VivoGubbio - Numero 3 - 14 Gennaio 2023

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Nel Pd hanno ripreso a litigare anche pubblicamente. Per la scelta del segretario nazionale, un gruppo si è schierato ufficialmente con Stefano Bonaccini mentre nella segreteria di piazza Oderisi aspettano che sia Anna Ascani a dirgli chi appoggiare.

POLO FONTARCANO BIVIO CONTESSA GUBBIO Via Nuova di Fonte Arcano - Gubbio (PG) Tel. 075 922 08 37 Mail elettrautofilippetti@libero.it ANTIFURTI SATELLITARI BATTERIE / IMPIANTI HI-FI / ANTIFURTI MOVITRAK ACCESSORI AUTO / PIOMBATURA TACHIGRAFO LA PROFESSORESSA DONGIOVANNI DIRIGE DA QUEST’ANNO SCOLASTICO IL TERZO CIRCOLO DIDATTICO. IL NOME SI LEGA ALLA MEMORIA DELLO ZIO CARABINIERE FRANCO , RIMASTO UCCISO IN UN ATTENTATO NEL 1972 , E CHE HA RICORDATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI PARLANDO NEL GIORNO DELLA MEMORIA
SABATO 14 GENNAIO 2023 ANNO II NUMERO 3 Quindicinale di informazione del territorio eugubino La Tramontana VivoGubbio LUIGINA SCOPRE LA SUA ANIMA EUGUBINA SOCCORSO STRADALE Bivio Contessa - Gubbio Tel. 075 927 20 51 Mob. 338 385 60 34 AUTOCARROZZERIA 200I

“INNAMORATA DI GUBBIO A PRIMA VISTA ”

Come si trova a Gubbio?

“Mi trovo bene sul piano lavorativo, meno su quello emotivo. Mi mancano la casa, i familiari e i gatti”.

Quanto è rimasta colpita dalla città?

“Tantissimo, è veramente bella. Una bomboniera, ben tenuta, pulita. La vedo come un gioiellino, molto turistica e sempre piena di gente. Mi piace passeggiare, lo faccio quasi tutti i giorni”.

Amore a prima vista. Le è bastato poco per innamorarsi di Gubbio e della dimensione professionale che la vita ha scelto per lei. La storia della professoressa Luigina Dongiovanni è speciale. Il famigerato algoritmo che regola le designazioni scolastiche l’ha spinta verso il Terzo Circolo Didattico a San Martino, salendo da Uggiano la Chiesa, in provincia di Lecce dove nel capoluogo faceva l’insegnante al liceo starale “Pietro Siciliani”. Digiti il suo nome su internet e il motore di ricerca apre un mondo fatto di ricordi e sentimenti: suo zio, Franco Dongiovanni fratello del padre Piero, fu uno dei tre carabinieri uccisi da un’autobomba a Peteano, assieme ad Antonio Ferraro e Donato Poveromo. Quella triste pagina della storia d’Italia viene ricordata come la strage di Peteano, frazione di Sagrado in provincia di Gorizia, per l’atto terroristico commesso il 31 maggio 1972, nei cosiddetti “anni di piombo”, che provocò la morte di tre carabinieri e il ferimento di altri due. I cinque militari vennero attirati a controllare un’automobile sospetta: si rivelò un’autobomba che esplose quando si tentò di aprire lo sportello a cui il suo innesco era collegato. I responsabili dell’attentato furono Vincenzo Vinciguerra (reo confesso), Carlo Cicuttini e Ivano Boccaccio, aderenti al gruppo eversivo neofascista Ordine Nuovo. Luigina Dongiovanni, che non ha ricordi dello zio sebbene quell’episodio abbia segnato la sua vita, ha parlato alla Camera dei Deputati il 9 maggio 2022 alla cerimonia di commemorazione del Giorno della Memoria davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alle più alte cariche dello Stato con rappresentanti del governo e parlamentari. Ha parlato per sei minuti con la voce rotta dalla commozione a nome dei suoi familiari e dei familiari di Antonio Ferraro. Oggi la sua vita è nella scuola a San Martino che le sta dando nuove radici nel percorso umano e professionale.

È già diventata tifosa rossoblù?

“Sì, lo sono. Vado alle partite, del resto mi piace il calcio da sempre. Sono tifosa del Lecce, avevo anche l’abbonamento in tribuna centrale. So che il Lecce è stato in ritiro a Gubbio, evidentemente era destino. Ora quando posso vado a vedere la squadra e ho conosciuto il presidente Sauro Notari”.

Ci racconta la reazione quando ha appreso della destinazione? “Ero con mio padre a casa quando è arrivata la telefonata dall’Ufficio scolastico regionale. Ho avuto un sussulto vedendo che veniva dall’Umbria. A Perugia ho preso la seconda laurea, in storia europea, dedicata a mio zio Franco. Poi con papà ci siamo messi a scegliere la città e lui ha spinto per il collegamento con la stazione ferroviaria. Mi trovo qui grazie a papà, che ho perso lo scorso 23 dicembre”.

Cos’ha trovato al Terzo Circolo?

“Professionisti e collaboratori che hanno voluto conoscermi e che piano piano mi hanno adottato. Il rapporto è stato un crescendo con il collegio dei docenti, il direttore amministrativo Annamaria Girlanda e ho un insegnante di Foggia mio corregionale. Sono contenta”.

Il suo approccio al nuovo incarico?

“Le prime due settimane non ho capito nulla di quanto mi accadeva, poi è stato un continuo trovare le soluzioni ai problemi che mi sono stati posti tra la conoscenza delle leggi e la condivisione con il direttore amministrativo e i collaboratori cercando soluzioni condivise”.

Ha dato subito una sua impronta?

“Da ottobre ho dato le mie direttive dopo un mese di assestamento. Con l’atto d’indirizzo ho spinto il ritorno alla didattica pre-Covid con ogni tutela per gli studenti e il collegio dei docenti”.

Che idea s’è fatta della discussione sull’accorpamento degli altri due circoli?

“L’argomento è molto delicato ed è giusto che a concordare siano il Comune e l’Ufficio scolastico regionale con un dialogo tra tutti i soggetti protagonisti per condividere le scelte”.

Come valuta in generale l’offerta scolastica cittadina?

“Ho ottimi rapporti con i colleghi con Francesca Pinna, Maria Marinangeli e David Nadery che mi hanno accolto benissimo. A livello di istruzione superiore vedo che Gubbio è piena di prospettive per gli indirizzi dei poli liceali e tecnico. Non mi aspettavo così tanta offerta, Gubbio è una vera città con punti di partenza in diversi settori”.

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SI RACCONTA LUIGINA DONGIOVANNI , DIRIGENTE DEL TERZO CIRCOLO DIDATTICO A SAN MARTINO. VIENE DA LECCE E SI È AMBIENTATA IN FRETTA, APPREZZANDO LA CITTÀ FINO A DIVENTARE TIFOSA ROSSOBLÙ. LA STORIA PERSONALE E FAMILIARE RIPORTA AGLI ANNI DI PIOMBO , QUANDO IN UN ATTENTATO VENNE UCCISO SUO ZIO FRANCO NELLA STRAGE DI PETEANO Luigina col patron Sauro Notari

Il vissuto familiare cosa rappresenta per lei? “Nel tempo sono subentrata a mio papà. Ho cominciato a studiare come sono andate le cose che risalgono al 1972 mentre io sono nata nel 1980, scoprendo un mondo che non conoscevo, tra quanto successo negli anni di piombo, i depistaggi e tutto il resto. Quando mi è stato chiesto di portare la mia esperienza, io a Roma sono stata la voce di tutti coloro che hanno perso un familiare morto durante il lavoro. Mia mamma ha perso un fratello muratore. Ho voluto rappresentare tutti quanti hanno perso qualcuno sul lavoro. Ho vissuto entrambi i dolori, la differenza è che quando muori con la divisa fai parte di un mondo diverso per le cerimonie istituzionali. Ora che papà non c’è più, il custode della medaglia è diventato mio fratello Francesco. Mio zio Franco è sta-

to tratto in inganno da una telefonata: quando ho visto quel video ho pianto tantissimo e ho impiegato del tempo per rileggere i miei pensieri. Il mio vissuto è stato pesante, finché non ho deciso di studiare da sola ed è stato molto doloroso. Ho scoperto quanta gente come me ha perso un familiare negli anni di piombo e non mi sono sentita sola. A Roma sono andata per tutti e anche per mio papà”.

La grande eredità di Sanio Panfili tra politica, cultura e associazionismo

Gubbio ha perso una delle figure politiche che più di altre ne hanno esaltato il valore. Perché Sanio Panfili ha attraversato epoche che sono andate di pari passo con la crescita di un tessuto cittadino che è cambiato radicalmente da quando, nel 1975, venne nominato sindaco dall’allora consiglio comunale (fino al 1993 non c’era l’elezione diretta, ma erano i consiglieri eletti che sceglievano il primo cittadino). Sarebbe rimasto in carica per dieci anni, fino al 1985, passando il testimone a Paolo Barboni ma proseguendo il suo impegno in Regione, divenendo presidente del consiglio regionale nel biennio 1990-1991 e poi assessore provinciale negli anni ’90. La sua scomparsa ha generato profonda commozione in una città che ha sempre sentito sua, distinguendosi per il suo spirito di servizio e di grande dedizione. La politica lo ha fatto conoscere alla città, ma è andata di pari passo con la professione di ingegnere e la passione per la fotografia, che l’ha portato a fotografare tante edizioni della Festa dei Ceri (lui che è stato anche valente ceraiolo sangiorgiaro, passione ereditata dal figlio Moreno) e ad allargare il campo ad altri interessi e discipline, vedi quella del rugby, dapprima come fondatore e presidente del Rugby Gubbio

nel 1984, quindi come fotografo affiliato alla Federazione Italiana Rugby. Sono stati tanti i tributi arrivati nei giorni scorsi, a testimonianza di una presenza assidua in tanti ambiti cittadini. Proprio il sindaco Stirati ne ha rimarcato questa caratteristica: “Sanio è stato un figlio del popolo, che si è emancipato e ha saputo costruire un suo brillante percorso professionale di ingegnere e di insegnante e che ha preso parte attivamente a tante vicende di modernizzazione e innovazione della nostra città. Grande è stato il suo contributo all’interno di molteplici associazioni cittadine, nella valorizzazione della musica jazz, dello sport e della cultura. Un uomo appassionato, ligio al dovere, fortemente legato ai sentimenti privati della famiglia così come all’impegno civile e pubblico, nel quale non si è mai risparmiato, anche quando le condizioni fisiche non erano delle migliori”. La malattia ne ha segnato gli ultimi anni di vita, con la moglie Serenella, il figlio Moreno, i nipoti e tanti familiari e amici che l’hanno accompagnato in questo lungo e tortuoso percorso, e al quale va un pensiero affettuoso di vicinanza da parte di tutta la redazione di VivoGubbio.

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IDEA LED, FAGIANI SUCCESSORE DI STIRATI PD TRA ASCANI E BORI

SCENDE IN CAMPO LA LISTA DEL SINDACO PER IL 2024 : PENSA ALL’EX CONSIGLIERE COMUNALE CHE SE NE ANDÒ TOGLIENDOSI QUALCHE SASSO DALLE SCARPE. PD IN SUBBUGLIO TRA MANOVRE ESTERNE E VOCI SULLA VENDITA DELLA SEDE DI PIAZZA ODERISI. STRATEGIE DI ALESSIA TASSO PER DIVENTARE DIRIGENTE ALL’URBANISTICA

Nell’ultimo periodo però sono venuti a mancare una conduzione politica condivisa e soprattutto un clima di fiducia reciproca, rendendosi per me impossibile continuare nell’esperienza di consigliere. Non è di mio interesse, e credo neppure per la città, sopravvivere tra personalismi, trasformismi e veti incrociati, che rischiano di paralizzare la vita amministrativa della città. Da ultimo non ho condiviso per nulla le logiche e le scelte che hanno portato alla rimodulazione della Giunta. Restano immutate la stima e la fiducia nel gruppo consiliare dei LeD”.

TERRA

In certi ambienti dove si campa di pane e politica, sono pronti a scommettere che le elezioni comunali nel 2024 saranno accorpate alle regionali e questo potrebbe comportare uno slittamento dalla primavera all’autunno. Non sarebbe la stessa cosa, soprattutto per chi già pensa alle strategie per la successione di Filippo Mario Stirati, ritenendo che ormai il futuro è già cominciato. Taluni si dicono convinti, peraltro, che il professore sia già in campagna elettorale per farsi candidare a consigliere regionale con un campo largo a sostegno. Per fare il prossimo sindaco, azzerandosi tutto dopo i due mandati di Stirati, sono in pista per ora Leonardo Nafissi (candidato per il centrosinistra come consigliere regionale nel 2019 quando ha sfiorato l’elezione) e Vittorio Fiorucci (candidato nel centrodestra come consigliere regionale nel 2019), oltre ai segnali che il centrodestra manda all’attuale consigliere comunale Mattia Martinelli del movimento civico Scelgo Gubbio che sostiene Stirati.

LED IN CAMPO. Un piano lo stanno studiando i Liberi e Democratici (LeD), il movimento civico del sindaco che a quanto pare lancerà lo stesso Stirati alle elezioni regionali del 2024. Dai LeD è venuto fuori un nome per la corsa a sindaco: è quello del dottor Tonino Fagiani, dirigente d’azienda, già consigliere comunale eletto nei LeD per poi dimettersi a metà gennaio del 2021. Fagiani è nei pensieri dei fondatori del movimento civico e bisognerà vedere l’eventuale reazione del diretto interessato che dal Consiglio Comunale era uscito togliendosi qualche sasso dalle scarpe: “Nel 2019 con entusiasmo - scrisse Fagiani nel dimettersi - ho aderito al progetto politico per la guida della città, candidandomi a consigliere comunale. In questo anno e mezzo, pur con le difficoltà di un momento così particolare, sono stati conseguiti risultati positivi.

AMBIZIONI DI TASSO. Dal toto-candidati del centrosinistra non c’è per ora il vicesindaco Alessia Tasso, semplicemente perché avrebbe in mente di entrare in Comune ma come dirigente responsabile del settore urbanistica, ruolo per ora ricoperto con incarico fiduciario dall’ingegnere Paolo Bottegoni voluto dal sindaco Stirati al posto di Luigi Casagrande fino al termine del suo mandato. Alessia Tasso viene data per pronta ad appoggiare un candidato a sindaco che ritenga vincente (al momento Leonardo Nafissi) e in grado di garantirle il futuro da dirigente con il trasferimento dal Comune di Marsciano, dov’è attualmente funzionaria. Resta da vedere se Tasso avrà maturato i requisiti per il concorso da dirigente, oppure si procederà con l’incarico fiduciario com’è stato fatto da Stirati con Bottegoni per creare in quel caso le successive condizioni abilitanti al concorso.

COMANDANO ALTRI. Il Pd eugubino è in mani tifernati e perugine. Una fetta del partito di piazza Oderisi è condizionato a distanza da Anna Ascani, potente esponente che da Città di Castello, sulla scia della scalata di Walter Verini, ha raggiunto ruoli di governo e di spicco nel partito dove ha deciso di rimanere quando il suo “mentore” Matteo Renzi se n’è andato: a lei guardano soprattutto Giovanni Manca e Giorgia Vergari. Un’altra parte del Pd pende invece dalle labbra di Tommaso Bori, segretario regionale e consigliere a palazzo Cesaroni. La rubrica Foglie del Messaggero umbro negli ultimi tempi ha rivelato dapprima che la sede di piazza Oderisi è in vendita (lo si era sentito dire anche anno fa) e poi che il 23 dicembre a Gubbio si è presentato Bori insieme al capogruppo del Pd in Consiglio Comunale a Perugia, Sarah Bistocchi, che potrebbe candidarsi alle regionali nel 2024.

Dal PNRR 5 milioni per piazza Quaranta Martiri

Arrivano soldi dal PNRR e piazza Quaranta Martiri è pronta a rifarsi look. Per questo nei giorni scorsi sono stati realizzati dei rilievi approfonditi della situazione del sottosuolo, sia per ciò che concerne il sistema dei sottoservizi, sia per verificare eventuali presenze di tipo archeologico. Il tutto in vista di interventi che andranno a consolidare e in alcune parti ad ammodernare la piazza d’accesso principale alla città, già protagonista durante il periodo natalizio con un notevole afflusso di visitatori che ha potuto ap-

prezzarne la sua posizione strategica, con tutti i benefici del caso. “L’intervento in piazza Quaranta Martiri - ha commentato il vicesindaco Alessia Tasso - rappresenta la prima fase di quella che sarà una riqualificazione cruciale per la rigenerazione urbanistica della città, grazie al finanziamento per 5 milioni di euro derivante dalle risorse destinate all’Umbria dal PNRR, al quale andrà ad aggiungersi un cofinanziamento di 150mila euro da parte del Comune”.

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PRESCIUTTI : “GUBBIO SPLENDIDA , MA I SIGNORI DEL NO FANNO DANNI”

Stirati il professore, Presciutti il pragmatico. Due sindaci vicini per i chilometri che separano Gubbio da Gualdo Tadino, ma lontanissimi per forma e sostanza. L’effetto Presciutti si manifesta di tanto in tanto quando i toni si alzano e il confronto si fa acceso, mentre sullo sfondo c’è una possibile sfida alle elezioni regionali del 2024 nella stessa coalizione per entrare a palazzo Cesaroni. Stuzzichiamo il sindaco gualdese sul fronte istituzionale e politico.

Oggi i rapporti tra le due città come sono?

“Per molti il mio essere diretto e senza tanti fronzoli può rappresentare un difetto, ma non riesco mai a non dire ciò che penso: i rapporti per quanto mi riguarda sono ottimi, oltre a un pezzo della mia famiglia ho moltissimi amici a Gubbio. Dal punto di vista istituzionale lo sono altrettanto, nessuno si salva da solo e non esistono fratelli maggiori o cugini minori, oggi più che mai”.

Ultimamente la si vede a Gubbio, anche a iniziative del Pd: c’è un motivo particolare?

“Quando vengo invitato cerco sempre di essere presente in ogni ambito, è un principio che è nel mio carattere. Il Pd è il mio partito, personalmente mi sono iscritto per la prima volta al Pds nel 1990, non me ne sono mai andato e non ho mai cambiato casacca sia nella buona che nella cattiva sorte. Sono un militante, un uomo orgogliosamente di parte e partecipo spesso a iniziative del mio partito sia in Umbria che in Italia, venire a Gubbio per me è sempre un grande piacere”.

Cosa pensa della città, al di là del campanile?

“Gubbio è splendida. Vi sono legato da rapporti di parentela e amicizia, oltre che istituzionali ovviamente”.

Il comprensorio Alto Chiascio come se la passa?

“Soffre come soffrono l’Umbria e il Paese, ma ha anche tante potenzialità. Non ho mai avuto un approccio ideologico rispetto ai problemi, mi piacerebbe parlare di merito e di opportunità. I signori del no a prescindere, hanno fatto e stanno facendo danni a famiglie e imprese. Chi amministra come noi deve avere coraggio e agire non per le future elezioni ma per le future generazioni. Resto ottimista, ma non c’è più tempo per sterili polemiche ed è ora di agire”.

Le rivendicazioni sanitarie vengono condotte in ordine sparso e non unitariamente?

“Ripeto che nessuno si salva da solo, è bene che tutto lo comprendano. Io per storia politica e personale sono un uomo del confronto e del dialogo. Abbiamo fatto scelte importanti in passato e le abbiamo fatte insieme, dobbiamo proseguire su quella strada. La destra ha fallito soprattutto sulla sanità, e non solo: questo è un dato di fatto”.

I suoi rapporti con Stirati?

“Buoni sia dal punto di vista personale che istituzionale. Abbiamo caratteri e storie politiche e personali diverse, ma c’è rispetto e stima reciproca”.

Lei pensa che farete il derby nel centrosinistra alle elezioni regionali del 2024?

“Non ho mai inteso il mio impegno in politica come trampolino per fare carriera, ma sempre e soltanto come servizio. Dalla politica ho avuto molto: ho fatto l’esperienza più bella del mondo, quella di sindaco, che vivo come una missione, giorno dopo giorno per strada a contatto con la mia gente. Mi faccio chiamare per nome, non dimentico mai la mia storia familiare. Sono figlio di contadini, la mia è una storia di riscatto sociale e di questo vado fiero. Non è che non dormo la notte pensando al mio futuro, per fortuna ho tante opportunità professionali da scegliere e di questo sono molto contento. Se mi verrà chiesto di nuovo un impegno non mi tirerò indietro, altrimenti andrà bene lo stesso. Per me la politica è passione vera non traguardi da raggiungere a ogni costo. Io ho sempre militato nel partito al contrario di altri, non vedo derby all’orizzonte”.

La prospettiva sua e di Stirati è stare insieme nel Pd? “Per me il partito è sempre stato una cosa molto seria e soprattutto non lo considero un autobus da cui scendere e salire a seconda delle convenienze del momento. Oggi più che mai dobbiamo ritornare a parlare alla testa e al cuore delle persone guardandole negli occhi, non solo sui social o per slogan. Dobbiamo riconnetterci con i problemi reali delle persone, la destra parla alla pancia e cerca sempre un nemico. Il riformismo ha bisogno dell’impegno quotidiano, il populismo e il sovranismo sono alla ricerca dell’applauso quotidiano. Per questo serve un Pd forte e autorevole in Italia come in Umbria, non un club esclusivo ma una comunità dove le differenze sono un valore. Per questo da tempo dico che il nostro mantra dev’essere più siamo e meglio stiamo”.

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INTERVISTA ESCLUSIVA CON IL SINDACO DI GUALDO TADINO, SEMPRE PIÙ PRESENTE ALLE INIZIATIVE EUGUBINE, SPECIE DEL PD. FRECCIATA A STIRATI : “IL PARTITO NON È UN BUS DA CUI SI SCENDE E SI SALE A SECONDA DELLE CONVENIENZE. NON VEDO DERBY ALL’ORIZZONTE”

SPAZIO URBANO

E ORNATO PUBBLICO, REGOLAMENTO MAI ATTUATO

Il regolamento c’è, l’applicazione no. La qualificazione dello spazio urbano e dell’ornato pubblico cittadino ha delle regole che non sono mai state concretizzate e anzi vengono disattese nonostante gli indirizzi di tutela del Consiglio Comunale che risalgono a novembre 2016. A sollevare la questione sono i capogruppo di maggioranza Francesco Zaccagni dei Socialisti Civici e Popolari, Mattia Martinelli di Scelgo Gubbio e Riccardo Biancarelli di Democratici per Gubbio con un’interrogazione per la quale richiedono alla Giunta Stirati una risposta scritta.

TUTELA DEL PATRIMONIO. Il regolamento raccoglie e sviluppa quanto già previsto nei precedenti provvedimenti del 1986 e 2004, con talune modifiche assunte nel febbraio 2019, ricordando un incontro tra il sindaco Filippo Mario Stirati e le associazioni di categoria nel quale era stato illustrato il percorso attuativo intrapreso per mandare a regime definitivamente il provvedimento approvato da tempo e che avrebbe dovuto diventare operativo entro quell’anno. Il documento è basato sul Quadro strategico di valorizzazione, soprattutto nelle sue logiche applicative, che trovano rilevanza nella tutela del patrimonio architettonico e dell’immagine di un centro storico a vocazione turistica. I tre consiglieri di maggioranza ritengono che le logiche stanno venendo meno “se consideriamo le strutture posticce, in plastica bianca e plexiglas, che alcuni esercenti applicano come dehors all’esterno del proprio locale nel periodo natalizio”. Non è neanche nota la composizione del previsto registro delle attività storiche di tipo commerciale, artigianale, turistico-ricettivo, per i pubblici esercizi che svolgono l’attività da anni e che contribui-

scono a valorizzare, tutelare e sostenere l’immagine della città, così come del centro commerciale naturale non ci sono note le attività e le iniziative.

DOMANDE. Vengono evidenziate le carenze sulle attrezzature su spazio pubblico, con specifico riferimento ai dehors per i tavolini di bar e ristoranti all’aperto anche quando c’è maltempo, con possibili spostamenti, e si determinano intralci alla circolazione viaria. Zaccagni, Martinelli e Biancarelli incalzano la Giunta Stirati a spiegare le ragioni della mancata applicazione del regolamento in vigore ormai da anni, fino a voler capire se c’è “l’intenzione di procedere immediatamente alla sua concreta attuazione al fine di tutelare il decoro e la buona immagine della città e tutti quegli esercenti, commercianti e privati cittadini che nel rispetto delle regole investono in strutture e arredamenti consoni al contesto storico-architettonico”.

Nuove strisce blu per parcheggiare, il Comune cerca soldi

Cerca soldi il Comune. Rastrella ovunque è possibile. Fare cassa è il primo segnale del 2023, visto che da metà gennaio punta ad aumentare gli introiti dai parcheggi. Diventerà a pagamento la sosta in alcuni spazi e vie cittadine che fin qui sono regolate dal disco orario. Sarà trasformata a pagamento la parte pavimentata del parcheggio dell’ex seminario a San Martino, tenuto conto che l’altra metà dell’area è da lunghi anni sopraffatta da fango e polvere diventando una palude in caso di pioggia con le auto spesso in panne. Saranno sottoposte a parchimetro anche altre vie e zone, da via Falcucci a piazza San Pietro, via Campo di Marte nel tratto compreso tra via della Piaggiola e via del Cavarello, il parcheggio di via di Fonte Avellana retrostante l’abside della chiesa di San Pietro e largo San Francesco nei pressi dell’ex ospedale. L’ha deciso la Giunta Stirati con apposita delibera. Non è dato sapere se con questo nuovo

provvedimento sia salvaguardato il principio di equilibrio sancito per legge tra i posti auto che devono restare liberi rispetto a quelli a pagamento, mentre nella deliberazione per motivare la ricerca di nuovi introiti si fa riferimento alla “necessità di ricambio dei soggetti fruitori degli spazi a disposizione e per assicurare la rotazione della sosta in luoghi caratterizzati dalla presenza di numerosi esercizi commerciali e di uffici pubblici solitamente frequentati da numerosi utenti i quali, a fronte di un costo non elevato, sono stati posti in condizione di poter fruire di un posto di sosta situato nelle immediate vicinanze rispetto al luogo di destinazione”. L’orario della sosta a pagamento è fissato dalle ore 8 alle 20 per i feriali nelle zone del centro storico, per i giorni feriali e festivi fuori dalla Ztl. Si partirà da un minimo di 0,60 centesimi per 30 minuti, 1,20 euro per un’ora fino a 6 euro delle 12 ore. M. BOC.

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APRONO UN CASO MOLTO DISCUSSO I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA FRANCESCO ZACCAGNI , MATTIA MARTINELLI E RICCARDO BIANCARELLI Francesco Zaccagni Mattia Martinelli Riccardo Biancarelli Via Campo di Marte

GIULIA E VITTORIA SONO UN INNO ALLA VITA

Stanno bene madre e figlia, Giulia e Vittoria, salvate grazie a una straordinaria sinergia sanitaria, tra gli ospedali di Branca e Santa Maria della Misericordia a Perugia. C’è voluta una mobilitazione di sanitari con la capacità d’intervento tanto efficace e quanto rapida. Oggi le due godono ottima salute dopo aver passato dei momenti tremendi, Giulia con tutta la consapevolezza di quanto stava accadendo e la piccola Vittoria che si apprestava a venire al mondo. La storia è di quelle particolari diventate speciali. Giulia, incinta di sette mesi, raggiunge Perugia dal nosocomio di Branca con un diagnosi terribile: embolia polmonare.

SANITÀ ECCELSA. A rischio la vita di entrambe nell’aggravamento delle condizioni di salute. La giovane si sente male, il suo respiro è corto e affannoso con l’intervento del 118 e il trasferimento iniziale a Branca nel pensare in quei concitati momenti a uno

stato di ansia. Nel giro di poco tempo i medici capiscono che la situazione è purtroppo molto più grave e decidono di trasferirla al Silvestrini con il ricovero prima nel reparto di ostetricia e ginecologia e poi in terapia intensiva, di fronte al peggioramento dello stato di salute in una corsa contro il tempo.

“Ce l’hanno fatta - racconta la mamma di Giulia - dimostrando una sanità di pura eccellenza dove ci sono stati consulti tra professionisti di vari ambiti, si sono mobilitati esperti e si è valutato momento per momento l’azione migliore per riuscire a salvare entrambe con lucidità e al contempo con grande amorevolezza nei confronti di noi familiari”.

LAVORO CORALE. La piccola Vittoria è nata, sana e salva insieme alla madre. “Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a questo miracolo - riprende -, sappiamo con certezza che è stato un lavoro corale, di squadra, di eccellenza. Grazie a tutti, dagli Oss agli infermieri, dai medici ai primari. Grazie al reparto di ostetricia e ginecologia di Branca, alla cardiologia e gli anestesisti che hanno subito compreso la delicatezza della situazione e hanno provveduto ad attivare il trasferimento al Silvestrini, alla terapia intensiva del Silvestrini che ha coordinato tutti gli interventi, all’ostetricia e ginecologia, alla medicina vascolare, cardiologia e neonatologia, ai medici Giovanna Landi, Ada Vecchiarelli, Federica Piccioni, Cecilia Becattini e Maria Cristina Vedovati, all’infermiera Isabella Pagani”.

Medici di famiglia, in corso un profondo ricambio generazionale

In due anni se n’è andata via una generazione di medici di famiglia che a Gubbio ha fatto la storia. Ora tocca alle nuove leve, giovani che si stanno inserendo benissimo in un contesto reso complesso dalle normative e dalle abitudini sulle modalità di ricorso all’assistenza tra le presenze negli ambulatori e le visite a domicilio. Dal 2020 a oggi hanno lasciato nell’ordine l’attività i dottori Lucia Duma, il compianto Luigi Panata, Luciano Matarazzi, Claudio Pannacci, Massimo Panfili, Mauro Cardoni, Antonio Venarucci, Bruno Farneti, Mauro Fumanti, Stefano Manuali, la compianta Anna Cheli, Antonio Maria Baldinelli e Giancarlo Usai

In questi nomi è racchiusa una storia di 35-40 anni di assistenza medica alla comunità eugubina caratterizzati da competenza e dedizione. Il ricambio generazionale non è mai semplice, in tutte le professioni. L’approccio della nuova generazione è visto po-

sitivamente per i riflessi nell’opinione pubblica eugubina, tenuto conto che i cosiddetti “massimalisti” superano i 1.500 assistiti, secondo quanto prevedono le norme, che rappresentano un numero enorme per niente facile da gestire. Attualmente sul territorio comunale sono in attività i medici Stefano Ambrogi, Gigliola Bazzucchi, Marco Bonelli, Giuliano Brunetti, Mirko Ceccarini, Massimo Cenci, Giorgio Ciliegi, Luciano Gambini, Chiara Girlanda, Michela Lepri, Carla Marchi (cesserà il servizio a fine gennaio 2023 per decisione volontaria), Riccardo Minelli, Martino Morelli, Francesca Matilde Nicita, Elisabetta Pieri, Giuliana Procacci, Lorenzo Rossi, Michele Rossi, Martina Ruspi, Erika Sborzacchi e Paola Vagnarelli

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C. BOC.
Il “Silvestrini” Foto Massimo Radicchi

Progettazione e Formazione: ecco perchè scegliere il Terzo Circolo “San Martino”

Iscriversi alla Direzione Didattica Terzo Circolo “San Martino” significa da sempre entrare a far parte di una grande famiglia, che nonostante l’immensità dello spazio fisico che copre è unita da una forte identità culturale, formativa, di progettazione, di attenzione alla didattica inclusiva e di grande cura verso le sue alunne ed i suoi alunni, ed è per questo che è importante la Funzione Strumentale dell’Inclusione, ma anche la presenza della Materia Alternativa all’ IRC, che quest’anno realizza ben due progetti di Istituto, uno per la Scuola Primaria, uno per la Scuola dell’Infanzia, rendendo ogni alunna e ogni alunno orgoglioso della propria identità.

Iscriversi alla Direzione Didattica Terzo Circolo “San Martino” significa anche ritrovare ciò che negli anni pandemici si è un po’ accantonato, la gioia di stare insieme nel progetto “Continuità”, la partecipazione a progetti che uniscono entrambi gli ordini di Scuola, studiare l’Inglese, che da quest’anno partirà anche come progetto curriculare a pagamento nella Scuola dell’Infanzia, la progettazione integrata di prove e simulazioni per tutta la Scuola Primaria, prendere possesso degli spazi della Direzione, nonostante la moltitudine dei plessi, e per questo è importante il Referente della Biblioteca, che sta lavorando per rendere la “nostra” biblioteca finalmente un luogo per tutti, ma soprattutto rendere possibile a tutti, superando tutti i problemi, una partecipazione attiva che faccia sentire ogni alunna ed ogni alunno non solo un personaggio, ma anche un protagonista delle attività didattiche e ludiche.

Iscriversi alla Direzione Didattica Terzo Circolo San Martino significa pure vedere realizzata ed applicata quotidianamente la “Formazione” continua delle/degli Insegnanti: sono numerosi i progetti cui il Collegio, tramite le Funzioni Strumentali e i Referenti, aderisce, per una scuola 4.0 che oramai è alle porte. E la DD Terzo Circolo vuole arrivare pronta e preparata sotto, almeno, due aspetti: l’aspetto tecnologico e l’aspetto emotivo.

professionalità dalla Dott.ssa A. Girlanda, grande punto di riferimento dell’intera Direzione Didattica. con l’aiuto di tutto il Personale Amministrativo ed Ausiliario. Nell’ultimo anno, i PON “Edugreen”, “Cablaggio”, “Infanzia” e “Digital Board” hanno trovato piena progettazione e realizzazione all’interno delle forze lavorative della Direzione.

Accanto a questo passo verso il futuro, che fa tesoro degli aspetti positivi della Didattica Digitale Integrata, il Collegio attraverso il Referente alla Salute, il Referente per l’Educazione Civica e il lavoro sinergico dei docenti che si rendono disponibili alla formazione, partecipa attivamente sia al progetto locale “Pensiamo Positivo” sia ad azioni di volontariato locale, come è accaduto nel mese di novembre con la raccolta di cibo per il Banco Alimentare. L’aspetto tecnologico, tanto osannato, non ci deve isolare dal mondo, ma deve darci strumenti per vivere al meglio nel mondo, deve insegnarci che si può fare del bene a tutti attraverso un uso consapevole e giusto di internet e dei social media e dei siti internet. Per insegnare questi aspetti, bisogna tenere sempre viva l’idea del benessere psicofisico delle alunne e degli alunni, bisogna saper bilanciare in ogni attività didattica e ludica l’impegno fattuale e razionale e quello emotivo e sentimentale. Per questo la presenza di un Referente alla Salute è fondamentale, perché è la corretta informazione sull’alimentazione, sulla cura dei propri sentimenti e delle proprie emozioni che permette ad ognuno di noi di vivere appieno e consapevolmente.

Scuola Futura

La scuola del futuro, già anticipata da Futura, il programma del MiM per l’attuazione delle misure PNRR per l’Istruzione, e da Scuola Futura, una nuova piattaforma, accanto a S.O.F.I.A. per la formazione di tutto il personale scolastico, sarà la risposta alle sfide tecnologiche che il futuro prossimo ci rivolge: un arredo più vicino alle esigenze dell’apprendimento e dell’insegnamento e una Digital Board sempre più all’avanguardia presente in ogni aula della Direzione. L’aspetto informatico coinvolgerà tutti i protagonisti e gli utenti della Direzione, per questo motivo è importante la figura dell’Animatore Digitale, la Commissione per la Digitalizzazione, la partecipazione ai PON e ai FESR, attraverso un grande lavoro di amministrazione gestito da anni con grande competenza

Il filo conduttore che attraversa il Piano dell’offerta formativa di quest’anno scolastico parte dalle Priorità emerse dal Rapporto di Autovalutazione, cui ogni scuola è tenuta, passa attraverso la Progettazione di progetti che cercano di realizzare obiettivi raggiungibili e precisi e trova il suo completamento nella Formazione continua del personale Scolastico, in tutti i suoi componenti. Tutti i documenti sono pubblicati sul sito di Scuola in chiaro già dal mese di novembre, con un grande sforzo di tutto il collegio per presentare fin dall’nizio del periodo di Orientamento tutta l’Offerta formativa, composta di moltissimi progetti curriculari mattutini gratuiti, che testimoniano l’alta professionalità delle/degli Insegnanti della DD Terzo Circolo, che mettono da sempre a disposizione delle alunne e degli alunni la loro formazione in maniera gratuita. Tengo particolarmente a sottolineare la presenza di due maestri che sono anche due grandi musicisti, che prediligendo diversi aspetti della Musica e della Storia della musica diffondono con pazienza e maestria l’amore verso questa materia, che si realizza molto spesso in una cura per l’anima per le alunne e gli alunni e regalano sempre testimonianze di grande bravura nei momenti di unità.

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Incontro con un rappresentante del Banco Alimentare Il DS incontra gli alunni e le alunne della Scuola dell’Infanzia

Sentirsi come in una grande famiglia, e quel legame forte con il territorio

DIREZIONE DIDATTICA 3° CIRCOLO GUBBIO io (PG)

sito web della Direzione Didattica Direzione Didattica Statale - 3° Circolo (terzocircologubbio.edu.it) nella home pageOrientamento.

//www.terzocircologubbio.edu.it pgee039007@pec.istruzione.it Fiscale 83002430540

Nel ringraziare il Referente per i Rapporti col territorio che mi ha incoraggiato in questa azione di presentazione della nostra scuola, condivido con Voi la mia idea di scuola, una scuola fatta di persone per le persone

E avete letto di quante forze servono ogni giorno per realizzare quella didattica inclusiva e innovativa che le famiglie chiedono per i loro figli.

Dopo due anni di pandemia, è normale trovare alcune competenze di base un po’ meno forti del normale, ma non per questo bisogna fermarsi e guardare solo al passato. La Direzione Didattica ha creato un piano di miglioramento per cercare di realizzare, a piccoli passi, attraverso prove e simulazioni, realistici obiettivi, per poter poi costruire su radici ferme nuovi rami che tendono verso nuove competenze più facilmente raggiungibili. E questo è il nostro logo.

E adesso la DD TERZO CIRCOLO San Martino è tutto questo e anche di più. Venite ad iscrivervi da noi!

Il Dirigente Scolastico Professoressa Dongiovanni Luigina

incontra gli alunne della Scuola uno scambio

Iscriversi alla Direzione Didattica Terzo Circolo San Martino significa anche mantenere stretto e forte il legame col territorio circostante, tramite una presenza costante nella Ludoteca e nella Biblioteca comunale di Gubbio, attraverso la sponsorizzazione di tante attività locali nel sito della Direzione, attraverso uscite didattiche curriculari che fanno entrare il mondo nella scuola, senza vederlo soltanto dalle finestre. Già nella prima parte dell’anno numerose sono state le uscite, che hanno visto partecipi sia gli alunni della Scuola dell’Infanzia che quelli della Scuola Primaria, dagli incontri con la natura in autunno alle visite al Presepe del quartiere di San Martino, dalle letture in Biblioteca alla visione di rappresentazioni in Ludoteca.

Iscriversi alla Direzione Didattica Terzo Circolo San Martino significa tanto altro ancora, che si realizzerà col nuovo anno, perché tutti i Referenti sono sempre informati delle nuove iniziative nel loro campo di pertinenza. Nel salutarVi, invito i genitori che volessero a prenotare un’ora o una visita da noi attraverso i moduli Google che si trovano sul

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Firma delle bambine e dei bambini che hanno visitato i plessi

DISAGI SENZA FINE PER TRE SEMAFORI IN POCHI CHILOMETRI

di MASSIMO BOCCUCCI

Il dramma dei semafori tra la strada della Contessa e la Flaminia a Cantiano non conosce tregua. Ce ne sono ben tre nel raggio di una quindicina di chilometri. L’escalation di disagi e proteste è senza fine tra le critiche sempre più feroci nei confronti dell’Anas e dei Comuni, da Gubbio a Cantiano. È sempre più complicato transitare tra file, lunghe attese e gas di scarico. Si comincia all’altezza del viadotto e la galleria della Contessa, dove il semaforo è presente ormai stabilmente da marzo e la situazione peggiorerà nei prossimi mesi visto che è prevista la chiusura del tunnel vecchio decrepito, per poi proseguire con un altro impianto che strozza in pochi metri un tratto all’altezza della frazione cantianese di Tranquillo sul confine con Gubbio. Quindi si arriva a Cantiano.

SENZA MATERIALI. La contemporaneità di più semafori attivi in pochi chilometri anche durante le scorse festività natalizie è risultata un’aggravante poiché ha acuito i disagi per automobilisti e camionisti.

La situazione è finita largamente fuori controllo con tre cantieri che perlopiù risultano deserti, tra lo sdegno ancora più marcato di chi per motivi di lavoro percorre quotidianamente quel tratto di collegamento fondamentale e sempre molto transitato. La colpa non è delle imprese che vi lavorano: si ritrovano senza i materiali e Anas sembra assistere inerme lasciando che il tempo scorra inesorabilmente, così come il Comune.

L’ALTRA STRADA. Da quando l’estate scorsa c’è stato l’incontro dei sindaci a Cantiano, con le promesse per una sensibilizzazione e mobilitazione nei confronti di Anas e Province, la situazione non ha mostrato alcun miglioramento, anzi è peggiorata aumentando i disagi in assenza di una programmazione operative e di tempistiche ristrette per l’esecuzione dei lavori. Non si hanno ancora notizie neppure della strada secondaria sottostante la galleria che il sindaco Filippo Mario Stirati si era impegnato a sistemare per aprire un percorso alternativo finalizzato a diminuire i disagi infiniti.

Nessun provvedimento per l’auto dei vigili parcheggiata nel posto dei disabili

È finita a tarallucci e vino, in archivio senza provvedimenti, la vicenda dell’auto dei vigili urbani lasciata a metà ottobre nel posto riservato ai disabili nel parcheggio dell’ex seminario. “Si potrebbe procedere soltanto in presenza di una segnalazione precisa che indichi data e orario. Non basta la foto circolata e la denuncia apparsa sui social”, spiega Elisa Floridi, responsabile del servizio di Polizia Locale. Dev’esserci dunque una denuncia circostanziata per poter applicare la sanzione prevista con provvedimento disciplinare e multa. “Non abbiamo

le auto assegnate ai singoli agenti - informa Floridi - ma sappiamo come vengono gestite e ogni fine mese ci sono le verifiche sui servizi fatti e i chilometri percorsi”. Di solito, nelle pubbliche amministrazioni (e anche molte aziende private lo fanno) c’è un registro dove quotidianamente per ogni auto che esce viene annotato in un registro chi la prende in ogni momento, la data con l’ora di uscita e di rientro, il chilometraggio di partenza e di ritorno. Evidentemente alla Polizia Locale la pensano diversamente.

Torneo di burraco per l’Officina di Leonardo

Un torneo di burraco per sostenere il centro socio riabilitativo educativo per giovani autistici “Officina di Leonardo”. L’iniziativa è promossa dall’associazione Sotto il Campanone di Gubbio per domenica 22 gennaio dalle ore 15:30 alle 20 presso il Cva di Semonte. L’associazione genitori Officina di Leonardo Agol è nata nel febbraio 2022 Agol con la finalità di promuovere e potenziare il benessere psico-fisico, sociale e relazio-

nale dei giovani che gravitano attorno al centro socio riabilitativo educativo “Officina di Leonardo” (Csre) e delle loro famiglie. Il Csre, nato nel 2015, è un servizio dell’Usl Umbria 1 e dei Comuni della Zona sociale 7 gestito dalla cooperativa sociale Asad, accoglie giovani adulti con sindrome dello spettro autistico e quadri di funzionamento affini. Il sorriso di ognuno di questi ragazzi è un passaporto per il futuro.

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ANAS E COMUNE SOTTO ACCUSA PER I LAVORI TRA LA CONTESSA E LA FLAMINIA CON LUNGHE FILE, PROTESTE E POLEMICHE PERCHÉ LA STORIA VA AVANTI ORMAI DA MESI

LA PLASTICA IN 3D ESALTA LA FANTASIA DI CHRISTIAN PANFILI

di EMANUELE GIACOMETTI

La passione per la fantascienza l’ha condizionato e alla fine ha fatto la sua scelta. Christian Panfili progetta e produce, grazie a stampanti Fdm, oggetti in plastica in 3D di diverso genere. A Gubbio del resto l’arte è importante e così questo giovane ha dato vita all’interessante progetto, oltre ad aver aperto da due anni un e-commerce con cui vende i suoi prodotti che spedisce in tutta Italia. “Per me al momento - confessa - è un secondo lavoro. Questa passione è nata 11 anni fa con le prime stampanti 3D. Ho iniziato a progettare da zero, sono autodidatta, poi col tempo in base a quello che volevo creare o anche a quello che mi veniva richiesto, ho cominciato a stampare. Cosa produco? Dalla brocca dei Ceri al palazzo dei Consoli, ma anche oggetti per l’albero di Natale o il presepe, e anche braccialetti. Non solo: stampo boccali, porta token e gettoni per il mondo dei board game e su richiesta ho pure realizzato un portalamette per un barbiere. Il tutto viene effettuato con un programma cad di modellazione parametrica, mentre per dare una impostazione alle stampanti ho un programma di slicing 3D”.

QUANTI MATERIALI. Le richieste nell’ultimo periodo sono state tante e le più disparate, segno che questo progetto è sulla buona strada: “Ultimamente stampo oggetti personalizzati per sigarette elettroniche come cappucci e stand, così come la diversa oggettistica per il mondo dei giochi da tavolo. Il tipo di plastica con i quali realizzo i miei progetti varia dal Pla, che è biodegradabile e compostabile al 100 per cento, al Petg che è un copoliestere di polietilene tereftalato trasparente, una versione modificata di Pet. La lettera g sta per glicole modificato, che viene aggiunto alla composizione del materiale durante la polimerizzazione. Uso anche il Tpu, materiale dotato di grande flessibilità resistente all’abrasione e agli urti, elastico e capace di deformarsi senza perdere la forma originaria e resistente agli agenti atmosferici. Oltre a quelli elencati, ne uso molti altri. Idee per il futuro? Più passerà il tempo e più ci sarà bisogno di qualità, quindi aggiungerò al mio lavoro delle stampanti in resina Sla”.

Il liceale Alessio Scarinci si mette in gioco anche con le caramelle senza zucchero

Alessio Scarinci frequenta il quarto anno dell’indirizzo Scientifico Sportivo del Polo Liceale “Giuseppe Mazzatinti” ed è l’erede naturale della famiglia che ha legato il suo nome al marchio Foscaris delle popolari caramelle che fanno il giro del mondo specialmente adesso nella versione salutista con lo zucchero sostituito da altri dolcificanti naturali. Il ragazzo va orgoglioso della tradizione di famiglia e apprende i segreti del mestiere accanto al percorso di studi da liceale. Fare caramelle artigianali è un mestiere antico, creare caramelle del benessere è invece qualcosa di nuovo e unico. A Pascelupo hanno eliminato completamente lo zucchero e lo sciroppo di glucosio, decidendo di dolcificarle con gli elementi naturali come miele, sciroppo d’agave che contiene il 56 per cento di fruttosio o di yacon simile al succo dei fichi, delle prugne o dell’uva passa, e una consistenza densa simile alla melassa. Nasce così la nuova frontiera della caramella voluta da Foscaris, un marchio diventato tutto umbro. Queste caramelle del benessere vengono distribuite su tutto il territorio nazionale, in farmacie, erboristerie, pasticcerie e negozi specializzati, così come sul proprio canale online, Amazon e le piattaforme internazionali per

il commercio estero, dall’Europa agli Stati Uniti e il Canada. Di questa particolare realtà di qualità si è occupata anche la rubrica Paesi e paesaggi di Striscia la notizia su Canale 5. Lo studio organolettico ha permesso di ricercare aromi naturali, oli essenziali, profumi veri e armonici per dare intensità ai prodotti. Questa storia comincia nel 2016 vicino Milano dove la famiglia Scarinci sviluppa la produzione di caramelle cercando qualcosa di unico tra le proprie radici. Perciò sceglie il borgo medievale di Pascelupo nei luoghi del cuore, dove c’è un antico laboratorio artigianale, e nel 2018 fonda la Foscaris. “Per noi il vero progresso - spiega l’amministratore Gabriele Scarinci - è riscoprire le origini, valorizzarle e renderle uniche. Qui abbiamo voluto creare il primo laboratorio dolciario del benessere”. Si può parlare di creazioni pezzo per pezzo, ricercando pasticceria di grande qualità seguendo un protocollo alimentare che consente di selezionare le migliori materie prime studiando compatibilità, caratteristiche e reazioni alla temperatura, con particolare attenzione alle regolazioni per creare ricette con i giusti dosaggi e stabilire gli equilibri degli ingredienti.

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M. BOC.
Alessio nel laboratorio di Foscaris

LA ROCCA

a cura di LUIGI GIRLANDA

LA DOTTRINA NELLA STORIA

Forse solo quando si entra nella Basilica di san Pietro a Roma si può avere un’idea del significato autentico del papato. Basta porre attenzione alle maestose parole, in mosaico nero su oro e con lettere alte un metro e quaranta, che percorrono tutta la navata e il tamburo della cupola. Sono le frasi pronunciate nel Vangelo da Cristo stesso e che fondano l’istituzione del papato e definiscono la sua essenza. Le riportiamo integralmente nel latino in cui sono scritte: Tu es Petrus et super hanc petram ædificabo ecclesiam meam et tibi dabo claves regni cœlorum. Quodcumque ligaveris super terram ligatus et in cœlis et quodcumque solvens per terra et solutum et in cœlis. Ego rogavi pro te, o Peter, ut non deficiat fides tua ut aliquando conversus confirma fratres tuos (Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e a te darò le chiavi del Regno dei Cieli. Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto quello che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli. Io ho pregato per te, Pietro, che non venga meno la tua fede; e tu una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli). C’è poco da spiegare o da aggiungere. Per duemila anni è stato chiaro che, per volontà divina, la Chiesa è fondata su Pietro, primo papa, e sui suoi successori. La struttura gerarchica della Chiesa, con a capo il papa, è voluta da Cristo stesso. Essendo egli Dio, a nessuna autorità umana, fosse anche la più alta, è consentito modificare il papato. Ci può essere un solo papa, perché Cristo non ha previsto un fondamento duplice o condiviso della sua Chiesa, e il suo compito è conservare e confermare la fede, ossia l’adesione a quanto rivelato da Cristo.

Tu es Petrus! Gesù è stato chiarissimo: la sua Chiesa è edificata su un solido e unico fondamento. Non ha detto al collegio degli apostoli “voi siete le pietre”, non ha pensato a un ministero allargato - espressione coniata qualche anno fa per far sembrare normale ciò che normale non è -, non ha dato a Pietro un mandato a scadenza che lo rendesse emerito quando non avesse più avuto le forze. Il papato emerito non esiste e non potrà mai esistere. Quando si dice che papa Benedetto XVI lo avrebbe di fatto istituito si dice un assurdo logico e giuridico: logico perché, potendo esistere un solo papa, non è possibile inventarsene una nuova tipologia; giuridico perché, essendo il papato un elemento di costituzione divina della Chiesa, nemmeno il papa può modificarlo. Il dramma è che da decenni esistono sedicenti teologi che vorrebbero smantellare il papato, giudicato un retaggio anacronistico dell’universalismo medievale, per istituire una nuova forma di governo della Chiesa, più in linea con la sensibilità del mondo moderno. Si pensa a un sorta di commissione permanente, di cui potrebbero far parte diversi membri chiamati - per omaggio alla Tradizione - papi, ma che sarebbero piuttosto una sorta di collegio cardinalizio ristretto. Da questo punto di vista, il far sembrare normale la coesistenza di due “papi” (le virgolette sono d’obbligo in quanto papa può essere soltanto uno dei due) vorrebbe abituare i fedeli a pensare possibile una guida “condivisa” della Chiesa, oggi da due e domani, che ne sappiamo?, da dieci o più “papi”. La strategia dei nemici di Dio è chiara, meno chiaro è quando i cattolici si sveglieranno da questo sonno iniziato nel 2013.

Le Otto Montagne, l’amicizia come radice della vita

Al centro di una narrazione lenta, riflessiva e ricca di particolari c’è la storia di un’amicizia, nata in età infantile e coltivata, a suon di silenzi e di connessioni nascoste, fino alla fase matura della vita, in quel momento in cui ognuno di noi tenta di cercare il proprio posto nel mondo senza rendersi conto quanto questo sia un percorso difficilmente percorribile da soli.

Le otto montagne è il racconto del rapporto tra Pietro, un ragazzo di Torino che trascorre tutte le estati in un piccolo paese della Valle d’Aosta dove i suoi genitori hanno affittato una casa e Bruno, l’unico bambino di quel luogo che conta poco più di quattordici abitanti. I due bambini instaurano fin dal primo momento un rapporto di amicizia molto particolare, ma molto intenso, fatto di bagni nel lago, passeggiate guidate dal papà di Pietro e condivise con l’amico, fino all’arrivo di una proposta che potrebbe cambiare la vita di Bruno: i genitori di Pietro vorrebbero portare il ragazzo a Torino, farlo vivere con loro e permettergli di portare avanti gli studi.

Il padre di Bruno però, un muratore fuggito dal piccolo paesino di montagna, deciderà di non concedere al ragazzo di partire e lo porterà via con lui, a lavorare in cantiere.

Da quel momento, le vite dei due protagonisti si separeranno per poi ricongiungersi, grazie al filo sottile, ma solido della loro amicizia, quindici anni dopo, andando a cementare un legame profondo, indissolubile e aspro, proprio come la montagna che li aveva fatti conoscere e incontrare.

Il romanzo di Paolo Cognetti e la trasposizione cinematografica con protagonisti Luca Marinelli e Alessandro Borghi, vincitori del premio giuria al Festival del cinema di Cannes, ruota attorno ad una visione dell’amicizia totalizzante, un rapporto che, non a caso nel mondo greco, si definisce filìa e contiene al suo interno la parola amore: l’amicizia è un rapporto di amore, intenso e profondo, che porta i due protagonisti a comprendere quanto, al di là dei silenzi e delle chiusure caratteriali, ciò che si fa in due si carichi di un valore inestimabile.

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IL PAPATO COME È VOLUTO DA CRISTO …E COME LO VORREBBERO I SUOI NEMICI IL ROMANZO DI PAOLO COGNETTI , TRASPOSTO IN UN FILM, RACCONTA L’ESSENZA PURA DELL’AMICIZIA
Letterarie e Dintorni...
Pillole
a cura di ANNALISA BOCCUCCI

All’insolito posto

Tra i buoni propositi per l’anno che è appena iniziato potrebbe aggiungersi all’elenco l’abitudine di visitare ogni mese un posto in cui non si è mai stati. Non servono viaggi impegnativi o lunghe giornate di ferie per godersi qualcosa di insolito, al contrario i luoghi più inaspettati e misteriosi spesso si trovano vicino a noi. Questa volta parliamo di Ferentillo, in provincia di Terni, un piccolo borgo che nasconde un segreto visitando le zone dell’Umbria meridionale. La cripta delle mummie di Ferentillo regala un’atmosfera suggestiva e inquietante che merita di essere respirata. Nel XV secolo all’interno della cripta della chiesa di Santo Stefano sono stati ritrovati i corpi mummificati di alcuni abitanti del borgo e di alcuni forestieri. Quello che potrebbe sembrare un luogo creato dalla stravagante mente di Tim Burton,

Il Museo delle Mummie di Ferentillo Come ti Cucino Sano

si prefigura invece come un reperto collocato in un preciso arco della storia. Nel 1804 un editto napoleonico decretò che le sepolture dovessero avvenire fuori dalle mura cittadine. Dal 1871 i frati Cappuccini di Ferentillo iniziarono la riesumazione delle salme, accorgendosi di un dettaglio sorprendente: dalla terra emersero cadaveri in ottimo stato di conservazione, tanto da riuscire a distinguere i tratti somatici dei defunti. I frati decisero di sottoporre le mummie a numerosi esami, impedendo un’ulteriore sepoltura e permettendogli di arrivare a noi. Per scoprirne di più, il Museo delle Mummie si trova in via della Rocca, visitabile al costo di 3 euro. Gli orari di apertura variano a seconda del periodo: dal 1° novembre al 28 febbraio resta aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17.

LA LASAGNA AL CARBONE VEGETALE

Ci lasciamo alle spalle le festività. Passata l’Epifania si ritorna alla routine lavorativa e per i più giovani a quella scolastica. Un gusto dolceamaro, quello di questi giorni, che non ci fa apprezzare fino in fondo la “cara vecchietta”, che di fatto sancisce la fine delle vacanze. L’Epifania è una festa religiosa cristiana che ha ben poco a che vedere sembra con la figura della Befana, giunta probabilmente come personificazione di madre natura in questa prima fase dell’anno, avvizzita e invecchiata, ma pronta a tornare tra qualche mese più bella e lussureggiante che mai. Per questo è diventato comune regalare ai bimbi un po’ di carbone, usanza legata ad antichi riti pagani che bruciavano vecchi fantocci come una sorta di rito di rinnovamento. Niente paura per chi è stato cattivo, il carbone è beneaugurante e fa bene. Ispirati dal periodo, infatti, abbiamo usato il carbone vegetale per una lasagna, un piatto onnipresente nelle ricche tavole del giorno dell’Epifania, in una versione vegana, di transizione insomma. Questa lasagna al carbone vegetale con ragù di lenticchie rosse e besciamella al basilico strizza l’occhio a chi è già proiettato a rimettersi in forma e non vuole rinunciare al gusto di un ricco piatto festivo.

RICETTA

Per la pasta

• Farina di semola di grano duro rimacinata 350 gr

• Carbone vegetale 5 gr

• Acqua 200 ml

Per il ragù di lenticchie

• Lenticchie rosse 500 gr

• Polpa di pomodoro 800 gr

• Brodo vegetale 800 gr

• Cipolle dorate 100 gr

• Carote 80 gr

• Sedano una costa

• Olio EVO 30 gr

Per la besciamella

• Olio EVO 80 ml

• Farina tipo zero 90 gr

• Latte di soia (un litro)

• Basilico fresco 2 rametti

PROCEDIMENTO

In una ciotola capiente mischiate la farina al carbone vegetale ridotto in polvere e aggiungete poco alla volta l’acqua. Finché è possibile mescolate con un cucchiaio, poi continuate a lavorare con le mani fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Formate una palla e copritela con la pellicola, lasciala riposare almeno 15-20 minuti in frigorifero. Nel frattempo preparate il ragù di lenticchie, tritate finemente carota sedano e cipolla. Fate appassire il trito di verdure con un filo d’olio poi aggiungete le lenticchie precedentemente ammollate e risciacquate. Fate insaporire un po’, poi coprite con il brodo vegetale e aspettate che si asciughi in parte. Infine, aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere per 30-40 minuti. Quando il ragù sarà ristretto aggiustate di sale e pepe. Nel frattempo preparate la besciamella, scaldate l’olio in una pentola, aggiungete poi la farina e mescolate velocemente con la frusta. Aggiungete, infine, il latte di soia e mescolate. Fate rendere denso il tutto fino a ottenere la consistenza desiderata. Prendete metà della besciamella e con un frullatore ad immersione frullatela insieme al basilico. Tenete le due besciamelle da parte. Ora stendete la pasta con il mattarello fino a uno spessore di circa 2 mm e tagliatela a sfoglie rettangolari o quadrate. Fate sbollentare le sfoglie di pasta in acqua salata bollente per 1-2 minuti e successivamente ripassatele in un recipiente di acqua fredda. Asciugatele poggiandole su un panno asciutto. Prendete una teglia, posizionate le sfoglie alternate ad uno strato sottile delle due besciamelle e uno di ragù, proseguite così fino a realizzare cinque strati. Dopo aver posizionato l’ultima sfoglia aggiungete il ragù in modo da coprire interamente la pasta e cuocete in forno statico preriscaldato a 170° per 40 minuti. Sfornate e impiattate. Buon appetito!

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a cura di LORENZO DIAMANTINI a cura di CLAUDIA BOCCUCCI

FATTI I CAPODIECI , ADESSO È IL TEMPO DELLA FESTA

Tre anni di attesa per immergersi in una giornata che definire “per cuori forti” è fin troppo banale e scontato. Ma la voglia di riappropriarsi di certi riti era talmente forte che i ceraioli di tutti e tre i Ceri non se lo sono fatti ripetere due volte: le elezioni per i Capodieci di brocca 2023 hanno mandato ai posteri storie e risvolti di cui a fatica si aveva memoria, ma più dei risultati finali è stato il clima che s’è respirato nei vicoli, nelle piazze e nelle taverne cittadine a far comprendere meglio al popolo eugubino quel che due anni di privazioni gli hanno sottratto. È questa la vera nota che spicca a margine di una giornata che ha riconciliato coloro che amano la festa alla sua essenza più profonda: la voglia di stare assieme, di tornare a sentirsi parte di qualcosa di più grande, lontano dal ricordo nefasto di tante giornate mancate e che nessuno riporterà indietro, così come indietro non torneranno molti dei volti e dei personaggi che la pandemia s’è portata via.

GOZZO, COME DA PREVISIONI. Se il 15 maggio 2022 era stato l’emblema della rinascita, il giorno in cui Gubbio seppe esplodere di una gioia genuina e disincantata, con la città grata per qualcosa di cui sentiva una mancanza tremenda, anche una semplice giornata di elezione ha saputo suscitare emozioni forti, e non tanto legate all’esito delle urne. Abbastanza scontato quello che ha portato Corrado Fumanti, detto Gozzo, a ottenere una vittoria piuttosto schiacciante per ciò che riguarda il Cero di Sant’Ubaldo: che la brocca sarebbe finita a San Martino (dove mancava da 14 anni) era opinione diffusa da tempo, così come da anni il nome di Gozzo era quello che andava per la maggiore. A lui toccherà il compito di guidare la corsa dei santubaldari e compattare una base ceraiola che in certi momenti è sembrata un po’ frastagliata, decisa però ad aprirsi a un futuro di maggiore armonia e accordo.

EURO, NEL SEGNO DI CASALETTO. Le elezioni di San Giorgio e Sant’Antonio, seppur vissute sul filo di lana, hanno invece evidenziato un equilibrio e un’incertezza che ha finito per generare un pathos di cui a memoria d’uomo si hanno pochi ricordi. I sangiorgiari invero c’erano passati già 4 anni fa quando addirittura Luca Bedini e Francesco Fioriti chiusero appaiati al primo turno, preferendo andare al secondo turno anziché affidarsi al bussolo (come previsto da statuto). Stavolta però il bussolo sarebbe stato protagonista qualora tra Euro Bellucci e Alessandro Bocci la sfida fosse terminata in parità: l’ha vinta per soli 10 voti Bellucci, meglio noto come Bomber, espressione della zona di San Marco della popolosa manicchia di Padule, che ha vissuto un duello anche geografico (Bocci era più legato alla

CORRADO FUMANTI PER SANT’UBALDO, EURO BELLUCCI PER SAN GIORGIO, RICCARDO MARTIRI PER SANT’ANTONIO: L’URNA HA REGALATO EMOZIONI UNICHE APRENDO IL CONTO ALLA ROVESCIA VERSO IL 15 MAGGIO. A FEBBRAIO TORNANO I VEJONI

zona padulese) ma all’insegna della correttezza e della consapevolezza di dover aprire una fase nuova, ma improntata al dialogo e al rispetto per il bene del Cero e della manicchia. L’ultimo capodieci proveniente da San Marco, l’indimenticato Roberto Traversini (Casaletto), guidò la corsa di San Giorgio nel 2009, e il suo ricordo sarà vivo e ben impresso nella mente di tanti sangiorgiari nella marcia d’avvicinamento al prossimo 15 maggio.

ALL’ULTIMO VOTO. L’elezione di Riccardo Martiri ha rappresentato invece un unicum: mai prima d’ora un candidato aveva ottenuto una vittoria con un solo voto di distacco, almeno non in una votazione plenaria (819 le schede scrutinate). Il duello con Stefano Marinelli Andreoli, seppur annunciato, è andato oltre le previsioni: decisive sono state le ultime due schede estratte dall’urna, che hanno consentito a Martiri di superare l’amico Marinelli Andreoli e ribaltare un verdetto che pareva ormai segnato. Viene difficile pensare cosa possa passare per la mente di un ceraiolo dopo un simile epilogo: il sogno di una vita infranto sul più bello, peraltro con alle spalle un consenso notevole, è qualcosa che rimane impresso e del quale a fatica si riesce a dare una spiegazione “logica”. Dopotutto è la festa stessa che di “logico” ha ben poco: averla tenuta coperta sotto la cenere per tre anni è stata una sofferenza per un popolo intero, ben contento di essersene riappropriato al di là di chi da un’urna ha raccolto un pugno di voti in meno rispetto a quanto sperato e desiderato.

RIECCO I VEJONI. Riccardo Martiri sarà il primo dei tre Capodieci 2023 a ricevere l’investitura dai propri ceraioli, che il prossimo 17 gennaio torneranno a festeggiare la ricorrenza di Sant’Antonio Abate. Fumanti la riceverà il 5 marzo al termine della cerimonia eucaristica della canonizzazione di Sant’Ubaldo, mentre Bellucci dovrà aspettare il 23 aprile, festa di San Giorgio. Dopo tre anni di stop è invece ripartita a pieno ritmo la macchina dei vejoni ceraioli: tutti e tre si terranno presso il Park Hotel ai Cappuccini, con i santubaldari che inaugureranno la triade il 4 febbraio, seguiti l’11 dai sangiorgiari e il 18 dai santantoniari. Anche questo è un altro segnale di un ritorno a quella convivialità tanto rimpianta nel tempo della pandemia. Auspicando che resti solo un brutto e lontano ricordo.

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Corrado “Gozzo” Fumanti Euro “Bomber” Bellucci Riccardo Martiri Foto Biraschi Vejone dei Sangiorgiari 2020

MAURO FRENGUELLOTTI VA SEMPRE DI CORSA

La passione per la corsa è nata nel 2013 e da quel momento non l’ha più abbandonata. Mauro Frenguellotti, bandiera della Gubbio Runners, ha tagliato a Venezia il traguardo delle cinquanta maratone, con la cinquantunesima a Ravenna per entrare sempre di corsa nel 2023. Un bel traguardo in quasi 10 anni sempre di corsa.

Come è entrata la corsa nella vita di Mauro?

“La maratona è una metafora della vita - confessa -, attimi di esaltazione fanno da contraltare a momenti di difficoltà dove sarebbe più semplice mollare: il maratoneta non lo fa, corre e continua a correre con l’unico obiettivo di arrivare al traguardo come se null’altro importasse. Le gambe non rispondono? Non importa, la testa dice di andare avanti e allora cerchi e trovi un altro po’ di energia che ti spinge per altri chilometri. Ci sono runner che l’affrontano con occhi determinati, quelli che la vivono con allegria e in modo scanzonato e quelli che la sentono come un combattimento, sgomitando sin dalla partenza. Per me non importa se arrivi primo oppure ultimo, se impieghi tre o sei ore. Ciò che conta è arrivare con la consapevolezza che un’altra volta sei riuscito a resistere e andare oltre”.

La maratona più bella?

“Ne ho corse tante in giro per il mondo. La più bella nel 2014 a Roma, dove correre nel centro storico deserto è stato qualcosa di unico. Ogni tanto mi giravo ad ammirare le bellezze della città. Ho amato molto anche la maratona del Lago d’Iseo e quella del Lago Maggiore. È sempre bello condividere questa passione con i runner eugubini, sono loro che rendono speciali questi momenti”.

L’aneddoto più significativo?

“A Helsinki in Finlandia. Dopo 22 chilometri mi sono strappato il muscolo soleo continuando a correre zoppicando fino alla fine. Per fortuna che ogni 5 chilometri c’erano dei ristori e con una bomboletta mi davano il ghiaccio per un po’ di sollievo”.

Il prossimo step?

“Continuare finché il fisico regge e poi restare a far parte di questo splendido gruppo che è la Gubbio Runners, perchè in questo percorso puoi avere la fortuna di avere compagni di viaggio con cui condividere emozioni e sensazioni che rendono ancora più speciali i traguardi raggiunti. Persone

una fatica condivisa che ci accomuna

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che diventano amici leali, figli di e rende più bello correre”. LE MARATONE SONO LA SUA PASSIONE E A VENEZIA HA SUPERATO QUOTA CINQUANTA. HA RICORDI DI AVVENTURE FANTASTICHE COME A ROMA NEL CENTRO STORICO DESERTO AMMIRANDO LE BELLEZZE DELLA CITTÀ ETERNA E IN FINLANDIA QUANDO UN INFORTUNIO MUSCOLARE L’HA VISTO ANDARE COMUNQUE AVANTI FINO AL TRAGUARDO. “CONTINUERÒ FINCHÉ IL FISICO REGGE PER POI RESTARE A FAR PARTE DI QUESTO SPLENDIDO GRUPPO CON COMPAGNI DI VIAGGIO SPECIALI ” Le 50 medaglie di Mauro

La solidarietà e il buon cuore nel nome di Melania

Nel nome di Melania una mobilitazione solidale che è un bel segnale con la raccolta di 15.756 euro da parte di 227 donatori che hanno risposto all’appello di Erika Sannipoli e Mauro Barbacci, promotori di questa iniziativa di beneficenza come genitori di Melania, affetta da sindrome di Down associata ad altre patologie e scomparsa prematuramente nell’aprile 2022 dopo aver vissuto per cinque mesi nel reparto del nosocomio perugino. Vengono devoluti al reparto di neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. La raccolta fondi “12 ore di Melania”, partita a ottobre, ruota attorno alla storia piena di amore che i suoi genitori raccontano in un canale YouTube e ne

«Il magico mondo di Melania» che ha avuto 6.500 visualizzazioni. I coniugi Barbacci hanno sottolineato quanto sia stato significativo il contributo di 4.000 euro venuto dall’iniziativa «Spirito di squadra». Di recente Erika e Mauro hanno fondato un’associazione nel nome della figlia con il sito www.ilmagicomondodimelania.it espressamente dedicato. “È il punto di partenza - evidenziano i coniugi Barbacci - di un più ampio progetto di solidarietà attraverso il quale l’associazione aiuterà tante famiglie ad avere una vita dignitosa nei momenti più difficoltosi. Grazie a quanti continueranno a credere nella forza di Melania”.

L’omaggio dell’associazione Benedetto XVI a Papa Ratzinger

Impronta eugubina molto particolare nel saluto a Papa Benedetto XVI: la delegazione dell’associazione culturale cattolica, che porta il suo nome, ha voluto rendere omaggio alla salma di Joseph Ratzinger nella basilica di San Pietro in Vaticano. Il gruppo, guidato dal presidente Luigi Girlanda e dal vicepresidente Lamberto Padeletti, ha incontrato padre Georg Gänswein, per anni segretario di Ratzinger, intrattenendosi per scambiare qualche parola significativa sul pontificato e il percorso del Santo Padre. L’associazione

culturale cattolica eugubina, che dal 2006 si distingue per tante iniziative, ha sempre avuto un legame speciale con Benedetto XVI che nel luglio 2013 ha mandato una lettera in risposta a una missiva del presidente Girlanda. “Signor presidente - scriveva Ratzinger - è una grande gioia vedere come lei, con i suoi soci, lavora per il rinnovamento e approfondimento della cultura cattolica nel nostro tempo. Mi conforta e mi incoraggia, che il mio impegno pastorale e dottrinale, negli anni del mio pontificato, ha potuto ispirare e aiutare il vostro lavoro”.

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