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quindicinale d’informazione
SABATO 13 GIUGNO 2020 ANNO VIII NUMERO 121
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I LADRI SONO TORNATI AL LAVORO FURTI E TRUFFE HANNO RIPRESO A SEMINARE PAURA E RABBIA, CON I SOLITI IGNOTI SPREGIUDICATI SOPRATTUTTO IN PERIFERIA. NELLA CRISI ECONOMICA, CHE SI ACUISCE CON L’EMERGENZA CORONAVIRUS, SI TEME UN PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE SOCIALE. LE MISURE DI SICUREZZA NON RASSICURANO: POCHI CONTROLLI E DETERRENTI SU UN TERRITORIO VASTO. PREOCCUPAZIONI ANCHE PER LA DROGA
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COPERTINA
LADRI E TRUFFATORI, SI RICOMINCIA SONO RIPRESI I BLITZ NELLE CASE CON AZIONI SEMPRE PIÙ AUDACI. LA PANDEMIA STA LASCIANDO UNA CONDIZIONE SOCIALE PREOCCUPANTE CHE FA TEMERE UN AUMENTO DELLA CRIMINALITÀ. RIEMERGE IL PROBLEMA DEI CONTROLLI E LE ATTESE MISURE DI SICUREZZA. ALLARME PURE PER LO SPACCIO DI DROGA Stiamo attenti: ladri e truffatori sono tornati al lavoro. Non conosciamo i turni né le modalità, però sono rientrati in piena operatività per pianificare e realizzare i colpi nell’emergenza coronavirus che ha allentato la morsa. Sì, purtroppo rubare e truffare è diventata un’occupazione. Spesso è redditizia perché i controlli sono pochi, i deterrenti non ci sono e il senso di sicurezza è nuovamente ai minimi. La crisi sanitaria si porta dietro quella economica dopo il lockdown e in un territorio vasto come quello eugubino il rischio di un aumento della criminalità è temuto e temibile. Stucchevole la faccenda del Commissariato di Polizia che la Giunta Stirati e il Consiglio Comunale compatti hanno richiesto, ben sapendo che ci sono zero possibilità di vederlo aperto. FONTEVOLE NEL MIRINO Mettiamoci nei panni del distinto signore eugubino da anni residente a Roma che, tornato dopo la clausura nella sua casa in via del Ghirlandaio nella zona di Fontevole, ha ritrovato l’abitazione visitata dai ladri che hanno lasciato il segno. Ha trovato la finestra del bagno forzata. Ignoti hanno rubato utensili da cucina, asciugamani, arredi bagno, un televisore nuovo; poi nel garage hanno avuto modo di arraffare liquori e spumanti pregiati conservati in una cantinetta, fino a salire al piano superiore spaccando dei vetri. È qui che sono stati lasciati i segni peggiori, dato che sono state messe a soqquadro le stanze per poi picconare il muro dov’era collocata la cassaforte
di MASSIMO BOCCUCCI
in un vero e proprio cantiere con vari attrezzi. È stata aperta una crepa sul muro per riuscire a portare via la cassaforte, al cui interno c’erano 400 euro più altri oggetti. Oltre al furto ci sono anche i danni, quantificati attorno al migliaio di euro. Il proprietario ha chiamato le forze dell’ordine, che hanno aperto l’indagine con l’incognita di quando può essere stato consumato il blitz visto che l’abitazione è rimasta disabitata per settimane. SENZA FRENI Ci sono stati delle visite sgradite nelle frazioni. A Nerbisci brutta sorpresa al rientro in casa dei proprietari per l’ora di pranzo con una finestra forzata: rubati preziosi per un valore di circa 40mila euro. Una porta d’ingresso è stata invece forzata a Ospedaletto di Mocaiana, in una zona di campagna lungo la strada provinciale che porta a San Benedetto Vecchio: sono spariti oggetti in oro dal valore di almeno 20mila euro. E sono riemersi anche i truffatori, che prendono di mira specialmente le persone anziane. È stato rispolverato da ignoti il solito trucco del finto incidente e della chiamata di un avvocato fasullo. Così è stata in inganno una signora a ridosso del centro storico, alla quale è stato comunicato un falso incidente con il Segue a pag. 4
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coinvolgimento di familiari per poi chiederle denaro o preziosi per poter intervenire come legali e risolvere le questioni burocratiche. La signora, sotto choc, si è precipitata a recuperare in casa soldi e oggetti d’oro per consegnarli a una donna nei pressi di un supermercato vicino casa. A distanza di poco tempo, dopo aver rintracciato i familiari, ha appurato che l’incidente non era mai avvenuto, con la seguente denuncia ai carabinieri che raccomandano di prestare attenzione a questo tipo di truffe. PURE LA DROGA Sotto lockdown non è mancata neanche la droga, visto che un inda-
gine dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Gubbio ha individuato e sventato un’attività di spaccio in una zona boschiva nascosta di Mengara. La storia sarebbe andata avanti chissà come e per quanto tempo, finché sono stati arrestati due giovani albanesi in flagranza di reato, con le procedure per il divieto di dimora sul territorio regionale. I due arrivavano da Perugia con il proprio mezzo, nascondendosi all’interno della vegetazione, da dove uscivano per consegnare la cocaina agli acquirenti. Sul posto è stato rinvenuto materiale da taglio e buste in cellophane per il confezionamento della droga, oltre a una somma in denaro.
IL CASO Si profila un duro scontro tra il comando dei vigili urbani e i coinvolti nel movimentato 15 maggio
LA BATTAGLIA DEL VIDEO E DEI CONTROLLI
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I concitati momenti si prestano a svariate inNon sarà facile venire a capo dei concitati momenti in corso Garibaldi nel pomeriggio del 15 terpretazioni e la ricostruzione dei fatti sarà maggio. Molto più complicato dell’assembracomplessa, se e quando approderà in un’aula di tribunale. Nel passeggio della folla in corso Garimento mattutino in piazza San Martino risolto con sanzioni amministrative e quarantene di baldi nel video circolato si vedono anche minoqualche decina di sammartinari per chiudere il renni e persone con la mascherina e distanziate. caso senza ulteriori strascichi. La faccenda del Si discute - ed è materiale in mano ai legali dei corso è davvero complicata dopo che il comancittadini coinvolti - sul fatto che gli agenti delle Assembramenti del 15 maggio forze dell’ordine non avrebbero proceduto ad do della Polizia Locale ha inoltrato alla Procura alcuna identificazione né alla richiesta di autocertificazione deldella Repubblica di Perugia cinque notifiche per altrettante persone. Si sono aggiunti via via altri elementi alla controverle persone presenti e il cui comportamento è stato oggetto di censura. sa vicenda. La procura perugina è stata chiamata in causa sui fatti che hanno visto coinvolto un vigile urbano, il quale ha giBATTAGLIA LEGALE rato un video con il cellulare poi finito sui social in una catena Fanno discutere, infine, i ristretti tempi di azione per redigere le senza fine, con le indagini chiamate a chiarire i vari passaggi. Si notifiche alla procura perugina e i verbali sanzionatori. Si parla pone un problema di privacy tanto nella realizzazione avvenudi ipotetici vizi di forma e di una velocizzazione dei tempi che rischia di innescare reazioni a catena con una battaglia legale ta a distanza ravvicinata quanto soprattutto nella veicolazione senza precedenti. La Polizia Locale ha ritenuto di agire nei tempi delle immagine. Il vigile urbano avrebbe inoltrato soltanto ai e modi che ha ritenuto più opportuni, in un clima interno non suoi superiori il video, che poi sarebbe finito anche nelle chat semplice per situazioni pendenti sfociate in procedimenti avviadegli amministratori comunali fino a raggiungere un’infinità di persone. Il responsabile del servizio di Polizia Locale, Elisa Floti, presunti contenziosi e posizioni discusse, come la presenza nelle stesse funzioni fiduciarie del comando della dipendente ridi, non ravvisa questioni legate alla privacy e si vedranno gli Nadia Ercoli imputata nel processo Trust in cui il Comune risulta sviluppi pure su questo fronte con il paventato coinvolgimento costituito parte civile. La gestione del servizio è completamente della Polizia Postale per risalire ai movimenti del famoso video. legata all’Amministrazione Comunale in quanto non autonomo IPOTESI DI REATO con un proprio dirigente - come di solito si registra nei Comuni Il magistrato valuterà i contenuti delle notifiche a carico di sopra i trentamila abitanti - ma con un responsabile che dipencinque persone con le indiscrezioni che vogliono come ipotesi di reato l’aggressione e l’oltraggio a pubblico ufficiale, oltre de da un settore e ripercussioni particolari per questo anche al mancato rispetto delle norme di sicurezza anti-coronavirus. sulla premialità economica. M.Boc.
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CULTURA
RIAPRONO I MUSEI, FUORI USO GLI ASCENSORI TORNANO LE VISITE AI LUOGHI DELLA STORIA E DELLA CULTURA CON TUTTE LE MISURE DI SICUREZZA. RESTANO INVECE CHIUSI, PER ORA, GLI IMPIANTI PUBBLICI DI RISALITA VERSO LA PARTE ALTA DELLA CITTÀ I luoghi della storia e della cultura sono anche quelli dello spirito che guarda alla Bellezza. Così, vederli riaperti è un segnale forte di speranza per riprendere a vivere e ad ammirare il patrimonio. Stanno riaprendo i musei eugubini, mentre nella parte alta della città restano al momento fuori uso i due ascensori pubblici che collegano con piazza Grande e da via XX Settembre verso il duomo. Ci sono problemi tecnici legati principalmente alle misure sanitarie di protezione per poter ripristinare i servizi. Questa situazione crea innegabili difficoltà, specialmente per lo spostamento dei disabili, per raggiungere il Museo Diocesano, palazzo Ducale e la cattedrale. Il Museo Diocesano, nel palazzo che ospitava il Collegio dei Canonici (giovani prelati addetti al culto liturgico del duomo), è accessibile coi protocolli di sicurezza in questa fase dal giovedì alla domenica dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Ospita una raccolta d’arte di pregio con capolavori di Mello da Gubbio, sculture della cerchia di Arnolfo di Cambio, oltre che un importante collezione orafa e archeologica. RETE DI CAPOLAVORI ”È di particolare significato la riapertura dei luoghi che custodiscono le testimonianze della storia, la cultura, la bellezza e nel caso del museo diocesano anche della fede - dice il vescovo Luciano Paolucci Bedini -, perché ci incoraggiano a fondare le nostre ripartenze sulla fiducia e la speranza, potendo confidare sulla capacità dell’uomo di sostenere imprese grandi per il bene di tutti, con impegno e creatività”. In questo polo, gestito dall’as-
di MASSIMO BOCCUCCI
sociazione culturale La Medusa, ci sono pure la Raccolta delle Memorie Ubaldiane, la chiesa di Santa Maria dei Laici detta dei Bianchi e la chiesa di Santa Maria Nuova (aperte dal venerdì alla domenica dalle 10.30 alle 12,30 e dalle 16 alle 18), con le mostra di Giammarco Puntelli Infinity Academy. LE AVVERTENZE “Non è semplice - spiega Elisa Polidori, presidente de La Medusa - ma la città ha bisogno di lanciare un messaggio di normalità e di nuovo slancio culturale. Le strutture ci consentono un’adeguata gestione del pubblico, un corretto distanziamento e contingentazione degli ingressi con il ricambio d’aria delle sale, tenendo sempre conto delle esigenze sanitarie attuali ma anche e specialmente della tutela delle opere conservate. Visitare un museo in sicurezza si può e si deve”. L’ingresso viene consentito per ogni struttura a un numero limitato alla volta di persone, munite di mascherina e attese alla disinfezione delle mani all’ingresso. Per gruppi superiori alle dieci unità, non dello stesso nucleo familiare, è richiesta la prenotazione. Hanno riaperto i battenti anche il palazzo Ducale, dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 19), e l’area archeologica della Guastuglia, dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 19.30 (ultimo accesso alle 19) mentre a luglio e agosto dal giovedì alla domenica con lo stesso orario.
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COPERTINA
BIBLIOTECA SPERELLIANA, SONO ARRIVATI I MILANESI LA COOPERATIVA CAEB È SUBENTRATA, DOPO UNA GARA D’APPALTO, AGLI STORICI DIPENDENTI ANDATI IN PENSIONE. NON SONO PREVISTE NUOVE ASSUNZIONI. INTANTO L’ASSESSORE ODERISI NELLO FIORUCCI ANNUNCIA UN PROGETTO PER VALORIZZARE L’ARCHIVIO FOTOGRAFICO Non saranno sostituiti con un concorso e l’assunzione a tempo indeterminato gli storici dipendenti comunali che per lunghi anni hanno svolto servizio alla biblioteca comunale Sperelliana. E non ci saranno, dunque, nuove opportunità occupazionali. La scelta della Giunta Stirati di appaltare il servizio a esterni, con una gara attraverso la stazione appaltante della Provincia di Perugia, ha premiato una realtà esterna, la cooperativa Caeb con sede a Milano, entrata in attività dal 1° giugno scorso garantendo due persone come personale fisso più altre due in certi periodi dell’anno. Il servizio è gestito dal Comune con il coordinatore Francesco Mariucci e due dipendenti comunali, di cui uno part-time, mentre al resto pensa la cooperativa milanese che ha un contratto fino al 2 giugno 2023 con la possibilità del rinnovo triennale. LE STRATEGIE La Caeb gestisce le biblioteche dell’università di Perugia, così come di Genova, la Normale di Pisa e il Politecnico di Torino. Si tratta dunque di un colosso del settore che chiaramente toglie la connotazione locale del servizio e non offre opportunità di impiego per i giovani del territorio eugubino sempre più costretti a cercare fortuna altrove. La Sperelliana ha inizialmente riaperto i battenti per il servizio di prestito libri con consegna e restituzione secondo le misure di sicurezza nell’emergenza coronavirus. L’ha fatto nella prima fase con il personale interno comunale. Il lockdown ha bloccato i passaggi tecnico-burocratici che si sono poi completati per far insediare il primo giugno la Caeb dopo aver verificato l’assenza di ricorsi degli altri concorrenti sulle procedure d’appalto. L’assessore alla Cultura, Oderisi Nello Fiorucci, ha fatto riferimento ai criteri per l’individuazione del nuovo gestore, dopo il pensionamento degli storici dipendenti comunali: la maggior parte del punteggio è stato riservato all’offerta qualitativa, compreso l’utilizzo del personale, e per una parte minore percentuale all’offerta economica.
ARCHIVIO FOTO L’assessore Fiorucci ha annunciato un nuovo progetto volto a valorizzare l’archivio fotografico che raggruppa documenti, su carta fotografica e in diapositiva, acquisiti nel tempo in vario modo, direttamente dal Comune oppure tramite donazioni di privati e già oggetto di un primo importante intervento di classificazione, ordinazione e digitalizzazione delle fotografie a cura dei bibliotecari Ivana Carletti e Massimo Cacciamani che hanno curato questo vero e proprio patrimonio locale. “Ora il nuovo obiettivo - spiega Fiorucci - è assicurare la migliorare conservazione e fruizione di queste importanti testimonianze della storia della fotografia nel territorio mediante la loro sistematica scannerizzazione, catalogazione e messa a disposizione in una banca dati online accessibile dal sito della stessa Sperelliana. Questo impegnativo lavoro vede il coinvolgimento di appassionati volontari, come l’esperto eugubino Massimo Bei, che mettono a disposizione competenze per assicurare un risultato che altrimenti richiederebbe investimenti ben maggiori in termini di risorse e di tempo. L’archivio fotografico vuole essere la memoria fotografica collettiva della comunità e per questo ricordiamo che la biblioteca è pronta a ricevere in donazione materiale fotografico privato che potrebbe andare disperso. Ogni singola fotografia ricevuta sarà schedata e sistemata ed entrerà a far parte di questo patrimonio che consente una particolare chiave di lettura della storia e cultura locale. Per informazioni: www.bibliotecasperelliana.it (sezione Eventi). M.Boc.
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SCUOLA
MARINANGELI E NADERY VANNO OLTRE L’EMERGENZA
di MASSIMO BOCCUCCI
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LA SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI SUPERIORI EUGUBINI CON GLI EFFETTI DEL COVID-19 E LE PROSPETTIVE TRA GLI ESAMI DI MATURITÀ E LA RIAPERTURA A SETTEMBRE
La scuola al tempo del coronavirus. Quello che è stato, quello che sarà tra gli esami di maturità e la complicata ripartenza a settembre pure per lo stato confusionale del governo con il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ormai da mesi nel Maria Marinangeli mirino delle contestazioni per i continui cambi di rotta senza idee e con buone dosi di schizofrenia politica tra gli annunci, i ripensamenti, i provvedimenti. La situazione eugubina in questo coinvolgimento a distanza dei dirigenti scolastici superiori, Maria Marinangeli del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” e David Nadery del polo tecnico “Cassata-Gattapone”. Come ha gestito il lockdown? M. “Abbiamo fatto tutto quello che ci è stato richiesto. La scuola ha messo in campo fin da subito il sistema di didattica a distanza per tutti i nostri studenti. Abbiamo fornito Pc, iPad e connessione a chi non ne aveva. Abbiamo raggiunto il 100 per cento. Tutti hanno lavorato con grande impegno e serietà. Anche i giovani diversamente abili sono rimasti in contatto con i propri compagni e gli insegnanti. Un lavoro di squadra straordinario, di cui sono grata a tutti. A livello amministrativo, il personale ha operato in modalità di lavoro agile, ciò ha comportato un investimento di risorse. Io sono rimasta a casa, gestendo i rapporti con le componenti della scuola su tutte le piattaforme possibili. I collaboratori scolastici,
hanno più volte fatto incursioni negli edifici per controllare se tutto era a posto, annaffiare le piante, spolverare. Insomma, una comunità chiusa a casa ma aperta alla novità della sfida che avevamo di fronte”. N. “La sospensione delle attività David Nadery didattiche e il successivo regime di smart working per tutto il personale è stato gestito in emergenza ma con efficacia. Tramite la condivisione di desktop remoto e la possibilità di accedere ai documenti in archivio corrente da casa, è stato possibile continuare sia l’attività amministrativa che, con altre modalità, quella didattica”. Gli studenti si sono adeguati alla situazione? N. “Hanno inevitabilmente mostrato maggiore confidenza con il mezzo tecnologico degli adulti. Il vero problema non è stata la loro capacità di resilienza, assolutamente notevole, ma il fatto che per gran parte di loro la Dad è stata svolta tramite smartphone, device non adatto a una didattica piena e completa”. M. “Sì, hanno mostrato una grande capacità di resilienza. Al di sopra delle aspettative. Tutti pensavamo che non avrebbero resistito alla chiusura, invece si sono rivelati una piacevole sorpresa, pur nella sofferenza di un momento drammatico. Coraggiosi e forti”. La scuola italiana come esce da questa esperienza? M. “Io sono una ottimista per natura e mi piace sempre guardare
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in avanti. Abbiamo imparato tante cose nuove che andrebbero implementate. Non si può pensare a un sistema di Dad in eterno, ma bisogna far tesoro di quanto fatto. Mi auguro che possano essere messe a frutto per il futuro esperienze forti di didattica innovativa. Leggendo si trovano narrazioni bellissime di esperienze e sperimentazioni, modalità di erogazione della didattica nuove e innovative. Ora bisognerebbe che ci fosse davvero un investimento serio sulla scuola. Gli insegnanti italiani hanno dimostrato di poter offrire le proprie competenze, anche con modalità nuove, dall’oggi al domani. Ora c’è bisogno di strutture moderne, arredi per ambienti didattici innovativi, flessibilità oraria e fiducia nel personale della scuola. Rimanere ancorati con lo sguardo al passato non serve, bisogna guardare avanti con fiducia”. N. “La scuola ne esce certamente provata, soprattutto per il grande lavoro che in questi mesi hanno dovuto sostenere gli insegnanti, insieme al personale tutto. Ma di certo sono emerse alcune novità, si sono affinate alcune competenze, e ci siamo resi conto tutti quanti che il servizio scolastico non può essere garantito con efficacia solo in presenza: anche la distanza, con le sue peculiarità, può diventare un interessante modalità di integrazione della didattica. Di certo nel settore amministrativo, le segreterie, e per quanto riguarda le riunioni degli organi collegiale, le soluzioni a distanza potranno continuare a integrare le attività in presenza”. Cosa si aspetta nel suo istituto dagli esami di maturità? N. “Spero di potermi aspettare il rispetto di tempi, spazi e procedure, al fine di garantire uno svolgimento sereno in piena sicurezza per tutti. Mi pare il massimo possibile, stante la situazione in atto”. M. “Mi aspetto una risposta bella e positiva da parte degli studenti che hanno dimostrato un grande spirito di adattamento. Speravo che il rituale dell’esame fosse stato diverso, ma pur in questa modalità solitaria sono certa che ci regaleranno sorprese. Mi auguro che il loro futuro sia più sereno, e che scelgano di proseguire gli studi. C’è bisogno di gente preparata per ricostruire l’Italia”. Quali saranno gli aspetti organizzativi dominanti per l’esame? M. “Mascherine, igienizzanti in ogni dove, entrate e uscite separate. Abbiamo predisposto tutto. La sicurezza c’è, come la legge prescrive, ma c’è anche tanta tristezza nel vedere una scuola irregimentata dietro le tante troppe regole”. N. “Di sicuro la procedura in ingresso, con la misurazione temperature agli adulti, la richiesta di autocertificare il proprio stato di salute per i ragazzi, i dispositivi come mascherine, schermi di plexiglass nelle aule e negli uffici, saranno le modalità più evidenti. Per il resto, l’esame consisterà in un orale di poco meno di un’ora, all’interno del quale si cercherà di dare conto di tutto il percorso svolto dagli alunni”.
Si sta attrezzando per la ripresa della scuola a settembre? N. “Il tema di settembre, come appare chiaro anche dalle notizie su media e social, risulta molto confuso. Si stanno rendendo conto che soluzioni reali non ce ne sono, e piano piano vedo una tendenza a ipotizzare un rientro totale degli alunni a settembre, magari con accortezze e dispositivi. Certo, si tratta di un rischio: la scuola, per le caratteristiche intrinseche che ha, resta il luogo privilegiato del contagio, orizzontale e verticale, tra coetanei e tra generazioni diverse. Staremo a vedere”. M. “Ci stiamo pensando. Sono uscite le linee guida del Cts che risultano ancora molto nebulose. Il decreto legge sulla scuola è stato approvato, ora cerchiamo di capire cosa la task force del Ministero ci dirà. Certo, ancora la situazione è in alto mare. Abbiamo fondi da spendere, ma occorrerebbe una sinergia con la Provincia per evitare di programmare interventi doppi. Abbiamo qualche classe sovraffollata che dovremmo collocare in spazi ampi di cui non disponiamo. Ci stiamo attrezzando con grande difficoltà”. Le difficoltà maggiori che pensa di incontrare? M. “La difficoltà maggiore, se rimangono queste regole, sarà rispettare il distanziamento. Le nostre aule consentono una capienza, al netto degli arredi che comunque prendono spazio, di 15-18 persone. Le classi sono numericamente più corpose. Dovremo far capire agli studenti che la nostra vita per un po’ sarà diversa: non potranno fare le scorribande nei corridoi, né affollarsi al bar. I servizi dovranno essere usati con le regole imposte, il modo di stare insieme a scuola cambierà. Se dovessimo fare turni o ingressi scaglionati ci affideremo a modalità flipped classroom. Siamo preparati a tutto”. N. “La gestione dei numeri, degli spazi, degli assembramenti strutturali nelle scuole, come le palestre, ricreazioni, ingressi, uscite, cambi dell’ora, il tutto immaginando un rientro a ranghi completi. Non prendo al momento in considerazioni altre soluzioni, in attesa di linee guida dal Ministero”. Cosa avrebbe fatto che non è stato possibile fare? N. “In realtà credo che, per la novità della situazione creatasi e per la sua innegabile gravità, la chiusura dei plessi scolastici sia stata saggia. Per quanto riguarda il nostro istituto, sono soddisfatto di come tutto il personale, docente e non, ha risposto all’emergenza, insieme agli alunni. Abbiamo anche i dati di un monitoraggio recentemente analizzato, molto incoraggianti e pieni di nuove idee”. M. “L’anno scolastico si è interrotto la sera del 4 marzo per la mattina del 5. Avrei voluto parlare con i giovani per prepararli a quanto sarebbe successo, dal vivo e non dietro il Pc. Poi mi è mancato tutto quello che di solito si fa nella seconda parte dell’anno: la conclusione dei tanti progetti, la gita delle quinte, la palpitazione dell’attesa dell’esame, pranzi e cene di fine anno. È venuto meno tutto quello che riguarda la relazione, che nessun computer potrà mai sostituire”.
IL CASO Automobilisti hanno segnalato la presenza dei mammiferi nell’area, favorita dall’erba alta e non curata
LA ROTATORIA DELLA CONTESSA ADESSO È PREDA ANCHE DEI CINGHIALI
Da cartolina d’accesso alla città a potenziale oasi però rispondere che qualora avessero proseguito “protetta” il passo è relativamente breve. Un luonel loro intento si sarebbero visti recapitare una denuncia da parte di Anas, deputata alla gestiogo privilegiato anche per specie animali: chissà che non sia questo il futuro della rotatoria della ne dell’area. Il lockdown ha certamente condizioContessa, ancora una volta lasciata all’incuria e nato la manutenzione delle aree verdi, con tanti divenuta oggetto di attenzioni da parte di maminterventi rimandati vista la complessità delle norme per poter operare in sicurezza. Ma giunti miferi a caccia di nuovi spazi. Gli ultimi della lista, Erba alta alla rotatoria alle porte della stagione estiva, con la riapertura manco a dirlo, sono i cinghiali: li ha avvistati più delle regioni ormai consolidata da settimane, la rotatoria non di un automobilista, lanciando all’unisono l’allarme. E questo s’è ancora rifatta il look. Con l’aggravante però che, oltre alla perche il mezzo ettaro di superficie nella quale trovano posto brutta immagine proposta a chi arriva dalle Marche (e più in tantissime specie vegetali, con una biodiversità talmente partigenerale dal Nord), la presenza di cinghiali finisce per rapprecolare da affascinare molti appassionati del settore, da settimane ormai è lasciato all’incuria, con un’erba altissima che sembra sentare un pericolo per tutta la comunità locale. Un allarme non fatta apposta per le imboscate. di poco conto dopo che nelle ultime settimane sui social si sono Della questione c’eravamo occupati lo scorso anno, dando voce susseguiti i video di vere e proprie scorribande dei mammiferi anche alle lamentele di privati cittadini e associazioni della zona nelle vie del centro storico, con il letto del torrente Camignano Ovest della città che negli anni passati si erano occupati in forutilizzato come corsia preferenziale per l’ingresso in città. ma del tutto gratuita della gestione della rotatoria, sentendosi R.Bar.
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RIFIUTI E CEMENTERIE, STIRATI CHIAMA LA REGIONE DIBATTITO APERTO E ROVENTE SULLA RICHIESTA DI BARBETTI E COLACEM DI SOSTITUIRE PARTE DEL COMBUSTIBILE UTILIZZATO NEGLI IMPIANTI A SEMONTE E GHIGIANO CON IL CSS. IL COMUNE CHIEDE ALLA REGIONE DI NON ESSERE SCAVALCATO Dal Comune arrivano segnali da interpretare e messaggi alla Giunta Regionale sull’utilizzo del Css nei due cementifici. “Siamo disponibili a un confronto sereno e pacato - dice il sindaco Filippo Mario Stirati - ma non vogliamo essere scavalcati dalla Regione, nel Filippo Mario Stirati pieno rispetto delle esigenze delle imprese eugubine, che rappresentano un patrimonio importante del tessuto economico, ma la nostra responsabilità è rappresentare tutta la comunità. La richiesta di Barbetti e Colacem di sostituire parte del combustibile utilizzato negli impianti a Semonte e Ghigiano con il Css (combustibile solido secondario) nasce “da normative europee - spiega l’assessore all’Ambiente, Alessia Tasso - che puntano all’abbattimento delle emissioni di Co2 per il quale viene richiesto tale utilizzo, a partire dal 2021, pena condizioni di svantaggio e costi superiori rispetto al mercato nazionale e internazionale che andrebbero a penalizzare fortemente i due colossi industriali”. “LA REGIONE FACCIA LA SUA PARTE” Per Stirati “serve grande senso di responsabilità da parte di tutti, condizioni di serenità e tranquillità. E serve anche grande condivisione da parte dell’intero Consiglio Comunale su questa posizione, che non è un no aprioristico ma la richiesta motivata di non essere scavalcati. Il tema non deve ridursi a bandierine da piantare. Non esiste alcun tipo di pressione nei nostri confronti. La Regione ha accumulato negli anni un grave ritardo su questo tema, si attende ancora un Piano dei rifiuti generale. Il nostro territorio versa già in condizioni difficili, con una discarica che non figura nella rete
di MASSIMO BOCCUCCI
delle discariche regionali, in un’area in cui il bando gara Ati 1 non si è mai concretizzato. Da soli abbiamo quasi raddoppiato, con il 65 per cento, la raccolta differenziata diffondendola ovunque con un salto di qualità enorme. Ora è la Regione che deve dire come vuole chiudere il ciclo. L’utilizzo del Css nei cementifici non rientra nelle politiche di questa Giunta e Gubbio non può diventare il terminale per chiudere il ciclo rifiuti di questa regione. Credo che tocchi alla Giunta Regionale verificare questo passaggio, con opportuni approfondimenti tecnici e scientifici. C’è uno studio dell’Auri che mi sembra troppo asettico. C’è la necessità di indicazioni di carattere tecnico e c’è al contempo bisogno di far crescere una cultura green nel governo umbro”. RISCHI PER LE IMPRESE L’assessore Tasso, ricordando un incontro avuto con i referenti delle due cementerie, ha evidenziato che è partito un iter nel quale “il Comune non può avere voce in capitolo in fase istruttoria, e anche in caso di modifica dell’Aia, il parere chiesto non sarebbe vincolante sebbene rimanga agli atti. Le imprese eugubine ci hanno spiegato che senza questo passaggio imposto dall’Ue, rischierebbero di collocarsi fuori mercato. C’è una scelta di politica aziendale legittima e rispettabile, per ricollocarsi su uno scenario di competitività, e c’è un’Amministrazione Comunale che rappresenta la città, che ha a cuore interessi di tipo pubblico, insieme a risvolti occupazionali che potrebbero derivare da certe scelte. Gli amministratori devono Alessia Tasso equilibrare questi interessi”.
PRESCIUTTI CINTI CHIEDE UN TAVOLO, GORACCI FA RIPARTIRE LA CROCIATA
Si sta surriscaldando il dibattito sullo smaltimento dei rifiuti. Il consigliere comunale Marzio Presciutti Cinti, candidato a sindaco sostenuto dal centrodestra, ha presentato una mozione nella quale critica apertamente la Giunta Stirati: “Il sindaco e l’assessore all’Ambiente, Alessia Tasso, hanno più volte sostenuto pubblicamente - ha evidenziato Presciutti Cinti - la validità della loro politica comunale in tema rifiuti, fondata sul conferimento in discarica, sull’incremento della volumetria della discarica di Colognola, su una timida e poco organizzata raccolta differenziata. Scelte sbagliate che vanno urgentemente corrette. La discarica è di per sé nociva per l’ambiente, a causa dei suoi percolati e emissioni gassose in atmosfera. Discorso ancor più grave per Colognola, fondata sopra una vecchia miniera di lignite. È tempo di occuparsi seriamente della gestione dei rifiuti, guardando alle migliori pratiche mondiali, fondate sulla massima differenziazione dei rifiuti, che dopo un processo di selezione possono diventare prodotti, sulla creazione della tariffazione puntuale nel nostro comune, basata sul principio per cui meglio differenzi meno tasse paghi, su una economia circolare, ambientale e sostenibile del ciclo dei rifiuti, su politiche di indirizzo del consumo verso prodotti imballati con materiali
facilmente riciclabili. Rimanere sulla strada segnata dalla Giunta Stirati ci porterebbe inevitabilmente all’emergenza. Restare immobili dicendo solo no, porterebbe con certezza a impliciti si legati e condizionati dall’emergenza del trattamento dei rifiuti, quindi a pericolose derive di incenerimento” Con la mozione, Presciutti Cinti punta a impegnare il sindaco a “rinnegare le attuali politiche in materia di rifiuti e indire la costituzione di un tavolo tecnico, pubblico e ampiamente partecipato, che formuli una nuova politica di gestione dei rifiuti, basata sulle migliori e più moderne pratiche che possiamo rintracciare nel mondo”. CROCIATA GORACCI Si è fatto sentire l’ex sindaco Orfeo Goracci, da sempre contrario all’incenerimento e soprattutto legato nei suoi due mandati allo sfruttamento della discarica quale vero business per il Comune come più volte rimproveratogli nel dibattito politico da diversi anni a questa parte. Ha ricordato sui social l’ordine del giorno presentato il 22 febbraio scorso, con il quale ha ribadito ogni contrarietà all’ipotesi incenerimento. “Ci voleva poco - ha scritto il consigliere comunale di minoranza - a capire l’aria che tirava per Gubbio, che poi è sempre la stessa”. M.Boc.
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POLITICA
I GRILLINI FANNO LE BARRICATE
di MASSIMO BOCCUCCI
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È RIPARTITO LO SCONTRO SULL’INCENERIMENTO DOPO LE APERTURE IN REGIONE. IL NODO DELLA DISCARICA E LA CORSA DEI POLITICI CHE CAVALCANO LE PAURE SENZA AVERE PERÒ IN MANO ALTRE SOLUZIONI. CARDILE (PD) CHIEDE UN TAVOLO TECNICO
Le discariche sono l’emblema dell’inquinamento e del fetore quotidiano (immaginate solo quelli che vivono nella zona di Colognola, per esempio). La raccolta differenziata è un totem che costa un botto e risolve soltanto molto parzialmente il problema. Altri sistemi? Ecco, a quelli dovrebbero pensare i politici senza cavalcare gli umori e le paure popolari (siamo un Paese di santi, navigatori, poeti, ultimamente anche virologi e naturalmente tutti espertissimi di smaltimento dei rifiuti), quanto per coinvolgere i migliori tecnici al mondo, svincolati da ogni appartenenza ideologico-politico-culturale, al fine di trovare soluzioni concrete. Certe crociate ambientaliste sono spesso frutto di tarli mentali più che di conoscenze reali. Ora sull’incenerimento dei rifiuti c’è una battaglia politica che si trascina da lunghi anni e che torna puntuale per rinfocolare polemiche e per la ricerca del consenso a tutti i costi (la storia anche a Gubbio ci ha insegnato di cosa sia capace la politica per lucrare voti). POSIZIONI CONTRARIE Ora si è rimesso in moto il partito dei contrari a prescindere. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha ricordato di aver vinto due elezioni anche con il “no all’incenerimento”. L’ex sindaco Orfeo Goracci c’ha sempre da fare con i poteri forti. Il Movimento 5 Stelle rilancia per l’occasione uno dei suoi cavalli di battaglia facendo riferimento ai “rumors che vogliono la Giunta Tesei pronta a fare di Gubbio l’immondezzaio dell’Umbria” per ribadire “la sua netta contrarietà all’incenerimento dei rifiuti e all’uso del Css come combustibile nei cementifici del territorio eugubino”. Della discarica di Colognola con le sue condizioni aberranti, i risvolti ambientali ed economici per il bancomat sempre agibile, non parlano i crociati del “mettete i fiori nei vostri cannoni”. LE RAGIONI DEI GRILLINI I grillini tornano a ricordare di volersi battere “per l’economia circolare e per l’applicazione dell’intelligenza al ciclo dei rifiuti. Con questa scelta, se fossero vere le indiscrezioni, il governo regionale sceglie di non essere intelligente: incenerire i rifiuti è una scelta politica sbagliata oltre che un grossolano errore che può portare
conseguenze gravi sia per l’ambiente che per la salute. Autorizzare a bruciare Css nel cementificio di Gubbio insieme al pet coke rischia di aggiungere all’inquinamento da carbone, già esistente, anche quello del Css influendo in modo negativo su tutta la zona dell’Alta Valle del Tevere, e rischia anche di sottoporre la cittadinanza a rischi elevatissimi”. Il movimento fa sapere che “bruciare i rifiuti significherebbe anche andare contro le ultime direttive europee dell’Agenda 2030 che sottolineano come la soluzione non sia quella di incenerire i rifiuti, ma riciclare il riciclabile. Direttive sposate anche dal decreto legge Ambiente del ministro Costa che procede verso questa direzione. Il Movimento 5 Stelle di Gubbio non può tollerare che un’area come quella dell’Alta Valle del Tevere venga compromessa definitivamente con una mossa politica così sciagurata. Esortiamo dunque il sindaco a interagire con il governo regionale per far sì che venga ripensata e rielaborata la scelta di bruciare i rifiuti nei due cementifici umbri, pretendendo controllo e monitoraggio sul suolo e sull’aria da parte degli enti competenti. Da parte nostra, come Movimento 5 Stelle di Gubbio metteremo in campo ogni iniziativa volta a scongiurare questa ipotesi. C’è bisogno anche che la cittadinanza e le associazioni ambientaliste comincino a mobilitarsi”. CARDILE E IL TAVOLO TECNICO Marco Cardile, reggente del Pd e capogruppo in Consiglio Comunale, sostiene che “non ci si può improvvisare esperti su temi delicati e importanti come salute ed ambiente. La politica in cui credo, quella seria, costruttiva e mai strumentale, ha lo scopo di essere intermediaria tra i cittadini e le istituzioni. Il percorso del ciclo dei rifiuti è stato avviato dalla Regione e dai suoi uffici tecnici sotto l’egida della Comunità Europea. Le amministrazioni comunali non possono né rifiutare né avvalorare queste proposte, ma non possono nemmeno essere spettatrici innocenti. Porteremo come Pd una mozione per chiedere un tavolo tecnico rappresentato dai tecnici degli uffici regionali, dall’assessore regionale competente, dagli enti preposti al monitoraggio ambientale della regione, al fine di avere chiarezza sulle caratteristiche del percorso della gestione dei rifiuti”.
I GIOVANI DEMOCRATICI RIPARTONO PROPRIO DAI RIFIUTI
e termovalorizzatore, pur tenendo conto del rispetto Il movimento giovanile del Partito Democratico prenambientale e dei costi-ricavi. Da anni la nostra città è de posizione sulla questione rifiuti. Giordano Nuti, stata sempre contro all’incenerimento di qualsiasi rifiu23 anni, iscritto sia al Pd che ai Giovani Democratici, è stato nominato sub-commissario del circolo di Gubbio to, ricordiamo la vicenda delle gomme bruciate all’ine della segreteria regionale della sezione giovanile del terno dei cementifici che portò ad una mobilitazione partito di Zingaretti, ha incentrato il suo primo intergenerale. I Giovani Democratici di Gubbio, si trovano contrari a qualsiasi interesse a bruciare rifiuti nei cevento sulla chiusura del ciclo dei rifiuti. “Il Piano regioGiordano Nuti nale - scrive Nuti - prevede la chiusura del ciclo facendo mentifici, cercando però di salvaguardare l’interesse meno ricorso alle discariche e puntando al riutilizzo e al riciclagdelle due realtà produttive e in particolare delle migliaia di lavogio ed il recupero di altro tipo, nelle stesso Piano viene prospetratori eugubini. Quindi chiediamo alla Giunta Regionale di trotato il potenziamento del sistema impiantistico di trattamento vare nuovi sistemi di chiusura del ciclo dei rifiuti, favorendo un del rifiuto indifferenziato attraverso interventi di adeguamento. aumento della differenziata e del suo riciclo. Ci impegneremo Non si parla di un incenerimento nei cementifici di Gubbio e perché questo tema sia centrale nel nostro percorso di ricostruSpoleto, ma anzi si parla di puntare su nuove tecnologie e la zione del circolo di Gubbio dei Giovani Democratici e allo stesso raccolta differenziata e il riciclo. Con la modifica regionale del tempo anche in quello di ricostruzione del Pd di Gubbio, di cui 2015, si prospetta questa possibilità, cioè l’utilizzo di cementifici vogliamo essere parte attiva e protagonista”. M.Boc.
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È IL RACCONTO DI CIÒ CHE SIAMO IL LIBRO DI MASSIMO BOCCUCCI E TIZIANA ZEPPA RACCOGLIE TRENTANOVE STORIE EUGUBINE, TRA VITA VISSUTA ED EVENTI, CHE HANNO CARATTERIZZATO I DUE MESI DEL LOCKDOWN. FATTI E SENTIMENTI GUIDANO ALLA SCOPERTA DI UN TEMPO CHE NON È PASSATO INVANO
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Un giorno, quando tutto questo sarà finito, ci si volterà indietro a rivedere e capire cosa è veramente successo nei giorni più difficili del coronavirus. Ciascuno lo farà guardando il mondo e anche la strada sotto casa, fino a cercare in se stesso emozioni e sentimenti che anche nella clausura sono stati un vissuto. Nel libro “Il filo della speranza - Storie al tempo del coronavirus”, di Massimo Boccucci e Tiziana Zeppa (editore Infopress), ci sono trentanove racconti eugubini tra vita vissuta ed eventi che non sono passati sopra la testa. La pubblicazione verrà presentata il 20 giugno alle ore 11 a palazzo Pretorio, con la presenza del sindaco Filippo Mario Stirati, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria Roberto Conticelli e i protagonisti delle storie raccontate. Si troverà in libreria e nelle edicole. “L’idea di scrivere questo libro - viene evidenziato dagli autori - è nata per caso durante una chiacchierata al telefono per commentare una delle tante notizie apparse sui giornali. Non volevamo che l’aspetto umano della nostra città scomparisse dietro una serie di numeri impersonali”. Massimo Boccucci, classe 1964, nell’attività di giornalista a tutto tondo è alla sua prima pubblicazione, lasciandosi alle spalle esperienze condivise, compresa la stesura di prefazioni per svariati libri. È direttore responsabile dell’agenzia di stampa Infopress, firma del Corriere dello Sport-Stadio dal 1985 e del Messaggero dall’89. È docente esperto esterno di un corso di giornalismo al Polo Liceale “Giuseppe Mazzatinti”. Nella Repubblica di San Marino è direttore responsabile del quotidiano la Serenissima il giornale dei sam-
marinesi, collabora con l’emittente San Marino Rtv consociata Rai ed è responsabile della comunicazione del Comitato Olimpico Nazionale Sammarinese. Tiziana Zeppa, classe 1964, è avvocato libero professionista civilista e penalista, e docente di discipline giuridiche ed economiche al Polo Tecnico “Cassata-Gattapone”, per il quale è anche docente referente per le attività volte a prevenire forme di bullismo e di cyberbullismo. Si occupa di diversi progetti e attività volte a promuovere la cultura della legalità e la tutela dei soggetti deboli. Nel 2002 ha contribuito alla pubblicazione del libro “Il sociale vuole consapevolezza”. L’immagine di copertina è del giovane Francesco Rosini e prefazione è curata da Roberto Conticelli, giornalista di punta del quotidiano La Nazione e presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti dell’Umbria. “Le parole sono persone, le persone sono cuori - scrive Conticelli -. Quindi raccontare vuol dire solcare a passo spedito un portone monumentale. Eccole, dunque, le settimane del coronavirus, ostacolo che non ti aspetti dietro la curva dell’esistenza, imprevisto epocale che tutti vorrebbero dimenticare e invece si ha il dovere di raccontare con piglio cronistico e sagace introspezione, rifuggendo ogni orpello e qualsiasi stilema fino ad affidare alla trama più lineare delle parole il crudo svolgimento dei fatti. Sì, proprio attraverso parole così forti da risultare quasi animate, Massimo e Tiziana ci fanno comprendere cosa significa l’emergenza nella quotidianità e nel concreto e come essa incida in profondità la corteccia della gente, spiegandoci che niente, dopo, sarà più lo stesso”.
LA STORIA Due coniugi contagiati a poche settimane dall’arrivo del loro primogenito. Prima l’ansia, poi la gioia
EDOARDO HA SFIDATO IL CORONAVIRUS
Luca e Serena hanno vissuto un’Odissea prima di savo a Edoardo e alle possibili conseguenze per diventare genitori, ma adesso si coccolano il piclui, ma anche per i miei familiari, specie mia noncolo Edoardo al quale un giorno racconteranno na che vive al piano di sotto. Non ci siamo mai ardi quando mamma e papà lo stavano aspettanresi, ci sono stati vicini in tanti, a cominciare dagli infermieri del distretto, che ho visto come degli do ma con un altro ospite, del tutto indesiderato angeli custodi, fino al sindaco Andrea Capponi. però, che portava ansia e preoccupazioni molto Poi, il peggio è passato ed è arrivato il piccolo che più della stessa attesa del primogenito. Luca è ci stiamo coccolando”. eugubino, Serena di Costacciaro dove vivono L’hashtag andràtuttobene l’hanno fatto proprio felici lasciandosi alle spalle. Al loro Edoardo dipiù di quanto non invitassero le mille immagini ranno che mancavano ormai poche settimane e quotidiane in pieno lockdown: era il modo miche si è materializzato il coronavirus aprendo un percorso complicato. Luca Aloigi e Serena Cogliore per domare le tensioni, i brutti pensieri, la paura del domani. Oggi Edoardo è il simbolo stanzi, coppia trentenne, hanno dovuto scalare Luca, Serena ed Edoardo Aloigi del ritorno alla vita. Papà Luca, che per un mese il monte Cucco e anche oltre. A metà marzo Luca è rimasto positivo al Covid-19, mette in guardia: “In Umbria i ha cominciato ad avere febbre alta e tosse: era il Covid-19. Pocasi sono stati relativamente pochi ma non si può abbassare la chi giorni più tardi stessa sorte per Serena. Sono stati presi per guardia pensando di sentirsi immuni. Io ne sono uscito dopo un mano arrivando dritti alla mèta con l’arrivo, a Perugia, di questo decorso per nulla semplice. Eravamo entrambi debilitati, anche bimbo che scoppia di salute. in un giovane età il virus non va sottovalutato”. Edoardo un gior“Abbiamo passato dei giorni tremendi - racconta Serena -, pieni di paure e solitudine come richiedono i protocolli sanitari. Penno saprà e capirà. M.Boc.
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VIA COL VENTO E CALIMERO Tra le varie operazioni di ingegneria sociale che la dittatura dei nostri tempi, invisibile ma imperante, sta portando avanti con metodica determinazione, una delle più squallide è senza dubbio quella relativa alla censura di tutto ciò che non si accorda con i diktat del politicamente corretto. Solo negli ultimi giorni abbiamo assistito a due episodi che, se non fossero tragici, sarebbero comici: le censure del capolavoro della cinematografia mondiale Via col vento e di Calimero. Cosa hanno in comune di così scandaloso queste due espressioni artistiche? Per i custodi dell’ortodossia politicamente corretta, si tratta addirittura dell’istigazione al razzismo. Via col vento, per lorsignori, è razzista e come tale, sullo sfondo delle proteste seguite all’uccisione del nero George Floyd da parte della polizia di Minneapolis, è stato ritirato dalla piattaforma HBO Max. Il pulcino nero Calimero, tanto amato dai bambini, non è meno pericoloso per i sacerdoti della dittatura mondiale. Come tollerare infatti un pulcino infelice e maltrattato solo perché nero? Bisogna proteggere i bambini dai contenuti razzisti che un cartone del genere veicola. Per cui, censura su tutti i fronti. Censura “democratica” e “progressista”, per questo indisturbata e magari osannata dagli intellettualoidi politicamente corretti.
GESÙ E SAN PAOLO DA CENSURARE Se l’Atene della cultura artistica piange, la Sparta del cattolicesimo autentico non ride. In effetti, molti cattolici stanno sperimentando sulla loro pelle che la fede ormai è diventata “fuori legge”. Come ai tempi delle prime persecuzioni dei Romani, così oggi professare la retta dottrina cattolica è diventato praticamente illegale. Parliamo ovviamente di retta dottrina, perché quella annacquata e accordata al vangelo del mondo, al contrario, è per ora molto bene accetta ai “padroni” di turno, che anzi vedono nelle accondiscendenti gerarchie ecclesiastiche attuali dei preziosi alleati per la realizzazione del cosiddetto New World Order (nuovo ordine mondiale). Se viene censurato un capolavoro come Via col vento o un innocuo pulcino come Calimero, figuriamoci cosa accade all’intero Nuovo Testamento. Come tollerare, infatti, un san Paolo che dice che “né effeminati né sodomiti erediteranno il regno di Dio” (1 Cor. 6,10)? Non solo, lo stesso Gesù Cristo non è più accordabile con i dogmi della società progressista e laicista, visto che ha osato dire che solo la religione cattolica è vera e che senza credere in Lui si va dritti dritti all’inferno. Ha inoltre detto di non essere venuto a portare la pace ma la divisione e ha intimato ai suoi discepoli di fare seguaci su tutta la terra. Decisamente più pericoloso di Calimero. Vedrete che correranno presto ai ripari…
a cura di LUIGI GIRLANDA LA RICOMPENSA DI SATANA Ha generato sorpresa il dietro front dell’OMS a proposito dell’utilizzo dei guanti come misura precauzionale contro il coronavirus. La sorpresa si è fatta perplessità quando qualcuno ha fatto giustamente notare come, da mesi, autorevoli scienziati stessero mettendo in guardia, purtroppo inascoltati, proprio sui pericoli connessi all’utilizzo dei famigerati guanti in plastica. Non che servissero gli scienziati per capire l’ovvio, bastava un briciolo di logica. Eppure, nonostante logica e scienza lo sconsigliassero, per settimane chiunque non avesse indossato i guanti al supermercato sarebbe stato trattato come un “pericoloso untore” e probabilmente anche multato dai guardiani del potere. Per i cattolici da messa quotidiana, scoprire dal telegiornale di turno o da Barbara D’Urso l’ovvio, ha comportato un’ulteriore drammatica presa di coscienza: le profanazioni delle ostie consacrate che il governo ha imposto durante le celebrazioni liturgiche dei giorni scorsi (e che la CEI ha drammaticamente accolto senza fare un frizzo) non avevano alcun senso. Il corpo di Cristo può essere “toccato” solo da realtà consacrate. Farlo con dei guanti su cui rimangono frammenti che vengono buttati nell’immondizia è profanazione. Se poi si scopre che i guanti erano addirittura inutili si ha proprio l’idea della moneta con cui ripaga Satana.
Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI
LE NUOVE EROIDI, MITI INOSSIDABILI
OTTO AUTRICI CONTEMPORANEE RIPORTANO ALLA LUCE IL VALORE DEL CLASSICO DI OVIDIO Un’opera che porta sulle spalle il peso di duemila anni, un classico che raccoglie le fondamenta di una cultura contemporanea che nasce dal mito e che dal mito trae la linfa vitale per conservare quel sistema di valori immutabili e universali che costituiscono un punto di riferimento, una luce che splende anche nelle epoche più buie. L’operazione di riscrittura libera e di modernizzazione delle figure femminili al centro del capolavoro di Ovidio viene proposta da otto delle più grandi autrici italiane, otto donne che raccontano storie di donne, otto voci che narrano le vicende di un passato mai realmente distante o irrimediabilmente lontano. Le Eroidi è un testo all’interno del quale Ovidio stesso sembra introdurre una grande rivoluzione: le lettere che le eroine protagoniste indirizzano ai loro mariti rappresentano un mezzo tramite il quale prendere la parola, far sentire il proprio punto di vista. In un contesto letterario, contemporaneo ad Ovidio, in cui la voce guida della narrazione era prevalentemente maschile, egli sceglie, per la prima volta, di far parlare le donne, di svelare i segreti dell’universo femminile, un mondo fatto di scelte coraggiose e insolite, spesso difficili da comprendere, ma in grado di giocare d’anticipo
e di identificare cambiamenti imminenti ai quali solo la sensibilità femminile è in grado di adattarsi rapidamente. In questa libera reinterpretazione del classico latino, le autrici offrono uno spaccato di realtà, ricostruita grazie ai racconti delle moderne eroine che si trovano a combattere contro le difficoltà di una condizione femminile ancora percepita come uno svantaggio: pagina dopo pagina troviamo Teresa Ciabatti che racconta di una moderna Medea in Maremma che, proprio come il personaggio di Euripide, vive una maternità tormentata, intravedendo in suo figlio un prolungamento di sé; leggiamo le parole di Antonella Lattanzi depositaria delle avventure di una Fedra che lotta in tribunale; assistiamo al dramma, narrato da Ilaria Bernardini, di Ero e Leandro che, in fuga dal loro paese su un barcone nel Mediterraneo, riflettono sul valore della vita umana, sacra e da difendere a qualsiasi costo. Le nuove Eroidi è un esperimento coraggioso e sovversivo, utile ad amplificare voci che vorrebbero essere ascoltate e in grado di rivelare l’aura immortale dei miti, che sono un modello, un’immagine da osservare per tornare a percorrere, nell’incertezza della tempesta contemporanea, un’unica rotta condivisa.
LA STORIA
ROMANO HA VINTO IL CAMPIONATO DELLA VITA IL PREPARATORE ATLETICO HA LOTTATO CON IL VIRUS PASSANDO GIORNI D’INFERNO. PRIMA LA FEBBRE E POI L’AGGRAVARSI DELLE CONDIZIONI CON IL RICOVERO IN TERAPIA INTENSIVA E IL COMA FARMACOLOGICO. APPENA USCITO DAL TUNNEL HA RINGRAZIATO LE PERSONE DELLO STAFF TECNICO CHE GLI SONO STATE VICINE
di MASSIMO BOCCUCCI
una settimana con la consapevolezza di quanto stava Il peggio è passato. Ed è stato davvero il peggio del coronavirus. Romano Mengoni l’ha sperimentato succedendo, ma non poteva immaginare un aggravasulla propria pelle passando un mese d’inferno. Il mento delle condizioni di salute, fino a dover ricorrere alle cure dei sanitari che si sono precipitati a gestipreparatore atletico legato a belle pagine della storia re una situazione complicata. C’è voluto il respiratore, rossoblù, è stato messo a dura prova. Lui, salutista e ci sono volute tante cure e a distanza la spinta dei uomo di sport sempre attento a tutto, ancora si chiede come abbia potuto contagiarsi non avendo mai familiari per incoraggiarlo. Gli hanno fatto ascoltare messo il naso fuori di casa né rischiando qualcosa anche le voci più care nel lungo sonno, aspettando Romano Mengoni il miglioramento delle condizioni generali. Romano, in famiglia visto che moglie e tre figli non sono stati sessant’anni il prossimo 25 giugno, conduce da sempre una vita recolpiti dalla malattia. È uscito dalla terapia intensiva e ha contattato golare e anche la professione, con la palestra Aretè per attività mediquanti gli sono stati al fianco nelle settimane passate a lottare per co-sportiva nella sua Montecassiano, l’ha aiutato a gestirsi. Il corosuperare i momenti più critici. La sua storia la racconta nelle videnavirus l’ha colto di sorpresa e aveva in serbo l’impatto più duro da ochiamate con parenti e amici. Ora sta recuperando tutto il tempo perduto, ripensando al calvario che ha dovuto affrontare. sostenere. Ci sono stati giorni più complessi di altri, senza però mai perdere la speranza come hanno lasciato intendere i sanitari. Per IL CALVARIO, IL LIETO FINE quest’anno la stagione è conclusa, visto che il Gubbio non tornerà «Ho sentito tanto affetto - ha raccontato contattando gli amici -, sto in campo. Mengoni era tornato di corsa a Gubbio quando Torrente rispondendo ai messaggi e il peggio me lo sono lasciato alle spalle». l’ha chiamato a metà ottobre nel subentrare a Federico Guidi per Lo sapevano il tecnico Vincenzo Torrente, il preparatore dei portierisollevare la squadra dai bassifondi della classifica. A Mengoni si ri Giovanni Pascolini, lo staff dei collaboratori e il presidente Sauro Notari. C’era stata la consegna del silenzio in quei giorni terribili. legano le due promozioni dalla C2 alla Serie B dal 2009 proprio con Torrente, che ha poi seguito a Bari, Cremona e anche la stagione Mette in fila i ricordi Mengoni, da quando il 12 aprile ha avvertito scorsa da metà dicembre 2018 alla Sicula Leonzio. In fondo per lui nella sua casa di Montecassiano, in provincia di Macerata, qualche combattere il coronavirus è come stato vincere un altro campionato. linea di febbre e si è insospettito. Dal giorno di Pasqua ha passato
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DISTANZIATI SI,
MA ABBRONZATI!
L’INIZIATIVA
SETTI AI LICEALI: “ORA DOBBIAMO RIAPRIRE GLI STADI” IL PRESIDENTE DEL VERONA È STATO COLLEGATO IN VIDEOCONFERENZA CON L’INDIRIZZO SCIENTIFICO-SPORTIVO. HA PARLATO DI GESTIONE DEL CLUB , DEI RECENTI RISULTATI E DELLA RIPARTENZA DEL CAMPIONATO DI SERIE A
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Il sito ufficiale dell’Hellas Verona, con le comunicazioni inviate a livello nazionale e internazionale, ha dato ampio risalto all’iniziativa dell’indirizzo scientifico-sportivo del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti”. Allo scoperta del modello Hellas - è stato evidenziato nel sito - per scoprire e capire come si gestisce un club di calcio, che ai giorni d’oggi è una vera e propria azienda. Sono stati questi i temi portanti - unitamente alle dinamiche e alle ripercussioni anche economiche causate dalla pandemia del coronavirus - sui quali il presidente Maurizio Setti, collegato dalla sede del club scaligero, ha relazionato approfonditamente, non senza riferimenti alla propria esperienza personale. L’incontro è stato coordinato dal preside Maria Marinangeli, con gli insegnanti Luigi Girlanda, Maria Cristina Salciarini e Tiziana Scassellati, e l’esperto esterno Massimo Boccucci che tiene un corso di giornalismo. “Anche per quanto riguarda il calcio - ha detto Setti - la pandemia di Covid-19 è stata un duro colpo. Questo settore, in Italia, dà lavoro a circa 300mila persone: ci sono moltissime figure professionali distanti dai calciatori e dai loro guadagni che però col pallone ci vivono e che sono fondamentali per la sopravvivenza del movimento. Per questo è importante ripartire e portare a termine la stagione, con un protocollo guidato dal buon senso. Siamo un’industria importante, con i suoi costi e i suoi ricavi, molto diversa dai tempi nei quali il calcio era sostanzialmente un investimento passionale degli imprenditori più facoltosi. L’Hellas Verona, da questo punto di vista, ha sempre cercato di avere una gestione intelligente dei costi perché, in questo mondo, gli errori si pagano a caro prezzo. Per i
club della nostra dimensione le idee e la passione sono fondamentali: non possiamo competere sul piano del budget con le società più grandi, ma con determinazione e applicazione può succedere, com’è capitato a noi quest’anno, di battere squadre del calibro della Juventus, che ha un fatturato dieci volte il nostro. E poi c’è il settore giovanile, linfa vitale per una società come la nostra. Kumbulla ne è un fulgido esempio: è con noi fin dai Pulcini e oggi gioca in Serie A con addosso gli occhi dei più grandi club europei. Tornare a giocare, dopo il parere positivo del comitato tecnico scientifico, è importante per attutire il contraccolpo economico e per riprendere a svolgere la grande funzione sociale che ha il calcio in Italia. Anche nelle settimane più difficili il nostro messaggio è stato di speranza e coerente con le tantissime attività benefiche che portiamo avanti da molti anni. Il sociale è per noi importante, non porta ricavi ma regala sorrisi e speranza a quante più persone possibili nel nostro territorio, e non solo. La nostra speranza è anche quella di riportare i tifosi allo stadio: abbiamo oltre 30mila posti agibili al Bentegodi e circa 10mila abbonati. Con la giusta procedura, in un numero congruo al momento e con le giuste precauzioni, penso si possa restituire ai tifosi la possibilità di esserci, specie se la curva dei contagi scenderà ulteriormente. Ne guadagnerebbe anche lo spettacolo. Quello che invece voglio dire agli studenti è di scegliere il proprio percorso seguendo la propria passione: il lavoro è qualcosa che ci accompagna per tutta la vita ed è fondamentale scegliere di viverlo facendo qualcosa che ci piace”.
MUSICA La violinista eugubina Agostinelli protagonista tra i 15 musicisti davanti al presidente della Repubblica
IL VIOLINO DI BARBARA PER IL CONCERTO AL QUIRINALE
storia musicale del Novecento. Il concerto si è teUn po’ di Gubbio al concerto per la festa della Repubblica di scena al Quirinale il 1° giugno nuto senza la presenza di pubblico e nel più rigoe trasmesso in diretta su Rai Uno. Tra i quindici roso rispetto delle norme di sicurezza, compresa musicisti dell’orchestra, ha trovato risalto Barbara la distanza tra professori d’orchestra. Agostinelli, violinista diplomatasi con il massimo Hanno aperto il programma l’Adagio e Fuga K 546 dei voti nel 1990 al Conservatorio Morlacchi di composto da Mozart nel 1788 e fortemente inPerugia. Negli anni si è avvicinata all’alta scuola fluenzato dalla scienza contrappuntistica di Bach, violinistica russa perfezionandosi con i più grandi e Silouan’s song, composto nel 1991 dall’estone maestri come Pavel Vernikov, Vadim Brodsky, ZiArvo Pärt e dedicato alla figura del monaco ortoBarbara Agostinelli naida Gilels, Marc Drobinsky. Ha collaborato con dosso noto come Silvano del Monte Athos. Sono personaggi di fama internazionale come Riccardo Muti, Franseguiti il Concerto grosso in re minore opera 3 numero 11 per due violini, violoncello e archi di Antonio Vivaldi; l’elegia Crico Zeffirelli, Placido Domingo e Carla Fracci. Il concerto al Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, è santemi, che Puccini scrisse nel 1890 in una sola notte, per la stato pensato per fare ripartire la musica in Italia e ricordare le morte di Amedeo Ferdinando Maria di Savoia, Re di Spagna e vittime del coronavirus. primo Duca d’Aosta; e Langsamer Satz di Anton Webern, scritProtagonista l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma con il to nel 1905 come un condensato di infinite sfumature di sensuo direttore musicale Daniele Gatti. Il programma, per soli timento. Il concerto si è chiuso con l’Aria dalla Suite numero strumenti ad arco, ha alternato autori italiani e repertorio mu3 Bwv 1068 di Bach, molto popolare e conosciuta come “Aria sulla quarta corda”. sicale europeo, grandi classici e pagine che hanno segnato la
IL CASO La vicenda di un ricorso dopo un’ispezione datata maggio 2014 che aveva riscontrato irregolarità
NIENTE RINNOVO DELLA RIVENDITA, IL TAR DÀ RAGIONE AI MONOPOLI
Non è stata rinnovata la rivendita di tabacchi, dopo un’ispezione a fine maggio 2014 in cui erano state riscontrate irregolarità, ed è scattato il ricorso al Tar dell’Umbria che tuttavia ha dato ragione all’Ufficio dei Monopoli per l’Umbria. È la storia del ricorso inoltrato da Anna Rita Vagnarelli, in proprio e in qualità di amministratore di sostegno di Elvia Grelli, titolare di una rivendita di generi di monopolio in via Perugina. Si è opposta al provvedimento con il quale il direttore dell’Ufficio regionale dei Monopoli ha determinato di non procedere al rinnovo dopo aver riscontrato che i tabacchi venivano venduti in un locale adibito a bar, adiacente e non comunicante con quello individuato come sede della vendita di generi di monopolio, al cui interno era presente Valerio Mischianti, nominato dalla signora Grelli assistente con facoltà di sostituzione, il quale dichiarava che la titolare non era presente perché, pur risiedendo nelle vicinanze, aveva difficoltà a raggiungere il punto vendita. Assistita dall’avvocato Valeria Passeri, la signora Vagnarelli ha chiesto l’annullamento del provvedimento emesso il 29 settembre 2015 nel ricorso pre-
sentato al tribunale regionale amministrativo contro l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Area Monopoli Ufficio dei Monopoli per l’Umbria di Perugia e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, rappresentati dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato. Sono stati contestati dalla ricorrente le applicazioni normative, fino all’eccesso di potere per difetto dei presupposti e travisamento dei fatti, contraddittorietà dell’azione amministrativa e difetto di istruttoria, violazione del principio di proporzionalità e del principio di ragionevole durata del procedimento, chiedendo l’annullamento del provvedimento e il risarcimento dei danno subito in conseguenza del mancato rinnovo della rivendita di beni di monopolio. Il collegio, presieduto in videoconferenza da Raffaele Potenza con Enrico Mattei estensore e Daniela Carrarelli referendario, ha accolto le tesi dei Monopoli che con il mancato rinnovo ha applicato la massima sanzione disciplinare prevista, condannando la ricorrente anche al pagamento di 1.500 euro di spese del giudizio. La vicenda potrebbe avere un seguito, essendoci la facoltà del ricorso al Consiglio di Stato.
IL CICLISTA Il popolare cantautore ha dirottato per Pietralunga a causa dei troppi camion sulla Pian d’Assino
ANCHE JOVANOTTI HA VISTO LA VIABILITÀ DISASTRATA
Ora pure Jovanotti sa come sono ridotte le strade eugubine, in particolare la vecchia decrepita statale Pian d’Assino, soprattutto a ovest. Ha sperimentato e ha esternato: “Ero diretto a Gubbio, che avrei voluto visitare, ma c’erano troppi camion per strada e così sono risalito verso Pietralunga. E non mi sono pentito perchè è un borgo molto bello”. Come dargli torto sull’impatto disastroso di quello snodo cruciale da e verso l’Alto Tevere. Lorenzo Cherubini da Cortona ha così reso omaggio a Pietralunga, con un blitz tra qualche selfie con i fan, rinunciando a quello che aveva in mente.
Una stroncatura che mette ancora una volta il dito nella piaga di un tratto progettato per lotti, pur se a due sole corsie, e mai decollato da Mocaiana a Montecorona nonostante le promesse dei politici di turno. Jovanotti può aspettare la futura pista ciclabile sull’ex ferrovia dell’Assino, promossa ormai da anni dall’omonima associazione Valle Assino guidata da Fausto Pelicci, che attende di veder realizzata la ciclovia da Fossato di Vico a Montecorona. Finanziamenti, tempi e modi, compresa la partenza dei lavori, sono tutti da verificare. Jovanotti ripassi tra un po’ di anni.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO La madre di un ragazzo autistico racconta un epidosio accaduto nei giorni scorsi
“LA DIVERSITÀ NON È QUALCOSA DI SBAGLIATO”
Cosa direste se vi raccontassi che un ragazzo di 26 anni, autistico, è stato mandato via da una libreria, perché possibile “untore” ai tempi del Covid-19? Questo è quello che è successo a mio figlio, amante smisurato di libri per ragazzi, per lo più quelli che trattano il mondo animale e quello dei dinsauri, assetato di informazioni e desideroso di registrare nella sua mente, tanto attiva, quante più immagini possibili, curioso per natura e determinato nella ricerca; questa è la “colpa” di mio figlio, accompagnato fuori perché nel suo stato d’essere (meravigliosamente) autistico, non riesce a contenere la curiosità ed è troppo propenso a sfogliare quanti più libri possibile. Per lui i libri sono una sorta di Santo Graal e nello sfogliare maneggia con cura ogni singola pagina, ma questo poco importa. Tutto succede in un pomeriggio di questo lungo periodo di pandemia, presso una rivendita di Gubbio, quando in procinto di entrare, mio figlio viene “gentilmente” mandato via perché “...vista l’emergenza attuale del Coronavirus sfoglia troppi libri e non va bene...”. Cosa ironica, per non dire drammatica: lo stesso problema in precedenza era avere le mani sudate in estate! Quando ci si rende conto che le misure di prevenzione vigenti, come il disinfettante e i guanti, per lui non sono sufficienti, quando neanche le disposizioni del Governo, emanate in questo periodo di pandemia a tutela dei soggetti con 104
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possono bastare, ecco, proprio in questo momento cosa dovrebbe pensare una madre? Sicuramente l’attività destinata al pubblico, anche in piena pandemia, per principio non dovrebbe venir meno della gentilezza e dell’accoglienza che richiede questo mestiere. Ma per mio figlio è diverso: da autistico, da ragazzo poco conforme alla normalità comunemente intesa, il trattamento non può che essere diverso. Inconcepibile! E... inammissibile! Da mamma trovo tutto questo profondamente ingiusto, da donna e da essere umano reputo ancor più grave tale azione: è disumano, altamente sbagliato, tanto quanto ai tempi della Shoah dove affisso ai negozi c’erano cartelli che vietavano l’ingresso ai cani e agli Ebrei. Spero vivamente che questo grave fatto possa aprire gli occhi a tutte quelle persone che ancora oggi percepiscono la diversità in maniera distorta, come qualcosa di sbagliato, non comprendendo invece che l’unico errore che si commette è quello di non riuscire ancora a identificarci come un unico grande popolo, quello umano, fatto di normalità, se così la vogliamo chiamare, e di tanta meravigliosa e incredibile diversità. Un ringraziamento speciale va, invece, a tutti quei commercianti, e sono tanti, che accolgono ogni volta mio figlio come qualsiasi altro cliente! LUISA ELENA GANGI DINO
MATURITÀ, I PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI
A Gubbio ecco gli abbinamenti per la presidenza delle varie commissioni, tenendo conto che ciascun presidente può avere la sua commissione di due classi con abbinamento anche su due indirizzi diversi della stessa scuola o su due scuole diverse. Al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” ci saranno Leano Garofoletti all’indirizzo Scienze Umane, Sergio Guarente al Classico e Scienze Umane, Marcello Rinaldi allo Scientifico, Maria Rita Marconi allo Scientifico e Scientifico Sportivo, Maria Brucolini all’Artistico (si dividerà con il Professionale di Umbertide). Al polo tecnico “Cassata-Gattapone” ci saranno Elio Boriosi
NUMERI UTILI Centralino Comunale Centralino Osp. Branca Pronto Soccorso Numero Verde Farmacie Guardia Medica Sez. Croce Rossa Gubbio Soccorso Misericordia Gubbio Carabinieri Vigili del Fuoco Vigili Urbani Cimitero Civico IAT Servizio Taxi Carabinieri Forestali Guardia di Finanza Centrale ENEL Canile Curia Vescovile ACI Soccorso Stradale
075.92371 075.9270801 075.9270744 800.829058 075.9239468 075.9273500 075.9277779 340.3859797 075.9235700 075.9273722 075.9273770 075.9237690 075.9220693 075.9273800 075.9272585 075.9273789 800.900.800 075.9274963 075.9273980 075.9220795 333.5224537
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