Zona Magazine - Chiara Fomia

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Zona intima

Zona personale

Zona sociale


EDITORIALE Covid-19. Un virus. Un danno incalcolabile per il mondo intero. Per le persone, per le industrie, per i trasporti, per l’economia, ma soprattutto per le relazioni umane, per come le intendiamo e per come eravamo abituati a viverle. Questa epidemia ha condizionato e condizionerà i nostri comportamenti e un fattore che ne sta risentendo particolarmente, è il distanziamento, inteso nella sua più ampia accezione, intercorrente tra gli individui, tra individui ed oggetti e tra oggetti stessi, uniti nel destino di possibile veicolo di un ospite indesiderato e quindi essi stessi elementi sgraditi. Questo numero di Zona vuole scavare su questa problematica, sulla trasformazione che le relazioni hanno avuto ed in particolar modo su come cambieranno ancora. Riprendendo il concetto della prossemica Zona racconta il processo di trasformazione e presa di coscienza dell’individuo, partendo dalla dimensione più introspettiva dell’io fino ad arrivare ad una visione più globale. L’obiettivo è quello di offrire un’opportunità di metamorfosi che potrà conferire densità e significati al nostro futuro. Lo spazio è un’entità illimitata e indefinita nella quale i corpi sensibili sono contenuti e si muovono. Queste assumono nello spazio una posizione

in base a relazioni di vicinanza e di grandezza. Il concetto di distanza e di grandezza diventano imprescindibili e complementari tra di loro. Più il mio sguardo, la mia curiosità va oltre me stesso più avrò la possibilità di avere una visione e una concezione più ampia del mondo. Un importante studio svolto dalla Harvard University, “The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence”, evidenzia come gli effetti negativi della quarantena e di tutto il periodo di isolamento sociale che abbiamo vissuto, si verifichino a partire dalla fine di essa. Ciò significa che, paradossalmente, stiamo entrando adesso nella parte ”umanamente” difficile e possiamo solo provare ad immaginare come sarà il futuro, perché nella storia recente non abbiamo mai assistito a niente di simile e, come si sa, per gli avvenimenti nuovi ed inaspettati, ci vuole più tempo per riprendersi. Come singoli, ma specialmente come umanità. Ritorneremo dunque ad abbracciarci come prima, anche una volta finito tutto questo, o manterremo comunque delle distanze?


COME SARÁ VISSUTA LA PROSSEMICA NELLO SCENARIO POST COVID-19? CHE SPAZIO RIMANE PER L’UMANO DEL FUTURO? QUALI SARANNO I CONFINI DEL NUOVO MONDO?


LIMETR L I M I

SPECCHIO

RAGGI X 38

24

6 26

Distopia porno

30

Nan Goldin

36

Rubrica Oneiroi

22

Rubrica La fasulla

18

Corpo su carta

12

Un microcosmo di vibrazioni

MICROSCOPIO

40

Morfeo

46

X - Art

52

Rubrica Nuove prospettive

ZO

10

TELECAMERA

TRI

92

ME

96

VETRO

98 Il buco 122

124

Rubrica Oneiroi 102

CALEIDOSCOPIO

114 Angoli di vita

110

Sintonizzazione tra i cosmi

126 Carta bianca

Piazze storiche della citta

Rubrica 106 La fasulla

130

108

Mosaico di sguardi

Rubrica 132 Nuove prospettive


66

LENTE DI INGRANDIMENTO

64

Rubrica La fasulla Scatole abitative

58

CE N TI

M

RI T E

60

Alla ricerca di un riparo

74

Realta incensurata

70

La fragilita del nostro macrocosmo

54

68 Rubrica 90 Nuove prospettive

OCCHIALI 86 Esistenze sospese

80 82

SESTANTE 166

BINOCOLO 138

172

Viandanti oltre i confini

168 Antropocene

LOMETRI I H

C

Rubrica La fasulla

134

Visioni in contatto

Rubrica 180 Nuove prospettive

Intreccio di cosmi

Nuovi modelli 144 alberghieri 148

Rubrica Oneiroi

WEBCAM

NA 140

78

TELESCOPIO 150

164

Rubrica Oneiroi

154

Mimesi in equilibrio

152

Il lato nascosto della luna


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

font TITOLI

MILLIMET

6 mm


MICROSCOPIO

TRI

microscopio raggi X specchio

font TITOLI

MILLIMETRI

7 mm


Siamo stati disallineati per un po’ e ci siamo sentiti soffocare. Perché eravamo soli con noi stessi: essere testimoni di se stessi sempre, è questa la grande prova, l’espiazione come scrive Patrizia Cavalli in una delle sue poesie. Abbiamo conosciuto ogni millimetro della nostra pelle e abbiamo dimenticato quella degli altri. Qualcosa di diverso si è instillato in noi, come il sogno di un mondo compresso, asfittico, forse mortale. Questa società che ci porta verso l’altro, ha mai forse detto cosa fare se l’altro non c’è o se non c’è altro? Non


era previsto, non era accettabile e abbiamo perso i punti di riferimento Ci siamo ripiegati su noi stessi, fino a contare i millimetri di quello che ci è rimasto. Era poco o tanto, non ha più importanza. Si scorge un domani e sembra piacevole, tanto è inusitato, nuovissimo. È bello ritornare alla normalità, ma quale sarà e come si costruirà? Ora abbiamo ottenuto un mondo che straborda, una realtà imprendibile tutta da rifare e siamo disposti a crederci, desiderosi di risorgere e di vivere. Iniziando da noi.


10 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

MICROSCOPIO

[il_nido_dei_dettagli] Microscopio Strumento atto a dare immagini ingrandite di oggetti molto piccoli. Permette di osservarne i dettagli e quindi permette l’osservazione e lo studio delle caratteristiche morfologiche di microrganismi e cellule essendo le loro dimensioni inferiori alla capacità visiva dell’occhio umano.


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

“La vita non riguarda solo la materia e il modo in cui interagisce immediatamente con se stessa, ma anche il modo in cui tale materia interagisce in sistemi interconnessi che includono organismi nei loro mondi che percepiscono separatamente. Questi mondi formano solo una piccola parte del gigante, forse infinito, universo.” Dorian Sagan Dorian Sagan ci porta ad una riflessione sull’attuale crisi ecologica, altrimenti definita come “sesta estinzione di massa”, che sta portando invertebrati come aracnidi e insetti a scomparire a un ritmo molto accelerato, con conseguenze nefaste per tutto l’ecosistema e l’ambiente in cui viviamo. Benché gli invertebrati costituiscano oltre il 95% delle specie animali, questi non vengono tutelati. L’essere umano è quindi responsabile del loro annientamento biologico e del conseguente disastro ecologico.

12 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

In questo contesto l’artista argentino Tomás Saraceno ci incoraggia a sintonizzare le nostre prospettive con quelle di altre specie e sistemi sia a livello micro che macro e a trovare strade per vivere sul nostro pianeta che si possano ibridare tra di loro in alternativa a quelle ordinarie. Lo studio di Tomás Saraceno ha dato vita ad una serie di archivi che consentono di comprendere le varie tipologie di ragno e ragnatele esistenti, permettendoci di immaginare nuovi modi di interpretare e comprendere queste architetture e assemblaggi viventi, attraverso l’obiettivo di molteplici discipline del pensiero. Si parla di assemblaggi viventi in quanto numerosi studi hanno sostenuto e confermato che la ragnatela è un’estensione dei sistemi sensoriali e cognitivi del ragno che prende il nome di ragno/ragnatela.

MICROCOSMO DI VIBRAZIONI

Il complesso sistema ragno/ ragnatela 13 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

Attraverso il sito web che illustra il progetto di Saraceno questi archivi sono resi disponibili al pubblico con lo scopo di migliorare la comprensione del complesso sistema ragno/ragnatela. Tali archivi non vengono presentati in modo statico, ma sono sistemi dinamici che continuano a crescere e cambiare forma. Da questi interessantissimi studi può nascere un’analogia tra il sistema ragno/ragnatela e l’uomo. Ogni essere umano ha una propria intimità e individualità isolata che coltiva nel tempo e nutre con rapporti, scambi, persone. Allo stesso modo ciascun ragno/ ragnatela inizia con un singolo filo di seta fuso nell’etere, sciolto e ondulato. Ogni filo di seta è quindi una rete in divenire, proprio come ogni persona è la base di potenziali reti umane. Tale filo si libra in aria, alla deriva, fino a quando non incontra una superficie che diventa un punto di attacco e l’origine di un assemblaggio più grande. Ciascun filo di seta in un assemblaggio disegna inoltre un arco di movimento: i fili rimasti aerei simboleggiano il futuro di questo sistema intricato, mentre i fili tesi e racchiusi nella ragnatela segnano i percorsi lungo i quali il ragno ha già viaggiato. Il sistema ragno/ragnatela è quindi una traccia vivente di movimenti e temporalità in cui si fondono passato, presente e futuro.

14 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

Il complesso mondo del ragno si compone inoltre di vibrazioni. Essenzialmente cieco, il ragno nel processo di costruzione del suo habitat-ragnatela crea un’immagine del mondo costituito dalle vibrazioni che invia e riceve attraverso la ragnatela che funge quindi anche da strumento organico per trasmettere questi segnali sismici. Il sistema ragno/ragnatela è quindi considerato un’estensione materiale dei sensi del ragno e persino della sua mente. Lo studio dei segnali sismici prodotti e ricevuti dal ragno rientra nella disciplina scientifica della biotremologia: lo studio della comunicazione vibrazionale negli animali. La ricerca di Saraceno estende il suo interesse anche a questa disciplina e all’esplorazione delle possibilità di comunicazione tra varie specie.

15 mm


MILLIMETRI

16 mm

MICROSCOPIO


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

L’artista nel 2014 ha infatti avviato una serie di piattaforme sperimentali per incontri musicali tra umani e ragni: jam session interspecie che sperimentano la vibrazione come una forza in grado di mettere in comunicazione la specie umana con quella aracnide. Usando il sistema ragno/ ragnatela come strumento principale, queste jam session hanno messo in campo incontri musicali tra numerosi artisti umani e aracnidi in cui un’ampia gamma di strumenti in seta di ragno rappresenta le diverse sezioni di un’orchestra tradizionale: archi, percussioni e fiati. Questi strumenti incorporano dei dispositivi che traducono le vibrazioni dei ragni in frequenze percepibili dagli umani e viceversa. Questi suoni fanno parte di un nuovo archivio biotremologico multispecie in cui vediamo dialogare umani e aracnidi in una visione olistica del mondo e degli ecosistemi.

17 17 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

CORPO CARTA Farsi disegnare per accettarsi Lock down. 100 giorni. 100 giorni in casa, tutto il giorno. Tra le tante cose che abbiamo avuto modo di osservare, come non citare il nostro corpo. Più tempo per guardarlo, per rifletterci sopra; in quanti hanno iniziato una dieta in quarantena, oppure al contrario preso peso? In quanti hanno svolto più o meno attività fisica rispetto a prima in questi mesi di “Prigionia”?

18 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

Il Corona Virus ci ha messo inevitabilmente di fronte all’evidenza del nostro corpo. Il progetto di riferimento vuole appunto approfondire questa tematica, con un insolito punto di vita. M Your Body, parte dalla fotografia: guardandosi attraverso le foto scattate da se stessi o dagli altri, si impara a prendere confidenza con il proprio aspetto insolito, ad abituarsi, ad apprezzarlo.

19 19 mm


C’è chi usa la fotografia proprio come uno strumento di accettazione, una sorta di percorso terapeutico: è il caso di Micaela Zuliani di Portrait de Femme, che grazie al suo progetto Boudoir Disability, nel quale «si è scelto di fotografare donne con disabilità in pose sensuali per abbattere la discriminazione utilizzando l’arma della seduzione». Con questa fonte di ispirazione, l’artista Marine, ha creato M Your Body: partendo sempre da una fotografia di riferimento, Marine ritrae ogni tipologia di fisico, di uomo o di donna: magro, grasso, post-gravidanza, bodybuilder, con protesi, in sedia a rotelle, e nani. I suoi corpi a penna e pennarello sono vivi, vibranti, scintillanti: i volti non sono mai definiti, per concentrare l’attenzione sul resto.

20 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

Marine afferma che «Vedersi con gli occhi di altri, attraverso la fotografia, il video, il disegno o la pittura può aiutare ad accettarci di più». Il suo è un invito ad avere un atteggiamento positivo, un incoraggiamento a provare benevolenza verso se stessi e verso gli altri: «Nonostante le nostre differenze fisiche, le cosiddette “imperfezioni”, siamo tutti belli e tutti abbiamo valore» Il Lockdown potrebbe tornare in futuro, ma con questo spunto potremmo essere più preparati ad affrontarlo. Lui e il nostro corpo.

21 mm


I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

22 mm


I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

23 mm


24 mm


MILLIMETRI

SPECCHIO

SPECCHIO

[guardarsi_dentro] Qualsiasi superficie che rifletta la luce in modo abbastanza regolare si può a rigore chiamare uno specchio. Di solito però si indica con questa parola una superficie, generalmente metallica, preparata con cure speciali allo scopo di ottenere una riflessione molto regolare.


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

Indagine delle relazioni tra i corpi 26 mm attraverso le distanze prossemiche


MILLIMETRI

SPECCHIO

La serie di opere “Take a pause” del giovane artista Marco Siciliano ritrae la iconografica interazione tra corpi e immagini. Le sue elaborazioni fotografiche offrono uno sguardo inedito sul mondo del porno che opera sui confini, sui limiti, intervenendo su quelle

linee sottili che separano il porno dalla realtà della rappresentazione. Il risultato di tale operazione è la creazione di nuove creature immaginarie e regni onirici artificiali in cui i corpi si combinano e fondono. Giocando con la moltiplicazione di elementi come mezzo per la loro cancellazione, l’artista crea un caleidoscopio di forme e colori usando screenshot di video porno presi da tumblr 27 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

al confine tra pornografia e decorazione. Tali istantanee sono qui riflesse per cancellare la percezione immediata e aggirare la censura. I corpi fermati e intrappolati negli screenshot usati per i collage caleidoscopici sono di nuovo in azione fondendosi l’uno con l’altro in un ciclo costante. Lo spazio assume un ruolo fondamentale per la sua ricerca, un campo in cui i corpi acquisiscono coordinate per apparire, nascondere e poi scomparire. Il corpo è diviso in un’orgia di forme, in luoghi intimi mentre osserviamo silenziosamente la sua lenta scomparsa.

28 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

“Manichini in scena si fermano muti mentre le membra continuano a mescolarsi tra loro. Bocche spalancate, tendini tirati, muscoli gonfi sotto mani serrate. Colti in flagrante in un orgasmo mascherato, i corpi sono cristallizzati in un caleidoscopio di forme e colori che ne rinnova il movimento sospeso. Ci ritroviamo sedotti e divorati in un vortice distorto di sublime oscenità” 29 mm


NAN

GOLDIN

MICROSCOPIO

L’intimita dei sobborghi degradati 30 mm


MILLIMETRI

SPECCHIO

Nelle opere della fotografa Nan Goldin la fragilità umana diventa lo specchio della bellezza più sincera. La diversità e l’anticonformismo sono le caratteristiche che rendono le sue fotografie opere d’arte senza tempo. L’arte di Nan Goldin ha origine col suo trasferimento

a New York, dove l’artista inizia a documentare la realtà dei sobborghi degradati, dei sobborghi degradati, una realtà a volte cruda, fatta di sesso, droga, amore, vecchiaia e disperazione. Con i suoi scatti scavalca qualsiasi forma di finzione con intensità, un’intensità che rispecchia anche i soggetti che ritrae: amici, emarginati, amanti. Al contempo Nan Goldin esprime se stessa e si racconta, 31 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

mettendosi a nudo, attraverso la sua macchina fotografica, fondamentale nell’esegesi dei suoi elaborati.

L’empatia è ciò che la contraddistingue rendendo il suo lavoro un vero e proprio diario spirituale che esplora storie complicate talmente genuine che non devono vergognarsi di essere tali. L’artista, esaltandone la diversità, ci permette di scoprirne la reale bellezza. Nasce così “The Ballad of Sexual Dependency” (1981), un progetto composto da una serie di oltre 700 fotografie, che si è modificata nel corso del tempo, che racconta la questione del vivere e

32 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

dell’agire: i rischi, l’imprevedibilità, l’innocenza, l’indifferenza, il coinvolgimento, la passione. Nello scatto è spinta dai sentimenti di amicizia, attrazione, amore che scorrendo davanti ai nostri occhi in maniera dolce e violenta spostano il confine dell’immagine all’interno del suo mondo, ridisegnandone i limiti ed esaltandone i ritmi di una feroce intimità che resiste allo scorrere del tempo. L’impressione è che nulla sia statico, ma al contrario tutto sia inafferrabile, in costante mutamento, vivo L’artista ricerca la verità e non necessariamente la bellezza oggettiva e il risultato di questa ricerca è un’immagine enigmatica, che spinge a riflettere e a considerare ciò che esiste al di fuori della sua intimità come completamente irrilevante.

33 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO

Nan Goldin in questo immenso progetto fotografico ritrae la parte più trasgressiva dell’esistenza umana con approccio intimo e personale, esaltando però la fragilità dell’uomo attraverso un obiettivo schietto e senza filtri. Non c’è alcuna incoerenza tra la forma e la realtà, nessuna censura. Nelle sue fotografie tutto brulica di vita, una vita all’eccesso e a tratti un eccesso della vita che si oppone al nulla e alla morte. Per questo ognuna delle sue immagini non rappresenta il passato, ma molto di più: uno stralcio di ciò che potremo continuare a vedere nel suo infinito presente che non muore mai e vive per sempre.

34 mm


“La macchina fotografica non c’è, esiste piuttosto una relazione, perché accetto le cose così come sono. Per questo non proietto niente sui soggetti, anzi faccio in modo che non diventino altro rispetto a ciò che sono. Non ho alcun pregiudizio, nessuna aspettativa. Le persone non devono recitare una parte per me, non mi devono dare quello che voglio. Ciò che mi spinge a fotografarli sono i sentimenti che nutro per loro: rispetto, amore, e spesso attrazione fisica. Non voglio cambiare nulla, né farli essere ciò che non sono, né 35 mm imprimere su di loro il mio segno.” MILLIMETRI

MICROSCOPIO


MILLIMETRI ONEIROI

MICROSCOPIO

ARMADIO ANATOMICO

Mi alzai e andai a prepararmi per la giornata. Ho aperto la porta del mio armadio e al posto dei vestiti erano appesi organi del corpo. C’erano cuori, polmoni, fegati e reni. Ognuno ha un proprio cartellino, come se li avessi acquistati in un negozio. Erano ben appesi in gruppo. Potevi scegliere tra un paio di cuori, polmoni e altri organi. Sono rimasto lì a cercare di decidere quali prendere, anche se non riuscivo a leggere cosa c’era scritto sugli altri cartellini.

36 mm


MILLIMETRI ONEIROI

MICROSCOPIO

37 mm


38 mm


MILLIMETRI

RAGGI X

RAGGI X

[dietro_le_quinte] Tecnica di indagine microscopica basata sull’uso di raggi X, la radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda comprese tra 10 e 0,01 nm. La microscopia a raggi X permette quindi di visualizzare la struttura spaziale di sistemi fisici e biologici, rendendone possibile lo studio morfologico.


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

MORFEO MORFEO MORFEO Traghettatore di sogni Traghettatore di sogni

Traghettatore di sogni

40 mm


MILLIMETRI MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

Il mondo dei sogni è un universo affascinante e inafferrabile, spesso non del tutto comprensibile e per questo molto misterioso ed intrigante. Allo stesso tempo i sogni sono intimi, sono una parte nascosta di noi, spesso difficili da esplicitare o raccontare. Questi due aspetti dell’onirico si fondono nell’arte che nasce da una collaborazione di una coppia creativa che prende il nome d’arte Morfeo. La collaborazione Morfeo si compone di un artista 3D e uno psicologo esperto in interpretazione di sogni. Insieme i due personaggi danno forma ai sogni delle persone, creando paesaggi e scenari in 3D basati sui racconti di tali sogni e ne forniscono un’interpretazione e una lettura approfondita.

41 mm


MILLIMETRI

RAGGI X

Il punto di forza maggiore di questa collaborazione risiede nel saper cogliere le caratteristiche chiave dei sogni, interpretarle e restituirle al mondo sotto forma di opera d’arte navigabile. I panorami ricreati dall’artista sono infatti fruibili a 360 gradi, permettendo un’immersione dentro al sogno quanto più possibile profonda. L’interpretazione e la descrizione dello scenario onirico sono inoltre un valore aggiunto che si pone come intermediario tra il pubblico e l’artista. Il fascino delle opere d’arte è infatti racchiuso nel loro potere evocativo e nelle storie che raccontano. Tali storie nell’arte di Morfeo si riempiono di significati e rimandi affascinanti all’inconscio delle persone.La forza comunicativa della coppia è la fusione di due piani creativi e comunicativi diversi: l’arte e la psicologia. Le opere create da questa collaborazione sono frutto di tre diversi processi di esplicitazione di una delle più grandi fascinazioni che caratterizzano l’essere umano. Il sogno è infatti dapprima descritto e raccontato dalla persona che lo ha sperimentato, poi viene recepito e interpretato dall’artista che ne crea l’opera e in terzo luogo ne viene fornita un’interpretazione simbolica e psicologica. Proprio questa molteplicità di punti di vista e interpretazioni dell’inconscio del pubblico con cui andranno ad interagire i due personaggi è uno dei punti chiave da cui

42 mm


svilupperà la loro comunicazione. Il mondo dei social e della comunicazione è spesso incentrato sull’aspetto esteriore delle persone o sulla sfera mentale relativa a pensieri consapevoli, arte, ispirazione, sentimenti, ma il più delle volte l’inconscio non trova molte possibilità di espressione. Spesso è taciuto ed evitato perché di difficile descrizione e comprensione. Proprio a partire da questo presupposto sviluppa l’idea di dare rilievo all’onirico, di dedicargli no spazio maggiore e più rilevante, di innalzarlo a forma d’arte, di renderlo più comprensibile, ma senza far perdere il suo fascino che deriva dalla possibilità di dar vita ad infiniti scenari scaturiti dalla mente di persone comuni. Un altro punto di forza di questo progetto è l‘enorme potere che sta nel dare alle persone la possibilità di interagire, creare il proprio ed esprimersi. Morfeo è pensato come una piattaforma che offra anche uno spazio per l’interazione tra gli utenti. Il progetto diventa così una sorta di galleria d’arte virtuale che racchiuda tutti i sogni nati da questa collaborazione. L’utente che si trova sulla piattaforma può visitare tali sogni, viaggiare nella mente delle persone, leggerne interpretazioni e valori simbolici, interagire con altri utenti e contribuire nella creazione di nuovi scenari. Idealmente questo progetto si posiziona come un social media dell’inconscio. 43 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI XO

Il progetto Morfeo si rivolge a chiunque abbia, almeno una volta nella vita, desiderato vedere, toccare, esplorare o dì vivere un sogno fatto. Per tutti quelli che amano utilizzare internet per scoprire bellezza, arte, nuovi immaginari. Per coloro che sono in cerca di ispirazione, di unicità, di novità e non si fermano all’apparenza, ma cercano i significati dietro le cose, soprattutto quelle più difficili da comprendere.

Per le menti più giovani e fresche, appassionate d’arte, di digitale, di community, ma anche di tutta la sfera psicologica e filosofica che cerca di comprendere i grandi misteri della mente umana. Il tono di voce utilizzato dalla coppia è quello metaforico, le parole richiamano concetti appartenenti alla sfera dell’inconscio ed evocano immagini nella mente dell’utente.

44 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

Lo storytelling adoperato si rifà al personaggio archetipico del mago, che agisce in modo misterioso, detiene potere e sapere e dona comprensione e conoscenza. L’interpretatore dei sogni non si limita a fornire una lettura simbolica universale dei sogni, ma ne sottolinea gli aspetti metaforici, istintivi, clandestini, primordiali e quindi rivelatori, indagando attraverso domande in una scoperta conoscitiva congiunta con l’utente. È una sorta di investigatore che si fa strada tra le false piste che si aprono di fronte a lui.

L’arte di Morfeo è quindi un’arte nuova, dinamica e innovativa, un’arte che vive delle delle persone che sognano, dei loro immaginari e di tutte le possibili sfaccettature della mente umana.

45 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

X-ART Oltre gli strati superficiali dell’apparenza

46 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

Nick Veasey

47 mm 15 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

Il covid ci ha spinti a non fermarci alle apparenze ma a scavare più in profondità. Ci siamo trovati in situazioni in cui l’inconsapevolezza ha incrementato il nostro desiderio di conoscenza per permetterci di poter tornare a respirare.

Come sarebbe vedere il mondo attraverso delle radiografie? Per saperlo è sufficiente guardare la realtà attraverso l’arte di Nick Veasey , un artista inglese che utilizza la tecnologia a raggi X per rivelare gli strati più profondi dei suoi soggetti. Nelle sue opere la vita quotidiana è messa a nudo e rivela una bellezza nascosta spesso sorprendente. In una fusione all’avanguardia tra arte e scienza Veasey mostra l’umanità sotto una luce insolita.

Ispirato alle radiografie floreali del fotografo e odontotecnico Albert G. Richards, ha fatto una radiografia di tutto, dagli alberi di Natale ai fucili, alla pipa di Magritte e ai disegni di moda. 48 mm


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

Il fascino delle sue opere consiste nella poetica ricerca che l’artista compie nei confronti della realtà. Egli cerca l’essenza, tutto ciò che si cela dietro le fugaci apparenze. Il suo è un viaggio verso una dimensione altrimenti nascosta e invisibile all’occhio umano, compiuto grazie alla radiazione elettromagnetica ad alta energia, pericolosa ma eterea. Le immagini liriche di Nick sono infatti create usando macchine sfruttate per la medicina e la radiografia industriale. Nick Veasey gioca con questa tecnica ed è una forma innovativa di percezione dell’esposizione della realtà che può parlare ad un ampio pubblico di persone. Infatti la sua arte è qualcosa con cui le persone possono connettersi, è reale, non è astratta, ipotetica o complicata. Svela come le cose si connettono, racconta storie e i loro meccanismi con un pizzico di poesia. È come se ci invitasse e sbattere le palpebre e il mondo passasse ai raggi X.

49 mm


MILLIMETRI

50 mm

MICROSCOPIO RAGGI X


MILLIMETRI

MICROSCOPIO RAGGI X

51 mm


NUOVE PROSPETTIVE

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Quando guarderai più da vicino questo mondo, scoprirai che i capelli del bruco originale sono così lisci; le lumache che si rannicchiano insieme sono così calde che fanno lacrime; i gusci di merda diligenti si occupano seriamente delle loro palle di sterco ogni giorno; il ragno sarà nell'acqua Usiamo una piccola bolla come il nostro ristorante; Tianniu si combatte come un toro. Ogni creatura non ha perso tempo. o on

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Microcosmo .


NUOVE PROSPETTIVE

53 mm


CENTIMETRI MILLIMETRI

54 cm 54 cm

MICROSCOPIO

LENTE D’INGRANDIMENTO


webcam lente d’ngrandimento

LENTE D’INGRANDIMENTO

CENTIMETRI

MICROSCOPIO

occhiali

CENTIMETRI MILLIMETRI

55 55cm cm


Senza un corpo possiamo dire di essere noi stessi? Questo è il pezzo mancante, è la parte che stiamo raccattando ora. Potremmo riscoprirci e darci definizioni nuove. “Essere toccati è la prova che abbiamo un corpo e che ci sono altri corpi nel mondo. Senza un contatto possiamo davvero credere di esistere?” annota Susan Sontag nei suoi taccuini. è questo che ci spinge a cercare un contatto, prima impossibile e negato. Dopo questo mondo incastrato e sospeso vogliamo riavere un contorno che certifichi la nostra presenza. È questo riavvicinarsi che serve, per non essere più smarginati. Vogliamo una definizione nuova che arrivi dall’altro. Questi corpi che sono rimasti inermi, in attesa, ora possono finalmente darci


la sensazione precisa che esistiamo, che qualcuno ci guarda, ci tocca, ci dà una dimensione finora fluttuante. Dio “non invidia più di tanto l’anima./ Lui è tutto anima, ma vorrebbe accasarla/ in un corpo e scendere quaggiù per farle/ fare un bagno ogni tanto”. Ecco che Anne Sexton ci riporta alla visione ancestrale, primitiva di noi che abbiamo un corpo e sappiamo finalmente cosa farne. Possiamo ingombrare, accasare la nostra anima in un corpo che ne sfiora altri. Mi tocchi o non mi tocchi - questo cambia tutto. Avere anche solo la sensazione di stare nuovamente al mondo è segno che stiamo respirando, che l’altro è necessario se non salvifico e che desideriamo ancora.


58 cm


CENTIMETRI

LENTE DI INGRANDIMENTO

LENTE DI INGRANDIMENTO

[Zoom_domestico] Una lente d’ingrandimento crea un’immagine virtuale ingrandita dell’oggetto che si trova oltre la lente stessa. Perché ciò avvenga, la distanza tra la lente e l’oggetto deve essere minore della lunghezza focale della lente.


CENTIMETRI

60 cm

LENTE D’INGRANDIMENTO


CENTIMETRI

LENTE D’INGRANDIMENTO

ALLA RICERCA DI UN RIPARO

una luce di speranza

Situazioni estreme, come quella che stiamo vivendo, ci portano o meglio obbligano, a pensare a che valore abbia il tempo, portandoci a scelte che solo un attimo prima credevamo impossibili. Un giovane artista di Pinerolo sotto lo pseudonimo di “Rebor”, ha dato vita all’opera “alla ricerca di un riparo”,

un’installazione che tocca questo momento difficile per il nostro Paese e per tutto il mondo. In questa occasione il giovane artista ha preferito agire in modo diverso rispetto alle sue opere passate, adattandosi al particolare

61 cm


CENTIMETRI

LENTE D’INGRANDIMENTO

e dare rilievo a questa immagine oggi più forte che mai. In momenti come questi la parte razionale dell’essere umano viene meno poiché di fronte alla paura ognuno reagisce in modo diverso e incontrollato.

e delicato momento nel quale ci troviamo in cui, spiega, l’effetto sorpresa potrebbe essere fuorviante e far passare un messaggio diverso da quello desiderato. Rebor ha quindi deciso di rovesciare completamente il suo modus operandi e palesare da subito le immagini del proprio lavoro, anticipando così la collocazione fisica.

Nell’opera di Rebor la concezione di spazio assume un significato nuovo, i tendoni che si vedono per il triage d’emergenza non sembrano infondere sicurezza ma, anzi, agli occhi di chi guarda appaiono come simboli di paura, scatole in cui sentirsi prigionieri, una porta misteriosa dalla quale entri ma che dietro di sé lascia incertezza e angoscia.

L’opera “alla ricerca di un riparo” ha un particolare importante, Si tratta di un’opera di grandi dimensioni, nello specifico di una tenda, pensata per essere ovvero l’azzurro sul tettuccio. Il cielo irrompe nello spazio chiuso non solo vista, ma anche vissuta, attraversata, della tenda, si proietta al mondo abitata. L’opera verrà installata, non appena dando speranza, coraggio, si eleva possibile, in spazi di qualche città scelta travalicando ansia e affanni. Una dall’artista, sempre nel rispetto di tutte quelle luce nel buio che infonde speranza, che sono le normative del momento. Prima che ciò avvenga però l’opera sarà esposta accesa anche di notte. Tuttora l’opera viene condivisa in nel giardino dello stesso Rebor, fotografata e Italia e in molti altri paesi, come postata usando l’hashtag #iorestoacasa. Il messaggio è quello di evidenziare la fragilità l’Iran e il Giappone. Il messaggio ricevuto dalle persone umana, di fermarsi a pensare e riflettere e trasmesso nel mondo è proprio sull’impotenza che l’uomo ha in alcuni casi. quello voluto dall’artista, un Al contempo l’intento è anche quello di simbolo di speranza e di aiuto. sottolineare la paura di un nemico invisibile

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CENTIMETRI

LENTE D’INGRANDIMENTO

“L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo. Ma, quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e la superiorità che Al’universo ha su di lui; mentre l’universo non ne sa nulla. Tutta la nostra dignità sta, dunque, nel pensiero. In esso dobbiamo cercare la ragione di elevarci, e non nello spazio e nella durata, che non potremmo riempire. Lavoriamo, quindi, a ben pensare: ecco il principio della morale.” “Pensieri” di Pascal

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scatole abitative

CENTIMETRI

LENTE D’INGRANDIMENTO

la casa tra arte e isolamento Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus, ci siamo trovati ad affrontare nuove paure, ansie, attacchi di panico, depressione. Un grande stress dovuto alla necessità di non combattere solo un nemico comune ma anche all’essere costretti a dover rimanere nelle proprie abitazioni, mettendo il mondo fuori da esse in stand by. Un taglio netto a quella che è la vita sociale di ognuno, non poter più stringere i nostri cari, gli amici, il proprio partner, una situazione difficile da sostenere considerando che l’uomo è un animale sociale che tende istintivamente ad aggregarsi ad altri. Eppure se ad oggi la casa viene vista come un luogo di reclusione, quest’ultima per tanti individui nei secoli è stata una decisione di vita. Basti pensare ai romiti o ai monaci, che per scelta decidevano di rinchiudersi in spazi ristretti per meditare o pregare. In merito a ciò tanti artisti hanno dato una propria interpretazione, riducendo questi spazi ristretti a nitide “scatole prospettiche”, dove l’individualità umana è esaltata in una profonda riflessione di raccoglimento con se stessi. Andrea di Bartolo (Siena, documentato 1389-1429), ad esempio, nella predella della tavola con Caterina da Siena fra beate domenicane, di fine 1300, conservato al Museo Vetrario di Murano, raffigura le religiose in quattro scene di vita all’interno delle celle la cui narrazione dà alla solitudine un significato diverso, che spinge il devoto a identificarsi con un eccellente esempio di pietà, attraverso un intenso rapporto con il divino. La stessa tavola è stata esposta a Palazzo Strozzi alla mostra del videoartista Bill Viola “Rinascimento elettronico” nel 2017, le cui

64 cm


CENTIMETRI

LENTE D’INGRANDIMENTO

opere erano presentate in dialogo con quelle del passato che erano state per lui fonte di ispirazione e punto di partenza per l’evoluzione del suo linguaggio artistico. Questa stessa solitudine è stata ricercata anche da Marina Abramovi in “House with Ocean View” del 2002, una performance che l’artista stessa dice essere nata «dal desiderio di capire se è possibile usare una semplice routine quotidiana, con regole e restrizioni, per purificare noi stessi». In tre interni sospesi l’artista ha vissuto per dodici giorni, senza mangiare né parlare, davanti al pubblico della Sean Kelly Gallery di New York. Scrive Marina in “Attraversare i muri”: «Era passato poco tempo dall’11 settembre: la gente era in uno stato d’animo ricettivo, e arrivarono folle di spettatori che rimasero a lungo seduti per terra, a osservare e riflettere sull’esperienza in cui erano immersi. I visitatori e io avvertivamo intensamente la presenza gli uni dell’altra. Nella stanza c’era un’energia condivisa, e il pesante silenzio era rotto solo dal ticchettio del metronomo che tenevo sul tavolo. Facevo ogni cosa – stare seduta, stare in piedi, bere, riempire il bicchiere, fare pipì, farmi la doccia – con una lentezza e una consapevolezza prossime alla trance».

65 cm


I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

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I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

67 cm


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CENTIMETRI

WEBCAM

WEBCAM

[occhio_digitale] La webcam Videocamera digitale che, collegata o integrata nella struttura stessa di un personal computer, permette di riprendere e trasmettere in tempo reale immagini attraverso la rete Internet.


Mappatura contro l’estinzione

LA FRAGILITA NOSTRO MAC 70 cm


CENTIMETRI

WEBCAM

“I ragni sono animali preistorici, vivono sul Pianeta Terra da più di 150 milioni di anni. L’homo sapiens ci vive solo da 310.000 anni. Normalmente si considera che una specie abbia imparato a vivere in un luogo quando lo abita più o meno da 5 milioni di anni. Quando la gente mi domanda se sono i ragni a vivere in casa mia o io a vivere in casa dei ragni, mi sembra pertinente avere l’umiltà di dire che siamo noi uomini a vivere nella casa dei ragni. C’è una disuguaglianza molto grande.” - Tomás Saraceno Uno dei punti chiave del lavoro di Tomás Saraceno riguarda la mappatura degli ambienti ragno/ragnatela. Nel contesto del declino globale delle popolazioni di invertebrati, l’artista e il suo team invitano il pubblico ad una collaborazione nel mappare la ricchezza e diversità delle specie ragno/ragnatela all’interno di ecologie che ci vedono strettamente coinvolti. L’invito è quello di diventare sensibili a questi temi e dare un maggiore rilievo anche alle vite dei coabitanti di questo pianeta.

Il progetto, partendo dalle pratiche cartografiche utilizzate nella geografia umana per stabilire divisioni e confini geopolitici, si propone di realizzare cartografie ragno/ragnatela in un tentativo di raccontare storie trascurate di questi importanti esseri animali. In queste cartografie la mappatura è impegnata come mezzo per visualizzare e sensibilizzare riguardo gli habitat di ragno/ ragnatela come elementi costitutivi di ecologie più ampie, molto al di là di tutto ciò che è strettamente umano. La mappatura collettiva ci consente di accedere a nuove grandezze e nuovi punti di vista attraverso i quali riflettere in modo collaborativo riguardo concetti di convivenza multispecie ed

A DEL CROCOSMO

71 cm


CENTIMETRI

WEBCAM

La presenza di insetti sulla terra supera di gran lunga quella della specie umana e questo porta ad una percezione distorta della realtà, rendendo difficile accettare l’idea di estinzione riguardo creature che sembrano così abbondanti. Tuttavia i dati dimostrano che le popolazioni di insetti stanno diminuendo del 2,5% all’anno, suggerendo che potrebbero estinguersi entro la fine del secolo. Gli invertebrati sono elementi chiave delle nostre ecologie condivise e intrecciate: gli insetti sono infatti i principali responsabili dell’impollinazione delle colture e della decomposizione del materiale organico. In parole povere la scomparsa degli insetti, e conseguentemente dei ragni che si cibano di insetti, scatenerebbe un effetto catastrofico a catena nelle ecologie e nei sistemi che supportano la vita sulla Terra. Il progetto si sviluppa all’interno del cosiddetto “Internet animale” che vede una proliferazione di GPS e altri dati online geotaggati che aiutano gli scienziati a mappare la distribuzione, i movimenti e le interazioni di varie popolazioni animali.

72 cm

Alla luce di questi dati e studi appare evidente che esista un legame implicito tra questi esseri sinantropi e gli ambienti modificati dall’uomo in quanto ci ritroviamo ad intrecciare le nostre esistenze nella condivisione di una casa, un habitat, un ecosistema. L’habitat non è altro che una nostra costruzione percettiva di esso che acquista significato e il potere di influenzarci solo nel momento in cui viene da noi percepito.


CENTIMETRI

LENTE D’INGRANDIMENTO

Le facoltà percettive del ragno/ ragnatela sono diverse dalle nostre; ciò che percepisce come la forma del mondo a noi appare estraneo. Gli habitat che coinvolgono specie diverse non sono fissi. Stare attenti ai modi dinamici in cui prendono forma i nostri habitat ci consente di indagare le pratiche per sintonizzarci con le altre specie che potrebbero aprire connessioni tra mondi, trasformandoli.

Se immaginiamo di essere in simbiosi con altri mondi, piuttosto che essere in essi, potremmo sviluppare pratiche migliori per condividerli con altre specie. Forse dobbiamo solo chiudere gli occhi e allungare le braccia nella loro cecità, per iniziare a percepire il mondo come fa il ragno/ ragnatela.

73 cm


CENTIMETRI

WEBCAM

REALTÀ INCENSURATA

74 cm


CENTIMETRI

WEBCAM

Come combattere il controllo dispotico

“Autorizziamo le generazioni future a difendere il loro diritto all’informazione e forniamo loro uno strumento potente per combattere i leader oppressivi: la conoscenza. Insieme alla comunità di giochi in continua espansione, mostreremo al mondo che la verità non sarà mai messa a tacere!”

75 cm


CENTIMETRI

76 cm

WEBCAM


CENTIMETRI

WEBCAM

In molti paesi il mondo del web e dell’informazione è controllato da leader oppressivi che costringono la popolazione, e in modo particolare i giovani, a crescere in sistemi in cui la loro opinione è fortemente manipolata da campagne governative di disinformazione. In queste realtà in cui quasi tutti i media sono bloccati o controllati, Minecraft, il gioco per computer di maggior successo al mondo, è ancora accessibile. Il vedeogioco online è quindi stato scelto da Reporter Senza Frontiere (RSF), organizzazione non governativa e no-profit che promuove e difende la libertà di informazione e di stampa, per costruire un’enorme biblioteca inaugurata il 12 marzo 20 in occasione della Giornata mondiale contro la cyber censura. Il progetto denominato “The Uncensored Library”, consiste in una biblioteca virtuale che ha come obiettivo quello di combattere il controllo dispotico che ancora oggi imbavaglia, imprigiona, tortura e perfino uccide molti giornalisti e scrittori. La biblioteca è accessibile da chiunque; gli utenti possono muoversi tra gli scaffali, scegliere e consultare liberamente gli articoli messi al bando. La grande costruzione virtuale è divisa in cinque ali, una per ogni paese colpito da questa problematica: Arabia Saudita, Egitto, Messico, Russia e Vietnam. Recandosi in una di queste sezioni e selezionando uno dei libri presenti sugli scaffali è possibile accedere al contenuto visualizzato in una finestra di testo, senza alcun vincolo di censura.

77 cm


CENTIMETRI ONEIROI

78 cm

LENTE D’INGRANDIMENTO


CENTIMETRI ONEIROI

LENTE D’INGRANDIMENTO

BOLLE

Andavo in giro con i miei amici in centro come ogni giorno normale, ma eravamo tutti dentro bolle individuali. Quando mi sono girato verso di loro, non riuscivo a sentire nulla di quello che stavano dicendo. Ha iniziato a fare molto caldo e non riuscivo a respirare. Stavo soffocando in totale silenzio. Mi sono svegliato prima che accadesse qualsiasi altra cosa. Ho fatto questo sogno simile almeno 3 volte.

79 cm


80 cm


CENTIMETRI

OCCHIALI

OCCHIALI

[filtro_sfuocante] Strumento ottico consistente in un mezzo trasparente fissato a un sostegno, detto montatura, che lo mantiene in posizione opportuna dinanzi agli occhi. Può servire a compensare i difetti di rifrazione dell’occhio e in tal caso utilizza come mezzo trasparente delle lenti.


CENTIMETRI

82 cm

OCCHIALI


CENTIMETRI

OCCHIALI

Visioni in contatto Mostra fotografica e Jam di Contact Improvisation con musica live. Visioni in Contatto è un’iniziativa di crowdfunding che nasce per far conoscere e diffondere sempre più la Contact Improvisation (CI) sul territorio italiano. Ma che cos’è la Contact Improvisation? È un’esperienza di una danza che basa tutto sulle sensazioni, sui movimenti fluidi del corpo; è ballare liberamente, senza

regole, lasciando che il corpo si autoregoli con quello di chi abbiamo di fronte, creando movimenti armoniosi. Oggigiorno il contatto fisico si sta sempre di più perdendo a causa della continua e irrefrenabile evoluzione tecnologica, che ci vede sempre di più dietro uno schermo, che sia questo di uno smartphone o di un computer. I contatti che abbiamo con persone sconosciute sono o sportivi o poco intensi, a volte violenti. La dimensione della CI è tutta da riscoprire e rimane qualcosa di davvero innovativo. Danzare CI infatti, offre una possibilità’ contemporanea di incontrarsi per danzare liberamente improvvisando, per condividere con gli altri, per connettere, per prendersi cura di sé.

83 cm


CENTIMETRI

OCCHIALI

“È ancora bello sognare l’imprevisto. Credere che te la caverai anche con qualcosa che non conosci. Molto di ciò che conosciamo è ancora di ostacolo a noi stessi. (Ritsaert ten Cate, Direttore del Mickery Theater, Amsterdam 1981)” Il progetto, tramite un sistema innovativo e sociale come quello del crowdfunding, vuole dare origine ad un evento che sia una iniziativa sociale e culturale allo stesso tempo. Uno spazio libero e danzante dove far vedere, provare e praticare la CI. L’evento consiste in una mostra fotografica con jam che vuole

84 cm

raccontare le Saturday Jam Romane che si sono svolte da Settembre 2017 a Maggio 2018 nello spazio del San Lo’ di Roma. Ad ogni jam un fotografo, esperto o amatore, ha partecipato fotografando e danzando. Otto fotografi hanno documentato per 9 mesi le jam. La jam di Contact Improvisation è gratuita e aperta a tutti, della durata di 12 ore, con musica live ed in contemporanea con la mostra. I musicisti danno vita ad atmosfere diverse in ascolto con le opere e con la danza. Danzare tra le immagini, con le foto, interagire con le forme, le sensazioni che emanano, le emozioni che suscitano le immagini, per manifestare nello spazio configurazioni nuove. Una ricerca tra fotografi, danzatori e musicisti, un percorso dove sperimentare nuove interazioni. Una possibilità di essere e sentirsi parte di un processo, eliminando i “centimetri” di distanza che ci separano dal nostro prossimo.


CENTIMETRI

OCCHIALI

85 cm


CENTIMETRI

OCCHIALI

Esistenze

Silenzio, desolazione e...

Senzatetto: uno dei problemi più difficili che affrontiamo come società. E al contempo uno dei più risolvibili. Il primo passo per aprire gli occhi sulla condizione dei senzatetto è riconoscere che le vittime sono persone. Persone normali. Padri. Madri. Veterani. Intere famiglie. Persone che hanno attraversato momenti difficili e hanno perso la base fondamentale dell’essere umano: le loro case. Ci sono tanti modi per diventare dei clochard, tanti quante sono le persone senza fissa dimora nel mondo. Per alcuni, è un’improvvisa “caduta”. Per altri la strada è un percorso lento, costante e deprimente, che porta letteralmente al fondo. Per altri ancora addirittura una condizione nativa. Le cause sono molteplici: spesso salari e entrate non sufficienti per coprire l’affitto o un mutuo e altre necessità come cibo, medicine, assistenza sanitaria, trasporti e assistenza all’infanzia. Tuttavia, non si riduce solo a questo. Non importa come ci si arrivi, ma ogni senzatetto ha una cosa in comune: sa come ci si sente a essere emarginati, ad essere invisibili. Quando si pensa a chi appartiene a questa realtà subito vengono in mente uomini adulti e soli, ma la verità è che questo fenomeno include anche donne, famiglie con bambini, giovani non accompagnati, anziani.

86 cm


CENTIMETRI

OCCHIALI

sospese Quando le persone diventano “invisibili”, vengono sradicate dalle loro case e perdono molti dei loro averi, nonché connessioni con amici, vicini e comunità. Alloggiano in rifugi di emergenza, rifugi per violenza domestica e motel. Vivono anche temporaneamente con amici e familiari, in auto, accampamenti di tende, parchi, campeggi e boschi, nonché sotto ponti e su strade e marciapiedi. Subiscono più facilmente violenza e altri eventi traumatici e vengono multati o arrestati per manipolazione, dormire in un parco o in macchina o vagabondare. Quando si vive in strada anche le cose più semplici come cucinare o conservare cibo, dormire, fare la doccia o lavarsi i denti, andare in bagno e lavare i vestiti diventano estremamente difficili.

87 cm


CENTIMETRI

OCCHIALI

Oltre a questi effetti fisici, essi avvertono un grande stress mentale che può provocare problemi di salute e aggravare condizioni e disabilità preesistenti. Molte persone senza fissa dimora non hanno accesso alla medicina, alle normali cure di salute fisica o mentale e alle opportunità di istruzione e formazione professionale. Tutte queste sfide rendono difficile guadagnare un buon salario e riguadagnare stabilità. Il fatto è che il corpo di chi vive per strada è una tela fragile, lacerata e indebolita. I senzatetto possono sentirsi in un incubo ad occhi aperti. La paura di tanti è quella di sempre, e cioè di trovarsi ai margini di ogni discorso e di essere perciò sacrificabili in una società che facilmente esclude i più deboli. In tempi più recenti, il numero di senzatetto è aumentato nonostante gli sforzi per porre fine a questa problematica e la pandemia covid non li ha certo aiutati.

88 cm


CENTIMETRI

OCCHIALI

...attesa A cause dell’epidemia, molte persone sono diventate disoccupate quasi da un giorno all’altro e ben presto si sono ritrovate senza un tetto sopra la testa. In questo contesto di estrema emergenza si inserisce un progetto fotografico di Stefano Rosselli che ha ritratto i cosiddetti “invisibili” durante questa situazione di estrema emergenza. Navigando per le vie di Milano, il fotoreporter ha trovato l’umanità che lì rimane. In tanti durante questi mesi abbiamo dovuto imparare che ci sono mille modi di stare da soli: alcuni dolorosi, altri nuovi, qualcuno inaspettato. La città è vuota, si incontrano solo figure solitarie che ricordano i naufraghi che vagano disorientati senza sapere bene dove si trovano. Vediamo, in queste città spettrali, senzatetto errare alla ricerca di un cantuccio, per un po’ di caldo e un giaciglio. Rosselli inforca la macchina fotografica e si catapulta nel mondo improvvisamente svuotato. “Volevo capire come una popolazione abituata a un modello di vita dinamico, potesse adattarsi a una nuova e inimmaginabile situazione, così drammatica” dice il fotografo. Chissà se in quei giorni di pandemia essendo gli unici abitanti delle vie deserte si sono sentiti solo per una volta finalmente proprietari di qualcosa.

89 cm


NUOVE PROSPETTIVE

Spazio personale e internet la distanza tra il mondo, Internet e le persone

C

on lo sviluppo dei tempi, il telefono cellulare è diventato una cosa indispensabile: nel torrente dei tempi è diventato gradualmente una sorta di privacy personale, lo spazio della privacy personale funge anche da connessione con il mondo esterno e il processo di sviluppo sociale. È strettamente correlato alla consulenza più avanzata del mondo attraverso un piccolo schermo mobile.

90 cm


NUOVE PROSPETTIVE

91 cm


METRI

TELECAMERA

fotocamera

METRI 92 m


METRI

TELECAMERA

vetro

caleidoscopio

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Come nella città che sale di Boccioni, siamo avvolti da grattacieli, da lunghi edifici che ci sommergono. Ogni singolo individuo è parte del tutto, di una città che ha strade da riscoprire, da rivedere come se fosse la prima volta. I luoghi che erano nostri, che abbiamo abitato sono rimasti silenti e la musica è rimasta sorda per un po’. Ora che siamo rinati, possiamo abitare quelle strade e quei grattacieli con una dimestichezza nuova, riconfigurarli secondo i nostri bisogni. Ritorna la meraviglia di poter vedere architetture antiche e le processioni per visitare musei e cattedrali. Siamo in mezzo agli altri, camminiamo con una libertà finalmente concessa e tanto desiderata. Sentiamo i rumori di un vociare convulso, di tram e auto che percorrono viali, sentiamo una città vivente, non solo una bellezza astratta e dormiente. Forse partendo dalla mancanza che abbiamo sentito, ora guardiamo ogni singolo oggetto sotto una luce diversa, come se tutto quello che ci circonda diventasse nuovamente necessario per la nostra vita, per la nostra socialità, per la nostra curiosità di indagare. Quelle quattro mura di casa non bastano più, sono una parentesi, non sono l’orizzonte che vogliamo attraversare ogni giorno. La città si risveglia, la città sale e ci avviluppa e noi ci siamo dentro, compiaciuti e speranzosi.



96 m


METRI

FOTOCAMERA

TELECAMERA

[il_naso_fuori]

Apparecchiatura che, in un sistema di televisione, effettua la ripresa dell’immagine da trasmettere realizzando la trasformazione delle differenze tra le intensità luminose dei diversi elementi dell’immagine analizzata in variazioni di tensione elettrica.


METRI

TELECAMERA

UNO SGUARDO SULLA SOCIETA, TRA SENTIMENTI E CONTRASTI

Il Buco

98 m

“Il Buco” è un thriller-horror diretto da Galder Gaztelu-Urrutia trasmesso su Netflix durante il periodo di lockdown. Il film in questione, sarà anche per il periodo particolare che tutti stanno vivendo, ha fatto molto parlare di sé per vari spunti di riflessione, crudeltà e genialità. Il film ha luogo all’interno di una prigione verticale molto particolare, infatti si tratta di un esperimento sociale, dove sono recluse un numero non quantificabile di persone. All’interno di questa torre sotterranea vi sono varie celle suddivise in piani, al cui centro c’è un buco in cui si muove una piattaforma imbandita di cibo che ogni giorno parte dal piano zero per scendere sempre più giù, permettendo agli altri di cibarsi solo con ciò che è rimasto dai piani alti, avendo a disposizione solo due minuti per il pasto. Il film non fa altro che raccontare le vicende di Goreng, protagonista del film, dal suo punto di vista. “Il Buco” sicuramente vuole essere una critica sociale al sistema capitalistico, dove appunto ci sono diversi piani che rappresentano le varie classi della società le cui sorti sono decise dai piani alti. Sin dall’inizio del film si capisce che quello della fossa è un sistema fallace, poiché chi ne fa parte agisce in modo sbagliato: basterebbe infatti razionare il cibo ad ogni piano e questo sarebbe sufficiente a sfamare tutti. Si palesa così l’egoismo dell’uomo nel momento in cui si trova ad affrontare situazioni estreme di bisogno e di necessità.


METRI

TELECAMERA

99 m


METRI

100 m

TELECAMERA


METRI

TELECAMERA

Seppur non con la stessa ferocia e crudeltà questa situazione è un po’ quella a cui abbiamo assistito duranta la quarantena: file chilometriche fuori dai supermercati presi d’assalto, neanche stesse per scoppiare una terza guerra mondiale, dimenticando di non vivere più nella preistoria ma piuttosto nel 2020. Le persone, completamente nel panico, hanno iniziato a comprare ogni tipo di bene, lasciando poco o nulla ai poveri disgraziati che si trovano in fondo alla fila, neanche un rotolo di carta igienica rimasto. Forse più che dal covid-19 le persone credevano di essere soggette ad un brutale virus intestinale, chi lo sa, questo rimarrà un mistero. In questo periodo storico, in cui la paura la fa da padrona e la filosofia del “non c’è tempo per l’altruismo” dilaga, il film risulta particolarmente attuale. In contrapposizione a questa visione egoistica espressa del regista Galder Gaztelu-Urrutia, vi è l’interpretazione più inclusiva del regista taiwanese Tsai Ming-liang, che utilizza anch’egli lo stesso espediente del buco e della solitudine con una chiave di lettura però nettamente differente e più filantropica. “The Hole” è un film molto particolare, in cui il regista entra nei territori del post apocalittico distopico. Siamo alle soglie del 2000 e sta per scoccare il nuovo millennio. Ad un tratto a Taipei, capitale di Taiwan, si diffonde una strana epidemia a causa della quale gli esseri umani iniziano a trasformarsi in scarafaggi, non tanto a livello visivo e letterale, quanto più dal punto di vista comportamententale, iniziando a soffrire di ansia sociale, a vivere nascosti, ad ammalarsi e a perdere la loro umanità e la loro capacità di comunicare con l’altro. Vi è però un contesto particolare all’interno di questo delirio post-apocalittico. Infatti, mentre le persone sono costrette a stare in casa, tra i protagonisti del film nasce una storia d’amore molto bizzarra. Il protagonista maschile nel momento di chiusura della città si ritrova con un grosso buco

nel pavimento, dovuto a dei lavori alle tubature effettuati nei giorni precedenti al lockdown. Questo buco improvvisato gli consente però di vedere chi vive al piano di sotto, ovvero una donna con la quale intreccia una strana storia d’amore alienata. Il loro comunicare è molto risicato, lui interviene nella vita di lei solo quando sente effettivamente il bisogno di condividere qualcosa. Solo nel finale il protagonista trova un contatto con la donna quando lei si sta per ammalare e lui allunga il braccio attraverso il buco per tirarla su e salvarla. In un certo senso questo atto è un auto-immolarsi, un non accettare che la persona con cui hai avuto un legame perisca. Uno degli aspetti più interessanti del film è la comunicazione tra i personaggi. “The Hole” è un film silenziosissimo, le parole sono assenti perché i suoi personaggi si trovano impossibilitati ad usarle, vivono una sorta di ansia sociale, non parlano e quando parlano molto spesso lo fanno con dialoghi tronchi. In questo contesto di incomunicabilità il desiderio di amare è difficilmente gestibile. Il regista utilizza però un espediente molto particolare per esplicitare i pensieri dei protagonisti. “The Hole” è infatti un musical in cui stacchetti musicali spezzano il clima teso e inquietante che caratterizza il film. Tutte le canzoni presenti nella pellicola parlano d’amore, ed è proprio attraverso queste che i due amanti si raccontano e si trovano. Questa soluzione stilistica dà vita a parentesi spiazzanti per lo spettatore, sconnesse rispetto al resto dell’opera, che però offrono la possibilità ai protagonisti di poter dialogare ed esplicitare i loro pensieri e desideri amorosi in questo contesto esiziale.

101 m


METRI

TELECAMERA

Piazze storiche della città

102 m


METRI

TELECAMERA

“Piazze storiche della città” è un progetto promosso da Art Bonus e il comune di Firenze che vede coinvolte Piazza Duomo, Piazza Signoria, Piazza S. Spirito, Piazza S. Croce, Piazza SS. Annunziata, Piazza Santa Maria Novella: le più belle piazze del centro storico fiorentino che sono le anime della città. Questo progetto parte in successione all’annuncio del sindaco Nardella, il 3 luglio 2018, che insieme alla giunta comunale ha previsto l’installazione di 58 nuove telecamere per le piazze del centro storico. “Cinquantotto nuove telecamere per la sicurezza e il controllo di sei piazze monumentali di Firenze. Arrivano nell’ambito dell’attuazione del progetto di videosorveglianza messo a punto Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Canon Italia e Prefettura di Firenze, che ha coordinato l’operazione attraverso il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.” L’obiettivo del sindaco, dichiara poi, è “Proseguire nel piano per installarne 750”.

Il progetto “Piazze storiche della città” ha come scopo quello di usare questa ordinanza per cercare di recuperare la qualità di questi spazi urbani attraverso il potenziamento delle telecamere cittadine già presenti nelle 6 piazze principali di Firenze, necessarie per un controllo visivo ancora più puntuale da parte delle sale operative, ai fini di una migliore viabilità sulle strade e/o per motivi di Ordine Pubblico, le renderebbe più sicure e quindi più godibili.

103 m


METRI

TELECAMERA

Se George Orwell potesse commentare quanto appena raccontato, cosa direbbe? Puntare mille occhi controllanti sulle piazze pubbliche è davvero l’unico modo che abbiamo di riqualificare e “recuperare la qualità” degli spazi cittadini?

104 m


METRI

TELECAMERA

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I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

106 m


I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

107 m


108 m


METRI

CALEIDOSCOPIO

CALEIDOSCOPIO

[ragnatele_dietro_casa]

Apparecchio ottico costituito da due specchi piani disposti ad angolo, chiusi entro un cilindro e paralleli al suo asse. In una delle due basi del cilindro c’è un foro al quale si porta l’occhio dell’osservatore; l’altra base è costituita da due dischi di vetro tra i quali vengono messi pezzetti di vetro colorati.


METRI

SINTONIZZAZIONE TRA I COSMI

CALEIDOSCOPIO

Nuove linee di comunicazione

“Le dinamiche emergenti possono distruggere l’ordine esistente. I microbi che danno vita a malattie sconosciute possono velocemente indurre una trasformazione delle strategie politiche dominanti, dei sistemi economici e delle pratiche agricole. Le emergenze però possono anche confluire in speranze collettive”. -Eben Kirskey

110 m


METRI

CALEIDOSCOPIO

Il ragno si adegua, distrugge e ricostruisce continuamente la sua ragnatela in risposta ai mutevoli segnali nel suo ambiente. Facendo ciò i ragni danno vita a piccoli universi, delle reti che possono essere considerate come un’estensione dei sistemi sensoriali e cognitivi del ragno. Formate da complesse reti intrecciate sospese nell’aria, le architetture che costituiscono le ragnatele provengono da incontri tra diverse specie di ragno da quelle più solitarie a quelle sociali e semi-sociali. In questi complessi sistemi ragni diversi di specie diverse si intrecciano nello stesso spazio, creando un ponte tra le architetture delle reciproche ragnatele in cui ognuna racconta una storia di relazioni ibride.

Questi diversi tipi di seta e di ragnatele che si incontrano sfidando la gravità appaiono come galassie fluttuanti che si connettono favorendo la nascita di nuovi mondi sensoriali e linee di comunicazione. Da queste interrelazioni emerge uno spazio in cui le moltitudini si agglomerano diventando comunità: una condizione di immersione fisica in un ambiente in cui si materializzano storie di convivenza tra umani e altre specie; è un modo di sintonizzarsi verso nuovi modi di convivenza. Tomás Saraceno ha articolato un metodo per raccontare le storie dal punto di vista delle ragnatele.

111 m


METRI

CALEIDOSCOPIO

Da qui nasce lo sviluppo di una metodologia computazionale in grado di estrarre dati digitali dalle scansioni della ragnatela. Questo processo ha permesso a Saraceno e al suo team di studio di assemblare informazioni 3D da 110 coppie di diapositive stereoscopiche della rete catturate dal processo di scansione. Attraverso un processo chiamato proiezione ortografica questi dati sono stati compressi in due dimensioni, creando una mappa di linee nere che si intersecano con ciascuna linea e ogni punto assegnato un numero univoco, poiché come il ragno/ragnatela, una mappa non è statica o fissa, ma aperta ed emergente. Interessante notare che le collezioni museologiche solitamente tendono a focalizzarsi sul

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ragno in isolamento della sua tela, piuttosto che tracciare le architetture materiali che collegano il ragno al mondo e che raccontano storie diverse sull’evoluzione e l’adattamento. In risposta a ciò, e in collaborazione con persone e istituzioni, l’artista Tomás Saraceno sta costruendo invece l’unico archivio esistente di ragnatele tridimensionali articolato a partire dalle relazioni tra le varie unità. Come afferma una studiosa del team Saraceno “La produzione processuale e modellata di ragnatele ibride presso lo Studio Tomás Saraceno ispira il pensiero sulla simbiosi che coinvolge uomo e animali, sulla collaborazione tra moltitudini di creature e su uno spettro di incontri sociali e semi-sociali tra diversi specie.”


METRI

CALEIDOSCOPIO

immagini a scansione tridimensionale prodotte dalla tecnica Spider Web Scan originariamente sviluppata da Studio Tomas Saraceno.


METRI

CALEIDOSCOPIO

Angoli di vita I racconti celati in ogni strada Associamo spesso la vista di una città vuota a film di fantascienza, come quelli sulla fine del mondo o l’arrivo di zombie e mostri sconosciuti che si appropriano di questa. Eppure scene di questo tipo ora sono diventate realtà, dove le città in lockdown sono caratterizzate da strade vuote, mezzi pubblici desolati, poche auto e un silenzio surreale. Mentre noi ci siamo ritirati nelle nostre abitazioni per contenere la pandemia, a riempire gli spazi urbani arrivano le più disparate specie di animali, sembra quasi che la natura si voglia riappropriare di ciò che gli appartiene. Ogni luogo però porta con sé delle storie, amori nati, risate, cuori infranti, attimi fuggenti, tutto ciò è racchiuso in un brillante progetto di una giovane ragazza intitolato “posti con storie”: Il progetto è frutto di un’ispirazione nata lungo una passeggiata serale per la città di Pinerolo. Durante il cammino l’artista, che rimane in anonimato,

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nota come per le vie della città ci siano tanti piccoli angoli stupendi, colmi di storie, in cui le persone si ritrovano da sole o in compagnia. Infondo ognuno di noi vive e percepisce un luogo in modo unico e personale, lasciandosi trasportare da sensazioni e ricordi che questo può suscitare. Il progetto si è poi evoluto grazie alla pagina social creata, con l’intento di coinvolgere tutte quelle persone che vivono la città ed hanno un proprio posto del cuore, e che hanno voglia di condividerlo con altri, raccontando le loro storie uniche. Il concept è quello di far scoprire attraverso fotografie e brevi storie, di chi vuole condividerle, determinati posti. Svelando le proprie esperienze significative, che rendono magico un determinato luogo. Un po’ una posta del cuore ma di angoli nascosti nelle città. La pagina social si rivolge a persone giovani, curiose e anche romantiche, che desiderano conoscere piccole storie altrui.


METRI

TELECAMERA

“Un luogo non è mai solo “quel” luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati”. Antonio Tabucchi

115 mm


METRI

CALEIDOSCOPIO

Nonostante abbia vissuto in quel paesino per quasi 20 anni della mia vita, quella mattina decisi di fare il “turista”. Ormai, saranno quasi 7 anni che non vivo più in Sicilia. Volevo girare i posti che da bambino mi affascinavano ma crescendo iniziavano a diventare troppo stretti. Così stretti che mi spinsero ad andare via: una scelta forzata ma inevitabile. Quella mattina come se fosse

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la prima volta ritornò la meraviglia. La storia, i paesini dai vicoli a volte strettissimi, i colori, la malinconia di una bellezza “grezza” e i profumi veri che non sanno di metropoli. Adesso che sono cresciuto mi accorgo di quanto la Sicilia sia una delle regioni più affascinanti d’Italia. Purtroppo adesso capisco che non erano i posti in sé ma chi li viveva a starmi stretti.


METRI

CALEIDOSCOPIO

Quando sei adolescente vorresti evadere dalla tua realtà, qualunque essa sia, perché ti senti stretto e tutto quello che hai attorno non è mai abbastanza. Sono nata e cresciuta a Pinerolo, una cittadina della provincia di Torino.Ho fatto le mie esperienze all’estero per diversi mesi: sono stata in grandi metropoli perdendomi per le strade e vivendo esperienze che hanno contribuito alla mia voglia

di conoscere il mondo. Ma il tornare in questa piccola città e trovare ogni volta gli stessi amici, le vie di sempre (di cui ancora ora, dopo 25 anni, non so il nome), vedere il profilo delle montagne, la luce giusta al momento del caffè nel mio bar preferito, ti rende consapevole di alcuni dettagli che hai sempre dato per scontati nella tua vita. È bello avere un posto dove sentirsi sempre a casa.

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METRI

CALEIDOSCOPIO

Studio e vivo a Venezia da quattro anni. Da una settimana e più cerco disperatamente di trovare un momento per poter andare in libreria e oggi sembrava proprio il giorno giusto ma, a causa del mio perenne ritardo, vengo respinta all’ingresso. Non sapendo cosa fare, ormai lontana da casa, mi dirigo d’impulso verso Piazza San Marco: di tanto in tanto mi capita di andarci senza un apparente motivo. La maestosità della basilica mi lascia continuamente

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senza fiato. Arrivando noto i soliti turisti che accovacciati vicino alle pozzanghere cercano di fotografare il riflesso della basilica sull’acqua. Che buffi! Mi avvio verso casa con una sensazione di malessere a cui inizialmente non riesco a dare una spiegazione. Poi realizzo che tra un mese lascerò Venezia ed ammirare tutto il suo splendore mi sarà impossibile. Torno indietro a scattare nuove foto: ne ho mille di foto di Piazza San Marco ma sembrano non bastare mai.


METRI

Lo scorso anno mi è capitata l’opportunità di fare un viaggio in Cina. Erano gli ultimi giorni della mia trasferta e la bellezza di questa cultura mi ha fatto riflettere su molti aspetti della nostra preziosa vita. Ero in aeroporto e stavo aspettando il volo di ritorno: seduto su una poltroncina, scrivevo sul mio diario tutte le emozioni che stavo provando, le mille sensazioni che questo mondo mi stava lasciando. Una delle cose che più mi piace fare durante i miei viaggi è osservare. Osservo attentamente ogni dettaglio per abbracciare a fondo la nuova cultura.In questo mese mi sono stupito, commosso, stancato, innamorato e goduto a pieno tutta l’esperienza. Seduto sulla poltroncina, sfogliavo il mio diario,

CALEIDOSCOPIO

ripensavo a tutti i bei momenti trascorsi in quei trenta giorni: dalla vista più alta del grattacielo di Shanghai da cui, guardando in basso, mi venivano le vertigini, alla magnifica fatica nel percorrere la Muraglia Cinese; a Pechino e allo stupore che mi aveva invaso appena avevo messo piede in quella metropoli; aver visto a Wenzhou gli alberi più antichi della Cina e aver assaggiato tanti piatti piccanti! Oggi sono a casa, un anno esatto dopo quel viaggio: ho in mano l’album con le foto. Continuo a sfogliarlo avanti e indietro cercando di riportarmi in Cina! Mi commuovo spesso a guardare gli album delle foto, soprattutto quelli che contengono certe fotografie che ricordano che mi hanno cambiato.

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METRI

CALEIDOSCOPIO

Studio e abito a Milano da due anni ma ogni volta che posso torno a Torino per vedere i miei amici. Ero stata invitata a cena da Giacomo nella sua nuova casa da studente a Torino. Durante il pomeriggio, invece di andare a fare aperitivo, siamo andati a fare due passi. Abbiamo trascorso il tempo a chiaccherare e a passeggiare per le stradine del parco vicino casa sua. L’aria era fresca e faceva cadere le foglie dagli alberi. Finalmente eravamo riusciti a trovare un momento per stare

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insieme e passeggiando abbiamo perso il senso del tempo. Si era fatto tardi e per tornare a casa abbiamo percorso la passeggiata a bordo fiume. Il sole era tramontato e le prime luci dei lampioni cominciavano a illuminare la città. Torino è bellissima, è casa, è amici. Tornarci è sempre bello, è come se ogni volta avessi la possibilità di stupirmi di luoghi già visti. Adoro tornare e passare questi momenti di spensierata felicità: un buon amico e un bel parco. A volte serve poco.


METRI

CALEIDOSCOPIO

Rivoli. Ci abita F, il mio moroso e prima di conoscere lui non avevo mai avuto modo di passeggiare per le viuzze di questa bella città. La via è nel centro storico ed è quella che porta alla piazzetta in cui abita F. Adoro fermarmi a contemplarla: quando arrivò la sera a trovare F, parcheggio la macchina in una via trasversale, cammino fino al centro di questa stradina e mi volto a seguire le luci dei lampioni per guardare il più lontano possibile. L’aria che sale è sempre fresca e in primavera, a volte, profuma di

gelsomino. Intorno a me il silenzio e rimango immobile per qualche istante a godermi quel momento di crescente felicità. Poi mi giro e alzo lo sguardo. Sono felice, sto per vedere F. La luce della sua camera è accesa e contenta ed emozionata mi sbrigo a prendere il telefono in borsa: “sono sotto, aprimi”.

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ONEIROI

ESTREMISMI

Ho sognato di essere molto ansioso e il mio partner stava cercando di farmi stare meglio. Continuava a suggerire cose che potevano aiutarmi, io continuavo a rifiutare tutte le opzioni, fino a quando si offrì di uccidere due bambini per farmi stare meglio, io accettai dicendogli che avrebbe dovuto farlo lui. Era molto inquietante, morboso e buio, e mi sono svegliato sentendomi orribile.

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ONEIROI

123 m


124 m


METRI

VETRO

VETRO [intorno_al_distretto]

Materiale costituito essenzialmente da derivati del silicio, caratterizzato in genere da fragilità e trasparenza , di larghissimo impiego in molteplici applicazioni, anche per la sua caratteristica di essere facilmente modellato nelle forme più varie.


METRI

VETRO

Carta

Il Design come superpotere dell’Italia. Covid di qua, Covid di là. Tutti che ne parlano, sempre, dovunque. La verità è che non sappiamo che tipo di conseguenze avrà questa crisi sanitaria sul nostro futuro. Quelli che lo delineano con precisione, commettono

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certamente un errore di presunzione. Più razionalmente e soprattutto utilmente, possiamo solo proporre progetti e delineare scenari sulla base delle esperienze che stiamo vivendo. Ognuno per la sua parte, progettando tessere d’un mosaico che la politica dovrà ricomporre in un disegno unitario. L’architettura e il design possono partecipare alla costruzione di questo disegno riflettendo, caso per caso, sulle trasformazioni da apportare al mondo.


METRI

L’architettura e il design possono partecipare alla costruzione di questo disegno riflettendo, caso per caso, sulle trasformazioni da apportare al mondo delle costruzioni per adeguarle ai prevedibili mutamenti culturali futuri, a partire dall’emergenza attuale. Per questo il DesignTech Hub di MIND Milano

VETRO

Innovation District ha mobilitato un’ampia task force di settore per delineare i contorni del nuovo mondo in cui vivremo, coinvolgendo alcuni tra i più importanti studi di architettura e design nazionali e internazionali, al fianco di esperti, professionisti e aziende di riferimento nei rispettivi ambiti. Ideato

da Hi-Interiors, il progetto “White Paper Design Tech for Future” si propone di consegnare alla società e alle istituzioni un documento programmatico per la ripartenza post Covid 19 che espone come il design, unito all’innovazione tecnologica, può svolgere un ruolo centrale nel superamento della crisi.

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METRI

VETRO

“Il design è il ‘super potere’ dell’Italia, che può e deve sfruttare al meglio nell’era post Covid-19 più di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni. Questo è il momento storico giusto per (ri)portare il design al centro del dibattito pubblico come opportunità per il Paese.” (Ivan Tallarico, CEO di Design Tech Hub e promotore del White Paper)

128 m


METRI

VETRO

Si ha ora l’opportunità di stabilire le basi essenziali per modellare il futuro con una visione più consapevole e per riscrivere gli spazi, gli ambienti e gli oggetti di domani in modo realmente nuovo, migliorando il vivere quotidiano. Ma anche ripensare gli insediamenti umani rendendoli più funzionali, innovativi e umani, nonché trasformare questa crisi in un nuovo grande inizio per

una cultura del progetto con una importante funzione sociale, salvifica, o comunque atta a contribuire significativamente al miglioramento del pianeta. Così la distanza che ci separa dal viverci davvero le nostre città avrà modo di abbattersi e, come diceva Julio Cortázar, “nonostante tutto, solo noi, sappiamo essere così lontanamente insieme”.

129 m


METRI

VETRO

MOSAICO di A un metro dalla realtà

Silente, la città. Le finestre sono gli unici indizi, suggerimenti, piccole torce o sussurri nel silenzio e nel senso di sospensione che restano nell’intimità di appartamenti trasformatisi in prigioni. L’obiettivo si sofferma sulla vita che scorre, nonostante tutto, al di là del vetro, unico contatto con il mondo esterno. Si muovono come comparse gli uomini e le donne che la fotocamera cattura, sono loro gli attori di un sogno sognato in piena veglia, dove il contatto è solo di occhi, di gesti, di pensieri, di distanze ed empatie. Nasce tutto dalla più ingenua curiosità. Spiare la vita di qualcun altro nascosti dietro una tenda, un vetro appannato tra lo spaesamento e l’attesa. Ogni persona è accompagnata

130 m

da un’ombra che ne racconta la storia e che noi cerchiamo dietro lo sguardo dell’individuo. Di solito accade tutto in un istante, un attimo che fugge come il passante che seguiamo con gli occhi. Le finestre sono il sottile limite tra il familiare e lo sconosciuto, tra il silenzio ormai assordante della città e la tranquillità senza tempo delle vite private. Alveari reticolati dove ogni cella è un piccolo schermo illuminato.


METRI

VETRO

131 m


NUOVE PROSPETTIVE

In questo anno speciale del 2020, il termometro sembra essere diventato indispensabile durante l'epidemia e 37,5 gradi sono diventati una linea di confine apparentemente assente e ha anche un significato significativo per la salute o meno. La distanza e l'allontanamento sono un nuovo problema sociale? O esiste dall'inizio alla fine? È solo un termometro?

Linea di divisione 132 m


NUOVE PROSPETTIVE

133 m


MICROSCOPIO

CHILOMETRI

sestante

MILLIMETRI

134 km

telescopio

binocolo

da qui parte centimetri quind


di cover di apertura zona

135 km


L’individuo si adatta, come ogni specie vivente. Si è adattato tanto bene da aver accettato restrizioni e cambiamenti repentini nella propria vita. E ha visto come tutti, in fondo, hanno vissuto la stessa esperienza. Il mondo intero che si è chiuso in casa, che si addormentava con la televisione accesa e il silenzio là fuori, che poteva essere un buco nero profondissimo. Si poteva spiare il mondo dalla finestra di casa. Adesso possiamo spiarlo uscendo nelle strade, chissà se impauriti o spavaldi. Ma non è abbastanza, perché ci aspetta un mondo da conoscere, superati i confini. Jack Kerouac in “Sulla strada” si chiedeva: “Che differenza fa, in definitiva? L’anonimato nel mondo degli uomini è meglio della fama in cielo, perché cos’è il cielo? Cos’è la terra? E’ tutto nella nostra mente”. Siamo minuscoli individui in confronto al mondo intero, eppure non è all’idea di anonimato che ci aggrappiamo. E anche se è tutto nella nostra mirabile mente, vogliamo comunque sentire di appartenere al mondo, vogliamo prenderne parte attivamente, riconoscere la sua vastità e le sue differenze, incontrare gli altri nei più disparati angoli del globo. Questo desiderio di conoscenza è lo stimolo di chi viaggia, di chi vuole attraversare continenti. E questo mondo ferito, caotico, a tratti annichilito è nostro e dobbiamo averne cura, dobbiamo camminarlo con quel desiderio di tenerlo tutto insieme, abbracciarlo finché è in nostro potere. Come spiega Cristoforo Colombo nelle Operette Morali di Leopardi, i navigatori non hanno “maggior desiderio che della vista di un cantuccio di terra; questo è il primo pensiero che ci si fa innanzi allo svegliarci, con questo ci addormentiamo”. È per quel cantuccio di terra che non rimaniamo fermi, è per quella fame di altro da noi che ci sentiamo meno piccoli e meno soli.



CHILOMETRI

138 138 km mm

BINOCOLO


CHILOMETRI

BINOCOLO

BINOCOLO [colline_all’orizzonte]

Strumento ottico costituito da due cannocchiali terrestri accoppiati, per la visione binoculare di oggetti dei quali si voglia avere un’immagine ingrandita, diritta. I due cannocchiali sono di norma articolati a cerniera per un migliore adattamento alla distanza pupillare dell’osservatore.


CHILOMETRI

BINOCOLO

INTRECCIO DI COSMI Analogia tra i filamenti dell’universo e una ragnatela

140 km


CHILOMETRI

BINOCOLO


CHILOMETRI

BINOCOLO

All'inizio del 2009, Saraceno ha partecipato al Programma di studi spaziali internazionali presso la NASA, che ha fomentato pensieri sulle possibili relazioni tra ragni e cosmo. Una delle prime motivazioni per lo sviluppo del progetto da parte di Saraceno furono i presunti parallelismi tra ragnatele tridimensionali complesse e la ragnatela cosmica, utilizzate dagli astronomi per descrivere la struttura iniziale dell'universo. Una ragnatela di Latrodectus mactans (vedova nera) è stata inizialmente scelta per il primo dispiegamento della scansione della ragnatela, principalmente a causa della sua complessa struttura tridimensionale e quindi parallela alla rete cosmica descritta. Per tracciare in modo più approfondito i collegamenti tra ragno e ragnatele cosmiche, all'inizio del 2009 Tomás Saraceno ha avviato una conversazione con l'astrofisico Volker Springel, direttore del Max-Planck-Institute for Astrophysics di Monaco. In questa conversazione, i ricercatori hanno discusso delle strutture simili a filamenti dell'universo lungo le quali le galassie sono disposte "come perle su una corda", come le goccioline lungo i fili di una ragnatela. Da questa prima esplorazione di questa analogia tra la ragnatela cosmica e quella dei ragni nasce l’idea di condurre un’indagine più approfondita sulle connessioni tra ragni, ragnatele e spazio. In seguito allo sviluppo della Spider Web Scan originale, Saraceno ha sviluppato una proposta di collaborazione all'Agenzia spaziale europea per inviare un ragno alla Stazione Spaziale Internazionale per studiare la costruzione di ragnatele 3D in microgravità.

“Stiamo cercando di conoscere il comportamento dei ragni e la creazione di reti e vorremmo saperne di più sull’origine dell’universo. Questo progetto si propone di cercare analogie tra i filamenti cosmici e una ragnatela.” -Tomás Saraceno

142 km


CHILOMETRI

La ricerca mira a esplorare e comprendere meglio gli spunti astronomici e gravitazionali utilizzati da alcuni ragni nella navigazione e nell'orientamento. Alcuni ragni usano la posizione della luna per essere in grado di capire in quale direzione stanno camminando, o altri segnali astronomici tra cui schemi formati dalla polarizzazione della luce nel cielo. L’artista partendo dalle ricerche su nuove forme ibride di comunicazione e convivenza ha ideato il progetto surreale “In Orbit”, una grande installazione a un’altezza di 0,025 km fisicamente accessibile, che ricorda un mare di nuvole o corpi planetari fluttuanti. In Orbit è una delle installazioni più elaborate dell'artista, la cui finezza e stabilità suggeriscono la struttura della ragnatela. I visitatori prendono parte ad un vasto ecosistema in cui ogni partecipante è ugualmente influente. Come un ragno in una rete, all'interno dell'installazione le persone percepiscono la presenza di altri attraverso le vibrazioni grazie all’energia riverberante trasmessa da cavi in acciaio che si intrecciano e alternano in un movimento continuo.

BINOCOLO

La codipendenza è intrinsecamente presente nell’ambiente stesso, che modella e si modella in base agli incontri che avvengono al suo interno. Considerando la rete come un'estensione del sistema sensoriale e cognitivo del ragno, qui mondi sensoriali e linee di comunicazione si fondono e si connettono come un apparato cognitivo in cui la percezione ordinaria viene ampliata. Nel continuum vibratorio dell'installazione i corpi ricordano la struttura invisibile della rete cosmica comprendente molecole, pianeti e buchi neri. L'architettura della ragnatela sospesa caratterizza l'ambizione di Saraceno di realizzare immaginari e pratiche interdisciplinari basati su nuove ecologie ambientali, sociali e psicologiche. Ciò che è implicito in questa operazione è il tentativo di raggiungere una sensibilità etica ai fenomeni che modellano il nostro essere nel mondo e il nostro ruolo in esso, rendendoli percepibili attraverso un'esperienza sinestetica. L’invito dell’artista è quello di sintonizzarci con i nostri futuri, abbracciare l'interconnessione radicale di tutte le cose, sia viventi che non viventi, confondendo i confini tra interno ed esterno, visibile e invisibile, tangibile e intangibile, tra ciò che è vivo e ciò che non lo è.

143 km


CHILOMETRI

BINOCOLO

NUOVI MODELLI

ALBERGHIERI 144 km


CHILOMETRI

BINOCOLO

L’IMPATTO DELLA

PANDEMIA

SUGLI

SPAZI

COMUNI

145 km


CHILOMETRI

Il post-covid avrà sicuramente delle ripercussioni nel futuro, andando a cambiare il nostro modo di vivere all’interno della società in cui ci troviamo. A tal proposito lo studio di architettura britannico The Manser Practice ha delineato come gli hotel dovrebbero adattarsi per permettere il distanziamento sociale e come questo influenzerà progetti futuri. Gli hotel post-pandemia non avranno receptionist e adotteranno accesso senza contatto, sistemi a senso unico e camere più grandi con palestre annesse. Le persone vorranno avere la certezza di stare in spazi puliti, riducendo al massimo i contatti superflui. Tali misure potrebbero sicuramente non giovare a modelli come Airbnb favorendo invece le grandi catene alberghiere. A breve gli hotel per ridurre al minimo il contatto con gli altri, apporteranno varie modifiche, tra le quali quella di non accogliere le persone alla reception ma effettuare dei check-in senza contatto e con controlli della temperatura, le porte verranno aperte grazie all’uso dello smartphone. Con questi termini sicuramente l’utilizzo di intelligenze artificiali la farà da padrona. Per ridurre il contatto tra gli ospiti degli hotel esistenti, che spesso dispongono di numerose sale servite da un unico corridoio, Manser suggerisce di implementare sistemi a senso unico. Infatti la disposizione spaziale interna degli edifici degli hotel potrebbe cambiare in sistemi a senso unico per ridurre al minimo i punti di crossover degli ospiti in corridoi stretti. Si prevedono camere d'albergo più grandi e con spazi per l'esercizio e portelli di consegna, al fine di ridurre la necessità di visitare i ristoranti e far entrare le altre persone nelle sale, Manser ritiene che gli hotel potrebbero aggiungere servizi di "consegna a distanza anche. "Immaginiamo un ritorno alle vecchie forme di servizio in camera", ha spiegato Manser. "Un portello attivato a distanza sul corridoio che dà accesso a uno spazio abbastanza grande per i pasti di consegna, lavanderia e pulitura a secco ecc." "Il personale inserisce gli oggetti dall'esterno e gli ospiti li recuperano dall'interno tramite un portello simile", ha continuato. "Gli sporchi prendono la strada opposta. Il personale non dovrà entrare nella stanza, migliorando sia la privacy che la distanza sociale". La sfida più grande sono sicuramente gli ascensori. Tra le possibili soluzioni c’è un ritorno al paternoster, ascensore tipico nella prima metà del 20° secolo, che consiste in una catena continua di scomparti aperti per una o due persone piuttosto che un ascensore chiuso per più persone . Tanti ormai sono gli architetti e designer che si stanno muovendo per l’impatto che la pandemia ha e avrà sull’ambiente urbano.

146 km

BINOCOLO


CHILOMETRI

BINOCOLO

147 km


I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

148 km


I tarocchi taroccati della zingara caduta in tram

@lafasulla

149 km


CHILOMETRI

150 150 km mm

BINOCOLO


CHILOMETRI

TELESCOPIO

TELESCOPIO

[gli_occhi_al_cielo]

Il telescopio è uno strumento che raccoglie la luce o altre radiazioni elettromagnetiche provenienti da un oggetto lontano, la concentra in un punto (detto fuoco) e ne produce un’immagine ingrandita.


CHILOMETRI

TELESCOPIO

IL LATO NASCOSTO DELLA LUNA TRACCE CAOTICHE CHE RIDISEGNANO PAESAGGI LUNARI “Far Side of the Moon” (2019) è un progetto di Victor Wong che combina tecnologia e arte, usando l’intelligenza artificiale di sua creazione AI Gemini. Questo artista-robot prende il nome dal segno zodiacale dei gemelli facendo riferimento al dualismo tra la mente di un’intelligenza artificiale e il suo corpo robotico. Gemini non utilizza una stampante a getto di inchiostro, ma realizza le sue opere tramite l’antica arte dell’inchiostro e della pittura ad acqua ‘shui-mo’.


CHILOMETRI

TELESCOPIO

Le opere della serie “Far Side of the Moon” sono ispirate all’avvicinamento rivoluzionario con il lato nascosto e non ancora esplorato della Luna avvenuto all’inizio del 2019. Il 3 gennaio infatti, la sonda cinese Chang’e-4 è approdata nel lontano emisfero, diventando la prima missione spaziale ad esplorare questa misteriosa regione. La raccolta dei dati effettuata durante il processo esplorativo consentirà agli scienziati di studiare in modo più approfondito la Luna.

Le immagini della topografia lunare trasmesse da Chang’e-4 sono il primo step cruciale per comprendere quale sia il nostro posto nel cosmo. Alimentato con le immagini Chang’e-4 e i dati di osservazione 3D della NASA, Gemini sfrutta questa innovazione analizzando e interpretando nel suo stile questi dati per creare paesaggi lunari unici. Tracce caotiche e linee profonde disegnano sulla carta a base di corteccia e paglia di riso le immagini che ricordano e riproducono la superficie rocciosa della Luna.

153 km


CHILOMETRI

TELESCOPIO

MIMESI IN EQUILIBRIO

Il progetto Chameleon mira a celebrare il valore della natura attraverso delle opere fotografiche. Il soprannome che lo caratterizza deriva da una particolarità che contraddistingue le opere, ovvero il mimetizzarsi della figura umana all’interno degli scatti. In questi mesi di emergenza Covid-19 l’intera cittadinanza ha potuto riflettere sull’importanza dell’ambiente che ci circonda. Questa situazione ci ha fatto riscoprire il valore della natura, della mobilità lenta, il piacere della bicicletta e dell’aria aperta. Gli spazi verdi sono stati una boccata di ossigeno per le grandi città e il cuore pulsante della vitalità urbana. Oggi giorno si spera in un completo ripensamento della nostra relazione con la natura: proteggere la biodiversità, fermare la crisi climatica, frenare la distruzione delle foreste e ridurre il consumo di risorse. Questioni ormai da tempo al centro di dibattiti e manifestazioni ma che solo ora sembrano essere davvero sensibili a tutti. Proprio per questo il progetto Chameleon riprende una tematica che sta diventando sempre più un’urgenza: la convivenza tra uomo e natura. Attraverso le immagini fotografiche il progetto mostra come le persone si riconnettono alla natura integrandosi completamente in essa, tanto da mimetizzarsi e scomparire. L’obiettivo non è solo quello di far ricordare all’essere umano da dove veniamo ma anche di rievocare la grandiosità e l’immensità della natura in relazione ad esso. Le foto sono caratterizzate da un’estetica che si rifà al concetto del sublime. Esso si identifica attraverso il magnifico, il non raggiungibile ma anche attraverso la paura e l’irrazionale, una combinazione di emozioni e sensazioni che si possono raggiungere attraverso la contemplazione di uno scenario imponente. Al giorno d’oggi il sublime non appartiene più solo alla natura ma viene traslato in uno scenario tecnologico e all’avanguardia, facendo emergere, accanto a quello naturale, una nuova forma: il sublime tecnologico. Creare una vicinanza tra città e natura, per trovare il perfetto equilibrio tra i due mondi. L’intento del progetto non è quello di puntare il dito contro il progresso, ma è quello di far meditare le persone su quanto sia fondamentale preservare la natura mantenendo un’armonia con la nostra inevitabile evoluzione.

154 km


CHILOMETRI

TELESCOPIO

UR A N EL

G

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CHILOMETRI

156 mm

BINOCOLO


CHILOMETRI

TELESCOPIO

157 km


CHILOMETRI

158 km

TELESCOPIO


CHILOMETRI

TELESCOPIO

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CHILOMETRI

160 mm

BINOCOLO


CHILOMETRI

TELESCOPIO

161 km


CHILOMETRI

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TELESCOPIO


CHILOMETRI

TELESCOPIO

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CHILOMETRI ONEIROI

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TELESCOPIO


CHILOMETRI ONEIROI

TELESCOPIO

PIENO E VUOTO

Sono in un supermercato coloratissimo e le luci mi estasiano. Voglio comprare tutto, ma non entrano più le cose nel carrello. Ad un certo punto mi accorgo che con il mio pensiero posso diventare il produttore dei biscotti, il cassiere, il direttore del supermercato e far diventare mio tutto quanto. Quando esco dal supermercato mi accorgo di non avere niente, nemmeno una busta e il mio cellulare è spaccato.

165 km


166 km


CHILOMETRI

SESTANTE

SESTANTE [la_linea_del_mare]

Strumento ottico per la misurazione dell’altezza degli astri sull’orizzonte, usato soprattutto su navi e imbarcazioni nella navigazione astronomica, ovvero per rilievi topografici e idrografici, come un goniometro in grado di misurare gli angoli tra le visuali di oggetti lontani visti da uno stesso punto di osservazione.


CHILOMETRI

La mostra di Tomás Saraceno “Aria” a Palazzo Strozzi parte da questa consapevolezza, dal ripensamento del nostro modo di agire, dalla capacità di osservare i fenomeni da un altro punto di vista e dalla possibilità di uscire dall’Antropocene sviluppando nuovi modelli di pensiero. Per cambiarle è necessario costruire un nuovo modello che renda la realtà obsoleta. L’arte di Tomás Saraceno ha un carattere visionario e utopico, ma al contempo pratico e pragmatico.

Superare l’Antropocene e ritrovare l’armonia con la Terra non è solo uno pensiero filosofico, ma è un vero e proprio progetto che si articola in molte forme. Tra gli sviluppi più complessi c’è Aerocene, una comunità artistica che lavora a nuove espressioni di sensibilità ecologica, con l’obiettivo di avviare una collaborazione etica con l’atmosfera e l’ambiente, che dia vita ad una nuova era libera da combustibili fossili.

168 km

SESTANTE


OP

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SESTANTE

GUIDA VERS A O UN IL

CHILOMETRI

169 km


CHILOMETRI

170 km

SESTANTE


CHILOMETRI

SESTANTE

Grazie ad una relazione diretta con il Sole e con il Vento si potrebbe generare una nuova società con diversi modelli di mobilità. Ciò è in parte già possibile grazie all’attività di Aerocene che organizza il lancio di sculture aerosolari in grado di librarsi in aria grazie al calore del Sole e alle radiazioni infrarosse della superficie della Terra. Niente motori, niente batterie, niente combustibili, niente sfruttamento delle risorse, solo l’energia del pianeta. Negli ultimi anni sono stati realizzati lanci in tutto il mondo e sono state progettate sculture aerosolari con caratteristiche diverse: ci sono quelle pilotabili come aquiloni, quelle che possono viaggiare liberamente da una città all’altra seguendo le rotte dei venti e anche una versione in grado di sollevare una persona a un’altezza superiore ai 200 metri trasportarla per quasi due chilometri.

Tra i poteri speciali che una persona desidererebbe avere c’è sicuramente quella di volare: la comunità Aerocene l’ha reso possibile. È bastato l’uso di forme di energia che promuovono la consapevolezza ambientale avendo cura dell’aria che tutti respiriamo. Per raggiungere questi obiettivi Tomás Saraceno ha creato la Aerocene Foundation, che lavora a stretto contatto con una comunità internazionale di scienziati e attivisti. Da una semplice domanda utopica, ovvero se fosse o meno possibile compiere un volo attorno alla Terra usando come risorsa energetica quella solare, nasce l’Aerocene Float – Predictor, uno strumento che analizza le correnti del vento e traccia delle vere e proprie rotte di volo. Il messaggio che si vuol far passare è chiaro e forte, ed è quello che grazie all’uso corretto della tecnologia possiamo cambiare le forme di mobilità e la relazione con il pianeta.

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NFINI VISIONI UTOPICHE DELLA REALTÁ

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DANTI OLTRE I CO “Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita.” - J. Kerouac

O meglio: la vita è una strada. Su un piano filosofico il viaggio spesso è associato alla vita stessa, poiché perfetta metafora per descrivere il processo d’individuazione e crescita cui ognuno di noi va incontro durante tutto l’arco della sua esistenza. Viaggiare diventa, quindi, imprescindibile strumento di arricchimento e affermazione di sé, tramite il confronto con gli altri, con noi stessi, con le nostre capacità e i nostri limiti, ma è anche e soprattutto il simbolo del percorso che va dalla nascita alla morte. In questi termini la partenza richiama il momento del parto, della nascita dell’individuo, che cessa di essere un tutt’uno con la madre e diventa singolarità. Il momento cruciale della vita del bambino è quando apprende a camminare e acquista la vera indipendenza. Si dice che «dal momento in cui sa camminare, il bambino sa viaggiare», sottolineando come proprio da questo primo passo nasca il desiderio della libertà. Ergendosi sulle proprie gambe, infatti, il giovane viaggiatore scopre un nuovo mondo, il suo campo visivo cambia in modo radicale e la sua curiosità lo porta a voler esplorare quello che ha intorno per il puro amore della scoperta.

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Il viaggio si profila come un’esperienza tipicamente umana, una tendenza che la maggioranza degli individui si porta dentro come caratteristica tipica dell’essere. Legata indissolubilmente all’uomo, l’esplorazione del mondo comporta maggiore consapevolezza di sé e acquisizione di autonomia. L’adolescenza rappresenta la seconda grande separazione dell’individuo dalla madre e dal mondo dell’infanzia, tappa fondamentale nella vita e momento di grande ricerca d’identità. In questa fase il viaggio assume un’importanza straordinaria, in quanto perfetta occasione di crescita, formazione e caratterizzazione della persona. La realtà non ordinaria, l’imprevisto, l’ignoto obbligano il ragazzo, così come l’adulto, a mettersi in gioco, a misurarsi con realtà differenti da lui e con le sue stesse capacità, donandogli sicurezza e un bagaglio personale di estrema importanza.

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L’evasione dalla routine e dagli schemi sociali offre l’occasione per riappropriarsi della libertà personale e per riavvicinarsi alle parti più sconosciute o nascoste di sé. In questo modo avviene una presa di coscienza da parte del viaggiatore che, grazie ad un ritorno alla natura, alle origini, uno stupore quotidiano infantile, impara a stare al mondo e a guardare tutto con occhi diversi. Questi momenti corrispondono alla crescita dell’individuo, che passa ad una età adulta e rincontra se stesso. La fine del viaggio, il ritorno, comporta un tornare a casa, un senso di sicurezza ma anche estraneità, perché non si fa mai ritorno uguali a prima. L’uomo che approda a casa dopo un lungo viaggio ha acquisito una sensibilità nuova nel giudicare se stesso e ciò che lo circonda, guarda le cose con uno sguardo più attento e possiede nuove conoscenze preziose.

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Questa fase corrisponde alla vecchiaia, quando si approda nella terra della saggezza, quando si ha già visto tanto e si racconta ad altri, si insegna, senza smettere mai di imparare. Ogni nuovo viaggio comporta un pizzico in più di saggezza, di consapevolezza e aggiunge ad ogni anima qualcosa di bello e nuovo. La morte non può essere ritrovata in altro se non nella fine di tutti i viaggi, la meta ultima dell’uomo, che non è importante alla luce del percorso fatto. Questa è la peculiarità dei viaggi e della vita stessa: l’importante è viaggiare e ciò che si incontra durante la strada, non ciò che c’è alla fine.

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Uno degli scrittori che è riuscito a raccontare eccellentemente l’essenza del viaggio è Calvino. Egli ci propone infatti visioni utopiche della realtà, viaggi metaforici e fittizi, alla ricerca di una nuova libertà di pensiero e azione, un invito a ripensare in maniera poetica e collettiva il modo in cui abitiamo il mondo.Nelle sue “città invisibili” lo scrittore italiano gioca con sogni e realtà, mescolando racconti di fantasia e viaggi reali, in un unico, grande racconto surreale. Protagonista del suo libro è il primo grande viaggiatore della storia, Marco Polo, che dialoga con l’imperatore dei Tartari Kublai Khan. Quest’ultimo interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero, ricevendo un resoconto di viaggio alquanto particolare. Marco Polo inizia così una descrizione delle varie tappe delle sue peregrinazioni, ma le città descritte hanno connotati insoliti.Il viaggiatore mescola nel suo racconto la realtà con la fantasia, riflettendo nelle descrizioni di questi luoghi anche i pensieri, le sensazioni, e soprattutto i popoli che li abitano.Il viaggio che in queste pagine Calvino propone è un viaggio mentale, attraverso le città che abitano lo stesso viaggiatore, in una sorta di labirinto che è metafora del mondo. Il percorso che Marco Polo descrive percorre città impalpabili, irreali, fatte di terra, aria e, soprattutto, persone.

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«La città per chi passa senza entrarci è una, e un’altra per chi ne è preso e non ne esce; una è la città in cui s’arriva la prima volta, un’altra quella che si lascia per non tornare; ognuna merita un nome diverso». Molteplici quindi le chiavi di lettura di ogni luogo visitato, molteplici i nomi attribuibili ad una stessa città, a seconda del viaggiatore che le attraversa. Il viandante passando per queste città annota la struttura, i comportamenti degli abitanti, ciò che smuove in lui e grazie al viaggio cambia, matura, trova se stesso. «Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti». Un’affermazione molto significativa che esprime bene tutto il significato del viaggio per Polo. Il vero viaggiatore non parte quindi solo per vedere, ma soprattutto per trovare risposte, un senso, per ritrovarsi. Deve essere in grado di vedere con gli occhi della mente, di apprezzare anche le città invisibili grazie ai ricordi, all’immaginazione, ai sogni, perché, come scrisse Calvino: «Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda».


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“Le città invisibili” è un viaggio nella potenza generatrice della parola e nella forza dell’immaginazione che costruisce architetture. Calvino ci tende la mano, invitandoci a compiere il passo: oltrepassare la soglia ed entrare nel labirinto.

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ZONA la tende a voi, invitandovi a lasciarvi trasportare nel caos della realtà aiutandovi a renderlo intelligibile. Ed è solo in questo perdersi, in questo accettare la complessità e il disordine, che potremo “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

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NUOVE PROSPETTIVE

Il faro dell'universo Il sole splendente non solo illumina il pianeta, riscalda l'inverno, ma trasferisce anche il calore e fornisce energia, Che si tratti del Sahara in Africa, nelle praterie del Madagascar, per le strade della città o sul tetto, nella stanza, Puoi sentire il suo calore e la temperatura residua Nella vasta distesa dell'universo, il sole è come un'esistenza luminosa, circondato da innumerevoli pianeti, il cielo notturno, un'altra luce brillante dell'emisfero, che illumina ogni angolo del mondo.

IPANNELLISOLARI,

ICOLLEGAMENTITRAL'UOMOELERISORSEDELLOSPAZIO,

RICEVIAMOSEGNALIPERCOMPRENDERE

LEINFORMAZIONI,DIFFONDERE

LEDINAMICHESOCIALIERAFFORZAREULTERIORMENTEILRAPPORTOTRALEPERSONE


NUOVE PROSPETTIVE

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