GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina VENERDÌ 23 LUGLIO 2021 ANNO IX NUMERO 133
quindicinale d’informazione www.15giorni.it
DIAMOGLI UNA PULITA
IL PALAZZO DEI CONSOLI HA BISOGNO DI UN INTERVENTO URGENTE: SONO SEMPRE PIÙ ANNERITE LE QUATTRO FACCIATE DEL MONUMENTALE EDIFICIO TRECENTESCO. SONO STATI CHIESTI 5 MILIONI ALLO STATO PER INTERVENIRE SULL’INTERO COMPLESSO DI PIAZZA GRANDE, MA PER ORA C’È UN MILIONE E MEZZO DEL MINISTERO DEI BENI CULTURALI ED È DESTINATO ALLA RISTRUTTURAZIONE DEGLI ARCONI
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COPERTINA
FACCIATE TROPPO ANNERITE, MA SI SPENDE PER GLI ARCONI C’È UN PIANO PER RIQUALIFICARE IL COMPLESSO DI PIAZZA GRANDE CON IL PALAZZO DEI CONSOLI CHE HA BISOGNO DI UN INTERVENTO URGENTE DI RIPULITURA. IL MINISTERO DEI BENI CULTURALI HA SBLOCCATO 1,5 MILIONI DI EURO, DI CUI SI PARLA DAL 2014, E VERRANNO UTILIZZATI PER RISTRUTTURARE GLI SPAZI DI VIA BALDASSINI Facciate sempre più annerite che depurpano il monumento-simbolo della città. Se ne parla da anni e si è in attesa di un intervento di ripulitura non più rinviabile, date le condizioni in cui versa il palazzo dei Consoli. Si è sempre pensato che dei cinque milioni chiesti allo Stato per riqualificare l’intero complesso di piazza Grande, i primi soldi effettivamente disponibili sarebbero stati destinati a questa operazione invocata a furor di popolo. Non è così. Un milione e mezzo di finanziamento che arriva dal Mibac (Ministero per i beni e le attività culturali), stanziato fin dal 2014 quando l’attuale ministro Dario Franceschini che resiste sulla poltrona in tutti i governi e maggioranze (da Conte a Draghi come bere un bicchier d’acqua) già si occupava della stessa delega con i governi Renzi e Gentiloni, è stato infatti destinato alla ristrutturazione degli Arconi di via Baldassini. Ciò è previsto nelle procedure attivate per riuscire a spendere questo pacco di soldi. SALE PER BANCHETTI La Giunta Stirati ha deciso di procedere con gli Arconi, sebbene da più parti siano ritenute più urgenti gli interventi per ripulire le quattro facciate del palazzo dei Consoli e la ripavimentazione di piazza Grande. Il programma globale è pensato per una riqualificazione complessiva da cinque milioni e la Giunta Stirati ha ritenuto di mettere mano agli Arconi con i locali ormai da anni adibiti a ritrovo per banchetti gestito dall’Università dei Muratori e a spazi per mostre. Dopo l’iter ministeriale sulle schede tecniche, adesso si sta lavorando al progetto sotto la direzione del dirigente comunale Luigi Casagrande e di cui si attendono sviluppi. Nel progetto è previsto il consolidamento e restauro di tutta l’area in-
di MASSIMO BOCCUCCI
terna agli Arconi con la sistemazione della parte superiore oggi fatiscente e che avrà un’adeguata protezione in cristallo, oltre all’impiantistica. È ritenuta questa la priorità d’intervento nel blocco della piazza, sebbene da anni si parla dei fondi richiesti allo Stato per intervenire urgentemente sulle facciate del palazzo dei Consoli pesantemente deturpate dall’incedere del tempo e dallo smog. QUANTA AUDACIA Il complesso di piazza Grande, dove dominano il palazzo dei Consoli, palazzo Pretorio e palazzo Ranghiasci, riporta Gubbio al XIV secolo quando i coraggiosi urbanisti e governanti del tempo hanno acceso il cuore dell’acropoli con questa progettualità. Ha bisogno di maquillage il gotico edifico alto oltre sessanta metri, che domina la città con la torre campanaria e la loggia panoramica aprendo verso la grande piazza pensile con la scalinata a ventaglio, inizialmente denominato palazzo del Popolo. La costruzione del complesso monumentale, decisa intorno al 1321 e cominciata nel 1332, coinvolse figure di alto livello professionale come l’architetto Angelo da Orvieto, citato anche nell’iscrizione del portale d’ingresso del palazzo e l’eugubino Matteo di Giovannello detto Gattapone. Il complesso venne collocato al centro del tessuto urbano, in modo tale che tutti e quattro i quartieri cittadini risultassero tangenti ai nuovi edifici. Fu necessario per questo modificare lo stato naturale del terreno, costruendo la piazza pensile per poter collegare i palazzi. Oggi mai si sarebbe potuto realizzare un rivoluzionario, audace e meraviglioso complesso architettonico del genere, tra veti incrociati e paladini del conservatorismo al ribasso.
FESTIVAL Torna con appuntamenti d’autore la rassegna tra cultura e musica, in programma dal 23 al 29 agosto
DOC FEST CON CRISTICCHI E THE KOLORS
Dalla sostenibilità nel 2020, di fronte ai segni della pandemia che ha minato certezze ed esacerbato conflitti per unire lo spirito unitario di resistenza, all’identità distintivo nel 2021 come ciò da cui partire e ripartire nella dimensione psicologica, sociologica e culturale. Gubbio Doc Fest va quest’anno alla riscoperta di determinati valori, delle radici culturali e territoriali attraverso cui sarà possibile trovare una nuova dimensione più autentica e consapevole. Dal 23 al 29 agosto un programma di incontri, laboratori, musica, cultura, arte ed enogastronomia che verrà declinato all’insegna dell’identità e della valorizzazione del territorio, iniziativa dell’associazione “Insieme” con il sostegno delle istituzioni e sponsor, che coinvolge tanti giovani anche dei club. Direzioni ostinate e contrarie è il punto di partenza di un’idea che sin dall’inizio ha aperto strade nuove e inclusive, per un festival nato dalla volontà di rendere omaggio a Riccardo Monacelli, tragicamente scomparso a 20 anni nel 2011. Il clou è lo spettacolo “Alla ricerca della felicità” di e con Simone Cristicchi, in programma il 27 agosto in piazza Grande (ore 21).
“Felicità, cosa significa davvero? In cosa risiede? Da sempre il genere umano concentra i suoi sforzi per afferrarla, per coglierla tanto nel fascino delle grandi idee quanto nella meraviglia delle piccole cose. Eppure, raramente si può dire di esserci riusciti”. Lo spettacolo - parte di un progetto più ampio, che comprende anche un libro dal titolo omonimo e un film documentario di Andrea Cocchi - sceglie di provare a spiegare cosa la felicità rappresenti, al riparo da facili entusiasmi e conclusioni affrettate. La ricerca della felicità si sposa, infatti, con la curiosità di Cristicchi, il quale attraverso la filosofia, la meditazione e la fede, parla della bellezza, vitalità, tempo, senso di appartenenza e di comunità, musica e storie. Un percorso in sette parole chiave - attenzione, lentezza, umiltà, cambiamento, memoria, talento, noi - in cui trovano spazio canzoni, aneddoti, racconti e interviste. La sera dopo, cioè sabato 28 agosto, ecco il concerto dei The Kolors che arrivano con il loro tour Cabriolet Panorama. Per scoprire tutto il programma e ricevere info sui biglietti si possono consultare il sito www.gubbiodocfest.com o alla pagina Facebook del festival. R.Bar.
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LA STORIA
EMANUELE HA SPOSATO LA SUA PRINCIPESSA
di MASSIMO BOCCUCCI
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NOZZE TRA SILENZI E SEGRETI TRA MUSINI E ANNUNZIATA DI LIECHTENSTEIN NELLA TENUTA DI FASSIA. L’AVVOCATO GAGLIARDI, AMICO DI FAMIGLIA, HA OFFICIATO IL RITO CIVILE CON UN CENTINAIO DI INVITATI. PREVISTA A VIENNA LA CERIMONIA RELIGIOSA
Bella, radiosa e semplice la principessa. Lui sobrio ed elegante. Rarissime immagini e racconti in ordine sparso delle nozze blindate con tanto di guardie del corpo, senza paparazzi e perfino le calde raccomandazioni reali di non rivelare i particolari della cerimonia, sugli invitati e l’accoglienza nell’incantevole Tenuta di Fassia. Ma alla fine qualcosa è trapelato della cerimonia che il 26 giugno scorso non poteva comunque passare inosservata. Era davvero splendida Maria Annunciata Astrid Giuseppina Veronica di Liechtenstein, per tutti Annunziata, trentaseienne figlia maggiore del principe Nikolaus di Liechtenstein, terzogenito di Francesco Giuseppe II principe del piccolo Stato d’Europa, e della principessa Margaretha di Lussemburgo, quarta figlia di Giovanni di Lussemburgo e di Giuseppina Carlotta del Belgio. Aveva un vestito tanto semplice quanto raffinato con scollo a V, jabot e maniche a palloncino in organza. Tranquillo e misurato il quarantaduenne eugubino Emanuele Musini, investitore imprenditore nel settore medicale, co-fondatore della startup Pillo Health, da sempre particolarmente riservato tanto da proteggere per primo la solennità del matrimonio principesco. OGNI PARTICOLARE I due, fidanzati da una decina d’anni tra le colline eugubine, New York e il principato del Liechtenstein, hanno curato ogni minimo particolare mettendo al bando gli sfarzi. Contava soprattutto pronunciare
il fatidico sì davanti all’avvocato Francesco Gagliardi, amico della famiglia Musini, con i testimoni principessa Maria Astrid Nora Margarita Veronica sorella della sposa e Tomaso Musini, fratello di Emanuele. La coppia avrebbe deciso di vivere prevalentemente a Parigi, tenuto conto che Annunziata svolge nella capitale francese la propria attività legata alle opere d’arte. La Tenuta di Fassia ha offerto il meglio di sé come natura crea nell’area verde che, alle porte della città, si estende su 480 ettari. Top secret la lista dei presenti, con il solo nome eccellente trapelato di Pierre Casiraghi, figlio primogenito di Carolina di Monaco e Stefano Casiraghi, tra un ferreo sistema di vigilanza e il silenzio sacrale sulla presenza di teste coronate, date per assenti a parte i familiari più stretti del piccolo Stato. VERSO VIENNA Le cose in grande verranno fatte per la cerimonia religiosa prevista per settembre a Vienna nell’imponente cattedrale metropolitana di Santo Stefano, a cui è particolarmente legata la famiglia del Liechtenstein e uno dei simboli più riconosciuti della capitale austriaca. Segreto anche il menù gestito da Giuseppe e Cinzia Rosati con lo chef Umberto Giordano, mentre sui social è spuntata qualche foto con l’addobbo floreale e l’allestimento di un lungo tavolo degli invitati. I due coniugi hanno compiuto il grande passo dopo il fidanzamento di una decina d’anni consumato tra le colline eugubine, New York e il principato del Liechtenstein.
POLITICA
Gioirgia Gaggiotti
GAGGIOTTI E VENTURI IN CONSIGLIO, QUANTI IMBARAZZI
LE DUE SUBENTRATE, GIÀ COMPONENTI DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ, A PALAZZO PRETORIO ERANO FINITE NELLA BUFERA IN MOMENTI DIVERSI PER I POST SUI SOCIAL TRA POLEMICHE E DIMISSIONI. INTANTO IL PD HA AIUTATO LA MAGGIORANZA E PLAUDE ALLE NOMINE DI CARDILE E VERGARI NELLA SEGRETERIA REGIONALE E PROVINCIALE Fanno buon viso a cattivo gioco a palazzo Pretorio, tra gli imbarazzi che rimbalzano evitando di dare troppo nell’occhio. Si consuma l’ennesima “stranezza” in Consiglio Comunale, come se non bastassero le tante contraddizioni, per le reazioni dietro le quinte dopo l’ingresso di Sabina Venturi della Lega, prima dei non eletti subentrata a Stefano Pascolini che si è dimesso. Con lei aveva fortemente polemizzato nel febbraio 2020 la maggioranza, fino a costringerla alle dimissioni dalla Commissione Pari Opportunità per un post su Facebook legato al Covid e i migranti africani (la Lega ha fatto sapere sui social che ci sono denunce in corso sulla vicenda). Ora però la coalizione del sindaco Filippo Mario Stirati ha scelto la strada del silenzio perché tra le sue file c’è Giorgia Gaggiotti di Scelgo Gubbio, subentrata ad Alessio Bazzurri dimessosi a fine gennaio 2021, finita a sua volta al centro di una bufera mediatica nazionale nel dicembre 2020 per un post da femminista su Facebook, con un intervento di Stirati che aveva preso le distanze fino alle dimissioni da presidente di quella stessa commissione che in precedenza aveva praticamente silurato la Venturi. LE MANOVRE Sul piano politico ci sono anche le manovre sotto il sole per il Pd che manda segnali forti alla maggioranza, nel votare le variazioni al bilancio preventivo del triennio 2021-2023, e incassa due incarichi nelle segreterie a livello regionale e provinciale. Il partito ha votato a favore sulle variazioni, con Giovanni Manca e Giorgia Vergari che hanno dato una mano alla coalizione del sin-
di MASSIMO BOCCUCCI
daco, tornando praticamente al fianco della maggioranza da cui sono usciti il 4 maggio scorso passando al Pd dal Gruppo Misto, dopo l’elezione nel 2019 con i Liberi e Democratici che li Sabina Venturi avevano ospitati nel sostenere lo Stirati-bis. Manca e Vergari sono tornati con i piddini che avevano lasciato a qualche mese dalle elezioni di due anni fa. Non era presente ai lavori consiliari Marco Cardile. Il partito eugubino ha inoltre ufficializzato le nomine di Cardile nella segreteria regionale e Vergari nella segreteria provinciale. LE NOMINE La segreteria, guidata da Massimiliano Grilli, ha espresso “congratulazioni vivissime” ai due dirigenti che sono stati nominati negli organismi di livello superiore, provinciale e regionale, con Cardile responsabile salute nella segreteria regionale umbra e delegato regionale nella consulta nazionale sanità del partito e Vergari responsabile pari opportunità nella segreteria provinciale di Perugia. Il Pd di Gubbio ha trovato la quadra con i neo segretari Tommaso Bori per il regionale e Camilla Laureti per il provinciale nella ripartizione degli incarichi sui territori. Nel partito eugubino si discute infine sull’opportunità e conciliabilità della prospettiva personale per il segretario comunale Grilli che viene indicato come addetto all’arbitro per il Gubbio nella prossima stagione calcistica.
IL CASO I cantieri lungo la statale condizionano il traffico interno: due camionisti “vittime” delle deviazioni
CAOS PIAN D’ASSINO E BILICI INTRAPPOLATI
Lavori senza tregua sulla strada statale Pian d’Assino, con tempi sempre lunghi e disagi all’infinito che sfociano in situazioni imbarazzanti per il traffico deviato in città tra le proteste continue. Il caos regna sovrano per i cantieri con pochi operai e turni di routine che allungano a dismisura le tempistiche. Gli effetti sono devastanti e in qualche caso grotteschi, come la due giorni di panico per la gestione del traffico dei mezzi pesanti. C’è chi ha pensato che ci fosse qualche troupe per girare una fiction, invece era tutto vero quando un autoarticolato è rimasto incastrato per circa un’ora e mezza nella Porta di Sant’Agostino. Un camionista lituano si è presentato con un mezzo pesantissimo in un punto impraticabile, fatto sta che ha imboccato con il suo bilico via di Porta Romana trovandosi davanti la Torre. È riuscito con grandi sforzi a entrare su via Dante e a rigirarsi per riprendere la strada inversa. È rimasto però bloccato proprio sotto
l’arco non riuscendo più a muoversi. Per evitare manovre che potessero danneggiare la monumentale struttura, sono arrivati sul posto vigili urbani e vigili del fuoco che hanno studiato come risolvere la situazione complicata. Non è finita qui, visto che sempre in via di Porta Romana all’altezza del cimitero un altro bilico ha effettuato una manovra di inversione rendendosi conto dell’impossibilità di procedere in direzione viale della Rimembranza e bloccando il traffico. Analoga situazione in via Frate Lupo, nella zona di Zappacenere, dove i camion transitano per poi tornare indietro in quanto il ponticello non ne sopporta il peso con i residenti che hanno chiesto indicazioni stradali adeguate e interventi urgenti per limitare i problemi. Le auto e i veicoli leggeri vengono deviati sulla viabilità secondaria con le difficoltà maggiori per i mezzi pesanti. M.Boc.
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ATTUALITÀ
UN PONTE TIBETANO PER ESALTARE LA GOLA DEL BOTTACCIONE IL PROGETTO DEI FRATELLI FILIPPO E RAFFAELE URBANI HA GIÀ UN NOME: “FUTURO... PONTE DEI MATTI”. UNA CAMMINATA DI CIRCA DUECENTO METRI SOSPESA FINO A UN’OTTANTINA. PER L’OPERAZIONE SERVONO 600MILA EURO. CONTATTI APERTI CON ISTITUZIONI E PRIVATI. “CI SIAMO ISPIRATI ALL’ULTIMO REALIZZATO IN BASILICATA”
di MASSIMO BOCCUCCI
Immaginate una passerella di duecento prattutto la Soprintendenza, ma credo che metri sospesa nella Gola del Bottacciosia fattibile e in fondo Gubbio non è una ne. È un’idea. Ed è anche un progetto per nuova a queste imprese guardando all’Alrealizzare un ponte tibetano tra l’acquebero di Natale più grande del mondo. Nel dotto medievale sul monte Ingino e l’eprogetto mi sono ispirato all’ultimo fatto remo di Sant’Ambrogio, sul versante est in Basilicata, peraltro realizzato da una del monte Foce, in mezzo alla Gola del ditta umbra». Il riferimento è al Ponte alla Bottaccione. C’è anche un nome: “FutuLuna, a Sasso di Castalda nel potentino, ro... ponte dei Matti”. C’è un condensato con una campata unica di 300 metri sodi suggestioni nel progetto ambizioso speso nel vuoto a 120 metri. La veduta è ideato dal quarantasettenne muratore eudavvero mozzafiato, lo si intuisce già dalle Il progetto del ponte tibetano sul Bottaccione gubino Filippo Urbani e messo a punto immagini del progetto. come sfida coraggiosa dal fratello, l’ingegnere Raffaele Urbani, 46 ATTRAZIONI DIFFUSE anni, insieme al coetaneo geometra Francesco Bazzucchi. Si punIl ponte tibetano è una struttura di collegamento costituita da tre ta a valorizzare questo angolo di paradiso tra le rocce. La volontà funi poste a triangolo intrecciate, due parallele da afferrare nelle è coinvolgere istituzioni e privati, guardando con interesse anche mani e una più bassa per i piedi. Il più lungo del mondo con 468 alle risorse economiche europee del Recovery Fund per la ripresa metri, a 35 metri d’altezza e un peso complessivo di 7.500 chili, si dopo la pandemia. Viene visto come un collegamento speciale tra trova a Cesana-Claviere nel Comune di Cesana Torinese in Piel’Ingino e il Foce con i primi insediamenti degli antichi umbri per monte, e scavalca il fiume Piccola Dora tra le montagne lungo le la grotta di Sant’Agnese e soprattutto l’impronta del monastero di Gole di San Gervasio. L’itinerario che si percorre in un’ora e mezSant’Ambrogio ricostruito nel 1331, anno in cui il vescovo euguza è costituito dalla successione di tre ponti in cavi, due collegati bino Pietro Gabrielli lo eresse a priorato accogliendovi gli eremiti mentre il terzo è separato dal sentiero. A Tartano, in provincia di che vivevano nelle città vicine, privi di regole fino a quando nel Sondrio, è stato inaugurato tre anni fa il Ponte nel cielo, che è il 1342 venne eretta la chiesa portando la Regola di Sant’Agostino. più alto d’Europa (140 metri per 234 metri di lunghezza) e collega VEDUTA MOZZAFIATO i due versanti della Val Tartano, sospeso sull’omonimo torrente e “È pensato come un ponte pedonale transitabile alto fino a un’otcomposto da 700 assi di legno di larice. Ce ne sono diversi anche tantina di metri nella parte centrale - spiega l’ingegnere Urbani in altri Paesi d’Europa, ricordando l’Highline 179 lungo 406 metri - per un’operazione economica da circa 600mila euro. L’abbiamo sul Tirolo in Austria, vicino a Reutte sul confine bavarese-austriapresentato all’assessore Gabriele Damiani e ho condiviso l’idea con co: vi possono accedere fino a 500 persone per passeggiare sopra Bernardetta Radicchi, vicepresidente dell’associazione costruttori il castello di Ehrenburg, passando dalle rovine di Ehrenburg a Fort edili Ance Umbria. Le difficoltà maggiori si legano ai pareri, soClaudia.
MARIA CARMELA COLAIACOVO GUIDA CONFINDUSTRIA ALBERGHI
Importante incarico nazionale per Maria Carmela Colaiacovo, amministratore delegato del Park Hotel “Ai Cappuccini” e vice presidente del Gruppo Financo, che Confindustria Alberghi ha eletto all’unanimità come presiedente per il prossimo biennio. L’ha deciso l’assemblea riunita a Roma. “Siamo ancora in una situazione drammatica e senza precedenti - ha detto il presidente - che chiede un impegno straordinario a noi come imprenditori e associazioni, ma anche, e direi soprattutto, al governo per assicurare interventi adeguati alla drammaticità del momento. Quello che abbiamo visto finora non è adeguato alle difficoltà di un settore in cui larga parte degli operatori ha registrato perdite anche superiori all’80 per cento. È necessario un sistema di misure ad hoc per il nostro settore, ancora purtroppo di natura emergenziale con l’estensione del bonus affitti,
l’eliminazione della seconda rata dell’Imu e l’estensione della decontribuzione, ma anche con una visione più ampia ed organica di medio lungo periodo per sostenere il riequilibrio economico e la crescita dimensionale delle imprese. Estensione delle garanzie, finanza alternativa, supporto agli investimenti con il superbonus, un pacchetto di interventi che metta in sicurezza il settore e ci permetta di continuare a crescere e competere sui mercati internazionali. In prospettiva poi - ha spiegato in una nota di Confindustria Alberghi - importante un riequilibrio sul mercato digitale dove gli interventi dell’Europa in tema di tassazione, ma anche di sicurezza e trasparenza dei servizi, segnano un profondo cambio di passo rispetto anche al recente passato”. M.Boc.
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IL CASO
SERRE SOLARI SUL BALCONE, AUTORIZZAZIONE NEGATA E COMUNE CONDANNATO IL TAR ACCOGLIE IL RICORSO DI UNA SIGNORA CHE SENZA ADEGUATE MOTIVAZIONI NON HA POTUTO INSTALLARE LA COPERTURA SUL TERRAZZO DI UN EDIFICIO IN PERIFERIA. L’ENTE PAGA RISARCIMENTO E SPESE: PUÒ RICORRERE AL CONSIGLIO DI STATO CON IL TIMORE DI UN INTERVENTO DELLA CORTE DEI CONTI
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Non si può vietare, senza adeguate motivazioni, l’installazione di serre solari, ovvero le tamponature nei terrazzi o verande abitabili. L’ha deciso il Tribunale amministrativo regionale per l’Umbria, che ha accolto il ricorso di Lauretta Lauri contro il Comune che aveva bocciato la richiesta sul proprio edificio in via Puccini, nella periferia eugubina. Il Comune è stato condannato al pagamento di 1.500 euro, oltre agli oneri di legge, per aver negato senza specifiche spiegazioni l’autorizzazione a realizzare il progetto. Adesso ha 60 giorni per l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, tenendo conto delle possibili verifiche della Corte dei Conti su spese e procedure. La sentenza, firmata dal presidente Raffaele Potenza con il consigliere Enrico Mattei e il referendario estensore Davide De Grazia, ha respinto le argomentazioni del Comune, rappresentato da Claudio Rosimini dell’ufficio legale dell’ente, annullando il divieto del dirigente del settore Urbanistica pianificazione ambientale e patrimonio del Comune dopo il parere della Commissione comunale per la qualità architettonica e il paesaggio. Per il Comune quell’intervento “non si inserisce nell’insieme e modifica sostanzialmente l’armonia dell’edificio”. LA STORIA Ma il Tar ha accolto le ragioni della donna, rappresentata dagli avvocati Claudio Fiorucci e Luigi Santioni. La vicenda risale all’ottobre 2016, quando venne presentato il progetto per l’installazione di
serre per la captazione dell’energia solare realizzate in vetro termico apribile a soffietto su telaio in alluminio verniciato di colore bianco ghiaccio. Lauri ha evidenziato con tanto di foto che nella stessa zona e in altre sottoposte al medesimo vincolo paesaggistico, erano già state installate numerose serre solari a chiusura dei balconi, doppie finestre e altre opere similari, e che il Comune aveva già rilasciato autorizzazioni per interventi analoghi su fabbricati di interesse storico-architettonico. Il Comune nel negare l’autorizzazione ha richiamato un precedente diniego su un progetto della stessa Lauri, secondo la quale l’ente ha “illegittimamente esercitato il suo potere discrezionale nella valutazione della compatibilità paesaggistica del progetto presentato, dal momento che la motivazione addotta per negare l’autorizzazione, traducendosi in formule generiche e stereotipate, non consentirebbe di comprendere le ragioni della supposta incompatibilità paesaggistica”. IL DISPOSITIVO Il Tar ha sentenziato come il Comune abbia motivato il proprio diniego “in termini del tutto generici, senza alcuna considerazione delle dimensioni dell’intervento progettato e della sua specifica incidenza su un vincolo che non interessa l’immobile oggetto dell’intervento in sé, ma tutta l’area periferica del Comune, già peraltro interessata da installazioni simili a quella in causa”. M.Boc.
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LA STORIA
LA SFIDA DEL PLACEBO CI RIPORTA AGLI ANNI ‘30 SI È MESSO IN GIOCO GIORGIO PALAZZARI CHE CON ALBERTO MERLI, UNO DEI CINQUE GIOVANI COLLABORATORI, HA RILANCIATO LO SPEAKEASY DOVE DRINK E COCKTAIL RIEVOCANO I TEMPI DEL PROIBIZIONISMO AMERICANO. NEL LOCALE FOTO SUGGESTIVE SCOVATE ANCHE NEI MERCATINI In certi bar nascosti, bui e fumosi si poteva entrare soltanto con la parola d’ordine. Li chiamavano speakeasy, ovvero parlare piano con tranquillità senza tensioni. Si aggiungevano degli spirit ottenuti di conL’ingresso del Placebo in corso Garibaldi trabbando mescolando il tutto fino a ottenere dei cocktail come il Sidecar, Pink Lady, Long Island Iced Tea, French 75 e Mary Pickford, creati ad hoc per mascherare distillati agli occhi della legge e renderli migliori al gusto. Hanno rappresentato gli elementi principali del proibizionismo americano che ha gettato le basi della storia della mixology mondiale. Esercita ancora un fascino quella storia partita con il National Prohibition Act, ovvero la legge in vigore dal 1920 al 1933 negli Usa che poneva divieti e restrizioni sull’importazione, commercializzazione e uso degli alcolici in misura superiore allo 0,5 per cento di alcol per volumi. IL PASSATO RITORNA Ha ispirato l’eugubino Giorgio Palazzari che a 36 anni si è messo in gioco da un paio di anni con il Placebo Drink Room, un locale che in corso Garibaldi ha rispolverato quelle atmosfere. Fino al 1933 anche i cocktail a base rum e tequila, distillati nei Caraibi e poi fatti sbarcare di contrabbando sulle coste degli Stati Uniti, hanno preso campo illegalmente nei bicchieri dei locali segreti dando origine, insieme agli altri spirit miscelati in gran segreto, a cocktail geniali diventati a lungo andare dei classici usando prodotti d’eccellenza ancora oggi impiegati nei migliori bar del
di MASSIMO BOCCUCCI
mondo. Oggi di proibito non c’è nulla e per rievocare quegli anni ci sono all’interno una trentina di foto ingiallite dal tempo tra belle donne e scene di ritrovo incorniciate, scovate nei mercatini o scaricate da internet. È diventato un ritrovo soprattutto per giovani, prendendo le luci soffuse e i salottini di quei ritrovi per nobili, ricchi e pure gangster. GIOVANI IN CAMPO “Quei contesti particolari hanno mantenuto una certa suggestione che si può riproporre ai giorni nostri con i più svariati distillati che sono morbidi e una volta venivano addomesticati con zucchero e limone”, racconta Giorgio Palazzari con al fianco Alberto Merli, uno dei cinque giovani collaboratori dell’attività. La ricerca del gusto più esclusivo dei coktail, più o meno forti, guarda proprio a quel periodo: dal Southside, che la leggenda vuole fosse la bevanda preferita di Al Capone con una finitura ruvida da ammorbidire usando più dolcificanti per renderlo gustoso, all’Aviation ideato nel 1916 in onore dei piloti inglesi della prima guerra mondiale, andando a ritroso al Gimlet dal medico imbarcato sulla royal Navy nel 1879. “Abbiamo bisogno di ritrovarci - dice Palazzari - e di vivere atmosfere uniche, per questo il passato ci consegna un vissuto che attrae e va oltre una bevanda. Nel tutto alcolico c’è un effetto, che mi piace chiamare effetto placebo come una sorta di dipendenza che esalta il gusto e non la trasgressione”.
L’EVENTO Dopo 7 anni è stata riaperta la chiesa, la cui struttura è stata riqualificata ampliando gli spazi interni
TUTTO LO SPLENDORE DI SANTA CROCE
L’attesa è stata lunga, ma ben ripagata. Perché il colpo d’occhio offerto dalla chiesa di Santa Croce della Foce, sette anni dopo la chiusura imposta da problemi strutturali, ha lasciato tanti eugubini senza fiato. Un luogo unico e tanto caro alla collettività che ha ripreso vita dopo un lungo intervento di riqualificazione e restauro, che ha interessato dapprima le fondamenta e le parti sottostanti della struttura, al quale si è aggiunto grazie ai fondi arrivati dal FAI (circa 30mila euro) anche la riqualificazione pittorica del soffitto del presbiterio. L’operazione complessiva ha sfiorato i 2,5 milioni di euro, gran parte dei quali garantiti dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti grazie anche all’interessamento in prima persona dell’allora onorevole Rocco Girlanda. L’intervento ha riguardato anche i locali sotterranei e le stanze adiacenti alla chiesa, che da oggi potranno essere utilizzate dalla Confraternita di Santa Croce. NUOVI PROGETTI La chiesa rappresenta per gli eugubini un vero e proprio “luogo del cuore”, riprendendo la dicitura utilizzata dal FAI per promuovere finanziamenti dedicati proprio a strutture che necessitano di interventi. In tanti, compatibilmente con le norme attuali, hanno visitato la chiesa nei primi due giorni di riapertura, che
proseguiranno anche nell’ultimo week-end di luglio, anche se dal vescovo Luciano Paolucci Bedini è partito l’invito a fare in modo che possa restare aperta ogni giorno, “per consentire agli eugubini di venire a pregare. Perché questa non è una chiesa parrocchiale, ma appunto un luogo di preghiera: basta alzare lo sguardo e vedere lo scrigno dove è posta l’effige della croce di Cristo, la testimonianza più grande dell’amore di Dio per l’uomo”. Luca Minelli, priore laico della confraternita, ha ricordato quanti hanno reso possibile questo lungo e complesso iter di lavori, ma il cui risultato finale è di una bellezza sconfinata: “Oggi scriviamo una pagina di storia della nostra città, ma abbiamo molti progetti da portare avanti nei prossimi anni, per riconsegnare a questo luogo il ruolo che ha ricoperto nei secoli”. La chiesa di Santa Croce vive il suo punto più alto il venerdì santo, quando diventa meta di pellegrinaggio degli eugubini nelle ore che precedono l’uscita delle state del Cristo e della Madonna per la Processione del Cristo Morto. Un esilio che, Covid permettendo, si concluderà il prossimo 15 aprile 2022, quando si spera che Gubbio potrà tornare a celebrare il suo rito ultrasecolare partendo proprio dalla piccola chiesa adagiata sul Camignano. R.Bar.
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ATTUALITÀ
PROCESSO TRUST, BAZZURRI RICORDA RICATTI E PERSECUZIONI L’EX DIPENDENTE COMUNALE TESTIMONE A PERUGIA IN UN’ALTRA UDIENZA PIENA DI ACCUSE PER GORACCI. DRASTICA RIDUZIONE DEI TESTIMONI PER ACCORCIARE I TEMPI E ANDARE AL GIUDIZIO DI PRIMO GRADO PRIMA DELLA PRESCRIZIONE Accuse pesanti attorno a storie di ricatti, persecuzioni e azioni per danneggiare una carriera professionale, con l’effetto pratico di favorirne altre. È stato un fiume in piena l’ex dipendente comunale Franco Bazzurri, nono testimone del processo Trust a Orfeo Goracci insieme ad altri ex amministratori, politici locali, dipendenti ed ex, per presunti abusi di potere con una serie di reati collegati a partire dall’associazione a delinquere. Ha raccontato in tribunale a Perugia, presieduto da Mariella Roberti, l’esperienza personale da quando nel 2003 è entrato in servizio al Comune di Gubbio trasferito per mobilità dall’istituto scolastico superiore Casimiri di Gualdo Tadino. Ha citato situazioni e comportamenti nei suoi confronti da parte dell’ex sindaco e della Giunta che l’hanno penalizzato - ha riferito Bazzurri nel rispondere alle domande del pubblico ministero Mario Formisano - in termini di carriera con le relative progressioni economiche, sia al settore personale che successivamente all’anagrafe. CARRIERE E MINACCE Goracci e i fedelissimi della giunta decisero di bloccare le posizioni organizzative di quei settori per favorire a turno le dipendenti, oggi imputate, Lucia Cecili e Nadia Ercoli che la ottennero entrambe. Bazzurri ha ricordato in aula che Goracci gli chiese di prendere pubblicamente posizione contro le componenti del Psi che avevano
di MASSIMO BOCCUCCI
preferito allearsi col Pd se voleva ottenere il trasferimento da Gualdo a Gubbio. La deposizione di Bazzurri proseguirà nell’udienza del 19 ottoFranco Bazzurri bre. Non è stata affrontata nei dettagli la decorrenza dei termini per alcuni reati a carico degli imputati che potrebbero avvalersi della prescrizione. Non sono stati resi noti i conteggi dei termini, che si distinguono in base alla tipologia, ma è ferma intenzione del tribunale arrivare intanto al giudizio di primo grado. POCHI TESTIMONI Per questo sono state fissate altre tre udienza entro dicembre con il presidente, Mariella Roberti, che ha chiesto all’accusa e ai legali delle parti di ridurre drasticamente la lista dei testimoni, peraltro già stata tagliata da circa 250 iniziali a un centinaio. Ora per l’accusa rimarranno l’ex dipendente comunale Lorenzo Rughi, l’ex assessore Marino Cernicchi che ha patteggiato a 16 mesi, Fernanda Fraioli della Corte dei Conti e il capitano Goffredo Rossi dei Ros di Perugia, mentre le parti civili indicheranno due-tre testimoni. Ruolo chiave anche le intercettazioni, che nelle carte della Procura hanno già rivelato situazioni particolari tra Goracci e alcuni soggetti imputati e non.
LA NOMINA Un eugubino per la prima volta nella storia alla guida del Distretto 2090. Ecco tutti i nuovi incarichi
ROTARY, MARCHI PRESIDENTE MINELLI GOVERNATORE
L’impronta del Rotary Club Gubbio supera i confini cittadini e regionali. Mauro Marchi ha assunto la presidenza del club locale subentrando a Gioacchino Minelli, che contestualmente ha assunto la carica di GoMauro Marchi vernatore del Distretto Rotary 2090, comprendente le regioni Marche, Abruzzo, Umbria e Molise. La durata in carica dei Governatori va dal 1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo. Il Governatore è a figura più importante del Distretto e quest’anno per la prima volta nella storia il ruolo viene ricoperto da un eugubino. I club che è chiamato a gestire sono complessivamente 71, di cui 28 delle Marche, 21 dell’Abruzzo, 17 dell’Umbria e 5 del Molise. Gli iscritti complessivi del Distretto sono oltre 3.000. Come squadra distrettuale due ruoli chiave sono stati affidati a due rotariani eugubini: Lucia Monacelli è il Prefetto Distrettuale, occupandosi del cerimoniale inteso come il complesso di norme e consuetudini che regolano lo svolgimento formale delle manifestazioni e attività del Distretto con l’obiettivo della perfetta organizzazione e l’ordinato svolgimento degli incontri; Roberto Tanganelli
è il Tesoriere Distrettuale, occupandosi del cuore finanziario e amministrativo del Distretto con l’onere di vigilare sui 71 club che in maniera puntuale versino le quote, redige rendiconti, gestisce l’amministrazioGioacchino Minelli ne e fa rispettare gli aspetti fiscali. Il club di Gubbio, accanto a Marchi presidente, vede come vicepresidenti Massimo Angeli e Massimo Bastiani, mentre Tiziana Crociani è stata eletta segretaria nonché presidente per il successivo mandato. In occasione dell’insediamento sono stati consegnati riconoscimenti ai dottori Paola Tomassoli direttore del Distretto Usl Umbria 1, Ruggiero Pier Daniel, responsabile Centro Salute Gubbio e referente Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), Martino Morelli, Jessica Malizia e Vincenzo Boschetti per l’impegno e la professionalità dimostrate nella lotta al coronavirus, e al docente e scrittore eugubino Simone Zaccagni che si è reso protagonista di un gesto speciale salvando con una manovra di primo soccorso un alunno dell’Edificio Scolastico che stava soffocando con un principio di cianosi per un tarallo durante la ricreazione. M.Boc.
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CULTURA
LIFE IN GUBBIO ESALTA LA MUSICA E LA CULTURA
di ROBERTO BARBACCI
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TORNA LA KERMESSE ESTIVA CON UN CARTELLONE DI EVENTI DI ASSOLUTO RILIEVO, DA DANTE A VALLESI, DALL’OMAGGIO A DE ANDRÈ ALLE GRANDI COLONNE SONORE. FONDAZIONE CARISP AL FIANCO DI RENZO MENICHETTI E DEI CANTORES BEATI UBALDI
Torna in grande stile Life in Gubbio, e lo fa con un cartellone di eventi da fare invidia a festival ben più rinomati. L’iniziativa, ripresa da Renzo Menichetti (che nel 2007 ne fu l’ideatore, assieme a Michele Afferrante e Filippo Mauceri), collocherà Gubbio al centro della mappa per ciò che riguarda gli appuntamenti culturali e musicale dell’ultima parte dell’estate 2021. “Avevamo bisogno di poter offrire alla comunità qualcosa in cui identificarsi, anche per dare un segnale forte dopo mesi difficili”, spiega Menichetti, felice di aver ridato lustro a un evento che nel primo decennio del nuovo millennio portò a Gubbio personaggi molto noti, l’ultimo dei quali Paolo Bonolis nel 2009. “In un momento come questo, offrire un programma così ricco e variegato non è cosa da poco. Il Comune di Gubbio ha risposto in maniera entusiastica alla nostra proposta, e così ha fatto anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha ben compreso il valore e la portata dalla manifestazione. C’è stata da subito grande unità d’intenti e la voglia di creare qualcosa di unico nel suo genere, ponendo Gubbio sotto le luci dei riflettori e contribuendo a farla conoscere e apprezzare anche fuori dai confini locali. DA UN CHIOSTRO ALL’ALTRO Life in Gubbio 2021 proporrà in totale 7 eventi, a cominciare dal primo in programma giovedì 5 agosto nel chiostro di San Domenico, con uno spettacolo teatrale diretto da Giuliano Traversini e interpretato da Luca Violini dedicato proprio a San Domenico di Guzman nell’ottavo centenario della morte. “Riportiamo la comunità in un luogo bellissimo - riprende Menichetti - e che merita certamente di essere valorizzato”. Il Teatro Romano sarà protagonista a partire da mercoledì 18 agosto con “Il territorio va in scena”, spettacolo diretto e interpretato da Max Paiella, mentre venerdì 20 agosto il grande protagonista sarà Dante, ricordato presso il chiostro di San Francesco in una serata dal titolo “L’attuale inattualità di Dante”, dove il sindaco Filippo Mario Stirati dialogherà con il saggista e scrittore Filippo La Porta in un evento che promette di sorprendere per originalità e particolarità della proposta. “Quando Menichetti mi ha contattato, chiedendomi se fossi disponibili a prendere parte a questo dialogo con La Porta - afferma il sindaco Stirati - ho subito compreso la portata della proposta e la volontà di offrire uno spaccato differente dal solito racconto legato a Dante. Il quale peraltro sarà anche il trade union del prossimo Festival del Medioevo, cosa che mi ha ulteriormente convin-
to ad accettare di accompagnare Filippo La Porta in un appuntamento che assume una rilevanza davvero unica nel suo genere. È un onore per me ma anche un onere, ben sapendo quanto la figura di Dante possa ancora oggi influenzare le nuove generazioni, tanto grande è l’eredità che ci ha lasciato”. La musica sarà nuovamente protagonista lunedì 23 agosto a San Francesco, quando il cantautore Paolo Vallesi porterà in scena lo spettacolo “La forza della (mia) vita”, accompagnato da un pianoforte e dalle parole scritte all’interno di un libro che da il titolo alla serata e che rappresenta molto più di un racconto di decenni di carriera. Lunedì 30 agosto, ma alle 18, toccherà a Michele Zanzucchi intervistare padre Giulio Albanese, missionario e giornalista appartenenza alla congregazione dei comboniani, da sempre in prima linea per combattere la fame e la povertà nelle are più disagiate del mondo. IL GRAN FINALE Gli ultimi due eventi della rassegna riporteranno la musica al centro del palco. A cominciare dal tradizionale concerto a Sant’Ubaldo dei Cantores Beati Ubaldi in occasione della fine del periodo estivo della compieta, denominato “In amore di Sant’Ubaldo”, che martedì 31 agosto vedrà esibirsi, oltre al coro diretto dal maestro Menichetti, il violino Luzy Guanuna e il contrabbasso Graziano Brufani. “Abbiamo deciso di intitolare questa serata “Pacem”, proprio perché vuol essere un inno alla pace e all’unione dei popoli”, aggiunge Menichetti. Che come ultimo appuntamento ha pensato bene di omaggiare un grande della musica italiana come Fabrizio De Andrè con un concerto evento al Teatro Romano, in programma venerdì 3 settembre. “Per l’occasione avremo con noi sul palco un maestro indiscusso di fama internazionale come Geoff Westley, che nel 2011 arrangiò un intero concerto sulle note delle canzoni di De Andrè e che per l’occasione ha realizzato delle parti esclusive per poter inserire al loro interno il coro dei Cantores Beati Ubaldi. Questo sarà davvero un evento eccezionale, con un gioco di luci unico nel suo genere e un’ambientazione scenografica di impareggiabile bellezza. E accanto alle canzoni di De Andrè verranno proposte anche alcune tra le più grande colonne sonore della storia del cinema, a cominciare da quelle del maestro Ennio Morricone”. Una serata evento alla quale il Comune di Gubbio darà ampio risalto attraverso i propri canali: “Abbiamo ritenuto, data la rilevanza della proposta, che potesse meritare una promozione specifica”, ha commentato Stirati, dicendosi impaziente di assistere al concerto. Un proposito ribadito anche da Cristina Colaiacovo, che a nome della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha lodato l’iniziativa: “La nostra fondazione nel 2021 ha aumentato i contributi destinati ad eventi culturali, ben consapevole del periodo complesso attraverso da molte realtà ma anche della necessità di salvaguardare il patrimonio di eventi e associazioni che altrimenti avrebbero rischiato di vedere interrotta la loro attività. Il progetto Life in Gubbio è quanto di più meritevole di attenzione e considerazione ci possa essere e siamo ben contenti di farne parte come sostenitori. Un livello così alto nobilita Gubbio e tutta l’Umbria, con la città che dimostra una vocazione alla cultura non facile da riscontrare altrove”.
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IL RICORDO
MARCO TINTI, ANIMA BUONA DELLA MUSICA
di MASSIMO BOCCUCCI
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RESTANO LE SUE STRAORDINARIE ESPERIENZE CON LA BANDA COMUNALE, LA FANFARA DEI BERSAGLIERI, IL CORO DELLA MADONNA DEL MISERERE E I CANTORES BEATI UBALDI. È STATO SOCIO ONORARIO DELL’UNIVERSITÀ DEI MURATORI
Uomo mite, generoso, aperto e disponibile con tutti. Questo era Marco Tinti che a sessant’anni ci ha lasciato improvvisamente il 5 luglio scorso. Per lunghi anni responsabile amministrativo nei settori commerciale, industriale e dei servizi, ha ricoperto anche il ruolo di sindaco revisore legale in varie società di capitali. Lo si ricorda protagonista apprezzato della Banda Comunale di Gubbio e appassionato cantore del Miserere con il coro della Madonna. Era socio onorario dell’Università dei Muratori e tifosissimo rossoblù. Ha lasciato la moglie Sabrina e i figli Giacomo e Andrea. UN RICORDO INDELEBILE “Una grande perdita per la nostra associazione - ha scritto il gruppo bandistico cittadino sulla propria pagina Facebook - e per la cultura musicale eugubina. Entrato in Banda giovanissimo ha assunto presto il ruolo di prima tromba mettendosi in mostra in diversi concerti e rassegne interpretando mirabilmente brani lirici e virtuosistici. Oltre a partecipare all’attività musicale fino a pochi anni fa, nel 1996 è stato tra i soci fondatori dell’associazione Banda Musicale Città di Gubbio e successivamente nel 2012 promotore della fondazione dell’associazione Banda Comunale di Gubbio, alla quale è ancora iscritto come sostenitore. Le nostre più profonde condoglianze vanno alla famiglia e in particolare al fratello Basilio, anche lui socio fondatore e sostenitore del nostro sodalizio”. I Cantores Beati Ubaldi hanno parlato di “perdita immensa per
l’alto profilo di una persona che ha saputo donare a tutti noi la gioia di cantare, di stare insieme, di coltivare la nostra amicizia, di ritrovarci sempre più uniti dopo ogni concerto. Non sappiamo dove troveremo la forza per andare avanti e superare questo momento di assoluta sofferenza. Il nostro desiderio è quello di onorare Marco mantenendo vivo il suo ricordo e la sua presenza tra noi, senza dimenticare la sua famiglia, alla quale il coro non farà mai mancare la propria vicinanza”. Un ricordo particolare è venuto dalla sezione Bersaglieri Gubbio: “Grazie e sempre grazie Marco per il tuo prezioso contributo alla nascita della Fanfara della sezione bersaglieri Gubbio. Grazie a te ora è una realtà e lavoreremo a testa bassa. I tuoi consigli li metteremo sempre in pratica con slancio e grinta, sei corso avanti e noi correremo per te. Ci guiderai e incoraggerai da lassù e noi ti onoreremo sempre”. L’Università dei Muratori con il consiglio direttivo presieduto da Giuseppe Allegrucci ha ricordato di aver perso “una colonna portante, per tutti era il nostro ragioniere ma praticamente era molto di più. Per prima cosa Marco era un amico, ma un amico vero, quando arrivava lui cambiavamo espressione, portava un’aria di serena rassicurazione. Era socio onorario e ci ricordiamo la sua commozione sincera quando gli è stato conferito questo riconoscimento. Era innamorato e orgoglioso della nostra Gubbio e del nostro sodalizio, tutto il resto veniva di conseguenza. Sabrina, Giacomo e Andrea avete perso molto, ma avete avuto un dono raro, un marito e un padre meraviglioso”.
IL SALTO Il classe 2004 è stato riscattato dalla Fiorentina per 30mila euro: è l’ultimo regalo di Giammarioli al Gubbio
GIOVANNI FARNETI, UN SOGNO VIOLA
Non c’è dubbio: l’ultimo regalo di Stefano Giammarioli al Gubbio è stato un gruzzolo di 30mila euro approdati nelle casse del presidente Sauro Notari dal riscatto esercitato dalla Fiorentina del centrocampista eugubino doc Giovanni Farneti, classe 2004. Il ragazzo era stato ceduto l’anno scorso al club viola, aggregandosi all’Under 17 (Allievi Nazionali) nell’operazione che ha portato il centrocampista Alessandro Lovisa con la formula del prestito annuale legando appunto la quota del riscatto già stabilita. Farneti nella stagione 2019-2020 si era distinto come sotto età nell’Under 17 che ha vinto il girone, rivelandosi una mezzala con buona tecnica, spiccata visione di gioco molto tecnica e tempi di inserimento. Farneti è cresciuto alla scuola calcio Don Bosco, per poi approdare all’Atletico Gubbio. Si è aperto un giallo sulle modalità di trasferimento. “Il ragazzo nella scorsa stagione - ha fatto sapere il club - era stato ceduto
in prestito con diritto di opzione a favore della società viola, opzione esercitata regolarmente. La trattativa è stata condotta in prima persona dal presidente Sauro Notari insieme al responsabile del settore giovanile viola Valentino Angeloni legati da anni da grandi rapporti di stima ed amicizia reciproca, nessun altro ex dirigente rossoblù è intervenuto nella trattativa. Non c’è stato alcun nesso o collegamento tra le operazioni di Lovisa e Farneti”. Dagli ambienti dei diretti interessati sono state però confermate le anteprime di stampa sulle modalità del passaggio, a cui ha lavorato l’ex direttore sportivo Giammarioli e che è stato seguito da vicino dai familiari del giovane promettente. Fin qui Notari aveva annunciato in prima persona esclusivamente di aver acquisito, dopo l’infortunio di Cucchietti, il portiere Savelloni che al debutto contro il Carpi ha vissuto un pomeriggio choc per l’epilogo di quella partita. M.Boc.
TRIONFO AZZURRO ANCHE PER MARCO CECCARELLI Il trionfale europeo di calcio, con la magica notte di Wembley, ha pure un’impronta eugubina perché della delegazione azzurra ha fatto parte il trentaquattrenne Marco Ceccarelli, da diversi anni figura operativa della Figc presieduta Gabriele Gravina. Il giovane ricopre un ruolo nel settore organizzativo e fa parte
dello staff operativo che si occupa della logistica della Nazionale. Ha avuto il privilegio di alzare la Coppa di Euro 2020 sul prato di Wembley. Per Ceccarelli è la seconda esperienza sulla scena europea visto che ha ricoperto la stessa funzione in occasione di Francia 2016.
CALCIO
MATTEO PASSERI PRONTO PER FARE 14 ANNI DI SERIE A CONFERMATO IL GUARDALINEE EUGUBINO CHE SARÀ AL VIA ANCHE DELLA PROSSIMA STAGIONE NELLA MASSIMA SERIE DOPO AVER SUPERATO LE 200 PARTITE, ENTRANDO NELLA STORIA DEI PIÙ PRESENTI. ORA PUNTA AL RECORD Un traguardo tira l’altro per il guardalinee internazionale eugubino Matteo Passeri che si gode la conferma per la quattordicesima stagione in Serie A. Per lui, che ha compiuto 45 anni, è un ulteriore attestato delle qualità che hanno portato gli organismi internazionali a tenerlo in ruolo anche per le competizioni Fifa e Uefa. La conferma di Passeri, che ha superato le 200 presenze entrando tra i primi 6 della storia per gare in Serie A, s’inserisce nel quadro delle nomine che hanno visto dismessi dalla serie A per motivi tecnici, in vista della prossima stagione, Daniel Amabile della sezione di Vicenza, Lorenzo Illuzzi di Molfetta, Ivan Robilotta di Sala Consilina e Riccardo Ros di Pordenone. Sono stati promossi dalla Can di C alla A Andrea Colombo di Como, Francesco Cosso di Reggio Calabria, Matteo Marcenato di Genova, Gianpiero Miele di Nola e Luca Zufferli di Udine. Promosso alla memoria Daniele De Santis, l’arbitro di C ucciso a settembre scorso a Lecce insieme con la fidanzata, Eleonara Manta. Con Passeri confermati anche gli altri due guardalinee umbri, il coetaneo Alessandro Costanzo di Orvieto e il trentottenne Matteo Bottegoni di Terni. I tre si sono ritrovati l’8 giugno scorso ad Assisi al Gran Galà del Calcio Umbro, con il presidente nazionale dell’Aia Alfredo Trentalange e regionale Luca
di MASSIMO BOCCUCCI
Ciancaleoni, esprimendo tutta la soddisfazione per le esperienze personali e le prospettive del movimento arbitrale umbro. RECORD ALL TIME Ora Matteo mette nel mirino il primato assoluto, visto che vanta già 207 partite ed è sesto assoluto nella storia degli assistenti italiani. La speciale classifica all time vede Maggiani al comando con 227 presenze, seguito da Copelli (224), Di Liberatore (223), Ivaldi e Tonolini (215). Punta a dare il massimo per confermarsi ai migliori livelli e stabilire anche il record nazionale. Passeri ha toccato quota 200 il 6 febbraio 2021 in Atalanta-Torino (risultato 3-3). Il suo è un percorso straordinario, cominciato nel 1991 come arbitro, dopo la morte del padre Elvio, anche lui trascorsi da guardalinee in Serie A con la passione orgogliosamente trasmessa al figlio. Nel 2003 è stato promosso direttore di gara alla Can Pro e nel 2008 è passato nel ruolo di assistente nella Can A e B, con l’esordio in A in Palermo-Udinese finita 3-2 il 25 gennaio 2009. Nel 2014 è stato nominato guardalinee internazionale ed è stato confermato nel ruolo anche per quest’anno. Passeri, che ha compiuto 45 anni lo scorso 19 marzo, è stato protagonista di una escalation che l’ha visto eccellere tra i migliori assistenti anche a livello internazionale sia nelle coppe europee che a livello di competizioni delle Nazionali, fino ai campionati esteri. Passeri s’inserisce peraltro nel solco di una tradizione eugubina forte e qualificata visto che in Serie A sono arrivati prima di lui Pompeo Pifarotti, Elvio Passeri, Massimiliano Grilli (internazionale) e Massimiliano Rosi.
CECA AL LAVORO PER UN’ALTRA EDIZIONE SUPER DEL FAGIOLI
In anticipo rispetto al consueto calendario, ma con la voglia di regalare ancora una volta spettacolo e adrenalina ai tanti appassionati che ai motori non sanno rinunciare. Il Trofeo Luigi Fagioli, giunto alla 56esima edizione, va in scena il 31 luglio-1°
agosto e porterà a Gubbio i migliori interpreti internazionali di una disciplina il cui fascino sa resistere al tempo. Il CECA è già al lavoro per allestire il percorso gara, con le adesioni di squadre e piloti che si mantengono in linea con gli standard del passato.
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BRUNO CENNI, SAN GIORGIO E LO STUDIO DEDICATO AL PAPA LA FIGLIA PATRIZIA, A UN ANNO DALLA SCOMPARSA DEL PROFESSORE, HA SCOPERTO UN DOCUMENTO E L’HA FATTO PERVENIRE CON UNA LETTERA A JORGE MARIO BERGOGLIO
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La memoria del professor Bruno Cenni, scomparso l’11 luglio dell’anno scorso a 74 anni, emerge in studi e documenti lasciati come patrimonio ai familiari e alla comunità eugubina che ha sempre visto nell’insegnante, storico e studioso un riferimento di straordinaria qualità personale e intellettuale. La figlia Patrizia ha trovato nel suo pc un documento davvero speciale, ovvero uno studio particolareggiato di San Giorgio con un excursus destinato e dedicato a Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, con un richiamo alla Festa dei Ceri e al senso di appartenenza del professore al Cero di San Giorgio. Per questo Patrizia Cenni ha deciso di far pervenire al pontefice una lettera e il documento corredato da immagini che costituisce forse l’ultimo lavoro dell’amato professore. “Al Santo Padre dedico queste mie riflessioni - scrive il professore - per ricordare che porta impresso nel suo nome quello del Santo e martire cristiano Giorgio. Chiedo con profonda venerazione la sua riabilitazione, in quanto sia nella mia città di Gubbio che in tantissimi luoghi italiani, europei e medio orientali è presente il culto fortemente sentito a San Giorgio. Nel 1969 avvenne da parte della Chiesa Cattolica il declassamento del Santo, nel messale di Paolo VI il culto di San Giorgio è stato declassato a memoria facoltativa della liturgia cattolica, ma in realtà venerato in tutto il mondo, senza perdere e affievolire il suo culto e la venerazione, fortemente sentita e rispettata dalle popolazioni locali
in Italia dal periodo Bizantino a quello altomedievale e quello medievale delle crociate e dei cavalieri Templari che vollero liberare il santo sepolcro dall’ invasione musulmana”. LE PASSIONI “Ho trovato questo lavoro nel suo computer - scrive Patrizia - e ho pensato di fare cosa gradita a babbo e mamma nel finirlo e portare avanti il suo progetto per il suo primo anniversario di morte, come se potessi farlo rivivere almeno per un giorno. Nella sua vita ha potuto dedicarsi a tutte le sue passioni grazie a mia madre Luisa che ha portato avanti la famiglia sacrificandosi sempre per il bene del mio babbo e per le sue figlie”. Viene ricordata nella lettera il forte impegno del professore tra la professione di insegnante e le sue passioni, dalla natura alla speleologia, dalla collezione di fossili allo studio di documenti d’archivio, fino all’impegno di archeologo con diverse campagne di scavi in Italia e all’estero. Ma Cenni era anche amante della sua bellissima Gubbio. “La sua brutta malattia - sottolinea Patrizia riferendosi allAlzheimer che l’aveva colpito - dopo una caduta nell’ultimo anno della sua vita, gli aveva tolto il dono più prezioso per lui: la parola, quella dote che riusciva a mettere in contatto tutto il sapere e i suoi studi con le altre persone”. Nel ricordare anche le difficoltà e le amarezze, la figlia Patrizia fa sapere al Papa come un alunno dei tempi lontani gli ha riservato un addio speciale: “Spero che ora tu abbia una cattedra e un archivio in Paradiso per continuare a fare al meglio ciò che hai sempre saputo fare”. M.Boc.
L’EVENTO Il 25 luglio torna il Palio in piazza Grande. Traguardo iconico per lo storico balestriere in 50 anni di passione
LA BALESTRA SFIDA ANCORA IL COVID ORLANDI RAGGIUNGE QUOTA 100
Ha già sfidato il Coronavirus l’anno scorso e lo fa anche quest’anno. Il Palio della Balestra ha solo cercato il momento migliore, rinunciando per due anni all’ultima domenica di maggio per riaprire piazza Grande alla storica sfida con Sansepolcro in piena estate. Nel 2020 era stato scelto il 14 agosto, stavolta l’appuntamento è per il 25 luglio. L’intesa con il Comune e i balestrieri biturgensi ha portato a questa collocazione con la conferma del Palio in onore di Sant’Ubaldo. L’anno scorso ha rappresentato l’unica celebrazione storica in Italia: l’antica arte della balestra supera tutte le difficoltà, ricordando la disputa ininterrotta da almeno il 1461 come da documenti d’archivio. LE AVVERTENZE Previsto un piano di sicurezza con alcune modifiche al programma e un numero ridotto di pubblico. Non saranno montate le classiche tribune, ma saranno installate sedie nelle quali sarà possibile sedersi in maniera alternata occupando un posto e lasciandone altri liberi, mentre balestrieri e figuranti durante la permanenza in piazza Grande saranno dotati di mascherina, appositamente realizzata. Niente grande classico corteo storico dopo la celebrazione del Palio, ma una rappresentazione dei cortei partirà dal palazzo del Bargello per raggiungere piazza Grande prima dell’inizio dei tiri. Novità la benedizione del vescovo Luciano Paolucci Bedini ai balestrieri dalla chiesa di San Giuliano. Il campanone chiamerà in piazza i balestrieri, i bandi di sfida accenderanno gli animi e non mancheranno i musici e
gli sbandieratori nel programma che si aprirà alle ore 18 con la voce del Campanone e la benedizione degli armati, fino alle 19.20 quando è prevista la premiazione con la consegna dell’artistico drappo della vittoria. CENTO VOLTE ORLANDI Per Ubaldo Orlandi, 71 anni, sarà un Palio specialissimo, ovvero il centesimo della sua straordinaria esperienza cominciata entrando nella Società Balestieri nel 1970 per iniziare a tirare l’anno successivo con tre vittorie ottenute nel 1983 in piazza Grande, nel ‘90 e nel ‘92 a Sansepolcro (più altre sei volte sul podio tra secondi e terzi posti). In pochi hanno raggiunto questo traguardo. “Io e Riccardo Fornaia - ricorda - non avevamo la balestra e ci venne in aiuto Nazzareno Mencarelli che ci fece gareggiare. In cinquant’anni ho saltato solo un Palio per motivi di salute”. Consigliere, responsabile dei balestrieri, poi vicepresidente (accanto a Enzo Pierucci) quindi presidente dal 1999 al 2013 per cinque mandati consecutivi, oltre ad aver scritto tre libri sul sodalizio e la tradizione, Orlandi è un pezzo di storia della balestra eugubina. “Vado fiero - spiega - di aver contribuito a generare il nuovo statuto e alla separazione consensuale dal gruppo Sbandieratori, la ristrutturazione del balipedio, il campo di allenamento così come si trova oggi, il rinnovo del parco costumi del corteo storico, e aver allestito il primo museo storico della balestra all’italiana nel palazzo del Bargello”. M.Boc.
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31/08/2021
LA ROCCA
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PAPA BENEDETTO NON DEMORDE Sono otto anni che in Vaticano stanno disperatamente cercando di far dire una parola chiara a papa Benedetto XVI circa la sua posizione nei confronti di Bergoglio e, cosa ancora più importante, sul papato. Insomma, è chiaro anche a un bambino di prima elementare che la Chiesa cattolica può avere un solo papa, per espressa volontà di Gesù Cristo (che ha istituito il papato nella sola persona di Pietro e tale incarico è unico e indivisibile). Ora, se papa Benedetto XVI è ancora papa - e questo Ratzinger lo dice e lo ripete in tutti i modi possibili e immaginabili, tanto che veste ancora di bianco, tiene le chiavi di san Pietro sul proprio stemma episcopale, impartisce la benedizione apostolica che solo il sommo pontefice può impartire, si fa chiamare con il titolo di “Sua Santità” che spetta solo al papa - se dunque Benedetto XVI è ancora papa - al di là del patetico escamotage del titolo di “emerito” (che spetta semmai ai vescovi in pensione in quanto hanno ricevuto un sacramento indelebile e non certo a un papa che ha rinunciato a un incarico liberamente accettato al tempo dell’elezione) - è chiaro che non può esserci un altro papa. Per questo si cerca in tutti i modi di far dire a Ratzinger che non è papa. Ma lui non demorde. Le conseguenze sono semplicissime, anche se fanno tutti finta di niente.
L’ULTIMA SORPRESA DI BERGOGLIO Nonostante la spada di Damocle che gli pende sulla testa circa la dubbia validità della sua elezione, Bergoglio continua inesorabile l’opera che gli è stata affidata: liquidare dalla storia il cattolicesimo e fondare una nuova religione mondialista e sincretista. Certo, lui e i suoi sodali hanno avuto le mani legate dalla presenza ingombrante di papa Benedetto XVI, ma in questi anni il processo di demolizione della Chiesa di Cristo è proceduto in modo costante. Basti pensare all’adorazione con tanto di rito satanico della divinità pagana Pachamama compiuta da Bergoglio in persona in Vaticano, alle frasi al limite del blasfemo da lui pronunciate durante alcune omelie (“non esiste un Dio cattolico”, “Gesù faceva lo scemo”, “Gesù si è fatto serpente”, tanto per citarne qualcuna presa poco più che a caso); alle vere e proprie eresie confidate al suo amico ateo e avversario della Chiesa Eugenio Scalfari e via demolendo. L’ultima sorpresa Bergoglio l’ha riservata lo scorso 16 luglio, giorno della Madonna del Carmelo, quando, appena dimesso dall’ospedale dove è stato ricoverato per giorni, ha firmato un “motu proprio” per andare contro papa Benedetto XVI e abolire la possibilità da lui offerta qualche anno fa di celebrare liberamente la messa di sempre. La nuova religione mondialista mira a sopprimere il vero culto cattolico.
a cura di LUIGI GIRLANDA CONTRO RATZINGER E WOJTYLA La marcia indietro di Bergoglio rispetto alla liberalizzazione della messa di sempre voluta da Benedetto XVI ha almeno il pregio di fare emergere la radicale contrapposizione tra i due circa l’ambito più importante della fede cattolica: la liturgia. Papa Benedetto XVI aveva sottolineato che non è possibile considerare pericoloso o, peggio, dannoso un rito che per almeno millecinquecento anni è stato il rito ufficiale della Chiesa. Papa Benedetto XVI avvertiva che non può esserci rottura nella liturgia e nella vita di fede. Quando decise di liberalizzare il rito di sempre disse: “ciò che per le generazioni anteriori era sacro e grande, anche per noi resta sacro e grande”. Come pensare infatti anche solo per un momento che sant’Agostino, sant’Ubaldo, san Francesco, san Tommaso d’Aquino, santa Teresa di Lisieux, san Pio X, san Pio da Pietrelcina e tutti i cattolici che ci hanno preceduto si sarebbero santificati con una messa che oggi, al contrario, viene considerata dannosa e deleteria per la vita di fede? Solo qualcuno incapace di comprendere a fondo la vera essenza del cattolicesimo potrebbe pensare un’assurdità del genere. Sta di fatto che prima papa Giovanni Paolo II e poi papa Benedetto XVI hanno liberalizzato la messa antica, mentre Bergoglio la vieta. Ci vuol poco a capire che non possono avere tutti e tre ragione…
Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI
YOGA, EMMANUEL CARRÈRE RACCONTA I SUOI DEMONI
Yoga è un racconto particolarmente insolito e destabilizzante, che si mostra, fin dalle prime pagine, in perfetto accordo con lo stile di un autore che si nutre delle esperienze di un’esistenza molto tormentata, pervasa da demoni ingombranti, ricorrenti e difficili da combattere. Questo libricino rivela nel titolo un’intenzione smentita pagina dopo pagina: c’è indubbiamente, nel racconto, la rivelazione dei segreti delle discipline orientali care a Carrère come lo yoga, il tai chi e la meditazione, strumenti utilizzati per spazzare via il senso di vuoto e di melanconia, intesa come alterazione perenne e destabilizzante dell’umore, che da sempre pervade la vita dell’autore inquinandone i rapporti, le amicizie e avvelenando qualsiasi piccolo momento di sollievo. Tutti gli eventi drammatici che il protagonista rivela in maniera autobiografica sono filtrati attraverso la presenza di questa disciplina che diventa, essa stessa, una specie di co-protagonista: la meditazione accompagna il dolore dell’autore per la morte del suo editore, caduto vittima dell’attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, si staglia sullo sfondo di una relazione erotica molto intensa e fa da contraltare al dolore provato nell’ospedale psichiatrico di Parigi, dove Carrère è costretto ad affrontare il peso della diagnosi di un disturbo bipolare di tipo II che lo porterà all’espressione di una disperazione esasperata e ingestibile.
Yoga è un testo emotivamente molto impegnativo, difficile da consigliare al lettore non abituato alle stranezze stilistiche e al fascino squisitamente esistenzialista di Emmanuel Carrère: la scelta di raccontare i segreti di questa disciplina, che fa da filo conduttore nel flusso della narrazione, si rivela però molto affascinante e sorprendente. La meditazione è una pratica totalizzante nella cultura orientale che presuppone la volontà e il desiderio di costruire un unico canale d’ascolto, una simbiosi tra anima, corpo e mente; tutto ciò si pone in un contrasto abbastanza forte ed evidente con un’esistenza disgregata e scomposta come quella dell’autore, impegnato nella lotta con i propri demoni, difficili da abbattere e portatori di un dolore che non può essere placato. Da questo testo, intriso della tipica fluidità narrativa della prosa di Carrère, emerge una visione profonda della fusione tra Oriente e Occidente: lo yoga non è utilizzato dall’autore per evocare banalmente la calma, la pace interiore, la tranquillità d’animo come si tende a pensare nel senso comune, è, al contrario, uno strumento in grado di far emergere il tormento di un’anima che non riesce a trovare pace e che combatte con una malattia invisibile e intensa, quella provocata da un dolore interiore radicato e persistente.
Come ti Cucino Sano
a cura di LORENZO DIAMANTINI
LA BANDIERA PER IL TRIONFO ANCHE A TAVOLA L’Umbria è una terra dalla tradizione culinaria molto antica. Ci ha tramandato un patrimonio gastronomico molto ampio e che vanta numerose ricette ricche e di sostanza, ma anche preparazioni più semplici, sane e legate indissolubilmente alle tradizioni contadine come la Bandiera, ovvero la peperonata umbra che vi presento in una versione rivisitata e accattivante. Un piatto dalla cottura lenta e paziente che ci restituisce però una pietanza cremosa che sprigiona tutti i profumi e sapori genuini degli ortaggi estivi. Un contorno realizzato con peperoni verdi, cipolle bianche e pomodori. Un mix che ricorda il nostro tricolore, per questo è Ingredienti per 4 persone • 400 gr peperoni verdi • Una patata • 230 gr cipolla bianche • 640 gr pomodori ramati
• 150 gr mollica di pane • 30 gr olio extravergine d’oliva • Basilico qb • Sale fino qb • Pepe nero qb
Preparazione Private le cipolle della prima guaina esterna, lessatele in acqua bollente salata per 10 minuti, poi scolatele e passatele sotto un getto di acqua fredda per fermare la cottura. Incidete il fondo delle cipolle e svuotatele della polpa interna che userete per il soffritto. Lasciate un bordo dello spessore di circa 0,5 centimetri. In una ciotola sbriciolate la mollica di pane con un pizzico di sale e olio di oliva. Mescolate bene. Riempite le cipolle con il ripieno aiutandovi con un cucchiaio e adagiatele su una pirofila ricoperta di carta forno. Cospargete con poco olio di oliva. Preriscaldate il forno a 180° in modalità statica e cuocete per circa 15-20 minuti fino a doratura. Nel frattempo tagliate i pomodori a cubetti, in un tegame scaldate l’olio di oliva, versate le
chiamato Bandiera, e mai come in questo momento ho pensato fosse il piatto estivo perfetto. Un tributo, se vogliamo, alla vittoria europea della Nazionale di calcio e ai valori intrinsechi dei colori che Carducci descrisse come speranza, fede e passione. Sentimenti che sintetizzano appieno l’italianità e la cucina che oggi omaggiamo con questo piatto, solare come la tavolozza di un pittore, che racchiude in sé un’armonia di sapori tipicamente estivi e il paradosso di questa scomposizione che scandisce le tinte ma sottolinea l’unione. Tempo di cottura: 30 minuti Costi: economico Preparazione: 15 minuti Difficolta: bassa cipolle affettate e lasciatele stufare a fuoco moderato. Poi versate i pomodori, salate, pepate e coprite con il coperchio. Cuocete per circa 15-20 minuti a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto. Ora soffriggete la cipolla tritata in una casseruola con un cucchiaio di olio. Quando sfrigola, unite la patata a pezzetti, poi i peperoni puliti e tagliati anch’essi a pezzetti. Coprite di acqua e cuocete per circa mezz’ora, poi frullate tutto al mixer, aggiungendo qualche foglia di basilico e aggiustando di sale e pepe. Impiattate la crema di peperoni, adagiatevi sopra la cipolla ripiena e unite i pomodori. Buon appetito!
C’era una volta... Foto 1: La Voce, 11 giugno 1972 Nel post su Facebook, commento di Angelo Riccardini: “La tradizione è stata estesa negli anni 2000 ad altre pavimentazionii, fatte con un gengone sbagliato, inadatto, troppo tenero, e già consunte. Mi riferisco a via dei Consoli, via del Popolo, piazza San Giovanni, via Dante. Corso Garibaldi fu la prima opera non affidata alla storica ditta dei fratelli Baldelli (Vittorio, Giuseppe, Fernando, gli ultimi scalpellini dell’antica tradizione eugubina). Le loro pavimentazioni pur fatte 50 anni fa reggono ancora e meglio di quelle più recenti”.
Foto 1: Giugno, tempo di mietitura Ormai pochi ricordano com’era alto il grano di una volta. In questa foto si vede molto bene, aveva un gambo altissimo che arrivava quasi ad altezza d’uomo! A causa della sua altezza, però, tendeva a spezzarsi col vento ed era più sensibile all’allettamento, in più il gambo così alto sottraeva energia alla spiga, perciò, negli ultimi decenni, si cominciarono a ricercare grani più bassi e produttivi.quelle più recenti (via Ducale, via della Cattedrale, largo vescovato, via Gattapone, via Cavour, piazza Giordano Bruno e piazza Bosone).
a cura di
FABRIZIO CECE
Foto 3: La Spedizione dei 1000 a Gubbio 765 anni prima di Garibaldi Un evento memorabile tra leggenda e storia. Riportato da un intervento di Euro Puletti. Gubbio, circa gli anni 1095-1096. “Il Conte Girolamo Gabrielli di Gubbio fu inviato in Asia (Terrasanta), dal Comune della stessa città, quale condottiero di mille militi eugubini alla guerra santa (prima crociata di Gottifredo di Buglione) e, con esso, furono inviati anche i conti Rinaldo di Coccorano, Brunone Panfili di Vallapone (Vallis Luponis, Valle di Lupo), Alberto Panfili di Montepesco (Castrum Montis Persici, attuale zona di Tròppola) e Pietro di Colle Panfili, Antonio Marini con il nipote, due fratelli del citato Girolamo, Ardego Corbi del conte Tolomeo Ceteroni, Pablone di Benedetto Grilli, Matteo dei Conti d’Alfìolo (ipotetico, antico proprietario dell’omonimo castello nei pressi di Padule), Nolfuccio, Sangradalo (preteso fondatore della famiglia dei Sangradàli), Cencio Cenci, Nuto di Bonaora Nuti, Signore dell’Isola (Castrum Insulae Filiorum Manfredii o Insula Fusaria), Giovanni, già Lodolfo di Calvolo di Colle Panfili, Martinoccio Chiocci, e numerosi altri nobili di codesta città”. Il numero mille appare esagerato e deve essere considerato soltanto simbolico e indicante la discreta consistenza numerica del contributo di cavalieri eugubini alla prima crociata.
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LA RIAPERTURA Completati i lavori di ristrutturazione dopo il terremoto del 2016. Premiata la sagra estiva
CARBONESCA HA RIAPERTO LA SUA CHIESA
La chiesa di Carbonesca ha riaperto le porte dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione a seguito dell’ordinanza comunale di inagibilità per gli effetti del terremoto di agosto e ottobre 2016. I lavori di ripristino sono stati finanziati con i fondi dell’8 per 1000 della Chiesa Cattolica, a cui si sono aggiunti finanziamenti da parte della Diocesi di Gubbio, parrocchia di San Michele Arcangelo di Carbonesca, Pro Loco Carbonesca e gli abitanti della frazione con una raccolta fondi. È stato eseguito un intervento strutturale, con il completo rifacimento del tetto e un generale consolidamento con la messa in sicurezza, da parte dell’impresa Giacometti Costruzioni. Eseguiti anche altri importanti lavori di restauro che hanno interessato l’altare minore, portale e portone, campanile, oltre al ripristino
ANNUNCIO DI LAVORO
RICERCA CONTABILE ESPERTO/A PER DATA-ENTRY CONTABILE
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Ricerchiamo persona con esperienza in registrazione contabilità presso commercialista (ordinarie, semplificate, minimi) con reale conoscenza di uno o più software di studio richiesti (TeamSystem, Profis, Zucchetti Ago e Omnia, Osra B.Point, Passcom, Ipsoa, Blustring, Vialibera, Datev Koinos, Gis). La persona dovrà essere disponibile a collaborare dalla propria abitazione o ufficio con suo computer, per la registrazione di documenti contabili in modo completo, affidabile ed efficiente. Cerchiamo persone esperte, di buon carattere e positive, serie e affidabili, capaci di organizzarsi autonomamente garantendo il rispetto delle scadenze concordate, residenti preferibilmente nei comuni di Gubbio, Foligno e Perugia o in zone limitrofe. Per candidarsi inviare e-mail a hropbusa@gmail.com con Cv+Foto, specificando i sw usati e con autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs.196/2003 e s.m.i..
NUMERI UTILI Centralino Comunale 075.92371 Centralino Osp. Branca 075.9270801 Pronto Soccorso 075.9270744 Numero Verde Farmacie 800.829058 Guardia Medica 075.9239468 Sez. Croce Rossa 075.9273500 Gubbio Soccorso 075.9277779 Misericordia Gubbio 340.3859797 Carabinieri 075.9235700 Vigili del Fuoco 075.9273722 Vigili Urbani 075.9273770 Cimitero Civico 075.9237690 IAT 075.9220693 Servizio Taxi 075.9273800 Carabinieri Forestali 075.9272585 Guardia di Finanza 075.9273789 Centrale ENEL 800.900.800 Canile 075.9274963 Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 ACI Soccorso Stradale 333.5224537
dell’impianti elettrico e di riscaldamento. Grande soddisfazione per gli abitanti della zona che il 4 luglio scorso hanno partecipato numerosi alla messa celebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e dal nuovo parroco di Carbonesca, don Oliviér Tamfumu, con un ricordo speciale del parroco don Bruno Olivastri recentemente scomparso. SAGRA AL TOP IN UMBRIA Pochi giorni dopo è arrivata un’altra bella soddisfazione per la comunità locale: la Sagra della Polenta e della Salciccia 2019, l’ultima effettuata prima dello stop imposto dal Covid, è risultata essere tra le migliori tre a livello regionale. Lo ha stabilito la graduatoria della sezione umbra dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, confermando la qualità raggiunta negli anni dall’organizzazione dell’evento.
LE NOZZE DELLA VICESINDACO TASSO
FIORI D’ARANCIO PER ALESSIA E MICHELANGELO Viva gli sposi! Un solo grido, tra i sorrisi e gli auguri per una vita felice. Alessia e Michelangelo hanno detto sì, lo scorso 26 giugno. Il vicesindaco di Gubbio ha fatto il grande passo nella sala Consiliare di palazzo Pretorio, con il rito civile presieduto dal sindaco Filippo Mario Stirati. Alessia Tasso e Michelangelo Passeri avevano fissato le nozze per il 20 giugno dello scorso anno, ma la cerimonia era stata rinviata causa pandemia. Per l’assessore all’Urbanistica, 32 anni compiuti tre giorni prima di sposarsi festeggiati con tanto di serenata, ingegnere al settore tecnico del Comune di Marsciano, era prevista la cerimonia in cattedrale e il ricevimento con parenti e amici. Mancava soltanto l’inoltro delle partecipazioni per i circa trecento invitati. Ora lo scenario è cambiato. Testimoni di nozze per lei le sorelle Elisa e Ilaria, per Michelangelo il fratello Sebastiano e l’amico Cristiano, fidanzato di Elisa sorella della sposa.
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