15 Giorni - Numero 117 - 14 Dicembre 2019

GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina

quindicinale d’informazione

SABATO 14 DICEMBRE 2019 ANNO VII NUMERO 117

www.15giorni.it

FRANCESCA SOGNA CON SANDY

UNA GIOVANE EUGUBINA PROTAGONISTA DEL MUSICAL GREASE PORTATO IN ITALIA DALLA COMPAGNIA DELLA RANCIA. “SOGNO DI FARE QUESTO MESTIERE CHE PURTROPPO DA NOI È POCO CONSIDERATO. CONTINUERÒ A FARE AUDIZIONI E A STUDIARE, PERCHÉ IL BELLO È POTERSI SCOPRIRE SEMPRE DI PIÙ PER MIGLIORARE LE PROPRIE CAPACITÀ”

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COPERTINA

GREASE ESALTA LA BRAVA FRANCESCA LA GIOVANE EUGUBINA È LA PROTAGONISTA NEL FAMOSO MUSICAL NEL TOUR DELLA COMPAGNIA DELLA RANCIA. I SUOI PRIMI PASSI ALLA SCUOLA COMUNALE DI MUSICA E ALL’UMBRIA BALLETT SCHOOL, PER POI STUDIARE ALLA BSMT DI BOLOGNA. HA GIÀ MATURATO ESPERIENZE IMPORTANTI E ADESSO NON VUOLE FERMARSI

di MASSIMO BOCCUCCI

Francesca Ciavaglia è Sandy, poco considerato. Riuscire a vil’intramontabile protagonista di vere di questo mestiere è sempre Grease. Olivia Newton-John, al più difficile”. Ora è in tournée ma fianco di John Travolta nel film non rinuncia all’aria di Gubbio di successo uscito nel 1978, ha quando le pause lo permettono. amplificato a dismisura gli efProgetti in cantiere? “Sicuramenfetti del musical composto nel te continuerò a fare audizioni e ‘71 (unico grande spettacolo di a studiare, perché la bellezza di Broadway interamente compoquesta professione è potersi scosto su chitarra) e che ha visto prire sempre di più per migliorasusseguirsi tante regine del palre le proprie capacità”.

Francesca nel ruolo di Sandy In posa per il set fotografico co in giro per il mondo. Ora la IL PERCORSO ventitreenne eugubina sta facendo il giro d’Italia con la popolare Questa giovane piena di talento è nata per stare sul palco, fin da quanCompagnia della Rancia. “È stata la più bell’estate della mia vita, ma do ha intrapreso gli studi di canto alla Scuola Comunale di Musica adesso è finita”, dice Sandy a Danny Zuko (interpretato da Simone e di danza all’Umbria Ballett School. La prima svolta è arrivata nel Sassudelli, classe 1995, formatosi alla Sdm Scuola del Musical di 2015 trovando posto al corso full time della Bsmt, Bernstein School Milano perfezionandosi negli Stati Uniti) quando la storia prende of Musical Theatre di Bologna, diretta da Shawna Farrell, dove si è corpo, tra il film cult e il musical senza età. Francesca conquista diplomata l’anno scorso. Nelle produzioni accademiche ha ricoperla scena e il pubblico. Splendida e to vari ruoli, da Anita in West Side padrona della scena questa ragazza Story (per la regia di Gianni Marras in carriera impegnata per la prima e le coreografie di Gillian Bruce) a volta in un ruolo da protagonista Sukie Rougemont ne Le streghe di in un tour straordinario partito a Eastwick (regia di Mauro Simone metà novembre e che terminerà il e coreografie di Gillian Bruce), ri5 aprile, con l’ultima tappa ad Ascordando nel 2018 la parte di Clara sago dal 12 marzo. in Countdown il musical di Mauro PER LA VITA Simone e Jenny Hill in Big Fish il “Ho voglia di mettermi in giomusical prodotto dalla Compagnia co - racconta Francesca -, il mio della Rancia, con la regia di Saverio obiettivo è il sogno di fare questo Marconi e le coreografie di Nadia lavoro che in Italia purtroppo è Scherani. (segue) Francesca sul palco durante una scena di Grease

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ANNO D’ORO Quest’anno ha interpretato Biancapagina in Favole al telefono, con la regia di Raffaele Latagliata, fino a essere scelta dal direttore artistico Francesco Pirone come performer nel cast artistico Espace International e dal regista Saverio Marconi per fare Sandy in Grease. Francesca Ciavaglia dà il meglio di sé in questa storia d’amore che nasce nelle sere d’estate con tanto rock and roll, canzoni indimenticabili e coreografie travolgenti nel musical che vanta oltre vent’anni di repliche in Italia con la Compagnia della Rancia con quasi due milioni di Francesca fuori dal palco spettatori abbracciando più generazioni.

4 Il cast del Musical Grease prodotto da Compagnia della Rancia

CALENDARIO Fino ad aprile tantissime repliche

UN TOUR DAI GRANDI NUMERI

Successo assicurato per Grease che nella storia italiana, dal 1997, esibisce grandi numeri: 281 artisti e tecnici, 183 città, 1.814 repliche. Questa nuova avventura della Compagnia della Rancia sta riscuotendo apprezzamenti di pubblico e di critica. Dopo il battesimo stagionale al Teatro Vaccaj di Tolentino il 15 novembre scorso, lo spettacolo è stato proposto al Teatro Olimpico di Roma con due intense settimane, facendo quindi tappa successivamente nei giorni scorsi a Seregno, Genoa e Cuneo.

Ecco tutte le prossime tappe del tour 2019-2020: 20-22 dicembre: Pistoia, Teatro Manzoni.

27-29 dicembre: Torino, Teatro Alfieri.

31 dicembre-1° gennaio: Pistoia, Teatro Fraschini.

2-3 gennaio: Verona, Teatro Nuovo.

4-5 gennaio: Forlì, Teatro Fabbri.

8-9 gennaio: Aosta, Teatro Splendor.

10 gennaio: Bergamo, Creberg Teatro.

11 gennaio: Alessandria, Teatro Alessandrino.

16 gennaio: Sondrio, Teatro Sociale.

17-18 gennaio: Como, Teatro Sociale di Como.

25-26 gennaio: Cosenza, Teatro Rendano.

11 febbraio: Trento, Teatro Auditorium.

12-13 febbraio: Parma, Teatro Regio.

15-16 febbraio: Senigallia, Teatro La Fenice.

27-28 febbraio: Livorno, Teatro Goldoni.

29 febbraio-1° marzo: Firenze, Teatro Verdi.

6 marzo: Varese, Teatro di Varese.

12 marzo-15 aprile: Assago (Milano), Teatro della Luna.

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ATTUALITÀ

RIAPRE IL CAFFÈ DEL TEATRO ROMANO GESTIONE PER 5 ANNI ASSEGNATA DAL COMUNE ALL’IMPRESA SOCIALE EUGUBINA FRAGILEFORTE. IL BANDO ERA SCADUTO A FEBBRAIO. FORTE IMPEGNO DI SCELGO GUBBIO PER RIATTIVARE IL SERVIZIO CHE APRIRÀ A PRIMAVERA 2020 Il Caffè del Teatro Romano è pronto riaprire. Riprenderà vita l’immobile con gli spazi esterni annessi tra il monumento e l’Antiquarium, rimasto abbandonato a se stesso per anni. Il secondo piano era adibito a non meglio definiti laboratori didattici gestiti dalla Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, la società interamente di proprietà comunale che si occupa anche di farmacia e parcheggi a pagamento. Per questo era stato revocato dal dirigente Raffaele Santini il bando di riapertura del bar e attività di ristorazione in un’area turisticamente strategica, tra le presenze turistiche e di tanti eugubini per il parco giochi circostante, con frizioni nell’allora maggioranza del sindaco Filippo Mario Stirati per le proteste sollevate da Katia Mariani, Aldo Cacciamani e Gabriele Lepri. Quel bando scadeva il 29 settembre 2016 wed era durata semestrale. “Quale privato può fare un investimento per sei mesi”, ebbe a ricordare nell’occasione il consigliere a voler in fondo sottolineare un tarlo ideologico tipicamente eugubino quando si gestisce il patrimonio pubblico. Ha insistito il gruppo consiliare della lista civica Scelgo Gubbio Mattia Martinelli che vuole fortemente la valorizzazione dell’edificio e la possibilità di un servizio in quella zona di pregio. L’attività di bar-ristoro è stata aperta per un periodo, dopo lunghi di tentativi

di MASSIMO BOCCUCCI

per farne un punto di riferimento fisso e stabilmente funzionante.

BANDO ASSEGNATO Ora il bando è stato espletato e c’è stata l’assegnazione del Caffè del Teatro Romano all’impresa sociale locale FragileForte che rivolge le proprie attività anche alla sfera delle disabilità. L’immobile è stato concesso per cinque anni, su un canone a base d’asta di 5.000 euro e massimo rialzo fino a 7.500, e sono previsti lavori di sistemazione che riguardano l’impianto di ventilazione ed elettrico, comprese altre migliorie strutturali interne. È prevista l’apertura ad aprile 2020, contestualmente all’attivazione dei nuovi giochi di cui verrà attrezzata l’area attigua grazie al reperimento da parte dell’amministrazione comunale di 150mila euro destinati al parco inclusivo dal Piano di sviluppo rurale e annunciati a gennaio.

Il bando per il bar-ristoro risale al 12 febbraio di quest’anno con un iter tecnico-burocratico lungo tra le costanti sollecitazioni di Scelgo Gubbio. È stata scelta la via della selezione pubblica per l’affidamento in concessione. Il movimento civico è tornato alla carica il 20 novembre scorso con un’interrogazione urgente dei consiglieri comunali Mattia Martinelli, Alessio Bazzurri e Marco Morelli che hanno sollecitato il sindaco a dare certezze sui tempi di apertura.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: RAFFORZARE I CONTROLLI SUI BUS

Scrivo questa lettera con l’auspicio di essere preso in considerazione da Busitalia. Mi rivolgo ai responsabili dell’azienda e chiedo di rafforzare i controlli nel nostro territorio poiché diversi utenti non dispongono di biglietti o abbonamenti e se ne sono provvisti ne acquistano per fasce inferiori o meno costose rispetto alla reale destinazione. A quanto segue esprimo timore poiché ci potrebbero essere dei malintenzionati non tanto nei

confronti di noi utenti, quanto degli autisti che sono parte ignara e incolume di insulti e a volte di ritorsioni verbali. Per loro chiedo un lavoro sicuro poiché sono la rappresentanza tangibile di serietà e meticolosa e impegno, aggettivi lodevoli che vanno ad arricchire l’immagine di questa azienda che da anni mi vede assiduo pendolare. Attendo serie e celeri risposte sia da parte dei responsabili che del mondo politico.

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VIABILITÀ

LA SOSTA A PAGAMENTO AL TEATRO ROMANO “LIBERA” CORSO GARIBALDI L’AMMINISTRAZIONE HA SPIAZZATO TUTTI CON LA DECISIONE DI INSTALLARE I TICKET NEL PARCHEGGIO A RIDOSSO DELL’AREA DI EPOCA ROMANA. ACCOLTI GLI APPELLI DEI COMMERCIANTI CHE CHIEDEVANO LA RIMOZIONE DELLE STRISCE BLU IN CENTRO La rivoluzione è servita: niente più strisce blu lungo via del Teatro Romano e soprattutto in Corso Garibaldi, ma nei festivi e pre-festivi il parcheggio di fronte al teatro diventa la nuova gallina dalle uova d’oro del Comune. Scelta che a conti fatti fa felici gli eugubini, magari meno i turisti che si ritrovano costretti a dover pagare per un servizio non propriamente all’altezza se si considerano le condizioni in cui versa il parcheggio. La comparsa delle macchinette ha sorpreso, anche perché la comunicazione ufficiale è arrivata di fatto a installazione già effettuata. Nel parcheggio del Teatro Romano la sosta resta libera tutti i giorni dal lunedì al venerdì per passare a pagamento nei festivi e pre-festivi. Il tutto in via sperimentale fino a metà gennaio quando, passate le feste, si tireranno le somme dell’esperimento e si prenderà una decisione definitiva. Anche perché ad oggi il parcheggio versa in uno stato non propriamente consono a un’area a pagamento: non ci sono strisce blu e tantomeno spazi ordinati, per lo più chi arriva e posteggia la propria auto si ritrova nel fango e se arriva dopo le 17,30 anche al buio.

La soluzione va incontro però alle esigenze di cassa del Comune, poiché gran parte degli introiti vengono destinati alla Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, la società comunale che gestisce dai musei alla farmacia fino alle strisce blu.

IL CORSO NON È PIÙ BLU Quest’ultime sono sparite da Corso Garibaldi. Decisione che piace ai commercianti che da tempo invocavano un cambio di rotta, lamentando incassi sempre più risicati (le numerose chiusure delle attività lungo la via ne sono la riprova). Disco orario di un’ora e maggiore libertà per tutti nella fascia in cui è aperta la ZTL

di ROBERTO BARBACCI

(6,30-20,30), con i commercianti che nei primi giorni si sono improvvisati ciceroni per la propria clientela spiegando che non c’era più necessità di stampare il ticket. In via del Teatro Romano, che da pochi giorni propone una doppia fila di parcheggi dopo il rifacimento del marciapiede nel lato adiacente al parco, lungo una corsia sarà possibile parcheggiare h24, sull’altra sempre con disco orario. “Quanto fatto - ha spiegato Stirati - va nella direzione di creare un agevole turnover nella sosta, per favorire anche le attività commerciali e moltiplicare la possibilità di fruire di posti auto”. L’amministrazione inoltre, varando l’obbligo della sosta a pagamento nel fine settimana nel parcheggio del Teatro Romano, ha fatto capire di aver individuato una via per debellare una volta per tutti il problema dei parcheggiatori abusivi che da mesi imperversano nell’area.

LA STRANA CHIUSURA Polemiche non sono mancate in merito alla decisione di chiudere l’intero centro storico il 7 dicembre in occasione dell’accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo, con l’interdizione fisica delle porte in entrata e in uscita dalla città. In tanti hanno esternato sui social, facendo tra l’altro riferimento alla segnaletica di divieto che non riportava il numero dell’ordinanza. Ci sono stati i mugugni dai commercianti e si dicono oltremodo arrabbiati i residenti nel porsi il problema dei parcheggi a loro riservati a ridosso delle mura urbiche, vista anche l’invasione dei camperisti per il tradizionale raduno dell’Immacolata. Il rimprovero maggiore che viene rivolto alla Giunta Stirati è di procedere con provvedimenti non pianificati, estemporanei, e senza alcun confronto con le parti sociali cittadine.

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ATTUALITÀ

LUCIA CECILI SOTTO PROCESSO HA L’INCARICO FIDUCIARIO FA DISCUTERE LA SITUAZIONE DELLA FUNZIONARIA COMUNALE DELL’UFFICIO TRIBUTI CHE HA LA POSIZIONE ORGANIZZATIVA NONOSTANTE IL COMUNE SIA COSTITUITO PARTE CIVILE PER L’INCHIESTA TRUST CHE LA VEDE IMPUTATA Ci sarebbero segnalazioni ed esposti alla Procura della Repubblica di Perugia che riaccendono su Gubbio i riflettori della giustizia, mentre è in corso il processo Trust a carico degli ex sindaci Orfeo Goracci e Maria Cristina Ercoli con altri politici, ex amministratori, dipendenti comunali (prossima udienza il 17 febbraio 2020 dopo la precedente del 10 dicembre e la successiva prevista da calendario il 16 dicembre ma annullata). La questione, che appare delicata, chiama in causa Lucia Cecili, trasferita all’ufficio tributi e alla quale è stato assegnato l’incarico fiduciario della posizione organizzativa che viene considerato come un ruolo di mini-dirigente con responsabilità all’interno dell’ufficio. Si pone la questione su come l’Amministrazione Comunale possa conferire un incarico fiduciario a chi è sotto processo per presunti reati con lo stesso Comune costituito parte civile. La situazione viene ritenuta da più parti quanto meno contraddittoria, imbarazzante oltre che discutibile essendoci un processo in corso nel quale, appunto, l’ente che ripone in lei la fiducia è anche parte civile contro di lei (quindi all’esito del dibattimento dovrebbe chiederne la condanna). In altre realtà, sia di livello locale che nazionale, vicende similari vengono gestite assai diversamente. Non si esclude un intervento della magistratura per chiarire la vicenda.

La posizione della Cecili sarebbe stata presa in considerazione anche per il ruolo di dirigente temporaneo al settore economico-fi-

di MASSIMO BOCCUCCI

nanziario. Ci sarebbero state valutazioni diverse, anche internamente alla Giunta Stirati, finché l’incarico è stato assegnato ad altro soggetto. Non l’avrebbe presa bene la funzionaria Cecili, tanto che nei corridoi comunali girano voci insistenti sulla sua volontà di chiedere e ottenere il trasferimento al Comune di Pietralunga. Questa indiscrezione lascia comunque il tempo che trova, anche perché tutta da verificare, compreso il fatto che - stando a rumors interni a palazzo Pretorio - potrebbe girare semplicemente come reazione alla mancata nomina dirigenziale. Sub judice resta la situazione dei dipendenti comunali sotto processo Trust o indagati per altre vicende che continuano a mantenere gli stessi incarichi come se nulla fosse.

Il garantismo è sacrosanto, così come l’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, ma ci sono motivi di opportunità che inducono quanto meno allo spostamento di sede e all’evitare incarichi ulteriori, specie fiduciari se - come nel caso di Lucia Cecili - il Comune si è costituito parte civile. La storia di Lucia Cecili, come noto, occupa dopo l’arresto il 14 febbraio 2012 un ruolo importante nel processo Trust per il legame personale e altrettanto strettamente fiduciario con l’allora sindaco Goracci, il principale imputato accusato di aver favorito soggetti (anche nelle carriere) danneggiando altri. Goracci e gli imputati di Trust hanno sempre respinto le accuse, rivendicando la correttezza dei comportamenti e la legittimità degli atti assunti.

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IL CASO

CITTADINANZA ONORARIA, ROVINANO PURE QUELLA

di MASSIMO BOCCUCCI

LA POLITICA LITIGA PERFINO SUI CITTADINI ONORARI, VEDI IL CASO DI BIELLA. A GUBBIO IL RICONOSCIMENTO È STATO ASSEGNATO E NON ANCORA CONFERITO AL GIUDICE ANTIMAFIA NINO DI MATTEO CHE PURE NON HA LEGAMI CON LA CITTÀ

Anche la cittadinanza onoraria è diventata strumento di lotta politica e ideologica. Ora nei Comuni va di moda il conferimento a Liliana Segre, l’ottantanovenne senatrice a vita che ha votato la fiducia al governo Conte II ed è finita al centro di una querelle per aver proposto una commissione contro l’odio (specie sui social) che ha diviso il Senato con la scia di polemiche sulle finalità e i risvolti. Spesso i sindaci, o i proponenti di qualunque colore politico, agiscono per farne una bandiera politico-ideologica, oppure per accontentare singoli e gruppi di cittadini che sposano certe cause, fregandosene dei regolamenti e dello spirito di un riconoscimento di questo genere. Il caso Biella ha fatto parecchio rumore poiché il sindaco di centrodestra Claudio Corradino si è rifiutato di accogliere la proposta dell’opposizione con la motivazione che la signora Segre non ha alcun legame con Biella, fino a proporre a stretto giro la candidatura di Ezio Greggio, il quale ha rifiutato per la situzione che si è creata pur essendo molto legato a Biella.

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LA LISTA DEGLI “EUGUBINI” La cittadinanza onoraria presuppone proprio un forte legame. Gubbio ha scelto persone speciali come il linguista Giacomo Devoto studioso delle Tavole Eugubine, il vescovo Beniamino Ubaldi, il professor Walter Alvarez (per gli studi sulla Gola del Bottaccione collegata alla scomparsa dei dinosauri 65 milioni di anni fa), il poeta Mario Luzzi, il popolare attore Terence Hill e l’indimenticabile regista Franco Zeffirelli. Scelte ideologiche e politiche con risvolti strumentali ricordano invece nel 2004 la decisione dell’allora sindaco Orfeo Goracci e della sua maggioranza di fare cittadino onorario Gino Strada di Emergency, che Gubbio potrebbe anche non sapere dove si trova QUATTRO ANNI DI ATTESA Non c’entra nulla con Gubbio neppure il giudice antimafia Nino Di Matteo, al quale il 29 ottobre 2015 ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria l’Amministrazione Stirati, raccogliendo l’esortazione di un’associazione nazionale, con 19 voti e l’astensione di Francesco Gagliardi del centrodestra. “Questo tipo di impegno a favore della legalità - ha spiegato in quell’occasione il sindaco Stirati in Consiglio Comunale - si schiera dalla parte giusta del nostro Paese, di tutti quei magistrati e associazioni che portano avanti un impegno concreto per sconfiggere la criminalità organizzata e le eventuali infiltrazioni che questa criminalità conduce. Riteniamo che sia una battaglia sacrosanta, abbiamo preso un impegno molto serio in questa direzione e lo stiamo portando avanti correttamente, vogliamo dare visibilità a questa azione”.

Chissà se Di Matteo è al corrente, a proposito di legalità, del fatto che il Comune di Gubbio ha vissuto nel 2012 una clamorosa retata giudiziaria di politici, dirigenti e funzionari comunali - accusati di vari reati e di aver distrutto prove - ora sotto processo per una serie di addebiti che vanno dall’associazione a delinquere, alla concussione e l’abuso d’ufficio (i soggetti coinvolti hanno sempre respinto le accuse). E chissà se il giudice sa pure che il Comune di Gubbio, costituito parte civile in questo lungo processo, ha assegnato incarichi fiduciari di responsabilità a dipendenti coinvolti nello stesso processo.

ATTUALITÀ

INCARICHI A VITA, MANCA IL RICAMBIO INCARICHI POLITICI E NELLE ASSOCIAZIONI, PRESIDENZE E ALTRI RUOLI TENUTI PER DECENNI DAI SOLITI NOTI: LA CITTÀ NON ESPRIME UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE E RESTA INDIETRO NELLE SFIDE PER CRESCERE E COMPETERE Le solite facce, il solito scenario dell’incarico tenuto per l’eternità finché proprio non c’è qualcuno che dice basta o ci pensa madre natura: a Gubbio funziona così. Ci sono presidenze che durano a vita con i mandati a ripetizione; ci sono politici che aspettano l’età della pensione (anche la pensione o i vitalizi se possibile) e vanno pure oltre; ci sono incarichi senza tempo. La storia è risaputa. Succede nella politica, nelle istituzioni, nelle organizzazioni, nelle associazioni. A Gubbio c’è l’incrostazione del potere e della rappresentatività. È uno dei tanti freni allo sviluppo economico e sociale di questa realtà territoriale rimasta troppo indietro nelle grandi sfide del progresso e della modernizzazione, fino a pagare più che in altri contesti la devastante crisi economica.

MERITARE DI PIÙ Il ricambio della classe dirigente - a livello di persone oltre che anagrafico - dovrebbe essere la garanzia per favorire la vitalità nella quale si ritrovano motivazioni e dinamismo nel guardare avanti. Invece, si incoraggiano puntualmente i personalismi consolidati, oppure si ritiene che un incarico duraturo nel tempo

di MASSIMO BOCCUCCI

debba premiare la bontà di un singolo o la sua disponibilità e abnegazione, dimenticando che ogni organismo necessita di trovare nuove risorse umane pronte a mettersi in gioco per contribuire a portare linfa vitale evitando la stagnazione di una gestione monotona e ripetitiva.

LIMITE AI MANDATI L’ideale restano i due mandati, ovvero otto-dieci anni della propria vita dedicati a qualche causa nell’assunzione di responsabilità. Questo per evitare il rischio che ci sia un ras e la sua corte, un titolare di cattedra e i suoi alunni, come se un incarico qualunque (non una professione sia chiaro) debba essere per la vita e non un impegno pro-tempore. Gubbio ha bisogno di facce nuove e non sempre dei soliti noti circondati spesso da chi vive di luce riflessa. Questa città merita di più.

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ATTUALITÀ

SERVONO I SOLDI PER GARANTIRE LA SICUREZZA LUNGHE DISCUSSIONI E LITI A PALAZZO PRETORIO SULLE SOLUZIONI PER CONTRASTARE IL FENOMENO DEI FURTI CHE CONTINUA A CRESCERE ALIMENTANDO PAURA E PROTESTE. SI PUNTA SULLA VIDEOSORVEGLIANZA, IL COMMISSARIATO DI POLIZIA E IL POTENZIAMENTO DEGLI ORGANICI DELLE FORZE DELL’ORDINE MA È COMPLICATO. EFFETTI ZERO DAL PROTOCOLLO FIRMATO NEL 2016 CON BOCCI Non c’è tregua con i ladri. Agiscono imperterriti, a tutte le ore anche con le famiglie in casa. Appartamenti e ville, fa lo stesso. Continuano a crescere la paura e le proteste, mentre in Comune si litiga sulle soluzioni per contrastare il fenomeno e si spera che dallo Stato o dalla Regione arrivino chissà quanti aiuti. La situazione sta sfuggendo di mano con i carabinieri e i vigili urbani costretti a rafforzare i pattugliamenti sebbene con dotazioni organiche al di sotto degli standard previsti per un territorio di 535 chilometri quadrati. La videosorveglianza è una buon deterrente ma servono i soldi e l’Amministrazione Comunale non vuole che se ne occupino i cittadini. A San Giovanni, per esempio, potrebbe intervenire l’associazione del quartiere ma il sindaco Stirati ha preso l’impegno senza risultati concreti. Stanno reagendo i cittadini che organizzano gruppi su wathsapp e usano i social per segnalare auto sospette, persone sconosciute e potenziali pericoli invitando a tenere ben chiuse porte e finestre. La Lega chiede il “patto di vicinato” per consentire alla popolazione di organizzarsi per mettere in essere qualche deterrente, così come chiede interventi energici Marzio Presciutti Cinti candidato sindaco del centrodestra alle ultime elezioni, mentre la coalizione di Stirati punta sull’istituzione del commissariato di polizia (idea già emersa in passato) anche se la prospettiva appare complicata per una questione di costi.

SITUAZIONE PEGGIORATA I furti non risparmiano il centro storico e l’immediata periferia. Fin qui il sindaco Stirati ha sperato invano negli effetti del cosiddetto “protocollo d’intesa per la legalità e la prevenzione delle infiltrazioni criminali” firmato il 15 aprile 2016 con l’allora

di MASSIMO BOCCUCCI

sottosegretario piddino al Ministero dell’Interno Gianpiero Bocci, con tanto di cerimoniale nella sala consiliare di palazzo Pretorio. Non è cambiato nulla, anzi le cose sono peggiorate con l’aumento dei casi tra i furti denunciati e quelli raccontati senza aver richiesto l’intervento delle forze dell’ordine ritenendo di evitare le procedure burocratiche. C’è stato un duro scontro con lo scambio di accuse proseguito via social, mentre si sono registrati altri furti.

Per il centrosinistra “il controllo del territorio è una competenza esclusiva delle forze dell’ordine”.

LE SOLUZIONI Il gruppo consiliare della Lega ha espresso soddisfazione per i punti approvati in commissione, a cominciare dall’avanzare la richiesta, attraverso la Prefettura, di poter accedere al fondo “Scuole Sicure” istituito dal decreto legge 113/2018 dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, con l’obiettivo di intensificare la collaborazione tra amministrazioni e istituti scolastici per prevenire lo spaccio e il consumo di stupefacenti. Gli ambiti di intervento prevedono la realizzazione di impianti di videosorveglianza, assunzioni temporanee nella Polizia Locale, straordinari per i vigili urbani e campagne informative per diffondere la cultura della legalità. È indicata la richiesta per il potenziamento organico del comando locale dei Carabinieri. È previsto il potenziamento videosorveglianza, in ottica della prevenzione, nei punti sensibili del centro storico, immediata periferia e frazioni con risorse da destinare nel primo bilancio utile. È previsto di incaricare un dipendente comunale per reperire finanziamenti sui bandi riguardanti la sicurezza.

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ATTUALITÀ

BIBLIOTECA SPERELLIANA, GARA PER LA GESTIONE IL COMUNE HA DECISO DI AFFIDARE IL SERVIZIO A ESTERNI RICORRENDO ALLA STAZIONE UNICA APPALTANTE DELLA PROVINCIA. CONTRATTO FINO AL 2021 CON LA POSSIBILITÀ DEL RINNOVO CONTRATTUALE PER ALTRI TRE ANNI. DUBBI SULLA PROCEDURA TRA VENTILATI ESPOSTI Ricorre alla stazione unica appaltante della Provincia di Perugia (fortuna che le Province avevano annunciato di chiuderle) il Comune di Gubbio per il bando di gara attraverso cui affidare il servizio di gestione del pubblico e del patrimonio documentario alla biblioteca comunale Sperelliana per il periodo dal primo gennaio 2020 al 31 dicembre 2021, con la possibilità di rinnovo del contratto per ulteriori tre anni. È la risposta della Giunta Stirati ai tre pensionamenti che mandano in crisi la struttura, al di là delle diatribe politiche se sia più opportuno ricorrere a personale interno oppure bandire un concorso pubblico senza affidare il servizio all’esterno.

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE Sulla Gazzetta Ufficiale, quinta serie speciale contratti pubblici numero 134 del 15 novembre scorso, è riportato il bando che il Comune non ha pubblicizzato nelle proprie comunicazioni di stampa ma soltanto nella sezione dei bandi di gara e contratti, così come non c’è traccia nel sito della stessa biblioteca. Ci sono le disposizioni a firma del dottor Stefano Rossi, dirigente del servizio stazione appaltante. È specificato che il valore complessivo dell’appalto - viene riportato nella Gazzetta Ufficiale - è stimato in 606.280 euro (esente Iva ai sensi di legge), di cui 6.000 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Il valore presunto del servizio per i primi tre anni è stato stimato in 303.140 euro (Iva esente), di cui 3.000 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso e 286.140 euro di costi della manodopera soggetti a ribasso. È previsto il ribasso percentuale sul valore complessivo per il triennio. Il criterio di aggiudicazione sarà l’offerta economicamente più vantaggiosa. Il termine per il ricevimento delle domande di partecipazione è fissato a mezzogiorno del 18 dicembre, con le buste delle offerte che verranno aperte l’indomani alle ore 10. C’è chi avanza perplessità sulla procedura, la gestione della gara d’appalto e la prospettiva del servizio con ventilati esposti.

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ATTUALITÀ

FARMACIA COMUNALE, ORA C’È IL SERVIZIO INFERMIERISTICO NOVITÀ IN ARRIVO: PREVISTE UNA SERIE DI PRESTAZIONI, DALLE ANALISI ALLE MEDICAZIONI CON LA POSSIBILITÀ DI INTERVENTI A DOMICILIO La logica delle farmacie moderne inizia a delinearsi già dal 2011, quando venne pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Balduzzi che forniva gli elementi legali per introdurre servizi accessori a disposizione dei propri clienti-pazienti riassunti in un decalogo meglio conosciuto come “Farmacia dei Servizi”. Sono oggi una quindicina le farmacie del perugino che hanno già adottato il servizio infermieristico, divenendo un riferimento per il proprio territorio. A queste si è aggiunta la Farmacia Comunale di Gubbio.

Ne parliamo con il direttore Adalberto Salucci: “Nell’ambito del progetto “Farmacia dei Servizi” del Decreto Balduzzi abbiamo sviluppato un servizio infermieristico all’interno della farmacia a supporto dei cittadini e, vista la nostra locazione all’interno del centro storico, anche dei tanti turisti”.

In cosa consiste nello specifico questo servizio?

“Il servizio infermieristico si occupa del comparto autoanalisi di farmacia tra cui l’assetto lipidico, l’assetto glicemico, i test del lattosio, il breath test, il tampone faringeo, l’ecg e l’holter pressorio con refertazione telematica. Accanto a questo, il servizio si prende in carico tutte le pratiche infermieristiche erogabili in farmacia quali iniezioni, medicazione semplici e complesse, fino ad aiutare i pazienti alla corretta assunzione di farmaci. Il servizio è attivo in farmacia nella fascia oraria dalle 8.30 alle 12.30 dal lunedì al venerdì. È prevista anche un’estensione domiciliare per aiutare i nostri clienti presso la propria abitazione”.

L’INIZIATIVA Con “piantiAMO gli Alberi” un regalo natalizio differente: ogni dipendente potrà scegliere cosa piantare

UN ALBERO PER IL PIANETA A TUTTI I DIPENDENTI DEL GRUPPO FINANCO

Un albero per la vita del pianeta: è l’omaggio natalizio che il gruppo Financo-Colacem ha pensato per i dipendenti delle sedi italiane, compresi quelli degli stabilimenti di Gubbio e Spoleto. Il dono è un albero da piantare, per compiere con l’azienda un piccolo gesto a favore del pianeta. Ognuno di loro può scegliere il proprio albero tra varie tipologie e, nel caso non avesse uno spazio idoneo dove piantarlo, potrà contare sull’aiuto dei colleghi. Gli alberi producono ossigeno, catturano CO2 migliorando così la qualità dell’aria, proteggono l’ambiente dal dissesto idrogeologico, favoriscono la salvaguardia delle biodiversità animali e vegetali, contribuiscono al fabbisogno alimentare, rendono più gradevole il paesaggio agevolando così il benessere psico-fisico dell’uomo.

Il progetto è esteso a tutte le sedi delle società del Gruppo Financo presenti sul territorio nazionale: Colacem, Colabeton, Tracem, Inba, Park Hotel ai Cappuccini, Poggiovalle, Santamonica Misano World Circuit, Grifo Brokers e i media. “Si tratta di un’iniziativa coerente con i continui investimenti del gruppo - viene spiegato - destinati al ripopolamento boschivo delle proprie aree estrattive italiane. Ogni anno l’azienda investe in media 700.000 euro, recupera all’ambiente 50.000 mq di superficie e mette a dimora circa 10.000 piante autoctone. Con “piantiAMO gli Alberi”, il Gruppo Financo “vuole stimolare ogni persona a riflettere su quanto l’ambiente, la natura, siano importanti per il presente e il futuro”.

ESTERI Iniziativa del consigliere Goracci che chiede al sindaco di mettere in campo tutte le azioni contro le violenze

IN COMUNE PENSANO A CILENI E BOLIVIANI

In una città per fortuna senza problemi tra lo sviluppo, l’economia e l’occupazione ai massimi storici (magari), c’è chi a palazzo Pretorio pensa ai problemi del Cile e della Bolivia, due Paesi che attendono entrambi con ansia ogni decisione e segnale che dovesse giungere da Gubbio (chissà se interverrà anche la Farnesina dopo il pronunciamento del Consiglio Comunale eugubino). Il grosso segnale è promosso dall’ex sindaco Orfeo Goracci, già di Rifondazione Comunista oggi autonomista di sinistra, con un ordine del giorno che “esprime vicinanza e solidarietà ai popoli cileno e boliviano”. Goracci invita il sindaco Filippo Mario Stirati “a mettere in campo tutte le azioni di denuncia e sollecitazione perché cessino le violenze e si ritorni ad accettabili relazioni democratiche e, come primo segno tangibile, magari con la collaborazione di istituti scolastici o liberi artisti, a ripristinare i murales che a suo tempo, per solidarietà con il popolo cileno, furono realizzati sul muro tra la

fine di Via Allende e l’incrocio con Via Bruno Buozzi”.

Goracci fa presente come in Cile e in Bolivia “si sono verificate azioni di repressione e colpi di stato che hanno provocato decine di morti fino alla disumana uccisione ed esposizione del cadavere di donna, appeso a un cancello ben visibile, come tragico monito”.

Lo stesso consigliere di minoranza ricorda “come il Comune di Gubbio, dopo il colpo di stato in Cile di Augusto Pinochet (11 settembre 1973), sostenuto dalla Cia e i potentati economici di quel Paese, con l’uccisione del legittimo presidente, il socialista Salvatore Allende, ebbe un ruolo positivo nelle azioni di denuncia della dittatura militare e fascista che aveva preso il potere con la forza, ospitò un concerto degli Intillimani presso l’arengo del palazzo dei Consoli e intitolò una via, quella sopra al Mausoleo dei Quaranta Martiri, a Salvator Allende”.

M.Boc.

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ALLA SCOPERTA DEL CIELO, INIZIATIVA DEL LICEO HA OTTENUTO UN FINANZIAMENTO MINISTERIALE IL PROGETTO SCOLASTICO DELL’INDIRIZZO SCIENZE UMANE DEL POLO LICEALE “GIUSEPPE MAZZATINTI”, RIVOLTO AGLI ALUNNI DEL CIRCOLI DIDATTICI MATTEOTTI E DI SAN MARTINO Platone è l’ispiratore. “L’astronomia costringe l’anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo ad un altro”: parte proprio da questo pensiero magico il gruppo di lavoro delle Scienze Umane al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” che ha ottenuto un finanziamento ministeriale per il progetto inserito nel piano triennale delle arti, potenziamento delle conoscenze storiche, storico artistiche, archeologiche, filosofiche e linguistico-letterarie relative alle civiltà e culture dell’antichità. Partendo dalla lettura della volta celeste, la visione delle stelle, le fasi lunari e lo studio delle costellazioni, gli studenti delle scienze umane, guidano i bambini delle scuole primarie del Primo e Terzo Circolo di Gubbio alla scoperta della bellezza del cielo. è prevista la presenza degli studenti dell’indirizzo dagli alunni delle scuole “Matteotti” e di San Martino.

Il progetto, nel trattare l’aspetto teorico e pratico e alternando lezioni in classe con attività di laboratorio e sul campo, porta gli alunni in modo graduale alla scoperta dei segreti dell’universo. Dalla scoperta virtuale delle stelle e delle costellazioni, anche attraverso proiezioni su schermo, si passa ai possibili ambiti di osservazione pratica del cielo. Da quella a occhio nudo al binocolo e con telescopio, in una vera e propria gita scolastica dal particolare fascino. Sono diverse le discipline coinvolte, considerando che le

più grandi opere letterarie della tradizione occidentale hanno fatto ampio ricorso all’astronomia, e che leggere il cielo significa anche leggere la mitologia greca e latina, dai nomi dei pianeti a quelli delle costellazioni. Tutto richiama le storie immortali che sono il fondamento della nostra tradizione culturale e che tanto appassionano i più piccoli.

Il viaggio si concluderà con la creazione di un sito web dedicato all’esperienza e inserito in rete alla fine dell’anno scolastico. A proposito di pianeti, tra le iniziative del “Mazzatinti” c’è la celebrazione dei cinquant’anni dall’allunaggio: il 22 gennaio 2020 nell’aula magna della sede in via dell’Arboreto gli studenti dello scientifico potranno ascoltare il racconto dello sbarco sulla luna con la presentazione del libro “Quel giorno sulla Luna 21 luglio 1969. Quel giorno sulla Luna. La conquista dello spazio cinquant’anni dopo”, edito da Minerva, scritto da Giancarlo Mazzuca con Luca Liguori che insieme a Enrico Ameri raccontò lo sbarco lunare per Radio Rai.

MOSTRA ESPOSITIVA ALLEGRUCCI-SPINA IN VIA VANTAGGI Galeotta fu la rete. Intesa come internet, lo spazio che travalica le distanze e che ha permesso a Giuseppe Allegrucci di conoscere le opere dell’artista ternano Albertino Spina, che nei suoi dipinti trae spesso ispirazione dagli scorci dei borghi umbri. Non è passata inosservata all’occhio di Giuseppe qualche facciata di edifici eugubini e così è venuto naturale entrare in contatto, creando un connubio che si è tradotto nella mostra espositiva allestita in via Vantaggi, aperta sino al prossimo 6 gennaio. Le opere di Allegrucci (scalpellino di riconosciuto spessore e bravura anche fuori dai confini locali) e Spina trovano posto fondendo due anime differenti ma allo stesso tempo simili tra loro: l’amore per la pietra, sia quando questa viene raffigurata su tela, sia quando viene lavorata con maestria per creare scorci unici e favolosi.

Una delle opere più famose di Spina, chiamata “Il Carnevale”, è esposta in Corea al Haegeumgang Theme Museum e vi è raffigurata via Piccardi, offrendo dunque una sensazionale vetrina per Gubbio in terre altrimenti lontane.

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ATTUALITÀ

L’IIS “CASSATA-GATTAPONE” È GIÀ NEL FUTURO CON LA NUOVA AULA DIGITALE VENTIQUATTRO POSTAZIONI CON I-PAD, BANCHI MODULARI A ISOLA, VIDEOPROIEZIONI E MOLTO ALTRO: UNO SPAZIO DIDATTICO INNOVATIVO FINANZIATO DA UN BANDO DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE Strizza l’occhio alla tecnologia e l’IIS “Cassata-Cattapone”, pronto a togliere i veli alla nuova aula digitale: 24 postazioni con i-pad configurati con applicazioni didattiche specifiche, banchi modulari a isola, sistema di videoproiezione, schermo interattivo da 65 pollici, kit Lego Mindstorms per il coding e la robotica educativa e un’area creativa dedicata al video-editing, alla musica e alla costruzione di contenuti di qualsiasi tipo attraverso la tecnologia Apple i-Mac. AMBIENTE STIMOLANTE Il progetto era stato presentato dalla scuola in riferimento al bando del Miur per la realizzazione di ambienti di apprendimento innovativi. Su oltre 5.000 proposte progettuali in tutta Italia, l’istituto eugubino si è posizionato al 237° posto, ottenendo il finanziamento di 20.000 euro. “La somma stanziata - spiega il dirigente David Na-

dery - è stata utilizzata per configurare uno spazio didattico con arredi e dispositivi in grado di sostenere metodologie didattiche al’’avanguardia, un altro ottimo risultato che si aggiunge al rinnovamento già in atto dei laboratori tecnologici e scientifici dell’istituto. Questo nuovo laboratorio, a cui seguiranno altri spazi simili - prosegue Nadery - si propone di creare un ambiente di apprendimento stimolante, digitale, flessibile, confortevole, orientato verso un apprendimento collaborativo che favorisca una didattica centrata sul problem solving e sull’esplorazione attiva, in una parola, sullo studente”. Il progetto di avviamento della nuova aula, utilizzabile da tutte le classi dell’istituto, prevede anche un percorso di formazione dei docenti nell’uso della tecnologia digitale e nella sperimentazione di metodologie rispondenti ai bisogni educativi odierni.

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LA TESI

TERREMOTI A CONFRONTO, CRISTINA LI RACCONTA COSÌ

di MASSIMO BOCCUCCI

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TESI DI LAUREA DI UNA GIOVANE NOCERINA: HA TROVATO PARALLELI E DIFFERENZE TRA I DUE EVENTI SISMICI DEL 1997 E 2016 CHE HANNO SCONVOLTO L’UMBRIA E IL CENTRO ITALIA. EMERGENZA, FINANZIAMENTI E RICOSTRUZIONE AL CENTRO DI UNO STUDIO CON QUALIFICATE TESTIMONIANZE E UN’ANALISI A 360 GRADI

Hanno cambiato l’Umbria i terremoti del 1997 e 2016, così distanti nel tempo e uniti nella violenza coi profondi segni che hanno lasciato. Cristina Betti ha deciso di raccontarli trovando le analogie e la comparazione. La ventisettenne nocerina ha conseguito la laurea magistrale in Cristina Betti scienza della politica e della pubblica amministrazione all’università di Perugia con la tesi su “Il governo dell’emergenza e della ricostruzione. Una comparazione dei modelli umbri di governace: 1997 e 2016”, relatore il professor Marco Damiani. “Nessuno meglio di un testimone - dice Cristina - può mostrare interesse verso l’analisi delle fasi dell’emergenza e della ricostruzione. Sebbene all’epoca avessi solo 5 anni, il terremoto del ‘97 ha condizionato la mia vita e il trauma psicologico è stata devastante. Quell’esperienza ha maturato un forte senso di comunità, ritenendo che il terremoto sia un evento capace di evidenziare l’importanza dell’unione e dell’appartenenza a una comunità con una gara di solidarietà, aiuti economici e umani”.

EVENTI DIFFERENTI Le due calamità naturali - emerge dallo studio della giovane hanno accresciuto il valore della solidarietà e il ruolo della società

civile. “Dalle testimonianze raccolte - osserva - non esiste un modello ideale per tutti i terremoti. È necessario considerare l’indice di vecchiaia della popolazione e il capitale economico e sociale.

Non vanno ripetuti gli errori passati e il parlamento deve adottare un testo unico per la gestione delle emergenze e della ricostruzione”. La memoria corre indietro nel tempo. Riemerge a distanza di 22 anni l’azione di una squadra dei pompieri, con a capo Sergio Crescenzi, che ha portato i primi soccorsi. Il comitato di Colle Cottorino di Frosinone, di cui faceva parte Crescenzi, decise di offrire un regalo ai 110 bambini delle scuole elementari di Gaifana, a un paio di chilometri da Colle di Nocera Umbra dove vive Cristina. “Ancora ricordo il giorno in cui sono venuti nella mia scuola - spiega -, tutti i bambini avevano la possibilità di essere ‘adottati’ da una famiglia frusinate e dal 2009 è nato un solido gemellaggio tra Colle di Nocera Umbra e Colle Cottorino a Frosinone. Considero un onore essere stata per due anni presidente del comitato civico di Nocera Umbra, pur se il gemellaggio informale poi si è interrotto”.

TESTIMONIANZE DIRETTE L’obiettivo della sua tesi è fornire un’analisi approfondita dei mo- San Benedetto a Norcia nel 2016

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delli umbri di governance dei due eventi sismici attraverso un confronto critico, con le interviste ad alcuni testimoni in prima linea.

Cristina, dopo aver predisposto un questionario, ha incontrato Alfiero Moretti (direttore dei lavori di ricostruzione del sisma ‘97), Filippo Battoni (delegato del commissario straordinario del governo per la ricostruzione La Basilica di Assisi nel 1997 2016), Maurizio Salari (sindaco di Foligno nel ‘97) e Nicola Alemanno (sindaco di Norcia). Ha parlato anche con i professori Roberto Segatori, autore di un saggio sulla ricostruzione ‘97, e Bruno Bracalente, già presidente della Regione e commissario del governo per la ricostruzione dopo il ‘97. Nella tesi vengono messi a confronto i modelli di governance, partendo dai numeri. Il sisma del ‘97 è stato di magnitudo 6.0, ha colpito Umbria e Marche interessando 61 Comuni, con 11 vittime, 22.600 sfollati e 24mila persone coinvolte. Nel 2016 è stato del 6.5 riguardando Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo con 140 Comuni colpiti, 299 vittime, 40mila sfollati e 600mila coinvolti.

SALVAGUARDARE LA RICOSTRUZIONE Il primo criterio-guida nel ‘97 ha visto una governance spinta ai massimi livelli di decentramento e flessibilità-sussidiarietà, basata sul confronto continuo le istituzioni e le rappresentanze della società civile. Il secondo è la trasparenza garantita dal Documento unico di regolarità contributiva (Durc), certificante che un’impresa sia in regola con il versamento dei contributi Inps e Inail. Il terzo chiama in causa la qualità della ricostruzione, non alterando la trama del tessuto originale secondo il modello del Friuli. Nel 2016 si è deciso di cambiare modello scegliendo uno schema tuttora in via di definizione - meno decentrato rispetto al precedente, per facilitare interventi immediati data la vasta dimensione dell’evento sismico. Qui la sfera decisionale dei cittadini appare ridimensionata e mediata dalle istituzioni. Per prevenire possibili infiltrazioni mafiose e fenomeni corruttivi è stato creato l’istituto di vigilanza dei contratti pubblici (Anac). La qualità della ricostruzione ruota attorno al principio “dov’era, meglio di com’era”.

A CIASCUNO IL SUO RUOLO La legge 61 del 1998 è il pilastro della ricostruzione del ‘97 e fissa i criteri, con lo Stato ad assicurare regole e risorse, e gli stessi presidenti di Regione a fare i commissari straordinari. La Regione ha avuto la funzione di monitorare il processo di ricostruzione, per mezzo dell’Osservatorio sulla ricostruzione, e i Comuni si sono occupati della ricostruzione sia pubblica che privata. Nel 2016 invece si è optato per un modello centralizzato con la figura del commissario straordinario, nominato dal governo. All’Osservatorio sulla ricostruzione è subentrata la Cabina di coordinamento, un punto di raccolta delle istanze delle istituzioni locali e delle popolazioni. Ai Comuni compete la conformità edilizia e non di stazioni appaltanti.

FINANZIAMENTI E RECUPERI Vi erano in Umbria nel ‘97 tre tipi di ricostruzione: leggera (danni lievi), pesante (ingenti) e integrata (ricostruzione dei centri storici). I Piani integrati di recupero (Pir) definivano l’entità dei finanziamenti ma non avevano valenza urbanistica e hanno interessato 188 luoghi e i centri storici di Foligno, Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Nel 2016 chi ha subito danni lievi ha il diritto di richiedere interventi immediati, mentre chi ha subito danni ingenti potrà richiedere interventi più consistenti. Per quanto concerne i finanziamenti, in entrambi i sismi le residenze principali e le attività produttive sono finanziate al 100 per cento. Nel terremoto del 2016 vengono anche finanziate interamente le seconde case e le pertinenze (parti dell’edificio che devono essere messe in sicurezza, come garage e magazzini). Per il 2016 risulta prematuro dare una valutazione del modello, ma l’attuale gestione commissariale appare centralistica e gerarchica con il commissario organo di gestione e il depotenziamento degli Uffici speciali per la ricostruzione.

Incide inoltre la discontinuità politica, per i cambi di governo, che rischia di portare a una situazione di stallo e come conseguenza a un forte spopolamento dell’AppenniRicostruzione a Norcia no Centrale.

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IL CASO

ALBERO, MA DAVVERO C’È CHI HA PARLATO DI SFIDA?... di ROBERTO BARBACCI

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BOTTA E RISPOSTA SUI SOCIAL E QUOTIDIANI I CHE LANCIANO LA COMPETIZIONE SU QUALE SIA L’ALBERO PIÙ BELLO TRA QUELLO DI GUBBIO E L’INEDITO ALLESTIMENTO SUL LAGO DI TRASIMENO, MA È GRAVE ANCHE SOLO STARNE A DISCUTERE...

L’ACCENSIONE DA BETLEMME FA IL GIRO DEL MONDO E CONQUISTA I MEDIA

Ci mancava solo la sfida “laghi e monti”. Quelfidate dalle imitazioni”, prendendosi gli apprezla che inopportunamente il web e alcuni quozamenti dei concittadini e le risposte piccate e stizzite dei lacustri. Detto che ognuno è libero tidiani regionali hanno lanciato, perché nell’era di fare, pensare, costruire, allestire o immagidei click e dei mi piace compulsivi una competizione tra alberi da Guinnes dei primati si canare gli alberi che vuole, risulta evidente come da questa storia ci sia però poco da guadagnare valca che è un piacere. Così è partito il duello per un territorio come quello eugubino che ha a distanza tra l’Albero di Natale più grande del saputo rendere il Natale unico e magico, come mondo di Gubbio e il neonato albero di Natale dimostrano peraltro i numeri dei visitatori nel sulle acque del Trasimeno, che a sua volta rivenprimo week-end delle festività, in salita rispetto dica di essere il più grande su una superficie non al già sorprendente ed eccellente 2018. L’Albero terrestre. I social, praticamente in tempo reale, continua a fare la sua parte: installazione unica si sono scatenati, con molti eugubini pronti a nel suo genere, di mirabile splendore e bellezdifendere l’operato dei volontari che da 38 anni rendono unica e inconfondibile l’atmosfera naza al di sopra di qualsivoglia interpretazione. E I fuochi al momento dell’accensione capace anche di veicolare messaggi forti all’etalizia in città e altrettanti sostenitori della zona del lago pronti a far prevalere le ragioni della nuova avveniristica sterno, con la scelta mediaticamente azzeccata di farlo accendere installazione nei pressi di Castiglione . Che nel primo week-end simbolicamente da Betlemme, evento che ha avuto una vasta eco di accensione, vuoi per la novità o solo per semplice curiosità, ha sui media nazionali e non solo. Eccola la vera forza dell’Albero di fatto registrare 7.000 ingressi a 5 euro ciascuno. Bello o brutto che Gubbio: non sono soltanto 450 luci colorate sul monte Ingino, sia, i conti da quelle parti devono averli fatti bene. poichè dietro ci sono to un’infinita di significati, sentimenti ed emozioni che nessun altro simile potrà mai eguagliare. Laghi o FUORI CATEGORIA monti che siano.

Nell’Umbria dei campanili basta poco per sollevare un polverone e rinfocolare le polemiche da tastiera. A ciò ha contribuito anche un post dell’ex consigliere regionale eugubino Andrea Smacchi, che ha rivendicato la storia dell’Albero di Gubbio con un messaggio che più chiaro L’albero di Castiglione del Lago non avrebbe potuto essere: “DifPadre Ibrahim Faltas assieme Stirati e Paolucci Bedini

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LE TRACCE LASCIATE DA FEDERICO II DI SVEVIA UN’ASSOCIAZIONE CULTURALE PROMUOVE INIZIATIVE ATTORNO ALL’IMPERATORE CHE AVVICINÒ ORIENTE E OCCIDENTE FAVORENDO IL DIALOGO. IL PROSSIMO ANNO APPUNTAMENTO A GUBBIO IN UNA SERIE DI CONVEGNI E GIORNATE DI STUDIO

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Federico II di Svevia, impronta e legami forti con l’Umbria. Attorno a questa figura si è costituita l’Associazione Umbra Federico II di Svevia Hohenstaufen, presieduta da Calogero Alessi con l’attivismo di Marcello Traversini, Mario Squadroni, Giordana Benazzi, Maria Grazia Radi, Franco Mezzanotte e il sostegno di privati con in prima fila l’imprenditore Fernando Barbetti di Inveco Holding Spa. Federico Ruggero Costantino di Hohenstaufen, nato a Jesi il 26 dicembre 1194 e morto a Fiorentino di Puglia il 13 dicembre 1250, è stato re di Sicilia, duca di Svevia, re dei Romani, poi imperatore del Sacro Romano Impero e re di Gerusalemme. L’associazione promuove iniziative, l’ultima della serie il 21 novembre scorso ad Assisi e altre in cantiere per il 2020 come una giornata, sempre ad Assisi dedicata alla figura di frate Elia (discusso protagonista del primo francescanesimo, anch’esso in relazione con Federico II) e a una giornata a Gubbio, dove Federico e suo figlio Enzo furono presenti lasciando testimonianza del loro passaggio. Il forte legame con l’Umbria pone tra le finalità dell’associazione lo sviluppo dei percorsi turistici e culturali che coinvolgono vari luoghi e città.

Sulla figura di Federico II si ricordano nel triennio trascorso appuntamenti a Foligno, Montefalco, Gubbio e Spello, oltre alla presentazione a Perugia - con la prolusione del professor Franco Car-

dini, uno dei più illustri storici del Medioevo - del documentario “Federico II di Svevia e l’Umbria” della Danae Film Production, per la regia di Marcello Traversini, con l’intento di sottolineare gli stretti legami e le molte presenze del grande imperatore del XIII secolo in Umbria. Nell’ultimo convegno nazionale ad Assisi si è focalizzata l’attenzione su San Francesco e Federico II: memorie di un santo e di un imperatore a 800 anni dall’incontro con il sultano d’Egitto Malik Al Kamil, ricordando l’incontro del santo nel 1219 con il sultano con il quale Federico II trattò poi la pacifica soluzione della sesta crociata. Sulla scena il dialogo tra occidente e oriente, con un santo e un imperatore che nella diversità di ruolo e azione hanno determinato nell’occidente europeo mutamenti politici, culturali, religiosi di cui ancora oggi si registrano sviluppi e conseguenze. Probabilmente i due non si sono mai incontrati, al di là di quanto si narra che Bernardone, padre di Francesco, abbia portato il figlio adolescente ad assistere al solenne battesimo di Federico, nella cattedrale di San Rufino ad Assisi. I due incontrarono, a distanza di una decina d’anni pur con finalità diverse, il sultano Al Kamil, a testimonianza del comune tentativo di cercare un’alternativa diplomatica e pacifica alle crociate dell’epoca

EDITORIA Nuova esperienza professionale per il giornalista eugubino che ora vive in Inghilterra, inviato Mediaset

SIMONE FILIPPETTI TRA LONDRA E “I SIGNORI DEL LUSSO”

banca d’affari in Italia e una vera e propria holding Da Londra lo troviamo spesso e volentieri in video del lusso. A Porto Santo Stefano, sull’Argentario, in sulle reti Mediaset, ma anche nelle corrispondenuna giornata d’estate di fine anni Settanta inizia la ze dalla capitale inglese: Simone Filippetti ha fatto cavalcata di un giovane romano: Giovanni Tambuun’altra tappa del suo cammino umano e professionale che, partito da Gubbio, l’ha visto formarsi ri. Oggi Tamburi è un guru di Piazza Affari: investia Roma fino ad approdare a Milano e a girare il tore, merchant banker, consulente. Personaggio mondo prima di decidere, da poco, di continuare sconosciuto al largo pubblico, è uno dei registi Simone Filippetti a fare il giornalista a Londra. Cervelli in fuga, è una dietro al successo di Moncler, il caso mondiale del costante senza limiti anagrafici. Si va dove si può e dove si vuole, lusso, e dell’atteso sbarco in Borsa del fenomeno Eataly di Oscar per cercare una dimensione migliore. Scelte di vita e di mestieFarinetti.

Dalla Ferrari ai cacciaviti preferiti da Valentino Rossi, da Alpire, andando laddove le opportunità sono superiori. Simone, 46 anni, è un archeologo mancato che ha comunque deciso di scatour a iGuzzini, passando per gli abiti di Hugo Boss e gli yacht della Azimut-Benetti, Tip (Tamburi Investment Partners), un po’ vare, nella realtà delle cose, scegliendo di raccontare soprattutto investment bank, un po’ merchant bank, un po’ fondo di invel’economia girando le capitali dell’alta finanza, soprattutto New York dove torna ogni volta che può conciliando gli affetti famistimento, ha messo in piedi un polo del Made in Italy. Con tanti inediti retroscena, il libro di Filippetti ripercorre quarant’anni liari e la passione per la coltivazione dei bonsai. Non rinuncia anni di Piazza Affari. Non è solo la storia di Giovanni Tamburi & comunque alle proprie radici, tornando a Gubbio per i genitori, Alessandra Gritti, la donna più importante della finanza italiai familiari e gli amici.

Ha pubblicato nel 2014 il suo primo libro “Serenissimi affari”, na, ma anche uno spaccato della politica economica. Tamburi un ritratto degli imprenditori veneti e nel 2016 ha vinto il preha escogitato un modo originale per finanziare le aziende, senza chiedere un euro al contribuente: ha coagulato oltre cento famimio Giornalista dell’Anno State Street per la migliore inchiesta.

In libreria ora c’è “I signori dei lusso”. Moncler, Eataly, Ferrari, glie ricche convincendole a investire, invece di portare i propri Furla: la Tip (Tamburi Investment Partners) è la più dinamica soldi in Svizzera.

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L’EVENTO Per la prima volta tulla la Rete compatta: iniziativa Milano allo Studio Museo Messina dal 17 dicembre

CERI MEZZANI IN MOSTRA CON LE GRANDI MACCHINE A SPALLA

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I Ceri con le Grandi Macchine a Spalla, tutsitore Francesco De Melis, autore dei film in mostra, prodotti dall’Istituto Centrale per la ti insieme appassionatamente per la prima Demoetnoantropologia: ogni giorno, sulla volta in mostra e per la prima volta in una volta e sotto gli archi, prenderà vita grazie a iniziativa culturale che unisce la tradizione un complesso sistema di proiezione, l’epico eugubina ai Gigli di Nola, la Varia di Palmi, affresco digitale di questo straordinario trala Macchina di Santa Rosa di Viterbo, i CanI Ceri Mezzani verso Milano delieri di Sassari. La Rete delle Grandi Macsporto. chine a Spalla Italiane Patrimonio dell’Umanità, simbolo delMOBILITAZIONE la tradizione mediterranea, sarà al centro di una imponente La comunità eugubina è pronta a prendere parte a un progetto installazione allo Studio Museo Messina di Milano. L’inaugudi valorizzazione e promozione culturale con i Ceri Mezzani atrazione è fissata per il 17 dicembre alle ore 18. Costruzioni tualmente sotto la lente della restauratrice volontaria Rita Fumonumentali, manufatti antichi, prenderanno la scena nella manti. L’Università dei Muratori e il Comune hanno condiviso sala museale nel centro meneghino. Si tratta infatti del mula scelta con le altre componenti della festa. La mostra a cura di Patrizia Nardi, responsabile tecnico scientifico dei progetseo, nella chiesa sconsacrata di San Sisto, che è stato atelier di Francesco Messina, uno dei più rappresentativi maestri della ti Unesco Rete delle Macchine, e Maria Fratelli, dirigente del scultura figurativa del Novecento.

Servizio Case Museo e Progetti Speciali Comune di Milano con il contributo dell’antropologa Patrizia Giancotti, rappresenta QUANTA SUGGESTIONE un’ulteriore tappa di crescita di Gubbio all’interno della Rete Torri come il Giglio di Nola che svetterà dal piano inferiore fino delle Grandi Macchine a Spalla in vista di una ricongiunzione alla cupola, Spirale di Luce che riproduce una storica Macchisolo formale in ottica Unesco. Il prossimo 18 dicembre, alle na di Santa Rosa, la struttura svestita della gigantesca Varia di ore 18, presso la sala Consiliare di palazzo Pretorio verrà prePalmi sulla cui cima il giorno della festa vola una bambina, i Candelieri di Sassari con i loro nastri colorati e i Ceri Mezzani in sentato alla città il lavoro di aggiornamento della schedatura arrivo dalla corsa eugubina, ricongiunta alle altre quattro feste del dossier sulla Festa dei Ceri, svolto direttamente da compoin attesa dell’estensione della candidatura Unesco della Rete, nenti delle comunità ceraiole sotto la guida dell’antropologa in corso di definizione. Alle strutture a riposo, private delle Luisa Vietri coordinata da Patrizia Nardi. L’incontro “Patrimocentinaia di corpi che le sostengono e le animano durante il nio culturale immateriale italiano. La comunità dei Ceri per faticoso percorso, rispondono le macchine vive, catturate nei una catalogazione partecipata e condivisa” è aperto alla città. loro movimenti vertiginosi dall’obbiettivo del regista-compoR.Bar.

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I LEONI DI SICILIA,

IL CORAGGIO E L’AMBIZIONE

STEFANIA AUCI RACCONTA L’ASCESA IMPRENDITORIALE, FATTA DI RISCHIO E PASSIONE, DELLA FAMIGLIA FLORIO L’avvincente saga dei re del marsala, inizia nel 1799, anno in cui i Florio sbarcano da Bagnara Calabra a Palermo: in quel nuovo arrivo c’è tutto l’entusiasmo e la fame di guardare avanti, di creare qualcosa per il quale essere ricordati, di non fermarsi di fronte a nulla e di consacrare i propri sforzi per perseguire un obiettivo; quello di trasformarsi in una delle famiglie più potenti della Sicilia.

Questo sorprendente romanzo di Stefania Auci descrive le vicende che hanno portato alla velocissima affermazione imprenditoriale di una famiglia le cui vicende non sono più da considerarsi come meri dati storici, ma sono destinate a trasformarsi in leggenda: tutto parte dall’apertura della bottega di spezie di Paolo e Ignazio che, in poco tempo, diventa la migliore della città; questo sarà il primo di una lunga serie di successi che porterà i Florio a diventare leader nel commercio dello zolfo, ad acquistare i possedimenti terrieri dei nobili palermitani caduti in disgrazia e a fondare una compagnia di navigazione.Questa scalata inarrestabile si concretizza grazie alla forte personalità di Vincenzo Florio, figlio di Paolo, che dà avvio all’attività per la quale questa famiglia è ancora oggi conosciuta e celebrata in tutta Italia: Vincenzo, nelle

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cantine che dalla dinastia prendono il nome, trasforma il marsala, un vino povero che appartiene alla tradizione contadina, nella bevanda dei reali, in un nettare di rara finezza ancora oggi esportato e apprezzato in tutto il mondo.

Tuttavia, nell’osservare questo continuo e instancabile lavoro, Palermo trasforma quel positivo sentimento di orgoglio e ammirazione in odio velenoso e in invidia: i Florio diventano “gli stranieri”, “i facchini”, coloro che non saranno mai in condizione di essere stimati e apprezzati per quella ricchezza che puzza troppo di sudore. Sarà proprio la condizione di svantaggio sociale a spingere la voglia di riscatto di una famiglia che da sempre aveva lottato per affermare il proprio talento e che continuerà a farlo fino alla fine delle sue leggendarie imprese.

In questo racconto, intriso della forza trascinante e coinvolgente del romanzo storico italiano, l’autrice ci accompagna in un mondo che gioca sul contrasto tra gli estremi: ogni personaggio, comprese le figure femminili che hanno accompagnato e creato in prima persona la fortuna della famiglia, è un gigante che lotta contro le proprie naturali paure e contro le fragilità dettate da una condizione di svantaggio, per imprimere un marchio che acquisisce ancora più valore perché si nutre della difficoltà e del sacrificio consapevole.

DUE BOLLINI ROSA PER L’OSPEDALE DI BRANCA

Ospedali a misura di donna. La certificazione arriva dal cosiddetto “Bollino rosa” emesso dalla Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. Assegnati i bollini rosa, su una scala da 1 a 3, per il biennio 2020-2021. Due ne ha ricevuti l’ospedale di Branca. L’ospedale di Branca ha visto 450 parti nel 2019 con un incremento di 100 unità rispetto al 2018. L’aumento è dovuto anche alla mobilità attiva delle donne provenienti dalla regione Marche che, dopo la chiusura del punto nascita di Fabriano, trovano a Branca il punto di riferimento.

La valutazione delle strutture ospedaliere e l’assegnazione dei bollini rosa è avvenuta tramite un questionario di candidatura composto da quasi 500 domande suddivise in 18 aree specialistiche. Si è espressa una commissione multidisciplinare, presieduta da Walter Ricciardi, direttore del dipartimento di scienze della salute della donna, del Bambino e di sanità pubblica del Policlinico Gemelli di Roma. A livello nazionale gli ospedali premiati sono passati da 306 a 335.

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“LE MUSICHE DI NATALE”, UN MESSAGGIO DI GIOIA DOMENICA 29 DICEMBRE TORNA L’ORMAI TRADIZIONALE APPUNTAMENTO NATALIZIO CON IL CONCERTO DEI CANTORES BEATI UBALDI, GIUNTO ALLA 13ESIMA EDIZIONE “La musica e il canto sono l’unico linguaggio in grado di esprimere il miracolo del Natale, e rappresentano la porta di accesso a questo evento straordinario che è l’incarnazione di Dio nell’Umanità”. Parlava così un anno fa il vescovo Luciano Paolucci Bedini durante l’intervento col quale ha salutato la 12esima edizione del concerto “Le Musiche di Natale”, esprimendo gratitudine e affetto nei confronti del coro Cantores Beati Ubaldi per avere dato voce a quella musica che apre i cuori e allarga i sorrisi, senza i quali il Natale non sarebbe lo stesso.

A pensarci bene viene in mente che i bene i primi spettatori del Natale, i primi testimoni oculari dell’ingresso della Parola divina nella Storia, furono proprio un coro e un’or-

chestra che una volta di più, se ce ne fosse ancora bisogno, ci ricordano di quanto la musica sia fondamentale mezzo di armonia e preghiera. Quella stessa musica che ha il potere di far entrare nel profondo delle cose o di elevare così tanto da riuscire a guardarle con verità. Musica che parla di famiglia, di gioia, di pace, di solidarietà e non violenza, di accoglienza, di armonia. Il tempo del Natale rappresenta forse il modello dell’Umanità realizzata e la Musica ne è la colonna sonora.

Ed è proprio con il desiderio di contribuire a realizzare questo spirito natalizio che il coro Cantores Beati Ubaldi è lieto di proporre la 13esima edizione dell’annuale concerto di Natale, con un cast di più di 100 persone che eseguiranno tra gli altri, brani di Haendel, Elgar, Wilberg, e che attraverso la musica vi condurranno in un emozionante viaggio virtuale, destinazione: la Gioia! L’appuntamento è per domenica 29 dicembre 2019, nella Chiesa di San Pietro, alle 21,15. I biglietti saranno disponibili a partire da mercoledì 18 dicembre presso lo IAT di Via della Repubblica. Buon Natale, con la musica degli angeli!

TEORIA DEGLI AFFETTI, IL MONDO DI CLAUDIA FOFI Dodici brani che racchiudono un tempo lunghissimo di crescita personale e interiore, ciò che Claudia Fofi ha voluto condividere con il mondo che la circonda nell’album Teoria degli Affetti, uscito a fine novembre, prodotto dall’etichetta Dodicilune. Un lavoro lungo ed elaborato attraverso il quale la cantante e musicista eugubina racconta una visione del mondo che arriva dritta al cuore, dove a ogni parola corrisponde un senso dato dalla voce, dove ogni respiro è messo lì perché serve. Un album che racconta una storia lunga fatta di poesia, musica, canzoni, esplorazione vocale, lunghi periodi di sosta, allontanamenti e riavvicinamenti. Canzoni senza tempo, cesellate dalla sensibilità di musicisti (tra gli altri il chitarrista eugubino Paolo Ceccarelli) che hanno saputo cogliere la complessità del progetto e al tempo stesso la naturalezza di queste canzoni, che per scelta dell’artista sono state arrangiate al minimo affidando ai musicisti la libertà di interpretarle.

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LA ROCCA

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LA VERITÀ STORICA DEL NATALE I vangeli raccontano un fatto storico, realmente avvenuto in un tempo preciso. L’uomo moderno, figlio delle ideologie scientiste e pseudo illuminate, crede invece che si tratti di racconti mitologici e, se mai prende in mano il vangelo, ha come l’impressione di trovarsi di fronte a un miscuglio di leggende e miti orientali. Purtroppo, è tristemente noto come, ormai, anche la stragrande maggioranza degli studiosi e della gerarchia cattolica abbia finito per non credere più alla verità storica dei vangeli. Non sono mancati teologi, vescovi e cardinali che su questo tema sono andati dietro, con secoli di ritardo, alle farneticazioni degli pseudo studiosi illuministi circa l’inattendibilità storica dei racconti evangelici. Bergoglio ad esempio, stando al suo amico Eugenio Scalfari (mai smentito), non crederebbe alla risurrezione storica e nella carne di Gesù. In realtà, la critica storica seria (ma, a onor del vero, perfino l’archeologia) ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che nei racconti di Marco, Luca, Matteo e Giovanni c’è molta più verità storica di quanto si sia mai sospettato. Soprattutto i racconti del Natale, senza dubbio i più bersagliati dalla critica illuminista per dimostrarne la presunta inattendibilità, ci rivelano oggi particolari inediti su cui vale la pena provare ora a far chiarezza.

GLI INDIZI DI UNA DATA CERTA Iniziamo con alcune date. Partiamo da quella certa della morte di Gesù. Ormai gli storici sono unanimi nel collocarla nel giorno 7 aprile dell’anno 30.

Gesù quindi non è morto a 33 anni? Tutto dipende, ovviamente, dalla data precisa del Natale. Ebbene, quando è nato Gesù?

Per quanto riguarda il giorno, tutti ripetono che il 25 dicembre sarebbe una data simbolica scelta dai cristiani per il fatto che nell’impero romano si festeggiava il Sol Invictus. Ma c’è una sorpresa. L’evangelista Luca racconta che sei mesi prima dell’annunciazione a Maria, l’arcangelo Gabriele apparve nel tempio di Gerusalemme a Zaccaria, per dirgli che sua moglie Elisabetta avrebbe avuto un figlio (che sarà Giovanni Battista, precursore del Messia). San Luca precisa che Zaccaria era della classe sacerdotale di Abia e che stava officiando per il rito dell’incenso. Nel 1953 la specialista francese Annie Jaubert, grazie al ritrovamento di alcuni documenti ebraici, ha potuto stabilire che il turno della classe di Abia si svolgeva a settembre. Zaccaria ebbe la visione il 23 settembre… proprio sei mesi di prima di Maria. Facile fare due conti e scoprire che il 25 dicembre è molto più di una data simbolica. E per quanto riguarda l’anno? Una luce, come vedremo, ci viene proprio da quella stella che ogni anno collochiamo sopra la capanna del presepio.

a cura di LUIGI GIRLANDA UNA STELLA ILLUMINA LA STORIA “Abbiamo veduto la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo” (Mt. 2,2). In queste parole che l’evangelista Matteo riporta dei Magi, è racchiuso un indizio decisivo per la verità storica del Natale.

Che stella videro i Magi nel cielo di duemila anni fa? Lo scoprì il celebre Keplero, uno dei padri dell’astronomia moderna, nel dicembre 1603 quando, osservando il cielo da Praga, vide la luminosissima congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci. Si tratta di un fenomeno astronomico che provoca una luce vistosa e intensa nel cielo e che, secondo calcoli matematici, si verifica solo ogni 794 anni. Sappiamo con certezza che il monaco Dionigi il Piccolo, calcolando nel 533 d.C. l’inizio dell’era cristiana, si sbagliò e posticipò di circa 6 anni la data della Natività (Gesù sarebbe quindi nato il 6 o 7 a.C.). Ebbene, la scoperta di Keplero, confermata da molti altri studi, ci ha rivelato che fu proprio quella congiunzione astronomica la “stella” (il vangelo non parla di cometa) che videro i Magi e che interpretarono come segno della nascita del messia.

Da secoli infatti si riteneva che Giove fosse il pianeta del “dominatore del mondo”, Saturno quello di Israele e la costellazione dei Pesci il segno di una nuova era. L’astronomia dimostra che quel fenomeno rarissimo, si verificò - caso unico - per ben 3 volte nel 7 a.C.. Più chiaro di così!

A PROPOSITO DELL’ETÀ DI GESÙ Secondo alcuni storici, Gesù sarebbe nato davvero un 25 Dicembre. Il monaco Dionigi Il Piccolo, quando fece il calendario che ancora usiamo, sbagliò l’anno di nascita posticipandolo di 6 o, più probabilmente, 7 anni. Per questo motivo viene dato come molto probabile che Gesù sia nato il 25 dicembre dell’anno 7 a.C. C’è ancora più certezza sulla data della morte: 7 aprile dell’anno 30 d.C. Gli anni di Cristo non sono dunque 33, come si usa dire, ma 36 o, più probabilmente, 37.

RADIO MARIA PORTA AL MICROFONO L’ASSOCIAZIONE BENEDETTO XVI

Vetrina radiofonica speciale per l’Associazione Culturale Benedetto XVI con un altro riconoscimento come la presenza in collegamento da Gubbio su Radio Maria, il 1° dicembre scorso, del presidente Luigi Girlanda. È stato chiamato a dibattere all’interno di uno spazio importante dedicato ai cento anni dalla nascita del fascismo e al trentennio dalla caduta del muro di Berlino con un bilancio sui totalitarismi, le loro radici ideologiche e il sogno dell’uomo di salvarsi da solo. L’intervento, moderato da Francesco Agnoli collaboratore della popolare emittente cattolica, ha costruito un percorso filosofico di grande interesse che, partendo dal pensiero di Hegel, passando per l’approfondimento su Marx e Nietzsche, è approdato fino a Shopenhauer, identificando in tutti questi pensatori i cosiddetti “cattivi maestri” che hanno portato alla nascita delle pericolose ideologie dominanti il Novecento.

Nel corso della trasmissione, Agnoli ha sottolineato il prezioso lavoro che l’Associazione Benedetto XVI svolge per la divulgazione della più autentica dottrina cattolica, ricordando come lo stesso Papa Benedetto XVI abbia voluto esprimere il proprio apprezzamento dell’attività culturale del sodalizio eugubino, tramite una

lettera autografa al profeossr Girlanda. Agnoli ha inoltre elogiato il prezioso lavoro intellettuale del presidente Girlanda, docente di filosofia e scienze umane al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” oltre che giornalista e saggista ricordandone il contributo a diverse pubblicazioni e voci nei dizionari tematici della prestigiosa rivista “Il Timone”, a cominciare da quelle sul “Dizionario del pensiero politico pericoloso”.

La trasmissione ha visto anche l’intervento del pubblico da casa con domande e interventi che hanno dato la possibilità al professor Girlanda di spaziare dalla parte filosofica fino alla teologia evidenziando, come anche il rapporto tra le fede e i dittatori del Novecento - Hitler e Stalin su tutti - fosse un rapporto tendente a negare la possibilità di salvezza dell’anima, ma di riportare il tutto a una dimensione piuttosto terrena e scevra di spiritualità.

Agnoli e Girlanda hanno concluso lo spazio radiofonico ricordando che la salvezza non sarà mai appannaggio delle filosofie materialiste che negano l’esistenza di Dio, come purtroppo anche in larga parte della Chiesa oggi si tende a credere, ma potrà realizzarsi soltanto recuperando la sana dottrina cattolica, contro ogni compromesso con il mondo.

Buon Anno!

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CHE FINE HA FATTO “INSIEME PER IL GUBBIO” LA STORIA DI UN GRUPPO DI TIFOSI CHE DA CINQUE MESI HANNO DECISO DI RESTARE ANONIMI DOPO LA COSTITUZIONE ANNUNCIATA UFFICIALMENTE A FINE GIUGNO. IL SODALIZIO PER IL MOMENTO FA SAPERE DI ESSERE IN STAND BY

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Era stato annunciato in pompa magna “Insieme per il Gubbio”, il nuovo soggetto nato a giugno per stare accanto alle sorti rossoblù con la volontà dichiarata di sostenere il presidente Sauro Notari e dare una spinta concreta per favorire più attenzioni e seguito attorno al club. In verità, come è stato fatto notare da più parti, non s’è mai capito chi ci sia realmente dietro questa organizzazione che non è codificata né ha un organigramma reso pubblico. Nessuno vuole essere citato, ci sono le più disparate voci sulle presenze e il numero dei coinvolgimenti. Per taluni il movimento coinvolge un piccolo gruppo di amici e familiari. Chi chiede riservatezza sull’identità, fa sapere che “Insieme per il Gubbio” al momento è in stand by tanto che ha interrotto temporaneamente le attività perché deve decidere cosa diventare, associazione o altro. Quando saranno riprese queste attività e sarà definita la posizione, verrà reso pubblico l’organigramma che era stato prospettato per l’inizio della stagione ma si è poi di fatto arenato.

Si è fermi al comunicato del 30 giugno rilanciato dalla società rossoblù, nel quale si faceva riferimento a “una collaborazione con un gruppo di tifosi mossi dalla passione e dall’amore verso la città

e la propria squadra, in assoluto senso di volontariato e composta da persone di età diversa, dai 14 ai 50 anni, provenienti da tutti i settori della società eugubina, i quali aiuteranno e lavoreranno per organizzare e promuovere iniziative, momenti di condivisione, idee ed eventi con l’intento di promuovere, valorizzare, tramandare e far rinascere sull’amore e senso di appartenenza verso un bene della città così importante”.

PROMESSE E PROGRAMMI (SULLA CARTA) Era stato fissato l’obiettivo “di ricreare un pubblico numeroso, innamorato e caloroso, come è sempre stato quello eugubino, oltre a far prevalere il messaggio che la società e i tifosi possono e devono lavorare, perchè i successi si conquistano se tutti lavorano al meglio delle possibilità e con il più alto senso di appartenenza e condivisione”. Si era parlato di un progetto con “un continuo e incessante lavoro basato su un programma concordato dal gruppo Insieme per il Gubbio con il presidente Notari, per realizzare progetti, idee ed eventi che coinvolgano l’intera città e il comprensorio, guardando all’Alta umbria (Umbertide e Pietralunga), la fascia appenninica fino a coinvolgere anche una parte di territorio marchigiano da Urbino a Fabriano che vede numerosi simpatizzanti e appassionati del Gubbio”. Per ora resta solo una mail (insiemeperilgubbio@libero.it).

M.Boc.

CALCIO Il diresse al lavoro per accontentare Torrente. La squadra cambierà i connotati. Priorità le cessioni

GIAMMA PREPARA LA RIVOLUZIONE

L’obiettivo immediato è fare più punti possitenza Bangu, Meli, Battista e Manconi. Potrebbili prima della sosta, cercando di chiudere al be rientrare all’Atalanta il giovane Zanoni e altre meglio il girone di andata domenica contro la novità sono attese in difesa. Ha estimatori SbafFermana al “Barbetti” (ore 15) e aprire positifo (piace alla Sambenedettese per esempio) che non è sulla lista dei partenti ma potrebbe anvamente il ritorno con la Triestina sempre in casa. Il direttore sportivo Stefano Giammarioli darsene di fronte a proposte interessanti soddiGiammarioli e Torrente sta setacciando il mercato per trovare le solusfacenti tanto per lui quanto per la società roszioni migliori. La priorità del presidente Sauro Notari è cedere soblù. Il nodo è rappresentato dai contratti pluriennali: ci sono per poi consentire i nuovi ingressi. Notari quest’anno ha fatto dieci accordi biennali, più la posizione di Cesaretti (il rinnovo in estate dei sacrifici economici superiori al passato ed è proper la prossima stagione scatta automaticamente a 10 gol) e l’intesa triennale con Bangu. In diversi casi si tratta di contratti fondamente deluso dai riscontri del campo. Ai sacrifici estivi sostanziosi e mu versi non sarà così semplice. Giammarioli ha si sono aggiunti quelli per prendere Gomez e Coda. Ora c’è da aperto trattative in più direzioni con l’obiettivo dichiarato di far partire qualcuno prima di prenderne altri, anche per i tetti sfoltire la rosa e prendere un attaccante esperto, un centrodi spesa che impongono - qualora superati - la copertura con fideiussioni di ogni operazione in entrata.Vengono dati in parcampista navigato e qualche under (minimo tre).

M.Boc.

IL TROFEO FAGIOLI SARÀ ANCORA AL TOP

Attenzione al simulatore: potrebbe essere la grande novità dell’edizione 2020 del Trofeo Luigi Fagioli ora che il Comitato Eugubino Corse Automobilistiche (Ceca) ha visto la conferma della massime titolazioni tricolori e della tradizionale data dopo la riunione di fine anno negli uffici di Aci Sport. Organizzata dall’associazione presieduta da Luca Uccellani (nella foto impegnato al simulatore), la classica cronoscalata umbra vivrà la 55esima edizione consecutiva dal 21 al 23 agosto. Il

CECA ha voluto sottolineare i successi più recenti ritrovandosi con volontari, partner, associazioni, enti locali e l’Amministrazione Comunale in una serata tesa anche a porre le basi per il prossimo futuro. L’Automobile Club di Perugia ha altresì voluto premiare e riconoscere il prestigio del Trofeo Fagioli durante il GalAci 2019 tenutosi nel capoluogo umbro. Tra le novità 2020 quella di un simulatore in grado di riproporre l’intero percorso di gara, già testato nel corso della serata di fine anno.

EDITORIA

“LA KOSTANTE DEL FULMINE”, L’ESORDIO DI VALERIO NICCHI OPERA PRIMA DELLO SCRITTORE EUGUBINO, GRANDE APPASSIONATO DI MONTAGNA: UNA STORIA CHE PARLA DEI TANTI VOLTI DELL’AMORE E DEI RICORDI DELL’ADOLESCENZA

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La passione per la montagna da un lato, dall’altro quella per la scrittura scoperta quasi per caso in età adulta. Unirle non è stato semplice ma oggi Valerio Nicchi può dire di avercela fatta: “La Kostante del fulmine” è il suo primo romanzo, edito da Alter Erebus press&label, nel quale mette a frutto le esperienze di una vita provando a immaginare gli scenari incantati delle Dolomiti sullo sfondo di una storia in cui l’uomo medio dei nostri tempi vive una vita che con estrema repentinità lo può far precipitare dalle stelle alla polvere. Ed è proprio dalla polvere, anzi, dai sentieri rocciosi della Val di Fassa che riparte, annientando se stesso per riscoprire la propria natura, le proprie priorità, disinfettare e bendare le ferite che ancora fanno male, guardare le cicatrici con serenità, abbandonare la sofferenza, seguire ciò che si è sempre desiderato e non rimandarlo più, ricostruire mattone dopo mattone ogni minuto di una nuova vita quotidiana.

Una storia in cui l’amore la fa da padrone. L’amore classicamente definito che da secoli muove scrittori e lettori: l’amore ritrovato, l’amore perduto, l’amore doloroso e quello non corrisposto. Ogni sfaccettatura di questo sentimento trova spazio nelle pagine del libro, a testimonianza della sua personalizzazione per ogni personalità. E c’è poi l’amore per la montagna, secondo a nessuno.

Montagna che fa da scenografia a tutta la storia, con una descrizione accurata di paesaggi e contesti che catapulteranno il lettore negli luoghi descritti: per chi li conosce sarà un tornare a calpestare quegli stessi sentieri, per chi non li conosce sarà come ascoltare una guida che li accompagnerà passo dopo passo verso la destinazione.

In questa pagine l’autore vuole fissare ricordi di gioventù e condividere semplici concetti utili a tutti nella vita quotidiana. La potenza del silenzio di un sentiero di montagna, le corse di un cane tra la neve, lo sguardo di una ragazza e i consigli di un vecchio montanaro sono la ricetta per la per la cura del dolore, per ritrovare se stessi e rinnovarsi con speranza. “Una delle cose che più adoro della montagna è che da ogni cima si può avere una vista unica ed irripetibile e non c’è altitudine che faccia la differenza.

Sia che mi trovi a quattromila metri che in cima a una collina, il mio stupore nello scoprire il confine più lontano tra cielo e terra è sempre lo stesso”.

R.Bar.

L’EQUILIBRIO DELLE CARICHE “La Kostante del fulmine, detta anche costante elettrostatica ed indicata con la lettera K, viene utilizzata per calcoli fisici legati al campo elettrico ed alla carica elettrostatica basata sull’equilibrio e la proporzionalità delle opposte cariche elettriche: la presenza dei fulmini accompagna Ettore negli episodi più importanti di questa storia, la sua storia. Ettore si innamora contemporaneamente delle montagne e di Viola, la sua storica amica d’infanzia che riscopre nell’estate della maturità dopo essersi persi di vista per alcuni anni. Insieme progettano una vita insieme, ma una notte un temporale porterà dei cambiamenti che non potevano prevedere”. (Illustrazione: Emanuele Copernico).

EDITORIA Nuova pubblicazione del giornalista e insegnante: 42 storie per dare luce anche ai “secondi” classificati

SIMONE ZACCAGNI CERCA “IL LATO OSCURO DELLA LUNA”

Il secondo libro di Simone Zaccagni, giornalista e insegnante eugubino, “Il lato oscuro della Luna”, edito da Alter Erebus, è una raccolta di 42 storie più una, numero che evoca i chilometri della maratona, la sfida eroica per eccellenza, dove uno solo vince, ma i tanti che tagliano il traguardo sono anch’essi vincitori. Ed è questo il tema che accomuna tutti i racconti: dare luce ai secondi classificati, nello sport, nella storia, nella letteratura, nella vita di tutti i giorni. Rendere merito a quelli che, come Michael Collins, sono stati sulla Luna, ma non sono scesi. E come si dice per Felice Gimondi, il secondo non è il primo degli sconfitti, ma l’ultimo ad essersi arreso.

Insomma, se il leggendario “The dark side of the Moon” dei Pink Floyd, cui il titolo chiaramente ammicca, era un concept album, praticamente un’unica canzone senza soluzione di continuità, sia per la tematica che per l’atmosfera musicale, così “Il lato oscuro della Luna” si potrebbe definire un concept book, con la tematica degli eroi di seconda mano sempre presente.

La copertina racchiude tutti questi richiami: la Luna è eclissata dal vinile (Eclipse è uno dei successi dell’album), o forse semplicemente mostra il suo lato oscuro. Quello che Collins, primo uomo, come Adamo, vide dal vivo, e come Adamo per alcuni minuti fu l’uomo più solo del mondo. Collins che orbitava attorno, a pochi metri dalla Luna, mentre Armstrong e Aldrin vi passeggiavano sopra. Arrivare ad un passo dalla Luna, ma non poterci passeggiare, questo in fondo è il tema del libro. Ma il lato oscuro lo vide anche Syd Barrett, fondatore dei Pink Floyd, quando venne allontanato dalla band, e passò il resto della sua vita a cercare funghi ed accarezzare gatti. Morì da solo, povero, quando invece avrebbe potuto essere glorificato nell’olimpo della musica. E la zampa del cane sopra l’impronta di Armstrong? Basta leggere il primo racconto, per capire che Laika, la cagnolina sacrificata dai Sovietici in nome della scienza per sperimentare la vita nello spazio, ha fatto lei, virtualmente, quel piccolo passo per l’uomo, grande passo per l’umanità.

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FESTA DEI CERI

DOPO LE FESTE, I CAPODIECI SI PENSA GIÀ AL 15 MAGGIO

di ROBERTO BARBACCI

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DOMENICA 12 GENNAIO I CERAIOLI DEI TRE CERI SARANNO CHIAMATI ALLE URNE PER ELEGGERE I CAPODIECI DI BROCCA 2020. POSSIBILE CANDIDATURA UNICA PER SANT’UBALDO, SCENARI PIÙ INCERTI PER SAN GIORGIO E SANT’ANTONIO

Natale è sinonimo di pace, serenità e feste in famiglia, ma per gli eugubini assume anche qualche significato (per così dire) extra. Ad esempio è il momento dell’anno in cui si torna a parlare di Ceri, per quanto è difficile trovare un periodo all’interno di qualsiasi stagione nel quale il dibattito possa rimanere in disparte. Passate le feste però è tempo di eleggere i Capodieci di brocca per la corsa 2020 e inevitabilmente da settimane il pensiero corre a quel che accadrà nella giornata di domenica 12 gennaio, quando i ceraioli di tutti e tre i Ceri si ritroveranno nelle rispettive taverne per procedere con le votazioni. E per quanto sia presto ancora per delineare scenari con una certa attendibilità, di nomi e papabili se ne sente parlare con una certa frequenza aspettando le riunioni che dovranno ufficializzare le candidature.

SANT’UBALDO VERSO UNA CANDIDATURA UNICA I ceraioli di Sant’Ubaldo sembrano già aver individuato il nome buono: è quello di Alessandro “Pittino” Nicchi, figlio dell’indimenticato Enrico, al momento unico candidato (lo statuto dei santubaldari prevede che fino al giorno precedente ogni ceraiolo possa proporre la propria candidatura) ma considerato da molti come il probabile vincitore anche in caso di un possibile duello con altri ceraioli, al netto peraltro della “rotazione” non scritta tra zone che dovrebbe favorire un candidato della manicchia di San Pietro-Sant’Agostino dopo che negli ultimi due anni la brocca è andata a Santa Lucia (con Fabrizio Martini) e Padule (con Pietro Menichetti).

SAN GIORGIO, TOCCA ALLA PIANA Toccherà alla manicchia della Piana esprimere il Capodieci del

Cero di San Giorgio, così come previsto dal meccanismo di rotazione a 6 anni previsto nello statuto della Famiglia del Sangiorgiari. Nella riunione dello scorso 6 dicembre è emersa la volontà di procedere con tre candidature, evitando così la scrematura all’interno della zona qualora il numero fosse superiore, come da regolamento: Jacopo Cenni, Maurizio Tosti e Fabio Uccellani hanno manifestato la loro intenzione di presentarsi all’elettorato sangiorgiaro e dovranno confermare la candidatura nel corso della riunione prevista in taverna venerdì 3 gennaio.

SANT’ANTONIO ALL’INSEGNA DELL’EQUILIBRIO Negli anni pari la brocca santantoniara tocca le zone fuori dalle mura cittadine, con l’esito che si preannuncia alquanto incerto.

L’ufficialità delle candidature avverrà nella serata di venerdì 13 dicembre (due giorni dopo la chiusura del giornale) ma le previsioni danno Andrea Allegrucci (Colonnata/Mengara), Paolo “Ciri” Fioriti (Madonna del Ponte) e Andrea Tomassini (muta de Spara) tra i probabili candidati, anche se non è escluso l’inserimento di altri nomi all’interno del lotto.

ECCO L’ALBUM 2019 Come ogni anno 15Giorni e PhotoStudio hanno dato alle stampe “I Ceri - La Festa 2019”, l’album fotografico che attraverso 900 e passa foto ripercorre tutti i momenti salienti dell’edizione della Festa dei Ceri del 15 maggio e di quelle legate a Mezzani e Piccoli, con una sezione dedicata al St.Ubaldo Day di Jessup e alla Cremations de trois sapins di Thann, città gemellate con Gubbio. L’album sarà disponibile in tutte le edicole e librerie a partire dal 19 dicembre al solito prezzo di 15 euro. Un prezioso ricordo, oltre che un’ottima idea regalo in vista delle festività natalizie.

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KARATE Il tatami regala altre soddisfazioni all’atleta eugubina protagonista assoluta nella Coppa Shotokan

ANNALISA CASINI È SEMPRE D’ORO

Non si stanca di vincere Annalisa Casini. Anzi. Dopo gli ottimi risultati in maglia azzurra agli Europei, ecco il 7 dicembre scorso un altro exploti in Veneto, a Torri di Quartesolo in provincia di Vicenza, dove si è disputata la 51a edizione della Coppa Shotokan, paragonabile alla Champions League del calcio), con 11 Paesi oltre all’Italia. Annalisa ha conquistato una medaglia d’oro e una d’argento, mentre il marito Nicola Bianchi si è congedato con un argento dall’attività agonistica che fissa a 35 anni il limite d’età. Per Nicola anche il tributo, con l’inchino in segno di rispetto, del giapponese Hiroshi Shirai, maestro 10° dan, universalmente riconosciuto come miglior maestro di karate ancora in vita (classe 1937), insignito dal governo giapponese della massima onorificenza, con le felicitazioni delle autorità italiane ed internazionali del karate per la carriera sempre ai più alti livelli.

Annalisa continua a raccogliere i migliori risultati dopo aver mosso i suoi primi passi nel karate presso il dojo Karate Club Gubbio, diretta dal maestro Gaetano Pierotti, cintura nera sesto dan. Fino a 18 anni, seguendo i consigli esperti del maestro Gaetano, ha collezionato primi e secondi posti nelle più importanti competizioni, dal Trofeo Topolino al Trofeo delle Regioni fino agli Europei e gli Assoluti Italiano. Alla soglia della maggiore età, sempre spinta dal suo storico maestro Pierotti, c’è stato l’ingresso in Nazionale di cui è tuttora (a 27 anni) elemento determinante. E tutto ciò fa si che rimanga ancora agganciata alle sue origini: infatti, anche se insieme al marito Nicola sta portando avanti una propria palestra a Viareggio (Junkan Dojo), non perde occasione per poter tornare a Gubbio per allenarsi con compagni e amici del Karate Club Gubbio.

GAETANO ROSSI, L’ARCHITETTO CHE AVEVA TANTA CULTURA

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È scomparso l’architetto Gaetano Rossi.

Lo ricorda in modo speciale il sindaco Filippo Mario Stirati, che evidenzia la “figura di riferimento nella vita politica, culturale e sociale della città. È una perdita non solo per gli affetti famigliari e per gli amici, ma per l’intera comunità eugubina, all’interno della quale ha ricoperto ruoli fondamentali quale consigliere comunale, nonché dirigente della Comunità Montana, dimostrando in ogni caso preparazione e impegno. Va sottolineata la sua tenace volontà di proseguire, quale sensibile erede, una nobile tradizione del nostro artigianato artistico più autentico. Architetto qualificato, attento ricercatore, ha prodotto opere preziose quali ad esempio il volume ‘Angelo da Orvieto genio del suo tempo’, frutto di ricerca sull’opera di Angelo da Orvieto che si ricorda artefice anche del Palazzo dei Consoli di Gubbio, oltre al Palazzo dei Priori di Città di Castello; volume presentato il 26 ottobre scorso nella sala Trecentesca di Palazzo Pretorio. La sua natura riservata e seria ci lascia una ricchezza di vita e di coraggio che servirà a guidare ed arricchire la nostra esistenza”.

NUMERI UTILI Centralino Comunale 075.92371 Centralino Osp. Branca 075.9270801 Pronto Soccorso 075.9270744 Numero Verde Farmacie 800.829058 Guardia Medica 075.9239468 Sez. Croce Rossa 075.9273500 Gubbio Soccorso 075.9277779 Misericordia Gubbio 340.3859797 Carabinieri 075.9235700 Vigili del Fuoco 075.9273722 Vigili Urbani 075.9273770 Cimitero Civico 075.9237690 IAT 075.9220693 Servizio Taxi 075.9273800 Carabinieri Forestali 075.9272585 Guardia di Finanza 075.9273789 Centrale ENEL 800.900.800 Canile 075.9274963 Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 ACI Soccorso Stradale 333.5224537

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