Aprile 2012 cinemazeronotizie

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mensile di cultura cinematografica

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Diamo un taglio ai consumi culturali Sugli schermi una ricostruzione storico-politica della recente storia italiana

Marilyn, la bella addormentata

Omaggio all’icona del 20mo secolo a 50 anni dalla morte

Solcando il mare magnum dell’inchiesta Tornano “Le voci”, dall’11 al 15 aprile a Cinemazero

La Mediateca di Cinemazero a BcomeBimbo

A Simple Life (Tao Jie) di Ann Hui dall'8 marzo nei migliori cinema

Far East Film 14 è ...

2012 numero 4 anno XXXII

Giordana a Piazza Fontana

Aprile

Investire sulla cultura significa investire sul futuro

20>28 aprile 2012 - Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” & Visionario

Domani accadrà

Ovvero se non si va non si vede

spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi


Diamo un taglio ai consumi culturali!!!

Giordana a Piazza Fontana

Da sempre Cinemazero, ai biglietti di ingresso alle sue sale, applica delle tariffe particolarmente scontate, sia per il pubblico “normale” sia, ancor più scontate, per i possessori della CinemazeroCard. Card che dal 1° aprile 2012 costerà la modesta cifra di 15 euro (era dal 2007 che non subiva alcuna modifica) sempre con validità 12 mesi dalla data di rinnovo o acquisto. Nel momento in cui la crisi tiene al palo gli stipendi (per quelli che ancora riescono ad averlo, visto le chiusure di attività e imprese che si susseguono), l’Iva aumenta e l’inflazione erode i bilanci familiari, Cinemazero ha pensato, sempre per i fedeli possessori della CinemazeroCard, di dare un taglio alle spese sui consumi culturali con due iniziative controcorrente e di forte impatto. La prima riservata ai giovani “under 25” (sempre possessori della CinemazeroCard) che potranno accedere al primo spettacolo del sabato e al primo spettacolo della domenica in SalaGrande a soli 2 euro di ingresso. La seconda iniziativa, anch’essa riservata ai possessori della CinemazeroCard, aperta a tutte le fasce d’età, con l’ingresso a 3 euro allo spettacolo delle 22.00 in SalaGrande, ad esclusione di venerdì e sabato. Reagire, quindi, alla crisi rilanciando il consumo di cinema in un momento in cui bisogna, nel contempo, attrezzarsi (ovvero trovare le risorse economiche) per il passaggio al digitale e per il sospirato e atteso quarto schermo. Perchè crediamo che «la bellezza è un valore morale», come disse il vescovo di Locri Bregantini, citato da Gian Antonio Stella in un suo bel fondo sul Corriere della Sera dedicato alla cultura, e continuava, il vescovo, affermando che l'estetica è anche etica: «i paesi più brutti e trascurati sono quelli segnati dalla mafia; in un posto brutto è facile che i ragazzi crescano brutti». Tesi confermata anche dai confronti su 125 nazioni - dati dell'Università di Costanza - che non lasciano spazio a dubbi: dove c'è più cultura c'è più innovazione, più sviluppo, più ricchezza e, quindi, meno corruzione. “Niente cultura, niente sviluppo” è il controcanto de Il Sole 24 Ore. Dove "cultura" è, chiaramente, una concezione allargata all’educazione, istruzione, ricerca, conoscenza; tutti elementi che contribuiscono anche allo "sviluppo", inteso come valorizzazione dei saperi, delle culture; come indicatore del benessere collettivo e della sua capacità di guidare il cambiamento. Solo la cultura e, quindi, la ricerca, innesca l'innovazione creando occupazione, progresso e sviluppo. Dove c'è meno cultura per citare sempre Stella - c'è meno innovazione, meno sviluppo, meno ricchezza, più corruzione. La speranza, ora, è che al centro dell'azione dell’attuale governo tecnico venga posta la cultura. Questo per il futuro dei nostri giovani. Nel 2001 l’Italia investiva sul nostro patrimonio d'arte e paesaggi solo lo 0,39% del Pil. Oggi siamo precipitati a un meschino 0,19%. In Spagna, ha spiegato uno studio per la UE, Bilbao, investendo nel Guggenheim, ha recuperato in 7 anni i soldi spesi «moltiplicati per 18», con la parallela creazione di numerosi posti di lavoro. La Francia, tra le fabbriche dismesse di Lens, ha deciso di fare un nuovo Louvre col calcolo che, per ogni euro investito, ne torneranno «come minimo 7». È da queste positive esperienze che Cinemazero vuole ripartire, investendo per favorire il consumo di cinema, di cultura, convinti che l’estetica è etica. E nel contempo vuole investire per attrezzarsi ad affrontare le future sfide della tecnologia digitale e per dare un futuro, concreto e non retorico, ai nostri giovani.

Romanzo di una strage: un'impresa di ricostruzione storico-politica dalla lunga genesi e a molteplici livelli quale pochi autori e produttori hanno osato finora. Ce ne parla Marco Tullio Giordana (impegnato a teatro in queste settimane con la regia dell'epica trilogia di Tom Stoppard The Coast of Utopia). «Roberto Forza, il mio direttore della fotografia, mi segnalò che il produttore Riccardo Tozzi, un grande amico, aveva annunciato un progetto di film su Piazza Fontana. Stava già lavorandoci assieme a Stefano Rulli e Sandro Petraglia da qualche tempo. Ho chiamato Tozzi e mi sono offerto di farlo io. Perché? Sono milanese, e quella vicenda mi ha riguardato come spettatore oculare. Stavo su un tram, a poca distanza da Piazza Fontana. Andò via la luce, ricordo che lo spostamento d'aria fece volare i biglietti dappertutto. Mi trovavo a Largo Augusto, a circa 300 metri dalla piazza. Scesi ma non andai verso la piazza. In mezzo alle sirene e a tutto il resto non localizzai dove fosse avvenuto lo scoppio. Andai invece all'università. Arrivarono immediatamente di corsa alcuni studenti dicendo: «È scoppiata una caldaia a Piazza Fontana, c'è un disastro, ambulanze, un sacco di morti». Con un gruppo di studenti tra i quali c'era Mario Capanna andammo verso Piazza Fontana che era già transennata. Ci si rese conto dell'enorme disastro che era avvenuto. Calabresi, indossando un impermeabile bianco proprio come si vede nel film, vedendoci arrivare ci fece segno di andare via. Quasi protettivo, ci fece capire: «Non è il momento che voi stiate qua, poi ci spieghiamo». Quando arrivammo lì già qualcuno diceva: «Non è stata una caldaia». Ma non si poteva credere che fosse stata una bomba a fare tutti quei morti. Già in serata si saprà che è stata una bomba. Onesto Cerri, il perito balistico consulente del tribunale e della polizia, trova immediatamente i frammenti. Trova i frammenti di una miccia e i frammenti di un timer. Poi la miccia sparì dalle indagini, quindi si è solo parlato di un'esplosione innescata da un timer. Una doppia miccia può far pensare a due cose, o a un doppio innesco perché tu non ti fidi, vuoi essere sicuro che esploda. Oppure può voler dire due esplosivi diversi, cioè due bombe. Sparendo uno dei due elementi, la bomba rimane una sola. Conoscevo tutti i protagonisti d'una vicenda che sarebbe diventata un caso nazionale se non addirittura europeo. Il mio Liceo Berchet era stato occupato nel gennaio del '68, a imitazione dell'occupazione di Palazzo Campana a Torino di poco tempo prima. Allora vedemmo apparire sulla scena, assieme ai sottoufficiali della squadra politica di Milano, quel ragazzo, aveva appena 32 anni, Luigi Calabresi. Con un impermeabile bianco, alto, smilzo, un'aria curiosa, due occhi appuntiti, che non sembrava per niente il poliziotto dei film che in genere è meridionale, basso, scuro di capelli. Poteva essere uno dei nostri professorini, dei nostri supplenti. Per quanto avesse qualcosa - ricordo molto bene questa sensazione - che ispirava timore, forse il timore dell'intelligenza. Fui anche interrogato da lui. Mi fece una ramanzina per il fatto di occupare una scuola invece di studiare. Mi colpì, non fu il discorso d'uno “sbirro” ma d'un fratello maggiore. Non ebbi la sensazione che volesse intimidirmi... Non bisogna mai dimenticare che stiamo facendo del cinema, non una trascrizione notarile ma qualcosa che deve parlare al cuore, ai sentimenti, che deve passare delle nozioni attraverso una vibrazione. Per quanto pensassi all'inizio che fosse impossibile raccontare una materia così intricata, così complessa, che si è sviluppata in centinaia di rivoli contorti nel corso di oltre quarant'anni, la sceneggiatura dei miei compagni di avventura Stefano Rulli e Sandro Petraglia - con i quali avevamo scritto il film su Pasolini, La meglio gioventù, e Quando sei nato non puoi più nasconderti - aveva già fissato dei blocchi di racconto. Così mi sono messo al lavoro assieme a loro...»

In copertina: Marilyn Monroe (1926 - 1962)

cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Aprile 2012, n. 04 anno XXXII Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Elisabetta Pieretto Direzione, redazione, amministrazione P.zza della Motta, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Impaginazione Tommaso Lessio Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Grafiche Risma Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla Unione Italiana Stampa Periodica

Romanzo di una strage

Sugli schermi una ricostruzione storico-politica della recente storia italiana

Lorenzo Codelli

Editoriale Andrea Crozzoli

Investire sulla cultura significa investire sul futuro


Omaggio all’icona del 20mo secolo a 50 anni dalla morte

Giovanbattista Brambilla

Omaggio a Marilyn Monroe

Marilyn, la bella addormentata E' già passato mezzo secolo da quando Marilyn Monroe è scomparsa. Sembra essere accaduto di tutto, a noi e al mondo, mentre lei è ancora lì ad incantarci coi suoi film e a sorriderci materialmente ad ogni angolo di strada, riprodotta in un universo di gadgets infiniti. Una “donna in vetrina” per eccellenza, il cui corpo frutto di mercimonio l'ha quasi fatta assurgere al ruolo di Santa e Martire del Ventesimo Secolo. Ironia della sorte, per un'attrice, divenuta superstar planetaria grazie, proprio, ad uno studio cinematografico denominato 20ThCentury Fox. Un po' ovunque ci si sta preparando a questo atteso anniversario con mostre (Londra, Firenze, ecc) a lei dedicate. Sia di raro materiale iconografico ma soprattutto con suoi cimeli personali. Questi ultimi, sparpagliati presso ricchi collezionisti in tutto il mondo dopo le recenti e milionarie vendite all'asta di tutti i suoi averi, conservati fin'ora dai suoi amici, collaboratori e parenti. Come una Santa, da un pezzo canonizzata dalla Pop Art, ciò che a lei era appartenuto o stato toccato (libri, assegni, lenzuola, persino pentole di cucina, piastrelle staccate dal bagno nella casa in cui è morta,ecc) o indossato (abiti personali, accessori e costumi di scena) ha assunto un valore ben oltre al religioso, sconfinante nell'incantesimo magico. Il “feticcio” che illude di ritrovarcela incarnata e poter “comunicare” con lei. Il culto per un frammento-reliquia dall'immenso potere taumaturgico per alleviare il doloroso senso di vuoto e sua assenza in questo mondo terreno. Ed è assai triste notare come una persona che per tutta la vita aveva lottato per non diventare una “cosa”, una bambola bionda o una merce da contendersi al gioco dei dadi hollywoodiani, non sia riuscita a vivere di più d' un suo paio di guanti, d'un suo cappotto, d'una borsetta o a un suo paio di scarpe griffate Ferragamo che oggi fanno bella mostra nelle bacheche dei musei. Ogni frammento inanimato del suo mito ha conquistato una vitalità propria. Deflagrando a raggiera nell'immortalità per le celebrazioni dei molti “50 anni” da qua ancora a venire nel futuro. Perché è sicuro che il suo culto durerà nei secoli dei secoli. Esattamente com'è accaduto a Cleopatra, ad Elena di Troia o a Monna Lisa. Come Marilyn Monroe nessuna, perché il suo mito ha il privilegio e la condanna d'essere stato creato in un'epoca in cui i mass-media hanno documentato tutto impietosamente. Una Marilyn illusoriamente accessibile col suo perenne sorriso. Col fantasma del suo corpo che ancora oggi si manifesta sugli schermi TV o su Youtube con un semplice “click”. A comando. Nell'epoca della riproducibilità tecnica la sua immagine ha sostituito il corpo di carne come un “avatar”. Benché la 20ThCentury Fox faccia ristampare tutti i DVD dei suoi film (un vero record nella storia del cinema, già iniziato clamorosamente all'epoca del VHS) è da un pezzo che l'immagine della Monroe ha trasmigrato in altro territorio extra-cinefilo. Nessuno la confonderebbe mai più, come accadeva una volta, con la sequela delle cretine bionde da lei interpretate magnificamente sullo schermo. Finalmente, ma ci sono voluti 50 anni. La Marilyn “donna” ha paradossalmente vinto attraverso il suo fantasma. Il suo mito s'è auto-alimentato, adeguandosi all'evoluzione dei tempi e della “modernità” contingente. Così si è passati dal vedere Marilyn come la “donna-vittima” del periodo femminista anni '60 alla sua rivalutazione come grande attrice nei primi anni '70, grazie al revival della vecchia Hollywood trasmessa in televisione. Infine, negli ultimi vent'anni ha preso sempre più piede lo studio della sua vita privata, della sua caratteristica sensibilità d'essere umano, coronato lo scorso anno con la pubblicazione d'un suo diario segreto in ogni lingua del pianeta. Bisogna anche ricordare che oggi Marilyn è stata rivalutata come cantante, sebbene nessuno dica abbia venduto tanti dischi e CD quanto forse Lady Gaga non sia riuscita ancora a fare. Marilyn continua a ven-

dere e far vendere di riflesso. Talvolta la sua faccia è usata per la “reclamizzazione” di altri prodotti (recentemente per la Citroen) ma si cerca di usare addirittura delle sue sosia o fotomontaggi per superare il copyright (come nell'ultimo spot per Chanel). Per fortuna, da un bel po', non capita più di ritrovare una esordiente ribattezzata come “La nuova Marilyn”. Innanzi tutto perché ha portato sfortuna a molte. Persino Michelle Williams, candidata all'Oscar, nel recente My week with Marilyn, paragonarla alla Monroe è come confrontare l'acqua calda con lo champagne. Benché oggi i giovani, spessissimo, non abbiano mai visto neanche un film con Marilyn Monroe, né sappiano situarla in un'epoca ben definita. Non è raro che, parlando oggi con i ventenni, mi dicano che la Monroe era stata un personaggio del cinema in bianco e nero degli anni '30 (alcuni m'hanno pure detto del Muto!) oppure che non sia morta ma viva da qualche parte a Los Angeles, forse in ostaggio del suo chirurgo plastico, tanto da confonderla per qualche attrice che fece Dynasty o Dallas in TV. Cose del secolo scorso insomma. E la cosa ha molti punti in contatto con Fedora (1978) di Billy Wilder, già di per se stesso un omaggio al suo Viale del Tramonto (1950) e al mistero delle divinità di celluloide. Eppure il nome e la firma di Marilyn Monroe continuano ad essere depositati sotto copyright come il marchio d'una multinazionale. Benché, ormai quasi tutto il merchandising che la riguardi arrivi taroccato e senza controllo, a vagonate da India e Cina, senza royalty per i legittimi eredi. Addirittura a volte, sbagliando, usano foto di “sosia”. Ma tant'è che chi compra una borsa con il sorriso decorativo di Marilyn, la considera intercambiabile con una qualsiasi Hello Kitty. L'importante è che infonda gioia e spensieratezza. E' proprio strano tutto questo commercio, perché Marilyn dichiarava: «Non m'importa il denaro, quello che voglio è solo essere meravigliosa». E alla fine, forse, lo è diventata davvero. Ricca non lo fu mai, non buttò mai soldi per sciocchezze e lussi pacchiani alla Liz Taylor, né come quest'ultima ebbe mai collezione di diamanti e smeraldi grossi come limoni, né l'infinita catasta di pellicce e limousines. Tutti i suoi cimeli oggi idolatrati in bacheca trasudano della tenerezza di colei che fu orfanella, bistrattata, adottata, poi sposa 16enne, operaia-moglie di guerra, affamata fotomodella che posò nuda per pagarsi cibo e pigione. La dura china d'ascesa sulle tagliole di Hollywood ed infine lo splendore d'una vita di cartapesta per “la donna più desiderata del mondo” poi morta, giovane e bella, completamente sola sulla scena d'un crimine irrisolto. Ma Marilyn non è mai veramente morta. E' come una Bella Addormentata, apparente defunta e congelata nel tempo, perennemente in attesa d'un bacio. Oh Marilyn, quanto ci manchi!


Tornano “Le voci”, dall'11 al 15 aprile a Cinemazero

Giovanni Di Vicenzo

Le voci dell’inchiesta

Solcando il mare magnum dell'inchiesta Ai nastri di partenza mercoledì 11 aprile, si rinnova l’appuntamento annuale con Le voci dell’inchiesta. Il festival, organizzato da Cinemazero col concorso dell’Università degli Studi di Udine, festeggia quest’anno la sua sesta edizione con un palinsesto quanto mai ricco di proposte. Come da tradizione, le “voci” sono tante quante le sezioni e i focus che circoscrivono di volta in volta gli appuntamenti. Il risultato è un vero e proprio prisma multidisciplinare che accoglie ovviamente molto reportage cine-televisivo, ma anche teatro, fotogiornalismo, fiction, incontri e dibattiti con esperti e professionisti, sotto il segno di una cooperazione virtuosa, di un vivace andirivieni di punti di vista e strategie comunicative tra loro diverse e complementari. Quale miglior auspicio, innanzitutto, di un affettuoso omaggio a Enzo Biagi? In un’epoca dominata dal giornalismo più becero e trionfalista, l’autorevole sobrietà di Biagi si staglia oggi più che mai come un monumento inflessibile all’integrità professionale. A questo “nume tutelare” Le voci dell’inchiesta dedica un programma articolato: oltre a un incontro con gli amici e i collaboratori più stretti (tra gli altri Loris Mazzetti, Franco Iseppi), subito a seguire la cerimonia di inaugurazione prevista per mercoledì 11, l’appuntamento pomeridiano con passaggi selezionati dalle pionieristiche inchieste cine-televisive ideate dal grande giornalista negli anni Sessanta (R. T. – Rotocalco televisivo, Made in England e Douce France) scandirà tutte e quattro le giornate della manifestazione, sintesi ideale di un contributo di valore quasi incalcolabile all’innovazione del giornalismo televisivo italiano. La mattina di venerdì 13, invece, il reportage Macerie introdurrà il seminario con Mario Dondero, un’autentica leggenda del fotogiornalismo internazionale. Battaglie, sommosse, rivoluzioni, processi; e poi artisti, letterati, attori e attrici; ma anche la gente comune: in oltre mezzo secolo di attività lo “sguardo ubiquo” di Dondero ha visto tutto, e a tutt’oggi lavora ancora alacremente all’espansione di un patrimonio fotografico che ha pochissimi eguali nella vicenda artistica del secondo dopoguerra. E a proposito di incontri, si annuncia come particolarmente suggestivo quello con lo scrittore irpino Franco Arminio (in programma sabato 14) e con la sua “paesologia”, singolare disciplina di sua propria invenzione cui si dedica da anni, e che consiste in un disordinato pellegrinaggio nei paesi più abbandonati e sperduti sulla traccia delle ultime, sbiadite vestigia di un mondo, quello contadino, ormai condannato a un’imminente dissoluzione. Una segnalazione particolare merita senza dubbio la retrospettiva dedicata all’opera di Gianfranco Rosi, consacrato dai festival internazionali come una delle voci più potenti e originali del nuovo documentario d’autore, di cui Le voci dell’inchiesta proporrà, oltre al mediometraggio d’esordio Boatman, i due più recenti e pluripremiati lavori: Below Sea Level (mercoledì 11), sconvolgente reportage su una comunità di reietti che, espulsi dalla società, sopravvivono in condizioni estreme in una base militare dismessa; e El Sicario – Room 164 (venerdì 13), colloquio shock con un killer messicano che confessa alla macchina da presa efferatezze inimmaginabili. Di alto profilo anche la sezione “Teatro-inchiesta”, che quest’anno rafforza la sua presenza con ben tre spettacoli. Tre diverse espressioni di un teatro d’indagine e di parola diretto, potente, radicato nel reale. Questa la proposta di Chiara Stoppa, autrice e interprete del vibrante monologo autobiografico sulla malattia Il ritratto della salute (giovedì 12); ma anche di Giuliana Musso, ideatrice e coordinatrice di La Base, azione teatrale corale sullo straniante scenario di un avamposto militare americano grande come un paese conficcato nel cuore di una città italiana (domenica 15). Tra l’una e l’altra, la sera di venerdì 13, calcherà il palcoscenico della Sala Grande di Cinemazero niente meno che Ascanio Celestini, ossia il più autorevole rappresentante del teatro di narrazione di impegno civile, che con una delle sue ormai proverbiali “inchieste da fermo” offrirà in esclusiva al pubblico de Le voci dell’inchiesta una lettura molto personale dei più recenti fatti di cronaca e di costume nazionali.

Nel cinquantenario della prematura, e a tutt’oggi misteriosa, morte di Marilyn Monroe, Le voci dell’inchiesta rende omaggio alla “donna più bella del mondo” con una sezione dedicata ricca di contributi. Tra questi, il film a soggetto My Week with Marilyn, sul breve soggiorno inglese della diva durante le riprese della commedia romantica Il principe e la ballerina, e Marilyn, Dernières Séances, documentario incentrato sulle tormentate quanto illuminanti confidenze che l’attrice rilasciò al proprio psicanalista negli ultimi anni di vita. A ulteriore conferma di come dietro la più intramontabile icona femminile generata dal mito hollywoodiano si celasse una donna estremamente fragile e infelice. Alla voce “Gli anni Luce” si collocano poi Il sorriso del capo di Marco Bechis (mercoledì 11) e Il corpo del duce di Fabrizio Laurenti (domenica 15), due documentari di recentissima produzione che dagli sterminati archivi del prestigioso Istituto hanno estrapolato i materiali di repertorio con cui impostare una riflessione, peraltro attualissima, sulla cruciale interdipendenza tra l’immagine del leader carismatico e il consenso politico/ideologico. Focus anche sul tema “Donne & Lavoro”, un binomio purtroppo ancora molto controverso sul quale s’intrattengono tanto lo spettacolo teatrale Libere di Cristina Comencini (con Isabella Ragonese e Lunetta Savino) quanto la tavola rotonda ad esso seguente, organizzata con il movimento tutto femminile Se Non Ora Quando di Pordenone. Complementare alla proposta anche la mostra fotografica Il lavoro delle donne realizzata con grande passione specificamente per Le voci dell’inchiesta dal Circolo Fotografico “La finestra di Porcia”, e che verrà ospitata dall'11 aprile al 13 maggio a Cinemazero. Nella mostra, lo sguardo attento e partecipe dei 17 fotografi donne e uomini- partecipanti al progetto ha scelto di cogliere le donne nella loro realtà lavorativa, che non è solo professionale ma anche di cura, negli ambiti famigliari come nei luoghi di lavoro, illuminando con la delicatezza e la dignità del b/n un mondo lontano da modelli urlati e da stereotipi, che pur occhieggiano talora nelle immagini, ma pieno di vitalità, impegno e grazia. I soggetti ritratti rappresentano una realtà locale composta di ragazze e bisnonne, imprenditrici e operaie, immigrate e italiane, artigiane e professioniste, tra donne che cercano di conciliare maternità e lavoro e altre che nonostante l’età non rinunciano a tramandare i loro saperi: un mosaico di volti e di storie. Il documentario Girl Model (entrambi domenica 15), indagine sui soprusi, le umiliazioni e i raggiri che affondano in una miserabile e disincantata realtà i sogni di tante adolescenti, poverissime e ingenue, tutte lusingate dal miraggio di una passerella. La sezione Legality Coop (promossa assieme a Coop Nordest) e la seconda annualità del progetto “Rifiuto – Da locale e globale”, sviluppato assieme a ARPA – LAREA FVG, offrono invece una panoramica sulle questioni della legalità, dell’inquinamento e dei comportamenti eco-compatibili. Tra i titoli: la provocatoria inchiesta sull’alimentazione Enjoy Your Meal (giovedì 12); l’arguta e originalissima satira antiproibizionista L’era legale (venerdì 13), che immagina, in un futuro non troppo lontano, una Napoli paradiso della legalità, dell’ordine e della pulizia, finalmente espugnata al racket del narcotraffico; Waste Land (giovedì 12), storia vera di un artista brasiliano che si è affermato internazionalmente fabbricando quotatissime opere d’arte con i rifiuti; Polvere (giovedì 12), resoconto del più imponente processo penale sul tema del lavoro mai intentato in Europa, che a Torino ha trascinato sul banco degli imputati due potentissimi “signori dell’amianto” - e che al festival verrà presentato con ospiti il dottor Enzo Melrer, epidemiologo padovano responsabile del "Registro dei mesoteliomi del Veneto" e la dottoressa Chiara Paternoster, attivista del Comitato esposti amianto di Monfalcone - ; e infine Home – La nostra terra (sabato 14), spettacolare e ambizioso manifesto


Alfabetizzare all’audiovisivo giocando con il muto e la magia dell’animazione

Dopo il successo della prima edizione che ha visto tra i protagonisti personaggi d'eccezione come Margherita Hack, Tata Lucia, Nicoletta Costa e Giulio Coniglio, Lupo Lucio e la Melevisione, Damiano Tommasi... torna BcomeBimbo! La seconda edizione della Fiera dedicata al mondo dei bambini dal 13 al 15 aprile 2012. I numeri del successo: 12 mila visitatori, 12 grandi eventi, 3 padiglioni per 12000mq totali esclusa l’ area esterna. Un grande salone per tutta la famiglia, un percorso tra idee, novità e proposte per i bambini e per la loro crescita: dall'alimentazione alla cameretta, dalla moda allo sport, dai giochi alle vacanze, dai libri alle nuove tecnologie. Suddiviso in grandi aree tematiche, BcomeBimbo! consentirà di scoprire tutte le ultime novità per i più piccoli, prodotti e servizi, ma darà anche la possibilità alle mamme e ai papà di ricevere consigli e suggerimenti per la cura, il benessere e la crescita migliore dei loro bambini. BcomeBimbo non è una semplice fiera ma è soprattutto uno spazio per giocare, per imparare, per divertirsi. Un mondo fantastico dedicato al gioco, all'animazione, all'intrattenimento dei bambini da zero a dieci anni: giochi di ogni tipo, laboratori didattici, letture e spettacoli e molto altro ancora… All’interno della fiera ci saranno ben 6 aree tematiche: Arredamento, Sport e vacanze, Abbigliamento e accessori, gioco, ma soprattutto education. Oltre 80 laboratori didattici e creativi si terranno nei tre giorni di BcomeBimbo per dare ai bambini la possibilità di imparare giocando e soprattutto di imparare creando, accompagnandoli in un fantastico viaggio alla scoperta di diversi temi, dal riciclo all’alimentazione, dalla lettura al gioco, dalla scienza al cinema, all’archeologia. Ci sarà anche la Mediateca Pordenone di Cinemazero che proporrà ai piccoli e grandi partecipanti dei laboratori di didattica dell’audiovisivo e nuovi media. Le attività proposte mirano ad avviare attraverso l’attività ludica un percorso di alfabetizzazione all’immagine e ai nuovi media, che si articola attraverso l’analisi e la creazione di dispositivi che favoriscano nei bambini la percezione del rapporto tra realtà e finzione, il meccanismo dell’immagine e della sua manipolazione, l’importanza del lavoro di gruppo e l’acquisire o acuire il senso critico. Si lavorerà anche con i nuovi media, con la fotografia e le web-cam per dare vita agli oggetti inanimati (parte del materiale sarà di recupero per affrontare anche il tema della sostenibilità attraverso l’attività ludica) con la tecnica della Stop-Motion. Ci sarà poi un laboratorio che sfruttando il cinema d’animazione delle origini riuscirà ad affascinare i partecipanti con magie strabilianti. Il laboratori, GiocANIMIAMO? La magia della Stop motion! e Animazioni interattive dell'epoca del muto. MAGIE MUTE verteranno sulla componente ludica e sulla riflessione personale dei bambini del tema suddetto attraverso il disegno e quindi il cinema d’animazione, sperimentando le sue diverse manifestazioni. Già segnalati due grandi eventi all’interno della fiera: pordenonelegge kids presentaVenerdì 13 Aprile, ore 17.00 Geronimo Stilton incontra i ragazzi a BcomeBimbo 2012 e presenta “I Preistotopi”: dal divertente mondo dei libri dell’ormai famosissimo roditore, una serie di imperdibili avventure ambientate nell’Età della Pietra. Sulla costa orientale della preistorica Isola dei Topi si trovano grotte e palafitte: sono le rudimentali abitazioni di Pietropolis, un villaggio primitivo abitato dai primi esemplari di Roditori Sapiens! Qui vive anche l’antenato di Geronimo Stilton: Geronimo Stiltonùt, un roditore dalla pelliccia arruffata e dall’aria intellettuale, che dirige l’Eco della Pietra, il giornale quotidianamente scalpellato su grandi lastroni di pietra. Tra dinosauri, tigri feroci e vulcani in eruzione…i piccoli lettori troveranno tutti gli ingredienti per un divertimento assicurato! Sarà Giovanni Muciaccia il protagonista dell’evento speciale che chiuderà BcomeBimbo 2012, domenica 15 aprile, alle ore 17.00. Il noto conduttore di Art Attack!, trasformerà tutti i bambini in giovani artisti, guidandoli nella realizzazione di piccole opere d’arte e creazioni.

Silvia Moras

ambientalista (nonché titanico sforzo produttivo) concepito e realizzato dal fotografo Yann Arthus-Bertrand. In piazza, fra la gente continuerà il preziosissimo lavoro d'“inchiesta 2.0” sviluppato sempre assieme all'ARPA-LAREA, che porterà ancora le troupe dei “giovani registi” dell'Università di Udine – Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali e del Laboratorio ReMoTe a intervistare i cittadini della regione sui temi del riciclo e del riuso consapevole. Un lavoro unico a livello italiano, che sta portando a risultati eccezionali, compresa la realizzazione di micro documentari nati dalle esigenze manifestate dal pubblico lo scorso anno: risposte a interrogativi semplici, ma non risolti, come “dove finisce la carta che riciclo” o “che si fa degli elettrodomestici inutilizzati o rotti”... Ovviamente molto sostanzioso è il palinsesto delle due sezioni propriamente cinematografiche. Mentre “Paesaggio italiano” riunisce quattro recenti documentari “itineranti” sulle storture di un territorio, il nostro, lacerato da contraddizioni forse irrimediabili (tra questi: A Nordest, Italy. Love It or Leave It e Le dimore del vento), “Le strade del documentario” ospita una generosa selezione di prestigiosi documentari internazionali realizzati nel 2011 e nel 2012. Come Under Fire: Journalists in Combat di Martyn Burke, che venerdì 13 proporrà un impressionante reportage sui “rischi del mestiere” in cui incorrono i corrispondenti di guerra. Attesissima anche una delle ultime prove del grande Werner Herzog, in programma sempre venerdì 13, che con Into Abyss cattura i “sospiri estremi” di un pluriomicida texano giustiziato con iniezione letale otto giorni dopo il colloquio col leggendario cineasta tedesco. E infine, sabato 14, la scellerata repressione poliziesca che nel luglio 2001 consegnò a una nerissima cronaca il G8 di Genova rivive nel racconto corale e cosmopolita di sette giovani che sperimentarono sulla propria pelle quell’inaudita brutalità nel documentario Black Block di Carlo Augusto Bachscmidt. Subito a seguire, sabato in prima serata, sui drammatici fatti di Genova prolungherà lo sguardo l’Evento Speciale della manifestazione: direttamente dal 62° Festival di Berlino – dove si è aggiudicato ex aequo il premio del pubblico – e in contemporanea con l’uscita nelle principali sale italiane, sbarcherà in Sala Grande Diaz. Don’t Clean Up This Blood, l’ultimo lungometraggio a soggetto di Daniele Vicari, dove i destini di molti personaggi (nel cast, tra gli altri, anche Elio Germano e Claudio Santamaria) si intrecciano drammaticamente sullo sfondo dell’ignobile rappresaglia di Stato che Amnesty International ha bollato come «la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale». Accreditarsi all’INCHIESTA conviene! Per l’occasione, il regista incontrerà il scopri come e perchè su pubblico in sala accompagnato dal WWW.VOCI-INCHIESTA.IT compositore pordenonese Teho Teardo (La ragazza del lago, Il divo), che ha firmato la colonna sonora della pellicola. Fiore all’occhiello di questa edizione, infine, sarà la proposta di numerosi spot di “Pubblicità Progresso” che, “disseminati” tra un appuntamento e l’altro del palinsesto, intratterranno il pubblico nei “tempi morti”, offrendo al contempo una discreta ma costante parentesi di riflessione sulle più varie problematiche sociali. Una sorta di “non-intervallo”, dunque, perfettamente allineato con lo spirito di una manifestazione che coltiva un sogno: promuovere il ruolo della consapevolezza e della responsabilità individuale come fattori decisivi di maturità sociale.

Cinema&Didattica

La Mediateca di Cinemazero a BcomeBimbo


Cinema&Festival

Far East Film 14 è ... Emozione, energia, coinvolgimento: Far East Film, il grande festival dedicato al cinema asiatico, è pronto a soffiare sulle candeline del suo quattordicesimo compleanno. In calendario a Udine dal 20 al 28 aprile, per una dimensione (appunto) che ormai trascende la pura visione cinematografica e si propaga dal grande schermo a tutto ciò che gli ruota attorno – distribuzione nelle sale, home video, eventi collaterali... Sul grande schermo del Far East FilmFestival, anche quest’anno, s’illuminano anteprime europee e anteprime internazionali e mondiali raccolte in una un’ampia selezione che attinge al meglio dei cataloghi 2011/2012 di Hong Kong, Cina, Giappone, Corea del Sud, Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, Singapore e Taiwan. Entrare al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”, con i suoi 1.200 posti (sempre gremiti), o al Visionario, sarà dunque come frequentare una sala di Seoul, di Tokyo o di Manila, per godersi gli stessi film che gli abitanti di quelle metropoli guardano tutti i giorni. Tra le anteprime preannunciate nella quattordicesima edizione c’è il sorprendente Renta-Cat (Rentaneko), l’insolita commedia giapponese firmata da OGIGAMI Naoko, storia della giovane Sayoko che per vocazione, prima ancora che per mestiere, tenta di riparare i cuori dolenti delle persone sole… affittando gatti. Una favola eccentrica e moderna, sorridente e profonda, che sembra scritta da Gianni Rodari e animata dal grande Miyazaki. Inoltre, un omaggio al regista HIROKI Ryuichi, veterano del genere pink poi dedicato al cinema d’autore, oggi è uno dei nomi di punta in Giappone riconosciuto dai migliori festival internazionali. A Udine si potranno vedere i suoi ultimi due film: The Egoists (2011, a Udine in anteprima internazionale) una travolgente storia d’amore e fuga dove il regista passa sapientemente dal thriller movie ad una dimensione più intimista e psicologica, dipingendo, come al suo solito, il bellissimo personaggio femminile di Machiko; e River (2011) un inno alla speranza raccontato attraverso il percorso della giovane Hikari che dopo aver perso il suo amato nel terribile terremoto del Giappone orientale, ritrova la forza di vivere e di andare avanti. Il tocco sapiente di Hiroki lo gusteremo anche in una sua toccante celebrazione di tre minuti dei bimbi reduci dalla calamità nucleare di Fukushima (The Future Of Children in Fukushima, 2011). E non mancherà nel 2012 il vecchio amico Johnnie TO, ospite a Udine in veste di regista e produttore con il suo ultimo Romancing In Thin Air e anche di Chairman dell’Hong Kong Arts Development Council. Per l’Hong Kong Arts Development Council, Johnnie è il promotore e il direttore del festival di cortometraggi “Fresh Wave” di cui a Udine, per la prima volta in Occidente si potrà vedere un ampio assaggio con 4 corto/medio metraggi diretti dal altrettante giovanissime leve del nuovo cinema in cantonese. Tra i grandi successi asiatici che la kermesse cinematografica presenta, ci sarà anche Sunny (Corea del Sud 2011, anteprima nazionale), gradito ritorno del regista coreano Kang Hyoung-chul. Il regista ha infatti già divertito il pubblico del Far East Film Festival nel 2009 con la commedia Scandal Makers che si guadagnò il 3 posto del Far East Film Festival Audience Award. In Sunny racconta la storia di un ritrovo di 7 amiche dopo 25 anni dallo scioglimento del loro affiatatissimo gruppo che chiamarono appunto “Sunny”. Far East Film Festival, però, non darà spazio soltanto all’Oriente contemporaneo ma anche al suo passato, studiando attraverso 10 titoli invisibili in Occidente uno dei periodi più scuri (ma, culturalmente, più fertili) della storia della Corea del Sud: gli anni Settanta. The Darkest Decade: Korean Filmmakers in the 1970s, titolo della preziosa retrospettiva firmata da Darcy Paquet, sarà una celebrazione di alcuni coraggiosi registi e la storia inedita delle loro lotte. E per parlare di produzione intercontinentale, si prepara la quarta edizione del workshop Ties That Bind che si terrà in prima sessione dal 22 al 26 aprile a Udine e in seconda dall’8 all’11 ottobre a Busan in Corea del Sud. Il workshop riunirà 5 produttori orientali e 5 produttori europei con l’obiettivo di realizzare un film in coproduzione tra i due continenti. E poi gli eventi collaterali: il FEFF Market che invade il centro cittadino, il Far East Film Cosplay Contest (domenica 22 aprile ore 16, Piazza del Lionello) una gara di costumi, abiti e trucchi ispirati ai protagonisti del mondo dei manga, degli anime, del fumetto, del cinema, dei telefilm, della musica, dei videogiochi di provenienza panasiatica; le feste, gli ospiti dall’oriente e tanto altro… con novità e rumours tutti da scoprire sulla pagina Facebook ufficiale udineFarEastFilmFestival, e sul sito www.fareastfilm.com

MAREMETRAGGIO - CORTI IN TOUR

Pordenone - Cinemazero, dal 27 aprile al 10 maggio 2012

Promossa da Enel e associazione Maremetraggio di Trieste, l’iniziativa propone in tre citta del Friuli Venezia Giulia la visione dei cortometraggi selezionati tra quelli in concorso nelle ultime edizioni del Maremetraggio International short film Festival. A Cinemazero di Pordenone, tutte le sere per quindici giorni, ne verra proposta la proiezione prima del film, come accadeva in passato con i cinegiornali. L’idea del tour nasce dal desiderio di recuperare il buono del passato con un occhio rivolto al futuro. Il cinema era il luogo di ritrovo che con la sua programmazione estremamente varia sapeva intrattenere e informare allo stesso tempo; con questa iniziativa si ritrova quella varieta andata perduta. Info: www.maremetraggio.com

CLICIAK 2012: I VINCITORI

Cesena - Centro Cinema San Biagio, fino al 22 aprile 2012

Sono stati proclamati i vincitori della 15ª edizione di CliCiak, il concorso nazionale per fotografi di scena promosso dal Centro Cinema Città di Cesena e dall’Assessorato ai Servizi e alle Istituzioni Culturali del Comune di Cesena. Un concorso nato nel 1998, che ancora oggi rappresenta l’unica iniziativa nel suo genere in Italia. Le foto pervenute quest’anno al Centro Cinema per partecipare al concorso sono state – ed è il record per CliCiak - 1.788 (presentate da 56 fotografi a documentazione di una novantina di film) e sono andate a incrementare una fototeca sul cinema italiano contemporaneo che attualmente conta quasi 14.000 stampe, e che si affianca all’archivio storico già acquisito dal Centro Cinema che a sua volta raccoglie oltre 130.000 foto di scena fra stampe e negativi. La mostra delle foto di scena vincitrici insieme a una selezione dei migliori scatti partecipanti sarà allestita fino al 22 aprile a Cesena alla Galleria Comunale d’Arte del Palazzo del Ridotto. Una ulteriore selezione sarà ospitata da alcuni locali del centro storico. Info: www.sanbiagiocesena.it

HUMUS PARK

Pordenone, dal 1° aprile al 31 agosto 2012

Manifestazione nata per valorizzare, attraverso l'arte, le isole verdi della città. Un'occasione per potersi immergere nella natura e viverla assieme agli artisti che saranno impegnati a creare le loro opere utilizzando esclusivamente materiali naturali reperiti sul posto come rami, fieno, sassi e rovi, ma anche acqua e vento. La Land Art naturalistica si caratterizza infatti proprio per il passaggio di consegne dalla Natura, che fornisce i materiali all'artista, che ci gioca utilizzandoli e interagendo con l'ambiente stesso. Le opere torneranno poi in possesso della Natura che continuerà a modificarle nel tempo. Info: www.comune.pordenone.it

WOLE SOYINKA AND THE REST OF US Pordenone - PARCO2, fino al 6 Maggio 2012

Nell’ambito del festival DEDICA 2012 dedicato al premio Nobel per la letteratura Wole Soyinka è da segnalare la prima esposizione in Italia di Akintunde Akinleye, fotografo nigeriano vincitore di numerosi premi (tra cui nel 2007, il prestigioso World Press Photos Awards nella categoria Spot News). Allestita da Gianni e Silvia Pignat e curata da Angelo Bertani, la mostra documenta la situazione della Nigeria, cogliendone acutamente gli aspetti sociali e mettendone a fuoco i problemi di più scottante attualità. Info: www.dedicafestival.it

Domani accadrà ovvero se non si va non si vede

Dal 20 al 28 aprile la nuova edizione del festival dedicato al cinema asiatico


Con Jennifer Ulrich, Monica Barladeanu, Elio Germano, Claudio Santamaria, Pippo Delbono. Italia 2012.

SOTTO

LA FIABA BATTE L'IDEA POLITICA DELLA

SATRAPI

ziotti che parteciparono all'azione 29 vennero processati e, nella sentenza d'appello, 27 sono stati condannati per lesioni, falso in atto pubblico e calunnia, reati in gran parte prescritti. Mentre per quanto accaduto a Bolzaneto si sono avute 44 condanne per abuso di ufficio, abuso di autorità contro detenuti e violenza privata (in Italia non esiste il reato di tortura). Gli elementi di cui sopra sono indispensabili per fare memoria su un episodio avvenuto in una scuola dedicata a colui che firmò il bollettino di guerra della vittoria nel 1918 è che è stata teatro della più grave disfatta del diritto democratico della nostra storia recente. Il film di Vicari si colloca all'interno del cinema di denuncia civile di cui Rosi e Lizzani sono stati maestri e che richiama, per la forza e la lucida coerenza della narrazione il Costa Gavras di Z- L'orgia del potere. Vicari non si nasconde dietro a nessun facile manicheismo come quello di tuttora chi considera i Black Block solo dei ‘compagni che sbagliano'. Ne mostra in apertura le devastazioni e, così facendo, può permettersi di proporre un film che si muove su un piano eticamente elevato. Così come solo chi è in malafede potrà accusare Diaz - Non pulire questo sangue di essere 'contro la polizia'. E' sicuramente contro ma con l'opposizione e la denuncia di quel tumore che può pervadere (così come è accaduto) un'istituzione la cui finalità e quella di mantenere l'ordine democratico e non di esercitare violenza fisica e psicologica su chi ritiene di dover sottoporre a controlli o restrizioni di libertà. Dal punto di vista cinematografico poi questo è un film senza star. Ognuno ha il proprio ruolo che si immerge e riemerge come un corso d'acqua carsico nei gironi degli inferi di quella notte. Una notte da dimenticare diranno alcuni. Una notte da ricordare afferma con forza e rigore questo film. Perché fatti simili non accadano più.

POLLO ALLE PRUGNE DI VINCENT PARONNAUD E MARJANE SATRAPI

Tehran, 1958. Nasser Ali è un virtuoso del violino, che la moglie ha fatto a pezzi, infrangendogli il cuore. Perduto il suo strumento, Nasser prova inutilmente a sostituirlo, spingendosi in botteghe di città lontane. Fallito ogni tentativo e incapace di essere altro che un musicista, Nasser si lascia morire nel suo letto davanti agli occhi smarriti dei suoi figli e di una consorte mai amata. Negli otto giorni che precedono la sua cercata dipartita, Nasser ripercorrerà come in una favola la sua vita e il dolce segreto che l'ha ispirata. Incantandola per sempre. "Le penne che non scrivono di valori islamici vanno spezzate", sosteneva Khomeini, spingendo le 'voci' indocili dell'Iran all'esilio o alla clandestinità. Non basta allora un 'pollo alle prugne' a rimediare il danno e a riempire il vuoto di una perdita, quella di una donna, di un amore, di un Patria. Avvolgendo il live action con l'animazione fiabesca e il sogno felliniano, Marjane Satrapi continua la sua ricerca artistica ed esistenziale, traducendo per lo schermo la suagraphic novel (Pollo alle prugne), ribadendo l'inaccettabilità della lontananza e avvalorando il suo lavoro come riflesso della propria vita di 'esule'. Perché ancora una volta i suoi protagonisti verranno banditi, allontanati dalla fonte della propria ispirazione e costretti a cercare un luogo dove sentirsi sicuri e vivere pienamente la propria ossessione. Se la protagonista di Persepolissceglieva per sé e per la sua libertà un 'giardino' reale (Parigi), il violinista senza violino di Pollo alle prugne muore di consunzione dentro un Eden mentale che bandisce ogni regola a favore dell'immaginazione. Un'immaginazione che può tornare alla propria patria e alla propria memoria, abitata da chi abbiamo amato e mai dimenticato. Sotto la favola, lo humor e il neorealismo fantastico della Satrapi, batte (e ribatte) un'idea politica, che non dimentica di saldare i conti (anche) con l'America (colpevole del colpo di Stato del '53) in una sequenza mordacemente sprezzante sull'ottusità genitoriale e la cultura 'ingrassante' degli States. Nasser Ali, interpretato da Mathieu Amalric, singolare alchimista del fantastico, funziona allora come l'allegoria complessa e sofisticata di un movimento dell'anima contro le odiose persecuzioni di regime consumate nella società iraniana. Una resistenza che dopo la fuga di Persepolis, (ri)cerca la morte e il silenzio come ultima (ri)soluzione.

UN FILM DI FORTE IMPEGNO CIVILE SUI FATTI DI GENOVA DURANTE IL G8

DIAZ - NON PULIRE QUESTO SANGUE DI DANIELE VICARI

Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna (giornale di centro destra) che il 20 luglio 2001 decide di andare a vedere di persona cosa sta accadendo a Genova dove, in seguito agli scontri per il G8, un ragazzo, Carlo Guliani, è stato ucciso. Alma è un'anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e ora, insieme a Marco (organizzatore del Social Forum) è alla ricerca dei dispersi. Nick è un manager francese giunto a Genova per seguire il seminario dell'economista Susan George. Anselmo è un anziano militante della CGIL che ha preso parte al corteo pacifico contro il G8. Bea e Ralf sono di passaggio ma cercano un luogo presso cui dormire prima di ripartire. Max è vicequestore aggiunto e, nel corso della giornata, ha già preso la decisione di non partecipare a una carica al fine di evitare una strage di pacifici manifestanti. Tutti costoro e molti altri si troveranno la notte del 21 luglio all'interno della scuola Diaz dove la polizia scatenerà l'inferno. Fino a qui la parte iniziale del film a cui vanno fatti seguire dei dati che non sono cinema ma cronaca giudiziaria. Alla fine di quella notte gli arrestati furono 93 e i feriti 87. Dalle dichiarazioni rese dai 93 detenuti (molti dei quali oggetto di ulteriori violenze alla caserma-prigione di Bolzaneto) nacque il processo in seguito al quale dei più di 300 poli-

Con Alec Baldwin, Penelope Cruz, Ellen Page, Jesse Eisenberg, Woody Allen. Titolo originale Nero Fiddled. USA, Italia 2012.

WOODY ALLEN

APPRODA A

ROMA

E TROVA

ROBERTO BENIGNI

TO ROME WITH LOVE DI WOODY ALLEN

A pochi giorni dalla vittoria dell’Oscar per la miglior sceneggiatura originale di Midnight in Paris, Woody Allen, pluripremiato regista newyorkese, tornerà presto sul grande schermo con “To Rome with Love”, pellicola girata quasi interamente a Roma, in uscita nelle sale italiane il prossimo 20 Aprile. Lo stesso regista figurerà tra gli attori protagonisti, notizia sorprendente, se si considera che la sua ultima apparizione in veste di attore risale al 2006, nel film Scoop, in cui recitò al fianco di Scarlett Johansson – sua indimenticata musa - e Hugh Jackman. Nel cast della nuova pellicola “romana” possono essere individuati alcuni nomi di spicco; oltre ad Allen, infatti, figureranno Penelope Cruz, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Ornella Muti e Judy Davis, quest’ultima già scritturata da Woody Allen in alcune precedenti pellicole, tra cui Mariti e mogli , Harry a pezzi e Celebrity. Il regista newyorkese, poco prima di terminare le riprese, si vide costretto a mutare il nome della pellicola da Bop Decameron a Nero Fiddled, dopo aver constatato – non senza un certo grado di sconcerto – che la quasi totalità del pubblico ignorava l’esistenza della celeberrima opera del Boccaccio, non potendo in tal modo cogliere gli evidenti riferimenti all’opera racchiusi nel titolo originale. Allusioni letterarie a parte, questa pellicola sembra essere ammantata da un’aura di attesa quasi mistica, pienamente giustificata dal recente trionfo di Midnight in Paris, e i privilegiati spettatori che avranno la fortuna di trovarsi in una qualsiasi sala cinematografica, il 20 Aprile, con tutta probabilità assisteranno alla messa in scena di un capolavoro. Parola di Woody.

UN FILM CHE GUARDA AL PASSATO PER FARSI ATTUALE E NECESSARIO

IL PRIMO UOMO DI GIANNI AMELIO

Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria d'origine, l'Algeria,

i film del mese

i film del mese

Con Mathieu Amalric, Edouard Baer, Maria de Medeiros, Golshifteh Farahani, Eric Caravaca. Titolo originale Poulet aux prunes.Durata 91 min. Francia, Germania 2011


i film del mese

Con Maya Sansa, Jacques Gamblin, Denis Podalydès, Catherine Sola, Christophe Dimitri Réveille. Titolo originale Le premier homme. Italia, Francia 2011

Con Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni. Italia 2012.

per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni '50 la questione algerina però è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. L'uomo approfitta del viaggio per ritrovare sua madre e rivivere la sua giovinezza in un paese difficile ma solare. Insieme a lui lo spettatore ripercorre dunque le vicende dolorose di un bambino il cui padre è morto durante la Prima Guerra Mondiale, la cui famiglia poverissima è retta da una nonna arcigna e dispotica. Gli anni '20 sono però per il piccolo Jean il momento della formazione, delle scelte più difficili, come quella di voler continuare a studiare nonostante tutte le difficoltà. Tornato a trovare il professor Bernard, l'insegnante che lo ha aiutato e sorretto, il Cormery ormai adulto ascolta ancora una volta la frase che ha segnato la sua vita: “Ogni bambino contiene già i germi dell'uomo che diventerà”. Senza mezzi termini il miglior film di Gianni Amelio almeno dai tempi de Il ladro di bambini. Adattamento del romanzo di Albert Camus, Il primo uomo ripercorre a ritroso le vicende di un personaggio straordinario, silenzioso e deciso, che ricerca nel proprio passato anche doloroso le convinzioni che lo hanno portato ad essere ciò che è nel presente. Lo stile del regista è come sempre asciutto ed elegante, evita inutili infarcimenti estetici e si concentra sulla pulizia e sull'efficacia dell'inquadratura. Ogni primo piano su volti segnati dalla loro vicenda personale è preciso, giustificato, emozionante. In questo lo supporta alla perfezione la fotografia accurata ma mai espressionista di Luca Bigazzi, tornato con questo lungometraggio ai livelli altissimi che gli competono. Anche la sceneggiatura alterna i piani temporali costruendo un equilibrio narrativo basato sulla vita interiore del personaggio principale, un'architettura narrativa complessa e sfaccettata che funziona a meraviglia. Poi ovviamente ci sono gli attori, tutti in stato di grazia. Jacques Gamblin possiede la malinconia e insieme il carisma necessari per sintetizzare al meglio l'anima di una figura complessa come Jean Colmery. Accanto a lui una schiera di volti che regalano dignità e verità a tutte le parti, anche le più piccole: su tutti vale la pena citare una sontuosa Catherine Sola nelle vesti della madre di Jean, interpretata in gioventù dalla brava Maya Sansa. Un'opera raffinata e umanissima, in grado di rivendicare l'importanza della memoria non solo personale ma collettiva, una memoria che deve essere adoperata come strumento d'indagine delle contraddizioni del presente. Sotto questo punto di vista quindi un film che guarda al passato per farsi attuale e necessario. Cinema di qualità estetica elevata e d'importanza civile. Da applauso.

LA VERITÀ SULLA TERRIBILE STRAGE DI PIAZZA FONTANA

LA SCUOLA AL CINEMA Speciale LE VOCI DELL'INCHIESTA Tutti i matinée in occasione del festival sono ad ingresso gratuito prenotazione obbligatoria allo 0434.520945 (Mediateca) GIOVEDI 12 APRILE 2012 ORE 9.00 Cinemazero, Pordenone: Matinèe “Legality COOP” (in collaborazione con Coop NordEst)

ENJOY YOUR MEAL. HOW FOOD CHANGES THE WORLD di Walther Grotenhuis (durata 89’)

Il film ripercorre la provenienza degli ingredienti che compongono il nostro pasto quotidiano e il loro impatto sull’ambiente naturale che cambia drasticamente. Un documentario creativo su come il cibo cambia il mondo. Buon appetito!

ORE 11.00 Cinemazero, Pordenone (in collaborazione con Arpa/LaRea FVG) Introduce un critico cinematografico, evento legato al concorso “Scrivere di cinema”

WASTE LAND di Lucy Walker, Karen Harley e João Jardim Il Premio La Classe è sostenuto da Banca Friuladria e rientra nel concorso Scrivere di cinema-Premio Alberto Farassino. Ambientato nella terra di nessuno, alla frontiera tra vita e miseria, Waste Land è un documentario che scopre la bellezza nell'immondizia. È qui che a tutte le ore del giorno e della notte vengono scaricate a tonnellate le scorie della società. Da qui nasce l'arte, secondo Vik Muniz.

VENERDI 13 APRILE 2012 ORE 11.00 Cinemazero, Pordenone: Matinèe “Legality COOP” (in collaborazione con Coop NordEst)

L’ERA LEGALE di Enrico Caria (durata 76’)

Il matinèe si aprirà con la proiezione degli spot sul tema legalità realizzati dalle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Pordenone. Introduce un portavoce di Coop NordEst. Anno 2020: a Napoli sono scomparse monnezza e camorra, e la città è un paradiso della legalità. Napoli è diventata la città più sicura, pulita e moderna del Pianeta. Come è accaduto? La risposta è in un finto documentario che narra le avventure di Nicolino Amore che, nato poverissimo, diventa Sindaco.

SABATO 14 APRILE 2012 ORE 9.00 Cinemazero, Pordenone (in collaborazione con Arpa/LaRea FVG)

HOME. LA NOSTRA TERRA di Arthus-Bertrand (durata 90’)

Il film è composto da immagini aeree filmate in più di cinquanta paesi del mondo. Una voce fuori campo commenta il filmato, mostrando i grandi cambiamenti ambientali e sociali che la Terra sta subendo. Un progetto ambizioso e di grande impatto, che rende ancora una volta possibile scoprire la meraviglia di un pianeta magnifico, sottolineandone al tempo stesso l’evidente fragilità.

ROMANZO DI UNA STRAGE DI MARCO TULLIO GIORDANA

Piazza Fontana 12 dicembre 1969, ore 16:37, la verità esiste? Di sicuro Romanzo di una Strage di Tullio Giordana, scritto insieme a Sandro Petraglia e Stefano Rulli, prodotto da Cattleya e distribuito da 01, dal 30 marzo 2012 porta in sala e sul grande schermo fatti di cronaca che a distanza di tanti anni hanno ancora bisogno di chiarezza. Milano, 12 Dicembre 1969. Alle ore 16.37 in piazza Fontana un’esplosione devasta la Banca Nazionale dell’Agricoltura, ancora piena di clienti. Muoiono diciassette persone e altre ottantotto rimangono gravemente ferite. Nello stesso momento, scoppiano a Roma altre tre bombe, un altro ordigno viene trovato inesploso a Milano. E’ evidente che si tratta di un piano eversivo. La Questura di Milano è convinta della pista anarchica, ci vorranno molti mesi prima che la verità venga a galla rivelando una cospirazione che lega ambienti neonazisti veneti a settori deviati dei servizi segreti.La strage di Piazza Fontana inaugura la lunga stagione di attentati e violenze degli anni di piombo. Nel corso di 33 anni vari processi si susseguono nelle più varie sedi, concludendosi con sentenze che si smentiscono a vicenda. Alla fine tutti risulteranno assolti, la strage di piazza Fontana per la giustizia italiana non ha colpevoli.

TOTÒ

FA N S C LU B

PORDENONE

PER IL CICLO “LE PARODIE”

Totò Tarzan

regia di mario mattoli - 1950 - dur. 78 minuti

Venerdì 27 aprile 2012 - ore 19.30 Saletta Incontri San Francesco Piazza della Motta, PN con il patrocinio del Comune

INGRESSO LIBERO

di Pordenone


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