CinemazeroNotizie Novembre 2017

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€ 1,00 mensile di cultura cinematografica

Un caleidoscopio di storie argentate...

In Mediateca il fondo donato dal Direttore Emerito de Le Giornate

“Una missione di educazione e di civiltà”

Al Centro Studi Pasolini un convegno su Pasolini e il giornalismo

Per conoscere il cinema di Pasolini

Un percorso guidato alla scoperta del cinema di Pasolini

Noi siamo l’Africa!

Al via Gli Occhi dell’Africa: protagoniste le donne e la musica

65mo Festival di San Sebastian

Una ricca proposta caratterizza uno dei più importanti festival europei

Un novembre ricco di proposte in Mediateca Libri, rassegne e il nuovo anno dello Young Club

2017 numero 10 anno XXXVII

Un regalo inestimabile: thank you David!

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Novembre

Il meglio del cinema d’autore alle Giornate della FICE 2017

spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi


Il meglio del cinema d’essai della stagione alle Giornate della Fice 2017

Andrea Crozzoli

Editoriale

Un caleidoscopio di storie argentate... Anche Tom Hanks, che ne ha annunciato il remake, si è innamorato, come noi, di Mr. Ove (A Man Called Ove, 2015), film tratto dal libro dello svedese Fredrik Backman L’uomo che metteva in ordine il mondo, premio EFA come Miglior Commedia Europea. Ove è un burbero ed urticante vedovo che sovraintende all’ordine del suo quartiere. Ci vorrà una famiglia di immigrati iraniani, e gustose peripezie, per fargli aprire la mente e il cuore agli altri. Presentato in anteprima agli Incontri del cinema d’Essai di Mantova, il film, che esce in Italia con cospiquo ritardo rispetto alla programmazione svedese, ha aperto la lunga serie di ritratti senili che hanno caratterizzato l’edizione 2017 della kermesse mantovana. Dedicata alle novità autunno/inverno che vedremo sul grande schermo, oltre ad Ove, che suscitava tenerezza nella sua ruvidità, è stato presentato Happy End di Michael Haneke con l’ottuagenario Jean-Louis Trintignant. Di felice nel film di Haneke c’è solo il titolo, per il resto regna un’atmosfera fra il grottesco e il funereo e la tentata critica alla società borghese, di sapore bunuelliano, non raggiunge i livelli di indignazione necessaria. A Mantova si è vista anche la conturbante e indimenticabile Charlotte Rampling che, lasciata ogni dimensione sensuale, a 72 anni mette le sue profonde rughe al servizio di Andrea Pallaoro in Hannah guadagnandosi la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile al Festival di Venezia 2017. La Rampling delinea il personaggio di una nonna alle prese con il doloroso sgretolamento progressivo delle articolazioni con cui era strutturata la sua vita, fra solitudine, marito in carcere e figlio che le impedisce di vedere i nipoti. Altra nonna, seppur più nazionalpopolare, più sanguigna e quindi più solare e leggera nel suo lento, ma non tanto, scivolare fuori dal mondo attivo, è quella disegnata da Agnès Jaoui nel film di Blandine Lenoir 50 primavere. Jaoui è la nonna che passa da ex cameriera, a ex lavapiatti, poi ex badante e poi ex e basta. Ma ritroverà l’amore grazie all’incontro con un suo ... ex moroso. In arrivo sul grande schermo anche Da una storia vera dell’affermato maestro del cinema Roman Polanski, con la sempre seducente e bravissima Emmanuelle Seigner nel ruolo di una matura ed affermata scrittrice giunta sul piano inclinato della crisi esistenziale. Seppur con l’occhio appannato e lo sguardo caduco, la Seigner rimane elegante e sofisticata nella sua fragilità. Ciò non le impedisce di cadere nella ragnatela abilmente tesssuta da un’ambiziosa quanto ambigua giovane amica che la conduce, al ritmo di un intrigante e serrato thriller, nei terreni amati da Polanski. Nel finale, infatti, realtà e finzione si confondono, i personaggi si circuiscono vicendevolmente e lo spettatore fatica a percepire se quello che vede è la realtà o il frutto dell’immaginazione. Altra storia con al centro, stavolta, una coppia di scrittori, travolti dalla passione, è raccontata in Un amore sopra le righe (Mr. & Mrs. Adelman) di Nicolas Bedos, commedia e dramma dagli anni ‘70 ai giorni nostri. Una storia perfetta di osmosi fra amore e tradimenti, fra ironia e virulenza, con un lungo flashback, che copre l’arco di 45 anni, cadenzato dalla costante narrazione della tagliente vedova. Tutte vicende, quindi, che raccolgono personaggi dalla vita lunga e intensa. Tramonti esistenziali carichi, per ogni ordine e grado di provenienza sociale, di tormentati vissuti. Questo è quanto sembra riservarci il Cinema d’Essai per i prossimi mesi: un caleidoscopio di storie argentate, uno spazio di riflessione in cui raccogliere e riordinare i vari pezzi di vita degli altri e ricomporli, ognuno utilizzando la propria sensibilità, evitando, magari, ogni possibile transfert.

In copertina David Robinson, Direttore Emerito de Le Giornate del Cinema Muto che ha scelto di donare parte della sua inestimabile collezione alla Mediateca di Cinemazero.

cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Novembre 2017, n. 10 anno XXXVII

Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Comitato di redazione Piero Colussi Riccardo Costantini Marco Fortunato Sabatino Landi Tommaso Lessio Silvia Moras Maurizio Solidoro Collaboratori Lorenzo Codelli Luciano De Giusti Manuela Morana Elisabetta Pieretto Segretaria di redazione Elena d’Inca Direzione, redazione, amministrazione Via Mazzini, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 Cassa: 0434-520527 e-mail: cinemazero@cinemazero.it http//www.cinemazero.it Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Sincromia - Roveredo in Piano Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla: Unione Italiana Stampa Periodica


Un regalo inestimabile: Thank you David!

David Robinson

Uno dei rischi di una lunga vita lavorativa è che la propria biblioteca cresca e ti avvolga come la selva della Bella addormentata. Per ogni progetto vengono acquisite nuove opere e una dozzina di titoli diventano il fulcro della tua scrivania e della tua attenzione. Questo per un certo periodo, fino a quando non affronti il prossimo progetto e le “spine” di quelle “rose” – volumi preziosi, ma che non apri più – si trasformano in un paesaggio “di rovi” fatto di libri affastellati su scaffali traboccanti. Ho accettato questo come uno degli accadimenti della vita, fino a quando – dopo trent'anni di visite regolari a Pordenone come direttore delle Giornate del Cinema Muto – finalmente ho passato una mattinata intera nella Mediateca di Cinemazero. Lì ho avuto occasione di vedere i libri diventare “vissuti” fra le mani e sotto gli occhi di giovani ricercatori che l'affollavano. All'improvviso ho avuto la sensazione che i mie scaffali, le mie librerie, fossero diventate un cimitero di libri, morti per disuso. Allora ho capito che questi volumi moribondi avrebbero potuto essere risuscitati, sugli scaffali della Mediateca. Molti di questi libri ora depositati a Pordenone sono di valore ordinario – si tratta di libri conosciuti, comunque utili: biografie, storie, monografie, sceneggiature... Alcuni, invece, sono vere rarità. Un piccolo gruppo è fatto addirittura di autentici oggetti da collezione, degni di essere messi in mostra. Sono entrato nel mondo della critica e della storia del cinema abbastanza presto, e ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere i pionieri del muto. In particolare, visitando regolarmente l'Unione Sovietica negli anni in cui non era comune farlo, ho incontrato molti veterani della grande era dell'avanguardia. Ho stretto amicizie personali e molto franche con i membri del gruppo FEKS – Kozintsev, Leonid Trauberg, Sergei Yutkevich – che stavano ancora realizzando film e scrivendo libri, e c'è dunque una sezione di volumi con le dediche che mi fecero, cosa di cui sono molto orgoglioso, e che spero venga custodita come uno speciale patrimonio fra le collezioni della Mediateca, insieme ad altri volumi con dediche, scritte e annotazioni personali. Un'altra parte del mio fondo degna di nota: vi si trova una delle più grandi collezioni - a parte quelle esistenti solo in tre o quattro biblioteche cinematografiche in tutto il mondo - della serie senza eguali di FilmKurier, che sono un documento e un archivio per immagini di quasi ogni film distribuito in Germania e in Austria tra le due guerre mondiali e oltre. La collezione austriaca è praticamente completa; quella berlinese ha molte lacune, ma ci sono alcuni numeri preziosi. Alcuni cari amici leggono in queste donazioni un gesto altruistico: Ebay, dopo tutto, potrebbe trasformarli per me in una costante integrazione della pensione. Ma l'altruismo ed Ebay non c'entrano nulla. Questa preziosa collezione di FilmKurier ——— mi è stata data, circa mezzo secolo fa, dal granFONDO DAVID ROBINSON de studioso viennese Herbert Holba (1932presso la Mediateca di Cinemazero, catalogato 1994), con lo scopo di aiutare le mie ricerche e già disponibile per consultazione personali. Quindi mi sembra semplicemente nell'ordine delle cose affidare questa risorse oltre 1.200 volumi internazionali alle generazioni future, onorando anche un centinaia di riviste rarissime, decine di volumi autografati da autori e registi legame con Cinemazero, La Cineteca del Friuli, e in memoria di Herbert Holba. [traduzione a ——— cura di Riccardo Costantini]

Fondo Mediateca

In Mediateca il fondo donato dal Direttore Emerito de Le Giornate del Cinema Muto


“Una missione di educazione, di civiltà”

Angela Felice

Pasolini e il giornalismo

Al Centro Studi Pasolini la prima tappa di un importante convegno su Pasolini e il giornalismo

«E noi abbiamo una vera missione, in questa spaventosa miseria italiana, una missione non di potenza o di ricchezza, ma di educazione, di civiltà». Così nell’agosto 1943, da Casarsa, scriveva il giovane Pasolini all’amico Luciano Serra. Con lucidità di pensiero civile, passione pedagogica, febbrile voglia di fare, vi era delineato il compito immane, e insieme esaltante, cui a metà del ‘900 scorso era chiamata tutta una generazione intellettuale, di cui Pasolini si sentiva e in effetti divenne l’alfiere. Dopo l’umiliazione liberticida del ventennio fascista e ancora nel pieno di una guerra feroce, di cui tuttavia si doveva prevedere la conclusione, si trattava di ricucire un Paese lacerato e di ricostruirlo sul piano non solo materiale, ma soprattutto etico, della coscienza democratica, di un nuovo riscatto culturale. In questa responsabilità, dunque, Pasolini collocava la funzione dell’intellettuale, sottratto così all’ambigua separatezza della “torre d’avorio” e invece invitato a sporcarsi le mani dentro la storia e in mezzo agli uomini. E non per nulla, nel suo teso programma giovanile del ’43, Pasolini rinunciava all’”io”, in primo piano nei versi di Poesie a Casarsa, e si annullava in un “noi” collettivo, come per il manifesto di un’appartenenza generazionale di gruppo. E del resto a quello sforzo, politico e culturale, Pasolini tenne sempre fede, anche quando l’Italia uscita dal Pasolini durante le riprese romane de Il fiore delle dopoguerra sconfessò le speranze del reale cambiamille e una notte, 1973 foto di G. Bachmann. mento, conservando vischiosi privilegi di potere, imbocArchivio Cinemazero Images cando la via accelerata dell’economia neocapitalistica e infine marginalizzando l’intellettuale nell’irrilevanza sociale. In gioventù, figlio del vento della Resistenza e, nella maturità, analista sconfortato ma non arreso della «Dopostoria» italiana, Pasolini non dismise mai i panni dello scrittore “legislatore”, per dirla alla Bauman: del maestro cioè che, con i suoi specifici strumenti umanistici, vuole essere guida libera della comunità. Si spiega così anche l’impegno infaticabile di questo autore nel campo della comunicazione e, in senso stretto, dell’intervento giornalistico. Sulla stampa del suo tempo, dagli interventi giovanili fino agli implacabili scritti “corsari” sul «Corriere della Sera», egli fu una “firma” costante e anzi, specie dopo gli anni Sessanta, ammirata o vilipesa. Ma Pasolini fu da subito consapevole che nella modernità l’efficacia del “sogno di una cosa” non può prescindere dal come e dal dove lo si trasmette e che dunque la stampa è il canale necessario e diretto per raggiungere il pubblico, prendere posizione sulle battaglie del momento, inventare anche nuove forme di argomentazione. E tuttavia questo capitolo dell’operosità pasoliniana, pur così decisivo, non è stato finora oggetto di una ricerca sistematica da parte degli studi. A colmare ora questa lacuna provvede il Centro Studi Pasolini di Casarsa che, con il sostegno di Regione Fvg e Comune e per la cura di Luciano De Giusti, Angela Felice, promuove a Palazzo Burovich il convegno “Pasolini e Foto di scena di Salò - Foto di Deborah Beer il giornalismo”, articolato tra le tappe Archivio Cinemazero Images distinte di novembre 2017 (venerdì 10 e sabato 11) e marzo 2018. Per la prima, dedicata all’ impegno pasoliniano fino agli anni Sessanta, il giorno 10, alle 15, aprirà i lavori una panoramica di Franco Contorbia, un’autorità per lo studio del giornalismo italiano. A seguire, due focus: da un lato, sempre il 10, dalle 16, il giovane Pasolini giornalista, soprattutto in Friuli, con i contributi di Stefano Casi, Elvio Guagnini, Rienzo Pellegrini, Gianfranco Ellero, moderati da Alessandro Mezzena Lona; dall’altro, sabato 11, dalle 9, il polemismo pasoliniano in «Vie Nuove » e «Tempo», con interventi di Anna Tonelli, Gian Carlo Ferretti e Massimo Raffaeli, moderati da Roberto Carnero.


Per conoscere il cinema di Pasolini

Luciano De Giusti

L’opera cinematografica di Pasolini, al pari di quella letteraria, continua a essere frequentata e studiata in tutto il mondo in forza del rinnovato interesse che sa generare, soprattutto tra il pubblico delle giovani generazioni. Forse ciò accade perché Pasolini incarna in maniera esemplare la figura sempre affascinante dell’intellettuale eretico che ha ingaggiato un corpo a corpo critico con il proprio tempo, in particolare con il potere dominante. La lotta da lui sostenuta ha qualcosa di eroico e mitico, assume agli occhi dei più giovani i connotati paradigmatici del conflitto aperto tra l’innovazione trasgressiva e l’assetto sociale che, per autoconservazione, oppone resistenza all’azione del perturbante. Un’impresa, questa, condotta da Pasolini anche attraverso la sua opera cinematografica sulla quale si riscontra una crescente domanda di conoscenza, articolata nei tanti interrogativi che essa suscita. In cosa consiste la sua specifica differenza rispetto a quella di altri grandi registi? Quale posto occupa nella storia del cinema? Quali sono le componenti essenziali della sua poetica? Da quale terreno culturale traggono nutrimento? Quali sono i temi e i motivi ricorrenti? Come si configura il linguaggio attraverso il quale trovano espressione? Quali gli elementi di stile che lo caratterizzano? Come si è evoluto il suo cinema dal folgorante esordio all’ultimo film? Quale evoluzione hanno conosciuto i suoi temi prediletti? E come è cambiato il suo stile nel corso del tempo? Perché i suoi film hanno sempre suscitato discussioni, polemiche e perfino scandalo? Quanto sono ancora attuali? Per cercare di dare qualche risposta a queste e altre domande che i film di Pasolini pongono alla sensibilità degli spettatori di oggi, il Centro Studi di Casarsa a lui intitolato organizza un primo ciclo di lezioni e proiezioni che, partendo dalla sua attività di sceneggiatore precedente all’esordio con Accattone (1961), arriva fino al Vangelo secondo Matteo (1964) passando per Mamma Roma (1962) e La ricotta EVENTI SPECIALI (1963): si tratta della prima fase del suo cinema che il regista stesso colloca sotto il segno Due cammei suggellano il convegno sul giornadi Gramsci, in particolare dell’idea di opera lismo pasoliniano: al Teatro Pasolini di Casarsa, nazional popolare, dedicata all’umanità del alle 20.45 del 10 novembre, il reading “Io so”, mondo sottoproletario romano che nel cuore con il grande Moni Ovadia (musica dal vivo di del poeta aveva idealmente sostituito il Maurizio Dehò e Nadio Marenco), per una letmondo contadino friulano intensamente tura commentata dagli Scritti corsari; sabato 11, amato negli anni della “meglio gioventù” dalle 11 (a Palazzo Burovich, Casarsa) una tavovissuta a Casarsa. la rotonda sul “collega” Pasolini con un parterMa c’è un’altra occasione per ripensare il re di nomi illustri della stampa italiana: Antonio grande poeta e regista, proposta dal Teatro Padellaro, Tommaso Di Francesco, Benedetta Giuseppe Verdi di Pordenone per la sera del Tobagi, Nicola Mirenzi, coordinati da Tommaso 2 novembre, anniversario della sua morte, Cerno. Che poi l’argomento sia di forte interestragica e ancora oscura. In tale circostanza se anche per l’attualità è provato dai patrocini verrà proposta alla nostra attenzione la versione teatrale della Ricotta di Antonello all’iniziativa di tanti Enti prestigiosi: le Università Fassari e Adelchi Battista, ovvero un mono- di Udine e Trieste, la Fondazione per la Critica logo fondato sulla sceneggiatura in forma di Sociale (Firenze), l’Ufficio Scolastico Regionale racconto che vede l’attore romano al centro e l’Ordine Giornalisti FVG e di Pordenone, che della scena. Ad esso seguirà la visione del hanno inserito i lavori nel calendario degli film che ne è scaturito, un sublime apologo incontri validi per la formazione professionale. sulla misera vita di Stracci che vive alla gior- Info: Centro Studi Pier Paolo Pasolini, via nata facendo la comparsa in un sontuoso Guidalberto Pasolini 4, 33072 Casarsa della film sulla passione di Cristo: una grama esi- Delizia (Pn) - Telefono: 0434 870593 stenza, la sua, segnata dalla fame che beffar- info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it, damente lo porta a morire sulla croce, come www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it un povero cristo sottoproletario.

Il cinema di Pasolini

Un percorso guidato alla scoperta del cinema di Pasolini


Martina Ghersetti

Gli Occhi dell’Africa

Noi siamo l’Africa!

rielaborazione foto di Bruno runo Z Zanzottera

Al via Gli occhi dell'Africa 2017: protagoniste le donne e la musica africana

Un’Africa vivace, un’Africa delle donne, un’Africa con un’anima musicale intensa: questo è ciò che presenta Gli occhi dell’Africa, edizione 2017, che parte martedì 7 novembre con una delle pellicole che sta girando l’Italia in questo periodo: My name is Adil, codiretto da Adil Azzab, Andrea Pellizzer, in sala per la presentazione, e Magda Rezene. È la storia di un ragazzino che lascia la vita semplice di un piccolo villaggio in Marocco, dove l’arrivo dell’elettricità, ancora pochi anni fa, veniva salutato come un fatto straordinario, che suggerisce al protagonista di diventare, in futuro, un elettricista. Adil raggiunge il padre a Milano, e l’impatto con una grande città è traumatico e, allo stesso tempo, affascinante. Questa rassegna di cinema e cultura africana è organizzata, con l’importante contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, da Caritas diocesana, Cinemazero e L’Altrametà, con la collaborazione di Nuovi Vicini Società Cooperativa Sociale, UNASp ACLI (Unione Nazionale Arte e Spettacolo) di Pordenone e Centro Culturale Casa A. Zanussi. Quest’ultima ospita, nei Nuovi Spazi e fino al 30 novembre, la mostra Donna Africa, presentando ritratti femminili delle bellezze diverse di cui l’Africa si compone, donne comuni, ragazze dei villaggi o di città, nel tempo libero dalla scuola o durante una corsa sportiva, oppure semplicemente gruppi di amiche riprese in un salotto o durante una festa. In ogni caso si presenta la parte più vitale di un continente che sull’energia femminile costruirà senz’altro la sua storia futura. L’inaugurazione della mostra e dell’intera rassegna è prevista per lunedì 6 novembre, alle ore 17.15, con piccolo buffet equo e solidale. Con una storia tutta al femminile proseguono le proiezioni martedì 14 novembre, con il film A day for women, ambientato in una piscina egiziana che apre le porte una volta alla settimana a madri e figlie. La piscina diventa un luogo dove regna la libertà di parola, dove si esprimono sogni, aspirazioni e desideri senza inibizioni, senza sottostare al controllo maschile. Zaineb non ama la neve racconta, attraverso gli occhi di una ragazzina, l’emigrazione di una famiglia tunisina in Canada, dove Zaineb sperimenta per la prima volta il contatto con la neve: l’appuntamento con questa delicata narrazione è martedì 21 novembre. Mercoledì 22 novembre tutti sono invitati all’apericena africano, con prodotti del commercio equo e solidale, organizzato da L’Altrametà ne Il Posto di Follador, in via dei Molini. Poi la musica: il film Mali blues, in programma il 28 novembre, presenta quanto sia vitale la tradizione musicale nel Paese africano, nonostante ci siano delle forze fondamentaliste che vorrebbero imporre il silenzio. La musica è protagonista anche martedì 5 dicembre con l'eccezionale concerto di Baba Sissoko e Antonello Salis, un griot polistrumentista del Mali e un pianista e fisarmonicista sardo, che mettono in dialogo musica africana e jazz. È l’incontro fra due musicisti tra i più effervescenti della scena jazz internazionale, per un concerto “senza reti”, dove ritmi tradizionali africani e improvvisazione jazz si fondono in uno spettacolo pirotecnico e pieno di energia creativa. Il concerto è preceduto da un corto estremamente divertente che ha come protagonista un tassista e uno storico EVENTO SPECIALE documentario di Ansano MARTEDì 5 DICEMBRE, 20.45 | SALA GRANDE Giannarelli, sempre incentrato su BABA SISSOKO & ANTONELLO SALIS IN CONCERTO un taxi che si muove nella notte di una metropoli Africana: tutte le BABA SISSOKO TAMANI, N’GONI, VOCE ANTONELLO SALIS PIANOFORTE, FISARMONICA, TASTIERE serate saranno aperte da un film del grandissimo (e spesso dimentiBaba Sissoko e Antonello Salis, un griot polistrumentista cato) Giannarelli, che è stato narradel Mali e un pianista e fisarmonicista sardo, che metto- tore dell’Africa degli inizi dei no in dialogo musica africana e jazz. Un conerto imperdi- Sessanta, delle sue contraddizioni bile, comunicativo, energico, quasi fisico: l’incontro fra e delle sue immense bellezze. Non due musicisti tra i più effervescenti della scena jazz inter- mancheranno, all’inizio di ogni nazionale, per un viaggio musicale “senza reti”,dove ritmi serata, i corti dello Young Club di tradizionali africani e improvvisazione jazz si fondono in Cinemazero, un’occasione per incontrare l’Africa che abita a uno spettacolo pirotecnico e pieno di forza creativa. Pordenone, a due passi da noi. .


Tornano gli appuntamenti con il cinema di montagna organizzati dal CAI di Pordenone

Giorgio Fornasier

Dopo il successo dello scorso anno e degli incontri di primavera 2017, dove si è addirittura effettuato il bis di una serata, si è pensato ad un allungamento della rassegna autunnale, portando le serate da tre a cinque ed aggiungendo a coronamento della stessa, una iniziativa in anteprima nazionale in collaborazione con la Regione FVG e la Fondazione Dolomiti UNESCO. La novità degli incontri è data da un percorso tematico iniziato nella prima serata svoltasi il 20 ottobre, che si è poi sviluppato attraverso il secondo incontro di ottobre il 26, per giungere ai momenti di novembre in un continuo di argomenti legati alla Montagna, al suo ambiente e agli uomini che la frequentano. Al fine di consentire una maggiore programmazione, abbiamo scelto di sperimentare una nuova formula che prevede anche alcune serate a pagamento - naturalmente con occhi di riguardo ai soci CAI e di Cinemazero a cui è riservato un prezzo ridotto - poichè confidiamo in un positivo riscontro che confermi l’interesse del pubblico per questo settore (la Montagna) affascinante e variegato. Le serate infatti, come detto, tratteranno diversi aspetti: la spiritualità, gli aspetti sociali/economici, gli aspetti ambientali, la parte esplorativa e quella delle grandi imprese, passando attraverso grandi e piccoli alpinisti. Un modo forse diverso di vivere la Montagna, ma al passo con i tempi che creano grandi problemi, ma offrono allo stesso tempo anche nuove opportunità. Tutto questo lo vedremo in particolare con gli autori, i registi e i protagonisti di questi interessantissimi filmati che, non a caso, sono stati ripetutamente premiati al Trento Film Festival. Ma ecco, in dettaglio, un piccolo riassunte delle serate a venire. Iniziamo giovedì 09 novembre con il film premiato Genziana d’Oro al 65. Trento Film Festival 2017, Samuel In The Clouds del regista Pieter Van Eecke. Film di denuncia dei cambiamenti climatici, questo documentario narra l’esperienza di Samuel, anziano gestore della stazione sciistica del monte Chacaltaya in Bolivia, alle prese con il ritiro dei ghiacciai e la preoccupante assenza di precipitazioni. Ogni giorno Samuel parte dal suo spettacolare rifugio per andare ad accogliere i turisti in arrivo da tutto il mondo e porta avanti la sua attività così come ha fatto per decenni. Nonostante le previsioni dei climatologi Samuel continua a sperare che a breve le precipitazioni torneranno a imbiancare la montagna. Seguirà poi, giovedì 16 novembre, una serata intitolata Quattro cadorini sulla Nord dell’Eiger con gli alpinisti Alex Pivirotto, Simone Corte Pause, Gino De Zolt e Christian Casanova, i primi cadorini a scalare la parete nord del monte Eiger, imponente montagna delle Alpi svizzere di 3970 m, su cui hanno bivaccato ad oltre 3500 metri di quota in pieno inverno pur di raggiungerne la cima. Nel corso della serata ci renderanno partecipi di questa loro grande esperienza su una montagna tristemente famosa già dagli anni ’30 per la sua durezza, contro la quale sono morti fin troppi alpinisti. Giovedì 23 novembre riprenderemo con un altro film di Trento Film Festival 2017, Assetto di volo, del regista Giulio Venier. In questo documentario tra disabilità e sport estremo troviamo le speranze, le aspirazioni e i sogni dei ragazzi che rappresentano il desiderio di riscatto e realizzazione che è proprio di ogni essere umano desideroso di vivere pienamente la propria esistenza. Saranno presenti, insieme al regista Giulio Venier alcuni dei ragazzi protagonisti cdi questa incredibile esperienza che la commenteranno con il pubblico. Gran finale giovedì 30 novembre con la partecipazione di Piero Badaloni, che ci presenterà il suo ultimo lavoro: Dolomiti, economia del bene comune. Racconta la vita di chi ha scelto di vivere in montagna, lavorando in diversi settori dell’economia alpina. La Fondazione Dolomiti UNESCO propone questo nuovo viaggio fra gli abitanti delle Dolomiti che hanno deciso di portare avanti un’idea d’impresa nell’ambiente in cui sono nati, puntando su qualità, sostenibilità e innovazione per la valorizzazione del Bene Comune.

Incontri d’Autunno

Cinema d’alta quota: la montagna e i suoi protagonisti


65mo Festival di San Sebastian

Lorenzo Codelli

San Sebastian 2017

Una ricchissima proposta caratterizza uno dei più importanti festival cinematografici europei

Wim Wenders dall’alto del pulpito papale del suo Submergence ci lancia addosso infinite prediche politico-ecologiche-metafisiche tramite un’improbabile love story tra uno 007 e una scienziata. A ennesima riconferma di quanto sia più coinvolgente la natura documentaristica rispetto a quella narrativa dell’autore di Düsseldorf. James Franco, attore e regista, ha ottenuto la Concha de Oro per The Disaster Artist, satira divertente quanto monocorde sui retroscena produttivi di The Room (Tommy Wiseau, 2003), una schifezza offHollywood divenuta leggendaria. Grazie a una lunga chioma Franco si trasforma nel pazzo egocentrico Wiseau. Il naturalismo rumeno riemerge in tutto il suo impressionante squallore e splendore in due peripli attuali : il mystery esistenziale Pororoca di Constantin Popescu, e la cronaca intimista Soldatii. Povesti den Ferentari di Ivana Mladenovic (premio per il miglior attore al corpulento Bogdan Dumitrache). Sia le prolisse tre ore del primo che le due ore del secondo richiederebbero ampie sforbiciate. La debuttante Marine Francen, ex assistente di Haneke e Assayas, si è meritata il massimo premio nella sezione Nuevos Directores per Le semeur. Un intenso, incantevole semi-western ambientato nel 1852 in un remoto villaggio alpino abitato da sole donne - i mariti sono al fronte -, costrette a spartirsi sessualmente un incauto visitatore. Seguendo coscientemente i passi del maestro Satyajit Ray, l’esordiente indiana Rima Das in Village Rockstar esplora i desideri irrealizzabili d’una ragazzina che aiuta la madre contadina in una poverissima zona paludosa dell’Assam. I due tradizionali polmoni del Festival di San Sebastián, la Spagna e l’America Latina, non hanno deluso. Malgrado le lacerazioni intestine, la Penisola iberica ha osato sottoporre agli Oscar 2018 un film al 100% catalano, Estiu 1993, già applaudito a Berlino. Carla Simón racconta in toni solari l’estate dolente d’una fanciulla che ha perso la madre e cerca di adattarsi alla famiglia adottiva. Handia, (nella foto qui sotto una scena del film) dei baschi Aitor Arregi e Jon Garaño (premio speciale della giuria), traccia l’odissea ottocentesca di un possente gigante che esibisce la sua forza erculea attraverso fiere di paese e corti nobiliari. Questo feuilleton storico-bellico di vasto respiro a tratti si confronta nientemeno che con Barry Lyndon. La prolifica Argentina, onnipresente ai festival internazionali, funge da paese leader, oltre che da principale partner finanziario, per le cinematografie del proprio continente; vi operano registi affermati come Pablo Trapero, Diego Lerman, Lucrecia Martel, Daniel Burman, divi carismatici come Ricardo Darín (Prix Donostia 2017), assieme a una miriade di talenti emergenti. Ne Al desierto di Ulises Rosell la stupenda Valentina Bassi incarna una commessa che viene rapita da un bruto attraverso le lande desertiche della Patagonia. Sforzi fisici estenuanti e sorprese del destino abbondano in questa avventura hustoniana. Al classico noir hollywodiano s’ispira Santiago Esteves ne La educación del Rey, poliziesco mozzafiato sul rapporto tra un anziano guardiano in pensione e un ragazzo delinquente. Una especie de familia di Diego Lerman racconta i disperati tentativi d’una borghese - l’attrice spagnola Barbara Lennie - per adottare un neonato. In Alanis, impietoso dramma neorealistico diretto da Anahí Berneri, l’esuberante Sofía Gala Castiglione, premiata come migliore attrice, s’immedesima nelle pene d’una prostituta perseguitata sia a casa che in strada. In Matar a Jesús Laura Mora, regista colombiana, rievoca sotto forma di thriller d’azione l’uccisione di suo padre da parte delle gang criminali. L’infernale metropoli di Medellín rappresenta il vero protagonista, esplorata nelle sue piaghe da una caméra sfrenata.


Un novembre ricco di proposte per la Mediateca

Silvia Moras

La Mediateca Cinemazero mette in campo un’articolata offerta culturale che si declina attraverso: un nutrito archivio audiovisivo e librario in costante crescita, completo di strutturati strumenti di approfondimento alla ricerca semantica e disciplinare, consulenza e reference di personale qualificato. Gli utenti della struttura, che ormai raggiungono il numero di 12.000 tesserati, potranno contare a partire da quest’autunno su una ricca proposta: rassegne cinematografiche, presentazioni di libri e incontri con l’autore, laboratori di formazione e didattica dell’audiovisivo, concorsi di critica cinematografica, workshop di avvicinamento alla tecnica e al linguaggio cinematografico. L’obiettivo sarà quello di definire la Mediateca non solo come un archivio destinato alla conservazione, catalogazione e promozione dei patrimoni, un luogo legato al prestito gratuito di libri e film, ma anche come un luogo di incontro, formazione e scoperta, un gate culturale ossia un filtro di ricerca qualitativa all’interno del patrimonio cinematografico, audiovisivo e multimediale, un teatro di sperimentazione e fruizione del nuovo. Si inizia sabato 4 novembre alle 17.30 con la presentazione della nuova e rinnovata proposta di Cinemazero YoungClub, esperienza pilota di assoluta eccellenza, unica a livello nazionale, per tutti i ragazzi interessati ai vari ambiti legati al mondo della settima arte. Possono partecipare tutti i ragazzi tra i 15 e 25 anni senza requisiti precisi o studi pregressi. Quest’anno il leitmotiv sarà SAPERE E SAPER FARE: i ragazzi, infatti, verranno accompagnati in un percorso di alfabetizzazione cinematografica che li porterà a essere sempre più autonomi e protagonisti. Grazie al lavoro in gruppo e alla condivisione di progetti, i membri dello YoungClub potranno organizzare rassegne in mediateca e al cinema, contribuendo ad arricchire la già vasta proposta di Cinemazero. Ma le opportunità non finiscono qui! I ragazzi vivranno in maniera attiva i festival e i numerosi eventi di Cinemazero, tra cui Le Voci dell’Inchiesta e Gli occhi dell’Africa, intervistando attori e registi e realizzando riprese video. Non solo teoria, quindi, ma applicazione concreta delle proprie competenze e conoscenze anche attraverso la parteciazione e accredditamento a prestigiosi festival come la Mostra del Cinema di Venezia, Trieste Science+Fiction Festival, Far East Film Festival e Le Giornate del Cinema Muto. Alla presentazione seguirà un aperitivo. Venerdì 17 novembre alle 17.30 ospiteremo la presentazione del libro Tamara Sandrin, grande appassionata di cinema e laureata in Filologia e critica dantesca, Insetti giganti e alieni mostruosi. La fantascienza può diventare paradigma della realtà quando mette in scena i nostri comportamenti nei confronti dell'altro sia esso umano o non umano (alieno e animale). La visione e l'analisi di alcuni film di fantascienza degli anni '50 e '60 ci dimostra che l'approccio dell'uomo verso l'altro alieno/animale è sempre votato al dominio e alla distruzione, al disprezzo e alla denigrazione, perpetrati con tutti i mezzi possibili: prigionia e schiavitù, sfruttamento economico, produttivo e riproduttivo, nei luoghi tipici dello sfruttamento animale (zoo, circhi, acquari, fiere ed esposizioni, laboratori di ricerca e vivisezione, ecc.) dove il corpo dell'altro è usato e trattato come un oggetto con valore puramente economico. Noi "distruggiamo ciò che non riusciamo a capire": questo ha sempre fatto e fa l'animale umano nei confronti degli animali non umani. Seguirà una rassegna serale negli spazi della Mediateca che vedrà protagonisti proprio i grandi classici della fantascienza del secondo dopoguerra.

MediatecaNews

Presentazioni di libri, rassegne di film e il nuovo anno di Cinemazero Young Club


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Dal 31 ottobre al 5 novembre il concerto di Bollani e gli Oscar del cinema fantastico europeo

Trieste ritorna ad essere la capitale europea del cinema fantastico con Trieste Science+Fiction Festival in calendario dal 31 ottobre al 5 novembre al Politeama Rossetti e al Teatro Miela. Il film d'apertura della 17a edizione di Trieste Science+Fiction Festival sarà Marjorie Prime di Michael Almereyda, presentato in anteprima italiana. Tratto dall'acclamato testo teatrale nominato al Pulitzer di Jordan Harrison, Marjorie Prime è una storia profonda e toccante, che esplora i temi della memoria, dell’identità, dell’amore e della perdita nell'era dell'intelligenza artificiale. Il futuristico “dramma da camera” di Almereyda è meravigliosamente interpretato da Lois Smith, Jon Hamm, Geena Davis e Tim Robbins. Marjorie Prime ha debuttato al Sundance Film Festival, dove ha vinto lo Sloan Feature Film Prize, riconoscimento conferito ai migliori film sul tema della scienza e della tecnologia. L'evento speciale si terrà la sera del 3 novembre 2017 con la 21a Golden Méliès Ceremony e la consegna dei Méliès d'or della European Fantastic Film Festivals Federation. Un appuntamento d'eccezione che gli organizzatori de La Cappella Underground hanno voluto rendere unico con il concerto di Stefano Bollani “FantaBollani”, un programma speciale di sonorizzazioni di classici e sorprese del grande cinema fantastico europeo delle origini. Trieste Science+Fiction presenta al Politeama Rossetti un cartellone con anteprime internazionali e italiane con il meglio della fantascienza mondiale e tre concorsi internazionali che ospitano filmmaker e cineasti da tutto il mondo in gara per il Premio Asteroide e i due Premi Méliès d’argent. Il premio alla carriera Urania d’Argento, organizzato con l'omonima testata letteraria edita da Mondadori, verrà consegnato al maestro del cinema popolare italiano Sergio Martino. L'evento speciale dedicato al grande regista di genere prevede la presentazione della recente autobiografia “Sergio Martino: Mille peccati... Nessuna virtù?” e la proiezione omaggio del cult postatomico 2019 - Dopo la caduta di New York. A Trieste Sergio Martino racconterà “la storia del lavoro di un “regista trash emerito”, cercando di bilanciare gli insulti dei critici all’uscita dei miei film e gli osanna delle nuove generazioni, il tutto grazie alla stima di Quentin Tarantino, Eli Roth, Jaume Balaguerò e altri” L'iniziativa prosegue il percorso culturale del festival triestino che negli anni ha omaggiato i grandi maestri del cinema di genere e del fantastico italiano, da Dario Argento ad Antonio Margheriti, da Enzo G. Castellari a Mario e Lamberto Bava, curando apprezzati omaggi e retrospettive rimaste nella memoria degli appassionati come Fant'Italia. La 2a edizione del Fantastic Film Forum riunirà produttori, registi, sceneggiatori, tecnici e distributori presenti al festival per una giornata intensiva di incontri e masterclass, in una prospettiva di cooperazione europea ed internazionale. In programma anche Spazio Italia, dedicato alle produzioni di cinema fantastico e sci-fi “made in Italy”, che oltre all'ampia panoramica di corti e web series ospita L’ultimo sole della notte di Matteo Scarfò e Il guardiano del ghiaccio di Salvatore Metastasio. Gli incontri Futurologia Docs & Talks e Science Fiction Cafè in collaborazione con le principali istituzioni scientifiche della città, le esposizioni dell'archivio fotografico de La Cappella Underground e le mostre di LRNZ e The Shadow Planet, i workshop con gli esperti e le iniziative per i kids, il live A/V di Wolfgang Flür (ex Kraftwerk) e i dj set, che rendono Trieste Science+Fiction Festival un appuntamento imperdibile e una vera festa per gli appassionati e gli esperti della fantascienza. Il manifesto ufficiale del Trieste Science+Fiction Festival 2017 è stato realizzato da Lorenzo LRNZ Ceccotti, importante artista e illustratore della scuola fumettistica italiana.

Trieste Science+Fiction Festival

Trieste capitale della fantascienza


Le spose bambine sarenno protette da una risoluzione europarlamentare

Taher Djafarizad

Neda Day

Diritti umani: un vero successo Pordenonese Il Parlamento europeo alle 12 e 13 minuti del 4 ottobre 2017 ha votato con una maggioranza assoluta la risoluzione contro la pratica dei matrimoni precoci ("Spose bambine”). La proposta è partita dall'Associazione Nedaday di Pordenone ed è figlia di un cammino condotto negli anni nel territorio assieme a Cinemazero, Comune e Provincia di Pordenone. Di questo percorso sono stati ambasciatori gli eurodeputati Daniela Aiuto e Marco Zullo, che hanno condotto la "battaglia" nelle sedi formali. Ora i ventisette paesi della comunita' europea hanno sei mesi di tempo per adeguarsi alla risoluzione europea. Entro gennaio a Pordenone si terrà una grandissima festa per questo risultato di civiltà, alla quale sono invitati tutti a partecipare, per onorare un traguardo di cui Pordenone, il Friuli Venezia Giulia e l’Italia possono davvero fregiarsi. Ricostruiamo di seguito quali sono state le tappe salienti del cammino culturale fatto a partire dalla nostra città. A Teheran, il 20 giugno 2009, Neda, una studentessa di filosofia, in compagnia del suo insegnante, stava partecipando alla protesta pacifista contro l'esito sospetto delle elezioni. Un membro della milizia armata le sparava contro. Un filmato amatoriale dell'epoca mostra Neda cadere a terra e morire. Neda è diventata il simbolo di una volontà di rivendicazione del diritto alla libertà di manifestare da parte delle donne che noi, con l'associazione Neda Day, sosteniamo con forza insieme con l'aiuto e la collaborazione della società civile: le amministrazioni dei territori in cui viviamo e operiamo, i professori universitari, gli insegnanti e gli studenti delle scuole, gli operatori culturali, gli artisti. Partendo da un'analisi di quanto accade in Iran, dove una legge islamica tradizionale, la sharia, impedisce alle donne alcuni diritti fondamentali, l'associazione Neda Day ha promosso fin dalla sua fondazione una serie di iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica a livello sia nazionale che internazionale verso alcuni temi di importanza cruciale perché afferenti alla dignità di ogni persona. Primo fra tutti quello relativo alla triste condizione delle spose bambine. La nostra azione si concretizza in un monitoraggio costante su questo fenomeno così diffuso in tutto il mondo, che equivale a negazione dell'infanzia e imposizione di una violenza da parte di uomini adulti, per lo più anziani. Siamo orgogliosi di annunciare che una proposta di legge europea, per il contrasto al fenomeno, è stata approvata da pochissimo anche grazie al nostro contributo e che tutti i paesi dell'area europea hanno 6 mesi di tempo per allinearsi alle misure da essa dettata. Su questo tema Neda Day ha promosso incontri e conferenze sia in Italia che all'estero, come quello con l'ex ministro dell'integrazione del governo Letta, onorevole Kashetu Cecile Kyenge, e ha sostenuto la creazione di servizi di pubblica utilità come il numero verde nazionale per la difesa delle spose bambine (800 290 290). Dall'impegno verso le spose bambine, Neda Day ha esteso il suo impegno alla lotta per i diritti mancati della popolazione femminile dei paesi islamici e assieme al comune di Pordenone ha istituito una borsa di studio a favore di chi realizza una tesi di laurea sui diritti delle donne. Ha inoltre promosso la campagna contro la lapidazione che negli anni ha condotto prima al Parlamento Europeo poi all'ONU la vicenda della signora Sakineh Ashtiani che, per l'interessamento del Presidente del Parlamento Europeo e del suo Ministro degli Esteri, dott.ssa Katrin Ahston (2010), oggi è libera e vive con i suoi figli. Neda Day ha anche attivato iniziative per l'abolizione del divieto, nei paesi islamici, di far entrare le donne negli stadi e nei palazzetti dello sport per assistere a eventi sportivi (a Firenze nel 2014, a Pesaro nel giugno 2017, ora anche a Pordenone). Con Cinemazero abbiamo contribuito a portare in sala oltre alla cittadinanza, anche centinaia di studenti e di insegnanti. Abbiamo mostrato loro film e documentari utili per alzare il velo su paesi e realtà distanti da noi solo geograficamente: ogni opera infatti, da Sta per piovere di Haider Rashid a La sposa bambina. Mi chiamo Nojoom, ho 10 anni e voglio il divorzio di Khadija alSalami, parla in modo forte e chiaro a tutti noi, che siamo irrimediabilmente uguali nella nostra dimensione umana, costruita su istanze di libertà e diritti che non conoscono bandiere e credo religiosi.


LA SCUOLA AL CINEMA | NOVEMBRE 2017

Al prezzo di € 3,00 a studente (insegnanti e adulti accompagnatori non pagano), è possibile partecipare alle proiezioni mattutine presso le sale di Cinemazero e dello Zancanaro. Ogni proiezione è un evento, accompagnato dal commento critico di un esperto. E' obbligatoria la prenotazione scrivendo a didattica@cinemazero.it Ogni mese insegnanti e segreterie didattiche ricevono tramite mail la lista di tutti gli appuntamenti in sala. Per essere inseriti nella mailing list, inviare il proprio contatto a didattica@cinemazero.it EVENTO SPECIALE Lunedì 20 novembre ore 9.00 | SalaGrande | Cinemazero | Ingresso libero

L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA

di Aki Kaurismäki. Con Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivuld Finlandia 2017, 98' Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza | Proiezione evento destinata a studenti e insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado Khaled è un rifugiato siriano che ha raggiunto Helsinki dove ha presentato una domanda di asilo che non ha molte prospettive di ottenimento. Wilkström è un commesso viaggiatore che vende cravatte e camicie da uomo il quale decide di lasciare la moglie e, vincendo al gioco, rileva un ristorante in periferia. I due si incontreranno e Khaled riceverà aiuto da Wilkström ricambiando il favore. Nella società che li circonda non mancano però i rappresentanti del razzismo più becero [MYmovies.it] La Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza segna la celebrazione della data in cui venne approvata la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. I temi sviluppati sono quelli legati alla necessità e al diritto del bambino di ricevere protezione e cura. Era il 20 novembre 1989. Ogni anno, il 20 novembre, si ricorda questa data in tutto il mondo. L'ingresso è libero. La proiezione è resa possibile grazie al supporto di Comitato UNICEF Pordenone e di Garante per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del Friuli Venezia Giulia. Informazioni e prenotazioni: didattica@cinemazero.it

GLI OCCHI DELL'AFRICA 2017 | PROPOSTE MATTINÉE PER LE SCUOLE

Tutti i film di questa edizione sono disponibili per matinée a richiesta, scrivendo a didattica@cinemazero.it Destinatari ideali: studenti scuole secondarie di secondo grado

AFRICA PARADIS

di Sylvestre Amoussou, Francia/Benin 2006, 86’ Nel 2033 la cartina del mondo “si è rovesciata”: il nord è prigioniero di una dura crisi economica, il sud diventa un eden. Il film, divertente, ironico ma profondo, è il ritratto che il regista Sylvestre Amoussou fa di un’epoca futura, in cui l’Africa ha consolidato la sua unità ed ha dato vita agli Stati Uniti d’Africa, mentre l’Occidente è costretto a confrontarsi con la povertà, la fuga di cervelli, l’emigrazione.

AYA, LA VITA A YOP CITY

di Marguerite Abouet e Clément Oubrerie, Francia/Costa D’Avorio 2013. Animazione, 84’ Costa d’Avorio, fine anni ’70, anni della spensieratezza: Aya, 19 anni, vive a Yopougon, quartiere popolare d’Abidjan. A differenza delle sue due amiche, che non pensano che a divertirsi la notte nei maquis e a sedurre i buoni partiti, Aya preferisce stare a casa a studiare. Attorno a loro si incrociano altri personaggi divertenti. Un eccezionale film di animazione che nasce da un fumetto divenuto famoso scritto dai registi Marguerite Abouet e Clément Oubrerie.

SPECIALE MIGRAZIONI - I FILM DI ANDREA SEGRE — A SUD DI LAMPEDUSA (2006) — COME UN UOMO SULLA TERRA (2008) — MARE CHIUSO (2012) — IL PESO DELL’ACQUA (2014) — L’ORDINE DELLE COSE (2017) NOVITA'!

Le scuole interessate, sempre scrivendo a didattica@cinemazero.it, potranno organizzare uno o più matinée scegliendo fra i film di Andrea Segre, uno dei massimi esperti italiani e regista di film chiave sul tema. Tutti i film saranno introdotti da un esperto e da un contributo video dedicato di Andrea Segre.


1837 – 2017…..180 SUONATI!

Domani accadrà ovvero se non si va non si vede

Pordenone, Teatro Verdi – Sabato 18 novembre 2017 ore 20.45

In occasione della ricorrenza del 180° anniversario dalla propria fondazione, la Filarmonica Città di Pordenone si esibirà in un concerto con l’obiettivo non soltanto di festeggiare l’importante traguardo raggiunto con tutte le organizzazioni ed associazioni del territorio, tra cui Cinemazero, con cui ha più volte proficuamente collaborato, ma anche e soprattutto con lo scopo di rappresentare, alla cittadinanza, il proprio valore culturale, arricchito dalle numerose e qualificanti collaborazioni musicali messe in campo negli anni. Il 180° sarà inoltre l’occasione per la realizzazione di un’iniziativa nuova per la Filarmonica che collabora con il dott. Roberto Calabretto, docente di storia della musica presso l’Università di Udine, alla realizzazione di una pubblicazione, all’interno della quale verrà ricostruita la storia della Filarmonica sia dal punto di vista associativo, attraverso il reperimento e l’analisi di notizie storiche, che dal punto di vista musicale, attraverso il recupero e la valorizzazione dell’archivio musicale, parte del patrimonio dell’associazione. Proprio da questo lavoro di ricerca e recupero storico realizzato per il libro sono stati tratti i materiali (sia in termini di brani musicali che di episodi di rilievo nella storia dell’Associazione e dei suoi direttori) per la realizzazione del concerto-evento, all’interno del quale la Filarmonica presenterà, attraverso la musica ma non solo, la propria storia e i propri valori fondanti, anche in una logica di restituzione alla comunità del valore prodotto in questi anni dall’associazione. Per l’occasione la Filarmonica presenterà anche, in prima esecuzione, un brano musicale appositamente commissionato al proprio maestro, Didier Ortolan. Info: www.filarmonicapordenone.it

IL VOLO DEL JAZZ – 13MA EDIZIONE

Sacile, Teatro Zancanaro – fino a sabato 2 dicembre 2017

Il Volo del Jazz ospita anche quest’anno musicisti da tutto il mondo per una rassegna all’insegna della novità per presentare al nostro pubblico un jazz senza confini e aperto alle tante varianti che questo genere musicale può offrire. Una rassegna di respiro internazionale che vuole parlare molte lingue, con la volontà di rivolgersi a tutti, sia agli appassionati sia a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questo genere musicale. Questa tredicesima edizione a Sacile, il Giardino della Serenissima, vuole essere anche condivisione con il pubblico di un percorso stimolante attraverso una musica viva e in continua trasformazione, sintesi di ricerca e innovazione. Gli appuntamenti di novembre sono sabato 4 con il Vincent Peirani “Living Being” Quintet, giovedì 9 con Brad Mehldau e Chris Thile, sabato 18 con Simona Molinari “Loving Ella” con Mauro Ottolini special guest, sabato 25 con il Dave Holland Trio; la manifestazione si chiuderà sabato 2 dicembre con Spiritual Galaxy, un progetto nato da un'idea di Nicola Conte che fin dall’inizio ha voluto al suo fianco Gianluca Petrella e Raffaele Casarano, due grandi fuoriclasse del jazz italiano che proporranno un repertorio tra Afro 70’s e sound di Detroit, costruendo un ponte ideale fra cultura africana,spiritualjazz ed elettronica. Info: www.controtempo.org

MARAVEE MIND

Majano, castello di Susans – dal 5 al 12 Novembre 2017

Dopo la preview estiva a cura dell’artista visivo Mauro Ceolin, Maravee Mind inaugurerà ufficialmente il 4 novembre al Castello di Susans (Majano, Ud) con la mostra “Gli emisferi di Bigas Luna”. La XVI edizione del Festival Maravee intitolata Maravee Mind ritorna con un corollario di proposte che, ruotando attorno al corpo centrale del progetto dedicato all’opera poliedrica di Bigas Luna, indagheranno la linea di confine tra Ragione e Passione. Un viaggio nella mente creativa di artisti visivi, danzatori, attori, musicisti e stilisti per riaffermare che raziocinio e passione sono parte di un’unica costellazione, che l’una non è il contrario dell’altra ma, piuttosto, la sua ombra. Info: www.progettomaravee.com


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