Il nostro tempo 8 settembre l'economista jean paul fitoussi

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Domenica 8 Settembre 2013

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controcampo

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il mondo racconta

settimana sociale Incontro dei delegati delle diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta Sabato 7 settembre incontro a Pianezza (Villa Lascaris, dalle 9.30 alle 12.30) dei delegati e dei partecipanti delle diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta alla 47ma Settimana sociale dei cattolici italiani (che si terrà a Torino dal 12 al 15 settembre) per condividere i contenuti del Documento preparatorio anche alla luce del percorso fatto durante l’anno a livello di singole diocesi e commissioni regionali dei diversi settori pastorali. All’incontro partecipa mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza episcopale piemontese (Cep). convegno Bioetica e legge 194: una riflessione critica Il Centro cattolico di bioetica organizza a Torino, presso il Presidio San Camillo (strada Santa Margherita 136) un convegno su «Bioetica e legge 194. Una riflessione critica». Intervengono Giorgio Palestro, Enrico Larghero, Maurizio Faggioni, Luciano Eusebi. incontro L’economista Jean-Paul Fitoussi al Circolo dei lettori L’economista francese Jean-Paul Fitoussi, noto per le sue teorie liberal contro le politiche di austerità dei governi europei, presenta a Torino il suo ultimo libro «Il teorema del lampione», lunedì 9 settembre, alle 21, presso il Circolo dei lettori (via Bogino 9). Vicino ai movimenti anti casta come Occupy Wall Street, nel suo nuovo libro Fitoussi invita la politica del Vecchio continente a sottrarsi alla logica delle banche. Intervengono Mario Spaltini, vicedirettore generale Banca regionale europea e Tonia Mastrobuoni, giornalista. Sacri monti Prosegue la rassegna di mostre, spettacoli e visite guidate Continua anche a settembre la rassegna di concerti, mostre, incontri ai Sacri monti. Fino a domenica 8, visite guidate: ritrovo davanti ai cancelli del Santuario di Oropa (vicino alla casetta di legno) alle 11 e alle 15. Ingresso, 5 euro. Prosegue, fino al 15 settembre, la mostra sulla Resistenza «Testimoni della verità nell’Italia in guerra. La resistenza cancellata». Sabato 7, conferenza di chiusura della mostra «Don Magri e la tradizione musicale del Santuario di Oropa» e introduzione al corso di canto gregoriano per l’anno 2013-2014 (sala Sant’Eusebio). Informazioni www. santuariodioropa.it. libro Madre Anna Maria Cànopi presenta «Amore. Sussurro di una brezza leggera» Madre Anna Maria Cànopi, abbadessa e fondatrice dell’Abbazia benedettina «Mater Ecclesiae sull’Isola di San Giulio del Lago d’Orta (Novara) presenta il suo ultimo libro «Amore. Sussurro di una brezza leggera…» scritto a due mani con Beatrice Balsamo, venerdì 13 settembre, alle 18, presso il Circolo dei lettori (via Bogino 9) a Torino. Oltre alle autrici interviene Giovanni Bottiroli, docente di Estetica all’Università di Bergamo. mostra Meraviglie segrete della pittura europea del 1600 e del 1700 «Meraviglie segrete della pittura europea del Seicento e Settecento» è il titolo della mostra curata da Arabella Cifani e Franco Monetti che si inaugura domenica 8 settembre, alle 11, nella Villa Favorita (via XXIV Maggio 1) a Giaveno (To). L’esposizione con dipinti inediti provenienti da una collezione privata rimarrà aperta fino al 13 ottobre. Informazioni, tel. 011.9326401. facoltàteologica Al via il nuovo master in Comunicazioni sociali Sono aperte le iscrizioni al nuovo Master in Comunicazioni sociali organizzato a Torino dalla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (ciclo di specializzazione in Teologia morale con indirizzo sociale). Il corso biennale si dividerà in tre moduli, da ottobre 2013 a giugno 2015. Per informazioni, www.teologiatorino.it. concorso «Il cibo da un punto di vista » Lvia contro lo spreco alimentare C’è tempo fino al 10 ottobre per partecipare al concorso fotografico «Il cibo da un punto di vista…» lanciato dall’associazione di volontariato Lvia. Al centro del concorso il tema: «Lo spreco alimentare». Per informazioni, tel. 011.539045. a cura di Cristina Mauro

ROMA, 3 settembre. Test universitari al via oggi per 115 mila diplomati che hanno deciso di iscriversi ai corsi di laurea a numero chiuso. Sono questi i numeri forniti dal ministero. I primi a cimentarsi con il pacchetto di quesiti saranno oggi gli aspiranti veterinari (10.812 iscritti). Domani tocca alle professioni sanitarie, il 9 a Medicina e Odontoiatria e il 10 ad Architettura. Il drappello più numeroso è rappresentato, ancora una volta, dai potenziali camici bianchi: 84.165 iscritti ai test per 10.157 posti (con un incremento del 23 per cento rispetto a un anno fa), con un rapporto di 1 a 8 tra iscrizioni effettivamente disponibili e richieste degli studenti. | Vercellese | La bella storia del Bosco della Partecipanza con i cittadini di Trino

Una foresta come un tuffo nei secoli Giorgio Bobbio Un quadrato di 580 ettari, circa 1.500 ‘’giornate’’, con un lato di poco più di 2.400 metri. Queste le dimensioni del Bosco della Partecipanza di Trino. In Piemonte il Bosco non gode di molta notorietà. Con qualche disappunto a Trino notano che mentre i media, soprattutto la carta stampata, hanno molto citato, elogiandoli, il ricetto di Candelo, i castelli della Manta e di Masino, il Forte di Bard, i giardini del Castello reale di Racconigi, il Sacro Monte di Varallo, la Sacra di San Michele, l’abbazia di Novalesa, al Bosco della Partecipanza non dedicarono mai una sola riga né una sola parola. Eppure sarebbe bene fosse ben conosciuto non foss’altro perché è una delle poche aree superstiti dell’antichissima foresta planiziale che ab immemorabili ricopriva l’intera pianura padana. Le altre sono nelle province di Mantova, Pavia, Milano, Venezia e Ferrara. Tutte queste aree hanno un solo scopo, quello naturalistico, di conservare un ambiente rimasto intatto durante i secoli. Il Bosco della Partecipanza, un unicum del quale Trino va fiera e orgogliosa, oltre ad un rilievo naturalistico ne ha anche uno comunitario se non socio-politico, come sta a indicare quel ‘’della Partecipanza’’. Fin verso il 1300 l’area della foresta planiziale del basso vercellese si estendeva da Crescentino a Costanzana per una lunghezza di oltre 20

chilometri. Il governo del Bosco e il suo uso sono sottoposti a regole antichissime, che risalgono alla sua stessa istituzione avvenuta nel 1200 quando Bonifacio I, marchese del Monferrato, assegnò l’area del Bosco alle famiglie trinesi perché ‘’partecipassero’’ alla gestione e al reddito del Bosco. Qualche decennio dopo un altro marchese del Monferrato, Guglielmo il Grande, decretò che l’area del Bosco fosse di proprietà della Partrecipanza, proprietà che doveva rimanere divisa. Le regole che presiedevano al governo del Bosco riguardano il taglio delle capitozze e del ceduo, l’abbattimento degli alberi di alto fusto, la pulizia del sottobosco, la ripartizione tra i ‘’partecipanti’’ degli utili della gestione del Bosco e altre minori. Oggi i ‘’partecipanti’’ sono poco meno di 1300 a fronte di una popolazione di Trino di 7.800 abitanti. Di fatto quasi tutte le famiglie trinesi possono considerarsi ‘’partecipanti’’. Oggi il Bosco della Partecipanza è anche Parco regionale. Interessante accennare a come avvenne la progressiva riduzione dell’area occupata dalla foresta planiziale. Prima dell’occupazione romana l’area della foresta tranne qualche piccola parte, rimase pressoché intatta. Fu con l’avvento dei romani che il disboscamento crebbe a dismisura per provvedere al fabbisogno di legna da ardere e da costruzione. Nel primo Medioevo, con la caduta dell’impero

romano, la crisi demografica e gli scompigli sociali del che ne seguirono, la foresta planiziale fu abbandonata e riprese ben presto le antiche caratteristiche e le dimensioni originarie. Il lato settentrionale del Bosco della Partecipanza confina col il territorio dell’abbazia di Lucedio ma il governo del Bosco fu lasciato alla Partecipanza. Fu verso l’XI secolo con la costruzione delle grandi abbazie benedettine e cistercensi che i loro monaci, secondo la regola dell’ora et labora, cominciarono a prendere possesso della foresta. A trarre dalla desolazione in cui era caduta rendendola di nuovo abitabile e produttiva, nel Vercellese provvidero, appunto, i monaci dall’abbazia di Lucedio, che fu fondata forse verso il 1100 dai monaci cistercensi provenienti dal monastero di La Fertè presso Chalon-sur-Saone su terreni donati dal marchese Ranieri del Monferrato. Oggi è grande azienda agricola. Dell’abbazia, ottimamente restaurata pochi anni fa, rimangono la chiesa con il campanile di otto lati, un numero che ha un proprio significato teologico (sette i giorni della Creazione mentre l’ottavo lato ricorda la Redenzione), il chiostro, il refettorio e la sala capitolare. Nel 1807 l’abbazia fu secolarizzata e i suoi possedimenti furono venduti a lotti. Uno di essi fu acquistato dalla famiglia di Cavour, dove il giovane Camillo, prima di darsi alla politica, si dilettò di agricoltura.


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