Racconti di altri tempi

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La grotta del Morricone L’antica grotta naturale del Morricone, situata nei pressi del fiume Trigno, serviva come rifugio dai bombardamenti dei Tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra, invece, la grotta veniva usata dai contadini come rifugio dalle intemperie, infatti quando il fiume Trigno alzava il suo livello d’acqua, i pastori, per evitare il rischio di annegamento, trovavano rifugio nella grotta aspettando che le acque rientrassero nei livelli. Anticamente però la grotta era anche meta di briganti e stregoni che andavano a realizzare i loro incantesimi stando sicuri e lontani dal popolo. Silvia F.


Antichi racconti di stregoneria Anticamente nonni e genitori avevano l’incubo delle streghe che, se si trasformavano in animali, si impossessavano dei bambini e li addormentavano con le loro stregonerie. Successivamente, gli succhiavano il sangue in modo tale che i piccoli si ammalavano; i genitori li portavano dagli stregoni che con i loro sortilegi gli toglievano il malocchio. Non sempre però l’incantesimo funzionava, purtroppo c’erano molti casi di bambini morti. Una strategia utilizzata dagli antichi per allontanare le streghe dai bambini era quella di mettere il sale o la scopa davanti alla porta d’ingresso delle case. Silvia F.


Il lupo mannaro Quando vado a casa di mia nonna lei mi racconta delle storielle paurose e adesso ne ricordo una. Tanto tempo fa, racconta mia nonna, sua madre non la faceva andare a prendere l’acqua nella sorgente chiamata ”Fonte Scarpe”, perché si diceva che nel vicino boschetto c’era il lupo mannaro che la poteva mangiare e che in quella sorgente si poteva annegare. Da quel giorno mia nonna andava a prendere l’acqua sempre insieme ai suoi fratelli. Marco F.


I "mazzamariell"! Nonno, mi raccontò che… Una domenica lui camminava nel bosco per raccogliere i funghi. Ad un tratto vide una collinetta tutta di pietre. Su quella collinetta scorse degli esseri che sembravano bambini. Erano tutti vestiti di rosso e sembrava che giocassero a salta cavallo. Nonno ,incuriosito, corse subito sulle pietre, ma non vide più niente. Allora prese gli ultimi funghi e tornò a casa. La sera i suoi amici chiesero ai genitori di nonno se poteva uscire con loro; i genitori risposero di sì. Nonno uscì con loro e tutti videro i folletti rossi. Quando fu tardi e nonno con i suoi amici fecero ritorno a casa, chiesero al mio bisnonno Francesco cosa fossero quei folletti rossi e lui rispose che erano i "mazzamariell"! Giada


LA PAURA DEL “MAZZAMARIEL”

credeva.

Una volta nonna ha raccontato a mamma che, quando passava la gente per la strada del cimitero, diceva che a mezzanotte usciva l’ mazzamariel, ma lei non ci

Una volta è capitato un fatto strano a nonna e a suo fratello: passarono proprio in quella strada col cavallo e a un certo punto sentirono un rumore di una catena; si spaventarono tantissimo, quindi frustarono il cavallo per andare più veloci. Nonna si spaventò moltissimo e da quel giorno ha creduto anche lei al “mazzamariel”. Pietro F.


LA POVERTÀ E “LE PUNIZIONI” DI UNA VOLTA Un giorno nonna quando era piccola andò a pascolare le pecore.

Passo vicino ad un orto e raccolse due pomodori per mangiarli, perché la sua famiglia, essendo molto numerosa, aveva poca roba da mangiare. Il papà da lontano la vide commettere quel piccolo furto e, per punizione, prese la corda e la legò vicino ad un albero. La gente che passava diceva : “ Slega quella bambina, si ammalerà”. Nonna aveva molta paura perché pensava che non la slegasse più da quell’albero e lei sarebbe potuta morire. Pietro F.


Tanto tempo fa si diceva che un bambino era stato baciato da una strega, si diceva che era stato baciato mentre dormiva nella culla vicino al fuoco, mentre i genitori erano andati a mungere la mucca. Quando i genitori ritornarono a casa videro che sulla fronte del figlio c'era il segno del bacio.

Tanto tempo fa credevano che esistessero le “fattureâ€? fatte fare da persone che pagavano una fattucchiera. Questa prendeva un pupazzo di stoffa e lo punzecchiava con uno spillo, cosĂŹ credevano che la persona a cui volevano fare del male sentisse il dolore che facevano al pupazzo. Francesca M.


Storielle paurose Ogni volta che andavo a trovare la mia vecchia nonnina in campagna, mi faceva sedere vicino a lei e incominciava a raccontarmi tante storielle, che anche a lei raccontavano da piccola e ancora oggi ne ricordo alcune. Il lago di fango Le mamme dei bambini piccoli, per non farli andare a giocare vicino i fiumi, li raccomandavano in continuazione e gli raccontavano che tanto tempo fa, nella zona di Querciapiana, nel “vallone San Nicola”, c’era un lago di fango che inghiottiva gli animali e tutto ciò che vi si avvicinava. Misteriosamente tutto spariva! Si vedevano solo delle grandi bolle. Una volta, raccontava nonna, ci finì sbadatamente un ragazzo che fu salvato da un contadino che passava nei dintorni, il quale lo tirò fuori lanciandogli una fune. Quel luogo era diventato un posto spaventoso e tutti avevano paura ad avvicinarsi.

Valentina


Streghe Mio nonno mi ha detto che quando era bambino i suoi genitori gli raccontavano che la notte arrivavano brutte streghe vestite di nero con brufoli sulla faccia. Le streghe prendevano i cavalli della gente per andare nelle case e rapivano i bambini piccoli. I cavalli venivano ritrovati con le criniere intrecciate e tutti pensavano che era stata colpa delle streghe. Le persone, per impedire alle streghe di entrare nelle proprie abitazioni, mettevano delle scope davanti alla porta cosĂŹ, prima di oltrepassarla, esse erano obbligate a contare tutti i fili.

Mattia F.


L’ mazzamariell’ L’altra sera mentre nevicava, eravamo in casa, dopo aver cenato, ci siamo seduti intorno al camino e mio nonno ha iniziato a raccontare delle storielle di quando era piccolo. Mi ha raccontato che in un’abitazione vicino Piazza Fontana abitavano dei particolari folletti chiamati “Mazzamariell”, colorati di rosso, che quando faceva buio giravano per le strade del paese e spaventavano i ragazzi che erano in giro. Una sera d’inverno mio nonno, che non credeva a queste storielle, usci di casa senza dire niente ai genitori e camminando al buio arrivò in Piazza. Quella sera faceva freddo ed iniziava a nevicare, le strade erano vuote e passando vicino quell’abitazione, cominciò a pensare a quegli esseri, i “Mazzamariell” e gli cominciarono a tremare le gambe. Ad un certo punto sentì dei rumori e in lontananza delle risate, poi vide dei colori rossi, così iniziò a scappare e si rifugiò dietro al portone di casa. Da quel giorno, mio nonno, cominciò a credere a quelle storielle e la sera non uscì più da solo per le vie del paese. Dopo aver sentito questa storia anch’io con un po’ di paura sono andato a letto, senza luce e con la bora che soffia fuori la porta. Iacopo


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