VivoGubbio - Numero 1 - 3 Dicembre 2022

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VivoGubbio PROMESSA TERRA

La grillina Emma Pavanelli, rientrata in parlamento al fotofinish, è stata ospite a palazzo Pretorio per il benvenuto alla mostra del tartufo e ha partecipato al mega rinfresco. Strano: ogni volta che parla di Gubbio lancia l’allarme sull’inqui namento. Pare che abbia gradito il catering che evidentemente non considerava inquinato.

GLI EUGUBINI SONO COSTRETTI A SCAPPARE PER LA MANCANZA DI OPPORTUNITÀ. DEVONO GUARDARE ALTROVE SE VOGLIONO COSTRUIRSI UN FUTURO CERCANDO IL MEGLIO. LA STORIA DI SIMONE FILIPPETTI E DAVIDE LISPI : HANNO TROVATO LA PROPRIA STRADA RIVELANDOSI DELLE ECCELLENZE
Quindicinale di informazione del territorio eugubino VIA MADONNA DI MEZZO PIANO, 29 GUBBIO (PG) / Tel. 075.9272977 IL GUSTO BUONO DELLE FESTE PANETTONI PANDORI E TORRONI ARTIGIANALI LA QUALITà DELLE MATERIE PRIME DEL TERRITORIO La Tramontana Medaglia di Bronzo 2022 Campiona to del Mondo del Panettone FIPGC
SABATO
3 DICEMBRE 2022 ANNO I NUMERO 1

LA VALIGIA DEI SOGNI

Se ne vanno, scappano, cercano qualcosa di meglio. Vanno benis simo i Ceri, va bene l’aria di un luogo come Gubbio quasi incan tato guardando al patrimonio lasciato dalle passate generazioni, ma tutto questo non basta. L’economia è in caduta libera; il Pil è fanalino di coda dell’Umbria già piena di problemi; la politica è incartata su se stessa tra l’atavica lotta di classe - nell’inseguire qualche cariatide condannata dalla storia - e anche dalla cronaca, nella corsa continua ad accaparrarsi i voti dello storico elettorato di sinistra senza riuscire a dare un minimo di progettualità che guardi avanti.

tà. Il coronavirus, capace di interrompere 70 anni di pace e prosperità nel mondo occidentale, farà crollare il castello della globalizzazione costruito sul cemento, in apparenza solido, della finanza?”

TERRA

Come Simone Filippetti, giornalista e scrittore. Archeologo man cato, ha iniziato la carriera come cronista per il Giornale. Da oltre vent’anni lavora per Il Sole 24 Ore. Ha vissuto a Milano e a New York, poi dal 2019 scrive reportage da Londra e fa il commenta tore televisivo per Rai 2, Rete4 e TgCom24. Nel 2016 ha vinto il premio State Street come Giornalista dell’Anno. È autore di Serenis simi Affari (Marsilio, 2014), un impietoso ritratto del ricco Veneto; I signori del lusso (Sperling & Kupfer, 2019), biografia del banchie re Giovanni Tamburi; Un pianeta piccolo piccolo (Il Sole 24 Ore, 2021), saggio storico-filosofico sulla globalizzazione, da cui pren diamo un estratto. “Nell’estate del 1982 un pescatore di perle turco scopre per caso un antico relitto vecchio di tremila anni. Nello scafo, c’era dello stagno che veniva dall’Afghanistan ed era diretto a Micene in Grecia. Nell’età del Bronzo, il Mediterraneo era un grande mercato unico. La prima globalizzazione della storia crollò perché era un si stema troppo fragile. Trenta secoli dopo, nel 2020, la storia si ripete: la globalizzazione moderna si inceppa. Un’epidemia segna la fine di un mondo, della globalizzazione madre e matrigna. Sorge l’era della home economy: dalla spesa al lavoro, tutto si farà in casa. La società matrix, tutti chiusi nel proprio bozzolo virtuale, sta per diventare real

A Londra vive Davide Lispi che sta raccogliendo i frutti di un per corso formativo straordinario, ad altissimi livelli. Classe 1992, di plomato allo Scentifico del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” con il massimo dei voti, vincitore della borsa di studio Colacem-Mag gio Eugubino nel 2011, ha studiato ingegneria gestionale con in dirizzo finanziario al Politecnico di Milano. Ha fatto uno scambio internazionale a New York nel 2015, vincitore di borsa di studio “Global e3” della Iie, e tesi all’estero in Olanda con borsa di stu dio per merito. Durante il percorso universitario è stato studente residente del Collegio di Milano, struttura di merito riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione con borsa di studio per merito. Il cur riculum accademico si completa con un Master of Business Ad ministration presso Insead in Francia. Ha iniziato a lavorare in Vo dafone Italia come Strategy Business Analyst, prendendo parte al graduate program “Discover”, percorso di inserimento per giovani talenti. È quindi passato alla consulenza direzionale per Gea Spa, una società di consulenza strategica con base a Milano. Duran te l’esperienza in consulenza ha collaborato con medie e grandi aziende italiane ed internazionali, in Svizzera e Italia, occupandosi principalmente di temi strategici e organizzativi. Ha anche ope rato per vari fondi di private equity italiani, supportandoli nella valutazione e acquisizione di diversi business. Da quest’anno rico pre il ruolo di direttore della strategia alla Lumi Global a Londra. In famiglia c’è tutto il supporto della mamma, Giuseppina Gambi ni, funzionaria della sede eugubina di Coldiretti, del papà Virgilio Lispi, architetto già sindaco di Fossato di Vico, e del fratello Leo nardo che lavora a Milano.

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CERVELLI IN FUGA. LA CITTÀ NON RIESCE A OFFRIRE LE OCCASIONI PER REALIZZARE LE ASPETTATIVE TRA LOTTE DI CLASSE, DIATRIBE E DEGRADO GENERALE. LE STRAORDINARIE ESPERIENZE DI SIMONE FILIPPETTI E DAVIDE LISPI FANNO CAPIRE CHE LE ECCELLENZE A GUBBIO CI SONO
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Simone Filippetti Davide Lispi

DAVIDE LISPI: “A LONDRA HO ACCETTATO UNA GRANDE SFIDA ”

Come nasce la sua scelta di vivere a Londra?

“Da un’opportunità lavorativa che ho ricevuto tramite il network di Insead, la business school francese presso cui ho recentemen te completato il Master of Business Administration. Come spesso succede, le migliori opportunità nascono grazie a incontri casua li, e credo che l’abilità delle persone sia quella di saper cogliere queste occasioni. Nel mio caso ho incontrato il Ceo di Lumi e da lì è nata la nostra collaborazione professionale. La società stava cercando un profilo come il mio e io ero pronto a valutare nuove opportunità. Londra è una capitale culturale e finanziaria che of fre molte opportunità a giovani provenienti da tutto il monto, per questo motivo ho scelto di accettare la proposta e spostarmi nel Regno Unito”.

Cosa l’ha colpita particolarmente?

“La cultura del lavoro è molto diversa da quella a cui siamo abi tuati in Italia. Tutto sembra essere molto più dinamico e diretto, senza i formalismi un po’ arcaici a che ancora fanno parte dei co stumi italiani. I colleghi sono interessati al valore che porti nel team, non tanto all’età o a quanto riempie le pagine del curricu lum. Fuori dal lavoro si entra in contatto facilmente con persone provenienti da ogni dove, e questo credo che sia un elemento di forte crescita per un giovane professionista. Un aspetto che mi ha colpito è che la diversità culturale è incoraggiata e promossa a ogni livello, ed è soprattutto vista come elemento di successo. Probabilmente questo è uno dei motivi per cui Londra è riuscita a ritagliarsi un ruolo primario nel panorama internazionale”.

Gli italiani sono considerati?

“A Londra ci sono moltissimi italiani, impossibile non incontrar ne sia al lavoro che fuori. Per questo motivo la comunità italiana ha una sua rilevanza. Un elemento evidente è che Londra è una città internazionale in cui convivono tante culture, tra cui quel la italiana spicca particolarmente nel mondo della ristorazione. Come si mangia in Italia non è paragonabile. Aggiungo che gli ita liani sono ben considerati anche nei contesti professionali di alta specializzazione”.

Il cambio della Corona potrebbe portare novità?

“Non credo. È un elemento che unisce i cittadini britannici attor no alla loro eredità storica piuttosto che a una concreta influenza politica. Perciò credo che l’insediamento del nuovo re non rap presenti un elemento profondamente destabilizzante nel bene o nel male, anche se intuisco che la popolarità di Carlo III non è pa ragonabile a quella di sua madre”.

Un giovane all’estero si ambienta facilmente di questi tempi?

“Dipende dal motivo per cui si va all’estero, dipende dove si va e cosa si fa. In passato ho avuto occasione di andare all’estero per motivi di studio e lavoro. Sono stato negli Stati Uniti, Olanda, Francia, Svizzera e ora nel Regno Unito. Ognuna di queste espe rienze è stata molto diversa per me, in Europa ci si adatta meglio per il semplice motivo che culturalmente siamo molto più vicini di quello che sembra. Un elemento essenziale per adattarsi facil mente è padroneggiare la lingua inglese. Senza una buona padro nanza della lingua si fa fatica ad integrarsi, questo perché spesso i dettagli fanno la differenza nelle relazioni, e non comprendere a pieno una conversazione fa perdere molti dettagli. Penso che per il resto un giovane si sappia adattare facilmente grazie alle comu nanze tecnologiche che ormai sono le stesse in tutto il mondo”.

“È una società tecnologica leader nel settore dell’organizzazione degli eventi. Nello specifico, Lumi offre servizi a supporto degli annual gene ral meetings, ossia le assemblee de gli azionisti che le aziende quotate in borsa sono tenute a organizzare an nualmente, ed eventi di investor re lations. Il vantaggio competitivo che Lumi ha, rispetto alla concorrenza, sta nella tecnologia di voting e Q&A real-time sicura ed affidabile, oltre a una presenza globale in 40 Paesi con 13 uffici, tra cui quello di Milano aperto ad agosto. Lumi ha la sede operativa a Liphook, piccolo paese caratteristico situato nell’Hampshire a pochi passi da Londra, e una sede finanziaria nel cuore della city a Londra”.

Lei di cosa si occupa in particolare? “Ho la posizione di head of strategy, ossia direttore della strate gia, a diretto riporto del Ceo e del Board in cui siede Vespa Capital, fondo di private equity che ha recentemente investito nell’attivi tà. Il mio ruolo è guidare la strategia di crescita dell’azienda attra verso lo sviluppo del business in nuove geografie e nuovi mercati. Nello specifico mi occupo sia di crescita per via organica, ossia attraverso lo sviluppo interno del business, che per via inorgani ca attraverso acquisizioni. Il perimetro delle mie attività è molto ampio. Mi interfaccio internamente principalmente con il diret tore finanza, il direttore commerciale-marketing) e il direttore operativo, e con tutti i general managers dei vari Paesi che Lumi presidia. Esternamente lavoro a stretto contatto con partners di vario genere, da partnership di business a società di investment banking e consulenza che ci supportano nella crescita inorgani ca. Il mio ruolo prevede tanta esposizione verso Vespa Capital e il mondo del private equity, e la natura del lavoro mi porterà a viaggiare un po’ in tutto il mondo nei prossimi anni”.

Gubbio quanto può offrire a un giovane?

“Ho lasciato la città nel 2011 per andare a studiare a Milano. Da quel momento non sono più tornato stabilmente, un po’ perché l’Umbria non offre molto in termini di sbocchi professionali verso cui i miei interessi erano orientati, un po’ per curiosità di esplo rare il mondo. Comunque, tutto è relativo: dipende da cosa un giovane cerca dalla vita. Gubbio è una città bellissima, in cui la qualità della vita è più alta che in molti altri posti del mondo. Si curamente è una città perfetta per una famiglia, un posto in cui la criminalità vera si legge solo sui giornali. Purtroppo, profes sionalmente non offre molto. Il settore primario è molto forte e il turismo sta sicuramente crescendo, dando lavoro a tanti giovani nella ristorazione e negli hotel. Vivendo in un mondo post Covid, la possibilità di lavorare da casa porterà sicuramente molti eugu bini a riavvicinarsi e questo è sicuramente un elemento positivo”.

Ai suoi amici cosa racconta della dimensione inglese?

“Lavorare nel Regno Unito è molto diverso rispetto all’Italia, sot to certi aspetti più facile. Per un giovane motivato e competente penso che sia decisamente più semplice fare carriera qui che in Italia. Ovviamente il costo della vita è molto più elevato, quin di dico sempre che non bisogna considerare tutto oro quello che luccica perché per avere la stessa qualità della vita bisogna guada gnare molto di più. Per il momento sono molto entusiasta sia dal punto di vista professionale che personale, e mi piace condividere con i miei amici storie e aneddoti particolari relativi alle persone che incontro qui”.

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Ci racconta
dell’azienda
Lumi Global dove lavora?

Come immagina il suo futuro?

«Difficile dirlo, viviamo in un mondo che è in costante evoluzio ne. Un giovane dev’essere consapevole che bisogna essere sempre pronti ad aggiornare le proprie competenze e cogliere nuove op portunità, eventualmente rivedendo periodicamente gli obiettivi di lungo periodo. Una pandemia e una guerra ci hanno insegnato che spesso bisogna essere pronti a rivedere i propri piani. Non si può pensare di prendere una laurea e trovare un posto di la voro fisso per i successivi quarant’anni, sarebbe follia insegnare

questo alle nuove generazioni. Il prossimo traguardo che vedo nei prossimi anni prevede per me il successo del progetto che sto portando avanti con Lumi. Sicuramente in un tempo non troppo lontano vorrei tornare in Italia, perché considero il nostro Paese come il posto migliore del mondo per mettere radici e mettere su famiglia. Credo fortemente che le esperienze internazionali siano essenziali per imparare, ma sono fortemente convinto che queste conoscenze debbano in qualche modo tornare a casa per rendere l’Italia un Paese migliore. Oggi più che mai ne abbiamo bisogno”.

SIMONE FILIPPETTI: “GIOVANI, FATE ESPERIENZE FUORI ”

Ha scelto di andare all’estero quando ancora pochi eugubini emigra vano fuori dai confini nazionali: cosa ti ha spinto a voler cambiare orizzonte?

“In realtà sono andato prima a Mi lano, nel 2001, e in effetti all’epoca eravamo appena cinque eugubini nella nebbia dei Navigli: Gabriele Rossi, Luca Mascelli, Alessandro Ronchi e Gianluca Sannipoli. Io venivo da Roma. Mi si presentò occasione di essere assunto al Sole 24 Ore. Non ci ho pensato due volte e sono andato, consapevole della grande opportunità”.

Come nasce la decisione di trasferirsi a Londra?

Nel 2018, dopo quasi 20 anni di Milano, io e mia moglie abbiamo deciso di andare a fare un’esperienza all’estero. Entrambi aveva mo delle finestre di opportunità con le rispettive aziende. Ci ha spinto anche la nascita di nostra figlia Emma: volevamo darle ul teriori chance nella vita. Per scherzare, però, dico sempre con gli amici che “Dopo 20 anni avevo respirato abbastanza smog e sop portato abbastanza “imbruttiti” a Milano”.

Quanto le manca Gubbio? C’è qualcosa a cui si sente particolarmente legato? Come “vede” e come vive la città da Londra? “A Gubbio mi lega un profondo attaccamento alla mia città. Ho nel mio salotto una stampa antica di Piazza San Giovanni dove viveva mia nonna Marina (personaggio noto in città). E non nascondo che un giorno spero di tornarci a vivere. Ogni anno, il 15 Maggio, torno per vivere la Festa dei Ceri. “Rain or Shine” come dicono da queste parti: cascasse il mondo.

Come vengono visti gli italiani dai britannici?

“Come dice il grande finanziere Andrea Bonomi, milanese di origine ma londinese di adozione, tanto Italia come Pubblica Am ministrazione e Politica gode di pessima fama all’estero, tanto gli Italiani sono ammirati e invidiati, per il loro stile di vita”.

Che consigli si sentirebbe di dare ai giovani di oggi? “Studiate, leggete tanti libri e state poco davanti al telefonino. Agli eugubini, in particolare: avete la fortuna di essere nati in una delle città più belle del mondo. Ma andate a fare esperienze fuori, andate a studiare o lavorare anche lontano da Gubbio. Perchè una volta che ci ritornerete potrete farlo ben sapendo di essere ancor più competenti e vogliosi di migliorarla”.

Martina Bonci conquista Cook Awards

Gubbio si fa strada nel food

Si fa largo Martina Bonci. La giovane eu gubina ha vinto la sua sezione nel concorso Cook Awards promosso dal Corriere della Sera. Il concorso ha individuato e raccontato i talenti del food. Quei professionisti - siano essi cuochi, scrittori, giornalisti, produttori, at tivisti - che hanno ben chiaro quanto il cibo non sia solo un piatto, o un ingrediente, ma un sistema. Collegato a delle responsabilità. I Cook Awards sono nati per valorizzare questi innovatori, attra verso segnalazioni. Il Corriere della Sera con partner importanti ha messo in campo questa importante iniziativa che sul web sta raccogliendo tantissime adesioni. La giuria ha segnalato tre finali sti tra tutte le candidature. E nella sezione Bartending&Spirits trend ha prevalso Martina Bonci, bartender che tra Perugia, Milano e Firenze è riuscita in pochi anni a creare uno stile di miscelazione marcato, distinto e personalizzato, sfruttando ogni opportunità per proseguire il suo percorso di crescita.

L’orbita Gucci è quanto di meglio potesse chiedere Martina, scelta come bar manager di “Gucci Giardino 25”, il primo cocktail bar che la famosa casa di moda sta per aprire nel cuore di Firenze al civico 37 rosso in piazza della Signoria a Firenze. Si tratta della più recente aggiunta al Gucci Garden, lo spazio eclettico nel palazzo

della Mercanzia voluto da Marco Bizzarri, pre sidente e ceo del marchio oggi in portafoglio al gruppo Kering e Alessandro Michele, il diret tore creativo di Gucci che ha nel 25 un numero portafortuna, ricorrente nelle sue creazioni.

COME NASCE UNA PASSIONE

Vengo da una famiglia - ha raccontato al sito www.gamberorosso.it - che non ha un legame con il mondo dell’hospitality ma molto appas sionata di buon mangiare e buon bere, partendo dalle mie nonne. Fin da piccola sono stata affascinata dai bar, rimanevo sempre incantata da quello che facevano le persone dietro al bancone. Pri ma a Gubbio, poi a Perugia dove mi ero trasferita per studiare, ho sempre lavorato nei cocktail bar, e quando avevo un momento libero tra l’università e la pallavolo lo passavo a studiare gli spirits o a esplorare enoteche. Ho sempre fatto attenzione a quello che bevevo, cercavo qualcosa di diverso e unico che mi arricchisse”. I suoi drink – dal più gettonato Drunken Elephant con sciroppo di curcuma e sambuco, succo di lime, Elephant Dry Gin, liquore al bergamotto e bitter al pompelmo – sono nati tra Perugia, Mila no e Firenze da uno stile di miscelazione marcato e personalizza to. A Perugia ha conosciuto la proprietaria di Gesto che le ha dato l’opportunità di crescere e di affermarsi. M.BOC.

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NAFISSI E FIORUCCI IN CAMPO PER CERCARE VOTI A SINISTRA

La vittoria del centrodestra anche a Gubbio per il governo del Paese sta mettendo in subbuglio la sinistra. Sullo sfondo ci sono le elezioni Comunali del 2024, che potrebbero essere accorpa te alle Regionali vista la tendenza a favorire l’election day per le scadenze multiple di ogni tornata. Filippo Mario Stirati non po trà ricandidarsi a sindaco dopo due mandati e allora si aprono scenari tutti da decifrare tra chi ambisce alla successione (Leo nardo Nafissi e Vittorio Fiorucci sono i nomi che girano di più) e le manovre messe chiaramente in correlazione con la corsa per la Regione, dove il centrodestra punta alla conferma e potrebbe sostituire Donatella Tesei (sarà il sindaco perugino Andrea Ro mizi il candidato contro l’assisate Stefania Proietti?). Non è un mistero: Stirati punta a candidarsi alle Regionali e già tesse la tela con i primi incontri e dialoghi aperti specialmente con i 5 Stel le (feeling clamoroso con la parlamentare Emma Pavanelli che invita ripetutamente) e il Pd, pur consapevole che troverà delle resistenze all’interno del movimento civico LeD (Liberi e Demo cratici) inventato proprio da transfughi del Pd.

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NAFISSI E FIORUCCI IN POLE. Stirati ave va pensato come candidato per la succes sione al professor Raniero Regni, ma il di retto interessato si è subito chiamato fuori. In pista c’è Leonardo Nafissi, candidato alle Regionali con l’appoggio dei LeD nel 2019 sfiorando l’elezione mancata perché il Pd, una parte di Scelgo Gubbio e i Socialisti hanno dirottato su altri. A Nafissi guarda con particolare attenzione il vicesindaco Alessia Tasso, uscita dal novero dei papabili perché ritenuta molto più interessata a prendere il posto di Luigi Casagrande come dirigente all’urbanistica, attualmente occupato da Paolo Bottegoni con incarico fiduciario fino alla scadenza del manda to di Stirati. Tasso è ingegnere funzionario al Comune di Marsciano e appare attratta dalla prospettiva professionale, peraltro molto più gratificante anche sul piano economico, prima che da quella politica. L’altro nome è quello di Vittorio Fiorucci, dirigente di banca, già candidato alle Re gionali nel 2019, agganciato da un pezzo del Pd e pronto a costituire un cartello civico trasversale cercando benedizioni a destra e manca.

CAMPO LARGO. Il sindaco ha in mente il campo largo con il qua le cercare il suo successore per sfidare a Gubbio il centrodestra ed eventualmente pure l’ultrasinistra di Orfeo Goracci, e al contem po per far sostenere la sua candidatura unitaria in Regione ben consapevole che potrebbe trovare come sfidante sul territorio il gualdese Massimiliano Presciutti che proverebbe a pescare voti anche da queste parti. Per questo Stirati ha pronto il piano anche se ci va coi piedi di piombo avendo la quotidianità che gli pone problemi enormi per le difficoltà che attraversa la città tra il Pil fanalino di coda dell’Umbria, il lavoro che non c’è, la situazione delle cementerie, i giovani in fuga, le opere pubbliche carenti e in degrado.

DESTRA IN CERCA. Nel centrodestra si apre una nuova fase dopo la scelta scellerata del 2019, quando ha candidato Marzio Presciutti Cinti che era già in parola con il Pd per fare il candi dato sindaco a Sigillo e durante il mandato a Gubbio è passato nel centrosinistra con Azione di Calenda e Renzi. L’ascesa di Giorgia Meloni ha trovato seguito anche a Gubbio, ma si sa che il centrodestra quando ci sono le elezioni sovracomunali si giova di un elettorato in libera uscita senza alcun peso né incidenza della classe dirigente politica locale, che peraltro perde pezzi (come Angelo Baldinelli passato da Forza Italia alla Lega e poi nel Gruppo Misto e con Italexit di Paragone alle ultime Politiche) e arriva all’appuntamento con le Comunali senza una strategia studiata per tempo.

Dai buccheri ai salami e formaggi, bufera sul locale di via Savelli

Il passaggio dai buccheri ai salami e formaggi ha scatenato critiche e polemiche, dopo il bando che ha estromesso la storica bottega Buccheri di Antonio Rossi per ospitare un negozio di prodotti tipici nel locale di proprietà comunale in via Savelli della Porta. La Giunta Stirati si ritrova nel vortice dei commenti più acidi, soprat tutto sui social, e replica di essere stata obbligata dal regolamen to comunale e dalla normativa in vigore a dare per quel locale la disdetta il 21 dicembre 2020, concedendo un anno di preavviso per poi avviare un bando “per aggiudicare il negozio sulla base di criteri relativi agli elementi progettuali, alla parte economica e agli aspetti manutentivi, come avviene in queste situazioni”. Si poteva

fare di più, inserendo per esempio vincoli sulla tipologia dell’atti vità per evitare una prospettiva diversa da quella dell’artigianato artistico. Il Comune ha ricordato i locali concessi a circa 65 associa zioni culturali, sociali, sportive, abbattendo fino al 90% il canone di locazione fino a concedere in comodato gratuito gli spazi alle associazioni legate alla tradizione e al folklore. Ora la Giunta Stirati si rende disponibile a individuare alcuni spazi espositivi per acco gliere i manufatti artistici, tra cui il bucchero, esprimendo “ramma rico per quanto accaduto” nella convinzione che “attraverso un confronto civile e fruttuoso, la secolare storia dei buccheri Antonio Rossi potrà continuare con rinnovato entusiasmo”

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Leonardo Nafissi Vittorio Fiorucci

STIRATI A RUOTA LIBERA: “LA CITTÀ DÀ SEGNI DI VITALITÀ , IL FUTURO IN PNRR E BANDI”

Con le cementerie vanno avanti i contenziosi?

Sindaco, lo stato di salute della città?

«Gubbio sta dentro le contraddizioni e le criticità di questa fase storica: ci sono comunque importanti segnali di vitalità. Dobbia mo presidiare con attenzione le dinamiche socio-economiche, il tema della sanità pubblica, la coesione del nostro tessuto sociale, le questioni ambientali, la sfida dell’innovazione digitale e del la trasformazione della macchina pubblica. Questa città ancora mantiene un sistema di relazioni molto virtuoso: noi guardiamo sempre con grande dialogo e disponibilità al ricchissimo mondo associativo, con il suo bagaglio di esperienze, umanità e iniziati ve. La questione del lavoro e del futuro, soprattutto per i giovani, resta poi decisiva».

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Le possibilità occupazionali sono sempre meno: come arginare il fenomeno delle fughe? «Per quanto ci riguarda ci sforziamo di sfruttare tutte le oppor tunità che si presentano, a cominciare da Pnrr e bandi: mi viene in mente, tra gli altri, il progetto Tau per la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche. Siamo sempre pronti a facilitare, dentro le regole, autentici percorsi imprenditoriali. Il Comune di per sé non è però imprenditore: noi, dal canto nostro, abbiamo portato a cantiere 15milioni per le scuole e abbiamo molti inve stimenti in corso d’opera. Al di là dei percorsi accidentati e delle procedure dai tempi dilatati non per nostra responsabilità, abbia mo in piano milionari investimenti per Arconi, piazza Quaranta Martiri, Museo degli Antichi Umbri, piazza Grande, terminal del Teatro Romano e importanti vie del centro storico. Abbiamo altresì attivato una serie di pubblici concorsi per rinsanguare il nostro deficitario apparato amministrativo, con la creazione con seguente di nuovi posti di lavoro».

«Con le cementerie non abbiamo alcun contenzioso: il ricorso al Tar riguarda la valutazione di impatto ambientale, non contem plata dai provvedimenti regionali. Come istituzione dobbiamo garantire un armonico equilibrio tra lavoro, salute, ambiente».

Quanto continuano a pesare sui conti del Comune la discarica, il Puc di San Pietro e la Gubbio Cultura?

«La Gubbio Cultura l’abbiamo salvata e risanata; per il Puc abbia mo acquisito un mutuo di due milioni e mezzo per ultimare tutta l’operazione; sulla discarica abbiamo fatto il nostro dovere come nessun altro, accantonando un milione di euro e avendo incam minato l’impianto verso chiusura e riambientamento: eredità pe santissime sulle quali andiamo a testa alta».

La bagarre sul famigerato pranzo cos’ha lasciato?

«Abbiamo una qualità e un’eccellenza che fanno la differenza e non possono essere scalfite da niente e da nessuno, certo è che quanto accaduto dimostra il lato pericoloso e incontrollabile dei social e la necessità di un sistema di informazione molto più serio».

Sta pensando al suo successore?

«La mia non è una monarchia! Quello a cui lavoro intensamente è consolidare ancor di più un progetto per la città che a oggi è l’uni ca visione lunga e profonda per il suo futuro».

Si candiderà per la Regione nel 2024?

«Di solito non mi candido ma vengo candidato. Comunque oggi sono concentratissimo sull’intenso impegno per la città. Sono molto preoccupato per le sorti della sinistra e del centro-sinistra». dere coscienza degli sviluppi della ricerca a livello internazionale. Il problema è che l’Italia a sua volta dovrebbe riattrarre persone dall’estero, il che purtroppo non accade spesso”.

L’associazione “Vivere nel centro storico di Gubbio” manda i primi segnali forti

È pronta a dare un contributo per una migliore immagine della città vista come contenitore culturale tra vitalità, accoglienza, de coro e arredo urbano. Questa è l’associazione “Vivere nel centro storico di Gubbio” che nata a febbraio sotto la guida dell’archi tetto Zoe Mario Rossi, trascorsi da consigliere comunale, si è presentata ufficialmente alla città dopo aver posto l’accento sulle peggiori pratiche nell’acropoli, dagli atti vandalici ai furti, droga e alcol, urina nei vicoli e schiamazzi notturni. Il convegno “Centri storici luogo dell’armonia”, promosso dal sodalizio, svolto alla presenza del prefetto di Perugia, Armando Gradone, del questore Giuseppe Bellassai e del presidente del coordinamento nazionale No Degrado e Malamovida, Fabrizio

Coniglio, che si è sorpreso di come una realtà come Gubbio po tesse avere questo tipo di problematiche in rapporto alle grandi città. “L’associazione vuole favorire il dibattito culturale e accre scere l’appeal del centro storico senza voler andare contro qualcu no o qualcosa”. Bellassai e Gradone hanno ricordato il progetto Borghi Sicuri per prevenire la criminalità e che a Gubbio i feno meni sono diminuiti del 50% pur se la percezione popolare è ben diversa, tenuto conto che molti rinunciano a denunciare per evita re risvolti burocratici. Rilanciato l’appello a incentivare i controlli e le misure di protezione, inclusa la preannunciata implementazione del sistema di videosorveglianza e ricordando la richiesta ufficiale del commissariato di polizia.

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INTERVISTA AL SINDACO SULLA SITUAZIONE E LE PROSPETTIVE, TRA PREOCCUPAZIONI E POSSIBILITÀ . PER LA SUCCESSIONE NON SI SBILANCIA: “LAVORO PER CONSOLIDARE UN PROGETTO. LA REGIONE? DI SOLITO NON MI CANDIDO MA VENGO CANDIDATO ”

AUTOVELOX IN ARRIVO SULLA PIAN D’ASSINO

Gli autovelox salveranno la Pian d’Assino. Non i lavori per la mes sa in sicurezza, per sistemare una strada nata già vecchia, ma gli sceriffi esattori mascherati. L’attivazione dei controllori della velocità è prevista a breve, si pensa che potranno entrare in funzione all’inizio del nuovo anno. La corsa ai ripari è scattata dopo l’ultimo incidente che il 7 settembre scorso, tra gli svincoli di Padule e Torre Calzolari, è costato la vita all’ottantenne profes sore ed ex consigliere comunale Amedeo Baldinucci travolto da un’auto. Il bilancio sulla Pian d’Assino sale paurosamente con 15 vittime in 15 anni e altri sinistri in cui una trentina di persone han no riportato conseguenze anche gravi e con danni in alcuni casi permanenti. Ora sono stati individuati tre punti strategici, lungo la variante della statale, dove verranno piazzate le postazioni fis se. Un sopralluogo con la Polizia Stradale di Perugia, i vigili urbani e il compartimento Umbria dell’Anas ha gettato le basi dell’in stallazione.

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COSA CAMBIA. Sono annunciati autovelox bidirezionali in gra do di rilevare la velocità dei mezzi in transito, sia di quelli diretti verso Branca e l’allacciamento con la superstrada Perugia-An cona che quelli diretti verso Gubbio-bivio Mocaiana. Resta sullo

sfondo una questione molto di battuta che è il limite di velocità a 70 chilometri orari, considerato troppo penalizzante perché ral lenta il traffico anche in tratti più scorrevoli. La Polizia Locale ha rilanciato l’ipotesi di implemen tare il servizio utilizzando pure il telelaser, con il parere favorevole della Polizia Stradale. In questo caso, deciderà il Comune se procedere all’acquisizione della stru mentazione che costa circa 15mila euro al di là della funzione di deterrente potrebbe rappresentare un’altra fonte di introiti per fare cassa. Il telelaser viene considerato come una possibilità per implementare l’attività delle postazioni autovelox, consentendo in pratica i controlli in più punti lungo la variante.

LE SCELTE. Risultano invece scartate le ipotesi di utilizzare un sorpassometro, mentre è già stata accantonata da tempo - come si evince dalla lettera del questore Armando Gradone al sindaco Filippo Mario Stirati del 17 agosto scorso - l’ipotesi di Vergilius prospettata più volte da Stirati. Questo sistema ha un doppio controllo: verifica la velocità media che il veicolo ha tenuto tra i due punti di rilevamento e verifica la velocità istantanea che il veicolo aveva in ciascuno dei due punti, unendo di fatto le fun zionalità di tutor e autovelox, con una tecnologia più avanzata. Il prefetto Gradone in quella lettera ad agosto aveva scartato Ver gilius che Anas considerava come strumento non adeguato alla tipologia di strada ed eccessivamente costoso.

Casagrande e Pes devono risarcire il Comune

Dovranno pagare 15mila euro a testa al Comune, più la ri valutazione con gli interessi e le spese di giudizio, il sessan taquattrenne dirigente comunale Francesco Pes della sezione territorio e ambiente, e il sessantacinquenne ex dirigente Luigi Casagrande, già responsabile dell’urbanistica dall’inizio dell’anno in pensione. L’ha deciso la Corte dei Conti dell’Umbria, con la se zione composta dal presidente Piero Carlo Floreani, il consiglie re Rosalba Di Giulio e il consigliere estensore Pasquale Fava. I due ingegneri sono stati chiamati dalla magistratura contabile per “il pagamento in parti eguali di 102.948,37 in relazione a gravi carenze rilevate nelle procedure urbanistiche di lottizzazione”. La vicenda riguarda la zona di San Donato, verso la Contessa. Sono accusati - si legge nelle 20 pagine della sentenza - di aver rilasciato, nonostante la mancanza di opere di urbanizzazione pri maria, le concessioni edilizie e le licenze di abitabilità, nonché di aver omesso, pur in presenza del pagamento degli oneri di urba nizzazione, le attività preordinate alla realizzazione e al collaudo delle opere pubbliche, con la conseguenza che larghe aree del ter ritorio comunale risultano prive di marciapiedi, illuminazione e verde pubblico, con grave danno della comunità residente. Il dan no consiste, è stato rilevato, nella mancata realizzazione e acquisi zione al pubblico patrimonio del verde pubblico, degli impianti di

illuminazione e dei marciapiede.

Le difese, con l’avvocato Marco Luigi Marchetti (nel caso di Casagrande unitamente al legale Michele Tavazzi), hanno ecce pito la nullità e inammissibilità della citazione e la prescrizione dell’azione contabile e del credito risarcitorio, chiedendo in via subordinata la riduzione dell’addebito. I legali hanno insistito sul la sopravvenuta carenza di danno, conseguenziale all’acquisizione delle aree al demanio stradale comunale nonché alla messa a ban do del servizio di illuminazione delle aree interessate.

La Corte dei Conti ha dichiarato ammissibile la citazione in quan to “contiene e descrive puntualmente tutti gli elementi costitutivi dell’illecito penale. Anche l’eccezione di prescrizione non ha pre gio, atteso che il danno da omessa acquisizione delle aree standard ha natura permanente e persiste fino all’acquisizione delle aree al demanio o al patrimonio”.

I giudici hanno sottolineato, tra l’altro, come “dalla documenta zione versata in atti è emersa la totale assenza di attenzione nei riguardi delle aree verdi, stante la mancata cessione di queste pre ziosissime aree destinate a standard urbanistico”. I due ingegne ri, nella qualità di responsabili del settore preposto alla corretta esecuzione, sono ritenuti nella sentenza “gravemente colpevoli di aver omesso di adottare gli atti strumentali alla cessione delle aree standard destinate a verde pubblico”.

ATTUALITÀ PAGINA 9
L’ULTIMO INCIDENTE MORTALE DI SETTEMBRE HA FATTO ROMPERE GLI INDUGI PER TENERE SOTTO CONTROLLO LA STRADA. NIENTE LAVORI DI ADEGUAMENTO E RESTA SULLO SFONDO LA QUESTIONE DEI LIMITI DI VELOCITÀ
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M.BOC.
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GORACCI PER ORA SCEGLIE LA PRESCRIZIONE E NON L’ASSOLUZIONE

E STUPORE NEGLI AMBIENTI DELLA POLITICA ANCHE REGIONALE E TRA I FEDELISSIMI PER LA DECISIONE DELL’EX SINDACO

CHE SI SCONTRA CON LE CONVINZIONI IDEOLOGICO POLITICHE . POTREBBE PERÒ CAMBIARE IDEA. ALTRI 6 IMPUTATI HANNO INVECE RINUNCIATO PER ANDARE FINO IN FONDO. LE PARTI CIVILI IN ANSIA

to contestato (un episodio di concussione nei confronti dell’ex dirigente comunale Gabriele Silvestri), che secondo il collegio giudicante è previsto per febbraio 2023 mentre per le difese ai primi di aprile. Se fino a quel momento Goracci non esprimerà la rinuncia alla prescrizione, uscirà dal processo lasciando gli altri sei imputati al proprio destino.

Ha spiazzato tutti la mossa di Orfeo Goracci di avvalersi della prescrizione. Negli ambienti della politica anche regionale e tra molti fede lissimi c’era l’idea che l’ex sindaco, anche per convinzioni ideologico-politiche, sarebbe an dato fino in fondo per ottenere l’assoluzione in primo grado e negli eventuali due gradi suc cessivi. Invece sono cancellati dalla prescrizio ne una ventina di reati e ne resta in piedi uno per l’accusa di concussione. La prospettiva del la non rinuncia alla prescrizione è stata annun ciata dall’avvocato Franco Libori, l’unico presente il 25 ottobre scorso in tribunale a Perugia. Taluni vedono in questa mossa la prospettiva di Goracci di ricandidarsi a sindaco nel 2024 toglien dosi ogni peso processuale e il rischio di un’eventuale condanna in primo grado anche per uno solo dei capi d’imputazione con testati.

TERRA

COLONNELLO ROSSI. Il 21 novembre in aula c’è stata la depo sizione per tre ore del colonnello Goffredo Rossi, che all’epoca dell’arresto di Goracci e degli altri coinvolti era il comandante dei carabinieri del Ros di Perugia. Rossi ha ri costruito tutta una serie di situazioni, come i passaggi di documenti transitati dal Comune alle abitazioni dei singoli intercettati ora impu tati. Goracci ha reso al proposito dichiarazioni spontanee. Il processo è stato aggiornato al 21 febbraio 2023, alle ore 12.30, con la convoca zione dei testimoni del pubblico ministero Ma rio Formisano, ossia l’ex dipendente comu nale Lorenzo Rughi, Nicolò Gallo, Cristiana Boni, Luciano Raponi e Gustavo Frondizi.

LE MOSSE. Dal fronte Goracci sono indicati 18 testimoni ancora da ascoltare. Ma se la non rinuncia alla prescrizione andrà fino in fondo, non ci saranno i tempi, tenuto conto che dal 10 febbraio 2015, quando è cominciato il processo di primo grado, ne sono stati ascoltati soltanto 11 e ne mancano ancora un centinaio. La stessa non rinuncia alla prescrizione è stata scelta dall’ex dipen dente Umberto Baccarini dell’ufficio protocollo, ora in pensio ne, che ha avuto un ruolo marginale nella vicenda scoppiata con gli arresti di taluni imputati a cominciare da Goracci il 14 febbraio 2012. Hanno invece rinunciato alla prescrizione gli altri 6 imputa ti, ovvero l’ex vicesindaco poi sindaco traghettatore Maria Cristi na Ercoli, gli ex assessori Lucio Panfili e Graziano Cappannelli e i dipendenti comunali Lucia Cecili e Nadia Ercoli, oltre all’ex segretario generale Paolo Cristiano, che aveva fatto esprimere la posizione il 25 ottobre dal suo avvocato, David Brunelli, e ha poi confermato personalmente la decisione nell’ultima udienza del 21 novembre scorso davanti al presidente Mariella Rober ti. Non ha invece toccato l’argomento Goracci, che è tornato in aula dopo l’assenza nella precedente udienza. Goracci potrebbe ripensarci, almeno fino a quando non si prescriverà l’ultimo rea

La Bacheca di

LE PROSPETTIVE. Il processo ha fin qui registrato 38 udienze con 6 collegi diversi e 11 testimoni ascoltati, compreso il colonnello Goffredo Rossi. Il processo andrà avanti con tempi biblici per la sfilata dei testimoni e gli eventuali appelli, mentre Goracci ha in dicato al momento la volontà di archiviare con la prescrizione la vicenda lasciandosi alle spalle 58 giorni tra carcere a Capanne e domiciliari, fino alle udienze e appunto la decadenza dei termini. Resta il patteggiamento a 16 mesi di Marino Cernicchi, ex asses sore ai Lavori pubblici fedelissimo dell’ex sindaco.

PARTI CIVILI. Sono in attesa le parti civili per la piega del pro cesso. La prescrizione indurrebbe i 12 che si sono costituti parte civile a dover scegliere tra il pagamento delle spese per i propri avvocati oppure intentare una causa civile per risarcimento dan ni da Goracci dai tempi prevedibilmente biblici. Si tratta del Co mune di Gubbio, Franco Bazzurri, Pio Francesco Baldinelli, Alfredo Maria Brofferio, Patrizio Ceccarelli, Pasquale Riccardo Fornaia, Piero Gallo, Nadia Minelli, Adamo Naticchi, Lorenzo Rughi, Gabriele Silvestri e Loredana Vispi. La questione è de licata specie per il Comune di Gubbio, che senza un giudizio e un eventuale risarcimento rischia di dover caricare le spese sul bilancio dell’ente e quindi sui cittadini. Sullo sfondo c’è anche la situazione della Corte dei Conti, che avrebbe tenuto in sospeso il fascicolo in attesa dell’esito del processo per poi regolarsi sulla questione dell’eventuale danno erariale legato a tutta l’inchiesta.

COMING SOON... A partire dal prossimo numero, VivoGubbio offrirà a tutti i propri lettori l’op portunità di inviare i propri messaggi, così da poterli inserire all’interno della Bacheca. Quan ti volessero usufruire di questo servizio (completamente gratuito) non dovranno far altro che inviare i propri annunci all’indirizzo mail redazione@vivogubbio.com. I messaggi resteranno all’interno dello spazio cartaceo fino a quando non subentreranno nuovi annunci, di fatto se guendo un andamento temporale. Tutti i messaggi verranno inseriti anche in un’apposita pagi na all’interno del sito www.vivogubbio.com, consultabile da qualunque device.

ATTUALITÀ PAGINA 11
SORPRESA
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VIGNOLI DIMENTICATA , RESIDENTI FURIBONDI

A Vignoli sono infuriati. Una trentina di famiglie si sentono abbandonate e cercano ormai da nove anni delle risposte con crete dopo tante promes se, sopralluoghi, contatti telefonici e incontri. La storia di questa frazione, già corridoio bizantino con chiese e possedimen ti, è oggi la realtà di una fascia tra Dondana e Tor re Calzolari dove un’alluvione nel 2013 ha provocato una frana che ha lasciato segni pesantissimi con un dissesto idrogeologico mai sanato. Ci hanno rimesso soprattutto le case, con le famiglie della zona costrette ad arrangiarsi. L’Amministrazione Comunale in tutti questi anni, con i politici di turno, ha dato rassicurazio ni e promesso interventi risolutivi che non si sono mai visti. Su una casa è stato steso sul terrazzo un lenzuolo con l’emblematico “Lasciati al nostro destino” a testimoniare tutto il disagio e la tristezza.

TERRA

L’ALLARME. “C’erano 3.660.190 euro stanziati dalla Regione nel 2021 - spiega Mauro Monacelli, già presidente del Comitato Ter ritoriale dell’area est - ma ritenendo che non avrebbero risolto, han

no previsto solo 520mila euro per consentire ai privati di acquisire terreni altrove dove costruire le case, sebbene il Comune avesse delle aree proprie. Ci hanno poi indotto a ricorrere al 110 per cento, come unica soluzione possibile, inducendo perfino le famiglie ad adottare atti notarili di separazione dei beni. Il Comune ci ha lasciati soli e negli anni il borgo si è spopolato”. È stato messo a punto un dossier con tanto di particolari e foto per chiarire come stanno esatta mente le cose. Lo stato di abbandono nella totale trascuratezza non ha fatto perdere ai residenti rimasti la voglia di combattere e di rivendicare il diritto di cittadini, pur nella consapevolezza che il numero esiguo non porta appeal elettorale al di là dei contatti perlopiù sotto elezioni con le immancabili promesse.

GLI OBBLIGHI. “Abbiamo avuto degli incontri - racconta Monacel li - ma ci lasciano il cerino in mano senza alcun sostegno concreto ma solo una convenzione per ricorrere allo strumento del 110 per cento che riteniamo inadeguato per la nostra situazione. Lo stato di calamità naturale ci spetta e con il dissesto contavamo di avere gli stanziamenti per sistemare la zona. Invece niente”. Una famiglia ha preferito demolire la propria abitazione per costruirne un’altra, c’è chi ha deciso di andarsene e chi è invece rimasto per contra stare la linea del Comune e dare battaglia in ogni sede.

Padel, che passione! Francesco Bettelli è l’istruttore più giovane

di EMANUELE GIACOMETTI

C’ha creduto fino in fondo. Molti sacrifici, allenamenti intensi e focus sull’obiettivo. Quando ha capito che il padel era la sua stra da, ha pigiato forte sull’acceleratore e ha but tato il cuore oltre l’ostacolo fino alla meta. Un esame che non tutti riescono a superare, se non hai la passione e soprattutto il talento. È la storia di Francesco Bettelli, 24 anni, il più giovane allenatore eugubino dello sport del momento. “Ho giocato a tennis per otto anni - racconta -, poi nell’agosto di due anni fa ho iniziato con il padel insieme a un amico, visto che non lontano da casa era stato aperto un centro dedicato. La passione per il tennis è sempre stata tanta e siccome ero bravo nel doppio e tecnicamente forte sotto rete, ho provato ed è an data bene. Le prime soddisfazioni sono coincise con la vittoria di un torneo estivo che ovviamente mi ha permesso di prendere maggiore consapevolezza e quindi a insistere”.

LA LUNGA RINCORSA. Intanto il tempo passa e i successi si tramutano in qualcosa di più importante: “Più vado avanti e più riesco a impormi nei vari tornei, giocando le finali nazionali a Roma, a Villa Phanfili dove la mia squadra, il Gubbio, è stata superata agli ottavi di finale da Palermo che ha poi raggiunto la finale. Successivamente ho affinato la mia tecnica con Fabri Cattaneo, numero cinquanta al mondo, pres so la Padel Arena di Perugia, allenandomi con lui per sei mesi, supportato anche dalla prepa razione fisica di Matteo Calzuola. Ho quindi ottenuto a Bergamo la qualifica di allenatore, dopo gli esami di teoria e pratica”. Quindi, è ar rivato il momento tanto atteso e desiderato: “Dopo mesi da autodidatta, ho iniziato a im partire le prime lezioni da maestro a Cannara. L’opportunità più grande è arrivata dal Gualdo Padel la Badeja che a luglio mi ha concesso la possibilità di allenare a tempo pieno. Ho colto subito questa occasione perchè era quello che sognavo e devo dire che già dalle prime settimane sono andato oltre le trenta lezioni. A Gualdo Tadino mi trovo bene, la gente ha fiducia in me e di questo vado orgoglioso”. Ora gli è stato affidato anche un nuovo incarico: “Oltre a dare lezione, sarò l’allenatore delle squadre maschile e femminile che a breve pren deranno parte al campionato invernale regionale”. E allora non resta che attendere, il meglio deve ancora venire.

LA FRAZIONE SI MOBILITA PERCHÉ UNA FRANA DAL 2013 HA STRAVOLTO LA VITA AGLI ABITANTI CHE HANNO AVUTO TANTE PROMESSE MA NESSUNA SOLUZIONE. I SOLDI SONO STATI DIROTTATI ALTROVE
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Francesco LA RACCHETTA COME AMICA, UN AMORE SBOCCIATO DA ADOLESCENTE E CHE OGGI È DIVENTATO QUALCOSA DI PIÙ. A GUALDO HA TROVATO LA SUA DIMENSIONE

COSTI MOSTRUOSI PER LA DISCARICA : IL COMUNE DEVE TROVARE I SOLDI

La discarica comunale di Colognola continua a essere un pozzo senza fondo con costi mostruosi per la gestione ordinaria e il post-mortem che costerà 3,1 milioni di euro, oltre un onere an nuale di 300mila per il trentennio successivo. Gli uffici comunali preposti hanno certificato che gli accantonamenti del Comune sono iniziati con il rendiconto del 2016 e al momento ammon tano soltanto a circa un milione. Le preoccupazioni sono forti, le prospettive sono allarmanti. Questa storia va avanti da decenni e la situazione peggiora progressivamente perché la discarica comunale di Colognola è diventata un pozzo senza fondo per le risorse economiche che deve assorbire nella gestione e soprat tutto la prospettiva del post-mortem.

TERRA

ERA UN BANCOMAT. Una volta era un vero bancomat, ricor dando quando fruttava soldi che venivano investiti in ogni dove senza alcun accantonamento. Sono state in tal senso ripetute le accuse dai banchi dell’attuale maggioranza soprattutto all’ex sindaco Orfeo Goracci, rimproverato a più riprese di aver pen sato soltanto a fare cassa. Adesso è una rimessa continua perché i volumi non ci sono e conseguentemente neanche gli incassi d’un tempo. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha ereditato una situazione disastrosa, ma i pochi accantonamenti di questi anni non hanno cambiato granché lo scenario e le perdite che si ri percuotono sull’asfittico bilancio comunale continuano a essere

ingenti. L’amministrazione comunale confida nella giunta regio nale, cercando soluzioni dopo che il vicepresidente e assessore all’Ambiente, il gualdese Roberto Morroni, ha già fatto fatto sapere pubblicamente da tempo che Gubbio dovrà fare da sola perché la Regione ha già dato.

RASTRELLAMENTO. L’asses sore comunale al bilancio, Marco Morelli, si ritrova a dover mettere le toppe nei capitoli di spesa e per questo rastrella soldi dove può, con l’aumento di tasse e tariffe generalizzato (quelle sui ser vizi cimiteriali hanno creato reazioni furiose nell’opinione pubblica). Le porte chiuse dalla Regione suscitano la reazione del gruppo consiliare della Lega, con Michele Carini e Sabina Ven turi, che in un’interrogazione fa riferimento all’ennesima presa di posizione di Morroni, in risposta al presidente della commissione ambiente della Lega, Valerio Mancini, ha confermato “che tutti gli oneri derivanti dalla chiusura della discarica comunale dovranno essere sostenuti dell’ente gestore e quindi saranno in carico al Co mune di Gubbio”. Di fronte alle cifre, la Lega eugubina esterna la convinzione che “se ciò fosse confermato resterebbe scoperta una buona parte degli oneri da sostenere, considerando anche l’imme diato esaurimento della capacità di sversamento. Chiediamo di conoscere se sussistono responsabilità in capo alle precedenti am ministrazioni comunali e come la giunta attuale intenda sopperire a tale situazione”.

Edilsystem Srl aiuta i dipendenti Menichetti: “Un bonus per la crisi”

Un aiuto subito. Un segnale concreto che viene man dato dall’impresa per stare vicina ai propri dipenden ti. Così si spiega la gratifica nell’ultima busta paga per dare una mano sul caro bollette. Il consiglio di amministrazione della Edilsystem Srl, che si occu pa di costruzioni edili specializzata nell’adeguamento sismico di edifici e infrastrutture, ha deciso di andare incontro ai venticinque dipendenti e alle loro famiglie per affrontare meglio il periodo invernale, con 200 euro in aggiunta alla mensilità di ottobre. Il presidente del Cda, Roberto Menichetti, con il socio Maria Clementi, ha voluto fare una sorpresa annunciando nella chat aziendale la buona notizia. Il messaggio watshapp è stato graditis simo, suscitando le migliori reazioni per testimoniare l’apprezza mento. L’imprenditori, molto conosciuto in città, espressione della zona di Mocaiana dov’è impegnato anche in tante iniziative nella frazione, già Secondo Capitano dei Ceri nel 2009, ha raccontato le ragioni di questo gesto: “Le forti criticità operative, che le impre se stanno subendo in questo momento sul normale andamento dei cantieri, sono dovute principalmente al contesto economico

e geopolitico internazionale. I fenomeni inflattivi e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno producendo straordinari incrementi dei prezzi di acquisto praticati dalle aziende fornitrici sia nazio nali che estere, con i listini prezzi cresciuti in qualche caso di tre volte nel giro di qualche mese. Si è regi strato un eccezionale aumento dei prezzi di acciaio, cemento, prodotti petroliferi, rame, materiali plastici, cartacei e loro derivati, aggiungendosi un rincaro dei costi di energia elettrica, gas e petrolio”.

Menichetti fa riferimento all’effetto domino per cui fornitori e subappaltatori stanno revocando gli impegni contrattuali a suo tempo assunti, in un quadro aggravato dal mercato creditizio. “La nostra società - spiega Menichetti - non ha potuto procedere per alcune commesse a causa del blocco delle cessioni di credito da parte delle banche sul 110 per cento”. Edilsystem Srl ha comun que mandato un bel segnale: “Con questo contributo le famiglie dei nostri dipendenti non risolveranno tutti i loro problemi ma sarà d’aiuto, sperando che l’emergenza si possa risolvere quanto prima”.

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SERVONO Roberto Menichetti La discarica di Colognola

DJELEM DO MAR BRILLA AL PREMIO TENCO CON GLI ELOGI DI SKY TG24

di MASSIMO BOCCUCCI

Straordinaria ribalta per Djelem do Mar con l’eugubina Sara Ma rini e Fabia Salvucci protagoniste sul palco al Premio Tenco Nella sezione musica del sito di Sky tg24, in un articolo a firma di Fabrizio Basso, c’è un ampio spazio dedicato alle due cantanti dal titolo Premio Tenco, Djelem Do Mar: “Il problema di un popolo diventa di tutti i popoli.La sorpresa dell’edizione 2022 del Premio Tenco - scrive Basso - è come una bussola (e infatti si parla tanto di viaggio, fisico e mentale) e dunque ha quattro punti cardina li che sono il progetto Djelem do Mar, l’album Voci Oltre e due protagoniste, Sara Marini e Fabia Salvucci. Voci Oltre è un disco dalle radici antiche ma dal suono contemporaneo, è un viaggio etno-linguistico composto da brani originali. Parte dal Mediterra neo per spingersi oltre: tocca l’Africa, l’Asia, l’America meridio nale, per poi tornare in Europa e finire da dove si è partiti, in Ita lia. Un repertorio affrontato in dieci lingue: quelle di casa nostra, italiano, sardo, siciliano e calabrese grecanico (parlato nella pro vincia di Reggio Calabria), e armeno, greco, bulgaro, iraniano, farsi (persiano) e portoghese”. L’album è prodotto artisticamente da Stefano Saletti, uno dei nomi più accreditati della world music italiana.

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Sara e Fabia, cosa rappresenta per voi essere al Premio Tenco? E avete un brano di Luigi Tenco che amate particolarmente? “Siamo onoratissime di essere qui, è importante per noi e per la nostra storia musicale, portiamo messaggi importanti, cantia mo le voci di tanti popoli ed è un grande onore divulgare. Vedrai Vedrai perché racconta tante cose ed è di buon auspicio. Poi c’è Ognuno è libero che rivela la sua parte più rockabilly: si pensa spesso a lui come una figura cupa, introversa e caratterialmen te scostante ma c’è un bel filone rockabilly nel suo percorso. E poi lunga vita al Club Tenco, è uno spazio vitale per chi non è nel mainstream”.

A causa della guerra Jurij Ševčuk non ha potuto esserci. Lui ha chiesto perdono per non potere essere a Sanremo. Cosa vi sen tite di dirgli?

“Siamo vicine a lui. Per quello che è possibile suoneremo anche per lui e speriamo che il nostro affetto gli arrivi”.

Il vostro progetto è definito etno-linguistico: come nasce? D’al

tra parte il titolo è Voci Oltre. “Attraversiamo tanti linguaggi. Gli idiomi sono la parte più rap presentativa, sono un codice antropologico. Cantare quelle lin gue è un po’ come dare voce a un popolo. Ci affasciano le diversità linguistiche ed è bellissimo ritrovarle nella ricerca delle nostre ra dici. Il tutto è reso compatto con il sound grazie al lavoro di Stefa no Saletti che ci ha guidato nel rappresentare i brani con sonorità omogenee. Abbiamo cercato un sound contemporaneo che possa arrivare a un pubblico che ci conosce poco”.

Il vostro nome nasce dalla fusione di due lingue, il romanì e il portoghese, ma nel vostro album gli idiomi utilizzati sono die ci: perché questi due per il titolo?

“È il nome del progetto. Significa andare, incontrare un fratello e un amico e dire andiamo insieme attraverso il mare. E ne abbiamo attraversati tanti!”.

Il vostro senso del viaggio è accompagnato dal nostos oppure è solo andare?

“È solo un andare perché è una ricerca, ma può esserci anche un ritorno perché rispecchiandoci negli altri abbiamo trovato le no stre radici. Non era un intento, è capitato”.

Ey Gome nasce da una poesia del persiano Gialal al-Din Rumi ed è fortemente critica riguardo a tutte le religioni integraliste: avete la consapevolezza di quanto valore abbia oggi? Di quan ta forza trasmetta?

“Stiamo sempre molto attente, ci sono cose difficili da immagi nare per portare un messaggio. Noi vogliamo tutti i popoli uniti, inviamo messaggi di universalità. Il problema di un popolo diven ta di tutti”.

La vita oltre racconta di una donna che si riscatta col canto: la musica fino a che punto può cambiare la società?

“Può farlo. Le nuove generazioni che comprendiamo poco e che si esprimono, ad esempio, con la trap, rappresentano una ribellione verso un lascito disgraziatissimo. Bisogna crederci sempre”.

Il tartufo in una pubblicazione nata da un’idea dell’indimenticabile Francesco Allegrucci

“Truffle/Truffe. Il Tartufo: una storia di grandi passioni’, scritto da Marco Maovaz e Sonia Merli e nato da un’idea di Francesco Allegrucci, appassionato conoscitore e collezionista di stampe e libri antichi, prematuramente scomparso il 22 maggio 2021 mentre stava raccogliendo materiali per una nuova pubbli cazione a trent’anni da “Un diamante in cucina”, verrà presentato lunedì prossimo, 5 dicembre, alle 17:30 al park hotel “Ai Cappuc cini” di Gubbio.

Il progetto editoriale è stato sostenuto da Giuliano Martinelli che in questo modo ha inteso onorare un’amicizia di lunga data, nel trentennale della nascita della sua azienda, la Giuliano Tartufi

di Pietralunga. La pubblicazione, per i tipi dell’editore Fabrizio Fabbri, unisce scienza, erudizione e letteratura con il glamour nel libro.

Forma e sostanza al progetto sono stati dati da Barbara Bettelli Allegrucci che ha raccolto l’impegno profuso per anni da suo marito nella promozione e valorizzazione del tartufo, sempre più prestigioso ambasciatore della tavola italiana nel mondo. Alla presentazione del volume interverranno Paola Mercurelli Sala ri, direttrice di palazzo Ducale; Alessandro Campi, docente di scienza politica all’università di Perugia oltre agli autori e a Giu liano Martinelli.

PAGINA 14 CULTURA
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IL DUO COMPOSTO DA SARA MARINI E FABIA SALVUCCI HA CONQUISTATO PUBBLICO E CRITICA NEL PRESTIGIOSO CONCORSO DEDICATO ALLA CANZONE D’AUTORE

AUTO DEI VIGILI URBANI SUL POSTO DEI DISABILI, IL GIALLO DELL’INCHIESTA

L’auto dei vigili urbani nel parcheggio dell’ex Seminario ma sul posto riservato ai disabili. La vicenda ha fatto il giro dei social e della rete. Ma per ora non sarebbe partita l’inchiesta interna al comando della Polizia Locale per fare piena luce su quanto acca duto l’11 ottobre scorso, intorno alle ore 15, con la segnalazione di chi ha scattato la foto rivelatrice restando una decina di minuti in attesa che qualcuno si facesse vedere per poi farla circolare tra non poche polemiche. La funzionaria responsabile del servizio Elisa Floridi, che dipende dal dirigente del settore finanziario, or ganizzazione generale e servizi strategici Daniela Franceschetti, e direttamente dal sindaco Filippo Mario Stirati, non avrebbe al momento fatto alcuna verifica sebbene la vicenda abbia sorpre so e disorientato l’opinione pubblica eugubina anche per il fatto che in quella stessa area pubblica di sosta vi sono dei posti riser vati ai dipendenti comunali, oltre a spazi per chiunque ne abbia bisogno in un momento della giornata neanche troppo affollato a conclusione del mercato settimanale in zona.

TERRA

L’AGGRAVANTE. C’è l’aggravante che il comando della polizia locale si trova in largo Pentapoli a circa 150 metri da quel par cheggio. Difficilmente la spiegazione può trovarsi in una situa zione temporanea d’emergenza considerata la tipologia del par cheggio. E non si può neanche pensare che chi tra i vigili urbani ha parcheggiato l’auto in quel punto non si sia accorto della se

gnaletica che riserva lo spazio ai disabili: sarebbe oltremodo preoccupante. L’indagine interna sareb be problematica perché non vi sarebbe, al coman do della Polizia Locale, un registro dove vengono annotate le uscite delle varie auto di servizio, cosa in uso negli enti pubblici.

GIALLO REGISTRO. In pratica, non vi sarebbe un registro per annotate le voci essenziali: agente che prende il mezzo, orario di partenza e rientro, chilometri in partenza e al rientro. Questo registro ci sarebbe stato in passato e solo per brevi periodi. Per la dottoressa Floridi è questa una grana nella grana da gestire, peraltro dopo altre vicende interne roventi per le situazioni del personale tra le liti e l’imbarazzo legato a una dipendente che mantiene importanti incarichi fiduciari di responsabilità pur es sendo sotto processo nell’inchiesta Trust. Sulla vicenda del posto riservato ai disabili, va ricordato che si può sostare soltanto se muniti dell’apposito contrassegno. Il rispetto delle normative na zionali e comunali per tutelare le persone con disabilità è un atto di civiltà irrinunciabile oltre che un obbligo di legge. Dal primo gennaio di quest’anno, oltretutto, chi parcheggia nei posti riser vati ai disabili senza averne l’autorizzazione, oppure facendo un uso improprio della stessa, è sanzionabile con una multa da 165 a 660 euro, a cui si aggiunge la decurtazione di quattro punti dalla patente rispetto ai due precedenti. Resta ora da vedere se in que sto caso varrà anche per i vigili urbani.

ATTUALITÀ PAGINA 15
LA FUNZIONARIA RESPONSABILE DEL SERVIZIO, ELISA FLORIDI , NON AVREBBE VERIFICATO LE RESPONSABILITÀ. MANCHEREBBE IL REGISTRO DOVE, SPECIE NEGLI ENTI PUBBLICI, SI ANNOTA LA GESTIONE DEI MEZZI TRA PARTENZE E RIENTRI
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L’auto in sosta incriminata

LA DOTTRINA NELLA STORIA

LA REALTÀ È CREAZIONE DI DIO SENZA DIO RESTA L’IDOLATRIA

Quando la Chiesa cattolica aveva davvero a cuore le anime dei fedeli a lei affidati, non temeva di annunciare la verità rivelata da Dio senza attenuazioni o infingimenti. Fa venire le verti gini vedere come fin dalla tenerissima età i cristiani venivano introdotti a delle vette di sapere che oggi nemmeno molti se minaristi all’ultimo anno di studi sono più in grado di scalare. Basta sfogliare le pagine del Catechismo della dottrina cristia na di san Pio X, che ci accompagnerà sempre in queste nostre riflessioni dottrinali e su cui hanno studiato intere generazioni di cattolici, per rendersene conto. Fin dalla prima domanda, semplice e chiara, ci si concentra su un aspetto dottrinale che se dimenticato, come troppo spesso accade oggi, porta a conseguenze drammatiche per la vita dell’uomo. Chiedeva dunque quell’immenso pontefice che fu san Pio X ai bambini che si accostavano per la prima volta alle sorgenti della Verità che salva: chi ci ha creato? Risposta altrettanto semplice, net ta, chiara, sublime nella sua essenzialità: ci ha creato Dio. Il concetto di creazione dal nulla era sconosciuto alle culture pre cristiane (a parte, ovviamente, quella ebraica). Per i greci, ad esempio, l’essere è sempre esistito (eterno, unico, immutabile diceva Parmenide di Elea). Gli elementi naturali erano sacra lizzati, come avveniva per il Sole in quasi tutte le culture, da quella egiziana a quella atzeca. Solo nel cristianesimo la natura viene desacralizzata. Diventa creato, ovvero opera di Dio da amare, ma non divinità da adorare.

Il ritorno al paganesimo che caratterizza la nostra società post-cristiana si manifesta anche nel ritorno alla deificazione e sacralizzazione della natura. Il contrario della fede infatti non è, come ingenuamente pensa l’uomo contemporaneo, il trionfo della ragione, quanto piuttosto il ritorno a quell’ido latria, superstizione e visione animistica del mondo da cui la verità cattolica aveva liberato l’uomo. L’ambientalismo ideo logico, asservito spesso a interessi economici di élite di potere e non certo all’amore per la natura, nulla ha a che fare col giusto e doveroso rispetto del creato. Purtroppo certe batta glie stile Greta Thunberg hanno finito per affascinare anche molti credenti che, dimentichi delle più elementari verità di fede, spesso non si accorgono di abbracciare cause discutibili e non in linea con i valori e la visione del mondo che un cat tolico dovrebbe avere. A tutto questo si aggiunga uno degli episodi più sconcertanti a cui ci è toccato di assistere in questi ultimi anni: il culto idolatrico della Pachamama nei giardini del Vaticano (con la partecipazione dello stesso Bergoglio) a soli pochi metri dalla basilica e dalla tomba dell’apostolo Pie tro. La cerimonia sacrilega si svolse il 7 ottobre 2019, giorno della Madonna del Rosario. Ormai ci si abitua a qualunque degenerazione, ma pensare che in una delle feste mariane più importanti, invece di pregare la madre di Dio, Bergoglio svol ga in Vaticano una cerimonia in onore della Madre terra (Pa chamama), la dice lunga su quanto la menzogna abbia ormai spodestato la sana dottrina.

Oliva Denaro, antico ritratto di donna

Siamo negli anni ‘60 e Martorana, piccolo paesino della Sicilia in cui la vita scorre in un ritmo di inesorabile len tezza, fa da sfondo alle vicende quotidiane di una ragaz za dagli occhi sottili come le foglie e dalla bellezza incon sapevole e ingenua: Oliva Denaro è “bella e non lo sa”, ma ciò che, invece, conosce perfettamente è la sua quo tidianità di donna, di femmina in un mondo dominato da maschi, onnipotenti e onniscienti, padroni di tutto, anche e soprattutto della bellezza. La vita della prota gonista scorre come avvolta da una patina di antichità e di tradizioni incrollabili: l’educazione cattolica, la com pressione della libertà della mente e del corpo chiudono Oliva in una gabbia di regole e in un clima di terrore che svilisce quella fem minilità percepita come una colpa, pesante e difficile da portare. “Ledonnesonocomelebrocche,nondevonorompersi»”: in que ste parole, pronunciate a mo’ di regola monastica, da una madre perfetta interprete di quella logica antica, Oliva avverte il peso dell’abbandono delle libertà di bambina e della responsabilità ter ribile che adombra la sua crescita e il suo diventare donna. La sua vita è un continuo ripararsi dal temporale, che le bagna il vestito, le sporca le scarpe e le impedisce di correre perché le signorine, ormai pronte per sposarsi, non possono correre sotto la pioggia, sbucciarsi le ginocchia o sporcarsi il vestito della domenica; que sto le renderebbe ancora bambine, perciò non adatte a prendersi

la responsabilità di una famiglia e di un marito. In questa quotidianità ristretta, abitata da una madre che impone le regole e da una sorella che è la dimostra zione di chi le regole non le ha seguite e ha fatto, per questo, la fine che nessuna famiglia vorrebbe per la propria figlia, Oliva intravede due vie d’uscita: le paro le dei libri che le ha fatto leggere la maestra della scuola elementare, belle, suadenti, profonde, parole che sem brano riempire vuoti difficili da colmare e l’affetto del padre, un affetto d’altri tempi, difficile per noi da com prendere, fatto di gesti, cenni e lunghi silenzi colmi di dolcezza e di dissenso per ciò che deve sopportare la figlia.

Viola Ardone replica il successo del suo precedente romanzo, Il treno dei bambini, consegnando un ritratto di un mondo lontano, che si nutre di logiche di violenza e sopraffazione, di soffocamen to della grazia e della potenza del femminile percepita come un qualcosa di profondo, di straripante. Nella descrizione di questa Sicilia degli anni ‘60 c’è l’eco letterario di coloro che l’hanno resa grande: il linguaggio prezioso della Scuola Siciliana descrive la fo tografia di quel mondo crudele, ingiusto caro a Giovanni Verga e ci guida verso la riflessione metafisica sulla nostra presenza nel mondo e su quella libertà che è una conquista di dignità da non dare per scontata.

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DOPO IL TRENO DEI BAMBINI, VIOLA ARDONE DESCRIVE LA PIÙ PROFONDA ESSENZA DEL DOLORE FEMMINILE
LA ROCCA
Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI a cura di LUIGI GIRLANDA

All’insolito posto

A pochi passi da Todi, il piccolo borgo me dievale di Montecastello di Vibio ospita il Teatro della Concordia, meglio conosciuto come il teatro più piccolo del mondo. La pro vincia perugina regala una vera chicca agli appassionati del teatro e non solo: sebbene ne esistano di più piccoli, il Teatro della Con cordia è unico nel suo genere per la fedele riproduzione in miniatura di prestigiosi teatri europei e italiani. Realizzato alla fine del XIX secolo nel pieno dell’occupazione napoleo nica su iniziativa delle famiglie aristocratiche locali e inaugurato nel 1808, il teatro apre le sue porte a un pubblico elitario contando in tutto 99 posti, di cui 37 poltrone in platea e 62 posti a sedere nei palchetti. Il nome si ispira alla concordia che vigeva in quegli anni tra i popoli post rivoluzione francese, con le costruzioni interamente in legno e lo stile goldoniano che travalica ogni minimo dettaglio. Si respira appieno l’atmosfera del periodo. Un luogo per tutti diventa così uno spazio destinato a pochi in cui “la civiltà non si misura a metri

Nel Teatro più piccolo del mondo Come ti Cucino Sano

quadri e cubatura”, come riportato nella fra se scritta su un leggio in legno all’ingresso. L’area del teatro è occupata da una pianta a campana, boccascena e decorazioni ad affresco che ricoprono l’intera superficie e il foyer, quindi a seguire i camerini, l’atrio e la biglietteria. Il teatro è aperto al pubblico e si può visitare gratuitamente oppure la sciando un’offerta libera, inoltre un volonta rio dell’Accoglienza della Società del Teatro della Concordia resterà a disposizione per eventuali visite guidate come occasione per conoscere le curiosità e la storia di questo piccolo gioiello. Gli orari di apertura al pubblico sono previsti nei giorni di sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 12:30 e dalle 16 alle 19. Da luglio ad agosto è aperto tutti i giorni nello stesso orario. Ogni informazione inerente agli eventi, visite guidate e servizi offerti restano consultabili al sito ufficiale https://www. teatropiccolo.it/concordia/

UMBRICELLI CECI, ZUCCA E TARTUFO

I grandi tesori si sa, si trovano sempre sotto terra e questo non riguarda solo il mondo delle fiabe o delle leg gende, è così anche per il mondo enogastronomico umbro il cui tesoro è quello speciale fungo sotterraneo dal profumo intenso e inconfondibile: il tartufo. L’Umbria, grazie alle sue colline boscose, è l’habitat ideale per questo prezioso tubero, presente nelle sue varietà più pregiate e celebrato in questo periodo in centinaia di mani festazioni. Noi ci uniamo alle celebrazioni con questa ricetta, che unisce la stagionalità alla tradizione, abbinando il tartufo agli umbricelli, la pasta più antica preparata in Umbria e da sempre annoverati come pasta tipica per eccellenza. Questo nome oltre che richiamare la regione verde d’Italia, deriva indubbiamente dalla particolare forma allungata che ricorda quella di un lombrico, ma anche la stringa di cuoio che si usava in passato per allac ciare le scarpe, da qui anche il nome di strangozzi o strozzapreti a seconda delle zone. Quest’ultima denomina zione, secondo alcuni, sembra abbia a che fare con i tempi di dominio dello Stato Pontificio, periodo in cui erano i preti che si occupavano non solo della riscossione dei tributi ma anche di altri beni, quali per esempio le uova.

RICETTA

Ingredienti

Per la pasta:

• Acqua q.b.

• Olio di oliva q.b.

• Sale q.b.

• Pepe q.b.

PROCEDIMENTO Iniziate impastando le farine su un piano di lavoro. Aggiungete gradualmente l’acqua e un pizzico di sale fino ad ottenere un composto omogeneo e sodo, non appiccicoso. Una volta pronto fatelo riposare sotto un canovaccio per circa 20 minuti prima di essere steso. Formate dei panetti e stendete con un mattarello creando un disco di uno spessore di circa 9/10 mm. Tagliate a listarelle l’impasto e lavoratelo con le mani per ottenere la forma tipica degli umbricelli. Fate riposare la pasta per circa un’ora su un tagliere cosparso di farina. Ora preparate il condimento per la pasta, fate cuocere i ceci con la propria acqua (prece dentemente ammollati per una notte) a fuoco basso, salateli e passate al trito di verdure. Mondate la cipolla, la carota e il sedano, mettete dell’olio in un tegame e lasciare scaldare. Aggiungere il trito di verdure e lasciare rosolare a fuoco moderato, mescolando spesso.Nel frattempo, togliete la buccia alla zucca e tagliatela a cubet ti, lasciate da parte qualche sfoglia di zucca per decorare Unite la zucca al battuto di carota, cipolla e sedano, assieme ai ceci scolati del loro liquido di cottura. Lasciare soffriggere ancora un po’ e salate. Sfumate col vino bianco, coprite e lasciate cuocere. Ridurre a crema, utilizzando un frullatore o un mini pimer. Intanto, mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e aspettate che giunga ad ebollizione. Nel frattempo preparate le sfoglie di zucca messe da parte, spennellatele con un po di olio e fate cuocere in forno ventilato a 180° per circa 20 minuti poi lasciate intiepidire con lo sportello aperto per qualche minuto. Buttate la pasta e, mescolatela spesso per non farla attaccare, scolatela al dente. Mettetela ora nel tegame assieme al condimen to, grattugiate un po di tartufo e rigirate per qualche minuto, in modo che possa abbracciare bene la crema. Impiattate e distribuite sulle porzioni le chips di zucca e scaglie di tartufo nero.

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Farina 0 300 gr
Farina grano duro 200 gr
Sale q.b. Per il condimento:
• 1/2 Cipolla
1
Carota
1
Costa di Sedano
Ceci 200 gr
Zucca 100 gr
1/2 Bicchiere vino bianco
a cura di LORENZO DIAMANTINI

PIETRO ALESSI VA DI CORSA

Alla scoperta di Pietro Alessi. Ha voglia e talento questo dicias settenne che ha raccolto dal padre Giuliano la passione per i mo tori. Al volante di un’auto si sente realizzato, conciliando benis simo lo studio all’indirizzo Scientifico Sportivo del polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” e il mettersi in gioco nella disciplina che preferisce. Eccolo protagonista nel campionato Rs Cup, alla prima esperienza in una stagione agonistica. Va forte e brucia le tappe, sta rivelando lucidità e sangue freddo alla guida avendo fatto te soro dei consigli in famiglia dove la passione è consolidata. La sta gione si è conclusa sul circuito “Marco Simoncelli” a Misano con il terzo posto a quattro decimi dalla pole nelle prove, poi in gara-1 ha combattuto con il leader del campionato tra sorpassi e contro sorpassi registrando la terza posizione lasciando davvero un’otti ma impressione. A seguire, in gara-2 dopo un’eccellente partenza ha occupato la seconda piazza con grandi possibilità di vincere, fino a un contatto in pista che l’ha costretto al ritiro tra non po chi rimpianti per quello che poteva essere e non è stato. Ciò non toglie che le sue prestazioni, pure nell’ultima tappa dell’Rs Cup, sono riuscite a lasciare il segno, conquistando gli addetti ai lavori che hanno riconosciuto le qualità del giovanotto. Al volante della Clio Cup 1.600 turbo, con il numero 54, è stato protagonista con il team Black Cars auto classiche, trovando il modo migliore per competere grazie ai consigli del padre Giuliano, dello zio Diego Alessi con la squadra e gli amici che lo circondano, da Lorenzo Luciani ad Angelo Rogari, Armando Ciciori, Maurizio Rossi, Marco Ceccarini, Patrizio Patrizi e Andrea Leonardi.

Quando è nata la sua passione per le auto? “Durante il lockdown, quando i miei cugini mi hanno regalato un simulatore. Ho cominciato a incuriosirmi, poi riguardando tutti i video e le foto di mio padre Giuliano mi è venuto il desiderio di fare un test con un kart andando subito forte. Così è iniziato que sto percorso con Angelo Rogari e Lorenzo Luciani della Black Cars Corse, nel campionato Rs Cup. Prima di iniziare l’avventura ago nistica, ho partecipato a una gara amatoriale Ford Cup ottenendo la mia prima pole position sul bagnato con un secondo sul campio ne in carica pur finendo poi fuori gara per un contatto”.

Che approccio ha avuto con le corse?

TERRA

“Il motorsport è meraviglioso ma imprevedibile - racconta -, nel corso della stagione abbiamo avuto molte difficoltà ma ci siamo sempre rialzati, questa mia crescita in ogni gara più veloce ha sorpreso tutti. Non è solo merito mio, lo devo a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questa annata. Sono riuscito pro gressivamente a perfezionare il mio stile di guida e soprattutto il mio carattere. In tanti mi hanno aiutato, anche con un semplice in bocca al lupo, in questa mia prima avventura”.

“Mi sono subito innamorato di questo sport rendendomi conto, anche grazie al parere di mio padre, di avere la velocità nel Dna. Questo mi dà una carica fantastica”.

Chi è il suo pilota preferito?

“Lewis Hamilton perché è arrivato in Formula Uno grazie al talen to e non al denaro. Per la sua aggressività mi piace molto Verstap pen, nel quale mi rivedo un pochino”.

Pensa a un futuro nelle corse?

“Credo che potrei farcela se riesco a stare nei primi in questo cam pionato fin da subito non avendo mai guidato e senza esperienze. Sono consapevole che le difficoltà che ci saranno”.

Il suo sogno?

“Diventare un pilota professionista di qualche casa madre, tipo Mercedes, Porsche e Audi”.

Lorenzo Mariani sale in Formula X Correrà con il team Fors Racing

Il giovane Lorenzo Mariani prepara l’esordio nel motorsport. L’eugubino classe 1999 vi approda dopo i trascorsi nel karting e punta alla stagione 2023 nella serie nazionale Formula X al volante della Tatuus-A barth di Formula 4 del team Fors Racing, che ha pro vato in un recente test in pista sul circuito umbro di Magione. Segue le orme del papà Fabio Mariani, già pilota automobilistico, ed è laureando in ingegneria elettronica a Perugia. Il suo percorso di guida a livello nazionale è iniziato nel 2017 nel karting, dove le varie esperienze gli hanno permesso di ottenere diverse vittorie a livello regionale in varie serie del centro Italia e di conquistare un brillante quinto posto nel campionato italiano. Per il debutto con i grandi ha scelto la monoposto regina tra le auto a ruote scoperte propedeutiche alle categorie maggiori, la

Tatuus T014 di Formula 4 motorizzata con un pro pulsore 4 cilindri Abarth turbo da 1400cc e 160 caval li. L’obiettivo è appunto puntare al campionato 2023 di Formula X, serie nazionale riconosciuta dall’Aci e riservata alle monoposto che si disputa in una serie di appuntamenti a doppia gara sui più importanti circu iti italiani ed europei, fra i quali quest’anno Misano, Monza, Mugello e Vallelunga. La monoposto di Ma riani viene gestita dal team Fors Racing capitanato da Angelo Si meone, squadra di base a Pisa che presto vedrà sorgere una sede operativa proprio a Gubbio. Il progetto di esordire nell’automobi lismo per Lorenzo ha preso il via alla luce di due prove effettuate nei mesi scorsi a Magione e Cremona al volante di una F.Renault 2.0. I riscontri ottenuti hanno convinto il pilota eugubino e il suo staff a pianificare un programma articolato per il 2023.

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IL DICIASSETTENNE PILOTA EUGUBINO, SULLE TRACCE DI PAPÀ GIULIANO , È PARTITO FORTE NEL CAMPIONATO RS CUP DOVE CON LA BLACK CARS HA OTTENUTO BUONI RISULTATI AL MUGELLO E A MISANO. “VOGLIO METTERMI IN GIOCO, AMMIRO HAMILTON E MI RIVEDO UN POCHINO IN VERSTAPPEN ”
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BASKET GUBBIO, 50 ANNI SUL FILO DEI RICORDI

Una festa che si rispetti val bene una celebrazione. E il Basket Gubbio stavolta ha deciso davvero di fare le cose in grande. Per ché 50 anni non si festeggiano tutti i giorni, ma anzi rappresen tano un traguardo di inestimabile valore, pensando anche alle difficoltà con le quali ogni società sportiva oggi deve fare i conti. Una festa doveva essere e una festa è stata, anche se il vulcanico presidente Pierangelo Belbello c’ha tenuto a dire che questo è stato solo l’inizio delle celebrazioni per le nozze d’oro della palla a spicchi eugubina. Una giornata vissuta all’insegna dell’emozione e dei ricordi, con tantissimi giocatori della squadra che nel 1973 aprì ufficialmente la storia del sodalizio biancoazzurro, ritrovatisi assieme e ancora una volta con una coppa da alzare al cielo. Il tut to davanti a una Polivalente gremita in ogni ordine di posto, con oltre 200 ragazzi e ragazze seduti in mezzo al campo a testimo niare la qualità del lavoro svolto negli ultimi anni dalla dirigenza nel valorizzare il mondo cestistico locale.

SENSO DI APPARTENZA. Che il Basket a Gubbio goda di ot tima salute lo dicono i numeri e lo racconta ancora di più l’entusiasmo che si percepi sce ogni volta che si aprono le porte delle palestre cittadine. Belbello questo entusiasmo ha voluto cavalcarlo, ma nella giornata che ha aperto le cele brazioni per il cinquantennale ha fatto capire di aver tratto ispirazione dal passato. “Se abbiamo raggiunto questi risultati è perché è stato fatto un lavoro importan te nelle scuole e perché tutta la compagine dirigenziale ha saputo spendersi in ogni modo e in ogni forma per sensibilizzare le fami glie. È bello vedere tutta questa gente, è bello vedere quanti ragazzi e ragazze abbiano scelto di praticare uno sport che esalta il senso di appartenenza e la voglia di stare assieme. Sentiamo l’affetto e il sostegno della comunità e anche le istituzioni sono state sempre collaborative. Sappiamo che ci sono margini per poter fare ancora meglio, e allora cercheremo di andare ancora oltre”. Grazie al con tributo di tante realtà locali e regionali, a partire dal main sponsor Emi Supermercati (rappresentato da Claudio Martinelli), la so cietà biancoazzurra ha potuto programmare una crescita costan te anche e soprattutto a livello tecnico, con l’intenzione di dare spazio a tanti giocatori locali per poter creare ulteriore entusia smo e coinvolgimento.

LA TRIBUNA CACCIAMANI. La pre sentazione dell’attività 2022-23, con la sfilata di tutte le squadre dal set tore minibasket fino alla prima squa dra e ai “veterani” della divisione CSI (incluse le due formazioni Under 14 e Under 15 femminili allestite in col laborazione con la Salus Gualdo) è stata anche l’occasione per ricordare tanti pezzi di storia del basket locale, a cominciare da Vincenzo Caccia mani, uno dei pionieri della squa dra del 1973, transitato poi per tanti

TANTO ENTUSIASMO MA ANCHE TANTE EMOZIONI ALLA POLIVALENTE NELL’EVENTO CON IL QUALE IL BASKET GUBBIO HA VOLUTO INAUGURARE LE CELEBRAZIONI PER I 50 ANNI DI ATTIVITÀ . OLTRE 200 RAGAZZI HANNO SFILATO DAVANTI A UNA TRIBUNA GREMITA, CHE LA SOCIETÀ

HA VOLUTO INTITOLARE A VINCENZO CACCIAMANI ALLA PRESENZA DEI COMPAGNI DI SQUADRA DELLA PRIMA FORMAZIONE DEL 1973 ISTITUITA UNA BORSA DI STUDIO DEDICATA ALLA MEMORIA DI GIOVANNI PIEROTTI

decenni nelle file biancoazzurre come allenatore e dirigente. A lui la società ha voluto intitolare la tribuna della Polivalente, con una toccante cerimonia che ha visto protagonisti tutti i suoi ex compagni di squadra che hanno potuto prendere parte all’even to, presenti anche i figli Silvia e Fabio. Sull’onda dei ricordi, tra tanti ex dirigenti, giocatori e anche allenatori (vedi Brunello Ca stellani), hanno portato il loro saluto gli ex presidenti Francesco Barbetti, Vito Barbetti, Fausto Marionni e Stefano Dino Pie rini e come portavoce dei “ragazzi” del ‘73 Ezio Cardarelli, che ha donato al presidente Belbello la coppa vinta durante il primo torneo Città di Gubbio organizzato proprio nel 1973 sul campo all’aperto adiacente alla palestra di San Pietro. Quella coppa che prima di essere consegnata alla dirigenza di oggi è stata sollevata al cielo dal capitano di allora Gabriele Fiorucci e da tutti i gioca tori, nel tripudio di una palestra festante.

, lo sfortunato giocatore scomparso lo scorso maggio e nel cui ricordo già nei mesi scorsi la società ha organizzato alcuni appuntamenti. Ai genitori di Gio vanni è stata consegnata la maglia numero 9 che da quest’anno il Basket Gubbio ha deciso di ritirare, e che per sempre resterà le gata al nome e al ricordo di Pierotti. Quella maglia numero 9 che per primo nel 1973 indossò proprio Vincenzo Cacciamani, quasi a volerne unire la memoria per due figure che resteranno per sem pre legate al mondo cestistico locale. E non è mancato nemmeno un ricordo di Massimo Caioli, altra colonna portante della sto ria della società biancoazzurra. A portare i saluti delle istituzio ni c’erano il sindaco Filippo Mario Stirati, l’assessore Gabriele Damiani, il consigliere provinciale Francesco Zaccagni. Presenti anche il gen. Domenico Ignozza, presidente CONI Umbria, e Gianni Antonelli, presidente del comitato regionale FIP. Kineo Fitness & Wellnes e Aerobic’s Studios hanno allietato la serata con alcune esibizioni dei propri allievi per quella che al netto dei tanti momenti emozionanti è stata una grande festa di sport, vis suta all’insegna della condivisione e della voglia di stare assieme.

LA NUMERO 9, PER GIOVI. L’evento che ha aperto i festeggia menti per i 50 anni del Basket Gubbio ha vissuto un altro mo mento particolarmente toccante quando il presidente Belbello ha annunciato la decisione della dirigenza di istituire una borsa di studio in onore di Giovanni Pierotti
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Il lievitato per eccellenza del le festività natalizie ha trova to casa a Gubbio. Dove da anni Angelo Ghirelli ha già fatto capire di aver imparato ben più di semplici rudimenti del mestiere: creare panetto ni è un arte, farlo con materie prime lo è anche di più. Una passione che il pasticcere eugubino ha saputo coltivare nel tem po, tale da portarlo anche a misurarsi su palcoscenici nazionali e internazionali, perché se sulla bontà delle lavorazioni nessuno ha mai avuto nulla da ridire, vederle riconosciute anche dagli esperti del settore è qualcosa che va oltre i semplici gusti dei consumato ri. Ed è stata questa la molla che ha spinto Angelo a partecipare al Campionato del Mondo del Panettone, kermesse organizzata a Fiano Romano dalla Federazione Italiana Gelateria Pasticceria Cioccolateria, dove oltre 300 pasticceri da tutto il globo si sono dati appuntamento sfidandosi a “colpi di lievitati”. E dove Ghirelli ha fatto un figurone, conquistando la medaglia di bronzo nella categoria più affollata, quella del panettone classico. “Che per me rimane il prodotto per eccellenza, quello del quale si può apprezza re il profumo, la consistenza e l’artigianalità nella sua essenza più profonda”, spiega il pasticcere e fornaio eugubino. Che dopo aver partecipato negli anni scorsi a Re Panettone, manifestazione alla quale si accede solo dopo un’accurata selezione, ha voluto rimet tersi in gioco accettando una sfida per nulla scontata.

VOGLIA DI SFIDA. “Dopo due anni segnati dalla pandemia ave vo voglia di rimettermi in gioco e sono contento di aver ottenuto un risultato così importante e prestigioso. Il concorso prevedeva nella prima fase l’invio di due panettone da un chilo l’uno, con la giuria che ha selezionato i migliori facendoli accedere direttamente alla fi nale. Nel giorno della premiazione, poi, sono stati annunciati i vinci

COMUNALE

Piazza 40 Martiri 10 075.9272243 CECCARELLI Via L. da Vinci 50 075.9222471 CENTRO Via Cairoli 15 075.8085796 LUCONI Via Perugina 151/B 075.9273783 PIEROTTI Via Campo di Marte 46 075.9220635 CARDINALI Loc. Casamorcia 075.9255131 MONACELLI Frazione Padule 075.9291235 BRANCA Via Ponte Rosso 075.9256122

IL PASTICCERE EUGUBINO ANGELO GHIRELLI DEL FORNO VISPI “IAIO” HA CONQUISTATO LA MEDAGLIA DI BRONZO NELLA RASSEGNA ORGANIZZATA A FIANO ROMANO, CHE HA VISTO COINVOLTI OLTRE 300 PARTECIPANTI

tori delle cinque categorie in gara, alla presenza di tutti i partecipan ti”. I risultati però non erano stati comunicati precedentemente ai partecipanti, che hanno ricevuto l’annuncio dei vincitori diret tamente dalla giuria presente in piazza. “Sapevo che la categoria “panettone classico” era la più agguerrita e numerosa, e pertanto l’aver conquistato la medaglia di bronzo ha rappresentato un risul tato notevole che ha ripagato tutti gli sforzi fatti”.

UN SUCCESSO CHE VIENE DA LONTANO. Il premio ha avuto una vasta eco mediatica, con molti servizi dedicati anche nella mag giori televisioni nazionali (vedi Rai Uno, con un apposito servizio sulla popolare trasmissione Uno Mattina). La sua particolarità ri siedeva nel fatto che per la lavorazione sono stati utilizzati solo prodotti naturali, e non semilavorati: anche il lievito madre, alla base di ogni panettone, è stato prodotto in modo artigianale da tutti i singoli concorrenti. “Il panettone nel mondo dei lievitati è considerato una sorta di Everest - osserva Ghirelli - dal momento che la sua realizzazione segue delle dinamiche ben precise, senza le quali è impossibile ottenere un risultato che possa essere definito soddisfacente. Da anni ho sviluppato questa passione e la voglia di imparare anno dopo anno è diventata sempre più grande. La gente apprezza la qualità di un lievitato fatto con cura e passione, e que sto fa la differenza. L’artigianalità poi esalta anche la fantasia e la voglia di sperimentare, anche se per me il panettone classico rimane in assoluto quello da preferire”. La produzione in vista del periodo natalizio è già cominciata da settimane: al Forno Vispi “Iaio”, in via Madonna di Mezzo Piano a Gubbio, c’è però una medaglia di bronzo in più a fare bella mostra di sé. Anche se l’odore intenso del panettone appena sfornato vale più di ogni singolo ricono scimento.

PAGINA 22 CURIOSITÀ V G
IL PANETTONE DI “IAIO” È SEMPRE PIÙ MONDIALE Centralino Comunale 075.92371 Centralino Osp. Branca 075.9270801 Pronto Soccorso 075.9270744 Numero Verde Farmacie 800.829058 Guardia Medica 075.9239468 Sez. Croce Rossa 075.9273500 Gubbio Soccorso 075.9277779 Misericordia Gubbio 340.3859797 Carabinieri 075.9235700 Vigili del
NUMERI UTILI
Fuoco 075.9273722 Vigili Urbani 075.9273770 Cimitero Civico 075.9237690 IAT 075.9220693 Servizio Taxi 075.9273800 Carabinieri Forestali 075.9272585 Guardia di Finanza 075.9273789 Centrale ENEL 800.900.800 Canile 075.9274963 Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 333.5224537
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