Web Album n. 3 - AltaRoma

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sabato 22 dicembre 2012

MF fashion

I

Gennaio 2013 - WEB Album N째 3

ALTA ROMA


MF fashion il primo quotidiano della moda e del lusso


Direttore ed editore Paolo Panerai

26.01.13

foto e servizio stefano roncato

sul nuovo sito WWW.MFFASHION.com le gallery fotografiche dai défilé d’alta moda di roma. E poi le nuove kermesse di stoccolma e barcellona

Roma , l’impero della nuova creatività

«Quest’edizione segna l’affermazione del connubio tra contemporaneità e tradizione», ha spiegato a MFF Silvia Venturini Fendi, al terzo anno di presidenza di AltaRoma, dando il via alla kermesse. «La moda per l’Italia è importante, non solo un sogno»

U

n sigillo, che sancisce la svolta per l’alta moda romana e italiana. L’heritage della couture made in Italy sposa la cultura young dei giovani talenti. È questo l’elisir della nuova giovinezza di AltaRoma, al terzo anno di presidenza di Silvia Venturini Fendi. Si inaugura oggi, dopo il pre-opening di ieri, la 21ª edizione della kermesse romana che proseguirà fino al prossimo martedì all’insegna della rivitalizzazione dei marchi storici e dell’artigianato. Dei sarti sapienti e delle nuove leve. Sotto i riflettori la capsule collection Galitzine by Sergio Zambon, così come Lodental, il progetto guidato da Andrea Provvidenza, e Room service, protagonisti delle preview di ieri. In pedana gli show dei grandi maestri dell’alta moda romana, tra cui

Sarli couture, Gattinoni, Renato Balestra e Curiel couture. E poi i nuovi nomi dell’alta moda italiana sperimentale come Giada Curti, Nino Lettieri e Camillo Bona. Fino alle anticipazioni della prossima stagione autunno-inverno 2013/14 di nomi hot&cool come Stella Jean o del laboratorio di Who is on Next, con Marcobologna, San Andrès Milano e Suzanne Susceptible. «Quest’edizione segna l’affermazione del connubio tra contemporaneità e tradizione, come testimonia l’intuizione di Renato Balestra di inaugurare il suo nuovo atelier dando spazio a giovani creativi che gli rendono omaggio», ha spiegato a MFF Silvia Venturini Fendi. Sta avvenendo un passaggio di testimone tra le vecchie guardie e i giovani; sembra sia stato digerito il concetto che gli uni sono nutrimento

per gli altri e viceversa. «Vedere i grandi leoni insieme alla nuova linfa di creativi è un ottimo risultato di questi tre anni di lavoro. E questa penso sarà una foto storica», ha spiegato il presidente di AltaRoma durante lo scatto realizzato da Stefano Roncato per questa cover di MFF. Un portrait che sigla l’evoluzione e quel quid nuovo costruito in questi tre anni da Silvia Venturini Fendi. Un portrait che accende l’interesse per Roma. E il sistema moda della capitale lo testimonia: nei primi nove mesi del 2012, nonostante la congiuntura poco rosea che ha portato a una contrazione del 2,2% dell’export rispetto allo stesso periodo 2011, il segmento ha registrato un’esportazione di prodotti tessili, abbigliamento, cuoio e calzature per un continua a pag. III


III segue da pag. II

valore di 285,2 milioni di euro. Dato che resta nettamente superiore rispetto ai livelli registrati nel 2010 e 2009. Tre anni di crescita, quindi, come ha ribadito Silvia Venturini Fendi: «È giusto fare un consuntivo alla scadenza del consiglio e c’è stato un progresso. Intorno all’ossatura portante del calendario, hanno preso corpo progetti come Limited/ Unlimited, Room service, A.I. Artisanal intelligence, che stanno dando i loro frutti. Un esempio sono i 20 designer di I.Fair invitati a esporre le creazioni al White Milano durante l’ultima settimana di Milano moda uomo», ha aggiunto il presidente. «Il lavoro che si sta facendo a Roma è silenzioso, ma costruttivo e la città sta ritrovando una propria identità forte, ricavandosi un nuovo spazio nelle geografie della moda. È più internazionale». Attenzione global avvalorata anche dai dati dei primi nove mesi del 2012, che confermano gli Usa come mercato principale dell’esportazione del settore moda romano, con oltre 36 milioni di euro (12,9% del totale) di beni esportati, in aumento del 19,7% rispetto al 2011. Al secondo posto il Giappone con 22,7 milioni (8%) e Hong Kong scende di 12,7 punti percentuali rispetto al medesimo periodo 2011, per un valore di 21,9 milioni di euro. Francia (+15,1%) e Cina rispettivamente quarto e quinto mercato di riferimento per il ma-

MF fashion de in Rome, che al 31 dicembre 2012 conta più di 20 mila aziende del settore moda (il 6,9% sul totale nazionale), la maggior parte delle imprese collocata nella distribuzione (17 mila). Mentre sono 3.507 le aziende produttive, di cui il 65% sono imprese artigiane. Dati che comprovano il peso del settore e, quindi, la necessità di sempre maggiore attenzione delle istituzioni. «La moda in Italia è sempre stata considerata effimera e superflua, qualcosa che avesse poco a che fare con l’economia.

Oggi», ha concluso, «tessile, abbigliamento e moda in generale, si percepiscono come un valore, il nostro petrolio. Mi auguro che con il recente cambio della giunta romana aumenti sempre più l’interesse verso il settore, così come dei nostri politici e di chi ci governa. Spero che un giorno verrà istituito un importante museo per la moda italiana proprio qua a Roma, perché la moda non è solo un sogno». (riproduzione riservata) Francesca Manuzzi (Roma)

Si parte con Galitzine-Zambon Dopo la presentazione dello scorso settembre nel multimarca 10 Corso Como di Milano, tocca ora alla boutique Gente di via del Babuino rivelare al pubblico romano la bontà di un progetto nato proprio nella capitale. Pyjama palazzo by Sergio Zambon (nella foto, un look) è una collezione della quale si è parlato molto e si parlerà ancora. Perché riporta sotto i riflettori un’immagine iconica degli anni 60, il pigiama palazzo creato da Irene Galitzine, molto amato dalle signore del jet set internazionale. «Per la primavera-estate 2013 sono partito dalle fogge che hanno imposto l’invenzione-pyjama nel mondo», ha detto a MFF Zambon che con la sua capsule di 20 capi, in una sola stagione, ha già raggiunto 35 vetrine tra le più blasonate del mondo. «Con la prossima stagione la capsule si arricchirà di maglieria e capospalla», ha concluso il designer che presenterà la collezione autunno-inverno 2013/14durante la fashion week milanese di febbraio di Milano moda donna, sotto i riflettori dal 20 al 26 febbraio prossimi. (riproduzione riservata) Michela Zio (Roma)

IN COVER

Giugliano (Marcobologna), Guillermo Mariotto (Gattinoni) e Gigliola Curiel (Curiel couture)

Da sinistra, Silvia Venturini Fendi, Sergio Zambon (Galitzine), Benedetta Bruzziches, Caterina Gatta, Camillo Bona, Nino Lettieri, Andrès Caballero (San Andrès Milano), Carlotta De Luca (Charline De Luca), Stella Jean, Carlo Alberto Terranova (Sarli couture), Giada Curti, Renato Balestra, Soojung Cha (Suzanne Susceptible), Nicolò Bologna e Marco

Photo consultant: Michele De Andreis Assistenti: Leonardo Damo, Jonathan Santoro, Lorenzo Formicola Ha collaborato Francesca Manuzzi

Servizio e foto di Stefano Roncato

Si ringrazia la Sovrintendenza capitolina, in particolare la dottoressa Lucrezia Ungaro, responsabile del Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano.

sabato 26 gennaio 2013

Bilanci

Etam a +2,8% grazie allo yen Il marchio francese chiude i 12 mesi in positivo a 1,25 miliardi. Ma soffre nell’ex Celeste impero. Fabio Maria Damato

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uarto trimestre stabile per Etam, che nei tre mesi chiusi a dicembre attesta vendite a 331 milioni di euro, in salita di uno stabile +1,2% rispetto allo stesso periodo del 2011. Un risultato che porta l’azienda tessile a chiudere l’anno a quota 1,25 miliardi di euro, in progressione del 2,8% rispetto ai dodici mesi precedenti, che ha beneficiato vendite in corsa in Giappone, grazie Sopra, un adv Etam all’apprezzamento dello yen giapponese sull’euro, del valore di 40,3 milioni di euro. Un risultato negativo del 3,4%, se considerato like-for-like. Negli ultimi tre mesi dell’anno a incassare un trend positivo c’è anche l’Europa con vendite a 208,5 in salita di un buon 4,2%, mentre contro ogni aspettativa in negativo il segno delle vendite in Cina, scese del 3,6% a quota 122,5 milioni, pur avendo beneficiato dell’impatto positivo dei cambi, che annullato porterebbe a una caduta del 12,7%. (riproduzione riservata)

Sfilate Stoccoma, al via la fashion week Parte lunedì 28 gennaio, per una tre giorni di passerelle ed eventi, la nuova edizione della Mercedes-Benz fashion week Stockholm di Stoccolma dedicata alla donna del prossimo inverno. Un appuntamento per scoprire la creatività made in Sweden, sinonimo di funzionalità e praticità mai a discapito del design, insieme ad una trentina di brand tra cui Cheap Monday, J.Lindeberg e Tiger of Sweden, oltre a Whyred, Ida Sjöstedt, Diana Orving, AltewaiSaome e Marimekko. Tema del rendez-vous, inaugurato dalla stylist Bea Åkerlund, il legame indissolubile tra moda e musica. Attesa durante la giornata del 29 gennaio, inoltre, la finale della seconda edizione dell’H&M Design award, tra i cui vincitori, per la prima volta, potrebbe comparire anche un designer italiano. (riproduzione riservata) Elisa Rossi (Stoccolma)

Saloni

Pitti filati, l’Europa dona speranza al settore La rassegna toscana, dedicata ai filati e ai tessuti della primavera-estate 2014, si è conclusa ieri con una sostanziale tenuta dei visitatori a quota 3.700 presenze. In calo i buyer provenienti dall’Italia. La grande scommessa arriva dai paesi del Vecchio continente e dagli Stati Uniti. Milena Bello e Matteo Minà (Firenze)

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itti immagine filati ha scommes- gennaio 2012 a causa della flessioni de- Uniti (+34%), Spagna (+24%), Turchia MFF Federico Gualtieri, vicepresidente so sull’estero e proprio l’estero gli italiani. L’altra faccia della medaglia (+25%) e Hong Kong (+75%). Così le at- di Filpucci. Sulla stessa linea Alessandro consente di archiviare un’edizio- è invece la tenuta degli stranieri, a quota tese per il 2013 si tingono di speranza. «Il Bastagli, presidente e ceo di Lineapiù che ne che, iniziata sottotono e con 1.500 buyer, con ottime performance pro- nuovo anno parte bene nonostante le sof- ha parlato di un: «Pitti tutto sommato pol’eco del calo generalizzato del compar- venienti da Gran Bretagna (+15%), Stati ferenze dell’Italia», ha commentato con sitivo. Nonostante qualche defezione dal to nel 2012, si è conclusa invece all’insegna di un moderato ottimismo e con un Cariaggi cresce nel 2012 (+13,2%) Maglifico guarda al mercato web andamento che conferma la tendenza già sperimentata Cariaggi cresce puntando su innovazione e alta qualità. La Maglifico, il libro-album presentato durante Pitti immagine filati per le manifestazioni dedirealtà tessile marchigiana ha infatti chiuso l’esercizio 2012 a che racconta 50 anni di maglieria in Italia, lancerà il prossimo febcate all’uomo e al bambino. quota 100,5 milioni di euro, in crescita del 13,2%, in controbraio, un web magazine dedicato a questo segmento di prodotto. Ovvero il ritorno dei butendenza rispetto alla media delle filature italiane. Nei piani Con un obiettivo: saper parlare al trade, ma anche al consumatoyer provenienti dall’Europa futuri dell’azienda c’è la volontà di spingere l’acceleratore re finale per raccontare il panorama knitwear. e dagli Stati Uniti, tradiziosullo sviluppo dell’estero: nel 2012 il fatturato dai mercanali bacini di riferimento del ti oltreconfine si è infatti attestato al 34%, trainato da Usa Todd & Duncan punta alla Cina settore della filatura italiana. (+28%), Cina (+17%) e Giappone (+87%) grazie anche all’ Una sensazione diffusa che apertura di una nuova struttura a Shanghai. «Continuiamo ha trovato conferma nei dati a fare investimenti in ogni area aziendale, dal personaTodd & Duncan guarda a Oriente, puntando a una crescita in di chiusura del salone seconle alla produzione», ha spiegato a MFF Cristina Cariaggi, Cina del 20% rispetto all’anno scorso. Nel 2013, dopo un 2012 do i quali la manifestazione consigliere di amministrazione dell’azienda, «tanto che per chiuso tabile, la realtà scozzese stima di aumentare il suo giro di ha richiamato 3.700 buyer, quest’anno abbiamo stanziato un totale di 2,5 milioni di euro affari complessivo del 5-6%, anche grazie a una serie di innovain leggero calo rispetto ai dedicati all’innovazione» zioni sul fronte prodotto. (riproduzione riservata) circa 4 mila dell’edizione di


IN EDICOLA CON MF MF fashion

martedì 18 dicembre 2012

Magazine For Fashion

MFF w w w. m f f a s h i o n . i t

Nella foto, da sinistra, Margherita Missoni, Delfina Delettrez Fendi, Bianca Brandolini d'Adda, Andrea Incontri, Anna Dello Russo e Fausto Puglisi in uno scatto di Stefano Roncato

INTERNATIONAL

EDITION

UN GRANDE PORTFOLIO PER SVELARE IL FUTURO DELLA CREATIVITÀ. NEW ICONIC. FIGLIA DEI CONTEST. OSANNATA DAL WEB. RITRATTA NEI SUGGESTIVI SPAZI DI VILLA NECCHI CAMPIGLIO. NEL CUORE DI MILANO, DOVE TUTTO È INIZIATO

IL PRIMO E UNICO MAGAZINE

CHE RACCONTA LA MODA IN DIRETTA È UN PROGETTO

UNA DIVISIONE DI

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AltaRoma AltaModa

MF fashion

martedì 29 gennaio 2013

Kermesse

Roma gioca tra couture e red carpet Si spengono oggi i riflettori sull’alta moda che ha animato la capitale. Tra gli eventi, la mostra Limited/Unlimited dedicata al tappeto rosso. «È ciò che definisco un mini-museo. Racchiude tutto quello che vorremmo vedere un giorno in un museo a Roma», ha detto Silvia Venturini Fendi, presidente di AltaRoma. Francesca Manuzzi (Roma)

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i spengono oggi i riflettori su AltaRoma. Dopo un weekend di show ed eventi, che hanno coinvolto young brand e vecchie guardie, con preview delle prossime collezioni femminili per l’autunno-inverno 2013/14 e couture estiva. Poi, un popping di progetti che mettono in luce la creatività. Dai mini atelier dei designer emergenti al Marriott Grand hotel Flora con Room service, l’artigianato di A.i. Artisanal intelligence e il book signing di Decades by Cameron Silver. «L’alta moda è un mestiere per pochi, destinato a pochi. Abbiamo istituito delle occasioni per parlare della forte componente creativa insita in questa città», ha spiegato Silvia Venturini Fendi, presidente di AltaRoma e anima della maison Fendi (vedere altro articolo a pagina II). Tutto volto a valorizzare e riportare sotto gli occhi di tutti il know how italiano, l’heritage e il futuro della creatività. Stesso fine

anche di Bespoke tour, la visita negli storici atelier capitolini e Limited/Unlimited. Con un lungo tappeto rosso che corre di

fronte al Tempio di Adriano e conduce all’interno, aprendo le porte su un allestimento di abiti, messi sotto i riflettori, con luci effetto flash dei fotografi. Perché il focus point di questa sesta edizione è il Red carpet del XXI secolo. «È ciò che definisco mini-museo, perché racchiude quello che vorremmo vedere un giorno in un museo a Roma. Nato tre anni fa alla Pelanda, con 12 designer che avevano presentato le loro collezioni di neo couture, Limited/ Unlimited in quest’occasione mette in mostra al Tempio di Adriano pezzi di brand di respiro interL’allestimento della mostra Limited/Unlimited nazionale e giovani in

Contest

un’atmosfera da red carpet», ha raccontato la Fendi. Un allestimento che mostra abiti e gioielli adatti per il tappeto rosso o realmente creati per le star. Come un abito di Elie Saab indossato da Milla Jovovich, un vintage di Armani privé della primavera-estate 2009, un Roberto Capucci del 1987, un Tony Ward portato da Pink, Vionnet ovviamente per Goga Ashkenazi e i celebri pyjama palazzo di Galitzine indossati da Jackie Kennedy e Audrey Hepburn, rieditati da Sergio Zambon. E poi gli altri brand, da Emilio Pucci a Ermanno Scervino, passando per Gucci, Roberto Cavalli, Valentino, Versace, Fausto Puglisi, Francesco Scognamiglio, Gattinoni, Marco De Vincenzo, Raffaella Curiel, Renato Balestra, Sarli couture o Sylvio Giardina. Per finire con i gioielli di Vhernier, Buccellati, Delfina Delettrez, Lucia Odescalchi, Fabio Salini e VBH. (riproduzione riservata)

Eventi

Who’s on next? svela quattro LA MODA SI LEGA talenti del nuovo made in Italy ALLA CULTURA Dalle creazioni ipervisive di Marcobologna a Stella Jean, che lancia il menswear, passando per il Messico di San Andrès Milano e il rigore colorato di Suzanne Susceptible. Francesca Manuzzi (Roma)

Da Room service fino a A.I. gallery, percorsi di creatività nel segno dell’unione tra due universi simili

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uattro mondi differenti che in comune hanno un contest, capace di raccontare il mondo della creatività e la sperimentazione giovane. Quattro talenti che hanno calcato le pedane grandi a Who’s on next?, concorso creato da AltaRoma insieme a Vogue Italia e che nelle ultime stagioni ha portato in scena un nuovo volto del made in Italy. Come accade in casa Marcobologna. Dove Mapplethorpe incontra

vinile black. Per una collezione ipervisiva e veloce. Di quelle che non fanno rimanenza. È invece un ragazzo ad aprire lo show della vincitrice di Who is on next? 2011. Stella Jean porta in pedana uomo e donna. Sempre scartabellando tra le culture, unendo Vecchia Europa alle stoffe wax. Il fil rouge dell’Occidente, fatto di camicie checked e pull a righe, è spalla a spalla con coat dagli jacquard andini. Un completo dall’imprimé etno si mescola al cardigan over e la bombetta super british. Come per lei, caban dai tagli asimmetrici dal flair mongolo con dettagli in eco pelliccia, vanno insieme a gonne coutury a corolla o ai piedi, dalla traccia amerindiana. Ma anche gioielli, pre-industriali e d’alta oreficeria dei coloni. In un mix, ancora una volta, decisamente interessante. Bésame mucho in sottofondo e i cromatismi di Luis Barragàn. Sono invece questi gli stilemi scelti da Andrès Caballero, finalista di Who is on next?, per raccontare la sua San Andrès Milano con cui conia un inno al Messico, sua terra natale. Tra volumetrie moderniste multi tinta, come la Casa azul di Frida Kahlo. Donne con croci al collo, indossano ampi coat, giacche e piccoli boleri con spot furry, Da sinistra, look Marcobologna, Stella Jean, San Andrès Milano e Suzanne Susceptible, in passerella ad AltaRoma sopra a camicie dal collo ripiegato, portati con gonne al ginocchio Schiapparelli. In una crasi di surrealismo e fetish. e pants fluttuanti o abiti a trapezio dagli stilemi graBling bling Usa e new bcbg. I designer, vincitori fici. Per una collezione è ben montata e smart. Torna di Who is on next? 2012, coniano lo sportswear a calcare le passerelle di Santo Spirito in Sassia, gioiello. «Romanticismo in mix al bondage. Con dove aveva debuttato grazie al progetto Who is on reti 3D dal mondo active, abiti in viscosa battutis- next?, anche Cha Soo Jung, la designer che ha cresima, molto aderenti, con oblò e zip. Poi, i tessuti ato Suzanne Susceptible. Finalista dell’edizione impiegati negli anni 20 e 30, come il tulle plume- 2012 del contest, è stata la vincitrice del premio tis delle velette o i pizzi nelle nuance dell’epoca», Yoox.com. La stilista coreana rimane saldamente hanno spiegato a MFF Marco Giugliano e Nicolò ancorata a uno stile che mixa materiali e gioca con Bologna. Onnipresente l’imprimé gioiello, con cuori le grafiche di formidabili patch. Per una collezione prismici su bomber, shorts e cap, perle come bol- dove compaiono bei tailleur severi e un efficace lale di sapone su pants palazzo-tracksuit e felpe con voro sulle maglie jacquard, strette in vita da sottili bugs di cristalli. Kinky necklace al collo e guanti in cinture colorate. (riproduzione riservata)

asserelle, ma non solo. Il calendario di AltaRoma si arricchisce di iniziative formulate seguendo uno scopo preciso: mettere in luce e stimolare il trait d’union tra moda e cultura, ben oltre gli schemi rigidi e ripetitivi delle mostre auto-celebrative. Così nasce Room service, la rassegna ideata da Simonetta Gianfelici, che ha raccolto al Marriot Grand hotel flora, tempio liberty della colta Dolce vita capitolina di Federico Fellini e Alberto Moravia, 17 collezioni artigianali di altrettanti giovani creativi che hanno presentato, accanto a un’anteprima dell’autunno/inverno 2013-14 anche una tranche della p/e 2013, in vendita al pubblico. Tra tutti si sono distinti tre brand: Mutadesign by Odile Orsi con i suoi tubini dipinti a mano, Lucilla Paci, con le borse e pochette che assemblano piramidi tridimensionali e D’Inzillo, con le pochette e le cinture con smalti e cristalli incastonati come gioielli. Filo conduttore di tutte le iniziative di AltaRoma è la convinzione che la moda nasca da un intreccio inscindibile di Sopra, dall’alto, alcuni momenti creatività, curiosità, sto- di A.I. gallery e Room service ria e cultura da restituire alla città e soprattutto ai giovani, sui quali la rassegna capitolina punta sempre di più. Ecco, allora, la scelta di dedicare una serata al teatro e, in particolare, alla performance Elsa shocking, liberamente tratto dal libro Shocking life di Elsa Schiaparelli (Alet, 2008) un omaggio dell’attrice Lella Costa al genio della moda surrealista. Il monologo ha descritto il percorso della couturière del rosa shocking, nata a Roma nel 1890, attraverso la sua infanzia a Palazzo Corsini, i suoi viaggi tra New York e Parigi, la ribellione intellettuale, l’avanguardia artistica, il surrealismo e i suoi amici, Salvador Dalì e Jean Cocteau. Ma è con A.I. gallery, il progetto emanazione on the road di A.I. Artisanal Intelligence che la rassegna romana si è imposta all’attenzione dei media internazionali. La


martedì 29 gennaio 2013

MF fashion

In Passerella

AltaRoma AltaModa

a cura di Francesca Manuzzi e Michela Zio (Roma)

Il blu lunare di Balestra

La vie en rose di Giada Curti

Nel blu dipinto di blu, Blue velvet e Mr. Blue. Più blu possibile, anche per la colonna sonora dello show. Ovviamente il blu di Renato Balestra. Che mixa fiordaliso, iris e glicine al bianco, unica altra tinta della primavera-estate 2013. I fiori ammantano abiti strapless che corrono fino ai piedi, diventano ricamo, come nuvole per bustier e boleri. Trasformano i rever in cornici vegetali, enfatizzano gli orli dei tailleur, intagliano oblò sulla schiena di kimoni e abiti plane. L’immancabile sposa ondeggia in pedana con un abito dalla doppia balza in tulle, extra vaporoso, contraltare dei dress dai riverberi lunari di preziose canuttiglie. Giudizio. Il front row, popolato dalle signore dei salotti romani, applaude costantemente. Perché, a prescindere dalla collezione, Balestra è uno dei capisaldi dell’alta moda capitolina.

Flower power. Ma non nell’accezione 70s dell’espressione. In pedana da Giada Curti le rose prendono il sopravvento. In un tout court di donne fiorite. «Sono come steli su cui poggiare petali, come uscite da un dipinto di Elisabeth Vigée-Le Brun», ha spiegato a MFF la stilista. Una primavera-estate 2013 dalle tinte baby che glassano le dieci toilette soirée. Zarine da poema in rosa, in nuvole di organze di seta a stampa floreale, satin e chiffon impreziositi da sovrapposizioni di pizzi rebrodé e chantilly su macramè. Giudizio. Sono donne sospese in un altro tempo. Come in un romanzo d’antan, bagnano la carta da lettere nell’essenza di rosa. Sognando il matrimonio con un abito in taffetà rosa antico.

Sarli e il Mediterraneo Heritage partenopeo couture. Questo l’immaginario di Carlo Alberto Terranova, direttore artistico di Sarli couture. Le teste di moro si stagliano nel background. Perché: «La collezione ha toni e forme delle ceramiche di Caltagirone, delle sculture siciliane e delle maioliche», ha spiegato a MFF Terranova. Un Mediterraneo saturo, in arancio melograno, cioccolato, blu copiativo e bianco. Terranova conia coat a uovo in mikado con le venature delle foglie. Foglie che si trasformano in top o maniche dei cocktail dress. Anche sbalzate con i fiori sugli abiti da sposa, nuvole di tulle frusciante puntellate di petali e cristalli. Aerei, come gli abiti per la sera, in cady e gazar di seta. Poi, l’overlapping di falde di organza e shantung per cappe, gonne e bustier, che evocano un coquillage marittimo o pigne ornamentali. Giudizio. Manualità deluxe per palati raffinati.

Sopra, un look Curiel

prima edizione del 2013 è un invito a scoprire il quartiere Parione, tra corso Vittorio Emanuele, via Monte Giordano, via della Vetrina, piazza Monte Vecchio e via dell’Anima attraverso le gallerie d’arte Monitor, Marie-Laure Fleish, Emmemotto, Il Ponte, Z2o|Zara Zanin che diventano location per le installazioni dei giovani artigiani selezionati da Clara Tosi Pamphili, ideatrice e organizzatrice della straordinaria rassegna. Tra tutti la new entry è la talentuosa designer olandese Conny Groenewegen che ha realizzato una collezione di abiti-scultura di maglia che modulano la tradizione artigianale e l’innovazione della tecnica digitale. (riproduzione riservata) Michela Zio (Roma)

V

Il kitsch di Molaro Le zanne d’elefante sono il tormentone per la primavera 2013 propinato da Gianni Molaro nella fashion week capitolina. Dunque rigide propaggini lunghe due metri, inserite nei plateau di 25 centimetri di modelle annaspanti fasciate in tute da cat woman, ma anche sotto abiti di tulle sorretti da crinoline. Auspicando che tutte le indossatrici fossero coperte da polizze vita, la sfilata è inciampata, ancora una volta, nella banalità, tra strampalate sculture total black che coprono anche il volto, e spose giallo girasole, di tulle low profile. Giudizio. La provocazione in passerella, se non è sorretta da contenuti stilistici, diventa fine a se stessa e non serve neppure a farsi una risata.

Curiel celebra lo chic del quattrocento

Mireille Dagher debutta a Roma

La natura e l’eleganza del ritratto quattrocentesco di Simonetta Vespucci hanno dato l’input a una collezione che spinge sulla sperimentazione dei tagli, degli inserti e dei tessuti esclusivi. La maison Curiel per l’estate 2013 evita il lusso aggressivo, puntando non sulla sobrietà, ma sulla ricercatezza di uno stile che nasce da un’eleganza innata. Che timbra a fuoco le piccole giacche di seta e paglia con i bottoni di murrine, le bluse di pizzo antico, le gonne tulip, i plissé trattenuti tra pieghe discrete di abiti che sovrappongono delicati strati di georgette tagliata sbieco. Giudizio. Il tocco del maestro che conosce le esigenze delle donne sono i completi spolverino più abito di chiffon a fiori. Preludio di classe del principesco abito da sposa.

Principesse saudite e star internazionali sono le destinatarie delle creazioni di Mireille Dagher, la designer libanese al debutto nel calendario di AltaRoma. Nel suo atelier di Beirut nascono abiti da gran sera venduti non solo negli Emirati, ma anche negli Stai Uniti e in Francia. La sua cifra sono le silhouette sinuose, arricchite da ricami, applicazioni in oro, pizzo, cascate di perle e cristalli per il cocktail, la gran sera e la cerimonia, modulata nelle palette del rosa e del giallo o del viola più intenso. Fino a risplendere nel bianco verginale dei sontuosi abiti da sposa. Giudizio. L’attenzione al punto spalla, definito da tagli e volumi couture sono il plus di una collezione molto ricca, ma anche interessante sotto il profilo stilistico.

Gattinoni gioca in 4 dimensioni Una collezione impostata sulle infinite trasparenze di pizzo e tulle, organze e chiffon. Tra sperimentazioni in 4D e una tranche da boudoir principeschi. Guillermo Mariotto, direttore artistico di Gattinoni, porta la maison in un vortice dove la sperimentazione è viva più che mai. Tra shorts e pagliaccetti, reggiseni a vista e pizzi tatoo, le mise anni 50 in organza stampata bianco e nero, con il punto vita strizzato in un obi ricamato, riportano, come in un flash back, ai codici dell’alta moda. Gran finale con tre proposte di lingerie couture con tanto di bikini in oro e pietre creato da Gianni de Benedittis per FuturoRemoto. Giudizio. I ricami e le ragnatele in rafia e cristalli total black, i delicati plissé, l’illusione prospettica dei print mettono sul podio una collezione che non riesce a dosare le trasparenze in pedana.

L’Amazzonia di Nino Lettieri

Delfrance Ribeiro è punk & couture

La foglia palmata di monstera e il verde della foresta amazzonica sono il segno della nuova collezione di Nino Lettieri che alterna le bellissime stampe agli assoli degli abiti, delle tute, dei completi in bianco o in nero. Le silhouette slanciate, le linee definite e precise danno slancio alla sfilata che culmina nelle mise da sera con le grandi foglie intagliate a mano. Giudizio. Il rigore della scelta cromatica e l’eleganza dei tagli couture subiscono, a tratti, l’invasione dei bijouxscultura in plexiglas, senza, però, perdere l’efficacia dell’insieme.

Giochi psichedelici dentro un’anima post disco-punk. La nuova collezione del giovane designer brasiliano Delfrance Ribeiro mutua le luminose seduzioni della seta con ruche che circondano scolli vertiginosi. Tra caftani e mini-shorts, abitini con stampe a fiori su macro pied de poule in un insieme apparentemente pensato per signore in crociera, ma che fa a cazzotti con il trucco e parrucco alla Lindsay Kemp. Giudizio. Senza infame né lode. Ma nel parterre di Ribeiro si leva legittima la domanda: dov’è finita l’alta moda? (riproduzione riservata)


IV

MF fashion

AltaRoma AltaModa

Overview

AltaRoma

mercoledì 30 gennaio 2013

Celebrazioni

undici New talent per far rinascere archivia l’edizione il blu di balestra

che sigla l’inizio della crescita

Bilancio positivo per la kermesse che si è chiusa ieri con l’auspicio che il presidente Silvia Venturini Fendi resti in carica anche per il prossimo triennio

È

stata da tutti definita l’edizione della rinascita. In realtà, la settimana italiana dell’alta moda che si è conclusa ieri a Roma segna il passaggio strategico alla fase della crescita. Il tutto in un quadro economico inversamente proporzionale ai numeri effervescenti registrati da AltaRoma. «Tutto il processo rafforzato dalla presidenza di Silvia Venturini Fendi sta dando i suoi frutti in un terreno in parte già tracciato dalla gestione di Nicoletta Fiorucci: la valorizzazione della fashion week sotto il profilo culturale», ha spiegato a MFF Adriano Franchi, direttore generale di AltaRoma, la società consortile che vede schierate Camera di commercio di Roma, con il 56% delle quote, Regione Lazio e Comune di Roma con il 18,5% a testa e la Provincia con il rimanente 7%. Ed è proprio il binomio moda e cultura del fare, il formidabile input che ha segnato sfilate ed eventi , rafforzato dalla presenza di sponsor importanti come il gruppo L’Oréal, che da 11 anni ininterrotti sostiene la manifestazione. «Siamo andati in cerca di quanto c’è di buono sul territorio», ha aggiunto Franchi, «focalizzando l’attenzione sull’indotto dell’alta moda fatto di tante realtà artigianali, ma anche sulla giovane creatività contemporanea che sta richiamando l’attenzione di nomi importanti del retail, come la buyer altoatesina Daniela Kraler e della stampa internazionale del calibro di Hamish Bowles di Vogue America e Marion Hume del Financial Times ( 450 gli operatori dei media accreditati, provenienti da 24 Paesi, ndr)». Roma è, dunque, sempre di più un prestigioso palcoscenico che aggrega e promuove. Lo hanno dimostrato i 200 creativi della nouvelle vague italiana coinvolti nelle iniziative capitoline che, nell’insieme, hanno fatto un gran balzo in avanti, anche con le collezioni presentate in passerella. «L’inserimento di nuovi player», ha poi aggiunto il direttore di AltaRoma, «ha stimolato tutti a dare il meglio, dallo styling alle musiche, dalle scenografie, al ritmo stesso delle sfilate decisamente più curate rispetto alle precedenti edizioni». Un clima decisamente effervescente che, però, deve fare i conti con due scogli non indifferenti: da un lato i numeri negativi della moda romana che ha visto chiudere il 6,1% delle 20.527 aziende registrate sul territorio (-7,9% la flessione nazionale) e una contrazione del 2,2% dell’export (quantificato a quota 285,2 milioni di euro). Dall’altro, un cda che ha concluso il suo mandato. In mezzo ci sono le elezioni politiche di febbraio, che a Roma coincidono con quelle regionali, le amministrative cittadine di maggio e una Provincia commissariata dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, in corsa per la presidenza della Regione Lazio. Peculiarità non indifferenti per la compagine societaria di AltaRoma. Ma l’umore resta alle stelle e, a meno del classico colpo di scena che troppo spesso riserva il teatrino del-

la politica italiana, Silvia Venturini Fendi potrebbe rimanere in carica per altri tre anni. Se lo augura tutto il team di AltaRoma con Adriano Franchi in testa e tutti quelli che lavorano grazie alla fashion week. Cominciando dagli stilisti che vorrebbero tante altre edizioni di Limited/Unlimited, la mostra-happening dedicata al Red Carpet che la Tempio di Adriano, in soli tre giorni, ha visto entrare oltre 3 mila visitatori, passando agli artigiani di A.I. Intelligence, finendo alle scuole di moda. Che a Santo Spirito in Sassia hanno un palcoscenico speciale per i final work dei loro allievi con i giurie di tutto rispetto. L’Accademia del costume e moda di Roma aveva tra i membri anche Lapo Elkann e Matteo Marzotto, Raffaello Napoleone di Pitti Immagine e Laura Lusuardi di Max Mara che hanno premiato allievi di ieri e di oggi, come la talentuosa Francesca Della Valle e Roberta Andreetti, design director delle calzature donna di Gucci. (riproduzione riservata) Michela Zio

(Roma)

Nella nuova sede della maison va in scena la mostra-happening «Be blue Be Balestra» che omaggia il colore simbolo del couturier

L

a memoria va ai 60s. Al primo abito di raso corto, dalla linea a uovo, nell’inconfondibile Blu Balestra. Che lunedì ha tinto con un fascio di luce la nuova sede della maison in via Cola di Rienzo a Roma, per ospitare la mostra-happening «Be blue Be Balestra». «È un progetto di AltaRoma, che ha raccolto il desiderio di 11 giovani stilisti di rieditare un modello attraverso il mio blu», ha spiegato a MFF Renato Balestra, nome storico della couture italiana. In mostra le creazioni dei nuovi nomi hot che gravitano su Roma e non, ideate in omaggio allo stilista. Un abito in chiffon di seta di Alessandro D’Amico, quello in creponne di Caterina Gatta, i coat di panno di Carta e costura e Covherlab by Marco Grisolia, l’abito peplo di Angelos Bratis in crêpe de chine con motivi art deco. Poi, ancora, Sara Lanzi con gonna plissé e top ricoperto di piume, la creazione di Greta Boldini, un abito bustier con cristalli Swarovski di San Andrès Milano e gli accessori di Benedetta Bruzziches, Charline De Luca e Giulia Gobbi. «È un’iniziativa interessante per cui ho offerto la mia sede, il mio appoggio e mi sento molto lusingato. I capi hanno suscitato molto interesse ed è bello vedere i giovani affacciarsi con tanto entusiasmo a un mondo difficile quanto affascinante», ha concluso lo stilista. (riproduzione riservata) Francesca Manuzzi (Roma)

Happening Lodental diventa waterproof Dal vecchio loden del nonno a una vera e propria collezione di cappotti leggeri e coloratissimi. Andrea Provvidenza è l’autore dei capi che, in una sola stagione, hanno conquistato i buyer più esigenti, come Rosy Biffi di Milano, la prima a credere nel fenomeno Lodental. E non solo. La collezione autunno/inverno 2013/14 presentata durante AltaRoma, è arricchita di coat nel tipico tessuto di loden. Doppiata e idrorepellente è stata acquistata anche da Barney’s New York e da Tomorrow land di Tokyo.

Antonella Rossi for Africa

A lato, un look Renato Balestra

Il capo hot della collezione è il caftano di lino stone washed che Antonella Rossi, sarta e imprenditrice toscana con base a Roma, fa ricamare in Kenya. «Questi abiti sono la prima tranche di un progetto nato da poco per aiutare le donne dei paesi africani a imparare un mestiere che sentono molto», ha detto a MFF mentre presenta le seduzioni di Lionella lingerie, storico marchio da lei acquisito, che sigla completi da camera raffinati. Bella la parte in lino bianco. Più scontata, invece, quella in cady e chiffon, un po’ troppo ancorata a un’idea di cerimonia votata ai colori pastello. Di classe la lingerie. (riproduzione riservata) Michela Zio (Roma)


mercoledì 30 gennaio 2013

MF fashion

AltaRoma AltaModa

V

Iniziative

Progetti

Viaggio alla scoperta di laboratori tradizionali per abiti, camicie e calzature. Michela Zio (Roma)

Gemellaggio tra realtà tessili pratesi e giovani designer per una moda recycled. Michela Zio (Roma)

Il made in Roma Italia e Olanda unite svelato da tre atelier nel segno dell’eco

U

n vero e proprio tour per conoscere da vicino tre laboratori artigianali di quella tradizione romana che ha radici antiche. AltaRoma accompagna il suo pubblico alla scoperta di Sartoria Ripense in via di Ripetta 38, di Marini calzature di via Francesco Crispi 97 e di Piero Albertelli al civico 1 di via della Pallacorda; i tre hanno i comune lo stesso know how, sono realtà del più nobile hand made tramandato di padre in figlio dal quale nascono abiti, scarpe e camicie maschili di squisita fattura. Il giro comincia dalla sartoria Ripense dove Andrea Luparelli propone un italian style che coniuga i codici della sartoria napoletana con quelli della scuola romana fatti di tagli perfetti su tessuti d’alta gamma cuciti a mano fino all’ultima asola. Da Ripetta il tour sotto una pioggia battente continua nel quartiere Campo Marzio nella boutique-laboratorio di Marini, aperta da Giuseppe Marini nel 1899. Tra pelli pregiate e forme di legno di piedi famosi, da Gianni Agnelli a Marcello Mastroianni passando per Re Hassan II del Marocco, oggi sono i russi e i ricchi cinesi i primi a varcare la soglia di un luogo dove lo shopping è un rito da celebrare, assaporando il gusto della lentezza. Ultima tappa tra le botteghe d’antan, la fucina di Piero Albertelli considerato, a ragione, il tempio delle camicie su misura scelte da Francis Ford Coppola e sua figlia Sofia, da Angelica Houston e anche da Gérard Depardieu che restano a disposizione del laboratorio per due prove programmate a scadenza settimanale. Passate le quali portano a casa un set di camicie raffinatissime con le cifre ricamate, ovviamente, a mano. (riproduzione riservata)

In passerella Lucentezza aristo-chic in scena da Abed Mahfouz La sequenza di abiti preziosi, per i materiali e i décor, ma puliti nei tagli e nelle silhouette rivela il nuovo corso intrapreso del couturier libanese Abed Mahfouz. Una presenza ormai storica nelle schedule romane che per l’estate 2013 ha puntato sull’inattesa freschezza espressiva. In passerella solo abiti per una sera aristocratica, da vivere in tulle e pizzo sottile, con ricami e sete fluide, tra cascate di cristalli, ma solo sulle spalle e sui fianchi, e reti filet per sirene da red carpet. Giudizio. Editing e accessori da 10 e lode, poco trucco e nessun gioiello fanno apprezzare ulteriormente gli outfit proposti e la luminosa tavolozza che passa dal crème al rosa, dall’azzurro lavanda al verde aloe, dal sensuale rosso al magico blu sky, per arrivare al gran finale nel più sofisticato nero couture.

Natasha Pavluschenko debutta in pedana a Roma «Ho scelto Roma per la mia prima sfilata internazionale, perché ritengo che la sua fashion week sia una vetrina decisamente prestigiosa». Natasha Pavlushenko è una designer polacca, di origine russa, che dal 2005 nel suo atelier di Bielsko-Biala crea abiti dalle linee pulite ed essenziali in cashmere, seta, mussola e confortevoli tessuti di lana. Che vestono anche la giovane sposa in evidente dolce attesa. Giudizio. Bella e chic, come gli abiti lunghi color cappuccino o in black, la collezione convince per lo stile neo-minimal che, grazie alle costruzioni couture, non scivola mai nei dejà vu concettuali.

U

n progetto di collaborazione tra l’Italia e l’Olanda per dare impulso al riciclo di tessuti per l’abbigliamento, creando nuovi posti di lavoro. È questo quanto si prefigge Casa della sinergia di Amsterdam, un progetto di Antje Melissen e Jaap Van Straler che hanno scelto la settimana dell’alta moda romana di AltaRoma per comunicare il primo step di un programma a lungo termine: ufficializzare la collaborazione tra un pool di aziende pratesi e alcuni giovani stilisti olandesi. Finanziato dal Ministero per le infrastrutture e l’ambiente dell’Aja, dalla città di Almere nei Paesi Bassi e da alcuni sponsor privati come la compagnia di bandiera Klm, il progetto intende creare nuova occupazione nel distretto pratese e dare ai new talents olandesi la possibilità di creare collezioni eco-friendly. Tra le aziende di Prato che per prime hanno aderito all’iniziativa ci sono Comistra, GM filati, Pontetorto, Intespra, Manteco, Ala Campolmi, Allegri e Riccardo Rami che ospiteranno nelle loro fabbriche stilisti come Matijs van Bergen, Conny Groenewegen ed Elsien Gringhuis, tutti vincitori delle ultime edizioni di Dutch fashion awards, il concorso per giovani emergenti varato dalla Dutch fashion foundation, attore di primo piano del progetto presentato nella sede della Camera di commercio. «Insieme ad AltaRoma», ha spiegato a MFF Anje Melissen, «abbiamo organizzato un vero e proprio Recycled fashion day per presentare programmi, persone e aziende impegnate nell’uso intelligente di risorse eco-sostenibili e proprio qui, nella capitale italiana, presenteremo nell’edizione di gennaio 2014 le prime collezioni realizzate dai giovani designer olandesi con i tessuti riciclati creati da loro stessi, insieme alle aziende partner di Prato». (riproduzione riservata)

Sfilate a cura di Francesca Manuzzi e Michela Zio (Roma)

Gli esperimenti di Tony Ward

Lo spirito gitano di Camillo Bona

Da Los Angeles a Roma. Sulla pedana di Tony Ward approdano donne da red carpet. Tutto sembra ammantarsi di un’allure hollywoodiana. Lo stilista libanese conia dress ai piedi incrostati di fiori e cristalli, sirene con peplum-nuvola di multipli strati di organze, così come dark lady in abiti dai ramage arborei, con corpetti gioiello, interventi minerari. Studia per la sua couture primavera-estate fusioni di silicone e tagli di tulle, per Lady Godiva ammantate di sete jacquard a ottagono, ma anche donne 20s con balze fruscianti di mini perline. La sposa è sperimentale, con un maxi abito dal tulle stropicciato, quasi cracklé. Giudizio. Uno degli show più vicini al mondo dell’haute couture che veste le star sul red carpet.

China couture per Jamal Taslaq

Dedicata a Wu Zhao, l’imperatrice cinese del VII secolo, la collezione primavera-estate 2013 del palestinese Jamal Taslaq punta sulla luminosità della seta, sulle stampe orientali e sui ricami Celeste impero per dare un’impronta di stile alla sua vocazione sartoriale. In passerella tailleur con vite segnate e colli a cratere doppiati con sete a contrasto e abiti da cerimonia con scollature sensuali. Giudizio. Applausi per le redingote bordate di pizzo e per l’ abito nero che porta un pannello interamente ricamato rosso lacca con i disegni della tradizione cinese. (riproduzione riservata)

Una pantomima in tre atti. Camillo Bona porta in scena Giselda Volodi, con un teatrino in cui l’attrice, protagonista del film È stato il figlio di Daniele Caprì presentato al Festival del cinema di Venezia, flirta e rinnega il concierge del St. Regis sulle note di Gabriella Ferri e altri grandi della canzone romana. L’attrice e le modelle si riscoprono gitane indossando i 30 capi dalle reminescenze anni 20. Tra charleston e Notre Dame de Paris. Con abiti dalla vita bassissima, petite dress o casacca più pantalone ampio per il giorno e gonne lunghe, multi strato in chiffon, con frange da tanguera, per la sera. Giudizio. Nonostante il ritardo di 49 minuti, la musica che salta, la Volodi che perde una scarpa e la rinfila durante la pièce finale e lo show durato 37 minuti, la creatività di Camillo Bona è una valida alternativa alle proposte di tulle frusciante della settimana capitolina. Tra etnico e lini couture da signora bourgeoise. (riproduzione riservata) Francesca Manuzzi (Roma)


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