Runners & Bikers Magazine Numero 2. Giugno 2016 Editoriale Giuseppe Cucinotta Alimentazione e Sport La fatica Sport e tecnologia SPH un’azienda per lo sport Personal trainer Biker Mi presento Francesco Gallo Sport e salute La pressione arteriosa iHealth Bilancia elettronica
Speciale Speciale
Paolo Patrizi Trail Biker
Editoriale
di Giuseppe Cucinotta
In questo inizio di XXI secolo si sente sempre più spesso parlare di “salute”. Non c’è trasmissione televisiva, giornale, rivista o sito web che non affronti il tema. Ma conosciamo veramente il significato di questo termine? Esistono diverse definizioni di “salute”, ma probabilmente la maggior parte delle persone la definirebbe come uno stato di assenza di malattia. Essere sano (cioè essere "in salute") vuol dire quindi non avere malattie? Sì! In parte... Infatti, se riflettiamo un po’ di più, possiamo davvero dire che una persona senza casa o lavoro, o che è seriamente preoccupata per il proprio futuro, o che affronta una situazione familiare difficile viva in salute solo perché non è malata? Certo che no! Il concetto di salute, infatti, è molto più vasto ed ingloba diversi aspetti della nostra vita. Questa definizione del 1948 incontra purtroppo ancora oggi molte difficoltà a diffondersi e a tradursi in politiche sanitarie che coprano il suo intero valore. Fino ad ora, infatti, la maggior parte degli interventi attuati si è concentrata sulla cura più che sulla prevenzione, forse spinta anche da altri interessi più o meno conosciuti. Risulta quindi di fondamentale importanza attivarsi e agire in prima persona per salvaguardare il proprio benessere. Una corretta alimentazione, un’adeguata attività fisica, la riduzione dello stress mentale e una vita socio-economica soddisfacente concorrono a definire l’ampio concetto di salute e possono, in modo diretto o indiretto, proteggerci dalle malattie. Non dimentichiamo poi che questi fattori non agiscono singolarmente, ma si intrecciano tra loro, rendendo così il quadro ancora più complicato. Pensiamo ad esempio a malattie come quelle cardiovascolari e ai tumori: esse sono definite multifattoriali, vale a dire che derivano da un insieme complesso di cause tra cui gli stili di
vita e le condizioni ambientali. E' chiaro, quindi, che la tutela della salute richiede il contributo non solo del settore sanitario, ma anche di tutte le organizzazioni, le strutture e i sistemi che con il loro operato possono influenzare il benessere dell'individuo e della collettività. Il nostro gruppo Runners & Bikers vuole, indirettamente, rendersi parte attiva in questo processo di miglioramento della salute, propagandando l’attività fisica, veicolando corrette informazioni nutrizionali e mediche e, non ultimo, favorendo l’interazione sportiva, anche a distanza, che può migliorare la nostra rete di relazioni sociali virtuali e non. La salute è un diritto umano fondamentale da difendere e sostenere. Per arrivare a uno stato di completo benessere ognuno deve anche essere in grado di identificare e realizzare i
La salute è: "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità". propri obiettivi, di soddisfare i propri bisogni e di migliorare l'ambiente circostante nel quale agisce: solo così si può intraprendere un reale processo di promozione della salute al fine di migliorarla così com’è dichiarato nella Carta di Ottawa (1986) dove si auspica che i cittadini assumano un ruolo attivo evitando di delegare passivamente la tutela della salute al solo sistema sanitario. Un ruolo che Runners & Bikers Italian Live Sport vuole avere.
Giuseppe Cucinotta
Alimentazione e sport La fatica
3 La fatica è uno degli stati più complessi che possono interessare l'organismo umano: essa può essere causata da diversi fattori, si presenta con diverse modalità e può interessare numerosi organi e funzioni determinando anche effetti molto eterogenei. Esistono diverse classificazioni che dividono la fatica in muscolare o nervosa, locale o generale, fisiologica o patologica, acuta, superacuta o cronica. Queste ultime sono le più frequenti in chi pratica attività fisica; è dunque necessario analizzarle nello specifico: · Fatica acuta: si verifica durante lo sforzo fisico, può essere a breve, medio o lungo termine ed è completamente reversibile con il riposo. · Fatica superacuta: detta anche esaurimento, è di tipo patologico e può anche essere irreversibile. · Fatica cronica: causata dal sovrallenamento. Le cause che portano alla comparsa della fatica includono molti fattori: il clima, la malattia, il dolore, il sonno insufficiente, le preoccupazioni psicologiche, gli eccessi tossici ma soprattutto l’intensità e la durata del lavoro fisico e mentale e lo stato nutrizionale. Spesso la sua insorgenza in un atleta è causata dal superamento dei carichi di lavoro (intensità, volume, durata), da inadeguati periodi di recupero e da un'errata programmazione dietetica. Risulta quindi fondamentale identificare lo stato di fatica prima che si complichi, agendo prontamente per evitare conseguenze pericolose non solo per un atleta professionista ma anche per l’amatore e il dilettante. Data la varietà di fattori scatenanti, non sempre risulta semplice individuare uno stato di affaticamento. Quali sono dunque i campanelli d'allarme che dobbiamo tenere sotto stretta osservazione? Sicuramente i primi segnali da monitorare sono i sintomi obiettivi, quali: riduzione del
rendimento e della performance, riduzione della forza e alterazione del sistema endocrino e di quello immunitari. Altrettanto importanti sono i sintomi soggettivi: sensazione di stanchezza, apatia, disturbi del sonno, diminuzione dell’appetito e perdita di peso, vertigini, disturbi mestruali e aumento del dolore muscolare. Fortunatamente esistono diversi modi per verificare se il nostro organismo è affaticato: · Frequenza cardiaca al mattino: un aumento del 10% o più rispetto al normale indica un’insufficiente rigenerazione del nostro corpo. · Temperatura al mattino: allo stesso modo, una temperatura post risveglio inferiore ai 36° C indica un recupero inadeguato. · Appetito e peso corporeo: una riduzione di questi due indicatori può nascondere la presenza di uno stato di fatica. · Sonno: quando disturbato, frazionato e poco riposante porta ad una riduzione della capacità di mantenimento di una stessa intensità di lavoro per alcuni giorni. · Recupero della frequenza cardiaca dopo un sforzo massimo: quando il livello di recupero post esercizio è ampiamente inferiore alla norma, può indicare problemi di salute. · Diminuzione del rapporto testosterone/cortisolo Fate dunque attenzione alla miriade di messaggi che il vostro corpo vi manda! Spesso si rischia di esagerare con l’attività fisica senza dare la giusta importanza alle “sessioni” di riposo fondamentali per il pieno recupero dell'organismo e per poter affrontare ogni allenamento o competizione al 100%. SUPER OP è il dispositivo ideale per aiutarvi a monitorare il vostro stato di forma giornaliero. Continuate a seguirci per sapere di cosa si tratta!
Dietista Dott. Giuseppe Cucinotta
Speciale
Paolo Patrizi Trail Biker
Come hai iniziato ad andare in bici e cos’è, per te, la MTB? Ho iniziato trial bike grazie a mio padre. Lui lo ha fatto per 30 anni con la moto da trial. Ho iniziato con la moto, non mi è mai piaciuta e così sono passato alla bicicletta. I primi movimenti li ho fatti con la bici verde delle Pininfarina che dava la ESSO con i punti carburante. Con il tempo mi sono evoluto e avevo bisogno di una bici seria. Stavo andando male in prima superiore e mio padre mi ha lanciato una sfida:” Se esci senza debiti ti prendo una bici da trial”. Scommessa accettata e vinta!!! Cosa provi quando vai in bici? Il trial bike è una disciplina bizzarra e come tale ti rende libero. Non è la solita pedalata che ti porta lontano ma è un movimento complesso applicato alla bicicletta che ti porta sugli ostacoli. Come potete capire, è difficile da spiegare. Pensate di avere in mano la vostra bici e di colpo, da fermi, con uno scatto vi portate su un muro alto un metro e mezzo… cosa provate? L’andare in MTB ti permette di scoprire post incontaminati ed incantevoli, è così? Ho la fortuna di avere a Lazzate (MB) un campo adibito per il moto trial ed il bici trial. È in un bosco in mezzo ai campi coltivati tra Lazzate e Bregnano. È un paradiso... A quali gare partecipi e Quali sono i tuoi obiettivi? Le gare ormai ho smesso di farle poichè l’unico modo per poterci campare sono gli spettacoli. Lo scorso anno per “giocare” ho partecipato alla gara più importante dell’anno.
Non so come ho fatto ma l’ho vinta. Ho conquistato il Sesto Titolo di Campione italiano Elite Agonisti. Il mio obiettivo è girare il mondo facendo spettacoli ed a far conoscere questa fantastica disciplina. Quale risultato ottenuto per te ha un valore maggiore? Nel 2011 sono riuscito ad entrare nel ranking dei 10 atleti più forti del mondo UCI. Oltre a questo, nello stesso anno, mi sono classificato Ottavo al Campionato Europeo nella categoria Elite UCI. Che significa per te partecipare a gare così impegnative? Mi comporta molta tensione e irascibilità. Ti porta molto stress mentale. Ma, come dicevo, è una disciplina particolarmente strana e può capitare di svegliarti col piede giusto e iniziare la gara al meglio!!! Come e quanto ti alleni per poter partecipare a gare così impegnative? In questa disciplina non servono 4 o 6 ore di allenamento. Sono sufficienti 2 ore, ma costanti. Non bisogna allenarti 8 ore per un giorno e gli altri 6 giorni stare fermo. Gli allenamenti comprendono vari generi: dal naturale all’artificiale, dagli stacchi di potenza alla precisioni su assi. È qui la particolarità di ogni atleta. Devi migliorare tutto, sopratutto quello che non ti piace.
Come riesci a gestire gli impegni personali con la passione per la corsa? Sono riuscito a trasformare il mio sport in lavoro. Fare gli spettacoli non è appagante come vincere una gara ma è pur sempre un lavoro, e quando chiudi il mese in positivo è sempre gratificante.
A tuo parere, in Italia si può vivere di sport? Di trial bike NO di certo. Le vittorie ed i titoli agonistici sono un’ottimo biglietto da visita per proporre lavori. Ma purtroppo con questa disciplina non si riesce a campare. Parlo di Trial Bike. Se ci vogliamo spostare su Bici da Corsa all’ora è tutt’altra questione. Secondo te, in Italia si fa abbastanza per il mondo della MTB? Per la disciplina MTB sicuramente SI. C’è stato un notevole miglioramento negli ultimi 10 anni per questa disciplina. Per il trial bike invece è l’opposto. Più cresce il numero di Trialisti e più aumenta il numero di quelli che mollano. È una disciplina distruttiva a livello mentale, i primi sostanziali miglioramenti si vedono dopo 2 o 3 anni di intenso allenamento.
Quali sono i consigli che ti sentiresti di dare a degli sportivi amatoriali che hanno la passione per la BDC? Che possono salvare il mondo anche stando in fila indiana!!! A me che piace il fuoristrada preferisco andare tra i monti piuttosto che stare in strada che è pericolosa e piena di inquinamento. Non mi spacco il culo per 160km; me ne bastano 40 e l’allenamento è più completo. Ci racconti un aneddoto? Ricordo quando partecipai ai Campionati Mondiali UCI a Mont Saint Anne (Montreal) in Canada nel 2010. Prima volta nella mia vita che prendevo un’aereo, prima volta che uscivo dall’europa!!! Ero talmente felice e spensierato
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che la gara l’ho fatta col sorriso. Arrivai nono a pochi punti dall’ottavo. È ironico sapere che i primi 8 della classifica sarebbero entrati in finale. Due settimane di puro divertimento. Al mattino non ti svegliavi con i gatti del vicino ma con degli orsi che giocavano con le cassette delle lettere! La quantità di verde di quei posti è fenomenale, strade enormi e traffico inesistente. Ci tornerei molto volentieri.
Sport e tecnologia SPH un’azienda per lo sport
SportPlusHealth ha lanciato sul mercato delle app che migliorano la condizione fisica degli atleti in modo professionale. Abbiamo chiesto ad Angelo Dariol, ideatore del progetto, di parlarcene in modo approfondito. Ecco cosa ci ha raccontato. Da dove è nata l'idea di applicare alle app per ciclisti e runner la tecnologia e l'innovazione di cui SPH tecnology è esperta? Mi piace ricordare così l'inizio dello sviluppo delle nostro progetto, che oltre alle app comprende anche sito, un cloud per la registrazione e la condivisione dei dati e tanto altro. Circa cinque anni fa mi è stato diagnosticato un male importante con cui per il momento e fortunatamente sto convivendo in modo sospettoso e guardingo. Quando i medici mi hanno spiegato il problema, considerando che normalmente lavoravo almeno dodici al giorno, ho iniziato a vedere la vita da un altro punto di vista e come Forrest Gump ho iniziato a fare un sacco di chilometri a piedi con il mio cane. Andavo soprattutto in una zona bellissima del comasco dove c'è un piccolo lago, luogo di ritrovo di molti runners, costeggiato da una strada che porta alla Madonna del Ghisallo,
santuario degli amanti del ciclismo. Durante queste mie lunghe camminate notavo che molte persone usavano sulle bici dei ciclo computer. Da lì ho iniziato a interessarmi alla cosa in modo più approfondito. Più del ciclo computer mi ha colpito l’uso dei sensori di potenza sulle bici. L'idea che mi è venuta, visto il costo considerevole dei sensori di potenza, era di sviluppare un sistema in grado di rendere più "democratico" il loro uso. Da qui lo sviluppo di una app e di un algoritmo in grado di calcolare la potenza sviluppata durante la pedalata, impiegando i sensori presenti all'interno degli smartphone, per dare la possibilità a tutti di allenarsi in potenza, senza mettere sul tavolo molti soldi. Ci parli delle app che avete realizzato. Ce le descriva una per una… Per prima abbiamo sviluppato la app per il ciclismo da strada e MTB, perché il nostro
Angelo Dariol e Paola Gianotti alla RAI di Milano in occasione dell'evento Bike the nobel from Milan to Oslo by bike organizzato da Carterpillar di RAI2
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“Sono arrivate le applicazioni SPH che tutti gli atleti aspettavano”
obiettivo è quello di far capire agli atleti, siano essi dilettanti o semplici amatori, l’importanza degli allenamenti in potenza e provare la metodologia di allenamento dei professionisti, senza acquistare costosissimi sensori. Con questa nostra idea e con la collaborazione dell’Università di Scienze Motorie di Verona, abbiamo messo a punto un algoritmo per il calcolo della potenza sviluppata in tempo reale, considerando la velocità e la pendenza affrontata dai ciclisti. Non soddisfatti di quanto fatto, come veri sportivi ci siamo posti ulteriori traguardi: calcolare in modo scientifico lo stato di forma di una atleta e valutare in modo matematico i suoi miglioramenti. L’analisi della forma degli atleti è stata sviluppata sempre grazie all’apporto scientifico dell’Università di Verona, sviluppando un algoritmo in grado di valutare il test Mader oppure il nuovo test non invasivo denominato Critical Power. La terza app in ordine di tempo, ma non meno importante, è quella per il running. Con questa applicazione abbiamo chiesto ancora una volta aiuto all’Università di Verona sottoponendo il nostro nuovo progetto, cioè la possibilità di studiare e sviluppare un sistema di allenamento simile a quello impiegato per il
ciclismo, ovvero l’allenamento in potenza, che misura o valuta la potenza sviluppata dai podisti. Una piccola parentesi riguardo gli allenamenti: perché risulta più efficace e funzionale l’allenamento in potenza rispetto all’allenamento in frequenza, cioè controllando i battiti del cuore? Semplicemente perché il battito del cuore è legato a molti fattori e quindi è difficilmente utilizzabile come misura di confronto. A causa della tipologia dello sport, è praticamente impossibile pensare di misurare la potenza sviluppata da un podista per muovere il proprio corpo mettendo i sensori nei calzini, nelle solette delle scarpe. A questo punto l’Università di Verona mettendo in campo un grande impegno, ci ha così reso disponibile una formula matematica grazie alla quale, valutando la pendenza e la velocità dell’atleta, è possibile determinare la potenza sviluppata. Una precisazione: normalmente un podista si allena usando come metro di misura il passo, cioè quanti chilometri percorre in un certo tempo. Questo allenamento non tiene
conto del fatto che ci si stia allenando in salita, in discesa oppure in pianura. Con la nostra app invece è possibile conoscere e individuare la propria zona anaerobica riferita alla potenza e basare quindi gli allenamenti, non sul passo, ma sulla potenza, considerando la velocità e la pendenza che si sta affrontando. Recentemente
abbiamo sviluppato una nuova app denominata Supervisor, che dà la possibilità agli allenatori, ai preparatori sportivi, di inviare con un semplice comando le tabelle di allenamento personalizzate ai loro atleti anche a migliaia di chilometri di distanza, e valutare sia in tempo reale che a posteriori le loro prestazioni. Un sistema che sviluppa un legame diretto tra preparatore e atleta, senza passare attraverso tabelle cartacee. Con la app Supervisor tutto risulta più semplice, automatico e funzionale. Quali sono le caratteristiche di unicità delle app SPH rispetto alle altre del mercato? Quali sono i punti di forza e in che cosa sono veramente innovative? Rispetto alle app attualmente sul mercato le nostre sono sicuramente di gran lunga più tecniche e professionali, non tanto per le nostre capacità nella scrittura del software ma per la consulenza e la supervisione dell’Università di Verona. Non sono disturbate da fastidiosissime pubblicità. Hanno un buon rapporto qualità prezzo nel caso si intendesse sfruttare completamente le loro potenzialità, rispetto alle app nostre concorrenti più blasonate. Un altro nostro punto di forza è che siamo certificati Ant+ e quindi gestiamo tutti i sensori compatibili con questo standard, compresi i sensori di potenza dei produttori principali, quali SRAM, Power Tap, Infocrank, Stage Cycling eccetera. Gestione dei rulli della Elite, della Tacx per l’esecuzione dei test Mader o Critical Power, oppure per simulare un allenamento precedentemente fatto. Siamo compatibili Bluetooth e Ant+ per quanto riguarda i cardiofrequenzimetri o i sensori di cadenza o velocità. Grazie ad un accordo tra
Garmin e la nostra società è possibile con Garmin Connect inviare sul nostro Cloud gli allenamenti registrati con dispositivi Garmin. Siamo compatibili con Golden Ceetah. A chi sono destinate e come si usano? Le nostre app sono destinate a tutte le persone, dagli amatori agli atleti professionisti, da chi non vuole acquistare ciclo computer costosi a chi vuole acquistare il miglior sensore di potenza. Da chi è seguito da un preparatore a chi vuole avvicinarsi al mondo dello sport a piccoli passi. Ai preparatori atletici e ai direttori sportivi. Sono fornite di manuale consultabile direttamente dalla app, e ci sono tutti i video esplicativi, che spiegano tutte le funzioni disponibili e il loro funzionamento. Abbiamo deciso di sviluppare le app per i sistemi operativi Android e iOS. Sono tutte gratuite per il primo mese solare d’utilizzo. Durante questo periodo si possono sfruttare tutte le potenzialità disponibili, alla scadenza del mese, le app passano al livello Basic, dove garantiscono un minimo di funzionalità. E’ comunque possibile sottoscrivere degli abbonamenti mensili, trimestrali, semestrali o annuali a un costo accessibilissimo. Con quello che si spende per un ciclo computer, tanto per rendere l’idea, ci si può permette l’abbonamento per dieci anni alla nostra app. Per averle basta andare sui Play Store di Google o Apple e cercare SPH Cycling, SPH MTB, SPH Running e SPH Supervisor, scaricare la app che interessa, installarla ed effettuare la registrazione. Pochi semplici gesti che permettono di godere di una delle più belle e professionali app dedicate allo sport, ricordando che you are stronger than you think!
Personal trainer Biker Mi presento Francesco Gallo 9
Salve! Mi chiamo Francesco Gallo, ho 38 anni, sono di Angri (prov. Di Salerno) e da 20 anni mi occupo di ciclismo. Ho iniziato un po’ tardi, prima delle semplici esperienze in MTB attirato dalle corse di paese e poi, trascinato anche da amici, ho iniziato a pedalare seriamente facendo esperienze nella categoria Under 23. Per vari motivi (trasferimento, servizio militare e altro) ho interrotto l’agonismo ma in qualche modo volevo rimanere in modo attivo nella grande famiglia del ciclismo. Per caso mi è stato proposto di frequentare corsi per diventare direttore sportivo, partendo dalle categorie giovanili. Così, con un episodio causale ora posso affermare che è diventata la mia professione! Tanta, tantissima gavetta, tante cose imparate “sul campo”, tanti segreti svelati da “vecchi saggi”, allenatori di un ciclismo nostalgico di altri tempi. E cosi ho iniziato ad allenare, o meglio, avviare al ciclismo moltissimi ragazzini (parlando di giovanissimi) per poi avere molte soddisfazioni con parecchi di loro perché hanno fatto “carriera” e crescendo hanno capito cosa è il ciclismo, cosa insegna, quali sacrifici bisogna fare per raggiungere un obiettivo. Col tempo ho iniziato ad affiancare la parte
teorica/pratica dell’allenamento con la postura in bicicletta. Anche qui, devo essere sincero, non ho frequentato nessun corso ma ho carpito tutte le nozioni con l’esperienza. Quando hai a che fare con i giovani, l’occhio si allena a scoprire e cogliere tutti quei movimenti “strani” in bici. Oramai sono diversi anni che ho affiancato la mia figura di DS con la biomeccanica e , oltre a ragazzi delle categorie giovanili, ho dato molti consigli a cicloamatori che volevano prepararsi per appuntamenti particolari (tipo nove colli per intenderci) e li ho aiutati a risolvere problemi di postura in bici che ne limitavano il gesto tecnico e apportavano dolori (e pedalare con i dolori non è una cosa simpatica!!) E poi, il vostro gruppo. Sono entusiasta dell’idea di potere dare una mano ad i tanti BDC e MTB del gruppo e sono contento della organizzazione e gruppo in cui mi sto ritrovando a lavorare: Eccomi qui!
Presto inserirò notizie molto utili per vivere al meglio la bicicletta, inteso sotto l’aspetto agonistico e solo per puro divertimento. Gli argomenti sono tantissimi e se verranno richiesti argomenti in particolare sarò lieto di approfondirli e renderli pubblici con tutti voi! A presto e… buone pedalate!!
Francesco Gallo
Sport e salute La pressione arteriosa
Come anticipato nello scorso numero, oggi approfondiamo il tema della pressione arteriosa e della sua relazione con l’attività sportiva. Per pressione arteriosa intendiamo la pressione generata dal sangue nello scorrere all’interno delle arterie. È determinata da diversi fattori quali: volume del sangue, gittata cardiaca e resistenza dei vasi sanguigni. Un aumento patologico della suddetta pressione prende il nome di ipertensione. La pressione che il sangue esercita nelle arterie varia notevolmente, in rapporto all’età, alla costituzione fisica, allo stato emotivo, e in particolar modo allo stile di vita. Normalmente si usano due numeri per esprimere il valore pressorio: uno per indicare la pressione “minima o diastolica” (che corrisponde alla pressione esistente nelle arterie nel momento in cui il cuore si rilassa dopo una contrazione “diastole”) e uno per indicare la pressione “massima o sistolica” (che esprime invece il valore della pressione esistente nelle arterie nel momento in cui il cuore si contrae “sistole”). Una persona è ipertesa quando la pressione arteriosa, misurata sul braccio, a riposo e in diverse occasioni, supera ostantemente il valore di 140 mmHg per la pressione massima e di 90 mmHg per la pressione minima (dove mmHg = mm di mercurio).
La misurazione viene presa sull’arteria brachiale all’altezza del cuore dopo aver fatto sedere il soggetto per qualche minuto in un luogo tranquillo. È utile prenderla prima, durante e dopo l’allenamento anche in persone mediamente ipertese. Dopo i 60 anni si accettano come normali valori leggermente più alti, proprio perchè c’è una naturale tendenza ad un aumento dei valori pressori con l’età. Al riguardo risulta efficace agire sulle abitudini di vita. In alcuni casi invece (circa il 5% del totale) è possibile individuare e rimuovere la causa dell’ipertensione (es. pillola anticoncezionale e altri farmaci, come i decongestionanti nasali usati in modo inappropriato). La pericolosità di questa condizione si evince da fatto che spesso non ci si accorge di essere ipertesi. Circa la metà delle persone ipertese non sanno di esserlo ed è perciò importante controllare periodicamente i valori di pressione. In certi casi un aumento della pressione può provocare qualche disturbo, come mal di testa, vertigini, ronzii all’orecchio, affanno, disturbi alla vista.
In questi casi è necessario effettuare una visita medica possibilmente presso uno specialista. I danni che possono conseguire ad una elevata pressione arteriosa sono seri e consistono in: · malattie vascolari · danni al cuore (insufficienza cardiaca, infarto) · danni ai reni (insufficienza renale) · danni al cervello (ictus) · danni agli occhi (emorragie retiniche). Queste conseguenze possono palesarsi nel lungo periodo e sono favoriti da altri fattori di rischio come: diabete, abitudine al fumo, obesità, ipercolesterolemia , sedentarietà. Per poter contrastare ciò, è fondamentale seguire un sano stile di vita. Al riguardo è interessante notare che in alcune popolazioni non industrializzate con abitudini di vita e alimentari molto diverse dalle nostre (bassissimo consumo di sale, attività fisica intensa, etc.) l’ipertensione è pressoché inesistente, e inoltre la pressione arteriosa tende ad aumentare meno con l’età. In particolare è opportuno: · Adottare una dieta iposodica, riducendo considerevolmente i cibi ricchi di sale · Sostituire i grassi di origine animale, come burro o lardo, con oli vegetali
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· Abolire il fumo · Limitare occasioni di tensione o di ansia eccessivi che possono favorire aumenti pressori improvvisi. In affiancamento a queste indicazioni, diviene fondamentale il ruolo dell’attività fisica. E’ infatti ampiamente dimostrato che la corretta pratica sportiva è inversamente proporzionale ai livelli di pressione arteriosa. Il rischio di divenire ipertesi aumenta già in giovane età se il bambino non viene avviato ad una regolare attività fisica e controllato nelle scelte dietetiche. Lo svolgimento di attività motorie quotidiane di media intensità, oltre ad avere un’efficacia preventiva possiede anche un’importantissima funzione terapeutica. L’utilità dell’attività fisica nella riduzione pressoria in soggetti ipertesi in modo lieve o moderato è da tempo oggetto di numerosi studi. La ricerca ha dimostrato che un esercizio fisico regolare è in grado di ridurre i livelli di pressione a riposo in maniera significativa, diminuendo fino a circa il 50% il rischio di danni cardiovascolari e cerebrali da pressione eccessiva. In particolare, è stato dimostrato che dopo aver eseguito un esercizio di tipo aerobico di 30-40 minuti, la pressione rimane più bassa (< 5-8 mmHg) per circa 12/13 ore. I benefici migliori con lo sport nella
richiede un maggior lavoro da parte del cuore.
lotta all’ipertensione, si ottengono considerando alcuni parametri che andrebbero rispettati e sono: · Allenamento aerobico (es. corsa, bicicletta, nuoto) svolto a media intensità (40-70% del VO2 max cioè il consumo massimo di ossigeno). È utile l’uso di un cardiofrequenzimetro; · Frequenza di 3 volte alla settimana, anche se il maggior beneficio lo si ottiene con 5 sedute settimanali nonostante, però, la differenza in termini di calo pressorio non è particolarmente significativa. È da notare però che in questo caso migliorano, invece, i risultati in termini di riduzione del peso e di efficacia del sistema cardiovascolare; · Durata di almeno 20-30 minuti, possibilmente senza interruzioni. Anche in questo caso i risultati migliori si ottengono · con un maggiore impegno (40-50 minuti). Mentre calano considerevolmente gli effetti positivi al di sotto dei 20 minuti. Fino a qualche anno fa le attività a forte componente muscolare (es. pesi e attrezzi in palestra) venivano controindicate al soggetto iperteso. Durante la contrazione muscolare si verifica una parziale occlusione dei vasi sanguigni. Il conseguente aumento delle resistenze periferiche
In aggiunta, se durante l’esecuzione si trattiene istintivamente il respiro, la pressione intratoracica aumenta ed il cuore è costretto a contrarsi contro ulteriori resistenze. Di conseguenza la pressione arteriosa sistolica aumenta bruscamente fino a raggiungere valori di 300 mmHg contro i normali 120 mmHg. Questo brusco innalzamento di pressione è potenzialmente pericoloso per cardiopatici, ipertesi e diabetici. Al momento le nuove linee guida hanno ridato importanza agli esercizi di potenza, i quali hanno dimostrato di avere una elevata utilità se abbinati a un programma cardiovascolare di tipo aerobico. L’idoneità alla pratica sportiva viene data se la pressione di base non supera in modo persistente i 140-90 mmHg. In caso contrario dovrà essere il medico specialista, dopo aver eseguito gli accertamenti del caso (es. il monitoraggio pressorio sulle 24 ore e/o il test da sforzo) ed aver riscontrato l’assenza di danni d’organo come disturbi di tipo retinico o un’ipertrofia del cuore con relativa disfunzione sistolica o diastolica, a concedere l’idoneità per la pratica fisica. Un saluto a tutti i lettori. A presto.
Marco Lombardi
iHealth Bilancia elettronica
La bilancia impedenziometrica è uno strumento utile per il lavoro di dietologi, nutrizionisti, dietisti e per l'amatore del benessere personale. Tale strumento è un dispositivo elettronico che permette di acquisire una serie di parametri legati alla persona: il peso corporeo, la massa grassa, la massa magra, la quantità di adipe a livello pelvico, il peso delle ossa, la quantità di acqua ed è in grado di derivare altri parametri quali il consumo medio calorico al fine del mantenimento del peso, l'indice di massa corporea e calcoli percentuali relativi alle masse. Il principio di funzionamento di tali bilance è la bioimpedenziometria, una tecnica per lo studio della composizione del corpo umano. La
bioimpedenziometria si basa sulle caratteristiche che hanno alcuni tessuti di lasciarsi attraversare o meno da una corrente elettrica alternata, ad esempio il tessuto adiposo non conduce la corrente ma oppone una resistenza al passaggio di essa. Dalla misurazione di tale resistenza il dispositivo è in grado di derivare i valori delle caratteristiche della persona. La Bilancia che vi presentiamo e che abbiamo provato per due mesi, è il modello wireless Body Analysis iHealth CORE HS6 commercializzata dalla GIMA S.p.A, un'azienda italiana leader nella produzione e commercializzazione di articoli medicali con più di 89 anni di esperienza. La bilancia si presenta in un package molto curato sia nei colori che nella grafica; Sin dal primo approccio, la bilancia da subito l’impressione, e lo è, di un dispositivo
ben strutturato, dal design moderno, la cui parte superiore è in vetro bianco opaco da 3mm di spessore che ben si adatta in ambienti da bagno o camere da letto sia moderni che classici. Nel package sono comprese 4 batterie mini stilo da 1,5 volt e una volta inserite, la bilancia parte automaticamente con la procedura di setup, ben descritta nella guida all’utente disponibile in ben 8 lingue. In fase di inizializzazione viene chiesto di scaricare gratuitamente l’applicazione per smartphone di iHealth, facilmente reperibile sia su googleplay che su AppStore, creare un account personale e collegare la bilancia al router wifi, procedura che è risultata molto semplice e che si porta a termine in pochi minuti. La bilancia ha la possibilità di gestire attraverso l’app fino a 10 utenti registrati. La procedura per pesarsi è semplicissima, basta poggiare i piedi nudi sui quattro elettrodi circolari e rimanere immobili per alcuni istanti durante i quali la bilancia registra i dati in memoria e se in presenza di connessione wifi e internet li trasmette sul Cloud e sullo smartphone dal quale è possibile visualizzare il diario delle pesate, i dati relativi a tutti i
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parametri registrati: Classificazione IMC, massa grassa e magra, acqua nel corpo, massa muscolare, apporto calorico giornaliero, massa ossea e VGV ovvero grasso viscerale che si trova nella cavità addominale interna. Tali dati è possibile reperirli attraverso la WebApp del sito iHealth che però è risultato un po’ più scarno rispetto all’applicazione per smartphone. Le prove che abbiamo effettuato sono state realizzate registrando 6 diversi utenti sul cloud e associati a sei persone che si sono prestate per le varie misurazioni. Tra i test effettuati abbiamo pensato di realizzare soprattutto quello delle pesate successive per evidenziare la precisione o meno dello strumento in nostro possesso che si è rivelato molto preciso rilevando sempre lo
stesso peso. Inoltre le misurazioni sono state comparate con altri strumenti meno sofisticati come bilance analogiche risultando essere molto preciso. La bilancia ha inoltre due sensori per registrare la temperatura ambiente e il tasso di umidità relativa dati ai quali è possibile accedere con un semplice tocco del piede. L’applicazione per smartphone a corredo dello strumento si è rivelata molto semplice ed intuitiva; dall’App è possibile selezionare l’utente ed accedere ad un cruscotto analitico dove è possibile visualizzare grafici sugli andamenti delle misurazioni per tutte le variabili memorizzate, inoltre gli amanti dei social potranno condividere con un gesto il cruscotto di sintesi su Facebook. La grafica dell’applicazione è molto ben curata e strutturata, inoltre ha la possibilità di collegare altri dispositivi della iHealth come il misuratore di pressione, il braccialetto per monitorare le attività
sonno veglia, il pulsossimetro per la misurazione della saturazione arteriosa di ossigeno. Dalle prove effettuate con un utilizzo giornaliero lo strumento si è rivelato un ottimo alleato sia per la persona che vuole tenere sotto controllo il proprio peso e gli altri parametri del corpo che per lo sportivo esigente . Potete acquistare la Bilancia Body Analysis iHealth CORE HS6 sul sito http://www.salutefacile.it/ grazie allo sconto riservato ai membri del Gruppo Runners & Bikers Italian Live Sports. Per ottenere lo sconto non dovete far altro che inserire il codice del Buono RunBik16 nell’apposito box al termine della registrazione per l'ordine. Vi verrà applicato per questo prodotto, come che per altri, uno sconto del 10% sul totale dell’ordine.
Tommaso Palo
REDAZIONE Fabio Barnaba Giuseppe Cucinotta Tommaso Palo Ciro Pica Maurizio Seneci Imma Rianna visual design GRUPPO RUNNERS & BIKERS ITALIAN LIVE SPORT Il gruppo Runners & Bikers Italian Live Sports è reperibile all’indirizzo email runnersbikers@gmail.com Seguici anche su