distribuzione gratuita anno 15 - n. 4/2017 Luglio / Agosto
La salute in viaggio Prevenzione Il sole sulla pelle
In cittĂ Senior al caldo
Pediatria Infezioni alimentari
Benessere Aloe
distribuzione gratuita anno 15 - n. 4/2017 Luglio / Agosto
sommario Prevenzione il sole sulla pelle
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Ignazio Stanganelli e Pietro Quaglino
In città senior al caldo
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Luisa Castellini
In giro per il mondo la salute in viaggio
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Intervista a Vincenzo Nicosia di Luisa Castellini
Pediatria Infezioni alimentari
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Susanna Esposito
Benessere Aloe
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Patrizia Mantoessi
Psicologia tatuaggi & Piercing Stefania Puglisi
Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese Anno 15, n° n. 4 Luglio / Agosto 2017 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Luisa Castellini Comitato Scientifico Paolo Borgarelli, Valentina Guidi Hanno collaborato Susanna Esposito, Patrizia Mantoessi, Pietro Quaglino, Stefania Puglisi, Ignazio Stanganelli Impaginazione Sergio Muratore Moretti Editore - www.morettieditore.com Stampatore Gam Edit Srl – Italy, Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo
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Ovunque estate Al mare, nella fila disciplinata degli ombrelloni. In montagna, cercando di vincere la stanchezza per arrivare al prossimo rifugio. In campagna, come quando eravamo bambini. O semplicemente in una città vuota, più lenta e bellissima, certo molto calda, ma che finalmente un po’ ci somiglia. Ovunque ci portino questi mesi, dalla biblioteca dietro casa all’altra parte del mondo, l’estate ci attende con i suoi ritmi e colori. Che sono quelli del sole sulla pelle, ovunque noi siamo, non “solo” al mare. Da qui l’importanza della prevenzione, come leggiamo nell’approfondimento di Ignazio Stanganelli e Pietro Quaglino, per evitare macchie e scottature ma soprattutto abbassare il rischio di tumori cutanei come il melanoma. Guardiamo sempre alle buone pratiche pensando a chi resta in città. Spesso sono i senior, ai quali ricordiamo allora alcune strategie per far fronte all’afa senza rinunciare al bello dell’estate. Per chi invece ha già pronti biglietti aerei e valigia, ecco un’intervista a Vincenzo Nicosia, esperto di medicina dei viaggi e delle migrazioni, completa di un vademecum dedicato ai viaggiatori internazionali. Questo numero del Gazzettino prosegue nelle pagine di Pediatria sulle infezioni alimentari, che fino all’autunno sono più frequenti. Anche qui troviamo molti consigli su come conservare, manipolare e cucinare correttamente. Nello spazio dedicato al benessere, ripercorriamo l’affascinante storia dell’Aloe, una pianta di cui sentiamo sempre tessere, giustamente, le lodi. Dagli antichi Egizi a noi, ecco i suoi usi più o meno noti. Non ultime le pagine di Psicologia dove fanno capolino, come spesso accade d’estate dagli abiti, tatuaggi e piercing degli adolescenti. Come interpretare queste forme di comunicazione dei nostri figli e guidarli è la sfida che molti genitori devono affrontare in quell’avventura che è la vita quotidiana in famiglia. Per tutti l’augurio è di avere tempo – anche se, come sempre, ottimizzato tra ferie, scuola e impegni – per ritrovare ciò che più amiamo, che sia riposo, viaggio, lettura, chiacchiera o semplice far niente. Buone vacanze! L.C.
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Prevenzione
Il sole sulla pelle
I fattori di rischio
Ignazio Stanganelli
Pietro Quaglino
• Specialista in Dermatologia e Venereologia, Dermatologia AOU Città della Salute e della Scienza di Torino P.O. Molinette • Professore Associato dell’Università degli Studi di Torino • Consiglio direttivo Intergruppo Melanoma Italiano > melanomaimi.it
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ibera le endorfine, alleate del buon umore, promuove la sintesi della vitamina D, che fissa il calcio nello scheletro e previene l’osteoporosi. Stimola la sintesi di melanina che ci protegge, per quanto possibile, dai danni prodotti sul DNA dalle radiazioni UV. Senza dimenticare, per la maggior parte delle persone, il semplice piacere di stare al sole. Al mare, certamente, ma anche in montagna e comun-
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Il melanoma È un tumore cutaneo che origina dalle cellule melanocitarie (le stesse che costituiscono i nevi), che in seguito all’azione di differenti fattori possono andare incontro a un processo di trasformazione in senso neoplastico. La sua incidenza è in aumento in tutti i paesi, Italia compresa con 16-18 nuovi casi l’anno su 100.000 persone (dati AIRTUM: Associazione Italiana dei Registri Tumori ). È al 9° posto tra le neoplasie maligne più frequenti ma considerando la distribuzione per fasce di età, è al secondo posto nei maschi e al terzo nelle femmine tra 0 e 49 anni.
Dei benefici siamo tutti consapevoli, dei rischi molto meno. Eppure proteggersi dai danni di un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti può essere un’abitudine, fatta di piccole ma fondamentali scelte, dagli orari all’abbigliamento alla crema solare. Così si evitano eritemi e fotoaging e soprattutto il più pericoloso dei tumori della pelle: il MELANOMA
• Specialista in Dermatologia e Venereologia e in Allergologia • Responsabile del Centro di Oncologia dermatologica, Skin Cancer Unit IRCCS I.R.S.T. - Istituto Tumori Romagna • Professore Associato, Università degli Studi di Parma • Consiglio direttivo Intergruppo Melanoma Italiano > melanomaimi.it
sviluppo di tumori maligni della pelle, melanoma e carcinomi, che sono i più comuni nelle popolazioni caucasiche. Nel 2009, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato lo spettro solare UV e i dispositivi abbronzanti come agenti cancerogeni di gruppo 1. Secondo le evidenze scientifiche, l’esposizione a tutto lo spettro UV è cancerogena come il fumo di sigaretta.
que all’aria aperta, in piscina o al parco sotto casa. I benefici dell’esposizione al sole sono noti ma ancor più amplificati dai luoghi comuni (uno su tutti: il “classico” fa bene ai bambini) o dalle mode, come quella dell’abbronzatura perenne che sconfina nella dipendenza nei tanoressici. Da qui la necessità di promuovere un atteggiamento più critico e responsabile per evitare i numerosi e importanti effetti nocivi.
I danni dell’eccessiva esposizione al sole
La pelle è un bersaglio sensibile agli UV, che oltre a provocare danni a breve termine (eritema e arrossamento accompagnato da prurito o bruciore, ustioni), possono causare alterazioni che compaiono anche dopo molti anni come l’invecchiamento precoce della pelle (secchezza cutanea, ispessimento dell’epidermide, rugosità, perdita di elasticità, pigmentazione irregolare, teleangectasie, ipertrofia delle ghiandole sebacee) e la fotocarcinogenesi, ovvero l’induzione di tumori sulla pelle. La radiazione solare UV è il principale fattore di rischio ambientale per lo
Il rischio di sviluppare il melanoma dipende dall’interazione tra fattori genetico-costituzionali o endogeni e ambientali o esogeni. Numerosi sono i fattori di rischio chiamati in causa nel processo di carcinogenesi del melanoma: l’esposizione intensa e intermittente agli UV (soprattutto in giovane età), la suscettibilità del fenotipo (fototipo chiaro e pigmentazione cutanea) e il numero di nevi melanocitici e/o nevi atipici. I soggetti con una storia di scottature hanno un rischio di circa 2 volte più eleva-
Buone lezioni
fin da piccoli Durante l’infanzia e l’adolescenza si assorbe fino all’80% della dose solare accumulata durante la vita. Le ustioni solari in tenera età aumentano il numero dei nevi e il rischio di sviluppare melanoma da adulti. Pertanto è importante che bambini e adolescenti imparino a gestire la pelle durante l’esposizione secondo regole di buon senso che sono il vero “passaporto” per affrontare i raggi solari. Le campagne di educazione solare sono più efficaci alle elementari rispetto alle superiori.
Abbronzatissimi lampade & lettini: meglio evitare Dal 2009 l’OMS considera anche gli UV-artificiali come carcinogeni completi perché coinvolti nella formazione dei tumori maligni della pelle come il melanoma, il carcinoma spinocellulare e il carcinoma basocellulare. Dal 2011 in Italia l’uso delle lampade abbronzanti è vietato alle persone più vulnerabili: i ragazzi sotto i 18 anni, le donne in gravidanza, chi ha già sviluppato un tumore maligno della pelle, i soggetti con pelle chiara che non si abbronzano o si scottano facilmente. Lo stesso decreto sconsiglia vivamente il loro uso nei sottogruppi di popolazione a maggior rischio: i soggetti con un elevato numero di nevi (> 25), molte lentiggini, una storia personale di frequenti ustioni solari durante l’infanzia e l’adolescenza e gli individui che stanno assumendo farmaci in quanto alcuni principi attivi provocano fotosensibilità. L’uso dell’UV artificiale prima dei 35 anni aumenta notevolmente il rischio di sviluppare tumori della pelle. Le radiazioni UV artificiali hanno un effetto additivo: 20 minuti di esposizione artificiale corrispondono a una giornata di sole in pieno agosto. Il consiglio quindi è evitare le lampade artificiali.
to, che aumenta se gli episodi avvengono nell’infanzia. Soggetti con capelli rossi o biondi o occhi azzurri presentano un rischio maggiore del 50-100% rispetto ad individui con capelli o occhi scuri.
Al mare, in montagna o in città: l’abc della prevenzione
Anzi tutto bisogna valutare il momento, la durata dell’esposizione e conoscere il proprio fototipo. Per semplificazione, i soggetti a fototipo chiaro (fototipo I o II) con cute sensibile sono di tipo nord europeo; i soggetti a fototipo scuro (fototipo III o IV) sono di tipo mediterraneo; i soggetti molto scuri (fototipo V o VI) sono rappresentati dall’etnia asiatica e dal-
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la popolazione nera. Una volta identificato il proprio fototipo è più semplice adeguare i comportamenti per una corretta esposizione al sole, godendo dell’aria aperta senza correre rischi. È importante esporsi gradualmente per ridurre il rischio di scottature. Bisognerebbe cominciare con 45-60 minuti il primo giorno aumentando il tempo di esposizione fino a ottenere in 15-20 giorni un’abbronzatura uniforme e duratura. Inoltre si dovrebbero evitare le ore centrali della giornata (11-15) quando vi è un maggiore irraggiamento e l’intensità degli UV è massima. Durante l’esposizione si devono usare creme fotoprotettive, applicandole in dosi adeguate e per più volte, ogni 2-3 ore. Le creme solari devono essere sempre adeguate al fototipo e dotate di filtri per i raggi UVA e UVB. L’uso della crema non deve essere considerato un “passaporto” per una lunga esposizione. È sempre consigliabile usare indumenti, cappellino e occhiali da sole. Vi sono poi alcune regole specifiche per le persone più a rischio come bambini e fototipi chiari. Chi soffre di una malattia dermatologica o assume farmaci deve sempre consultare il medico curante.
Attenzione a bambini e ragazzi
Le ustioni in età pediatrica aumentano il numero dei nevi e il rischio di sviluppare melanoma in età adulta. Ridurre la dose cumulativa solare, evitare esposizioni prolungate in una giornata e limitarle nelle ore centrali, indossare maglietta e cappellino, applicare filtri solari a protezione alta rappresentano le armi per una buona prevenzione. I solari per uso pediatrico devono essere privi di conservanti e profumo: meglio scegliere una protezione molto alta (50+ SPF) a base di filtri fisici come l’ossido di zinco.
E i neonati? Fino a un anno va evitata l’esposizione diretta: i piccoli si possono portare al mare di primo mattino. In età neonatale, pur avendo un numero di melanociti pari agli adulti, la pelle è molto più sottile, pertanto più sensibile al danno da UV ed è in grado di assorbire più facilmente gli ingredienti chimici delle creme solari. La pelle dei neonati è soggetta a disidratazione e i sistemi di protezione del corpo, come la termoregolazione, non sono ancora completamente sviluppati. In generale i bimbi italiani sono abbastanza protetti dal sole anche se permane uno “zoccolo duro”di piccoli refrattari alla prevenzione sull’esempio dei comportamenti scorretti dei genitori.
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Il decalogo
per proteggersi dal sole 1
Evita le esposizioni eccessive e le conseguenti scottature soprattutto se hai un fototipo chiaro.
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Esponiti gradualmente per consentire alla tua pelle di sviluppare la naturale abbronzatura.
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Proteggi soprattutto i bambini: quelli al di sotto di un anno non devono essere esposti al sole.
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Evita di esporti al sole nelle ore centrali della giornata, dalle 11 alle 15.
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Utilizza indumenti quali cappello con visiera, camicia o maglietta e occhiali da sole.
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Approfitta dell’ombra naturale o di ombrelloni e tettoie.
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Usa creme solari adeguate al tuo fototipo, con filtri per i raggi UVA e UVB; in caso di allergia o intolleranza al sole consulta il dermatologo.
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Applica le creme solari in dosi adeguate e più volte durante l’esposizione.
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Proteggi in modo particolare naso, orecchie, petto, spalle e cuoio capelluto se sei calvo.
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Evita l’utilizzo delle lampade abbronzanti, che invecchiano ancora più precocemente la pelle e sono vietate ai minori.
In città Evitare sforzi eccessivi e sbalzi di temperatura, uscire solo nelle ore più fresche della giornata, non modificare le terapie di propria iniziativa, fare rete: l’estate a misura di over 65
Senior al caldo
Luisa Castellini
C’
è chi l’ama senza compromessi e chi la tollera a fatica. Tutti, però, sopportano a stento le temperature eccessive, soprattutto se associate a livelli di umidità elevati. Quando questa condizione insiste anche la notte e per oltre due giorni si parla di ondata di calore. Inquinamento, presenza di isole di calore, fattori socio-economici - la possibilità di vivere in ambienti climatizzati o di trasferirsi in luoghi più freschi - e lo stato di salute personale concorrono a definire gli effetti del caldo sulla persona. Tra i fattori che condizionano la termoregolazione ci sono l’età - nei bambini e negli anziani è ridotta - la presenza di febbre o di una malattia, la non autosufficienza, l’assunzione di farmaci, il consumo di alcol e droghe, lo svolgimento di attività intense. La maggior parte di questi fattori di rischio si incontrano proprio nell’anziano (età, presenza di malattie, assunzione di farmaci, non autosufficienza) che spesso d’estate si trova solo in città per periodi più o meno brevi.
Per un’estate in sicurezza FARE RETE. D’estate può capitare di essere particolarmente soli per alcuni giorni o settimane. Informiamoci su chi è presente vicino a noi per un pomeriggio in compagnia, scambiarci cortesie e avere un riferimento. Se possibile organizziamo attività in compagnia e coltiviamo interessi. Se in zona i negozi sono chiusi, ordiniamo la spesa a casa evitando fatiche 8
inutili. Teniamo a portata di mano i numeri utili in caso di emergenza (112, guardia medica, medico, parenti) e non esitiamo a chiedere aiuto in caso di necessità o anche di un semplice dubbio. Restiamo rintracciabili.
AMBIENTE E SBALZI DI TEMPERATURA.
A casa accostare persiane e tende delle finestre più esposte al sole nelle ore centrali della giornata aprendo la mattina e la sera. Se abbiamo un climatizzatore, ricordiamo la manutenzione dei filtri e teniamo la temperatura a 24°-26° gradi. Importante abbassare il tasso di umidità: può bastare anche un deumidificatore. Attenzione ai ventilatori. Se c’è molto caldo e l’aria è diretta contro il corpo, ad esempio di un allettato, il rischio di disidratazione non è remoto. In generale evitiamo gli sbalzi di temperatura, ad esempio entrando sudati in un supermercato con aria condizionata o abbassando troppo la temperatura in casa o in macchina. Non respirare con la bocca aperta ma solo con il naso.
SPOSTAMENTI. Evitare di uscire e svolgere atti-
vità fisica o fare sforzi nelle ore più calde della giornata (ore 11-18) e di frequentare le zone più trafficate. Non restare all’interno di auto parcheggiate al sole e non lasciarci, per alcuna ragione, nessuno dentro (bambini, animali) anche se per poco tempo. Quando saliamo, ventiliamo l’abitacolo: aspettiamo qualche minuto prima di metterci in marcia e poi regoliamo la temperatura evitando di tenerla troppo fredda. Se siamo in partenza, verifichiamo le
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condizioni di traffico, preferiamo gli orari più freschi, portiamo acqua e uno spuntino. No a pasti pesanti e alcolici.
ABBIGLIAMENTO E PROTEZIONE UV. Sì a
cotone e lino, ad abiti comodi e non aderenti, a cappello e occhiali da sole e all’impiego di creme con adeguato fattore di protezione solare.
ALIMENTAZIONE. Bere molto, almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno, anche in assenza di stimolo della sete. Fanno eccezione le persone con epilessia, malattie del cuore, rene o fegato che devono consultare il medico prima di aumentare sensibilmente l’assunzione di liquidi. Per bere regolarmente può essere utile stabilire una routine: mettere in vista le bottiglie da bere, fare una spremuta al mattino, prendere un tè al pomeriggio e una camomilla la sera. Evitare bevande gassate, zuccherate, troppo fredde o alcoliche, perché aumentano la sudorazione. Portare in tavola più frutta e verdura fresca, pesce, pasta e gelati a base di frutta. Ridurre la carne, i fritti e i cibi molto conditi e piccanti. Evitare i pasti abbondanti e fare molta attenzione al trasporto, alla conservazione, alla manipolazione e alla cottura dei cibi: d’estate aumentano le infezioni alimentari. FARMACI E TERAPIE. Luce solare diretta, fonti di calore, sbalzi di temperatura e umidità sono nemici di una corretta conservazione. Verifichiamone le modalità, teniamo i bugiardini e se abbiamo dubbi chiediamo al farmacista. Non lasciamo mai i farmaci in macchina sotto il sole. Se si assume una terapia regolarmente, segnalare subito eventuali malesseri al medico perché alcuni medicinali possono amplificare gli effetti negativi del caldo. Allo stesso tempo non bisogna interrompere o modificare una terapia o assumere integratori salini in autonomia senza consultare il medico di fiducia. MALATTIE CRONICHE. Se si è affetti da una patologia cronica con assunzione continua di farmaci è bene confrontarsi col proprio medico curante per verificare la necessità di eventuali comportamenti particolari, di misure dietetiche specifiche o di aggiustamenti della terapia che in nessun caso deve essere sospesa o modificata in autonomia. I senior con ipertensione e disturbi cardiovascolari sono molto sensibili al caldo e possono soffrire di cali di pressione arteriosa quando passano dalla posizione sdraiata a quella eretta. Meglio non fare movimenti bruschi e stare seduti un paio di minuti prima di alzarsi. Il caldo può anche aumentare l’effetto di alcuni farmaci: la pressione va controllata più spesso e il 10
medico consultato per aggiustare eventualmente la terapia. Chi soffre di diabete, anche se in cura, è più a rischio di disidratazione. Si deve controllare maggiormente la glicemia e bere di più, evitando bevande zuccherate e succhi. Si consiglia cautela col sole perché, per minore sensibilità al dolore, si rischiano ustioni. Le persone che soffrono di insufficienza renale o sono in dialisi rischiano maggiormente sbalzi di pressione. Questa va controllata sovente insieme al peso per comunicare tempestivamente eventuali cambiamenti al medico curante. Chi assiste persone non autosufficienti deve controllare spesso la temperatura nell’ambiente rinfrescandolo il più possibile, far indossare abiti leggeri e assicurare un’adeguata idratazione. Come i bambini piccoli, la loro termoregolazione dipende da chi li accudisce.
Cosa fare colpo di calore e di sole In certe condizioni fisiche o ambientali la sudorazione non è sufficiente per disperdere il calore. Il caldo può aggravare le cronicità, provocare crampi, svenimenti, gonfiori o i più gravi colpo di calore e di sole. L’esordio del colpo di calore è caratterizzato da nausea, annebbiamento della vista, debolezza, tachicardia e ronzii: in seguito la cute diventa calda e secca, la sudorazione si arresta e la temperatura corporea aumenta anche fino a 40°-42°. Il colpo di sole è un’insolazione e avviene quando il corpo, e in particolare la testa, è esposta troppo a lungo al sole. Alle conseguenze del calore sull’organismo si aggiunge l’effetto dei raggi solari sui vasi cerebrali. Mal di testa, vertigini, spossatezza, febbre, arrossamento, nausea, convulsioni e perdita di coscienza sono i sintomi. Intervenire in questi casi è indispensabile. Bisogna chiamare i soccorsi. Se possibile trasportare la persona in un luogo ombreggiato e ventilato e raffreddare il corpo con acqua fresca, ma non fredda. Se cosciente, fare bere liquidi e misurare la temperatura. Non somministrare farmaci antipiretici come aspirina o tachipirina.
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In giro per il mondo
necessario avvisare il personale di volo e intervenire per non peggiorare la situazione che può portare a un’embolia polmonare. Passaparola, guide, agenzie di viaggi ma soprattutto internet: il viaggiatore 2.0 è più responsabile oppure, nonostante il moltiplicarsi delle possibilità di informazione, spesso parte ancora senza documentarsi? Chi si muove oggi si fida soprattutto, e forse troppo, di internet. Con i voli last minute, partendo pochi giorni dopo, è difficile avere il tempo per verificare con attenzione le condizioni sanitarie del paese ove si è diretti, consultare un medico e fare un’eventuale profilassi. Spesso si pensa poi che un breve soggiorno non possa esporre a gravi pericoli e quindi si evitano vaccinazioni e farmaci, anche per risparmiare.
La salute in viaggio La meta è decisa e i biglietti prenotati. Documenti, profilassi, pericoli, siamo ben informati sul paese dove siamo diretti? Spostamenti, clima, condizioni sanitarie, incidenti stradali, morsi di animali: i consigli per i viaggiatori internazionali Intervista a
Vincenzo Nicosia
• Responsabile Salute e Medicina del Lavoro, Saipem • Past President SIMVIM, Società Italiana di Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni > simvim.it di Luisa Castellini
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oli low cost, orari impossibili, bagagli infiniti: quando il viaggio stesso può causare malessere? Spostarsi, anche solo il macchina, può causare cinetosi, mentre chi viaggia da un capo all’altro del mondo soffre spesso di disturbi correlati al jet-lag. E poi
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c’è la nota sindrome da classe economica: viaggi lunghi, immobilità, spazi ristretti, disidratazione sono nemici della circolazione e possono portare alla formazione di trombi nelle vene delle gambe. Donne in gravidanza o che assumono terapia ormonale (pillola contraccettiva o terapia sostitutiva in menopausa), persone con vene varicose o malattie della circolazione, in sovrappeso e fumatori sono le categorie più a rischio. A tutti è consigliato di muoversi ogni tanto, flettere piedi e gambe, bere molto e indossare abiti comodi. Per chi è a rischio, meglio indossare calze elastiche o, se indicato dal medico, fare un’iniezione di anticoagulante alcune ore prima del decollo. In caso di dolore, di un crampo al polpaccio, di gonfiore o di percezione di un punto duro lungo una vena è
Che il soggiorno sia breve o lungo sono molti i problemi sanitari nei quali si può incorrere, quali sono i più frequenti? A seconda della meta, possono essere causati dal tipo di clima. Nei paesi tropicali o comunque caldi, si deve prestare attenzione ai colpi di sole, di calore e alla disidratazione. Alle temperature estreme e in alta quota, al congelamento e alle patologie legate all’altitudine. E poi ci sono gli incidenti stradali e balneari, le malattie sessualmente trasmesse e quelle a trasmissione oro-fecale. La lista dei potenziali pericoli è lunga. Su 100mila viaggiatori in un paese in via di sviluppo per mese di soggiorno, 50.000 manifestano disturbi nel corso del viaggio (il più frequente, col 43% dei casi, è la diarrea del viaggiatore), 8.000 ricorrono al medico, 5.000 saranno costretti a letto, 1.100 saranno limitati nelle attività, 300 saranno ricoverati nel corso del viaggio o a casa, 50 rimpatriati e uno morirà. Quali sono i vaccini più consigliati? L’OMS consiglia al viaggiatore internazionale il vaccino per l’epatite A che si contrae facilmente attraverso il cibo crudo, poco cotto, cucinato in luoghi non puliti, con rapporti sessuali non protetti o con siringhe già usate. Spesso si pensa che sia necessario stare attenti “solo” al ghiaccio o al cibo nei paesi lontani ma non è così. L’ultima epidemia, che ha coinvolto 60 persone, è partita da un panettiere in Inghilterra. L’unica vaccinazione obbligatoria è invece per la febbre gialla. Molte altre sono fortemente raccomandate a seconda della meta. Come informarsi e prepararsi correttamente? Verificando le condizioni sanitarie della nostra meta. On line ci sono molte risorse: la guida interattiva Se parto per... del Ministero della Salute, l’app Viag-
Malaria & co. la prevenzione inizia a casa Sono molte le malattie causate dalle punture di zanzare, zecche e altri insetti: malaria, dengue, filariosi, encefalite giapponese sono le più pericolose. Poiché non esiste un unico vaccino o farmaco che protegga dalle malattie trasmesse da tutti i vettori è importante attuare ogni forma di prevenzione possibile. Dotarsi di repellenti cutanei idonei prima della partenza per non rischiare di acquistare, una volta arrivati, prodotti contraffatti. Coprirsi con maglie e pantaloni lunghi di colore chiaro, ricorrere a zanzariere ove possibile, a zampironi, spray - anche l’aria condizionata rende gli insetti meno attivi - evitare le attività all’aria aperta negli orari di maggiore attività degli insetti, sono precauzioni fondamentali. Nel caso della malaria, è consigliata la profilassi farmacologica da concordare col proprio medico, da iniziare prima di partire, proseguire in viaggio e al rientro per alcuni giorni/settimane.
giare Sicuri della Farnesina, Viaggia in Salute della Asl di Milano, Sì viaggiare realizzata da Saipem che ha anche la funzione Intorno a me che permette di trovare ospedali, ambasciate e posti di polizia. Resta comunque indispensabile rivolgersi al Centro di Medicina dei Viaggi della Asl più vicina per informazioni, councelling e la prescrizione delle eventuali vaccinazioni o profilassi necessarie o almeno confrontarsi col medico curante. Il traffico è un problema spesso sottovalutato che in alcuni paesi ha assunto le dimensioni di un’emergenza, di quali cifre si parla? Di 1.24 milioni di morti l’anno nel mondo causate da incidenti stradali: la metà coinvolge pedoni, ciclisti e motociclisti. Tra i 15 e i 29 anni si tratta della prima causa di morte. In Cina e in India le possibilità di essere coinvolti in un incidente sono altissime. Per i turisti è la prima causa di rimpatrio sanitario e ricovero
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ospedaliero, insieme alle problematiche cardiovascolari.
Il vademecum
Tra gli obiettivi a breve termine dell’OMS ce n’è uno che riguarda la rabbia, in che modo? L’Organizzazione Mondiale della Sanità vuole eradicare la rabbia entro il 2030. È una malattia mortale nel 100% dei casi ed è causata quasi sempre da morsi di cani. Nel mondo si registra una morte per rabbia ogni 15 minuti. E su dieci persone, 4 sono bambini. Da qui l’importanza della vaccinazione nell’animale e nell’uomo, che sarà ricordata anche il prossimo 28 settembre, Giornata mondiale contro la rabbia. Quali sono le indicazioni al rientro da zone a rischio? Non bisogna scordare di aver viaggiato e essere attenti al proprio stato di salute. Una febbre al rientro da una zona a rischio malarico è malaria fino a prova contraria e comunque non va sottovalutata perché anche Ebola, Dengue e Zika hanno tra i sintomi l’aumento della temperatura. Le donne e gli uomini che tornano da paesi e aree in cui è presente la trasmissione locale del virus Zika dovrebbero adottare comportamenti sicuri o prendere in considerazione l’astinenza sessuale almeno per 6 mesi dopo il rientro in patria, per prevenire la trasmissione sessuale del virus. Le coppie o le donne che stanno pianificando una gravidanza, di ritorno da aree in cui esiste una trasmissione locale del virus, dovrebbero aspettare almeno 6 mesi prima di tentare di avere un figlio per essere sicure che un’eventuale infezione da virus Zika si sia completamente risolta. Il rischio è che il feto possa sviluppare una grave microencefalia.
Mobilità sanitaria Prima di mettersi in viaggio è bene verificare i documenti necessari e se l’Italia ha accordi con il paese dove siamo diretti. In Europa, Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein è sufficiente mostrare la Team (tessera europea assicurazione malattia) ovvero il retro della tessera sanitaria. Le prestazioni sono gratuite o rimborsabili fatta eccezione per quelle private e le cure programmate. Con altri paesi l’Italia ha convenzioni bilaterali per cui abbiamo diritto ad alcune prestazioni o in determinate evenienze. Se ci si muove verso paesi extra-EU dove non vigono convenzioni è fondamentale dotarsi di un’assicurazione sanitaria.
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per chi è in partenza 3-4 settimane prima di partire verifica se occor-
1 rono vaccinazioni obbligatorie o raccomandate.
Assicurazione sanitaria verifica se sei assicura-
2 to e cosa occorre. 3
Attenzione a ciò che mangi • NO a: cibi freddi o riscaldati, creme all’uovo o alla panna • Sì a: carne e pesce ben cotti e serviti caldi, frutta e verdura da sbucciare o pelare, verdura cotta.
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Attenzione a ciò che bevi spesso l’acqua del rubinetto e delle fontane non è potabile. Usa acqua minerale in bottiglie sigillate a tavola e per lavare i denti; evita il ghiaccio.
5 Evita rapporti sessuali occasionali.
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Farmaci da viaggio ricordati di portare • medicinali che assumi abitualmente, in scorte sufficienti, compresi liquidi per lenti a contatto e pillola anticoncezionale • antimalarici (se indicato) • farmaci che potrebbero essere utili (antidolorifici, antibiotici) • attrezzatura varia (creme solari, forbici, cerotti, salviette disinfettanti). Per prevenire la malaria proteggiti dalle puntu-
7 re di zanzare e, se necessario, segui la chemioprofilassi.
Al rientro se compare febbre di origine non
8 chiara, ricordati di dire al medico che sei stato in una zona malarica.
Traffico stradale fai attenzione alla guida tua
9 e degli altri. In molti paesi in via di sviluppo gli incidenti stradali sono frequenti e spesso gravi.
Criminalità stai attento a non esporre troppo
10 denaro e oggetti di valore.
Per saperne di più: > simvim.it
Pediatria
Infezioni alimentari
Come migliorare la sicurezza in cucina?
D’estate aumentano tra caldo, batteri e qualche disattenzione. Dall’acquisto alla cottura fino al consumo, le buone pratiche che fanno la differenza
Per ridurre la probabilità di infezioni occorre adottare una serie di comportamenti corretti e prudenti nella vita di tutti i giorni: il 60% delle intossicazioni alimentari riguarda cibi preparati in cucina. Attenzione in primis all’acquisto e ai fornitori: se ad esempio si prende del cibo a un bar o da un chiosco all’aperto è opportuno assicurarsi che non sia esposto a contaminazioni da parte di insetti, roditori e altri animali. Il capitolo conservazione è molto importante. Uova, carne e pesce, per la loro ricchezza di acqua e di nutrienti e per la scarsa acidità sono molto deperibili e vanno conservati tra 0 e 4° C: non durano per “sempre” e vanno cotti adeguatamente. Lavare bene le mani prima di manipolare qualsiasi alimento, pulire accuratamente tutte le superfici della cucina, gli utensili e i contenitori è una necessità. Occorre poi fare attenzione alla cottura. Cuocere bene i cibi, in modo che anche le parti interne raggiungano una temperatura di 70° e consumarli subito dopo senza farli freddare per poi riscaldarli. Scegliere i prodotti che abbiano subito trattamenti idonei ad assicurarne l’innocuità (ad esempio il latte pastorizzato o trattato ad alte temperature). Evitare ogni contatto fra cibi crudi e cotti e utilizzare solo acqua potabile.
Susanna Esposito
• Professore ordinario di Pediatria dell’Università degli Studi di Perugia • Presidente WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici > waidid.org
L’
acquisto da fornitori di dubbia sicurezza, l’interruzione della catena del freddo, il consumo di cibo crudo, poco cotto o mal conservato, una cattiva igiene. Sono questi i fattori di rischio più comuni delle malattie trasmesse dai cibi insieme alla presenza stessa di microrganismi “patogeni”, ovvero di batteri, virus e parassiti dannosi per la salute dell’uomo, che possono essere presenti nell’acqua e negli alimenti contaminandoli con diverse modalità. Dalla salmonella, che si sviluppa per lo più nei preparati a base di uova crude o poco cotte, alla listeria fino all’infezione da stafilococco e al terribile Clostridium botulinum sono molte le malattie che possono essere trasmesse dai cibi. Con l’aumento delle temperature le intossicazioni, tossinfezioni e infezioni alimentari sono più frequenti e possono essere
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mantenere le stesse caratteristiche in termini di odore, colore, sapore. Consumare un alimento solo perché ha un bell’aspetto non è insomma garanzia di cibo sano, né è sufficiente ad evitare il rischio di infezioni. Lo stesso per i prodotti fatti in casa, a cui bisogna invece stare particolarmente attenti perché più facilmente potrebbe essere stata trascurata qualcuna delle buone regole per la preparazione di cibi a prova di germi.
pericolose soprattutto nei bambini e negli anziani, che hanno difese più deboli. I piccoli con meno di sei anni, in particolare, sono più a rischio perché le loro difese immunitarie non sono del tutto mature: per loro incontrare batteri o virus presenti nei cibi può essere pericoloso e scatenare un’infezione.
Odore, colore, sapore: non sempre è possibile accorgersi dei potenziali pericoli Contrariamente a quanto si potrebbe pensare la presenza di microrganismi pericolosi nei cibi non è sempre evidente: un cibo contaminato può anche
Le infezioni alimentari Alcune possono essere leggere, altre molto pericolose. L’infezione da Stafilococco, una delle più diffuse, di solito ha un’incubazione breve, di poche ore, ma si risolve altrettanto brevemente entro 2448 ore. Il sintomo principale è la diarrea come nel caso dell’altra infezione tipica dei bambini, quella da rotavirus: in questo caso però diarrea, dolore e vomito si manifestano dopo 5-6 giorni dal contatto con il virus e persistono per 3-7 giorni. In entrambi i casi non servono farmaci specifici, perché eliminare i liquidi attraverso la diarrea è il modo con cui l’organismo si libera dell’agente infettante. L’importante è idratare il bambino reintegrando i liquidi e i sali
La spesa così si conserva meglio Dalla scelta dei prodotti al loro consumo, sono molte le attenzioni che dobbiamo riservare al cibo, soprattutto se destinato ai più piccoli. Scegliamo con cura i fornitori, leggiamo le etichette verificando data di scadenza e modalità di conservazione. Non interrompiamo la catena del freddo e conserviamo il cibo evitando promiscuità e in modo adeguato. Questo significa anche igiene e manutenzione del frigorifero, che deve essere pulito, ordinato e tenuto a una temperatura tra 0-4°C, e della dispensa, meglio se lontana da fonti di umidità e calore. In cucina, laviamo mani e utensili e non usiamo gli stessi per cibi diversi, ad esempio per carne cruda e verdure. La prima va cotta bene; le altre, come la frutta, lavate e sbucciate accuratamente. Meglio cucinare il giusto per evitare avanzi, che devono essere conservati per poco tempo in frigo e consumati previa cottura adeguata.
minerali persi, soprattutto quando diarrea e vomito sono frequenti e abbondanti. L’infezione di cui si deve avere, invece, molta paura è il botulismo: si manifesta con difficoltà di vista e di parola, secchezza della bocca, debolezza muscolare e se non si interviene può dare paralisi progressiva, difficoltà respiratorie e portare perfino alla morte. È provocato dalla tossina botulinica prodotta da Clostridium botulinum, un batterio che si può trovare soprattutto nei prodotti inscatolati o conservati di produzione domestica: attenzione quindi che i barattoli di verdure sott’olio, conserve di frutta fatte in casa e miele siano stati preparati in modo corretto e con tutte le precauzioni igieniche del caso, dalla bollitura per sterilizzare le salse all’uso di contenitori in vetro con capsula di sicurezza, che aiutano a capire se all’interno si è formato gas indicativo della presenza della tossina.
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Benessere
miscela di polpa di aloe, canapa e vino di palma. Nel Medioevo, la cultura medica vive nei centri monastici, che tramandano lo studio delle piante medicinali. La polvere di aloe serve per «purgare il capo e favorire gli starnuti, rischiarare gli occhi annebbiati» e trattare la «milza gonfia e dolente». È evidenziata l’azione astersiva delle ferite e «decongestionante sugli stati infiammatori» di orecchie, occhi, testa e lingua. Si consiglia l’uso preferibilmente in associazione con altre erbe piuttosto che da solo, per sfruttarne l’azione stomachica ed epatostimolante piuttosto che come purgante considerato troppo aggressivo.
ALOE
Fin dai tempi più antichi è nota per le sue numerose proprietà. Dagli usi rituali e tradizionali nella cultura egizia agli impieghi terapeutici nel Medioevo, la sua conoscenza attraversa il Rinascimento per essere poi indagata dalla chimica moderna e giungere fino a oggi continuando a essere un’insostituibile alleata della nostra salute
Gli impieghi nell’epoca moderna
L’aloe attraversa il Rinascimento e nel ’600 è un medicamento affermato. Con l’avanzare dell’ars farmaceutica la composizione dei medicamenti è sempre più precisa e la presenza nelle Farmacopee dell’aloe è abituale. Con la chimica ottocentesca si pongono le basi per l’individuazione delle sostanze attive presenti nella pianta che presto saranno chiarite: a piccole dosi ha un’azione amaro-tonica ed è blando colagogo; a dosi più elevate agisce come purgante ad azione lenta raccomandato per la stitichezza occasionale. Per l’uso esterno si raccomanda sotto forma di unguento e lozioni nelle ulcere e nella pratica oftalmica.
Patrizia Mantoessi • Farmacista a Monza
S
in dai tempi di Alessandro Magno, il succo di aloe era oggetto di scambi commerciali nei paesi che si affacciano sul Golfo Persico e sul Mar Rosso e nel vicino Oriente era usato come medicamento e cosmetico. Nella cultura egizia, in cui la medicina era sacerdotale, l’aloe era considerata la pianta dell’immortalità: era il rimedio di lunga vita e felicità, ma era anche impiegata con altre erbe come supporto terapeutico e purgante. Probabilmente era presente anche nelle pozioni propiziatorie nei riti di Rà, il dio Sole, dal quale la pianta si riteneva favorita data la predilezione per l’habitat secco e assolato. Forse per lo stesso motivo ancora oggi nei paesi Arabi si usa appendere la pianta sopra le porte di casa per allontanare gli spiriti del male e proteggere le dimore dalle influenze negative o dagli ospiti non graditi.
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La diffusione in Occidente
Gli Indù la chiamavano guaritrice silenziosa. I sapienti dell’antica Cina rimedio armonioso, le popolazioni euroasiatiche elisir di lunga vita e non mancano le citazioni nella Bibbia. Dioscoride, medico militare al seguito delle legioni romane, ne descrisse le applicazioni per la cura di numerosi disturbi indicando la distribuzione geografica e le proprietà organolettiche. Buon astringente, capace di saldare e arrestare le emorragie, purga il ventre e lo stomaco e migliora il sonno. Dopo di lui Plinio il Vecchio e soprattutto Galeno confermeranno le proprietà della specie. In Occidente l’aloe arriva con le guerre e gli scambi culturali e commerciali con il vicino Oriente, in particolare con le Crociate. Pare che i Templari usassero un elisir di Gerusalemme, probabilmente una
Una specie tanti usi
Il latex antrachinonico (ricco di aloina) è noto sin dall’antichità per le proprietà stimolanti sul transito intestinale: le foglie sono recise alla fine della stagione secca e il latex raccolto per scolamento. Giallastro, di sapore amaro, col riscaldamento si ottiene un estratto secco che costituisce la droga ad attività lassativa. Il gel fogliare si ottiene con l’incisione profonda delle foglia al massimo turgore idrico: il succo è estratto a freddo, è trasparente e mucillaginoso. Nella tradizione trova diversi impieghi per l’efficacia depurativa e detossificante. È anche un antiossidante e ha un’azione gastroprotettiva perché riporta le secrezioni intestinali a valori fisiologici, capaci di modulare la flora batterica, nor-
Una pianta forte e preziosa L’Aloe appartiene alla famiglia delle Aloaceae, genere Aloe, specie Vera ed è classificata come Aloe Barbadensis Miller o Aloe Vulgaris Lamarck. Cresce meglio nei climi caldi e secchi ma spesso si incontra nei giardini e nei terrazzi delle nostre città. Pianta succosa, raggiunge i 70-80 cm e fiorisce in estate dal 4° anno di età. Le foglie sono a forma di spada, carnose, aculeate al margine, concave e riunite alla base in una struttura a rosetta. È una pianta perenne, resiste senz’acqua per lunghi periodi e in caso di taglio si richiude quasi immediatamente.
malizzare il pH di stomaco e intestino alterati da situazioni di stress. Il gel ha anche un’azione antinfiammatoria perché inibisce la produzione di sostanze mediatrici dell’infiammazione, mentre l’efficacia come immunomodulante è dovuta alla capacità di attivare cellule del sistema immunitario in grado di eliminare molecole o cellule estranee e pericolose.
Gli effetti benefici sulla pelle
L’aloe è utile per trattare problemi cutanei di vario ordine e grado, dalle ustioni alle dermatiti fino alle infiammazioni. Svolge un effetto idratante ed emolliente che rende la pelle fresca, morbida e vellutata. Un’azione antinfiammatoria e decongestionante particolarmente indicata in caso di pelle screpolata ed arrossata. Accelera la guarigione di superfici lesionate in caso di scottature, ferite e piaghe, ne riduce il dolore e il prurito, svolgendo anche un’azione antisettica e stimolante per la formazione di nuovo tessuto, ossia un’azione eutrofica e cicatrizzante.
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Psicologia
Tatuaggi & piercing Con l’adolescenza, stagione di straordinaria trasformazione, il corpo diventa spesso un linguaggio che chiede di essere compreso. Per i genitori è tempo di ascoltare ma anche di porre dei limiti perché solo così i figli potranno crescere ed essere se stessi
Stefania Puglisi
• Psicologo-Psicoterapeuta e Mediatore Familiare, Genova > puglisistefania-psicologo-genova.com
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pesso mamma e papà li scoprono per caso: sbucano dai jeans, fanno capolino dalle magliette estive o dietro l’ennesima ciocca di capelli decolorata. Altre volte, invece, sono annunciati, dichiarati, discussi - quando non direttamente oggetto di vere e proprie liti - o semplicemente mostrati, una volta fatti, con un misto di terrore, sfrontatezza e sfida. Stiamo ovviamente parlando di tatuaggi e di piercing, che spesso diventano uno degli strumenti di comunicazione degli adolescenti.
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Dal rituale al fenomeno di massa
Nati come segno di riconoscimento e di appartenenza, tatuaggi e piercing comprendono oggi uno spettro ancora più ampio di condizioni: imitazione, identificazione, opposizione al sistema e quindi trasgressione o, al contrario, eccesso di conformismo. A volte sono spia di malessere, altre di semplici scelte estetiche di cui una volta adulti, andar fieri o pentirsi. Certamente una parte dell’antico significato rituale e iniziatico è giunta fino a oggi. Decorare il corpo è una pratica antichissima e ieri come oggi segna sempre un passaggio, per cui non a caso spesso si consuma proprio durante l’adolescenza. Trasgressivi, segno di distinzione, i tatuaggi dagli anni ’70 si legano sempre più spesso ai “buchi”, i
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Identità on e off line La vita degli adolescenti, nella maggior parte dei casi, corre allo stesso modo tra reale e virtuale con una linea di continuità tale da rendere per molti versi desuete queste definizioni. Perché gli eventi, i sentimenti, le amicizie, gli amori, la ricerca della propria identità diventano quasi sempre il soggetto di un’immagine in una sorta di continuo processo di validazione che trova il suo apice nella condivisione su gruppi di amici o sui social. Questo processo stupisce, preoccupa e spaventa l’adulto, che non può esimersi dal compito, importantissimo, di istruire i figli sulla vita delle immagini on line e sui concetti di privacy e di intimità che la rete ha rimesso in discussione.
piercing, che si moltiplicano e arrivano dove mai si sarebbe pensato possibile con il movimento Punk, che dall’Inghilterra si diffonde con il suo grido radicale contro il modello di vita borghese. Lo stesso spirito di contestazione e ribellione si trova nei graffiti degli anni ’80 e sempre, a ogni latitudine, nei linguaggi giovanili, volutamente lontani dalle intrusioni dei genitori. Linguaggi che oggi sono sempre più rapidi e fatti di faccine (emoticon), immagini e compenetrazione tra la vita on e off line, specialmente con la pratica della condivisione su gruppi e social.
La centralità del corpo Il corpo resta però sempre al centro del linguaggio e i confini tra privato e pubblico - ancora la condivisione, il rapporto tra vita on e off line - sfumano per trovare nuovi limiti. Quelli che durante l’adolescenza vengono testati per verificare e costruire i propri ed esplorare l’identità. Non dimentichiamo che è questo il periodo delle più grandi trasformazioni. Il corpo del bambino lascia spazio al futuro uomo e
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alla donna di domani. Cambiano la fisionomia, la voce, la percezione del corpo. In questo processo, sempre delicato, l’adolescente tende all’atto, per cui l’immagine di sé non è altro che la rappresentazione interna dell’apparenza esterna. Per questo l’adolescente non può, non riesce ad aspettare e tende agli estremi. Il tatuaggio, il piercing, ma anche il forzare il proprio corpo a somigliare di più all’immagine interna che si coltiva: più magri, atletici, abbronzati... sempre di più. Da qui anche l’emergere, sempre più precoce, di disturbi alimentari e il ricorso ad interventi chirurgici (liposuzione, correzione estetica), che in molti casi gli adolescenti affrontano insieme a genitori che faticano a vedere la persona nella sua interezza fermandosi all’aspetto fisico.
I genitori: antagonisti o alleati?
Quando l’adolescente ha una buona autostima costruisce nel confronto con il mondo - fatto anche di sane contrapposizioni - la propria identità con coerenza e competenza emotiva. Non ricorre a piercing o tatuaggi o ad altre pratiche per identificarsi in un gruppo o gridare il proprio disprezzo per un modello di vita. Costruisce la propria scala di valori distaccandosi da quello in cui non si riconosce e conservando quello che sente più suo. Il ruolo di mamma e papà è essenziale perché attraverso il rapporto genitoriale si può instaurare un legame e un clima di fiducia, il terreno adatto per crescere e differenziarsi. Una base solida che permette all’adolescente di vedere riconosciuta la propria unicità e la sua ricerca identitaria. Il genitore deve quindi porsi in un dialogo aperto: essere capace di assecondare ma anche di rifiutare le richieste del figlio, dare dei limiti, in modo da aiutarne il processo di individuazione. Aiutarlo a vivere le emozioni e a gestirle, a comprendere l’importanza del tempo come elemento fondante per valutare le decisioni a lungo termine, sono momenti importanti, che facilitano una crescita armonica e consapevole. Quando l’adolescente infierisce su se stesso, nei tanti modi che sappiamo possibili, dall’alimentazione all’autolesionismo, significa che è alla ricerca di qualcosa e di un riconoscimento che solo così ha trovato espressione. Questa fragilità va accolta e ascoltata per iniziare un percorso, ancora una volta insieme figli e genitori, per trovare modalità e sistemi più efficaci per esprimere sentimenti, passioni e contraddizioni proprie di quella stagione straordinaria che è l’adolescenza.
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