cinemazeronotizie maggio 2013

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mensile di cultura cinematografica

Curdi tra noi

Il 21 e il 28 maggio a Pordenone la terza edizione del Festival di Cinema Curdo

Vittorio ovvero Tiziano

A Roma due grandi mostre per due massimi artisti

Aspettando la 66ma Palma d’Oro

Dal 15 al 26 maggio il Festival di Cannes

Le spietate confessioni di anime travagliate

Il 9 maggio esce Confessions, capolavoro nipponico distribuito dalla Tucker Film

Hong Sang-soo, tra sorriso e malinconia

In arrivo a Cinemazero un omaggio al maestro sud coreano

Maggio

Noi non siamo come James Bond

Intervista a Mario Balsamo ospite l’8 maggio a Cinemazero

13 2013 numero 05 anno XXXIII

Cinema[duepunto]zero

Sta per irrompere l’era digitale

E 1,00

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Domani accadrà

Ovvero se non si va non si vede spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi


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Sta per irrompere l’era digitale

Andrea Crozzoli

Editoriale

Cinema[duepunto]zero Era il 15 luglio del 1799 quando un ignoto soldato napoleonico, agli ordini del capitano Pierre-François Bouchard, trovò a Rashid, nel delta del Nilo, la Stele di Rosetta, una lastra di basalto di 760 kg. Giaceva fra la sabbia da quasi duemila anni e permise, con le sue iscrizioni in tre diverse grafie, di decodificare finalmente il geroglifico. Chissà cosa troveranno fra duemila anni, nella sabbia del delta del Po, gli alieni che sbarcheranno sulla terra. Forse un floppy disk o hard disk o byte sparsi, tutti inesorabilmente illeggibili. Gli alieni si saranno così persi Roma città aperta e Pulp Fiction, 2001 Odissea nello spazio e Quarto potere, in quanto opere trasferite su supporti effimeri, di rapidissima obsolescenza e di brevissima durata. Molti registi, oggi, hanno abbandonato il digitale per tornare a girare i film su pellicola in quanto non è ancora chiaro come conservare l’originale, la matrice del film, visti i continui cambiamenti nei formati digitali. La paura è che fra dieci anni un formato digitale di oggi sia illeggibile e aggiornare ogni volta tutto l’archivio nelle Cineteche, con i nuovi standard, sarebbe troppo oneroso. L’unico supporto duraturo rimane, ancora oggi, la vecchia e cara pellicola. Ormai è prossimo, però, anche per Cinemazero lo start-up del digitale nelle cabine di proiezione per non rimanere fuori dal mercato; un mercato che combatte la sua battaglia a colpi di 2K o 4K, di hard disk e via discorrendo. Una piccola/grande rivoluzione sia dal punto di vista operativo, sia dal punto di vista contenutistico dove tutto sembra possibile: dallo streaming di film in anteprima mondiale, ai grandi avvenimenti in diretta come le olimpiadi o i concerti live. La corsa rischia di essere sempre più veloce e globale. Come il mare di informazioni sui vari social network, un flusso continuo e inarrestabile di notizie senza alcuna distinzione fra il vero e il falso. Ecco perchè diventa importante, ora, guidare il processo e non farsi fagocitare dalle sirene delle nuove tecnologie. Già si spendono fiumi di inchiostro per stigmatizzare il negativo influsso della televisione nell’impoverimento generale del possesso della lingua italiana, accentuato poi dai telefonini e dagli sms. “Un popolo di illetterati, che non sa di esserlo” ha scritto qualcuno, aggiungendo che “l’illetterato contemporaneo galleggia nella totale incoscienza felicemente confortato da buoni redditi”. L’analfabetismo di ritorno minaccia di inghiottire le leve più giovani, quelle a cui è affidato il futuro; leve che spesso non avvertono la necessità dello studio in questo supportati dalle nuove tecnologie. Nella generazione dei giovani “youtuber” tutto viene consumato in fretta e in pillole, dal Gangnam all’Harlem Shake fino ai capolavori del cinema di cui vedono solo qualche scena. Sembrerebbe il trionfo del bignamipensiero, ma recenti sondaggi segnalano fortunatamente un’inversione di tendenza e ci dicono, che tra i giovanissimi, il 60% legge avidamente i libri cartacei, a dispetto dei tecnologici ebook. Lettura che ha, fra le altre, il taumaturgico potere di migliorare l’autonomia dei ragazzi e le loro relazioni con i genitori. Se la cultura, quindi, è alla base della democrazia, se “una società non è la somma di individualità, ma una comunità che si riconosce in un insieme di valori condivisi”, Cinemazero dovrà affrontare l’era digitale, con estrema cautela, soppesando le varie prospettive, evitando le facili soluzioni che si fondono sulle diverse “applicazioni” come panacea per risolvere istantaneamente e in maniera definitiva tutti i problemi. La possibilità di programmare nuovi contenuti dovrà essere attentamente vagliata. Non atteggiamenti antistorici o preclusioni aprioristiche, ma nemmeno sommarie aperture col rischio di facili e pericolose fughe in avanti. Come presidio culturale da oltre trenta anni, nella continuità della linea di stimolo, approfondimento, informazione e formazione Cinemazero dovrà gestire il nuovo come arricchimento e non impoverimento.

In copertina: Foto di scena del film Confessions di Nakashima Tetsuya

cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Maggio 2013, n. 05 anno XXXIII Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Marco Fortunato Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Elisabetta Pieretto Segretaria di redazione Marianita Santarossa Direzione, redazione, amministrazione P.zza della Motta, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Grafiche Risma Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla Unione Italiana Stampa Periodica


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Intervista a Mario Balsamo, ospite l’8 maggio a Cinemazero

Mario e Guido, amici da sempre, uniti da un destino comune. Come nasce l'idea di raccontare la tua, anzi la vostra, storia? È l'unica cosa che so fare, raccontare storie. Ho cominciato con il raccontarla a me stesso, l'esperienza del mio tumore. All'inizio ho cercato di trovargli un nome. Il primo era sbagliato: disco volante. No. Un cancro maligno non viene da un altro pianeta. E’ roba interna. Gli facevo delle domande, per aiutarmi a narrare la sua/mia storia, ma mi rispondeva poco. Così ho pensato di girarle a Guido, che è il mio amico più vicino, forse il fratello maggiore che non ho mai avuto. Perché Guido un tumore l’aveva già avuto, nel ’95. Lui mi ha detto: ok, partiamo per questo nuovo viaggio insieme. E così abbiamo intrapreso un percorso intimo e geografico al tempo stesso. Per salti e frammenti: gli stessi che una malattia importante produce in noi. Un road movie denso di domande sulla vita, sul senso dell'amicizia ma anche ricco di momenti in cui si ride... perché la malattia si può scegliere di affrontarla anche con il sorriso È quello che ha sottolineato anche Paolo Sorrentino, quando insieme agli altri giurati, l'ha premiato con il Premio Speciale della Giuria a Torino: un'ironia che manca in molte altre opere, che qui invece c'è e fa la differenza. L'ironia è uno degli strumenti per maneggiare la vita e portarla in una danza che ci permette di non perdere mai (o quasi mai!) il passo. Ironizzare è un'antica arte che fa affrontare quello che ci sta davanti ad armi pari, col tono giusto e la vitalità che non dobbiamo perdere.. James Bond e il suo mito rappresentano l’immortalità, in un certo senso l’obiettivo della ricerca che ognuno di noi compie dentro di sé per affrontare le difficoltà della vita e non sentirsi soli e fragili. Qual è la tua ricetta per “l'immortalità”? Magari ne avessi una! Per ora mi basterebbe avere una ricetta per la mortalità! Cioè per vivere al meglio questa vita qui, prima che finisca! C'è un antico adagio orientale che dice: camminare con la morte al proprio fianco significa vivere ogni momento come se fosse l'ultimo, e quindi con piena intensità. Grande saggezza, ma certo difficile da mettere in pratica: non nascondo che camminare sempre con la Signora in nero vicino, senza neanche prendermi un caffè da solo, un po' mi spaventa! Dieci anni dietro la macchina da presa, quasi sempre scegliendo la strada del documentario, perché? Perchè il “linguaggio documentario” che qui si miscela con una forte, ma sempre dichiarata e reale 'mise en scene', mi sembra il più adatto a me, alla mia filosofia, ma anche, da quello che vedo in giro, molto spesso il più innovativo, il più originale, che ha la forza di mischiare i linguaggi e sperimentare. E questo significa il bello dell'imprevedibilità: valore aggiunto, senza dubbio, al cinema. Ritengo che l'imprevedibilità sia una delle caratteristiche che accomunano la vita e i film più riusciti, e attualmente questo connubio riesce prevalentemente nel cinema del reale.

Marco Fortunato

«Un gioiello di rara poesia, una prova di grande coraggio, un insegnamento su come affrontare il passaggio di una grande avversità». Con queste parole Carlo Verdone ha voluto prestare il suo volto per la promozione di Noi non siamo come James Bond, l’ultimo documentario - ma qui in realtà ogni definizione sta decisamente stretta – di Mario Balsamo e Guido Gabrielli che il prossimo 8 maggio sarà proiettato a Cinemazero alla presenza del regista. Distribuito da Hasenso, in collaborazione con Lo Scrittoio, il film racconta dell'amicizia e della vita di due “ragazzi 50enni” in smoking, che decidono di andare a caccia del loro eroe di gioventù, James Bond, al secolo Sean Connery, per carpirne il segreto dell’immortalità. Il viaggio, le confidenze, i sogni e le paure di due amici che hanno condiviso molto, anche l'esperienza di una malattia, si concretizzano in un racconto intimo eppure universale, condito da profonda leggerezza e autoironia, ritmato dal motore della loro Mini Minor vintage.

Cinema d’autore

Noi non siamo come James Bond


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Il 21 e il 28 maggio a Pordenone la terza edizione del Festival di Cinema Curdo

Curdi tra noi

Ludovica Cantarutti

Festival di cinema

Il popolo curdo ha da poco festeggiato il Nawroz, cioè il suo capodanno. Un capodanno, quello del 2013, particolarmente significativo, visto che finalmente è stata segnata la fine dello snervante conflitto fra PKK e Stato turco. La Storia dei Curdi presenta una grande complessità, soprattutto perché la loro patria si estende in territori di altre nazioni (Iran, Iraq, Siria, Turchia ed in alcune terre dell’ex Unione Sovietica, nonché fra Armenia ed Azerbaijan). Si tratta, dunque di una patria sentita, percepita, un ricordo storico sebbene una volta ben delineato, ma oggi fantasma. Difficile quindi parlare di una storia lineare e di uno sviluppo conseguente. Per porre l’accento su questa non facile questione, che peraltro ha portato ad anni di lotta contro la Turchia specialmente, l’Associazione pordenonese “via Montereale”, strutturata da un decennio per promuovere la sensibilizzazione alle culture lontane, ha organizzato quattro anni fa la prima conferenza sul tema chiamando a Pordenone Mirella Galletti, docente di Storia dei paesi islamici presso l’Università di Napoli, l’Orientale, e membro dell’Istituto Curdo di Parigi fin dalla costituzione nel 1983, nonché autrice di numerosi saggi ed esperta in curdologia. Da quel primo incontro è scaturita la volontà di proseguire con la realizzazione di un festival del cinema curdo (intitolato fino ad oggi Curdi tra noi) che quest’anno vede la sua terza edizione. Un’occasione per conoscere e comprendere sempre meglio la condizione e le aspirazioni di un popolo che, come per molti altri nel globo, lotta da anni per la sua indipendenza, o comunque per ottenere quantomeno una seppur minima autonomia presso le nazioni in cui i suoi cittadini vivono. I film ed i documentari proiettati a Pordenone in questi anni, con la collaborazione di Cinemazero e dell’associazione curda Europa Levante di Roma, hanno fatto luce su vicende storiche ed umane di primaria importanza per cercare nuove strade per la convivenza. Era un argomento, questo, particolarmente sentito da Mirella Galletti che nel frattempo è venuta a mancare improvvisamente, lasciando orfano il festival pordenonese della sua speciale madrina. Così in questa terza edizione che da quest’anno sarà dedicato a lei, l’associazione “via Montereale” ha deciso di istituire un premio per una tesi di laurea e per un documentario sul Kurdistan, un premio biennale ed alternativo nelle due sezioni. A presentare il progetto ci sarà quest’anno la nipote Serena Galletti, mentre per la serata inaugurale l’ospite d’onore sarà Antonio Spanò, uno dei registi (unitamente a Pietro Gualandi ed ai fratelli Edoardo e Francesco Piccolo)del documentario intitolato Our Sky, our Land girato nel 2010. La pellicola documenta e denuncia gli orrori dell’operazione “Anfal” CURDI TRA NOI svoltasi nel 1988 in Iraq, sotto il regime di Festival del cinema Curdo Saddam Hussein e del conseguente genoci21 maggio 2013, ore 20.45 - Cinemazero dio dei curdi. Incontro con Antonio Spanò regista Il festival si terrà nelle serate del 21 e 28 magcon Pietro Gualandi, Edoardo e Francesco Piccolo gio prossimi (il 28 ci sarà la proiezione del di Our Sky, our Land (2010) documentario (52’) film Press di Sedat Ylmaz, un racconto di come la libertà di stampa diventa reato, storia 23 maggio 2013, ore 20.00 - PNBOX, Torre di Pn dei giornalisti della testata Ozgur Gundem di Kurdistan tra sapori e cultura - Cena Curda Diyarbakir, nata del 1992 ed oggi ancora funSerata dedicata a Mirella Galletti zionante), con un evento a latere ormai conLetture di Carla Manzon solidato e atteso dai frequentatori della rasseprenotazioni tel. 0434 551 781 gna, e cioè una cena curda presso il ristorante di PNBOX di Torre di Pordenone nella sera28 maggio 2013, ore 21.00 - Cinemazero ta di venerdì 23 maggio. Un’ulteriore occasioi Gallett Incontro con Serena ne per parlare della cultura curda attraverso i e proiezione dei film sapori della sua cucina che, in fin dei conti, è Press (2012) di Sedat Ylmaz (100’) la prima espressione culturale dell’uomo. Quando la libertà di stampa diventa reato Il festival di Pordenone è secondo solo all’aUtopia di Sait Ferat Okcuoglu film di animazione (9’) nalogo festival promosso dall’associazione curda di Roma Europa Levante che si svolge Le proiezioni si terranno presso ormai da diversi anni in gennaio. Il festival SalaTotò - Cinemazero, A. M. Centro Studi - Pordenone pordenonese è sostenuto dal Comune di ENTRATA LIBERA Pordenone e dalla Regione Friuli Venezia Giulia.


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A Roma due grandi mostre per due massimi artisti

Lorenzo Codelli

Con una breve passeggiata primaverile dal Lungotevere fino al “colle” per antonomasia, si possono ammirare in un sol giorno uno dei massimi artisti del XX secolo e un suo omologo del XVI secolo. All’Ara Pacis la mostra Tutti De Sica propone la leggendaria figura di Vittorio De Sica, mentre alle Scuderie del Quirinale la mostra Tiziano propone la leggendaria opera di Tiziano Vecellio. Lassù in alto, trentanove dipinti di piccole, medie, grandi dimensioni, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, restaurati sontuosamente, talora fino a sembrare “più belli dell’originale”, esposti in sale e saloni ariosi. Quaggiù, in sotterranei un po’ angusti, seicento fotografie, trecento lettere e documenti, costumi, oggetti, manifesti, registrazioni sonore e cinematografiche, provenienti da archivi pubblici e collezioni private. Per la prima volta, eccezionalmente, le due famiglie amate dal “bigamo” De Sica hanno collaborato assieme. Su googlesearch, per Tiziano Vecellio trovate 700.000 link, per Vittorio De Sica 2.000.000. La maestria del pittore veneto nelle rappresentazioni sia sacre che profane o erotiche tuttora abbaglia. La poliedrica maestria del cineasta di Sora è percepibile attraverso 12 tappe. Gli esordi del gracile attore a 16 anni al cinema, e poco più tardi in teatro, sono visibili nei ritagli amorosamente raccolti dal padre Umberto. Il grande successo nei primi anni Trenta ottenuto grazie alla surreale rivista teatrale di Mario Mattoli Za Bum (primo “Za” della parabola desichiana!). L’esordio discografico con la canzone “Parlami d’amore Mariù”, leit motif del capolavoro di Mario Camerini Gli uomini, che mascalzoni… (1933). Dei trenta film interpretati prima d’esordire alla regia nel 1940, assai ben documentato il lancio pubblicitario di stile hollywoodiano per Il signor Max (1937), diretto dal sorridente Camerini. Le prime regie durante il periodo bellico: una serie di foto di De Sica sul set de I bambini ci guardano catturano la sua ricerca di verità recitativa. I quattro capolavori neorealisti diretti nel dopoguerra, acclamatissimi in tutto il mondo e avversati dal pudibondo sottosegretario Giulio Andreotti, del quale la mostra offre esempi epistolari. Una sezione esalta Caffè & Latte, ovvero De Sica e Za (Zavattini), il suo sceneggiatore impareggiabile, un connubio creativo unico. De Sica & Sophia Loren, un altro connubio creativo di lunga durata e fortissima risonanza. Senza scordare la maschera popolarissima di De Sica attore: “Tra gli anni Venti e il 1974, è il mattatore di 157 film. Per avere un paragone, appare sullo schermo più spesso di Totò (che si ferma a 107) e di Alberto Sordi (che arriva a 151). Tutte le sue interpretazioni sono sempre accompagnate da garbo, misura, eleganza”, scrive il curatore Gian Luca Farinelli. Eccoci all’ultima, non meno mirabile fase del percorso desichiano: “La produzione senile appare ancora di stupefacente energia, ottenuta con mezzi sempre più volutamente limitati: quasi che al pittore bastassero tre colori – il bianco, il nero e il rosso – per raggrumare tutta la luce del mondo”, scrive Giovanni C. F. Villa, curatore della mostra su Tiziano. Il viaggio, Il giardino dei Finzi Contini, Una breve vacanza sono avvolti da tonalità crepuscolari, mediterranee, argentee…

Grandi Maestri

Vittorio ovvero Tiziano


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Dal 15 al 26 maggio il Festival di Cannes

Andrea Crozzoli

66mo Festival del Cinema-Cannes

Aspettando la 66ma Palma d’Oro «E.T. phone home!» sembra abbia detto al telefono Steven Spielberg chiamando Thierry Frémaux, direttore del Festival, che da alcuni anni lo corteggiava per offrirgli la poltrona di presidente della giuria. Per la 66ma edizione Spielberg ha finalmente accettato, succedendo così, nel non facile ruolo, a Nanni Moretti. Ospite spesso di Cannes con i suoi film (Sugarland Express, Color Purple), Spielberg ha avuto la consacrazione a “mostro sacro del cinema contemporaneo” nel 1982 sulla Croisette con E.T. presentato in anteprima mondiale e diventato uno dei film di maggior successo nella storia del cinema, con l’extraterreste, realizzato da Carlo Rambaldi, che ha cambiato definitivamente il corso del cinema. A 31 annni da quel straordinario evento (fu anche la mia prima volta a Cannes, ma questo è un altro discorso), Spielberg è ora chiamato a presiedere la giuria che dovrà assegnare la 66ma Palma d’Oro fra una rosa di titoli che raggruppa il meglio della produzione mondiale del momento. A parte il film di apertura diretto da Baz Luhrmann The Great Gatsby (Il grande Gatsby) con l’infornata di star, per la gioia del red carpet, come Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire e Joel Edgerton in versione 3D che donerà al film "la profondità di uno spettacolo teatrale"; e il film di chiusura di Jérôme Salle Zulu, un thriller girato interamente in Africa del Sud e adattato dal romanzo di Caryl Ferey dove due poliziotti, Orlando Bloom e Forest Whitaker, condurranno una inchiesta adrenalinica tra noir e politica, il concorso ufficiale per la Palma vede un unico italiano in gara: Paolo Sorrentino con La grande bellezza. Fino all’ultimo è rimasto in predicato Daniele Luchetti e la sua Storia mitologica della mia famiglia con Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, ma i produttori del film hanno comunicato che la pellicola non è ancora pronta, aggiungendo: «È un film speciale, emozionante e sorprendente, in parte anche autobiografico; non vogliamo fare fretta a Daniele e rispettiamo la cura che dedica a questo film così appassionante». Sarebbe stata la quinta partecipazione al Festival per Luchetti, dopo quelle del 1988 con Domani accadrà, del 1991 con Il portaborse, del 2007 con Mio fratello è figlio unico e del 2010 con La nostra vita, che valse a Elio Germano la Palma d’Oro come Miglior attore. Quindi Paolo Sorrentino sarà l'unico italiano in gara e sarà, anche per lui, la quinta volta dopo La partita lenta, This Must Be the Place, L’amico di famiglia e Il Divo. La grande bellezza narra, in una Roma indolente, barocca, stracafona, con donne di plastica e uomini da poco, le vicende del 65enne Jep Gambardella (Toni Servillo), approdato nella capitale a ventisei anni (proprio come Federico Fellini) con tutta la fame e la curiosità della provincia, ora, ex scrittore di successo il cui talento si è “prosciugato” da anni, si è riciclato come giornalista, tra cultura, gossip e mondanità. Quasi una versione aggiornata del Marcello de La dolce vita in una Roma, però, da Satyricon, volgare e nobile allo stesso tempo. Un altro pezzetto di cinema italiano lo ritroviamo nella sezione Un Certain Regard dove la nostra Valeria Golino porta la sua opera prima Miele con Jasmine Trinca e Carlo Cecchi. Tratto da un libro di Mauro Covacich dove si "affronta con coraggio il difficile tema dell'eutanasia" o meglio si “entra ed esce con libertà inedita dal tema della morte, anzi della vita. Perché chissà qual è, dov'è e soprattutto se c'è il confine”. Un libro, Vi perdono (Einaudi/StileLibero), che ha sedotto Valeria Golino con la sua arguzia, con il suo essere cinematografico e allarmante. «Ho spremuto dal libro tutto quello che mi piaceva - ha dichiarato la Golino - e gli ho lasciato l'aria tra il perentorio e il provocatorio che è la sua forza, ma non mi appartiene. Io volevo potermi permettere di non prendere sempre posizione. È questo


Andrea Crozzoli

il difficile, restare nelle nuances di un problema etico a cui non sappiamo dare risposta, che ci mette in crisi, in cui anche la spregiudicatezza del pensiero a volte si ferma, e rientrano nostro malgrado la cultura, i pregiudizi. Volevo una specie di sospensione verso l'umano, non contro la politica.». In Un Certain Regard la Golino sarà in compagnia di Sofia Coppola che presenta The bling ring con Emma “Hermione” Watson, e l’attore “spiderman” James Franco, in veste di regista, con As I Lay Dying adattamento cinematografico del classico di William Faulkner. Altra scheggia di cinema italiano nella sezione Semaine de la Critique dove per la 52ma edizione della Semaine dovrebbe entrare il film Salvo, opera prima del duo siciliano Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Storia di un killer della mafia che, dopo aver ucciso un suo rivale, anch’egli mafioso, si imbatte nella sorella cieca del morto che riacquista improvvisamente la vista. Tornando al concorso troviamo un’emigrata italiana di lusso come Valeria BruniTedeschi, sorella di Carlà, con Un château en Italie, un film targato Francia, con protagonisti il suo ex fidanzato Louis Garrell e il nostro Filippo Timi. Francese anche il film del maestro Roman Polanski La vénus à la fourrure, un saggio sul masochismo con Emmanuelle Seigner e Mathieu Almaric. Altra presenza costante del cinema francese sulla Croisette sono: Francois Ozon con la storia di un’adolescente che si prostituisce in Jeune et Jolie; Arnaud des Pallieres con la vendetta di un mercante raccontata in Michael Kohlhaas e Arnaud Desplechin alle prese con i problemi psichiatrici di un pellerossa in Jimmy P. con Almaric e Benicio del Toro. In coproduzione con la Francia da tenere nella massima considerazione il regista iraniano Asghar Farhadi, già Oscar e Orso d’Oro per Una separazione, che sarà in concorso con Le passé, storia d’amore a Parigi fra un’iraniana e un nordafricano. Ritorna poi, dopo Drive, il regista danese Nicholas Winding Refn con il nuovo film franco-danese Only God forgives protagonista il suo attore feticcio Ryan Gosling alla prese con la thai-boxe. Sotto la bandiera Usa sfilerà il meglio del cinema indipendente: da Behind the Candelabra di Steven Soderbergh con Matt Damon e Michael Douglas, a Nebraska di Alexander Payne, da The immigrant di James Gray con Marion Cotillard, Joaquim Phoenix e Jeremy Renner a Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen, biopic sul musicista folk Dave van Ronk. Tra i 1.858 film che Thierry Fremaux ha preso in considerazione per scegliere i 19 in concorso, da segnalare infine la presenza dell’olandese Alex Van Warmerdam con Borgman. Al suo ottavo film, Van Warmerdam arriva per la prima volta in concorso sulla Croisette con una storia oscura incentrata su Camiel Borgman, personaggio che provoca una serie di eventi inquietanti in una piccola comunità. «Il film contiene diversi omicidi ed elementi di orrore puro.» ha dichiarato il regista olandese e c’è da crederci visti i suoi lavori precedenti che costringono spesso lo spettatore a guardare la malvagità dei personaggi, e nel contempo, a rivedere la propria in un geniale gioco di specchi sempre tenuto ai confini del politicamente corretto. Nel 2009, alla Mostra del Cinema di Venezia - Giornate degli Autori, dov’ero giurato, gli assegnammo, unanimemente, il Label Europa Cinemas per la sua caustica black comedy The Last Days of Emma Blank, storia di una rivolta contro una donna che tiranneggiava i proprio cari. Per ragioni di spazio ci limitiamo qui solo alla punta dell’immenso iceberg cinematografico che scorrerà sugli schermi di Cannes, un festival che riserva sempre tante sorprese, conferme e anche, come ogni anno, qualche piccola o grande delusione.

66mo Festival del Cinema-Cannes

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Il 9 maggio esce Confessions, capolavoro nipponico distribuito dalla Tucker Film

Giorgio Placereani

Tucker Film

Le spietate confessioni di anime travagliate Abbiamo conosciuto Nakashima Tetsuya quando il bellissimo Kamikaze Girls (che però non era la sua opera prima) è stato proiettato al Far East Film Festival 2005. Narrava dell'imprevista amicizia fra due ragazze giapponesi diversissime: Ichigo è un maschiaccio motociclista, Momoko una seguace estrema di quella moda fancy, tutta pizzi, merletti, cuffiette, in cui le giovanissime esprimono l'ideale giapponese del kawaii (carino). In seguito nel notevole Memories of Matsuko (Far East Film 2007) dopo l'assassinio di una barbona ex prostituta si ricompongono retrospettivamente i tasselli della sua vita. La fine rivela che a ucciderla senza motivo è stato un branco di ragazzini annoiati. Dopo Paco to maho no ehon, una sorta di fiaba nera, è arrivato lo sconvolgente Confessions. Anch'esso presentato al Far East Film (2011), esce ora nelle sale italiane, distribuito dalla sempre meritoria Tucker Film. È un film molto più cupo, anche visivamente, rispetto allo stile flamboyant cui ci ha abituati il regista giapponese, ma non è difficile vedervi i tratti tipici di Nakashima: sul piano narrativo, una tendenza a partire da un punto avanzato per “ricostruire” all'indietro la storia; sul piano del contenuto, una visione angosciata della gioventù giapponese e sull'assenza della famiglia (“Addio, inutile padre”, pensa Momoko quando crede di morire all'inizio di Kamikaze Girls). In Confessions la noia spinge due ragazzi del liceo alla crudeltà senza scopo, a uccidere una bambina, figlia della loro insegnante. Adolescenti che hanno perso le basi morali minime in una civiltà in caduta libera perché ha spinto il garantismo fino all'autodistruzione: tanto, pensano i due (citando un caso realmente accaduto), i minori non sono legalmente responsabili. Così la madre della bambina assassinata si fa giustizia da sola. In una sequenza a inizio film, potente e claustrofobica, che inizia in tono quasi di comedy ma assume subito un'intollerabile drammaticità, ella confessa in un lungo monologo il suo dramma alla classe indifferente - e approfitta di un'iniziativa di eduzione alimentare, l'offerta di latte agli allievi, per convincere i due assassini di avere contaminato il loro latte col virus dell'AIDS. Scandito in capitoli intitolati “La confessione di...”, il film racconta il processo di autodistruzione dei due colpevoli terrorizzati, passando da un punto di vista all'altro come un Rashomon morale. Dico morale perché qui la costruzione a tasselli non serve tanto a definire l'accaduto quanto l'universo morale dei vari personaggi: la madre di uno dei due che difende ciecamente il figlio, una fidanzata piena di illusioni romantiche, i due assassini stessi, per i quali si possono evocare i due estremi concomitanti del comportamento nazista: il superomismo nella ferocia del primo, la “banalità del male” nell'acquiescenza del secondo. Confessions è una impietosa riflessione sul male e la reazione, un impietoso esame della colpa, un Delitto e castigo senza sbocchi. Forse si avverte in alcuni passaggi una certa tendenza alla costruzione dimostrativa; ma non più, diciamo, che ne Il diavolo probabilmente... di Bresson. Nakashima ha il coraggio di porre il tema della giustizia, di veder compiere la vendetta anche se essa lascerà un sapore di cenere. Così Confessions non è solo un grande film ma uno dei pochi esempi di cinema etico degli ultimi tempi. * già pubblicato parzialmente su Paper Street (www.paperstreet.it), 2011


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In arrivo a Cinemazero un omaggio al maestro sud coreano

Arriva finalmente sugli schermi italiani In Another Country grazie alla Tucker Film che distribuirà nelle sale l'opera del grande maestro coreano Hong Sang-soo. La prima distribuita in Italia. Applaudito a Cannes, e interpretato dalla sempre splendida Isabelle Huppert In Another Country è un divertito esercizio di stile e divertente variazione sul terreno della commedia sentimentale; anzi, le variazioni, per essere precisi, sono tre. Tante quante le storie che una giovane sceneggiatrice di corti ricama addosso ad Anne, la protagonista, moltiplicando il suo personaggio e la sua vita. Tre diverse Anne, tre diverse vite, tre diversi nuclei tematici (la solitudine, abbandonare, essere abbandonata) attorno a cui ruotano discorsi, figure e situazioni che si ricombinano come in una partitura musicale. L'altro paese del titolo è la città marittima di Mohang, dove la francese Huppert deve misurarsi con orizzonti (geografici, linguistici e, ovviamente, umani) che non le appartengono, ma è, soprattutto, la metafora di un destino, i tre destini di Anne, che prendono forma (con grazia e umorismo) nell'ordinaria quotidianità descritta da Sang-soo. Cinema nel cinema, occhi europei che si specchiano dentro occhi orientali, oggetti che ritornano segnando l'impossibile continuità narrativa dei tre racconti: In Another Country è un continuo scambio di simmetrie, garbato e compiaciuto, che riporta volutamente alla migliore grammatica espressiva d'Oltralpe (pensiamo a Resnais, per esempio, o a Rohmer) e che invita a riflettere sugli altri paesi che ognuno porta in sé. La cifra principale dei lavori di Hong Sang-soo, del resto, è proprio quel senso di giocosità che si traduce in un'indagine penetrante della società contemporanea, con immagini (apparentemente) prive di ogni calcolo intellettuale. Una giocosità che investe tutta la forma del suo cinema, dalle scelte delle inquadrature al costante variare dei punti di vista, fino alla sottile ambiguità fra ironia e tristezza, fra sorriso e malinconia. Cogliendo questa preziosa occasione il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine e Cinemazero di Pordenone (ovvero i genitori della Tucker Film) hanno anche predisposto un omaggio al maestro sud coreano con tre film tutti inediti in Italia. Sarà l'occasione per scoprire un maestro adorato dalla critica e dai maggiori festival internazionali in un percorso dove Hong Sang-soo, film dopo film, ci obbliga a trovar la differenza, come in un gioco d'enigmistica e a riconoscerla nella sfumatura di colore. Dal bianco e nero con la neve di The Day He Arrives, a Oki' Movie, da Ha Ha Ha fino al mare e al cielo grigioazzurro di In Another Country. Il cinema di Hong Sang-soo sembra procedere per incidenti, sembra sempre appoggiato al caso, alla fortuita combinazione degli accadimenti, delle suggestioni, delle storie. L'immagine si stringe e si allarga, gli zoom sono da mal di testa, i movimenti di macchina degli schiaffi. È il rifiuto del montaggio, se non quando strettamente necessario. Non c'è nulla da ricostruire o ricomporre. Non c'è mai un dialogo in campo-controcampo, forse perché non c'è mai vero conflitto. Semplicemente incomprensione e solitudine. Forse il cinema è davvero sospeso in un limbo confuso, in questo quieto morire, in un'assurda indistinzione tra veglia e sonno, tra realtà e proiezione. Hong Sang-soo, nato nel 1960, ha studiato cinema alla Chung-Ang University, al California Institute of Arts di Los Angeles e al Chicago Institute of Arts. Dopo il suo ritorno in Corea ha lavorato per la Seoul Broadcasting Station. Nel 1996 realizza a basso costo il suo primo lungometraggio, The Day a Pig Fell Into the Well, che ottiene uno straordinario successo di critica, vincendo il gran premio al Vancouver International Film Festival e al Rotterdam Film Festival, e che gli vale il premio come miglior regista esordiente all'Asia-Pacific International Film Festival, mentre Ha Ha Ha ha vinto il Prix Un Certain Regard al Cannes Film Festival 2010. Affascinato dall’indagare la natura umana e le sue debolezze utilizzando la lente sentimentale, esibisce il proprio intento fin dall’inizio mettendo in scena amore e tradimenti. L'omaggio a Hong Sang-Soo oltre a In Another Country, comprende Oki's Movie, un meta-film con riflessioni rohmeriane su complicate relazioni amorose ovvero le vicende, presenti e passate, di un giovane cineasta, del suo anziano professore di cinema e di Ok-hui (Oki), bella ragazza contesa tra i due. Su un magico incontro tra un poeta, un critico e una donna affascinante è centrato invece Ha Ha Ha, mentre The Days He Arrives racconta poeticamente di un cinema in cui la linearità temporale si smarrisce. Un'occasione imperdibile per conoscere uno dei maestri del cinema asiatico.

Maestri del cinema

Hong Sang-soo, tra sorriso e malinconia


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MIELE di Valeria Golino

Incontro con i protagonisti del film a Cinemazero il 9 maggio 2013 Cinemazero e Centro Espressioni Cinematografiche continuano a portare in regione i nomi di primo piano del cinema italiano e il 9 maggio – alle 19.30 Udine e alle 20.45 a Cinemaz ero – rilanciano con Valeria Golino, per la prima volta nella veste di regista, Jasmine Trinca, attrice protgonista e Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri, produttori di Miele il film tratto da libro di Mauro Covacich Vi perdono. Dopo aver incontrato Golino e Covacich a pordenonelegge all’interno del progetto Autori/sceneggiatori – nato dalla sinergia tra Cinemazero e pordenonelegge.it, che ogni anno mette a confronto lo sceneggiatore di un film e l'autore del libro da cui è tratto – il pubblico potrà vedere il risultato di questa trasposizione cinematografica, raccontata dalle voci dei protagonisti. «Spero sia per voi una storia bella da vedere e da sentire, come lo è stato per me» ha dichiarato la regista, che in questo passaggio dietro la macchina da presa ha portato una ventata d’aria fresca nel cinema italiano, di cui sarà rappresentante (accanto a La grande bellezza di Paolo Sorrentino) al prossimo festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard. Il (questa volta) produttore Riccardo Scamarcio ha sottolineato come Miele sia stato un film voluto intensamente, definendolo “una storia necessaria”, che attraverso la protagonista Irene (Jasmine Trinca) torna ad indagare il difficile tema dell’eutanasia. Parlando di bellezza, d’amore, di amicizia, di dolore la Golino si lascia alle spalle le questioni legislative per porsi delle domande universali e condividerle con gli spettatori: «Non è detto che debba avere una risposta, ogni storia personale può averne una diversa, ma il film vuole proprio porre questi interrogativi. Pensarci, rifletterci e parlarne» . Di certo, questa occasione renderà il compito più facile al pubblico di Cinemaz ero.

INCONTRI DI PRIMAVERA

ero Serate Culturali del CAI di Pordenone in collaborazione con Cinemaz ra, ciclo proposto in primave di i Incontr presenta ne Pordeno di Club Alpino Italiano sezione montagna e del della nati appassio collaborazione con Cinemazero che si propone di riunire gli è libero. serate alle so L'ingres . dibattiti e hoc ad ntari grande cinema con film, docume Trento Film Festival Lunedì 6 maggio, ore 20.45, Aula Magna di Cinemazero; in collab. con LINEA 4000 (40') di Giuliano Torghele e tutte le 82 vette che superano i Sulle orme di Patrick Berhault, Franco Nicolini insegue da molto tempo il sogno di concatenar si a piedi, sugli sci o in bicimuovendo giorni 60 in a nell'impres riesce quattromila sulle Alpi. Insieme a Diego Giovannini, Nicolini Alpi. sulle mo dell'alpinis spinta nuova una così cletta. Scopriamo A seguire KUKUCZKA (90') di Jerzi Porebski uno dei più grandi alpinisti del Jerzy Kukuczka è stato il secondo uomo al mondo ad aver conquistato le vette dei 14 Ottomila. Fu o le imponenti e goffe disdegnand e ossigeno di l’uso senza Himalaya, in alpino stile in salite mondo e un accanito sostenitore delle spedizioni che erano tipiche di quegli anni in Himalaya. Cineteca del CAI Lunedì 20 maggio, ore 20.45, Aula Magna di Cinemazero; in collab. con Bonaiti Sabrina di (30') VARALE MARY DI VITA – CON LE SPALLE NEL VUOTO coincideva con quello di sposa In un’Italia oppressa dal fascismo e dal conformismo sociale, in un periodo in cui l’ideale di donna tutte in prima femminile. quasi solitaria, in o cordata in cime, 217 ben 1935 al 1924 dal e di madre prolifica, Mary Varale scala A seguire Ferrari LA VIA ETERNA (30') di Giorgio Gregorio con Nives Meroi e Marco Albino himalayani, guida il ottomila degli molti e K2 il scalato aver ad mondo al donne poche le tra Meroi, Nives L’alpinista tarvisiana quasi inintersusseguirsi un con che, alpinistico nerario iti un Dei, degli giornalista Marco Albino Ferrari alla scoperta della Cengia rotto di cenge e balconi, aggira ad un’altezza quasi costante, tutto il gruppo dello Jôf Fuart.


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VICINO/LONTANO

In alcuni luoghi aperti e in diversi edifici storici di Udine, personalità pubbliche, studiosi, scrittori, giornalisti e artisti di prestigio internazionale partecipano a incontri, dibattiti, conversazioni, conferenze, lezioni, letture, mostre, spettacoli, concerti e proiezioni, per analizzare in pubblico – da punti di vista e con approcci disciplinari diversi – i processi di trasformazione in corso nel mondo globalizzato, in campo economico, sociale, culturale e geopolitico, allo scopo di indagarne le ragioni, i meccanismi, i significati, le prospettive. In questa edizione i riflettori saranno puntati sulla crisi economica internazionale, sulla situazione dell’Italia, sulle prospettive dell’Europa nello scenario globale e sulla nuova era digitale, con un approfondimento sull’evoluzione del web come forma del conoscere nel nostro tempo. Il primo a salire sul palcoscenico dopo la cerimonia di inaugurazione sarà il fondatore della Sociologia del quotidiano, Michel Maffesoli, docente di Scienze Umane alla Sorbona di Parigi, per la lectio magistralis “Homo eroticus”, ispirato al saggio omonimo, pubblicato in Francia nel 2012 ma ancora inedito in Italia. Info: www.vicinolontano.it

ÈSTORIA 2013 - BANDITI

Gorizia, dal 24 al 26 maggio 2013

Di forte evocazione, l'argomento scelto per èStoria 2013. Un tema - Banditi - che sarà possibile affrontare, grazie al rovesciamento della nozione elementare di bandito, avvenuto per opera dello storico Fernand Braudel alla fine degli anni Quaranta del Novecento, nel saggio intitolato Miseria e banditismo che sottrae il fenomeno della criminalità alla semplice avventura dell'uomo contro l'uomo e lo inserisce in un contesto di contrapposizione del più debole rispetto al più forte, di rivincita di classe contro i soprusi. In qualsiasi epoca Robin Hood rappresenta un paradigma. In un momento storico contrassegnato dalla forte crisi economica in atto, la scelta di "Banditi" significa rimettere in discussione tale impostazione culturale e indagare il confine oggi esistente tra legalità e illegalità, giustizia e devianza, potere e opposizione a esso. Info: www.estoria.it

SEXTO VINTAGE

Sesto al Reghena, dal 17 al 19 maggio 2013

Sexto Vintage è una manifestazione, che si snoda lungo le vie del centro storico di Sesto al Reghena e che vuole ricalcare l'atmosfera dei primi anni della nascita del Rock 'n' Roll, con un mix di suoni, animazioni e spettacoli che hanno reso un vero e proprio mito gli anni di Jerry Lee Lewis, Sonny West, Carl Mann e di molti altri che hanno fatto la storia del R'N'R. Il paese sarà per tre giorni “invaso” da un mercatino vintage di abbigliamento ed oggettistica anni '50 (vestiti, accessori, borse, spille, vinili, collezionismo), auto americane, mostre a tema, stage di ballo anni '50. La sera si alterneranno sul palco grandi nomi che ripercorreranno la musica Rock 'n' roll. Info: www.prosesto.org

LA PRIMAVERA MUSICALE - ORCHESTRA E CORO SAN MARCO Sesto al Reghena, domenica 12 maggio - Sacile, sabato 18 maggio 2013

Costituitasi nel 1969 con lo scopo di accompagnare il coro San Marco, l’Orchestra San Marco opera inizialmente sul territorio regionale allargando ben presto l’attività al più vasto repertorio sinfonico e facendosi conoscere in molte città italiane ed estere dove riscuote ottimi riconoscimenti di pubblico e di critica. La primavera musicale 2013 dell’Orchestra e Coro San Marco propone nel mese di maggio due concerti: domenica 12 maggio a Sesto al Reghena presso il Palazzo Burovich alle ore 11.15 il Concerto delle rose eseguito dai fiati dell’Orchestra; sabato 18 maggio alle 21.00 presso il teatro Zancanaro di Sacile il Concerto Sinfonico dell’Orchestra San Marco diretta da Franz Anton Krager e con Domenico Lazzaroni al trombone. Per entrambi i concerti l’ingresso è libero. Info: www.ocsm.pn.it

CORSO DI AGGIORNAMENTO AVI SUL DIRITTO D’AUTORE Roma- Sala Zavattini, 27 e 28 maggio 2013

L’Associazione videoteche mediateche italiane e l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico organizzano un Corso di formazione e aggiornamento rivolto ai professionisti che operano nelle biblioteche, negli archivi, nelle mediateche e cineteche, sia pubbliche che private, nei musei, nelle scuole e università, nonché a tutti gli operatori culturali. Il corso affronterà il tema del diritto d'autore e gli audiovisivi nell'evoluzione all'interno della normativa italiana per delineare gli aspetti normativi e gestionali legati all'attività bibliotecaria, mediatecaria e cinetecaria, nonché museale e didattica nelle scuole. Pre-Iscrizione obbligatoria. Info: elena.dinca@cinemazero.it

Domani accadrà ovvero se non si va non si vede

Udine, dal 9 al 12 maggio 2013


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i film del mese

Un film di Haider Rashid. Con Lorenzo Baglioni, Mohamed Hanifi, Francesco Grifoni, Giulia Rupi, Amir Ati, durata 110 min’

ANDATA E RITORNO PER L'ITALIA

STA PER PIOVERE DI HAIDER RASHID

Said, un giovane sicuro e ambizioso, nato e cresciuto in Italia da genitori algerini, studia e lavora come panettiere part-time. A seguito del suicidio del direttore della fabbrica in cui lavora suo padre Hamid, la famiglia si trova di fronte alla lacerante realtà di non poter rinnovare il permesso di soggiorno, come fa da trent'anni, e riceve un decreto di espulsione. L'Italia, il paese che Said ha sempre considerato suo, appare ora come un muro di gomma che lo spinge a "tornare a casa", in Algeria, luogo che lui non ha neanche mai visitato. Nel tentativo di trovare una soluzione, Said si appella agli avvocati, ai sindacati e alla stampa, cercando di portare attenzione su un problema concreto e sempre più presente nella società italiana; questo percorso lo porterà attraverso i meandri di una burocrazia legislativa retrograda e alla riconsiderazione della sua identità, riflettendo su un dilemma profondo: rimanere in Italia clandestinamente o partire per l'Algeria con la sua famiglia, aiutandola a ricostruirsi una vita nel paese che ha lasciato trent'anni fa?

Un film di Un film di Chanwook Park. Con Mia Wasikowska, Matthew Goode, Nicole Kidman, Jacki Weaver, Alden Ehrenreich, durata 100 min

IL NUOVO DRAMMA FAMILIARE DIRETTO DA CHAN-WOOK PARK

Un film di Sergei Loznitsa. Con Vladimir Svirskiy, Vladislav Abashin, Vlad Ivanov, Yulia Peresild, Nadezhda Markina, durata 127 min.

UN'ULTERIORE CHIAVE DI LETTURA A UN PERIODO STORICO TORMENTATO

Un film di Tetsuya Nakashima. Con Takako Matsu, Yukito Nishii, Kaoru Fujiwara, Masaki Okada, Yoshino Kimura. Titolo originale Kokuhaku. Durata 106 min.

L’INQUIETANTE CAPOLAVORO DI NAKASHIMA DISTRIBUITO DALLA TUCKER FILM

STOKER DI CHAN-WOOK PARK

Dopo la morte del padre in un incidente d'auto, nella vita della giovane India irrompe improvvisamente lo zio Charlie, di cui la ragazza ignorava l'esistenza. L'uomo si trasferisce nella casa divisa dalla giovane solitaria con la madre emotivamente instabile. Ben presto, India comincia a sospettare che quest'uomo misterioso e affascinante abbia dei secondi fini, ma al contempo si sente sempre più attratta da lui. Il regista del film culto Oldboy torna con un inquietante thriller psicologico, contrassegnato da atmosfere angoscianti, una strana serie di inspiegabili delitti e il risveglio sessuale di un'adolescente.

ANIME NELLA NEBBIA DI SERGEI LOZNITSA

Unione Sovietica. Bielorussia 1942. La regione è sotto il controllo dei tedeschi e la resistenza partigiana cerca di reagire. Un treno viene fatto deragliare non lontano dal villaggio in cui vive Sushenya, che lavora al controllo dei binari. Lui e i compagni, che aveva cercato di dissuadere da un atto le cui conseguenze avrebbero potuto ricadere sulla popolazione, vengono arrestati. Sushenya è il solo a salvarsi dall'impiccagione. Nell'ambito dei resistenti si diffonde rapidamente la voce di un tradimento da parte del giovane. Quale altra ragione ci potrebbe essere per il fatto che sia stato risparmiato? I compagni Burov e Voitik vengono mandati a prelevarlo dinanzi a moglie e figlio. La sua sorte sembra segnata ma uno dei due viene ferito in modo grave e la situazione sembra essere in attesa di una svolta. C'era una volta il cinema dell'URSS che cantava incessantemente le glorie della resistenza all'invasore nazista. Pochi osavano narrare episodi che, anche solo minimamente, potessero intaccare l'immagine voluta dalla retorica di regime. Ci potevano provare solo i pochi autori pronti a subire l'emarginazione come Andrei Tarkovskij che con L'infanzia di Ivan cantò fuori dal coro denunciando l'irrazionalità di ogni guerra. Oggi il mercato della CSI sembra solo apparentemente più libero mentre è la censura di mercato a dominare il territorio. Quindi, ora come allora, sono necessarie delle voci libere per poter portare sullo schermo la guerra senza profondersi in sparatorie ma anzi evitandole ogni volta che ciò è possibile. Il compito se lo è assunto Sergei Loznitsa che ha adattato un libro di Vasily Bykov traducendolo in un film che supera la durata delle due ore ma che viene portato sullo schermo con soli 72 tagli di montaggio.

CONFESSIONS DI TETSUYA NAKASHIMA

Conscia dell'inutilità di procedere attraverso i canali legali, l'insegnante Moriguchi medita un proprio personale piano per vendicare la morte della figlia, uccisa dalla violenza insensata di due suoi alunni. Tetsuya Nakashima è un tipo ambizioso, uno a cui è bastata la chiassosa genialata di Kamikaze Girls per autoconvincersi di poter riscrivere le regole del cinema così come lo intendiamo. Un talento imbarazzante (in senso positivo) quello di Nakashima, che ritorna su quel che è assurto a topos del cinema nipponico contemporaneo, ovvero il malessere esistenziale - con conseguente sfogo violento - di una gio-


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Un film di Pablo Larrain. Con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Luis Gnecco, Marcial Tagle, durata 110 min.

Un film di Sergio Rubini. Con Pasquale Petrolo, Neri Marcorè, Margherita Buy, Valentina Cervi, Emilio Solfrizzi, durata 105 min.

Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Carlo Buccirosso, Sabrina Ferilli, Pamela Villoresi.

LA RICOSTRUZIONE DELLA CADUTA DEL REGIME DI PINOCHET IN CILE

NO - I GIORNI DELL'ARCOBALENO DI PABLO LARRAIN

1988. Il dittatore cileno Augusto Pinochet è costretto a cedere alle pressioni internazionali e a sottoporre a referendum popolare il proprio incarico di Presidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il governo democraticamente eletto e guidato da Salvador Allende). I cileni debbono decidere se affidargli o meno altri 8 anni di potere. Per la prima volta da anni anche i partiti di opposizione hanno accesso quotidiano al mezzo televisivo in uno spazio della durata di 15 minuti. Pur nella convinzione di avere scarse probabilità di successo il fronte del NO si mobilita e affida la campagna a un giovane pubblicitario anticonformista: René Saavedra. Pablo Larrain, che il pubblico italiano conosce per i suoi precedenti Tony Manero e Post Mortem, affronta in modo diretto una delle svolte nodali della storia cilena recente. L'aggettivo è quanto mai appropriato perché la scelta radicale di utilizzare una telecamera dell'epoca offre al film una dimensione del tutto insolita. Il passaggio dal materiale di repertorio (dichiarazioni di Pinochet e cerimonie che lo vedono presente così come interventi dei rappresentanti dell'opposizione dell'epoca) alla ricostruzione cinematografica diviene così inavvertibile. Il pubblico in sala si trova nella situazione di chi sta compiendo una full immersion nel passato. Tutto ciò all'interno di una ricostruzione che mostra, attraverso il personaggio di Saavedra, come la repressione fosse stata forte e come il regime fosse convinto che fosse sufficiente accusare qualsiasi avversario di 'comunismo' per poter vincere. (...) E' in questo ambito che il personaggio impersonato con grande understatement da Gael Garcia Bernal si trova a muoversi consapevole, inoltre, della difficoltà di contribuire alla riuscita di un fondamentale cambiamento del proprio Paese partendo dalle proprie basi di eccellente imbonitore.

LA RIVALITÀ NON MUORE MAI

MI RIFACCIO VIVO DI SERGIO RUBINI

L'esilarante storia dell'imprenditore Biagio Bianchetti, proprietario della BB magazzini e della sua eterna rivalità, cominciata sui banchi di scuola, con il fortunato e affascinante Ottone Di Valerio. Dopo una serie di disgraziati eventi, perseguitato dalla iella e ormai a un passo dalla rovina, Biagio compie l'ultimo ed estremo gesto. Eppure una Volontà Suprema gli offre una seconda opportunità che lui decide di afferrare unicamente per vendicarsi e distruggere il suo antagonista nella vita e negli affari. Nelle disavventure tragicomiche che Biagio, tornato sulla terra sotto mentite spoglie, si troverà ad affrontare, sua moglie e la stessa moglie di Ottone saranno le complici ignare che riveleranno a Biagio la vera personalità di Ottone, non così vincente e scaltra come ama far apparire all'esterno. Sarà l'intervento di due eminenze grigie, il guru di Ottone, l'uomo a cui si ispira in ogni sua scelta, tale Dennis Rufino e la sua sensuale psicologa ad offrire a Biagio l'opportunità di ribaltare la situazione. Il finale a sorpresa farà emergere una semplice verità che nessuno dei personaggi aveva mai preso prima in considerazione: per vincere bisognerà aiutarsi a vicenda.

TONI SERVILLO ANCORA AL SERVIZIO DI SORRENTINO

LA GRANDE BELLEZZA

DI PAOLO SORRENTINO Ideato e scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, il film è ambientato e interamente girato a Roma. La città si offre indifferente e seducente agli occhi meravigliati dei turisti. E' estate e la città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva. Jep Gambardella ha sessantacinque anni e la sua persona sprigiona un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È un giornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità in una Roma che non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza. Assiste ogni giorno, gli occhi perennemente annacquati di gin tonic, alla sfilata di un'uma-

i film del mese

ventù lacerata tra angst, mancanza di moralità e di freni inibitori, con le conseguenze immaginabili (e meno immaginabili) del caso. Tema su cui This World of Ours e Sono Shion con Noriko's Dinner Table avevano detto tutto o quasi; ma il punto non è sul fatto di insistere sul topos, scelta del tutto legittima. Ciò che rende il film di Nakashima fortemente soggetto all'inclinazione e alla sensibilità individuale è la sua scelta marcata in termini di linguaggio, costantemente sopra le righe ed enfatizzato, così da rendere solenne ogni momento clou di una sceneggiatura ricca di climax e spunti importanti. Nomination all'Oscar come Miglior Film in Lingua Straniera.


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i film del mese

nità vacua e disfatta, potente e deprimente, fatta di dame dell'alta società, parvenu, politici, criminali d'alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti, tutti a tesser trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, nelle ville sterminate, tra le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti. Un'atonia morale da far venire le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate. Bellissima e indifferente. Come una diva morta. Un film di Hong Sang-soo. Con Isabelle Huppert, Kwon Hye Hyo, So-ri Moon, Jung Yu-mi, Moon Sung-keun, durata 88 min

Un film di Hong Sang-soo. Con Sang Jung Kim, Junsang Yu. Azione, durata 79 min. - Corea del sud 2011

UN FILM PER UN REGISTA SEMPRE PIÙ 'DA FESTIVAL'

IN ANOTHER COUNTRY DI HONG SANG-SOO

Una madre e la figlia adolescente raggiungono la città marittima di Mohang per sfuggire ai creditori. Qui la ragazza inganna il tempo scrivendo la sceneggiatura di tre cortometraggi che hanno come protagoniste tre donne francesi di nome Anne. Ognuna di loro incontrerà gli stessi personaggi ma la prima sarà una regista di successo, la seconda una donna sposata che ha una relazione con un coreano e la terza una divorziata lasciata dal marito che l'ha lasciata per una coreana.

UN CINEMA IN CUI LA LINEARITÀ TEMPORALE SI SMARRISCE

THE DAY HE ARRIVES DI HONG SANG-SOO

Seongjun va a trovare un amico a Seoul. Dato che costui non risponde alle sue telefonate si mette a girare per il quartiere e incontra un'attrice che conosceva. Dopo poco se ne va per bere vino di riso con il quale finisce per ubriacarsi. Cercherà di raggiungere l'abitazione della sua ex fidanzata. Lo vediamo poi in un altro giorno reincontrare l'attrice, raggiungere un bar in cui la proprietaria assomiglia straordinariamente alla sua ex. Per lei suonerà il piano. La ritroverà in un'altra giornata in cui, ubriaco, la bacerà. Si potrebbe continuare ancora nella descrizione di queste azioni quotidiane perché il cinema del regista coreano Hong Sansoo è di esse che si nutre collocandole però in una dimensione in cui la linea di dispiegamento degli eventi non segue mai un succedersi cronologico ma piuttosto un alternarsi di situazioni in cui allo spettatore non è consentito di attribuire un 'prima' e un 'dopo'. Ci troviamo così dinanzi a flussi narrativi in cui l'elemento surreale mescola l'onirico con il reale, offrendo alla casualità degli eventi lo spazio per dispiegare la sua presenza. Ad Hong Sansoo va dato atto di credere con grande rigore a questa modalità di narrazione che riesce indubbiamente ad offrire un forte senso di smarrimento esistenziale. Un film di Hong Sang-soo. Con So-ri Moon, Sang-kyung Kim, Jun-sang Yu, Ye Ji-Won, Kim Kang-woo, durata 115 min.

Un film di Hong Sang-soo. Con Jung Yu-mi, Sun-kyun Lee, Moon Sung-keun, durata 80 min.

L’INCONTRO TRA UN POETA, UN CRITICO E UNA DONNA AFFASCINANTE

HA HA HA DI HONG SANG-SOO

Il regista Moon-kyeong Jo, che di recente ha deciso di emigrare in Canada, intraprende un viaggio verso il piccolo paese in riva al mare di Tongyeong, nella Corea del Sud. Lì incontra una conoscenza Jong-sik Bang che è un critico cinematografico. Il regista e il critico cinematografico si siedono e si mettono a bere e a parlare il loro passato. Inoltre incontrano Seong-wook Yang, che è un poeta dilettante e una guida culturale in Tongyeong e una giovane donna affascinante (interpretata da Kim Min-sun).

RIFLESSIONI ROHMERIANE SU COMPLICATE RELAZIONI AMOROSE

OKI'S MOVIE DI HONG SANG-SOO

Oki è una studentessa di cinema, contesa tra il coetaneo Jingu e il professor Song. I quattro capitoli in cui è suddiviso il film sono altrettanti punti di vista differenti su diversi momenti del passare di Oki dall’uno all’altro. Vediamo prima il cortometraggio autobiografico che ha girato Jingu, poi un capitolo sul “vero” Jingu, uno su Song… e infine “Il film di Oki”, il cortometraggio che lei ha girato, e che risolve in un colpo solo tutte le varie “duplicità maschili” che il film ha tessuto insieme architettando una struttura narrativa allo stesso tempo infernale e cristallina. Grazie alla consueta, strabiliante lucidità della sua scrittura, Hong suggerisce che “la donna è il futuro dell’uomo” (come recita uno dei suoi film precedenti) perché solo lei è in grado di spingere fino alle estreme conseguenze i narcisisti sdoppiamenti maschili. Hong Sang-soo continua a riproporre caparbiamente, con variazioni sempre nuove di film in film, il modulo narrativo che l’ha reso famoso: racconti quietamente caustici, rohmerian-bunueliani, sulle impasse tra i sessi, cagionate soprattutto dal narcisismo e dall’immaturità delle figure maschili.


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LA SCUOLA AL CINEMA prenotazione obbligatoria (tel. 0434_520945 Mediateca)

IO GG e A M on 13 1.00 den Ì Un film di Haifaa Al-Mansour. Con Reem Abdullah, Waad Mohammed, r D 1 NE E Po Abdullrahman Algohani, Ahd Kame, Sultan Al Assaf. LU OR ero, Titolo or. Wadjda. Durata 100 min. - Arabia Saudita, Germania 2012. z a em Arabia Saudita, in una scuola rigorosamente solo femminile Wadjda lotta per Cin

LA BICICLETTA VERDE

non soffocare i propri desideri di libertà. In particolare uno di questi riguarda l'acquisto di una bicicletta verde, con la quale potrà essere alla pari del bambino con cui gioca dopo la scuola. La sua famiglia non può permettersela e di certo non vuole che si faccia vedere su un oggetto tradizionalmente riservato agli uomini, così Wadjda comincia a cercare i soldi per conto proprio rendendosi conto ben presto che quasi tutti i metodi per farlo le sono proibiti. L'unica è partecipare ad una gara di Corano della scuola (lei che non eccelle nelle materie religiose), il cui primo premio è in denaro. Per i temi trattati e il modo di parlare della condizione della donna il film è stato patrocinato da Amnesty Italia. (Ingresso per studente Euro 4,00)

IO GG A ne 2M Ì 2 .00 eno D Un film di Lorraine Lévy. Con Emmanuelle Devos, 1 d E OL RE 1 , Por Pascal Elbé, Jules Sitruk, Mehdi Dehbi, Areen Omari. C R O ro Titolo originale Le Fils de l'Autre. Durata 105 min. - Francia 2012. ME ze a em Joseph Silberg è un ragazzo israeliano che vive spensierato i suoi pochi anni e il Cin

IL FIGLIO DELL'ALTRA

suo sogno di scrivere canzoni. Figlio di un'ufficiale e di una dottoressa che lo amano incondizionatamente, scopre durante la visita militare che il suo gruppo sanguigno non è compatibile con quello dei genitori. Scambiato diciotto anni prima con Yacine Al Bezaaz, palestinese dei territori occupati della Cisgiordania, Joseph è sconvolto e confuso. La rivelazione getta nel caos le rispettive famiglie che provano a incontrarsi e accorciare le distanze culturali. Ma le 'questioni politiche' hanno la meglio sul buon senso e sui padri, che finiscono per rinfacciarsi in salotto il doloredei rispettivi popoli. Diretto da Lorraine Lévy, francese di origine ebraica, Il figlio dell'altra è un film di soglie e di confini, che riflette sulla stratificazione complessa dei rancori accumulati dalla Storia. (Ingresso per studente Euro 4,00)

TOTÒ

FA N S C LU B

PORDENONE

TOTÒ FUORILEGGE (?)

I tartassati

regia di Steno - 1959 - dur. 105’

Venerdì 31 maggio 2013 - ore 19.30

Saletta Incontri San Francesco - Piazza della Motta, PN

con il patrocinio del Comune di Pordenone - INGRESSO LIBERO Dopo il film i totofili si incontreranno per una pizza alla Pizzeria Peperino di Viale Martelli a Pordenone


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