distribuzione gratuita anno 16 - n. 4/2018 Luglio / Agosto
Un mare di salute Allergie: Punti dall’estate Prevenzione: Il cuore in vacanza
Benessere: Sole amico Psicologia: Mamma, parto da solo!
distribuzione gratuita anno 16 - n. 4/2018 Luglio / Agosto
sommario L’INTERVISTA Un mare di salute
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Intervista a Deodato Assanelli di Luisa Castellini
PREVENZIONE Il cuore in vacanza
Scoprire la propria città, imbarcarsi su un traghet-
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Lidia Rota Vender, Paola Santalucia
ALLERGIE Punti dall’estate
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con la collaborazione di Patrizia Bonadonna
BENESSERE sole amico
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Patrizia Mantoessi
DAL PEDIATRA Bambini in viaggio
PSICOLOGIA Mamma, parto da solo! Stefania Puglisi
Il ritmo dell’estate
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to pieni di bagagli, prenotare il primo last minute interessante scovato a notte fonda, tornare nella propria casa delle vacanze. Qualsiasi forma abbia la nostra estate di sicuro è il cambiamento di ritmo quello che ci sta regalando. Che sia più lento o più attivo siamo noi a deciderlo. Possiamo quindi abbracciare il movimento e scoprirci sportivi in spiaggia con la complicità del tempo libero e del buon umore. Approfittiamo dell’occasione per ritrovare il piacere dell’attività fisica ma senza esagerare, come ci raccomanda Deodato Assanelli, presidente della
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Società Italiana di Medicina dello Sport e dell’Esercizio. Scopriamo poi come proteggere la nostra salute cardiovascolare dal caldo e in viaggio, quando la nostra meta è magari una spiaggia assolata o un’escursione in alta quota. In questo numero del Gazzettino approfondiamo anche le allergie estive, in particolare quella al veleno degli imenotteri, per poi rilassarci al sole e goderne in tutta sicurezza
Bimestrale di informazione al pubblico di Club Salute S.p.A. Anno 16, n° 4 Luglio / Agosto 2018 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003
dopo aver scoperto non “solo” come proteggerci scegliendo gli orari migliori e l’adeguato filtro solare con tanto di vitamine antiossidanti ma con
Direttore responsabile Luisa Castellini
alcuni alleati in più come i nutraceutici. Celebran-
Comitato Scientifico Paolo Borgarelli, Valentina Guidi
non potevamo scordarci dei più piccoli. Ecco allora
do l’estate, la stagione dei viaggi per eccellenza,
Hanno collaborato Patrizia Bonadonna, Patrizia Mantoessi, Stefania Puglisi, Paola Santalucia, Lidia Rota Vender
i consigli del pediatra per i giramondo in erba e il
Impaginazione Sergio Muratore Moretti Editore - www.morettieditore.com
re” alle vacanze dei nostri figli, dai piccoli nei campi
Stampatore 44U S.r.l. - Via Tarvisio, 6 - Limbiate (MB) - Italy
tire da soli. E noi? Non ci resta che dettare il ritmo
Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo
entusiasmo. Settembre, l’autunno, gli impegni...
conforto delle pagine di psicologia per “sopravviveestivi ai fratelli maggiori che già chiedono di pardi questa nuova estate e salutarla ogni giorno con possono aspettare! L.C.
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Quali sono i benefici dell’attività fisica al mare e sulla spiaggia? L’acqua è un mezzo che aiuta il movimento anche nei soggetti in sovrappeso o con problemi motori e consente di impiegare gruppi muscolari che spesso non sono allenati. Fare esercizio su fondo sabbioso è più impegnativo dal punto di vista energetico, ovvero si consumano più calorie, e migliora resistenza ed equilibrio ma bisogna abituarsi all’irregolarità del suolo e tenere sempre conto dell’incidenza di sole e temperatura.
L’intervista
Iniziare a fare sport in vacanza aiuta a dimagrire? Gli obiettivi devono essere ragionevoli e perseguiti nel tempo. Lavorando con costanza si può incidere favorevolmente sul metabolismo cambiando il rapporto tra massa grassa e magra. Uno studio su un campione di diabetici in sovrappeso ha dimostrato che l’esercizio fisico regolare non incide sul peso ma muta il rapporto tra massa muscolare e grassa migliorando lo stato di salute generale: migliore controllo della glicemia e quindi meno farmaci, migliore tono dell’umore.
Un mare di salute Le “classiche” passeggiate sul bagnasciuga e il nuoto, i giochi di squadra ma anche lo yoga e le immersioni. Sabbia e mare sono il teatro d’azione ideale degli sportivi e una fonte d’ispirazione per i più sedentari. Così il movimento approda on the beach con molti benefici e qualche raccomandazione Intervista a
Deodato Assanelli
• Specialista in Cardiologia, Medicina Interna, Medicina dello Sport • Professore di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, Università di Brescia • Presidente della SIMSE, Società Italiana di Medicina dello Sport e dell’Esercizio > simse.org di Luisa Castellini
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bagni di sole? Lasciamoli ai vicini d’ombrellone. Scrutiamo l’orizzonte e lasciamoci ispirare dalla natura. Magari all’alba o al tramonto, con una bella seduta di yoga in gruppo o da soli. Che la spiaggia sia testimone della nostra trasformazione da ostinati sedentari ad amanti dell’aria aperta
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e, perché no, dell’attività fisica. I più sportivi tra i nostri amici ci sosterranno nella scelta ma attenzione a non seguirli nelle loro prodezze se non siamo allenati. <<D’estate ci sentiamo più sani, più giovani e si tende a osare anche se non si è in forma>> avverte Deodato Assanelli, cardiologo a Brescia e presidente della SIMSE, la Società Italiana di Medicina dello Sport e dell’Esercizio. Sì allora a sfruttare le ferie per continuare o iniziare a muoversi ma con qualche accortezza per ottimizzare i risultati e scongiurare gli imprevisti. Perché il mare invita al movimento anche i più pigri? Sicuramente rispetto alla palestra o alla piscina il teatro naturale è più invitante. Avere più tempo e, generalmente, essere ben disposti sono fattori che aiutano a sentirsi meglio e quindi ad avere voglia di fare cose diverse dal solito, sport compreso.
Come si può trasformare la tipica passeggiata sulla battigia in un buon allenamento? Se non ci sono limitazioni specifiche (sovrappeso, età, malattie croniche) una buona passeggiata a ritmo sostenuto per 30-40 minuti 4-5 volte la settimana può essere un ottimo inizio e un toccasana per la circolazione venosa. A un’attività di endurance come questa bisognerebbe sempre associare alcuni esercizi di potenziamento muscolare (corpo libero, piccoli pesi, elastici) e per l’equilibrio. La sabbia e l’acqua per questi ultimi sono perfetti, soprattutto per i soggetti anziani che hanno paura di cadere: essendo più tranquilli gli esercizi si svolgono meglio e si incrementano di più le capacità propriocettive.
Il diabete non va in vacanza Alimentazione e dispendio energetico possono mutare notevolmente in viaggio, soprattutto in relazione alle condizioni climatiche. Controllare regolarmente la glicemia è importante: con i nuovi sistemi di microinfusione e monitoraggio è possibile una verifica ogni 4 minuti o quando serve che permette di regolare l’insulina o l’assunzione di maltodestrine.
In montagna
clima e altitudine Se la nostra vacanza è tra i monti dobbiamo stare attenti al meteo, all’altitudine e all’equipaggiamento. Proteggere la pelle con un adeguato filtro solare e indossare occhiali e cappello è indispensabile anche qui. L’altitudine è un fattore di stress notevole per l’organismo: l’aria è rarefatta e il corpo fatica di più. Da qui la necessità di acclimatarsi i primi giorni, soprattutto per anziani, malati cronici e bambini: sotto l’anno di età è meglio non superare i 1000-1500 metri di altitudine. Il “mal di montagna” ha sintomi che variano dal malessere generale a mal di testa, fiacchezza e nausea fino, nei casi più gravi, a edemi polmonari, che necessitano un trattamento farmacologico. In caso di escursioni in quota, sempre con una guida esperta, è necessario prevedere le giuste tappe per acclimatarsi e calcolare bene i tempi. Se si impiega più del previsto a salire anche il rientro sarà più lungo con l’aggravante della stanchezza. L’altro tempo da non sottovalutare mai, come in mare, è il clima che in montagna muta rapidamente. Essere vestiti adeguatamente con un abbigliamento a “cipolla” permette di fronteggiare eventuali piogge o tempeste improvvise. E chi invece vuole correre? La sabbia è un fondo più impegnativo per la sollecitazione di muscoli e tendini. Si ottengono risultati migliori in termini di dispendio energetico rispetto a un fondo rigido tradizionale ma bisogna abituarsi gradualmente all’appoggio diseguale per non mettere a rischio la colonna. Beach volley, frisbee: sulla spiaggia si torna bambini con gli sport di gruppo ma spesso non si è allenati... In spiaggia anche i sedentari cronici tendono
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a osare di più. Va bene giocare sul bagnasciuga con i figli a palla o con i racchettoni per 15-20 minuti ma farlo tutto un pomeriggio, magari con amici ben allenati, può essere rischioso.
Immersioni
Quali sono i rischi? Bisogna conoscere i warning, le eventuali situazioni personali che richiedono attenzione. Problemi muscolari o articolari noti, sovrappeso, pelle chiara, etc. Chi si allena tutto l’anno di solito ha una buona consapevolezza delle proprie possibilità ed è in grado di adattare l’attività alle diverse condizioni ambientali. Il sedentario cronico, che ritrova in vacanza la voglia di muoversi, spesso non valuta adeguatamente le proprie condizioni e il contesto più sfidante e improvvisa allenamenti intensi o match con compagni troppo forti. Meglio non rovinarsi la vacanza con stiramenti e contratture o un colpo di sole. Come si imposta un buon allenamento in spiaggia? Come in palestra la parola d’ordine è gradualità. Una fase di riscaldamento prima dell’attività e una di detraining alla conclusione - 5-10 minuti sono più che sufficienti - sono indispensabili. Bisogna poi aumentare la durata dell’attività invece dei carichi ovvero ripetere gli stessi esercizi più volte. Questo vale sia per le attività di endurance, di resistenza, come la camminata e la corsa, sia per gli esercizi orientati all’aumento della massa muscolare. Chi è più allenato può invece aumentare i carichi più rapidamente ma tenendo sempre presente le condizioni ambientali. Ovviamente meglio evitare le ore più calde, idratarsi adeguatamente reintegrando i sali minerali e se ci si allena in gruppo scegliere compagni di eguale livello. Il mare è per tutti? Camminare nell’acqua bassa o fare una nuotata sono ottimi esercizi. Vale sempre la regola della gradualità a cui si deve unire la necessaria prudenza. Snorkelling, immersioni e sport da tavola di solito sono passioni per cui ci si allena durante l’anno o così dovrebbe essere perché l’improvvisazione in mare va evitata. Come sempre è il singolo a essere consapevole delle proprie capacità. Se prendiamo ad esempio l’idoneità agonistica per i pazienti con diabete di tipo 1 vi sono alcuni sport indicati come a elevato rischio intrinseco. Sono quelle attività nelle quali si è soli ed è difficile essere soccorsi in caso di malessere. Un’iperglicemia per un sub o una tachicardia parossistica in parapendio possono essere anche molto pericolosi
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sempre in gruppo e con la boa ben in vista Meglio non improvvisare anche se la tentazione delle acque cristalline è forte e non confidare troppo nei corsi veloci di 3-4 giorni. Se non ci abbiamo pensato durante l’inverno con un corso di teoria e pratica in piscina e qualche uscita a primavera, meglio metterlo tra i buoni propositi per il prossimo autunno e limitarsi ad attività meno impegnative. Se invece le immersioni sono una passione rodata, ricordiamo comunque di consultare sempre il meteo marino, di usare le boe obbligatorie e di non avventurarci mai da soli tra i fondali. In caso di imprevisto, cerchiamo di mantenere la calma e comunicare a gesti coi compagni. Dopo le immersioni con le bombole evitiamo sbalzi di pressione e quindi i viaggi in aereo per almeno 12 ore.
se la glicemia aumenta o si riduce troppo. Bisogna essere consapevoli delle proprie condizioni e prudenti anche in situazioni di apparente benessere quando si praticano attività sportive ad alto rischio. Per tutti poi si fa appello al buon senso: non spingersi troppo al largo, fare attenzione ai tuffi dagli scogli e preferire un’alimentazione leggera.
Prevenzione
Il cuore in vacanza
Città roventi, spiagge affollate ma anche escursioni troppo impegnative possono mettere alla prova la salute cardiovascolare. Idratazione, stile di vita, farmaci e viaggi in aereo Lidia Rota Vender
• Specialista in Ematologia • Presidente di ALT Onlus - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari > trombosi.org
Paola Santalucia
• Responsabile Neurologia d’Urgenza e Stroke Unit, Riabilitazione Neurovascolare • IRCCS Centro Neurolesi Bonino Pulejo Ospedale Piemonte, Messina • Vicepresidente di ALT- Onlus
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state, tempo di vacanze e spesso di estremi, dal caldo torrido delle spiagge affollate alle escursioni in alta montagna, anche per chi è più sedentario e magari soffre di problemi cardiovascolari. Da qui la necessità di partire ben informati perché le malattie da
trombosi - come l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale e l’embolia polmonare - che sono la prima causa di morte e colpiscono il doppio del cancro, sono spesso subdole. L’estate rischia di mettere in crisi i cuori più fragili: chi segue una cura per una malattia cronica o è stato colpito da un evento acuto. Questo a causa delle temperature elevate, della necessità di una maggiore assunzione di liquidi spesso mal interpretata (chi beve troppo, chi troppo poco) e della disidratazione legata ad attività fisicamente impegnative. Uno studio giapponese ha dimostrato, ad esempio, che i ricoverati per scompenso cardiaco in estate sono non “solo” più numerosi ma anche più fragili: hanno una frazione di eiezione minore, una cardiopatia più grave, e a fronte di cure più aggressive hanno comunque un tasso di mortalità maggiore. Chi assume diuretici starà attento alla sudorazione eccessiva che di solito si compensa facilmente con l’assunzione di liquidi e una dieta ricca di frutta e verdura. Se uno
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stile di vita sano ed equilibrato e l’attenzione alle terapie sono sempre importanti ecco le accortezze che d’estate e in viaggio possono fare la differenza.
Mare o montagna? Le raccomandazioni
Quando le temperature aumentano il corpo reagisce con la sudorazione e la dispersione di sali e liquidi. La pressione scende, il cuore batte più rapidamente e il respiro può diventare affannoso. Meglio quindi stare attenti a sintomi come una caduta della pressione arteriosa, un senso di mancamento o di vertigine o comunque di affaticamento, in particolare ai cambi di posizione. A prescindere dalla meta, prima della partenza è importante una visita dal medico curante e la verifica delle condizioni sanitarie all’arrivo e di eventuali riferimenti in caso di emergenza. Durante il giorno è bene assumere almeno cinque porzioni di frutta e verdura per ottenere il giusto apporto di antiossidanti, salvo diversa indicazione del medico curante, problemi gastrointestinali o diabete. Fondamentale bere tre litri di acqua al giorno povera di sodio, a piccoli sorsi, non gasata e non gelida. Durante i pasti, invece, è meglio limitarsi a mezzo bicchiere per evitare che lo stomaco si gonfi eccessivamente, provocando disturbi e prolungando la digestione. Misurare regolarmente la pressione su entrambe le braccia e assumere la terapia - con le variazioni eventualmente suggerite dal medico - è indispensabile: a prescindere dal fuso orario è meglio seguire l’orario italiano. Se la vacanza è al mare, in spiaggia sceglieremo le ore più fresche della giornata, approfitteremo dell’ombra, indosseremo cappello e occhiali da sole e non lesineremo la crema con filtro solare. Alcuni farmaci - come quelli per la cura delle aritmie - possono rendere la cute particolarmente fotosensibile: ecco una buona domanda per il nostro medico prima della partenza. Infine saremo cauti con l’attività fisica. Una bella camminata in acqua fino alla coscia per almeno 40 minuti è un ottimo esercizio per mantenersi in forma e migliorare la circolazione: per proteggere le gambe sarà importante evitare di esporle direttamente al sole. Per chi va in vacanza in montagna, invece, è bene non salire oltre i 2500 -3000 metri. Qui il respiro diventa frequente, i globuli rossi trasportano meno ossigeno del necessario e il sangue ha maggiore tendenza alla coagulazione. È importante non pretendere troppo dal proprio fisico e ricordarsi di bere adeguatamente e di consumare frutta e verdura e pochi grassi.
La sindrome da classe economica
Chi prende l’aereo per spostarsi verso mete lontane, con oltre 6 ore di volo, dovrà fare attenzione all’em-
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Ipertensione e alta quota Nessuna meta è proibita, basta seguire il Decalogo del Buonsenso ad Alta Quota di ALT, che consiglia di non andare oltre i 2500-3000 metri, di premunirsi contro le basse temperature, che aumentano la pressione, e di limitare le attività intense. E, ancora, di evitare alcol e fumo, fare più spuntini con cibi con pochi grassi e sale e avere sempre almeno 1/2 litro d’acqua. È importante assumere con regolarità i farmaci, monitorare i dati sanguigni, annotare le proprie generalità con eventuali allergie, malattie e terapia. Meglio partire con un piccolo kit con terapia quotidiana, repellente per insetti, bende elastiche, lassativi, antinfiammatori, antibiotici, antidiarroici, antidolorifici, cerotti, sonniferi, apparecchio per la pressione, bombolette di ossigeno e consapevolezza delle proprie possibilità, limiti compresi.
bolia polmonare. Una malattia che, in presenza di eventuali flebiti pregresse, accumulo di grasso a livello addominale e indumenti troppo stretti, può essere causata anche da posizioni scorrette assunte per lunghi periodi di tempo non necessariamente in volo. I soggetti più a rischio sono gli obesi, i forti fumatori, chi ha sofferto di flebite, chi è sotto l’effetto di cure ormonali e le donne in gravidanza. Su 1 milione di passeggeri, 27 sono colpiti da embolia polmonare mentre su 10.000 passeggeri 5 sono colpiti da trombosi venosa profonda. Spesso non dà sintomi e si risolve spontaneamente, rendendo difficile la diagnosi, ma può anche verificarsi a distanza di ore o giorni dopo il volo. Chiunque affronti un viaggio impegnativo e, in particolare, i soggetti più a rischio, devono bere molta acqua, vestirsi con biancheria morbida di cotone, usare calze elastiche, compiere movimenti con le dita dei piedi e i polpacci per facilitare il ritorno del sangue al cuore e, se necessario, assumere eparina sotto indicazione del medico. Inoltre, è fondamentale prestare attenzione ai campanelli d’allarme: gonfiore alle gambe con dolore, arrossamento o comparsa di un cordone duro lungo il percorso della vena.
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soggiorna spesso in campagna o conduce una vita all’aria aperta come gli sportivi o gli escursionisti. I soggetti più a rischio sono gli anziani e i cardiopatici che in caso di shock anafilattico o comunque di reazione sistemica reagiscono meno alle cure per i farmaci che assumono. In Italia si registrano 10-20 casi di morti l’anno causate da shock anafilattico in seguito alla puntura di un imenottero.
Allergie
Le punture e le prime cure
Punti dall’estate Ci sorprendono ai bordi della piscina, sui prati o nella cassetta delle lettere. Api, vespe e calabroni colpiscono ogni anno 5 milioni di italiani: ben 400mila svilupperanno una reazione allergica. Ma non sono i soli, perché le allergie non vanno in vacanza. La prevenzione, i campanelli d’allarme, la gestione delle emergenze, l’immunoterapia specifica Con la collaborazione di Patrizia Bonadonna • Dirigente medico dell’USD di Allergologia dell’Azienda Ospedaliera di Verona - Responsabile del settore Allergologico per la cura degli allergici al veleno di imenotteri • Comitato scientifico di FederAsma e Allergie Onlus > federasmaeallergie.org
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li allergici lo sanno. Salutata la primavera, l’estate non è da meno. Basta domandarlo a chi è sensibile alle graminacee, che possono liberare i propri pollini fino a settembre come la temutis-
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sima ambrosia. Oppure pensare agli acari e alle muffe, che si accumulano nelle case delle vacanze chiuse da mesi. Non ultime le allergie che ci attendono sulla tavola dell’estate con i crostacei e la frutta con nocciolo. Senza dimenticare, ovviamente, i “protagonisti” della bella stagione: api, vespe e calabroni.
I soggetti a rischio Capita, almeno una volta nella vita, a 9 persone su 10. A volte si tratta di una vespa o di un calabrone, più spesso di un’ape. A essere più facilmente nel bersaglio degli imenotteri sono apicoltori, forestali e chi lavora nelle serre ma anche chi, banalmente, vive e
La maggior parte delle volte (dal 2,4 al 26%) la reazione a una puntura si limita a un gonfiore locale a cui può aggiungersi un piccolo pomfo, ovvero un rigonfiamento circoscritto della pelle, e più o meno dolore. I sintomi di solito regrediscono spontaneamente o con l’applicazione di ghiaccio o creme cortisoniche e antibatteriche. «Esiste però la possibilità che il veleno, inoculato dall’insetto al momento della puntura, possa determinare in soggetti predisposti o sensibilizzati, una reazione allergica» spiega Patrizia Bonadonna, allergologa a Verona. «In taluni casi il pomfo può essere più grande, superare i 10 cm di diametro e provocare prurito e rossore: in questi casi siamo già di fronte ad una reazione allergica, però lieve, chiamata reazione locale estesa». Ghiaccio e pomata cortisonica con antibiotico sono la terapia di prima scelta a cui, se la situazione non migliora, si può aggiungere del cortisone per via orale.
La reazione allergica e lo shock anafilattico
La situazione è ben diversa «quando dopo la puntura dell’insetto vengono coinvolte zone diverse da quella dove si è stati morsi» prosegue Bonadonna. Formicolio, orticaria, gonfiori in zone del corpo e del
In viaggio I farmaci di emergenza per l’asma, gli antistaminici, i broncodilatatori e il kit salvavita di adrenalina non devono mai mancare nel bagaglio dell’allergico. Se ci si reca all’estero è meglio aggiungere la certificazione della malattia, il piano terapeutico completo dei principi attivi - le medicine non sempre hanno lo stesso nome, composizione e presentazione - e le indicazioni principali in caso di emergenza nella lingua locale. È consigliabile anche informarsi sull’ospedale o il centro medico più vicino. Per i viaggi in areo è necessario compilare un apposito documento per imbarcare l’adrenalina.
Imenotteri i consigli dello specialista
PREVENZIONE. Attenzione a piscine e corsi d’acqua, nei prati e nei vigneti, alle persiane chiuse da mesi e alle cassette delle lettere, tutti possibili nidi ideali per api, vespe e calabroni. Ricordiamo poi che profumi, vestiti scuri e movimenti bruschi aumentano l’aggressività degli insetti. RICONOSCERE IL TIPO DI PUNTURA. È utile per impostare una corretta diagnosi e terapia e la successiva immunoterapia specifica. L’ape punge una sola volta e poi muore: il pungiglione è seghettato e rimane in sede e va estratto il prima possibile. Ci si può aiutare con una punta smussa, anche con un’unghia, muovendo dal basso verso l’alto. Meglio evitare le pinzette o di schiacciarlo tra le dita: il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare altro veleno. La vespa ha invece un pungiglione liscio quindi può pungere più volte. Il calabrone si distingue dalle dimensioni decisamente maggiori. PRIME CURE. Di solito la reazione alla puntura è locale e regredisce spontaneamente: sono utili il ghiaccio e una pomata cortisonica e antibatterica. DALL’ALLERGOLOGO. Quando la reazione alla puntura dura più di un giorno o ha un diametro di oltre 10 cm è bene consultare uno specialista in allergologia per una valutazione. Eventuali prove allergiche saranno eseguite dopo 3-4 settimane. EMERGENZE. In caso di reazione sistemica e di shock anafilattico cercare di mantenere la calma, chiamare soccorso e se possibile impiegare immediatamente il kit salvavita con l’adrenalina autoinettabile.
volto diversi dalla sede della puntura devono immediatamente mettere in allerta. «In questi casi la reazione allergica è di tipo sistemico (dal 1 all’8,9%) e non c’è tempo da perdere: bisogna immediatamente recarsi al pronto soccorso per le cure d’emergenza necessarie». Senza un intervento tempestivo la reazione allergica può continuare con dispnea, asma, broncospasmo fino all’edema della glottide, che può causare soffocamento. Lo shock anafilattico può
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comportare infatti soffocamento o un abbassamento importante e repentino della pressione. Se si ha con sé il kit di adrenalina auto iniettabile bisogna impiegarlo prima possibile.
Il kit salvavita con l’adrenalina «Oltre a sottoporsi all’immunoterapia specifica, i soggetti allergici al veleno di imenottero devono avere sempre con sé il kit salvavita che consiste in un preparato a base di adrenalina per auto-somministrazione. L’adrenalina è infatti l’unico potente antiallergico in grado di agire tempestivamente nella fase acuta e l’auto-iniettore è lo strumento medico che consente di iniettarla in circa 10 secondi. Quanto prima viene somministrata tanto maggiore è la sua efficacia». Il kit con l’adrenalina è un farmaco salvavita ed è fornito gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale.
I test allergologici Vengono svolti dopo la prima reazione allergica sistemica per confermare il veleno al quale il soggetto è allergico e impostare l’adeguata immunoterapia, che nel caso degli imenotteri è particolarmente efficace con percentuali di successo intorno al 97%. I test, cutanei e del sangue, si eseguono in ospedale in centri specializzati e «consistono nell’inoculazione di dosi molto diluite di veleno di api, vespa comune, vespa polistes dominulus e calabrone. In base alla reazione il medico è in grado di diagnosticare se la persona è allergica o meno. Il tempo necessario per effettuare i test è di circa un’ora e mezza».
L’immunoterapia specifica Chiamata spesso impropriamente “vaccino”, è la terapia che desensibilizza il soggetto dall’allergene al quale è sensibile attraverso la somministrazione di dosi progressivamente crescenti. Da qui l’importanza dell’esatta esecuzione dei test cutanei e sierologici. «Una volta raggiunta l’immunizzazione, la terapia di mantenimento consiste in una somministrazione ogni 40 giorni per 5 anni. La protezione ha una durata molto ampia, che arriva fino a 20 anni. Il consiglio per chi ha avuto una reazione allergica grave come lo shock anafilattico è di proseguire per tutta la vita». Le controindicazioni? «Non sono rilevanti. Possono farla tutti: giovani e anziani, comprese le donne in gravidanza e i bambini di ogni età. Per quanto riguarda l’età pediatrica i bambini hanno una prognosi e una storia naturale migliori».
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Le allergie estive A tavola > frutta e crostacei Oltre agli imenotteri, sono molti i rischi estivi per i soggetti allergici, soprattutto a tavola. I frutti di mare - crostacei, gamberi, scampi e molluschi - sono infatti tra i piatti prediletti dell’estate ma contengono allergeni che possono indurre reazioni soprattutto quando si inizia a consumarli, ovvero durante l’adolescenza. Anche la frutta, in particolare quella con nocciolo (pesche, albicocche e susine) può essere pericolosa in particolare per chi è già sensibile ai pollini a causa di possibili cross-reaction. Se soffriamo di un’allergia alimentare ricordiamo, in vacanza, che è un nostro diritto domandare di conoscere gli esatti ingredienti dei piatti che ci vengono serviti: in albergo all’arrivo è opportuno informare il responsabile della cucina e il direttore per non avere alcuna sorpresa sottolineando anche il pericolo della contaminazione con gli allergeni durante la preparazione dei pasti. A casa > muffe e acari Chiuse durante i mesi invernali le case delle vacanze diventano il regno della polvere e degli acari. Importante, allora, una robusta pulizia che si concentri sui tessili. Per bambini e allergici è bene impiegare gli appositi copricuscini e coprimaterassi che impediscono il passaggio dei prodotti della defecazione dell’acaro che scatenano la reazione allergica. Da non sottovalutare, poi, l’alternaria, un fungo che causa una muffa che cresce su frutta e verdura in decomposizione con la complicità di tassi di umidità elevati e temperature superiori ai 18°C. Nell’aria > le fioriture estive Meglio controllare il calendario pollinico prima di prenotare le vacanze per non avere brutte sorprese. Se le graminacee fioriscono fino a settembre anche l’ambrosia non è da meno e non è l’unica, senza dimenticare che in bassa montagna l’estate è il periodo della mietitura dei fieni. Il rischio è chiaro: soffrire in vacanza degli stessi sintomi primaverili come rinite, congiuntivite e asma. Da qui il consiglio: meglio optare per le località marine.
Il fototipo
È un indicatore della sensibilità di un individuo alle radiazioni solari e tiene conto della pigmentazione della cute, del colore degli occhi e dei capelli. In sintesi, è l’espressione della capacità di reazione individuale all’esposizione solare. In base al proprio fototipo, secondo la classificazione di Fitzpatrick ne esistono sei, si dovrebbe scegliere la protezione solare più adatta. Il consiglio è di usare comunque la più alta, soprattutto durante le prime esposizioni.
Benessere
Scegliamo la giusta protezione solare... e ricordiamo di usarla!
Sole amico L’
arrivo dell’estate ripropone, come ogni anno, il problema dell’esposizione al sole. Sì, perché è una questione che richiede attenzione e consapevolezza alla luce, è il caso dei dirlo, delle conoscenze scientifiche che ne hanno messo in evidenza non solo i benefici, ma anche i danni attribuibili a una
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Dalla tavola al fototipo passando per i nutraceutici e la protezione della pelle: buone pratiche e alleati di un’esposizione solare in tutta sicurezza
I filtri solari andrebbero applicati ogni due ore e dopo ogni bagno, distribuendo 2 mg di prodotto per cm2. Questo garantirebbe una protezione pari al 95%. Il condizionale è d’obbligo perché non corrisponde mai alla pratica: meglio allora esporsi in modo graduale evitando le ore centrali della giornata e utilizzando un’alta protezione. I filtri solari devono garantire un’ ampia copertura sia nei confronti dei raggi UVB che degli UVA. I primi sono responsabili dei danni maggiori alle cellule, e quindi della comparsa dei tumori cutanei tra cui il melanoma, la cui incidenza è in aumento. Gli UVA sono responsabili dell’abbronzatura, ma anche dell’invecchiamento cutaneo, perché innescano la produzione di radicali liberi. Oltre a proteggere dai raggi UVA e UVB, i filtri solari devono essere fotostabili al 100% per alcune ore, non irritanti e privi di determinati conservanti. Alcuni contengono filtri chimici o filtri minerali in grado di riflettere i raggi e quindi sono adatti anche in città e alle pelli più sensibili (atopici, bambini con meno di due anni, soggetti con problemi di varici).
Un’importante caratteristica addizionale è la presenza delle vitamine antiossidanti A, E, C, PP.
Un aiuto extra: le vitamine antiossidanti
La vitamina E - termine usato per indicare diversi tocoferoli - ha una forte azione antiossidante contro i radicali liberi e assorbe i raggi UV più dannosi. È in grado di ridurre anche dopo l’esposizione al sole il rischio di eritema e di edema fotoindotto. La vitamina PP o B3 stimola a livello topico la sintesi dei componenti principali del film idrolipidico (sfingolipidi, colesterolo, ceramidi) nonché la produzione di collagene migliorando tono ed elasticità. Spesso le ceramidi vengono addizionate ai prodotti cosmetici proprio con questa finalità. La vitamina A è presente in forma di retinolo, retinil acetato, propionato o palmitato e viene trasformata dagli enzimi cutanei nella forma attiva di acido trans retinoico. Quest’ultimo è in grado di diminuire la profondità delle rughe: migliora lo spessore cutaneo rendendo la pelle più idratata ed elastica. In presenza della luce degrada per cui trova impiego quasi esclusivamente nelle creme da notte. La vitamina C è usata in campo cosmetico per le proprietà antiossidanti, fotoprotettive e antinfiammatorie, soprattutto in caso di eritema. È però poco stabile in presenza di acqua ed ossigeno e molto più utile nei trattamenti antirughe per il giorno o la notte.
L’invecchiamento cutaneo
È un processo fisiologico involutivo influenzato da fattori genetici ma anche ambienta-
Patrizia Mantoessi • Farmacista a Monza
sconsiderata esposizione solare. Gli aspetti da considerare sono numerosi: il fototipo, l’alimentazione e lo stile di vita, i nutraceutici che è utile assumere e i filtri solari e i trattamenti dermatologici che è corretto applicare. Non ultimi i controlli periodici che è indispensabile eseguire. Entriamo nel dettaglio.
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li e, naturalmente, dallo stile di vita personale. Il patrimonio genetico controlla e regola l’invecchiamento cutaneo intrinseco (chrono-aging) mentre i fattori ambientali (esposizione al sole, alimentazione, inquinamento e fumo di sigaretta) aumentando la produzione di radicali liberi sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo estrinseco (photo-aging). Ma su questi abbiamo la possibilità di intervenire per contrastare l’invecchiamento.
L’asso nella manica: i nutraceutici Un ottimo inizio è l’assunzione di nutraceutici per via orale. La parte del leone la fanno gli integratori a base di betacarotene, da assumere anche un mese prima della massiccia esposizione solare per migliorare la risposta della pelle al sole, contrastare la comparsa di macchie, rughe ed eritemi. Molto utili sono le formulazioni contenenti Coenzima Q10 o ubichinone, una molecola che ha una buona capacità antiossidante non solo sulla pelle, ma su tutto l’organismo, se assunta per via orale. Un altro potente antiossidante è l’acido lipoico, che ripristina l’attività delle vitamine C ed E dopo la loro ossidazione. Forse non tutti sanno che con un esame del sangue è possibile dosare le scorte di vitamina D. Quando è al di sotto dei livelli di normalità è possibile assumerla per via orale in forma di gocce o compresse. Oltre a rafforzare la struttura ossea, la vitamina D sostiene il sistema immunitario: l’esposizione al sole la trasforma a livello della pelle per fotolisi. Aumentandone le scorte, che immagazziniamo a livello epatico, le renderemo disponibili per i tessuti bersaglio, previa trasformazione, sotto il controllo del paratormone.
Il microbiota cutaneo La protezione della pelle dall’aggressione di batteri patogeni presuppone anche la salvaguardia della microflora batterica. Il microbiota cutaneo, ovvero l’insieme dei microrganismi presenti sulla pelle, è capace di prevenire la colonizzazione da parte di batteri patogeni producendo sostanze che ne impediscono l’adesione. I raggi ultravioletti sono in grado di danneggiare il DNA dei batteri che ospitiamo sulla cute compromettendone le funzioni di difesa contro quelli patogeni. L’esposizione al sole è infatti uno dei più importanti fattori ambientali capaci di influenzare la salute della pelle. Evitiamo allora l’effetto lucertola e godiamo dei benefici del sole per la mente e il corpo per vivere un’ estate in bellezza dalla testa ai piedi.
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Protezione in sei passi 1. A TAVOLA. Scegli un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura di stagione. 2. STOP AL FUMO. Elimina il fumo di sigaretta: è responsabile del 30% dei tumori, peggiora globalmente lo stato di salute, acuisce i danni derivati dall’inquinamento ambientale, inficia ed interferisce con tutte le terapie farmacologiche, chemioterapia compresa. 3. IN SPIAGGIA. Esponiti al sole in modo consapevole e graduale: evita le ore più calde della giornata, dalle 12 alle 15, e approfitta dell’ombrellone. Applica i filtri solari adeguati al tuo fototipo: proteggi in modo particolare naso, orecchie, petto, spalle e cuoio capelluto se sei calvo. Ricorda di indossare un cappello e gli occhiali da sole. 4. CON I BAMBINI. Le scottature da piccoli aumentano il numero dei nevi e il rischio di sviluppare tumori della pelle, in primis il melanoma, una volta cresciuti. Fino all’anno di vita va evitata l’esposizione solare diretta: anche quando i bambini sono più grandi è bene scegliere le ore più fresche della giornata. Insegna a indossare (e a tenere!) maglietta, cappello e occhiali da sole e a scegliere la giusta protezione. I solari per i bambini devono essere privi di conservanti e profumo: dotiamoci di una protezione molto alta (50+ SPF) a base di filtri fisici come l’ossido di zinco. 5. PREVENZIONE. Metti in calendario un controllo dermatologico annuale con una mappatura completa dei nei per prevenire il melanoma ma anche i più frequenti tumori epiteliali come il basalioma e lo spinalioma. 6. VITAMINA D. Verifica le tue scorte di vitamina D con un semplice esame del sangue e, se necessario, rinforzale assumendola in forma di gocce o compresse per sostenere il sistema immunitario e la struttura ossea e migliorare la reazione all’esposizione solare.
Dal pediatra
Bambini in viaggio Il caldo, l’alimentazione, le vaccinazioni: come proteggere i nostri piccoli giramondo
P
renotare un volo non è mai stato così facile. Un po’ meno farlo con bambini al seguito. Tutti i genitori lo sanno: programmare un viaggio con i figli non è questione di mera logistica ma di ottima organizzazione per tutelare orari, abitudini e soprattutto salute e benessere. Durante le vacanze, il rischio di alcune malattie aumenta. Quelle contratte più di frequente durante un viaggio internazionale sono diarrea (28%), malattie dermatologiche (25%), malattie febbrili sistemiche, specialmente malaria (23%), malattie respiratorie (11%) e malattie prevenibili da vaccino (2%), soprattutto infezione da Salmonella typhi e epatite A. Per questo i pediatri della SITIP-SIP hanno dedicato una guida al bambino viaggiatore, che inizia con l’invito a un incontro col pediatra di famiglia 4-6 settimane prima della partenza per una valutazione e una verifica delle eventuali profilassi e vaccinazioni necessarie. A seconda della meta, le vaccinazioni di routine per i viaggi internazionali sono per febbre gialla, tifo, colera, epatite A, polio, meningococco A, C, W135, Y, encefalite giapponese, meningoencefalite da zecca, rabbia e tubercolosi. Se la destinazione è il mare, i genitori staranno attenti a scottature, colpi di sole e calore, punture di meduse e tracine e soprattutto a non perdere di vista i bambini in acqua. Se la meta è in quota, invece, al “mal di montagna”, al sole, al freddo e a non eccedere con l’altitudine. All’aria aperta il pericolo principale sono le punture di insetti e animali. L’aereo è sconsigliato in caso di malattie infettive acute, interventi recenti, malattie respiratorie croniche severe, ai neonati con meno di 7 giorni e alle gestanti dopo la 36a settimana (o 32a per i gemelli). In macchina è d’obbligo il seggiolino. In valigia non si dimenticheranno soluzioni disinfettanti,
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gel disinfettante per le mani, analgesici e antipiretici, pomate cortisoniche contro le punture di insetti, anticinetosici, antibiotico ad ampio spettro, soluzioni reidratanti orali, prodotti antizanzare, antimalarici (se indicati), creme solari, farmaci abituali e un certificato di assicurazione sanitaria. Le gastroenteriti, la diarrea del viaggiatore e le intossicazioni alimentari rappresentano, soprattutto all’estero, un capitolo importante. In particolare bisogna fare attenzione alle possibili contaminazioni per via oro fecale (responsabili dell’epatite A) e a uova e pollame (per la salmonella). Nelle zone con scarse condizioni igieniche è necessario bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata, evitare il ghiaccio. Mangiare solo carne ben cotta ed evitare possibili cibi a rischio. In caso di intossicazione, la perdita di liquidi va compensata con reidratazione per via orale evitando i succhi che possono aggravare la diarrea e preferendo pasti leggeri e frazionati. Al rientro è sempre importante una visita di controllo, soprattutto per i bambini con malattie croniche, perché alcune malattie come la malaria e le parassitosi intestinali possono manifestarsi anche a distanza di tempo.
psicologia
Mamma, parto da solo! Per i più piccoli la destinazione è un campo estivo ma i fratelli maggiori, adolescenti, scalpitano per organizzarsi con gli amici. Strategie e consigli per “sopravvivere” alle vacanze dei figli
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a scuola è già un lontano ricordo e le vacanze sembrano infinite: è il momento del tutto-è-possibile per bambini e ragazzi. Nella maggior parte dei casi i genitori, entrambi lavoratori, hanno già organizzato le settimane in dettaglio tra nonni, centri estivi, oratori, scout e campi vacanze. Le attività sono scelte in base all’età e al grado di autonomia. Ma via via che l’età aumenta, più le scelte relative all’estate diventano complesse. Da una parte c’è la voglia di divertimento e di libertà dei figli. Dall’altra i genitori con i loro bagagli di lavoro, responsabilità e, spesso, sensi di colpa. L’adulto deve evitare di farsi trasportare da sentimenti negativi alimentati dall’idea di “abbandonare” i figli anche d’estate. Meglio pensare che si sta offrendo l’opportunità di vivere un’esperienza diversa e uno spazio e un tempo di libertà, lontani dai genitori: il primo passo verso l’affermazione dell’autonomia. Senza dimenticare che a volte sono proprio i figli a domandare questo spazio!
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Stefania Puglisi
• Psicologo-Psicoterapeuta e Mediatore Familiare, Genova > dottoressapuglisi.it
Centri e campi estivi: le vacanze a misura di bambino
A seconda del livello di autonomia del bambino e delle necessità familiari, il genitore può optare per un centro estivo diurno, che consente di coprire il tempo pieno della scuola ritrovandosi insieme a casa la sera, oppure per un vero e proprio campo estivo con un periodo più o meno lungo fuori porta. In entrambi i casi è fondamentale il modo in cui il genitore propone l’esperienza. Il tono di voce, la serenità, l’entusiasmo e la capacità di coinvolgere il figlio nell’organizzazione
della nuova avventura sono essenziali. Meglio scegliere un progetto che incontri le passioni del bambino, che si tratti di sport, natura, creatività o lingue straniere. Altrettanto fondamentale la scelta del gruppo, che deve essere omogeneo per età e competenze, e l’eventuale presenza di amici, che può essere un incoraggiamento. Bisogna scegliere l’esperienza più opportuna e meno traumatica tenendo presente l’età - non ce n’è una “giusta” dipende dal bambino - e senza esagerare per la comodità degli adulti. Nei campi estivi e nei campeggi scout i piccoli sono suddivisi in gruppi omogenei e vengono assegnati dei compiti per raggiungere degli obiettivi comuni. In questo modo il bambino sperimenterà l’appartenenza a un gruppo, come in una sorta di famiglia, e non si sentirà solo ma protetto e orientato verso un obiettivo condiviso. Se pensiamo che sia pronto per un’esperienza indipendente, prepariamolo a quello che vivrà ma senza scendere troppo nei dettagli per tenere accesi curiosità ed entusiasmo e anche orgoglio... per essere così grande da trascorrere da solo alcuni giorni. Un ultimo consiglio: iniziamo con pochi giorni, non prenotiamo subito per due settimane!
Gli adolescenti e la sete di libertà
I ragazzi sono cresciuti e non vogliono più trascorrere tutte le vacanze con i genitori o i nonni e per i centri estivi si sentono già troppo grandi. Cosa fare? A volte i ragazzi chiedono di restare a casa da soli. Meglio non esagerare: il rischio è di trovarli sempre sul divano persi tra smartphone e tv. Altre volte si sentono pronti per un viaggio con gli amici: una vacanza studio all’estero in college o con ospitalità presso una famiglia, un campeggio, un vero e proprio viaggio... Non di rado questo bisogno di indipendenza è forte e diventa fonte di conflitti e litigi. I genitori devono ascoltare, valutare e riuscire nel difficile compito di mantenere fluida la comunicazione. Accogliere o meno le richieste dei ragazzi in base all’età e alla maturità scatena nel genitore emozioni ambivalenti. Orgoglio, voglia di sostenere l’autonomia ma anche ansia e preoccupazione. Se decidiamo di lasciare partire il figlio in vacanza da solo - dove questa sarà per i più giovani un campo estivo più lontano o prolungato nel tempo o una vacanza studio, mentre per i più grandi già un viaggio vero e proprio - è opportuno tenere saldo il timone su alcuni punti. Organizziamo il viaggio insieme per verificare spostamenti, pernottamenti, budget e capacità di pianificazione e per “ripassare” l’importanza della prudenza e del buon senso: chiariamo subito che desideriamo essere aggiornati con chiamate quotidiane. L’ideale è mostrarsi sereni e fiduciosi per infondere tranquillità e, al tempo stesso, ricordare
Per i più piccoli nuove avventure a portata di passo Dopo un anno di scuola i bambini sono stanchi e meritano un po’ di svago e di sano ozio, meglio se in zona o in contesti noti, in attesa delle vacanze con mamma e papà. Per il bambino che frequenta l’asilo, è meglio proseguire se possibile la routine nella stessa struttura, che di solito organizza attività estive ad hoc, o restare in un ambiente già familiare che non comporti un nuovo distacco dalle figure di riferimento. I più grandi, che stanno frequentando la primaria, saranno probabilmente felici di frequentare un centro estivo diurno con attività ludiche, sportive o creative, e magari già di trascorrere un paio di giorni fuori porta con il gruppo scout frequentato durante l’anno. Qualsiasi soluzione va pensata con attenzione alternando momenti di gioco e di svago ma anche di riposo e libertà, senza dimenticare il tempo condiviso insieme! Tornare un po’ prima dal lavoro e fare qualcosa di speciale insieme sarà il migliore regalo per il bambino, che altrimenti potrebbe sentirsi allontanato o peggio un peso per i genitori che non possono occuparsene.
ai ragazzi le proprie responsabilità verso se stessi e i compagni di viaggio. Tra queste non dimentichiamo di metterli in guardia da situazioni rischiose per la propria incolumità e salute, comprese le tipiche malattie del viaggiatore a quelle sessualmente trasmesse. Il giorno della partenza salutiamoli con gioia e dimostriamo quanto siamo fieri di loro: è un’importante occasione di crescita... e ringraziamo in cuor nostro la tecnologia che ci permetterà di ricevere foto via whatsapp e aggiornamenti abbastanza costanti impensabili fino a 15 anni fa!
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