T1 CV PR T2
LA STAMPA MARTEDÌ 30 APRILE 2013
.
Cronaca di Torino .59
gg Dossier /Il Torino Jazz Festival
ore 19,30
g
La scuola migliore del mondo
Un sax e un trombone per chiudere il Fringe
Concerto finale al Conservatorio per una selezione di studenti italiani e americani e del Juilliard Jazz Ensemble, protagonisti della masterclass della Julliard School of Music di New York che ha sfornato negli anni i vincitori di oltre cento grammy, sedici Pulitzer e dodici National Medal for the Arts.
Il trio di Eric Legnini ospita il trombone di Eric Legnini, uno dei più importanti nel panorama italiano, e il sax alto dell’olandese Tineke Postma, tra i musicisti più interessanti e convincenti della sua generazione. All’Esperia di corso Moncalieri 2 per la chiusura dell’edizione 2013 del Fringe.
ore 20
«Soddisfatto ma bisogna fare qualche ritocco»
Personaggio TIZIANA PALTZER
4
S
embra uscito da un film. In completo scuro gessato su una camicia color cielo, in testa una coppola blu a sottili righe bianche che non fa mai cenno di togliere e il volto ha i lineamenti levigati e gli occhi penetranti, liquidi ogni volta pensa e racconta qualcosa che lo rasserena. Quel qualcosa è la musica, sempre al centro dell’essenza di McCoy Tyner, la star assoluta del Torino Jazz Festival stasera alle 21 sul palco in piazza Castello con la band Latin All Stars. Sfida al maltempo
Già, perchè in sfida al maltempo, gli organizzatori, appoggiati senza alcun limite dal pianista del leggendario quartetto di John Coltrane, hanno ri-capovolto il programma: dopo aver annunciato lo spostamento all’Auditorium, ieri hanno deciso di non voler regalare questa serata a una platea di «sole» mille
Questa sera
Ieri sera
Mc Coy Tyner: «Ho cominciato a suonare in un negozio di parrucchiera e proprio lì è nata la mia prima band»
Un’immagine di «Miles Smile», il concerto in onore di Miles Davis in piazza Castello. Tra il pubblico, anche il sindaco
Una stella senza tempo brilla in piazza Castello
LA MUSICA
Giornata mondiale
Pioggia o non pioggia, l’evento è l’occasione - la migliore che si poteva auspicare - per celebra-
Nella Giornata Mondiale del Jazz arriva McCoy Tyner re la Giornata Mondiale del Jazz dell’Unesco. «Sono onorato di essere ospite del festival di Torino» dice con voce bassa e piena il pianista, annata ’38, arrivato al Golden Palace con il figlio lunedì sera. «Il jazz è una musica globale, oggi molto più che quarant’anni fa» prosegue, e lentamente muove le mani come se danzassero nei movimenti dal petto alle ginocchia. «Ho cominciato da ragazzino a suonare un pianoforte custodito nel negozio di parrucchiera di mia mamma. Lei lo amava e lo aveva studiato, per
questo mi ha sempre incoraggiato, felice che io diventassi un pianista. Anzi, nel nostro “beauty sho p” presto sono arrivati la batteria e gli altri strumenti, così è potuta nascere una band». Dall’America
Nel concerto di stasera ad accompagnare McCoy Tyner ci saranno musicisti e solisti provenienti da ogni parte del continente americano, su tutti Gary Bartz, sassofonista che ha suonato con Miles Davis e Charles Mingus. «Io comunque amo lavorare con i giova-
ni, hanno una visione fresca della vita, sono vivaci e suonare in gruppo è bello». Sembra in pace con tutto l’universo delle note quando parla del suo essere artista: «Mi rilasso, mi tranquillizzo e.. hop! viene fuori una nuova canzone, con un suo ritmo». E il mondo,entra nel suo linguaggio: «Io viaggio molto e vedo i cambiamenti, ecco il jazz cambia con la gente. Poi l’afro-jazz possiede la storia dell’Africa, da dove io vengo, ed è importante che tutti noi la trasmettiamo migrando per il mondo», si ferma un momento,e
anche le mani restano sospese nell’aria, poi: «Io non sono uno strumento, mi sento un suono».
«Ancora in corso d’opera, decisamente sì. Non potrei non esserlo quando in una giornata come sabato ci sono state 4 mila persone al concerto di Roy Paci, il Conservatorio esaurito e piazza Castello piena con Tania Maria e Cristina Zavalloni. O domenica sera sotto la pioggia 2 mila spettatori per Mulatu A s t at ke. E nella ricerca di mettere insieme luoghi diversi, dal Circolo dei Lettori ai locali, fino al Cinema Massimo, il festival intercetti un pubblico vasto». Ma la pioggia è stata penalizzante.
«Non credo. E stasera McCoy Tyner ha accettato di suonare in piazza: è venuto a Torino per esibirsi davanti a migliaia di persone». Cambierete le date della prossima edizione, lasciando perdere il ponte del 25 aprile?
«Dare felicità»
E in questa visione allargata della vita, offre la sua esperienza anche sulla produzione: «Quando si fa un disco non bisogna pensare al business, al denaro, ma a come sorge la musica». Allarga gli occhi e butta lì un’ultima nota: «Non sono un uomo spirituale, però ho compreso che per riuscire a vivere bisogna essere felici. E dare felicità». Lui, al pianoforte.
«E’ sicuro un argomento di dibattito, lo affronteremo appena chiudiamo» E l’idea di mettere un biglietto, anche «politico», per gli artisti maggiori?
«Sul tappeto ci sono la politica della gratuità, per radicare l’evento, e la valorizzazione delle proposte. Vedremo».
Da vedere
A CURA DI MARCO BASSO
Per esperti
Per profani
Per i curiosi
La sperimentazione non conosce barriere
I suoni caldi della tradizione e l’ironia della marching band
Le note gispy di Dorado Schmitt
Nel nome della sperimentazione tanti appuntamenti eccellenti. Mettono l’acquolina in bocca perché inducono a chiedersi dove andrà a parare il jazz. Tra tutti spicca la performance senza confini relazionali e musicali di 3quietmen e Stefano Battaglia (nella foto), pianista senza frontiere, con gli ospiti del CLGEnsemble, orchestra integrata di disabili e musicisti. Rappresenta l’esaltazione di come la musica possa abbattere ogni barriera e confine. Chiunque può arrivare a suonare anche senza particolari doti o anni di studi. Ci vuole però l’anima il bisogno di esprimere emozioni. Se nel momento in cui lo fai stai bene, allora sorridi. Il percorso/laboratorio sulle orme di Calvino e le sue Città Invisibili è ospitato dal Museo Regionale Di Scienze Naturali di via Giolitti 36 alle ore 16.
n
Stefano Zenni
Direttore, è quasi al traguardo: soddisfatto?
«Se mi rilasso nasce una canzone Io sono un suono» persone. Il regalo va alla città, che ha dimostrato di non aver timore di ascoltare il jazz sotto gli ombrelli. A confortare la scommessa le previsioni meteo in miglioramento, quelle del sito dell’aeronautica, che da venerdì scorso sono la «bibbia» climatica dell’assessore Braccialarghe e del direttore artistico Stefano Zenni.
domande a
Tra le mille vie del jazz una delle più coinvolgenti e inebrianti è rappresentata dai suoni caldi della tradizione, che quasi mai sono considerati nei festival, perlomeno non con la dovuta reverenza. Chi vuole saperne di più, può seguire al Circolo dei Lettori, via Bogino 9, alle ore 16 la presentazione del libro «Hot Jazz. Da Jelly Roll Morton a Wynton Marsalis» di cui il critico musicale Giorgio Lombardi presenta la versione aggiornata mentre Alberto Marsico (nella foto), uno che di suoni caldi se ne intende, è al piano. Ciliegina sulla torta, alle 23,30 alla Drogheria di piazza Vittorio, la Dixieland Street Band, trascinante e ironica marching band in stile New Orleans composta da autentiche eccellenze: Denitto, sax, Arlorio clarinetto, Borio, trombone, Combetto, tuba, Bellavia, rullante. Imperdibile.
n
Ghiotta occasione questa sera per conoscere e apprezzare i suoni manouche di Dorado Schmitt (nella foto). Il musicista è nato in Lorena e si cimenta con la chitarra da quando era bambino, il suo esordio avvenne quando aveva appena sette anni. Oggi è diventato un compositore affermato che improvvisa con una tecnica d’eccezionale levatura che testimonia il rinnovamento della scena musicale manouche, ovvero del cosiddetto gipsy jazz. E’ proprio questo lo stile che fa impazzire Paolo Conte: caratterizzato da una irresistibile cadenza swing, mescolata a sonorità gitane e al valzer musette francese. Dorado Schmitt Familia Sextet suonerà con la sua famigliai e altri musicisti è alle 18 sul palcoscenico di piazzale Valdo Fusi.
n