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60 .Cronaca di Torino
STAMPA .LA DOMENICA 28 APRILE 2013
gg Dossier /Il Torino Jazz Festival
Ore 14
Al Circolo dei Lettori “Gli Usa e il Jazz”
Al Museo di Scienze il concerto creativo
In un incontro pubblico il grande musicologo Marcello Piras ribalta la consueta prospettiva sulle origine del jazz individuandole in culture extra statunitensi. Attraverso un ricco materiale iconografico e ascolti musicali la nascita del jazz assume i contorni di un fenomeno di sintesi globale.
Il quartetto, composto da valenti musicisti della scena torinese, si è riunito in occasione delle attività di Ars Captiva nelle scuole coinvolte nel progetto. Ora l’Ars Captiva 4tet si propone in una veste concertistica, nella stimolante cornice del Museo di Scienze
Ore 14,30
Le grandi donne del Jazz in piazza Castello Folla sotto la pioggia per la vocal night in rosa Trascina il pubblico anche la tromba di Roy Paci Mamma e figlia
Turista non per caso
Silvia Scaffidi con la figlia Agata «Insieme vedremo anche il concerto serale»
Filippo Carrai, 41 anni, operaio di Livorno «Suono la chitarra e amo il jazz»
TIZIANA PLATZER
Non c’è pioggia che fermi il jazz. Almeno a Torino, il festival tira dritto e fa il pieno di pubblico. Replica di piazza Castello gremita per la «Vocal Night» tutta al femminile con il palco «condiviso» da due grandi voci del jazz, Tania Maria e Cristina Zavalloni. E qualche ora prima spalmato su piazzale Valdo Fusi, all’inseguimento della tromba di Roi Paci, una vetta più in alto di tutti gli altri strumenti della band nel racconto di «Corleone». Chi seduto sulle discese del piazzale, chi con i bambini sulle spalle e chi stretto sotto il palco, gli spettatori - intorno ai 5000 si sono goduti l’anteprima energica dell’artista siciliano, e qualcuno aveva già fatto un salto al Circolo dei Lettori, dove lo scrittore inglese Geoff Dyer ha raccontato il suo fenomeno editoriale Anni ’90 sulla storia del jazz «Natura morta con custodia di sax». «Incontro interessante, comprerò il libro» dice
La brasiliana Maria «Ho studiato a 7 anni pianoforte per un patto con papà» Armando Quaglia, pensionato. «Sono un amante della classica, un fan di Vivaldi, ma mi è nata la curiosità per il jazz e questo festival è un buon campo per i neofiti» e segue le prove della cantante brasiliana Tania Maria. È un piccolo anticipo del concerto in esclusiva italiana: un’esplosione di vibrazioni sonore dai ritmi latini. «Ho cominciato a 7 anni a studiare il pianoforte» racconta l’artista. «Io non volevo ma feci un patto con mio padre: le lezioni in cambio di non lavare i piatti». Un buon patto, da cui sono arrivati 22 dischi. «Non ho mai studiato per usare la mia voce e al primo posto ho sempre messo la famiglia». Definisce la musica italiana «molto romantica, ma, a parte Maria Callas - continua guardando curiosa dietro i microscopici occhialini arancioni -, non ho preferenze: sono fan di qualunque artista mi faccia emozionare». Sulla scia delle energie emotive la segue la voce jazz e
Pensionato curioso
Impiegata in vacanza
Piero Quaglia «Sono un fan di Vivaldi, ma mi è scoppiata la curiosità per il jazz»
Ilaria Burresi, toscana «Ho scelto Torino per assistere a questo festival»
5 mila
musicisti sul palco di piazza Castello si sono avvicendati ieri sera per la «vocal night» al femminile
Il teatro Regio n Sono rimasti ancora
circa trecento coupon gratuiti necessari per accedere al concerto di Abdullah Ibrahim di oggi pomeriggio. L’esibizione prevista in origine in piazzale Valdo Fusi, è stata trasferita al Regio a causa delle previsioni meteo negative. Gli interessati potranno ritirare i tagliandi oggi pomeriggio dalle 16.30, direttamente alle casse del Teatro.
Sopra: Cristina Zavalloni nel concerto di ieri sera A sinistra, la folla in piazza Castello A destra, un momento dei concerti pomeridiani in piazzale Valdo Fusi
12
gli spettatori stimati al concerto pomeridiano di Roy Paci in piazzale Valdo Fusi
Regio Trecentoposti perIbrahim
Cristina Zavalloni
mezzo-soprano lirico Cristina Zavalloni, che tornerà a Torino con un repertorio classico con l’Unione Musicale il 12 maggio. «E’ una città splendida, in passato ho fatto molte produzioni al Piccolo Regio, e ai tempi di Banda Ionica con Roy Paci e Fabio Barovero» ricorda con un sorriso la cantante bolognese. «Questa sera, che ha il gusto dell’”evento rosa” - e sono lusingata si suonare con Tania Maria - , io e la Radar Band faremo tutti pezzi scritti da me». Ma non vuole sentire parlare di musiche «diverse»: «La disciplina esecutiva della lirica passa al jazz, che ha poche regole, e sua volta mette il cuore». È stato conquistato quello di Silvia Scaffidi, 41 anni, educatrice d’asilo nido, in piazza con in braccio la piccola Agata, 2 anni: «Non conoscevo queste interpreti, ma ascoltarle emoziona». Le accompagna il papà e nonno Piero: «Il concerto di Rava con l’orchestra del Regio è stato bellissimo e ho i tagliandi per Abdullah Ibrahim» aggiunge soddisfatto. Con un po’ d’invidia di Filippo Carrai, 41 anni, operaio, e Ilaria Burresi, 37, impiegata, arrivati da Livorno: «Ci ha portato qui il festival e dopo il concerto delle vocalist seguiamo il Fringe». E mostrano fieri la tenuta da pioggia.
L’assessore Braccialarghe
“Il maltempo? L’anno prossimo potremmo andare nel Sahara” EMANUELA MINUCCI
È un’intervista a ombrello (dell’ironia) aperto. E l’assessore Braccialarghe non si tira indietro. Tanto la benedizione del sindaco è arrivata già venerdì sera: «Maurizio non preoccuparti, festival bagnato festival fortunato». E lui, il patron della rassegna, si rassegna pure lui. Strizza l’impermeabile beige da ispettore Clouseau è risponde a ritmo di jazz caldo (almeno quello). Assessore, è vero che sua moglie sta per chiedere il divorzio perchè lei passa le sue giornate sul sito www.meteo.it?
«No, vi sbagliate. Io sono fisso sulle previsioni dell’aeronautica militare». Quelle la deprimono meno?
«Fate pure i furbi, sfido chiunque a rivedersi le condizioni meteo di questi giorni di fine
aprile. L’anno scorso c’era un sole così, l’anno prima pure. Non abbiamo la sfera di cristallo. Organizzare un festival di questo genere non è cosa da poco, ci vogliono mesi e alla fine una data bisogna pur sceglierla. Inoltre l’anno scorso è piovuto pure a maggio e a giugno». Quest’anno invece, curiosamente, si è realizzato il proverbio «aprile ogni giorno un barile»...
«Già, però non dovete pensare che noi si improvvisi. Oggi per esempio abbiamo trasferito Abdullah al Regio, perché si prevedeva per quell’ora un fortunale, ma così facendo abbiamo dovuto rinunciare a migliaia di spettatori. Potremmo organizzare tutto al chiuso, ma a parte che sarebbe un festival che fa a meno oltre che dell’imprevisto meteorologico anche dello spirito della piazza, si trasformerebbe l’evento in performance per pochi, o comunque non per tutti, come voglia-
L’assessore Maurizio Braccialarghe «Spostarsi al chiuso? Al Regio possono entrare molte meno persone che in piazza Vittorio»
mo. Faccio notare un piccolo particolare: venerdì sera al concerto di Rava c’erano, nonostante piovesse, 150 mila persone, al Regio ce ne possono stare al massimo 5 mila». Virtuose vie di mezzo fra le location all’aperto e al chiuso?
«Certo, la tensostruttura. Ma avete un’idea di quanto costerebbe mettere un tetto di plastica a piazza Castello? È improponibile».