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Laura Chavin

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Monongahela Rye

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Intervista con Willi Knopf, la mente dietro il rinnovo del marchio

di Michel Arlia

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Alcuni dei fumatori di lungo corso potrebbero ricordare il marchio Laura Chavin, ma negli ultimi due anni il brand ha vissuto una nuova alba. Nel 2019, infatti, il marchio è ritornato sul mercato. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare Willi Knopf, il nuovo proprietario e la mente dietro il rilancio di Laura Chavin Cigars.

Ciao Willi, puoi raccontarci qualcosa della tua vita, prima di diventare il proprietario di Laura Chavin Cigars? Ero molto giovane quando ho iniziato a fumare sigari. Avevo 19 anni ed era la fine degli anni '70. A quel tempo, nella mia città natale non c'era un solo giovane che fumasse sigari, tranne me. La nostra generazione andava in discoteca e tutti fumavano sigarette. All’epoca solo i nonni fumavano sigari. Ed io. Ricordo un viaggio d'affari in Svizzera. Fui invitato a cena in un bellissimo ristorante con giardino sul Lago di Zurigo. Era una fantastica e calda serata estiva, con pietanze e bevande perfette per l’occasione. Quando il convivio sembrava essere giunto al termine, mi offrirono un Davidoff, allora ancora prodotto a Cuba. È stato un momento di estrema piacevolezza, ma anche l’attimo che consacrò definitivamente il mio amore per i sigari. Successivamente, i sigari hanno accompagnato tutta la mia vita e hanno persino determinato la selezione delle mete dove andare in vacanza nonché altre occasioni private. Ho viaggiato più volte nella Repubblica Dominicana e Cuba per questa passione. Lì ho conosciuto personaggi importanti che lavoravano in questo settore, primo fra tutti Alejandro Robaina, dove ho avuto il grande piacere di passare con lui un'intera giornata. Infine, qui in Germania, ho incontrato Helmut Bührle, il fondatore ed ex proprietario di Laura Chavin Cigars.

Nel 2017 hai acquistato Laura Chavin Cigars GmbH. Cosa ti ha mosso e in che stato si trovava l'azienda? Sono titolare di un'azienda di marketing e design creativo da più di 30 anni. E per alcuni anni sono stato anche editore di una rivista Lifestyle. Per questo motivo fui invitato presso la Laura Chavin Cigar. Negli anni che seguirono, conobbi Helmut Bührle in varie occasioni. Sino ad allora non avevo mai pensato di fare affari con i sigari. Ma questa sembrava essere la mia vocazione e nel 2017 ho avuto la possibilità di acquistare la Laura Chavin Cigar Company. Successivamente ho fondato la mia Cigar Company Willi Knopf GmbH e da gennaio 2019 sono anche titolare dei diritti di proprietà di Laura Chavin per tutto il mondo. La sede legale di Laura Chavin Cigar Company si trova in Germania, con uffici in Svizzera e Austria. L'azienda esportava sigari in più di 15 paesi.

Due anni dopo hai rilanciato il marchio con un nuovo look e blend aggiornati. Cosa hai imparato in questi due anni e quali erano le tue aspettative prima del rilancio? Anche se fumavo sigari ogni giorno da oltre 40 anni, ero ancora un novellino nel settore dei sigari. Ben presto, ho capito che era importante ridisegnare il look, in modo che tutti potessero comprendere che si sanciva un nuovo inizio per Laura Chavin. Come detto, creare design è la mia professione, perciò è stato un grande piacere progettare il mio marchio di lusso.

La produzione di tutti i sigari Laura Chavin è curata dalla Tabacalera Altagracia. Come mai hai deciso di lasciare la produzione nella medesima fabbrica? La Tabacalera Altagracia offriva una buona squadra di ottimi esperti, e prima di tutto hanno saputo trasformare i miei desideri in sigari. Ma siamo sempre alla ricerca anche di altre opzioni. Se vuoi giocare nel campionato premium più alto, non dovresti mai stare fermo. Devi sempre ottimizzare la qualità e cercare le possibilità di come puoi ottenerla.

Parte del rilancio del marchio si basava sulle tre linee preesistenti Classic, Concours e Terre de Mythe. Qual era il tuo obiettivo quando hai iniziato a ripensare ai blend? Per quanto riguarda i blend, ho deciso di perseguire la mia filosofia: "un sigaro dovrebbe sempre essere un piacere. In caso contrario, lo metto da parte!" Potresti anche dire che un sigaro non dovrebbe mai essere pessimo. Ciò significa che dovrà avere almeno un tiraggio perfetto e una bella ce-

nere. Ma anche non irritare la gola, non essere amaro ma sempre equilibrato. Abbiamo quindi creato sigari con una forza che fosse al massimo media, dall’ampio profilo aromatico e che possedessero un’evoluzione apprezzabile. La decisione di mantenere i nomi delle miscele era il mio omaggio al lavoro svolto dal mio predecessore.

La quarta linea è nuova e si chiama Virginy. Puoi parlarci di cosa ti ha ispirato a creare il Virginy? Cosa volevi ottenere? Durante la mia prima visita di lavoro nella Repubblica Dominicana, ho sentito parlare di un tabacco puro, vergine e geneticamente intatto. Abbiamo subito iniziato a creare un sigaro con questa materia prima. Tuttavia questi tabacchi sono forti e ci sono voluti più di due anni per trovare il blend perfetto. Abbiamo utilizzato diverse foglie, di varie coltivazioni e produttori, per ottenere un grande spettro aromatico dallo stesso seme. Solo per la fascia abbiamo deciso di optare per una Connecticut ecuadoriana. Il risultato è un sigaro estremamente fine e armonioso. In diverse degustazioni, il Virginy è stato valutato con 95-97 punti. Infine, è stato il nostro bestseller nel 2020. Nel 2021 porteremo sul mercato due nuove vitolas del Virginy: un Belicoso e un Lonsdale.

Ad un fumatore nuovo del tuo marchio, quali sigari consiglieresti di fumare, in quali momenti della giornata o in quali occasioni, e perché? Certamente, la nostra linea classica è il sigaro perfetto per quasi tutte le occasioni e durante il giorno. Peraltro, potendo scegliere fra otto vitolas, c’è un formato per ogni preferenza. La linea Classic è il blend ideale per i neofiti perché sono molto facili da fumare. Ma anche per gli aficionados questa miscela è sempre un compagno perfetto. Dopotutto, ci sono sei diversi tabacchi solo nel ripieno. Personalmente, preferisco iniziare la giornata con il Perfecto No.88. Dopo questo, scelgo tra altri moduli della linea Classic o Virginy. Nelle ore serali, è il momento per un Concours o un Terre de Mythe, preferibilmente con un whisky torbato dell'isola di Islay, a grado pieno, ovviamente.

Come accennato, hai lanciato la maggior parte dei sigari tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020. Poco dopo, la pandemia COVID-19 ha preso il sopravvento ed è ancora in corso. In che modo ha influenzato te e l'azienda finora? Sicuramente questi sono tempi straordinari per tutti e per qualsiasi azienda. Per noi il 2020 è stato il primo anno, quindi non possiamo paragonarlo a nessun altro anno. Tuttavia, siamo riusciti a distribuire i prodotti in 150 rivenditori in Germania, ed anche a dozzine di punti vendita in Austria, attraverso il nostro nuovo importatore Rainer Gunz.

Tralasciando la pandemia, dove vuoi portare Laura Chavin? Cosa possiamo aspettarci da te in futuro? Ora stiamo per stabilizzare la produzione delle nostre miscele esistenti. Andremo avanti a lavorare con i coltivatori, migliorando i terroir e tutti i processi successivi. Continueremo a promuovere una produzione sostenibile, abbinata ad una continua ottimizzazione della qualità, esplorando anche nuovi mondi per un nuovo gusto. E quando sarà il momento, Laura Chavin Cigars sarà disponibile in molti Paesi in tutto il mondo.

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