Storielle di "paura"

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LA LUNA PIENA


Tanto tempo fa vicino a casa di mia nonna abitava una famiglia di cui la donna aspettava un bambino. Essendo una notte nevosa e non essendoci ospedali, la donna fu costretta a partorire in casa. La notte in cui nacque il bambino era proprio la notte di Natale. Questo bambino crescendo diventò bello e intelligente, ma ogni volta che c'era la luna piena lui si trasformava in un mostro simile a un lupo mannaro. Si rinchiudeva sempre nella sua camera per non farsi vedere. Una notte non ritornò più normale, scappò di casa e non fece più ritorno. Si dice che si aggiri ancora vicino al lago nelle notti di luna piena. Francesco R.


Il castello stregato

La nonna oggi mi ha detto che lei non ha paura di nulla, ma poi ad un certo punto si è ricordata una storia che sua madre le raccontava di uno strano castello stregato... Tanti tanti anni fa in una notte di pieno inverno, un bambino si era perso e bussò al castello abitato da una vecchietta. La signora fece entrare il bambino che era molto affamato, prima lo fece scaldare, poi lo fece mangiare. Quando al ragazzo prese sonno, la vecchietta decise di ucciderlo: lo adagiò su un tavolo, prese la mannaia e lo decapitò. Il sangue del ragazzo gocciolava in un calice che la vecchietta bevve ancora tiepido, ma una sola goccia sulle sue labbra fece morire anche lei, perché il sangue era avvelenato, ma lo spirito della vecchia regna nel castello. Giulio


IL MOSTRO DEL LAGO Quando avevo tre anni, mia nonna mi raccontava la storia del mostro del lago prima di andare a nanna. Nel lago c’era un grande mostro che aveva mangiato tutti gli altri mostri che erano nel lago e i bambini che passavano di lì. Aveva una pancia grande e tonda, infatti doveva trascinarla. Da quelle parti non passò nessuno per molti anni, ma quel giorno arrivò un gruppo di bambini che stava giocando a palla. Un bambino fece scivolare la palla nell’angolo del lago, il mostro aveva molta fame e vide quell’oggetto rotondo e appetitoso così lo mangiò. Appena mostri e bambini videro scendere la palla nella pancia cominciarono a giocare a calcio, ma un mostro calciò la palla così forte che la pancia del mostro scoppiò. Il mostro diventò magro e capì che non era giusto mangiare gli altri mostri quindi diventarono amici e fece fare ad ogni bimbo un viaggio nel lago sulla sua grande coda. Silvia S.


“Mazz'mariell” A mio nonno dicevano per spaventarlo che non doveva andare nel bosco perché c'erano I “mazz'mariell”, che erano degli gnomi, e i grandi dicevano ai bambini che non si riusciva a prenderli perché scomparivano appena ti avvicinavi a loro. I mazz'mariell erano creature che abitavano nel bosco, erano più bassi di un bambino di 2 anni, ma avevano la barba e un aspetto spaventoso. Infatti raccontavano di un uomo che attraversava il bosco con il suo cavallo, tutt' ad un tratto il cavallo si fermò perché in mezzo alla strada perché c'era uno gnomo. Il Cavaliere all'inizio lo aveva scambiato per un bambino che si era perso, scese dal cavallo e si avvicinò. Lo gnomo era di spalle e come lo toccò, la creatura sì girò e l'uomo disse: “Sei piccolo e hai la barba?” L' mazz'mariell rispose con un vocione: " Sono piccolo e ho la barba!! L' uomo continuò : "Sei piccolo e hai i denti grandi!?" E lo gnomo disse : "Sono piccolo e ho i denti grandi" poi il cavaliere, spaventato, scappò via con il suo cavallo. Mio nonno mi ha raccontato che i mazz'mariell facevano i dispetti ai contadini dando fuoco ai pagliai.

Naomi


Un fantasma in cerca di amici

Ho chiesto a mio zio se mi raccontava una storiella paurosa e lui ha detto di sì. Così mi ha raccontato che tanto tempo fa, invece di giocare con il telefonino, si mettevano insieme agli altri parenti intorno al camino e raccontavano le storie. Una sera un padre doveva andare a trovare la zia Maria. Durante il tragitto lui sentì dei versi e vide delle ombre, così si impaurì e per arrivare dalla zia ci mise un secondo. Lui raccontò in giro questo fatto e, sentendo anche altre persone, si scoprì che i rumori e le ombre che vedevano la sera erano di un signore che era morto e che girava per il paese in cerca di amici. Rachele


Il serpente nel bosco A nonno, quando era piccolo, nelle sere di inverno gli raccontavano una storia di paura avvenuta nel bosco di Castelguidone. La storia cominciava con il viaggio che una signora aveva fatto attraverso il bosco, percorrendo una strada molto stretta, per raggiungere una parente che abitava nella parte alta del bosco. Dopo due ore di cammino, stanca, si sedette su un grosso tronco per riposare un poco; il tronco sembrava caldo e ad un certo punto cominciò a muoversi. La donna cominciò ad aver paura, ma pensava che le girasse un po’ la testa. Intanto il tronco si muoveva ancora di più. Impaurita, si alzò di scatto e vide che il tronco effettivamente si muoveva. Incominciò a strillare e a correre. Sentiva il cuore in gola ma non si fermava. Arrivò tutta sudata dalla sua parente alla quale raccontò tutto ciò che aveva vissuto. Il giorno dopo andarono insieme in quel posto, ma non c'era niente. Maria, quella sua parente, le raccontò che diverse persone parlavano di un grandissimo serpente lungo e grande come una trave che viveva nel bosco e perciò avevano paura di attraversarlo. (storia successa veramente) Vittoria


SETTE NERE Una sera d'estate mentre ero da nonno, lui iniziò a raccontarmi una storia veramente paurosa. Mi disse che quando lui era un ragazzo, nel suo paese c'era una vecchia chiesa abbandonata dove di notte andavano delle persone vestite di nero e usavano anche dei cappucci neri per non farsi riconoscere . Usavano delle candele e, sull'altare di questa chiesa, ammazzavano animali per bere il loro sangue. In questa chiesa c'era anche un pozzo dove tanti anni dopo fu trovato un ragazzo morto. Si diceva in giro che era stato ucciso perchÊ non voleva piÚ partecipare a queste sette nere. A distanza di tempo, ancora oggi si dice che ogni sera da questo pozzo si sentano dei forti urli e gli abitanti di questo paese hanno tanta paura, infatti dopo la mezzanotte nessuno esce piÚ di casa. Francesco B.


Tra streghe e‌ uomo nero! Mia mamma mi ha raccontato che la sua mamma, nonna Concetta, le diceva che quando era piccola aveva paura dell' uomo nero, che sarebbe arrivato se avesse fatto la cattiva e non avesse ascoltato i sui genitori. Si raccontava anche che le streghe si aggiravano la notte, in campagna e facevano le trecce ai cavalli. Però, quando me le ha raccontate, io ho riso perchĂŠ non mi facevano paura! Sofia


Mia nonna mi ha raccontato che quando mia mamma e i suoi fratelli erano piccoli, raccontavano loro una vecchia storia per non fargli toccare i loro soldi. "C'era un bambino che toccava sempre tutto, facendo cadere e rompere tutte le cose. Il padre del bambino, per spaventarlo, gli diceva sempre che se avesse toccato i soldi, sarebbe stato costretto a tagliargli le mani. Un bel giorno il padre dimenticò dieci mila lire sul camino; il bambino, curioso, pensò che non sarebbe successo niente e inizio a contare e a giocare con i soldi, facendoli cadere per sbaglio nel fuoco. Quando tornò il padre, il figlio cercò di nascondere in tutti i modi quello che era successo, ma ad un tratto il padre, furbo, se ne accorse e gli ordino di andargli a prendere i soldi. Il bambino confessò tutto e il padre, molto arrabbiato, disse al figlio di mettere le mani sul tavolo e “zac” gli tagliò le mani. Il bambino pianse per molti giorni fino a quando fece un sogno in cui immergeva le braccia nel mare e ricrescevano le mani. Quando si svegliò la mattina dopo, andò verso il mare per fare quello che aveva sognato: immerse le mani nell'acqua e pregò tantissimo affinché gli ricrescessero le mani e così fu." Il bambino imparò la lezione e da quel giorno non giocò più con i soldi del papà. Manuel


I briganti Ho chiesto alle mie nonne di raccontarmi qualche storia di paura che gli raccontavano i loro genitori. Una di esse mi ha detto che, quando lei faceva i capricci, i suoi genitori la rimproveravano dicendogli che nella Morgia di Pietra Fenda c'erano delle caverne dove si nascondevano alcuni briganti. Questa storiella veniva usata per far credere ai bambini che presto sarebbero arrivati i briganti a rapirli e portarli con loro. L'altra nonna invece mi ha raccontato che ai bambini " un pò troppo vivaci ", quando non ubbidivano ai genitori, gli veniva detto che presto sarebbe arrivata la strega per portarli con sÊ. Gabriella


Le streghe e i cavalli Mia nonna mi ha raccontato che quando era piccola, i suoi genitori le raccontavano che la notte le streghe andavano vicino ai cavalli e ci si mettevano tutte sopra, poi gli intrecciavano la criniera, cosĂŹ il mattino dopo, quando i padroni andavano nella stalla, trovavano i loro cavalli con la criniera intrecciata e si spaventavano molto. Arianna


L’UOMO NERO Mia nonna mi ha raccontato una delle storielle che tanto tempo fa venivano raccontate ai bambini. Quella che mi ha incuriosita più delle altre è stata la storia “ dell’Uomo Nero”. Visto che i bambini non avevano a disposizione tutte le comodità che abbiamo noi oggi, per le mamme era più difficile tenerli buoni, quindi per farsi obbedire raccontavano loro questa storia paurosa. L’ Uomo Nero abitava in una “morgia” ai piedi del fiume e viveva da solo, perché i suoi genitori l’avevano abbandonato quando era piccolo dato che era disubbidiente e non rispettava le regole, gli piaceva scappare tra gli alberi e spesso si perdeva nel bosco dietro la casa dei nonni. Allora un giorno dopo che aveva fatto una serie di dispetti fu punito dal padre che decise di lasciarlo ai piedi della “morgia” e di andarsene. Il bambino si fece grande e, con il passare degli anni, diventò più cattivo e malvagio. Non avendo cibo a disposizione andava girando per le case del paesello e, quando sentiva bambini che piangevano o gridavano, entrava nella casa e portava con sé il bambino disubbidiente e lo puniva. La punizione cambiava in base a quanto era stato cattivo il bambino prima di essere rapito dall’Uomo Nero, se era stato molto cattivo, allora rischiava addirittura di essere mangiato. I bambini sentendo questa storia smettevano di piangere e spaventati obbedivano ai genitori. Fiorella


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