15 Giorni - Numero 125 - 8 Ottobre 2020

GUBBIO Il portale web di informazione sull’attualità eugubina

quindicinale d’informazione

GIOVEDÌ 8 OTTOBRE 2020 ANNO VIII NUMERO 125

www.15giorni.it

LA VIA CRUCIS

PIAGGIOLA OSTAGGIO DELLE AUTO CHE SFRECCIANO IN DISCESA FINO ALLA “ROTONDA DEL FAGIOLO” DA QUANDO NON C’È L’OBBLIGO DI SVOLTA. RESIDENTI INFURIATI PERCHÉ IL TRATTO È PERICOLOSO OLTRE CHE PRIVO DI MARCIAPIEDI, PER LO PIÙ DISSESTATO E SCARSAMENTE ILLUMINATO SENZA UN’ADEGUATA SEGNALETICA VERTICALE E ORIZZONTALE. DAL COMUNE SONO ARRIVATE RASSICURAZIONI, MA NULLA È CAMBIATO

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COPERTINA

VIA DELLA PIAGGIOLA COME UNA PISTA SFRECCIANO I MEZZI A GRANDE VELOCITÀ IN DISCESA DA QUANDO È STATO INVERTITO IL SENSO UNICO VERSO VIA DELLA VITTORINA. GLI ABITANTI DELLA ZONA HANNO PIÙ VOLTE SEGNALATO AL SINDACO STIRATI I PERICOLI E DISAGI, MA LE RASSICURAZIONI NON HANNO PORTATO A MIGLIORARE LA SITUAZIONE Manca solo la bandiera a scacchi. Spesso in via della Piaggiola va in scena il gran premio, con auto che sfrecciano a gran velocità in discesa senza alcun dissuasore né i controlli per calmierare il passaggio oltre i limiti. Gli abitanti insorgono tra i timori per i potenziali continui pericoli, in una zona densamente abitata e oltretutto priva di marciapiedi, scarsamente illuminata, senza un’adeguata segnaletica verticale e orizzontale, con un fondo stradale per lo più dissestato. Si fanno sentire i residenti, esternando tutto il legittimo disappunto. Si sono rivolti al sindaco Filippo Mario Stirati in più occasioni, chiedendo il ripristino del precedente senso unico di via Frate Lupo nel tratto che immette verso via della Vittorina. Questo perché via della Piaggiola un tempo era parzialmente prevista in discesa con obbligo di svolta a sinistra, mentre il tratto più a valle era percorribile solamente in salita con la deviazione obbligata a destra.

LA ROTONDA Le cose sono cambiate quando è arrivata la cosiddetta “rotonda del fagiolo” che, a ridosso del centro commerciale Emi, ha scombussolato tutti i piani oltre a creare disagi per la conformazione visti gli incidenti. Fin dal dicembre 2016, quando si era costituito un comitato nella zona, c’erano state pressioni verso il sindaco Stirati Il limite a 30 kmh che aveva preso tempo prospet-

tando un riassetto generale della viabilità nel momento in cui sarebbe entrata in funzione quella rotatoria. Era seguito un incontro nel febbraio 2017, poi uno dei residenti è tornato alla carica alla fine del settembre scorso ricevendo altre rassicurazioni ma senza un’azione concreta.

INGESTIBILE “Siamo esposti quotidianamente a pericoli e disagi - spiega un residente - perché il tratto di via della Piaggiola è diventato ingestibile.

Con la sola possibilità di essere percorso in discesa, assistiamo a un traffico sempre più massiccio e con velocità ben al di sopra dei 30 chilometri orari segnalati. Se dovesse accadere qualcosa, si aprirebbero risvolti giudiziari pesanti con conseguenze di cui dovrebbe rispondere anche il Comune viste le ripetute sollecitazioni a tenere conto della situazione”.

IL PRECEDENTE Anche in passato si era sperimentato l’attuale senso di marcia di via della Piaggiola con la confluenza dei mezzi da via Frate Lupo, ma con pessimi risultati tanto da indurre gli amministratori al ripensamento. Ora non si sta tornando all’antico e neanche si adottano le misure minime di sicurezza per scongiurare problemi, aumentando in questo modo la preoccupazione e l’insofferenza da parte di chi vive ogni giorno in quella via presa d’assalto da mezzi di ogni tipo e senza alcun deterrente.

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POLITICA

di MASSIMO BOCCUCCI

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PD ,LA BATTAGIA DELLE TESSERE

Giorgio Vergari

VERSO IL CONGRESSO TRA MANOVRE E VELENI. SUB IUDICE ANCHE IL TESSERAMENTO DI FEDERICO PANFILI, GIORDANO NUTI E CIRO CARBONE E LEONARDO NAFISSI MISTERO SU TRENTA TESSERAMENTI PRESENTATI FUORI TEMPO MASSIMO

Il futuro del Pd tra scontri e veleni: in questo scenario, tra cordate e veti incrociati, si prepara il congresso. Si raccolgono le firme per le candidature alla segreteria dell’unione comunale (scadenza il 18 ottobre). La prima mossa è venuta dai consiglieri comunali Giovanni Manca e Giorgia Vergari che l’anno scorso hanno lasciato il Pd per candidarsi al fianco di Stirati con la lista civica Liberi e Democratici (LeD) contro lo stesso Pd, per poi rientrarci con l’ultimo tesseramento. Manca ha lanciato la candidatura a segretario della Vergari con la raccolta di 122 firme depositate agli organismi regionali a Perugia. Ma i due, almeno per il momento, sono cancellati dall’anagre regionale del Pd: il loro tesseramento è stato stoppato dalla Commissione di Garanzia Regionale del partito con una delibera del 28 settembre scorso firmata dal presidente Maria Pia Bruscolotti, Mara Gilioni, Nando Mismetti e Cristina Papa.

DUE CASI Nella delibera si fa esplicito riferimento alla lettera-esposto dell’ex consigliere regionale Ubaldo Casoli, trasmessa alla commissione il 25 settembre scorso, e si richiamano gli articoli 4 dello statuto nazionale e 3 dello statuto regionale del Pd sulle condizioni di incompatibilità nei quali ricadono Manca e Vergari che sono stati eletti l’anno scorso con la lista civica Liberi e Democratici dopo aver lasciato il Pd presentandosi alle elezioni contro il Pd per poi rientrarci. Se ne sta occupando la segreteria nazionale che la prossima settimana potrebbe pronunciarsi sul ricorso di Manca, Vergari e Ciro Carbone

(candidato nel 2019 alle Comunali con i Socialisti Civici Popolari) e sottoscritto da Anna Ascani, viceministro e vicepresidente nazionale del partito (strano: lo statuto ha contribuito a redigerlo anche lei), e Marco Cardile, uno dei reggenti eugubini del Pd e capogruppo in Consiglio Comunale. Non è finita: c’è un pacchetto di trenta tessere gestite da Raffaello Di Benedetto e Sara Cardoni consegnate a metà settembre oltre i termini consentiti. Pure su questo è battaglia.

ALTRI CASI Manca ha sollevato la posizione di Federico Panfili e Giordano Nuti, diventato nel frattempo sub-commissario del movimento Giovani Democratici legato al Pd, che sono nella stessa situazione dopo la candidature nelle liste di Orfeo Goracci. Analoga posizione di incompatibilità emergere per Carbone. Manca e Vergari sono i delfini su Gubbio della Ascani, avendo nella cordata anche l’appoggio dell’ex consigliere regionale Andrea Smacchi. Per la segreteria gira pure il nome dell’ex consigliere comunale Virna Venerucci.

Manca ha affondato i colpi sulla posizioni di altri iscritti, chiedendo se negli elenchi ci siano anche Panfili e Nuti candidati nel 2019 sulla lista di Orfeo Goracci nella linea delle “transumanze” (o “campagna acquisti”) che l’ex sindaco persegue dal 2001. “Le regole - dice Manca - devono valere allo stesso modo per tutti. Chi ha messo Nuti a ricoprire il ruolo di sub-commissario dei Giovani Democratici? Sono state fatte delle consultazioni? C’è la profonda e sincera esigenza di chiarezza, trasparenza e onestà intellettuale, non certo per alimentare ulteriormente il clima di divisione che purtroppo abbiamo visto dove ha portato”.

LA NOMINA Il Gruppo Misto ha chiesto il controllo della società. Potrebbe tornare Brunetti. Nafissi al posto di Rocchi?

LE MANI DELLA POLITICA SULLA GUBBIO CULTURA

La politica mette le mani sulla Gubbio Cultura e Multidaco Filippo Mario Stirati, mentre sul tavolo c’è anche la possibilità della nomina di Leonardo Nafissi (sempre servizi Srl, società interamente di proprietà comunale in corsa per l’assessorato) come amministratore unico ormai da anni nel mirino per i debiti e la gestione di al posto di Rocchi. Nella maggioranza il confronto è servizi l’uno diverso dall’altro (dai musei alla farmacia aperto. Inizialmente era emerso il nome di Giovanni e i parcheggi). La spaccatura nei Liberi e Democratici (LeD) ha prodotto la richiesta del Gruppo Misto, for- Alessandro Brunetti Manca, leader del Gruppo Misto, adesso però tutte le attenzioni si stanno riversando su Alessandro Brunetti, classe mato da cinque fuoriusciti del movimento civico, di avere, oltre 1980, già amministratore della stessa Gubbio Cultura per un peall’assessorato, il controllo politico della partecipata. In pratica, si vuole una gestione condivisa con l’attuale amministratore, il riodo dal maggio 2016 dopo essere stato assessore della Giunta commercialista Paolo Rocchi, per decidere le strategie su serviGuerrini dal giugno 2011 all’aprile 2013 con deleghe agli affari generali (personale, informatizzazione servizi, semplificazione zi, personale e bilancio della Srl. Il Gruppo Misto ha rivendicato amministrativa, decentramento amministrativo), attività proquesto compito ed è pronto a designare un proprio esponente per la delega da consigliere comunale che dovrà ricevere dal sinduttive e sportello unico.

M.Boc.

IL CASO L’impianto non può essere utilizzato dagli appassionati della corsa perché serve un addetto al defibrillatore

LA PISTA DEL “BARBETTI” VERRÀ RIAPERTA

Non si può usare la pista di atletica, così il vecchio polisportivo San Biagio (oggi stadio Pietro Barbetti) non è accessibile a tutti. Perciò si sono fatti sentire quanti hanno spesso o sempre frequentato l’impianto sportivo cittadino per l’attività podistica volendo allenarsi o per diletto. La questione è stata posta all’attenzione dell’assessore allo Sport, Gabriele Damiani, alle prese con la convenzione di gestione dello stadio in capo alla società Gubbio calcio, guidata da Sauro Notari. C’è un problema legato alla sicurezza e alla salute per il defibrillatore che può essere utilizzato soltanto da un addetto sanitario esperto, come previsto dalle norme. Il punto è chi deve gestire e soprattutto pagare questa figura. Nella convenzione non c’è alcun riferimento specifico, visto che la normativa è stata adottata successivamente, e Notari chiede al Comune, già condizionato da equilibri eco-

nomici complicati, di farsi carico di questo costo. Damiani ha pressioni che vengono da più parti e ha risposto in Consiglio Comunale al gruppo della Lega che ha sollevato la questione. Ora è prevista l’apertura in determinati giorni della settimana. Si sono mobilitati gli appassionati e anche quanti svolgono un’attività di atletica regolare per impegni competitivi.

Ci sono state segnalazioni continue e l’assessore Damiani è stato chiamato a trovare la sintesi più efficace per conciliare le varie esigenze, che sono soprattutto di carattere economico più che organizzativo. C’è un altro impianto sportivo (la pista ciclabile “Le Cerque”) vicino allo stesso Barbetti, gestito dalla società Gubbio Ciclismo Mocaiana, ma la questione del libero utilizzo anche di chi ci va a correre non è stata mai sollevata, mentre Notari ha inteso dapprima risolvere il nodo della figura professionale.

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STORIA

SARTORIA EUGUBINA AVVICINA GUBBIO ALL’ARABIA SAUDITA DA UN ABITO PER UN PRINCIPE DELLA FAMIGLIA REALE È NATO IL COINVOLGIMENTO IN UN PROGETTO CINEMATOGRAFICO. LA CITTÀ FARÀ DA SET E L’AZIENDA FORNIRÀ ALCUNI ABITI DI SCENA. RUDY SEVERINI: “UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER TUTTI” Per la famiglia reale saudita un abito creato a Gubbio. E da qui la fornitura di alcuni abiti di scena e il coinvolgimento della città per fare da set in un grande progetto cinematografico. Questo vestito esclusivo verrà indossato proprio in occasione della presentazione a Riyad, capitale nonché primo polo finanziario dell’Arabia Saudita, del film in tre capitoli “Edward Loth Najma The Fantastic City”. Fantastic City, a cui la trilogia fa riferimento, è una vera e propria città di 500mila abitanti che il principe arabo sta realizzando a nord-ovest di Riyad, con un investimento di 75 miliardi di dollari. Rudy Severini, che dirige l’azienda nata con il coinvolgimento di maestranze eugubine da sempre in prima linea nel settore, parla di questo progetto esclusivo e dal grande impatto.

Come nasce il rapporto?

“Sartoria Eugubina ha consegnato l’abito all’architetto umbro Marco Bernardini, su ordinativo di un principe appartenente della famiglia reale. Bernardini è vicepresidente della Korean Maroccan Holding Group, il cui presidente Lee Boomchol, appartenente alle due famiglie Samsung e Mitsubishi, è già nostro cliente avendogli realizzato lo scorso anno alcuni abiti su misura di pregio. Il progetto di Fantastic City è ideato e diretto da Bernardini, fino a coinvolgere un’equipe di architetti umbri, italiani, coreani e sauditi, insieme a università di Italia, Corea del Sud e Arabia Saudita”.

Il progetto cinematografico come s’inserisce con la città?

“Gubbio sarà coinvolta come location tra i set sull’asse Roma, New

di MASSIMO BOCCUCCI

York, Mosca, Jedda e Riyad. L’iridio, elemento chimico presente in grandi quantità lungo la Gola del Bottaccione, assumerà un ruolo fondamentale tanto quanto la kryptonite per Superman. Il film è tratto da un libro di Philip Osbourne, autore best seller, con il coinvolgimento di un regista e di un cast di fama mondiale”.

State ampliando ancor più gli orizzonti?

“In occasione del ritiro del vestito si è presentato da noi in sede anche l’amministratore delegato della Fk Group, leader mondiale nelle tecnologie avanzate in ambito abbigliamento e automotive, con il quale sono stati definiti accordi commerciali per i Paesi arabi e l’Asia per la fornitura di abiti su misura destinati a boutique uomo uniche e innovative. Tramite questa collaborazione, Sartoria Eugubina, specializzata soprattutto nella produzione di capispalla che realizza per i più importanti marchi del settore, nei mesi del lockdown ha pure riconvertito la produzione per realizzare mascherine e camici sanitari”.

Quali ripercussioni può avere l’operazione?

“Per la città e per Sartoria Eugubina si tratta di un’opportunità davvero prestigiosa, con un ritorno sul palcoscenico internazionale che potrà dare nuovo lustro e la possibilità di essere ancora più conosciuti all’estero. Del progetto è a conoscenza anche il sindaco Filippo Mario Stirati che ha dato il pieno sostegno. Noi siamo in attesa di poter riprendere a pieno ritmo le attività che hanno subito una significativa riduzione conseguente la pandemia. I grandi nomi della moda mondiale stanno infatti confermando il grande interesse per la nostra azienda, che dimostra anche in momenti difficili di mantenere sempre attiva la vivacità e l’iniziativa imprenditoriale, aprendosi pure a scenari complessi che consentano la prosecuzione della sua crescita”.

ECONOMIA Pressing per ottenere l’insediamento produttivo al posto del sito regionale gestito da UmbraFlor

“MONACELLI ITALY” RILANCIA L’AREA DEL VIVAIO

Dal vivaio all’insediamento produttivo. Ci pensa “Monacelli Italy”, marchio tutto eugubino pronto a insediare una grande e prestigiosa sede operativa nell’area del vivaio “La Torraccia”, nella zona di San Secondo. È in mano a UmbraFlor Srl, azienda vivaistica della Regione che gestisce circa 245 ettari di terreno nei tre vivai di Gubbio, Spello e Spoleto. Il sindaco Filippo Mario Stirati e la sua maggioranza hanno già deciso di assecondare il progetto imprenditoriale di Giorgio Monacelli, ma stanno facendo i conti con le trattative per la cessione dell’area eugubina dove dovrebbe sorgere l’insediamento.

UmbraFlor, che ha avviato l’attività nel 2001 per iniziativa di Regione e Comune, è attualmente in mano al centrodestra e in un incontro con Stirati non è stato chiarito il destino del vivaio “La Torraccia” che al momento viene considerato più una palla al piede che un reale riferimento in grado di produrre ricchezza e occupazione. L’attuale funzionalità del vivaio non va nella direzione dello sviluppo delle produzioni di piante micorrizate con tartufi di provenienza locale certificate e altre coltivazioni.

Il Comune ha proposto a UmbraFlor di fissare un prezzo compe-

titivo al privato che vuole investire rilanciando una zona al momento senza particolari prospettive. Stirati in alternativa chiede a questo braccio operativo della Regione di dare al vivaio un futuro operativo vero e produttivo. L’operazione di Monacelli darebbe a quella zona una nuova vitalità con un intervento che ruota attorno alla cosmetica.

“Monacelli Italy” è impegnata in una linea di prodotti cosmeceutici che lavorano in profondità su cute e capelli con la presenza di principi attivi di qualità farmaceutica, più efficaci e funzionali. Giorgio Monacelli ha voluto il motto “la bellezza non è altro che il risplendere dell’uomo”, considerando questa missione d’impresa una filosofia e una mentalità sostenibile con un modo diverso di creare prodotti cosmetici capaci di agire in sinergia tra di loro e di interagire naturalmente con cute e capelli, ritenendoli prodotti-strumenti in mano all’Hair Beauty Consultant. UmbraFlor sembra prendere tempo, mentre a Gubbio la coalizione del sindaco pressa anche sulla tempistica perché venga sostenuta questa iniziativa imprenditoriale in un tessuto economico-produttivo in crisi da lunghi anni e peggiorato con l’emergenza coronavirus.

M.Boc.

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IL CASO L’edificio di via della Piaggiola è diventato il simbolo dell’incuria e dell’abbandono (anche della politica)

L’EX MATTATOIO CADE A PEZZI, DUE PROGETTI MA SENZA SOLDI

Cade a pezzi l’ex mattatoio, diventato l’emblema dell’incuria e l’abbandono di un bene pubblico in mano alla politica e al sistema pubblico. È diventato un rudere lo storico edificio di via della Piaggiola, che risale alla fine dell’Ottocento. Doveva essere ristrutturato e alla fine degli anni Novanta era destinato a sede della comunità montana quando venne attivato un nuovo mattatoio nella zona del Coppiolo. Tante chiacchiere, propositi e progetti. La solita politica che annuncia progetti e fa promesse, salvo poi lasciare le cose come stanno fino alla prossima campagna elettorale.

Oggi versa nel più totale degrado, interdetto perché pericoloso.

Vi passano in tanti perché in una zona abitata e transitata, parte del sentiero francescano. Ci si trova di fronte uno scenario inquietante. Ci vogliono le idee ma soprattutto i soldi. L’Amministrazione Stirati si è proposta tra le azioni prioritarie fin dal 2014 il pieno recupero per restituirlo alla città. Il Comune non ha le risorse finanziarie, anche perché il bilancio è già largamen-

te assorbito da vecchie questioni come i due Puc di San Pietro e l’ex ospedale, perciò cerca partner interessati a livello nazionale ed europeo.

Ci sono due soluzioni pensate per rivitalizzare lo stabile: farne un ostello per i pellegrini che percorrono il sentiero francescano, prevedendo anche una esposizione con testimonianze della presenza a Gubbio di San Francesco da dove ha preso il via la sua missione, oppure trasformarlo in un luogo d’incontro, attrezzato con tecnologie avanzate, per imprese dedite a investire sul territorio.

Di tanto in tanto le forze politiche di minoranza rilanciano la questione del degrado, come hanno fatto - in questo mandato politico-amministrativo cominciato l’anno scorso - la Lega con i consiglieri comunali Stefano Pascolini, Michele Carini e Angelo Baldinelli, e Marzio Presciutti Cinti, già candidato a sindaco sostenuto dal centrodestra, proponendo la struttura come sito per il mercato coperto delle eccellenze agroalimentari locali.

M.Boc.

INAUGURAZIONE L’impronta del patrono sul confine con Valfabbrica in una piazzola che avrà anche le panchine

L’EDICOLA A SANT’UBALDO OMAGGIO DI CARBONESCA

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L’impronta di Sant’Ubaldo al confine del territorio eugubino da qualunque parti lo si attraversi. Ora c’è anche a Carbonesca, proprio sul punto in cui pochi metri più avanti si entra a Casacastalda nel Comune di Valfabbrica. L’edicola sacra dedicata al patrono è stata fortemente voluta dagli abitanti della frazione eugubina insieme alla Pro Loco e rappresenta una speciale manifestazione di devozione che ha coinvolto nella cerimonia inaugurale anche le associazioni, dall’Università dei Muratori alle Famiglie ceraiole. La realizzazione si inserisce appunto nel filone delle edicole già presenti ai confini del territorio comunale, in altre frazioni. In questo caso, è stata eretta lungo la strada provincia numero 240, posta in una piazzola stradale originariamente dismessa e in disuso, ed ora completamente

ripulita e recuperata dai volontari della Pro Loco. È stata realizzata con pietra arenaria locale, lavorata a mano dai compaesani, mentre la statua del santo è stata realizzata e donata alla Pro Loco dal maestro eugubino Remo Rossi. Una targa ricordo, apposta frontalmente all’edicola, recita un’invocazione a Ubaldo, Santo delle Pace e della Riconciliazione affinché protegga il suo popolo e lo guidi nella fede. L’edicola è provvista anche di illuminazione notturna, garantita da energia elettrica generata da un pannello solare. È anche prevista in futuro la posa di panchine per consentire ai tanti fedele e devoti del santo di potersi fermare per una preghiera e per un momento di raccoglimento.

LETTERE IN REDAZIONE

IL CSS, LE INDAGINI E LA DISCARICA DI COLOGNOLA Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del professor Amedeo Baldinucci, già consigliere comunale dei Verdi per Gubbio nel 2001 nella coalizione di Orfeo Goracci sindaco. “Pur non condividendo alcune considerazioni dell’Arpa - scrive Baldinucci - che tendono a spostare su fattori altri gran parte delle responsabilità dell’inquinamento della conca eugubina (le masse d’aria dal mar Caspio, a conferma, semmai, che il fenomeno delle ricadute al suolo non va assolutamente sottovalutato; la legna che per 5-6 mesi viene impiegata per il riscaldamento domestico, combustibile di per sé non molto impattante, a meno che non venga mescolato ad altro), riconosciamo la solerzia con cui il direttore editoriale Massimo Boccucci affronta, spesso a senso unico, argomenti sentiti dalla popolazione. Vorremmo nel contempo proporre a Boccucci alcune domande e suggerire tracce di ricerca per approfondire argomenti specifici che ci interessano molto come fruitori dei beni comuni del nostro territorio: terra, acqua e aria. Perché non indagare, anche da parte di voi giornalisti, su malattie abbastanza frequenti nel territorio che riguardano la tiroide, i disturbi cardiovascolari, respiratori, i tumori del colon, del polmone? Perché il Registro Tumori Umbro di Popolazione, dopo qualche anno di riduzione del finanziamento pubblico ad opera della passata Giunta regionale, con l’attuale Giunta Tesei passa dall’Università ad una gestione privatistica? L’acquisizione e la fruizione di dati tanto importanti per i territori non potranno risentirne in un momento in cui anche l’epidemia del Covid-19 ha dimostrato il ruolo insostituibile della sanità pubblica? A proposito di centraline, come mai ancora oggi i dati dell’Arpa non di rado non sono disponibili a causa di malfunzionamenti, interruzioni, mancate validazioni? Non pensa anche Lei che i dati dovrebbero essere trasmessi alla popolazione in tempo reale?

Non è d’accordo, direttore, che i maggiori pericoli per la salute derivino dall’utilizzo e dalla miscela di combustibili come il pet-coke, già rifiuto tossico-nocivo scarto del petrolio, e il Css (Combustibile solido secondario), costituito da numerose combinazioni di rifiuti quali la plastica, le gomme, le vernici, la carta, le fibre tessili, ecc.? Si nota a tale riguardo, anche da parte dell’informazione, ritrosia nel riconoscere che quando un cementificio utilizza combustibili come

il pet-coke e il Css, esso brucia rifiuti e pertanto potrebbe essere definito inceneritore senza peraltro possederne i requisiti tecnici fondamentali. Come mai nessuna indagine, nemmeno giornalistica, è mai stata svolta sulla tragedia dell’amianto nel territorio eugubino?

Perché di questo argomento, nonostante le numerose vittime del passato e anche del presente, non si parla affatto in ambito locale e regionale? In Umbria compaiono solo altri siti come Terni, Narni, Foligno. Lei direttore ha affrontato più volte le problematiche relative alla discarica di Colognola. L’allora Comitato per la difesa dell’ambiente, quello che si batté per contrastare l’incenerimento dei rifiuti speciali ospedalieri da parte della Sirio Ecologica, contestò più di trent’anni fa la scelta di quel sito con varie motivazioni, tra le quali la presenza delle vecchie gallerie per l’estrazione della lignite e di terreni franosi nella zona. La scelta andò avanti: si ebbero così la confusione di fenomeni distinti e il classico rimpallo delle responsabilità in merito alle puzze. Caro direttore, siamo convinti che lei, con l’ampia esperienza che ha accumulato negli anni, potrebbe dare vita a un giornalismo più sereno, più obiettivo sull’argomento in questione. Le potenzialità non le mancherebbero, direi come vecchio insegnante. Dovrebbe sforzarsi di più in modo da sfuggire alle onde burrascose che s’infrangono tra Scilla e Cariddi. Magari resistendo, come Ulisse, al canto ammaliatore delle sirene”.

Risponde Massimo Boccucci, direttore editoriale di 15Giorni: “In questi mesi è stata data voce agli organismi tecnici e a tutte le campane, e così continueremo a fare. La materia è per esperti, così come le indagini sono degli organismi preposti (compresa eventualmente la magistratura), e quando la si butta in politica oppure nel populismo il rischio è quello di sentirne di tutti i colori tra l’emergere di posizioni spesso ideologiche o istintive. Su una questione del genere non ci si schiera ma si affidano le scelte agli esperti di fama internazionale che in altri Paesi europei hanno aiutato a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Di sicuro la discarica di Colognola è un “bubbone” ambientale e lo sanno anche certi politicanti crociati dell’ambientalismo che da quella discarica incassano soldi (avveniva soprattutto in passato quando era una gallina dalle uova d’oro) per amministrare (quanti lavori pubblici spesso nei feudi elettorali). I moralisti senza Dio, professore, sono la razza peggiore.

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LA ROCCA

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I MILIONI DI BERGOGLIO Certo Bergoglio avrà fatto fatica a credere che, proprio il giornale del suo amico intimo Eugenio Scalfari, pubblicasse in prima pagina la notizia che esiste un conto corrente personale del “papa” da cui, senza che nessuno opponesse resistenza, sono state sottratte ben 20 milioni di sterline. Anche i bergogliani più accaniti non sanno più come difendere un “papa” che istituisce un conto, nella banca privata svizzera Ubs, definito dai documenti vaticani: “fondo discrezionale creato nel 2015 per le spese discrezionali del Santo Padre e dallo stesso autorizzate”. Un conto, come scrive Fausto Carioti, “la cui consistenza è presumibilmente assai maggiore di quei 20 milioni di sterline che alcuni collaboratori infedeli hanno prelevato”. Conto creato da Bergoglio per se stesso, in quanto appunto istituito nel 2015 (due anni dopo le presunte dimissioni di papa Benedetto XVI). Istituito cioè dopo il periodo in cui Bergoglio, costruendo mediaticamente la sua immagine di “amico dei poveri e della chiesa povera”, ironizzava sul fatto che “San Pietro non aveva un conto in banca” (omelia del 10 giugno 2013). Evidentemente, Bergoglio fa finta di non sapere che san Pietro, di cui il vescovo di Roma sarebbe successore, non aveva nemmeno un “fondo discrezionale” con milioni e milioni di sterline in una banca privata svizzera.

VIGANÒ E IL VERO SAN FRANCESCO Usa parole dure monsignor Viganò verso la nuova “enciclica” di Bergoglio, “Fratelli tutti”, firmata lo scorso 4 ottobre ad Assisi. A detta dell’arcivescovo varesino, già nunzio apostolico negli Stati Uniti, leggendo l’enciclica “si sarebbe indotti a credere che essa sia stata scritta da un massone, non dal vicario di Cristo. Tutto quanto vi è contenuto è ispirato ad un vago deismo e ad un filantropismo che non ha nulla di cattolico“. Monsignor Viganò si spinge anche oltre, affermando che la ricostruzione fatta da Bergoglio dell’incontro di san Francesco con il Sultano è una “macroscopica e decisamente imbarazzante falsificazione storica”. Difficile, almeno su questo punto, non condividere quanto coraggiosamente denunciato da Viganò. In effetti, il san Francesco della storia (e non quello del mito pauperistico ed ecumenistico che Bergoglio vorrebbe accreditare), davanti al Sultano mussulmano disse parole forti e inequivocabili (stando almeno a quanto riportano le fonti francescane): “i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le terre che abitate e combattono contro di voi, perché bestemmiate il nome di Cristo e vi sforzate di distogliere dal suo culto quante più persone possibile”. D’altra parte san Francesco era cattolico e quindi rigettava quel sincretismo religioso tanto caro a Bergoglio e ai nemici di Dio.

a cura di LUIGI GIRLANDA SATANA E LA FALSA CHIESA “Io farò molto più rumore da morto che da vivo”, diceva padre Pio ai suoi figli spirituali.

Sembra che questa espressione si possa applicare anche a uno dei suoi discepoli più noti, padre Gabriele Amorth. In effetti, negli ultimi anni della sua vita, il noto esorcista rilasciò un’intervista sconvolgente con la clausola di pubblicarla solo dopo la sua morte. Il giornalista spagnolo José María Zavala è restato ai patti e, solo qualche tempo fa, l’autorevole testata cattolica online americana “OnePeterFive” ha rilanciato i contenuti sconvolgenti rivelati dal prelato. Si tratta di una confidenza avuta da padre Pio, durante i venti anni di vicinanza che padre Amorth ebbe con lui.

Era il 1960, anno fatidico in cui la Chiesa, su ordine espresso della Madonna, avrebbe dovuto rivelare il cosiddetto terzo segreto di Fatima. Papa Giovanni, come è noto, si rifiutò di farlo e così, fino ad oggi, la parte più sconvolgente del segreto è rimasta nascosta (nel Duemila, per volontà di Giovanni Paolo II, ne fu rivelata soltanto una parte).

Ebbene, padre Pio ricevette la rivelazione del segreto di Fatima in un’apparizione della Vergine. E proprio in quell’anno, sconvolto, rivelò a padre Amorth: “lo sai, Gabriele? È Satana che si è introdotto nel seno della Chiesa e, in poco tempo, verrà a governare una falsa Chiesa”. Profezia che sembra tremendamente attuale...

Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI

TROPPO FREDDO PER SETTEMBRE, IL SOFFIO GELIDO DEL DESTINO LE NUOVE AVVENTURE DI MINA SETTEMBRE PRENDONO VITA IN UNA NAPOLI FREDDA E IMMOBILE

Il nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni racconta il secondo episodio delle vicende legate a Mina Settembre, l’assistente sociale del consultorio dei Quartieri Spagnoli Ovest già protagonista di Dodici rose a settembre. Il freddo che avvolge le strade di Napoli, descritte nel racconto di De Giovanni, ha qualcosa di insolito: non è un freddo atmosferico, che passa sulla pelle provocando un brivido passeggero, c’è qualcosa di più profondo, di più estremo in quel freddo che diventa gelo portato dal vento di un destino già scritto, bloccando la vita delle persone, cristallizzando esistenze condannate da un fato che si ripropone come lo spirito tragico del dramma greco.

La protagonista, Gelsomina (Mina) Settembre, è una Donchisciotte femminile e moderna, che si batte contro una realtà sfilacciata, violenta come quella dei Quartieri Spagnoli di Napoli: il suo corpo, avvenente e prorompente, la chiude in uno spazio vitale che presuppone l’esigenza dello sviluppo di innumerevoli meccanismi di difesa, spesso ridondanti e non necessari. Accanto

a lei, a schierarsi nelle battaglie quotidiane della sua impegnativa realtà, saranno i colleghi di quel consultorio scalcinato che rappresenta un punto di riferimento, un faro nella tempesta di quelle vite distrutte dalla disperazione e dal dolore che non accenna a dare tregua.

Sarà il ritrovamento di un anziano professore, ucciso in circostanze misteriose, ad accendere il motore della storia: su questa morte indagherà il procuratore De Carolis, ex marito di Mina, portando l’assistente sociale a muoversi in un mondo sotterraneo nel quale le certezze e le distinzioni tra bene e male diventeranno labili e liquide.

Troppo freddo per settembre, testo dalle tinte fosche e scure, rivela una Napoli alla quale non siamo abituati: i colori, il chiasso dei Quartieri Spagnoli vengono inghiottiti da una nebbia fredda che paralizza ogni forma di vita portando alla luce le grandi difficoltà di questa realtà popolare. La dicotomia che si crea nella classificazione del consultorio, della caserma, della stazione di polizia come “altro” nel senso di diverso, distante, da evitare blocca l’intenzione della protagonista di offrire aiuto, tentando di portare un po’ di luce in quell’inverno apparentemente senza fine.

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LA STORIA

DANZ’ART LANCIA IL GIOVANISSIMO PIERO

di MASSIMO BOCCUCCI

Piero Artuso

IL QUATTORDICENNE ARTUSO HA SUPERATO LA SELEZIONE PER LA SCUOLA DEL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO ED È STATO INVITATO ALLA DANCE ACADEMY DI ZURIGO Il talento c’è. Ed è stato coltivato al meglio. Delle qualità di Piero Artuso si è accorta strada facendo Cecilia Monacelli, professoressa del Centro professionale Danz’Art, laureata all’Accademia Nazionale di Danza in Roma, insegnante ormai da una ventina di anni e direttrice del suo centro dal 2008 che ha formato negli anni numerosi danzatori. Piero è uno di questi. Ha 14 anni e ha cominciato con la scuola Danz’Art da quando ne aveva 8. Il percorso l’ha portato a crescere e ad affinare il suo talento, fino a quando ha superato l’audizione alla scuola dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, con l’ammissione al quarto corso maschile. Si tratta di un traguardo prestigioso perché risultare all’altezza di un corso superiore, dove dei ragazzi studiano già lì da oltre quattro anni, richiede una preparazione tecnica, artistica e fisica non indifferente.

Gli si è presentata una opportunità anche più grande grazie all’invito ricevuto da parte di Oliver Matz, direttore della Zurich Dance Academy di Zurigo, una tra le Accademie internazionali più prestigiose, dopo aver visionato una video-lezione inviata dal coreografo internazionale Francesco Annarumma, docente a

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Zurigo e maestro ospite del centro eugubino. Il ragazzo a novembre frequenterà i corsi per una settimana, ospitato dalla stessa Accademia e avrà la possibilità di trasferirsi definitivamente a Zurigo. Dopo aver vinto da solista il suo primo concorso “Europa in danza”, a Piero Artuso è stata offerta una borsa di studio per la Royal Ballet School di Londra, dove nel luglio 2018 ha frequentato il corso estivo.

Sono seguite altre soddisfazione come la borsa di studio all’Opera di Vienna, al Conservatorie International de Danca Leiria Portugal e alla Summer school Repertorio Forsythe.

“Il risultato è meritato - spiega Cecilia Monacelli - anche perché durante quest’anno così particolare non ha mai sospeso la preparazione, pure durante il lockdown, continuando l’allenamento online con i suoi insegnanti e non trascurando nessuna materia. Ha continuato lo studio quotidiano presso il nostro centro per tutta l’estate portandosi le lezioni anche in vacanza”.

Come nasce la bella favola di Piero?

“Sin da piccolissimo sognava di diventare un ballerino - osserva la professoressa Monacelli - e va ringraziata la sua famiglia che ha seguito sempre i nostri consigli e appoggiato le nostre scelte, riconoscendo ai familiari il merito di aver sostenuto Piero in tutto il suo percorso.

Senza l’affetto, la disponibilità e l’incoraggiamento dei suoi genitori sarebbe stato molto più difficile per un bambino, soprattutto un maschio, avere la maturità per frequentare concorsi, stage, corsi di formazione e tutti gli stimoli che ha avuto fin dall’inizio dal nostro centro”.

IL PREMIO Il Millefiori realizzato da Matteo Tomassini della Cooperativa Apicoltori ha conquistato due gocce d’oro

IL MIELE DELL’EUGUBINO-GUALDESE TRA I TOP DEL PANORAMA ITALIANO

È un’altra annata da incorniciare per la Cooperativa Apicoltori Gubbio-Gualdo Tadino, che alla 40esima edizione del “Tre Gocce d’Oro”, concorso per la selezione dei migliori mieli di produzione nazionale che ogni anno si tiene a Castel San Pietro Terme, ha ottenuto ben due gocce d’oro nella categoria Millefiori.

Nella fattispecie, è stato quello realizzato da Matteo Tomassini a conquistare l’ambito riconoscimento, toccato ad appena 55 espositori sul totale dei 1222 presenti alla rassegna.

Un risultato lusinghiero che certifica la qualità del prodotto, realizzato con alveari dislocati nella zona di San Marco di Gubbio, nella zona a ridosso dell’area in cui negli anni scorsi si era paventata la realizzazione di un impianto a biomasse, che avrebbe giocoforza obbligato la cooperativa a spostare le cassette altrove.

Carbonesca piange la scomparsa di Renato Carpinelli, per tutti “Brimbri”, conosciuto anche per il bar che ha gestito per lunghi anni nella vicina Casacastalda, frazione di Valfabbrica. È mancato all’affetto di familiari e amici a 58 anni dopo una lunga malattia. Una folla commossa l’ha salutato il primo ottobre scorso sul piazzale della pro loco nella frazione. Era simpatico e sempre disponibile.

Alfredo Minelli, 64 anni, apre il suo quinto mandato alla presidenza della Famiglia dei Sant’Antoniari. È stato confermato con voto unanime. Fanno parte del rinnovato consiglio Gianluca Bellucci, Saverio Borgogni, Cappannelli Alessandro, Fabrizio Cerbella, Emanuele Francioni, Ubaldo Gini, Raffaele Mengoni, Samuele Minelli, Mauro Pannacci, Stefano Pappafava, Giorgio Pelicci e Stefano Vagnarelli. Revisori dei conti Massimo Pannacci, Lorenzo Rughi e Robert Satiri. Probiviri Marcello Cecilioni, Marco Marchetti e Marcello Rogari.

NUMERI UTILI Centralino Comunale 075.92371 Centralino Osp. Branca 075.9270801 Pronto Soccorso 075.9270744 Numero Verde Farmacie 800.829058 Guardia Medica 075.9239468 Sez. Croce Rossa 075.9273500 Gubbio Soccorso 075.9277779 Misericordia Gubbio 340.3859797 Carabinieri 075.9235700 Vigili del Fuoco 075.9273722 Vigili Urbani 075.9273770 Cimitero Civico 075.9237690 IAT 075.9220693 Servizio Taxi 075.9273800 Carabinieri Forestali 075.9272585 Guardia di Finanza 075.9273789 Centrale ENEL 800.900.800 Canile 075.9274963 Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 ACI Soccorso Stradale 333.5224537

“Diciamo che le api si sono difese alla grande e hanno trovato un bel modo per ricompensarci”, spiega raggiante Matteo. “Quello di Castel San Pietro è un evento molto rilevante a livello nazionale. Quest’anno le premesse erano buone e il verdetto della giuria ha confermato le sensazioni ricevute nelle settimane precedenti al concorso”. La Cooperativa Apicoltori Gubbio-Gualdo Tadino ha ricevuto anche un altro premio, con il miele prodotto al Purello da Valter Ambrogi che ha ottenuto una goccia d’oro. “Questi riconoscimenti debbono servire a tutti noi a convincerci che questa è la strada da seguire: valorizzare i prodotti del territorio è oggi più che mai una buona abitudine, e magari anche una necessità visti i tempi che corrono”. Solo 6 mieli umbri sono stati premiati: due eranpo eugubini.

R.Bar.

ADDIO GIAMPAOLO LANDI, HA FATTO GRANDE IL GUBBIO

Giampaolo Landi se n’è andato. Aveva 83 anni e viveva a Forlì dove ormai da anni era minato dalla malattia. Al professore si lega un triennio luminoso della storia del Gubbio calcio, con la promozione in Serie C per il ritorno dei rossoblù nei professionisti a distanza di 38 anni nel magico spareggio allo stadio “Renato Curi” di Perugia il Landi al “Curi” Foto Gavirati 17 maggio 1987 contro il Poggibonsi con un gol di Rosario Zoppis nel secondo tempo supplementare davanti a circa 22mila spettatori. Ha costituito un sodalizio speciale con l’allora presidente Giuseppe Vispi e il direttore sportivo Mario Mancini portando entusiasmo e coinvolgimento della città che viveva la squadra come un bene collettivo e un vanto. Landi ha poi guidato la squadra nelle due stagioni successive in C2 ottenendo ottimi risultati. Il suo nome si lega anche alla doppia promozione del Ravenna dall’Eccellenza alla C2. Era stato insegnante di matematica prima di dedicarsi esclusivamente alla panchina.

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Il prossimo numero sarà in distribuzione da

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