distribuzione gratuita anno 17 - n. 2/2019 Marzo / Aprile
Tutto il verde CHE VORREI ALLERGIE: Un polline fa primavera L’INTERVISTA: Menopausa più informata VERSO IL FUTURO: Un calcio allo sport TEMPI MODERNI: La sindrome da Text Neck
distribuzione gratuita anno 17 - n. 2/2019 Marzo / Aprile
sommario L’INTERVISTA
MENOPAUSA PIÙ INFORMATA
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Intervista ad Anna Maria Paoletti di Luisa Castellini
ALLERGIE UN POLLINE FA PRIMAVERA
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In collaborazione con Giorgio Walter Canonica
NELLE FARMACIE CLUB SALUTE NON CHIAMATELI FERMENTI LATTICI…
Intervista a Gabriele Ghirardelli
VERSO IL FUTURO
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UN CALCIO ALLO SPORT
Intervista a Deodato Assanelli di Luisa Castellini
TEMPI MODERNI LA SINDROME DA TEXT NECK Elisa Saviano
PSICOLOGIA TUTTO IL VERDE CHE VORREI Stefania Puglisi
IN CUCINA AGRETTI
Bimestrale di informazione al pubblico di Club Salute S.p.A. Anno 17, n° 2 Marzo / Aprile 2019 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Luisa Castellini Comitato Scientifico Valentina Guidi, Rosanna Martino Hanno collaborato Stefania Puglisi Elisa Saviano Impaginazione Sergio Muratore Moretti Editore - www.morettieditore.com Stampatore 44U S.r.l. - Via Tarvisio, 6 - Limbiate (MB) - Italy Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo
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Il lato verde A volte è una giornata particolarmente tersa. Altre un tepore che sorprende quando la sciarpa è ancora nella borsa. Con la sua natura dirompente, la primavera ci accoglie tra promesse e progetti. Alcuni li abbiamo portati in queste pagine del Gazzettino della Farmacia per voi. Apriamo così questo numero ricco di notizie e approfondimenti con un focus sulla menopausa, una stagione importante nella vita di ogni donna, un periodo denso di cambiamenti che deve essere affrontato con metodo e consapevolezza. Nell’intervista ad Anna Maria Paoletti, gli effetti del calo degli ormoni, l’aumento di alcuni fattori di rischio e le indicazioni per la terapia. Proseguiamo quindi con il saluto allergico della rinite, con cui 6 milioni di italiani accolgono la primavera, scoprendo insieme a Giorgio Walter Canonica i nuovi test diagnostici e i farmaci biologici in arrivo e le relazioni, sempre più studiate, con l’asma e la poliposi nasale. In questo numero primaverile presentiamo anche due probiotici, ProbioBimbo e Probionic 25, offerti in esclusiva dalle farmacie Club Salute ai propri clienti e con loro la grande differenza con i fermenti lattici. Una bella intervista a Deodato Assanelli, presidente degli specialisti in Medicina dello Sport e dell’Esercizio ci introduce all’importanza del movimento per la crescita dei più piccoli e per la prevenzione dell’obesità e delle tante malattie correlate. Non ultimi, il punto su una sindrome figlia della modernità, il Text Neck, e le pagine di psicologia con le quali dischiudiamo un nuovo orizzonte. La scelta di chi decide di inseguire un sogno tutto verde, che proprio la primavera rende più impellente, cercando nuovi spazi nelle città o scegliendo direttamente la campagna. Riflettendo sugli effetti benefici della natura sul corpo e la mente e scoprendo una ricetta che porta in tavola la primavera con gli agretti, salutiamo allora questa nuova stagione all’insegna della salute e del benessere. L.C.
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di tutta la vita. Un periodo molto critico è l’adolescenza con l’aumento della secrezione degli androgeni che, rispetto agli altri periodi della vita, caratterizza il periodo di massima presenza di tali ormoni. Questi hanno un’influenza determinante sulla salute, attivando tutti i meccanismi di regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisario, e anche sull’aspetto fisico. È in questo periodo che possono comparire l’acne o una crescita eccessiva di peli. Durante l’adolescenza aumenta la statura e avvengono anche importanti modificazioni metaboliche, in particolare legate all’insulina.
L’INTERVISTA
MenoPAUSA PIÙ informata Intervista ad
Anna Maria Paoletti
• Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia • Università di Cagliari, Dipartimento di Scienze Chirurgiche Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’ Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari • Comitato DIRETTIVO SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia > sigo.it di Luisa Castellini
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on è una malattia ma va affrontata “armate” di consapevolezza e metodo perché sono molti i cambiamenti che irrompono nella vita quotidiana, oggi sempre più al centro di studi e ricerche. I sintomi più noti della menopausa - le famose vampate, la sudorazione abbondante, l’insonnia, gli sbalzi d’umore, la perdita di memoria e della capacità di concentrazione, la sindrome genito-urinaria, i dolori osteoarticolari - quando presenti in forma severa possono essere il campanello d’allarme di un maggior rischio per patologie cerebro e cardiovascolari, diabete e osteoporosi. Condizioni a
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Sono oltre 10 milioni le donne che in Italia stanno vivendo questo lungo periodo di cambiamento, i cui sintomi principali sono indizi importanti dello stato di salute generale. Gli effetti del calo degli ormoni, l’aumento di alcuni fattori di rischio, le valutazioni per la terapia, l’importanza dello stile di vita cui, comunque, tutte le donne sono più esposte con la perdita dell’effetto protettivo degli ormoni. Da qui l’importanza di una maggiore consapevolezza, di una buona prevenzione tra tavola e sport e delle giuste valutazioni per la terapia ormonale sostitutiva come spiega Anna Maria Paoletti, ordinario di Ginecologia e Ostetricia a Cagliari. Quando gli ormoni iniziano a influenzare la vita della donna? Gli ormoni ovarici interferiscono sulla vita riproduttiva, sessuale e sulla salute generale nell’arco
Perché lo stile di vita è così importante durante l’adolescenza? In questo periodo si creano le basi per lo sviluppo fisiologico dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio. Una buona dieta e una regolare attività fisica garantiscono che una condizione transitoria non diventi patologica. Al contrario un’alimentazione eccessiva può condurre a un’iperinsulinemia e/o a un iperandrogenismo. D’altro canto un’alimentazione insufficiente può causare una riduzione della secrezione di leptina da parte del tessuto adiposo con ripercussioni negative sul fattore ipotalamico determinante per la secrezione ed il rilascio delle gonadotropine ipofisarie. Quali effetti ha la mancanza di estrogeni? All’assenza della stimolazione ovarica da parte delle gonadotropine ipofisarie segue l’ipoestrogenismo. Ciò comporta seri problemi non solo per la funzione riproduttiva, ma anche per la protezione che gli estrogeni esercitano sulla salute dell’osso, interferendo sulla normale funzione degli osteoblasti. Per questo chi soffre di amenorrea ha una perdita della massa ossea. Quali sono i sintomi principali della menopausa? La maggior parte delle donne, circa il 75%, denuncia sintomi neurovegetativi. Le vampate di calore, una serie di sintomi psico-comportamentali e cognitivi e uno stato di malessere generale. Le vampate si possono avvertire già nel periodo che precede la menopausa. Sono dovute a una variazione del centro termoregolatorio ipotalamico con modificazioni di alcuni neurotrasmettitori del Sistema Nervoso Centrale. Per questo sono accompagnate da altri sintomi. In generale le donne riferiscono di sentirsi in un corpo diverso e di assumere atteggiamenti che non hanno mai avuto. Tutto questo spesso si sposa con l’insonnia: i risvegli notturni e un sonno non ristoratore portano a uno stato di malessere durante il giorno.
Prevenzione Alimentazione, sport e controlli Già durante la premenopausa, l’abbassamento del metabolismo e l’aumento della ritenzione idrica causato dal calo del progesterone favoriscono l’accumulo di peso e di tessuto adiposo nella zona addominale. Tale disposizione del tessuto adiposo è un fattore predisponente alla sindrome metabolica favorito dagli androgeni che, seppure non secreti in quantità maggiore, sono più disponibili per riduzione della secrezione di una sostanza, denominata SHBG, da parte del fegato. La SHBG lega gli androgeni, per cui tutte le condizioni che la riducono sono predisponenti a maggiore disponibilità degli androgeni. Da qui l’importanza di una buona dieta e di tanto movimento. Una dieta varia, con almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, meno grassi saturi, zuccheri semplici, carboidrati complessi e più pesce, legumi, yogurt e frutta secca assicura un buon sostegno all’organismo. Alcol e fumo di sigaretta, ovviamente, vanno banditi. Da non sottovalutare, poi, l’impatto positivo del movimento. «Più di uno studio ha mostrato come l’attività fisica possa ridurre l’intensità e il numero delle vampate e migliori il flusso ematico cerebrale» commenta Anna Paoletti, ordinario a Cagliari di Ginecologia e Ostetricia. Lo sport aiuta a prevenire il sovrappeso, le malattie cerebro e cardiovascolari, l’osteoporosi e i disturbi dell’umore. Il medico potrebbe consigliare alcuni esami (colesterolo, trigliceridi, glicemia, insulinemia e livelli di vitamina D), un pap test, un’ecografia per valutare l’endometrio e le ovaie, una mammografia, prescrivere una TOS (terapia ormonale sostitutiva) e/o alcuni integratori. Generalmente quelli con fitoestrogeni (soia, trifoglio rosso, salvia, resveratrolo) aiutano a ridurre l’intensità delle vampate mentre quelli con agnocasto, cimicifuga, magnesio, melatonina favoriscono il sonno e migliorano l’umore. Omega 3 e 6 sono utili per il rischio cardiovascolare e il diabete, calcio (1000-1200 mg/die) e vitamina D (800-1000 IU) per la prevenzione dell’osteoporosi. Da evitare assolutamente il fai da te, soprattutto con i fitoestrogeni della soia.
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Cuore e menopausa: perché è un legame pericoloso? Quando le vampate sono molto intense possono essere il campanello d’allarme per maggior rischio di altre condizioni in relazione alle modificazioni dei neurotrasmettitori e dell’asse surrenalico: uno stato di stress cronico induce una maggiore predisposizione alle malattie cerebro-cardiovascolari. La liberazione delle catecolamine crea una vasocostrizione con un aumento della resistenza vascolare periferica e una maggiore attività del surrene porta ad un aumento dei livelli di cortisolo. Le pareti dei vasi si alterano, aumenta l’aggregazione piastrinica e si sviluppa una maggiore propensione alla malattia arteriosclerotica. Poche donne sono consapevoli che dopo la menopausa il 50% delle morti è causato da una malattia cardiovascolare. Uno studio multicentrico curato dalla SIGO ha evidenziato questa scarsa consapevolezza delle donne: è importante informarle dell’aumentato rischio in menopausa. A quali condizioni bisogna prestare maggiore attenzione? Una donna che ha sofferto di diabete gestazionale, preeclampsia o policistosi ovarica potrebbe avere un rischio cardiovascolare maggiore. Il medico che segue la donna nella menopausa dovrebbe curare non solo i sintomi, ma ricostruire con attenzione la storia della sua salute, fin dall’adolescenza. Qual è la relazione tra vampate e cervello? Le donne che soffrono di manifestazioni più intense hanno un maggiore rischio di patologie cerebrali. Alcuni studi morfologici hanno dimostrato una correlazione con l’aumento dell’iperdensità della materia bianca e l’incidenza dell’ictus e delle malattie cerebrovascolari. Altre ricerche morfologiche ed ecografiche hanno mostrato la relazione tra vampata intensa e aumentato spessore della parete delle carotidi con riduzione del lume vascolare. Quali sono le indicazioni per la terapia ormonale sostitutiva? La TOS riesce a rimediare ai sintomi più frequenti e a porre le basi per prevenire i disturbi dovuti alla mancanza di estrogeni come la sindrome genito-urinaria e tutte quelle problematiche a lungo termine tra cui spicca l’osteoporosi. Un tema importante per la singola persona e la sua famiglia e, considerato l’elevato costo per la cura delle fratture, anche per la sanità pubblica.
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Quali aspetti sono valutati per la TOS? Prima di prescriverla lo specialista farà una visita approfondita. La donna non deve aver superato i 10 anni dall’inizio della menopausa. La TOS non può essere prescritta a una donna di 65 anni che abbia già subito a livello delle arterie un processo di invecchiamento importante: gli estrogeni attivano la coagulazione e potrebbero favorire un evento acuto. È poi importante valutare le caratteristiche individuali e in particolare obesità, pregressi eventi tromboembolici, problematiche a livello di utero, ovaie ed endometrio, come avviene, del resto, in caso di prescrizione della pillola anticoncezionale. Non ultima la valutazione dello stato delle mammelle. Quanto dura in media la terapia? A livello internazionale si indicano 5/7 anni perché il trattamento con estrogeni e progestinici stimola la produzione di cellule sane ma anche tumorali mammarie. La terapia, ripetiamo, deve essere valutata a livello individuale in modo accurato e non interrotta bruscamente. Quali sono le alternative? I fitoestrogeni sono sostanze naturali che svolgono una funzione simile a quella ormonale: a oggi gli unici trattamenti che hanno dimostrato di non avere azione estrogenica sono la cimicifuga, una pianta originaria del nord America di cui si impiegano gli estratti, e un derivato di pistilli e polline a cui è stata aggiunta la vitamina E. Peraltro, non possiamo dimenticare che anche farmaci antipsichiatrici, soprattutto quelli che agiscono sulla serotonina e sul sistema GABAergico, hanno dimostrato di alleviare le vampate di calore, seppure in alcuni casi con effetti collaterali da considerare nel counselling del trattamento.
A quale età? Si parla di menopausa a 12 mesi di assenza del ciclo in associazione a valori ormonali che attestino una mancanza di estrogeni, di norma tra i 45-55 anni. Prima dei 40 anni si definisce precoce; prematura entro i 45 e tardiva quando si verifica tra i 55-60 anni. Fumo, alcol e malnutrizione possono anticiparla. La menopausa, cioè l’ultima mestruazione della vita della donna, si verifica dopo il periodo di transizione menopausale lungo 3-10 anni, periodo di passaggio dalla fase riproduttiva a quella non fertile.
ALLERGIE
Un polline FA PRIMAVERA In aumento tra giovanissimi e grandi anziani, la rinite allergica accompagna il 20% degli italiani verso il cambio stagione. Le relazioni con l’asma e la poliposi nasale, i test molecolari sempre più accurati, i farmaci biologici
In collaborazione con
Giorgio Walter Canonica
• Past President della SIAAIC, Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica > siaaic.org
C’
è chi controlla ogni giorno il calendario dei pollini on-line e chi, invece, si affida ai propri sensi e quindi a quei primi sintomi che, puntuali come le fioriture, si fanno subito sentire a suon di starnuti, ostruzione e prurito nasale, rinorrea e congiuntivite. Qualcuno la chiama correttamente pollinosi, i più raffreddore da fieno, ma la sostanza non cambia. Sono 6 milioni gli italiani - circa il 20%
della popolazione - a soffrire di una forma di rinite allergica intermittente o persistente con un’incidenza in ascesa tra i giovanissimi ma anche tra le fila dei grandi anziani. A scatenare la rinite possono essere gli acari, le polveri e i derivati epidermici animali. A primavera, i pollini sono ovviamente i primi imputati. Le fioriture più temute sono quelle della parietaria e delle graminacee, ma non vanno sottovalutate betulla, cipresso, nocciolo, ontano, olivo e l’ambrosia. Alla familiarità, come ormai sappiamo, si aggiunge il peso, non indifferente, dello stile di vita e di una tendenza alle cure fai da te assolutamente da evitare, anche perché oggi le diagnosi e le terapie sono sempre più mirate. Il primo passo da fare, allora, quando il malessere persiste per più di 4 giorni alla settimana ostacolando la normale vita quotidiana, sarà rivolgersi allo specialista per una valutazione.
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Le relazioni pericolose
Asma, rinite e poliposi nasale sono da tempo al centro di studi e ricerche. «Nell’80-90% dei casi la persona che si reca dallo specialista per l’asma scopre di soffrire anche di rinite. E questa, del resto, è il maggiore fattore predittivo per l’asma» spiega Giorgio Walter Canonica, Past President degli Allergologi italiani. Ma non solo. «Quasi la metà dei rinitici ha un’iperattività bronchiale, che è un segno premonitore dell’asma». A rendere ancora più complessa la situazione è la poliposi nasale, che si accompagna alla rinosinusite cronica almeno nel 42.6% dei casi e può essere causa dell’esacerbazione degli attacchi di asma. «Oggi non si può pensare di fare una corretta diagnosi dell’asma grave senza studiare adeguatamente la poliposi nasale con esami specifici come l’endoscopia nasale e la tac dei seni paranasali». Nell’asma grave, infatti, la presenza o meno di poliposi nasale è un fattore cruciale nel determinare la risposta ai farmaci biologici.
I nuovi esami A oggi sono stati identificati più di 1800 allergeni molecolari derivanti da alimenti, lattice, piante, artropodi, animali e muffe ma non sempre individuare le molecole alle quali si è sensibili è semplice. Tra i test di nuova generazione spicca sicuramente Alex, prodotto a Vienna e analizzato in una recente pubblicazione proprio dagli Allergologi italiani. «Con poche gocce di sangue è possibile testare 282 differenti allergeni inalanti e alimentari» spiega Canonica. «Un altro test molto utile è ISAC, che permette di analizzare 120 componenti allergiche e nel giro di poco tempo sarà allargato ad altre molecole». Questi nuovi test, che non sono ancora stati inseriti nei Lea e quindi non sono mutuabili, «sono esami standardizzati a livello internazionale che permettono un’analisi qualitativamente elevata, di tipo molecolare». Il tipo di diagnostica che permette anche di identificare subito le allergie crociate, dovute alle molecole presenti nei pollini e negli alimenti. La diagnostica molecolare metterà quindi probabilmente in pensione i test cutanei come il Prick Test ma anche il dosaggio delle IgE (Rast) che fino a oggi sono stati impiegati nella maggior parte dei casi per le allergie.
I farmaci biologici di ultima generazione
Per curare i sintomi della rinite allergica sono di-
Il network Sani Monitorare i pazienti e identificare quelli eleggibili per i trattamenti biologici seguendone l’andamento e l’aderenza alla terapia è uno degli obiettivi del Sani (Severe Asthma Network Italy). Il progetto prevede di creare un network di centri di eccellenza nella cura dell’asma grave in Italia in base a precise linee guida internazionali sul personale, la struttura, la diagnosi, il trattamento, il follow up e, naturalmente, la ricerca scientifica. Il Sani «segna il passaggio dal trattamento del singolo paziente e dell’esperienza del centro a quella di un network organizzato» spiega Giorgio Walter Canonica, Past President degli Allergologi italiani, tra i promotori dell’iniziativa. > sani-asma.org
sponibili gli antistaminici, che grazie alle nuove molecole sono molto efficaci, e i cortisonici intranasali, anche in combinazione con l’antistaminico nello stesso spray nasale. L’evoluzione della diagnosi ha permesso di migliorare ulteriormente le terapie. «Comorbilità significa valutazione del paziente nell’insieme e quindi attenzione a tutte le possibili relazioni tra asma, rinite e poliposi». Questa primavera sono attesi sul mercato alcuni nuovi farmaci biologici, ovvero anticorpi monoclonali per le citochine o i loro recettori. Oltre all’Omalizumab e al Mepolizumab, sarà disponibile il Benralizumab per la cura dell’asma grave. «L’FDA, l’ente americano per i farmaci, ha già approvato, sempre per l’asma grave, il Dupixent, che in Italia è disponibile per la cura della dermatite atopica. Alcuni studi ne hanno dimostrato le prospettive nel trattamento dell’asma e della poliposi. Il farmaco blocca il recettore dell’interleuchina 4, molto importante perché nell’infiammazione di tipo 2 è correlata all’allergia». Tra le opzioni terapeutiche, l’immunoterapia allergene specifica, somministrata a dosi crescenti per via sottocutanea o sublinguale, che immunizza il soggetto verso l’allergene.
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NELLE FARMACIE CLUB SALUTE
Non chiamateli FERMENTI LATTICI…
A fare la differenza è la capacità di arrivare vivi e vitali nell’intestino, pronti a riprodursi e a colonizzarlo con un’efficacia provata scientificamente: la nuova generazione dei probiotici
Intervista a
Gabriele Ghirardelli
• Farmacista a Milano • Responsabile dei prodotti a marchio Club Salute > lineaclubsalute.it
L’
alimentazione e lo stile di vita moderno remano spesso contro l’eubiosi, quella condizione di equilibrio del microbiota intestinale che sempre più ricerche hanno dimostrato essere essenziale per il nostro stato di salute e benessere. Perché quella che eravamo abituati a indicare come flora intestinale «è un complesso ecosistema popolato da migliaia di specie di batteri che colonizzano l’intestino dal duodeno al colon in modo differente. Sono state osservate circa 500 specie diverse, pensate alla difficoltà di mantenere questo equilibrio» spiega Gabriele Ghirardelli, farmacista responsabile dei prodotti a marchio Club Salute. Consapevoli dell’importanza dell’eubiosi per l’organismo - in particolare in condizioni di squilibrio come una terapia antibiotica o forte stress - i farmacisti Club Salute hanno curato nelle proprie officine certificate la realizzazione di due probiotici che superano le certificazioni richieste con una forte dose di innovazione. Scopriamo allora, insieme al dr. Ghirdardelli, le differenze tra probiotico e
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fermento lattico e le caratteristiche di Probionic e ProbioBimbo, offerti in esclusiva dai farmacisti Club Salute ai propri clienti. Cosa rende differente un probiotico? I fermenti lattici, come riportano spesso le etichette, contribuiscono all’equilibrio della flora intestinale. L’azione evocata è generale - spesso non verificata e si trova su moltissimi prodotti. I probiotici, invece, sono stati al centro delle attenzioni del Ministero della Salute che ne ha delineato con cura le caratteristiche. Devono essere vivi e vitali e quindi capaci di riprodursi. Contenere ceppi specifici, registrati in apposite Collezioni internazionali. Gli effetti devono essere provati dalla letteratura scientifica. Caratteristiche, tutte, che spesso non troviamo nei fermenti lattici in commercio. Probionic e ProbioBimbo, invece, non “solo” rispettano le indicazioni ministeriali ma superano le certificazioni richieste. Cosa significa che i probiotici devono essere vivi e vitali? È una distinzione essenziale rispetto ai fermenti. I batteri devono essere vivi, nella forma farmaceutica, fino alla data di scadenza. Devono inoltre essere in grado di attraversare indenni lo stomaco per giungere fino all’intestino, che è la loro meta finale, per riprodursi. Altrimenti il loro effetto è nullo.
Quali caratteristiche hanno le forme farmaceutiche dei probiotici Club Salute? Sono studiate affinché la concentrazione dei batteri resti attiva fino alla data di scadenza e per ottimizzarne l’assunzione. Prendiamo Probionic, che è proposto in compresse masticabili. Di solito la compressa non è la forma migliore per un probiotico, ma noi abbiamo sfruttato una tecnica innovativa con brevetto depositato. La compressione della polvere avviene con una bassa forza e una bassa temperatura, controllate in modo da preservare la vitalità dei batteri, con risultati eccellenti. Abbiamo creato un nuovo standard. Cosa rende ProbioBimbo indicato fin dai primi giorni di vita? In ProbioBimbo sono per la prima volta combinati insieme in una forma stabile i due ceppi più sicuri e studiati in letteratura pediatrica. Il Lactobacillus Reuteri, che vanta oltre 180 studi clinici, è utile per le coliche del lattante e i disturbi gastrointestinali. Il Lactobacillus Rhamnosus GG è il ceppo più validato clinicamente con oltre 340 studi clinici: è indicato per diarrea acuta, anche in caso di terapia antibiotica, e per alleviare i sintomi dell’irritabilità intestinale. I due fermenti sono protetti da oli vegetali che non fanno passare l’umidità nel flacone impedendo la fermentazione. Con l’agitazione si attiva la sospensione e i batteri raggiungono l’intestino vivi e vitali, pronti per colonizzarlo. In che modo sono selezionati i ceppi di probiotici? È molto difficile scegliere i ceppi realmente capaci di avere un impatto significativo sull’eubiosi. Probionic e ProbioBimbo contengono i ceppi che hanno alle spalle il maggior numero di evidenze scientifiche per sicurezza ed efficacia, registrati regolarmente nelle apposite Collezioni internazionali. La varietà dei ceppi prescelti e la loro combinazione aumenta l’efficacia del probiotico. Probionic 25 miliardi probiotici vivi… cosa vuol dire? Significa che tanti sono i batteri che Probionic è capace di portare fino all’intestino per colonizzarlo. Si tratta di una cifra elevata, rispetto agli standard di mercato, ma comunque piccola a confronto della straordinaria varietà delle specie di batteri presenti nell’intestino. Quello che distingue Probionic è non solo la cifra dei batteri presenti quanto la certezza che arriveranno nell’intestino e saranno in grado di
I consigli PROBIOBIMBO È un integratore alimentare di fermenti lattici vivi adatto fin dalla nascita. Una dose da 10 gocce contiene 5 miliardi di Lactobacillus Reuteri e 100 milioni di Lactobacillus Rhamnosus GG, i fermenti più studiati in pediatria qui disponibili ad alte concentrazioni stabili fino alla scadenza. ProbioBimbo aiuta a favorire l’eubiosi in caso di coliche, diarrea, disturbi o irritabilità intestinale. Si consigliano 10 gocce da una volta (prevenzione) fino a 4 volte (fase acuta), al dì. Dopo un episodio acuto, il trattamento è di almeno 7 giorni nelle dosi indicate dal medico e dal farmacista. Per integrazione e mantenimento, 10 gocce per 15 giorni al mese secondo indicazioni.
PROBIONIC 25 È un integratore alimentare di probiotici vivi, batteri lattici e Bifidobatteri adatto per adulti e bambini, disponibile in pratiche compresse masticabili aromatizzate alla crema e al limone. Alleato formidabile di un buon ripristino della flora batterica intestinale, Probionic stimola fisiologicamente la crescita dei Bifidobatteri endogeni. Una compressa contiene 25 miliardi di probiotici vivi alla scadenza dei ceppi Lactobacillus rhamnosus LRH28, Bifidobacterium breve Bbr8, Lactobacillus plantarum 14 D, Streptococcus thermophilus Z57. Utile in caso di squilibrio, terapie antibiotiche, infiammazioni, con un trattamento di 1-4 compresse al dì secondo le indicazioni terapeutiche. riprodursi aiutando a ristabilire l’equilibrio del microbiota, in particolare in caso di dissenteria, vomito, stipsi, gonfiore, terapia antibiotica, cistiti e candide. Quanto può durare un trattamento con i probiotici? L’impiego dei probiotici, in particolare nei lattanti, deve essere concordato col medico curante o condiviso col farmacista. Nelle fasi acute il dosaggio sarà più intenso ma Probionic e ProbioBimbo già con una sola confezione permettono trattamenti preventivi - con dosaggi bassi protratti nel tempo anche di 45 giorni.
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muovono poco. Persino la Fifa sta cercando di incentivare il calcio come sport di strada ma è un obiettivo molto difficile.
VERSO IL FUTURO
Come si può rimediare alla sedentarietà dei più piccoli? Cercando di sfruttare al meglio le strutture urbane. Le piste ciclabili, i percorsi pedonali e i camminamenti, che sono ormai previsti nei nuovi quartieri. Il tema del verde e di una migliore qualità dello spazio urbano è un campo di ricerca importante. Negli Stati Uniti si studia come incentivare, attraverso l’urbanistica, la mobilità sul mezzo di trasporto più antico di cui disponiamo: le nostre gambe. Le città dovrebbero essere disegnate per offrirci la possibilità di muoverci di più. Non a caso Bloomberg, sindaco di New York, ha promosso un documento di indirizzo per definire tecnicamente i criteri urbanistici che incentivano il movimento - anche di chi ha ridotte capacità motorie, dagli anziani ai disabili - diminuendo quindi anche l’inquinamento.
UN CALCIO ALLO SPORT Sparito il gioco di strada, il movimento è un bene sempre più prezioso per bambini e ragazzi: tiene lontani sovrappeso e obesità, sostiene una crescita armonica e favorisce la socializzazione. La scelta, le visite, l’agonismo e la competizione nella vita quotidiana Intervista a
Deodato Assanelli
• Specialista in Cardiologia, Medicina Interna, Medicina dello Sport • Professore di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, Università di Brescia • Presidente della SIMSE, Società Italiana di Medicina dello Sport e dell’Esercizio > simse.org di Luisa Castellini
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o sport ci salverà. Insieme, ovviamente, a una buona alimentazione. Sì, perché le chiavi per crescere degli adulti in buona salute sono, essenzialmente, queste due. Le ore di scuola, i corsi
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pomeridiani, le città e i quartieri poco verdi spesso non aiutano il movimento, che invece andrebbe sostenuto e incrementato per tenere fin d’oggi alla larga le malattie del millennio, obesità e diabete su tutte. Il valore dello sport per i bambini, la buona competizione, l’agonismo nell’esperienza di Deodato Assanelli, presidente della Società Italiana di Medicina dello Sport e dell’Esercizio e Medico dello Sport dell’Ospedale-Università di Brescia. Perché lo sport è diventato sempre più importante per i bambini? Negli ultimi trent’anni c’è stato un grande cambiamento dello stile di vita dei nostri ragazzi. Sono quasi del tutto spariti i giochi di strada tra il traffico, i quartieri meno verdi e oggettive condizioni di rischio che un tempo non erano così frequenti. I bambini stanno meno all’aria aperta e spesso si
Qual è l’impatto dello sport sul bambino? L’Italia ha una delle maggiori percentuali europee di bambini e ragazzi obesi. Un problema spesso sottovalutato dai genitori e che ha solo due possibili soluzioni: una corretta alimentazione e lo sport. Oggi si discute di common soil ovvero di quelle condizioni che favoriscono l’insorgenza di tumori e malattie cardiovascolari. Se manteniamo costanti uno o più fattori di rischio - come l’eccesso di peso dovuto a stili di vita scorretti - aumentiamo l’infiammazione cronica e l’esposizione a eventi acuti e malattie. Ovviamente se questa infiammazione inizia a radicarsi fin da bambini il rischio sarà tanto più alto da adulti. Per evitare l’obesità bisogna creare le condizioni per il movimento. Un ragazzo in sovrappeso non deve muoversi 2 ore a settimana ma 5. Il movimento è importante per lo sviluppo, diminuisce i fattori di rischio per molte malattie, promuove la socializzazione, favorisce l’integrazione e forma il carattere.
Lo sport salverà il sistema sanitario? Dal punto di vista epidemiologico l’emergenza sanitaria di oggi si chiama obesità. «Si tratta di una malattia a tutti gli effetti, che determina problematiche infiammatorie che favoriscono le malattie tumorali, metaboliche, cerebro e cardiovascolari» spiega Deodato Assanelli, presidente della Società di Medicina dello Sport e dell’Esercizio. «La gestione del nostro Sistema Sanitario Nazionale è terza al mondo per efficenza, con costi tra i più bassi in Europa, ma nel prossimo futuro non sarà più sostenibile. Questo in larga misura dipende dalla crescita del sovrappeso, dell’obesità e delle malattie correlate che determinano un peggioramento della salute e un incremento dei ricoveri. Il modello sanitario basato sulla cura, che ha il suo perno nell’ospedale, non funzionerà più». L’unica soluzione sostenibile è cambiare abitudini e lavorare sull’educazione per migliorare lo stato di salute dei bambini, gli adulti di domani, facendo leva su una migliore alimentazione e maggiore movimento e strutturando meglio la sanità territoriale.
Quali sono gli sport più diffusi? L’Italia è un paese essenzialmente fondato sul calcio. La maggior parte dei fondi per lo sport sono destinati a questa disciplina mentre negli altri paesi - basti pensare alla vicina Francia - c’è molta attenzione anche per gli altri sport, come ad esempio il rugby o la pallacanestro. In Spagna, dove ci sono 1/3 di bambini obesi in meno, esistono vivai in tutti i settori, compresi pallacanestro e pallavolo.
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Da noi stanno emergendo anche il nuoto e il tennis: “dimenticare” gli altri sport è un grave errore. Quale è lo sport “giusto”? Quello che piace. È una questione culturale. Tutti gli sport hanno un impatto positivo sul bambino purché lo pratichi volentieri e quindi regolarmente. La prima discriminante è tra le attività individuali e di gruppo, che possono essere molto formative per il carattere, aiutare a vincere la timidezza e a lavorare su obiettivi condivisi. Chi sono i più sportivi? Gli abitanti del Trentino per cultura e ambiente. La continuità è intesa come necessaria per raggiungere determinati obiettivi per cui si cerca di creare le condizioni per passare dall’esercitazione alla pratica a livelli più alti. Da qui alla competizione il passo è breve. Come gestire l’agonismo? L’età giusta per iniziare uno sport è tra gli 8 e i 12 anni, perché prima la coordinazione è difficile. Per la danza, la ginnastica e molti altri sport l’inizio dell’agonismo è intorno agli 8 anni. I pediatri sostengono che fino a 12 anni lo sport non dovrebbe essere competitivo ma solo un gioco. La prassi di molte discipline va contro queste conclusioni. La ginnastica artistica, il nuoto e il ciclismo impongono grandi allenamenti in età molto precoce. A 15 anni i ragazzi trascorrono anche 10-15 ore in piscina alla settimana o 15 in palestra per la ginnastica artistica per cui devono esserci tanta passione e motivazione. Gli sci portano tutta la famiglia in montagna. Per molti ragazzi lo sport è parte integrante della vita: se seguiti bene - guardando anzi tutto alla salute e non solo alle gare - gli effetti saranno ottimi a livello fisico e formativo. In cosa consiste la visita per l’idoneità sportiva? Quella agonistica è inserita nei Lea ed è a carico delle Regioni fino ai 18 anni: si tratta di circa 3 milioni di visite l’anno. La visita comprende anche un ECG sotto sforzo, una spirometria e altri esami. Questo tipo di visita, che ha fatto scuola in tutta Europa, è stata istituita nel 1982 e da allora non è cambiata. Andrebbe ripensata in base all’intensità della pratica sportiva e calibrata sulla situazione attuale. Per la pratica non agonistica, è sufficiente il certificato di buona salute del pediatra. Sport e scuola: a che punto siamo? Non è ancora riuscita a intervenire in modo corret-
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Il fenomeno
del piccolo “campione” Vissuta in modo positivo, la competizione è una buona alleata del confronto e del miglioramento individuale. «Purtroppo in alcuni sport, come il calcio, la ricerca del “campione” ha pessimi effetti dal punto di vista educativo» spiega Deodato Assanelli, presidente della Società di Medicina dello Sport e dell’Esercizio. Grande importanza ha l’allenatore: «da quando ci sono più laureati in Scienze Motorie c’è stato un miglioramento dal punto di vista fisico ma anche psico-pedagogico. Il risultato è importante ma mai quanto la salute dei ragazzi. Il mister deve essere in grado di mettere a riposo il ragazzo anche se c’è una gara importante. Deve essere un educatore, non pensare solo alla vittoria, e valorizzare il gruppo. Non a caso si dice che un bravo allenatore deve saper gestire lo spogliatoio». Non ultima la famiglia: i genitori spesso riversano troppi sogni e frustrazioni sui figli arrivando ad avvallare trucchi e scorrettezze pur di vederli vincere. Meglio, allora, fare un passo indietro e ricordare che più della medaglia contano il gioco e la passione. to sullo stile di vita dei ragazzi. A scuola si fa poco movimento e i professori di Scienze Motorie sono ancora un numero esiguo per fare la differenza, le palestre sono poche e spesso obsolete. A seconda dei vari istituti sono previste una-due ore di educazione fisica a settimana ma purtroppo spesso senza alcuna strategia o indirizzo precisi.
TEMPI MODERNI
LA SINDROME DA TEXT NECK Elisa Saviano
• Massoterapista, Monza e Brianza
A suon di notifiche, foto e messaggi spesso teniamo la testa chinata in avanti per ore, costringendo la cervicale a un carico eccessivo. Rigidità e mal di testa sono i primi campanelli d’allarme, la massoterapia e nuove abitudini una possibile soluzione
È
una delle nuove sindromi, figlie dell’età moderna e della tecnologia. Con Text Neck si intende una condizione non fisiologica del rachide cervicale, quando è sottoposto a un sovraccarico eccessivo e a uno stress ripetuto. Per quanto “comoda”, col tempo la tecnologia può infatti essere dannosa per il collo: mantenere la testa chinata in avanti per comunicare, chattare o leggere le news sul cellulare, crea un peso sul tratto cervicale di oltre 27 kg rispetto ai 4,5-5 kg della posizione eretta. Questo carico eccessivo, ripetuto per molte ore tutti i giorni, può condurre a lungo termine a frequenti mal di testa, cervicalgia, rigidità dorsale e del cingolo scapolare, formicolio e intorpidimento degli arti superiori. La massoterapia,
può essere utile per rigenerare i tessuti e i muscoli ormai rigidi e fibrotici. Il trattamento sarà mirato a recuperare l’elasticità e la mobilità dell’apparato muscolo-scheletrico per alleviare i sintomi e restituire il benessere fisico. Alla massoterapia è utile abbinare alcuni esercizi di stretching e per la postura in generale al fine di tenere sotto controllo la colonna, che il terapista specializzato (massoterapista o osteopata) saprà consigliare. Nel quotidiano, è utile imparare a tenere lo smartphone in una posizione verticale, alzandolo a livello degli occhi mentre si guarda il display. Anche usare entrambe le mani e i due pollici è di aiuto perché favorisce una posizione più simmetrica e confortevole per la colonna vertebrale.
Il massaggio e la terapia del caldo La massoterapia è la più antica forma di terapia fisica. Nell’antica Grecia, già Ippocrate la praticava per combattere i disturbi legati all’età avanzata. Il massaggio terapeutico si è diffuso in ambito militare e sportivo per alleviare i dolori muscolo-scheletrici, le tensioni, l’affaticamento, migliorare la circolazione sanguigna e linfatica e trattare le aderenze tissutali superficiali e profonde. Ma anche per alleviare lo stress e gli stati ansiosi, rafforzare il sistema immunitario, favorire la conduzione nervosa e migliorare le prestazioni di gara. Il calore che si sviluppa a livello della zona trattata provoca gli effetti della terapia
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del caldo (vasodilatazione, iperemia, accelerazione delle reazioni cellulari e aumento dell’elasticità delle fibre collagene dei tendini) favorendo un effetto antalgico a media-lunga durata e uno stato rilassante. La massoterapia è utile per cervicalgia, lombalgia, dorsalgia, emicrania, cefalea, disturbi circolatori e linfatici, infiammazioni e contratture muscolari, cicatrici post-chirurgiche, stress e tensioni emotive. La figura del massoterapista è riconosciuta come arte ausiliaria delle professioni sanitarie e regolamentata da leggi regionali. >Associazione Italiana Massoterapisti - massoterapisti.org
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cinguettio degli uccellini) e il profumo del pane fatto in casa (o quasi) o dell’erba appena tagliata accompagnano verso sera col sorriso dopo una lunga giornata di lavoro. A volte la scelta ricade su un quartiere con molta vegetazione o un bel parco nelle vicinanze. Altre, significa spostarsi alle porte o fuori città per impartire alla propria vita davvero un altro ritmo.
PSICOLOGIA
Corpo, energia, relazioni: perché il verde ci aiuta a essere migliori
TUTTO IL VERDE CHE VORREI Quando siamo a contatto con la natura, cuore e polmoni ringraziano, la qualità delle relazioni migliora, stress e tensioni lasciano spazio all’energia, alla creatività e al pensiero positivo: tutti i benefici del vivere green Stefania Puglisi
• Psicologo-Psicoterapeuta e Mediatore Familiare, Genova > dottoressapuglisi.it
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ase nel verde, possibilmente indipendenti. Sono queste le caratteristiche sempre più richieste dal mercato immobiliare. Sintomo di un cambiamento profondo, che si traduce nella ricerca di spazi urbani organizzati meglio, più puliti, esposti al sole, magari alle porte della città: in collina, vicino al mare o direttamente in campagna. La ricerca di silenzio e di
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verde colpisce soprattutto quando sono le giovani coppie a portarla avanti andando contro ogni aspettativa, avendo magari il lavoro, le scuole e le attività pomeridiane dei bambini o i nonni in centro. Vivere in spazi ossigenati, percepiti come sani e che permettono di scaricare lo stress attraverso il contatto con la natura, le passeggiate e le relazioni con pochi vicini con cui si condivide la scelta di uno stile di vita, sono però caratteristiche sempre più ambite dalle coppie giovani ma anche dai senior. Una quota crescente di persone abituate per lo più al caos delle città, ai clacson delle auto, ai rumori del traffico e allo smog, si sposta in contesti in cui il silenzio, i rumori della natura (il ruscello, il
Essere a contatto con la natura ha un notevole effetto sulla salute e sul nostro benessere psicofisico. Non a caso quando si cerca un momento di tranquillità, si cerca di uscire da una situazione stressante o si deve prendere una decisione importante, il primo istinto è di staccare la spina. Partire per un viaggio, una gita o, almeno, concedersi una passeggiata in uno spazio aperto e tranquillo per trovare ispirazione e accedere a uno stato mentale nuovo: libero, fresco e rigenerato. In un recente studio americano è stata analizzata l’influenza che la natura ha sulla riduzione dell’impulsività nei processi decisionali. I risultati hanno mostrato che essere esposti alla natura riduce l’insorgenza degli episodi di depressione, ansia e stress mentre è associato a una migliore capacità decisionale. Un’altra ricerca, targata Olanda, ha verificato come vivere in aree verdeggianti favorisca la protezione da alcune condizioni, dalle malattie cardiovascolari a quelle respiratorie, dal mal di testa ai disordini dell’apparato digestivo, fino ai dolori muscolari e, soprattutto, tenga lontane ansia e depressione. Vivere maggiormente a contatto con la natura aiuta a ridurre le emozioni negative come rabbia, frustrazione, aggressività, ansia e tristezza e, allo stesso tempo, potenzia quelle positive, dalla stima personale all’autocontrollo. Se la città sollecita continuamente tra luci e rumori e induce a essere sulla difensiva, essere circondati da un paesaggio naturale rallenta subito l’attività nella corteccia prefrontale, la zona del cervello deputata all’attenzione e al ragionamento. In compenso si attivano aree più profonde, connesse alle emozioni, al piacere e al benessere. Contemplare la natura rilassa e riappacifica con se stessi e il mondo. Da qui a un diverso rapporto con l’altro il passo è breve. Con la complicità del verde, che sia il parco sotto casa o la campagna dove abbiamo traslocato, le relazioni sono più immediate e migliori, a partire da quelle di vicinato. I toni dei conflitti si abbassano insieme agli episodi di violenza. Le persone tendono a essere più aperte, socievoli e generose.
Stile di vita
così lontano così vicino In città lo smog, il traffico, i rumori, il caos, i doveri lavorativi e le responsabilità ci conducono a uno stile di vita ritirato e concentrato sulla risoluzione dei problemi. La difficoltà di comunicazione e di trovare un sostegno diretto dall’altro è soggetta a dinamiche spazio-temporali: spesso non si è vicino a chi ci può ascoltare e comunque non sempre i tempi di disponibilità coincidono per poterlo fare. Vivere nel verde, nella campagna appena fuori città o anche in un quartiere vicino a un bel parco, aiuta a ritrovare più facilmente la propria energia e la voglia di esprimere al meglio le potenzialità. Facilita tutti quei processi che portano a trovare le soluzioni migliori per il nostro benessere e quello delle persone a noi care. In quest’ottica anche la distanza dal lavoro si inserisce in un disegno più ampio al cui centro ci sono la persona e la famiglia.
Bambini all’aria aperta I giovani che decidono di creare una famiglia nel verde sanno che sono molti i vantaggi di cui si può godere in un’area naturale. I piccoli possono imparare a orientarsi, a giocare con gli altri bambini usando la fantasia e l’immaginazione, che all’aria aperta corrono, come loro, più veloci. Avere la possibilità di trascorrere più ore all’aria aperta favorisce lo sviluppo corporeo e un sano movimento, allontanando il rischio dell’obesità infantile e di un eccesso di tecnologia. I bambini che crescono in contesti più verdi sono maggiormente propensi a cercarsi per giocare insieme sviluppando così fiducia nelle proprie capacità e competenze sociali, compresa la cura dell’altro. Non ultimo il rispetto degli animali e della natura, che nascono dall’osservazione diretta spesso negata in città o relegata a gite o occasioni particolari.
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IN CUCINA
AGRETTI Salutiamo la primavera con la barba di frate, amica di gusto, linea e salute e protagonista di una pasta allegra e coloratissima
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hiamateli anche lischi, arescani o riscoli se preferite, ma ricordate di cercarli prima che sia troppo tardi. Perché gli agretti si raccolgono da marzo fino, con un po’ di fortuna, a fine maggio. Lunghi, sottilissimi, di un bel colore verde intenso, hanno un sapore caratteristico, leggermente amarognolo e acidulo, che può solo essere amato o detestato per sempre. Amici della linea (45 calorie per 100 grammi ripartite in 43% di proteine, 47% di carboidrati e 10% di lipidi) sono ricchi di calcio e fosforo ma anche di potassio, sodio, magnesio e ferro. A livello di vitamine, gli agretti contengono vitamina A, C e B3. Non manca poi una sorpresa, la clorofilla, che aumenta l’ossigeno nel sangue e gli antiossidan-
E per pranzo? Ecco pronta l’omelette! Per portare in tavola la nostra omelette ci occorrono per due persone 4 uova fresche bio, 200 gr di agretti cotti, una scorza di limone non trattato o bio grattata, qualche cucchiaino di formaggio grana (o pecorino), un pizzico di salvia, sale, pepe e olio evo. In una ciotola sbattiamo le uova, il formaggio, la salvia, il sale e il pepe. Un filo di olio (o di burro) sulla padella antiaderente accoglierà quindi la nostra omelette che dovrà cuocere per qualche minuto. Quando sarà quasi pronta aggiungeremo i nostri agretti che nel frattempo avremo saltato in padella con una grattata di scorza di limone. Ripiegata con attenzione l’omelette, che sarà rimasta morbida al centro, la poseremo con attenzione nel piatto. Una bella insalata completerà il pranzo.
ti. Perfetti per chi vuole tenersi leggero e nei regimi dietetici, aumentano il senso di sazietà e facilitano il transito intestinale con un effetto leggermente lassativo. Sono anche depurativi e diuretici. Una volta acquistati è meglio mangiarli subito. Bisogna lavarli in abbondante acqua fredda, eliminando la piccola radice: ottima la cottura a vapore per mantenerne intatte le proprietà e il sapore. Buoni anche lessati in acqua calda poco salata per un paio di minuti e poi passati sotto il getto freddo per mantenerli croccanti. Per chi ama i sapori decisi, si possono passare in padella con olio, pomodori confit o acciughe. Per tutti gli altri, ecco una bella e veloce ricetta primaverile.
In dispensa
• 250 gr di una pasta corta a scelta • cipolla bianca • 200 gr di agretti • mandorle in scaglie • 100 gr di ricotta • olio evo, sale, aglio e peperoncino se graditi
Preparazione
In una padella scaldiamo un filo di olio evo per dorare uno spicchio d’aglio e mezzo peperoncino (se graditi) e una piccola cipolla bianca. Dopo un paio di minuti aggiungiamo gli agretti - già lavati come prima descritto - per lasciarli insaporire. Aggiungiamo un mestolo di acqua calda, già pronta sul fuoco in un’altra pentola ad attendere la pasta. Nel frattempo in un tegamino tostiamo le mandorle in scaglie. Mentre lasciamo cuocere gli agretti per una decina di minuti procediamo alla cottura della pasta, da scolare un paio di minuti prima del dovuto. A questo punto eliminiamo il peperoncino, aggiungiamo la ricotta e amalgamiamo dolcemente il sugo prima dell’incontro con la pasta. Passiamo il tutto in padella ancora un paio di minuti per poi guarnire con mandorle tostate e servire nei piatti. La nostra pasta con ricotta, agretti e mandorle è pronta!
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