€ 1,00 mensile di cultura cinematografica
Al via la terza edizione del festival dedicato alla fotografia per il cinema
A tutto corto!
Dal 4 al 6 luglio la nuova edizione di FMK, il festival dedicato ai cortometraggi
Lignano, una sera al teatro
Prorogata fino al 24 giugno la mostra dedicata al Teatro presso il Cinecity di Lignano
Ci stiamo facendo in quattro...
Al via i lavori della tanto attesa IV sala, nuovo centro culturale della città
Cinemadivino: i grandi film si gustano in cantina
Esordio il 22 giugno per la terza edizione della rassegna di cinema itinerante
Ritratto di famiglia con tempesta: la commedia umana di Kore-eda Al cinema la nuova, imperdibile. pellicola distribuita dalla Tucker Film
Tutti matti per il cinema muto
Si avvicina l’esibizione delle orchestre scolastiche nell’ambito del progetto A colpi di note spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi
17
Giugno
A Spilimbergo la luce diventa protagonista
2017 numero 6 anno XXXVII
La guerra dei profitti coinvolge anche il Festival di Cannes
Grande cinema su piccoli schermi, la strana presenza di Netflix al Festival francese
Grande cinema su piccoli schermi, la strana presenza di Netflix al Festival francese
Andrea Crozzoli
Editoriale
La guerra dei profitti coinvolge anche il Festival di Cannes Nel momento in cui prende sempre più corpo la tesi che ci stiamo avviando verso una lenta, ma costante, caduta dell’impero americano, gli Stati Uniti cercano, con ogni mezzo, di salvaguardare la loro prima industria dopo quella delle armi: il cinema. Raggiunta una posizione praticamente egemone, grazie a due guerre mondiali che hanno sconvolto nel secolo scorso l’Europa, gli Stati Uniti hanno condizionato l’immaginario collettivo attraverso il cinema, piegando ai propri valori tutta quella parte del globo che potesse fornire guadagni all’industria americana dell’entertainment. Da qualche decennio nel nostro continente, per non sparire completamente e contrastare questa tendenza, è nata Europa Cinemas che sostiene economicamente quelle sale che programmano cinema europeo. Ora il sistema statunitense, dopo aver costretto tutto il globo a passare al digitale con ulteriori favolosi guadagni sul materiale prodotto con licenza americana, cerca di mantenere il controllo sul mercato lanciando Netflix, potente azienda operante nella distribuzione via internet di film, serie televisive e altri contenuti d'intrattenimento. Compreso che il business ormai corre sulla rete, vedi Google, Facebook, Amazon e tanto altro; con Netflix si è attivato un servizio di streaming online on demand e attraverso congrui investimenti è dato anche avvio a produzioni originali. Nel mondo ormai sono 100 milioni gli abbonati a Netflix con quasi nove miliardi di ricavi e con utili pari a 200 milioni circa. In questa abbuffata bulimica di mercato Netflix ha anche piazzato due film in concorso a Cannes. Film non destinati alla sala, come naturale percorso del film, ma destinati solo alla loro rete per aumentare abbonati e profitti. Giustamente il Festival di Cannes ha subito detto che dal 2018 non saranno più presi in considerazione i film che non abbiano la sala come loro naturale destinazione finale. La polemica si è subito accesa con pretestuosi e ridicoli argomenti a sostegno del partito di Netflix che vorrebbe rappresenterebbe il nuovo, il cambiamento. Will Smith, a Cannes come mebro di giuria, ha detto: «Ho tre figli e vanno al cinema due volte la settimana e guardano sempre film su Netflix. Sono due tipi di fruizione diverse, quando vogliono sentirsi umili di fronte a certe immagini vanno al cinema, altre volte le vedono sul piccolo schermo. Netiflix non ha fatto altro che ampliare l’offerta.». Speriamo che Cannes resista alle pressioni d’oltreoceano. Anche il presidente di giuria Pedro Almodóvar ha preso le difese sul cinema in sala dichiarando: «Sarebbe un paradosso una Palma d’oro ad un film non destinato alla sala. Le piattaforme digitali non dovrebbero sostituire la sala cinematografica. Devono accettare le regole attuali del gioco, ossia che, almeno la prima volta che qualcuno vede un film, sia necessario che lo schermo sul quale lo vede non sia più piccolo della propria sedia.». Insomma cinema in sala o su piccolo schermo? I milioni di abbonati Netflix e i conseguenti milioni di utili dell’industria americana contro il cinema in sala? Chi vincerà?
In copertina Hirokazu Kore-eda, regista del film, distribuito da Tucker Film, Ritratto di famiglia con tempesta
cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Giugno 2017, n. 6 anno XXXVII Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Marco Fortunato Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Manuela Morana Elisabetta Pieretto Segretaria di redazione Elena d’Inca Direzione, redazione, amministrazione Via Mazzini, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 Cassa: 0434-520527 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla: Unione Italiana Stampa Periodica
Al via la terza edizione del festval dedicato alla fotografia per il cinema
Il film si scrive con la luce, soleva ricordare un maestro del nostro cinema come Federico Fellini, e se lo stile di un autentico cineasta si esprime con la luce, la fotografia di un film è quanto allora si può definire “la regia della luce”. Proprio per celebrare gli Autori della Fotografia del nostro tempo è nato tre anni fa un festival che è andato ad arricchire il ricco panorama delle manifestazioni culturali e cinematografiche del Friuli Venezia Giulia. Spilimbergo ospiterà tra sabato 10 e domenica 18 giugno la terza edizione del festival Le Giornate della Luce – Omaggio agli autori della fotografia del cinema italiano (realizzato grazie alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Fondazione Friuli, il Comune di Spilimbergo e la Confartigianato Imprese di Pordenone, con la collaborazione di Istituto Luce e Rai Cinema). La manifestazione, sotto la cura artistica dall’autrice, regista e conduttrice Gloria De Antoni con Donato Guerra, festeggia idealmente le giornate più luminose dell’anno, quelle prossime al solstizio d'estate, all’interno di una cornice d’eccellenza: Spilimbergo, città del mosaico e di viva tradizione fotografica. Il programma - tra proiezioni dei film in concorso, incontri con fotografi di scena, registi e attori, masterclass, percorsi espositivi - culminerà anche quest’anno con l’attribuzione del premio Il Quarzo di Spilimbergo-Light Award, per la fotografia di un film italiano dell'ultima stagione: l’annuncio del vincitore suggellerà il festival nella serata di domenica 18 giugno, quando saranno assegnati anche il premio dei giovani e il premio del pubblico. Il riconoscimento verrà assegnato sulla base delle votazioni di una giuria di esperti, composta quest’anno dai critici cinematografici Oreste De Fornari e Steve Della Casa, dagli autori della fotografia Francesca Amitrano e Giuseppe Lanci e da uno degli ospiti più attesi di questa edizione, l’attore e montatore iraniano Babak Karimi. A presiedere la giuria un grande riferimento per il cinema nel Friuli Venezia Giulia come Piero Colussi: a loro il compito di visionare i film scegliere la rosa dei tre film finalisti, che saranno proiettati per giuria e pubblico nel corso delle ultime giornate di festival. Attesi per la giornata inaugurale Francesco Bruni e Arnaldo Catinari - regista e autore della fotografia del film Tutto quello che vuoi, dove spicca la splendida prova d’attore di Giuliano Montaldo – protagonisti dell’incontro di 8 1/2, a cura dell'Istituto Luce Cinecittà e della rivista 8 ½, con la conduzione di Laura Delli Colli. Sempre in avvio di manifestazione anche l’inaugurazione a Palazzo Tadea della prima delle quattro mostre di quest’anno, “Parata di stelle”, omaggio al fotografo Pino Settanni, ancora a cura dell'Istituto Luce Cinecittà. In programma anche la conversazione di Gloria De Antoni con Paolo Carnera e Vladan Radovic - vincitori del Quarzo di Spilimbergo, Quarzo dei giovani e Quarzo del pubblico della scorsa edizione - un omaggio all’Autore della fotografia, autore e regista Carlo di Palma, una dedica ai quarant’anni della Cineteca del Friuli, il convegno su “Fotografare il Friuli Venezia Giulia”, un corso di formazione realizzato con l’Ordine dei giornalisti del FVG su reportage e documentario e una masterclass per gli studenti delle Scuole di Cinema e per il pubblico con i tre autori della fotografia Claudio Giovannesi, Francesca Amitrano e Alessandro Pesci. Tra gli eventi clou la conversazione tra Oreste De Fornari e Babak Karimi “Un (cineasta) italo-iraniano a Hollywood”, in programma sabato 17 giugno. Il suo ultimo film Il cliente, di Asghar Farhadi, ha vinto il Premio Oscar come miglior film straniero 2017. A Spilimbergo sarà proiettato Fish & Cat film del 2013 a cui Babak Karimi è particolarmente legato, una fiaba nera che rilegge l'Iran contemporaneo con una grande interpretazione dell’attore iraniano. Tutto il programma su www.legiornatedellaluce.it
Cinema&Festival
A Spilimbergo la luce diventa protagonista
Dal 4 al 6 luglio la nuova edizione di FMK, il festival dedicato al cortometraggio
Tommaso Lessio
FMK Festival
A tutto corto! FMK International Short Film Festival è il festival di Cinemazero dedicato ai giovani filmmakers e alla creatività audiovisiva e giungerà quest'anno alla sua quattordicesima edizione. FMK, ormai affermato e radicato, si propone come uno dei principali festival nazionali di cortometraggio, “lente di ingrandimento” per le migliori “opere nuove” e strumento di condivisione di nuove idee e tecniche; un festival che indaga in particolare i rapporti tra creatività, video e web. La prossima edizione si svolgerà nell’arco di 3 serate nei primissimi giorni di luglio, da martedì 4 a giovedì 6 luglio nella magnifica cornice del chiostro di San Francesco. Il programma, al solito, sarà composto dai cortometraggi nazionali e internazionali più significativi, più innovativi e più premiati dell’ultima stagione cinematografica selezionati attraverso uno screening continuo di quanto passato nei maggiori festival di settore e di quanto pubblicato nei canali internet dedicati. Inoltre, saranno molti gli invitati speciali che dialogheranno con il pubblico inframezzando le proiezioni: dai giovani autori che potranno raccontare la genesi delle proprie opere e i loro progetti futuri, agli autori già affermati che potranno prodigare consigli ed esperienze. Prosegue poi l'idea del Festival di valorizzare al massimo la partecipazione attiva della cittadinanza: parte dei cortometraggi in programma saranno selezionati direttamente dal pubblico. è stato infatti chiesto a spettatori assidui o semplici appassionati di diventare “esploratori” di Fmk e di segnalare all'organizzazione cortometraggi e video particolarmente interessanti per costruire insieme parte del palinsesto. Ed inoltre, a conferma dell’importanza della partecipazione attiva, sono confermati i premi del pubblico per il miglior cortometraggio e il miglior cortometraggio horror mentre cambia forma il premio più importante e prestigioso, il Premio Qualità FriulAdria per l'animazione che diventa, per il suo decennale, un premio di talent scouting, capace di riconoscere in nuce il talento e di sostenerlo, anche prima che questo si sia manifestato al suo apice, in modo da essere ancora di più un aiuto alle nuove generazioni di artisti dell’animazione. Nel corso del 2016 si è deciso di appoggiare Irene Piccinato e Giorgia Velluso, due giovani ex allieve del Centro di Cinematografia Sperimentale, entrambe ospiti di passate edizioni di FMK Festival con i loro lavori di diploma. La prima è una pordenonese doc che ora lavora prevalentemente nell'ambito della grafica, la seconda, napoletana, attualmente è storyboard artist al Fenix Studio di Firenze. Hanno entrambe collaborazioni importanti alle spalle come quella con Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, per le animazioni del bellissimo film documentario The dark side of the sun di Carlo Shalom Hintermann. Ogni anno FriulAdria Credit Agricole si concentra sulla celebrazione o la riscoperta di un artista e spesso il vincitore del Premio Qualità crea una clip che renda omaggio alla figura scelta, facendo dialogare la contemporaneità con il passato per rendere il patrimonio artistico più vicino e vivo attraverso un medium fruibile e affascinante in modo transgenerazionale. Nel 2017 Banca Popolare FriulAdria ha avviato una partnership con la Fondazione Musei Civici di Venezia per portare a Ca' Pesaro la prima grande mostra italiana dedicata a un maestro dell’arte contemporanea, David Hockney. Ed è proprio dal suo quadro più famoso, A Bigger Splash, che le due animatrici italiane hanno preso il la per la loro clip animata: un tuffo, letteralmente, nelle tecniche e nei soggetti dei quadri del protagonista indiscusso della pop art inglese. Il loro lavoro sarà proiettato in anteprima alla serata di apertura di FMK Festival, martedì 4 luglio 2017. Il festival, inoltre, si aprirà con la nuova sigla dedicata alla quattordicesima edizione, realizzata, sempre grazie al Premio Qualità FriulAdria per l'animazione, da Iria Lopez, animatrice spagnola naturalizzata inglese. Per questa breve intro si è ispirata al Balletto triadico di Oskar Schlemmer, momento chiave della stagione progettuale del Bauhaus. Anche in questo caso, l'animazione diventa l'occasione per dare uno stimolo culturale alto, anche criptico per alcuni, attraverso un elemento di intrattenimento attraente e semplice.
Prorogata fino al 24 giugno la mostra dedicata al Teatro presso il Cinecity di Lignano
Giulia Zamboni
Al CinemaCity di Lignano Sabbiadoro, recentemente preso in gestione da Cinemazero con la collaborazione del Centro Espressioni Cinematografiche (CEC), si è conclusa la rassegna teatrale "Cinecity: non solo cinema", progetto pilota a cura dell'Amministrazione Comunale per la realizzazione di un cartellone ancora più completo nella prossima stagione teatrale. La scena, però, non è stata svuotata, e all'interno della struttura è stata allestita una duplice mostra dedicata al Teatro e a Lignano intitolata Una sera a Teatro. Così da donare ai visitatori del cinema ancora un po' della magia vissuta durante queste serate. Che il CinemaCity, gestito da due degli enti cinematografici più importanti in regione, ospiti una rassegna di teatro non è né un caso isolato né inconcepibile; infatti, fin dalle sue origini il mondo cinematografico ha ricercato un’identità, attingendo dai testi teatrali, Shakespeare soprattutto, ma anche (indirettamente e non) Pirandello. Questa ispirazione era vitale e necessaria, perché il cinema di allora mancava di sostegni propri, era un’arte appena nata, priva di idee e concetti, almeno dal punto di vista astratto. Il teatro, invece, esisteva già da centinaia di anni, ed aveva percorso il suo processo di formazione, toccando ogni inevitabile tappa. Era quindi logico che sceneggiatori e registi studiassero un'altra arte nata come metodo di rappresentazione e che col tempo un mondo divenisse spunto di innovazione e stimolo per l'altro. Appare così molto più chiara la scelta del CinemaCity di dare spazio e rendere omaggio al modo teatrale che è stato non solo precursore del mondo cinematografico ma anche, a Lignano, un compagno costante nelle passate stagioni del CinemaCity. La mostra "Una sera a Teatro" è stata costruita attorno a due elementi portanti, una collezione privata, esposta per la prima volta, di abiti d'alta sartoria dagli anni '40 agli anni '70 e le fotografie di scena scattate dal FotoCineClub di Lignano durante gli appuntamenti della rassegna "Cinecity: non solo cinema". Lungo il percorso si incontrano abiti importanti e preziosi: completi, vestiti corti e lunghi, cappe e mantelli che permettono di osservare da vicino il pregio della sartoria italiana del periodo e assaporare i sentimenti con cui questi abiti possono essere stati indossati dalla loro proprietaria. Una distinta signora, che vuole restare anonima, ma che ha voluto raccontarci di aver portato questi e molti altri pezzi del suo inestimabile guardaroba con lei attorno al globo, per vedere un concerto della Callas a Mosca o l'inaugurazione della stagione dell'Opéra di Parigi, fino in America per ascoltare Barbra Streisand. Accanto gli abiti le immagini: dei fotografi lignanesi, che hanno voluto cimentarsi con il difficile compito di scattare foto professionali in una situazione molto difficile - al buio con soggetti in movimento, luci non sempre favorevoli all'obiettivo e imprevedibili come i movimenti degli attori - in grado comunque di restituire a chi le guarda le emozioni e la tensione vissuta in sala. Così accanto ai pregiati abiti le istantanee dei climax, dei momenti poetici e comici, delle repentine azioni avvenute sul palco in occasione di "non solo cinema" ripercorrono i vari appuntamenti e le preziose collaborazioni instaurate con la rassegna. Assieme ad alcuni professionisti locali sono state ospitate alcune serate del festival MigrArt: l'arte come incontro dell'associazione Menti Libere, aspettando Dedica festival di Pordenone ed un incontro con il regista del film Io sto con la sposa, Antonio Augugliaro, per un totale di otto spettacoli speciali in due mesi. Infine, lungo il percorso, sono stati aggiunti alcuni particolari che ricostruiscono il sapore e la trepidazione che si creano prima di una pièce e durante l'apertura dell'incantato sipario rosso. La mostra, che era prevista fino al 14 giugno, visto l'interesse suscitato nel primo mese di apertura,è stata prolungata fino al 24 dello stesso mese, quando, per l'estate il CinemaCity si trasferirà all'aperto in una sede costruita apposta per l'occasione dove affondare i piedi nella sabbia ancora calda e ritrovare il meglio dei film della stagione, le ultime uscite e tanti altri nuovi e singolari eventi pensati ad hoc per il nuovo palco con vista sulla via lattea e chissà anche qualche stella cometa, ci auguriamo!
Cinema&Teatro
Lignano, una sera al teatro
Al via i lavori della tanto attesa IV sala, nuovo spazio culturale della Città
Marco Fortunato
IVa sala di Cinemazero
Ci stiamo facendo in quattro... Oltre centodiecimila presenze registrate nel 2016, più di duecentocinquanta film, quasi centocinquanta tra eventi speciali e incontri con autori, registi e protagonisti del mondo del cinema. Sono solo alcuni dei “grandi” numeri di Cinemazero che trovano origine, in realtà, da un numero molto più piccolo: tre. Tante sono, oggi, le sale dell’Aula Magna e altrettanti sono i soggetti (a fianco di Cinemazero sono coinvolte in uno sforzo congiunto l’Amministrazione Comunale e la Regione FVG) che da diversi anni si stanno impegnando perché proprio questo numero sia destinato a crescere, permettendo così di dare vita a un nuovo spazio culturale della Città: la tanto attesa quarta sala. In un mercato in continua e rapidissima evoluzione, dove vengono prodotti migliaia di film all’anno (ma la maggior parte di essi non riesce a essere distribuito proprio per la mancanza di un numero sufficiente di schermi) Cinemazero ha scelto di investire per ampliare l’offerta complessiva pur mantenendo come punto fermo e irrinunciabile il criterio della qualità della proposta. Grazie ad un nuovo schermo infatti la prospettiva è quella di poter offrire oltre 50 film in più all'anno (potenzialmente si prevede di poter arrivare a 300 film per stagione) ma anche di poter organizzare al meglio gli spettacoli per soddisfare le esigenze di tutte le fasce di pubblico. Più film, più incontri, più spazio al grande cinema d’autore: in una parola più Cinemazero. Dopo una lunga gestazione, durata diversi anni, i lavori prenderanno avvio proprio in questi giorni per concludersi entro la prima metà di settembre. Un periodo tutto sommato “breve”, (durante i quali sarà chiusa solo la SalaGrande, mentre le due salette lavoreranno regolarmente) reso possibile dalla realizzazione, due anni fa, di una prima tranche di opere di riqualificazione funzionale dell’Aula Magna, finanziato dal Comune che ne è il proprietario. Grazie a questo ammodernamento, che ha riguardato per lo più la parte impiantistica - passaggio imprescindibile per dare il via all’attuale cantiere - è possibile oggi dare inizio ai lavori che coinvolgeranno la parte strutturale. Un intervento complesso che, con l’ausilio dei più moderni materiali, porterà a una completa rivisitazione della fisionomia dell'attuale SalaGrande, migliorandone ulteriormente la visibilità. Un investimento particolarmente oneroso, che sarà sostenuto, oltreché dalla risorse proprie dell’Associazione - che si farà carico di più di metà della spesa - anche da un contributo da parte dell’Assessorato regionale alla Cultura. Dal punto di vista progettuale dall’attuale SalaGrande verranno ricavate due sale. La prima, della capienza di oltre duecento posti a sedere, si svilupperà in un’unica gradinata, estendendo la pendenza dell’attuale galleria che verrà proseguita fino al palco. La seconda – la quarta sala appunto – nascerà nello spazio ricavato grazie a questo intervento e riprenderà la filosofia delle sale Totò e Pasolini. Sarà, dunque, uno spazio raccolto e confortevole, con una sua precisa personalità, e offrirà 50 posti a sedere. Anche questa nuova sala, come tutte le altre, sarà dotata dei più moderni sistemi di proiezione digitale e di un impianto audio all’avanguardia per garantire il mantenimento degli standard di eccellenza che caratterizzano da sempre Cinemazero. Entrambe la sale, sia la quarta che la nuovissima SalaGrande vedranno un rinnovamento totale delle poltrone, parte fondamentale per realizzare il “salotto cinematografiCI STIAMO FACENDO IN QUATTRO co” di una Città che, in antitesi al trend nazionale, manifesta un crescente voglia di cultura e di cinema.
Esordio il 22 giugno per la terza edizione della rassegna itinerante che unisce enogastronomia e cinema
Marco Fortunato
Con l’arrivo dell’estate tornano gli apprezzati appuntamenti di Cinemadivino, la manifestazione che fa incontrare il grande cinema e i grandi vini in alcune delle location più suggestive della nostra Regione. L’iniziativa prende le mosse da un percorso enogastronomico/visionario nato dodici anni fa in Romagna sulla base di un’idea tanto semplice quanto efficace: proporre la visione di un film tra i filari o nei cortili delle aziende vitivinicole degustando i vini dell’azienda e i prodotti gastronomici del luogo. L’obiettivo è quello di far incontrare gli appassionati di due eccellenze del territorio, il vino e il cinema appunto. Ogni serata diventa così un vero e proprio evento dove è possibile conoscere il lavoro dei produttori locali attraverso i loro racconti, la loro storia e la loro passione, e naturalmente guardare un bel film “a tema” selezionato da Cinemazero. Cinema, vino e paesaggio sono dunque gli elementi base di una ricetta vincente che ha ormai raggiunto moltissime regioni italiane e che oggi coinvolge più di 150 aziende raggiungendo più di 12.000 spettatori e che in Friuli Venezia Giulia sta riscuotendo un crescente successo. Quella del 2017 è la terza edizione e prenderà il via proprio alla fine di giugno per poi svilupparsi anche in luglio, tra gradite conferme e diverse novità. L’evento inaugurale è in programma il 22 giugno presso l’azienda Vigna Belvedere a Pasiano di Pordenone. Una location davvero unica, già sede lo scorso anno di uno dei più riusciti appuntamenti della rassegna. La tenuta, i cui terreni sono delimitati da freschi corsi d’acqua, oltre alla splendida posizione geografica ed ai terreni fertili, gode infatti di una lunga tradizione e oggi, grazie ad una completa ristrutturazione dei vigneti, si è specializzata nella produzione di Prosecco. Sarà proprio questo vino ad essere al centro della serata, che lo vedrà servito in un singolare abbinamento: quello con la carne alla griglia. Un scelta tutt’altro che casuale, ovviamente, ma strettamente legata all’ambientazione di Barbecue, la divertente commedia firmata da Eric Lavaine che sarà proiettata al calar del sole. Protagonista Antoine (Lambert Wilson) che, ormai prossimo al suo 50esimo compleanno è vittima della “cosa migliore della vita": un infarto. Da quel momento Antoine, che fin lì era stato attentissimo alla forma fisica e alla salute privandosi del cibo, del fumo e degli stravizi (ma non delle amorevoli cure di innumerevoli amanti ventenni), decide di spassarsela, a cominciare dalla vacanza con gli amici di sempre. Un racconto corale della crisi di mezza età, che mescola sapientemente ironia e disincanto. Con questo schema, degustazione seguita da visita in cantina e quindi dalla proiezione, la rassegna si svilupperà poi nel mese di luglio nel corso del quale, ogni giovedì, diverse cantine ospiteranno altrettanti eventi per un vero e proprio percorso enogastromico e culturale in cui ogni tappa sarà unica: cambieranno infatti i protagonisti, i vini degustati, i film e ovviamente lo straordinario paesaggio che farà da cornice a queste splendide serate, tutte da scoprire. Caratteristiche costanti il piacere di stare insieme e soprattutto scoperta del territorio, di alcune sue eccellenze enogastronomiche, a partire ovviamente dal vino, e di quelle persone che con impegno e dedizione tengono alto il nome dell’enologia locale, e non solo. Il programma completo sarà diffuso nelle prossime settimane, ma l’offerta sarà studiata in modo tale da accontentare tutti i tipi di palati, anche quelli più raffinati, sia dal punto di vista enograstromico che cinematografico. Su quest’ultimo aspetto in particolare tutti i titoli proposti saranno accomunati da un fil rouge che unisce cinema e cibo, dando spazio alle più divertenti commedia della stagione ma anche a film innovativi, alcuni dei quali inediti in Italia. Per essere sempre aggiornati la prima cosa da fare è cliccare “Mi piace” Cinemadivino Friuli Venezia Giulia e poi venirci a trovare direttamente, vi aspettiamo già il 22 giugno, quando con un calice di buon vino in mano, sotto un cielo stellato e con i vigneti a fare da sfondo saremo lieti di farvi scoprire Cinemadivino.
Cinemadivino
Cinemadivino: i grandi film si gustano in cantina
Al cinema la nuova, imperdibile, pellicola distribuita dalla Tucker Film
Gianmatteo Pellizzari
Tucker Film
Ritratto di famiglia con tempesta: la “commedia umana” di Kore-eda Il Dna di Ozu Yasujiro è un patrimonio così raro e prezioso che, per trovare una linea di continuità genetica, ha dovuto attendere molto pazientemente il ticchettare dei decenni. Ha dovuto attendere che un certo signor Kore-eda Hirokazu ne ereditasse, per diritto naturale, tutta la grazia, tutta l’intensità e, non dimentichiamolo, tutto l’acuminato umorismo. Tre elementi fondamentali del “cinema gentile” di Ozu e dello sguardo contemporaneo di Kore-eda che Ritratto di famiglia con tempesta, nei cinema dal 25 maggio sotto il segno della Tucker Film, mette splendidamente in relazione attraverso la sintassi della commedia. Anzi: della commedia umana. «Se, quando morirò, Dio dovesse chiedermi ‘Cosa hai fatto di buono sulla terra?’, penso proprio che gli farei vedere questo film», ha confessato il regista, e forse non serve altro per capire quanta emotività biografica (quanta vicinanza personale) sia stata iniettata dentro lo script e dentro le immagini. Dentro una piccola storia che, raccontando le dinamiche di una famiglia giapponese, riesce a raccontare (con intelligente leggerezza) le dinamiche di ogni famiglia problematica. Ryota, cui presta irresistibile e spavalda goffaggine l’Abe Hiroshi di Thermae Romae, è un loser che sembra uscito dalla penna di Svevo: promessa (non mantenuta) della letteratura, giocatore d’azzardo, investigatore privato per tenersi a galla, ex marito di un’ex moglie che ha esaurito le ingentissime scorte di fiducia, padre maldestro di un bambino che conosce poco, figlio fragile di un’anziana madre amorevolmente rassegnata (Kiki “Signora Toku” Kilin). Basterà una lunga notte di tempesta, con i quattro personaggi obbligati a condividere gli stessi metri quadrati fino all’alba, per attutire gli spigoli del presente e, soprattutto, del futuro? «La scintilla da cui ha preso vita Ritratto di famiglia con tempesta – sono parole dello stesso Kore-eda – è scattata nel 2001, quando mia madre, rimasta sola, ha deciso di cambiare casa e di trasferirsi in un complesso residenziale. Un giorno sono andato a trovarla e ho subito pensato che fosse la location perfetta per girarci un film. La prima scena che mi è venuta in mente? Una passeggiata in mezzo ai palazzi, di mattina, con l'erba luccicante di pioggia. La città è bellissima dopo una tempesta! Molti anni più tardi, nell'estate del 2013, ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, annotandomi queste parole: ‘Non tutti diventano quello che volevano essere’. Così è nato Ryota, personaggio per cui ho immediatamente pensato ad Abe Hiroshi, un improbabile investigatore privato che avrebbe tanto voluto essere un romanziere. Come sul lavoro, tra l’altro, anche nel contesto familiare non combina niente di buono, perché non sa rinunciare al vizio del gioco. Riuscirà mai a conquistare un po’ di pace? Tutti noi ci misuriamo, nel corso della nostra vita, con la stessa difficile aspirazione: diventare gli adulti che, da bambini, avevamo sognato di diventare. Qualcuno ce la fa, qualcuno si arrende, qualcuno non ce la fa, come Ryota, ma lotta ugualmente: continua a cercare una via per la felicità, per quanto lontana possa essere dal futuro che aveva immaginato». Ritratto di famiglia con tempesta è, dunque, una sorridente riflessione sul corto circuito, quasi sempre davvero crudele, tra i sogni e la vita quotidiana. Una ballata dolceamara in cui Kore-eda ci diverte e ci commuove parlando di inettitudine e di (possibile) redenzione, di cadute e di (possibili) riscatti, senza mai sovrapporre all’umanissima osservazione dei fatti l’inutile pesantezza del giudizio.
Si avvicina l’esibizione delle orchestre scolastiche nell’ambito del progetto A Colpi di note
Manuela Morana
Cinema & Didattica
Tutti matti per il cinema muto Dopo il giro di boa dei 10 anni, tornano sul palcoscenico i piccoli musicisti delle orchestre di A colpi di note, il progetto didattico che celebra il sodalizio tra musica e immagini e che ha ormai fatto breccia nel cuore degli spettatori de Le Giornate del Cinema muto e dell'intera città di Pordenone. Promosso da Cinemazero e Mediateca di Cinemazero insieme a Le Giornate del Cinema muto, A colpi di note ritorna quest'anno a fare vibrare i grandi classici comici del cinema silenzioso delle note originali composte durante l'anno scolastico 2016-2017 dagli studenti con le loro insegnanti. Grazie al prezioso e appassionato supporto di Lions Club Pordenone Naonis, il nuovo appuntamento con lo show degli studenti coinvolti nel progetto si svolgerà il 5 giugno alle ore 20.45 presso l'Auditorium Concordia di Pordenone, con ingresso libero. Rivolto principalmente ai familiari e agli amici dei giovani orchestranti, lo spettacolo vedrà esibirsi tre orchestre di tre istituti comprensivi della provincia e sarà occasione per mostrare sotto i riflettori il risultato dei lavori di rimusicazione di tre film: durati tutto l'anno scolastico e guidati con dedizione e cura speciali dalle insegnanti di educazione musicale Patrizia Avon, Emanuela Gobbo e Maria Luisa Sogaro. Un centinaio di studenti si avvicenderanno dunque sul grande palcoscenico dell'Auditorium in quella che si prospetta d'essere una delle serate più emozionanti della loro carriera scolastica. L'apertura delle danze spetterà ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Leonardo Da Vinci” di Cordenons (con la direzione della professoressa Gobbo) che sapranno deliziare la platea con una inedita partitura creata per il film Tontolini ipnotizzato (1910), un gioiello restaurato da La Cineteca del Friuli con protagonista la maschera più famosa dell'attore Ferdinand Guillaume. La trama è semplice e fin dal titolo promette faville. Preoccupato per il suo stato, Tontolini va da un ipnotista che si servirà di una piuma per fargli perdere conoscenza e curarlo. Gag e gaffes esilaranti lo vedranno protagonista in uno slapstick che è un modello della sua comicità clownistica. Il palcoscenico sarà poi tutto per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado “P. P. Pasolini” di Pordenone che con la direzione artistica della professoressa Avon si confronteranno con le immagini di Call Of The Cockoo (1927), film noto al pubblico italiano come Una famiglia di matti. Il protagonista, la leggenda del muto Max Davidson, vede come comprimari nientemeno che la coppia Stanlio e Ollio. Diretto da Clyde Bruckman, il film foto di Elisa Caldana segue le vicende di un povero uomo che esasperato dal fracasso dei vicini di casa, decide di permutare la propria villa con un'altra. Il sollievo sembra a portata di mano. Ma è solo una illusione: la nuova dimora, infatti, cade letteralmente a pezzi e a complicare le cose contribuiscono i nuovi vicini... guarda caso, una incontenibile e inguaribile famiglia “di matti”. Chiuderà in bellezza la ricca scaletta dello spettacolo l'orchestra dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Centro Storico” guidati dalla professoressa Sogaro. Don't Tell Everything (1927), è il film che vede ancora una volta protagonista Mr. Max Davinson ma con la direzione, questa volta, di Leo McCarey. Da vera e propria commedia degli equivoci, questa perla vede intrecciarsi ingegnosafoto di Elisa Caldana mente due trame unite dal tema del segreto. Davidson vuole nascondere alla sua seconda moglie di avere un figlio, poiché questi è una vera calamità. Ma l'esito, si sa, come nella migliore delle tradizioni della narrazione comica, non sarà quello atteso. Per informazioni sullo spettacolo e sul progetto A colpi di note, si suggerisce di scrivere a didattica@cinemazero.it. Il progetto e lo spettacolo A colpi di note, promossi da Cinemazero, Mediateca di Cinemazero, Le Giornate del Cinema muto, Cineteca del Friuli, è reso possibile dal supporto di Lions Club Pordenone Naonis, FriulAdria Crédit Agricole, Regione FVG.
LA
Scrivere di Cinema 2017
Premio Alberto Farassino Farassino
Concorso nazionale per giovani aspiranti critici cinematografici (15 - 25 anni) (15-25
promosso da
TTU
CRITICA LASCRIVI SCCRIVII
Scrivi una recensione di un film della del la stagione cinematografica 2016-2017 entro il 15 giugno 2017 e potrai vincere premi esclusivi: una esperienza da inviato per MyMovies al Far Far East Film Festival, Festival, la collaborazione collaborazione con minima&moralia e ingressi al cinema. Le premiazioni a settembre nell’ambito nell’ambito di pordenonelegge - Festa Festa del libro con gli autori.
Info e bando
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in collaborazione collaborazione con
di Cristi Puiu. Con Mimi Branescu, Judith State, Bogdan Dumitrache. Francia, 2016, Dir.: 173 min.
IL FILM CHE HA APERTO IL FESTIVAL DI CANNES 2017
SIERANEVADA
i film del mese
DI CRISt I PuIu Bucarest tre giorni dopo l'attacco a Charlie Hebdo a Parigi. Sono trascorsi quaranta giorni dalla morte di suo padre e il dottor Lary raggiunge i propri familiari per una cerimonia commemorativa in casa della madre. Tra i presenti emergono, sempre più evidenti, le tensioni che sono di varia natura. Sono trascorsi 25 anni da quando le televisioni di tutto il mondo mostrarono le immagini di Nicolae Ceausescu dopo l'esecuzione della sentenza di condanna a morte. Finiva con lui una forma particolare di comunismo che si basava sul potere di qualcuno che si poteva definire più che un dittatore un satrapo che aveva appoggiato il suo potere dispotico su un odio nazionalistico (volutamente malcelato) nei confronti della Grande Madre URSS. Il film di Puiu si interroga su cosa sia ora la Romania e lo fa attraverso quella straordinaria cartina al tornasole che è la famiglia, aiutato in questo da una tradizione locale che vuole che quaranta giorni dopo la cerimonia funebre familiari ed amici del defunto si riuniscano per commemorarlo. Per traslato sono il Conducator Ceausescu e il suo regime ad assumere il ruolo del convitato di pietra in questo microcosmo in cui domina la menzogna (quella del Padre e anche quelle di una parte di coloro che gli sono sopravvissuti). C'è chi mente a se stesso pretendendo di vedere complotti ovunque (talvolta a ragione ma spesso negando qualsiasi possibilità di una ricerca della verità 'vera'). C'è chi si è ancorata a un passato che vuole continuare a ritenere glorioso e ha chiuso gli occhi dinanzi alla realtà. C'è chi le si oppone ma resta nelle panie di un presente che non è poi così radioso. Ma soprattutto c'è chi ha fatto della menzogna il proprio modo di essere quasi finendo con il credere che corrisponda al vero. C'è poi chi, come la moglie di Lary, crede di poter sfuggire a tutto ciò rifugiandosi nel consumismo ma la realtà finirà con il presentare il conto anche a lei. In un film tutto racchiuso nelle pareti domestiche, tranne due scene girate in esterno una delle quali in apertura, Puiu si dichiara fin da subito, grazie ai movimenti della macchina da presa, come colui che spia e ci fa spiare uno spaccato di società su cui lascia a noi di esprimere un giudizio. Ci chiede cioè se la negazione sistematica della realtà imposta da un regime ormai relegabile nel passato abbia avuto così tanta forza da protrarre la sua influenza sul presente oppure se l'oggi non sia stato capace di produrre validi anticorpi accontentandosi della morte del Padre della Patria come se ciò fosse sufficiente. Chi poi volesse anche interrogarsi sul senso del titolo del film è bene che sappia che oltre sulla vaga reminiscenza western Puiu puntava soprattutto su un titolo che non potesse essere cambiato all'estero.
DOPO CLOUD ATLAS DEL 2013 TORNA SUL GRANDE SCHERMO L’ACCOPPIATA TYKWER - HANKS di Tom Tykwer. Con Tom Hanks, Tom Skerritt, Sarita Choudhury. USA, 2016. Dir.: 98 min.
di William Oldroyd. Con Florence Pugh, Cosmo Jarvis, Paul Hilton. Gran Bretagna, 2016. Dur.: 89 min.
ASPEt t ANDO IL RE
DI t Om t ykwER Adam Clay (Tom Hanks) è un affidabile uomo d’affari americano di mezza età. E’ terribilmente stanco, poiché provato da una vita ormai senza prospettive. Si è separato poco amichevolmente dalla moglie. Suo padre ce l’ha con lui per aver venduto ai cinesi la fabbrica di biciclette dove lavorava. Ha una preoccupante cisti sulla schiena e se non firmerà con il nuovo re saudita un contratto per la vendita di una nuova tecnologia di comunicazione olografica, verrà licenziato. Giunto a Jeddah, un posto “alieno” dov’è circondato da “alieni”, si trova catapultato in una realtà che non riesce a decodificare e che lo travolgerà donandogli però in cambio una nuova spinta e nuovi sogni. Insomma gli cambierà la vita. Infatti Clay viene a patti con se stesso e con il suo posto nel mondo e lo farà con l’aiuto di Yousef (Alexasnder Nero), un buffo e bizzarro autista con strambi gusti musicali, e di Zaha (Sarita Choudhury), raro medico saudita donna, che lo introdurranno, non senza scossoni, al nuovo ambiente. In un continuo gioco di specchi, ogni elemento del film è una metafora che, attraverso le azioni di Clay, dimostra la crisi della società occidentale e i problemi di integrazione in un mondo sempre più globalizzato e uniformato. Benché siano sempre rappresentati il potere e la corruzione, in Aspettando il Re il protagonista rimane solo inizialmente inerme di fronte agli avvenimenti. Pur investito da situazioni surreali, e per questo molto divertenti, come l’argilla di cui porta il nome, Clay è permeabile e malleabile. Mentre tutto gli frana intorno, lui non perde mai le staffe, anzi stringe i denti e si incolla al viso una pantomima di sorriso simbolo di quell’ottimismo dimostrato ma non provato. I suoi continui ritardi dovuti al jet-leg e le sue ripetute cadute dalle sedie sono una costante rappresentazione della stanchezza dell’Occidente che non riesce più a tenere il passo con un Oriente che invece corre sfrenatamente proprio verso l’occidentalizzazione. Ma proprio quando è pronto a cedere alla paura di morire di cancro, Clay si rende conto che la soluzione è guardare al futuro, sempre, e credere in quei sogni e in quell’integrazione che sono le vere fondamenta della società americana. IL RITRATTO DI UNA GOTICA DARK LADY, INGENUA E PERVERSA
LADy mACBEt H
DI wILLIAm OLDROyD La giovane Katherine vive reclusa in un gelido palazzo isolato nella campagna, inchiodata da un matrimonio di convenienza, evitata dal marito, disinteressato a lei, e tormentata dal suocero che vuole un erede. La noia estrema e la solitudine forzata spingono Katherine, durante una lunga assenza del marito, ad avventurarsi tra i lavoratori al loro servizio e ad avviare una relazione appassionata con uno stalliere senza scrupoli. Decisa a non separarsi mai da lui, folle d'amore e
di Stéphanie Di Giusto. Un film con Soko, Gaspard Ulliel, Melanie Thierry. Francia, 2016. Dur.: 108 min.
LA PARABOLA DI UN'ICONA DELLA DANZA DEL VENTESIMO SECOLO
IO DANZERO’
DI St éPHANIE DI GIuSt O Film ipnotico e ammaliante che abbraccia con sguardo appassionato il destino di due superbe artiste. Loïe Fuller, adolescente irrequieta che legge Shakespeare e tira col lazo, cresce col padre nel West americano. Alla morte violenta del genitore ripara in città dalla madre, una donna timorata di dio che vorrebbe farne una bigotta. Stretta negli abiti che la madre le cuce addosso, Loïe sogna di fare l'attrice e di calcare il palcoscenico. Tra un'audizione e una delusione trova il gesto che cambierà la sua vita e la condurrà dall'altra parte dell'oceano. Sprofondata dentro un mare di seta e attrezzata con lunghe bacchette inventa una danza impalpabile e illuminata da effetti cromatici. Ma l'America non è ancora pronta ad accogliere la sua visione, traslocata a Parigi trova un mondo all'altezza del suo talento. A contatto con i teatri e i movimenti artistici perfeziona la sua performance e diventa icona indiscussa al debutto del Ventesimo secolo. Figura di prua della Parigi avanguardista, pioniera della danza contemporanea, ammirata da Mallarmé e Lautrec e 'scolpita' da Rodin, Loïe Fuller fu musa e impresaria di una stagione gloriosa. Prima performeuse della storia, inventa un gesto, cerca spazi espressivi e sotto metri di tessuto leggero sboccia sulla scena come una farfalla. Biografia romanzata, La danseuse di Stéphanie Di Giusto è meno interessata al carattere avanguardista della sua eroina e molto concentrata sul corpo della Fuller, che inventa la danza serpentina, caleidoscopica estremizzazione della skirt dance. Le sue straordinarie doti, imprenditoriali prima che motorie, producono uno spettacolo strabiliante che cattura la natura con la tecnica. Trasfigurata in fiore, farfalla, fiamma da veli avvolgenti, bacchette che prolungano i movimenti delle braccia e proiezioni colorate che disegnano illusioni sulla seta, la Fuller è il punto di incontro fondamentale tra il cinema e la danza. Perché come coglie bene la Di Giusto, l'arte dell'artista americana è oltre la danza. A dispetto del titolo, la Fuller non era propriamente una 'ballerina', non lo era nel senso delle architetture di movimento e di tecniche o stili precisi, lo era piuttosto nel senso di arte del corpo. Spazio e vibrazioni del corpo sono stati la materia prima della sua danza 'filtrata' dalla luce. Visionaria che si fece stella con una disciplina tenace e la manipolazione dei tessuti con raggi luminosi sapientemente diretti, i suoi spettacoli teatrali diventano pienamente cinematografici come dimostra La danseuse, film ipnotico e ammaliante. Attraverso sequenze suggestive la regista riproduce le figure mutevoli e le immagini oniriche ma fascinosamente presenti allo sguardo generate dalla Fuller, 'fissata' a un meccanismo invisibile al pubblico. Sbilanciata da una storia d'amore, quella consumata col conte di Gaspard Ulliel, nobile decaduto e 'stupefacente' che finanzia il suo sogno dall'altra parte del mondo, La danseuse perde qualche volta il controllo della traiettoria ma poi lo ritrova col personaggio di Isadora Duncan, prodigio anche lei americano che vince la Fuller nel momento in cui l'artista pensava di aver trovato la grazia cercata tutta la vita. A incarnarla sullo schermo è l'incantevole Lily-Rose Depp, meravigliosamente eterea e opportunista. La sua Duncan entra a piedi nudi nella danza e nella vita della rivale, opponendo al dispositivo la fluttuazione, al movimento teatrale il movimento naturale del corpo. Sciolta ed esposta in tuniche leggere, innamora la Fuller e come lei diventa promotrice di se stessa. La Di Giusto abbraccia con sguardo appassionato ma gravezza narrativa il destino di due artiste che hanno inciso sul panorama culturale del tempo stimolando riflessioni, influenzando il gusto e diventando soggetto di produzioni artistiche. Cinema e danza, arti coetanee, nuove nello stesso momento e a cavallo tra due secoli, si attraggono e si influenzano a vicenda nel rispetto delle diversità, sublimate in due corpi in movimento verso il cinema e una danza libera. Portatrici di visioni e rivoluzioni artistiche differenti, la Fuller aggrappata all'ideale progressista delle conquiste scientifiche e tecnologiche, la Duncan a quello tardoromanico del ritorno alla natura e dell'ellenismo, le danseuses tornano a respirare attraverso un montaggio nervoso e la tensione dinamica e palpabile delle sue protagoniste.
i film del mese
non solo, Katherine è pronta a liberarsi di chiunque si frapponga tra lei e la sua libertà di amare chi vuole. Ispirato ad un racconto del russo Nikolaj Leskov, "Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk", modificato radicalmente nell'ultima parte e in alcuni presupposti, e ambientato nel nord dell'Inghilterra, il film di William Oldroyn è un debutto piuttosto impressionante, tanto per la forza del suo impianto visivo quanto per quella del carattere al centro del film. Ritratto di una dark lady ingenua e perversa, Lady Macbeth ci presenta la giovane Katherine come una donna piena di vita e di sensualità, dolorosamente ignorata dall'uomo dal cui padre è stata comprata (scambiata, com'è consuetudine, per un terreno) e costretta a reprimere il proprio desiderio fino alla soglia della depressione. Sullo sfondo, splendido e ironico, di un maniero ottocentesco di sobria ed affascinante eleganza, fotografato come in una serie non interrotta di dipinti fiamminghi, nelle più suggestive condizioni di luce naturale e di candela, la vittima si trasforma in algida, spietata carnefice. La sua fame si fa ingordigia, la sua determinazione follia, la sua parola recitazione. Florence Pugh, attrice britannica di cui non potremo non sentir parlare da questo lavoro in poi, sfrutta magnificamente l'occasione offertale dal ruolo e diventa tutt'uno con l'ambiente, restituendone l'apparente immobilità degli interni, il coraggio spregiudicato degli esterni ventosi, la glacialità degli spifferi, che si è fatta amica. Shakespeariana nella certezza che il fine autorizzi ogni mezzo, sostenuta, in aggiunta, dal romanticismo di cui ha accuratamente ammantato la sua fantasia d'amore, Katherine è cieca di fronte all'evidenza delle cose così com'è insensibile all'odore e impermeabile al senso di colpa. Ha scelto, aggravando definitivamente il suo ritratto, di non farsi intralciare dal lavorìo della coscienza, di rimuovere immediatamente ciò che va rimosso o finirà per perseguitare, ed è con questa diabolica volontà e con passo leggero e occhioni da bambina, che si avvia verso il delitto ultimo e trascina il film, e noi con lui, verso una scena insostenibile. Il finale arriva esatto, e col giusto tempismo, dietro l'angolo di quella scena, a dire che tutto è cambiato, anche se tutto è rimasto uguale.
WHO'S GONNA LOVE ME NOW?
Domani accadrà ovvero se non si va non si vede
Pordenone, ridotto del Teatro Verdi - mercoledì 7 giugno 2017 Vincitore del Panorama Audience Award al 66° festival internazionale di Berlino del 2016 Who’s gonna love me now? è la storia di Saar Maoz, un ragazzo israeliano che vive a Londra da 17 anni. E' ebreo e gay. La sua famiglia vive in un kibbutz, segue regole religiose ortodosse e non ha mai accettato il suo orientamento sessuale. A Londra ha trovato una sua dimensione, lavora in un rinomato store di elettronica e telefonia mobile e canta in un coro maschile gay. Saar scopre di essere affetto dal virus dell'HIV: è sieropositivo. Questa “tragedia” innesca domande e desideri in un uomo alla ricerca della sua identità profonda, da sempre divisa e conflittuale. Saar ingaggia una vera e propria battaglia con se stesso e con la propria famiglia per conquistare la dignità ad essere amato per quello che è. E attraverso la ricerca determinata di un dialogo decide di tornare in Israele per trovare le sue radici. Gli autori sono Tomer e Barak Heyman, due registi e produttori israeliani. Fra le loro regie e produzioni si contano molte serie di documentari. Tra le ultime produzioni dei fratelli Heyman c’è il documentario in 8 parti The way home (del 2009 diretto da Tomer), The Lone Samaritan (2009) è stato premiato al festival di Berlino e a Toronto. L'evento, che fa parte della rassegna pordenonese Le diversità sono cultura nell'ambito del FVG Pride in collaborazione con Cinemazero e Panka Pordenone, è un appuntamento ufficiale inserito nel calendario FVG Pride 2017. Info: www.fvgpride.it
SHORTS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL Trieste, dall’1 all’8 luglio 2017
91 sono i cortometraggi in concorso da 33 paesi nel mondo nella sezione Maremetraggio di cui 18 provenienti dall’Italia, ben 7 in più rispetto al 2016. E tra i titoli selezionati molti sono cortometraggi di animazione, genere che ben si presta alla reinterpretazione di realtà difficilmente raccontabili altrimenti. E la novità 2017 è proprio 24H Comic Contest, un contest creativo gratuito per disegnatori, ai quali viene chiesto di illustrare 4 tavole di fumetto basandosi sulla sceneggiatura che verrà consegnata loro dall’organizzazione del Festival. Le tre opere migliori, analizzate da quattro professionisti riconosciuti del mondo del fumetto tra i quali Stefano Disegni e Agostino Traini verranno montate e animate utilizzando la tecnica del motion comic per essere proiettate su grande schermo nelle serate finali di ShorTS International Film Festival. Prestigiosa anche la giuria della sezione Maremetraggio composta da: Jacopo Chessa, Direttore del Centro Nazionale del Cortometraggio; Charlotte Micklewright, Encounters Film Festival; Marco Spagnoli, regista e critico cinematografico; Pivio, compositore di musiche da film; Cristina Picchi, regista e sceneggiatrice. Info: www.maremetraggio.com
PREMIO HEMINGWAY
Lignano Sabbiadoro - dal 15 al 17 giugno 2017
Il Premio Ernest Hemingway di Lignano Sabbiadoro è un prestigioso evento letterario giunto nel 2017 alla XXXIII edizione. Ma è anche l’occasione per scoprire o ritrovare lo scenografico approdo di uno degli scrittori più noti e amati di sempre. Lignano e la sua laguna furono il buen retiro di Hemingway in periodi diversi della sua vita: una scelta non casuale. L’autore de Il vecchio e il mare amava profondamente Venezia e proprio “via laguna” nacque il suo speciale rapporto con la piccola penisola friulana, tra Venezia e Trieste, che lo scrittore amava definire come ‘La Florida d’Italia’. In segno di ringraziamento, Lignano ha dedicato ad Ernest Hemingway il suo parco pubblico e istituito il premio che vanta un albo d’oro di altissimo profilo. Info: www.premiohemingway.it
BIOGRAFILM FESTIVAL
Bologna - dal 9 al 19 giugno 2017
Dal 9 al 19 giugno 2017 torna a Bologna il grande cinema biografico con Biografilm Festival, il primo evento internazionale interamente dedicato ai racconti di vita, che anche quest’anno propone un programma ricco di grandi anteprime cinematografiche, prestigiosi ospiti internazionali e imperdibili eventi musicali. Al tema della rivoluzione digitale che completa il triennio dedicato alla vita ai tempi di Internet si affiancherà un altro tema guida per leggere la programmazione di questo Biografilm 2017: la danza, con una selezione di film dedicati, sia di fiction che documentari, che costituiranno una sorta di filone tematico interno alle altre sezioni del festival. Da segnalare, inoltre, la proiezione in collaborazione con Le voci dell’inchiesta del fim documentario Children online. Biografilm si propone così di diffondere opere cinematografiche di pregio, di promuovere lo scambio tra generazioni e culture diverse, di formare spettatori curiosi e consapevoli, di valorizzare i nuovi talenti, di organizzare attività di formazione e networking tra professionisti. Info: www.biografilm.it