Gallo Parlante n° 1 Novembre 2015

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Il Gallo Parlante direttore editoriale

Claudio Auriemma

LA CUC INA CH E

Avanza

SVUOTIA M FACENDO O IL FRIGO BELLA F IGURA!

IL BRODO C NASCE DALHE BUCCE LE

PAGAR E MENO TASSE sui r ifiuti?

BAS TA S EPAR ARLI

MEG LIO!

ESA R P M I E R A F A VIRTUOS HE C IENDE LE AZ TONO IN INVES BILITA' I SOSTEN ESSERE N E E B

VOCI DI TERRITORIO Azioni, Idee e Proposte Anno 1 numero 1 - NOVEMBRE 2015

EURO 1,50 Direttore responsabile Michelangelo Letizia

www.ilgalloparlante.org MENSILE DI APPROFONDIMENTO E CRITICA COSTRUTTIVA PER PROPORRE UN DIVERSO MODELLO DI SVILUPPO DELL’AREA PRENESTINA E DEI CASTELLI ROMANI. PER PUNTARE FINALMENTE ALLA CULTURA E ALLA VALORIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE RISORSE TURISTICHE

idifferenziamoci! miei sono separati fa bene e conviene LA RACCOLTA DIFFERENZIATA È UN TEMA SEMPRE PIÙ IMPORTANTE. SIAMO IN UN PAESE IN CUI IL BUSINNESS DEL MALAFFARE GESTISCE PIÙ RIFIUTI DI QUELLI CHE PRODUCONO TUTTI GLI ITALIANI MESSI INSIEME. UNICO MODO PER POTERSI GARANTIRE UN FUTURO ED UN AMBIENTE MIGLIORE, È QUELLO DI AUMENTARE LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA. QUESTO POTREBBE ANCHE FAR SCENDERE LE TASSE

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DAL BLOG

RUBRICHE: CINEMA|LIBRI|TEATRO|ORTI E BALCONI|MANGIARE MEGLIO| AMICI A QUATTRO ZAMPE|AZIENDE VIRTUOSE |FUORI CONTESTO, ACCADE IN ITALIA TEATRO • OGGI I GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE NON COMPRANO SOLO CIBO MA ANCHE CULTURA, NASCE IL TEATRO DIFFUSO | MESTIERI • IL MERCATO CONTADINO DI ZAGAROLO COME LUOGO DI DIFFUSIONE DI CULTURA. SPETTACOLI, MUSICA E IL RACCONTO DI VECCHI MESTIERI | TIVOLI • LA NOTTE DIVENTA VERDE, TRA STAND DI AZIENDE AGRICOLE A KM0 IMPAZZA LA MUSICA. VARI CONCERTI ED INIZIATIVE PER SOTTOLINEARE CHE L’AGRO ROMANO È IL VERO PETROLIO DI QUESTA REGIONE| ZAGAROLO • LA SAGRA DELL’UVA HA UNA SVOLTA “ECO” CONTRARIAMENTE AD ALTRI EVENTI LA RACCOLTA DEI RIFIUTI DURANTE LA FESTA È DIFFERENZIATA E OLTRETUTTO LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI STAND UTILIZZA MATERIALE COMPOSTABILE. RISULTATO RAGGIUNTO


Mercato Con t ad in

o

d

i Zagarolo

# no spreco

ALIMENTARE le a d i l o s o t nvendu

#i

Dall’iniziativa di un gruppo di cittadini, grazie alla collaborazione e all’impegno dei produttori del Mercato Contadino di Zagarolo, nasce un progetto contro lo spreco alimentare. Soluzioni dal Basso per la creazione di un processo virtuoso e solidale che in un’ottica di reciprocità e attraverso la partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti vuole offrire accoglienza a chi viene da lontano e restituire dignità a chi è costretto ad uno stato di emergenza.

o s s a dal B lto

a i n n i o a t i n z u u p l e o h c S o d n o M per un

Tutte le Domeniche

è attivo il Punto di Raccolta

presso il Mercato Contadino di Zagarolo Oltre ai singoli cittadini, sostengono l’iniziativa molte delle Associazioni e dei Comitati attivi sul territorio

Media Partner: ilgalloparlante.org

Se Vuoi Collaborare al Progetto vieni a trovarci oppure scrivi a: nosprecoalimentare@gmail.com con il patrocinio del


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SOMMARIO

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RUBRICHE

CUCINA, RICETTE E MANGIARE BENE

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ANDIAMO A SCOPRIRE LA CUCINA DEGLI AVANZI IN COMPAGNIA DI SUSANNA VECCHIONI. IN QUESTO NUMERO IMPARIAMO A FARE IL BRODO PARTENDO DALLE BUCCE. MA SE NON VOLETE CUCINARE CI SONO POSTI MAGNIFICI DOVE MANGIARE, VI PORTIAMO IN UNA LOICANDA

FARE IMPRESA ETICA

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ESISTONO AZIENDE CHE PRIMA DI FARE PROFITTO HANNO DECISO DI RISPETTARE, PER STATUTO, IL LORO CREDO. NESSUNO SFRUTTAMENTO E GRANDE QUALITÀ. ANDIAMO A CONOSCERE CHI FA SALSA DI POMODORO SOSTENIBILE E CHI FORNISCE CONNESSIONI DI RETE TRASPARENTI

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LE BESTIE SIAMO NOI

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LE PAGINE ANIMALISTE DEL GALLO PARLANTE. GRETEL CANTALICE, OGNI NUMERO PORTERÀ ALLO SCOPERTO QUALCOSA DI STORTO CHE VOGLIAMO DENUNCIARE. DELITTI QUOTIDIANI DI CUI SPESSO NON CI ACCORGIAMO, VITTIME DEI QUALI SONO I NOSTRI AMICI ANIMALI

TEATRO, CINEMA E VISIONI

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OGGI I GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE NON COMPRANO SOLO CIBO, MA ANCHE CULTURA. L’ESPERIENZA DI GASILINA. INOLTRE, LE PERIPEZIE DI UN CRISTO MUSULMANO NEL NUOVO FILM DI MIMMO MANCINI E UNA FAMIGLIA CHE HA DECISO DI SCENDERE DA UN TRENO CHE CORRE TROPPO

PAGINE VERDI

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.16

LA CURA DI ORTI, BALCONI O GIARDINI SECONDO GABRIELE ORTENZI. MA ANCHE DI ORTI SOCIALI. IN QUESTO NUMERO IMPARIAMO AD APPREZZARE LE PIANTE SPONTANEE, QUELLE PIANTE CHE BASTA GUARDAR CRESCERE SENZA TANTA FATICA MA CON GRANDE SODDISFAZIONE

Il Gallo Parlante - Anno 1 n° 1 Novembre 2015

Testata Registrata al Registro Operatori della Comunicazione al n. 25150 Foto in copertina: Francesca Pompei Editore Claudio Auriemma direttore@ilgalloparlante.org, Vicolo della stelletta, 13 00039 Zagarolo (RM) Direttore Responsabile Michelangelo Letizia direttore@ilgalloparlante.org Photoeditor: Francesca Pompei redazione@ilgalloparlante.org Contatti: redazione@ilgalloparlante.org

Per realizzare questo numero è stata necessaria la collaborazione di: Domenico Paglia, Ivano Bruno, Barbara Rischia, Marco Pacifici, Daniele Dell’Orco, Susanna Vecchioni, Fabrizio Aphel, Mimmo Perrotta, Andrea Esposito, Gretel Cantalice, Elisa Capo, Elisa Memeo, Marco Memeo, Gabriele Ortenzi, Demetrio De Stefano, Chiara Morbidini, Dario Pulcini, Tommaso Orazi, Antonio Valenzi, Federico Zamboni, Franz Gustincich, Carlo Ruggiero, Guglielmo Panebianco, Lorenzo Piazzai, Marco Panzironi, Federica Buiarelli oltre che di Agata Nemore e Federico Auriemma (per la pazienza dimostrata)



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SOMMARIO

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.32 .34 APERTURA

I MIEI SONO SEPARATI

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MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA È UN MODO PER VIVERE MEGLIO, RISPARMIARE UN PO’ DI SOLDI E AIUTARE IL PIANETA. SCOPRIAMO QUESTO MONDO COMPLESSO, QUANTO AFFASCINANTE, GRAZIE A CHI GESTISCE I NOSTRI RIFIUTI E A CHI LI RICICLA

PRATICHE VIRTUOSE - NO SPRECO ALIMENTARE

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NON CI SIAMO MAI RESI CONTI DI QUANTO CIBO SI SPRECA. QUASI TUTTO L’INVENDUTO DEI MERCATI E DEI SUPERMERCATI VA NEI CASSONETTI. IN UN PROGETTO NATO A ZAGAROLO PER VOLERE DI UN GRUPPO DI CITTADINI, QUEL CIBO, NON BUTTANDOLO, HA SFAMATO OLTRE 30.000 PERSONE

RACCONTIAMOLA GIUSTA!

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IN UNA DUE GIORNI DI FESTA ORGANIZZATA DALLA RETE DELLE ECONOMIE SOLIDALI, È VENUTO ALLA LUCE UN MONDO FATTO DI PRODOTTI SOSTENIBILI, ECONOMIA DIVERSA, MONETE LOCALI E RECUPERO DELLE VECCHIE TRADIZIONI. FORSE QUESTO È IL NOSTRO VERO FUTURO

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LIBRI

UNA NUOVA GUERRA FREDDA È ALLE PORTE. CHI HA INVESTITO IN TITOLI ELETTRONICI E CHI IN ORO. IL NUOVO LIBRO DI ANTONIO VALENZI RACCONTA LA NUOVA TENSIONE CHE ESISTE TRA STATI IN AMBITO MONETARIO. CARLO RUGGIERO CI SPIEGA INVECE COME UNA VALLE, QUELLA DEL SACCO È STATA MASSACRATA DALLA MALAPOLITICA

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FUORI CONTESTO

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UN VIAGGIO IN ITALIA, DOVE LE COSE NON VANNO, MA ANCHE DOVE LE COSE VANNO MOLTO BENE. IN QUESTO NUMERO CI OCCUPIAMO DELLE SERVITÙ A CUI SIAMO COSTRETTI, DA QUELLA MILITARE DI NISCEMI IN SICILIA A QUELLA ENERGETICA IN TERRA DI PUGLIA

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EDITORIALE

Claudio Auriemma

Inizia il Viaggio!

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asce oggi il Gallo Parlante su supporto cartaceo dopo essere diventato una testata giornalistica.

Abbiamo voluto fare questo passo in avanti o meglio questo salto nel buio, in un momento in cui l’editoria in Italia non vive uno dei suoi momenti più floridi. E questo perché ci siamo resi conto che nella comunicazione locale c’è un vuoto. Nel panorama editoriale locale manca una testata che propone un modello di sviluppo diverso da quello che ci ha portato al difficile punto di non ritorno al quale siamo arrivati oggi. Il progresso, che avrebbe dovuto eliminare le diseguaglianze sociali, ha finito per aumentarle, con il risultato che, allo stato attuale, siamo tutti più poveri rispetto a qualche anno fa. E la tendenza non sembra per nulla attenuarsi. Il Gallo Parlante propone e racconta un mondo più sostenibile e da spazio a chi da tempo lavora sul territorio proponendo uno sviluppo diverso basato sulla fruizione turistica e culturale. Allo stesso tempo guarda con sospetto lo sviluppo industriale di un’area che ha già dato molto in questo senso, quella dei Monti Prenestini.

L’esperienza Gallo Parlante nasce già nel settembre 2013 quando fu creato un blog, ilgalloparlante.org, nato dall’esigenza di comunicare

le iniziative di chi quotidianamente spende parte del suo tempo a difendere attivamente il territorio. Successivamente ci siamo resi conto che il passare da un semplice blog, prima, ad una testata giornalistica e successivamente ad un giornale cartaceo dopo, non è cosa facile e di sforzi ce ne sono molti molti. Sono stati realizzati due numeri 0 per sperimentare l’appeal sul pubblico e raccogliendo pareri e consigli, tant’evvero che nel corso del tempo il magazine è molto cambiato. Dalle 21 pagine di foliazione previste all’inizio, si è passati alle 48 pagine di oggi. Anche il modello distributivo è molto cambiato. Prima si ipotizzava una distribuzione unicamente nell’area dei Monti Prenestini. Ad oggi invece si guarda con attenzione la possibilità di distribuire, nel giro di tre numeri anche sui Castelli Romani. In un primo progetto si prevedeva una distribuzione gratuita del magazine, ma poi confrontandoci con vari addetti ai lavori si è deciso di distribuire il Gallo Parlante in modo molto più moderno e di dargli autorevolezza facendolo entrare in quello che è il tempio della carta stampata. L’edicola. Quando parlo di un modo più attuale di distribuire il magazine intendo una distribuzione mista tra carta e multimedialità. Il giornale in edicola sarà pubblicizzato da volantini distribuiti sul territorio che inviteranno all’acquisto, ma daranno anche, tramite l’utilizzo del QR-Code, la possibilità di sfogliare on line il magazine senza doverlo acquista-

re. Questo per rispettare i nostri valori di abbattimento dei consumi di carta e ovviamente di produzione dei rifiuti. Inoltre sui volantini, distribuiti durante il mese in cui sarà reperibile la testata in edicola, sarà possibile aggiungere ulteriori contenuti di attualità, una sorta di estensione del web che contamina la carta, nell’ottica della creazione di uno strumento informativo flessibile e in continuo sviluppo. Veniamo ai contenuti di questo numero. In questa prima edizione su carta abbiamo voluto dedicare ampio spazio in apertura al tema della raccolta differenziata e della valorizzazione dei rifiuti come risorsa. Questo nella speranza aiuti a migliorare la comunicazione che ruota intorno a questa pratica, necessaria se vorremo, in un prossimo futuro, veder calare la tassazione sui rifiuti da parte delle amministrazioni. L’apertura del magazine sarà preceduta da un lungo numero di rubriche dedicate a tanti argomenti di interesse. Si parte dalla cucina degli avanzi per arrivare ai ristoranti dove è possibile mangiare bene e diversamente. Parleremo di aziende virtuose che fanno etica, ancora prima di fare business. Di cinema, di libri, di amore per gli animali e di ciò che accade fuori dal territorio dell’agro romano. Il Gallo Parlante è si un giornale locale, ma dal respiro nazionale. Vuole diffondere un certo tipo di Cultura che difficilmente è difficile contenerla in frontiere o confini. Buona lettura


Susanna Vecchioni

CIBO - La Cucina degli Avanzi

IL BRODO CHE VIENE DALLE BUCCE

Invece di buttare le bucce che vengono prodotte pulendo le verdure, le possiamo utilizzare per realizzare un eccezionale brodo granulare conservabile a lungo e che può sostituire completamente i convenzionali dadi. Molto più sano e soprattutto certificato, per il semplice fatto che lo abbiamo fatto in casa e non dobbiamo leggere l’etichetta per scoprire quello che c’è dentro

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i racconto una storia una di quelle storie che sanno di antico, di profumi dell’orto, di cucina, lenta, amata e curata con l’amore tipico delle nonne e delle mamme.

Vi voglio raccontare di “ricette magiche” in cui anche gli avanzi e gli scarti si vestono a festa e sanno essere protagonisti. Mi ricordo che quando mio nonno entrava in casa con quel grande cesto pieno di verdure era una festa. Nonna, di quel Ben di Dio, sapeva usare tutto e dico tutto, anche gli scarti finali si riducevano al nulla. E quando ancora ne rimaneva qualcosa, raggiungeva il pollaio per andare a comporre il pasto dei pennuti di casa. Da me si sentiva spesso ripetere “non si butta niente” e non erano solo gli animali a beneficiarne. Questa Cultura del “non spreco” l’ho fatta mia e me la sono portata fino ai giorni d’oggi. Certo la mancanza del Nonno con le sue nobili verdure si fa sentire, ma anche oggi, tempi frettolosi e distratti, possiamo preparare eccezionali manicaretti grazie ai preziosissimi prodotti dell’orto, meglio ancora se coltivati con cura ed affetto. Considero il temine “Bio” troppo rid uttivo per descrivere l’amore messo nell’attesa della crescita delle piantine dell’orto. La nostra storia inizia proprio qui dalla fortuna di avere nelle nostre cucine questi gioielli. Una volta cucinati in ricette di varia natura, impareremo a donargli una seconda vita nella “cucina degli scarti” una forma di cucina che ha lo scopo di sfruttare una seconda volta quello che la natura ci sa donare. Lascerò a voi, e alla vostra fantasia, la cottura della parte nobile dei prodotti dell’orto, mi soffermerò invece su quello che ne rimane dopo averli puliti.

In genere in tutte le famiglie, viene gettato nella pattumiera organica e salutato per sempre quasi il 70% dell’intero frutto ovviamente frutto che abbiamo preventivamente pesato e successivamente pagato. Quindi eccomi qui a darvi qualche consiglio per preparare piatti ricette ingredienti e di grande soddisfazione ma soprattutto economiche, per utilizzare questa parte fondamentale della nostra spesa IL BRODO GRANULARE Questa è una delle mie ricette preferite. Si realizza utilizzando al 100% Bucce. Può essere facilmente fatto in casa, ovviamente con quello che avete e con verdure rigorosamente di stagione. Il brodo granulare realizzato si conserverà per un anno e sarà totalmente privo di conservanti, coloranti od altri additivi che vengono largamente usati nei prodotti commerciali. PREPARAZIONE si possono utilizzare gli scarti o le bucce di carote, sedano, cipolle, pomodori, zucchine etc. insomma, qualsiasi verdura che sbucciate può essere utilizzata nella preparazione. Anzi di più, tutto ciò che getterete, sarà utile nella preparazione INGREDIENTI: bucce di carota, bucce di cipolla, foglie di sedano, bucce di zucchine, bucce di carota ,bucce di patata ed ogni altro scarto derivante dalla nettatura della verdura, come foglie di insalata, pomodori o altro. Sale grosso integrale vi consiglio di congelare le bucce in modo da poterle accumulare tagliate

a pezzetti. Mettere le varie verdure in un tegame insieme a metà del loro peso in sale e cuocere a fuoco lento per 30 minuti circa. Aggiungere solo all’ultimo le bucce di cipolla in quanto essendo già secche non hanno bisogno di una lunga cottura. Vedrete che le verdure rilasceranno acqua durante la cottura e cuocendo insieme al sale si creerà una sorta di marmellata . Quando le verdure saranno cotte e il sale si sarà sciolto, stendetele su una teglia ampia rivestita di carta forno e mettetele al forno per circa 4 ore a bassa temperatura, al di sotto degli 80 (60 sarebbero perfetti) Quando il composto risulta ben disidratato frullare alla massima potenza con un frullatore domestico. Otterrete una polvere molto concentrata Per utilizzare il brodo granulare così ottenuto, sappiate che un cucchiaino da caffè è sufficiente per almeno mezzo litro di brodo. Otterremo così un prodotto particolarmente profumato e gustoso adatto come base per un infinità serie di ricette ed utilizzi. Se volete avere un brodo più limpido potrete anche filtrarlo. Conservare il brodo granulare in vasetti di vetro in un luogo asciutto, in questo modo potete usarlo per tutto l’anno.


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RISORANTI DIVERSI - La Loicanda

LA CASA DI NERINA È UNA LOICANDA

Nasce tre anni fa la Loicanda. Un iniziativa dell’Associazione Löic Francis Lee per la Pedagogia curativa e Socioterapia steineriana. È un luogo magico dove, una domenica al mese, viene organizzato un pranzo con 50/60 coperti, a offerta libera e menù fisso. Fin qui, sembra non ci sia nulla di particolare ma è l’atmosfera, il luogo incantevole e lo scopo sociale e culturale dell’iniziativa a renderla particolare.

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l servizio ai tavoli è gestito con persone disabili mentali e il luogo dove si svolge il pranzo è Casa Löic (ecco svelato il perché di “Loicanda”) luogo di lavoro per 20 persone disabili.

La cuoca, Gabriella, è un genitore e la cucina è sempre caratterizzata da piatti fatti in casa, pasta fresca e piccole ghiottonerie. Casa Löic è un luogo speciale, nella campagna di Capena, a trenta chilometri da Roma, in una zona di natura protetta. É un progetto di architettura organica, una casa di curve e di luce che si presta con la sua cucina professionale e la sua grande sala per questi eventi. Il giardino intorno è casa di due asini Noè e Nerina. Il clima che si respira è sempre quello di una festa e nel dopo pranzo si può trovare sempre una sorpresa per i bambini, una fiaba, dar da mangiare agli asini o altre attività ludiche e didattiche. Il menù comprende solitamente: Antipasti a Buffet, caldi e freddi, la scelta tra due primi, un secondo solitamente di carne, verdure varie, dolci fatti in casa, frutta e caffè Per raggiungere Casa Löic: - Autostrada A1: uscita Castelnuovo di Porto. alla prima rotonda seguire indicazioni Tiberina, alla seconda rotonda non prendere la prima uscita Capena ma la seconda uscita Morlupo-Capena, proseguire per circa 4 km e seguire indicazioni Casa Loic, una strada bianca sulla vostra sinistra che dopo 600 mt termina a Casa Loic. - Per la via Flaminia: prima del tunnel di Prima Porta girare sulla destra per la via Tiberina, dopo circa 15km alla rotonda seguite le indicazioni sopra riportate per la seconda rotonda.

SOPRA: FABRIZIO APHEL RESPONSABILE CASA LOIC E L’ASINELLA NERINA. SOTTO: ALCUNI MOMENTI DELLA VITA NELLA LOICANDA

www.assoloic.n

et

Per essere in mandare unaformati ass.loic@tin.it mail a di essere inserie chiedere ti mailing listnella

inquadra il Q -Code con il tuo cellR ulare


Claudio Auriemma

IMPRESE ETICHE - Funky Tomato

Funkytomato Pomodoro etico a filiera partecipata

Non solo pomodoro di qualità a filiera partecipata e sostenibile, ma un nuovo modo di fare Cultura partendo dalla terra. In questa azienda il progetto di qualità non è affidato al solo biologico ma attraversa l’arte e la musica, la narrazione e i rapporti umani.

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unkytomato è un pomodoro di alta qualità. Prodotto in Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e in Puglia, a Cerignola, FunkyTomato segue le pratiche dell’agricoltura biologica, dalla semina alla raccolta a mano, e sarà trasformato con lenti processi di spremitura e cottura per mantenere le proprietà di succo e polpa. Funkytomato è un’impresa legale in un territorio ad alto sfruttamento. Caporalato, pagamento a cottimo (3,5 euro per un cassone da 300Kg di pomodori), irregolarità contrattuali. FunkyTomato nasce dalla volontà di dare una risposta di qualità alle dinamiche di speculazione della terra e dei braccianti impiegati nella produzione lucana del pomodoro, dimostrando che si può interagire con l’economia di oggi anche facendo delle scelte oneste. Un progetto a filiera partecipata. Attraverso il preacquisto del prodotto, l’acquirente diventa parte integrante della filiera supportando lo sviluppo in itinere del progetto e ricevendo, a produzione ultimata, la quantità di prodotto

corrispondente all’importo versato. Ma è anche è una filiera culturale. Racconta ciò che accade nelle campagne dove FunkyTomato sarà coltivato e trasformato attraverso la produzione di video, la la realizzazione di dischi, attraverso attività nel campo delle arti figurative. Organizzerà anche momenti d’incontro gastronomico, musicale e narrativo per valorizzare il senso profondo della filiera e delle produzioni agricole: le relazioni umane. All’interno di Funkytomato, ci sono agricoltori, agronomi, braccianti, artisti, cuochi ed artigiani. Il lavoro di questa azienda etica comprende varie fasi: Individuare agricoltori che producono pomodoro di alta qualità, fare in modo che tutti i lavoratori di queste aziende abbiano regolari contratti di lavoro e sostenere la produzione attraverso privati, ristorazioni, GAS che pre-acquistano il pomodoro secondo le modalità che si trovano sul www.funkyto sito. Scoprirete che si posmato.it sono avere ottimi prodotti a Dal sito potrete loro iniziative seguire le prezzi accessibilissimi la filiera pa e seguire preordinando rtecipata il pomodoro a prezzi assolu tam competitivi ente inquadra il Q R-Code


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IMPRESE ETICHE - Net Etica

Eticamente in Rete Abbiamo scoperto Net-Etica, una società fuori dagli schemi convenzionali dove l’etica e il sociale sono al primo punto dell’ordine del giorno. Loro partono da un pensiero. Prima di costituire la società e di darsi da fare sul territorio, si sono chiariti cosa effettivamente volessero fare da grandi. Andrea ed Antonio Esposito, titolari dell’azienda, ci raccontano che il loro obiettivo era quello di fare business eticamente, in modo che la comunità, comunque, dal loro lavoro ne abbia tratto vantaggio. Ad Oggi NetEtica fornisce connessione web velocissima anche in zone non raggiunte dai normali operatori e non mette filtri alla nostra navigazione in modo che non veniamo indirizzati verso contenuti commerciali. Un piccolo Golpe nel mondo dell’informatica e dell’informazione

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et-etica come nasce? Quale è il suo scopo?

ANDREA l’idea di net-etica nasce dalla voglia di colmare il divario strutturale per la connettività web che era presente sul territorio. La dove gli operatori telefonici sono carenti sul territorio, abbiamo pensato di fornire la possibilità di poter usufruire di una connessione. Da informatici abbiamo pensato che avevamo il know-how per poter dare connettività anche a chi era meno raggiunto dai soliti operatori che tutti conosciamo. GP quindi operate principalmente nel campo della connessione web ANDREA quello è stato il primo passo, il nostro primo bisogno era dare connessione, poi da li siamo partiti per fare molto altro. La net etica ha creato un’infrastruttura sul territorio e dei sistemi di rete su cui possiamo far girare molto altro. Per esempio oggi forniamo anche servizio di telefonia grazie al sistema VOIP e inoltre tutti i nostri clienti hanno a disposizione il loro IP pubblico statico, cosa questa molto importante e ne facciamo un vanto. Questo è compreso in ogni pacchetto commerciale che offriamo a partire da quello base. La possibilità di avere un IP statico permette di usu-

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fruire di vari servizi, noi, in particolare ci occupiamo anche di videosorveglianza e l’IP statico permette di poter remotizzare ed utilizzare questi sistemi. GP alla data odierna questi servizi su che area li fornite? Da dove è possibile connettersi con Net Etica? ANDREA ad oggi siamo in grado di coprire tutta la valle Prenestina, ovvero partendo dal raccordo arriviamo fino a Colleferro, quindi fino alla Valle del Sacco. Abbiamo messo varie antenne in posizione elevata, da Castel San Pietro a Palestrina, da Monte compatri a Carchitti e via così in modo da garantire copertura. GP Perché vi definite etici? ANDREA Il nostro scopo fu quello di rendere equo il rapporto qualita-prezzo del servizio che si offre e ribadisco, garantire connessione a chi non può ottenerla grazie a principali gestori. Inoltre abbiamo fatto un operazione di assoluta trasparenza verso il cliente. Per quanto riguarda i vantaggi tecnici, oltre quelli elencati mi viene in mente che noi, a differenza di altri non mettiamo filtri, ne ora e ne credo in futuro, alla nostra rete, per cui i nostri clienti sono liberi di accedere alla rete senza che il gestore indirizzi la propria navigazione verso i propri obbiettivi commerciali. Mi spiego meglio alcuni gestori fanno accordi commerciali e pertanto nelle nostre ricerche saremo indirizzati prioritariamente su alcuni siti piuttosto che su altri. Ecco, questo noi non lo facciamo. Il cliente naviga nella completa autonomia e trasparenza. Unico problema potrebbe essere che in alcuni momenti il server di quel sito sia saturo e non si riesce ad accedervi, ma questo non dipende dal servizio. Per Informazioni: www.net-etica.it/


LE BESTIE SIAMO NOI

Gretel Cantalice

SI AL CIRCO

MA SENZA ANIMALI! Il circo e l’arte circense è dimostrato siano un patrimonio artistico che in tutto il mondo va valorizzato. L’arte della giocoleria, l’affabulazione, la favola degli acrobati che si inseguono nel vuoto, sono uno spettacolo eccezionale che ha sempre affascinato grandi e bambini. Gli spettacoli che ci regala il Cirque du Soleil, per fare un nome a caso, è impagabile. Non capiamo però perché alcune famiglie di circensi si ostinino a fare spettacolo mostrando principalmente animali, esotici e non, ostentati e umiliati con spirito di conquista e di dominio, tralasciando l’arte dello spettacolo magico del tendone

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nche quest’anno, dal 15 al 19 ottobre, si terrà a Latina il Festival Internazionale del Circo, e, anche quest’anno, il Sabato in contemporanea, un corteo nazionale sfilerà per le vie della cittadina per esprimere tutto il dissenso verso questa manifestazione. Ma perché No ai circhi? Quali sono i motivi di un rifiuto così forte? Innanzi tutto occorre precisare che i circhi che si esibiranno a Latina sono quelli delle più antiche dinastie di circensi: Orfei, Medrano, Togni, Barnum, cioè quelli che hanno prosperato prediligendo sempre più, nel tempo, gli spettacoli con animali alla clowneria e all’acrobatica, finendo con l’essere ormai solo una collezione vagante di animali: fino a 160 specie diverse nello stesso spettacolo. Il corteo quindi è un No ai circhi con animali che offrono esibizioni crudeli ed anacronistiche di tristi creature ridotte a caricature

UN MOMENTO DELL’ADDESTRAMENTO

inverosimili, basti pensare DEGLI ELEFANTINI IN UN CIRCO CHE USA al classico orso sul ANIMALI COME ATTRAZIONE triciclo con un gonnellino. Circo di ben altra natura e spessore è invece riferimento internazionale e vero quello che si riunisce per trampolino di lancio del settore. FUNAMBOLIKA, rassegna di arte circense che si tiene da 10 anni a E’ il Festival Internazionale Pescara (a giugno), che è ormai un del Nuovo Circo , in cui a dar

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GP spettacolo è la vera arte circense, quella capace di tenere col fiato sospeso e a naso all’insù grandi e piccini, capace di sorprendere, far ridere, destare meraviglia, per il coraggio, l’abilità, la magia e la poesia di artisti raffinati. Lì gli applausi premiano talenti naturali, tecniche ardite, anni di passione, studio, esercitazioni, a Latina si plaudono il dominio, la violenza, la paura. Come ci si esercita dietro i tendoni dei circhi equestri lasciamolo raccontare agli stessi protagonisti: “La iena non la domini mai perché non capisce. Puoi punirla 100 volte e lei 100 volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre se sta buona nessuno le fa niente” Liana Orfei “Restavo solo con le tigri e le punivo in modo che esse non avrebbero dimenticato… E’ il gioco del domatore di leoni. Egli fa agire il leone sotto la costante paura della morte e lo ricorda al leone con migliaia di punzecchiature, ferite e frustate. Il leone ruggisce la sua protesta ma va avanti con l’esercizio perché non vuole morire” Alfred Court domatore francese. Ecco il backstage dei circhi equestri, fruste, bastoni, ferri roventi, scariche elettriche, uncini, fame e paura, ci si chiede se nel III millennio sia lecito considerarlo ancora uno spettacolo per bambini. Ci si chiede quanta differenza ci sia dal mostrare la Donna cannone o l’ottentotta. Un elefantino in natura vive con la mamma fino a 5 anni, per il circo viene catturato a 2 anni per “spezzargli” la volontà e il carattere. Un elefante si siede sulle zampe posteriori solo perché ha paura di un ferro rovente sotto la gola, viene trascinato di paese in paese chiuso in camion angusti, costretto a subire il gelo di inverni che non dovrebbe conoscere. I bambini oggi hanno ben altri strumenti per sapere chi è un

elefante e una caricatura sofferente non può essere proposta nemmeno quale fonte di divertimento.

Il corteo del 17 ottobre vuol sensibilizzare l’opinione pubblica su tutti gli aspetti sopra descritti con la speranza che l’Italia diventi presto il prossimo paese a vietare l’attendamento ai circhi con animali sul proprio territorio, perché sono già 28 i paesi nel mondo hanno chiuso la porta in faccia alla tortura, in Europa: Austria, Belgio, Croazia, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Malta, Polonia,

Questi patetici spettacoli servono solo a giustificare ed alimentare filiere di guadagni immensi perlopiù illegali, che si vantano di avere fini scientifici o didattici. Affinchè si possa approfondire quanto non sia opportuno per i bambini assistere a questo tipo di spettacoli, esiste in rete un manifesto sottoscritto da più di 600 (600!) tra psicologi e psicoterapeuti Sulle valenze antipedagogiche dell’utilizzo degli animali nei circhi, zoo, ecc. Manifesto sott che vi invitiamo a oscritto da più di 600 visionare, lo troverete nel post-it pubblicato psicologi e psic tra oterapeuti in questo pezzo. c h e v i i E che dire dell’aspetto viosionare,nsvuitliamo a economico di questo le valenze grande, qui ci vuole, a n t i p e dagogiche carrozzone? Quanti d e l l ’u t i contribuenti sanno o degli animali neliizz di mantenere i circhi con animali con i loro ecc inquadra icirchi, zoo, l QR-Code soldi? E si, perché c o n i l t u questi dispensatori o cellulare di spettacoli osceni sopravvivono ormai solo grazie ai finanziamenti elargiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Solo dal 2010 al 2013 è stata concessa una media annua di circa 3 milioni di euro statali a circhi e strutture circensi con animali (i dati ufficiali del 2014 sono attualmente incompleti) e tra i beneficiari di fondi pubblici vi sono anche sei circhi sotto processo, e due già condannati in via definitiva per maltrattamenti di animali e detenzione incompatibile.

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Slovacchia. Spagna, Svezia, Regno Unito e Portogallo. E nel mondo Costa Rica, Australia, India, Israele, Messico Li raggiungiamo?


TEATRO E DINTORNI

Elisa Capo

Gas e Cultura I gruppi di acquisto solidali cambiano, si evolvono e fanno nuove proposte. Decidono quindi di proporre l’acquisto non solo cibo ma anche di cultura. Si inizia dal Teatro. Lorenza Zambon racconta il mondo dei giardinieri planetari in uno spettacolo insignito da un premio internazionale. Lo Spettacolo, preceduto da un aperitivo sostanzioso e seguito da un momento di scambio di semi diventa un occasione per continuare a cambiare direzione e andare verso il concetto di una cultura diffusa anche in luoghi fuori dalle logiche commerciali.

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hi ha detto che nei Gruppi di acquisto solidali si possono acquistare solo beni alimentari sostenibili. Un gruppo di acquisto è un insieme di persone che decide di fare una scelta ed indirizzare la propria scelta commerciale verso un indirizzo più vicino al progetto di sviluppo che ha preso a modello. In questo modello ovviamente non rientra solo il cibo, ma rientrano la Cultura, l’artigianato,il riciclo e quant’altro. In questo caso il Gruppo di Acquisto Gasilina, insieme allo spazio Timmagini, che gestisce uno spazio teatrale Off, ovvero fuori dai contesti istituzionali e commerciali, ha proposto di permettere ai GAS di acquistare Cultura, spettacolo e teatro al posto dei soli generi alimentari, un passo in avanti verso la distribuzione capillare della cultura attraverso canali alternativi e controllati non solo dalle logiche di mercato ma dall’emotività e dalla speranza di scalare il nostro futuro . Timmagini ha uno spazio destinato alle arti visive in zona San Cesareo Sabato 26 settembre ha ospitato lo spettacolo teatrale di Lorenza Zambon (nella foto) “Semi di futuro, terza lezione

per giardinieri Planetari”, vincitore del premio internazionale Portus 2015. La serata è iniziata con un’ apericena o meglio, come hanno voluto descriverlo gli organizzatori con un apertitivo “rinforzato”, offerta dai produttori del mercato contadino di Zagarolo partner dell’evento, e continuerà con lo spettacolo, per finire con lo scambio di semi e con la presentazione del progetto “compriamo cultura”. L’obbiettivo è di che vuole creare una rete di Gas per poter portare

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nel Lazio spettacoli da altre regioni, cercando di coordinare le date così da poter agevolare sia gli organizzatori, che potranno usufruire di cachet più bassi, che le compagnie che si troveranno a poter fare più spettacoli in una sola trasferta. Si inaugura quindi un modo diverso di portare cultura nel territorio e pone le basi per poter vedere nella provincia di Roma spettacoli ma anche documentari, musica, presentazioni di libri e fumetti che faticano a circolare seppur di pregevole fattura.


GP

VISIONI

Ameluk Storia di un povero cristo… musulmano

È

Venerdì Santo. A Mariotto, un minuscolo paese della Puglia, tutto è pronto per la Via Crucis, ma l’interprete di Gesù, il biondo parrucchiere Michele, si siede sulla corona di spine. È l’inizio del calvario: il tecnico delle luci, Jusef, mandato inconsapevolmente allo sbaraglio dall’amico prete, sostituisce Cristo; ma è un musulmano. La notizia fa il giro del mondo e il mondo, insieme a Mariotto, si spacca in due. Jusuf, soprannominato Ameluk, verrà pure – suo malgrado – candidato a sindaco nelle elezioni locali. Sotto un fuoco incrociato, tra momenti drammatici e situazioni esilaranti, toccherà ad Ameluk riportare la pace. Immaginate se a trasportare la statua del santo Cattolico ci fosse un Musulmano, a qualcuno potrebbe venire in mente di storcere la bocca e dire: “Sacrilegio! Quello è un musulmano!”, sopratutto se siamo in una piccola comunità conservatrice di vecchi credi e tradizioni. “Ameluk” è un film “seriamente divertente”. Come si dice: “Quando il riso sgorga dalle lacrime, il cielo si spalanca”. Il film ha un tono leggero da commedia con momenti più profondi, toccanti e drammatici perché alla base dei contrasti fra i grandi temi c’è sempre l’essere umano e la sua difficile ricerca della felicità. “Ameluk” è un film corale che parla dell’Italia e degli italiani e che prova ad affrontare un tema universale come il confronto-scontro tra fedi e culture diverse. Oggi è disponibile nei negozi di dischi e su tutti gli store digitali. Un film diretto da Mimmo Mancini, prodotto da RM consulting e distribuito da Draka Cinema & Musica, con le musiche di Livio Minafra

unlearning

la vita comincia quando finisce la zona comfort

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80 giorni di viaggio di una famiglia che ha deciso di abbandonare la quotidianità per fare un esperimento di decrescita. Ridurre bisogni e consumi per cercare di ritrovare energia e affetti. Unlearning, è il viaggio di Lucio, Anna e Gaia attraverso ecovillaggi, comunità, famiglie itineranti per conoscere chi ha avuto il coraggio di

cambiare. Un documentario familydriven che racconta il punto di vista non certo oggettivo di un’ ansiosa insegnante in aspettativa, un regista televisivo stanco di format ripetitivi e una bambina di 5 anni in balia degli eventi. Sei mesi di viaggio al costo di poche centinaia di euro: per realizzare il progetto la famiglia ha usato il baratto scambiando competenze, casa, oggetti e tempo… Senza un’autovettura a disposizione hanno dovuto arrangiarsi con il carpooling, percorrendo così oltre 5000 Km in compagnia di sconosciuti; Hanno lasciato a casa paranoie, retaggi culturali imposti, prestandosi a dare una mano nei modi più disparati per ottenere vitto e alloggio. Un documentario sulla fiducia, su un’Italia di uomini, donne e bambini che, all’omologazione, hanno risposto facendo della propria esistenza un inno alla diversità per aprirsi al cambiamento. Al momento il documentario è impegnato in vari festival intorno al mondo e non sarà facile poterlo vedere nel suo completo, ma seguite Unlearning su www.unlearning.it e scoprirete quando sarà possibile vedere il documentario per intero. Intanto potete vedere un trailer del film inquadrando il QR-CODE del video

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ORTI, BALCONI E GIARDINI

Gabriele Ortenzi

L’orto vuole

l’uomo morto..? Stanchi di faticare nell’orto lavorando sotto al sole, sotto alla pioggia? Gettarci tonnellate d’acqua solo per veder crescere qualcosa che poi mangeremo dopo tanta fatica? Benissimo vi diamo una notizia che sarà molto apprezzata da noi pigri. Puntiamo alle spontanee. Quelle piante che possiamo guardar crescere solo leggendo un libro o fumando un buon sigaro. Nel mondo delle piante spontanee, o meglio conosciute come “erbacce”, possiamo scoprire delle specie sorprendenti. Utili, commestibili, buone e medicinali. Solo il fatto che non vanno molto seguite nella loro proliferazione è interessante, se poi sono anche utili è fantastico.

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faccio la paragonando e all’energia le mie piante

gni anno, a fine estate, dopo la raccolta degli ultimi ortaggi, dismetto gran parte dell’orto, recupero i tubi per l’irrigazione e puntualmente mie valutazioni il raccolto alla fatica spesa per mantenere per tutti questi mesi.

Inizio da marzo con le prime semine in semenzaio, facendo attenzione alle temperature, la collocazione e tutte le cure del caso, in un delirio di vasi e vasetti, travasi e terra preparata. Nel frattempo sistemo il terreno esterno che vedrà la messa a dimora delle suddette: l’orto vero e proprio. In genere si rigira il terreno, si concima, si tolgono le “erbacce”, si delineano i confini e si preparano le strutture per il mantenimento e la crescita ottimale delle piante, dall’impianto di irrigazione a sostegni di canna, cassoni di legno, bancali e spostamenti di terra. Mentre continua la germinazione in semenzaio fino a maggio/giugno, per le altre varietà, l’orto già prende forma. Zappettature, acqua, primi interventi antiafidi, vangature, costruzioni di nuovi cassoni, pacciamatura, nuova pulizia dalle “erbacce” e così via. Insomma, questa faticaccia si protrae per i mesi estivi, con un consumo di acqua sempre maggiore e anche un aumento di parassiti e malattie.

L’orto ha un equilibrio delicatissimo che va seguito quasi ogni giorno e al primo accenno di cedimento bisogna intervenire tempestivamente, onde evitare di mandare il raccolto in malora. La soddisfazione per i primi pomodori, però, è enorme, per non parlare dei fiori di zucca, le zucchine, la lattuga, le patate e a fine estate melanzane, peperoni, peperoncini e pochi altri ortaggi che non rendono autosufficienti, ma soddisfano le nostre aspettative: quelle di mangiare almeno per un paio di mesi, i prodotti del nostro orto e pronunciare la fatidica frase “Beh, il sapore è un’altra cosa e poi vuoi mettere la soddisfazione?”. Mi chiedo se sia così soddisfacente spendere tutta questa energia e questo tempo per produrre così poco. Per produrre un kg di patate, possiamo arrivare a consumare mediamente cinquecento litri di acqua, mentre, all’estremo, per un kg di riso arriviamo a duemila litri. Un orto casalingo di quaranta mq arriva a consumare circa diecimila litri di acqua da maggio ad agosto. Tutto il prodotto del nostro orto, sul mercato, se volessimo venderlo, potrebbe avere un valore di nemmeno un centinaio di euro e, in termini di tempo ed energia, le risorse spese per produrre questi ortaggi sono estremamente più dispendiose; inoltre, questo modo di produrre cibo, impoverisce, di anno in anno,

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GP il suolo, costringendoci a concimare sempre di più. Immaginate questo modus operandi su larga scala, applicato in aziende con decine, se non centinaia di ettari. Eppure, osservando un po’ più in là del nostro orto, possiamo notare rigogliosissime distese di erbacce che convivono a decine, intrecciate l’una con l’altra, di cui ci accorgiamo solo quando dobbiamo bonificare un determinato terreno. Queste “erbacce infestanti” o erbe spontanee, così resistenti all’incuranza dell’uomo, crescono senza malattie, non subiscono gli attacchi di parassiti e, oltre ad essere in gran parte commestibili, sono utili in molte occasioni della nostra vita quotidiana. Così, in tutte le stagioni, possiamo osservare floridi intrighi di topinambur, rovi, piantaggine, cicoria, equiseto, ortica, portulaca, verbasco, menta, potentilla, tarassaco, luppolo, borragine, malva, erba cipollina, borsapastore, acetosella, pimpinella, finocchio selvatico, cardo, crespigno, rucola selvatica, iperico, rosa canina, vitalba, amaranto, parietaria, farinaccio, lampascione, buonenrico, sambuco, consolida,

asparago selvatico e tantissime altre varietà che senza l’aiuto di nessuno, se non di un ecosistema ancora funzionante, crescono, fruttificano e si riproducono senza tregua. In quella che quasi in modo discriminatorio chiamiamo “macchia”, forse troviamo l’esempio per realizzare un orto in maniera più efficiente, sostenibile e intelligente. Alcune discipline, che sfruttano i saperi del passato, ma con l’approccio scientifico contemporaneo, offrono delle soluzioni proprio in questo senso, ovvero nel creare sistemi autosufficienti, ecosostenibili e rispettosi della libertà dell’uomo. La Permacultura è un contenitore di queste discipline in grado di progettare insediamenti agricoli simili agli ecosistemi naturali, e quindi in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un basso impiego di energia. Dall’osservazione della natura nascono sistemi intelligenti che sarebbero in grado di sfamare l’umanità in maniera continuativa, riabilitando l’uomo nell’ecosistema. Cominciamo adesso a guardare alle piante spontanee anche dette “erbacce” con un occhio diverso.

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Claudio Auriemma

S

ONO I RIFIUTI IL TEMA DEL SECOLO. NEL BENE E NEL MALE. VIVIAMO IN UN PAESE CHE PRODUCE CIRCA 120MILIONI DI TONNELLATE DI RIFIUTI ANNUI, BUONA PARTE INDUSTRIALI E UNA PARTE MINORE, CIRCA 30MILIONI DI TONNELLATE SONO PRODOTTI DAI COMUNI ITALIANI. DIETRO A QUELLO CHE NOI CHIAMIAMO SCARTO, IN REALTÀ SI CELA UN MONDO AFFASCINANTE CHE È QUELLO DEL RIUSO E DEL RICICLO. UNA PRATICA ORMAI OBBLIGATORIA CHE DEVE PORTARE A RISULTATI SEMPRE PIÙ IMPORTANTI NEI PROSSIMI ANNI. QUESTA È ORMAI UNA REALTÀ PER LA MAGGIORANZA DEI RIFIUTI PRODOTTI DAI CONSUMATORI, RESTA DA CAPIRE CHE FINE FANNO 45MILIONI DI TONNELLATE DI SCARTI INDUSTRIALI CHE PRENDONO STRADE POCO TRACCIABILI. CI FACCIAMO RACCONTARE IL MONDO DEL RICICLO DA DEMETRIO DE STEFANO, AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA SOCIETÀ AMBI. EN.TE. S.P.A, SOCIETÀ DI GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA ZONA PRENESTINA E DA CHIARA MORBIDINI DEL CONAI, PRINCIPALE CONSORZIO CHE INDIRIZZA IL MATERIALE RECUPERATO VERSO LE PIATTAFORME CHE LO TRASFORMERANNO E GLI DARANNO NUOVA VITA

i miei sono

separati! differenziamoci! fa bene e conviene


Apertura I Miei Sono Separati

Uno Sguardo all’ Ambi.En.Te

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Demetrio De Stefano Amministratore Delegato Ambi.En.Te S.p.A

l tema dei rifiuti è un tema controverso e discusso. Siamo abituati a vedere il marcio dietro al business della gestione degli stessi. Le discariche, gli inceneritori, sono visti come nemici e tali sono, ma i rifiuti, o meglio gli scarti che accompagnano la nostra vita possono essere amici se gestiti in maniera virtuosa. Intanto la prima cosa da capire e da diffondere è che la produzione dei rifiuti va limitata. Produrre rifiuti è un atto dannoso e l’uso di imballaggi andrebbe migliorato anche da parte degli stessi produttori in modo da poter produrre il minimo possibile di rifiuti da immettere nel pianeta. Ovviamente una parte di rifiuti li produrremo, ma a questo punto entra in campo il tema del riuso e del riciclo. Oggetti che a noi non servono più, possono servire ad altri. Vari materiali, dalla plastica al legno, possono trasformarsi in oggetti e prendere nuova vita. La carrozzina di un bimbo che cresce può diventare la carrozzina di un’ altro bambino e così via. Alla fine di una virtuosa filiera, rimarrà meno rifiuto. La minima parte di quello scarto sarà destinato a finire in discarica, ma la stragrande maggioranza di quello che noi buttiamo nasconde un valore che spesso non siamo in grado di comprendere. La Plastica, il Vetro, l’alluminio sono materiali che rimessi in circolo prendono nuove strade e diventano altro. Prendono una nuova vita e diventano altri oggetti. Considerate che con un certo numero di lattine di birra, che avremo preventivamente svuotato in compagnia dei nostri amici, si può dare vita ad un bicicletta che ci potrà accompagnare a lavoro o nelle scampagnate con la famiglia. Andiamo a scoprire come questo sia possibile facendo due chiacchiere con la Società Ambi.En.Te SpA che gestisce i rifiuti nella zona dell’agro romano e con i consorzi che garantisco un riciclo di quella parte di rifiuto che può essere riutilizzato e riciclato.

Dopo aver chiesto informazioni sul processo dei rifiuti siamo stati ricevuti dall’Amministratore Delegato Demetrio De Stefano (nella foto in basso a destra), al quale abbiamo rivolto alcune domande. Per prima cosa ci spiega che la società da lui amministrata produce un report di sostenibilità che dal prossimo anno sarà anche certificato da GRI (Global Reporting Iniziative) e quindi sarà un vero bilancio sociale che illustrerà come il materiale conferito grazie alla raccolta differenziata può generare ricchezza. CA: Dott. De Stefano quanti Comuni serve la sua società? DDS: serviamo 13 Comuni ad oggi dei quali quasi tutti fanno la raccolta differenziata. Castel San Pietro Romano è partito proprio in questi giorni, manca parte di San Cesareo ma la stragrande maggioranza dei Comuni che serviamo fanno la raccolta porta a porta anche con buoni risultati. Siamo mediamente oltre il 62% di conferito separato quindi non possiamo assolutamente lamentarci (.....) DDS: vede questo risultato, ma anche risultati migliori di questo, sono possibili se si riescono a mettere insieme tre fattori. Primo fattore sono Sindaci e Amministratori che ci credono, secondo l’inforph: Riccardo Castagnacci mazione e la sensibilizzazione che viene data ai cittadini e solo in ultima parte alla società di gestione che ridividono quello che è stato sbagliato ad inserire nei sacchi non destinati

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GP alla discarica. Se il cittadino vede l’impegno dell’amministrazione che da il buon esempio, allora forse ritiene che quello che si sta facendo ha un senso ed è una cosa giusta, altrimenti pensa che sia solo una manovra speculativa che obbliga a fare un lavoro in più e ad essere multato nel caso non lo faccia bene. Abbiamo notato che anche il semplice gesto simbolico del Sindaco in strada che la mattina controlla la qualità della raccolta, ha un effetto eccezionale sullo stimolo di adesione al progetto. La popolazione ha bisogno di informazione e di stimoli, questo ormai ci è chiaro.

scuola è fondamentale che anche le amministrazioni si pongano nella condizione di fare il primo passo. Alcune realtà associative del territorio di Zagarolo hanno proposto varie attività da svolgere come propedeutiche ad un miglioramento della raccolta. Prima fra tutti, che tra l’altro ha avuto un buon successo, era quella di fare la differenziata anche duranti gli eventi del territorio come Sagre e feste. Pensa possa essere utile?

DDS:assolutamente si, non si deve mai interrompere, bisogna fare in modo che la differenziata diventi routine, un gesto normale. Un bambino non dovrà mai immaginare che i rifiuti si gettano in un unico contenitore, ma cresca con la concezione che ogni rifiuto va in un contenitore diverso. Una volta che il bimbo cresce così, un domani non sarà mai in grado di tornare indietro e il suo bagaglio culturale glielo impedirà. In questo intervengono ovviamente due fattori la scuola ma anche la famiglia. Se si vive in una famiglia attenta tutto è più facile e porta a buoni risultati altrimenti il percorso è più difficile.

DDS: assolutamente positiva. Tra la l’altro noi come Società sapevamo bene dell’iniziativa e abbiamo fornito dei cassoni ben dimensionati. Queste sono cose che vanno diffuse e segnalate, per esempio so che Legambiente premia le pratiche virtuose. La gente deve capire che il rifiuto rilasciato in maniera indifferente, è anche uno spreco di risorse. E sarebbe pure importante che si dia un buon esempio facendo in modo che torni in tasca anche dei cittadini qualche soldino in modo che siano maggiormente incentivati. Bisogna capire che il rifiuto è come se fosse una grande miniera. La Comunità Europea ha posto come obiettivo per il 2020 di raggiungere almeno il 50% di materia prima recuperata. Quindi già trasformata in nuova materia. Noi ci stiamo avvinando a questo obiettivo portando ormai il 62% di materiali differenziati presso i centri di trasformazione.

CA: parliamo del buon esempio credo che inoltre alla

CA: io vorrei porle una domanda che riguarda un

ph: Francesca Pompei

CA: Reputa fondamentale che la formazione in tema ambientale parta dalla scuola?


Apertura I Miei Sono Separati

tema che sento spesso dire “che differenzio a fare tanto alla fine mischiano tutto” è vero?, falso?

ph: Riccardo Castagnacci

DDS: Oddio è una leggenda metropolitana, anche se però devo ammettere, ahimè, che qualche volta ha anche qualche riscontro nella realtà purtroppo realtà a noi vicine lo fanno. Nel caso della nostra azienda la smentisco completamente e a dimostrazione di questo portiamo i numeri che riguardano la nostra attività e la documentazione. Addirittura vorrei mettere delle telecamere per far vedere i processi ma avremmo dei problemi di privacy. Questo per fugare ogni dubbio verso i cittadini ma il nostro lavoro ad oggi lo possiamo rappresentare unicamente con le carte. Noi abbiamo tutto il materiale che documenta il rifiuto in carico quello che arriva nelle piattaforme di trasformazione. Noi come Lei saprà produciamo un report di sostenibilità, il primo passo verso la realizzazione di un bilancio sociale certificato che già dal prossimo anno dovrebbe essere disponibile. In questo report indichiamo, per chiarezza gli impianti in cui noi conferiamo come anche riportiamo tutti i dati che sono dati reali e misurabili lo verifichiamo anche dagli introiti che ci portano le varie filiere. Ogni tre mesi inoltre a campione facciamo aprire i sacchi neri per capire come sta andando la raccolta e quali sono gli errori più frequenti. Al momento ancora il 37% di rifiuto va in discarica ed è un dato miglio-

rabile. Qui a Ciampino per esempio abbiamo trovato ancora un 30% di plastica, un 30% di carta e altro quindi capisce che il risultato da raggiungere è molto migliorabile. CA: Lei mi accennava che un ulteriore selezione sui sacchi colorati la fate voi, quindi il sacco nero non lo trattate? DDS: i sacchi di vetro, carta e plastica li selezioniamo, mentre l’organico no. Se l’umido è inquinato ce lo rimandano indietro e questo è un doppio costo che ricade sulle spalle dei cittadini. Devo dire però che noi abbiamo riscontrato comunque dei dati molto buoni. Nei comuni meno ricicloni l’umido è buono al 95% per cui direi che è una percentuale bassa. Il sacco nero invece lo analizziamo solo a campione. Esiste però un nostro progetto che prevede il trattamento anche del sacco nero. Abbiamo immaginato un impianto che vorremmo realizzare e che separi anche il sacco nero. CA: ma questo non potrebbe scoraggiare il cittadino a differenziare? DDS: il risultato non avrebbe la qualità raggiunta dal singolo cittadino. Lei immagini i cittadini come di impianti separatori, farebbero una scelta molto più accurata di un singolo impianto questo porterebbe ad un calo dei dati percentuale e questo non lo vogliamo. É


GP nostra intenzione intervenire solo sull’errore, in modo aumentare invece la quantità del recuperato CA: Per chiudere vorrei farle un domanda per sapere se lei ha dati migliori dei miei invece sulla mala gestione dei rifiuti. Sappiamo che come tali sono un business per la sua azienda lo sono anche per la malavita. Che situazione abbiamo oggi in Italia? Abbiamo visto che in passato c’è stato il boom di questo mercato quale è la situazione ad oggi? DDS: Deve sapere che in Italia si producono 120Milioni di tonnellate di rifiuti. Di questi 30Milioni sono i famosi RSU i rifiuti solidi urbani, quelli prodotti da cittadini di tutti i comuni italiani. Ne rimangono 90Milioni, che sono rifiuti industriali e speciali. Su quelli urbani sull’RSU c’è un controllo quasi totale. Sono quantità monitorate, si conoscono hanno una filiera loro. Rimangono i 90Milioni, di questi circa la metà sono inerti, materiale da costruzione e anche questi grosso

modo vengono riciclati. I restanti 45Milioni di tonnellate sono in balia del “non si sa”. Avevano provato a fare dei controlli ma lì dentro c’è di tutto dal chimico in poi. Purtroppo l’industria ha interesse a risparmiare sulla gestione degli speciali e quindi potrebbe chiudere un occhio sulla filiera. Questi sono dati che non so di preciso ma è facile immaginare, viste le quantità, che siano molto prossimi alla realtà. CA: quindi leggendo i suoi dati, la quantità di rifiuti che potrebbe essere in mano alla malavita è addirittura superiore alla quantità di rifiuto generato da tutti i Comuni Italiani? DDS: Purtroppo si, se va sul sito di ISPRA ne troverà conferma, sono dati ufficiali. Mentre superiamo la Germania per la qualità di riciclo, per esempio sull’olio o sul legno, in questo settore siamo ancora molto carenti.

Riciclo e Ricicloni

Il Lavoro del CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi

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el momento in cui compriamo qualsiasi oggetto o genere alimentare, l’imballaggio che lo contiene nasce per aiutarci nel trasporto e nella conservazione degli alimenti o dei generi che abbiamo acquistato e dei quali facciamo un consumo costante nel corso della nostra vita. Oltre al prodotto, dunque, anche l’imballaggio ha un valore. É importante non considerarlo un rifiuto ma capirne il suo valore ed indirizzarlo nella giusta direzione in modo che sia riciclato e possa compiere un percorso che lo porterà ad avere altre numerose vite.

Grafica gentilmente concessa dal CONAI

Quando parliamo di rifiuti domestici dobbiamo capire che buona parte di questi è composta da scarti alimentari, e quindi da rifiuti organici. Un’altra parte è composta da imballaggi, che sono riciclabili, mentre la parte residuale dei rifiuti, quella non riciclabile, può essere avviata ad altre forme smaltimento, tra cui la discarica.

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Tutto ciò che noi acquistiamo, in un modo o nell’altro, è contenuto in un contenitore che lo conserva, ne garantisce l’igiene e la trasportabilità, gli dà un aspetto più gradevole e appetibile per il consumatore e lo porziona in modo da poter essere acquistato in dosi adeguate al normale uso periodico. Questa è in poche parole la funzione dell’imballaggio. É necessario quindi capire che è importante riciclare con cura il contenitore di ciò che acquistiamo. Visto che non potremo fare a meno degli imballaggi, per affrontare il futuro in modo corretto è necessario che si creino alcune condizioni. Per prima cosa che la cultura e l’attitudine delle famiglie italiane a separare in casa correttamente i diversi materiali cresca sempre di più, in modo che i singoli elementi che compongono gli imballaggi prendano la strada giusta sulla via della raccolta differenziata e del riciclo. Seconda condizione necessaria è che le aziende che producono imballaggi li progettino in modo che sia facile poi differenziarli. Imballaggi di materiali misti, vetro-plastica, carta-plasticavetro- metallo, devono essere semplici da separare in modo che il consumatore non si trovi in difficoltà nel farlo. Sarebbe meglio che siano di un unico materiale,

ma dove non è possibile, sarebbe consigliabile che in fase di progetto, si studino in modo che siano facilmente separabili in modo da essere conferiti correttamente. Per alcuni prodotti come per esempio i saponi e i detersivi, si possono anche utilizzare delle confezioni da ricaricare in modo da riutilizzare sempre lo stesso imballo. Esistono attività commerciali, sparse un po ovunque, anche se non numerose, che danno questo servizio, in ogni caso dovremmo ricordarci di differenziare correttamente anche tali contenitori, una volta giunti a fine vita. Se ben trattati diventano un valore e gli stessi ritornano ad esserlo in quanto vengono nuovamente trasformati in materia prima seconda. Dai rifiuti riciclati rinascono molti oggetti, dall’alluminio riciclato si possono produrre, ad esempio, nuove caffettiere, dall’acciaio riciclato nuove pentole, dalla carta i quotidiani, dal legno nuovi mobili e scrivanie, dalla plastica, felpe e coperte in pile, dal vetro nuove bottiglie, identiche all’originale. A occuparsi di questa filiera sono i consorzi di recupero. La madre di tutti questi è il CONAI, Consorzio nazionale Imballaggi, è un Consorzio privato che opera senza

QUESTE DUE IMMAGINI SONO GENTILMENTE CONCESSE DAL CONAI E SONO ESTRATTE DALLA MOSTRA FOTOGRAFICA “DA COSA RINASCE COSA”, LA COLLEZIONE DI SCATTI DI CHRIS BROADBENT.

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GP fini di lucro ed è la risposta a questa richiesta. Nato del 1997, il Consorzio ha segnato il passaggio da un sistema di gestione basato sulla discarica ad un sistema integrato, che si basa sulla prevenzione, sul recupero e sul riciclo dei sei materiali da imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro. Al CONAI aderiscono oltre 1.000.000 di imprese produttrici e

utilizzatrici di imballaggi oltre che collaborare con i Comuni in base a specifiche convenzioni regolate dall’Accordo quadro nazionale ANCI-CONAI e rappresenta per i cittadini la garanzia che i materiali provenienti dalla raccolta differenziata trovino pieno utilizzo attraverso corretti processi di recupero e riciclo. Il Consorzio in realtà gestisce in tutto 6 Consorzi di recupero dei mate-

riali: acciaio (Ricrea), alluminio (Cial), carta/cartone (Comieco), legno (Rilegno), plastica (Corepla), vetro (Coreve) Tutto questo lavoro serve a recuperare ben il 77.7% degli imballaggi immessi in commercio e a garantire che almeno il 65.9% del totale del recuperato sia riciclato e immesso nel mercato della materia prima in modo che possa prendere un altra forma e una nuova vita.

La Carta Etica del Packaging

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l progetto per una Carta Etica del packaging na- al quale convergere. Un documento di principi da sce da un’ipotesi emersa da molteplici sollecita- condividere per accompagnare il packaging verso zioni; si è concretizzato nell’incontro tra mondo un futuro più consapevole. della ricerca universitaria, dell’editoria di setto- La Carta etica del Packaging si pone come strure, delle associazioni rappresentative delle im- mento per una “cultura di sistema”: intende metprese; si è tradotto in un tere in rapporto obblighi documento aperto che e diritti che legano il mosollecita l’impegno di mento della produzione tutti i soggetti coinvolti con quello dell’utilizzo e nella progettazione, nella consumo, soggetti che IL PACKAGING SI PONE COME produzione, nell’utilizzo sono portatori di obbliSTRUMENTO PER UNA degli imballaggi. ghi e soggetti che godo“CULTURA DI SISTEMA” no di diritti e aspettative. Il packaging, oggetLa Carta etica del Packato essenziale e talvolta ging mette in relazione il contraddittorio, sta vipiano dei diritti, il piano vendo una fase di piena dei principi, il piano dei maturità; come tale, richiede di aprire un percor- valori per sancire un contratto ideale tra gli attori so di riflessione condiviso per consentirne un’e- del sistema, affinché si impegnino a condividere voluzione nel rispetto dei bisogni del consuma- principi verso cui tendere, senza sovrapporsi alle tore, dell’utilizzatore, dell’ambiente, della società. normative, e rendendo pubblica questa scelta. La Carta etica del Packaging vuole essere, quindi, uno strumento di riflessione e di impegno, attorno http://www.cartaeticadelpackaging.org/it/


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Eventi Pubblici ad impatto 0 C’è Festa ma non si differenzia. Sarebbe ora di dare il buon esempio

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n gruppo di cittadini di Zagarolo, dopo aver notato una certa distrazione sulla gestione dei rifiuti nei grandi eventi del paese, si organizza e con l’appoggio della nostra testata, Il Comitato Difesa del Territorio in collaborazione inoltre con il Comune di Zagarolo, attiva un eco-gruppo che vuole trasformare la Sagra dell’Uva in un Eco-festa. Nel corso del più grande evento del paese si farà la raccolta differenziata e buona parte degli stand utilizzeranno materiale compostabile per servire i pasti e le bevande. Con l’aiuto dei cittadini, si farà un piccolo grande passo verso la crescita culturale e la sostenibilità ambientale. La Sagra dell’Uva di Zagarolo è uno degli eventi più attesi dell’anno dai cittadini e dalla popolazione circostante, che nei suoi tre giorni di svolgimento vanta la partecipazione di numerosissimi visitatori. Si parla anche di 30.000 presenze, 12 stand gastronomici, visite guidate, incontri di letture dialettali, musica, mercato contadino e varie altre attrattive. Il centro storico del paese e i suoi vicoli si riempiono di allegria ma quest’anno la Sagra si aggiudica un ulteriore grande passo avanti dal punto di vista culturale e di rispetto ambientale. É stato proposto un tavolo di lavoro condiviso con il Comune, la società che ritira e gestisce i rifiuti, la Ambi. En.Te S.p.A, la Testata il Gallo Parlante e il Comitato difesa del Territorio nel quale si è proposto che ogni stand presente alla Sagra avesse una sua piccola isola ecologica che rendesse intuitivo ai visitatori la necessità di differenziare i rifiuti. sono stati forniti cassoni sufficienti a garantire tante piccole isole ecologiche sparse tra gli stand, facili da individuare ed in prossimità dei luoghi ph: Raffaele Chianelli

dove più facilmente si producono scarti. Una sana gestione della separazione dei rifiuti, potrebbe far risparmiare un po di soldi ai cittadini, visto che l’amministrazione, risparmiando sulla separazione a valle del processo, potrebbe, con un piccolo impegno, far calare la tariffazione sui rifiuti. Viene fatta un ulteriore proposta: chiedere agli stand di utilizzare unicamente posate, stoviglie e bicchieri in materiale compostabile. L’uso di questo materiale permetterebbe inoltre di semplificare estremamente la gestione dei rifiuti durante la Sagra. Tutto il tavolo dove siedono i visitatori può essere sparecchiato molto facilmente. Va tutto nel cassone dell’umido, ovviamente separando vetro e materiale incompostabile. É stato raggiunto il consenso della maggioranza degli stand presenti alla festa. 7 stand su 12 utilizzano materiale compostabile oltre alcuni commercianti. Il Comitato di Difesa del Territorio ha a questo punto protocollato una richiesta presso tutti i Comuni della zona in modo che questa buona pratica possa essere estesa anche agli eventi realizzati da altre Amministrazioni. É stato fatto un piccolo passo per rispettare la raccolta differenziata che già si fa nei Comuni oggetto della lettera e inoltre si cerca di dare un buon esempio ai cittadini che se gli viene richiesto un piccolo sforzo, è bene che vedano lo stesso anche presso chi organizza eventi più o meno istituzionali.


GP

Raccolta Incentivata Raccolta Fortunata! Migliorare la Raccolta differenziata? Basta incentivare il cittadino

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iamo ormai prossimi all’appuntamento fissato dalla Comunità Europea che ci chiede di raggiungere un obiettivo minimo nella raccolta differenziata entro il 2015. Per raggiungere questo, il sistema “porta a porta” che ha visto la luce negli ultimi anni in quasi tutto il Lazio, è uno strumento essenziale se ben gestito, ma cerchiamo di far luce su alcuni particolari.

rifiuti che prevedano un incentivazione diretta. Andiamo a spiegare meglio queste due azioni/proposta.

La semplice raccolta, se effettuata con cura, è solo uno degli indici di una sana gestione dei rifiuti. Altro importante indicatore e il reale e d effettivo conferimento presso i consorzi del materiale raccolto e la sua destinazione nella filiera del riciclo. Questi due fattori, insieme, danno lo stato di salute della sana gestione dei rifiuti.

Azione 1: Trasformazione “in loco” del rifiuto organico. Il rifiuto Umido o organico a seconda di come vogliamo chiamarlo, rappresenta in percentuale circa il 30% del totale degli scarti che i cittadini producono. É tra l’altro il più pesante dei rifiuti prodotti e rappresenta di conseguenza uno dei costi maggiori di conferimento e discarica per le amministrazioni comunali. Si crea quindi un problema serio, quello di cercare di diminuire i costi per trattare questo tipo di rifiuto in modo che nei portafogli dei cittadini rimangano parte dei soldi destinati alla tassa sui rifiuti, grazie al risparmio che si può ottenere da una sana gestione degli stessi.

Da recenti studi risulta che si possono fare e mettere in essere diverse azioni per aiutare al raggiungimento di tali obiettivi, dando una sostanziale mano alla raccolta differenziata e compiendo degli importanti passi in avanti. In un progetto sponsorizzato da Comitati e aziende virtuose che propongono filiere sostenibili per il riciclo e il riuso dei rifiuti si parla di tre azioni, in particolare: In primo luogo cercare di trasformare “in loco” il rifiuto organico tramite un percorso ad impatto zero. Le successive due azioni invece tendono ad incentivare i cittadini a usufruire di sistemi di raccolta selettiva dei

Per questo tipo di rifiuto, non esiste nessuna filiera di riciclo, per cui in molti casi viene conferito presso impianti di compostaggio industriale anche a notevole distanza. Esiste però una valida alternativa per smaltire questi scarti. Si parla a livello Regionale di grandi impianti comprensoriali che possano lavorare l’organico e trasformarlo in reddito più che in risorsa. Il primo fu qualche tempo fa l’idea di produrre energia dai rifiuti facendoli macerare in ambiente privo di ossigeno e permettendo la creazione di un gas che poteva essere bruciato per far girare delle turbine. Visto poi il poco interesse di incentivi da

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MACCHINA PER IL CONFERIMENTO DIRETTO DI PET BCR-140 QUESTA MACCHINA DISTRIBUITA DALLA BIMORA DI POGGIBONSI, SELEZIONA IL MATERIALE IN ENTRATA, ACCETTA BOTTIGLIE IN PET E CONTENITORI IN ALLUMINIO. RIFIUTA GLI IMBALLAGGI PIENI O CON ECCESSO DI RESIDUO LIQUIDI E FA ANCHE UN CONTROLLO DELLA FORMA. LA MACCHINA, TRACCIANDO OGNI TRANSAZIONE, PERMETTE DI CERTIFICARE IL PESO DEL MATERIALE IN ENTRATA E QUINDI DA UNO STRUMENTO DI CONTROLLO AL GESTORE IN TEMPO REALE.

parte dello stato, l’opposizione dei territori che non hanno nessuna voglia di farsi avvelenare ulteriormente e la richiesta di energia in continuo calo (dati TERNA) il progetto di produrre energia o gas dai rifiuti pare stia perdendo molto del suo interesse iniziale.


Apertura I Miei Sono Separati

Resta ancora una sacca di interessi che vorrebbe grandi impianti per la trasformazione dell’umido, in ambiente, questa volta aerobico - ovvero in presenza di ossigeno – che lo facciano diventare un ammendante da utilizzare in agricoltura. Piccolo passo avanti nella sostenibilità in quanto sarebbero necessari grandi impianti impattanti sul territorio e non si abbatterebbe il problema del trasporto a distanza di tonnellate di rifiuti. Unica soluzione praticabile logica e virtuosa sarebbe quindi quella del compostaggio di comunità. Piccoli/ medi impianti che diffusi nelle isole ecologiche presenti in ogni Comune che raccoglie in modo differenziato i propri rifiuti, possono trasformare, con semplici macchine elettromeccaniche che accelerano il naturale processo di compostaggio dei rifiuti in ambiente aerobico e lo trasformano in un compost di qualità. Ammendante prezioso in agricoltura che potrebbe essere reimpiegato sul territorio dagli stessi cittadini o dagli agricoltori locali. Questo farebbe veramente risparmiare tanto ai Comuni che sarebbero costretti a far calare la tassazione sui Rifiuti Solidi Urbani ai cittadini. Esiste però un altra azione, che può restituire soldi ai cittadini, è l’azione due proposta da Comitati e aziende virtuose. Grazie agli ultimi accordi da poco presentati in una conferenza stampa congiunta tra ANCI e CONAI si è valutato che uno dei rifiuti a più alto valore economi-

co sono proprio gli imballaggi in PET, come le bottiglie di plastica, oltre che l’alluminio sotto forma di lattine. Questi materiali potrebbero essere raccolti in modo estremamente selettivo grazie ad appositi macchinari in grado di riconoscere in modo certo la corretta tipologia del materiale, evitando ai Comuni i costi di selezione. Strumenti di incentivazione diretta verso i cittadini che potrebbero, a questo punto, conferire in piccole strutture ad alta automazione che possono riconoscere al cittadino degli “ecopunti” spendibili all’interno della comunità in cui vive visto che sarebbero garantiti dal Comune che le amministrazioni potrebbero avere un vantaggio non indifferente, visto che il valore del PET o dell’Alluminio sul mercato del riuso vale circa 450 Euro a tonnellata. Altra azione importante sarebbe la premiazione di pratiche come l’auto conferimento presso le isole ecologiche di materiale come ingombranti, sfalci, potature e materiali diversi. Questo conferimento in autonomia se premiato, risparmierebbe circa 100 € tonnellata, facilmente raggiungibile come peso in questi casi, alle Amministrazioni. Questa è la strada per veder ridurre le tasse sui rifiuti ai cittadini che instradati verso un percorso virtuoso diventerebbero, oltre che proprietari del loro futuro anche un pochino più ricchi, sia in tema di denaro che culturalmente.


GP

No Spreco Alimentare

Prove tecniche di comunita’ virtuosa

R

IDURRE I RIFIUTI NON È SOLO DIFFERENZIARE NEL MODO GIUSTO, MA IL LAVORO PRINCIPALE VA FATTO A MONTE. LA VERA STRADA DA PERCORRERE È QUELLA DELLA RIDUZIONE DEGLI SCARTI. COME POSSIAMO FARLO? ANCHE GRAZIE AD UN ESPERIENZA NATA PER CASO, AD UN AMICO CHE TI COINVOLGE NEL SUO PERCORSO. UN MERCATO FATTO DA PERSONE E NON SOLO DA COMMERCIANTI. LE ISTITUZIONI CHE TI ASCOLTANO. SONO NULLA DAVANTI A QUELLO CHE SI PUÒ FARE UNENDO TUTTE QUESTE COMPONENTI. SI PUÒ CREARE UN PROGETTO PER LA RIDUZIONE DELLO SPRECO ALIMENTARE CHE VUOLE DARE ASSISTENZA A CHI NE HA BISOGNO E, AD ALCUNI, FORNIRE LA POSSIBILITÀ DI RECUPERARE LA PROPRIA DIGNITÀ.

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Apertura

Limitiamo anche gli sprechi

A

lcuni cittadini che prestavano la loro opera all’interno di un centro di accoglienza multiculturale per migranti, hanno coinvolto me e la testata da me diretta in un’ esperienza particolarmente emozionante. La chiamo emozionante perché magicamente racchiude in se tutta una serie di concetti e di azioni per i quali, da tempo, molti come me stanno lottando. L’iniziativa implica l’assistenza umanitaria, la lotta allo spreco, la riduzione della produzione di rifiuto, il concetto di riciclo e riuso, nel senso che chi non utilizza più una cosa spesso non sa intercettare chi invece ne ha bisogno, la crescita culturale, la sussidiarietà. Quando parlo di sussidiarietà mi concentro sul fatto che, in questo momento storico, concetti che una volta erano un considerati un valore, oggi si sono trasformati in disvalore. Come il concetto dell’attesa. Oggi non è più il momento di aspettare, ma è il momento di fare.

Unendo il bellissimo progetto nato con l’emergenza del mese di giugno al Centro di Accoglienza Baobab di Via Cupa in Roma è stato naturale immaginare, sin da subito, come un iniziativa come questo non avrebbe avuto solo uno scopo di aiuto umanitario per i rifugiati, ma era una prima pietra di qualcosa molto più grande. La possibilità di aiutare le migliaia di famiglie in difficoltà del territorio Prenestino. Limitandoci a quel territorio,

stri stessi concetti. La risposta è arrivata da tanti paesi della zona. Oggi i volontari vengono da Rocca Priora, da Labico, da Colleferro da Anagni, da Genazzano, Cave e da altri luoghi. A questo punto possiamo dire che avevamo ragione, il progetto poteva essere scritto a più mani, in modo da poterlo veder crescere. Sono state contattate le istituzioni, in particolare il Comune di Zagarolo e gli è stato chiesto un impegno attivo a sostegno dell’iniziativa. Il Sindaco ha messo a disposizione i mezzi per il trasporto. La rete è stata tessuta, ora si tratta di farla crescere. Sono stati coninvolti, anche sotto consiglio del Comune stesso, che conosce bene quante difficoltà esistono sul territorio, i servizi sociali che da settembre si siedono ad un tavolo con NoSpreco per valutare come portare l’iniziativa nelle case dei meno abbienti.

almeno per il momento. Nasce così l’esigenza di confrontarsi con gli altri cittadini più o meno organizzati in associazioni del territorio, o anche più lontani, ma che hanno a cuore i no-

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Si stà valutando inoltre come creare un sistema di sussidiarietà e reciprocità che interessi anche i destinatari del progetto, verso il sistema NoSpreco stesso. Spesso il disagio porta anche alla chiusura verso il mondo esterno. Si crea un circolo perverso che in


GP pochi riescono a rompere senza un aiuto. Il progetto prevede quindi di chiedere un aiuto attivo agli utenti coinvolti in modo da rompere quelle catene che ci legano al disagio. In futuro saranno stabilite fattibilità e metodologie. Ma non solo, in questi giorni partirà una lettera destinata a molti aziende agricoli con l’obiettivo di sensibilizzarli all’iniziativa e cercando di veicolare, all’interno del NoSprecoAlimentare il loro invenduto o la loro merce che, per motivi meramente economici, o perché prossima alla scadenza, non è il caso di mandare in di-

stribuzione. Facendo così crescere la mole di alimenti che potrebbe aiutare le grandi emergenze alimentari della zona. Insomma, da un operazione istintiva, nasce un grande progetto di restituzione di dignità, di lotta al consumo, di riduzione dello spreco e, oltretutto, di riduzione di rifiuti, quest’ultimo è un obiettivo da raggiungere in poco tempo, per il bene di tutti. Un processo diametralmente inverso a chi cercava di incentivarci a produrne per poterli bruciare.

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Voci di Territorio

Diamo la voce a chi fa cose. Pensieri, idee e attività

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UESTO È UNO SPAZIO DEDICATO A CHI SUL TERRITORIO SI MUOVE E FA COSE, TUTTI I GIORNI, SPESSO SENZA STARE A GUARDARE SE SIA DOMENICA O LUNEDÌ. UNO SPAZIO DI DIFFUSIONE DI INIZIATIVE E PENSIERI CHE VOGLIONO LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI CITTADINI, PIÙ O MENO ORGANIZZATI, NELLA GESTIONE DELLA COSA PUBBLICA.

Gestione Partecipata

C

hi ha realizzato progetti tesi alla riduzione dei rifiuti in occasione di incontri pubblici vuole fare qualcosa di più. Il Comitato di Difesa del Territorio, sta protocollando una lettera ai Comuni della Agro Romano e dei Castelli Romani in cui si chiede di adottare una modalità collaborativa con le associazioni nell’organizzazione di sagre e feste in modo da incentivare, in tali eventi, l’uso di stoviglie in vetro e ceramica che possano essere riutilizzate, senza dove essere buttate. In alternativa, ove questo non sia possibile, usare stoviglie in materiale compostabile. Riportiamo un estratto del testo della lettera: Il Comitato di Difesa del Territorio, da anni attivo nel sollecitare l’attenzione verso il tema della riduzione e della differenziazione dei rifiuti finalizzata al riciclo, ha recentemente lanciato una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle Amministrazioni locali per evidenziare l’enorme quantità di rifiuto indifferenziato prodotto in occasione di feste e sagre organizzate o patrocinate anche da quelle stesse Amministrazioni che hanno sposato e adottato la raccolta differenziata.

Malgrado le normative vigenti e sebbene in molte regioni siano stati da tempo applicati diversi esempi di buone pratiche, in molti comuni della nostra regione la maggior parte di questi eventi non vede praticata alcuna misura per la riduzione e/o differenziazione dei rifiuti producendo così il paradossale risultato che proprio quelle iniziative da sempre utili a promuovere il territorio vanno ad inficiare sull’impatto ambientale e il messaggio culturale che le stesse amministrazioni dovrebbero divulgare. La campagna è stata già messa in opera con successo in occasione della 72esima Sagra dell’Uva nel comune di Zagarolo con la partecipazione di diverse associazioni ed ha consentito di gettare le basi per la conversione della sagra in “eco festa”, con grande soddisfazione dei cittadini, dell’amministrazione e degli operatori che hanno dichiarato di non aver mai assistito ad una raccolta differenziata così puntuale in occasione di un evento del genere. Premesso quanto sopra, ed in collaborazione con alcune associa-

zioni locali, con la presente si propone ai vari Comuni la realizzazione di un tavolo di lavoro condiviso che, congiuntamente alla società addetta alla gestione dei servizi di igiene urbana, ed eventualmente ai cittadini e alle associazioni locali interessate, sia in grado di valutare, anche grazie all’ analisi dei dati statistici, costi e criticità, le modalità migliori per garantire l’inserimento di possibili pratiche utili alla riduzione e ottimizzazione del ciclo dei rifiuti.

Un Frutteto scolastico

R

esilienze, un’associazione che si occupa di permacultura ma anche di moneta locale e decrescita controllata, propone invece un intervento a dir poco radicale, nel vero senso della parola. Il 12 e il 13 di novembre hanno messo a dimora un frutteto nella scuola di Valle Martella. Questo per dotare l’istituto di frutta fresca a disposizione per i bambini. A questo punto bisogna solo saper aspettare e raccogliere i frutti di questo lavoro. Alla Scuola “Rita Levi Montalcini” di Valle Martella - via Vittorio Alfieri - Zagarolo (Rm), vedrà la luce un bel frutteto grazie all’iniziativa di un gruppo di cittadini organizzati in un’associazione che sotto il nome di “resilienze” si occupa principalmente di agricoltura sostenibile, ma non solo. Diciotto piante da frutto saranno piantate in sistema di Fertirrigazione. Ci spiegano che il terreno è stato ben valutato e visto che c’è un leggero pendìo, verranno posizionate in alto le piante la cui attività produce azoto, per poi piantare più a valle le piante che godono dell’apporto di azoto. Le nuove piante saranno collegate da canali che trasporteranno le sostanze azotate dagli alberi che le producono a quelle che ne fruiscono. E’ una tecnica di origine nabatea, vecchia di qualche migliaio di anni. Inoltre, per abbassare gli oneri di manutenzione, i canali saranno rivestiti di “tessuto” antiradici. Ovviamente i volontari di “resilienze” saranno solo dei consulenti, a fare le buche e a piantare le piante ci penseranno i ragazzi della scuola. Un modo per rimettere le mani nella terra che ci ha generato. Si riparte da capo.


GP

L’Economia Solidale

Fa Festa!

I

L 24 E 25 OTTOBRE ZAGAROLO È STATO ANCORA UNA VOLTA IL CENTRO NEVRALGICO DELL’ECONOMIA SOLIDALE DEL LAZIO. UN PAESE CHE VUOLE CRESCERE, E LO STA FACENDO. AMBISCE INOLTRE A DIVENTARE IL CROCEVIA DI BUONE PRATICHE E DI BUONI PENSIERI CHE VOGLIONO CONTAMINARE SEMPRE DI PIÙ TUTTA LA ZONA DELL’AGRO ROMANO ANTICO, PER POI INFLUENZARE ANCHE LA CAPITALE. IN UNA DUE GIORNI DI EVENTI SOTTO IL NOME DI “RACCONTIAMOLA GIUSTA”, I PROTAGONISTI DEL MONDO CHE CAMBIA SI SONO DATI APPUNTAMENTO PER RACCONTARE COME LE COSE DOVREBBERO ANDARE, NELL’INTERESSE DI TUTTI.

L’economia solidale ha fatto festa. Incontri, letture, facce, risate, musica, spettacoli, produttori ed artigiani si sono incontrati per rispondere chiaramente che la crisi che ci è stata imposta per la mala gestione delle risorse economiche alla fine ci riguarda solo in parte e ci stiamo organizzando per organizzarci in proprio, cambiando modello di sviluppo e renderlo più calzante alle nostre possibilità, necessità e risorse. C’è un’economia diversa? Certo che c’è. E’ quell’economia che non si basa solo sul profitto ma vuole fare profitto dal reddito. Il reddito di quelle migliaia di persone che si chiamano cittadini. Il Festival dell’economia solidale è alla sua seconda edizione. La prima si è svolta ad Aprile di quest’anno a Roma presso gli spazi della ex cartiera sull’Appia Antica. Visto il clamoroso successo di pubblico, di partecipazione e proposte, si è deciso di proporne una seconda edizione. Due giorni di “Officine, laboratori, racconti, espo-

sitori e spettacoli” per costruire un pensiero unico per lo sviluppo futuro. Gli spazi di Palazzo Rospigliosi hanno ospitato chi vuole raccontare il progetto di sviluppo che ha in mente e lo vuole proporre agli altri. Iniziare a raccontare per poi collaborare e realizzare. Essendo ormai chiaro che quella che stiamo vivendo non è una crisi economica basata su un problema reale, ma frutto di politiche sbagliate fatte dall’occidente, ogni giorno di più, con caratteristiche “permanenti”, riguarda non soltanto la dimensione economico-finanziaria, ma anche quella ambientale, sociale, culturale ed etica. Ciò deteriora giorno dopo giorno la convivenza tra le persone, portando povertà, violenza ed esclusione. Non possiamo più parlare di una recessione temporanea di sistema, ma di uno stato di instabilità duraturo. A questo punto l’unico modo è dare una risposta chiara, abbandonando quel modello di sviluppo e farlo nei tempi giusti, ed abbracciare dei nuovi con-

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Buone Pratiche L’Economia Solidale in Festa

cetti che possono garantire di continuare a vivere questo pianeta in modo più sostenibile, altrimenti saremo condannati ad un infelicità e ad una povertà senza precedenti. L‘intento della manifestazione è stato quello di costruire un’occasione di racconto e confronto tra i Gruppi di acquisto solidale, i produttori di agricoltura biologica, le botteghe del commercio equo e solidale, chi opera nel consumo responsabile, negli orti urbani, nella finanza etica, le realtà che lavorano per il riciclo e il riuso dei materiali, per il risparmio energetico e le energie rinnovabili, e ancora le esperienze di turismo responsabile e sostenibile, gli artigiani dell’eco compatibilità, chi propone mobilità sostenibile, i sistemi di informazione aperta come il software libero oppure giornali tv e radio che operano dal basso. Insomma tutto quello che in diverso modo si muove nei territori per una conversione ecologica e sociale. Vogliamo pubblicare un ultimo racconto di uno degli organizzatori raccolto a fine evento, in perfetto stile “raccontiamola giusta”. “Stanco, ma felice. Alcuni mi hanno chiesto perché ho deciso di contribuire all’organizzazione di “Raccontiamola giu-

sta!” (www.raccontiamolagiusta. it) a Zagarolo proprio il giorno del mio compleanno, in maniera del tutto gratuita. Vedendo ogni giorno comportamenti egoistici, credo sia quanto di meglio si possa fare per ribaltare il senso stereotipato del compleanno, dandogli il valore che reputo sommo: riconoscere che chi mi circonda è anche esso “me”, che senza l’altro non sono nulla. E allora il regalo sono io che voglio farlo agli altri, ha più senso. Non passa giorno che non mi renda conto di quanto per anni sia stato cieco, non vedendo quanto sia fortunato ad essere circondato da persone e realtà meravigliose: dai gruppi d’acquisto solidale, alle piccole associazioni locali, dai produttori agli artigiani, dai singoli alle istituzioni. Sento un legame di stima e amicizia, oltre che con le amicizie e gli affetti di sempre, anche con tutti coloro che ho conosciuto meglio, sperando di conoscere presto meglio anche tutti gli altri che hanno dato il loro contributo all’iniziativa e che non ho conosciuto bene. Ho voluto regalare per un mese tanto mio tempo a tutti, proprio per il giorno del mio compleanno, perché non c’è più grande felicità per me che vivere sostenendo la felicità di ogni singola persona che incontro. Dà una gioia impagabile, provateci, credeteci. Non riesco a trattenere le lacrime per l’emozione di essere parte di

qualcosa che sento appartenermi: un’umanità non perfetta, ma che si sforza quotidianamente di dare il meglio di sé. Un mondo di uguaglianza, di dignità, di giustizia, di rispetto, di abbracci, affetto, sorrisi, amicizia, amore, solidarietà, che vive proprio qui accanto a me, in me, tutti i giorni. “Raccontiamola giusta!” per la seconda volta mi ha stupito, sorpreso, emozionato: è, in fondo, un grande, meraviglioso e nell’insieme perfetto atto d’amore di persone che sono semplicemente, naturalmente, spontaneamente esseri umani, capaci di sostenersi l’un l’altro, decidendo di incontrarsi piuttosto che scontrarsi. Non un dare per avere, ma un dare per dare: e chi vive più il dolore dell’indigenza se tutti diamo? La massima abbondanza la può produrre solo un radicato e disinteressato comportamento altruistico d’ogni persona. Non è un dimenticare se stessi, bensì dare il giusto peso all’infinito valore di chi ci circonda. Ciò stimola noi stessi a vedere il nostro valore, le nostre capacità, la nostra unicità, ciò permette che sia riconosciuta. Grazie amiche e amici preziosi, veramente grazie per avermi regalato due giorni di gioia, di essere stati tutti la comunità che vorrei vedere ogni giorno e in ogni momento. Tutto questo resterà per sempre nel mio cuore” Dario Pulcini


GP

Golden Standard Dai Compro oro, alla nuova Guerra Fredda

C

’È CHI PENSAVA CHE L’ECONOMIA DA TASTIERA SAREBBE DIVENTATO IL NOSTRO FUTURO MONETARIO, MA PARE CHE IN MOLTI SI SBAGLIAVANO. CHI HA INVESTITO IN FINANZA VIRTUALE OGGI SI SCONTRA CONTRO CHI HA INVESTITO NELLA CARA VECCHIA PEPITA. UNA NUOVA E VIOLENTA GUERRA FREDDA È ALLE PORTE.

A

ntonio Valenzi ci spiega che il suo spy thriller nasce a causa di due motivi scatenanti. In primis uno dei motivi per cui Antonio ha voluto scavare nel mondo dell’oro e della finanza b a s a t a ANTONIO VALENZI, GIORNALISTA su questo E SCRITTORE. È OGGI ALLA SUA SECONDA OPERA LETTERARIA antico valore USCITA RECENTEMENTE È OGGI IN s e m p r e PRESENTAZIONE IN MOLTE LIBRERIE stabile è stato NAZIONALI l’improvviso proliferare dei negozi “compro oro”. Sempre più numerosi in ogni luogo e sopratutto dalla curiosità di capire chi finanziasse questi negozi. Come potevano continuare a comprare beni aurei e sopratutto chi li pagasse. Inoltre, altro combinazione di eventi che raramente non destano di sollevare la curiosità di un giornalista,

hanno stimolato l’autore alla stesura di questo rimanzo. Nell’ aprile del 2013, in un solo giorno, sono stati scambiati nelle borse mondiali circa 25Miliardi di dollari di titoli d’oro. Che è una cifra pazzesca se pensiamo che stiamo parlando di un solo giorno e di un solo titolo.

GOLDEN STANDARD

ANTONIO VALENZI É stato molto interessante EDITORE: ARPEGGIO LIBERO vedere come un valore PAGINE:336 - EURO 16 reale prendesse il volo in un mondo che ci ha abituato a beni impalpabili, come il Web, il lavoro flessibile, il partito liquido, i mercati da tastiera, vedere come un antico bene diventasse centrale nelle economie di tanti ha ispirato questa che non ci dimentichiamo è un operazione di fiction, anche se ispirata a momenti di vita reale.

La convertibilità dell’oro in valuta ha generato dei mostri, se pensiamo ai grandi gruppi di interessi come i Rothshield o i Krupp e ha dato immenso potere ad alcuni stati. Oggi l’oro non è più il valore di riferimento per le monete internazionali e il dibattito sul tema è molto accattivante. Riportare il denaro ad avere un

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Buone Letture Antonio Valenzi e Carlo Ruggiero

riferimento reale o continuare a considerarlo solo un prodotto tipografico? Questi interrogativi vengono utilizzati per realizzare un felicissimo spy thriller che in un clima da guerra fredda internazionale vede al centro della narrazione spie in colletto bianco che si alternano nella difesa del potere economico dei singoli stati. Il libro scorre veloce e tiene con il fiato sospeso. Un piccolo accenno all’autore e alla storia. Antonio Valenzi, Giornalista e scrittore, è alla sua seconda opera letteraria. La sua specializzazione è la spy story, lo ha dimostrato con la sua fortunatissima opera prima “la Provincia del Diavolo”. Il fascino della scrittura di Antonio risiede anche nel fatto che lui è un Blade Runner, un corridore sul filo, tra narrativa e saggistica. Dove inizia la finzione finisce la realtà e questo vale anche per il contrario, senza soluzione di continuità alla rincorsa di una sorta di Yin e Yang della narrazione. Flavio Altedo è un economista scapolo, appena tornato in Italia dopo diversi anni negli Stati Uniti. Tutto sembra andare per il verso giusto, quando viene accusato di far parte di una rete del contrabbando di oro. Un’inchiesta della Guardia di Finanza ha infatti trovato a suo nome ingenti quantitativi di carichi registrati presso un Compro Oro sul quale stava conducendo delle indagini. Nello stesso momento l’intelligence economica del Ministero del Tesoro registra un comportamento anomalo dei titoli dell’oro sul mercato finanziario tanto da far temere una ricaduta imminente nei rapporti internazionali. Tra personaggi ambigui, doppiogiochisti e altri in cerca di redenzione o vendetta – come la seducente ed enigmatica Elle – Flavio Altedo si ritrova catapultato in uno scenario di Guerra Fredda, sulle tracce del misterioso Goran Tempo, in cui metterà a repentaglio la propria vita. Senza sapere che l’origine di tutto è in un anfratto dimenticato della Storia che non ha mai disinnescato la sua carica esplosiva.

LE LOCATION DI GOLDEN STANDARD: DALL’ALTO IN BASSO: EX STAZIONE AGIP PIAZZALE ACCURSIO - MILANO LAGO DI COMO ISOLA DI POVEGLIA -VENEZIA NELLA FOTO SOTTO: UN MOMENTO DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO: DA SINISTRA FEDERICO ZAMBONI, GIORNALISTA, ANTONIO VALENZI, AUTORE DEL LIBRO, FRANZ GUSTINCICH ESPERTO DELL’AREA BALCANICA


GP Continuiamo a Navigare

In Cattive Acque!

C

ARLO RUGGIERO CI ACCOMPAGNA ALLA SCOPERTA DELLA VALLE DEL SACCO. DELLE NEFANDEZZE COMPIUTE IN UNA VALLE DESTINATA AD ESSERE SACRIFICATA IN NOME DELLA POLITICA E DELLA FALSA INDUSTRIALIZZAZIONE PROMESSA IN CAMBIO DI POSTI DI LAVORO. USATA COME MERCE DI SCAMBIO CON LA SALUTE DEI CITTADINI. L’AUTORE LO FA ATTRAVERSO IL RACCONTO DI CHI VIVE IN QUEI LUOGHI. PERSONE COMUNI CHE RACCONTANO COME SI VIVE MALE SE SI È STATI VENDUTI DA CHI PENSAVI TI AMMINISTRASSE

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uello di Carlo Ruggiero è un libro che non vuole essere un inchiesta ma vuole essere un viaggio alla scoperta dell’assurdità di come si è arrivati a distruggere la valle del Sacco seguendo un modello di sviluppo, alla luce di oggi, imbarazzante. l’industrializzazione nella bassa valle del sacco nacque grazie alla cassa del mezzogiorno che ha promesso lavoro alla popolazione di quelle terre in cambio di condizioni di vita al limite del disumano. Addirittura si arrivò a deviare anche il percorso dell’autostrada, portandola dall’agro pontino all’agro romano, per permettere un industrializzazione esagerata che avrebbe garantito un bacino elettorale ad alcuni famosi

politici dell’epoca che avevano il loro feudo in ciociaria. L’autore racconta questo triste periodo di sviluppo industriale di un area attraverso le storie raccontate da chi quella valle la vive, ci lavora, ci porta gli animali a pascolare oppure ci cresce i propri figli. Non solo il racconto delle discariche o degli inceneritori, CATTIVE ACQUE e di un territorio che ancora oggi non vede il risultato di CARLO RUGGIERO ROUND ROBIN un opera di bonifica se non in EDITORE EURO 10.20 piccola parte, ma tante piccole storie che accompagnano alla NELLA PAG. A scoperta dell’assurdità che FIANCO costringe una grande comunità LA MAPPA DELLA di persone a convivere con VALLE DEL SACCO 122 discariche che da 20 anni rilasciano percolato nel terreno inquinando le zone riparali del fiume sacco. 89 di queste discariche sono ancora attive e si possono incontrare percorrendo solo 87 km di fiume, parliamo ovviamente solo di quelle legali poi passeggiando sulle sponde del fiume se ne trovano a iosa. La storia forse più emblematica di tutte quelle

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Buone Letture Antonio Valenzi e Carlo Ruggiero

raccolte

nel

libro,

L’immagine di quegli animali avvelenati dal cianuro

di

è diventata una delle immagini simbolo della valle

“Annina”, storia che

del sacco. Ma la cosa forse più importante è che

dimostra

Annina a distanza di anni è ancora convinta che

è

forse

quella

ancora gli

ad uccidere quelle vacche non è stata un azienda,

abitanti di quella valle

ma un suo vicino allo scopo di poter portare a

sono stati distratti dai

pascolare le sue vacche sulla terra di Annina

problemi reali che il

stessa. Lei non riesce a concepire che qualcuno

loro territorio aveva,

possa distruggere la terra senza farla fruttare,

approfittando

lei è profondamente convinta che la terra deve

una

volta

come

della

loro ingenuità. Annina

garantire per sempre i suoi frutti.

ha circa 75 anni vive ad

A chi come Annina ha un pezzetto di terra, non

Anagni e le sue terre

bisogna portargliela via per metterci pannelli

sono su un affluente del Sacco. Nel 2005, Annina

fotovoltaici che possono tranquillamente trovare

pascola come sempre le sue vacche, quando ad un

spazio sulle superfici degli edifici, ma quella terra

certo punto, dopo aver bevuto l’acqua di questo

bisogna farla fruttare dandogli la possibilità di

ruscello le vacche di Annina muoiono all’istante.

farlo.

CARLO RUGGIERO PH. MANUEL MARRAFFA


ciaO a tutti,

sOnO Oliver e vi dO il benvenutO a

“il cOlle degli ulivi” il bed & breakfast dOve l’Ospitalità è di casa. qui pOtrete trOvare l’ambiente ideale per una vacanza in famiglia. lO spaziO giustO per un sOggiOrnO lavOrativO, i suggerimenti utili a cOstruire un meravigliOsO album dei ricOrdi.

venite a trOvarmi!

Oltre alla pOssibilità di rilassarvi in un cOntestO verde e tranquillO, avrete mOdO di scOprire un territOriO ricchissimO di tradiziOni, stOria, natura e peculiarità enO-gastrOnOmiche ancOra ad Oggi scarsamente nOtO. gOdere della vicinanza di rOma e, per i più piccOli, giOire del parcO di divertimentO “rainbOw magicland” di valmOntOne

b&b “il cOlle degli ulivi” via cOlle palazzOla 36 zagarOlO, (rm)

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dEl cErTificaTo di EccEllEnza di Tripadvisor (circuiTo TurisTico di fama inTErnazionalE).


Fuori Contesto Niente da Fare contro Il Mostro della Riserva

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Un Gasdotto che sa di TAP! una vera servitù energetica

Non c’è speranza, pare che il MUOS a Niscemi va fatto per forza, anche contro il parere del TAR, dei cittadini e dei Comitati. di Guglielmo Panebianco

VOGLIAMO DEDICARE ALCUNE PAGINE A quelle realtà che non fanno parte direttamente del nostro territorio, ma rispecchiano lo spirito ed il progetto editoriale di questo magazine che vuole proporre un modello di sviluppo, oltre che uno stile di vita che consideriamo alla base di un progetto di crescita personale e culturale che solo se perseguito ci puo’ portare fuori da questo momento di stallo economico e culturale

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Un’altra grande opera che vuole devastare il territorio italiano nell’ottica di una servitù che serve solo a pochi e non buoni. di Claudio Auriemma


Guglielmo Panebianco

LE ANTENNE DELLA BASE MUOS DI NISCEMI

Il mostro della riserva

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’ITALIA SEMBRA IL PAESE DOVE LE SERVITÙ MILITARI ITALIANE E STRANIERE TROVANO TERRENO SEMPRE PIÙ FERTILE PER NASCERE, CRESCERE E CONSOLIDARSI. NONOSTANTE LE PROTESTE DEGLI ATTIVISTI NO MUOS E DELLE POPOLAZIONI DEI COMUNI LIMITROFI, A NISCEMI, MALGRADO LE STUCCHEVOLI REVOCHE DELLE AUTORIZZAZIONI DEL GOVERNO REGIONALE DELLA SICILIA, GUIDATO DAL PROFESSIONISTA DELL’ANTIMAFIA, CROCETTA, IL MUOS (MOBILE USER OBJECTIVE SYSTEM) DI NISCEMI, PRESTO ENTRERÀ IN FUNZIONE. A QUESTO VA ANCHE AGGIUNTA LA PALESE VITTORIA NEL RICORSO AL TAR, DEL FEBBRAIO 2015, CONQUISTATA DA LIBERI CITTADINI E ASSOCIAZIONI. INTANTO L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ PUBBLICA UNA RELAZIONE SULLA CONDIZIONE DI INQUINAMENTO DA MICROONDE NELL’AREA DI GELA.

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FuoriContesto Accade in Italia

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uesto lascia intravedere la s e n tenza non definitiva del CGA, che conferma il palese conflitto d’interesse dell’intera faccenda, e la sudditanza del governo italiano allo strapotere della marina statunitense.

tica, infatti l’aeronautica Militare aveva inoltrato la richiesta, appena il 30 maggio, e in soli 11 giorni lavorativi, che burocraticamente equivalgono ad un lampo, un Ente preposto alla salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale Siciliano, con insolita solerzia amministrativa, concede, quasi a vista, il nulla osta in un Sito d’Interesse Comunitario, per la costruzione di un sistema Militare.

La Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi, assicura le comunicazioni delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri delle forze armate statunitensi.

Un’area già sottoposta con le 46 antenne funzionanti, a stress ambientale, magari se un agricoltore avesse voluto impiantare degli ulivi, gli si sarebbe opposto un categorico rifiuto dopo lunghi mesi di attesa.

Quella di Niscemi è un’infrastruttura a uso esclusivo delle forze armate statunitensi, su cui non c’è modo di esercitare la sovranità e alcun controllo da parte delle autorità italiane. Ben altra cosa è il sistema MUOS che sarà costituito da tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri, funzionanti in banda Ka per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e due trasmettitori elicoidali in banda UHF (Ultra High Frequency), di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico. Il terminale terrestre di Niscemi, nelle intenzioni del Pentagono, dovrà assicurare il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare in UHF (altissima frequenza) per collegare tra loro i Centri di Comando e Controllo delle forze armate USA, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti.

L’area prescelta per la stazione terrestre MUOS, ricade nell’antico feudo Ulmo di Niscemi, dove dal 1991 esiste una delle più grandi stazioni di telecomunicazione della Marina USA nel Mediterraneo. all’interno della Riserva Naturale Orientata “Sughereta” di Niscemi. Istituita nel luglio 1997, essa rappresenta assieme al Bosco di Santo Pietro (Caltagirone), il residuo di quella che un tempo era la più grande sughereta della Sicilia centro-meridionale. La riserva si estende per quasi 3.000 ettari ed ospita una fauna diversificata che annovera gatti selvatici, volpi, ghiri, picchi rossi maggiori ed upupe. Non poco in una delle zone della Sicilia dove impera l’abusivismo edilizio e sorgono alcuni tra i più devastanti complessi petroliferi nazionali.

Un micidiale miscuglio di onde e microonde, sulla testa dei siciliani, quando sprigioneranno contemporaneamente il loro potenziale di elettromagnetismo. Tutto ha avuto inizio nel 2007, quando una nota dell’assessorato Regionale ai Beni Culturali, perveniva al Comune di Niscemi il 26 giugno 2007, con tale nota, la Soprintendenza rilasciava ” autorizzazione di massima, per l’istallazione di un sistema di comunicazioni per utenti mobili, in area d’intervento tutelata”. Risulta significativo, il tempo di risposta per esitare la pra-

Si tratta della “Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) N8, utilizzata per le trasmissioni in alta e bassa frequenza (HF ed LF) dei comandi e delle forze militari operanti in una vastissima area compresa tra il Mediterraneo, l’Asia sud-occidentale, l’Oceano Indiano e l’Oceano Atlantico. Attualmente a Niscemi sono installate 40 antenne di trasmissione HF ed una LF; il centro di telecomunicazione è sotto il controllo della U.S. Naval Computer and Telecommunication Station Sicily (NAVCOMTELSTA - NCTS Sicily) che ha sede a NAS II Sigonella.

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GP A seguito della chiusura della stazione della US Navy di Keflavik (Islanda), nel dicembre 2006 sono state assegnate a NAVCOMTELSTA Sicily tutte le funzioni di collegamento LF con i sottomarini strategici USA operanti nella regione atlantica. La stazione di Niscemi, essendo l’unica struttura della US Navy nel bacino mediterraneo con particolari caratteristiche, ha assunto un ruolo chiave nel potenziamento delle comunicazioni dei sottomarini nucleari USA e dei diversi centri di supporto tattico, delle operazioni aeroterrestri della vicina base di Sigonella. Niscemi contribuisce pure a ottimizzare le comunicazioni in bassa frequenza delle unità dell’US Air Force, di altri organismi appartenenti al Dipartimento della Difesa e del Sistema Interoperativo Sottomarino dell’Alleanza Atlantica (NATO). Con l’installazione della stazione terrestre del MUOS, Ni-

scemi farà l’ennesimo salto di qualità, e si affermerà come una delle maggiori infrastrutture di guerra a livello planetario. Secondo quanto affermato dagli alti comandi della US Navy, “il Mobile User Objective System fornirà un sistema universale e multi-service a terminali e siti mobili e fissi per i servizi di telecomunicazione satellitare (SATCOM)”. Il Muos assicurerà il trasferimento d’informazioni e dati ad una velocità mai raggiunta nella storia delle telecomunicazioni e consentirà alle forze armate statunitensi di rafforzare ulteriormente la propria superiorità militare. Intanto però il Muos, si è convertito in uno dei più lucrosi affari per i colossi dell’industria militare: la Lockheed Martin e la Boeing, che si occupano della costruzione e messa in orbita dei satelliti; la General Dynamics, che sta realizzando i quattro terminal terrestri; la Harris Corporation, che invece fornirà le potentissime antenne ad altissima frequenza [Uhf], la cui incompatibilità con l’uomo e l’am-


FuoriContesto Accade in Italia

biente è cosa ormai accertata. Un business a esclusivo appannaggio del made in Usa, mentre i due paesi stranieri che hanno avuto l’ardire di ospitare le stazioni terrestri del sofisticato sistema satellitare [Australia e Italia] dovranno accontentarsi di qualche spicciolo [e delle radiazioni elettromagnetiche…]. La stazione Usa di Niscemi inquina, indipendentemente dalle onde elettromagnetiche dei sui impianti di trasmissione, e di quelle che saranno generate dal terminal terrestre del sistema Muos. Ciononostante gli amministratori locali hanno tenuto in scarsa considerazione in tutti questi anni l’impatto sul territorio e la salute dei cittadini degli impianti dell’infrastruttura militare. Solo in termini di consumi di gasolio [e in conseguenza di dispersione nell’ambiente di additivi chimici, fumi, ecc.], la base di Niscemi vanta parametri record. Stando ai dati forniti dal Pentagono, nel periodo compreso tra il 2003 e il 2005, il sito di trasmissione è stato rifornito di 2.100.000 litri di gasolio [tipologia DF2], pari ad un consumo di 700.000 litri l’anno. L’impatto su salute dell’uomo e ambiente delle onde elettromagnetiche della stazione di Niscemi e comprovata, amministratori e cittadini dovrebbero anche allarmarsi per gli additivi ed altri prodotti nocivi contenuti nelle spropositate quantità di gasolio divorate dagli impianti di telecomunicazione della base. La Sicilia post bellica secondo le disposizioni del Trattato di Pace firmato a Parigi, doveva essere smilitarizzata e nessuna installazione militare doveva essere implementata rispetto al periodo pre conflitto e, addirittura, era prevista una notevole riduzione delle forze militari nell’Isola. Con l’attenta regia degli USA che in pratica si sono impadroniti dell’Italia come merce di scambio del Piano Mashall che ha comunque permesso, anche se a caro prezzo, al paese di iniziare una lenta ripresa socio economica. Intorno al MUOS come accade per tutte le basi americane in Sicilia, si è alzata una fitta cortina di fumo e silenzi, anche complicità istituzionali fanno da corollario a questo sistema ad altissima frequenza in grado di integrare co-

mandi di spionaggio con sommergibili nucleari, cacciabombardieri, missili intercontinentali e aerei senza pilota. Questa installazione è qualcosa di molto più complesso e pericoloso per la Sicilia del semplice, si fa per dire, ampliamento della base e dell’aumento del contingente americano a Sigonella e conseguentemente in tutta l’Isola, qui siamo in presenza di un sistema di intercettazione ed intelligence capace di monitorare il mondo intero. Echelon in confronto, appare come i computer degli anni ‘30. Di contro nessuno se l’è sentita a valutare i possibili effetti delle onde elettromagnetiche sulle popolazioni che vivono nei pressi dell’installazione di Niscemi. Le ricerche in materia non mancano, anche se sono ancora troppo poche quelle relative all’emissione dei sistemi radar e di telecomunicazione militare. Sufficienti però a delineare scenari estremamente inquietanti. Destra o sinistra, quando si tratta di barattare interessi economici e politici con qualcosa, la merce più a portata di mano per i governi italiani è la Sicilia, e in questo caso un altro pezzo dell’Isola è stata ceduta agli USA per le loro guerre stellari. Purtroppo per il popolo Siciliano il progetto andrà avanti e sarà realizzato. Gli USA non tornano indietro, tutto sommato qui in Sicilia sono i padroni assoluti. Altro che mafia ….

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Claudio Auriemma

Ce lo danno

da bere anche se sa di TAP!

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L GASDOTTO COLOSSALE CHE PIACE TANTO AL NOSTRO GOVERNO CHE CON UN ALZATA DI SPALLE, TENDE AD IGNORARE I RISCHI CHE POTREBBE COMPORTARE PER IL NOSTRO TERRITORIO, TENDE ANCHE A CHIUDERE UN OCCHIO SUL NOSTRO DISCUTIBILE PARTNER COMMERCIALE. AUTORIZZATO IN QUESTI GIORNI, I LAVORI SONO AL VIA ENTRO IL 2016. TRIVELLE IN FERMENTO PER UN GRANDE AFFARE IN CAMPO ENERGETICO CON L’AZERBAIJAN. UN PAESE GOVERNATO DA UN UNICA FAMIGLIA CHE HA INCREMENTATO LE SPESE MILITARI VERTICALMENTE NEGLI ULTIMI ANNI E CHE VIENE DESCRITTO COME UN PARADISO MA CHE IN REALTÀ È ANCORA AL CENTRO DELL’ETERNA GUERRA CON L’ARMENIA CHE HA CAUSATO UNA QUANTITÀ DI VITTIME NON QUANTIFICABILE VISTO CHE LA FAMIGLIA ALIYEV CHE LO GOVERNA NE CONTROLLA IN TOTO L’INFORMAZIONE. APPRONTIAMOCI A VEDER PASSARE 10 MILIARDI DI METRI CUBI DI GAS L’ANNO. SAREMO SERVI ENERGETICI.


FuoriContesto Accade in Italia

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l TAP, acronimo di Trans Adriatic Pipeline, è un opera mastodontica che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo quando si parla di opere in questo paese, portare il gas Russo fino in Salento. La Puglia non è il suo punto di arrivo finale, l’impianto dovrebbe proseguire fino in Austria dove avrebbe uno dei suoi Hub principali.

Ovviamente viene subito da pensare che un opera come questa sia strategica per garantire risposta alla crescente domanda di gas in Europa, invece facendo una piccola e rapida ricerca scopriamo che la domanda europea di gas è in calo da quattro anni, ma abbiamo sempre più gasdotti e se ne stanno realizzando di nuovi. L’allarme arriva dalla European Federation of Energy Traders, l’associazione europea dei trader di energia e, precisamente, è stata lanciata dal presidente della sezione Gas dell’associazione, Doug Wood, in un’intervista a Bloomberg. Sorge un dubbio ma gli investimenti che vengono impiegati per realizzare gasdotti sempre più imponenti, nel caso siano poco produttivi da chi saranno pagati? Non so perché ma mi sa che come al solito li pagheranno i cittadini tramite qualche tassa in bolletta.

lossale. I gestori della compagnia ovviamente assicurano impatto zero con l’ambiente, ma come diceva Giulio Andreotti “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina…” L’impressione, a noi pare giustificata, di Istituzioni locali e Comitati è che condannare un angolo di paradiso come il Salento a servitù di passaggio energetico invece di svilupparne la sua naturale attrattività turistica sarebbe un delitto. Ricordiamo che la Regione Puglia, intesa come Istituzione, è assolutamente contraria alla realizzazione di quest’opera. Il Candidato alla Regione Emiliano non ha

Cerchiamo di capire come quest’opera deve essere realizzata. Questo metanodotto lungo 871 chilometri collegherà l’Azerbaijan con l’Europa, dopo aver attraversato per 510 chilometri la Grecia e per 151 l’Albania. Approderà in provincia di Lecce, a San Foca (marina di Melendugno). Ma non è finita qui, dovrebbe risalire per tutta l’Italia per arrivare fino in Austria. Un’opera come dicevamo co-

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GP

mai nascosto la sue estrema contrarietà al passaggio del gasdotto, fino ad arrivare allo scontro verbale sui social network con il portavoce della TAP, guarda caso iscritto al PD e per tanto ritenuto in conflitto di interesse dal Governatore. Questo progetto ha fatto saltare sulla sedia Comitati e istituzioni e ha suscitato mille proteste che sono sfociate i altrettanti ricorsi ed ancora oggi non c’è un parere definitivo sulla fattibilità dell’opera che in molti definiscono inutile proprio per i motivi che abbiamo accennato prima. Nella lotta contro quest’iniziativa, nei faldoni in mano ad avvocati e tribunali, si parla di progetto tecnicamente inconsistente e privo delle analisi delle alternative. Il progetto non ha assolutamente la 334/99 Seveso sul “rischio incidenti rilevanti”, la società che gestisce il progetto TAP ha auto certificato che non è assoggettabile, mentre la regione, come ente competente, a più volte chiesto i documenti per la verifica che TAP non ha mai fornito. Sulla procedura di Verifica Impatto Ambientale e sulla procedura seguita dal MISE pendono innumerevoli ricorsi che andrebbero a inficiare l’autorizzazione unica che dovrebbe rilasciare il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, unico oggetto proposto a dare un OK definitivo

all’opera ma che stranamente è stato escluso forzatamente dai tavoli dove si svolgono le trattative. La cosa che ci appare ancora più stravagante è che ad oggi non esistono progetti che collegano il TAP alla rete di distribuzione del gas nazionale. Ovvero, noi lo vediamo solo passare e ne subiamo i rischi. A proposito di rischi è interessante riferire che lo stabilimento di ricezione TAP che dovrebbe sorgere in Puglia occuperà una superficie di 12 ettari e disterebbe meno di 1500 metri dagli abitati di Meledugno, Vernole e Calimera. Brucerà 1.300 metri cubi di gas ogni ora con rilascio ovviamente di relative emissioni. Il Gas in questo impianto passerà alla pressione di 145 atmosfere. In Belgio nel 2004 scoppiò un gasdotto simile al TAP per grandezza provocando oltre 24 morti e la totale devastazione nel raggio di duecento metri. Questo perché non era al centro di zone abitate come il TAP, figuriamoci cosa succederebbe se scoppiasse il TAP. Ebbene il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a questa infrastruttura, se possiamo chiamarla così, e i lavori dovrebbero cominciare entro il 2016. Fregandosene, per denaro, e solo per denaro cerchiamo di essere chiari degli abitanti di 40 Comuni e della Politica locale che ha sempre preso le distanze da questo scempio.


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