Cinemazeronotizie giugno 2013

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Amore e Carne nel nuovo film di Pippo Delbono

Dopo il successo a Venezia il film esce in sala con la Tucker Film

A colpi di note

Tra pochi giorni il debutto della settima edizione

Cleò a Cannes

Il Festival di Cannes ha festeggiato i 50 anni di Cleopatra

Cinema FVG

Presto un incontro tra il coordinamento e l’Assessore regionale alla Cultura

FilmMakers al Chiostro: the final edition

13

Giugno

Prossimanente a Cinemazero la storia di un’icona del punk italiano

E 1,00

mensile di cultura cinematografica

Fedele alla linea: Giovanni Lindo Ferretti

2013 numero 06 anno XXXIII

Film e internet: amici o nemici?

Una riflessione sul rapporto tra cinema e nuove tecnologie

L’estate è alle porte ecco iniziare la 10ma edizione di FilmMakers al Chiostro

Marii miei 3: novità monicelliane

Tre ritratti intimi ed emozionanti di Mario Monicelli spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi


Cinema e nuove tecnologie

Andrea Crozzoli

Editoriale

Film e Internet: amici o nemici? Film vs Internet o Internet vs Film? Che ne abbia parlato, anche al Festival di Cannes, l’European Audiovisual Observatory (organo collegato al Consiglio d’Europa) non può far altro che bene vista l’importanza della vetrina. La diffusione planetaria di Internet viene vista dal mondo del cinema come una pericolosa minaccia da un lato, per la proliferazione della pirateria che attraverso la rete rischia di assumere aspetti preoccupanti oltre ai danni economici; ma dall’altro è vista anche come un efficace alleato nel raggiungere i potenziali spettatori attraverso social network, blog e via discorrendo. Sugli sviluppi di video on demand in Italia siamo ancora molto indietro, tenendo però in considerazione che gli altri stanno compiendo solo ora i primi passi. Nel frattempo però è il cinema ad interessarsi a Internet come nuovo elemento narrativo nelle storie raccontate sul grande schermo come in Jeune & Jolie di François Ozon visto alla 66ma edizione del Festival di Cannes dove una diciasettenne, in piena crisi adolescenzial/ormonale, afferma la propria sessualità attraverso l'uso mercenario del proprio corpo. Giovane, borghese, insoddisfatta, tramite Internet recluta maturi signori in cerca di emozioni. Non lo fa per soldi ma solo per elaborarela propria sessualità attraverso il corpo che cambia in continuazione in quel periodo della vita. Non mette in campo i sentimenti ma solo il suo corpo in una versione 2.0 della 'bella di giorno' di bunuelliana memoria. Ozon, da sempre attento osservatore dell'età adolescenziale,in Jeune & Jolie si concentra su una ragazza, sui suoi segreti e turbamenti, sugli anni difficili da attraversare, scandagliando le pulsioni di una adolescente che attraverso la rete ha costruito un nuovo modello morale. Da oltreoceano, sempre visto alla 66ma edizione del Festival di Cannes, anche Bling Ring di Sofia Coppola, guarda alla rete nel suo nuovo film, in maniera caustica, rappresentando una gioventù bruciata nell'era del web. Il soggetto lo ha tratto da una storia vera, accaduta a Hollywood fra il 2008 e il 2009, di un gruppetto di giovanissime, al quale si era unito un ragazzino, che, scrutando su Internet, venivano a conoscenza delle trasferte per lavoro di top model o divi in giro per il mondo, e, sempre su Internet, recuperavano il loro indirizzo. Niente di più facile per svaligiare le loro case, in quel momento deserte, accumulando così, nel corso di pochi mesi, oltre tre milioni di dollari di refurtiva in gioielli, borse e scarpe firmate, orologi di marca, contanti, ecc.. Vittime di queste indesiderate visite personaggi come Orlando Bloom, Megan Fox, Paris Hilton (fatta oggetto diverse volte di furti dalla giovane banda). Tutte provenienti da ambienti benestanti e borghesi, le ragazzine rubavano non per necessità ma per copiare lo stile di vita dei loro beniamini. Al momento dunque la partita Internet > Film sembra quasi in pareggio!

In copertina: Una foto della performance “Dopo la battaglia”di Pippo Delbono

cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Giugno 2013, n. 06 anno XXXIII Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Marco Fortunato Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Elisabetta Pieretto Segretaria di redazione Marianita Santarossa Direzione, redazione, amministrazione P.zza della Motta, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Grafiche Risma Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla Unione Italiana Stampa Periodica


Prossimamente sugli schermi di Cinemazero la storia di un’icona del punk italiano

Marco Fortunato

Non è una biografia e nemmeno un racconto, piuttosto un dialogo. Fatto di parole e di silenzi. E di musica. Questo è Fedele alla linea, Il documentario di Germano Maccioni, regista e attore bolognese classe 1978 - che presto arriverà in sala a Cinemazero – che accetta la sfida di raccontare un personaggio complesso, tra i più carismatici e sfuggenti degli ultimi decenni: Giovanni Lindo Ferretti. Front man dei CCCP - Fedeli alla linea, gruppo musicale punk post '68, e poi dei CSI - Consorzio Suonatori Indipendenti – e dei PGR - Per Grazia Ricevuta – Ferretti è un’icona vivente della scena punk italiana che negli anni ha disorientato fan e opinione pubblica manifestando un pensiero libero e forte, senza sottrarsi a critiche e fraintendimenti. Maccioni, in poco più di un’ora ne tratteggia un ritratto intimo, pubblico e privato, anticonformista, coerentemente controcorrente che ripercorre un intero arco esistenziale, dall’Appennino alla Mongolia, attraversando il successo, la malattia e lo sgretolarsi di un’ideologia. I pensieri e i ricordi tracciano il percorso scandendone il ritmo, dando vita a quadri dai tempi posati, con respiri lenti, ma imprevedibili, dove il girato di oggi si alterna al passato, che incalza e amplifica il racconto. Fondamentale in questo senso il reperimento di preziosi contributi d’archivio: inedite immagini dei CCCP nella Berlino degli anni del Muro, scatti dei primi concerti concessi da Umberto Negri, tra i fondatori del gruppo con Ferretti e Zamboni, VHS mai visti recuperati all’interno del Fondo Valdesalici, e alcune foto di famiglia. Tanti piccoli pezzi che concorrono a disegnare un mosaico che affronta le molteplici sfaccettature delle poetica di Ferretti: pensiero politico-intellettuale e attitudine punk, cristianesimo e comunismo, musica popolare e letture salmodianti, palcoscenico e stalla. Così, ecco Fedele alla Linea: un film che si apre sugli stupendi paesaggi appenninici, sul lavoro quotidiano degli allevatori, con spezzoni di filmati inediti in cui un più giovane Ferretti dichiara all'intervistatore la sua insoddisfazione: «Sono stato allevato cattolico e felice. Con l'adolescenza ho scoperto il mondo moderno e la vita. Poi non ne potevo più». La mancanza della fede e di una dimensione di socialità genuina: ecco ciò che manca al mondo moderno, un mondo dove tutti sono «poveri e schiavi, mentre prima erano poveri e liberi». Un mondo che Ferretti viveva fin alle più radicali conseguenze come quando, per presenziare un concerto a Roma con 17mila paganti, saltò completamente la riabilitazione successiva a un importante intervento chirurgico, per poi strascicare qualche parola appoggiandosi con entrambe le mani all'asta del microfono. La malattia ha segnato i momenti più importanti della vita di Giovanni Lindo Ferretti: quindicenne, fu costretto a un mese di riabilitazione per peritonite a Reggio Emilia, dove scoprì il Sessantotto, i movimenti studenteschi, la cultura dell'emancipazione e dell'immaginazione, con tutta la violenza successiva. E da lì il comunismo, i viaggi verso l'Ovest, Berlino, gli incontri che hanno creato il CCCP, la delusione di una madre cattolica e discreta, la libertà di un figlio. Sullo sfondo il suo ultimo ambizioso progetto, Saga. Il Canto dei Canti, opera epica equestre che narra il legame millenario tra uomini, cavalli e montagne e la Musica – dove è racchiusa l’essenza della sua opera – che si impone e va oltre il concetto di colonna sonora dando forma ai pensieri e alle parole di Ferretti: un excursus dai primi CCCP, ruvidi e all’avanguardia, ai live recenti, più scarni e diretti, fino all’ambiziosa messa in scena sperimentale. Malgrado le intenzioni iniziali, Fedele alla linea si è trasformato presto in un documentario incentrato principalmente sulla figura di Ferretti: figura ingombrante e magnetica, capace col suo solo volto, e con le sue parole, di riempire lo schermo per regalarci il ritratto dell'uomoFerretti, e della sua arte, affascinante e di spessore.

Appuntamenti d’Autore

Fedele alla linea: Giovanni Lindo Ferretti


Dopo il successo alla Mostra del Cinema di Venezia il film esce in sala con Tucker Film

Nicola Ingenito

Prossimamente in sala

Amore e carne nel nuovo film di Pippo Delbono Pippo Delbono con il suo ultimo film, Amore Carne, presentato nella sezioni Orizzonti di Venezia nel 2011 e ora in uscita con Tucker Film, ci regala un altro importante tassello del proprio racconto. Egli si appropria dei dialoghi con la madre, delle vite dei suoi amici, delle sue letture – Pasolini, Rimbaud, Eliot –, dei ricordi d’infanzia delle proprie amiche e di alcuni manifesti di poetica più simili a certe lettere private che ad altisonanti esercizi ermeneutici per tessere una tela personalissima e, allo stesso, tempo universale. Delbono non lesina, né teme di ripetersi, riprendendo vecchi temi a lui cari, come la malattia o la follia, le quali hanno diritto ad essere nuovamente raccontate in un’ulteriore forma rispetto al teatro e alla letteratura cui ci aveva abituati con libri e spettacoli davvero bellissimi. Perché non sono vezzi d’ego che il regista utilizza per soddisfare certe pruderie, ma necessità poetiche, temi assoluti che come ogni cosa privata sono gli unici temi di cui il regista sente di parlare. Ma è errato immaginare Delbono come un narratore lirico, che guarda il mondo con distanza e disinteresse, perché troppo impegnato con sé stesso. In realtà, la rabbia privata di Delbono, la sua naturale allergia a ogni filtro formale, persino quello del racconto filmico, sono il segno, assieme all’urlo che accompagna il suo salmodiare la poesia, di un cittadino che parla a nome di tutti i cittadini che non hanno città, che vivono ai margini, che scontano pene per delitti, magari compiuti, ma sconosciuti. E’un cantore dell’emarginazione senza alcuna posa bohemien, ma, anzi, anche con una certa dose di cinismo, soprattutto verso il racconto di sé stesso e della propria malattia, la sieropositività. Il film è composto da momenti rubati a sé stesso e agli altri con la scaltrezza di un ladro esperto. Ci sono alcuni momenti commoventi: ad esempio, quando, nel dialogo con la madre, spegne l’audio, spiandone la cinquantenaria partitura delle preoccupazioni e delle tenerezze, oppure quando racconta la storia delle cose perdute dalla madre di Balanescu, la quale finisce per avere lo stesso colore del fiume che l’avrebbe accolta. E, ancora, i ricordi dell’amica Irene Jacob, la quale ha tenerezza per il pudore del padre quando non ha parole per spiegare le curiosità metafisiche della figlia, che chiede insistentemente come abbia avuto origine il mondo. Delbono è un regista arrivato al quinto film, quindi ha un’opera alle spalle ben strutturata; ciò che rende sempre uniche le sue opere è l’assoluta generosità e intensità del tratto, assieme a un elemento di fascino che non appartiene a tutti i registi. Guardare un film di Pippo Delbono è in ogni caso osservare la radiografia di un punto di vista interiore di un grande teatrante che ragiona per suggestioni e immagini. I suoi film sono un taccuino segnato con una grafia spesso illeggibile o la “scatola nera” di un’ispirazione che non fa più differenza fra pubblico e privato, ma anche le confessioni più care possono portare a risultati, qualche volta, timidi. Eppure, nel groviglio di questa matassa, ci sono numerose spie che presagiscono il lavoro teatrale di Delbono, ad esempio, il film inizia con una dedica ai Pina Bausch, riprendendone la cascata di fiori che il festival di Avignone le ha dedicato, un’immagine bellissima, forte e semplice, come quella di un amico che porta un omaggio a una persona cara che non c’è più, la stessa immagine con cui si chiude proprio l’ultimo spettacolo di Delbono. Come a dire un film non è mai solo un film, ma in questo caso bisogna guardare al complesso dell’opera stessa. *Nicola Ingenito ha vinto per due edizioni il Concorso Scrivere di cinema Premio Alberto Farassino. Collabora con le riviste Nazione Indiana e Nuovi argomenti. Ha pubblicato alcuni suoi racconti, uno dei quali da Granta Italia nel numero Che cosa si scrive quando si scrive in Italia, dedicato ai nuovi esordienti italiani della scrittura di finzione (2012).


Tra pochi giorni il debutto della settima edizione

Silvia Moras

A colpi di note è uno speciale laboratorio che rientra nella ricca offerta formativa della Mediateca Pordenone di Cinemazero che mira a valorizzare l’indissolubile legame tra musica e cinema attraverso il recupero storico delle origini del cinema, con il film muto. Siamo giunti con grande soddisfazione alla settima edizione e niente è più interessante che leggere le parole delle insegnanti coinvolte quest’anno nel progetto che si sono occupate delle due comiche con protagoniste le “Piccole canaglie”: la Prof.ssa Maria Luisa Sogaro, coordinatrice dell’orchestra dell’Istituto Comprensivo Pordenone Centro che rimusicherà Crazy House di Robert F. McGowan (1928) ed Emanuela Gobbo, coordinatrice dell’orchestra dell’Istituto comprensivo di Cordenons che darà voce alla comica No Noise (1923) dello stesso autore. «Colpo dopo colpo, siamo al settimo anno, numero perfetto per chi fa musica! Stiamo per coronare un altro sogno: rendere omaggio alla splendida Jean Darling e agli impareggiabili Little Rascals” spiega la Sogaro “Ricordo l’incontro, qualche anno fa, a Sacile, con Baby Peggy e con le sue straordinarie interpretazioni. Quindi, a Pordenone, gli incredibili incontri musicali con Jean Darling. Oggi siamo finalmente riusciti ad avere una copia di Crazy House e …. all’opera! La nostra attività ha da sempre un duplice obiettivo: far conoscere ai ragazzi i capolavori del comico delle origini e farli rivivere con un accompagnamento musicale adatto al film e alle abilità esecutive del gruppo. Dopo gli adattamenti dal mondo sonoro per l’infanzia di Stravinskij e di Schumann, ecco ora la rielaborazione delle “Danze delle bambole” di Shostakovich. Il “Valzer lirico” è il tema di Jean, evocata dal timbro del flauto traverso, “Organetto” è il tema del bimbogiocattolo, il “Walzer scherzo” è il tema della Casa Pazza e la Polka accompagna la Merenda delle Beffe. Per il tema della Baby Gang, invece, abbiamo rivisitato il politonale Girotondo dei Bimbi di Enrico Bormioli, pubblicato dalla rivista “l’Antologia Musicale” nel dicembre 1930.» Emanuela Gobbo aggiunge: «Quest’anno la scelta del soggetto è caduta sulla serie di comedy short film “The little rascals – Our gang”: serie creata nel 1922 da Hal Roach ma forse maggiormente conosciuta in Italia nella versione sonora degli anni ’40. Il film scelto dalla scuola di Cordenons, fra i molti che Cinemazero ci ha proposto, è “No Noise”, la diciassettesima della serie. “Niente rumore”... in realtà è un film piuttosto chiassoso: Mickey, Farina e il resto della gang vivono un’avventura in ospedale, combinando marachelle e subendo gli scherzi dello staff ospedaliero. Il commento sonoro che abbiamo realizzato è basato su arrangiamenti di cakewalk e two step di George Cobb e Scott Joplin, ma anche su brani originali, elaborati in parte dall’insegnante, in parte dagli alunni stessi. Fedeli alla tradizione jazzistica, la nostra band è composta da una sezione melodica di fiati (flauti dolci soprani e contralti, sax e clarinetto) e una sezione ritmica (pianoforte, xilofono, metallofono, glockenspiele, chitarre). Non poteva mancare la sezione rumoristi, che ha il compito non facile di far risaltare le azioni comiche”. Le orchestre debutteranno lunedì 3 giugno 2013 alle 20.45 in Aula Magna di Cinemazero e per tale occasione ci sarà un ospite d’eccezione: il musicista e compositore Remo Anzovino che terrà un’appassionante lezione–concerto. I giovani musicisti riproporranno lo spettacolo martedì 4 giugno 2013 alle ore 10.45 presso il Centro Culturale di Cordenons, in attesa dell’esibizione di ottobre all’interno del ricco programma delle Giornate del Cinema Muto. Per entrambi gli spettacoli l’ingresso è libero.

Cinema e scuola

A colpi di note


Il Festival di Cannes ha festeggiato i 50 anni di Cleopatra

Andrea Crozzoli

66mo Festival del Cinema-Cannes

Cleò a Cannes Compie 50 anni Cleopatra di Joseph L. Mankiewicz con Liz Taylor e Richard Burton e li ha festeggiati a maggio sulla Croisette, in versione 4K restaurata e ridigitalizzata, in una speciale serata alla presenza di Christopher Wilding (figlio della Taylor) e Kate Burton (figlia di Richard). Le riprese del film iniziarono nel 1960 e durarono fino a tutto il 1962 con diverse interruzioni dovute a malattia della Taylor, spostamenti di set da Londra a Roma, licenziamento e riassunzione del regista e così via. Il film uscì nel 1963 riducendo la Fox sull’orlo del fallimento. Più o meno nello stesso periodo la Fox licenziava Marilyn Monroe che stava girando Something's Got to Give di George Cukor, sul set del quale si fece fotografare in piscina praticamente nuda. Foto immediatamente apparse sulla rivista Life. «Voglio spingere Liz Taylor fuori le copertine delle riviste!» dichiarò a suo tempo la Monroe. Ma mentre Marilyn se ne andava, con un'overdose di barbiturici, Liz e Richard erano inseguiti da miriadi di paparazzi in cerca di immagini dei due amanti entrambi sposati, mettendo in ulteriore difficoltà la lavorazione di questo tribolato film che è fra i primi tre più costosi di tutta la storia del cinema. Non doveva superare i due mlioni di dollari ma alla fine costò 44 milioni di dollari (circa 300 rapportati a oggi). Per il film furono confezionati ben 65 abiti diversi per la Taylor con un costo totale di quasi 200.000 dollari, record per la maggior somma di denaro spesa per un singolo attore. Per Mankiewicz è il secondo capitolo del suo interesse per la tragedia romana di Cesare, dopo Giulio Cesare del 1953, e costituisce tre film in uno: il tragico conflitto sociale della prima parte, la tragedia sentimentale tra passione e gelosia della seconda, il conflitto morale tra amore e dovere che attraversa tutta l’opera. Mankiewicz costruisce il film partendo dall'intrigante love story fra Cesare e Cleopatra dove domina anche ironia e istrionismo per passare poi a quella drammatica fra Marc'Antonio e Cleopatra. Delle 6 nomination all'Oscar il film ha vinto quattro statuette, per: fotografia, scenografia, costumi (Vittorio Nino Novarese), effetti speciali. In occasione del 50° anniversario, Cannes, oltre alla versione restaurata di Cleopatra ha proposto una mostra, curata da Bulgari, dei gioielli regalati da Burton alla Taylor durante il loro soggiorno romano per la lavorazione del film. Pezzi esclusivi riacquistati da Bulgari per 20 milioni di dollari dopo la morte della diva nel 2011. La mostra includeva anche uno specchio di Bulgari in oro e turchese, un regalo ricevuto da Liz Taylor durante le riprese di Cleopatra e che appare anche nel film, così come i costumi originali, prestati dagli Studi di Cinecittà di Roma. Il mitico kolossal uscirà anche nei cinema in Italia con l’inizio di giugno.


Presto un incontro tra il coordinamento e l’Assessore regionale alla Cultura

Marco Fortunato

Viva soddisfazione per la scelta di una personalità di assoluta competenza e comprovata esperienza. Questo il sentimento espresso dai membri di CinemaFVG in occasione della recente nomina di Gianni Torrenti alla guida dell’Assessorato regionale alla Cultura. Un apprezzamento ribadito ufficialmente pochi giorni fa in occasione dell’ultimo incontro del coordinamento nato tre anni or sono dall’unione delle principali realtà che si occupano di cinema nella nostra Regione, decise a fare fronte comune per difendere l’importanza e le peculiarità di uno dei comparti più significativi dell’”industria culturale” del Friuli Venezia Giulia. Dal confronto tra gli operatori sono però emerse anche le numerose criticità del comparto che i portavoci del movimento si sono impegnati a portare all’attenzione del neo Assessore per sollecitare un confronto. A partire dal regolamento per l’apertura di nuove sale cinematografiche, il provvedimento che disciplina i criteri per l’apertura di nuovi cinema in regione e che, dopo un travagliato iter nella passata legislatura, necessita di giungere quanto prima ad una rapida approvazione per definire con chiarezza le regole del settore. Quindi il tema della digitalizzazione, un passaggio obbligato per tutti gli esercenti, che rischia di essere fatale per alcune realtà. Le strutture minori infatti, le cosiddette sale di comunità di cui tante volte abbiamo sottolineato il ruolo sociale in qualità di presidi culturali del territorio, risultano in grave difficoltà nel reperire le risorse per affrontare l’ammodernamento delle proprie strutture e dunque andranno sostenute per non trovarsi I PUNTI PROGRAMMATICI DEL costrette ad una chiusura obbligata. La COORDINAMENTO CINEMA FVG Regione ha già messo in campo una DIGITALIZZAZIONE: è necessario reperire risorse e per i piccoli prima tranche di aiuti, ora si tratta di valucinema , presidi culturali del territorio, che altrimenti rischiatare se saranno sufficienti e soprattutto di no di scomparire distribuirli in maniera uniforme ed equilibrata. Sempre in tema di risorse vi è l’auREGOLAMENTO APERTURA SALE: servono regole chiare per spicio che già nelle prossime variazioni di l’apertura di nuovi locali cinematografici in Regione. bilancio si possa intervenire in favore dei capitoli che sono stati penalizzati nel RIPRISTINO DELLE RISORSE: bisogna intervenire per ristabilire corso dell’ultima finanziaria. Se è vero le risorse minime alla messa in sicurezza di un comparto che che il difficile momento economico richierappresenta un’eccellenza del FVG. de la massima attenzione negli investimenti è altrettanto vero che esistono COMMISSIONE CINEMA: in vista di possibili interventi sulle nuove possibilità di attrarre finanziamenleggi di settore è opportuno riattivare quest’organo consultiti, in particolare a livello europeo. Infine, vo della commissione regionale. ma non meno importanti, vi sono le riflessioni sul ruolo degli enti locali rispetto STATI GENERALI DEL CINEMA: vi è l’intenzione di organizzare alle politiche culturali del territorio, la un momento di confronto fra gli operatori sulle nuove procondivisione della necessità di valorizzare spettive dell’audiovisivo. gli strumenti esistenti (in particolare alcune delle previsioni della L.R. 2172006 DEPOSITO LEGALE: è ancora in stand-by la ratifica da parte ancora in parte inattuate come quelle del consiglio regionale dell’istituto previsto dalla L.R. sulla ratifica del del deposito legale) e 21/2006 alcune considerazioni sui compiti della Commissione regionale Cinema. Quest’ultima ha sempre svolto una preziosa attività di consulenza rispetto all’operato dell’Assessorato ed ha avviato un importante lavoro per la definizione dei criteri di valutazione delle manifestazioni culturali che oggi sarebbe necessario riprendere ed approfondire. Spunti e valutazioni che saranno oggetto di approfondimento anche nel corso di una Giornata di Studi sul Cinema che è da tempo in cantiere e che potrebbe finalmente concretizzarsi la prossima estate. L’idea è quella di un grande appuntamento che coinvolga operatori di settore, amministratori, stakeholders e la cosiddetta società civile – cioè il pubblico – per analizzare insieme il ruolo del cinema nel panorama culturale e le sue prospettive di sviluppo a medio e lungo termine. In questa direzione nuovo impulso potrebbe arrivare proprio dalla costituzione in associazione di CinemaFVG il cui passaggio da coordinamento informale a realtà riconosciuta (e riconoscibile) potrebbe essere un’occasione per migliorarne l’incisività e l’operatività.

Cinema FVG

Cinema FVG


L'estate è alle porte, ecco iniziare la decima edizione di FilmMakers al Chiostro

FilmMakers al Chiostro

FilmMakers al Chiostro: the final edition X/10: dieci le edizioni di FilmMakers al Chiostro che in questa calda estate si celebrano nello splendido chiostro di San Francesco, ultima e indimenticabile edizione di un Festival che dal 2014 non sarà più lo stesso ma si aggiornerà, si trasformerà, troverà nuova energia per meglio rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più attento e partecipe e di giovani autori capaci di sorprenderci ancora con lavori di qualità. ”FilmMakers al Chiostro di San Francesco, prima rassegna di giovani autori” così recitava il volantino azzurro della prima edizione nell'ormai lontano 2004... una vita fa! Da allora molte cose sono cambiate: da rassegna siamo diventati Festival; da vetrina per le opere e gli autori del territorio siamo passati ad essere un concorso internazionale molto conosciuto tra i videomakers e le scuole di cinema; dal pubblico timido e curioso delle prime edizioni siamo passati al costante tutto esaurito. Altri aspetti sono invece rimasti uguali: il supporto della Banca Friualdria Crédit Agricole, prezioso e fondamentale, grazie al quale la manifestazione ha potuto crescere e sperimentare; la splendida location e la generosa ospitalità del Comune di Pordenone. L'attenzione e la curiosità verso ogni espressione creativa di questo speciale “genere”, il cortometraggio, ha diviso la onnicomprensiva categoria in ulteriori 2 sezioni distinte: horror e animazione, valorizzando in questo modo i lavori in concorso. Ospiti e nomi importanti del settore hanno supportato in questi anni il Festival; la stampa locale e nazionale ha documentato tutte le edizioni dedicando di anno in anno maggior attenzione a questa vetrina di giovani e futuri talenti della settima arte. X/10: migliaia di corti, migliaia di autori, migliaia di ore spese a guardare, scegliere, odiare, amare piccoli film, FilmMakers al chiostro concluderà questo suo cammino con un'edizione speciale, indimenticabile, non tanto perchè ne segnerà la fine ma in quanto anticiperà la nascita di un nuovo progetto ancora più innovativo, coinvolgente e internazionale dove il cortometraggio sarà sempre il protagonista. Quindi, FMKX the final edition: 6 martedì, dal 16 luglio al 20 agosto, nella abituale ed accogliente cornice del chiostro in piazza della Motta dove, come da programma, saranno proiettati una selezione dei migliori cortometraggi fra le centinaia arrivati da tutto il mondo che si sfideranno per vincere il premio della giuria e quello del pubblico come miglior cortometraggio, cortometraggio horror e cortometraggio di animazione. I premi previsti andranno a sostenere concretamente i vincitori, i quali come tutti gli altri partecipanti sono spesso costretti a lavorare ed esprimersi in circoli indipendenti con budget inesistenti o molto limitati. Uno degli intenti principali è, infatti, dare un tangibile sostegno, oltre a permettere un confronto, uno scambio e una conoscenza fra i diversi registi in concorso e quindi creare una rete favorevole allo sviluppo e alla crescita artistica di ognuno di loro. La punta di diamante del festival è sicuramente il Premio Qualità di Banca Friuladria riconoscimento speciale per la sezione video-animazioni che darà ai vincitori la possibilità di realizzare un nuovo lavoro in ambito artistico e che finora ha portato alla produzione di quattro opere originali. Durante la serata inaugurale del 16 luglio verrà presentata in anteprima la quinta ed ultima opera realizzata, quella degli svedesi Daniel Wirtberg ed Erik Rosenlund vincitori del premio 2012. Tre le serate speciali: la sempre seguitissima, apprezzatissima e spaventosissima notte horror (martedì 23 luglio), una serata tutta dedicata all'animazione con tanto di workshop di disegno su pellicola (martedì 6 agosto) ed infine una serata dedicata ad un mondo ancora da scoprire, quello della videoarte (martedì 30 luglio). Ed inoltre musica, musica e ancora musica sarà il naturale proseguo di ogni serata quando allo spegnersi della luce del proiettore si accenderanno i fari che illumineranno il palco dei concerti.


Tre “versioni” per tre ritratti intimi ed emozionanti di Monicelli

Lorenzo Codelli

Se avete visto - alla Mostra di Venezia 2012, in TV o su DVD - La versione di Mario, un patchwork polifonico composto amorevolmente da Mario Canale, Felice Farina, Mario Gianni, Wilma Labate, Annarosa Morri, sapete già di quanti Marii Monicelli sia colmo il nostro passato. Per fortuna... “anche il nostro presente non scherza!” (sfotterebbe Mario). Nel novembre 2011 Cinemazero aveva invitato Chiara Rapaccini, l’ultima metà del Mario, a commuoverci con il suo intimissimo memoriale La bambina buona (Sonzogno). Ecco che altri tre “parenti serpenti” & “amici suoi” ci donano le rispettive “versioni”. Ottavia Monicelli, seconda figlia della seconda moglie, pubblica da Sperling & Kupfer Guai ai baci, sottotitolato “Così grande, così lontano: ritratto di mio padre”. Ecco l’incipit: “Mio padre era così, un uomo calmissimo e senza legami apparenti: si era saputo tirar fuori da due matrimoni e una lunga convivenza, nello stesso modo in cui un illusionista riesce a sconfiggere le catene che lo immobilizzano, e lo ha fatto sempre con una certa eleganza: niente foto, niente giornali, nessun gossip, come si dice oggi. Della sua prima moglie, che a dire di mia madre ha amato molto, non ci ha mai raccontato niente”. Ottavia nasce nel 1974, l’anno in cui la madre, una mannequin che Mario aveva amato fin dal 1962, può finalmente sposarlo in seguito al divorzio ottenuto dal regista. Compiuti i due anni però l’autrice rimane “orfana”, in quanto Mario pianta la famiglia per una giovane “fidanzata”, Chiara appunto. Racconta Ottavia: “Tra mia madre e mio padre ci fu sempre, fino all’ultimo suo giorno di vita, un grande amore, una profonda amicizia, un immenso rispetto e un’assoluta complicità”. 180 pagine di deliziosi aneddoti e penetranti battute monicelliane lo testimoniano. Ottavia cura dal 2006 il sito www.mariomonicelli.it. Pupi Avati, habitué tanto quanto Mario di cinematografi e contrade pordenonesi, pubblica da Rizzoli La grande invenzione. Un’autobiografia. Ne saprete ormai quasi tutto, viste le innumerevoli presentazioni mediatiche dell’ubiquo Pupi. Nel capitolo “Registi che si incontrano in ospedale: Mario Monicelli”, ci spiega in chiave epico-ironica come, colpito da infarto nell’88 e ricoverato al Gemelli, ritrova lì Mario - suo ex vicino di casa a via del Babuino immobilizzato da ben diciotto fratture in seguito a un incidente devastante. “Gli chiedevo soprattutto del cinema d’anteguerra, quello che andava nascendo come industria, dei nostri colleghi di allora [...] Mi raccontava di Goffredo Alessandrini, di Augusto Genina, di Blasetti, delle sue prime collaborazioni con Lattuada, ma soprattutto di Germi, del quale era stato aiuto regista e uno dei pochissimi amici che Germi considerasse tale”. Altri souvenir dolceamari su Mario, rincontrato al Festival di Rio e poi, in veste di inflessibile presidente della giuria, alla Mostra di Venezia, completano la miniatura. Terzo, il provetto sceneggiatore Franco Ferrini che pubblica da Gremese C’era una volta il cinema. Titolo “leoniano”, in quanto l’autore collaborò per un decennio alla sceneggiatura-fiume dell’opus ultimum del Sergio nazionale. Un’autobiografia imperdibile la sua, traboccante di evocazioni esilaranti di De Sica, Anthony Quinn, De Niro, Dario Argento, Manfredi, Sophia, Gassman, Mastroianni e tanti altri. Ferrini recitò come attore in Camera d’albergo, una commedia claustrofobico-voyeuristica diretta da Monicelli nell’81. Ricorda tra l’altro: “Ogni giorno, come un’infausta ricorrenza, si presentava sul set (giravamo in un teatro di posa) e non se ne andava più via, una di quelle strane figure malate di cinema che non mancano mai una prima a inviti, una conferenza stampa, una proiezione privata. Di riffa o di raffa, riescono sempre a imbucarsi. Nel caso nostro, si trattava di una ragazza bruttina, forforosa, un po’ sciroccata, conosciuta nell’ambiente come un’instancabile spaccapalle. Un giorno, sono stato testimone dello scambio seguente tra lei e Monicelli. Monicelli (vedendola): «Ciao, come stai?». «Bene». «Come mai?»

Maestri del cinema

Marii miei 3 Novità monicelliane


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A

EDIZIONE

SIATE CRITICI Scarica il bando alla pagina ufficiale del concorso

scriveredicinema.mymovies.it

CONTINUA LA speCIALe prOmOzIONe per I gIOvANI AspIrANTI CrITICI dI sCrIvere dI CINemA – premIO ALberTO FArAssINO: FILm dedICATI, sCONTI e bIgLIeTTI OmAggIO per ChI... vUOLe essere CrITICO!

essere critici è più facile e vantaggioso: prosegue infatti la speciale promozione collegata al concorso nazionale per giovani critici cinematografici Scrivere di Cinema – Premio Alberto Farassino, rivolto a tutti i giovani dai 15 ai 25 anni – divisi in Young-Adult (tra i 15 e i 19 anni) e Under 25 (tra i 20 e i 25 anni) – e promosso da Cinemazero, pordenonelegge.it e il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Tutti coloro che si presenteranno in cassa con la stampa della propria recensione di uno dei film in programma a Cinemazero, unitamente alla copia di un biglietto acquistato nelle sue sale, riceveranno un biglietto omaggio valido per qualsiasi spettacolo, e se gli aspiranti critici under 25 sono anche possessori della CinemazeroCard potranno usufruire dell'ingresso a 3€ in tutte le sale. Inoltre, Cinemazero ha voluto mettere in campo un ciclo di proiezioni pensate ad hoc per il pubblico dei giovani a cui il concorso si rivolge. partecipare al concorso è una preziosa occasione per entrare nel mondo del Cinema anche come addetti ai lavori. Infatti, grazie alla nuova partnership con Alice nella Città – la sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma dedicata ai ragazzi – i primi cinque classificati della sezione Under 25 vinceranno un workshop redazionale. per tutta la durata del festival, sotto la guida di un giornalista professionista, potranno far parte di una redazione che avrà il compito di redigere il daily del Festival, seguendo le proiezioni, gli incontri con l’autore,“toccando con mano” il significato di scrivere sui film e su un’importante manifestazione cinematografica internazionale, secondo i tempi del giornalismo vero. Tra gli altri premi in palio ci sono anche importanti strumenti del mestiere per incentivare la passione per il cinema e la scrittura: da tablet di ultima generazione a buoni acquisto per libri e film. C’è tempo fino al 15 luglio per partecipare, successivamente la giuria presieduta da viola Farassino e formata dai critici mauro gervasini (mYmovies.it, Film Tv) e dario zonta (L’Unità, hollywood party-radio3) selezionerà i finalisti che verranno premiati nel corso di pordenonelegge.it - Festa del libro con gli autori, che si terrà a pordenone dal 18 al 22 settembre prossimi. La promozione prosegue per tutto il mese di giugno. per scaricare il bando e partecipare vai su: http://scriveredicinema.mymovies.it


OPEN ROADS: NEW ITALIAN CINEMA New York, dal 6 al 12 giugno 2013

BIOGRAFILM FESTIVAL Bologna, dal 7 al 17 giugno

Sarà Ornella Vanoni la madrina della IX edizione del Biografilm festival che torna sotto le Due Torri dal 7 al 17 giugno con il motto Look Forward - Guarda avanti. La cantante arriverà a Bologna per la presentazione del documentario di Alexandra Della Porta Rodiani Ricetta di Donna. È invece Searching for Sugar Man di Malik Bendjelloul, vincitore dell'Oscar 2013 sulla vita straordinaria di Sixto Rodriguez, divenuto a sua insaputa simbolo musicale della lotta all'apartheid, il film di apertura della kermesse che per il resto conferma la già collaudata formula con un cartellone composto da film, biografie, incontri e ospiti dedicati a esplorare le storie di vita. Info: www.biografilm.it

SISTEMI CRIMINALI - CONVEGNO CON GIULIETTO CHIESA E ANTONIO INGROIA Pordenone, Auditorium Concordia - Sabato 22 giugno, ore 21.00

L’ass.ne Culturale Il Sicomoro in collaborazione con il Movimento Politico-Culturale Alternativa e la redazione di ANTIMAFIADuemila presentano il convegno ad ingresso libero Sistemi Criminali alla presenza dei relatori Giulietto Chiesa, Antonio Ingroia e Giorgio Bongiovanni moderati da Anna Petrozzi. L'incontro si concentrerà sull'analisi dei cosiddetti “Sistemi Criminali”: un network composto da colletti bianchi ed esponenti della mafia che si muove secondo la logica della divisione dei compiti, e che trova spesso complicità e appoggio presso ampi settori della classe dirigente del nostro Paese, dall'imprenditoria, alla politica, all'alta finanza. Info: associazione@ilsicomoro.info; tel 0434 748798

49A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA Pesaro, dal 24 al 30 giugno 2013

La 49esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, diretta da Giovanni Spagnoletti, dopo aver esplorato, in anni passati, il Messico e l’Argentina continua la sua perlustrazione delle cinematografie del Sud America proponendo per la prima volta in Italia un’ampia retrospettiva sul cinema cileno che nell’ultimo decennio si è segnalato come una delle produzioni più attive e innovative del continente latino-americano (e non solo). Ad accompagnare le proiezioni, oltre a una tavola rotonda con i registi invitati, il festival proporrà un’ampia sezione monografica del catalogo generale in cui, oltre ad analizzare il passato cinematografico di un paese che ha vissuto una sua prima notorietà internazionale a seguito dell’espatrio di alcuni interessanti registi come Alejandro Jodorowsky, Miguel Littin, Raúl Ruiz o il documentarista Patricio Guzmán dopo la morte di Salvador Allende e l’instaurazione di una lunga e sanguinaria dittatura militare (19973-1990), esplorerà l’attuale struttura estetico-produttiva del cinema cileno. Info: www.pesarofilmfest.it

MAREMETRAGGIO 2013

Trieste, dal 30 giugno al 6 luglio 2013

Una selezione dei migliori cortometraggi a livello internazionale, i “best of the best” provenienti da tutti gli angoli del pianeta e una rosa di opere prime italiane che privilegia quelle che hanno avuto una scarsa o nulla distribuzione nelle sale dello Stivale: saranno ancora una volta questi gli ingredienti basilari di Maremetraggio, Festival Internazionale del Cortometraggio e delle Opere Prime in programma a Trieste, dal 30 giugno al 6 luglio 2013. Giunto alla sua quattordicesima edizione e forte del consenso accumulato in questi anni sia in Italia che all’estero, anche nel 2013 il festival proporrà sette giorni dedicati alle nuove promesse del cinema italiano e internazionale. Maratona di proiezioni, ma anche incontri con attori e registi, eventi speciali, workshop, approfondimenti, cocktail e happening con i protagonisti della cinematografia italiana e straniera: Maremetraggio anche nel 2013 si riconfermerà come una manifestazione dedicata a 360 gradi al cinema giovane, che porterà a Trieste tanti ospiti, giovani promesse, nuovi talenti e celebrities del mondo del cinema italiano ed europeo. Info: www.maremetraggio.com

Domani accadrà ovvero se non si va non si vede

La più importante manifestazione nordamericana interamente dedicata al cinema italiano contemporaneo, ha luogo presso il Lincoln Center di New York. Evento coprodotto con la prestigiosissima Film Society of Lincoln Center e Istituto Luce Cinecittà che cura le selezioni in Italia insieme al Direttore Robert Koeler e organizza la delegazione artistica. Previsti anche incontri di mercato con i maggiori distributori statunitensi di film europei. In collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di New York. Info: www.filmlinc.com


Un film di Stefano Sardo. Con Carlo Petrini. Durata 74 min.

UN FENOMENO MONDIALE NATO DA UN’AVVENTURA DI PROVINCIA

SLOW FOOD STORY DI STEFANO SARDO

i film del mese

Presentato al Festival di Berlino nella sezione dedicata a pellicole e cibo “Kulinarisches Kino” e distribuito da Tucker Film in collaborazione con Indigo Film, Slow Food è la storia di una rivoluzione lenta, come una lumaca, che va avanti da 25 anni e ancora non si è fermata, e del suo leader, Carlo Petrini, detto Carlìn, padre dell’Associazione di Slow Food e di quel grande fenomeno internazionale che è stato ed è Terra Madre. Tutto ha origine a Bra, un paesino di ventisettemila abitanti delle langhe piemontesi, quando, dopo anni d'impegno nel rispetto dei prodotti della terra della sua provincia, nel 1986 Petrini fonda l'associazione gastronomica Arci Gola che coinvolge i vini e i prodotti agroalimentari della zona. Nel 1989 l’evento si ingrandisce e approda a Parigi, dove un gruppo di gastronomi provenienti da tutto il mondo fonda Slow food, un movimento internazionale di resistenza al fast-food. Slow food è la storia di una scommessa culturale, ma anche dei cambiamenti del modo di mangiare avvenuti negli ultimi 60 anni: quelle dinamiche globali dell’agroalimentare che sono tra i temi ambientali più scottanti del nostro tempo. E’ l’esclusiva proposta di un “vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento” recita una battuta del film, “contro coloro che confondono l’efficienza con la frenesia”!

IL NUOVO FILM DELL'AUTORE PREMIATO COME MIGLIOR REGISTA A CANNES 2011

SOLO DIO PERDONA - ONLY GOD FORVIGES (Tit. Or.: Only God Forgives) Un film di Nicolas Winding Refn. Con Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Tom Burke, Vithaya Pansringarm, Yaya Ying, durata 90 min

DI NICOLAS WINDING REFN Julian allena pugili di thai boxe a Bangkok perchè ha ucciso il padre e non gli è rimasto altro se non fuggire dall'America dove la madre è a capo di un'organizzazione mafiosa. Suo fratello l'ha seguito ma non si è adattato alla vita locale e l'ennesima prostituta massacrata è il suo biglietto per l'obitorio. La cosa non è tollerabile e il capofamiglia si trasferisce a Bangkok intenzionata a fare giustizia a modo suo. Le regole di Bangkok non sono però quelle americane e la catena di vendette si interrompe subito quando tocca ad un poliziotto in pensione abile maneggiatore di spade che risponde al sangue con più sangue. In un mondo in cui tutti sono mobilitati per vendetta il più inadeguato però appare essere proprio Julian. Se si accetta la "provocazione" di Refn, se si riesce a sgombrare la mente dalle inevitabili aspettative, Solo Dio perdona è un film ipnotico, affascinante e a suo modo disturbante. E non per le sporadiche scene di violenza esplicita (non per ultima una sequenza di tortura con progressivo upgrade di coltelli), ma per il modo in cui espone sensazioni ed emozioni (o assenza di esse) in prolungate immagini statiche dei suoi protagonisti, per come le lascia sedimentare in lente carrellate lungo i corridoi, per la musica monotona ed ossessiva, per la fotografia fatta di colori ed ombre e quelle suggestioni che richiamano più Lynch che un film di arti marziali. Le sue immagini hanno una potenza astratta e non fisica, che colpisce la mente e, solo raramente, lo stomaco.

DAL CANTANTE DEI TIROMANCINO UN HORROR TUTTO ROMANO

TULPA DI FEDERICO ZAMPAGLIONE

Un film di Federico Zampaglione. Con Claudia Gerini, Michela Cescon, Michele Placido, Ennio Tozzi, Ivan Franek. Durata 92 min.

Ambientato a Roma, Tulpa racconta la storia di Lisa Boeri, una ricca donna manager la cui vita è totalmente incentrata sul lavoro e la carriera. Lisa è il simbolo del successo, quella che in molti potrebbero definire una persona realizzata, ma anche in lei si celano delle ombre. La totale dedizione alla sua professione ne ha fatto una donna sola, senza alcun legame affettivo importante e per sopperire a questo vuoto affettivo la donna è un’assidua frequentatrice di un sex-club, il Tulpa, luogo gestito da un misterioso guru tibetano dove i soci possono incontrarsi e dare sfogo ai propri istinti e alle proprie fantasie erotiche. Qui, Lisa avrà degli incontri occasionali con diversi partner sessuali maschili e femminili, che in seguito saranno trovati brutalmente assassinati. Lisa non crede alle coincidenze, ma non può rivolgersi alla polizia, perché porterebbe alla luce la sua doppia vita, fatto che rischierebbe di distruggerle la carriera. Ma Lisa è consapevole che potrebbe essere proprio lei la prossima vittima designata, così decide di indagare per scoprire da sola il mistero legato a questi efferati omicidi. Ciò che scoprirà andrà oltre ogni immaginazione. ”Con Tulpa volevo ritornare alle atmosfere dense, violentissime e sexy del


Un film di Jérôme Enrico. Con Bernadette Lafont, Dominique Lavanant, Carmen Maura, Françoise Bertin, André Penvern durata 87 min.

UN'ANZIANA SIGNORA COL “FIUTO” PER GLI AFFARI

PAULETTE DI JÉRÔME ENRICO

Paulette è una signora anziana, che vive da sola in un complesso residenziale alla periferia di Parigi. Con la sua magra pensione non riesce a sbarcare il lunario. Una sera, osservando alcuni misteriosi movimenti fuori dal suo palazzo, scopre un mondo che non conosceva. Decide così di iniziare a vendere cannabis. Dopo tutto, perché non dovrebbe? Paulette era una pasticciera: il suo fiuto per gli affari e il suo talento come cuoca saranno un grande aiuto nella ricerca di soluzioni originali per la sua nuova attività. Ma non si diventa spacciatori in una notte!

FONDATO SUL SENTIMENTO NON MANCHERÀ DI SUSCITARE CONTRASTI

IL FONDAMENTALISTA RILUTTANTE

(Tit. Or.: The Reluctant Fundamentalist) Un film Mira Nair. Con Riz Ahmed, Kate Hudson, Liev Schreiber, Kiefer Sutherland, Om Puri. durata 130 min.

DI MIRA NAIR Lahore, Pakistan 2010. Le manifestazioni che vedono coinvolti studenti fondamentalisti islamici sono in aumento. Al loro centro sta il giovane professore Changez Khan. Il sequestro di un suo collega americano fa precipitare la situazione. È proprio in questo momento delicato che Khan accetta di farsi intervistare dal giornalista americano Bobby Lincoln al quale decide di raccontare la propria vita di giovane professionista rampante nel campo della finanza, cooptato dal capo di un grosso studio newyorchese che ne individua le notevoli capacità. Nell'ambiente della upper class Changez sembra aver anche trovato l'amore nell'artista fotografica Erica. Tutto va bene per lui quindi fino a quando l'11 settembre 2001 cambia di colpo le prospettive. La sua vita comincia a mutare di segno: è diventato improvvisamente l'islamico da amare od odiare, non più una persona. Chi ricorda il film collettivo 11.09.01 in cui si raccoglievano corti di eguale durata che facessero riferimento all'attentato alle Twin Towers non può aver dimenticato l'episodio diretto da Mira Nair in cui si raccontava di uno studente in medicina pakistano residente a New York scomparso dopo il crollo e sospettato di legami con Al Qaeda. Fino a quando il suo corpo non venne ritrovato e si capì che era morto nel prestare soccorso. Lì si trovano le radici di questo film che non mancherà di suscitare contrasti.

UNA MADRE OPPRESSIVA SULLO SFONDO DI UNA ROMANIA INCLINE ALLA CORRUZIONE

CHILD'S POSE DI CALIN NETZER

(Tit. Or.: Pozitia Copilului Un film di Calin Netzer. Con Vlad Ivanov, Florin Zamfirescu, Bogdan Dumitrache, Luminita Gheorghiu, durata 112 min.

Quello della madre non è mai un ruolo facile, e non smette di esserlo nemmeno quando la prole, ormai diventata adulta, si emancipa, o dovrebbe emanciparsi, dalla sicurezza del nido familiare. Perché il senso di responsabilità nei confronti di coloro a cui si è data la vita, la volontà di proteggerli da ogni male non sono istinti che si possano cancellare con un colpo di spugna, solo perché la logica e la natura vorrebbero che i figli, a un certo punto, se la cavassero da soli. Se, in più, la madre è anche una persona di potere, accentratrice, abituata a tirare le fila delle esistenze di chiunque le orbiti, volente o nolente, intorno, questo processo è esasperato fino al parossismo. E' quindi sulla figura di Cornelia che si incentra Child's Pose, ultimo lavoro del regista rumeno Calin Peter Netzer che, ancora una volta, scandaglia l'animo umano e la società contemporanea nei suoi aspetti più critici, mettendone alla berlina le derive della moralità. Child's Pose è un affresco disilluso e sconfortante del conflitto di classe contemporaneo, eppure, non è una chiusura totale alla speranza in un'umanità per cui una tragedia può anche significare, anche se in modo parziale e intermittente, un inizio di redenzione.

i film del mese

Giallo italiano degli anni ‘70-‘80, che tanto ho amato. Ci tengo a precisare la parola Giallo, visto che non vorrei che il mio film venisse confuso con un thriller, genere di cui invece non sono particolarmente appassionato, principalmente perché troppo serioso e pieno di indagini di polizia, che mi annoiano mortalmente. Nel Giallo la realtà è spesso deformata e al limite del paradosso, gli omicidi assumono forme eccessive e pittoriche, guanti di pelle nera si muovono sinistri nell'ombra, i colori esplodono, ci sono sprazzi di ironia che emergono improvvisi da situazioni gravi (Tarantino ha inserito questa caratteristica in molti dei suoi film), le belle donne si muovono sensuali accendendo i desideri più nascosti e a volte trame occulte e sovrannaturali finiscono per intrecciarsi con la realtà. Realizzare un film del genere è stato difficilissimo per me, perché gli elementi in campo sono numerosi e andavano dosati con accuratezza ma anche con un pizzico di sana follia. Mi sono ispirato ai capolavori del passato ma cercando sempre di attualizzare il tutto e soprattutto di conferire a TULPA un tocco personale che mi rappresentasse appieno.


i film del mese

Un film di Chan-wook Park. Con Mia Wasikowska, Matthew Goode, Nicole Kidman, Jacki Weaver, Alden Ehrenreich

IL NUOVO DRAMMA FAMILIARE DIRETTO DA CHAN-WOOK PARK

STOKER DI CHAN-WOOK PARK

Dieci anni da Oldboy, film che consacrò Park Chan-wook quale uno dei registi più interessanti del palcoscenico asiatico, nonché tra i più conosciuti. Di mezzo c’è la conclusione della sua trilogia della vendetta, con Lady Vendetta, più altri due film (I’m a Cyborg, But That’s OK e Thirst). In tutti e tre i casi, comunque, Park è rimasto nell’ambiente a lui più congeniale, vale a dire quella Corea del Sud che eppure gli consentì di farsi notare. Passa da qui l’opportunità di girare il suo primo film in lingua inglese, per di più ad Hollywood. Grosso rischio per uno straniero abituato a tutt’altri ritmi, altre dinamiche. Eppure Stoker è oramai realtà, avendo in pochi giorni fatto il giro del mondo, dal Sundance fino a Rotterdam. Il regista coreano è riuscito a destreggiarsi abilmente tra le paludi del Nuovo Mondo, portando a casa una pellicola che stavolta non accontenterà solo i suoi più accaniti sostenitori, bensì i cinefili a tutto tondo.

LUCA ARGENTERO IN UN INTRIGANTE THRILLER PER MARCO RISI

Un film di Marco Risi. Con Luca Argentero, Claudio Amendola, Eva Herzigova, Pippo Delbono, Shel Shapiro

CHA CHA CHA DI MARCO RISI

Roma ai nostri giorni. Una metropoli cinica e grigia degli intrighi, gli affari sporchi, le intercettazioni. Le indagini partono da un incidente stradale che coinvolge un ragazzo di sedici anni. Tutto lascia pensare trattarsi di un incidente ma per l’investigatore Corso non è così. Inoltre lo stesso giorno viene ritrovato il cadavere di un ingegnere che avrebbe dovuto dare il via all’appalto per un super centro commerciale nei pressi dell’aeroporto. I due fatti sembrano lontanissimi uno dall’altro. Ma così non è…

IL CINEMA DI TERRENCE MALICK NON SMETTE DI COLMARCI DI MERAVIGLIA

TO THE WONDER DI TERRENCE MALICK

Un film di Terrence Malick. Con Rachel McAdams, Ben Affleck, Javier Bardem, Rachel Weisz, Olga Kurylenko

(Tit. Or.: Populaire) Un film di Régis Roinsard. Con Romain Duris, Déborah François, Bérénice Bejo, Mélanie Bernier, Nicolas Bedos durata 111 min.

In molti si sono domandati per mesi (se non per anni, visto che l’annuncio di To the Wonder risale all’inzio del 2010) di cosa parlasse questo film. Domanda pretenziosa, se si pensa a chi è rivolta. Ma almeno capire da quali intenti fosse mosso, ed in relazione a quali dinamiche. Niente da fare; fino ad oggi è stato negato persino questo. Ve lo diciamo noi, allora, a cosa si riferisce. Poche battute, per poi lasciarci andare a ciò che davvero ci interessa. Neil (Ben Affleck) e Marina (Olga Kurylenko) formano una giovane coppia conosciutasi in Francia. Lui si è lasciato alle spalle il proprio passato trasferendosi dall’Oklahoma a Parigi, mentre lei è divorziata, madre di una ragazzina di dieci anni. I due si amano di un sentimento sincero. Fino a quando qualcosa non comincia a cambiare. Travolti da questi mutamenti interni, ha inizio il loro percorso. Percorso che s’intreccia anche con altre storie, pur restando più in superficie, in termini di visibilità, rispetto a tutti gli altri. Ma come sempre, i film di Malick non vanno raccontati… vanno vissuti. Ce ne accorgiamo leggendo la sinossi lunga: all’apparenza altro non è che un classico dramma romantico, non privo di intensità magari, ma assolutamente in linea col genere. Quel che rivolta letteralmente le premesse narrative, di cui abbiamo appena accennato, è piuttosto il tocco di Malick. La mano di un’artista che tratta questo mezzo in maniera unica, incomparabile. Ecco allora che il dramma di una coppia, un’ordinaria coppia, si trasforma nel dramma universale dell’uomo. Di ciascun uomo o donna, senza confini epocali. All’interno di uno scenario abbastanza marcato in termini di collocazione temporale, comunque, dato che le vicende sono palesemente circoscritte all’attualità. Ma il periodo è solo un prestesto, una cornice, se vogliamo. Ciò che interessa a Malick è il senza-tempo, l’eterno

DELIZIOSA COMMEDIA ROMANTICA FRANCESE DAI COLORI PASTELLO

TUTTI PAZZI PER ROSE DI RÉGIS ROINSARD

Francia, fine anni cinquanta. Rose Pamphyle vive in una piccola città di provincia della Normandia. La vita sembra riservarle poche sorprese: un matrimonio già organizzato con il figlio del meccanico, un bravo ragazzo. Una vita da casalinga. Ma il sogno di Rose è di diventare segretaria. Pur nata in provincia, il suo è uno spirito decisamente da donna moderna e emancipata. La sua tenacia, e un talento fuori dal comune nel battere a velocità strepitosa i tasti della macchina da scrivere - la porteranno lontano. Deliziosa commedia romantica dai colori pastello che esalta le qualità del cinema francese.


LA SCUOLA AL CINEMA prenotazione obbligatoria (tel. 0434_520945 Mediateca)

I CAPOLAVORI DEL CINEMA MUTO RIMUSICATI DAGLI STUDENTI

LUNEDì 3 GIUGNO 2013 ORE 20.45 Aula Magna di Cinemazero, Pordenone No Noise di robert F. mcgowan (1923) Istituto Comprensivo di Cordenons, Coordina prof.ssa emanuela gobbo Crazy house di robert F. mcgowan (1928) Istituto Comprensivo pordenone Centro, coordina prof.ssa maria Luisa sogaro LEZIONE-CONCERTO a cura di REMO ANZOVINO Ingresso libero MARTEDì 4 GIUGNO 2013 ORE 10.45 Centro Cult. “A. Moro”, Cordenons replica del programma del 3 giugno Ingresso libero

Pranzo annuale del TotòFansClub

TOTÒ

FA N S C LU B

PORDENONE

Domenica 23 giugno 2013 ore 13.00

Agriturismo Al Casale di Codroipo | Località Casali Loreto, 3

Tel. 0432.909.600 (prenotazioni entro il 20/6)


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