La Repubblica - Grossman

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Società Meteorologica Italiana - www.nimbus.it diretta da Luca Mercalli - Elaborazione grafica: Centimetri.it

OGGI

Previsioni

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DOMANI

L'alta pressione continua a garantire condizioni ben soleggiate e temperature miti in Valle d'Aosta e sulle zone alpine piemontesi, con zero termico intorno a i 3200 metri nelle ore più calde della giornata. Su pianure e colline più grigio per nebbie o nubi basse con parziali schiarite nelle ore centrali. Temperature stazionarie in pianura con, massime sui 12-15 gradi.

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Previsioni

Temperature (C˚)

Umidità relativa

Qualità dell’aria

Prosegue la parentesi di tempo ben soleggiato e mite sulle Alpi e in Valle d'Aosta con zero termico sempre oltre i 3000 metri nelle ore più calde della giornata. Grigio e nebbioso su pianure e colline con parziali schiarite nelle ore centrali. Temperature in lieve calo a bassa quota, con massime sui 10-12 gradi in pianura. Nessuna variazione sabato, più nuvoloso domenica.

Torino

Torino

Ieri

Ieri 9.0 17.1 Un anno fa 2.8 15.8

Alle 8 Alle14

79% 55%

Estremi del mese dal 1753 al 2012

Limite pioggia/ neve oggi

28/11/1895 Min. -8.5˚C 7/11/1979 Max. 25.1˚C

Nord Sud

Ieri fino alle 19 0.0 mm Totale del mese 3 Accettabile 58.2 mm Media del mese 4 Cattiva dal 1802 al 2012 5 Pessima 61 mm a cura di Provincia NOVEMBRE più piovoso di Torino e Arpa Piemonte 1862 - 341 mm

Min.

Max.

Precipitazioni

1 Ottima

-

2 Buona

GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE 2012

TORINO torino.repubblica.it

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Dal corteo incursioni all’Agenzia delle Entrate, al cantiere del grattacielo, al Miur e all’ex commissariato Dora Vanchiglia

Il personaggio

L’assalto in Provincia degli autonomi

David, in viaggio nel “laggiù” del figlio perduto

Otto manifestanti denunciati per i blitz, tre poliziotti feriti MEO PONTE ER prima hanno preso di mira l’Agenzia delle Entrate, poi hanno fatto irruzione nel cantiere del grattacielo di Intesa Sanpaolo, hanno colpito il Miur, assaltato la sede della Provincia e infine hanno occupato uno stabile in disuso. È stata costellata da una serie di blitz in città di giovani perlopiù legati all’area dell’autonomia, la manifestazione che riuniva docenti ma soprattutto studenti nella protesta contro l’austerity: diecimila persone, secondo quanto riferito dal questore. Il bilancio è di tre poliziotti feriti, di cui uno in modo serio, per essere stato accerchiato e malmenato dai manifestanti, e otto ragazzi denunciati dalla Digos (uno minorenne). SEGUE A PAGINA II CON I SERVIZI DI CRAVERO E PAROLA

P

Ha lesioni al volto e al braccio

L’agente aggredito “Non capisco perché tanta rabbia” IN NAZIONALE E A PAGINA V

La prima mobilitazione europea

Cgil, sfilata pacifica di quindicimila in nome del lavoro PAROLA A PAGINA III

Il tentativo di un gruppo di studenti di bruciare la bandiera europea, davanti a Palazzo Cisterna

La famiglia marocchina dopo le minacce ai loro bimbi aveva pure cambiato casa

“Scrittorincittà” e i volti nobili delle parole UNEO, che per quattro giorni si trasforma in piccola capitale culturale, grazie al festival “Scrittorincittà” che ospita tanti grandi nomi della letteratura italiana e internazionale, ospita anche un “gioiello” della fotografia, una specie di album di famiglia che ci riporta nell’Italia intellettuale del secolo passato. È “I volti delle parole”, raccolta di una cinquantina di ritratti di scrittori e scrittrici realizzati da Paola Agosti e Giovanna Borgese. NOVELLI A PAGINA XIV

Stalking razzista contro i vicini di casa C RASI razziste, minacce, cani aizzati, urla nella notte. Odiavano talmente quella famiglia marocchina che abitava accanto a loro da costringerli a trasferirsi altrove dopo angherie quotidiane non solo contro i due adulti, ma anche contro i bambini di uno e cinque anni: quando li incontravano gli facevano il segno della gola tagliata, senza risparmio di insulti. Il pm ha ora obbligato la coppia dei persecutori a cambiare casa. MARTINENGHI A PAGINA XI

F

Già cominciata la gara delle successione

FinPiemonte, Feira costretto a dimettersi per le richieste dei pm Massimo Feira

GIACOSA E GIUSTETTI A PAGINA XIII

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De Capitani avverte i 1.200 dipendenti con una nota interna

Csi non ha soldi per gli stipendi Il manager: “Spero di trovarli”

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L’evento

Il caso/1

ALLARME stipendi non rientra: il Csi Piemonte rischia di non riuscire a versare gli stipendi ai suoi milleduecento dipendenti. Il direttore Stefano De Capitani lo ha scritto ai lavoratori in una nota interna: «Devo confermare – scrive il manager – che purtroppo a oggi non siamo in grado di garantire il regolare pagamento delle retribuzioni di novembre». Il motivo è sempre lo stesso: poi Regione e Comune di Torino sono in ritardo con i pagamenti anche di anni, il gigante pubblico dell’informatica non ha soldi per gli stipendi. A PAGINA XII

I INTITOLA “Caduto fuori dal tempo” e, più che un romanzo, è un poema. Un’opera nella quale lo scrittore israeliano David Grossman elabora il lutto per la morte del figlio Uri, ucciso a vent’anni in guerra nel sud del Libano, avventurandosi «nella terra dove il destino mi ha esiliato», un “laggiù” che accoglie adesso il ragazzo. E, nel farlo, incontra tanti altri genitori colpiti dalla più feroce disgrazia possibile: sopravvivere ai propri figli. Grossman presenta il suo libro questa sera al Circolo dei Lettori: un’occasione straordinaria per i suoi lettori. CROSETTI A PAGINA XV

Centottanta milioni l’offerta che si aspetta il Comune

Inceneritore del Gerbido per gli advisor il prezzo è alto Iren rinvia IL SERVIZIO A PAGINA XII

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Il caso/2

L’appello di Unioncamere: un settore che vale oltre 6 milioni

“La cultura produce ricchezza ma serve un piano industriale” LI investimenti in cultura rendono. Dati alla mano. «Serve un piano industriale per la cultura», è l’appello di Unioncamere Piemonte, che ieri ha presentato il primo report sul valore del sistema culturale piemontese: sei milioni e 400mila euro di valore aggiunto, il 5,8 del totale regionale. Con 35 mila persone occupate, 119 mila se si considera tutto l’indotto. E un sondaggio realizzato ad ottobre dice che il Salone del Libro è l’evento più conosciuto, seguito dalla Fiera del tartufo bianco di Alba. SARA STRIPPOLI A PAGINA VII

G

La mostra di Degas


Deaver ad Asti

Augias al Massaia

Alle 18 nell’aula magna dell’università di Asti in piazzale De Andrè, Giorgio Faletti incontra lo scrittore Jeffery Deaver (foto) che presenta il suo ultimo libro «Sarò la tua ombra» (Rizzoli)

Da giornalista e conduttore a narratore in palcoscenico: Corrado Augias apre alle 21 la stagione del Teatro Cardinal Massaia, in via Sospello 32 a Torino, raccontando “La vera storia di Traviata”

Il personaggio

Lo scrittore israeliano al Circolo dei Lettori presenta il libro “Caduto fuori dal tempo”

Grossman, padre in viaggio nel “laggiù” del figlio perduto “Io, esiliato dal destino nella terra del dolore” MAURIZIO CROSETTI NO dei più grandi scrittori del mondo, David Grossman, ha appena pubblicato in Italia uno dei libri più importanti degli ultimi anni, “Caduto fuori dal tempo” (Mondadori). E i torinesi, stasera, avranno la possibilità di ascoltare proprio Grossman al Circolo dei Lettori (ore 21, Sala Grande, interviene Alessandro Zaccuri, letture di Mariano Pirrello e Irene Zagrebelsky), in un’occasione che è facile prevedere indimenticabile. Quest’opera magnifica e dolorosissima non è un romanzo, è semmai una specie di poema: racconta del viaggio di un padre verso “laggiù”, verso il paese dei morti dove giace il suo ragazzo. Com’è noto,

U

cia d’avvicinamento a questo poema si può dire sia cominciata con il precedente romanzo, “A un cerbiatto somiglia il mio amore”, dove una madre decideva di fuggire dalla notizia della morte del figlio in guerra. Fuggire, vagare, ricordare, mantenendo vivo con la memoria un ragazzo non ancora morto, ma certamente perduto. Nel poema “Caduto fuori dal tempo”, invece, è un padre a decidere di intraprendere il viaggio verso “laggiù”: e nel cammino si uniranno via via altri genitori colpiti dalla sventura più intollerabile, più innaturale dell’universo, sopravvivere ai propri figli. Come un mito classico, il canto del padre si fa coro dolente, molti-

L’ispirazione

Volevo cercare di capire, di intuire. Dopo tutto, ho pensato, qualcosa di me è già in quell’aldilà. E quindi anche quel luogo non è è completamente estraneo...

PRATOLINI Vasco Pratolini, autore di “Metello”, col volto intento e pensoso guarda dritto nell’obiettivo di Giovanna Borgese

David Grossman perse il figlio Uri nell’ultimo giorno di guerra, in Libano, nel 2006. Come avvicinare non solo il ricordo, ma il senso e la presenza di un dolore così tremendo? Con quali parole? «Sentivo il dovere di provare, di fare qualcosa, cercando di tracciare una mappa della terra d’esilio in cui mi aveva mandato il destino», ha spiegato Grossman. «La scrittura mi ha dato la sensazione di non essere una vittima passiva. Proprio nel momento in cui si ha la certezza che non esistono parole, si sente l’insopprimibile bisogno di parlare». Non è stato facile né tantomeno rapido, per David Grossman, elaborare il lutto. La mar-

FERITO David Grossman ha subìto la perdita peggiore

plicando l’immane dolore per ogni voce che lo racconta: quella del Centauro che conserva tutti gli oggetti di un’infanzia remota, presenze di un figlio che lui non sa evocare con le parole; quella del professore di aritmetica che calcola le sue operazioni sui muri della città; quella dello scriba, testimone e cronista, anch’egli reduce dall’indicibile perdita. Senza neppure una pagina consolatoria, senza nemmeno una riga dolciastra, ma con un sussurro simile a quello del bambino morto che a un certo punto si fa udire dal Centauro mentre dice: «C’è respiro/c’è respiro/nel dolore c’è respiro». Grandi autori, in questi anni, si

sono presentati al Circolo dei Lettori per raccontare le loro opere. Come nella sera memorabile di Josè Saramago, etereo e quasi svanito nel tempo che di lì a poco l’avrebbe inghiottito, oppure Ian McEwan e Jonathan Franzen. Ma con David Grossman c’è forse qualcosa in più: la possibilità di avvicinare una dimensione sfiorata dal suo ultimo libro, cioè il confine tra vivi e morti, inseguendo le parole per costruire un minuscolo ponte tra noi e “laggiù”. «Volevo cercare di capire, di intuire. Dopo tutto, ho pensato, qualcosa di me, di mio è già lì, quindi anche “laggiù” non mi è completamente estraneo». Ecco perché l’appuntamento torinese con Grossman è un’occasione unica: perché sarà proprio la voce dell’autore a spiegare come non esistano parole giuste, neppure in letteratura, ma solo parole necessarie. Il miracolo è stato quello di trovarle, queste parole del dolore, insistendo su quell’essere “orfani” non di genitori ma di figli: concetto per il quale non esiste, nella lingua italiana, un termine apposito, come ha fatto notare di recente Elena Loewenthal, mentre nell’ebraico quella parola c’è e non può essere un caso: ci sono ragioni storiche e psicologiche, non solo necessità linguistiche, per spiegare la differenza. Ed è proprio l’evoluzione di un’idea, di una realtà prima fuggita invano (“A un cerbiatto somiglia il mio amore”), poi sofferta in modo lacerante e rifiutata con un silenzio di pietra. Ma è solo nella terza parte del viaggio, quella che coincide con l’accettazione della realtà tragica e nella ricerca di un senso, che Grossman è approdato appunto alla poesia. Cominciando col riuscire a pronunciare le parole indicibili: “E lui/è morto,/quasi capisco/il significato di questi/suoni: mio figlio/è morto,/riconosco/la verità/di queste parole. È morto,/è/morto. Ma/la sua morte,/la sua morte/non è/morta». Fuori dal tempo, non dal senso. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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