGLIAMENTO O UNO STILE DI MUSICA - AFFERMA IL GIORNALISTA NIKO HÜLS L’HIP-HOP HA IL POTERE DI CONNETTERE LE PERSONE INDIPENDENTEMENTE DAL PAESE O DALL’ORIGINE E DI TRASMETTERE VALORI COME RISPETTO, TOLLERANZA E PASSIONE”
#chefoto!
LE JEEP RENEGADE E COMPASS 4XE INAUGURANO UNA NUOVA ERA PER IL MARCHIO AMERICANO E, PER SOTTOLINEARE QUESTO PASSAGGIO, JEEP HA PRODOTTO ALCUNI VIDEO GIRATI MENTRE I NUOVI MODELLI HANNO COMPLETATO UN SUPER-IMPEGNATIVO TEST SU STRADA DI 3.800 CHILOMENTRI, DALLO STABILIMENTO MIRAFIORI DI TORINO AL PROVING GROUND DI ARJEPLOG, NELLA LAPPONIA SVEDESE. NEL CORSO DI UNA SETTIMANA, I PRIMI MODELLI ELETTRICI IBRIDI PLUG-IN JEEP SONO STATI MESSI ALLA PROVA IN SCENARI INCREDIBILMENTE SPETTACOLARI, MENTRE I SISTEMI IBRIDI PLUG-IN VENIVANO TESTATI I LORO LIMITI
#ca!
La nuova rivista/mensile/digitale
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#cheroba #che___!
LEXUS TATTOO
UNA PERFORMANCE SBALORDITIVA
PER CELEBRARE LA RAFFINATA MAESTRIA E L’ARTE TRADIZIONALE GIAPPONESE, LEXUS HA COMMISSIONATO LA PRIMA AUTO TATUATA AL MONDO. QUESTA INTERPRETAZIONE DAVVERO “ UNICA” DEL SUV COMPATTO UX È STATA PROGETTATA E CREATA DALLA TATUATRICE LONDINESE CLAUDIA DE SABE
#cheroba!
nome di Claudia De Sabe probabilmente non vi dirà molto. Claudia è co-fondatrice dello studio di tatuaggi Red Point a Islington, un quartiere nel nord di Londra, ed è considerata una vera maestra nell’arte del tatuaggio. Propiro per queste sue doti e capacità unanimemente riconosciute, la signora de Sabe è stata recentemente chiamata ad una realizzazione inconsueta e davvero unica: Tatuare un’automobile. Una Lexus UX per essere precisi. Usando un’auto bianca come la tela di un pittore, e uno strumento per trapano Dremel al posto di un ago da tatuaggio fine, Claudia De Sabe ha realizzato una straordinaria immagine carpe koi lungo tutta la lunghezza del veicolo. Il koi è un motivo familiare all’arte giapponese tradizionale e sta a indicare buona fortuna e perseveranza. Claudia ha utilizzato lo strumento Dremel per perforare la vernice superficiale e lavorare sul metallo sottostante, quindi ha applicato a mano cinque litri di vernice per auto di alta qualità, con lo scopo di mettere in maggiore evidenza i dettagli. Come tocco finale, ha usato una foglia d’oro per creare riflessi e conferire al design un effetto 3D più forte. Una volta concluse queste operazioni a tutto il veicolo è stato applicato un rivestimento laccato protettivo, in modo che potesse essere normalmente condotto su strada senza rischiare di essere rovinato da intemperie e smog. Il processo ha richiesto sei mesi per essere completato dai disegni iniziali, con il “tatuaggio” vero e proprio realizzato in cinque giorni di intenso lavoro. Per la attuatrice si è trattato di uno sforzo fisicamente assai impegnativo, a causa della vibrazione
#cheroba!
#cheroba!
del trapano e del fatto che, a differenza di un cliente umano, lavorava su un oggetto estremamente rigido e che non poteva essere spostato in una posizione comoda mentre il design procedeva. E laddove eventuali piccoli “scivoloni” in un tatuaggio umano possono essere facilmente corretti, o colorati, e riportati al modello iniziale, l ‘incisione con il trapano ha richiesto una precisione assoluta. La UX tatuata non ha un prezzo ufficiale, ma si stima che abbia un valore di circa 140.000 Euro. Era questa la prima volta che Claudia applicava le sue abilità al metallo piuttosto che alla pelle umana e ha individuato sia somiglianze che nuove sfide da affrontare: “Quando tatui una persona - ha affermatoDe Sabe, che è stata assistita nel suo lavoro dal marito giapponese Yutaro - devi pensare ai muscoli e ai tessuti sotto la pelle. Con l’auto il problema era invece posto del modo in cui la carrozzeria cambia forma. L’aspetto migliore in questo lavoro, e il motivo per cui la Lexus UX era l’ideale per il progetto, è invece la sua forma aerodinamica. Tutto, dalle linee delle fiancate alla forma delle finestrature… tutto è così dinamico e bello. Era perfetto per il design e il concetto stesso del tatuaggio scelto”. Il progetto Lexus Tattoo è un tributo all’artigianato takumi applicato a ogni Lexus e testimoniato nei dettagli di design e nelle finiture ottenute con altissime abilità umane, perfezionate attraverso anni di formazione dedicata. Lexus abbraccia in toto l’estetica tradizionale giapponese nei suoi progetti, in elementi come le finiture degli interni della UX a grana di carta washi o la fusione, senza soluzione di continuità, tra interno ed esterno, facendo spesso riferimento alle caratteristiche architettoniche engawa delle case giapponesi.
#cheroba!
SUL LAGO BAIKAL (IL LAGO PIÙ PROFONDO DEL MONDO, CHE SI CONGELA FINO A UNA PROFONDITÀ DI 1,5 M CON TEMPERATURE CHE GIUNGONO A MENO 60 CELSIUS) È STATO IL PALCOSCENICO PER UN’AVVENTURA CHE HA VISTO IMPEGNATI IL CAMPIONE DI DRIFT NIKITA SHIKOV. IL PILOTA SI È ALTERNATO ALLA GUIDA DEL SUV IBRIDO DI LUSSO LEXUS RX E DELLA COUPÉ LC V8 CON MOTORE V8. “INIZIALMENTE ERO SCETTICO - HA DETTO NIKITA - POICHÉ L’RX FUNZIONA DI DEFAULT CON TRAZIONE ANTERIORE E LE POSTERIORI ENTRANO IN GIOCO SOLO QUANDO I SENSORI RILEVANO SCARSA ADERENZA. MA UNA VOLTA SUL GHIACCIO, HO SCOPERTO CHE L’ASSE POSTERIORE SI ATTIVA MOLTO REPENTINAMENTE, IN MODO DA POTER “DRIFTARE” CON SICUREZZA CON TUTTE E QUATTRO LE RUOTE”. LA LC, CON IL SUO MOTORE V8 DA 464 DIN HP E LA TRAZIONE POSTERIORE È OVVIAMENTE UNA COSA MOLTO DIVERSA: “QUANDO SEI I SUL GHIACCIO SENTI SUBITO LA TRAZIONE POSTERIORE – HA PROSEGUITO SHIKOV – A CAUSA DEL PESO DELLA MACCHINA E DEL FATTO CHE AVEVAMO PNEUMATICI STANDARD, L’ACCELERAZIONE NON ERA LA COSA PRINCIPALE, SI TRATTAVA SOLO DI TECNICA DI GUIDA, DI TROVARE I LIMITI DELLA MACCHINA. E QUANDO L’ADERENZA ARRIVA È QUASI COME GUIDARE SU ASFALTO, SONO STATO IN GRADO DI PROVARE LA VERA PERSONALITÀ DELL’AUTO CON UNA VELOCITÀ DAVVERO IMPRESSIONANTE…”
#cheroba!
LE VENDITE CUMULATIVE DI SUV IBRIDI LEXUS HANNO SUPERATO, A FINE FEBBRAIO, UN QUARTO DI MILIONE DI PEZZI DALL’INTRODUZIONE DELLA RX 400H NEL 2005. CON UN NUMERO MAGGIORE DI VEICOLI TRA CUI SCEGLIERE (E UNA CRESCENTE DOMANDA DI PROPULSORI ELETTRIFICATI) LA CRESCITA DEI VOLUMI DI VENDITA ANNUALI È STATA ACCELERATA. ESSENDO IL MODELLO PIÙ CONSOLIDATO, IL SUV DI GRANDI DIMENSIONI RX RAPPRESENTA OLTRE LA METÀ DEL TOTALE DELLE VENDITE IBRIDE, CON 127.203 UNITÀ. LA NX DI MEDIE DIMENSIONI, LANCIATA NEL 2014, HA OTTENUTO 101.137 VENDITE, MENTRE LA PIÙ RECENTE CROSSOVER COMPATTA UX (DAL SUO ARRIVO NEL 2019 HA PIAZZATO 22.171 ESEMPLARI) È ATTUALMENTE MODELLO PIÙ VENDUTO DEL MARCHIO
#ca!
#cheroba!
LA MINI
E IL GALLO GUIDARE LA MINI COOPER SE DA SOUTH BEACH A KEY WEST
SPIAGGE BIANCHE, CASE DAI COLORI VIVACI, ACQUE AZZURRE, ALLIGATORI, MANGROVIE E PALME. IL VIAGGIO LUNGO LA OVERSEAS HIGHWAY, DA MIAMI VERSO L’ARCIPELAGO DELLE FLORIDA KEYS, VI PERMETTE DI SCOPRIRE CHE LA REALTÀ SUPERA LE ASPETTATIVE. IL VIAGGIO IN SÉ È UN’ESPERIENZA MA CI SONO MOLTE SORPRESE CHE VI ATTENDONO A KEY WEST: IL PUNTO PIÙ A SUD DEGLI USA, LA CASA DI ERNEST HEMINGWAY, SUGGESTIVI RISTORANTI, UN IMPAGABILE TRAMONTO E... QUALCHE GALLO DI TROPPO...
#cheroba!
ponti collegano tra loro le Florida Keys, una serie di isole molto speciali. Nel mondo, questo è l’unico arcipelago che si può visitare quasi completamente in automobile, grazie all’incredibile autostrada nata sulle ceneri di una antica ferrovia, completata nel lontano 1912 e poi gravemente danneggiata da un uragano nel 1935. Quell’evento catastrofico segnò la fine della linea ferroviaria ma, molti decenni dopo, ne fu rilanciata l’idea e ne furono sfruttate alcune strutture per costruire la spettacolare Overseas Highway, in pratica la prosecuzione dell’autostrada US1 a sud di Miami. Ciò che era rimasto dell’antica ferrovia è stato poi parzialmente recuperato, negli ultimi venti anni, per dare vita alla “Florida Keys Overseas Heritage Trail”, un lungo e spettacolare tracciato ciclabile e pedonale a cavallo delle isole Key, spesso utilizzato da appassionati pescatori. Durante il viaggio lungo l’autostrada che dalla terraferma porta a Key West, l’incredibile fascino delle isole è palpabile ad ogni chilometro… ancora meglio il viaggio si svolge a bordo di un’auto super-silenziosa come la nuova MINI Cooper SE. Spinta dal suo motore completamente elettrico, la Cooper SE combina virtù tipiche del marchio (come la natura cosmopolita, il fascino individuale e il divertimento di guida) con un concreto senso di sostenibilità.
#cheroba!
IL MOTORE ELETTRICO, PIÙ PICCOLO E SIGNIFICATIVAMENTE PIÙ LEGGERO DI UN MOTORE A COMBUSTIONE, CONTRIBUISCE ALLA STRAORDINARIA DISTRIBUZIONE DEL CARICO ASSIALE. LA POTENZA EROGATA DAL MOTORE DA 135 KW / 184 CV, LA TRAZIONE ANTERIORE E L’INNOVATIVO SISTEMA DI TRAZIONE CON SISTEMA DI CONTROLLO DELLO SLITTAMENTO DELLE RUOTE ANTERIORI CONFERISCONO ALLA NUOVA MINI FULL ELECTRIC UN VERO “GO-KART FEELING”, CON UN’ACCELERAZIONE DA ZERO A 60 KM/H IN 3,9 SECONDI E DA ZERO A 100 KM/H IN 7,3 SECONDI. TUTTI I COMPONENTI DELL’AZIONAMENTO ELETTRICO SONO PROTETTI DA CARATTERISTICHE STRUTTURALI SPECIFICHE E VENGONO DISATTIVATI IN CASO DI COLLISIONE. LA MOTORIZZAZIONE È PROTETTA DAL SUPPORTO RINFORZATO DEL PARAURTI E DAL TELAIO DI SUPPORTO DEL MOTORE, MENTRE LA BATTERIA È PROTETTA DA UNA SOLIDA PIASTRA
Il viaggio a “emissioni zero” ha inizio a South Beach, la spiaggia più famosa di Miami Beach. Da qui vi aspettano 260 chilometri fino a Key West, la città in cui “finiscono” gli States e dove comando i galli… ma di questo fatto ci occuperemo dopo. Il lungo trasferimento dovrebbe essere possibile senza alcun rifornimento. Infatti grazie a una batteria ad alta tensione completamente carica ’autonomia della nuova MINI Cooper SE (in un ciclo di test certificato) risulta compresa tra 235 e 270 chilometri. La MINI Full Electric offre quattro modalità di guida. La modalità Sport differisce dall’impostazione MID, con una curva di sterzata più diretta e una risposta particolarmente spontanea del sistema di guida. Le caratteristiche di guida orientate al comfort dell’impostazione MID sono anche attive in
modalità GREEN, così come nella nuova modalità GREEN +. In queste ultime due modalità, il sistema di guida è orientato alla massima efficienza. Nella modalità GREEN +, le funzioni comfort aggiuntive come riscaldamento, aria condizionata e riscaldamento del sedile sono limitate o disattivate per aumentare l’autonomia del veicolo. Si parte quindi da Miami, non senza aver speso qualche ora al Wynwood Art District, a South Beach e al Midtown Design District, scoprendo i favolosi murales dai colori vivacissimi. Qui pittori sconosciuti, insieme ad alcuni artisti famosi, hanno concretamente creato il loro personale percorso verso la fama e il successo che questo quartiere sta riscuotendo negli ultimi anni sembra dar loro ragione.
#cheroba!
L’autostrada US1 si snoda a sud di Miami e, dopo la città di Homestead (si, proprio quella del famosissimo autodromo!), letteralmente si tuffa nel Golfo del Messico! La prima tappa è Key Largo, l’isola più settentrionale e più grande tra le Keys, dove l’armonia tra turismo e conservazione della natura è evidente… anche se (purtroppo) gli edifici di molti hotel oscurano la vista del mare a chi passa sulla highway. Key Largo ospita anche la sede della Reef Environmental Education Foundation, un istituto internazionale di ricerca e istruzione incentrato sull’ecologia marina. Qui, chi non ha iniziato il percorso con una batteria completamente carica, può approfittare della pausa di mezzogiorno per rifornirsi di energia. La batteria e l’unità di ricarica della nuova MINI Cooper SE sono adatte per la ricarica con corrente continua fino a 50 kW, quindi anche una batteria completamente scarica può essere caricata completamente in meno di un’ora e mezza.
Ciò significa che mentre i viaggiatori possono fare scorta di calorie immergendosi in di una deliziosa torta al lime (dolce tipico dell’isola), la MINI Elettrica ha abbastanza tempo per nutrire le batterie. Salutata key largo e la torta al lime si riparte. Il viaggio sulla highway procede sereno e ciò non è semplicemente dovuto ai limiti di velocità federali in quanto scoprirete come sia davvero appagante adottare un ritmo moderato quando si attraversano luoghi come magici come Islamorada, Tavernier o Duck Key, in modo da non perdere il gran numero di immagini da cartolina che queste località sanno offrire. Non c’è dubbio che l’aria condizionata sia indispensabile, ma nella MINI elettrica funziona a meraviglia grazie alla tecnologia delle pompe di calore. E poi non c’è davvero bisogno di usare tutta la potenza del motore elettrico (135 kW/184 CV) con conseguente spreco di energia… questi luoghi assolati inducono ad una guida di tutto relax, in vero Caribbean style.
#cheroba!
LA BATTERIA AGLI IONI DI LITIO AD ALTO VOLTAGGIO ASSICURA UN’AUTONOMIA COMPRESA TRA 235 E 270 CHILOMETRI (DATI COMUNICATI DALLA CASA) E SI TROVA NEL PIANALE DEL VEICOLO, EVITANDO QUINDI UNA RIDUZIONE DEL VOLUME DEL VANO BAGAGLI RISPETTO ALLA TRADIZIONALE MINI 3. L’AUTO DISPONE DI PIÙ MODALITÀ DI RICARICA. PUÒ ESSERE COLLEGATA ALLA RETE ELETTRICA TRAMITE UNA PRESA DI CORRENTE DOMESTICA CONVENZIONALE, OPPURE TRAMITE LA MINI ELETTRIC WALLBOX O UNA STAZIONE DI RICARICA PUBBLICA. LA SUA CONNESSIONE DI RICARICA È PROGETTATA PER LA RICARICA AC E DC MEDIANTE PRESA DI RICARICA DI TIPO 2 E CCS COMBO 2. UN INDICATORE DEL LIVELLO DI CARICA MOSTRA NOTIFICHE ARANCIONI NELLA FASE DI INIZIALIZZAZIONE, GIALLE LAMPEGGIANTI CON L’OPERAZIONE DI RICARICA IN CORSO E VERDI QUANDO LA BATTERIA È COMPLETAMENTE CARICA
Le prossime tappe si chiamano Grassey Key e Marathon. Qui trovate il Dolphin Research Center, un centro specializzato sulla ricerca e il benessere dei mammiferi marini dove le strutture per lo svolgimento delle ricerche sugli animali sono in parte finanziate dai biglietti di ingresso dei visitatori. Vi consigliamo (meglio registrarsi in anticipo) una emozionante nuotata con i delfini mentre, a pochi chilometri di distanza, veterinari e biologi si prendono cura delle tartarughe marine malate e ferite presso il Turtle Hospital. I bambini (e non solo) letteralmente impazziscono per queste tartarughe, che vengono poi rimesse in libertà dopo essersi completamente riprese. Appena fuori dal confine della città di Marathon, il percorso incontra il ponte Seven Mile, il più lungo delle Keys, che collega Marathon con Bahia Honda, popolare tra i turisti in cerca di sole, mare e surf. Gli accessi alle bellissime spiagge di Bahia Honda sono piuttosto difficili da trovare e la maggior parte di esse è accessibile solo dopo il pagamento di un biglietto di ingresso. Uno stile di guida responsabile è altamente raccomandato anche lungo le strade di Big Pine Key. In quest’isola, infatti, svariati segnali avvisano gli automobilisti di tenere d’occhio i cervi delle Keys. E in effetti capita sovente di vedere i cervi selvatici che popolano la zona, magari al pascolo sui prato ai lati della strada. Va da sé che bisogna sempre essere pronti a rallentare…. e la nuova Cooper SE decelera rapidamente se si rilascia leggermente la pressione sul pedale dell’acceleratore. Questo effetto si verifica perché in modalità coasting il motore elettrico svolge la funzione di generatore, trasformando l’energia cinetica in energia elettrica, che a sua volta viene rinviata alla batteria. Il risultato è che il veicolo ad alimentazione elettrica può essere decelerato in modo appropriato a basse velocità senza utilizzare l’impianto frenante e può quindi essere guidato con un solo pedale. Il conducente può influenzare il grado di efficienza di recupero tramite una levetta che offre la possibilità di scegliere tra “recupero intenso” o “a basso livello” indipendentemente dalle modalità di guida MINI.
#cheroba!
LA VETTURA È EQUIPAGGIATA CON UN QUADRO STRUMENTI COSTITUITO DA UNO SCHERMO DIGITALE A COLORI DA 5,5 POLLICI POSIZIONATO DIETRO AL VOLANTE. AL CENTRO LA VELOCITÀ DI AVANZAMENTO È MOSTRATA IN NUMERI CON UNA BANDA DI SCALA LATERALE. ALTRE INFORMAZIONI FORNITE RIGUARDANO IL LIVELLO DI CARICA DELLA BATTERIA, LA MODALITÀ DI GUIDA MINI, LO STATO DEI SISTEMI DI ASSISTENZA ALLA GUIDA E LE NOTIFICHE DEL VEICOLO. VENGONO VISUALIZZATI L’AUTONOMIA DISPONIBILE, LA POTENZA CORRENTE DEL MOTORE, LA TEMPERATURA ESTERNA, IL TEMPO E IL CHILOMETRAGGIO, INSIEME AL RILEVAMENTO DEI SEGNALI STRADALI E ALLE INDICAZIONI DI NAVIGAZIONE. DURANTE LA RICARICA, IL QUADRO STRUMENTI DIGITALE FORNISCE INFORMAZIONI QUALI LA TEMPERATURA, L’AUTONOMIA DISPONIBILE, LO STATO DI CARICA IN PERCENTUALE E L’ORA IN CUI LA BATTERIA AD ALTA TENSIONE SARÀ COMPLETAMENTE CARICA
#cheroba!
Con queste attenzioni la riserva di carica della batteria è effettivamente in grado di farvi giungere nel centro storico di Key West, dove si trova rapidamente una stazione di ricarica pubblica, mentre voi iniziate l’esplorazione della città a piedi… stando però attenti ai galli! Sono tante le cose da vedere a Key West. Dal “punto” più meridionale degli Stati Uniti, segnalato da un grosso cippo alle principali e famosissime vie Whitehead Street e Duval Street, nell’area del porto della città. E’ qui che i viaggiatori possono seguire le orme di Ernest Hemingway. Il premio Nobel visse a Key West per una decina d’anni a partire dal 1928 e li scrisse opere tra cui il
suo bestseller To Have and Have Not. La casa dello scrittore e il suo bar preferito, il famosissimo Sloppy Joe’s, sono ora attrazioni turistiche di enorme successo. Ed ecco, finalmente, i galli! I galli “zingari”, sono una caratteristica di Key West. Li incontrate dappertutto, in mezzo al traffico, nelle piazze o fuori dai bar. Galli… e pure galline con prole. La storia (o leggenda?) narra che molto tempo fa riuscirono a fuggire in gruppo dai pollai, per diventare poi “cittadini” a tutti gli effetti allorquando vennero dichiarati illegali i combattimenti tra galli. Storica, colorata, un po’ selvaggia e un po’ rumorosa (e talvolta un filo fastidiosa, specie se state beatamente pedalando), la nutrita colonia di galli è ormai una delle attrazioni principali di Key West.
#cheroba!
IL SISTEMA DI NAVIGAZIONE STANDARD INCLUDE UN TOUCHSCREEN DA 6,5 POLLICI NELLA CONSOLLE CENTRALE CHE CONSENTE DI UTILIZZARE IL SERVIZIO REAL TIME TRAFFIC INFORMATION, NONCHÉ LA PIATTAFORMA INTERNET MINI ONLINE E L’APPLE CARPLAY. I REMOTE SERVICES CONSENTONO AL CONDUCENTE DI VISUALIZZARE I DETTAGLI DELLO STATO DI CARICA DELLA BATTERIA E L’AUTONOMIA SU UNO SMARTPHONE TRAMITE L’APP MINI CONNECTED. INOLTRE, È DISPONIBILE UNA MAPPA CHE MOSTRA LE STAZIONI DI RICARICA PUBBLICHE NELLE VICINANZE DEL VEICOLO. NON SOLO È POSSIBILE ATTIVARE DA REMOTO I FARI, IL CLACSON, IL SISTEMA DI VENTILAZIONE E LA FUNZIONE BLOCCO/ SBLOCCO DELLA PORTIERA, MA ANCHE LA FUNZIONE DI PRE-CONDIZIONAMENTO INTERNO. QUANDO IL VEICOLO È COLLEGATO ALLA RETE ELETTRICA, IL CONDUCENTE PUÒ ANCHE CONTROLLARE IL PROCESSO DI RICARICA 4
#cheroba!
Lo spirito di appartenenza dei cittadini “umani” di Key West invece si mostra con orgoglio in molti luoghi e occasioni. Valga come esempio il “Giorno dell’Indipendenza”. Si celebra il 23 aprile ma quel giorno gli abitanti dell’isola più meridionale degli USA celebrano la fondazione, nel 1982, della Conch Republic. Quell’anno infatti dichiararono un’indipendenza simbolica, in segno di protesta contro un posto di controllo di frontiera istituito dal Governo Federale alla fine dell’autostrada. Ufficialmente la rivolta durò solo un minuto, ma in realtà portò alla fine dei controlli, che erano stati molto dannosi per il turismo. Oggi la bandiera della Conch Republic, che prende il nome dai grandi molluschi che si trovano comunemente intorno alle Keys, è un souvenir popolarissimo.
Lo stile di vita di Key West è anche segnato da un rituale che si svolge ogni sera a Mallory Square. Mentre la vostra fida MINI Electric, in vista del viaggio di ritorno a Miami, sta tranquillamente ricaricando le batterie presso la stazione di ricarica, i residenti e i turisti si riversavano sul lungomare nella parte nord-ovest della città. Molti hanno in mano una birra ghiacciata ma tutti, senza ombra di dubbio, guardano il mare in attesa del tramonto. E non appena il sole tramonta nel Golfo del Messico scoppiano gli applausi. Accade così, tutte le sere, senza eccezione… tranne quando piove. In modo semplice e istintivo si celebrano quotidianamente la bellezza della natura e la felicità di poter godere della meraviglia di un tramonto speciale in un posto così speciale, scoperto grazie ad un’auto speciale.
#cheroba!
SONO DISPONIBILI QUATTRO VERSIONI PER LA NUOVA MINI FULL ELECTRIC, CIASCUNO COMPRENDENTE UNA COMBINAZIONE SPECIFICA DI FINITURE ESTERNE, COLORI, CERCHI IN LEGA LEGGERA, RIVESTIMENTI DEI SEDILI E FINITURE INTERNE. IL PREZZO DI PARTENZA DELLA MINI COOPER SE È DI 33.900 €. A PARTIRE DAL 9 LUGLIO PER TUTTI I CLIENTI ITALIANI SARÀ POSSIBILE PRENOTARE LA VETTURA ATTRAVERSO LA PIATTAFORMA ONLINE RAGGIUNGIBILE ALL’INDIRIZZO WEB HTTPS://ELECTRIC.MINI.IT/. IL CLIENTE, ATTRAVERSO SEMPLICI PASSI E CON UN PAGAMENTO DI 500 EURO, POTRÀ OPZIONARE LA NUOVA MINI ELETTRICA, FINALIZZANDO POI L’ACQUISTO DIRETTAMENTE PRESSO IL CONCESSIONARIO SELEZIONATO
#ca!
#chebella!
I NIPOTIN
RIVIA
NI DI TESLA
AN, NIKOLA E NEURON
SVILUPPATORI DI TECNOLOGIA PRIMA ANCORA CHE DI VEICOLI. PROPRIO QUESTO È IL MOTIVO PER CUI VEDIAMO INNOVAZIONE (ANCHE IN TERMINI DI STILE) IN QUESTE TRE CASE AUTOMOBILISTICHE D’OLTREOCEANO di Alessandro Camorali (titolare di Camal Studio e docente IAAD)
#chebella!
RIVIAN HA SVILUPPATO UNA SUA PROPRIA PIATTAFORMA AUTO CONNESSA CHE SUPPORTA AGGIORNAMENTI OVERTHE-AIR DEL SOFTWARE. TUTTI I VEICOLI RIVIAN SI COLLEGANO A UN ECOSISTEMA CLOUD PER LO SCAMBIO E L’ELABORAZIONE DEI DATI, CONSENTENDO L’APPRENDIMENTO AUTOMATICO E I SERVIZI DATI. L’ESPERIENZA DIGITALE SI ESTENDE OLTRE IL VEICOLO NELLE APPLICAZIONI MOBILE/WEB E FORNISCE UN’INTERFACCIA PER IL CONTROLLO DEL VEICOLO. L’R1T VERRÀ LANCIATO CON UNA SOLIDA SUITE HARDWARE CON MOLTEPLICI MODALITÀ TRA CUI FOTOCAMERA, LIDAR, RADAR, ULTRASUONI E UN GPS AD ALTA PRECISIONE ACCOPPIATO CON MAPPE AD ALTA DEFINIZIONE. QUESTO HARDWARE CONSENTE L’AUTONOMIA DI “LIVELLO 3” PER IL FUNZIONAMENTO IN AUTOSTRADA
gni giorno sentiamo sempre più exscettici ricredersi riguardo al futuro della mobilità, abbracciando la nuova era “elettrica” dell’automobile. Molto di questo merito va dato al signor Elon Musk e alla sua testa dura, alla missione carica di utopia al punto tale da trasmettere, attraverso la sua Tesla, una fiducia che scavalca la prudenza, una sana follia che alberga in ogni innovatore. Ebbene non è l’unico ormai, pur essendo stato il primo e ora più famoso. Altri come lui stanno sognando un futuro diverso interpretando una propria visione della follia rivoluzionaria. Stiamo parlando di aziende americane come Rivian, Nikola e Neuron Ev. Sono società sicuramente meno note ma, in ordine decrescente di importanza, sono tre realtà che stanno tracciano una linea che molti dovranno seguire, se non rincorrere. Rivian Automotive LLC è un’azienda nata tra il Michigan e la Bay Area per volontà del suo CEO, Robert “RJ” Scaringe, attiva dal 2009. E’ salita alla notorietà solo un anno fa, per un investimento di 700 milioni di dollari ottenuto da Amazon, seguito da altri 500 milioni di dollari da parte del gigante Ford. Già questo dovrebbe attestarne la credibilità e la prosperità nel mercato futuro. Rivian ha presentato nel 2018 il suo primo SUV sette posti chiamato R1S (e pickup derivato R1T), un vero concentrato di tecnologia e soluzioni
Rivian R1T
#chebella!
Rivian R1T
stilistiche all’avanguardia, degne di rivaleggiare con il gigante Tesla. Con questi veicoli Rivian aveva allora attaccato un segmento che Tesla ancora aveva tralasciato e che, per il mercato americano, rappresenta circa un terzo delle vendite. Lo stile pulito degli esterni e la semplicità degli interni, meno radicali delle creazioni di Elon Musk, rende questo prodotto una reale e credibile risposta ad un mercato in crescita, attento sempre più a diventare consuetudine piuttosto che bizzarra novità. La piattaforma elettrica che equipaggia i due veicoli Rivian sarà utilizzata da Ford per sviluppare un proprio modello mentre Amazon ha già commissionato agli ingegneri dell’innovativa azienda del Michigan la creazione di furgoni elettrici (a parziale guida autonoma) per la consegna dei pacchi, che arriveranno secondo i piani di Jeff Besos entro il 2021/2022. L’aspetto monolitico, ma allo stesso tempo molto europeo, delle linee esterne crea un buon mix tra eleganza e off-road e che strizza l’occhio alla nuova generazione di Land Rover Velar e Defender. Dal canto suo il pickup non sembra il solito rude mezzo da lavoro multiuso tipicamente americano ma un veicolo pensato ed equilibrato, con i gruppi ottici molto futuristici, che presto diventeranno un format di successo anche per altri brand d’oltreoceano! Gli interni rispecchiano le ambizioni e il buon gusto Rivian, adottando linee simili a quelle europee. Si respira un po’ aria di Volvo, per la scelta della
LA BASE COMUNE DI RIVIAN R1T E R1S È LA PIATTAFORMA “SKATEBOARD”, CHE FA COESISTERE IN MODO RAZIONALE IL PACCO BATTERIE, LE UNITÀ DI TRASMISSIONE, LE SOSPENSIONI, I SISTEMI FRENANTI E TERMICI. TUTTO AL DI SOTTO DELL’ALTEZZA DELLE RUOTE. I VEICOLI RIVIAN SONO SPINTI DA UN SISTEMA DI PROPULSIONE “QUAD-MOTOR” CHE EROGA SU CIASCUNA RUOTA 147KW, CONSENTENDO LE MASSIME PRESTAZIONI IN OGNI SITUAZIONE, DALLE CURVE AD ALTA VELOCITÀ ALLE ARRAMPICATE IN FUORISTRADA. CON 3.500 NM DI COPPIA PER CIASCUNA RUOTA (14.000 NM DI COPPIA PER L’INTERO VEICOLO) L’R1T PUÒ RAGGIUNGERE I 100 KM/H IN POCO PIÙ DI 3 SECONDI E 160 KM/H IN MENO DI 7 SECONDI. QUESTO SISTEMA DI PROPULSIONE E QUESTO TELAIO CONSENTONO ALL’R1T UNA CAPACITÀ DI TRAINO DI QUASI 5 TONNELLATE
Rivian R1T
#chebella!
Rivian R1T
#chebella!
IL PICKUP NIKOLA BADGER È CAPACE DI UNA TEORICA AUTONOMIA DI QUASI 1.000 CHILOMETRI. IN REALTÀ LE VERSIONI SONO DUE: ELETTRICO PURO CON BATTERIE “TRADIZIONALI” ED ELETTRICO ALIMENTATO A CELLE COMBUSTIBILE (IDROGENO). SULLA CARTA, IN TERMINI DI POTENZA IL BADGER PROBABILMENTE SUPERA QUALSIASI CONCORRENTE, CAPACE COM’È DI UN PICCO DI 906 CAVALLI (455 CAVALLI CONTINUI) E DI UNA COPPIA DEVASTANTE. PROGETTATO SOPRATTUTTO PER ESSERE UN MEZZO DA LAVORO, BADGER PUÒ PERFINO IN DIVENTARE UNA PICCOLA CENTRALE ELETTRICA DA 15 KW, IN GRADO DI SUPPORTARE UN PICCOLO CANTIERE (STRUMENTI, LUCI, COMPRESSORI, ECC.) PER CIRCA 12 ORE, EVITANDO COSÌ L’UTILIZZO DI UN GENERATORE. IN SALITA IL BADGER STUPISCE: SUPERA PENDENZE DEL 40% CON UN PESO COMBINATO VEICOLO/ CARICO DI OLTRE 8 TONNELLATE
linearità e dei materiali, ma ci sono anche schermi e consolle di ultima generazione nell’originale mix stilistico. Una scelta di classe che porta l’osservatore a sentirsi già in viaggio verso i suggestivi paesaggi degli States, tra le verdi montagne rocciose o lungo gli interminabili tragitti costieri del Paese. In scia a Rivian troviamo Nikola Motor Company, fondata nel 2012 a Phoenix (Arizona) per volontà di Trevor Milton e che annovera tra gli azionisti la Exxor della famiglia Agnelli, tramite CNH industrial. Attiva da diversi anni nel campo dei veicoli elettrici/idrogeno e nella creazione di stazioni per la ricarica, Nikola si è da subito confrontata con il tema “truck” creando i concept Nikola One, Nikola Two (motrici a muso lungo) e Nikola Tre (basato su una collaborazione con Iveco). Si sono cimentati inoltre in mezzi off road come il Nikola NZT e il Nikola Reckless (veicolo militare) oltre al Nikola WAV (moto d’acqua). Ma è con l’ultima creazione, il Nikola Badger, che paiono scesi decisamente in campo nel mercato maestro degli States. Si tratta di un pickup, ovviamente a motorizzazione elettrica, dalla linea robusta ma dalle superfici modellate, un collegamento con la tradizione del genere ma anche un oggetto del futuro, sempre più proiettato alla normalità di certi trattamenti e scelte stilistiche. Prestazioni e autonomia sono degne delle migliori Tesla, la qualità percepita di livello superiore.
Nikola Badger
#chebella!
Gli esterni sono caratterizzati dai parafanghi scolpiti da plasticoni neri irregolari e dal frontale squadrato, dalle fattezze animalesche mentre fari e fanali appaiono lineari, a incorniciare i profili moderni e futuristici. Un mezzo per moderni cowboy a caccia di un nuovo e ritrovato rapporto con la natura. All’interno ritroviamo un puro stile pickup americano, funzionale e spazioso. Un grande schermo centrale, da cui ormai non si può prescindere, e il gioco è fatto: un nuovo competitor per Rivian R1T e Tesla Cybertruk è servito! La produzione dovrebbe iniziare nel 2021 in un sito produttivo ancora da definire. La terza società che desideriamo prendere in esame è la Neuron EV, fondata nel 2017,con sede a Irvine in California. E’ caratterizzata da una proprietà multipla, tra i cui fondatori figura Scott Zheng, a capo di un importante fondo di investimento cinese. Tra le tre aziende è sicuramente quella con piani più ambiziosi in termini di gamma veicoli e piani futuri ma proprio per questo appare al momento ancora in un limbo tra realtà o bluff… a cui spesso siamo stati abituati in altri casi simili.
Nikola Badger
La Neuron infatti propone truck, bus, berline e anche un Hub (base della loro piattaforma) ideato per il trasporto autonomo di container o altre sovrastrutture.
Nikola Badger
#chebella!
Nikola Badger
#chebella!
Neuron T-One
La modularità è alla base dei concept della casa californiana, caratteristica che ben si svela nel SUV/ pickup battezzato Neuron T-One. Sembra uscito da un disegno del compianto Syd Mead, un veicolo degno delle migliori pellicole Holliwoodiane di fantascienza, morbido nelle forme e così privo di identità al punto di averne tantissima! Sì presenta come pickup travestito da monovolume con un tocco SUV moderno... insomma tanti concetti racchiusi in un’unica forma capace di trasmettere lo slancio verso la nuova era ma allo stesso tempo strizzare l’occhio al “retro-futurismo” degli anni sessanta. L’esterno presenta linee morbide e aerodinamiche, con un parabrezza molto disteso ad inglobare quasi totalmente il frontale, pulito ed essenziale. Ogni dettaglio spicca nelle forme piene e ogni scalfitura al monolite è funzionale. La rotondità dei profili nelle vetrature laterali si ispira ad un’armonia del passato, in netta controtendenza con il pensiero “Eloniano”. I parafanghi e il brancardo, nascono dalla fiancata con un trattamento organico, che ne enfatizza l’importanza, così come i paraurti ne definiscono la parte anteriore e posteriore, sporgendo dai volumi verticali. La parte del “cassone” può essere cabinata o aperta, mutandone così funzione e aspetto ma senza mai perdere di vista quel terzo di mercato di riferimento tanto caro agli americani. Gli interni sono anch’essi in controtendenza
Neuron T-One
#chebella!
rispetto ai competitor. Il team di Neuron sceglie di aprire le porte a libro e creare un salotto confortevole e lussuoso all’interno, ricco di dettagli e attendo ai materiali. Le prestazioni (in termini di velocità) non sono tra le priorità del brand, interessato più al confort che non a superare limiti imposti dal codice stradale USA. Anche in questo caso siamo innanzi a tecnologia proprietaria: sviluppatori di tecnologia prima ancora che di veicoli.
Neuron T-One
Proprio questo è il motivo per cui vediamo innovazione in queste tre case automobilistiche in termine di stile. Ci troviamo al cospetto di progettisti e designer liberi da preconcetti, creatori di “codici” nuovi che poco hanno a che fare con il vecchio continente e le sue ormai desuete contaminazioni. Molti scettici diranno che sono fuochi di paglia, poco più di showcar o iniziative per tirare su un po’ di investitori annoiati... non credo. Sono invece convinto che ognuno di loro stia mettendo un mattone per costruire il futuro dell’automobile, un futuro che non possiamo avere l’arroganza di conoscere rimanendo chiusi nelle nostre stanzette o negli stabilimenti dove ancora si pensa a benzina e si costruisce con il saldatore. Qui stiamo parlando di computer e codici, stiamo parlando di energia e batterie... Stiamo parlando del futuro!
Neuron Vega
#chebella!
Neuron T-One
#ca!
#chemacchina!
LA COMPLICE ALPINE A 110
ALPINE HA REALIZZATO UNA VETTURA CHE, OLTRE A RICORDARE NELLE FORME LA SUA ANTENATA, RISPETTA ANCHE LA STORIA. LA SUA E QUELLA DI TUTTE LE VETTURE NATE PER ESSERE SPORTIVE “PURE” ANCHE SE DI UMILI ORIGINI. UN’AUTO CHE COMUNICA COME POCHE ALTRE E SA ESSERE LA… COMPLICE PERFETTA DI CHI LA GUIDA di Marco Cortesi
#chemacchina!
orse agli amici di Renault questo commento non piacerà. Ma quando si guida la nuova Alpine A110 sulle strade di montagna a strapiombo, sui passi e tra i piccoli borghi, ci si sente... Ferry Porsche. Davvero. Ma in un momento ben preciso della sua vita: quando, sui tornanti della Carinzia, alla fine della guerra, provava entusiasta la sua prima sportiva stradale, antenata di 356 e 911. Oggi, la rinata Alpine sembra perseguire lo stesso principio che Porsche voleva portare avanti allora. Un telaio leggero, motore centrale, un’agilità innata, una guidabilità che sembra leggerti nel pensiero e che permette anche chi non ha troppa esperienza (e non vuole rischiare) di forzare il ritmo e divertirsi. Può essere un concetto forte, ma l’impressione è che questa A110 sia oggi quello che la classica berlinetta Porsche era all’inizio, prima che le logiche industriali e commerciali allontanassero quele vetture dalle loro radici rendendole sempre più grandi, complesse e performanti. A questo punto qualcuno potrà chiedere: ma perché questo paragone tra realtà dalle origini così lontane? Semplice, perché la storia è fatta di corsi e ricorsi anche sorprendenti e queste due realtà, a conti fatti, sono molto meno lontane di quanto non sembri. Come la prima Porsche sportiva traeva le sue radici dalla prima Volkswagen, a partire dal motore, anche la prima Alpine si basava su una “vettura del popolo”, la Renault 4cv, pensata per dare impulso al paese sul modello tecnico, filosofico e industriale del maggiolino. Un progetto nato durante l’occupazione tedesca e concretizzato nel dopoguerra grazie alle anche all’aiuto di un grande ingegnere di nome.... Ferdinand Porsche. Fu proprio lui infatti, allettato da un’importante proposta di consulenza, a mettere le proprie conoscenze al servizio del Governo Grancese durante una serie di meeting tecnici, influenzando
#chemacchina!
non poco il progetto della prima auto di massa del paese transalpino. Il resto è noto. Non appena la consulenza fu completata, Porsche venne arrestato per crimini di guerra e tenuto in carcere per quasi due anni prima di essere scagionato. Negli anni successivi, Porsche insieme al figlio Ferry si dedicò alla creazione di una stirpe di vetture sportive che avrebbe cambiato il mondo. Ma anche la 4cv ebbe una vita sportiva, trovando spazio nel mondo dei rally. E fu proprio tra un’avventura sportiva e l’altra che fece breccia nel cuore di Jean Rédélé, garagista della Normandia. Si innamorò così tanto che, dopo la carriera da pilota, decise di fondare una propria casa automobilistica nella cittadina di Dieppe. Come per i Porsche, anche Rédélé aveva in mente una sportiva leggera, che potesse correre e vincere performando sulle veloci strade alpine, e come i Porsche pensò di partire dal progetto più semplice ed efficace che conosceva, per l’appunto la 4cv. E in onore del suo memorabile successo conquistato alla Coupe Des Alpes, chiamò il suo marchio Alpine. Il primo modello fu la A106, che dalla 4CV mutuava lo schema tecnico con un “vestito” italiano realizzato da Giovanni Michelotti, ex designer Vignale. A questo punto le strade tra Germania e Francia si erano già separate. I Porsche crearono un impero, Alpine continuò a produrre sportive leggere in numeri artigianali fino alla fusione con Renault e al successivo “pensionamento” del marchio. Per fortuna (è stata solo una questione di tempo) è arrivata nel 2017 una nuova incarnazione del mito… ma la passione non si era mai fermata. Nella fabbrica di Dieppe sono venute alla luce tutte le più grandi sportive della losanga degli ultimi anni, dalla Spider alla Clio V6, dalle versioni RS di Clio e Mégane fino all’RS01. Quando la nuova A110 ha fatto il suo ritorno sul palcoscenico, è stato come se il tempo non fosse passato. E il successo è stato clamoroso, da tutto esaurito.
#chemacchina!
ANCHE ALPINE È CHIAMATA ALLA DIVERSIFICAZIONE PER CERCARE DI AVVICINARE PIÙ CLIENTI POSSIBILI. OLTRE AI MODELLI LÉGENDE E S (QUEST’ULTIMO CON 292 CAVALLI DI POTENZA) È STATA PRESENTATA A MARZO LA NUOVA LÉGENDE GT, L’INTERPRETAZIONE PIÙ ELEGANTE DELLA A110. LE FINITURE SONO DI PARTICOLARE PREGIO: SEDILI RIVESTITI DI PELLE COLOR AMBRA, PELLE INSERITA ANCHE SUI PANNELLI PORTA, CUCITURE A VISTA MARRONI, MARCATURA ALLE “ORE 12” SUL VOLANTE, ED ELEMENTI LUCIDI IN FIBRA DI CARBONIO CON TRAMA RAMATA, OLTRE AD UN SET DI VALIGIE PERSONALIZZATO. PRESENTATA DA POCO ANCHE LA “COLOR EDITION” OVVERO UN PROGRAMMA DI EDIZIONI SPECIALI DEL MODELLO S CON NUOVI COLORI. DI QUESTE ALPINE NE SARANNO REALIZZATE POCHE, 110 A TINTA PER 29 TINTE. LA PRIMA NATA DI QUESTO PARTICOLARE PROGETTO È LA S COLOR JAUNE TOURNESOL (NELLA FOTO)
a A110 si identifica come Alpine fin dal primo sguardo. La parentela con le progenitrici dal punto di vista stilistico è marcata. I doppi fari anteriori, la coda affusolata, il profilo sfuggente, ma anche la “spina dorsale” centrale del cofano. In realtà il design è anche ampiamente funzionale: la carrozzeria si compatta intorno ai componenti tecnici per ridurre al minimo le sezioni ed il risultato è una vista frontale che sembra pronta a scattare, una parte centrale compatta, con il lunotto avvolgente e spiovente sulla verticale del propulsore e una coda affusolata ed elegante mentre le luci a LED a forma di X regalano dei tocchi moderni. La macchina appare piccola e bassa. Bassissima. A prima vista sembra quasi una macchina da trackday. E la filosofia punta in quella direzione. Telaio e carrozzeria sono realizzati quasi interamente in alluminio (tra l’altro da un’azienda torinese) e l’aerodinamica è estremamente sofisticata. Non ci sono alettoni e appendici vistose, ma sono fondo piatto e diffusore a generare il carico, minimizzando il drag (resistenza all’avanzamento): il CX è 0,32, davvero eccellente. Anche la scelta del powertrain è da applausi; piccolo, montato centralmente e potente il giusto. E’ il quattro cilindri 1.8 della Megane da 252 cavalli, accoppiato ad una trasmissione robotizzata a doppia frizione Getrag da 7 rapporti, senza leva: l’utilizzo di un cambio di questo tipo ha permesso di risparmiare parecchio peso. Le modalità (drive, park, neutral) si selezionano con pulsanti e l’attuazione è esclusivamente al volante. Abbiamo detto: tante scelte quasi da vettura da trackday ma il trucco è che la Alpine A110 in realtà non lo è. Nella ricerca di sensazioni, prestazioni ed estremizzazione, Alpine ha saputo fermarsi, salvaguardando il piacere d’uso anche nella vita quotidiana. Una volta seduti all’interno, l’abitacolo è tutt’altro che costretto e tutt’altro che spartano.
#chemacchina!
La scelta di materiali è di ottima qualità. Morbida pelle pieno fiore, alluminio strutturale, fibra di carbonio, cuciture a contrasto, lavorazioni sofisticate a rombi e “tocchi” come i badge francesi danno quasi una sensazione di lusso. I sedili Sabelt sono eccellenti e contribuiscono anche alla sensazione di comodità per persone di tutte le taglie. Certo, lo spazio per i bagagli è quello che è, ma si tratta dell’ovvio rovescio della medaglia. Nonostante le concessioni alla vita di tutti i giorni, il peso complessivo dell’Alpine è 1098 chilogrammi in ordine di marcia. Molti meno di qualunque sportiva dalle stesse qualità e comodità. Il bello è che, quando si è finito di passeggiare, tra gli sguardi e le foto dei passanti attratti anche dal corposo rombo del motore, si può iniziare a spingere. Quando il gioco si fa serio l’Alpine lascia stupefatti, dimensionata com’è per le strade di montagna e di collina. Relazionati al peso, i cavalli sono più che sufficienti (i 4.4 secondi da 0 a 100 lo confermano) e permettono di divertirsi, ma non mandano in crisi chi guida: si può andare a cercare il limite senza prendere particolari rischi. Il telaio ha caratteristiche eccellenti, ma soprattutto ha una comunicatività ai massimi livelli. Questione di sterzo preciso e dall’ottimo feedback, ma anche di sospensioni, a doppi triangoli sovrapposti. Tarate evitando estremizzazioni, sono vivibili nella quotidianità ma si apprezzano anche nell’uso sportivo, proprio perché sanno perdonare qualche imperfezione. Tra una curva e l’altra, si percepisce tutto. La rotazione che viene infusa al corpo vettura dal trasferimento di carico, il comportamento in percorrenza, la trazione in uscita: la vettura trasmette e fa assimilare a chi è al volante un gran numero di informazioni. Sei naturalmente portato ad andare a prendere la corda e a guardare lontano, alla curva successiva. Un po’ come se avessi un navigatore accanto.
#chemacchina!
LA RIEVOCAZIONE DEL MARCHIO ALPINE HA COLPITO NEL SEGNO SIN DA SUBITO: IL PRIMO LOTTO DI 1955 “PREMIERE EDITION” È ANDATO ESAURITO IN 5 GIORNI. MA IL SUCCESSO È CRESCIUTO COSTANTEMENTE NEL TEMPO. SONO STATE 4376 LE ALPINE A110 VENDUTE IN EUROPA NEL 2019. UN NUMERO ELEVATISSIMO, ENORMEMENTE SUPERIORE A QUELLO DELLE ALTRE SPORTIVE “LEGGERE” SOTTO I DUE LITRI E PARAGONABILE ANCHE A QUELLO DELLE MIGLIORI GRANTURISMO DI PARI PRESTAZIONI
#chemacchina!
Stando nelle marce basse ti diverti andando relativamente piano; con la Alpine puoi giocare con prima, seconda e terza in modo aggressivo, ma stando sotto i 90 chilometri orari. Il paragone migliore è con una moto: non serve una superbike da 200 cavalli per divertirsi. Anzi, sulla strada giusta ci si divertirà molto di più con una sportiva 600 che permette a tutti di sfruttarla appieno. Tre sono le modalità di guida, selezionabili con un pulsante sul volante, che adattano la configurazione del motore e della trasmissione, lo sterzo, il controllo elettronico della stabilità, il suono dello scarico e il display sul cruscotto. La modalità Normal è tranquilla e silenziosa, ideale per la città, mentre la Sport infonde nuova vita. Il sound è entusiasmante, con borbottii in scalata e la valvola di sovrappressione del turbo che sbuffa. Il cambio è più aggressivo, intervenendo automaticamente solo in caso di arresti o fuori giri, e anche il cockpit (interamente digitale) diventa sportivo, con tanto di luci di cambiata. Infine, la modalità track “apre la gabbia”, disabilita i controlli, e rende il cruscotto simile a quello di una formula. Ma, tutto sommato, anche questa modalità non è ingestibile (a patto di non fare gli stupidi) perché i cavalli sono giusti, la comunicatività è tanta così come la trazione e la tenuta laterale. Anche volendo, si fa fatica a metterla di traverso. Parlando invece di… rovesci della medaglia, fa bene segnalare che la Alpine A110, in virtù delle sue caratteristiche, è anche inaspettatamente parca. Non solo non paga il superbollo, ma evita pure l’ecotassa, con 141 g/Km di CO2 emessa. Inoltre, consuma poco; anche spingendo forte, è difficile allontanarsi dai 10 chilometri con un litro, che diventano facilmente 12 nella vita normale. Il prezzo di listino parte da 57.200 euro, e comprende cerchi da 17 pollici, Cruise Control, Bluetooth e navigatore. L’unico vero neo è che, anche in virtù del suo successo, è praticamente impossibile da trovare usata.
#chemacchina!
INTERESSANTE LISTA DI OPTIONAL. TANTE LE SCELTE DI CERCHI DA 18 POLLICI E CI SONO DIVERSI STEP ANCHE PER IL SISTEMA AUDIO. NON MANCANO I SENSORI DI PARCHEGGIO CON RETROCAMERA, DETTAGLI IN ALLUMINIO E SVARIATI BADGE ALPINE. OPTIONAL, MA A BASSO COSTO, È LA TELEMETRIA, CHE FORNISCE IN TEMPO REALE INFORMAZIONI SULLA SITUAZIONE DELLA VETTURA (TEMPERATURE, COPPIA, POTENZA, MARCIA) SULLA PERFORMANCE E SULLE FORZE G. È PRESENTE UN SISTEMA CHE RILEVA AUTOMATICAMENTE LE PERFORMANCE NELL’ACCELERAZIONE (CON VARIE TIPOLOGIE DI STEP) E ANCHE UN CRONOMETRO (INUTILE A MENO DI AVERE UN PASSEGGERO COL DITO PRONTO). INTERESSANTE ANCHE IL DIAGRAMMA CHE MOSTRA SIA LA MARCIA INSERITA, SIA QUELLA PRESELEZIONATA CON LA SECONDA FRIZIONE… MA ORIENTARSI TRA LE VARIE SCHERMATE È DECISAMENTE SCONSIGLIATO SE IMPEGNATI NELLA GUIDA
#ca!
#cheleggenda!
MERAVIGLIOSA AURELIA B20 “BRACCO”
L’AURELIA B20GT CON TETTO RIBASSATO FU GUIDATA DA GIOVANNI BRACCO AL SECONDO POSTO NELLA MILLE MIGLIA DEL 1951, A CUI FECERO SEGUITO LA VITTORIA DI CLASSE A LE MANS E LE VITTORIE A CARACALLA E PESCARA PRIMA DELLA TRASFERTA OLTREOCEANO PER LA CARRERA PANAMERICANA
#cheleggenda!
n casa Thornley Kelham non nascondono i sorrisi… “Il restauro di questa Aurelia B20 GT ex Bracco – ha dichiarato Simon Thornley, co-fondatore di Thornley Kelham ltd – è stato un momento molto speciale per la nostra attività. La sua scoperta è stata una vera emozione e ripristinarla ha chiaramente significato assumersi una grande responsabilità. Siamo davvero orgogliosi di aver conservato un pezzo enormemente importante della storia di Lancia, grazie al contributo di alcuni esperti di alto profilo, alla generosità degli appassionati di tutto il mondo, alla dedizione del suo proprietario e ai talenti del nostro team. Decenni di modifiche e di usi impropri hanno reso questo uno dei restauri più difficili che abbiamo mai fatto. Ma la storia della “Bracco” ora è disponibile per gli appassionati di tutto il mondo”.
FONDATA NEL 2009, THORNLEY KELHAM LTD È SPECIALIZZATA IN RESTAURO, MANUTENZIONE, ASSISTENZA DI AUTO D’EPOCA. NEL SUO QUARTIER GENERALE DEL COTSWOLD, IL TEAM SI VALE DI CARROZZERIA, VERNICIATURA E OFFICINA INTERNE. I SUOI PLURIPREMIATI RESTAURI SONO STATI ESPOSTI IN CONCORSI DI ALTO LIVELLO COME PEBBLE BEACH, “ROYAL CONCOURS” DI HAMPTON COURT PALACE, CHANTILLY E SALON PRIVÉ, MENTRE UN REPARTO DEDICATO ALLO SPORT SUPPORTA I CLIENTI IN TUTTO IL MONDO PER EVENTI QUALI LA MILLE MIGLIA, IL TOUR AUTO, LA TARGA FLORI STORICA E LA PECHINO-PARIGI
Con un’enorme eredità da corsa (e un tetto dal disegno unico) questa automobile aveva dato un enorme contributo alla costruzione del mito Lancia negli anni cinquanta. Per anni si era ritenuto che la leggendaria Lancia Aurelia B20GT da competizione fosse persa per sempre e invece, l’incredibile avventura del team Thornley Kelham ha potuto riortare una delle Lancia più famose al suo antico splendore. La lancia in oggetto fu acquistata nuova nel 1951 da Giovanni Bracco e si tuffò nel mondo delle corse pochi giorni dopo aver lasciato la fabbrica. Quell’anno Bracco (in copia con Maglioli) conquistò uno strepitoso secondo posto in una Mille Miglia
#cheleggenda!
martoriata dalla pioggia (e poi vinta dalla più potente Ferrari 340 America di Villoresi e Cassani) per poi vincere a Caracalla, alla 6 Ore di Pescare e conquistare il primo posto di classe alla 24 Ore di Le Mans. All’epoca la cosa caratterizzante di questa coupé, e che tutti subito notarono, era senz’altro linea del tetto, decisamente ribassata per migliorare l’aerodinamica. L’auto si schierò anche alla Carrera Panamericana del 1951 ma Bracco uscì di gara il quarto giorno, mentre era in buona posizione. L’anno seguente Bracco passò alla Ferrari (con cui vinse una memorabile edizione della Mille Miglia) e la B20 tornò alla Panamericana con un nuovo pilota al volante, l’architetto messicano Paredo, che aveva acquistato l’auto dall’italiano. Paredo l’aveva integralmente riparata e riuscì a terminare al nono posto di classe l’estenuante maratona messicana. Da lì, la storia dell’auto entra in una zona grigia. Si pensava che fosse definitivamente perduta… fino a quando, qualche anno fa, non fu scovata negli Stati Uniti. Simon Thornley fu informato di questa scoperta dal collega Mark Donaldson, proprio mentre l’auto stava per essere spedita dagli Stati Uniti in Italia attraverso il Regno Unito. E fu così che, in un magazzino di Southend, Thornley iniziò ad esaminare l’auto, per capire se potesse davvero essere uno delle Lancia più famose della storia. Il motore e le targhette del telaio sembravano corrette, così pure i fori nel cofano abbinati alle cinghie
#cheleggenda!
montate nel periodo. Inoltre una leva accanto al sedile del passeggero sembrava comandare un sistema interno per regolare la sospensione posteriore, che si diceva fosse stato montato su questa B20. Sotto la vernice bianca scrostata e la ruggine si scorgeva la gobba posteriore e tutti gli indizi parevano confermare che quella fosse davvero B20 di Bracco. A quel punto, in collaborazione con il suo proprietario, la sfida di Thornley Kelham era di riportare la macchina alle condizioni in cui si era presentata al via della Carrera Panamericana del 1951 con Bracco al volante, preservando il più possibile la sua originalità. IL RESTAURO DELLA B20 “BRACCO” HA ANCHE PORTATO ALLA NASCITA DELL’AURELIA “OUTLAW THORNLEY KELHAM” IN EDIZIONE LIMITATA. SOLTANTO NOVE VETTURE “NUOVE” CHE PRESENTANO CIASCUNA UNA LINEA DEL TETTO RIBASSATA, COME QUELLA DELLA B20 DI BRACCO, MA SONO DOTATE DI UNA SERIE DI AGGIORNAMENTI SU MISURA, TRA CUI UN MOTORE FLAMINIA A INIEZIONE, MODERNI FRENI A DISCO E NUOVE SOSPENSIONI ANTERIORI. OGNI AUTO È POI RIFINITA, SIA DENTRO CHE FUORI, SECONDO I DESIDERI DEL SUO PROPRIETARIO
Il team di restauro è partito da un profondo studio della vettura e della sua storia. Ma la parte posteriore era sconcertante: aveva certamente un tetto ribassato, ma era stata anche ampiamente modificata per dare un aspetto simile a uno scarabeo. Molto “gobba” e con fianchi sporgenti. Il lunotto posteriore sembrava sbagliato e pure il portello del bagagliaio non era certamente originale Lancia Aurelia. Allo stesso modo, il piano del bagagliaio non era corretto, il serbatoio di carburante era posticcio e l’intero interno era coperto da un rivestimento di dubbia provenienza. Apparve chiaro che la parte posteriore dell’auto era stata “americanizzata” tra la fine degli anni cinquanta e i primi sessanta. È stato necessario rimuovere l’intera parte posteriore mentre una interamente nuova è stata realizzata dal team Thornley Kelham secondo le specifiche ricavate dalla scansione 3D delle immagini d’epoca.
#cheleggenda!
Il team, ovviamente, si è anche preoccupato rendere il corpo vettura strutturalmente solido, recuperando ciò che potevano dell’originale e rafforzandolo ove necessario. E con la maggior parte del pianale originale mancante questa non è stata un’impresa da poco. Poi la sfida si è spostata sul corretto “profilo” dell’auto, che è stata infine verniciata solo dopo aver ricevuto la benedizione di un gruppo di esperti Lancia. Dipingere questa famosa Aurelia è stata un’altra sfida, dato che l’obiettivo era avvicinarsi più possibile all’auto che corse la Panamericana nel 1951. All’epoca la B20 era nata nera ma, come era tradizionale per le auto italiane, si presentò rossa a Le Mans, per poi tornare nera per la gara messicana. Quindi il team di Thornley Kelham ha iniziato dipingendola di nero, poi di rosso e poi di nuovo in nero. Per i ritocchi finali la coupé italiana è stata affidata a Mark Amis, che ha ricreato perfettamente l’aspetto originale utilizzando immagini d’epoca e una vasta ricerca dei loghi e dei rispettivi colori. Gran parte degli interni erano irriconoscibili, ma un’attenta ricerca alla fine ha portato i restauratori alla scoperta che questa Aurelia era dotata di sedili Lancia Ardea nel periodo. Usando le immagini della Carrera Panamericana, lo specialista Rob O’Rourke ha quindi riportato gli interni alle specifiche originali. Ci sono voluti in tutto più di tre anni. Oltre 4000 ore di lavoro appassionato e certosino. Tre anni spesi bene.
#ca!
#cheleggenda!
IO SONO LEGGENDA! FERRARI 250 GTE POLIZIA
L’UNICA FERRARI MAI UTILIZZATA DALLA POLIZIA È OGGI IN VENDITA. IN SERVIZIO A ROMA DAL 1963 AL 1968, QUESTA SPLENDIDA 250 GT HA VISSUTO UNA CARRIERA DAVVERO LEGGENDARIA. OGGI PARE ESSERE L’UNICA AUTO PRIVATA IN ITALIA CON IL PERMESSO DI CIRCOLARE CON SIRENA, LAMPEGGIANTE BLU E LIVREA “SQUADRA MOBILE”
fotografie Tom Gidden fotografie d’epoca archivio “Polizia in Movimento © Paolo Masotti”
#cheleggenda!
’idea di usare una Ferrari come auto della polizia nei primi anni sessanta venne ad un agente di polizia, Armando Spatafora, destinato in seguito ad una carriera luminosissima. A quel tempo un gran numero di crimini venivano commessi a Roma e gli inseguimenti in auto un evento comune. I criminali riuscivano spesso a sfuggire alle tradizionali Alfa Romeo 1900 e 2600 comunemente usate dalla Polizia, che erano conosciute anche come “Pantera” per il ruggito del motore e la livrea nera. Contrariamente a quanto allora ipotizzato, la richiesta di Spatafora di un veicolo più veloce per gli inseguimenti fu accettata e, poco tempo dopo, quattro ufficiali furono scelti per frequentare un corso di guida specializzato presso la casa della Ferrari, Maranello. Dopo un buon rodaggio in pista con la 250 GTE (contrassegnato da eccellenti tempi sul giro) Spatafora prese finalmente possesso della “sua” Ferrari 250 GTE 2 + 2 Serie II del 1962, numero di telaio 3999. Completato dalla Ferrari nel novembre del 1962, il telaio 3999 fu rifinito in nero con interni in similpelle marrone chiaro. Una copia dei documenti di costruzione originali Ferrari, che tuttora accompagna la “3999”, testimonia tra l’altro che l’auto fu inviata a Pininfarina per essere equipaggiata con la sua elegante carrozzeria alla fine di agosto del 1962, prima di tornare a Maranello a novembre per l’assemblaggio finale. Questi documenti annotano anche il telaio 3999 come “auto della polizia”.
#cheleggenda!
LA GTE È STATA LA PRIMA AUTOMOBILE 2 + 2 DI MARANELLO, CHE GARANTIVA LA MASSIMA ESPERIENZA “GRAN TURISMO” A UNA CLIENTELA CHE DESIDERAVA VIAGGIARE CON VELOCITÀ, COMFORT E TUTTO IL FASCINO CHE IL CAVALLINO RAMPANTE POTEVA OFFRIRE. LO SVILUPPO INIZIÒ NEL 1959, PARTENDO DAL TELAIO DELLA 250, CHE FU ALLUNGATO PER GARANTIRE UNA CABINA PIÙ SPAZIOSA. PER LO STESSO MOTIVO, IL MOTORE V12 FU SPOSTATO UN POCO PIÙ AVANTI MENTRE PININFARINA COMPLETÒ L’OPERA CON UN ABITO DI ELEGANZA ASSOLUTA. L’AUTO FU UN GRANDE SUCCESSO COMMERCIALE, ATTRAVERSO TRE DIVERSE SERIE IN QUATTRO ANNI DI PRODUZIONE. L’AUTO VENNE PRESENTATA ALLA 24 ORE DI LE MANS DEL 1960, DOVE ERA LA VETTURA UFFICIALE DEL DIRETTORE DI GARA
#cheleggenda!
La Ferrari costruì solo due di queste speciali 250 GTE Polizia ma l’auto gemella della 3999 venne distrutta in un incidente solo dopo poche settimane di servizio, lasciando alla 3999 la responsabilità servire lo Stato per ben 6 anni e durante i quali questa bella GT divenne una vera leggenda tra i militari, i cittadini e… i criminali. Le prestazioni di Armando Spatafora e della sua 250 GT in pattuglia notturna, furono così leggendarie che batterlo in un inseguimento divenne una questione di orgoglio negli ambienti criminali di Roma. La 3999 fu ritirata dal servizio attivo alla fine del 1968, ma non prima di essere utilizzata per alcune consegne di sangue in emergenza a Napoli, per le quali si vociferava che avesse percorso tratto i 200 chilometri di autostrada in soli 50 minuti! Nonostante questa avventurosa carriera l’auto rimase in eccellenti fino al 1972, allorquando fu venduta tramite un’asta pubblica dell’Esercito. L’acquistò il sig. Alberto Cappelli, che fortunatamente sapeva esattamente cosa stava comprando e invece di modificare la 250 GT, ha trascorso i successivi 40 anni a preservarne la sua incredibile originalità. Cappelli e i suoi due figli hanno guidato e esposto la vettura in moltissimi eventi in Italia e in Europa finché, nel 1984, l’auto tornò occasionalmente nelle mani di Armando Spatafora, alla gara della Coppa delle Dolomiti…. dove il poliziotto in pensione riuscì a stabilire secondo tempo più veloce di categoria. A causa del suo status leggendario
FONDATA DA MAX GIRARDO NEL 2016, GIRARDO & CO. È UNA SOCIETÀ CON OLTRE 20 ANNI DI ESPERIENZA SUL MERCATO DELLE VETTURE STORICHE, IN GRADO DI OFFRIRE CONSULENZA E UNA VASTA GAMMA DI SERVIZI. OGGI L’AZIENDA OPERA DA DUE BASI, A LONDRA E A MILANO.
#cheleggenda!
in Italia, questa auto venne anche richiesta in prestito dal Museo dei Veicoli della Polizia, appena nato a Roma nei primi anni 2000. Da allora, la 3999 è l’unica auto privata in Italia con il permesso speciale di circolare con sirena, luce blu e livrea “Squadra Volante”. Nel 2015 questa Ferrari è passata a un altro entusiasta proprietario italiano, che ha orgogliosamente esposto la sua “Pantera” al Concours d’Elegance di Pebble Beach. Oggi la 250 GT nr.3999 è accompagnata da una documentazione storica completa, contenente copie dei documenti di costruzione originali Ferrari e tutta la documentazione del periodo di servizio in Polizia. E naturalmente esiste ancora il Libretto di Circolazione originale, insieme alla carta d’identità FIVA e al certificato di omologazione ASI. Non manca una completa testimonianza fotografica, con incredibili immagini d’epoca (alcune le vedete in queste pagine) dei primi anni sessanta di Armando Spatafora e della sua Pantera. Infine è importante sottolineare che questa vettura è stata ispezionata dal dipartimento Ferrari Classiche e ha ottenuto il Certificato nel 2014. Il raccoglitore rosso della Certificazione Ferrari Classiche conferma che l’auto conserva il telaio, il motore, il cambio e l’asse posteriore Ferrari originali. In condizioni meravigliosamente originali, questa Ferrari 250 GTE 2 + 2 Serie II Polizia “indossa” ancora le sue targhe italiane d’epoca ed è pronta per essere goduta da un nuovo proprietario. Può interessare?
#ca!
#chestoria!
LA DIVA
DALLO SCHERMO ALLA STRADA
LE AUTOMOBILI DEL CINEMA SANNO COME CONQUISTARE I FAVORI DEL PUBBLICO. LA PRIMA DELLE NUOVE SHELBY DELLA “CINEMA SERIES” SARÀ MESSA ALL’ASTA TRA QUALCHE SETTIMANA A PALM BEACH di Steve Statham per gentile concessione Barrett-Jackson
#chestoria!
e automobili del cinema, come le star del cinema, sanno come conquistare i favori del pubblico. Una grande performance, un inseguimento sul grande schermo può rendere fan di quell’auto per la vita e ispirare repliche e celebrazioni per decenni. Esempi? Pensiamo alla Dodge Challenger “Vanishing Point”, alla Ford Mustang “Bullitt” o a qualsiasi auto della serie “Fast & Furious”. Anche Herbie ha ispirato una certa parte di proprietari VW a verniciare strisce da corsa e adesivi numero 53 sui loro Maggiolini.
“L’EPICA STORIA DI SHELBY AMERICAN E FORD, CHE HANNO BATTUTO LA POTENTE FERRARI, È STATA LO SPUNTO PER UN FILM DI SUCCESSO E ORA PER UNA SERIE DI AUTO COMMEMORATIVE - HA DICHIARATO GARY PATTERSON, PRESIDENTE DI SHELBY AMERICAN - TUTTI SONO STATI COSÌ ENTUSIASTI DEL FILM “FORD VS FERRARI” CHE ABBIAMO PENSATO DI CELEBRARLO CON QUESTE AUTO SPECIALI… IL MIGLIOR SOUVENIR CINEMATOGRAFICO”. QUESTA È LA PRIMA SHELBY 289 FIA COBRA “CINEMA SERIES” AD ESSERE MESSA IN VENDITA. IN TOTALE SARANNO SOLO 100 LE AUTO “CINEMA SERIES”, COSTITUITE DA ROADSTER SHELBY COBRA, COUPÉ DAYTONA E GT40S
L’ultimo film che saputo lanciare nuove star a quattro ruote è stato “Ford vs Ferrari” dello scorso autunno. L’epopea della conquista da parte di Ford Motor Company, e di Carroll Shelby, della 24 Ore di Le Mans con la GT40. Va detto che Carroll Shelby è una vera superstar della storia delle corse. La sua prima auto, la Shelby Cobra, combinò la leggera Roadster AC con un nuovo piccolo motore Ford. Era veloce, affidabile, leggera e agile. I roadster e le coupé di Shelby furono pilotate da leggendari piloti quali Ken Miles, Dan Gurney, Phil Hill e Chris Amon. Il film si è rivelato essere un “sogno ad occhi aperti” per ogni vero appassionato di automobili e quasi tutte le scene contenevano una splendente icona degli anni ‘60. E ora collezionisti e appassionati potranno portare su strada alcune di queste “star di Hollywood”, a partire da una che sul set di “Ford vs Ferrari” ha recitato una parte non secondaria. Shelby American, Shelby Legendary Cars e Superformance si sono infatti unite per produrre la nuova “Cinema Series” di veicoli Shelby, celebrando alcune delle auto più famose della storia del cinema. Saranno costruite solo 100 auto “Cinema Series”, ispirate a vetture Shelbys che hanno avuto ruoli indimenticabili in non pochi film. La prima vettura della “Cinema Series” è una “Ken Miles Edition” Shelby 289 FIA Cobra roadster 2020, un tributo alla Cobra del 1963 mostrata in “Ford vs Ferrari” all’inizio della storia, in una gara a Willow Springs, che sarà battuta all’asta di Palm Beach di Barrett-Jackson in aprile.
#chestoria!
Chi ha visto il film ricorderà le scene in cui è stata protagonista questa bianca Cobra: a seguito di una discussione con un ispettore tecnico e poi Carroll Shelby (Matt Damon), Ken Miles (Christian Bale) lancia una pesante chiave che frantuma il parabrezza della sua Cobra… e poi va in pista a correre.
Un dettaglio non da poco: questa “Cinema Series” Ken Miles Edition viene fornita con un parabrezza rotto, e interni in pelle rossa e una chiave incisa Carroll Shelby. La Cobra offerta a Palm Beach alimentata da un Shelby Engine 289 V8 interamente in alluminio, equipaggiato con carburatori Weber, e capace di 450 cavalli. Il cambio è un Tremec manuale a 5 marce. A ciascuna delle vetture della “Cinema Series” verrà assegnato un numero Shelby CSX speciale e un posto nel registro ufficiale Shelby, insieme alla documentazione completa. Questa Cobra bianco Wimbledon è la CSX8198, corrispondente al numero 98 sui fianchi dell’auto. Quel numero era il preferito di Carroll, un numero che è apparso su molte delle migliori macchine da corsa Shelby. “È meraviglioso vedere il successo di Shelby American sul grande schermo – ha dichiarato Aaron Shelby, nipote di Carroll e membro del consiglio di amministrazione di Carroll Shelby International – tutti sognano di guidare le auto di quell’epoca. Ecco perché Shelby American ha collaborato con Superformance per una serie limitata di veicoli speciali. Mettersi al volante di una di queste vetture celebra la storia di tutti coloro che hanno reso l’America vincente”. Per la maggior parte delle persone, “Ford vs Ferrari” è stata semplicemente due ore di intrattenimento piacevole. Ma un fortunato offerente a Palm Beach sarà in grado di viaggiare al tramonto… dove la magia del film non finisce mai…
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#ca!
#chestoria!
ELETTROCLASSICA ARRIVANO DA SILVERSTONE
TRASFORMARE CAPOLAVORI D’EPOCA IN AUTO ELETTRICHE È UN’ARTE SINGOLARE MA PROIETTATA VERSO IL FUTURO di Niccolò Gargiulo
#chestoria!
Con le recenti spinte legislative verso le riduzioni delle emissioni di CO2, attraverso limitazioni dell’uso di motori a benzina, diesel e ibridi, la necessità di produrre motori elettrici è diventata una realtà urgente. Lunaz si sta impegnando a dotare le più belle auto storiche di motori elettrici, così che possano essere guidate sulle strade dalle generazioni future”. Questa la dichiarazione di David Lorenz, fondatore di Lunaz, in occasione dell’annuncio del raddoppio della forza lavoro presso lo stabilimento di Silverstone, in Inghilterra. L’azienda, creata nel 2018, è rapidamente diventata leader nella restaurazione e modernizzazione di vetture storiche dotandole di motori elettrici. Ogni auto riceve infatti una completa restaurazione prima di essere convertita in una vettura fullelectric eviene corredata, a seconda dei casi, di altri comfort e tecnologie moderne quali navigatore satellitare, connettività smartphone, climatizzatore e servosterzo. Ogni auto inoltre viene rifinita con i molti optional e personalizzazioni spesso richieste dai clienti, rendendo ogni auto Lunaz veramente un pezzo unico. Il rapido successo che sta incontrando Lunaz è dovuto soprattutto all’aumento globale della domanda di beni di lusso sostenibili. Orami infatti i governi di diversi Paesi che stanno via via prendendo atto dei cambiamenti climatici e si stanno impegnando in politiche in supporto dell’ambiente, varando leggi atte all’eliminazione, nel corso dei prossimi decenni, di propulsori a benzina e diesel.
#chestoria!
LA JAGUAR ELETTRICA XK120 È DOTATA DI UNA COPPIA DI PROPULSORI ELETTRICI LUNAZ CON BATTERIA DA 80KWH, CAPACE DI UNA POTENZA EQUIVALENTE A 375 CAVALLI E 700NM DI COPPIA. I DUE MOTORI SONO CAPACI DI SPINGERE LA JAGUAR DA 0 A 100 KM/H IN MENO DI 5 SECONDI. PER AVERNE UNA BISOGNA CONTATTARE DIRETTAMENTE LUNAZ, IL PREZZO DI BASE DOVREBBE SFIORARE I 400.000 EURO
IL PROCESSO DI RESTAURAZIONE E CONVERSIONE DELLE STORICHE VETTURE È LUNGO E COMPLESSO. SI COMINCIA CON UN’ISPEZIONE COMPLETA DELLA VETTURA CHE VIENE POI PESATA CON MOLTA PRECISIONE PER CAPIRNE L’ORIGINALE DISTRIBUZIONE DI PESO. SUCCESSIVAMENTE SI PASSA ALLA RIMOZIONE DEL MOTORE A COMBUSTIONE E ALL’ELETTRIFICAZIONE DELL’AUTO, PROCESSO CHE COMINCIA CON UNA SCANSIONE LASER TRIDIMENSIONALE. QUESTO CONSENTE AGLI INGEGNERI E TECNICI DI LUNAZ DI CREARE DETTAGLIATI MODELLI CAD PER COMINCIARE AD INSTALLARE LA TECNOLOGIA DELL’AZIENDA INGLESE. PRIMA DI CONSEGNARE LA VETTURA AL CLIENTE SI PROCEDE CON IL LAVORO ARTIGIANALE DI RESTAURO SIA DEGLI INTERNI CHE DEGLI ESTERNI E CON L’AGGIUNTA DEGLI OPTIONAL RICHIESTI DAL CLIENTE
#chestoria!
Questo avviene anche in Gran Bretagna dove il primo ministro Boris Johnson ha recentemente annunciato una riduzione nei tempi per quanto riguarda il divieto di vendita di nuove auto con motori a combustione, ora previsto per il 2035 invece che per il 2040. “Siamo impegnati in un lavoro importante ed urgente. Abbiamo tra le mani le auto più belle e celebrate della storia e siamo fieri di renderle godibili per le generazioni future” ha recentemente dichiarato Jon Hilton, direttore tecnico di Lunaz. Il team di Lunaz è attualmente composto da 35 ingegneri, designer, artigiani e specialisti di motori elettrici, con esperienze nelle più importanti case automobilistiche del mondo quali Aston Martin, Ferrari, Jaguar, Volkswagen, e guidati da Hilton, che sarà anche a capo del reclutamento per raddoppiare il personale entro la fine dell’anno. Il periodo di espansione per Lunaz coincide anche con l’inizio di produzione di una mini-serie di Jaguar XK120 del 1953, il primo progetto intrapreso dall’azienda inglese. L’auto, al completamento dei test di probanti test, ha dimostrato di essere comparabile alle più moderne auto elettriche per quanto riguarda autonomia e tempi di ricarica delle batterie. Saranno a disposizione un numero molto limitato di queste vetture, con i pochi slot di produzione già contesi tra i collezionisti internazionali. In aggiunta alla Jaguar, sono quasi state completate una Rolls-Royce Phantom V del 1961 e una RollsRoyce Cloud del 1956, con una Bentley S3 Continental Flying Spur del 1961 pronta per diventare la quarta vettura nel parco macchine delle classiche a motore elettrico di Lunaz.
#ca!
#chenovitĂ !
L’APRIPISTA DR 5.0
DR PUNTA IN ALTO E LANCIA IL SUV 5.0, IL PRIMO DI UNA SERIE DI PRODOTTI DECISAMENTE PIÙ CURATI, PIÙ TECNOLOGICI E PIÙ PERFORMANTI. QUASI CONTEMPORANEAMENTE DEBUTTA ANCHE LA EVO ELECTRIC, PROBABILMENTE L’ELETTRICA PIÙ ECONOMICA OGGI SUL MERCATO
#chenovità!
occa alla nuova DR 5.0 fare da apripista per il grande piano industriale e commerciale di DR Automobiles che, a 15 anni dal debutto, punta ad innalzare tutti gli standard: nuovi e più rigidi criteri costruttivi, nuove e più performanti motorizzazioni, nuovi e più avanzati contenuti tecnologici. Tutto punta a spegnere sul nascere dubbi e tentennamenti.
Agli inizi dello scorso marzo, DR ha lanciato il nuovo SUV DR 5.0, che di fatto ha inaugurato una nuova era per il brand italiano, mirata ad un deciso incremento di aspetti quali stile, qualità e tecnologia. A breve DR presenterà altri due nuovi SUV (DR F35 e DR 7.0) che, insieme a DR 5.0, segneranno un deciso cambio di passo rispetto al passato. Il 5.0 e un vero “Urban SUV” dalle proporzioni ottimamente equilibrate, grazie ad una lunghezza di 4.35 metri e a un passo generoso (ben 2.63 metri), a tutto vantaggio di un abitacolo spazioso e gradevole. Il design è accattivante e rappresenta forse la firma più evidente di questo nuovo corso DR. Si fa subito notare il frontale, con la grande griglia a sbalzo, mentre le bocche laterali che ospitano i DRL a led e lo skid plate silver, con tre prese di areazione. Le linee idrodinamiche della DR 5.0 sono ispirate al naturale scorrere dell’acqua e garantiscono a questo SUV compatto un’ottima aerodinamica, con un coefficiente di resistenza molto basso. I fanali posteriori mostrano una modellazione poligonale e tridimensionale, mentre cerchi in lega da 18 pollici e doppio tubo di scarico (integrato nello skid plate posteriore) conferiscono alla 5.0 un look dal sapore sportivo. La filosofia DR non lascia spazio a optional e conseguente confusione per il cliente: l’unica versione disponibile è full optional di serie mentre la sola scelta possibile è quella del colore. Una politica, questa, che fa chiarezza ed è da sottolineare positivamente. All’interno, nella grande plancia dalle linee essenziali, spicca lo schermo touch da 9 pollici, attraverso il quale si gestisce il sistema infotainment di ultima generazione con Apple CarPlay ed Android Mirroring Screen. Da parte sua il quadro strumenti LCD da 7 pollici, prevede la possibilità di scegliere fra tre temi (Dynamic, Fantasy, Passionate).
#chenovità!
Senza l’utilizzo diretto della chiave, l’accensione e spegnimento del motore si gestiscono attraverso il tasto Start/Stop. Completano la ricchissima dotazione di serie la telecamera posteriore, i sensori di parcheggio, gli interni in ecopelle, il climatizzatore e il tetto elettrico.
E veniamo alla meccanica. La DR 5.0 è spinta da un propulsore 1.5 aspirato benzina da 116 CV, con una coppia massima di 143 Nm/4000 rpm. La trasmissione manuale a 5 marce. Da notare (e apprezzare) che, come in tutte le automobili DR, è disponibile l’alimentazione benzina/GPL, grazie alla tecnologia bimodale che la casa molisana ha sviluppato con successo sin dai suoi esordi. Bassi consumi, basse emissioni, nessuna ecotassa e nessun blocco alla circolazione, rappresentano oggi un vero plus. Ma non finisce qui. La DR 5.0 fa registrare un balzo in avanti notevole rispetto ai precedenti modelli sul piano della sicurezza attiva e passiva. Il sistema di costruzione del telaio “6D-BODY” prevede molteplici connessioni ad anello longitudinale e laterale, che rendono la struttura ben collegata e più robusta. Questo avanzato concetto di costruzione consente non solo di assorbire efficacemente il carico da impatto frontale, ma anche di disperdere uniformemente l’energia in caso di impatto laterale. A detta degli ingegneri DR, l’acciaio di terza generazione utilizzato per il montante B (e per l’area circostante del telaio a gabbia integrale) ha una resistenza allo snervamento ≥1500Mpa. La tenuta di strada è stato oggetto di un’attenta cura: ora stabilità in marcia ed in frenata sono garantite dalla centralina Bosch ESP 9.3, con processore 4 core. Per parte loro invece l’Hill Holder Control e l’Hill Descent Control consentono di affrontare senza problemi ripartenze in salita e discese con un’elevata pendenza. Infine una chicca: è di serie anche il sistema TPMS, che garantisce un costante monitoraggio della pressione e temperatura degli pneumatici. Prezzo di listino in Italia € 18.900 per il benzina, € 19.900 per il benzina/GPL. Siete tentati?
SEMPLICITÀ, CONCRETEZZA, PRATICITÀ, AFFIDABILITÀ SONO I PARAMENTRI DI RIFERIMENTO DELLA NUOVA LINEA EVO LANCIATA IN QUESTA PRIMAVERA DA DR. IL PRIMO MODELLO DELLA LINEA EVO BY DR È IL SUV EVO ELETRIC, A CUI SEGUIRANNO I MODELLI A COMBUSTIONE EVO 4, EVO 5 ED EVO 6. SI TRATTA DI UN’AUTO TOTALMENTE ELETTRICA (QUINDI AD EMISSIONI 0), DI ASPETTO GRADEVOLE E ACCESSIBILE A TUTTI. LA EVO ELECTRIC È INFATTI, CON UN’AUTONOMIA DI 300 KM, LA FULL ELECTRIC PIÙ ECONOMICA DEL MERCATO, PUR SFRUTTANDO UN’AVANZATA ED EFFICIENTE TECNOLOGIA ELETTRICA… ED È FULL OPTIONAL DI SERIE. IL PREZZO FINALE È DI € 19.900.OO , CHE SI OTTIENE SOTTRAENDO DAL PREZZO DI LISTINO DI € 29.900.OO LO SCONTO DEI CONCESSIONARI, IL CONTRIBUTO ROTTAMAZIONE STATALE ED UNO SPECIALE SCONTO CHE EVO HA DECISO DI METTERE IN CAMPO PER L’EMERGENZA COVID19. QUESTA PARTICOLARE PROMOZIONE PREVEDE L’ACQUISTO ONLINE DELL’AUTO E LA CONSEGNA A DOMICILIO. NELLE REGIONI DOVE IL CONTRIBUTO LOCALE VA AD AGGIUNGERSI A QUELLO STATALE, IL COSTO FINALE DELLA EVO ELECTRIC POTREBBE ADDIRITTURA ESSERE PARI A QUELLO DI UN’UTILITARIA A BENZINA
#chenovità!
PRINCIPALI CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA DR 5.0 LUNGHEZZA*LARGHEZZA*ALTEZZA (MM) 4358*1830*1670 PASSO (MM) 2630 DIMENSIONI BAGAGLIAIO (DM3) 340/1100 CAPACITÀ SERBATOIO (L) 51 CILINDRATA (CC) 1499 POTENZA MAX (KW-GIRI/MIN) 85/6150 COPPIA MAX (GIRI/MIN) (NM) 143/4000 TRASMISSIONE 5 MT TRAZIONE ANTERIORE CLASSE DI EMISSIONE EURO 6 D SOSPENSIONI (ANTERIORI/POSTERIORI) MCPHERSON/BARRA DI TORSIONE PNEUMATICI 215/55 R18 FRENI (ANTERIORI/POSTERIORI) A DISCO VENTILATI/A DISCO CERCHI IN LEGA 18” FARI ANTERIORI E POSTERIORI LED
#ca!
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