GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina VENERDÌ 25 GIUGNO 2021 ANNO IX NUMERO 132
quindicinale d’informazione www.15giorni.it
L’AMORE PER LA TERRA DÀ SOLO BUONI FRUTTI
IL ROSETO DI ANGELA È UN ANGOLO DI PARADISO TRA COLORI E PROFUMI VOLUTO A CANNE GHECHE DA GIUSEPPE FOFI, CHE HA TRASFORMATO L’AREA ATTORNO A CASA IN UN GIARDINO CON 400 PIANTE E 230 VARIETÀ DI ROSE. LO HA DEDICATO ALLA MOGLIE DOPO ESSERE RIMASTO FOLGORATO DAI ROSETI DI PARIGI E MADRID. L’ISPIRANO LO SPAZIO BOTANICO DI CAVRIGLIA NELL’ARETINO E LE IMPRONTE LASCIATE DALL’ INGLESE GERTRUDE JEKYLL
IL CASO
ALLARME AMBIENTALE PER I DETRITI NEL CANALE LA ZONA DELLA STAZIONE IDRICA DI POMPAGGIO A RAGGIO SOPRAFFATTA DA INCURIA E PROBLEMI STRUTTURALI. RESIDENTI PREOCCUPATI E ARRABBIATI. LA LEGA RIAPRE IL CASO DEI CONTROLLI E DEI LAVORI
di MASSIMO BOCCUCCI
competenza del Comune. L’incuria e la mancata È stato rilanciato l’allarme ambientale nella frazione di Raggio, con un altro segnale dei rependenza del canale non permettono alle acque sidenti sempre più preoccupati e arrabbiati. Sedi defluire a valle, anche a causa di un’ostruzione prodotta da un accumulo di terra che forma di dimenti sono stati recuperati nel canale di scolo fatto una diga impedendo il fluire verso il fiume delle pompe presso la stazione idrica. Lo stato Saonda. “Da diversi anni gli abitanti della zona di incuria e abbandono si trascina nonostante i ripetuti appelli e le rassicurazioni dell’Ammie rappresentanti istituzionali - spiega la Lega nistrazione Comunale. Sullo sfondo ci sono gli si occupano dello stato di incuria del canale di scolo delle pompe di Raggio, paventando un riesposti per un intervento degli organismi di Il canale incriminato di Raggio schio sanitario che le acque in uscita dalle pomcontrollo e della magistratura per fare chiarezza pe, oltre alle piogge, possano tornare a monte per poi finire dentro e accertare eventuali responsabilità. Il gruppo consiliare della Lega ai pozzi di acqua potabile e quindi nelle case dei cittadini. Alcune porta la vicenda in consiglio comunale con un’interrogazione nella quale sollecita chiarimenti in merito all’indagine svolta da Arpa associazioni ambientaliste hanno richiesto un’analisi approfondita Umbria, chiedendo quando riprenderanno i lavori di ripulitura del da Arpa dei sedimenti depositati lungo il canale di scolo emersi durante la ripulitura del canale. Era stata paventata un’ipotesi di incanale sia a monte che a valle. quinamento del fondale, anche per emissioni male odoranti dovute LA MOZIONE a probabili scarichi prodotti negli anni precedenti da un piccolo I consiglieri leghisti Angelo Baldinelli, Michele Carini e Stefano canale affluente”. Pascolini (quets’ultimo dimissionario dall’incarico) riaprono il L’assessore Piergentili ha escluso ogni ripercussione inquinante, ma caso, dopo una mozione presentata a luglio 2019 e poi approvata in aula a settembre. L’assessore ai Lavori Pubblici, Valerio Piergena distanza di tempo non ci sono stati interventi di ripulitura né strutturali. Le erbacce sono un pericolo e l’acqua stagnante torna a tili, ha cercato un accordo con Umbra Acque per procedere alla costituire una minaccia ambientale. ripulitura del canale nella parte verso la stazione idrica, visto che la seconda parte sotto la variante della strada Pian d’Assino è di
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COPERTINA
IL ROSETO DI ANGELA È UN INNO ALLA DONNA
di MASSIMO BOCCUCCI
GIUSEPPE FOFI APRE IL GIARDINO DI CASA CHE A GIUGNO, TRA COLORI E PROFUMI, SI RIVELA IN TUTTO IL SUO SPLENDORE PER LA FIORITURA. È DEDICATO ALLA MOGLIE
Benvenuti in paradiso. Questo angolo di terra riconcilia col mondo, qui la natura sa dare le migliori risposte al logorio della vita moderna. L’amore per la terra dà solo buoni frutti: la pensa così da sempre Giuseppe Fofi, che ci racconta una bella storia aprendo le porte del suo giardino nella convinzione che la bellezza va sempre condivisa. La fioritura esalta colori e profumi che in questo spazio così speciale lasciano una scia capace di conquistare gli occhi e l’olfatto. L’ha chiamato il Roseto di Angela, omaggiando la moglie con 400 piante e 230 varietà di rose selezionate, tra le oltre 8.000 conosciute, in 1.100 metri quadrati con un impatto affascinante in via Masaccio a Canne Greche. Se ne occupa ininterrottamente da un ventennio, portandosi dietro l’esperienza professionale di imprenditore floricolo esercitata per 12 anni prima di cambiare vita. Oggi lavora al servizio 118 come autista per i soccorsi e dedica tutto il tempo libero a coltivare quelle creature che ha messo a dimora attorno casa.
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“LO SPAZIO RAPPRESENTA LA MIA ANIMA, È QUALCOSA DI INTIMO E LO SI FA COME SI È. UN’OASI DI PACE IN UN MONDO CON TROPPE COSE BRUTTE”
“QUESTO GIARDINO È UN OMAGGIO ALLA DONNA DELLA MIA VITA, CON LEI STIAMO INSIEME DA 36 ANNI E NE AVEVO 16” STUDIO E VIAGGI “La passione per le rose viene da lontano - racconta -, le ho studiate e ho girato i roseti di tutta Europa scegliendo per il giardino le più belle e funzionali pure per le caratteristiche dell’ambiente. Ho tenuto conto della struttura, del loro profumo e dei colori dal bianco al rosso tenue. Le curo come se fossero dei figli”. La moglie l’aiuta nella gestione straordinaria e il figlio Riccardo all’occorrenza fa la sua parte per mandare avanti i 12 settori delle 5 “stanze” in cui ha suddiviso l’area, dall’ingresso con l’arco all’orto di Baldino dedicato al suocero, dalla stanze delle lavande quella della veranda e del gazebo romantico. C’è del sentimento e la capacità di adattamento nella missione di Giuseppe Fofi: “Amo la campagna che è la mia terapia, legato ai quattro cani e il gatto che sono parte della famiglia. Il giardino è un inno alla donna della mia vita, con Angela stiamo insieme da 36 anni e ne avevo 16. Questo angolo rappresenta la mia anima, è qualcosa di intimo e lo si fa come si è come un’oasi di pace in un mondo con troppe cose brutte. Talvolta mi sveglio all’alba per dedicarmi al roseto. Con le piante ho un
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“NON ANDRÒ OLTRE, PREGO DIO CHE HO FINITO LA TERRA A DISPOSIZIONE. CHI VIENE A TROVARMI RESTA PIÙ COLPITO ANNUSANDO, È ISTINTIVO IL GESTO DI PORTARE UNA ROSA AL NASO” rapporto pragmatico, cerco di interpretarne i bisogni avvertendo se soffrono. Non so quantificare l’acqua che serve, però ho un pozzo che copre tutte le esigenze”. LE FOLGORAZIONI Ci sono state le folgorazioni nell’andare alla scoperta dei giardini più belli, come il roseto botanico di Carla Fineschi in località Casalone a Cavriglia, in provincia di Arezzo, e all’estero a Madrid la Rosaleda del Retiro Rosaleda del Parque del Oeste, fino a Parigi il Parc de Bagatelle e la Roseraie a Val-de-Marne. “Tornai a casa pieno di idee e spunti - ricorda -, cosi ho pensato di fare una cosa del genere. Sapevo ciò che mi aspettava, un roseto meglio lo si cura e più si mantiene nel tempo. Costa sicuramente più mantenerlo che allestirlo e io faccio tutto in famiglia. Mai quantificate le spese, in vent’anni ho rinunciato a vacanze e viaggi per una scelta condivisa in casa”. Il passato da arbitro a buoni livelli l’ha reso un uomo di regole (“Sono rigido, non rimando mai gli impegni”) che sa approcciare le difficoltà: “Le rose non temono il freddo, resistono fino a 20 gradi sotto zero, ma il problema sta nelle brinate. Non si può fare nulla se non pregare e aspettare, quello è il momento più delicato.
Tra marzo e aprile i boccioli possono abortire per le brinate che condizionano la prima fioritura”. SCELTE PRECISE Certe scelte nascono tra cuore (“L’ultima rosa nata spontaneamente l’ho chiamata Miss Angela”) e ragione: “Non mi occupo di ibridi poiché bisogna strutturarli e seguirli in spazi che non ho. C’è una tecnica particolare negli ibridi, bisogna piantare e vedere ciò che viene fuori con tempi lunghi perché servono 8 anni con 200300mila semi per vedere 6-8 piante”. La prossima sfida? “Il giardino è sempre in evoluzione, aspetto che crescono diversi livelli e poi valuterò. Mi ispiro all’artista e scrittrice inglese Gertrude Jekyll, appassionata di botanica vissuta nella seconda metà dell’800 fino al 1932, che prendeva appunti in estate e poi guardava ciò che non funzionava nei suoi giardini. Io non vado oltre, prego Dio che ho finito la terra a disposizione e penso soltanto a ottimizzare. Sono esplorativo, pensando a come ho iniziato, e contemplativo nel prendere coscienza di ciò che ho realizzato vivendo il roseto nella sua pienezza. Chi viene a trovarmi resta più colpito annusando, del resto è sempre istintivo il gesto di portare una rosa al naso”.
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“AMO LA CAMPAGNA CHE È MIA TERAPIA, SONO LEGATO AI QUATTRO CANI E IL GATTO CHE SONO PARTE DELLA FAMIGLIA” NOZZE La Tenuta di Fassia si prepara a ospitare il rito civile tra l’imprenditore eugubino e Annunziata del Liechtenstein
LA FAVOLA DI EMANUELE E LA PRINCIPESSA
La favola di Emanuele e Annunziata, tra borghesia e sangue blu che spezzano schemi e incantesimi. Lui è il quarantaduenne Emanuele Musini, investitore imprenditore nel settore medical. Lei si chiama Maria Annunciata Astrid Giuseppina Veronica di Liechtenstein, per tutti Annunziata, 36 anni, figlia maggiore del principe Nikolaus e della principessa Margaretha di Lussemburgo. Il rito civile nella villa della Tenuta di Fassia è previsto per il 26 giugno e sarà un amico eugubino della coppia a celebrare. Si ritroveranno un’ottantina di persone per il pranzo gestito da una nota famiglia di ristoratori eugubini. Top secret la lista degli invitati, non escludendo qualche testa coronata anche se la cerimonia religiosa ci sarà in un secondo momento a Vienna. PICCOLO È BELLO L’amore tra i due si è rafforzato tra queste colline oltre che tra New York e il principato del Liechtenstein, il quarto Stato più piccolo d’Europa lungo 25 chilometri di lingua tedesca tra Austria e Svizzera, centro culturale e finanziario conosciuto pure per i castelli medievali, i paesaggi alpini e i tanti sentieri con Vaduz capitale. Lei è molto alla mano, appassionata di opere d’arte collezionate anche al museo nazionale Kunstmuseum Liechtenstein. Emanuele Musini ha fatto la sua strada da co-fondatore di Pillo Healt, al di là dell’attività di famiglia lasciata agli eredi dal padre Nicolò, con la nonna Elena Mancini molto conosciuta in città, trovando risalto con l’operazione Pillo, intelligent personal
assistant progettato per aiutare le persone a stare in salute (un robot che conosce le calorie dei soft drink, tiene d’occhio il bebè nella culla e avverte quando è l’ora dei medicinali). Per il rito civile e il pranzo la coppia ha scelto i luoghi eugubini della fanciullezza di Emanuele, nel complesso di ettari e casali intorno alla villa utilizzata per cerimonie e feste. Lui ha fatto per anni la spola con gli Stati uniti, scelta controcorrente per un ragazzo formatosi nelle migliori scuole internazionali, conseguendo la laurea in media studies con business studies presso l’università dell’East Anglia, per poi fare esperienza in aziende come Sant’Anna Energy, Tdf, Brw & Partners. LA DINASTIA Entra in una dinastia tra le più antiche e prestigiose del vecchio continente, da cui il principato prende il nome. Il suocero, principe Nikolaus è il terzogenito di Francesco Giuseppe II Principe del Liechtenstein, che nel 1982 a Notre-Dame ha sposato la principessa Margherita di Lussemburgo, quarta figlia di Giovanni di Lussemburgo e di Giuseppina Carlotta del Belgio, sorella minore di Enrico attuale granduca del Lussemburgo. Questa famiglia proviene dal castello di Liechtenstein in Bassa Austria, che ha posseduto dal 1140 al XIII secolo e dal 1807 in poi. Attraverso i secoli la dinastia ha acquisito vaste aree di terreno, prevalentemente in Moravia, Bassa Austria, Slesia e Stiria. In questa gloriosa storia ora entrano anche un po’ di Gubbio e di sangue eugubino. M.Boc.
LA NOVITÀ
DALLE ARMI ALLE MASCHERINE TRA SIMBOLI E SUGGESTIONI GIUSEPPE ACACIA PERSONALIZZA I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CON I LOGHI DELLE AZIENDE, LE FOTO DI LUOGHI E FIGURE STORICHE ANCHE A TEMA RELIGIOSO, MENTRE CONTINUA A PRODURRE OGGETTISTICA DEL MEDIOEVO NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE. HA CHIESTO ALLA SANTA SEDE DI POTER USARE L’IMMAGINE DI PAPA FRANCESCO Dalle armature alle mascherine chirurgiche il passo è breve quando si fa della necessità una virtù. Del resto, il lockdown e in questo caso il crollo dei flussi turistici, riconvertire la propria attività di souveGiuseppe Acacia di Medio Evo nir è stata una questione di sopravvivenza aziendale aguzzando l’ingegno. Realizzare mascherine è diventata una pratica diffusa, ma Giuseppe Acacia ha fatto di più perché ha fortemente voluto tutte le certificazioni per mettere sul mercato quelle chirurgiche di alta qualità, pensando oltretutto di personalizzarle tipo souvenir e con i marchi delle aziende a cui destinare ingenti quantitativi. L’attività artigianale si è trasformata in una ricerca di mercato che ha portato la sua azienda Medio Evo a diventare unica nella fornitura di mascherine con immagini e loghi esclusivi di città, contesti, imprese e marchi. I SIMBOLI Viaggia con un campionario che esalta anche le bellezze artistiche nelle città, a cominciare da Gubbio, e i simboli della tradizione come il patrono Sant’Ubaldo. Nella sede a Ponte d’Assi si producono migliaia di mascherine in un’ala dello stabile dove fanno bella mostra i simboli medioevali del periodo considerato da sempre il più affascinante della storia. Acacia ha aperto anche un’altra pagina della sua vita professionale dopo un’esperienza ultra-cinquantennale per creare articoli come armi e armature per cultori, oltre ai souvenir, con la genialata di assicurarsi nel 2004 l’esclusiva per l’Italia di realizzare e commercializzare l’anello ispirato alla saga cinematografica “Il Signore degli Anelli”.
di MASSIMO BOCCUCCI
IL RILANCIO Acacia si sentiva un leone in gabbia: “Sono crollate la produzione e la vendita dell’oggettistica con i magazzini pieni e senza alcuna possibilità di riprendere a creare qualcosa, perciò volevo e dovevo fare qualcosa anche per non disperdere il patrimonio di collaboratori che sono con me da anni”. Non ha rinunciato alla propria identità cercando con i familiari la via d’uscita per continuare a fare impresa. “Abbiamo creato - spiega - una mascherina chirurgica certificata lavabile di qualità eccellente. Ha superato tutti i test necessari richiesti per legge, ottenendo la certificazione Ce come dispositivo medico di tipo Iir resistente agli spruzzi, certificata in Italia da ente italiano accreditato Accredia. Adesso stiamo lavorando a una tipologia da brevettare”. IL PERCORSO Ha iniziato producendo mascherine in tinta unita e fantasia per adulti e bambini, distribuite tramite i canali commerciali di prodotti sanitari, per poi sviluppare un prodotto certificato e personalizzabile, destinato alle aziende per il loro personale dipendente e come souvenir con stemmi e immagini di città oppure con di personaggi famosi e a tema religioso. “Per ora siamo gli unici nel settore - dice - che producono dispositivi medici certificati di tipo lavabile personalizzati a prezzi competitivi. Conserviamo al contempo orgogliosamente la vocazione e l’entusiasmo di produrre gli articoli tradizionali - sottolinea - per far sì che un pezzo dell’artigianato continui a portare nelle case un simbolo della storia medievale”.
CULTURA Le Università delle Artie e dei Mestieri di Gubbio unite in uno spazio esposito di 670 metri quadrati
ARTI E MESTIERI SI RACCONTANO A PALAZZO BENI
Arti e mestieri nello storico palazzo Beni. Vi trovano posto 2.150 oggetti su 670 metri quadrati di spazio espositivo in 25 diverse sezioni disposte su tre livelli. Il contenitore è davvero di pregio perché questo edificio nobiliare a San Martino, risalente al 1400, è stato costruito unendo edifici più antichi e qui soggiornarono i papi Martino V nel 1420 e Giulio II nel 1506. Ospita il Museo delle Arti e dei Mestieri, un progetto che ha unito l’Università delle Arti e dei Mestieri di Gubbio, le Università dei Muratori, Calzolari, Sarti, Fabbri, Falegnami con la Società operaia di mutuo soccorso, il Comune
e la Diocesi con il contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. In questi spazi vengono custodite le radici e tradizioni legate alle arti e ai mestieri che nel corso dei secoli hanno costituito un volano economico-sociale della città. La narrazione coinvolge gli artigiani che con l’impegno e le opere mantengono vive quelle tradizioni. Il museo si propone come luogo d’incontro interattivo e didattico. Apertura dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.30 di sabato e domenica nei mesi di giugno e luglio, mentre dal primo agosto al 5 settembre tutti i giorni. R.Bar.
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ATTUALITÀ
GUBBIO CULTURA, L’OMBRA DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA IL CONSIGLIERE MARZIO PRESCIUTTI CINTI DENUNCIA DEBITI E GRAVI INADEMPIENZE CHIEDENDO UNA VERIFICA DI NUMERI E STRATEGIE DELLA SOCIETÀ PARTECIPATA Rimane sotto tiro la Gubbio Cultura e Multiservizi Srl per la gestione tra incassi e spese, debiti e funzioni. Ci sono nuove pressioni e sospetti sulla società interamente di proprietà del Comune che svaria tra gli introiti della farmacia comunale e dei Marzio Presciutti Cinti parcheggi a pagamento per sostenere una ventina di dipendenti, oltre ai collaboratori, nel gestire il sistema museale, con particolare riferimento al museo civico del palazzo dei Consoli. Il commercialista Paolo Rocchi è l’amministratore su mandato del consiglio comunale dopo l’indicazione della Giunta Stirati, che ha confermato l’attuale assetto al di là della volontà delle forze politiche di maggioranza che vorrebbero esercitare una forma di controllo e avrebbero voluto nuove nomine quando il sindaco ha proceduto, dopo le diaspore interne alla coalizione, al rimpasto degli assessori senza però toccare questa discussa società partecipata. L’AFFONDO DI MARZIO Tra le perdite ecoonomiche e le strategie, è tornato alla carica Marzio Presciutti Cinti, già candidato a sindaco del centrodestra nel 2019
di MASSIMO BOCCUCCI
passato a metà aprile nel centrosinistra con Azione di Carlo Calenda pur restando all’opposizione. In un ordine del giorno, Presciutti Cinti chiede la costituzione di una commissione d’inchiesta, che chiama di verifica per mettere a fuoco la situazione nel periodo 2014-2017 quando era nelle mani di Stirati. Il consigliere comunale di minoranza denuncia, dallo studio di atti e documenti, che “sono evidenziate importanti criticità e plausibilmente gravi mancanze da parte del sindaco nella sua duplice funzione di primo cittadino e responsabile alle deleghe sulle società partecipate, almeno in quel periodo”. Presciutti Cinti sottolinea che “l’amministratore è responsabile della gestione ordinaria dell’azienda, ma ha il dovere interloquire con l’assessore competente, nel caso del periodo 2014-2017 il sindaco, per ricevere istruzioni sulle scelte strategiche che l’azienda dovrà compiere nel suo cammino imprenditoriale. Gubbio Cultura ha chiuso, in quel periodo, i bilanci in forte perdita generando un danno indiretto alle finanze del Comune e quindi dei cittadini”. Asarà interessante vedere come si regolerà la maggioranza, dopo aver dato seguito all’operazione voluta dall’allora sindaco Orfeo Goracci che all’epoca e per lunghi anni si è tirato dietro a più riprese le critiche e le accuse dell’opposizione diventata poi in alcuni casi maggioranza.
RIPARTENZA Voglia di movida ma i residenti protestano per gli schiamazzi: Stirati mette i paletti su musica e alcol
GUBBIO TORNA A VIVERE DI NOTTE TRA SORDINA E CONTROLLI
Come conciliare la voglia di tornare a vivere specie di sera, che di questi tempi va oltre la semplice espressione movida, e l’esigenza di chi non ama troppo fracassi a certe ore. Mediare è complicato. Ora ci Scene da una sera di inizio estate a Gubbio sono le regole che il sindaco Filippo Mario Stirati vuole rafforzare nell’invito ai gestori dei locali notturni a collaborare sul divieto di alcol ai minorenni, la musica non alta e comunque fino a mezzanotte, la vigilanza privata per evitare assembramenti anche se costituisce un costo aggiuntivo. Il sindaco non prevede ordinanze restrittive, però si è detto pronto ad adottare atti specifici per i locali che non dovessero far rispettare le regole. NECESSITÀ DI MEDIARE Ci prova la Giunta Stirati a trovare le risposte dopo le segnalazioni dei residenti del centro storico, che coinvolgono vigili urbani e carabinieri quando dopo mezzanotte il trambusto non si placa fino all’appello al sindaco sollecitato ad assumere provvedimenti stringenti. Molti, soprattutto i giovani e gli esercenti dei locali notturni, ribattono che Gubbio è già di per sé poco vitale
e ci mancano solo le ulteriori restrizioni rendendola ancora più spenta. Una bella lotta tra tesi, usi e costumi. Il sindaco cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. C’è stato un incontro Il sindaco Filippo Mario Stirati con gli esercenti di quell’area del centro, che maggiormente viene segnalata come eccessivamente rumorosa, delimitata tra le parallele di corso Garibaldi e via Piccotti. In questa parte del centro ci sono ripetute segnalazioni che denunciano i rumori fino all’alba con la musica troppo alta, giovani ubriachi e sporcizia nei vicoli. È stato rinnovato l’invito agli esercenti di controllare, attraverso il documento d’identità, l’età che chi prende alcolici e a disattivare la musica a mezzanotte, tenendola comunque a livelli non alti, fino all’invito a dotarsi di una vigilanza privata che possa gestire al meglio le situazioni di assembramento. Il sindaco si è impegnato a richiedere una maggiore presenza di Carabinieri e Guardia di Finanza, mentre in questo periodo estivo la presenza dei vigili urbani viene garantita nei fine settimana fino alle ore 2 di notte. M.Boc.
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LA STORIA
FIUMANA PENSA A ERIKSEN: “IO CI SONO PASSATO” L’EX DIFENSORE ROSSOBLÙ È STATO SALVATO DAI SOCCORSI TEMPESTIVI IN BELLARIA-GUALDO IL 10 APRILE 2004. OGGI È DELEGATO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CALCIATORI E PUNTA MOLTO SULLA FORMAZIONE CON I CORSI E LA PREVENZIONE
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Andrea Fiumana ha avuto un sussulto davanti la tv quando ha visto le scene drammatiche con Christian Eriksen a terra. Ci ha pensato subito: la sua vicenda personale di 17 anni fa e aspetti che nello sport, il suo mondo, gli sono cari da sempre come formazione, prevenzione e pronto intervento. Tutto ha funzionato per il meglio durante Danimarca-Finlandia agli Europei, così come tutto funzionò il 10 aprile 2004 quando è toccato a lui fronteggiare un problema serio che ha rischiato di finire in tragedia, proprio come per Eriksen. Il ricordo e la testimonianza di Fiumana ci sono utili per capire quanto sia importante saper prestare immediatamente i soccorsi, conoscendo le tecniche basilari per poter salvare la vita a qualcuno in momenti drammatici che potrebbero rivelarsi senza via d’uscita in mancanza di un intervento tempestivo ed efficace. Come insegna la storia del passato che torna per Andrea Fiumana, oggi 45 anni, delegato dell’Associazione Italiana Calciatori (Aic) in cui è referente per la Lega Pro, uomo di fiducia del presidente Umberto Calcagno. LA STORIA Il cesenate Fiumana vive ormai da lungo tempo a Gubbio e ha avuto trascorsi da difensore con quasi 500 partite in carriera, cominciata nel 1992 e a buoni livelli nei professionisti con lo stesso club rossoblù per quattro stagioni, oltre che Gualdo, Cesena, Reggiana, Sassuolo e Catania per poi chiudere l’esperienza col calcio giocato nei dilettanti umbri tra Città di Castello Group e Pontevecchio nel 2013. La memoria torna a quell’aprile 2004 quando Fiumana aveva 29 anni e giocava nel Gualdo in Serie C2. Quel che gli è capitato allo stadio Nanni di Bellaria contro i romagnoli lo proietta al presente: “Vedendo ciò che è accaduto a Eriksen, ho rivissuto quei momenti pensando a quanto sia importante la formazione tanto che con l’Aic stiamo portando avanti da tempo le iniziative per preparare i nostri tesserati ad affrontare situazioni simili, facendo in modo che ciò che ha compiuto il capitano dei danesi Kjaer non sia l’eccezione ma la
regola. Deve essere di esempio e di monito per tutti gli addetti ai lavori, compresi i calciatori. Essere utili si può nel fronteggiare certe situazioni d’emergenza”. COSA È SUCCESSO La disavventura personale, con tutti i rischi del caso, non l’ha mai dimenticata: “Dopo pochi minuti a Bellaria - racconta - ho preso una botta alla tempia in uno scontro con l’attaccante avversario. Ho continuato a giocare senza avvertire disagi, anche per la voglia di stare in campo e contribuire in una partita importante, però più passavano i minuti e più avvertivo un malessere insistente”. La situazione è precipitata nell’intervallo, quando rientrato negli spogliatoi è stato sopraffatto dal calore improvviso tra conati di vomito, fino a perdere conoscenza finendo a terra. Il medico sociale e il massaggiatore hanno afferrato tutta la delicatezza del momento e prestato i primi soccorsi per fronteggiare una crisi epilettica con conseguente arresto cardiocircolatorio. “Sono stati straordinari - ricorda -, mi sono ripreso quasi subito sino a tornare cosciente. Mi hanno trasferito in ambulanza all’ospedale di Rimini. L’ho immaginato come un autentico miracolo, tutto era diventato buio e poi è tornata la luce”. LIETO FINE La sua carriera è ripresa, quel malore diretta conseguenza di una situazione traumatica di gioco non ha lasciato traccia visto che, dopo gli esami e controlli, il difensore è tornato a giocare. A distanza di qualche settimana, Fiumana è tornato il calciatore di sempre disputando pure i playoff per la C1, persi in finale dai biancorossi gualdesi con la Sangiovannese, per poi proseguire fino alla soglia dei quarant’anni. Oggi è il miglior testimonial e davanti a Eriksen ha capito una volta di più che certe storie possono fi- L’ambulanza a Bellaria nel 2004 Foto Marco Gubbini nire bene. M.Boc.
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A PISA C’È UNA STRADA INTITOLATA A SANT’UBALDO IL CULTO PER IL VESCOVO NELLA CITTÀ TOSCANA CON UNA SALITA CHE COLLEGA LA CHIESA DI SAN MICHELE DEGLI SCALZI AL VIALE DELLE PIAGGE
di ROBERTO BARBACCI
proposte on line sulla pagina Facebook Le Il culto di Sant’Ubaldo a Pisa è consolidato, Piagge Eventi. “La festa di Sant’Ubaldo non soprattutto nella zona delle Piagge. Ora per è solo un’iniziativa di quartiere ma dell’inil vescovo e patrono di Gubbio c’è anche una via che porta il suo nome. La Salita di tera città - ha detto Pierpaolo Magnano, asSant’Ubaldo è il nome che ha preso la strasessore alla Cultura del Comune di Pisa - in grado di affrontare anche temi importanti e da che collega la chiesa di San Michele degli universali, come l’attenzione per l’anniverScalzi al viale delle Piagge. La targa è stata posata il 28 maggio scorso alla presenza del sario di Dante Alighieri”. sindaco di Pisa, Michele Conti, di don LoIl presidente del comitato, Antonio Schena, ha sottolineato come “con questa edizione renzo Bianchi parroco di San Michele e di Via Sant’Ubaldo a Pisa: il taglio del nastro abbiamo voluto unire le figure di Sant’UbalAntonio Schena, presidente del comitato Le Piagge. Ha peraltro coinciso con l’apertura della fiera dei Fiori do, santo venerato da secoli nella nostra città, e di Dante Alighieri, dedicata al vescovo che da secoli viene venerato a Pisa, e nell’amnell’anno del settecentenario della morte. Mi preme sottolineare l’intitolazione di un tratto di strada a Sant’Ubaldo per volontà della bito della festa ubaldiana intitolata “A riveder le stelle: Sant’UbalGiunta comunale, che ringrazio. Finalmente, dopo tanti anni, Pisa do nell’anno di Dante”. ha dedicato una strada a questo santo che, dopo il patrono San Nel programma della quarantaduesima edizione ci sono state Ranieri, è stato ed è ancora molto venerato e amato in città”. molte iniziative tra la presentazione di libri, letture, saggi musicali, concerti ed eventi in vernacolo pisano. Alcune iniziative sono state
UNA CERAMICA DELL’AZIENDA “MASTROGIORGIO” NELLA TOMBA DI BORSELLINO
Quando si commemorano le stragi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la memoria si lega anche a Gubbio pensando all’artista palermitano Pippo Madé che nel 1998, per volere della famiglia del giudice Borsellino e su richiesta dell’allora sindaco di Palermo Leoluca Orlando, realizzò “L’Angelo della Giustizia”, in collaborazione con l’azienda “Mastrogiorgio Ceramiche” di Gubbio. L’opera di grandi dimensioni è collocata nella Cappella gentilizia del cimitero monumentale di Santa Maria di Gesù del capoluogo, accanto al sarcofago che contiene le spoglie del magistrato barbaramente ucciso dalla mafia. Nel giorno delle commemorazioni si ricorda anche questa maiolica nei laboratori del professor Valentino Biagioli. M.Boc.
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MUSICA Il giovane batterista eugubino è tra i finalisti di Sanremo Rock 2021: una vetrina unica per emergere
KICO KC ADESSO SOGNA L’ARISTON
La nuova sfida di Kico Kc è Sanremo Rock 2021. Il trentacinquenne batterista Federico Corazzi è tra i finalisti dell’evento nato nel 1987 come costola del festival della canzone italiana e oggi il più longevo contest nazionale per artisti emergenti della scena rock e trend. Sanremo Rock è un brand storico che ha portato al successo molti big di oggi. Quest’anno migliaia di band da tutta Italia hanno partecipato alle selezioni. Kico Kc è atteso a fine luglio dal concerto per la finale umbra tra le dieci band che cercheranno tre posti della fase nazionale all’Ariston. “Sono contento, emozionato e soddisfatto - racconta -, non vedo l’ora di giocarmi tutte le possibilità nella finale regionale che si terrà a Firenze. Il brano Via da qui (via da chi) è stato accolto molto bene dalla giuria che mi ha permesso di accedere direttamente alla finale”. Kico Kc approda a questa vetrina dopo un lungo percorso, ricordando la prima rock band che ha costituito nel 1999, all’età di 13 anni. Il musicista eugubino si è esibito in concerti e serate nei
teatri e sulle piazze di tutta l’Umbria. Dal 2006 è passato ai palchi più importanti italiani, da Arezzo Wave e Pistoia Blues nel 2007, dove si è esibito in apertura al concerto di Patti Smith. Attualmente è produttore, arrangiatore e distributore delle sue canzoni. ALBUM IN ARRIVO In questo periodo di intensa creatività, gli amici Simone Todini e Lorenzo di Felice, musicisti della scena romana, si stanno rivelando fondamentali per la costruzione dell’album “Nessun piano B” che è in produzione. Le sue influenze musicali provengono da musicisti più esperti del suo territorio che nel tempo l’hanno invitato a suonare in diverse formazioni impegnate dal blues al pop, tutte esperienze che l’hanno fatto maturare come batterista multistilistico. In quegli anni si è anche affacciato al canto, formando una cover band dei Deep Purple, iniziando poi a scrivere le sue prime canzoni. M.Boc.
EVENTO Il 25 luglio a Campello con Paolo Ceccarelli, Lorenzo Cannelli, Goffredo Degli Esposti e Francesco Savoretti
SARA MARINI A SUONICONTROVENTO
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Il ritorno di Sara. Veramente non se n’è mai andata, però stavolta ha deciso di respirare ancora di più l’aria della sua terra umbra. Già, perché Sara Marini è la ragazza dei due mondi, Umbria e Sardegna. Con il suo album Torrendeadomo-Ritorno a casa, finalista alle Targhe Tenco 2020, riparte dal Festival Suonicontrovento, arrivato alla quinta edizione sotto la direzione artistica di Gianluca Liberali e Lucia Fiumi, che vede come protagonisti tanti big della musica italiana, tra i quali Levante, Francesca Michielin, Raphael Gualazzi, Ludovico Einaudi, Fast Animal & Slow Kids. L’appuntamento con Sara è per il 25 luglio (ore 18.30) a Campello sul Clitunno. Sarà in concerto con Paolo Ceccarelli (chitarra), Lorenzo Cannelli (tastiera), Goffredo Degli Esposti (fiati) e Francesco Savoretti (percussioni). IL VIAGGIO Torrendeadomo-Ritorno a casa è un progetto all’insegna del folk meticcio - racconta - ma al tempo stesso omogeneo, declinato intorno a temi universali come amore, terra, viaggio, devozione popolare”. È il secondo album che racconta in musica e parole un viaggio attraverso le origini, tra due isole: la Sardegna circondata dal mare, con la sua sensazione di infinito e
di apertura totale verso l’ignoto, e l’Umbria come isola circondata dai monti che si ergono maestosi e protettivi. Dodici canzoni originali che attingono alla musica popolare e alla world music, filastrocche e giochi innocenti ma non troppo di bambini, ninne nanne e affanni di madri, angeli custodi, amori antichi, re e castelli, pene d’amore, libertà e paure. Così, l’unione di queste due realtà territoriali e culturali così diverse ha dato vita ad un album che sa di terra, ma anche di sale e mare LA RICERCATRICE Lei è un’appassionata ricercatrice e studiosa delle tradizioni italiane e del mondo. Si è formata come cantante in età giovanissima, inizialmente con studi privati sotto la guida di Daniela Maltese e Claudia Fofi e seguendo diversi seminari con maestri come Francesca Breschi e Bruno de Franceschi, successivamente anche come musicista e didatta presso l’Accademia Percentomusica di Roma diretta da Massimo Moriconi. Si è dedicata allo studio del canto tradizionale italiano sotto la guida di Giovanna Marini partecipando anche a viaggi di ricerca. Studia e collabora con artisti tra i più rinomati del panorama popolare italiano quali Elena Ledda, Simonetta Soro, Nando Citarella.
ARTE In un bassorilievo di Nardelli la ferrovia tra sogno e realtà: “Non ce l’hanno mai restituita, io l’immagino così”
PIETRO IL RIGATTIERE E IL TRENO DEI DESIDERI
Tra sogno (tanto) e realtà (pressoché impossibile). La immagina, la sogna, la vorrebbe così, perché Pietro Nardelli alla ferrovia non ha mai rinunciato. Gli passava a un metro da casa, perciò il Rigattiere con la mano dell’artista, che in via Perugina lavora spesso e volentieri nello spazio davanti la storica bottega sotto gli occhi di tanti curiosi che si fermano a guardare, ci mette l’anima, lo spirito e la volontà oltre alla fantasia. È così anche per le due opere ispirate alla stazione ferroviaria di Gubbio che non c’è più, distrutta dalle bombe della seconda guerra mondiale. Nella prima opera la si vede con la città e il monte Ingino che la dominano, mentre nella seconda c’è il particolare di due treni che sono pronti a passare l’uno dopo l’altro. Un treno è Italo, ovvero un convoglio moderno e veloce, che transita nel tratto da via Beniamino
Ubaldi davanti al centro direzionale Prato fino ad attraversare la via dove si scorge nei pressi la chiesa della Madonna del Prato. Tra sogno e realtà, dicevamo, perché la ricostruzione di quella tratta ferroviaria si lega alle speranze e aspettative di Nardelli. “Non ce l’hanno mai restituita la ferrovia - confessa -, penso da sempre che sia un evidente segno di impotenza e di vergogna per una città come Gubbio privata di un servizio essenziale. Ho voluto vederla in un certo modo, inserendo perfino gli orari del passaggio verso Roma se il treno fosse transitato da qui”. Il bassorilievo, con preparato a base di stucco e su tela di sacco, suscita curiosità ed emozioni tra la ricostruzione del contesto, l’immaginario, i colori e i soliti religiosi che nella forma tutta particolare animano e abitano le opere di Nardelli. M.Boc.
CALCIO
MIGNEMI PER LA SERIE B, I TIFOSI CON GIAMMARIOLI IL GUBBIO HA APERTO IL FUTURO TRA TANTE AMBIZIONI E UN NUOVO DIESSE CHE LAVORERÀ CON IL CERCHIO MAGICO E TORRENTE PER COSTRUIRE UNA SQUADRA DA PROMOZIONE. L’AMBIENTE RIVERSA UNO STRAORDINARIO AFFETTO SUL PREDECESSORE CHE RIPARTE DA GROSSETO E RITROVERÀ I ROSSOBLÙ DA AVVERSARIO Il presente del Gubbio è il catanese Davide Mignemi, 41 anni il prossimo 16 luglio, per la prima volta fuori dalla sua Sicilia nell’accettare la sfida ispirata da Vincenzo Torrente e materializzata da Sauro Notari. Il nuovo direttore sportivo affianca il cerchio magico per Davide Mignemi costruire la squadra dei sogni che, per volontà dichiarata di Notari, punterà dritta alla Serie B. Le ambizioni ci sono, ascoltate in un’intervista televisiva del presidente che ha acceso la fantasia del popolo rossoblù. Mignemi è il successore di Stefano Giammarioli, che il Gubbio a quanto pare ritroverà da avversario essendo ripartito dal Grosseto che ha in panchina un altro specialissimo ex come Lamberto Magrini. Le due facce della stessa medaglia indicano il benvenuto e la fiducia verso Mignemi, atteso alla prova dei fatti, e dall’altra parte lo straordinario affetto della piazza per Giammarioli che si è congedato ricambiando quell’affetto nel ricordare il ritorno a metà ottobre 2019 “per dare una mano, chiamato dal presidente Notari, in una situazione particolarmente difficile e delicata. Da quel momento c’è stato ogni sforzo nell’interesse della società e con l’evidente volontà di assicurare professionalità e impegno per la città e per la tifoseria che ho sempre sentito al mio fianco e vicina ai colori rossoblù”. I SASSOLINI Giammarioli ha ricevuto tanti attestati di stima dopo aver chiuso un capitolo professionale per aprirne un altro. Tutto questo calore si è manifestato anche con due striscioni apparsi all’ingresso del “Barbetti” il 16 giugno scorso, proprio nel giorno in cui la società ha ufficializzato Mignemi che per un mese e mezzo ha lavorato in
di MASSIMO BOCCUCCI
incognito. Il “Giamma” ha usato espressioni chiare per esternare un certo stato d’animo: “Ho taciuto e sofferto in silenzio per proteggere la squadra da ogni polemica e da qualche cattiveria che mi ha ferito e che ho sopportato per il bene di tutti sentendo la solidarietà di tanti, a cominciare da tifosi. Alla fine le due missioni sono state compiute: la salvezza l’anno scorso, dopo aver trovato una situazione veramente pesante non soltanto di classifica, e il campionato appena trascorso, sicuramente positivo considerate le difficoltà iniziali. Ho sempre seguito le linee guida della società, restando ampiamente nei parametri economici previsti da Notari, al quale vanno riconosciuti gli sforzi per dare continuità al Gubbio nella categoria professionistica. Considero il presidente un passionale che garantisce risorse importanti, sebbene frenato da certe situazioni per chi si preoccupa soprattutto di ritagliarsi un ruolo personale più che di portare risultati concreti. Lascio un patrimonio tecnico condiviso che, dopo stagioni durissime, ha restituito la speranza di poter competere ai migliori livelli. Mi fa piacere sapere che il presidente ha promesso la Serie B. Sicuramente Sauro Notari saprà circondarsi di professionisti e collaboratori di qualità in grado di trasformare in realtà questa aspettativa, augurando le migliori fortune ai colori rossoblù che sono una parte di me”.
Il saluto della Curva all’indirizzo di Stefano Giammarioli
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31/07/2021
LA ROCCA
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IL FINTO AFFETTO DEL MONDO Chi sposa il mondo rimane presto vedovo. A questa verità di sempre dovrebbe pensare ora Bergoglio vista la reazione violentissima dei nemici di Dio alla presa di posizione ufficiale del Vaticano contro il ddl Zan. La Santa Sede ha infatti chiesto al governo italiano di ripensare, “rimodulare” è la parola usata Oltretevere, il ddl Zan perché, così com’è ora, potrebbe configurare una violazione del Concordato, mettendo a rischio “la piena libertà” della Chiesa cattolica. In Vaticano hanno cioè capito che, se il disegno di legge dovesse essere approvato, nessun vescovo, prete o fedele laico al mondo potrebbe ripetere, tanto per fare un esempio, quello che la Bibbia e lo stesso Gesù insegnano sui rapporti omosessuali. Per non urtare troppo la suscettibilità dei massoni che contano, la segreteria di Stato vaticana ha semplicemente chiesto una rimodulazione del ddl, ma tanto è bastato a scatenare l’ira di tutti quegli anticattolici che fino a ieri applaudivano Bergoglio perché sempre allineato al loro pensiero. E forse il Vescovo di Roma ha finito per credere che quegli applausi significassero davvero apprezzamento e sincero affetto. Ma alla cultura dominante e ai suoi patetici rappresentanti non frega niente di Gesù Cristo, figuriamoci di un vescovo vestito di bianco come Bergoglio…
LA DOPPIA FACCIA DEI LAICISTI Curioso l’atteggiamento dei laicisti. Quando un papa o un alto prelato interviene nella politica dicendo cose in linea con l’agenda del politicamente corretto e con i piani massonici di dissoluzione della civiltà cristiana, nessuno di loro ha nulla da obiettare. Nessun Fedez o altra marionetta del potere si è mai stracciata le vesti quando Bergoglio, per fare un esempio preso poco più che a caso, un giorno sì e l’altro pure affligge le orecchie dei fedeli con la retorica dell’accoglienza dei migranti, che nulla ha a che vedere con l’autentica dottrina cattolica su questo tema. Nessun nemico di Dio ha mai avuto nulla da obiettare quando Eugenio Scalfari ha riportato i suoi dialoghi con Bergoglio in cui il prelato argentino blatera su tutti i temi della politica con idee che nulla hanno a che vedere con il pensiero autentico della Chiesa. Nessun laicista ha mai protestato contro gli appelli di Bergoglio all’obbedienza verso tutti i dpcm passati per la testa di Conte, Draghi e compagnia imperante. Ma se la Segreteria di Stato del Vaticano osa muovere una pacatissima critica al disegno di legge Zan, allora - apriti, cielo! - si grida allo scandalo e si denuncia indignati l’intervento a gamba tesa nella politica. Sempre così questi patetici laicisti: non credono al Paradiso, ma vogliono decidere loro cosa deve dire la Chiesa.
a cura di LUIGI GIRLANDA NEL MONDO MA NON DEL MONDO Quello che la neochiesa proprio non vuol capire è che Gesù Cristo non ha affidato come compito alla sua Chiesa quello di “piacere al mondo”, ma al contrario quello di “conservare integra la Verità”. Non dunque “attrarre il mondo” è il compito dei veri discepoli di Cristo, ma quello di “convertirlo”. Bergoglio e i suoi cortigiani possono lanciare tutti gli strali che vogliono contro quello che impropriamente chiamano “proselitismo”, ma non potranno mai vietare o cambiare quello che è un comando esplicito di Gesù Cristo: “Andate e fate miei discepoli tutti i popoli” (Mt. 28, 19). Compito della Chiesa non è fare numero, ma fare discepoli. Non attrarre la massa annacquando il vangelo per renderlo meno fastidioso alle orecchie del mondo, ma presentare e preservare integra l’unica Verità che salva. È ancora Gesù a mettere in guardia chiunque si illudesse di poter piacere sia a Dio che al mondo: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo (…) il mondo vi odia” (Gv 15, 18s). Il vero discepolo di Cristo non prende applausi, ma va incontro alla persecuzione. Con buona pace dei sedicenti cattolici progressisti che da almeno settant’anni vogliono una Chiesa capace di piacere al mondo e, dunque, non a Dio.
Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI
L’ARTE DELL’HENNÈ A JAIPUR, COLORI D’ORIENTE
L’arte dell’hennè a Jaipur è un racconto scandito e illuminato dai colori, dai profumi e dalle atmosfere di luoghi lontani, raggiungibili attraverso le parole ragionate e poetiche di un’autrice che non sembra assolutamente incarnare i tratti dell’esordiente, ma che, al contrario, mostra l’esperienza e la maturità descrittiva di chi conosce con profondità e minuziosa precisione il mondo che sta narrando. Siamo nell’India degli anni cinquanta, precisamente nella città di Jaipur e la giovane protagonista, Lakshmi ha conquistato la propria indipendenza e il proprio attuale patrimonio trasformando il rito dell’hennè, fondamentale nelle cerimonie nuziali indiane, in una vera e propria arte. Le donne Shudra, custodi da secoli di questo rito, non accontentavano più le clienti capricciose e volubili della regione che, sempre più numerose, si rivolgevano a Lakshmi e a quella sua arte che, secondo loro, custodiva un qualcosa di magico e di sovrannaturale. Grazie all’utilizzo magistrale dell’hennè, Lakshmi aveva guadagnato molto, si era costruita una casa con il pavimento fatto di piastrelle e l’acqua corrente, dove poter accogliere i suoi genitori e chiedere perdono per quella fuga dal suo villaggio natio e da quel matrimonio combinato che la sua famiglia le aveva imposto. Lakshmi aveva avuto il coraggio di cambiare un destino già scritto e di prendere in mano la sua vita per plasmarla come meglio desiderava, come più
le si addiceva e, in qualche modo, era riuscita a farlo fino al giorno in cui il passato le bussa alla porta: suo marito era riuscito a rintracciarla e aveva portato con sé una bambina dagli occhi grandi e verdi; si chiamava Radha ed era la sorella di Lakshmi, una sorella mai conosciuta che, da quel giorno, inizierà a sconvolgere quell’equilibrio conquistato a fatica. L’autrice di questo racconto, Alka Joshi, ci fa compiere un viaggio non metaforico, ma reale: l’India dei colori, delle spezie, dei profumi e di quei luoghi apparentemente lontani, ma così affascinanti agli occhi dell’Occidente, si materializza pagina dopo pagina facendoci comprendere la saggezza di un mondo che fa della lentezza e della pazienza la sua cifra distintiva. Questo romanzo mostra perfettamente il carattere inesorabile e, a volte crudele, di un destino dal quale si può tentare di fuggire, ma che, ciclicamente, torna come un disegno già composto, geometrico, simile a quelli sui quali la protagonista ha costruito la propria ricchezza e la propria indipendenza: Lakshmi è una giovane donna moderna, che vuole affermare se stessa, la propria persona, le proprie ispirazioni e volontà, ma che è costretta a confrontarsi con una tradizione, con una familiarità della quale non è del tutto pronta a liberarsi, che sente molto vicine e ancora maledettamente pesanti.
Come ti Cucino Sano
a cura di LORENZO DIAMANTINI
D’ESTATE UN BEL RISOTTO CON TARTUFO E ZUCCHINE GIALLE In questa ricetta troviamo la tradizione nel suo ingrediente principale: il tartufo. Questo fungo ipogeo, che vive sotto terra, è un must della cultura gastronomica umbra e cresce nelle zone più fresche, con umidità costante, scambiandosi minerali e linfa con le radici degli alberi. Un’alchimia, una sorta di rapporto simbiotico che è un pò come quello dei tartufai con il proprio cane, sempre a stretto contatto e immersi nella natura alla dura ricerca del prezioso tubero. In questo periodo troviamo il tartufo nero estivo o scorzone che viene raccolto da inizio giugno fino a fine agosto ed è la varietà che ho utilizzato per questo piatto, sfizioso e leggero. Il tartufo, Ingredienti per 4 persone • 1 tartufo scorzone nero • 4 zucchine gialle • 400 grammi riso Carnaroli brodo di verdura (sedano, carota, cipolla)
• Vino bianco • Mezza cipolla • 50 gr burro • 50 gr parmiggiano reggiano • Sale quanto basta
Preparazione Mettete a bollire una pentola piena d’acqua con un sedano, una carota e una cipolla per il brodo. Tagliate a rondelle le zucchine eliminando i loro fiori. Tritate la cipolla e iniziate a soffriggere a fuoco basso con olio extra vergine. Quando la cipolla sarà imbiondita, salatela, aggiungete le zucchine e continuate la cottura, con un pò di brodo vegetale. Dopo 5 minuti di cottura aggiungete il riso e scottatelo con un po’ di vino bianco. Continuate la cottura del riso aggiungendo sale e brodo quando necessario. A due mi-
infatti, di per sé è poco calorico, ricco di antiossidanti e contiene molte proteine e vitamine, ideale quindi anche in diete ipocaloriche se abbinato bene. La mia scelta è quindi caduta sulle zucchine gialle, vegetali squisiti anche se di nicchia. La loro coltivazione è difatti poco diffusa, un vero peccato perchè queste zucchine, originarie dell’America centro-meridionale, oltre che essere molto salutari hanno un sapore molto delicato e una digeribilità altissima, perfette per questo piatto estivo, originale e raffinato, da gustare in buona compagnia e senza sensi di colpa. Ringrazio per la collaborazione Michele Mosca di “Delizie al Tartufo”. Buon appetito! Tempo di cottura: 30 minuti Costi: economico Preparazione: 15 minuti Difficolta: bassa
nuti dalla cottura ottimale, spegnete il fuoco, mantecate con il burro che aiuterà a far emergere il gusto del tartufo, il formaggio e metà delle fettine di tartufo. Mescolate e amalgamate. Distribuite nei piatti cospargendo poi l’altra metà di tartufo a crudo.
C’era una volta...
a cura di
FABRIZIO CECE
Apre l’archivio lo storico eugubino Fabrizio Cece, classe 1960. Un diploma di perito industriale messo a frutto diversamente da quando nell’86 ha cominciato a passare al setaccio documenti di ogni tipo negli archivi eugubini. Ha pubblicato molti articoli, saggi, dispense e scritti di vario genere, soprattutto di storia dell’arte e contemporanea, dal Risorgimento alla Grande Guerra. Ha partecipato a convegni, conferenze e incontri per le scuole. Durante l’attività di ricerca ha scovato e pubblicato diversi documenti. Sul web tiene alto l’interesse per la storia eugubina con delle vere lezioni e pubblicando documenti con cui incoraggia la ricerca archivistica anche per stimolare le nuove generazioni.
Foto 1: 1935 Inaugurazione Istituto Scolastico Magistrale. Per l’intitolazione furono in lizza Arnaldo Mussolini, Gattapone, Federico da Montefeltro e Angelico Fabbri.
Foto 2 e 3: Dal Fondo Antico della Sperelliana Nel 1654, un bolognese, Celso Faleoni (1588-1666) Canonico Regolare Lateranense, scrive una breve vita di Sant’Ubaldo, “Gloriosi successi nella vita di S. Ubaldo”. Ubaldo era infatti considerato il Santo più importante della congregazione dei canonici regolari lateranensi che a Gubbio avevano due case, la canonica di San Secondo e il santuario di Sant’Ubaldo. Faleoni lascia poche righe, non molto informate, sulla Festa dei Ceri che probabilmente gli è riferita da qualche confratello: “Per singolarizzare la gloria del Santo, ogn’anno il giorno avanti la festa, per trè giorni, e conceduto à ciascuno portare armi, da che si riconosca l’origine delle cerimonie. Il Vescovo, Clero Magistrato, e Popolo, questo armato, in guisa di combattere, con solenne processione accompagnata dalla pietà, e magnificenza, come divoti Machabei circondano la Città. E guidati dalla riverenza, con trè grossi cerei accesi, ascendono il monte, a riverire il Santo; quale nel Tempio a lui consacrato si riposa, intatto dalla corrutione [...]”.
LA STORIA
GALÀ DEL CALCIO UMBRO CON L’IMPRONTA ROSSOBLÙ di MASSIMO BOCCUCCI
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GRANDE SUCCESSO AD ASSISI DELL’EVENTO CHE HA AVUTO TRA GLI OSPITI FRANCO CAUSIO, FRANCESCO MAGNANELLI E ALFREDO TRENTALANGE. PREMIO “GIANCARLO BRUGNONI” A UN EMOZIONATO VINCENZO TORRENTE. PREMIATO MICHELE IANNUCCI OGGI AL CLUJ DOPO I TRASCORSI AL GUBBIO
Tanto rossobù al Gran Galà del Calcio Umbro, andato in scena l’8 giugno all’hotel Cenacolo Assisi a Santa Maria degli Angeli. Il “Barone” Franco Causio, il capitano del Sassuolo grande ex Francesco Magnanelli, Alfredo TrenMaurizio Peluso, Top Umbria 2021 talange presidente nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri e un videomessaggio di Florentino Perez presidente del Real Madrid hanno acceso l’evento che ha incoronato Marco Bonura del Trestina miglior allenatore della stagione umbra, Maurizio Peluso attaccante del Tiferno nel Top 11 ideale dell’annata, premiati da Luigi Repace presidente del Comitato regionale umbro della Lega Nazionale Dilettanti, e l’assistente Andrea Cravotta di Città di Castello miglior arbitro, premiato da Trentalange con la presenza del vicepresidente nazionale Duccio Baglioni, Katia Senesi e Luca Marconi del Comitato nazionale. Luca Ciancaleoni presidente degli arbitri umbri, i presidenti delle sezioni umbre dell’Aia, i guardalinee Matteo Passeri, Alessandro Costanzo e Matteo Bottegoni, l’assessore allo Sport del Comune di Città di Castello Massimo Massetti. Presenze istituzionali di rilievo quelle del consigliere regionale Eleonora Pace ed Erika Borghesi, consigliere della Provincia di Perugia. “L’Umbria è una regione splendida in cui si viene sempre volentieri. Sul campo hanno ottenuto grandi risultati Perugia e Ternana che hanno una radicata tradizione”, ha detto Causio nel ricevere il Premio “Umbria nel Cuore”, ricordando quando a Gubbio venne il ritiro con il Lecce di Eugenio Fascetti nel quartier generale ai Cappuccini. Simpatico siparietto del “Barone” con Franco Vannini e Walter Alfredo Novellino ricordando la partita del 24 aprile 1977 al “Curi” tra Perugia e Juve contraddistinta dai gol di Causio e Vannini, con Novellino in campo. Magnanelli ha ricordato orgogliosamente la sua identità con i primi passi da professionista a Gubbio fino all’entusiasmante parabola con il Sassuolo caratterizzata da oltre 500 presenze dal 2005 scalando dalla C2 alla Serie A. Il centrocampista ha ricevuto il Premio “Umbria nel Cuore” e ha premiato l’eugubina Gaia Bolognini, giocatrice della Florentia San Gimignano che ha esordito in Serie A il 27 marzo scorso nel giorno del diciottesimo compleanno proprio contro il Sassuolo Femminile. “Auguro a te e a tutti i giovani di divertirsi, conta innanzitutto questo. Io nel mio percorso ho fatto una scelta di continuità. Penso di continuare per una-due stagioni e poi si vedrà”, ha detto Magnanelli. TORRENTE EMOZIONATO Il Premio “Giancarlo Brugnoni”, in prima linea per lunghi anni come dirigente del Gubbio, è stato consegnato a Vincenzo Torrente, tornato a Gubbio dopo la doppia promozione dal 2009 fino alla Serie B con Brugnoni vicepresidente, con il ricordo del sindaco di Vincenzo Torrente Gubbio, Filippo Mario Stirati,
e la presenza dell’assessore allo Sport del Comune di Gubbio Gabriele Damiani, con i vicepresidenti di Ance Perugia Bernardetta Radicchi e Fausto Marionni che hanno condiviso il premio consegnato da Sara Brugnoni, figlia dell’indiDamiani e Stirati menticato dirigente. Il presidente degli arbitri Trentalange, in carica dal febbraio scorso, ha sottolineato due aspetti particolari: “Ci siamo aperti alle dichiarazioni e intendiamo crescere anche su questo. Pensiamo poi ai giovani con la possibilità del doppio tesseramento per dargli la possibilità di giocare e di arbitrare”. GHIRELLI ESALTA L’UMBRIA Il trionfo di Perugia e Ternana promosse in Serie B è stato sottolineato da Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che ha evidenziato come “il campionato è stato bello, intenso e combattuto. Le due squadre umbre hanno ottenuto un risultato straordinario con la Ternana che oltretutto, una volta conseguita la promozione, ha garantito la regolarità battendosi al meglio sino alla fine per onorare e migliorare la propria classifica”. I direttori sportivi Marco Giannitti e Luca Leone, presenti gli addetti stampa dei club Francesco Baldoni e Lorenzo Modestino, hanno ritirato rispettivamente il Premio “Perugia nel Cuore” e “Ternana nel Cuore”. Il vicepresidente rossoverde Paolo Tagliavento ha invece rimarcato il valore delle iniziative di solidarietà nell’attività dell’associazione “Terni col Cuore” voluta dal presidente Stefano Bandecchi e presieduta proprio da Tagliavento, che ha annunciato l’organizzazione di un soggiorno marino per oltre cento bambini di famiglie in difficoltà. DA MADRID I COMPLIMENTI ALLA TERNANA Il Premio “Ernesto Bronzetti” è stato consegnato a Cristiano Lucarelli, allenatore della Ternana, che davanti alla signora Enoe Sebastiani Bronzetti e sua figlia Ellida, con il coinvolgimento del giornalista Massimo Laureti, ha ricordato di aver conosciuto, quando era un giovanissimo bomber, l’indimenticato manager scomparso cinque anni fa, per poi soffermarsi sulla cavalcata trionfale in campionato. Particolarmente suggestivo il videomessaggio di Florentino Perez, presidente della Real Madrid, che ha sottolineato il suo personale rapporto di amicizia oltre che professionale con Ernesto Bronzetti congratulandosi con Lucarelli. Il Premio “Umbria nel Cuore” è stato consegnato a Marco Tura, presidente della Federcalcio sammarinese, e Franco Varrella, commissario tecnico della Nazionale di San Marino, per i due storici pareggi consecutivi in gare ufficiali ottenuti durante le qualificazioni agli Europei. “Sappiamo di doverci confrontare con realtà più grandi, come di recente con l’Italia, e lo facciamo con assoluta dignità e voglia di crescere”, ha spiegato Tura, mentre Varrella si è soffermato sui progressi nel Cristiano Lucarelli percorso della Nazionale.
GLI ALTRI PREMIATI Premiato Michele Iannucci, il ventisettenne assisano con trascorsi anche a Gubbio collaboratore tecnico e match analyst del Cluj che ha vinto lo scudetto e la Supercoppa di Romania: “È stata un’esperienza straordiMichele Iannucci naria con la possibilità di portare l’Umbria all’estero”, ha detto il giovane. Sono stati ospiti gli organizzatori di due importanti eventi come il Premio Internazionale Fair Play-Menarini, Angelo Morelli e Chiara Fatai, che il primo settembre a Castiglio Fiorentino in provincia di Arezzo taglierà il traguardo delle 25 edizioni, e il Premio Nazionale La Clessidra, con Sauro Giorni e in sala Alessio Scarscelli, che si svolgerà il prossimo 5 ottobre. L’assessore allo Sport del Comune di Terni, Elena Proietti, ha conferito un premio speciale a Gianluca Fabi, direttore di Cusano Italia Tv, per l’operazione di portare nelle case le gare in diretta della
Franco Causio e Walter Alfredo Novellino
Ternana. Al giornalista e scrittore Furio Zara, volto della storica trasmissione Rai “La Domenica Sportiva”, è stato consegnato il Premio giornalistico “Angelo Marinangeli” con Maria Marinangeli, figlia dello storico giornalista umbro, che ha consegnato qualche aneddoto e ha particolarmente apprezzato la testimonianza di Zara nel ricordare Angelo Marinangeli come insegnante e giornalista. L’evento, guidato sul palco dal giornalista Nicola Agostini, è stato organizzato da Infopress agenzia giornalistica, diretta da Massimo Boccucci e Roberto Barbacci, in collaborazione con le associazioni “Insieme a Riccardo per i giovani e per Gubbio” e “I Love Norcia”, con il patrocinio di Coni Umbria, Figc-Lega Nazionale Dilettanti, Comitato Regionale Umbro della Lega Nazionale Dilettanti, Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Assisi e Comune di Terni, con il sostegno di aziende e attività leader in Umbria. Il Gran Galà del Calcio Umbro è stato destinato come format televisivo alle emittenti Cusano Italia Tv (canale 264 del digitale terrestre sul territorio nazionale), San Marino Rtv (canale 520 Sky) e le reti umbre Tef e Trg Network.
Gaia Bolognini
Franco Causio e Francesco Magnanelli
19 Davide Vagnarelli per “Ass. Insieme”
Bernardetta Radicchi e Fausto Marionni di ANCE
Il TOP 11 del calcio Umbrio 2020-2021
Marco Bonura e Alessandro Scaia
Galà
Furio Zara
La delegazione dell’Associazione Italiana Arbitri
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del calcio umbro 1
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EDITORIA Ampio reportage di quattro pagine nella sezione dedicata ai viaggi con l’offerta turistico-culturale
LE BELLEZZE DI GUBBIO SUL SETTIMANALE MIO
Vetrina per Gubbio, a metà giugno, sul popolare settimanale Mio. Nello spazio dedicato ai viaggi c’è stato un ampio reportage di quattro pagine che ha raccontato l’offerta turistico-culturale. Nel link sui social figurano, parlando dell’operazione, il Comune di Gubbio, il museo civico del palazzo dei Consoli, il palazzo Ducale, la pagina istituzionale del Museo Diocesano, il trenino turistico Gubbio Express e Umbria City Reservation. Mio è un settimanale familiare d’attualità. La testata è diretta dal 2019 da Sil-
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via Santori ed è pubblicata dalla Angelo Aleksic editore. È sul mercato dal 14 gennaio 2016 con una tiratura di lancio di 400mila copie. Si occupa di attualità, mondo dello spettacolo, panorama politico, culturale, artistico, religioso, delle tendenze moda e bellezza con un linguaggio semplice e uno stile popolare, al fine di essere destinato a un pubblico più vasto possibile. Mio, oltre alla guida ai programmi televisivi, propone considerazioni legate al mondo della televisione e i suoi personaggi. M.Boc.
IL LUTTO
NEO PRESIDENTE
MASSIMO CAIOLI, ELEGANZA E PASSIONE
MURATORI, TOCCA A GIUSEPPE ALLEGRUCCI
Se n’è andato Massimo Caioli, aveva 69 anni. Ceraiolo santantoniaro, è stato per anni elegante sbandieratore nel gruppo dei fondatori, oltre che colonna del Basket Gubbio. “Appassionato ceraiolo insieme a suo fratello Marco Capodieci nel 2003 - ha scritto di lui la Famiglia dei Santantoniari -, ha saputo trasmettere i valori più profondi della nostra festa oltre alla passione e fede verso il nostro amato Sant’Antonio ai suo figli Giordano e Cristina”, lasciando come espressione l’emblematica “se un giorno non mi vedessi più varcare la soglia della porta come sono solito fare, alza gli occhi al cielo di un nuovo giorno e cercami fra le stelle che accendono la luce della volte celeste, fra le odorose ginestre che incorniciano le nostre colline. Cercami negli occhi di chi ami. Cercami nel silenzio del tuo cuore”.
Giuseppe Allegrucci è stato nominato presidente dell’Università dei Muratori per il triennio 2021-2024. Il Consiglio Direttivo, nel ringraziare Fabio Mariani per i 9 anni nei quali è stato alla guida dell’ente, ha inoltre provveduto a confermare Giorgio Vispi nel ruolo di vice presidente. Allegrucci, 43 anni, è scalpellino e scultore riconosciuto come un vero e proprio artista della pietra ed è risultato il più votato nell’elezione svolta lo scorso 19 giugno. Con i due vertici del sodalizio ci sono i consiglieri Mauro Tognoloni, Luigino Bei, Fabio Mariani, Vittorio Pelicci, Giuliano Baldelli, Fabrizio Monacelli, Luca Grilli, Fausto Marionni, Marco Grassini, Gabriele Capannelli, Maurizio Monacelli, Luca Alunno e Francesco Rossi. Tra i primi compiti di Allegrucci, quello di partecipare ai prossimi incontri legati all’eventualità di un’edizione straordinaria della Festa dei Ceri, con un occhio di riguardo anche per le tante iniziative che l’Università dei Muratori ha in essere da tempo anche fuori dai confini nazionali.
NUMERI UTILI Centralino Comunale Centralino Osp. Branca Pronto Soccorso Numero Verde Farmacie Guardia Medica Sez. Croce Rossa Gubbio Soccorso Misericordia Gubbio Carabinieri Vigili del Fuoco Vigili Urbani Cimitero Civico IAT Servizio Taxi Carabinieri Forestali Guardia di Finanza Centrale ENEL Canile Curia Vescovile ACI Soccorso Stradale
075.92371 075.9270801 075.9270744 800.829058 075.9239468 075.9273500 075.9277779 340.3859797 075.9235700 075.9273722 075.9273770 075.9237690 075.9220693 075.9273800 075.9272585 075.9273789 800.900.800 075.9274963 075.9273980 075.9220795 333.5224537
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VENERDÌ 16 LUGLIO 2021
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