GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina MERCOLEDÌ 8 LUGLIO 2020 ANNO VIII NUMERO 122
quindicinale d’informazione www.15giorni.it
STESY SI È RIPRESO LA VITA STEFANO FUMANTI HA CHIESTO DI TORNARE AL LAVORO FIN DAL PERIODO DELLA CLAUSURA DOPO AVER TRASCORSO 570 GIORNI IN OSPEDALE ED ESSERSI SOTTOPOSTO AD UNDICI INTERVENTI CHIRURGICI A CAUSA DI UN PAUROSO INCIDENTE STRADALE CON LA MOTO. LO HANNO AIUTATO LA FAMIGLIA, GLI AMICI E L’AZIENDA IN CUI DA CAMIONISTA È DIVENTATO IMPIEGATO. OGGI È RINATO
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COPERTINA
STESY È USCITO DALL’INCUBO
“HO CAPITO COS’È LA VITA” LA VICENDA DI STEFANO FUMANTI CHE HA VOLUTO FORTEMENTE TORNARE AL LAVORO NEI MESI DELLA RECLUSIONE A CASA DOPO 570 GIORNI IN OSPEDALE CON UNDICI INTERVENTI. FACEVA IL CAMIONISTA E ORA STA IN UFFICIO Mezzo secondo e cambia il mondo. Gli attimi interminabili di Stesy, in quello schianto, gli hanno stravolto la vita. Oggi non è più lo stesso ma c’è, con tutta la forza del cuore e dell’anima che hanno preso il sopravvento sul corpo. È uscito dal lockdown come un sopravvissuto. Ha sofferto Stefano in ufficio in casa quando aveva appena cominciato un nuovo lavoro, dopo aver guardato la morte in faccia e trascorso 570 giorni in ospedale, passati attraverso undici interventi chirurgici. Stefano Fumanti, Stesy per gli amici, 44 anni il prossimo 26 dicembre, vive a Padule con la compagna Silvia e ha due figlie, Giorgia tredicenne ed Eleonora di un anno e mezzo. La sua vicenda è da ritorno alla vita, ora su una carrozzina a rotelle e un impegno che sa di rinascita nel gruppo trasporti dove faceva il camionista per poi passare a occuparsi dal 27 febbraio di controllo manutenzioni, formulari e archivio. Il gruppo è At2, Lc3 e Stb con la famiglia Barbetti, Mario e Michele Ambrogi che gli sono stati vicini per aprirgli un’altra prospettiva. Gli ha chiesto di poter tornare in ufficio, dopo un periodo di lavoro a distanza nel periodo più duro della clausura, e l’hanno messo nelle condizioni con uno spazio tutto per sé e ogni misura di sicurezza. “Sono rinato una terza volta - dice Stesy -, sia
di MASSIMO BOCCUCCI
dall’incidente terribile che ritrovando le motivazioni per sentirmi utile lavorando”. LA FATALITÀ La passione per le moto, che ha sin da piccolo, gli ha giocato un brutto scherzo. Il 27 maggio 2018 stava partecipando a un raduno a Semonte, al quale mancava da tempo, con l’idea di impegnare solo mezza giornata volendo far ritorno da Silvia incinta di tre mesi. Il giro del territorio di Urbino lo stava riportando a casa verso la Contessa, da Pontericcioli, quando subito dopo una curva si è trovato davanti un’auto e un trattore fermi sulle due carreggiate. Appena prima di lui, era passato l’amico Emanuele che se l’era cavata dirottando sulla vecchia strada secondaria a valle. Stesy non ha fatto in tempo a rendersi conto della situazione: “Lasciata la curva - racconta -, ho frenato violentemente ma temendo il peggio ho ripreso la corsa cercando d’infilarmi tra i due mezzi. Sono andato a finire probabilmente sotto il trattore, c’è un’inchiesta in corso. Per un mese ho vissuto in un mondo parallelo, non ricordavo nulla. Le fratture al volto erano poca cosa, la più grave ha riguardato una vertebra cervicale che disallineandosi ha lesionato parzialmente il midollo facendomi perdere la mobilità. Se la frattura fosse stata completa sarei rimasto in un letto tutta la vita. Mi hanno soccorso due amici, Luca e Stefano: io volevo togliermi il casco e muovermi, loro hanno chiamato il 118. I sanitari sono stati bravi e mi hanno portato all’ospedale di Branca, dove la Tac ha rivelato subito la gravità con l’inevitabile trasferimento a Perugia”. Segue a pag. 4
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IL CALVARIO Non ha sortito effetti un primo intervento chirurgico di ripristino e stabilizzazione della colonna vertebrale, ce ne sono voluti subito altri due. La diagnosi s’è rivelata impietosa: tetraplegia. Ma in quel momento contava salvare la vita, con la sorella Romina e Silvia in prima linea per superare la fase più critica. Stesy ha combattuto Il regalo degli amici con insufficienza respiratoria, fistole, infezioni, ossigeno, embolie polmonari. Ne ha viste tante. «Oggi sto bene - riflette -, ho visto gente che stava meglio ma anche peggio di me. L’Unità spinale del Silvestrini è un’eccellenza». Li ricorda tutti gli angeli della corsia, dai neurochirurghi Stefano Fiorucci e Giovanni Ghetti del reparto diretto dal professor Corrado Castrioto, ai chirurgi del torace Massimo Monacelli, Rosanna Capozzi e Marino Cordellini del reparto guidato dal professor Francesco Puma, alla responsabile dell’Unità spinale Maria Cristina Pagliacci e l’intero personale, le fisioterapiste Noni Sudano ed Enrica Tomassi. Gli ha toccato perfino passare tre mesi a pancia sotto, tra le prove più dure dell’esistenza. Poi il percorso alla Prosperius, a Umbertide, per provare a fare attività in piscina. È durato tre settimane perché il coronavirus non ha permesso altro. Ora la voglia di tornare alla normalità è diventata forte nelle lunghe giornate senza poter fare attività.
“SONO GRATO ALLA FAMIGLIA BARBETTI, A MARIO E MICHELE AMBROGI PERCHÉ MI HANNO AIUTATO A RINASCERE”
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L’UFFICIO “L’azienda ha compreso che non resistevo a stare tutto il giorno in casa - ricorda -, volevo poter continuare quello che avevo cominciato a fare”. Confessa: gli manca il camion, viaggiare di notte, vedere l’alba in posti diversi, la musica. “Mi manca girare, però c’è il valore della vita. Mi sono ancora più aggrappato all’esistenza, ho tolto il superfluo e mi sono ancora di più legato a familiari e amici. C’è stato chi dopo oltre un anno veniva a trovarmi in ospedale. All’inizio non parlavo con nessuno, non ho mai voluto uno psicologo poiché ho
cercato di capire da solo cosa mi aspettava. Il primo periodo ero fermo in un letto, poi ho reagito con la fatica e gli stimoli grazie a quanti mi sono stati vicino, chi ha lavorato alla mia riabilitazione e i colleghi di lavoro che mi hanno sostenuto moralmente e anche economicamente, come ha fatto l’azienda dove mi hanno invitato a prendere tutto il tempo dicendomi che nel gruppo un posto c’era. Si è aperto un forziere, ho trovato un tesoro”.
“IN QUEI GIORNI TERRIBILI MI APPARIVA UNA FIGURA DEMONIACA CHE VOLEVA MANGIAMI LA TESTA MENTRE IO SCAPPAVO. AVREI VOLUTO VEDERE SAN GIORGIO PORTARMI SUL SUO CAVALLO” VOGLIA DI AUTONOMIA La cosa più bella della sua nuova vita professionale? “Essere impegnato mentalmente in un ambiente ovattato e relazionarmi con il computer che conoscevo poco e che ho trovato come un camion da guidare. Mi pesa invece dover chiedere a Silvia di cambiare la carrozzina, vorrei essere pienamente autonomo in certi movimenti. Può succedere con la fisioterapia e la vita sana, tenendo la pressione ai livelli giusti e prestando attenzione all’alimentazione. Camminare non sarà possibile, però potrei arrivare a fare da solo tante cose come vestirmi e guidare l’auto”. Scavando nei momenti terribili, l’incidente gli è apparso come un avvertimento: “Ho impressa l’immagine di una figura demoniaca con una bocca grande e mille denti che provava a mangiarmi la testa mentre io scappavo. Avrei voluto vedere San Giorgio portarmi sul suo cavallo. Nella stanza d’ospedale, gli amici della manicchia di Padule mi hanno portato uno stendardo sangiorgiaro con alcune immagini e la scritta Forza Stesy. Forse è la prima volta che ho pianto”. La passione per la moto può essere sostituita dall’handbike e ci sta pensando: “Mi piacerebbe provare. So quello che è successo a Zanardi e so cosa si prova, così come so ciò che provano quanti sono stati colpiti dal coronavirus con problemi respiratori. Quando ti manca l’aria, non sai come uscirne”.
“SO COSA PASSANO ZANARDI E I MALATI COVID. L’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA È UN DRAMMA, QUANDO TI MANCA L’ARIA NON SAI COME USCIRNE”
ATTUALITÀ
LE DISCARICHE SCOPPIANO, URGONO INTERVENTI LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI È UN PROBLEMA SEMPRE PIÙ PREOCCUPANTE. PRESSING DELL’AURI (AUTORITÀ UMBRA PER RIFIUTI E IDRICO) SULLA REGIONE PER TROVARE SOLUZIONI VISTO CHE I SITI A CIELO APERTO SONO A ESAURIMENTO La discarica di Colognola è nociva per l’ambiente, a causa dei percolati e le emissioni gassose in atmosfera aggiungendo il fetore costante, oltre che attivata sopra una vecchia miniera di lignite. Lo si sente dire e scrivere da anni, ma le giunte comunali di turno La discarica di Colognola fanno finta di nulla. Serve per smaltire e funziona da bancomat (ai tempi di Goracci sindaco per esempio era un “piatto ricco mi ci ficco”, usando i ricavi per tutto meno che per il riambientamento: ma il paladino della salubrità tace sull’argomento). Ora però incombe il fine vita di Colognola, come delle altre in Umbria, con il problema dibattuto all’infinito di come chiudere il ciclo dei rifiuti. Lo smaltimento in discarica è in fase di pre-emergenza, come sostiene l’Auri (Autorità umbra per rifiuti e idrico: rappresenta i 92 Comuni umbri), che nell’ultimo report manda un monito alla Regione. In sostanza: se non si prende una decisione in tempi brevi per allargare i siti o chiudere il ciclo con l’incenerimento (con il Css oppure fuori regione) si rischia il blocco del sistema di smaltimento. Nello scenario più favorevole - è scritto testualmente nel report - le volumetrie residue delle discariche possono garantire
di MASSIMO BOCCUCCI
la stabilità del sistema fino al 2025, se si assumono, invece, altre ipotesi di scenario gestionale il sistema potrebbe già andare in difficoltà a partire dal 2022. PIANIFICAZIONE NECESSARIA Sotto questo profilo, aspettando un nuovo Piano di ambito regionale e un’eventuale modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti, viene praticamente indicata dall’Auri (emanazione della stessa politica) la necessità di anticipare la trattazione della specifica tematica delle volumetrie residue delle discariche umbre. Viene ritenuto utile prevedere azioni che in Umbria permettano almeno di differire i tempi di un’eventuale crisi del sistema al fine di consentire la definizione e approvazione di un’adeguata e risolutiva pianificazione per la gestione dei rifiuti urbani proiettata nell’arco di 15-20 anni. Si ritiene, quindi, auspicabile avviare fin da subito un tavolo di confronto con i competenti organismi regionali al fine di evitare che il sistema umbro di gestione dei rifiuti urbani possa entrare in crisi per mancanza di volumetrie disponibili in discarica. Nel frattempo, la stessa Auri ritiene doveroso adottare ogni utile iniziativa nel territorio regionale volta a incrementare i livelli e la qualità della raccolta differenziata, ad accrescere la capacità di recupero del sistema impiantistico e, conseguentemente, limitare al minimo il ricorso allo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica al fine di preservare le volumetrie disponibili.
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IL CASO
ODISSEA IN VIA VENATA: GESENU SPIEGA, I PRIVATI SONO FURIOSI FA DISCUTERE L’ORGANIZZAZIONE DEI RIFIUTI DEL DEPOSITO ALLA STAZIONE ECOLOGICA CITTADINA Scende in campo Gesenu sul deposito, alla sono molteplici, con esternazioni come “poi Stazione Ecologica di via Venata, dei rifiuti si lamentano se la gente scarica la roba nei urbani prodotti dalle utenze domestiche fossi”. C’è chi fa osservare: “Se ho l’impresa che può essere effettuato esclusivamente con che mi fa i lavori a casa e porta via dei vecveicoli privati legati al soggetto. Un cittadino chi arredi o sanitari, se io dichiaro che sono ha raccontato di aver portato del materiale miei, dov’è il problema? Se affitto un mezzo con un mezzo non suo senza la possibilità di per portare roba mia? Sarà forse il caso di riscaricarlo, per poi fare la stessa operazione vedere questo sistema? È giusto che chi non è La stazione ecologica di via Venata con un mezzo personale che invece è stato residente e non è autorizzato, non possa conammesso. In materia di trasporto rifiuti - sostiene Gesenu - non si ferire rifiuti, ma se questi provengono da uno titolato, si dovrebbe ritiene ammissibile “in alcun modo l’impiego di veicoli aziendali, o poter fare. Del resto i rifiuti ingombranti altrimenti come possono a noleggio, poiché secondo le norme l’utilizzo, anche in forma occaessere smaltiti, dal momento che il prelievo a domicilio è cosa assai sionale, potrebbe configurare il reato di esercizio abusivo di attività complicata?”. di trasporto rifiuti. Il soggetto gestore del centro di raccolta, che ha RIFIUTI INGOMBRANTI, TASTO DOLENTE l’obbligo di verificare l’esistenza e i titoli abilitativi indispensabili per C’è anche chi racconta esperienze personali: “Quando ho dovuto l’esercizio di ogni attività di gestione dei rifiuti, potrebbe essere chiafare dei lavori in bagno cambiando i sanitari per adeguarli a portamato a rispondere a titolo di concorso nella commissione del reato. tore di handicap. per far venire a prendere i sanitari, mobili e altro Secondo una sentenza della Cassazione del 20 marzo 2014 colui che ho dovuto fare cento telefonate e solo dopo un’enorme arrabbiatura conferisce i propri rifiuti a soggetti terzi per il recupero o lo smaltifinalmente sono venuti. Se avessi avuto la possibilità, avrei chiamato mento ha il dovere di accertare che questi ultimi siano debitamente un privato e magari insieme a lui sarei andata a smaltire”. Lo sfoautorizzati allo svolgimento delle operazioni, con la conseguenza go dei privati è su tutta la linea: “A me sembra una follia. È vero che l’inosservanza di tale regola di cautela imprenditoriale è idoche esiste un servizio di ritiro dei rifiuti ingombranti ma purtroppo nea a configurare la responsabilità per il reato di illecita gestione funziona con inaccettabile lentezza. Per far portare via un divano, dei rifiuti in concorso con coloro che li hanno ricevuti in assenza ho dovuto attendere quaranta giorni molto prima della pandemia. del prescritto titolo abilitativo. Alla luce di questo, non è possibile Quindi il Comune e Gesenu dovrebbero farsi carico di risolvere autorizzare nessun conferimento da parte di trasportatori per conto questa situazione che a tutti appare incomprensibilmente macchiterzi, veicoli intestati ad aziende o furgoni a nosa e stupidamente burocratica”. L’ultima noleggio, anche in forma occasionale”. considerazione apparsa sui social è ancor più I DUBBI DEI CITTADINI esplicativa: “Se devo portare alcuni rifiuti inNon è dato sapere se una specifica attivigombranti, cosa che in macchina non riesco a tà di controllo sulla provenienza dei rifiuti mettere, e non potendo chiamare un terzista trasportati con mezzi non personali possa e non prendendo un furgone a noleggio, mi portare a un superamento della limitazione spiegate come posso farlo e quante volte devo che non favorisce il deposito nella Stazione andare avanti e indietro? Tra un po’ i fossi saEcologica. Le reazioni dei cittadini sui social ranno pieni”. M.Boc.
CSS DA BRUCIARE NELLE CEMENTERIE, MORRONI: “IL COMUNE VERRÀ COINVOLTO”
“Il Comune di Gubbio non sarà estromesso dall’evenire sulla Via ma anche sull’Aia, in ragione delle competenze in materia di edilizia e di salute pubsprimere un proprio parere sulla questione del Css da bruciare nelle cementerie”: l’ha detto il blica. Non c’è quindi rischio che l’Amministrazione gualdese Roberto Morroni, l’assessore regionale Comunale venga estromessa dalle procedure”. all’Ambiente, in risposta a un’interrogazione del Pd Morroni fa sapere che “non verranno disattese le in Assemblea legislativa. “Le cementerie di Gubbio linee di indirizzo ma verranno valutate le legittime hanno presentato - ha spiegato - richiesta di modirichieste di due aziende. La questione dei cemenRoberto Morroni fica delle autorizzazioni in loro possesso. Il servizio tifici non può essere messa in stand by perchè saregionale competente ha chiesto di effettuare modifiche legate rebbe un abuso nei riguardi dei legittimi interessi che le aziende alla verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambienhanno avanzato. Su questo tema ci sarà una valutazione prettatale (Via). In ogni caso, entro 90 giorni dalla presentazione dell’imente tecnica. Qualunque scelta prenderemo non sarà influenstanza dovrà essere fornita una risposta tecnica, sentite Asl e zata dalle volontà politiche dell’esecutivo, ma di certo la seconArpa. Al procedimento di verifica possono partecipare soggetti da parte del 2020 sarà dedicata alla realizzazione di un nuovo pubblici e privati, presentando osservazioni che gli uffici della Piano regionale dei rifiuti”. Regione sono tenuti a valutare. Il Comune potrà dunque interM.Boc.
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ATTUALITÀ
I COMITATI AMBIENTALISTI ADESSO ALZANO LA VOCE
di ROBERTO BARBACCI
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INCONTRI PUBBLICI PER SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA EUGUBINA SULLA NECESSITÀ DI VALUTARE PROPOSTE ALTERNATIVE AL CICLO DEI CSS NELLE CEMENTERIE. VIENE SUGGERITA L’ADOZIONE DI UN MODELLO GIÀ IN VIGORE NEL TREVIGIANO
razioni. Una proposta che non prevede né Quattro comitati riuniti sotto la stessa bandiscariche, né inceneritori, dove quel residiera. La voce di coloro che si schierano apertamente contro l’idea di consentire duo di indifferenziata può essere smaltito in impianti di trattamento a freddo. Una moalle aziende cementiere regionali di brudalità che conto della salute e dell’ambiente e ciare CSS si fa sentire in un’estate di per sé che rispetti un territorio come quello eugugià bella rovente, arrivando a stuzzicare ribino già colpito storicamente da emissioni flessioni e avanzare proposte alternative tra incontri pubblici (il prossimo è in agenda I presenti all’incontro a Semonte del 28 giugno inquinanti come gas tossici, metalli pesanti e polveri sottili per la presenza di impianti venerdì 10 luglio alle 21 alla Sala Refettorio classificati per legge come insalubri di prima classe. Negli incontri di San Pietro) e appelli alla salute. In tanti (almeno 250) hanno che abbiamo avuto nelle scorse settimane è emerso chiaramente partecipato al primo incontro al CVA di Semonte, nel quale oltre come i cittadini eugubini siano seriamente preoccupati per la loro ai quattro comitati (Tutela Ambientale della Conca Eugubina, No salute e non vogliono l’arrivo a Gubbio dei rifiuti provenienti da Antenna, Salute e Ambiente e No CSS nelle Cementerie di Gubbio) molte regioni italiane”. Tra le proposte c’è quella di una implemenè intervenuto anche il WWF, da anni sensibile sul tema. Ribadita tazione e incentivazione del compostaggio domestico e di comunila necessità di scongiurare il ricorso al CSS, promuovendo al contà, dei centri di recupero/riuso, della raccolta differenziata porta a tempo metodi alternativi inseriti all’interno del piano “Proposte di porta su tutto il territorio (con obiettivi stringenti fissati sulle quanlinee guida per il piano d’ambito regionale dei rifiuti in Umbria”, tità di rifiuti residui), di una tariffazione puntuale per far pagare presentato a fine maggio da una serie di associazioni regionali con solo ciò che non si differenzia, del piano “Plastic Free” regionale a capofila Coordinamento Umbria Rifiuti Zero. e il varo di un impianto di trattamento a freddo dei rifiuti residui PROPOSTE ALTERNATIVE con recupero di materia a beneficio di tutto il bacino umbro. Dai “Noi abbiamo presentato una proposta seria per chiudere il ciclo comitati spiegano anche che un simile modello è già sperimentato dei rifiuti in Umbria”, spiegano i quattro comitati eugubini in una da Contarina Spa, azienda specializzata nella raccolta differenziata nota. “Una proposta amica del territorio e della salute ma sopratdi rifiuti che gestisce per conto di 49 comuni nel trevigiano. tutto una risposta concreta per il bene comune e delle future gene-
POLEMICHE Nella battaglia politica sull’incenerimento dei rifiuti si innescano vicende curiose e una frecciata
LA LEGA INCIAMPA SULL’AIA STOCCATA DI STIRATI A GORACCI
in prima pagina regionale del Tutti insieme appassionataquotidiano Il Messaggero che mente, le forze politiche euc’ha ironizzato sopra. I consigubine, nel dire No all’incerimento dei rifiuti ma senza glieri comunali leghisti si sono preclusione assoluta, lasciando detti furibondi, prendendosela il cerino alla Regione per alzacon qualcuno che dal partito a Perugia gli ha dato l’indicazione re poi la voce, con la possibilità da inserire nella mozione. Sono che finisca come gli impianti a volati gli stracci nella Lega umbiomasse e il traliccio delle anIl testo della mozione presentata dalla Lega tenne Wind che a chiacchiere bra? Di sicuro, dhi ha scambiato nessuno voleva ma di fatto sono lì tranquillamente attivi. Ogni un’utorizzazione ambientale con la Corte penale internazionatanto qualche politico nostrano lucra il consenso agitando la le dovrebbe avere come minimo il pudore di ritirarsi lasciando rivolta popolare, ben consapevole che le interrogazioni, interda parte la politia come mestiere oppure hobby. L’altra perla l’ha invece riservata il sindaco Filippo Mario Stipellanze, mozioni e ordini del giorno se li porta via il vento. Se una legge consente di fare qualcosa, sono i privati che decidorati e stavolta è stato un colpo assestato a Orfeo Goracci, che immancabilmente tira fuori la storia dei poteri forti, additando no se farla o meno e non il politico che pensa di contrastarla Stirati di esservi legato nel richiamare le “megafonate” dell’inagitando le folle. Il dibattito sui rifiuti sta riservando anche delle formazione coi soliti cavalli di battaglia di goracperle. Pensiamo alla mozione della Lega nella ciana memoria. Imperturbabile Stirati: per tutta quale è stata confusa l’Aia intesa come Autorizrisposta ha ricordato, ai consiglieri comunali e a quanti seguivano la seduta in videoconferenza, zazione Integrata Ambientale con la Corte pecome fosse stato Goracci a essere stato eletto nale internazionale, ovvero il tribunale per crisindaco con l’appoggio di uno dei poteri forti. mini internazionali che ha sede all’Aia, nei Paesi Chapeau, professore. Bassi. Una boutade? Più che altro uno scivolone I consiglieri di Lega clamoroso, finito pure nella rubrica delle Foglie M.Boc.
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ATTUALITÀ
PROCESSO TRUST, SILVESTRI VA GIÙ DURO: “TESTIMONI INTIMORITI” SETTIMA UDIENZA CON L’EX DIRIGENTE COMUNALE, UNO DEI TESTIMONI CHIAVE DELL’ACCUSA, TRA I PRESUNTI CONCORSI PILOTATI, REGALI, SEPA E RIVELAZIONI Si scava al processo all’ex sindaco Orfeo Goracci, con imputati altri ex politici amministratori, dipendenti ed ex dipendenti comunali. Trust, l’inchiesta sui presunti abusi di potere dell’attuale consigliere comunale di minoranza, ruota in questa fase attorno a uno dei testimoni chiave dell’accusa, l’ex dirigente comunale Gabriele Silvestri. È stato ascoltato, il 23 giugno scorso, per la settima udienza consecutiva, sottoponendosi alle domande delle difese degli imputati. L’avvocato Ubaldo Minelli ha aperto il capitolo dei concorsi che all’epoca sarebbero stati pilotati, come rivelato da Silvestri. Minelli gli ha chiesto come mai ne avesse parlato soltanto adesso e non nei primi interrogatori. Silvestri ha spiegato di aver sempre risposto alle domande degli inquirenti trovandosi a riferire sulla questione poiché sollevata da Nicola Di Mario, legale del Comune costituitosi parte civile. È venuto fuori anche un delicato passaggio quando Silvestri ha dichiarato che i testimoni si sono sentiti intimoriti, ricordando le esternazioni di Goracci su Facebook. Il presidente del tribunale, Mariella Roberti, ha disposto l’acqusizione agli atti di queste dichiarazioni di Silvestri. GLI ATTACCHI Goracci sui social ha esternato spesso sulla giustizia, mettendo recentemente in correlazione la vicenda personale con la scarcerazione di Carminati per decorrenza dei termini. “Non ho titoli e competenze per pronunciarmi su questo dato tecnico-giuridico - ha scritto l’ex sindaco imputato - ma su un aspetto m’indigno. La vicenda della corruzione a Roma è partita con gli arresti di Buzzi e Carminati a dicembre del 2014, dall’autunno scorso la vicenda giudiziaria si era chiusa con il terzo grado di giudizio in Cassazione. In giro per l’Italia abbiamo avuto Alemanno, coinvolto nella stessa vicenda e prossimo al terzo grado di giudizio, ci sono state condanne per Formigoni, Galan. Anche in Umbria vicende giudiziarie recenti e im-
portanti, sulle quali mi astengo dal dare giudizi, procedono in maniera rapida e spedita sul piano processuale. La vicenda Goracci del febbraio 2012 è ancora all’interrogatorio dell’ottavo testimone su un centinaio previsti. Credo che a nessuno possa sfuggire questa incredibile anomalia”. Per Goracci la motivazione va ricercata nel fatto che, a suo dire, “l’accusa non procede spedita perchè gli elementi di colpa non ci sono”. È noto che la durata di un processo - compreso Trust - non dipende dalla procura che sostiene la pubblica accusa e tiene conto delle situazioni, fatti e accuse da dover approfondire che nel caso di Trust sono svariate. Goracci e gli altri imputati hanno sempre respinto ogni addebito rivendicando la legittimità e correttezza dei comportamenti e degli atti assunti. IL CONFRONTO Un passaggio atteso è il confronto dialettico con Franco Libori, difensore di Goracci, che ha soffermato l’attenzione sullo scambio di regali tra l’ex sindaco e l’ex dirigente, e sulla disciolta Sepa (Scuola eugubina di pubblica amministrazione). Silvestri ha fatto riferimento ai regali natalizi, tra i cioccolatini equosolidali che riceveva e le bottiglie di champagne con cui ricambiava, e al fatto che la Sepa fosse stata una creatura di Goracci che la considerava un fiore all’occhiello. Silvestri ha condiviso il progetto e gestito la scuola, ritenendo - come ha dichiarato in aula - che fosse anche un modo per l’ex sindaco di lasciare il dirigente a occuparsi della Sepa e non del personale, su cui la giunta Goracci aveva mani libere. L’audizione con Libori riprenderà la prossima seduta, fissata per il 20 ottobre alle ore 11. M.Boc.
POLITICA Il sindaco (per ora) non cambierà la squadra. La lista civica si accontenterà dell’addetto stampa gradito
GIUNTA STIRATI, NIENTE RIMPASTO SCELGO GUBBIO ACCONTENTATO
La giunta resta com’è. Il rimpasto può attendere, gentili messo ai lavori pubblici al posto di Alessia anzi il sindaco Filippo Mario Stirati non ha alcuTasso, promossa vicesindaco ma privata della dena intenzione di toccare la sua squadra facendo lega più importante sostituita con l’urbanistica, a scorrere il tempo, dopo le pressioni della lista Oderisi Nello Fiorucci confermato al turismo e civica Scelgo Gubbio che gli ha ricordato più volSimona Minelli new entry alle politiche giovanili. Scelgo Gubbio non aveva gradito né il metodo né te come fosse il previsto il tagliando. Ci doveva la ripartizione delle deleghe, tanto da prendere essere una verifica generale, anche sul programValerio Piergentili le distanze e rinunciare alla presidenza di una ma, ma Stirati ha preso tempo e il coronavirus ha commissione consiliare. Si è sempre vociferato di un obiettivo fatto il resto, fino ad aggiungere il dibattito serrato sulla quein realtà diverso della lista civica, ovvero un nome gradito per stione dell’incenerimento dei rifiuti nelle cementerie. Il sindaco l’ufficio stampa dopo il pensionamento a ottobre di Anna Buogià prima del lockdown ha firmato svariati comunicati stampa insieme ai singoli assessori di competenza a seconda dell’argoninsegni. I tempi della scelta si sono dilungati a dismisura fino a indispettire il gruppo alleato che adesso è stato accontentato mento, oltre a chiedere il sostegno della giunta in certi momencon Federica Grandis vicinissima a soggetti di punta pur senza ti aspri del confronto politico: ciò è stato visto come un chiaro incarichi istituzionali del movimento e ovviamente graditissima segnale di voler dare continuità al lavoro intrapreso e con gli allo stesso Stirati. Questa mossa potrebbe rivelarsi sufficiente stessi sette componenti. Gli assessori sono stati definiti sostanper far rientrare la richiesta di Scelgo Gubbio su verifica e rimzialmente a tempo fin dall’insediamento un anno fa, con gli occhi puntati soprattutto sui Liberi e Democratici, da Valerio Pierpasto. M.Boc.
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L’IPOTESI
CERI A SETTEMBRE, STIRATI PRENDE TEMPO DIBATTITO APERTO CON ALCUNI CERAIOLI CONVINTI CHE LA FESTA SI POSSA CELEBRARE IN OCCASIONE DELLA TRASLAZIONE. STIRATI: “SE NE PUÒ PARLARE MA È PROBLEMATICO”. CI SONO DUE PRECEDENTI NELLA STORIA RECENTE E FURONO EDIZIONI AGGIUNTE
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anche tra marzo e aprile, ma in quel moIncontri informali, scambi di opinione e mento si è preferito discutere solo di magipotesi suggestive per riaprire il discorso della Festa dei Ceri da mandare in scegio. L’idea di settembre trova una ragione nel significato della traslazione del patrona l’11 settembre dopo l’annullamento lo no, perché i Ceri corrono verso il santo scorso 15 maggio per gli effetti dell’emerche riposa in cima al monte Ingino dove genza coronavirus. Si sta formando una presumibilmente nel 1194 venne trasferito schiera di favorevoli alla corsa in occasione dell’anniversario della Traslazione del dal duomo. PRECEDENTI SETTEMBRINI corpo di Sant’Ubaldo dalla cattedrale alla Ci sono due precedenti della festa settembasilica. “Se ne può parlare - dice il sindaco brina: il 26 settembre 1894 per il settimo Filippo Mario Stirati - ma non possiamo I Ceri a Venezia nel settembre 1928 centenario della Traslazione, quando la nasconderci che è problematico. Ci sono le città fu interessata da una serie di manifestazioni a cui l’Università misure restrittive di cui tenere conto e sappiamo che fino a luglio dei Muratori volle aggiungere anche un’edizione speciale dei Ceri, inoltrato non sapremo gli orientamenti che verranno presi sulle oltre a quella del 15 maggio, con il pronunciamento favorevole del manifestazioni e altre situazioni. Affronteremo il discorso anche a consiglio comunale a patto che il Comune non dovesse contribuire livello istituzionale con le componenti del tavolo dei Ceri. Ci sono alle spese e che si trattasse di un’edizione del tutto eccezionale e da varie valutazioni da fare. Ci sono stati i precedenti ma sono stati non ripetere; nel 1928, dopo che una folta delegazione di ceraioli casi in aggiunta e non sostitutivi del 15 maggio”. partecipo alla Rassegna delle Tradizioni Popolari nei primi giorni TAPPE OBBLIGATE di settembre a Venezia, si decise al rientro di riportare i Ceri in Bisognerà aspettare le scadenze del 14 luglio riferito al decreto cima al monte Ingino con una vera e propria Festa dei Ceri escluConte e 31 luglio quando cesserà lo stato d’emergenza dichiarato dendo solo l’iniziativa del banchetto della Tavola Bona. Alcuni cedal governo, con il prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, che avrà raioli spingono per una proposta da inoltrare a sindaco, vescovo e l’ultima parola per la sfrenata partecipazione popolare, dunque associazioni ceraiole. ogni decisione si lega all’evolversi della situazione sanitaria. Della R.Bar. possibilità di rinviare la festa a settembre si era vociferato in verità
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CULTURA
PIETRO IL RIGATTIERE RIANIMA I CERI QUATTRO BASSORILIEVI SUGGESTIVI DI NARDELLI RACCONTANO IL 15 MAGGIO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS. SONO SCENE SU TELA E STUCCHI CON FRATI, MONSIGNORI, VESCOVI E CARDINALI MUNITI DI OMBRELLO SOTTO LA PIOGGIA La Festa senza i Ceri può essere raccontata in tanti modi. Anche con l’estro e l’occhio di un artista come Pietro Nardelli, 73 anni, rigattiere da sempre, che ha una maniera tutta sua di esprimersi nella ricerca dei soggetti tra i racconti di vita. Per i Ceri rimasti all’interno della basilica, Nardelli ha scelto quattro bassorilievi che li animano. Ha cominciato con il pomeriggio quando sono fermi, collocati sui basamenti in via Savelli della Porta, per poi proseguire con l’Alzata, corso Garibaldi e l’arrivo sul monte Ingino sulle scale della basilica di Sant’Ubaldo. Ogni raffigurazione è di un metro per 60 centimetri senza cornice. ISPIRAZIONE VENUTA DA SÈ C’è una visione dei Ceri davvero molto particolare e suggestiva, con un impatto che conquista per le sensazioni e i colori capaci di prendere il sopravvento. Nardelli il rigattiere (“Ci si nasce ricorda -, non c’era niente quando ero piccolo e si andavano a cercare le cose pure per fare qualche soldo e poter comprare una gassosa al bar”) cerca una ricostruzione evocando ciò che poteva essere e non è stato: “In queste quattro opere i Ceri ci sono e vivono comunque. La festa non è stata fatta dai ceraioli, ma dai miei personaggi come i frati, monsignori, vescovi cardinali. Li ritraggo tutti con gli ombrelli perché è una giornata di
di MASSIMO BOCCUCCI
pioggia, anche se quest’anno non è piovuto. Viaggia la fantasia, non vogliono essere un documento ma una lettura sotto un’altra luce. I Ceri sono una cosa seria, ciascuno la festa l’ha fatta e vissuta a modo suo. L’ispirazione mi è venuta chiuso in casa e così l’ho sentita per conto mio”. Tradurre in pratica le sensazioni è stato l’approccio che Nardelli ha voluto nel percorso che continua, perché ogni bassorilievo richiede almeno un mese di lavoro tra le varie fasi: Ho cominciato a farmi un’idea, ho preparato i supporti e le tele di sacco del caffè che non sono trattate e sulle quali vengono messi gli stucchi. Ho cominciato a disegnare direttamente sulla tela”. Pietro si esprime davanti alla bottega di via Perugina e la gente di passaggio ci mette volentieri lo sguardo: “Non parlo mai con nessuno di ciò che creo, poi in tanti si fermano sul marciapiede. Ogni bassorilievo è un’esperienza forte e lunga. Prima c’è il disegno, poi gli stucchi e poi comincio con i Ceri, i tetti, i muri e i personaggi. Alla fine applico il colore. È la stessa tecnica dell’affresco. Fa da fissante una materia che preparo con una modalità tutta personale”. Quale destino avranno queste opere ispirate ai Ceri? “Non ho deciso e per ora neanche ci penso. Potrei anche metterli in vendita, vedrò una volta completato il lavoro”.
IL CASO Continue segnalazioni da parte dei cittadini tra degrado e furti: allo studio soluzioni per il decoro del luogo
CIMITERO, SERVONO TELECAMERE E MANUTENZIONI
Il cimitero cittadino è sopraffatto dall’incuria e, come se non bastasse, ci sono anche i furti a rattristare quanti si recano in visita ai propri cari. Le condizioni destano forti preoccupazioni per le denunce dei cittadini che stanno segnalando delle problematiche sempre più fuori controllo. Da quando il cimitero in via del Crocifisso ha riaperto i battenti dopo il lockdown e i discussi provvedimenti restrittivi con i cancelli chiusi, lo scenario che si è presentato è stato allarmante. Da molte parti viene la richiesta di installare la videosorveglianza nei punti strategici e più sensibili dell’area, per scoraggiare gli atti vandalici e sacrilegi, mentre è atteso un servizio programmato dal Comune di manutenzione ordinaria per evitare che l’incuria raggiunga livelli insostenibili suscitando proteste e polemiche. Nell’area monumentale attorno alla chiesa, l’erba ha coperto alcune lapidi e la situazione non è migliore nella parte bassa così come nell’ala nuova che ospita loculi e cappelle. Erbacce, rovi, umidità, infiltrazioni d’acqua, tombe pericolanti e gallerie al buio, fino all’impossibilità in alcuni passaggi di portare un fiore sulla tomba e alla presenza di lapidi pericolanti. Il viale principale di accesso si trova nelle medesime condizioni di trascuratezza. Nei tempi andati non c’era un quadro così degradato, tenendo conto che servizio non è più presente con l’apertura
dell’ufficio nelle fasce orarie come in passato. L’erba viene sempre più spesso lasciata all’abbandono per lungo tempo in una situazione di generalizzato degrado che provoca amarezza ai familiari e amici di quanti riposano nelle tombe e nelle cappelle. Ci sono segnalazioni e proteste per sensibilizzare l’Amministrazione Comunale a promuovere degli interventi minimi di manutenzione per dare un dignitoso decoro. FURTI SENZA FRENO C’è un altro problema, particolarmente deplorevole, che è rappresentato dai furti. Dalle tombe sparisce di tutto, dai fiori ai ricordi e simboli affettivi perfino di irrisorio valore, magari legati alla festa dei Ceri come le immagini di Sant’Ubaldo e gagliardetti, e ad altre tradizioni pure familiari. Vengono trafugati vergognosamente portafiori, vasi di ceramica, fiori e piante, così come si staccano le lettere di bronzo e acciaio dagli epitaffi su alcune lapidi. Spariscono anche lumini di cera ed elettrici. Non vengono risparmiate le auto in sosta, da cui sono sottratte borse e soldi dai mezzi parcheggiati all’ingresso. Lo sdegno circola con il passaparola e le segnalazioni, senza denunciare per non aggiungere dispiacere al disappunto evitando ogni ulteriore risvolto burocratico. M.Boc.
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LA STORIA
IL DIPLOMA FA FELICE SUOR ANGELA LA RELIGIOSA DELLA CASA FAMIGLIA SANTA LUCIA VIENE DA GUATEMALA E HA COMPLETATO IL PERCORSO DI STUDI ALLE SCIENZE UMANE DEL “MAZZATINTI”
di MASSIMO BOCCUCCI
Suor Angela si è diplomata, lasciandosi alle spaldivisa tra Gubbio nel 2007 per un anno, quindi le l’utimo anno trascorso sui banchi delle Scienze Catania, ancora due anni a Gubbio e poi a Firenze umane del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti”. Il fino a tornare a Santa Lucia dove madre Dorotea percorso s’è completato con l’esame di maturità Mangiapane è stata la prima a spingerla per farche è filato liscio per la religiosa guatemalteca, dal le completare gli studi. “Ho frequentato fino alla settembre 2019 alla Casa Famiglia Santa Lucia. terza media nel mio Paese - spiega - e a Firenze “È stato l’anno scolastico più difficile - racconta -, ho sostenuto anche un corso per assistenza agli anche per l’emergenza coronavirus. Sono riuscita anziani. Il diploma serve per rendersi utili e per a condensare questo cammino di studi che voglio una soddisfazione personale. Non la conoscevo mettere a frutto. Noi abbiamo la scuola materna l’Italia e in questi anni ho imparato ad apprezzare dunque era anche una necessità prendere il dila. L’ambiente somiglia al nostro tranne quando fa ploma. Ho fatto una bella esperienza, sono stata freddo. A Gubbio si vive bene, è una piccola realtà Suor Angela durante l’esame accolta bene dal preside Maria Marinangeli, dagli e la sento su misura”. insegnanti e dai compagni di classe. La materia preferita è la letteLA PROVA ratura italiana, mentre non vado molto d’accordo con l’inglese. Io A scuola ha vissuto intesamente e la prova d’esame l’ha vista risponparlo lo spagnolo e il dialetto regionale di San Luis, la città da dove dere alle sollecitazioni della commissione, formata dal presidente vengo, nel dipartimento di Petén famoso perché culla della civilta marchigiano Leano Garofoletti e i docenti Luigi Girlanda, AdriaMaya. Non conoscevo l’Italia e la missione vocazionale mi ha porna Polidori, Francesco Rosati, Rita Fiorucci, Alessia Ottaviani tato qui. Il futuro non dipende da me, decide la madre generale che ed Eleonora Scassellati. Si è misurata con il senso del sacro e la oggi è suor Maria Silvia Agnoletto”. tutela della libertà religiosa riconosciuta dalla Costituzone, il penIL PERCORSO siero di Kierkegaard e la riflessione In realtà si chiama Olivia, infatti del filosofo sullo stadio esistenziale Angela c’è diventata quando ha predella fede, la poesia di Ungaretti, il so i voti con la Congregazione della romanzo Oliver Twist di Dickens e Suore Domenicane di San Sisto, scel’arte di De Chirico, fino alle proteigliendo questo nome da suora. Ha 36 ne e l’esperienza durante il lockdown anni e in Italia è approdata nel 2006 coi bambini della Casa Famiglia Sanper cominciare la missione all’Opeta Lucia. Un lungo sorriso, alla fine, ra Mater Dei, la casa di formazione ha rappresentato la testimonianza Suor Angela assieme alla commissione esaminatrice romana di Castel Gandolfo. Si è poi migliore di quanto ci tenesse.
LUTTO La scomparsa del grande compositore aumenta il rimpianto per l’occasione mancata nel settembre 2011
MORRICONE E QUEL CONCERTO SALTATO UNA MACCHIA CHE NON VA PIÙ VIA
Resterà un rimpianto, e pure bello grosso: non aver potuto ammirare Ennio Morricone e ascoltare le sue splendide colonne sonore nello scenario incantato del Teatro Romano di Gubbio. Era tutto fatto (o quasi) in quel settembre vecchio ormai nove anni: era il 2011 e l’11 del mese il compositore di fama mondiale avrebbe dovuto dirigere l’orchestra sinfonica nella città dei Ceri, commemorando le vittime delle torri gemelle nel decimo anniversario della triste ricorrenza in un concerto dal titolo “Voci dal silenzio”. Un evento annunciato in pompa magna ma poi saltato a una manciata di giorni da quando si sarebbe dovuto tenere, ufficialmente a causa della “mancanza di permessi da parte della commissione di vigilanza sulla sicurezza della Prefettura”, di fatto per motivi organizzativi. Ne seguì un polverone mediatico tra l’allora amministrazione comunale guidata da Diego Guerrini (che provò, d’intesa con la Provincia, a far slittare il concerto di qualche settimana,
ma senza riuscire nell’intento) e le forze di opposizione che in tutta la regione fecero sentire la loro voce. OCCASIONE PERSA Per Gubbio si trattò di una brutta figura senza appello, oltre che di una grande occasione mancata: l’evento avrebbe potuto catalizzare l’attenzione mediatica di mezzo mondo, oltre a richiamare in città un nutrito pubblico, tanto che gli organizzatori (Enjoit) preferirono spostare il concerto dal palco del Teatro Romano all’esterno della struttura proprio per riuscire a contenere maggiori spettatori, passando da un limite di 800 ingressi a un massimo di 8.000. Logico che da quel giorno di Morricone a Gubbio non se ne fece più nulla: il maestro, scomparso all’alba del 6 luglio 2020, ha continuato a dirigere concerti fino al compimento dei 90 anni, chiudendo una carriera trionfale e destinata a eterna memoria nell’estate del 2019. R.Bar.
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SCUOLA
EDILIZIA SCOLASTICA, TANTI SOLDI DA SPENDERE CI SONO DA TEMPO OLTRE 12 MILIONI DI EURO PER ADEGUARE ALCUNE SCUOLE DEL TERRITORIO A LIVELLO SISMICO, ENERGETICO E DIMENSIONALE. STIRATI ANNUNCIA: “A TORRE CALZOLARI I LAVORI PARTIRANNO ENTRO L’ESTATE. POI LE GARE PER AFFIDARE GLI INTERVENTI A MADONNA DEL PONTE, VILLA FASSIA E CIPOLLETO. CANTIERI NEL 2021 PER EDIFICIO SCOLASTICO, ALDO MORO E NELLI”
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Sono in ballo 12.167.000 euro chiesti e ottenuti dal Comune per interventi nell’edilizia scolastica. Sette milioni sono stati assegnati nell’agosto 2018 dopo i precedenti cinque avuti dal 2015. Soldi per adeguare le strutture a livello sismico, energetico e dimensionale. Ricordiamo gli stanziamenti in ordine di concessione dei finanziamenti: 5.639.000 euro per l’Edificio Scolastico, 300.000 per la scuola dell’infanzia di Villa Fassia, 345.000 per le elementari di Torre Calzolari, 675.000 per la media Ottaviano Nelli, 675.000 (più 75mila di fondi comunali) per la nuova scuola di Semonte, 414.000 (più 46mila di fondi comunali) per la scuola di Branca, 666.900 per la scuola di Carbonesca, 415.000 per l’elementare di Madonna del Ponte, 657.000 per l’elementare di Cipolleto, 2.260.000 euro per il plesso Aldo Moro. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha annunciato che partiranno a breve i lavori a Torre Calzolari e sarà il primo degli interventi legati a questo pacco di soldi giacenti da tempo. I progetti sono pronti solo in parte e per quelli pronti c’è un iter complicato per gli appalti. Il sindaco si pone il problema di coinciliare i lavori con l’attività didattica, perciò ha pensato a un tavolo di confronto con i dirigenti scolastici per verificare le modalità più
idonee a ridurre in prospettiva al minimo i disagi per studenti e docenti. Il progetto in fase più avanzata riguarda la scuola di Torre Calzolari, i cui lavori - assicura Stirati - inizieranno durante l’estate, mentre partirà tra due mesi la gara di affidamento per Madonna del Ponte, Villa Fassia e Cipolleto. “Per queste scuole - dice il sindaco - abbiamo soluzioni precise rispetto a come affrontare la compresenza di lavori e lezioni”. Per gli interventi più sostanziosi, cioè i plessi dell’Edificio Scolastico, l’Aldo Moro e la Nelli, la progettazione è stata aggiudicata prevedendo l’inizio dei cantieri per il 2021. Per l’Aldo Moro potrebbe esserci come alternativa un’ala dell’ex ospedale di piazza Quaranta Martiri. “Si tratta - spiega Stirati - di un prezioso contributo per tutto il patrimonio scolastico cittadino”. Si vedrà se per i lavori saranno coinvolte le imprese edilizie eugubine in un momento drammatico per il tessuto economico-produttivo locale, acuito dagli effetti dell’emergenza coronavirus. E’ questa la missione più importante a cui è chiamata l’Amministrazione Comunale per ridare slancio a una situazione anche occupazionale duramente provata da una crisi infinita.. R.Bar.
LA STORIA La vicenda della signora Lisa che è tornata dal Regno Unito e ha scoperto a Branca un tumore benigno
ERA ANDATA IN INGHILTERRA, L’HANNO SALVATA A BRANCA
Si può anche non guardare sempre spedale di Branca, dove il dottor Lorenin casa d’altri, come alla sanità più dizo Silivestro si è preoccupato vedendo i valori delle analisi largamente fuori stante, anche all’estero, fidandosi poco dai limiti, fino a chiedere un consulto al della propria. La signora Lisa, che con il collega endocrinologo Vincenzo Ariete. marito Roger vive e lavora in Umbria, Una visita specialistica di approfondiaveva invece deciso di curarsi nella sua terra, in Inghilterra, preferendo il ritormento ha consentito di andare oltre, gestendo la situazione sotto il coordino in patria dopo aver accusato i primi disturbi tra dolori ossei, stanchezza e namento del primario Stefano RadicIl biglietto di ringraziamento di Lisa sbalzi d’umore. I coniugi inglesi erano chia, dirigente responsabile del Pronto rientrati per sottoporsi ad alcuni controlli, con tanto di ricoSoccorso e del reparto di Medicina a cui si lega l’ambulatorio di endocrinologia. vero, per capire da cosa dipendessero certi problemi di saluÈ stata quindi presa a Branca la decisione di sottoporre la donte che stavano pesantemente condizionando la vita. Niente di che: questo le hanno detto i medici britannici, con le dimissioni na a una visita con ecografia al reparto di Medicina nucleare dall’ospedale e la prescrizione di una cura a base di vitamine. del Silvestrini a Perugia, coinvolgendo il dottor Salvatore MesLa realtà però era ben diversa e il problema è stato dapprima sina, che ha permesso di scoprire un adenoma tiroideo, ovvero preso di petto e poi risolto a Branca perché la faccenda non un tumore benigno da rimuovere immediatamente. Il quadro era poi così semplice. La signora Lisa ha voluto così ringraziaclinico era diventato chiarissimo e la signora Lisa è stata operare i sanitari che si sono adoperati per risolvere tutto, facendo ta a Branca dal chirurgo eugubino Enzo Passeri, che è ricorso pervenire qualche riga al nosocomio comprensoriale dell’Alto a una tecnica particolare innovativa poco in uso negli ospedali. Chiascio: “Dal profondo del mio cuore - ha scritto - grazie per la Nel giro di un giorno la donna ha risolto il problema, tornando cura e il dono della buona salute”. a casa per una breve convalescenza senza provare più alcun dolore. Ha ritrovato la serenità e senza esitare ha pensato di LA DIAGNOSI DECISIVA ringraziare i sanitari della struttura comprensoriale. La signora, una volta tornata in Umbria, ha infatti continuato a stare male facendosi accompagnare al Pronto Soccorso dell’oM.Boc.
LA STORIA
ALBERTO SORDI TRA PAOLA COMIN E IL MARCHESE DI SANTA CRISTINA di MASSIMO BOCCUCCI
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SI SCOPRONO LEGAMI EUGUBINI INDIRETTI DEL POPOLARE ATTORE CON GUBBIO, ANCHE ATTRAVERSO LA SUA STORICA PUBLISH. ONOFRIO DEL GRILLO, RACCONTATO NEL POPOLARE FILM, ERA MARCHESE DI SANTA CRISTINA
Nel ricordo di Alberto Sordi c’è anche un legame con Gubbio. Le iniziative per il centenario della nascita (15 giugno 1920) hanno visto trasmissioni televisive che hanno raccontato il popolarissimo attore romano. Lo Speciale del Tg5 “Magnifico Testimone”, a cura di Anna Praderio, ha ripercorso la lunga carriera dell’Albertone nazionale attraverso le sue stesse parole, le interviste a Carlo Verdone, Enrico Montesano, Gigi Proietti e alla storica publicist Paola Comin, che ha collaborato al fianco di Sordi e ha incrociato la strada di Gubbio nel 1990 al tempo di Umbria Fiction e il 29 ottobre 2016, quando si è adoperata in prima linea per la presenza di Lino Banfi nella giornata eugubina dedicata al regista romano Mariano Laurenti, trapiantato a Gubbio da una quindicina di anni. Paola Comin ha sempre esternato la propria ammirazione per la città che l’ha conquistata per le bellezze storico-architettoniche e l’accoglienza. SANTA CRISTINA C’è di più. Il Marchese del Grillo, film del 1981 del regista Mario Monicelli girato in parte in Umbria, ruota attorno alla figura di Sordi nei panni di Onofrio del Grillo, che taluni considerano il nobile realmente vissuto a Fabriano tra il 1714 e il 1787, laureato in giurisprudenza a Urbino, appartenente a un’aristocratica famiglia di origine genovese. Trascorse la maggior parte della sua vita nella Roma papalina, ricoprendo i ruoli di sediario pontificio, cameriere di cappa e spada del papa e guardia nobile. Divenne ricchissimo grazie a un’importante eredità e fu ammesso nella Corte Pontificia dove si rese celebre per il suo carattere eccentrico. Le gesta e la fama dei suoi colossali scherzi si diffusero in tutta Roma e furono ampliate dalla voce popolare che probabilmente fuse episodi attribuibili a diversi membri della famiglia. Iscritto al patriziato romano, il Papa Benedetto XIV gli conferì il rango di marchese di Santa Cristina e conte di Portula. La salma è sepolta nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini a
Roma. Resta tuttavia dubbia l’identificazione di questo personaggio storico con quello protagonista di tanti aneddoti popolari romani che Sordi ha esaltato con la sua vis comica: Onofrio del Grillo secondo alcuni sarebbe vissuto in realtà nella prima metà dell’Ottocento, quindi quando il nobile fabrianese era già morto. LA LOCANDA Una testimonianza lasciata dai possedimenti del marchesato del Grillo sta nella Locanda del Gallo, un bed and breakfast sulla collina di Santa Cristina, tra le antiche mura di pietra scolpita dai secoli, nel contesto del castello di Santa Cristina costruito all’inizio del 1200 in un territorio strategico al confine tra Gubbio e di Perugia, che se lo contesero più volte. Durante le guerre per la supremazia tra eugubini e perugini, nel 1397 il castello fu distrutto per ordine di Perugia. Ma alla fine prevalsero gli eugubini e nel 1600 il borgo di Santa Cristina rientrò fra le terre soggette alla giurisdizione di Gubbio, anche se perugini erano i feudatari locali, i conti della Penna. Francesca della Penna nel 1650 portò Santa Cristina in dote a Cosimo del Grillo, nobile di famiglia fiorentina trasferitosi a Roma, il quale nel 1672 ottenne da Papa Clemente X l’elevazione del feudo della moglie a marchesato. Proprio a questo periodo risale l’edificazione del palazzo che oggi ospita la Locanda del Gallo. L’IMPRONTA Nel 1831 l’ultima discendente del casato, Virginia del Grillo, lasciò i suoi beni in eredità al cugino, il marchese Giuliano Capranica, che aggiunse al proprio anche il suo cognome. Sempre per iniziativa di Virginia, nel 1823 fu costruita a Santa Cristina una nuova chiesa con annessa sacrestia e il borgo assunse la fisionomia attuale. Rovinato dall’incuria, il palazzo del marchese Capranica del Grillo è stato restaurato nel 1995, nel rispetto della struttura architettoAlberto Sordi assieme a Paola Comin nica originale.
DISCOGRAFIA La musica popolare della giovane artista eugubina protagonista nella sezione album in dialetto
SARA MARINI FINALISTA ALLE TARGHE TENCO
La raccolta di inediti della cantante eugubina Sara Marini si è piazzata tra i cinque finalisti, per la sezione “album in dialetto”, delle Targhe Tenco 2020 riconfermando la potenza e l’efficacia di un progetto che ha come obiettivo il recupero e il racconto delle radici musicali di due terre importanti nell’esperienza artistica e umana dell’autrice. Hanno vinto Brunori Sas, Tosca, Paolo Jannacci, Gianni Siviero e, nella sua sezione, la Nuova Compagnia di Canto Popolare con il brano Napoli 1534. La serata di premiazioni è prevista a novembre al Teatro Ariston di Sanremo (l’anno scorso trionfo a livello assoluto per Vinicio Capossela, che peraltro sarà in concerto al Teatro Romano di Gubbio il 4 agosto, e di Enzo Gragnaniello nella categoria album in dialetto). Torrendeadomo, che in lingua sarda significa ritorno a casa, è un viaggio musicale che ha come protagoniste due isole diverse e simili: la Sardegna, isola circondata dal mare che è sempre messaggero di incontri e di
scambi e l’Umbria, isola di montagne che difendono e conservano ciò che non deve mutare. La ricerca musicale di Sara Marini, arricchita e potenziata dal contributo di numerosi artisti tra i quali Claudia Fofi, Goffredo Degli Esposti, Paolo Ceccarelli, Francesco Savoretti, Lorenzo Cannelli, Fabia Salvucci, Monica Neri, Davide Ambrogio, Valentina Paiella, Franz Piombino, Nicolina Marini e Giorgia Gigì Gaggiotti, si conquista un posto nella finale del prestigioso premio accanto a nomi importanti nel panorama della musica popolare italiana. I contenuti e le linee di ricerca che hanno guidato l’ideatrice dell’album, pubblicato con l’etichetta RadiciMusic Records di Aldo Coppola Neri e Stefania Cocozza e registrato da Walter Lanzara presso Al Fondino Studio, verranno presentati nel contesto dell’evento “Umbria in voce”, del quale Sara Marini sarà ospite, il prossimo 12 agosto al Teatro Romano. ANNALISA BOCCUCCI
ATTUALITÀ
UN INCARICO CON LO SPOILS SYSTEM SENZA PESARE CURRICULA E COLLOQUI SI APRE UN CASO SUL NUOVO ASSETTO DELL’UFFICIO STAMPA DEL COMUNE. FEDERICA GRANDIS SI FIRMA COME RESPONSABILE MA L’AVVISO PUBBLICO E I COMPITI ANNUNCIATI NEL BANDO DI FEBBRAIO DAL SINDACO SONO DIVERSI La dottoressa Federica Grandis, scelta dal sindaco Filippo Mario Stirati e inserita nel suo staff anche come collocazione del posto di lavoro, diffonde i comunicati stampa firmati come Responsabile Ufficio Stampa Comune di Gubbio (c’è stata una pausa indicando solo Ufficio Stampa del Comune di Gubbio, poi ha ripreso con la dicitura completa). Si è aperto un caso sulla configurazione del ruolo ritagliato dal sindaco nella scelta su base esclusivamente fiduciaria realizzata attraverso un avviso pubblico di partecipazione “mediante esame dei curricula e colloquio per un incarico a tempo pieno e determinato alle dipendenze del sindaco da assegnare all’ufficio relazioni esterne staff sindaco”. Nell’avviso e nel conferimento dell’incarico non si parla di responsabilità né di ufficio stampa del Comune, ma si evidenzia un incarico strettamente riferito alle dirette dipendenze del sindaco senza neanche fare riferimento alla redazione dei comunicati stampa. Lo stesso Stirati nell’annunciare il conferimento dell’incarico ha fatto esplicito riferimento alle funzioni della nuova assunta: svolgere una attività propulsiva in tema di diffusione delle tecnologie informatiche per innovare le modalità di comunicazione e d’accesso ai servizi da parte dei cittadini; innovare la piattaforma della comunicazione del Comune di Gubbio al fine di rendere immediatamente fruibili e accessibili le informazioni da parte degli utenti; potenziamento degli strumenti digitali per concretizzare una comunicazione più immediata tra utenti e Amministrazione anche in ordine agli stati di avanzamento dei procedimenti di interesse senza doversi recare fisicamente agli sportelli; consentire, attraverso specifiche misure e strumenti, ai cittadini di monitorare l’attività della pubblica amministrazione assicurando il massimo della trasparenza, dell’imparzialità e della legalità delle procedure e dei procedimenti gestiti; predisposizione e coordinamento del nuovo Piano della Comunicazione;
di MASSIMO BOCCUCCI
adozione di azioni specifiche finalizzate alla omogeneizzazione dei profili social del Comune di Gubbio”. Stirati nel conferimento dell’incarico spiega anche che la scelta “attraverso un’analisi di curricula e di colloqui, è scaturita da una valutazione del ragguardevole percorso formativo effettuato dalla dottoressa Grandis, dalle sue significative esperienze lavorative e professionali nel campo della comunicazione”. Anche in questo caso ci sono situazioni discusse perché tra i dodici candidati c’erano curricula che, specie in fatto di esperienza e percorsi professionali, risultavano largamente più completi. I colloqui non sono stati attitudinali, non hanno riguardato i contenuti dell’incarico, anche perché la selezione a insindicabile giudizio del sindaco non si è basata sulla presentazione di un progetto per la comunicazione istituzionale dell’ente. Stirati ha operato una scelta fiduciaria consentita dalle norme e viene fatto osservare da più parti (con possibilità di iniziative a vari livelli) come l’essere ricorso a un avviso pubblico, con l’attivazione di un impegnativo iter burocratico-tecnico-amministrativo coinvolgente dirigenti e personale del settore servizi strategici e alle persone, avrebbe dovuto richiedere una procedura concorsuale basata su titoli ed esami (il colloquio appunto) con la presenza di soggetti esterni esperti del settore. Altra cosa è invece la scelta personale basata su eventuali affinità politiche, coinvolgimenti di altra natura, ricorrendo appunto a una forma di spoils system che si presta alle più disparate considerazioni in un contesto come quello italiano e ancor più di una comunità ristretta. L’Amministrazione Comunale ha deciso di sostituire una funzionaria dipendente pubblico con un’incaricata fiduciaria a tempo determinato.
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EDITORIA
EMOZIONI E TANTO VISSUTO NE “IL FILO DELLA SPERANZA” ACCOLTA CON TANTE ATTENZIONI DELLA STAMPA E SUI SOCIAL LA PUBBLICAZIONE DI MASSIMO BOCCUCCI E TIZIANA ZEPPA, EDITA DA INFOPRESS. STIRATI: “È UNA TESTIMONIANZA DEL DIFFICILE PERCORSO CHE ABBIAMO ATTRAVERSATO. CI SONO VICENDE UMANE UNITE DALLA MEMORIA DEI BUONI SENTIMENTI”
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Ne stanno parlando in tanti da quando il 20 giugno è stato presentato a Palazzo Pretorio. Se ne sono occupati i quotidiani e i più qualificati siti web informativi regionali e locali; ci sono stati servizi di approfondimento su Trg, Umbria Tv e Tef, Radio Tadino. Molte le testimonianze sui social. L’accoglienza è stata particolarmente favorevole dal battesimo di un libro che racconta di storie vissute nel periodo più difficile ed è stato presentato riaprendo proprio per l’occasione le porte della sala Consiliare di Palazzo Pretorio che è stata sede del Coc (Centro operativo comunale) con gli amministratori e i dipendenti in prima linea per gestire l’emergenza sanitaria. L’ha voluto sottolineare il sindaco Filippo Mario Stirati portando dagli scranni il saluto istituzionale alla presentazione del libro “Il filo della speranza - Storie al tempo del coronavirus”, del giornalista Massimo Boccucci e l’avvocato Tiziana Zeppa. Hanno partecipato in tanti, seguendo le norme di sicurezza, con la presenza del comandante della Compagnia Carabinieri di Gubbio, capitano Fabio Del Sette; Roberto Conticelli, vicecaporedattore de La Nazione e presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria che ha curato la prefazione; Francesco Piccotti, in rappresentanza di LC3 Trasporti che ha sostenuto il progetto editoriale; il giornalista moderatore dell’incontro Giacomo Marinelli Andreoli. ESPERIENZE REALI C’erano soprattutto i protagonisti delle 39 storie raccolte nei 18 capitoli e 170 pagine della pubblicazione. “Abbiamo vissuto giorni complicati - ha detto Stirati in cui la città ha dato il meglio di sé mobilitandosi e impegnandosi per superare le difficoltà. Questo libro è una testimonianza del percorso che abbiamo attraversato. Ci sono vicende umane unite dal filo della memoria e della speranza. In questi mesi i sindaci, non parlo soltanto di me, sono stati chiamati a un lavoro in
prima linea sentendosi comunità, baluardo delle città, e cercando di muoversi per risolvere le problematiche”. Conticelli ha sottolineato il trasporto umano e del vissuto nel “libro testimone del nostro tempo. Le parole hanno un valore, non sono state usate semplicemente per riferire qualcosa, cosa che a volte non riesce neanche nel quotidiano, ma per trasmettere testimonianze, valori e vissuto”. Piccotti ha spiegato la convinta adesione al progetto editoriale da parte di LC3 Trasporti evidenziando l’esperienza di un’azienda leader presente anche in territori martoriati dal coronavirus come la zona di Piacenza, con Codogno epicentro italiano della pandemia che dista pochi chilometri: “Abbiamo fatto squadra lavorando in un modo diverso e più complicato. Questa esperienza ha unito e deve unire, come il gruppo LC3 ha fatto con le due più importanti realtà imprenditoriali eugubine”. RACCONTI IN PRIMA LINEA Nel corso della presentazione hanno portato un contributo di riflessione due protagonisti delle storie raccontate nel libro: il dottor Marco Cardile, che ha vissuto l’esperienza del contagio personale e di sua moglie, e Lamberto Boranga, ex portiere di Fiorentina, Parma, Reggiana, Cesena e Perugia con due lauree e cinque specializzazioni, profondamente legato a Gubbio, considerato a quasi 78 anni un vero Highlander perché ancora attivissimo come sportivo e anche medico. Gli autori hanno letto qualche passaggio del libro rimarcando lo spirito che ha accompagnato l’avventura nel voler legare le vicende attraverso riflessioni e collegamenti con lo scopo di voler trasmettere testimonianze ma anche umanità e calore. “Il filo della speranza” è in vendita in tutte le edicole e librerie al prezzo di copertina di 13,00 euro.
IL CASO La zona nella periferia est vede le strade dissestate e la crescita incontrollata di erba (in attesa dei lavori)
FONTECESE, AVANZA IL DEGRADO IL NODO CENTRO COMMERCIALE
Via Fontecese è prigioniera delle condizioni disastrate del manto stradale, già causa di diversi incidenti, e della crescita incontrollata di erba. Il futuro è appeso al centro commerciale e direzionale, progettato ma bloccato anche per gli effetti della pandemia. In gran parte quella zona è ormai diventata - come denunciano gli abitanti della e quanti vi transitano anche solo per una passeggiata - un habitat ideale per le vipere e altro, oltre che una discarica a cielo aperto dove viene abbandonato di tutto senza ritegno, né controlli, né un minimo di sicurezza. I residenti in più occasioni hanno segnalato la situazione, in forma privata senza rendere pubbliche le lamentele né inscenare proteste rumorose. Ma non c’è stato fin qui alcun effetto pratico al di là di qualche rassicurazione proiettata in avanti nel tempo. Il degrado sta prendendo il sopravvento in un’area periferica della città e per la quale è prospettata un’operazione imprenditoriale molto importante. Il centro commerciale e direzionale sembrava avviato alla realizzazione, dopo subentri e nuove condizioni anche edificatorie. Adesso il discorso potrebbe essere ripreso. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha fatto riferimento a
questa opportunità che ritiene di assoluto riferimento per lo sviluppo logistico ed economico della città: “Si colloca in un’area strategica di vitale rilevanza, nell’area est, a ridosso della città. La vicenda chiama in causa l’imprenditoria privata per la quale, pur non avendo possibilità diretta di intervento, l’amministrazione comunale ha assicurato il pieno apporto e sostegno per soluzioni possibili e definitive. Sulla costruzione del centro commerciale e direzionale Fontecese, fermato per diversi anni e ora avviato a positiva risoluzione con l’ingresso di una nuova società e la realizzazione dei lavori di costruzione affidata al gruppo Inveco di Fernando Barbetti, ci stiamo confrontando. C’è l’impegno a verificare la tempistica di tale impegno operativo che ci auguriamo vada a buon fine in tempi brevi, soprattutto per la parte relativa alla sistemazione della viabilità della zona”. È prevista la realizzazione di una rotatoria che consenta lo sblocco della viabilità in quella parte, il raccordo con via Benedetto Croce e la sistemazione definitiva della strada, dove varie attività commerciali sono in sofferenza da anni e attendono un nuovo impulso alla ripresa. M.Boc.
NOVITÀ Giuliano Trippetta a metà luglio aprirà in via XX Settembre un’esposizione con un centinaio di esemplari
BICICLETTE DEI MESTIERI IN UN MUSEO
Una volta con la bicicletta si faceva di tutto, anche il venditore di giocattoli e gelati, il cinematografo ambulante, il portapacchi delle poste, pure il presepe itinerante e fino a diventare un cult nel film capolavoro di Vittorio De Sica e l’amica prediletta di Don Matteo nella fiction di successo per otto serie girata a Gubbio. Tutto su due ruote, spinte con le pedalate. Giuliano Trippetta ha pensato, con l’amico fabrianese Luciano Pellegrini, di realizzare qualcosa di unico nel suo genere come il museo dei Mestieri in Bicicletta che sta trasferendo da Fabriano a Gubbio, in via XX Settembre numero 12, davanti agli ascensori, in locali di circa seicento metri quadrati dell’ex lanificio ristrutturato dove trovano posto un centinaio di esemplari straordinari. Ogni bicicletta è un mestiere, testimonianza di un periodo dal 1920 al 1950. MUSEO E DEGUSTAZIONI “Voglio farne un’attrazione per appassionati e curiosi. Ho previsto pure un angolo per la degustazione di prodotti alimentari e vini. Aprirò a metà luglio”, dice Trippetta, sessantaquattrenne nato a Bettona e a Gubbio da una quarantina d’anni
dopo aver vissuto ad Assisi, con le attività di albergatore e ristoratore a Fabriano. È pronto ad attirare attenzioni, avendo già deciso la gestione del museo (sarà aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 19) e si aspetta un sostegno dall’amministrazione comunale che fin qui l’ha ignorato senza rispondere neanche alla richiesta di patrocinio gratuito. Il percorso espositivo vede le bici funzionali ai mestieri di una volta (si pensi all’arrotino, il barbiere, il castagnaro, il lattaio) ed è arricchito da foto d’epoca in bianco e nero, in cui viene ricostruito l’ambiente sociale e culturale in cui gli artigiani e le loro biciclette si muovevano nella prima metà del Novecento quando il mezzo a tanti lavoratori per spostarsi nel territorio e svolgere l’attività direttamente a domicilio, oppure nelle strade e piazze di città e paesini. Erano mestieri poveri ed espressione di una realtà in cui gli oggetti si usavano e si riparavano, fino al limite dell’usura che li rendeva inutilizzabili oppure pronti a essere riadattati per altri usi trovando nuova vita. M.Boc.
ALLA VITTORINA ANCHE IL PERDONO DIVENTA GIOIA
In cammino verso la festa del Perdono Francescano. Questa estate a Gubbio ci sarà modo di riflettere su un tema sempre attuale grazie all’iniziativa promossa dalle Sorelle del Piccolo Testamento, dal titolo “Attraverso Francesco per scoprire la via della riconciliazione”. L’appuntamento è per tutte le domeniche fino al 2 agosto alle ore 19,15 presso la chiesa della Vittorina, con un percorso a tappe studiato per arrivare a celebrare la fe-
sta del Perdono “con una liturgia penitenziale ma senza perdere la dimensione della festa e della gioia”, come spiega suor Daniela Cancilla. “Questa iniziativa ci sembra una bella opportunità e un’occasione per riscoprire le dimensioni della riconciliazione, partendo da sé stessi per raggiungere una riconciliazione con i fratelli e per arrivare a una rinnovata relazione con Dio, proprio attraverso il sacramento della confessione”.
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LA ROCCA
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IL “SOGNO” DELLA RAGIONE Tra le tante mistificazioni ideologiche che il “Banal Grande” dell’istruzione pubblica riversa spesso nelle menti indifese degli studenti italiani, ce ne è una, inquietante, che ritorna a ogni Esame di Stato (un tempo di “maturità”) con disarmante puntualità. Riguarda un’opera del pittore spagnolo Francisco Goya, che raffigura un uomo addormentato e contornato da creature mostruose. Sullo scrittoio dove è appoggiato compare la scritta: “El sueño de la razón produce monstruos”, tradotta immancabilmente (e impropriamente): “il sonno della ragione genera mostri”. Da qui la mistificazione, spesso inconsapevole, di schiere di docenti che, secondo i dettami del più rigido laicismo e ateismo, commentano infervorati: “quando la ragione dorme si sviluppano mostri!”. Il che, tradotto, significa più o meno: “quando l’uomo si affida alla religione, come nei secoli passati, la sua ragione dorme e produce superstizione e mostri”. Non vorremmo disilludere troppo gli zelanti servitori del laicismo imperante, ma Goya voleva dire proprio l’esatto contrario. Il “sueño” della scritta spagnola non è il nostro “sonno”, bensì il “sogno”. Non la ragione che dorme, dunque, ma quella che lasciata a se stessa “sogna e fantastica”, produce veri “mostri”, come quelle ideologie atee che hanno immancabilmente sempre prodotto miserie, terrore e morte.
LA VIOLENZA DELL’ATEISMO Già che siamo in tema di mistificazioni e banalità, proviamo a rispondere a un altro luogo comune che, dai banchi di scuola, ha finito per diffondersi nella chiacchiere da bar e da parrucchiere. Ci riferiamo alla convinzione diffusissima e acriticamente accettata - secondo cui i mali della storia, a partire ovviamente dalla barbarie della guerra, sono da attribuire immancabilmente alla dimensione religiosa, con tutti quei contrasti, lotte, ingiustizie e odii che genera tra gli uomini. Anche qui sembra incredibile come si sia riusciti a indottrinare coloro che sostengono questa traballante tesi, facendo ignorare che la violenza più disumana e cieca di tutta la storia umana si è scatenata proprio nel secolo scorso e proprio in nome di ideologie atee. È da quando si è cominciato a credere, per dirla con Nietzsche, che “Dio è morto” che si è scatenata la barbarie che ha generato guerre mondiali, distruzioni mai prima viste o immaginate e, soprattutto, centinaia di milioni di vittime. È alle idee della modernità che andrebbe chiesto il conto per quanto di più tremendo l’uomo è riuscito a realizzare nel corso degli ultimi tre secoli, non certo alla religione. Ma, per rendersene conto, bisognerebbe studiare la storia con senso critico e senza pregiudizi ideologici. Proprio le due cose di cui difetta maggiormente la scuola odierna.
a cura di LUIGI GIRLANDA IL VALORE DI UN GESTO Prima che la cosiddetta “riforma liturgica” producesse i disastri che sono ormai sotto gli occhi di tutti - e da cui il cardinale Ottaviani e altri cardinali illuminati misero in guarda, ovviamente inascoltati, perfino papa Paolo VI - la messa cattolica era fin nei minimi gesti orientata a salvaguardare la retta dottrina e a rafforzare la fede dei fedeli. Proprio su uno di questi gesti è opportuno tornare a riflettere in questi giorni, vista la profanazione del corpo di Cristo che ormai, indossando i guanti usa e getta, i sacerdoti compiono ogni giorno con la compiacenza del governo laicista e dei vescovi totalmente asserviti. Nella vera messa cattolica, infatti, subito dopo la consacrazione dell’ostia, il sacerdote teneva uniti pollice e indice di entrambe le mani per tutta la durata della celebrazione. Quelle dita avevano tenuto l’ostia nel momento in cui si compie il più sconvolgente dei misteri: la trasformazione del “pane” nella sostanza del corpo di Cristo. Quelle dita, dunque, dal quel momento non potevano più toccare nessun altra realtà profana, ma solo l’ostia consacrata. Un gesto semplice, ma di un valore immenso. I fedeli, anche solo guardando quei gesti, erano edificati e confermati nella fede. Oggi invece vedono sacerdoti toccare Cristo con guanti blu usa e getta, come se fosse cosa normale. Aveva proprio ragione il cardinale Ottaviani...
Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI
FEBBRE, RACCONTO SENZA FILTRI
IL ROMANZO DI JONATHAN BAZZI È UNO SGUARDO SULLA PERIFERIA COME LABORATORIO DELLA DIVERSITÀ Il tema trattato all’interno del racconto di questo giovane autore milanese, in finale al Premio Strega 2020, potrebbe apparire come l’ennesima riproposizione trita e ritrita di un clichè politically correct passato di moda e ormai fuori dalla sfera degli interessi del lettore contemporaneo. Il filtro che Jonathan Bazzi decide invece di applicare alla sua narrazione è quello della realtà, della dimensione vera, cruda, senza filtri che solo chi ha vissuto determinati contesti può essere in grado di offrire con un certo grado di profondità d’indagine. Febbre è il racconto autobiografico di un uomo che vive una quotidianità pervasa dalla malattia; questa febbriciattola costante che lo fa sudare nel sonno, che gli provoca i brividi, che lo spossa, lo stanca ha una causa che il protagonista immagina, ma che non ha il coraggio di scoprire con certezza. È il 2016, Bazzi frequenta l’Università, vive a Milano e impartisce lezioni di yoga: una vita che scorre in compagnia di questa febbre che non se ne va e che si rivela sintomo di ciò che già poteva essere immaginato. Jonathan è sieropositivo, ma il racconto di questa scoperta non è che una porta che si apre sul suo passato, sulla sua vita di bambino a Rozzano.
Il luogo in cui il protagonista nasce e vive la sua infanzia è l’estrema periferia sud di Milano; quella dei rapper, della cronaca nera al telegiornale, dello spaccio, quella della vita di un bambino che, cresciuto dai nonni materni, vive la sua solitudine come un dono da difendere e da proteggere in mezzo ad un inferno che odia e che non riconosce come suo. Il racconto è un susseguirsi di piani temporali che si intrecciano sovrapponendo le esperienze di un’infanzia complessa, pervasa dalla sensazione di sentirsi e di volersi sentire fuori luogo e da un’età adulta nella quale la diversità diventa una sorta di cifra identitaria. La lettura di questo testo è senza dubbio impegnativa perché ha come filone portante un tema tutt’ altro che semplice da trattare, ma al di là della positività all’HIV, che passa decisamente in secondo piano nel corso della narrazione, Bazzi punta l’attenzione sul tormentato processo di formazione che lo ha portato a diventare quella precisa persona, portando quella patina di ansia e di angoscia che sembra pervadere ogni pagina del racconto ad affievolirsi in favore di un desiderio d’amore straripante e appassionato.
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SCUOLA
RAMACCI E IL GUBBIO, UNA LUNGA STORIA D’AMORE
di MASSIMO BOCCUCCI
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IL TEAM MANAGER SI CONFESSA RACCONTANDO LA SUA STORIA CON IL GUBBIO DA QUANDO TORNÒ NEL 2009. “CON NOTARI VIENE PRIMA L’AMICIZIA DEL CALCIO. TORRENTE E SIMONI SONO LA STORIA E MI HANNO INSEGNATO TANTO. IL RITORNO DI PANNACCI? CONOSCE BENE LE COSE E LA CITTÀ”
Non parla mai Luciano Ramacci, tutto casa e stadio, Il ritorno di Giuseppe Pannacci, da direttore divisi fino a febbraio con il lavoro a palazzo Pretorio. generale, come lo vede? Lui del Gubbio è il semprepresente che ha attraversa“Non ho ricevuto comunicazioni, se così fosse torna to presidenti, gestioni, allenatori e giocatori da quanuna persona vera con sani principi. Conosce bene le do l’11 gennaio 2009 è tornato in rossoblù, debuttancose e la città. È stato l’artefice in questo ruolo ai temdo da team manager sul campo della Cuoiopelli dove pi della doppia promozione”. fece la differenza un gol di Agostinelli. In panchina Più gioie o più dolori in tutti questi anni? c’era Loris Beoni, poi sostituito con l’avvento di Gigi “Tanta gioia, ho fatto parte del gruppo che ha ragSimoni e al fianco Riccardo Tumiatti. Un lungo pergiunto la Serie B. C’è anche il dispiacere per le due recorso fatto di impegno ed emozioni, solcando le statrocessioni considerando il valore che avevano quelle Luciano Ramacci gioni. squadre. Penso di aver dato molto e fatto qualcosa Non si è stancato? d’importante non avendo mai saltato una partita tra campionato, “Sono in pensione da fine febbraio ed è stato un traguardo di lavoro Coppa Italia e amichevoli”. e di vita. In questi mesi ho riscoperto la famiglia che ho tralasciato. A chi si è legato particolarmente? Oggi mia moglie Giuseppina, i figli e la nipotina meritano molto di “Sono tanti. Penso a Giancarlo Brugnoni, che voglio ricordare più. Perciò potrei prendere qualunque decisione”. perché mi ha fatto rientrare nel Gubbio tra le difficoltà dopo le Come ha passato il lockdown? esperienze precedenti con Fernando Barbetti, Guerriero Tasso e “Malissimo, ho sofferto e mi ha fatto stare male. Ero sempre a parMarco Fioriti. Mi sento legato a Notari per l’amicizia prima che lare con i medici. Ogni tanto prendevano il sopravvento la paura, la per il calcio, non dimenticando la parabola al Semonte con le due malinconia e la noia. Non ho messo piede allo stadio per tre mesi, promozioni fino all’Eccellenza e al Gubbio con il ciclo pieno di vitrestando in casa. Non ho visto mia madre, i figli e la nipotina per torie”. evitare difficoltà avendo in casa mio suocero. Mi sto riprendendo L’allenatore che non dimenticherà mai? piano piano, ho passato momenti che non auguro a nessuno. Non “Torrente e Simoni rappresentano per la nostra storia qualcosa di ho avuto il coronavirus, però non ho preso bene questa storia”. straordinario e mi hanno insegnato tanto. Gigi è una perdita grave, Adesso cosa succederà nel Gubbio? manca a tutti. Avrei voluto salutarlo a Pisa, ma non c’erano le con“Ho fiducia nel presidente Sauro Notari, che non vedo da quattro dizioni. Mi ha insegnato e protetto davanti alla gente. È stato anche mesi e che sento talvolta per telefono. In base a quanto ho sentiduro in certe situazioni e mi è servito”. to, trovo Notari determinato per cercare nell’esperienza di Stefano La partita più bella? Giammarioli e Vincenzo Torrente le situazioni migliori. Io sono a “A Pagani l’anno della promozione in Serie B, il 5 dicembre 2010. disposizione e aspetto indicazioni. Se riterranno opportuno di avVincemmo con la doppietta di Gomez. Arrivato allo stadio c’erano valersi della collaborazione, io ci sono pur se non sarà come prima i loro magazzinieri con altre persone e mi dissero chiaramente che perché i ritmi caleranno. Se il presidente dovesse prendere altre deil Gubbio doveva perdere e basta. Mi è presa la paura, ero con l’aucisioni, sono sereno e le accetterò. Sento di figure in entrata, non so tista. Al fischio finale la tensione era altissima con le contestazioni. quali saranno e cosa accadrà. Di sicuro l’amicizia non sarà mai in Dissi ai nostri giocatori di stare zitti e andare tutti insieme sul puldiscussione. La città sta dando molto ai colori rossoblù, ho ricevuto lman. L’ispettore della Lega, che mi vedeva preoccupato, mi invitò aiuti negli aspetti organizzativi e credo che sia un segnale forte di a passare tra la gente senza timore perché non ce l’avevano con noi. quanto la squadra stia a cuore e dell’impegno che viene messo per Trovammo cinquecento persone ad applaudirci per cinque minuti risolvere le problematiche”. con il pullman fermo”.
ALESSANDRINI, UNA SALVEZZA CHE SA DI IMPRESA
Difficilmente sbaglia un colpo Marco Alessandrini. ai romagnoli (5 contro 4). A quel punto però, nel E l’ennesima dimostrazione di una capacità innata play-out contro il quotato Ravenna, Alessandrini dal tirare fuori sempre il meglio, anche dalle situanon ha fatto prigionieri vincendo sia la gara d’anzioni più difficili, la si è avuta giusto una settimana data (2-0), sia quella di ritorno giocata in trasferta fa quando ha consegnato al Fano una salvezza che (1-0). Una salvezza tutt’altro che scontata per l’ex per come è maturata ha davvero del clamoroso. tecnico del Gubbio, il quale peraltro nella città di Chiamato a saltare sulla barca granata a inizio diCeri ha lasciato un gran bel ricordo di sé avendo guidato la squadra per due anni dal 2001 al 2003 cembre, con la squadra già relegata a fondo clas(arrivò a un passo dalla C1, cedendo di misura nelsifica, il tecnico di Senigallia ha risalito in fretta la china trovando un appiglio anche in un cavillo del la finale play-off contro il Rimini milionario del paMarco Alessandrini regolamento, che ha consentito al Fano di condantron Bellavista), quindi in corsa nell’annata 200708 (salvezza all’ultima giornata dopo un vorticoso rush finale) e nare il Rimini alla retrocessione diretta (le squadre erano appaper sole tre giornate in tandem con Gigi Simoni nella disgraziata iate a fondo classifica con la medesima differenza reti) per via campagna di serie B nel marzo 2012. del maggior numero di vittorie ottenute dai marchigiani rispetto R.Bar.
DISTANZIATI SI,
MA ABBRONZATI!
NOVITÀ Presentati i nuovi modelli in dotazione al corpo municipale. E per i turisti arriva lo sharing Gubbio Bike
RIVOLUZIONE GREEN, I VIGILI SALGONO IN BICI
La Polizia Municipale di Gubbio fa un deciso balzo in avanti che profuma di “verde”. Il “green” delle bici elettriche, quelle messe a disposizione del corpo eugubino, guidato dalla comandante Elisa Floridi, che a partire dal 4 luglio dispone di una flotta di veicoli a emissioni zero da utilizzare per il pattugliamento del centro storico e delle zone limitrofe. “È una novità utile per il cosiddetto servizio di prossimità, legato cioè a spostamenti rapidi e alla possibilità di essere segnalate situazioni di pericolo o di necessità in modo ancor più tempestivo”, spiega la comandante. Ma la bici elettrica, protagonista di recente anche di un bonus pensato ad hoc dal governo per uscire dalla crisi legata al Covid, ha suggerito anche un’altra iniziativa: ha visto la luce infatti Gubbio Bike, un servizio di sharing e di affitto dei mezzi per tutto il comprensorio eugubino, pensato da Corinzi 13 in collaborazione con alcuni appassionati del pedale. Tutto nasce da un progetto finalizzato alla creazione di attività per l’inserimento lavorati-
vo nel settore sportivo e turistico-ricettivo attraverso appunto l’implementazione di un’attività di noleggio di biciclette, proposto sia ai visitatori che agli stessi cittadini per qualsiasi necessità, dalla semplice gita fuori porta su sentieri tracciati e suggeriti o per effettuare commissioni con l’aiuto della pedalata assistita. Un’iniziativa che ha trovato apprezzamento da parte della vice sindaco (e Assessore all’Ambiente) Alessia Tasso: “Un passo concreto verso una mobilità sostenibile e un impegno a limitare il numero di emissioni. Ci guadagniamo tutti, in salute e anche come salvaguardia del territorio”. Due i punti noleggio: da lunedì a venerdì in via Cinque Colli 82 a San Marco, quindi il sabato e la domenica in piazza Quaranta Martiri. Intanto ha riaperto anche la pista ciclabile “Le Cerque”, dopo la chiusura forzata causa Covid: a luglio, insomma, la bici è sempre più la regina dei mezzi di mobilità degli eugubini. R.Bar.
TRADIZIONI Si attende solo l’ok della Prefettura dopo il rinvio obbligato di maggio. Niente corteo e meno tiratori
PALIO DELLA BALESTRA, IL 14 AGOSTO TORNA LA SFIDA CON SANSEPOLCRO
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Nell’estate eugubina c’è spazio anche per il Palio. Che a maggio non si è tenuto per via delle restrizioni dovute la Covid, ma che il prossimo 14 agosto (Prefettura permettendo) tornerà in tutto il suo splendore nella splendida cornice di piazza Grande. La Società Balestrieri Gubbio e quella di Sansepolcro hanno deciso di recuperare il duello mancato lo scorso 31 maggio proprio nella serata che altrimenti avrebbe ospitato il Palio dei Quartieri, manifestazione che da qualche anno è fortemente tornata in auge grazie all’impegno delle associazioni di quattro quartieri e di tanti eugubini. La balestra insomma sarà ancora una volta protagonista nella notte che precede Ferragosto, ma la sfida vedrà impegnati anche i balestrieri biturgensi che poi, domenica 13
NUMERI UTILI Centralino Comunale 075.92371 Centralino Osp. Branca 075.9270801 Pronto Soccorso 075.9270744 Numero Verde Farmacie 800.829058 Guardia Medica 075.9239468 Sez. Croce Rossa 075.9273500 Gubbio Soccorso 075.9277779 Misericordia Gubbio 340.3859797 Carabinieri 075.9235700 Vigili del Fuoco 075.9273722 Vigili Urbani 075.9273770 Cimitero Civico 075.9237690 IAT 075.9220693 Servizio Taxi 075.9273800 Carabinieri Forestali 075.9272585 Guardia di Finanza 075.9273789 Centrale ENEL 800.900.800 Canile 075.9274963 Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 ACI Soccorso Stradale 333.5224537
settembre, ospiteranno la rivincita in piazza Torre di Berta, come da consolidata tradizione ultrasecolare. L’ufficialità è attesa a giorni perché sulla richiesta di far disputare il Palio dovrà pronunciarsi appunto il Prefetto Claudio Sgaraglia, che dovrà prendere visione del piano sicurezza impostato dall’ing. Matteo Costantini. Di sicuro non ci sarà il consueto corteo storico per le vie della città, mentre il numero di partecipanti verrà ridotto a 80 balestrieri, equamente ridistribuiti tra le due società. Saranno inoltre quattro i banchi di tiro, anziché i canonici 6, distanziati tra loro secondo le norme vigenti. Il drappo del Palio è stato realizzato da Giuseppe Sannipoli, che usa una particolare tecnica su legno, e riprodotto su stoffa da Maria Mancini. R.Bar.
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