15 Giorni - Numero 115 - 13 Novembre 2019

GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina MERCOLEDÌ 13 NOVEMBRE 2019 ANNO VII NUMERO 115

quindicinale d’informazione www.15giorni.it

BEFFATA

MA ALMENO RISARCITA

IBIZA

PISA

LA STORIA DI UNA CINQUANTENNE EUGUBINA CHE RYANIR NON AVEVA IMBARCATO NEL VIAGGIO DI RITORNO PERCHÉ SENZA IL DOCUMENTO D’IDENTITÀ CHE LE ERA STATO RUBATO. IL GIUDICE DI PACE DI PERUGIA LE HA DATO RAGIONE COSTRINGENDO LA COMPAGNIA AEREA AL RIMBORSO, RISARCIMENTO DANNI E SPESE LEGALI. HA AVUTO RAGIONE A DISTANZA DI CINQUE ANNI

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COPERTINA

VACANZA CON BEFFA, IL GIUDICE LA RISARCISCE VIAGGIA A IBIZA CON LE AMICHE E AL RITORNO RYANAIR LA LASCIA A TERRA PERCHÉ SENZA DOCUMENTO D’IDENTITÀ NONOSTANTE LA DENUNCIA PER FURTO E L’IDENTIFICAZIONE IN OCCASIONE DEL VOLO DI ANDATA. SI È VISTA COSTRETTA AD ACQUISTARE UN ALTRO BIGLIETTO SBARCANDO A ROMA E NON A PISA COME PREVISTO. HA FATTO CAUSA OTTENENDO IL RIMBORSO DOPO CINQUE ANNI

di MASSIMO BOCCUCCI

Una vacanza finita tra gli incimento danni, oltre agli intecubi. È successo mentre stava ressi legali maturati. Ryanair per imbarcarsi e la compagnia è stata condannata anche alle aerea l’ha lasciata a terra. Ma spese processuali e legali per alla fine ha trovato giustizia e 1.330 euro. La sentenza è esela lezione è stata esemplare. cutiva e la compagnia irlanCi sono voluti cinque anni, dese ha già onorato le spese, passando da un giudice e da anche se può presentare oppouna sede all’altra per farsi sizione entro sei mesi dal prorisarcire costi e disagi dalla Ryanair che non l’aveva fatta salire a nunciamento di primo grado. La vicenda si è trascinata per anni: bordo, senza garantirle per giunta alcuna assistenza. È la vicenda il contenzioso è cominciato con il Giudice di Pace a Gubbio per di una cinquantenne eugubina in viaggio di piacere all’estero, con poi essere trasferito a Perugia. Negli ultimi otto mesi il percorso un gruppo di amiche a Ibiza. Aveva prenotato il viaggio aereo con si è indirizzato deciso verso la sentenza da considerarsi di particola formula andata-ritorno dall’aeroporto di Pisa, pagato in anticilare valore poiché conferma la possibilità che un viaggiatore danpo. Ma per il ritorno hanno deciso di non imbarcarla poiché priva neggiato, il quale rivendichi un rimborso e un risarcimento danni, dei documenti di identità, sebbene avesse presentato una denuncia possa rivolgersi direttamente al giudice del proprio territorio e non di furto e fosse già stata identificata per il volo di andata. L’hanno della sede della compagnia aerea. praticamente lasciata là e abbandonata, costringendola a compraCOME FUNZIONA re nella notte un altro biglietto per tornare in Italia ma con volo Il giudice Liosi, nell’accogliere l’istanza, ha affrontato diversi aspetdirretto a Roma, fino a dover sostenere tutte le spese conseguenti ti, richiamando le svariate direttive europee in materia sulla comper il rientro a Gubbio, considerato oltretutto che la partenza era petenza giurisdizionale quando le parti sono domiciliate in due avvenuta da uno scalo diverso.

Paesi diversi (nel caso specifico Ryanair non ha sede in Italia). Di SENTENZA ESEMPLARE fronte agli obblighi del vettore e il diritto a otteC’è stato quindi un grosso disagio in più avendo nere il risarcimento del danno, si richiama l’apdovuto soggiornare a Roma per poi rientrare con plicabilità del regolamento comunitario europeo il treno, mentre l’auto era rimasta all’aeroporto di dell’11 febbraio 2004 sia all’overbooking sia al nePisa da dove era partita. Il giudice di pace di Pegato imbarco da qualunque causa sia stato deterrugia, Serafina Liosi, ha dato ragione alla signora, minato e vale per tutti i passeggeri che transitano assistita dall’avvocato Tiziana Zeppa, riconoscenin aeroporti comunitari.

L’Avvocato Tiziana Zeppa dole un rimborso di 1.042 euro, compreso il risar-

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QUEL CANTIERE ABBANDONATO CREA TANTO IMBARAZZO IN VIA LEONARDO DA VINCI È BLOCCATA DA ANNI LA REALIZZAZIONE DI UN CENTRO CON ATTIVITÀ E SERVIZI. PRESSIONI E POLEMICHE SULL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE CHE NON RIESCE A TROVARE UNA SOLUZIONE. IL SINDACO STIRATI PROPONE UN TAVOLO CON I SOGGETTI INTERESSATI Una grande buca delimitata e una gigantesca gru sono quel che resta in brutta vista di un centro con attività e servizi che avrebbe dovuto sorgere in via Leonardo da Vinci. Oggi c’è un cantiere completamente abbandonato e che è diventato un vero e proprio pugno in un occhio in una zona densamente abitata, transitata e piena di negozi. Ci sono polemiche, segnalazioni, esposti di ogni genere perché - pur comprendendo le difficoltà dell’operazione imprenditoriale - l’eredità lasciata è un impatto mostruoso che fa il paio con l’aberrante parcheggio economostro di San Pietro di goracciana memoria. La faccenda va avanti senza intravedere un benché minimo spiraglio risolutivo. Il Comune ha in mano ormai da lungo tempo una fideiussione in garanzia che ha deciso di tenere nel cassetto dopo essere trascorsi tutti i termini autorizzativi. Mauro Salciarini, capogruppo dei 5 Stelle, in due anni ha presentato tre interpellanze e un’istanza di accertamento, facendo notare come nessuna azione concreta sia stata intrapresa fin qui dall’Amministrazione Comunale”.

STRUMENTI LIMITATI La situazione si è impantanata e chi frequenta quella zona non può fare a meno di lamentarsi trovandosi uno scenario deplorevole, peraltro peggiorato dalla fantomatica pista ciclabile inutilizzata e conclamato sperpero di denaro pubblico. Il sindaco

Filippo Mario Stirati rompe il silenzio assordante, parlando apertamente di criticità nel cantiere fino a esprimere “la comprensione rispetto a questa situazione”. Stirati prende atto che l’iniziativa imprenditoriale è fallita, si è arenata e che da questa situazione si deve ripartire. “Ho firmato più di un’ordinanza - ha fatto sapere il sindaco - per ritornare a una condizione ambientale accettabile. Il Comune non è rimasto inerte, anche se le armi che ha in mano sono limitate”.

TAVOLO D’EMERGENZA Stirati lancia l’iniziativa di un tavolo attorno al quale riunire tutti i soggetti di questa vicenda, a cominciare dalla proprietà e l’impresa, confidando che possano adoperarsi per uscire dall’impasse, facendosi carico di interventi concreti e rapidi per restituire il decoro a quella parte martoriata di via Leonardo da Vinci. Il sindaco evidenzia come non si possa condannare così a lungo una comunità a sopportare riflessi così negativi e impattanti. I buoni propositi ci sono. Ora si vedrà se anche la concretezza per superare il problema in tempi stretti.

M.Boc.

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RIFIUTI, PUZZA LA GARA D’APPALTO: IL TAR BLOCCA TUTTO SMALTIRE L’IMMONDIZIA IN ALTO TEVERE E NELL’EUGUBINO-GUALDESE È UN AFFARE DA 300 MILIONI DI EURO PER 15 ANNI. L’ASSEGNAZIONE È CONGELATA DAL 2015 PER VIA DEI RICORSI. DOPO LO SCONTRO POLITICO SOLLEVATO DAI 5 STELLE PRIMA DELL’ALLEANZA CON IL PD, ORA LA FACCENDA È IN MANO AI GIUDICI AMMINSTRATIVI C’erano state fortissime polemiche di stampo politico fin dall’indizione della gara. In particolare, i 5 Stelle avevano tuonato contro il Pd e il centrosinistra (altri tempi: oggi 5 Stelle e Pd sono alleati dopo che gli stessi 5 Stelle hanno denunciato il Pd) ritenendo in sostanza che fosse un vestito su misura la gara per lo smaltimento dei rifiuti nell’alto Tevere e nell’eugubino-gualdese e che le procedure non andavano bene. Al di là del dibattito politico, però, sono scesi in campo altri soggetti che quella gara hanno contestato rivolgendo alla magistratura amministrativa. Ora il Tar dell’Umbria ha azzerato l’aggiudicazione dell’appalto a Sogepu-Ecocave. I giudici amministrativi hanno annullato l’appalto da quasi 300 milioni di euro per 15 anni relativo alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti in alta Umbria. Dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato ma questo pronunciamento è già un fatto eclatante che getta ombre sui percorsi che coinvolgono i Comuni dei territori interessati con Gubbio che come noto si è accodato (anche qui i 5 Stelle strillarono ma adesso lo scenario è cambiato).

IL CASO La vicenda nei tribunali rischia di rimettere in ballo la gestione di un comparto milionario che attende una sua definitiva aggiudicazione ormai dal lontano 2015. La procedura è da definirsi come minimo tribolata, iniziata nel luglio del 2015 e che ha superato già due ricorsi al Tar e uno al Consiglio di Stato, ai quali ora si erano aggiunti quelli di un altro Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti), cioè i secondi classificati della Diodoro Ecologia Srl-Te Am Spa, abruzzesi, e dei terzi piazzati, ovvero i piemontesi di Teknoservice-Stirano srl. Le offerte arrivarono all’ennesimo carrozzone politico Auri (l’Autorità regionale per i rifiuti e l’idrico) nell’agosto del 2018 mentre a gennaio 2019 è scattata l’aggiudicazione provvisoria in favore di Sogepu, che allo scopo ha costituito un Rti insieme alla perugina Ecocave. L’aggiudicazione definitiva da parte dell’Auri è arrivata a metà aprile, ma neanche un mese dopo sono stati depositati i ricorsi al Tar, con i quali è stato chiesto l’annullamento dell’aggiudicazione previa sospensiva. C’è dunque questa sentenza che di fatto azzera tutto. Non a caso i contratti da parte di Sogepu non sono mai stati firmati, in attesa delle sentenze.

di MASSIMO BOCCUCCI

LA SENTENZA La gara - come spiega nelle 59 pagine della sentenza il presidente del Tar umbro, Raffaele Potenza, che ha deciso insieme ai giudici amministrativi Paolo Amovilli e Enrico Mattei - è stata aggiudicata mediante criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa il 15 aprile aprile 2019 al raggruppamento temporaneo Sogepu-Ecocave con 100 punti. Il raggruppamento Diodoro Ecologia Srl-Te Am Spa secondo classificato con 67,25 punti, ha però impugnato l’aggiudicazione, deducendo vizi derivanti dalla fase di ammissione lamentando la mancata esclusione del raggruppamento aggiudicatario sia per mancanza del possesso dei requisiti generali e di capacità tecnica, sia per l’asserita anomalia dell’offerta e l’illegittimo mancato conseguimento del contratto.

La controinteressata Sogepu - scrivono i giudici - ha proposto avverso gli atti di gara ricorso incidentale diretto a contestare la mancata esclusione della ricorrente principale specularmente per carenza dei requisiti di carattere generale nonché di capacità tecnica richiesti.

ALTRO RICORSO Poi c’è anche il ricorso della Teknoservice quale terza classificata con 56,74 punti che ha parimenti impugnato - evidenziano gli stessi giudici nel dispositivo - i provvedimenti assunti nell’ ambito della suddetta gara lamentando la mancata esclusione di entrambi i raggruppamenti classificatisi in prima e seconda posizione per carenza dei requisiti morali e dunque invocando anch0essa la spettanza dell’aggiudicazione. Anche nei confronti di tale impugnativa la controinteressata Sogepu ha proposto ricorso incidentale. Il collegio giudicante del Tar ha quindi accolto il ricorso principale di Teknoservice con l’effetto dell’annullamento dell’ammissione dei raggruppamenti capeggiati da Sogepu e da Diodoro Ecologia. E anche quello incidentale di Sogepu è stato ammesso escludendo così la seconda e la terza classificata, con il risultato che sia Diodoro Ecologia che Sogepu, alla pari di Teknoservice, sono escluse dalla gara che di fatto risulta annullata. Un guazzabuglio all’italiana.

LAVORO In poco più di 10 anni perso oltre il 20% del PIL regionale: nessun’altra regione italiana ha fatto peggio

L’ECONOMIA UMBRA VA A ROTOLI

Dati allarmanti sul Pil (Prodotto interno lordo) per abitante nelle regioni dell’Unione Europea a 28 Stati in rapporto con l’Umbria. Il giornalista Giuseppe Castellini, esperto d’economia, ha fatto una riflessione: nel 2006, fatta 100 la media del Pil (ossia il valore monetario della ricchezza prodotta annualmente) pro capite nell’Unione Europea a 28 Stati, l’Umbria aveva un indice di 104. Ossia il suo Pil pro capite era del 4% superiore alla media europea. Nel 2017, sempre fatta 100 la media del Pil per abitante nell’Unione Europea, l’Umbria ha un indice di 83. Ossia, è sotto del 17 per cento alla media. Rispetto

alla media europea, il Pil umbro è sceso di oltre il 21 per cento. Si tratta del calo più marcato - osserva Castellini - tra tutte le regioni italiane, le quali scendono tutte e meno (la gran parte molto meno) dell’Umbria. Tra il 2006 e il 2017, infatti, tutte le regioni italiane, nessuna esclusa, hanno registrato un calo relativo del Pil per abitante. Le regioni più ricche degli altri grandi Paesi europei hanno invece rafforzato la loro posizione.

E alcune regioni dei nuovi Stati membri dell’Est superano ormai alcune regioni forti italiane. “Potete immaginare - chiosa il giornalista - di quanto ormai superino l’Umbria”.

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POLITICA

REGIONE SENZA EUGUBINI, ERRORI E CAUSE PERSE ANCHE A GUBBIO STORICA VITTORIA DEL CENTRODESTRA MA SENZA ELETTI A FRONTE DI DIECI CANDIDATI. STIRATI CI HA MESSO LA FACCIA SULL’ACCORDO CON I 5 STELLE, LA COALIZIONE DI BIANCONI E LA CANDIDATURA DI LEONARDO NAFISSI: LA SCONFITTA APRE SERI INTERROGATIVI SULLA POSIZIONE DEL SINDACO La svolta storica del centrodestra al governo della Regione - per la prima volta dal 1970 quando è stato istituito uno dei tanti carrozzoni pubblici mangiasoldi - ha coinvolto anche Gubbio dove il centrodestra ha vinto abbattendo la roccaforte rossa. Ma in Regione non ci sono eugubini, visto che nessuno dei dieci candidati ce l’ha fatta. Sono rimasti tutti esclusi, pure per la frammentazione. Andrea Smacchi, dopo il suo decennio a Palazzo Cesaroni sotto le insegne del Pd, non ha trovato successori pur avendo lasciato in eredità una legge elettorale fatta su misura per la coalizione di centrosinistra perché da vittoriosa nel 2015 il Pd fece l’asso pigliatutto (11 seggi su 12 con il defenestramento di Giuseppe Biancarelli) e adesso con 5 consiglieri su 8 dell’opposizione, a fronte di 8 della Lega che ha stravinto le elezioni.

METTERCI LA FACCIA Questa tornata elettorale consegna l’aberrazione più grossa. Ci hanno messo la faccia tutti i leader nazionali e i sindaci. L’Umbria come l’Ohio è stato scritto (occhio che gli umbri non siano... ohioni), così si spiega evidentemente la presenza per cinque volte in un mese del presidente del consiglio Giuseppe Conte (fortuna che aveva detto che trattavasi di elezioni in un territorio tipo la provincia di Lecce: a proposito, i leccesi aspettano altrettanta presenza del premier), più mezzo governo con Di Maio in testa. Salvini, Berlusconi e Meloni sono stati in Umbria più durante quest’ultima campagna elettorale che in tutta la loro vita. Ma loro almeno hanno vinto, mentre l’establishment di governo ha preso la batosta con lo scarto di 20 punti che neanche il più ottimistico dei sondaggi aveva pronosticato.

CASO STIRATI Ci hanno messo la faccia anche i sindaci. Filippo Mario Stirati è stato il primo a benedire l’alleanza del Pd con i 5 Stelle, tanto da passare per novello grillino che per chi viene dalla tradizione socialista è un accostamento a dir poco mostruoso. Stirati è andato oltre: ha lanciato e sostenuto pubblicamente la candidatura di Leonardo Nafissi, fino a presentarsi al comizio di Luigi Di Maio al centro servizi Santo Spirito che - vale sottolinearlo - essendosi proposto su un palco tutto circondato di rossogiallo con l’mmagine di Bianconi, si è scordato di essere un ministro per fare il capopartito. Forse nell’occasione si sono entrambi dimenticati che a Gubbio i 5 Stelle sono all’opposizione. Stirati, insomma, si è speso in prima persona (come il governo). E

allora, se ci si spende in prima persona e si sposa una causa, dimenticando il proprio ruolo istituzionale di garanzia che si ricopre (si è il governo di tutti così come si è il sindaco di tutti), in una democrazia compiuta onesta e seria si traggono le conseguenze.

I PROBLEMI Ora Stirati, Liberi e Democratici (LeD) e la maggioranza comunale un problema ce l’hanno: Nafissi non ce l’ha fatta a causa dei voti in libera uscita dalla coalizione del governo cittadino. I Socialisti hanno portato gente di fuori Gubbio, come hanno fatto gli stessi LeD tra le correnti e i personalismi nelle liste di sinistra, per non dire di Scelgo Gubbio che non ha preso posizione tra chi all’interno ha saltato il fosso rispetto all’amministrazione locale andando direttamente con la Tesei. Nafissi è stato silurato per 296 preferenze, dato che l’eletto Andrea Fora ha chiuso in testa la sua lista con 2.139 voti contro 1.843 del candidato eugubino iscritto al Pd e candidato dai LeD. Qualcosa non ha funzionato e pone problemi nella coalizione bocciata dal suo interno e dal tessuto cittadino dopo il responso delle urne. Se si vuole evitare di sovrapporre un’elezione con l’altra, i primi a non doversi sovrapporre dovrebbero essere i rappresentanti istituzionali.

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POLITICA

PIATTO RICCO MI CI FICCO di MASSIMO BOCCUCCI

I 20 ELETTI, PIÙ IL PRESIDENTE E GLI ASSESSORI ESTERNI, FANNO BINGO: STIPENDI DA 9.300 A 12.450 EURO LORDI AL MESE. IL PAESE ARRANCA, LE TASSE AUMENTANO E I GIOVANI SONO COSTRETTI A FUGGIRE ALL’ESTERO, MA C’È CHI GRAZIE ALLA POLITICA PUÒ BEN DIRE DI AVER TROVATO L’ORO

C’è la crisi economica sempre devastante? I giovani fuggono all’estero in cerca di fortuna? Il Paese arranca con un sistema politico-istituzionale ormai decadente e malfunzionante? In Regione, passata la sbornia delle elezioni, non si fanno né problemi né scrupoli. Facciamo due conti. Il nuovo presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha uno stipendio lordo di 12.450 euro al mese, ovvero 149.450 euro in un anno. È questa la cifra che ha guadagnato negli ultimi anni Catiuscia Marini e potrebbe cambiare soltanto se la rinnovata Assemblea Legislativa approvasse una legge per ridurre gli stipendi. Gli stipendi variano da regione a regione. L’importante è che non venga superata quota 13.800 euro lordi mensili: è il tetto massimo stabilito dalla Conferenza delle Regioni nell’ottobre 2012. Un decreto nel 2013 ha imposto l’obbligo alle Regioni di pubblicare i compensi di presidente e consiglieri nella sezione “Amministrazione trasparente” del proprio sito internet.

VOCI DI SPESA Sul sito della Regione Umbria si può vedere com’è suddiviso lo stipendio del presidente della giunta: 6.600 euro d’indennità di carica, 1.700 euro d’indennità di funzione e 4.500 euro per le spese legate all’esercizio del mandato. La voce più corposa è quella legata alle spese di esercizio e la percepiscono anche i consiglieri regionali. Ma, nel loro caso, non è fissa: varia in base alla distanza chilometrica tra il luogo di residenza e la sede del Consiglio Regionale, e viene ridotta dell’1 per cento per ogni giornata di assenza dai lavori consiliari. Il presidente della Regione, invece, non corre rischi: per questa carica e per l’Assemblea Regionale questa è fissa.

LE VARIABILI Anche un consigliere regionale può arrivare a prendere le stesse cifre del presidente della Regione. Nel caso del presidente del Consiglio regionale lo stipendio, considerando anche le singole voci, è esattamente lo stesso. Ciascuno dei 20 consiglieri della Regione Umbria eletti può arrivare a 12.250 euro lordi mensili nel caso ricopra tutte le cariche possibili, dal ruolo di capigruppo fino a quello di portavoce. Le retribuzioni dei consiglieri cambiano in base agli incarichi e al fatto di essere residenti o meno a Perugia. Pure per i consiglieri semplici senza incarichi non va

male: prendono 10.125 euro lordi al mese se non sono residenti a Perugia oppure 9.925 euro lordi mensili se devono raggiungere il capoluogo da uno degli angoli dell’Umbria. Quando in Giunta vengono nominati gli esterni, le spese generali aumentano perché pure questi hanno le condizioni economiche degli eletti.

IL NUOVO CONSIGLIO La composizione del nuovo Consiglio Regionale vede la maggioranza a sostegno della Tesei con 8 consiglieri della Lega. Il più votato è stato Valerio Mancini (6.616 preferenze) seguito da Stefano Pastorelli (5.905) e dell’assessore alla scuole del Comune di Terni Valeria Alessandrini (4.939). È entrata anche la giovane tuderte Francesca Peppucci (4.876), seguita da Paola Fioroni (4.772), dal sindaco di Attigliano (nato a Gubbio) Daniele Nicchi (4.106), dall’avvocato ternano Daniele Carissimi (3.715) e da Eugenio Rondini (3.662). Per Fratelli d’Italia ci sono Marco Squarta (6.092) e la narnese Eleonora Pace (3.908), figlia del tecnico di calcio Danilo Pace. Per Forza Italia c’è il gualdese Roberto Morroni (2.298), già sindaco di Gualdo Tadino con una brusca interruzione del mandato e il Comune commissariato. Per la lista civica Tesei Presidente è stata eletta Paola Agabiti Urbani (3.104).

L’opposizione, oltre allo sfidante Vincenzo Bianconi, è composta da 7 consiglieri. Il Pd ha il giovane medico perugino Tommaso Bori (6.457), Simona Meloni (4.098), il ternano e presidente uscente della giunta regionale Fabio Paparelli (3.847), Donatella Porzi (3.773) e Michele Bettarelli (3.539). I 5 Stelle sono rappresentati dal ternano Thomas De Luca (2.526) e per la lista Bianconi per l’Umbria c’è Andrea Fora (2.120) che era inizialmente il candidato presidente del centrosinistra.

GLI EUGUBINI Proprio l’exploit di Fora nei seggi perugini ha sbarrato la strada a Leonardo Nafissi, candidato nella lista civica Bianconi per l’Umbria e sostenuto da Stirati che ha preso 1.843 preferenze. Seguono nelle preferenze Vittorio Fiorucci (Tesei Presidente) con 756, Francesco Gagliardi (Umbria Civica) con 456, Cecilia Passeri (Fratelli d’Italia) con 401, Pasquale Di Bacco (Ricci Presidente) con 136, Ernesta Cambiotti (Umbria Civica) con 132, Fabio Sebastiani (Pci) con 69, Mattia Sebastiani (Pci) con 28 e Fabio Vergari (Pci) con 4, mentre Martina Carletti, candidata presidente della lista Riconquistare l’Italia, ha ottenuto 910 voti, pari allo 0,21%.

CERI E POLITICA, LA SATIRA FA DISCUTERE

Emilio Giannelli e Alfio Krancic hanno la matita facile, leggera o meno dipende dai punti di vista. Sono due vignettisti di punta nel panorama nazionale. Le elezioni umbre non potevano lasciarli indifferenti, così entrambi si sono cimentati: Giannelli l’ha fatto prima, ossia il 27 ottobre sul Corriere della Sera nel giorno delle elezioni, mentre Krancic ha aspettato l’esito con lo storico ribaltone dalla sinistra al centrodestra dopo 49 anni dall’istituzione delle Regioni. Se Giannelli ha scelto i Ceri di Gubbio per spiegare l’appuntamento elettorale, il disegnatore e vignettista di Fiume ha optato per l’immagine della festa come commento a urne aperte. C’è chi ha gradito la ribalta mediatica,

chi ha pensato che in fondo sia tutta pubblicità gratuita e chi ha rispolverato la riflessione che, come recita l’antico adagio, scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Si sa che la satira non conosce confini, spesso è irriverente e oltrepassa talvolta pure i confini del buon gusto. La polemica è una componente, così come lo è l’ironia. Altra cosa invece è l’irrivirenza e la non comprensione di certe situazioni, come il comune sentire degli eugubini per la festa. L’associazione politica-Ceri è sempre molto pericolosa. A dirla tutta lo è qualunque cosa, tanto che lo sfruttamento dell’immagine è oggetto da lunghi anni di dibattiti e iniziative per cercare ogni forma di tutela.

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POLITICA

“LA REGIONE DEVE RITROVARE LA PROPRIA DIGNITÀ” di MASSIMO BOCCUCCI

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INTERVISTA A PIER LUIGI NERI CHE VANTA UNA LUNGA ESPERIENZA POLITICA. IL PROFESSORE ACCUSA IL CENTROSINISTRA DI AVER CONSEGNATO L’UMBRIA A SALVINI, APRENDO ALL’ALLEANZA PD-5 STELLE IN ALTRE REALTÀ REGIONALI. ORA SI ASPETTA RISPOSTE DALLA TESEI, SPECIE IN CAMPO SANITARIO

Il professor Pier Luigi Neri conosce come pochi la politica per averla vissuta da dentro, dal Comune alla Provincia e in Regione, da sindaco e da consigliere comunale. Una lunga esperienza con una forte connotazione e la capacità di relazionarsi con tutti, senza mai fare figli e figliastri. Il suo è un osservatorio privilegiato per capire gli stravolgimenti politici di questi tempi.

A mente fredda, cos’è successo in Umbria?

“Esequie di una morte avvenuta. Epilogo di una fase storica giunta al collasso già con il terremoto della vittoria di Andrea Romizi al Comune di Perugia nel 2014 e proseguita in peggio con l’emersione di un sistema di potere invasivo, inquinante e inquinato a danno degli umbri. Una classe dirigente senza strategia, spogliatasi della sua identità di sinistra per rincorrere moderati e ceti abbienti. Il voto è andato al centrodestra, forte solo degli slogan di Salvini ma senza uno straccio di proposta per l’Umbria. L’importante era liberarsi di un potere corrotto e arrogante”.

Cosa dovranno aspettarsi ora gli umbri?

“Siamo in attesa perché Salvini ha appunto tuonato, ma Tesei pochissimo ha detto di programmatico. Tuttavia la prima cosa auspicata dai cittadini è che lavorino immediatamente per ridare autorevolezza e credibilità all’istituzione regionale molto duramente colpita. Non so se a partire dalla Tesei ne saranno capaci, ma spero

che la Regione ritrovi la sua dignità. Inoltre, in una sanità molto meno pubblica di quanto dovrebbe, visto il proliferare di centri privati, si riuscirà almeno e finalmente a eliminare l’obbrobrio di attese sorde ai bisogni dei malati? È possibile puntare di più su progetti poliennali culturali che alzino la qualità della vita degli umbri attraendo un turismo di livello piuttosto che far prevalere l’aspetto enogastronomico come fossimo noi Umbria il Paese di Bengodi sempre intenti a mangiare e bere?”.

Di cosa ha bisogno veramente questa regione?

“Ritengo presuntuoso avanzare un’ipotesi generale di programma per l’Umbria, mi permetto di proporre un metodo di lavoro che gli umbri, partiti e forze sociali, tradussero in un Piano di sviluppo che il Parlamento condivise sul finire degli anni ’60. Il Pci era maggioritario e Dc e Psi erano al governo, si trovarono uniti per un disegno strategico: alta politica. Temo che questa maggioranza sarà divisiva”.

Gubbio ha espresso dieci candidati e neppure un eletto: come si spiega?

“Non mi stupisce perché già accaduto. Gubbio sconta la sua debolezza politica con i livelli politici reginali, arrivando anche a far eleggere con i suoi voti candidati di altri territori. Una scena già vista”.

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Si parla tanto di politica al maschile, però l’Umbria per il quinto mandato, dopo Maria Rita Lorenzetti e Catiuscia Marini, è in mano a una donna: sorprende?

“Donne o uomini ha poca importanza, ciò che conta è che siano bravi presidenti. È una fortuna per la democrazia che le donne siano protagoniste”.

La vittoria del centrodestra veniva pronosticata da tutti i sondaggi, ma non con un distacco così abissale: quanti sono i meriti di Salvini, Meloni e Berlusconi e quali i demeriti dell’alleanza Pd-5 Stelle?

“Il distacco di 20 punti è stato superiore ai sondaggi. I demeriti del Pd erano da anni evidenti e da ultimo con il clamore di Sanitopoli si è concluso il collasso inarrestabile del Pd e centrosinistra, in primis con la sconfitta al Comune di Perugia nel 2014. Il raddoppio del distacco solo in parte è derivato da un quasi inesistente programma mai ufficializzato da Tesei, ha inciso di più l’impegno di Salvini che ha captato voti sui suoi slogan nazionali. Molto di più ha inciso l’incremento dei votanti già elettori Pd disillusi che hanno scelto Tesei pur di mandare a casa Marini, Bianconi, Verini per attivare un nuovo difficile inizio”.

Gli umbri dopo 49 anni erano stanchi di un potere incrostato?

“Gli umbri erano stanchi di un potere accentratore e chiuso nei Palazzi. Una delusione crescente davanti allo scomparire della spinta propulsiva che nei decenni passati i partiti della sinistra avevano messo al servizio degli umbri per una prospettiva di sviluppo sociale ed economico. Un potere incrostato e capofila di un sistema amorale per il quale era diventato normale avvalersi del potere per perpetuarlo”.

Lo scandalo Sanitopoli quanto ha pesato sul risultato elettorale?

“Sanitopoli, con il clamore ed il collasso della Giunta Marini, ha certamente influito sulla perdita di consensi del centrosinistra. Per il disgusto suscitato ha accentuato il distacco ma non quanto hanno deciso di fare la maggior parte di disillusi elettori già di sinistra tornati a votare per il centrodestra pur di chiudere definitivamente una troppo lunga stagione di declino dell’Umbria”.

“L’ESPERIMENTO DI ALLEANZA TRA PD E M5S ERA TROPPO AMBIGUO E FRETTOLOSO. IN ALTRE REGIONI POTREBBE FUNZIONARE MA SOLO CON UN PROGRAMMA CHIARO” L’alleanza Pd-5 Stelle è stata in Umbria una fusione a freddo?

“L’esperimento di alleanza con Bianconi candidato civico - già questo è sintomo di una debolezza di classe dirigente che non riesce a trovare nuove forze all’interno della politica - non poteva che fallire. Troppo tardi, troppo ambiguo il rapporto tra governo nazionale e realtà umbra”.

Questa formula può ripetersi in altre Regioni e dare risultati per contrastare la marcia di Salvini? “È a mio parere una strada da tentare per i prossimi appuntamenti di elezioni regionali a partire dall’Emilia Romagna, ma con un chiaro programma e candidature che unifichino davvero. Decisivo sarà il ruolo che spero avranno i 5 Stelle. Guai se interrompessero un percorso di governo fortemente incardinato sulla Costituzione.

Se fai politica non puoi non porti l’obiettivo di governare anche con alleati, senza imprigionarti in una eterna opposizione”.

Stirati si è esposto moltissimo in queste elezioni: è giusto che un sindaco scenda in campo così apertamente per la sua fazione?

“In linea di principio è legittimo che il Sindaco sostenga una candidatura della sua parte politica, è una forma di endorsement. Sull’intensità del sostegno si può discutere”.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha minimizzato sulle elezioni umbre paragonando il bacino elettorale a quello della provincia di Lecce, eppure si è presentato cinque volte in un mese: sono le contraddizioni della politica italiana di questi tempi? “È stata improvvisata una pantomima dopo il frettoloso tentativo di sperimentare in Umbria una replica di ciò che era a Roma il governo dopo il flop di Salvini al mojito. Niente di politico, solo fiction: la realtà umbra era quella di Sanitopoli e gli umbri non sono tati sedotti da una foto”.

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LA STORIA

QUANDO LA BANCA FA FALLIRE UN’AZIENDA IMPRENDITORE EDILE PASSA DA UN DEBITO DI 140MILA A UN CREDITO DI 80MILA PERCHÉ L’ISTITUTO GLI AVEVA INGIUSTAMENTE ADDEBITATO 215MILA EURO CON SEGNALAZIONE ALLA CENTRALE RISCHI DELLA BANCA D’ITALIA. DA LÌ SI SONO AGGRAVATI I PROBLEMI DELLA DITTA CHE È SOTTO FALLIMENTO

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È passata da un debito di 140mila euro a un credito di 80mila perché la banca gli aveva ingiustamente addebitato quasi 215mila euro di oneri, spese e interessi di commissione non dovuti. È la disavventura capitata a un’azienda edile di Gubbio dopo Il Tribunale di Perugia una consulenza tecnica ordinata dal giudice del tribunale di Perugia, Teresa Giardino. L’ha rivelato l’avvocato Daniele Fantini esprimendo grande soddisfazione per aver ottenuto la sentenza favorevole in tribunale e al contempo enorme delusione per l’effetto provocato dal modus operandi della banca che avendo messo in moto la segnalazione alla Centrale rischi della Banca d’Italia e un decreto ingiuntivo ha provato di fatto la cessazione dell’attività nei cantieri e il licenziamento di tutti i dipendenti. In seguito all’istanza di fallimento avanzata da un operaio che non aveva ricevuto i pagamenti in regola degli stipendi, l’azienda a fine gennaio rischia il crac definitivo.

UDIENZA A GENNAIO Nella vicenda c’è una società eugubina consolidata con lavori, appalti e subappalti non solo in Umbria e una quarantina di dipendenti, che ha pagato un prezzo altissimo alla crisi economica.

La banca ha fatto pressioni e la società ha rafforzato i fidi senza riuscire a restituire quei soldi. Nel 2014 si è arrivati allo scontro

con la banca che ha revocato i fidi per un totale di 140mila euro informando la Banca d’Italia che ha trasformato quella segnalazione in una posizione a sofferenza con i danni a cascata. In tribunale l’azione di decreto ingiuntivo ha fatto il suo corso e la ditta ha prodotto contratti, estratti conto e altri documenti.

Nell’atto di opposizione sono stati anche segnalati dall’azienda eugubina dei presunti abusi da parte dell’istituto di credito. Il giudice ha coinvolto un consulente tecnico d’ufficio incaricato di studiare la posizione. Attraverso questa consulenza, non di parte, si è scoperto che la banca - ha fatto sapere l’avvocato Fantini - ha addebitato ingiustamente 215mila euro tra oneri, spese di vario genere e commissioni illegittime alla ditta, non più debitrice di 140 mila ma creditrice di circa 80mila euro con la segnalazione della sofferenza da ritenersi pertanto illegittima. A causa di questa situazione l’azienda non ha potuto lavorare nei cantieri, costretta a rinunciare a numerose commesse di lavoro e alla possibilità di sviluppare interessanti progetti per rilanciare l’attività con la segnalazione alla Centrale dei rischi della Banca d’Italia rivelatasi determinante per la cessazione dell’attività e il licenziamento dei dipendenti. A gennaio è prevista un’ulteriore udienza durante la quale si discuterà dell’ipotesi di fallimento della società, azione intrapresa da un dipendente che aveva presentato istanza quando non gli erano stati riconosciuti i pagamenti dovuti.

M.Boc.

ACCOGLIENZA Protocollo d’intesa tra Stato e Chiesa: in arrivo 600 africani in 8 città tra cui Gubbio che è la più piccola

GUBBIO ACCOGLIERÀ NUOVI RIFUGIATI

Un programma di trasferimento rivolto ai soggetti più vulnerabili, principalmente donne e bambini. Sono già arrivati, con un volo di linea dell’Ethiopian Airlines proveniente da Addis Abeba, i primi 51 profughi del Corno d’Africa rifugiati da tempo in Etiopia. Questi ingressi sono previsti nel nuovo Protocollo d’intesa firmato tra lo Stato italiano e la Conferenza Episcopale attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, e dalla Comunità di Sant’ Egidio. In questo accordo c’è lo sbarco di 600 persone nei prossimi due anni, riproducendo il modello del primo accordo stipulato nel 2017 che in Italia ha già portato 500 rifugiati.

Molti tra i profughi hanno familiari da tempo residenti in Italia. Le città coinvolte in questo programma sono Roma, Milano, Bologna, Firenze, Genova, Padova, Martina Franca e anche Gubbio. Sono attivate associazioni, parrocchie, appartamenti di privati e istituti religiosi, con il supporto di famiglie italiane che si occupano di accompagnare il percorso di integrazione sociale e lavorativa sul territorio, garantendo servizi, corsi di lingua italiana, inserimento scolastico per i minori, cure mediche adeguate. Non sono previsti a carico dello Stato. Il progetto viene finanziato con l’8 per mille alla Chiesa e i fondi raccolti dalla Comunità di Sant’Egidio.

LAVORO Situazione sempre più preoccupante nella provincia perugina: lungo la Fascia il tasso reale sfiora il 10%

SEMPRE PIÙ DISOCCUPATI, DATI IMPIETOSI

È alta la disoccupazione nel perugino con 10.500 disoccupati e un tasso del 9,1 per cento: i numeri resi noti dall’Ires Cgil, su fonte Istat, fotografano una situazione sempre più allarmante con il fenomeno dell’emigrazione giovanile e il Pil in continuo calo. “I dati elaborati dall’Istat, relativi al 2018, sui sistemi locali del lavoro - commenta Mario Bravi, presidente dell’Ires - sono un’ulteriore conferma di quanto in profondità abbia scavato la recessione economica sociale che ha colpito l’Umbria. I sistemi locali del lavoro, 14 in questa regione, danno il senso anche

delle differenze territoriali che sembrano essersi allargate. Non è un caso che il più alto tasso di disoccupazione sia nella fascia appenninica, dopo la drammatica crisi della ex Antonio Merloni di Gaifana, con un tasso di disoccupazione del 9,8 per cento a Gubbio e del 9,7 a Gualdo Tadino. Inoltre, le tante crisi aziendali apertesi nello spoletino spiegano il 9,6 per cento in quel territorio e lo stesso dato si manifesta a Umbertide e a Todi. Perugia ha risentito della vertenza Perugina”.

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20 16

NEOCHIESA ED ELEZIONI La ultime elezioni amministrative in Umbria hanno ulteriormente dimostrato come la neochiesa bergogliana sia ormai palesemente allo sbando e soprattutto lontana dalla gente. In effetti, mai come in questa tornata elettorale, i nemici storici di Dio e della sua Chiesa hanno potuto contare paradossalmente proprio sul sostegno incondizionato della gerarchia ecclesiastica. Sia la Conferenza Episcopale Italiana (con il suo presidente - che è anche vescovo di Perugia - mons. Gualtiero Bassetti) che i frati francescani del Sacro Convento di Assisi (ma, a onor del vero, la stragrande maggioranza dei vescovi e dei sacerdoti umbri) non hanno mai fatto mistero di parteggiare per l’alleanza di sinistra e grillini. Non solo, i prelati umbri non hanno perso occasione per sparare a zero contro Salvini e i suoi alleati, lanciando i soliti strali triti e ritriti del pericolo xenofobo e dell’esigenza di un’accoglienza incondizionata dei migranti. Abbiamo visto tutti poi come è andata a finire. Il popolo reale - e non quello fantasticato dai media e dalla stessa gerarchia ecclesiastica - rimasto cattolico ha votato senza prestare troppo ascolto alle esternazioni di Bassetti e compagnia bella. Anche perché, come è noto, quando i generali tradiscono c’è bisogno della fedeltà dei soldati.

NEOCHIESA E CULTO DEI SANTI Martin Lutero, l’inquietante monaco agostiniano che è all’origine dell’eretica rivoluzione protestante del XVI secolo, nutriva un odio viscerale verso il culto dei santi. Basta visitare un qualunque luogo di culto protestante, per vedere come le immagini dei santi (e perfino della Vergine Maria) sono completamente assenti. Per Lutero e i suoi seguaci, qualunque devozione o preghiera che non si rivolga direttamente a Dio è considerata “pericolosa idolatria”. Solo Dio è santo e solo a Lui deve rivolgersi la preghiera del fedele protestante. Quelli che gli odiati cattolici considerano in modo blasfemo “santi”, sono al massimo esempi di fede da imitare, ma non certo santi da venerare per implorare qualche grazia. Ebbene, la neochiesa di Bergoglio, dopo cinque secoli sembra aver sposato in pieno queste idee eretiche. Ormai, se ne è avuta una triste conferma anche nelle varie omelie dello scorso primo novembre, dove vescovi e sacerdoti hanno fatto a gara per togliere il titolo di “santo” alle grandi figure della storia della Chiesa. Per cui san Francesco o sant’Ubaldo diventano semplicemente “Francesco e Ubaldo”. In perfetto stile protestante, vengono esaltate le loro virtù umane, vengono indicati come esempi da seguire, ma mai invocati come potenti intercessori presso Dio. Che tristezza!

a cura di LUIGI GIRLANDA NEOCHIESA E SUFFRAGIO DEI MORTI Non solo nel culto dei santi, ormai completamente protestantizzato, ma anche per la connessa commemorazione dei defunti, la neochiesa ha drammaticamente smarrito la sana prospettiva cattolica.

Eugenio Scalfari ha riferito, senza mai essere smentito, che il suo amico Bergoglio non crede all’immortalità dell’anima. Per il vescovo vestito di bianco, infatti, le anime che non hanno meritato la salvezza non vengono condannate nel fuoco eterno dell’inferno, ma sono letteralmente annientate da Dio. Un guadagno non da poco: meglio essere annientati che tormentati per sempre. Almeno le anime dei cattivi non sarebbero dunque immortali. Attenzione a scuotere la testa e pensare ottimisticamente che questa sia una follia inventata da Scalfari e messa in bocca a Bergoglio. A disilludere chi pensasse così, ha provveduto lo stesso Bergoglio che, non solo non ha smentito Scalfari (continuando tra l’altro a rilasciargli interviste esclusive), ma addirittura ha pubblicato, a sua firma, in un libro edito dalla Libreria Editrice Vaticana, i testi integrali già pubblicati da Scalfari su Repubblica. In una neochiesa con un “papa” così, è chiaro che le preghiere di suffragio per i defunti non hanno alcun senso. Siamo praticamente tutti salvi o, male che vada, annientati. A che servono quindi le preghiere di noi ancora vivi? A nulla, come diceva il solito Lutero, che all’inferno comunque ci credeva.

Bergoglio, a quanto pare, manco a quello.

Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI

NOSTALGIA, UN ECO DI VOCI E LA PAURA DI PERDERE TUTTO

IL ROMANZO DELLO SCRITTORE ISRAELIANO ESHKOL NEVO RACCONTA LA PRECARIETÀ DI CIÒ CHE SIAMO DESTINATI A PERDERE, FINO A CREARE UN SENSO DI INSODDISFAZIONE Il racconto di Eshkol Nevo, evocativo e ricco di particolari narrativi, raccoglie e si fa portavoce di una scrittura che non si pone l’obiettivo di raccontare, ma che, al contrario, è in grado di parlare a se stessa e di ascoltare se stessa. La letteratura israeliana si pone, ancora una volta, come un susseguirsi di voci che si rincorrono e che portano con se echi destinati a cristallizzarsi e a rimanere nell’aria.

Nostalgia è un romanzo che scava nel profondo di uno dei sentimenti più antichi che l’uomo è in grado di sperimentare: l’inquietudine di perdere ciò che abbiamo conquistato o di lasciarci sfuggire ciò che conquisteremo grazie al nostro impegno e ai nostri sacrifici, ci crea un senso

di insoddisfazione, di non completezza che fa parte del viaggio, del nòstos, della vita e che, non a caso, ci riconduce al campo semantico della radice contenuta nella parola nostalgia.

La narrazione è organizzata secondo una sequenza rapida di voci che si alternano in un ritmo serrato e incalzante: le aspettative e le speranze dei due giovani Noa e Amir, alle prese con la fusione delle loro vite nel primo tentativo di convivenza, si mescolano agli sforzi di Sima, una donna, madre e moglie, alla ricerca di una sua dimensione, di una sua identità che le permetta di affermarsi al di là del suo ruolo sociale e familiare.

I colori e le sfumature di questo racconto conducono il lettore all’interno di un mondo malinconico, ma, al tempo stesso, ricco di salvifica speranza, in grado di ribadire l’importanza dell’esperienza di Ulisse; il simbolo assoluto di una nostalgia connessa alla nostra più naturale attitudine al viaggio, a quella tendenza, propria dell’essere umano, di abbandonare ciò che ci sta a cuore per conservare nel cuore la gioia di recuperarlo.

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CURIOSITÀ

LE STRISCE ROSSE NELLA ROSSA GUBBIO

di MASSIMO BOCCUCCI

DOMINA UN COLORE IN CERTI PUNTI CRUCIALI DELLA CITTÀ, COME SI EVINCE PER LA DISCUSSA PISTA CICLABILE E LE STRISCE PEDONALI IN VIA DEL TEATRO ROMANO

Diceva Picasso: “Quando non ho più blu, metto del rosso”. Diciamo che a Gubbio il problema non si pone, se non per le strisce dei parcheggi a pagamento che aumentano sempre di più e per le quali non si può fare diversamente. La scelta del Comune va in partenza in tutt’altra direzione perché al cuor non si comanda.

Non c’entra il colore dell’organo vitale umano o del sangue, né può considerarsi un simbolo di passione l’aver colorato di rosso vivo la discussa pista ciclabile (molto pista e zero ciclabile) e le strisce pedonali in via del Teatro Romano. Qualcuno può vederci semmai una passione politica, ovvero la caratterizzazione del colore dominante dell’amministrazione cittadina.

Fa un certo effetto proprio mentre la Regione è passata clamorosamente al centrodestra dopo che l’hanno fatto Comuni come Perugia, Terni e Foligno, per citare i maggiori dell’Umbria, fino alla vicina Umbertide. Gubbio è la roccaforte rossa ed evidentemente lo fa capire ancor meglio anche

con le strisce pedonali. Non c’aveva pensato neanche Orfeo Goracci, che pure si era tirato dietro nomignoli come lo Zar e l’ancor più rumoroso Duce Rosso (epico in una seduta consiliare questo epiteto tirato fuori a sorpresa da Spartaco Capannelli). C’era tanto di rosso (per qualcuno anche di nero ironizzando scherzosamente sui connotati autoritari caratteriali di Goracci) in quel controverso decennio finito a carte quarantotto, che probabilmente non serviva metterne pure sulle strisce pedonali.

Chissà se stavolta si è voluto osare di più, come reazione a quanto di profondamente diverso sta accadendo in tutta l’Umbria (resistono Città di Castello e Gualdo Tadino), oppure trattasi semplicemente del gusto cromatico di qualche zelante politico, dirigente o funzionario comunale, senza escludere indicazioni da altri organismi o consulenti. Escludiamo che sia legato ai conti in rosso del sistema pubblico o al fuoco della passione che potrebbe ardere per sistemare, con la pista ciclabile e le strisce pedonali, le dissestate vie del centro storico. È rosso. Pur sempre il colore di scorta di Pablo Picasso.

IL CASO Il Comune non ha ancora indetto il concorso. Sospetti per l’ipotesi di un incarico fiduciario: vigila l’ASU

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IL REBUS DELL’UFFICIO STAMPA

La testata on line del Comune non ha più un direttore come previsto dalle norme, l’ufficio stampa non c’è da quando il primo ottobre scorso è andata in pensione Anna Buoninsegni. Si sapeva da tempo, ma non si è proceduto per garantire la continuità del servizio. Oggi non è dato sapere chi gestisce la comunicazione. Ha alzato le antenne l’Associazione stampa umbra (Asu) che sta raccogliendo elementi ed è pronta a intervenire perché siano rispettate le regole. Sembrava scontata l’attivazione di una procedura concorsuale pubblica, con limite d’età per favorire l’inserimento di un giovane con titoli e una certa esperienza, per garantire la successione evitando di lasciare

ANNUNCIO IMMOBILIARE

scoperta la funzione e l’ufficio. Non è così. Da mesi girano voci sulla possibilità che il sindaco Filippo Mario Stirati opti per un incarico fiduciario nel proprio staff affidando in questo modo l’incarico specifico. Questa procedura potrebbe risultare molto discutibile con risvolti di varia natura, trattandosi di un settore oltremodo delicato che non può prestarsi a valutazioni di ordine politico trasformando un incarico prettamente professionale in una soluzione da spoils system con soggetti legati a singoli partiti e movimenti politici di maggioranza. A Stirati sono giunte pressioni perché venga risolta la questione nel modo più funzionale, trasparente e corretto possibile.

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MANUTENZIONI Sub iudice il bando d’appalto per la trasformazione di 6.300 fonti luminosi in punti luce led

PUBBLICA ILLUMINAZIONE, C’È UN RICORSO AL TAR

Non va bene quel bando d’appalto per la pubblica illuminazione, con il passaggio a led delle migliaia di punti luce attivi nel vasto territorio comunale, che comprende anche la gestione della manutenzione e gli interventi di miglioramento complessivo del nuovo sistema: la pensa così il secondo classificato che ha fatto ricorso al Tar dell’Umbria chiedendo ai giudici amministrativi di annullare quella procedura. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha fatto sapere di ricevere sollecitazioni e pressioni, confidando che la decisione del Tar arrivi entro l’anno pur se potrebbe esserci un successivo e ultimo grado di giudizio al Consiglio di Stato. Il ricorso contesta l’iter nell’ambito del projet che la Giunta Stirati ha attivato.

LUCI LED, COSPICUO RISPARMIO Il bando in questione prevede la trasformazione delle circa 6.300 fonti luminose pubbliche in punti luce led, che sono destinati a cambiare il volto notturno della città e dell’intero territorio comunale, con la previsione di notevole risparmio una

volta completato per quanto attiene i costi della pubblica illuminazione. L’illuminazione a led è già attiva da tempo in via della Repubblica per iniziativa degli operatori commerciali della zona che si sono sostituiti all’Amministrazione Comunale.

“Ormai questi contenziosi - dice il sindaco - sono diventati purtroppo un fenomeno quasi scontato e corrente. Tutto ciò appesantisce e provoca ritardi nelle procedure, ma l’obiettivo resta comunque molto ambizioso e anche di grande qualità, vale a dire un cambiamento radicale del nostro sistema particolarmente obsoleto e tale da non sopportare più le sfide dei nostri tempi moderni e soprattutto la necessità di garantire illuminazione pubblica a tutti i cittadini del territorio”. La sfida è soprattutto quella economica per gli importi notevoli delle bollette che gravano sui bilanci comunali già duramente provati dagli storici “bubboni” della discarica, il Puc di San Pietro e la società partecipata Gubbio Cultura e Multiservizi.

M.Boc.

CRONACA Residenti del centro storico esasperati: ci sono vomito e fiumi di urina ovunque, ma nessuno interviene

DEGRADO SOCIALE, CASI IN AUMENTO

lungo e dettagliato: oltre alle già citate chiazze di voAl peggio non c’è fine e se ne stanno accorgendo i residenti del centro storico, che da mesi ormai asmito non mancano fiumi di urina e bottiglie di vetro in frantumi, rifiuti gettati ai lati della strada (e non nei sistono impotenti a fenomeni di degrado sociale cestini, che pure sono presenti) e pure piccoli danni con cadenza quasi giornaliera. Gli ultimi episodi, ad autovetture in sosta o a portoni di abitazioni. In raccontati dagli immancabili post in rete, lasciano rete viene ribadita la necessità di installare sistemi di pochi dubbi: chiazze di vomito a terra che restano a Vomito in strada.... video sorveglianza in grado di scoraggiare i male inmarcire per giorni, nonostante le segnalazioni fatte agli uffici comunali e alle forze dell’ordine che pure non sembratenzionati, ma a ben vedere il fenomeno assume sfaccettature ben più gravi che non possono essere ricondotte unicamente a no avere strumenti idonei per risolvere i problemi e combattestrumenti in grado di dissuadere eventuali danneggiatori. Serve re l’inciviltà di pochi cittadini. A banchettare sono soprattutto i una task force a livello comunale, con quanti più soggetti cointopi, che trovano un’inattesa fonte di cibo che diventa anche un problema di tipo igienico-sanitario. I residenti lamentano situavolti, a partire dagli amministratori locali e i residenti stessi. Che pure si dicono esausti per i continui soprusi cui debbono sottozioni simili con regolarità svizzera e raccontano anche di comportamenti fuori controllo negli orari serali, soprattutto nei fine stare. In scacco di pochi incivili, ma il cui numero sembrerebbe settimana (ma non mancano eccezioni). L’elenco dei misfatti è addirittura in salita.

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EDUCAZIONE STRADALE NELLE SCUOLE, EL.BA. SEMPRE IN PRIMA LINEA COINVOLTI 8 ISTITUTI SCOLASTICI E 900 GIOVANI NEL PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE INTITOLATA A ELISABETTA BARBETTI, GIOVANE SCOMPARSA IN UN INCIDENTE NEL 2001 La sicurezza stradale è la missione dell’associazione onlus “El.Ba.” che, nella memoria di Elisabetta Barbetti giovane scomparsa in un incidente la vigilia di Natale del 2001, porta avanti progetti di educazione e sensibilizzazione. Sono programmati gli incontri con gli studenti e andranno avanti fino ad aprile 2020 a Gubbio, Perugia e Città di Castello, con otto istituti scolastici coinvolti nel progetto per un totale di circa 900 giovani. I dati Istat relativi agli incedenti stradali in Italia nel 2018, mostrano un quadro ancora allarmante con 172.344 sinistri con lesioni a persone e 3.325 vittime, rappresentando la prima causa di morte tra gli uomini sotto i quarant’anni. Il progetto delle associazioni “El.Ba.”, presieduta da Elisabetta Bedini, e “In strada con sicurezza” prevede un percorso didattico di educazione alla sicurezza stradale per imparare a vivere la strada come utenti consapevoli, e ha l’obiettivo di maturare l’atteggiamento e la consapevolezza di chi usa la strada come luogo per muoversi e dove scaricare tensioni o stress quotidiani formando buoni cittadini rispettosi delle leggi.

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C’è una stretta e costante collaborazione con le scuole, le forze dell’ordine, le istituzioni, altri enti e associazioni pubblici e privati, attraverso azioni coordinate e contestualizzate nel territorio.

Vengono affrontati negli incontri l’educazione alla sicurezza individuale e collettiva, al rispetto delle regole; la sensibilizzazione alle norme di comportamento previste dal codice della strada; ai pericoli e ai rischi della strada; l’acquisizione della consapevolezza degli atteggiamenti negativi che si possono avere alla guida e le loro conseguenze; la conoscenza dei rischi che si corrono quando ci si pone alla guida di un mezzo in condizioni psico-fisiche alterate (farmaci che agiscono sui riflessi, droga e abuso di alcool).

Viene proposto il concorso scolastico “Il senso della vita e la sicurezza stradale” che mira a educare e sensibilizzare i ragazzi alla sicurezza stradale, attraverso uno strumento coinvolgente. I giovani delle quarte classi degli istituti superiori sono spinti a ragionare e a confrontarsi sul tema della sicurezza stradale, attraverso una modalità che li rende ideatori e fautori del messaggio educativo proposto. L’argomento può essere sviluppato liberamente, in qualsiasi forma di espressione creativa purché originale, da intere classi. A settembre 2020 verrà premiata la classe vincitrice.

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Una giornata per grandi e piccini a Montepulciano, dove Babbo Natale e i suoi amici vi accoglieranno tra mercatini, elfi, la fabbrica dei dolci e tantissime altre sorprese vi aspettano in un’atmosfera unica e incantata!

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CUCCAGNA DA RECORD ENTUSIASMO IN PIAZZA

FESTA DI SOLIDARIETÀ PER IL BURKINA FASO

Benedetta da un tempo clemente, l’edizione 2019 del Palio della Cuccagna ha richiamato in piazza Giordano Bruno a San Martino tantissimi curiosi e soprattutto giovani, sempre affascinati dalla spettacolare competizione che ha visto la vittoria della squadra denominata Qualcuno sotto che c’arcoie con il tempo record di 30 secondi e 58 centesimi. Un evento che ogni richiama numerosi eugubini nel giorno delle celebrazioni del quartiere di San Martino, che dopo la Cuccagna ha allietato la serata a suon di polenta e castagne. Rimane questa una delle tradizioni di più lungo corso legate alla storia locale, capace di restare all’incedere del tempo.

Ben 8 le squadre che hanno preso parte alla rassegna, segnale anche di una ritrovata voglia di competere che era andata un po’ scemando nei primi anni del nuovo millennio. E fa bene sperare vedere tanti giovani avvicinarsi ad eventi insiti nel costume del popolo eugubino, merito anche del grande lavoro svolto dall’Associazione del Quartiere di San Martino.

Torna anche quest’anno l’appuntamento con la Festa di Solidarietà per il Burkina Faso, l’evento organizzato dall’Associazione L’Impegno Onlus che da anni opera nel cuore dell’Africa grazie anche al sostegno e al supporto di numerosi eugubini. L’edizione 2019 sarà anche l’occasione per ritrovarsi assieme e ricordare il dott. Luigi Panata, tra i fautori dei progetti in Burkina Faso, il cui ricordo continua ancora oggi a commuovere e ad alimentare la voglia di proseguire nel percorso indicato. L’evento è in programma sabato 23 novembre a partire dalle 20 presso il CVA di Semonte.

PIERGENTILI SEGRETARIO LEGA SPI CGIL ALTO CHIASCIO

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L’eugubino Alessandro Piergentili è stato eletto nuovo segretario della Lega Spi Cgil dell’Alto Chiascio, il sindacato dei pensionati del territorio comprensoriale che comprende i comuni di Gubbio, Gualdo Tadino, Costacciaro, Sigillo, Fossato di Vico e Scheggia contando oltre quattromila iscritti. L’elezione ha visto ventidue voti favorevoli e uno contrario. “L’impegno sarà tutto rivolto - dice Piergentili - a migliorare la condizione degli anziani nel territorio, combattendo quella solitudine che in aree interne come queste è ancora più accentuata. Metteremo in campo una forte iniziativa verso le amministrazioni locali per consolidare e sviluppare i servizi di base per le persone e migliorare l’accessibilità alle prestazioni socio-sanitarie. Intendiamo cercare sinergie e collaborazioni con le associazioni di volontariato attive sul territorio”.

NUMERI UTILI Centralino Comunale 075.92371 Centralino Osp. Branca 075.9270801 Pronto Soccorso 075.9270744 Numero Verde Farmacie 800.829058 Guardia Medica 075.9239468 Sez. Croce Rossa 075.9273500 Gubbio Soccorso 075.9277779 Misericordia Gubbio 340.3859797 Carabinieri 075.9235700 Vigili del Fuoco 075.9273722 Vigili Urbani 075.9273770 Cimitero Civico 075.9237690 IAT 075.9220693 Servizio Taxi 075.9273800 Carabinieri Forestali 075.9272585 Guardia di Finanza 075.9273789 Centrale ENEL 800.900.800 Canile 075.9274963 Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 ACI Soccorso Stradale 333.5224537

DOPO GOMEZ E CODA NUOVI ARRIVI IN VISTA

Sono attesi altri rinforzi, probabilmente già in tempi brevi guardando anche al mercato della Serie D che apre a dicembre. Ha cambiato pelle il Gubbio, con gli arrivi di Gomez e Coda, e lo farà ancora. Non è escluso l’arrivo di qualche altro giocatore da aggregare al gruppo, così come avvenuto con l’attaccante argentino e il difensore ingaggiati in questi giorni. Saranno fondamentali anche le uscite per non appesantire numericamente la rosa: in pochi vengono considerati incedibili e qualche giocatore potrebbe chiedere di andarsene per trovare più spazio altrove. Giammarioli studia con Torrente il modo per potenziare la squadra cambiandone alcuni connotati perché in questo momento il riferimento tattico non può che essere, secondo l’allenatore, la difesa a tre mentre l’idea è quella di rimodulare l’organico per poter sviluppare il 4-3-3 lasciando il 3-4-2-1. È stata archiviata la sconfitta di Piacenza, venuta dopo due vittorie consecutive e un pareggio, mettendosi a preparare la partita di domenica prossima contro il Cesena al Barbetti (ore 17.30).

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Il prossimo numero sarà in distribuzione da

VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2019

in ricordo del dott. luigi Panata

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