GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina
quindicinale d’informazione
GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE 2020 ANNO VIII NUMERO 126
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“IO, VIVO GRAZIE A SANT’UBALDO”
MARIO MENICHETTI HA DECISO DI RACCONTARE UNA VICENDA INEDITA, RISALENTE ALLA FINE DEGLI ANNI ‘50. E SPIEGA COME L’INTERVENTO DEL PATRONO GLI ABBIA SALVATO LA VITA. “SONO CADUTO GIÙ PER UN DIRUPO E IL MIO AUTOMEZZO È ANDATO COMPLETAMENTE DISTRUTTO. BALZATO FUORI DALLA CABINA , NE SONO USCITO MIRACOLOSAMENTE ILLESO. E HO CAPITO CHE SI TRATTAVA DI UN MIRACOLO”
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COPERTINA
IL VOLO DI MARIO, LA MANO DI SANT’UBALDO MARIO MENICHETTI, PER ANNI IL POPOLARE BENZINAIO DI VIA DI PORTA ROMANA, HA VOLUTO RENDERE NOTO UN FATTO INEDITO ACCADUTO IN VALTELLINA PIÙ DI 60 ANNI FA: “IL SACERDOTE DEL PAESE MI DISSE DI RINGRAZIARE IL PATRONO, PERCHÈ ERA SOLO GRAZIE A LUI SE ERO ANCORA IN VITA” Tante volte si narra di quanto le preghiere degli eugubini siano state accolte dal patrono Sant’Ubaldo. Un legame forte che ha attraversato i secoli e che continua ancora adesso, ancor più pensando all’attualità che offre un quadro di profonda Mario posa accanto al suo camion difficoltà, come da decenni ormai non accadeva. Sant’Ubaldo per gli eugubini è da sempre un punto di riferimento nella buona come nella cattiva sorte e non mancano aneddoti e storie che ne esaltano un legame unico e indissolubile, spesso legato anche a possibilità che la natura umana altrimenti non potrebbe spiegare. STORIA INEDITA Tra queste trova spazio la vicenda di Mario Menichetti. Un racconto inedito che riporta indietro le lancette di più di 60 anni, quando ancora l’Italia provava ad uscire dalle macerie della guerra, costringendo tanti lavoratori a emigrare verso zone nei quali il lavoro non mancava e la manodopera serviva come il pane. Mario è così uno dei tanti eugubini che decide di mettere i suoi sogni in una valigia di cartone e recarsi al Nord, arruolato nella costruzione di una diga in Valtellina. Questo racconto, che per decenni è rimasto chiuso nei
di ROBERTO BARBACCI
suoi ricordi, è riaffiorato solamente negli ultimi tempi. Mario, volto noto in città per aver prestato servizio per tantissimi anni nel distributore Api in via di Porta Romana, da qualche anno è costretto a casa dopo aver subito un ictus. E negli ultimi tempi, nell’intimità della sua abitazione, ha cominciato a raccontare a figli e nipoti tanti aneddoti della sua vita, tra cui trova posto proprio la storia legata a un incredibile incidente dal quale è uscito miracolosamente illeso. L’INCIDENTE “Negli anni ’50 andai a lavorare al Nord – racconta Mario – e mi trovavo in un cantiere in località Fusino, in Valtellina, dove era in costruzione la diga di Val Grosina (ancora oggi attiva). All’epoca mi adattavo a fare di tutto e in quei giorni mi occupavo di portar via le macerie del cantiere alla guida di un autocarro. Lavoravamo molto intensamente, non avevamo tanto tempo per riposare perché i tempi per la consegna incombevano e non c’era spazio per troppi rallentamenti. Ma dopo due giornate di duro lavoro, proprio mentre stavo per andare a dormire prima di ricominciare il giorno seguente con un nuovo turno di lavoro, il mio capo cantiere mi chiamò chiedendomi di poter effettuare anche il turno di notte. In quel momento la mia reazione non fu certo di felicità, ma all’epoca non è che avessi molta altra scelta, se non quella di rispondere presente a quell’invito. Ripresi così il mio posto alla guida del camion e tornai giù alla diga. Ma qualcosa andò storto”. Il racconto di Mario s’interrompe per un attimo: “Ricordo che, mentre effettuavo una manovra
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in retromarcia, l’escavatore che mi seguiva mi abbagliò con i fari e io persi il controllo del mezzo. Accadde tutto in pochi istanti: di colpo l’autocarro uscì dalla carreggiata e cominciò a rotolare giù per il dirupo. Io inizialmente cercai di tenermi aggrappato forte al volante, poi però venni letteralmente sbalzato fuori dalla cabina. E mentre continuavo a rotolare giù per le rocce vedevo il camion che voleva sopra di me, a sua volta finendo per superarmi prima di schiantarsi a terra e provocando un boato udibile a lunga distanza”. LA MANO DI SANT’UBALDO I colleghi di Mario, sentendo il rumore della rovinosa caduta del mezzo, da subito intuirono la gravità dell’incidente. Ma non potevano sapere che pochi minuti dopo, quando ancora non erano partiti i primi soccorsi, si sarebbero ritrovati davanti ai loro occhi Mario, tornato all’accampamento sulle sue gambe. Increduli, cedettero di avere avuto una visione. “Quando arrivai anch’io in fondo al dirupo, vidi i rottami del mezzo sparsi ovunque. Io però, ad eccezione di qualche livido, ero completamente uscito illeso dalla caduta. Mi
rialzai e mi accorsi di stare bene. L’unico trauma fu proprio la vista di quell’ammasso di rottami, dove sarei rimasto incastrato se non fossi stato sbalzato fuori dalla cabina. Ebbi da subito la sensazione di essere stato miracolato. E quando il giorno successivo, saputo dell’accaduto, il sacerdote del paese mi venne a cercare, la prima cosa che mi chiese è chi fosse il patrono della mia città d’origine. Risposi Sant’Ubaldo e in quel momento mi disse che era grazie a lui se ero ancora vivo. Mi fece partecipare a una messa di ringraziamento e mi resi conto davvero che una mano da lassù aveva voluto che non mi accadesse nulla. In quegli anni tanti lavoratori persero la vita per banali incidenti e il mio fu uno dei rari casi in cui ci fu un lieto fine”. Questa storia Mario l’ha serbata nel cuore per decenni. Ora ha voluto renderla pubblica, quasi come una sorta di testamento per i suoi familiari, per gli amici e più in generale per tutta la comunità eugubina, ancora una volta aggrappata al suo patrono in una devozione unica e indissolubile.
LAVORI Dopo il rallentamento a causa di infiltrazioni, per accelerare i tempi si è scelto di operare con due squadre
PIAN D’ASSINO, ANAS RADDOPPIA GLI OPERAI
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In principio dove essere solo un mese. Poi però le vie infinite dei lavori stradali hanno riscritto nuovamente tempi e modalità di intervento, tanto che i disagi per la viabilità locale restano all’ordine del giorno. La strada statale 219 Pian d’Assino è sempre più croce e meno delizia per gli automobilisti eugubini. Da fine agosto si assiste a un nuovo cantiere, stavolta nel tratto compreso tra Padule e Torre Calzolari, obbligando i mezzi a utilizzare la “vecchia” statale senza riuscire a ottenere in cambio alcuna certezza riguardo alla data di chiusura dei lavori. Una situazione che ha costretto l’amministrazione Stirati a richiedere che il cantiere venga rafforzato, con Anas che ha acconsentito a impiegare due squadre di operai per cercare di accelerare i tempi di ultimazione. “A partire dal 9 novembre l’impresa utilizzerà due squadre di intervento, con l’obiettivo di recuperare parte del tempo compromesso dalla si-
tuazione trovata. Nella necessità di realizzare opere che risultino efficaci e durevoli nel tempo, Anas sta facendo lavori in profondità, non una mera operazione di asfaltatura”. INFILTRAZIONI E RESPONSABILITÀ A complicare i lavori, la presenza di infiltrazioni d’acqua che hanno necessitato tempo per consentire alla carreggiata una nuova stabilità. “Alla luce delle tempistiche di lavoro e del conseguente aumento di traffico sulla “vecchia” 219 - ha aggiunto Stirati - ho già scritto al Prefetto e rinnoverò l’istanza di un presidio delle Forze dell’Ordine soprattutto nelle zone di Padule e Torre Calzolari. Allo stesso tempo, però, non posso non richiamare anche gli automobilisti e camionisti al senso di responsabilità, perché è evidente che i rischi sono aumentati e la prudenza, in questa fase, è diventata una necessità assoluta”. R.Bar.
POLITICA
GRUPPO MISTO INDECISO, STIRATI PRENDE TEMPO NELL’ULTIMO VERTICE DI MAGGIORANZA I FUORIUSCITI DAI LED SONO TORNATI A CHIEDERE L’ASSESSORATO AI LAVORI PUBBLICI E PUNTANO SULLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO COMUNALE, MA IL SINDACO PREFERISCE TEMPOREGGIARE Sa di essere l’ago della bilancia il Gruppo Misto, ma non sanno cosa vogliono esattamente i cinque fuoriusciti dai LeD (Liberi e Democratici) che ne fanno parte. Il gioco al rialzo e al ribasso, a fasi alterne, non ha scomposto più di tanto il sindaco Filippo Mario Stirati che ascolta tutti Giorgia Vergari e poi continuare a prendere tempo. Nell’ultimo vertice di maggioranza il Gruppo Misto ha presentato un pacchetto di richieste, tornando a chiedere l’assessorato ai lavori pubblici (sembrava accettare i servizi sociali ed era tutto semplici con l’avvicendamento tra Rita Cecchetti e Simona Minelli) insieme alla presidenza del consiglio comunale (candidato Riccardo Biancarelli che però è stato capogruppo dei LeD) e la delega alle pari opportunità per Giorgia Vergari. IL LUNGO STALLO È tesa l’aria sollevata dai cinque fuorisciti dei LeD, mentre gli altri cinque dei LeD si sentono protetti dal sindaco Stirati e dalla lo stessa posizione dominante vantando quattro assessorati di cui tre pesanti (il vicesindaco Alessia Tasso all’urbanistica, Valerio Piergentili ai lavori pubblici, Oderisi Nello Fiorucci alla cultura e al turismo, Simona Minelli ai servizi sociali), la presidenza dell’assemblea elettiva con Stefano Ceccarelli (per nulla propenso a farsi da parte) e di una commissione con Emilio Morelli. In questo confuso scenario, Stirati ha deciso di temporeggiare ulterior-
di MASSIMO BOCCUCCI
mente (la faccenda del rimpasto va avanti ormai da mesi), rimandando ogni decisione nel porre la questione della chiarezza procedurale visti i continui cambi di rotta del Gruppo Misto, che muta spesso idea sulle contropartite e soprattutto mantiene la prolungata posizione d’attesa Filippo Mario Stirati senza azioni eclatanti. Il sindaco cerca la mediazione e invita a trovare le formule più condivise, per nulla disposto a modificare l’assetto di giunta attuale, in carica da neanche un anno e mezzo, in assenza di strategie chiare e definite. I LeD sono sulla stessa posizione, avendo peraltro tutto da guadagnare nella situazione di stallo e chiedendo una verifica di maggioranza allargata a tutte le deleghe e all’operatività di ciascun assessore. Resta sospesa la posizione di Scelgo Gubbio che, dopo aver ottenuto la nomina fiduciaria gradita dell’addetta alla comunicazione, aspetta di avere la delega al personale che invoca dall’inizio del mandato e che il socialista Gabriele Damiani ha accettato controvoglia, pronto a cederla più che volentieri. Le maggiori attenzioni rimangono però sul Gruppo Misto che discute al proprio interno di come comportarsi d’ora in avanti temendo che Stirati non assuma decisioni a stretto giro. Manca e gli altri del gruppo pensano a qualche azione persuasiva (boicottaggio?) nei confronti del sindaco.
IL CASO Nuovo distributore sulla Pian d’Assino verso la Contessa davanti l’attuale Ip già Tamoil. La maggioranza divisa
LA STAZIONE DI SERVIZIO LUNGO LA VARIANTE FA GIÀ DISCUTERE
ha protocollato in Comune il 24 settembre Una nuova stazione di servizio con i carbuscorso. ranti, un bar-ristoro e i serbatoi, lungo la Nella maggioranza ci sono contrasti tanvariante della strada statale Pian d’Assino in direzione bivio della Contessa, di fronte to che tre forze su quattro (Gruppo Misto, all’attuale stazione Ip già Tamoil. La richieScelgo Gubbio e Socialisti Civici Popolari escludendo volutamente i LeD), e alza la sta della società marchigiana Catria Energy voce la Lega: c’è chi tra i consiglieri comunali Srl, specializzata nel settore, è approdata sostiene che questa operazione sia stata tedue volte in commissione edilizia e divide la maggioranza soprattutto per l’impatto nuta sotto silenzio, cioè senza un dibattito L’area prevista per il nuovo distributore ambientale, oltre alle reazioni negative della alla luce del sole, con una serie di dubbi sullocale sezione di Confcommercio che pone anche il problema le procedure e le tempistiche che chiamano in causa il modus degli investimenti e di un piano organico delle attività. Rendere operandi interno al Comune, tra diffusi scetticismi e forti inviti a i volumi più omogenei e meno frammentati: con questa motiprendere tempo per approfondire la faccenda. Nella coalizione di Stirati c’è chi propone di favorire soltanto l’attivazione di un vazione, nella sostanza, il progetto dovrà tornare per la terza distributore di benzina verso est, nel tratto tra Padule e Branca volta in commissione. Si tratta di una stazione lunga 180 metri che non ha alcun servizio lungo l’allacciamento verso la supersu un terreno di circa 9.000 metri quadrati, per un’altezza di cinque metri, con una pensilina di 53 metri e un’altra di 20. Sulla strada Perugia-Ancona. Sempre sul tema, c’è anche un’altra ricommissione edilizia, presieduta dal sindaco Filippo Mario Stichiesta, avanzata da un gruppo imprenditoriale gualdese, per una stazione di servizio nella zona di via Perugina, nell’area del rati che fin qui ha delegato il vicesindaco Alessia Tasso, si sono nuovo quartiere di case che sta sorgendo, ma c’è di mezzo un riversate le attenzioni della politica che ha aperto un dibattito a terreno di proprietà comunale con settori della maggioranza toni forti con tanto di iniziative istituzionali e le ventilate azioni contrari all’operazione. giudiziarie che vengono prospettate qualora l’operazione si concretizzi. Lo snodo è il permesso a costruire che Catria Energy Srl M.Boc.
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ATTUALITÀ
GUBBIO ORA TEME UN LOCKDOWN PER NATALE PER UNA CITTÀ IN FORTE CRISI ECONOMICA, RINUNCIARE AGLI EVENTI NATALIZI RAPPRESENTEREBBE UN COLPO FERALE. I CONTAGI TOTALI SUPERANO I 400 CASI Orange is the new black. Solo che stavolta, anziché la fortunata serie Netflix che ha fatto proseliti in tutto il mondo, l’arancione in questione ha un significato ben diverso. Un colore nel quale l’Umbria è piombata dall’11 novembre, il giorno in cui a San Martino si sarebbe dovuto celebrare il tradizionale Palio della Cuccagna brindando a vino e castagne, ma dove invece le piazze e i vicoli del centro storico, come di molte vie della periferia, sono rimaste desolatamente vuote. Una girata di chiavistello necessaria per tentare di frenare la curva dei ricoveri nelle strutture sanitarie regionali, dal momento che l’Umbria ha una capienza nelle terapie intensive e nei reparti “ordinari” ridotta rispetto a molte altre regioni d’Italia, con livelli di occupazione elevatissimi e il rischio concreto di non riuscire più ad accogliere pazienti. A 8 mesi dal lockdown che ha riscritto la storia recente della nazione, la popolazione è piombata di nuovo nell’incubo, con la seria minaccia di ulteriori restrizioni a partire da metà mese, e il miraggio di un Natale sereno da “liberi tutti”. IL MOMENTO PIÙ DURO Gubbio ha già pagato nella prima ondata un dazio pesante, specie a livello economico. L’estate ha però consegnato alla città occasioni di rilancio importanti, con i numeri del turismo a farla da padrone soprattutto nei mesi estivi (agosto su tutti). Ma da inizio ottobre il quadro è radicalmente mutato: l’annullamento della mostra del tartufo è stato il primo segnale forte di una tendenza che progressivamente, e pure con rapidità, ha portato a nuove restrizioni. Tanto che adesso il timore riguarda i tanti appuntamenti natalizi che negli
di ROBERTO BARBACCI
ultimi anni hanno portato in città migliaia e migliaia di turisti, ma che rischiano adesso di essere cancellati dalla pandemia. Così, mentre i volontari del Comitato Albero di Natale più grande del mondo continuano la loro opera di allestimento, magari immaginando una cerimonia di accensione più sobria e con distanziamento fisico, in tanti si interrogano su ciò che potrà accadere tra un mese. Per una città che già prima del Covid lamentava un tessuto economico fragile, un Natale in modalità lockdown rappresenterebbe un colpo ferale. CONTAGI IN AUMENTO L’amministrazione comunale nelle ultime settimane ha fatto il possibile per cercare di ovviare alle forti criticità. A livello sanitario, dopo i 72 contagi con un decesso della prima ondata, la seconda si sta rivelando molto più complessa: oltre 400 i contagi accertati nell’arco di poco più di due mesi, con altre due vittime e una quindicina di ricoverati (al momento di andare in stampa). Forte è il richiamo al senso civico e alla necessità di limitare al minimo gli spostamenti. Tra le misure prese nei giorni scorsi, ha fatto discutere la chiusura dei club cittadini, considerati da molti potenziali focolai per l’impossibilità di un controllo efficace. Tanti giovani non l’hanno presa bene, rivendicando la necessità di spazi in una città che offre poche possibilità di svago. Le immagini del centro storico deserto dopo le 18 fanno il giro del web. Ma l’emergenza non guarda in faccia nessuno.
SENTENZA Confermata in appello la condanna all’ex preside, Riformata quella per l’ex dirigente amministrativo
LICEO, LA CORTE DEI CONTI CHIEDE I SOLDI A MISSAGLIA E MONACELLI
Soldi indebitamente percepiti per le ferie non goAPPELLO dute prima di andare in pensione e spese ritenute In appello è stata esclusa la colpa e negligenza non ammissibili. Situazioni diverse nella condandi Anna Maria Monacelli, che ha svolto la funna confermata per Dario Missaglia, ex dirigente zione di Dsga al Mazzatinti per un ventennio, scolastico al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti”, e nei suoi 36 anni di carriera nel ruolo, fino al penriformata per Anna Maria Monacelli, ex dirigensionamento nel 2012. In seguito a un’attività di te dei servizi generali amministrativi (Dsga) nello controllo con segnalazione alla Procura della Restesso istituto, dalla Corte dei Conti Sezione ter- L’ingresso del Liceo “Mazzatinti” pubblica di Perugia per le violazioni riscontrate za giurisdizionale centrale d’appello a Roma, che dai revisori dei conti, c’era stata sul fronte penale ha accolto in larga parte il ricorso della dottoressa Monacelli. In una prima archiviazione da parte del tribunale di Perugia che primo grado era stata condannata a risarcire 20.384,20 euro, non aveva ravvisato condotte illegittime. mentre adesso dovrà rifondere l’80% di 840,68 euro (672,54) LE MOTIVAZIONI per l’autoliquidazione delle ferie, mentre il restante 20% è a caLa Corte dei Conti umbra ha invece avviato una propria procerico del professor Missaglia. dura disponendo in primo grado la condanna al risarcimento, PRIMO GRADO che in appello a Roma è stata riformata osservando che la seL’ex preside non ha fatto opposizione alla sentenza del 14 marzo zione perugina “non ha sufficientemente supportato il proprio 2018 della Corte dei Conti Sezione giurisdizionale per l’Umbria convincimento non avendo indicato le ragioni che l’hanno in(presidente Salvatore Nicolella e consigliere estensore Pasquadotta a ravvisare nella condotta antidoverosa una connotaziole Fava) e dovrà rifondere 5.096,05 euro, più 168,15 euro come ne di particolare superficialità e di significativa divergenza dalla quota legata alle ferie della Monacelli, secondo quanto stabilito condotta esigibile”. Per la Monacelli non sono stati riscontrati dalla sentenza d’appello del 5 ottobre scorso firmata dal pregli “estremi tipologici e contenutistici della negligenza, imprusidente Luciano Calamaro e dall’estensore Patrizia Ferrari. La denza o imperizia nonché superficialità o leggerezza del comsentenza di primo grado era stata impugnata, oltre che dalla portamento”. L’ex dirigente ha sottolineato come “il supremo Monacelli, anche dalla Procura della Corte dei Conti umbra che consesso di giustizia contabile ha nei fatti riconosciuto la mia chiedeva il rimborso complessivo di 70mila euro, compresa la buona fede e la correttezza nella gestione amministrativa del somma per il pagamento delle ferie non godute. liceo di Gubbio negli anni”. M.Boc.
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L’INTERVISTA
VITTORIA HA CONQUISTATO LO SCHERMO
di MASSIMO BOCCUCCI
SU SKY È NEL CAST DELLA MINISERIE WE ARE WHO WE ARE (NOI SIAMO CHI SIAMO) DEL REGISTA LUCA GUADAGNINO. INTERVISTA ALLA 23ENNE EUGUBINA CHE RACCONTA I SEGRETI DEL PERSONAGGIO, CHIAMATO SOLE, DELL’AMICIZIA CON FRANCESCA SCORSESE E L’INCONTRO CON MARK ZUCKERBERG
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Ha conquistato i giovani su Sky Atlantic e Now Tv, dopo l’ottima accoglienza in America. We Are Who We Are (Siamo chi siamo), la miniserie tv in otto episodi firmata dal regista siciliano Luca Guadagnino già candidato all’Oscar, ha anche il volto fresco di Vittoria Bottin, la ventitrenne di mamma eugubina coinvolta nel cast dove c’è Francesca Scorsese, figlia del regista Martin Scorsese. Il battesimo americano com’è andato? “L’uscita della serie negli Stati Uniti è stata un’emozione, tante testate giornalistiche molto importanti, come il New York Times, hanno pubblicato recensioni positive. Vanity Fair ci ha dedicato una copertina. In molti la definiscono la serie dell’anno e la svolta del cinema”. Siete rimasti soddisfatti dei riscontri sull’audience e del gradimento? “Parlando con gli altri ragazzi del cast, in una videochiamata tutti insieme compreso il regista, abbiamo sottolineato i riscontri. In tantissimi ci hanno contattato, i messaggi anche sui social mi riempiono d’orgoglio. Ho raccolto tanti pareri, molte persone diverse tra loro apprezzano ed elogiano il nostro lavoro. La serie colpisce ognuno indipendente dallo stile di vita e dalla cultura perché in fondo noi siamo come siamo”. Cosa colpisce in particolare di questa produzione tv? “La naturalezza con cui tutti i personaggi cercano di affrontare e ca-
pire chi sono veramente, compiendo un viaggio profondo dentro se stessi e lasciandosi andare alla potenza del proprio essere. Luca Guadagnino è riuscito a trasmettere agli attori la vera essenza del personaggio interpretato, lasciandoci liberi di trasmetterlo al pubblico nel modo più delicato e allo stesso tempo sfacciato. Ciò ha fatto sì che Sole diventasse una parte di me, una persona diversa che si è appropriata di un posto speciale dentro me stessa. Per sempre. Le reazioni ci fanno capire che siamo riusciti a portare il nostro messaggio anche al di là della telecamera, in tutto il mondo”. Ci racconta qualcosa della storia e del suo personaggio? “Sole è una ragazza veneta, cresciuta a Chioggia nella laguna di Venezia. Spericolata e divertente, ha una forte relazione con la compagnia di ragazzi americani, tra cui anche i protagonisti Caitlin e Fraser. È una ragazza estremamente socievole, piccante e vivace e allo stesso tempo molto sicura di sé. Se Sole vuole qualcosa, Sole va a prenderselo”. Come si è trovata sul set con il regista Guadagnino? “Luca, noi lo chiamiamo Luca, è come un fratello maggiore. Essendo la mia prima esperienza cinematografica si può capire l’emozione e l’insicurezza che provavo al pensiero di dovermi relazionare direttamente con un regista del suo calibro, ma è stato sconvolgente la maniera con cui lui mi ha fatto sentire a mio agio sul set, con decine
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di persone esperte attorno. Mi ha spiegato fin da subito il personaggio, portando senza filtri le sensazioni e le emozioni che dovevo provare davanti la telecamera. È un vero professionista, al contempo
“Un’emozione l’uscita degli episodi negli Stati Uniti. Ci sono state recensioni positive sul New York Times, e Vanity Fair ci ha dedicato una copertina” disponibile ed ironico. Ha reso l’esperienza indimenticabile e divertentissima. Un artista dalla fantasia illimitata e con tanta concretezza nell’applicarla. Il miglior aggettivo per descriverlo è intelligente” È sceso in campo con voi per un’iniziativa social anche il grande regista Martin Scorsese? “Sì, durante la messa in onda americana della seconda puntata, noi del cast abbiamo fatto una diretta online aperta al pubblico che ci ha permesso di poter parlare direttamente con le persone che ci seguono. A un certo punto, tra la sorpresa generale, si è collegato Martin con la sua dolcissima moglie Helen, dal divano della loro casa a New York. È stato davvero divertente vedere come scherzava con la figlia Francesca, anche lei nel cast. Ci hanno fatto ridere fino alle lacrime. Ci ho parlato anch’io un po’, mi hanno raccontato che erano appena tornati da una vacanza. Sono rimasti collegati per tutta la diretta. Consiglio di guardarla sul gruppo Facebook WRWWR Virtual Watch party Fans: vi farete due risate con l’ironia della famiglia Scorsese”. La sua amicizia con la figlia Francesca Scorsese? “Una persona e un’amica fantastica. Nel cast è tra le persone con cui ho stretto un legame più profondo, tutt’ora siamo in contatto. Mi ha parlato parecchio del suo passato e di alcune cose strettamente personali, poi del padre e della madre ai quali è molto legata. Anch’io le ho parlato molto di me. Andavamo spesso a ballare insieme e al ritorno, quando non si addormentava nella mia macchina, ci capitavano delle situazioni buffe. La maggior parte delle serate le passavamo nella sua camera d’albergo a parlare e spettegolare, come se ci conoscessimo da una vita. Posso definirla la leader del gruppo tra i giovani del cast, non per il cognome ma per il carisma. Ho molta stima di lei e credo che lei prova lo stesso per me. È semplice e umile, la ragazza della porta accanto”. In America ha conosciuto personalmente Mark Zuckerberg? “Ho avuto il grande onore di stringergli la mano proprio davanti casa sua, mentre era a passeggio con la figlia di 3 anni. Durante i
miei due anni in America, abitavo a 10 minuti di macchina da lui. È capitato una domenica pomeriggio, ero con delle amiche a una festa alle sedi di Facebook. Dopo qualche ora una delle ragazze mi ha chiesto di accompagnarla a vedere la casa di Zuckerberg che non aveva mai visto. Siamo partite con la macchina per arrivare nella via che era deserta. C’erano lui con la figlia che passeggiavano, circondati da 8 furgoni blindati. Abbiamo accostato e scese dall’auto ci siamo incamminate verso di lui, dopo un breve colloquio con uno dei bodyguard, abbiamo proseguito. ‘Piacere Mark, come ti chiami?’, mi ha detto con una stretta di mano accompagnata da un profondo sguardo con i suoi occhi blu oceano. Tremavo ma non potevo farlo vedere. Abbiamo parlato una manciata di minuti con lui e un po’ con la bimba. Alla fine gli ho chiesto una foto e ho capito il fatto che non vuole farne quando sta con la figlia”. Vittoria è pronta per fare l’attrice? “Sole lo è sicuramente, Vittoria vedremo!”. Ci sono nuovi progetti? “Per ora no, però mai direi mai”.
“Gubbio è nel mio cuore. Vengo quasi una volta al mese, specie a Natale e per i Ceri. Ho tanti amici e una famiglia speciale. Quanti ricordi nei vicoli” Il suo legame con Gubbio? “Potrei scriverci un libro. Provo a riassumere i sentimenti. A Gubbio, con la visuale dei giardini, ho aperto gli occhi e annusato gli odori per la prima volta. Da quel momento il mio cuore gli appartiene. Ci torno quasi una volta al mese, tra la città e Semonte, con appuntamenti fissi a Natale e per i Ceri. Sono molto legata ai miei parenti, siamo una bellissima e calorosa famiglia allargata. Considero famiglia anche gli amici più stretti, coi quali passo dei momenti folli e divertenti ogni volta che scendo. Per me è casa, tra i vicoli del centro storico ho provato amore, pianti, gioie, risate e anche qualche sbornia. Sono innamorata di Gubbio, nel profondo del mio cuore”.
EDITORIA Claudia Berardi e Maria Marinangeli raccontano la cucina e i costumi dell’epoca. Prefazione di Anna Moroni
“IL CUOCO MEDIEVALE”, SAPORI SPECIALI IN UN LIBRO
In cucina nel Medioevo. Sapori e filosofia dei sapori di un periodo storico che ha lasciato un’impronta forte, raccontata nel libro “Il cuoco medievale” di Claudia Berardi e Maria Marinangeli, edito da Infopress. Il Medioevo considerato sotto una luce meno fantasy, maggiormente realistica e per questo più intrigante. Vengono evidenziate le grandi novità filosofiche, artistiche, letterarie e culinarie di quel tempo. Viene dato particolare risalto alla cucina, alle cucine e ai cuochi, ai loro attrezzi e alle combinazioni di sapori spesso apparentemente distanti dal gusto attuale. Scoprire i cibi che si consumavano, il modo di lavorarli e combinare tra loro i sapori, affacciarsi in maniera più corposa al profumato mondo delle spezie, permette un viaggio sensoriale nel gusto e nella storia. Si ha, leggendo e anche preparando le ricette, la possibilità di sperimentare il cibo dei contadini, la mensa del convento, un banchetto al castello, e scoprire anche - grazie agli scritti di Suor Ildegarda - che il cibo è anche fonte di salute se ben consumato e combinato. Le due autrici, appassionate di ricerca storica medievale e di cucina, sono state accompagnate nella presentazione del libro da Anna Moroni, cuoca e noto volto televisivo, presenza importante in diversi programmi di cucina ora sulle reti Mediaset.
La pubblicazione, sostenuta dal Park Hotel “Ai Cappuccini” di Gubbio, raccoglie 23 ricette della tradizione italiana e umbra estratte dagli usi alimentari dell’epoca attraverso una ricerca condotta dalle due autrici e attualizzate. I disegni che accompagno ogni ricetta sono stati realizzati da Ubaldo Figoli, ventiduenne eugubino studente universitario con spiccata propensione artistica. Nell’introduzione si legge “Educato nel disprezzo per l’architettura gotica, io la disdegnava, ma il giorno in cui vi entrai, fui preso d’ammirazione e subii l’attrattiva della sua bellezza”: il pensiero di Goethe riesce a sintetizzare bene quello che è, in genere, l’atteggiamento nei confronti del Medio Evo. Siamo abituati a pensarlo come epoca buia, dominata soltanto da tristezza e carestie, e invece non si può non restare affascinati dal dinamismo che si incontra nella cultura e nella società dell’epoca. Ci sfuggono però tutti i rumori veri; ci sfuggono le immagini di ogni gesto del quotidiano; ci sfuggono gli odori che possiamo immaginare forti, la superficie delle cose, il gusto dei cibi”. Claudia Berardi, 44 anni, laureata in giurisprudenza e scienze politiche, è insegnante e vive a Nocera Umbra. Maria Marinangeli, 54 anni, laureata in scienze politiche e scienze dell’educazione, è dirigente scolastico del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti”.
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LA STORIA
IL SUGOLO D’UVA FRAGOLA IN USA GRAZIE A DIAMANTINI UN MAGAZINE AMERICANO HA PUBBLICATO LA RICETTA DI LORENZO, ELETTRICISTA APPASSIONATO DI POESIA E CUCINA. STORIA DI UNA PRELIBATEZZA LEGATA AI CONTADINI E ALLA VENDEMMIA: ERANO SOPRATTUTTO LE FAMIGLIE CHE POSSEDEVANO I VIGNETI A FARE QUESTO BUDINO CON IL MOSTO Lorenzo e i fornelli. Una vecchia storia, raccontata ogni giorno sui social ed emersa ancor più sotto lockdown. Lui fa l’elettricista, con la passione per la poesia e la cucina salutista. Nei mesi della clausura ha dato sfogo a tutta la creatività possibile e immaginabile tra i fornelli, postando sui social le immagini di piatti belli già solo a vederli. Adesso Lorenzo Diamantini sta andando oltre. Tramite Instagram l’ha contattato Lisa Morales, redattrice di Liveinitalymagazine che in America tratta di salute e stile di vita italiano, cibo e vino, arte e design, cultura e viaggi. È rimasta colpita dal suo post sul sugolo d’uva fragola e gli ha chiesto se poteva parlarne in un articolo, che è stato poi pubblicato in inglese e italiano sul sito www. liveinitalymag.com. Potrebbe essere l’inizio di una collaborazione? “Non lo so, però è stato piacevole”. Ma cos’è esattamente il sugolo? “Le sue origini sono antichissime e sono legate alla storia contadina italiana, una prelibatezza tipica della stagione della vendemmia. Erano infatti soprattutto le famiglie che possedevano i vigneti a fare questo strepitoso budino con il mosto. Un dolce povero, che nasce dall’ingegno dei tempi dove non si buttava via niente. I sugoli venivano fatti con gli acini più rovinati e non adatti per il vino. Così non venivano sprecati”. Consigli utili sul sugolo? “Per la preparazione si possono utilizzare anche le uve bianche, ma per la corretta e migliore riuscita del piatto occorre l’uva fragola detta anche, in alcune zone, uva americana. Comunque si utilizzano uve da vino, come vuole la tradizione. La ricetta originale prevede la sgranatura dei grappoli e la lessatura degli acini detta anche la crepàda, proprio perche gli acini non vanno pigiati ma fatti crepare in pentola. Un tempo il succo pro-
di MASSIMO BOCCUCCI
dotto con la crepàda veniva unito alla farina bianca e messo a cuocere in un paiolo di rame insieme a una grossa chiave di ferro in grado di neutralizzare i rischi tossici dell’ossidazione all’interno della pentola”. Lorenzo Diamantini Come si prepara? “Vanno lavati molto bene i grappoli, sistemati in una pentola e portati a cottura a fiamma normale, finché gli acini non si rompono. Questa operazione consente di estrarre le sostanze tanniche che si trovano nella buccia e che daranno il gusto e la colorazione tipica al piatto. Quindi, spremere bene gli acini con le mani, aiutandosi magari con un colapasta o un setaccio, stando attenti che nessun seme entri nel liquido. Poi, misurare il liquido ottenuto e unire, stemperando bene con una frusta, 120 grammi di farina bianca doppio zero, o maizena, per litro di mosto. Non serve lo zucchero perché è già sufficiente quello dell’uva se vendemmiata matura, ma se ne può mettere un po’ qualora l’uva dovesse risultare troppo aspra. C’è un trucco per ovviare al problema, ovvero cuocere un pezzo di pane raffermo, senza romperlo in modo da riuscire a toglierlo in seguito. Questo dovrebbe proprio avere la funzione di assorbire l’acido in eccesso. Porre infine sul fuoco mescolando continuamente e portare a ebollizione”. Come va consumato? “Freddo e si può conservare in frigorifero anche per un mese. In questo caso, prima di servirlo, basta togliere la muffa che si sarà certamente formata in superficie: non è segno di deterioramento del sugolo, ma indice di genuinità secondo i veri intenditori, proprio come per alcuni formaggi. Una prelibatezza di questo periodo assolutamente da provare”.
MUSICA Un progetto del batterista eugubino Federico Corazzi. Nei video esaltati i luoghi tra musica e ambiente
LA BATTERIA DI KICO KC, MAGIA NELLA NATURA
Note nel vento, tra i prati sulle alture dell’Appennino dove la quiete c’è sempre anche in mezzo alla tempesta. Nasce così “Groove nella natura”, un progetto pensato durante il periodo del lockdown da Federico Kico Kc Corazzi che in quei momenti tremendi è passato dall’omaggiare artisti del passato con acune cover, come “Lean in Me” e “Come Together”, all’idea di portare la musica nei paesaggi e luoghi naturali dov’è cresciuto. Sono i luoghi della memoria che si prestano a meraviglia per una serie di video nei quali c’è l’esplicito invito alla scoperta della natura e di posti incontaminati che rivela. Ha preso così corpo e sostanza un ciclo di video artistisci che nascondono una sorta di rito sciamanico di buon auspicio attraverso il suono della batteria. In questa sessione di cinque video, Kico Kc è andato a visitare il parco del monte Cucco realizzando l’incontro tra musica e natura con il patrocinio e l’appoggio del Comune di
Costacciaro e dell’Università degli Uomini Originari di Costacciaro. Ogni video è stato girato in un luogo diverso, tanto unico quanto spettacolare, nel quale Kico Kc si è lasciato andare a un assolo di batteria diverso dall’altro, immerso nella natura ciscostante e ispirato dal momento. Sono stati diffusi usciti due video da due location diverse e altri ne usciranno altri per la regia di Alessandro Campanella. I primi video sono postati su Facebook alla pagina /kicocorazzi e su Instagram /kico_kc e presto sarà disponibile anche un video integrale con il dietro le quinte sul suo canale YouTube. “Il sogno di diventare batterista professionista ce l’ho avuto fin da bambino - dice il trentaquattrenne batterista eugubino - ma la voglia di tramutare questo sogno in realtà mi dà la forza ogni giorno per creare un progetto dietro l’altro, così da realizzare un piccolo sogno dopo l’altro”.
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Nelle ultime settimane la città ha assistito alla scomparsa di tante figure che l’hanno resa migliore
VALTER FABIO FILIPPETTI HA LASCIATO IL SEGNO
Un malore improvviso ha portato via l’ingegnere Valter Fabio Filippetti, fondatore insieme ad altri otto professionisti della Cooprogetti, società che ha guidato per anni e consolidata realtà di progettazione con incarichi anche a livello internazionale. È stato impegnato in politica, consigliere nazionale dell’Oice (l’associazione che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica) e membro del consiglio di amministrazione di Radio Gubbio. Il sindaco Filippo Mario Stirati, nell’esprimere la vicinanza alla famiglia e in particolare al figlio Edoardo, ha ricordato “la sua grande incisività nella vita sociale, economica, civile della cit-
tà. Le sue esperienze internazionali hanno dato una spinta innovativa e di modernità al territorio. La visione ampia e lungimirante dell’ingegnere Filippetti ha contribuito a introdurre trasformazioni e cambiamenti davvero significativi. Lo si ricorda come uomo di grandi interessi, portatore di capacità di guardare avanti e di pensare alle trasformazioni, al cambiamento organizzativo, anche in anni nei quali, soprattutto nel territorio eugubino, certe idee e modalità di lavoro ancora erano lungi dall’arrivare. Un uomo di grande sensibilità anche sociale capace di importanti gesti di solidarietà vicini e lontani, dall’America Latina alla comunità di San Girolamo”.
L’EREDITÀ DEL PROFESSOR MARCHETTI
Il professor Giancarlo Marchetti ha lasciato un segno profondo nella vita sociale e culturale della città. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha espresso grande vicinanza alla famiglia, ricordando una figura di spessore e grande umanità: “Grande cordoglio e dolore per la perdita di un uomo di grande spessore e impegno, primo presidente dell’associazione gemellaggi e vero e proprio pioniere degli scambi culturali tra le scuole del territorio. Attraverso l’insegnamento delle lingue. Marchetti ha infatti promosso tra i giovani eugubini significativi momenti di scambio culturale che hanno segnato i percorsi di mol-
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te persone. I primi contatti con Salon De Provence, che diedero poi vita al gemellaggio, furono animati e caldeggiati proprio da lui. Del professor Marchetti ricordo il grande, instancabile impegno e il suo importantissimo contributo all’apertura della città verso i rapporti con i tanti Paesi d’Europa. Marchetti era uomo aperto al mondo, amante dell’intercultura, del continuo scambio di lingue, informazioni, idee e punti di vista. Impossibile dimenticare il suo grande contributo dato in questo senso, oltre che il suo impegno nella promozione delle attività dello Sperimentale”.
ENRICO ZENOBI GIORNALISTA DI QUALITÀ
Giornalità di qualità e con stile. Questo è stato Enrico Zenobi, per lunghi anni volto popolare del telegiornale umbro della Rai. La sua scomparsa non è passata inosservata anche nella città dalla quale era partito da molti decenni. Zenobi, eugubino di nascita e residente a Perugia, ha ricevuto nel 1995 il Premio Bandiera del gruppo Sbandieratori. “È stato un grande giornalista, un uomo di immensa professionalità e dedizione al lavoro - ricorda il sindaco Filippo Mario Stirati -, con
un amore indiscusso per la sua città di origine. Uomo di notevole preparazione e competenza, Zenobi era molto stimato e amato da tutti per la disponibilità, la vivacità intellettuale, la cultura e la profonda umanità. La sua scomparsa è una grande perdita per la città, per il giornalismo e per le persone che gli erano vicine. Il cordoglio è per la moglie Francesca e i figli Andrea e Arianna, e a tutti coloro che, nel tempo, gli sono stati vicini nel lavoro e nella vita privata”.
DON ANGELO HA GUARDATO AGLI ULTIMI
“Questo è un giorno di grande dolore, mio e di tutta la città, che con don Angelo perde un riferimento per intere generazioni: l’esperienza di San Girolamo ha cambiato tutti coloro che ne hanno fatto parte, e ha consegnato a ciascuno di noi una visione altra del mondo, del cristianesimo, della politica e del modo di guardare agli ultimi della terra”: così il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati ha ricorda don Angelo Fanucci, scomparso il 3 novembre scorso a 82 anni. “Don Angelo era portatore di un messaggio dirompente che includeva in nome degli ultimi, dei diversi, dei segregati: il suo pensiero e il suo vissuto sull’integrazione e sull’inclusione sono stati davvero sconvolgenti, così forti e rivoluzionari da non lasciare indifferenti neanche i più lontani. Sono stato suo alunno e non potrò mai dimenticare la sua lettura in classe della “Lettera a una professoressa” di don Milani, così appassionata, dirompente, capace di mostrare a tutti noi angolazioni e prospettive diverse, nonché la possibilità di trovare alternative concrete alla vecchia idea tradizionalista e classista di scuola”. Nel ricordare don Angelo Fanucci, il sindaco Stirati ha sottolineato anche come l’esperienza di San Girolamo abbia lette-
ralmente “trasformato la città di Gubbio, che negli anni ‘70 fu un crocevia, un laboratorio di idee e di progetti fondati sull’idea della difesa degli ultimi e degli emarginati. Questa per me resta la sua lezione più grande, che si mescola a tanti ricordi, emozioni, momenti bellissimi legati alla mia formazione. Quelli di San Girolamo e del movimento studentesco furono anni che oggi tutti rimpiangiamo, momenti di grande condivisione, di grande umanesimo, che mostravano una capacità di crescere insieme che oggi rimpiangiamo come non mai, anche come genitori ed educatori. Don Angelo Fanucci è stato tutto questo, e credo che, al di là delle vicende amare degli ultimi anni, la città gli debba tantissimo. Mancherà a me e a tutta la città, che spero saprà portare avanti i suoi tanti insegnamenti”. “Don Angelo è sempre stato una persona estremamente aperta dal punto di vista culturale - ha detto il vescovo Luciano Paolucci Bedini - e desiderosa di intrecciare il dialogo con tutte le componenti del panorama sociale e culturale, con una intelligenza fine, capace di esprimere la propria idea, rispettando la posizione degli altri, ma sempre con una comprensione molto profonda dei valori in gioco”.
LUCIO CAPITOLI INNAMORATO DI GUBBIO
Profondo cordoglio in città per la scomparsa di Lucio Capitoli, che ha ricoperto per lunghi l’incarico di segretario generale del Comune di Gubbio e successivamente della Provincia di Perugia. E quando è andato in pensione si è impegnato per valorizzare la città, ricoprendo anche il ruolo di presidente del Rotary Club. “È stato un uomo dalla grande preparazione - lo ricorda il sindaco Filippo
Mario Stirati esternando il cordoglio alla famiglia -, del quale ho avuto la fortuna di apprezzare professionalità, garbo e competenza. Una persona di profonda umanità, capace di dare vita a iniziative e progetti importanti e significativi per la città. Ha dato un grande contributo alla vita cittadina, impegnandosi in prima persona per valorizzare Gubbio, le sue bellezze e le sue grandi risorse”.
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MARIA TURCHETTI PIÙ DI UN’ANIMATRICE
Ha incrociato più generazioni, bambini e bambine diventati uomini e donne grazie anche alla sua presenza discreta e importante all’oratorio delle suore Salesiane in via Massarelli. Se n’è andata Maria Turchetti, appassionata animatrice e catechista nella parrocchia di San Giovanni. “Ci ha voluto dav-
vero bene Maria - ha scritto di lei sui social l’associazione del Quartiere di San Giuliano -, sempre comprensiva e materna, anche e soprattutto con i più vivaci e indisciplinati di noi. La ricordiamo con la speranza di aver compreso la sua lezione di semplicità, umiltà e di servizio”.
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CULTURA
PIETRO NARDELLI, I SUOI QUADRI VANNO IN CANADA
di MASSIMO BOCCUCCI
LO STORICO RIGATTIERE DI VIA PERUGINA SEMPRE PIÙ APPREZZATO ANCHE ALL’ESTERO: PRESENTE CON LE SUE OPERE IN MUSEI DI LIVELLO INTERNAZIONALE
Le opere di Pietro Nardelli esposte nei musei a ogni latitudine. Il lungo percorso del settantatreenne storico rigattiere con la grande passione per l’arte l’ha visto accrescere la considerazione e l’interesse per le produzioni artistiche che nell’ultimo periodo hanno trovato la migliore ribalta esaltando il lavoro quotidiano nella sua bottega di via Perugina. Un quadro con un paesaggio eugubino ispirato al gotico trova posto al Canadian Museum of Civilization o Musée canadien des civilisations, contenitore culturale nazionale del Canada di storia umana che ogni anno conta circa un milione e 300mila visitatori. Il museo si trova a Gatineau, nella regione del Quebec, con la finalità di collezionare, studiare e analizzare reperti che riguardino tutta la storia umana del Canada e le diversità culturali delle varie popolazioni. È conosciuto soprattutto per le sue gallerie d’arte permanenti, che esplorano ventimila anni di reperti, e anche per la sua architettura e la posizione lungo le sponde del fiume.
Il museo presenta inoltre un variegato programma di esposizioni temporanee, che approfondiscono tematiche specifiche. Le origini di questo museo risalgono al 1856 e viene considerato una delle più importanti istituzioni culturali di tutto il nord America. La struttura ospita inoltre altri due musei, il Canadian Children’s Museum e il Canadian Postal Museum, e un teatro. Un quadro che raffigura in bicicletta i caratteristici frati disegnati da Nardelli, nell’ambientazione tutta eugubina, è ospitato al Museo di Luzzara, in provincia di Mantova, ospitato nel quattrocentesco ex convento degli agostiniani, fondato nel 1967 da Cesare Zavattini al quale è intitolato. Museo di arti naïves accoglie oltre trecento opere di scultura, pittura e grafica, di artisti come Ghizzardi, Rovesti, Astarita, Covili, Lazzarini, Lovo e Galeotti. Figure di alchimisti sono invece ritratti nell’opera esposta al centro didattico internazionale d’arte La Califfa ad Avenza di Carrara. Il suo quadro è accanto a opere di artisti come Salvador Dalì, Bueno, Bai, Camardo, Cassinari, Fiume, Maccari, Treccani. Altra presenza prestigiosa, infine, all’esposizione permanente da Serra in via Margutta a Roma.
RECITAZIONE Il percorso artistico di un’eugubina d’adozione, di origini celebresi, con la passione per il teatro
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CARMELA DE MARTE PROTAGONISTA AL FESTIVAL STORIE INTERDETTE
Radici eugubine quelle di Carmela De Marte, dalle origini calabresi alle esperienze segnate dalla passione per il teatro che l’ha portata a fare un percorso importante fino all’impronta lasciata in “I am”, progetto vincitore del Festival Storie Interdette 2020 della storica compagnia Chille de la balanza nata a Napoli nel 1973 e attiva dal ‘98 a San Salvi, ex-città manicomio di Firenze. Si racconta Carmela nel suo percorso umano e professionale: “Sissi Abbondanza e Claudio Ascoli, napoletani trapiantati a Firenze vivono gli spazi del padiglione 16 della ex cittadella manicomiale di San Salvi da oltre vent’anni. Quei luoghi, prima colmi di sofferenza, si sono riempiti di arte e cultura con giovani e meno giovani tra scambi, cene condivise, fotografie, libri. Chille de la balazna è una famiglia che ingloba e protegge, cura e restituisce bellezza. Nei giorni in cui sono stata loro ospite, ho avuto la fortuna di far parte di questa comunità artistica, di questa famiglia e ne sono immensamente grata, al di la dell’esito del festival che mi ha premiata. Ho avuto poi anche la fortuna di condividere questa
esperienza con altri artisti miei coetanei di grande spessore personale e anche artistico. Mi hanno lasciato molto”. Carmela De Marte è approdata da Cosenza a Gubbio nell’agosto 2010 per seguire un corso di teatro tenuto da Barbara Bonriposi e Riccardo Tordoni, ex Laboratorio 365. Stava scrivendo la tesi di laurea sulla drammaturgia dell’attore e sul training attoriale Schiera, ideato dal regista Gabriele Vacis. “Barbara e Riccardo ne portavano avanti i principi - dice - e così ho pensato bene di fare questa esperienza che ho poi inserito all’interno del mio progetto di tesi. Qui ho conosciuto Alessandro, ingegnere eugubino e, dopo un anno a Roma per un master all’università Iulm, mi sono trasferita in Umbria. Ora abbiamo un bambino di 6 anni, Lorenzo, e stiamo per sposarci. Dovevamo farlo quest’anno, ma il coronavirus ci ha fermati. Gubbio è una città dura come la pietra che ne è l’anima, ma basta fare una piccola breccia che si schiude: così sta accadendo a me”.
BRISCHI E “IL SOTTILE FRUSCIO DELLA FOLLIA”
Il dottor Gino Brischi ha pubblicato il suo ultimo libro “Il sottile fruscio della follia” (Armando Curcio Editore). Si tratta della terza opera dopo i due romanzi, “Accadde in inverno” e “Un giorno ancora”. È un giallo a forte impatto psicologico, dove l’autore con uno sviluppo lessicale sa condurre il lettore nei meandri dell’imperscrutabilità dell’animo umano, affrontando temi quali la solitudine e l’amicizia, l’u-
so e la percezione del tempo, l’equità e la giustizia e soprattutto lo stretto connubio che esiste tra la vita e la morte. Nonostante una serie di eventi drammatici, alla fine il libro, lanciando un messaggio positivo, lascia per così dire la bocca buona nel lettore. Il protagonista, infatti, alla soglia dei cinquant’anni decide che è ora di cambiare alcune cose nella sua vita e ritrova una propria collocazione nel mondo.
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ANTIPASTI Tartare di Tonno e lamelle di Tartufo Bianco pregiato. Tartare di Salmone e lamelle di Tartufo Bianco pregiato. Carpaccio di Gambero e Tartufo Bianco pregiato. Carpaccio di Merluzzetto al Tartufo Bianco pregiato. PRIMO Carbonara di pesce al Tartufo Bianco pregiato.
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ATTUALITÀ
SALITA DI SAN GIUSEPPE, IL PROGETTO VA CAMBIATO di MASSIMO BOCCUCCI
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LA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO HA BOCCIATO IL PIANO MA HA CONFERMATO IL FINANZIAMENTO DI 2,4 MILIONI. IL SINDACO PRONTO A RIVEDERE TUTTO
Quel progetto va rivisto e i soldi per realizzarlo (2,4 milioni) sono congelati, ma non revocati. Non è sufficientemente innovativo: questa in buona sostanza la moVia della Repubblica di notte tivazione con cui la governance della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha bocciato il progetto “Corridoio di Risalita: verso l’Acropoli”, approvato dalla Giunta Stirati nel marzo 2019 - per agevolare attraverso un tunnel gli accessi - dopo mediazioni, modifiche e un acceso dibattito che ha coinvolto residenti, commercianti e forze politiche sull’opportunità e l’utilità di realizzare quest’opera dal considerevole impatto in un punto nevralgico nel raggiungere il complesso monumentale più a ridosso del monte Ingino. DAL PIANO ORIGINALE Aveva tirato dritto il sindaco Filippo Mario Stirati, collocando il progetto tra le priorità d’intervento nella parte alta del centro storico, anche quando erano emerse indiscrezioni sulla reale volontà dell’amministrazione comunale di promuovere
tale operazione per puntare in realtà soprattutto a ristrutturare completamente la rete fognaria della zona, non disponendo il Comune dei soldi per poterlo fare direttamente. Inizialmente si prospettava un piano d’intervento molto più ambizioso per la mobilità alternativa: si sarebbe dovuti partire da piazza Quaranta Martiri, poi da piazza San Giovanni per un ridimensionamento fino a ridurre definitivamente la distanza restringendo l’opera alla cosiddetta salita di San Giuseppe. GARANZIE FUTURE Il progetto - sulla base del piano elaborato dal settore comunale lavori pubblici-manutenzioni-aree interne - ha trovato lo stop del comitato di indirizzo della Fondazione, presieduta da Cristina Colaiacovo, al cui interno figura un altro eugubino, Lucio Lupini. Stirati ha avuto garanzie che rivedendo il progetto, l’operazione andrà in porto. Il sindaco ha sempre voluto fortemente il tratto sotterraneo che dall’altezza di corso Garibaldi dovrebbe ricongiungersi dopo qualche decina di metri agli attuali ascensori, superando così il dislivello della salita di San Giuseppe. Il sindaco inserisce attorno al “Corridoio di Risalita” altre due operazioni, per l’area attorno al complesso monumentale di piazza Grande, come la riqualificazione di via della Repubblica, la realizzazione dei progetti per il Museo degli Antichi Umbri e la ristrutturazione degli Arconi di via Baldassini, preferita in quest’ultimo caso alla invocata da più parti opera di ripulitura delle facciate del palazzo dei Consoli.
CALCIO Il figlio di Emanuele, ex terzino del Gubbio, sempre più protagonista nei tornei giovanili tedeschi
NICOLÒ TRESOLDI BOMBER DELL’HANNOVER
Si sta facendo largo a suon di gol Nicolò Tresoldi, appena sedicenne e già protagonista con l’Hannover 96, la squadra della città dove si sono trasferiti i genitori, con il padre Emanuele dai trascorsi come terzino sinistro in Serie A all’Atalanta e nell’Under 21 azzurra sotto la guida di tecnici del calibro di Mondonico e Prandelli, fino a chiudere la carriera a Gubbio dove vivono alcuni familiari. Nicolò fa il centravanti, è alto 182 centimetri, ed è già nel giro della prima squadra che milita nella Bundesliga 2 (Serie B), con la convocazione per l’amichevole contro l’Union Berlin entrando in campo nel finale. Gli sono bastate tre giornate di campionato con l’Under 17 per farsi apprezzare segnando 5 gol, capocanno-
niere di tutti i campionati giovanili tedeschi. La sua squadra è inserita nel girone Nord con Lipsia, Herta Berlino, Amburgo, Werder Brema e Wolfsburg. Nelle giovanili Tresoldi junior si sta mettendo in luce viaggiando alla media di 20 gol a campionato. Nicolò, nato il 20 agosto 2004, ha maturato esperienze in sedute di allenamenti con Milan, Atalanta, Fiorentina, Bologna, Roma e Perugia. Da settembre 2017 vive ad Hannover e l’ambientamento è stato rapido tanto che il responsabile dello sport del suo istituto scolastico l’ha segnalato all’Hannover 96 con il tesseramento. Gli impegni sportivi non lo distraggono dallo studio: il ragazzo va bene e parla correttamente tedesco, inglese e spagnolo. Sta facendo delle esperienze importanti in una realtà del cuore dell’Europa che vanta strutture e organizzazione ai massimi livelli.
GIOVANNI FARNETI SI FA LARGO CON LA FIORENTINA
Avventura in viola per il centrocampista Giovanni Farneti, classe 2004. È stato ceduto alla Fiorentina, nell’Under 17 guidata da Donadel, con prestito annuale (è rientrato nell’operazione che ha portato il centrocampista Alessandro Lovisa) e il diritto di riscatto per i toscani fissato in 40mila euro. Nella stagione scorsa si è distinto nel gruppo rossoblù
come sotto età dell’Under 17 (Allievi Nazionali) che con Leonardo Argentina in panchina ha vinto il girone, rivelandosi una mezzala con buona tecnica, spiccata visione di gioco molto tecnica e tempi di inserimento. Farneti è cresciuto alla scuola calcio Csi Don Bosco, per poi approdare all’Atletico Gubbio.
MOTORI
PITBIKE, ALESSIO GIGLI SI GODE IL SESTO POSTO IL 23ENNE CENTAURO EUGUBINO HA CHIUSO AL MEGLIO L’ITALIAN CUP 2020, IL CAMPIONATO ITALIANO 12 POLLICI IN 5 TAPPE. FINALE DI STAGIONE CON DUE QUARTI POSTI NEL FERRARESE. “ORA PENSO AL 2021, NON VEDO L’ORA DI RICOMINCIARE” Può dirsi pienamente soddisfatto Alessio Gigli per il sesto posto nella classifica finale dell’Italian Cup 2020, il campionato italiano di PitBike appuntamento tricolore 12 pollici articolato in cinque tappe. Il ventitreenne centauro eugubino ha chiuso con il quarto piazzamento in gara-1 e gara-2 nella tappa ospitata sul circuito di Pomposa a San Giuseppe di Comacchio, in provincia di Ferrara. È stato competitivo in Emilia come voleva, per completare quel cammino di crescita personale aperto con l’approccio al campionato, ben consapevole di misurarsi con i migliori specialisti e pronto a mettere in pista tutto il talento e la determinazione. Si è fatto largo con la “Pitom”, moto tutta italiana 160 di cilindrata che guida da tre anni e con un nuovo telaio sviluppato proprio quest’anno, con al seguito i meccanici dell’officina locale ReB Garage di Ruspi e Bettelli,
di MASSIMO BOCCUCCI
assistenti della moto in pista, e con il coinvolgimento di sponsor che sostengono l’attività della scuderia Moto Racing Gubbio. “È stata una stagione bellissima - confessa Alessio -, con tante emozioni che mi hanno aiutato sempre di più nel percorso di maturazione personale. C’è molta carica per andare avanti nella prospettiva del 2021. Devo tanto allo staff che ha collaborato e a quanti mi hanno sostenuto anche economicamente in questa avventura, con aziende del territorio sensibili e disponibili”. Il futuro di Alessio è scritto nella sua ferrea volontà di mettersi in gioco guardando anche alla scena internazionale: “Non vedo l’ora di ricominciare - spiega -, del tutto convinto di aver fatto tesoro dell’esperienza in questa importante competizione nazionale. C’è stata una progressiva maturazione e la consapevolezza nelle possibilità, cercando di migliorare tappa dopo tappa. So di poter competere e ce la metterò tutta per fare un ulteriore salto di qualità. Le ambizioni ci sono, non le ho mai nascoste fin dall’inizio. Con il lavoro e l’impegno si può crescere ancora di più”.
NICOLÒ BIANCHI SOGNA COL GRIFO
Si è aperta una nuova prospettiva per Nicolò Bianchi, talento classe 2011 con la vocazione dell’attaccante, che dopo una settimana di allenamenti è stato preso dal Perugia per essere inserito nel gruppo dei Pulcini primo anno. Bianchi ha fatto le sue primissime esperienze con la scuola calcio del Fontanelle coordinata dall’ex capitano rossoblù Massimiliano Lazzoni. Con il Perugia si è allenato una settimana anche Alessandro Grottoli, classe 2012, attenzionato dal club biancorosso.
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LA ROCCA
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BERGOGLIO AUTOREFERENZIALE C’è un dato che dovrebbe far riflettere molto i cattolici che avessero voglia di andarsi a sorbettare le oltre duecento pagine della nuova enciclica di Bergoglio “Fratelli tutti”: la fonte magisteriale più citata è lo stesso autore del testo. Come è noto, nella sana prospettiva cattolica, nessun papa autentico è “autoreferenziale”, ma appoggia il suo magistero sulla Scrittura e, soprattutto, sulla Tradizione ininterrotta della Chiesa. Il papa, infatti, non è portatore di nessuna nuova dottrina, ma, per ordine espresso di Cristo, è solamente il “custode” del “deposito della fede”. Deve cioè “confermare i fratelli nella fede” e non “inventare” nuove dottrine che piacciano al mondo e non a Dio. Per questo, ogni vero papa ha sempre avuto la preoccupazione di ancorare il suo magistero alla Tradizione, abbondando di citazioni dei suoi predecessori. Non così Bergoglio, almeno per quanto concerne la sua ultima “fatica”. I dati sono spietati: la fonte ossessivamente citata da Bergoglio è Bergoglio stesso (gli altri pontefici quasi mai o, quando lo sono, è per questioni marginali rispetto al tema dell’enciclica). Il grafico è spietato (vedi foto). Su 288 citazioni presenti, quasi 180 sono di se stesso. Per dare un’idea: il secondo posto spetta a papa Benedetto XVI con appena 20 citazioni. Bergoglio 180 e il papa Benedetto appena 20! Decisamente autoreferenziale.
BERGOGLIO E LE UNIONI CIVILI Se per le bislacche idee espresse nell’enciclica “Fratelli tutti”, Bergoglio può solo citare se stesso, le cose si fanno ancor più complicate a proposito delle sue ultime esternazioni sulle cosiddette unioni civili. In effetti, non solo a nessun papa (ma, per la verità, nemmeno a nessun cattolico, per quanto mediocre fosse la sua preparazione dottrinale) è mai venuto in mente di dare il proprio sostegno a una cosa del genere, ma addirittura tutti i pontefici, in linea con il vangelo e la Tradizione ininterrotta della Chiesa, le hanno espressamente condannate. Non quindi il silenzio dei predecessori, come per la “Fratelli tutti”, ma addirittura l’esplicita condanna. Se nel passato, un qualunque fedele (dal papa all’ultimo dei laici) avesse sostenuto a proposito delle unioni civili quanto sostiene oggi Bergoglio, sarebbe giustamente stato considerato in contrasto col magistero autentico dei pastori e, di conseguenza, non in comunione con l’unica Chiesa di Cristo. I veri papi hanno sempre coniugato sapientemente l’amore e la doverosa accoglienza delle persone omosessuali, senza alcuna discriminazione, con la verità morale circa la pratica di atti omosessuali (“intrinsecamente disordinati” come spiega il Catechismo). Erano cattolici, quindi avevano a cuore il vero bene delle persone, senza cercare il facile applauso del mondo.
a cura di LUIGI GIRLANDA L’UOMO DELLA PROVVIDENZA Si sa come i nemici di Dio, nel loro odio viscerale verso il cattolicesimo, hanno sempre cercato di infangare la storia della Chiesa, creando delle vere e proprie leggende nere capaci di generare un senso di frustrazione e colpa nel cuore dei semplici fedeli. Dalla caduta del fascismo in poi, uno dei più ripetuti mantra è diventato quello di Mussolini come “uomo della Provvidenza”, espressione che, stando alla vulgata, papa Pio XI avrebbe usato all’indomani della firma dei Patti lateranensi del 1929. In realtà, se si vanno a leggere davvero le parole del Papa, si noterà che mai Pio XI parlò di Mussolini come uomo della Provvidenza, ma piuttosto, commentando con professori e studenti dell’Università cattolica di Milano la firma dei Patti (a soli tre giorni dalla loro firma), disse testualmente: “Forse occorreva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”. Commenta Vittorio Messori: “c’è una bella differenza tra un secco ‘uomo della Provvidenza’ e un ben più sfumato ‘un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare’, preceduto per giunta da un ‘forse’. Con quelle parole Pio XI intendeva semplicemente dire che Mussolini non aveva i pregiudizi che avevano portato tutti i precedenti negoziatori a rifiutare qualsiasi accordo che prevedesse una sovranità territoriale per la Santa Sede”.
Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI
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IL ROMANZO DI DOMENICO STARNONE SUI LEGAMI INDISSOLUBILI DELLA VITA E SULL’IMPOSSIBILITÀ DI SPEZZARLI Aldo e Vanda sono i protagonisti di una storia concitata e sofferta che ci fa riflettere sulle sfumature estreme delle emozioni e sulle difficoltà che gli esseri umani provano di fronte allo scorrere travolgente della vita, al flusso degli eventi di cui spesso si è artefici, ma, di fronte ai quali, la maggior parte delle volte si rimane svuotati e senza forze. I protagonisti della storia sono legati in matrimonio dall’inizio degli anni Sessanta, hanno due figli e proseguono i loro giorni perfettamente inseriti nella cornice della famiglia felice, fino a quando Aldo si innamorerà di un’altra donna senza mai confessare realmente questo amore a sua moglie, senza mai proclamarsi, per paura di ferire Vanda, legato e totalmente coinvolto in un’altra storia. Nel cuore del protagonista inizieranno ad annodarsi i “lacci” della sua vita emotiva: il legame con la moglie, la vicinanza ai figli e l’amore per questa donna che, come un’estranea, rimane fuori dalle loro dinamiche familiari, si avvicenderanno nella quotidianità di Aldo che diventerà sempre più complessa e faticosa da gestire, portandolo a comprendere che le rotture, la fine dei legami porta
con sé un’ eco di grande profondità e di difficile risoluzione, in grado di ripresentarsi, con voce chiara e riconoscibile, a distanza di anni. La narrazione di Domenico Starnone, presentata fedelmente anche al cinema dalla pellicola di Daniele Luchetti, nelle sale dal 1° ottobre 2020, è molto analitica, penetra nelle dinamiche dei rapporti umani e nel tormento al quale essi sono collegati con grande precisione e ricchezza di particolari, ma tutta l’emotività estrema delle situazioni descritte è in grado di svelarsi in ogni singola pagina: l’amore viene presentato come una scelta coraggiosa, violenta, spesso priva di compassione e pronta a far precipitare, nel suo stesso nome, persone delle quali siamo allo stesso modo innamorati e che mai vorremmo vedere soffrire. Su questo terreno si innestano quei legami che si annodano come lacci, senza mai distruggersi, rompersi o abbandonarci, pronti a tormentare le nostre scelte o le nostre non scelte che si esplicano e si mostrano anche attraverso un linguaggio dalle forme timide e impacciate.
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STORIA Il presidente Calogero Alessi: “Questo riconoscimento è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione”
PREMIO ITALIA MEDIEVALE ALL’ASSOCIAZIONE FEDERICO II DI SVEVIA
Un importante riconoscimento nazionale come il Premio Italia Medievale 2020 per l’associazione umbra Federico II di Svevia Hohenstaufen. La comunicazione è stata ufficializzata al presidente Calogero Alessi che guida il sodalizio nato nel 2018 dall’impegno di un gruppo di storici e appassionati studiosi umbri che condividono interessi e obiettivi. Il Premio Italia Medievale è un riconoscimento annuale che dal 2004 viene assegnato a personalità, istituzioni e privati che si sono particolarmente distinti nella promozione e valorizzazione del patrimonio medievale del Paese. Un’iniziativa che sostiene concretamente l’impegno di coloro che operano per la riscoperta e la rinascita di un’epoca per nulla buia e barbara, come ancora troppo spesso si vorrebbe far credere. “Per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione - dice il presidente Alessi che ci ripaga degli sforzi profusi, che sono notevoli pur se siamo una giovane associazione. Lo scorso anno abbiamo messo
a segno con grande successo un convegno ad Assisi per ricordare l’incontro di Francesco nel 1219 con il Sultano Malik Al-Kamil, con il quale Federico II trattò la pacifica soluzione della sesta crociata. Il risultato della 17a edizione del Premio Italia Medievale era già stato annunciato il 27 settembre scorso al Festival del Medioevo”. Oltre ad alcuni riconoscimenti speciali, sono sette le sezioni nelle quali si articola il Premio Italia Medievale, dall’editoria all’arte, lo spettacolo, il turismo e il multimediale, passando per i gruppi storici e per le istituzioni. La cerimonia di consegna degli attestati ai vincitori è fissata per il 28 novembre nella sacrestia del Bramante nella basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano. C’era anche appuntamento fissato per il 14 novembre al centro congressi Capitini di Perugia, ma è stato spostato in primavera: si tratta del convegno sui rapporti tra Frate Elia da Cortona, San Francesco e l’imperatore Federico II.
CARBONESCA, PERICOLI SULLA STRADA SENZA DISSUASORE Due anni fa la richiesta presentata in Comune perché venga installato un dissuasore lungo la strada, poi le promesse ripetute da esponenti dell’Amministrazione Comunale, politici e soprattutto i tecnici che hanno effettuato anche un sopralluogo, ma senza dare un seguito concreto. Così nella frazione di Carbonesca, al vocabolo Fanucchio dove lungo quella strada comunale interna vivono un paio di famiglie
con persone anziane, rilanciano l’esigenza di avere un deterrente per calmierare il transito di auto che passano a velocità fin troppo sostenuta creando delle situazioni di potenziale pericolo. Qualche giorno fa è stato segnalato il transito di un’auto che a forte velocità ha sbandato, rischiando seriamente di finire verso una delle case lungo la carreggiata, a causa del fondo stradale pieno di buche e sassi.
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APPELLO PER IL NOBEL AI CUBANI, LA CITTÀ HA RISOLTO UN BEL PROBLEMA
Per ricompattare la sinistra eugubina basta evocare rigurgiti ideologici alzando un po’ di fumo a tinte rosse per imbonire il popolo. Come l’ordine del giorno del camaleontico Orfeo Goracci su “Appello - il Premio Nobel per la Pace ai medici e infermieri cubani”, approvato a larga maggioranza in Consiglio Comunale (si è perso tempo anche per modificare-correggere il documento dell’ex sindaco). Una grande svolta per la città, quello che ci voleva e che in fondo tanti cittadini aspettavano (sic!) come segnale risolutivo dei problemi che attanagliano Gubbio sul fronte
MARCO BICCARI DA 110 E LODE
Si è brillantemente laureato con 110 e lode l’eugubino Marco Biccari, che ha discusso la tesi on line da casa con i docenti collegati dalle rispettive sedi, conseguendo la laurea magistrale in Ingegneria informatica e robotica presso l’Università degli Studi di Perugia. Marco ha presentato la tesi su “Progettazione e sviluppo di un sistema di predictive maintenance per apparati di burn-in e testing dei semiconduttori”, relatore il professor Fabrizio Frescura. È stato festeggiato da familiari e amici.
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MOVEMBER, RUGBY GUBBIO IN PRIMA FILA
Torna Movember, la campagna di sensibilizzazione del cancro alla prostata, e il Rugby Gubbio risponde presente: per l’ottavo anno di fila ecco il concorso “A Gubbio il baffo dona”, in collaborazione con Terracomunica. Ogni anno in tutto il mondo “i Mo Bro” sono soliti farsi crescere i baffi, raccogliendo fondi per la lotta al cancro.
NUMERI UTILI Centralino Comunale 075.92371 Centralino Osp. Branca 075.9270801 Pronto Soccorso 075.9270744 Numero Verde Farmacie 800.829058 Guardia Medica 075.9239468 Sez. Croce Rossa 075.9273500 Gubbio Soccorso 075.9277779 Misericordia Gubbio 340.3859797 Carabinieri 075.9235700 Vigili del Fuoco 075.9273722 Vigili Urbani 075.9273770 Cimitero Civico 075.9237690 IAT 075.9220693 Servizio Taxi 075.9273800 Carabinieri Forestali 075.9272585 Guardia di Finanza 075.9273789 Centrale ENEL 800.900.800 Canile 075.9274963 Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 ACI Soccorso Stradale 333.5224537
economico-occupazionale, infrastrutture, viabilità e altro. Dall’iniziativa tutta ideologica hanno preso le distanze il Movimento 5 Stelle e la Lega. Goracci esulta per il risultato politico e chissà se anche per gli effetti (benefici?) dell’operazione sulla collettività eugubina: “Rendo merito al sindaco e alla sua maggioranza che hanno creduto in questa proposta e l’hanno votata in maniera compatta, oggettivamente un evento straordinario per una proposta del sottoscritto”. M.Boc.
AELC, BENVENUTO PROCACCI NUOVO PRESIDENTE
L’Aelc (Associazione eugubina per la lotta contro il cancro) ha ufficializzato le cariche del nuovo consiglio direttivo guidato da Benvenuto Procacci, subentrato a Orietta Migliarini Colaicovo dopo nove anni. Vicepresidenti sono Martina Ferranti e Manuela Morelli. La carica di tesoriere è stata assegnata a Beatrice Nofri, mentre quella di segretario ad Antonella Baccarini. Nel direttivo anche Lucrezia Brunetti, Marco Nardelli, Angelica Nuti.
NONNA DINA, 100 ANNI E UN MARE DI AFFETTO E RICONOSCENZA Nonna Dina ha compiuto cent’anni trascorrendo una domenica davvero speciale, circondata da tantissimo affetto e simpatia. Dina Mariotti è nata infatti l’8 novembre 1920 a Gubbio, dove ha gestito con il marito Alfio Ascani per trent’anni il bar Ascani nei pressi del Teatro Romano. Dopo l’esperienza con il bar, ha gestito un’edicola che ancora oggi è attiva. Ha raggiunto un traguardo decisamente invidiabile e godendo ottima salute. Ha festeggiato in compagnia dei figli Gabriella e Giuseppe, dei nipoti Silvia e Stefano e con gli amici più cari che le hanno fatto sentire il calore più autentico dei buoni sentimenti. Tanti clienti ricordano nonna Dina con affetto quando dietro la macchina del caffè intratteneva sempre con sorriso chiunque entrasse nel locale.
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