distribuzione gratuita anno 14 - n. 3/2016 Maggio / Giugno
co p ia g ra tu it a
RICOMINCIAMO DALLE BASI 4 Zampe: Galateo a quattro zampe Approfondimento: Malattie rare Benessere: Attacchi di panico Consigli: Dramma colichette
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distribuzione gratuita anno 14 - n. 3/2016 Maggio / Giugno
speciale
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IDRATARE, ECCO IL PROBLEMA
GALATEO A QUATTRO ZAMPE
4 zampe
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approfondimento
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benessere
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MALATTIE RARE
DRAMMA COLICHETTE
consigli
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ricette
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Ottimismo, con le dovute cautele
ATTACCHI DI PANICO COME CONTRASTARLI
editoriale
sommario
UNA TIRA L’ALTRA Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese Anno 13, n° 3 Maggio/Giugno 2016 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Sergio Meda Comitato Scientifico dottor Paolo Borgarelli, dottoressa Valentina Guidi
Collaboratori Laura Camanzi, Mariolina Cappelletti, Patrizia Mantoessi, Federico Meda, Federico Poli, Gianni Poli Coordinamento redazionale Hand&Made Milano - www.handemade.it Impaginazione e grafica De Marchi di De Marchi Simone - www.de-marchi.com Stampatore Gam Edit Srl – Italy, Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo
In questo numero affrontiamo le malattie rare, un tema delicato: sino a trent’anni fa quasi le si ignorava, le patologie erano infrequenti come i farmaci e le terapie per trattarle, sempre incompatibili con i costi della ricerca. Oggi se ne occupano reti internazionali di pazienti e famiglie, il mondo sanitario se ne fa carico anche se in mezzo a mille difficoltà: le diagnosi sono ancora troppo lunghe e precarie, i costi a carico delle famiglie ancora imponenti, ma siamo sulla strada giusta. Danno giustificate apprensioni le coliche dei neonati fra il primo e il quarto mese di vita, quelle che provocano lunghi e inconsolabili pianti nei piccoli e molta frustrazione nei genitori. Quali segnali aiutano a riconoscerle? Come agevolare il pediatra nel suo compito? Anche gli attacchi di panico generano preoccupazione, non solo in chi li subisce. Insorgono senza preavviso e presentano sintomi che fanno pensare al peggio. Vediamo come prevenirli e attenuarli con l’aiuto dei rimedi disponibili. C’è un piccolo frutto di questo periodo dell’anno molto familiare agli italiani: la ciliegia si presta a molteplici usi, se consumata allo stato fresco o impiegata nella preparazione di dolci. Senza dimenticare il Maraschino che ne è la versione alcolica. Un frutto comunque molto amico. Da ultimo il galateo a quattro zampe: come ci si comporta con gli animali domestici durante la bella stagione e soprattutto quando si va in vacanza con loro. Com’è opportuno, è bene non lasciarli in pensione, visto che ne soffrono. Vi offriamo una breve guida per una convivenza civile e educata in tre situazioni tipiche: in albergo, in campeggio e durante un pic-nic. S.M.
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IDRATARE, ECCO IL PROBLEMA La nascita di due prodotti a marchio Club Salute, il Gel Bagno Doccia e il Latte Corpo Ceramidi & Acido Jaluronico, muove da una semplice esigenza: quella di offrire alla clientela delle farmacie del Club Salute articoli ispirati a efficienza e qualità
Il Club Salute, per chi non lo sapesse, fornisce agli esercizi soci un servizio a tutto campo che va dall’aggiornamento degli addetti in farmacia alle campagne promozionali, dalle attività di informazione e sensibilizzazione della clientela alla fornitura delle farmacie, dalla gestione del Gazzettino fino alle Card “Club salute”, una vera Carta sanitaria, non solo una semplice carta sconti. L’ultima novità si chiama “prodotti a marchio”, saranno in vendita a partire da giugno e rappresentano un ulteriore passo in avanti della Cooperativa Farmaceutica Lecchese, da cui Club Salute discende. Ne abbiamo parlato con il responsabile del progetto, il Dottor Ghirardelli, farmacista ed esperto di galenica. «L’idea nasce all’inizio del 2015, è oggetto di dibattito tra i farmacisti che compongono la Cooperati-
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va, si basa su prodotti di livello che garantiscono un’identità ulteriore al Club Salute e un vantaggio alle persone che frequentano le nostre farmacie. Muove da prodotti tecnici, studiati con colleghi specializzati provvisti di competenze farmacologiche, che conoscono, da sempre, le preparazioni galeniche. Non ci siamo rivolti a dei comunicatori, ma a gente competente, esperta, che garantisce un risultato certo». Ci racconti che cosa ha ispirato le scelte. La scelta prioritaria è stato il comparto a cui rivolgerci, quello dei prodotti da toeletta, normalmente disponibili in profumeria e nella grande distribuzione, spesso circondati da luoghi comuni: c’è chi pensa che siano tutti i uguali, che li si paghi in funzione del marchio. Più questo
è celebrato e più costano. Noi siamo certi che i detergenti che abbiamo formulato abbiano piena dignità di figurare in farmacia, perché sono espressione di qualità e di efficienza, in piena sintonia con l’esercizio in cui sostano e con i farmacisti che possono consigliarli. Come mai due soltanto, il Gel Bagno Doccia e il Latte Corpo Ceramidi & Acido Jaluronico? Dopo un confronto serrato abbiamo deciso di limitare il numero dei prodotti, dopo averli testati già in sede di formulazione sino a essere certi della loro validità; abbiamo ragionato di qualità al giusto prezzo, e infine deciso di produrli e commercializzarli, in un ambito riservato, quello delle farmacie che fanno riferimento a Club Salute. E a quelle soltanto.
L’ultima novità del Club Salute CFL, la Cooperativa Farmaceutica Lecchese, nasce a Lecco – dove ha tuttora la sede - nel dicembre del 1986 da un’idea di alcuni farmacisti indipendenti e festeggia i trent’anni di attività con una rete di farmacie socie dislocate in tre regioni: Lombardia, Piemonte e Liguria. Tutto è nato con un piccolo magazzino in via Promessi Sposi, quando gli esercizi consociati erano una cinquantina, con consegne una volta alla settimana e con ordini presi a mano telefonicamente. Oggi le farmacie associate sono 120 e tutto si svolge in nome dell’efficienza, con una serie di servizi per i soci e per la loro clientela decisamente all’avanguardia, di cui il Club Salute, sorto nel 2011, è la punta avanzata. Offre infatti tutti i servizi per la clientela e i prodotti a marchio costituiscono l’ultima sua proposta. Una delle prime è stato il Gazzettino della Farmacia: la rivista che avete in mano ha visto la luce nel 1999 e da allora, sempre con cadenza bimestrale, si riserva gratuitamente alla clientela delle farmacie associate ed è una presenza amica, da sfogliare e leggere a casa, con tutta calma.
speciale Detergere sembra essere il verbo che accomuna le vostre prime scelte. Una scelta precisa, di campo? È molto semplice: sappiamo che gli italiani badano all’igiene personale, ma molto spesso non hanno a cuore l’idratazione. Le indagini suggeriscono che solo il 19% dei consumatori di saponi per igiene personale, e il dato uniforma donne e uomini, bada all’idratazione e questo spiega una serie di problematiche della pelle, pulita ma non idratata. Basta annotare i numerosissimi casi di pelle secca, con presenza di arrossamenti e di eczemi. Il Gel Bagno Doccia è un detergente delicato, amico dell’ambiente e di chi li utilizza. La sua miscela di tensioattivi è capace di lavare e pulire la pelle in profondità, lasciandola però morbida e idratata. Il Latte Corpo Ceramidi & Acido Jaluronico è un prodotto idratante per uso prolungato. Fluido e dal rapido assorbimento, ha spiccate caratteristiche idratanti e lenitive. Prodotti utili, con grande valore aggiunto, in termini di qualità. Può essere una sintesi corretta? Sull’utilità nessuno dubbio, ma la differenza la fa la qualità dei prodotti a marchio in base alle opportunità d’impiego. Abbiamo scelto di suggerire alle persone di lavarsi con prodotti non molto aggressivi, che abbiano attenzione a come lasciano la pelle una volta risciacquati. Abbiamo riflettuto sull’impatto ambientale e privilegiato l’utilizzo di materie prime di alta qualità. Qui la fermo, spieghi in dettaglio. Una super materia prima è una sostanza, attiva o eccipiente, che già di per sé è stata testata dall’azienda produttrice e garantisce una qualità superiore alla norma. Per esempio in un sapone ciò che “lava” è il tensioattivo, ma non tutti sono uguali. Alcuni sono delicati, amici dell’ambiente, danno una sensazione di pulito ma lasciano la pelle più morbida di altri. Questi effetti non sono soltanto enunciati, ma sono dimostrati già in partenza. Noi partiamo da queste materie prime.
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Un Gel Doccia innovativo Il Gel Doccia Delicato Aloe, in grande confezione (flacone da 500 ml), è un detergente a uso frequente, fruibile da tutti i componenti della famiglia, da 0 a 99 anni. Utile per il viso e il corpo, è un prodotto delicato, amico dell’ambiente, con queste caratteristiche: • Profumazione fresca e delicata • Estratto di Aloe (antisettico, rinfrescante, lenitivo ed emolliente) • Un mix ottimale di tensioattivi, ricercati per caratteristiche uniche di biodegradabilità ed ecosostenibilità, unite a una potente capacità di lasciare la pelle morbida una volta risciacquata. Tutto questo contribuisce alla performance complessiva del prodotto che garantisce un’ottima attività detergente senza presentare la negativa sensazione sgrassante della pelle, del resto tipica di alcuni tensioattivi comuni (SLS, SLes) impiegati nel 90% dei prodotti presenti sul mercato.
Un Latte Corpo ricchissimo Il Latte Corpo Ceramidi & Acido Jaluronico, in confezione da 500 ml, è un prodotto idratante per uso prolungato. Fluido e dal rapido assorbimento, ha spiccate caratteristiche idratanti e lenitive. Queste le sue caratteristiche principali: • Fresca profumazione caratteristica • Ricchezza estrema di principi attivi funzionali • L’acido ialuronico, gli olii di oliva e mandorle conferiscono un’idratazione duratura e profonda • La Vitamina E contrasta i radicali liberi e aiuta a rallentare l’invecchiamento della pelle • Gli estratti purificati di camomilla (bisabololo) e liquirizia (acido glicirretico) danno un effetto lenitivo immediato Le Ceramidi e le Fitosfingosive ripristinano la barriera cutanea, la proteggono e la mantengono idratata.
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Veniamo al segreto, a quanto distingue i vostri prodotti a marchio dai loro simili? Da farmacisti ci riconosciamo una competenza specifica nel capire le necessità del cliente perché lo frequentiamo tutti i giorni, in maniera trasversale. Un altro valore aggiunto è sicuramente la nostra preparazione di base sulla galenica: non siamo avvezzi a mode particolari, a super prodotti che – magari per un breve periodo – vanno per la maggiore. Lavoriamo piuttosto su ingredienti di cui conosciamo bene qualità e benefici, dosandoli con sapienza. a cura della redazione
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GALATEO A QUATTRO ZAMPE Come comportarsi con gli animali durante la bella stagione? Una breve guida per una convivenza civile e educata in tre situazioni tipiche Diciamocelo pure: a volte l’insofferenza verso cani e gatti nasce dalla cattiva educazione dei loro proprietari. Sì, perché un padrone che permette a Micia e a Fido di comportarsi in modo poco ortodosso, fa una “pubblicità” negativa ai nostri amici a quattro zampe. E ciò con gravi conseguenze e divieti che vanno poi a pesare su proprietari più educati che si comportano correttamente e gestiscono i loro animali in modo ineccepibile. Quindi meglio tenere sempre un atteggiamento corretto, a maggior ragione nel periodo delle vacanze, in cui cani e gatti entrano in stretto contatto con la comunità e diventa un obbligo applicare le regole del più comune galateo.
In albergo Alla prenotazione, informatevi che gli animali siano ammessi, dopo di che fate una telefonata di conferma, prima di partire. Portatevi dietro tutto il corredino: brandina (non fatelo acciambellare sulla poltrona della camera, se non coperta da un telo impermeabile), collare e guinzaglio, ciotole e giochini; e, se il nostro amico è un felino, il trasportino e la cassettina igienica con una buona scorta di lettiera. Avvertiamo sempre la cameriera al piano della presenza di un animale in camera, affinché entri solo se voi siete presenti. Un cane, infatti, potrebbe fuggire dalla camera e così pure un gatto, con l’alta probabilità di perdersi in un luogo del tutto sconosciuto. A questo proposito, non dimentichiamoci di apporre una medaglietta, col nostro recapito telefonico (del cellulare o dell’albergo), al collarino di cani e gatti, per recuperarli in caso di smarrimento. Non portateli al ristorante, a meno che il regolamento della struttura lo permetta, e, in questo caso, non dategli da mangiare direttamente dai piatti. Evitate, inoltre, che vada in giro tra i tavoli a pietire cibo e a distribuire baci e abbracci (per alcune persone vissuti come veri e propri “assalti”) agli ospiti: ricordiamoci che qualcuno potrebbe aver paura e non gradire queste manifestazioni di affetto.
In campeggio Le regole devono essere ancora più ferree rispetto all’albergo, perché in campeggio si vive
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4 zampe all’aria aperta e non è possibile stabilire territori off-limits per i nostri animali. Cani e gatti, infatti, non devono sconfinare nella tenda del vicino, non devono girare a elemosinare bocconi tra i barbecue e, soprattutto, non devono innaffiare di pipì paletti e tiranti delle tende o delle verande. Quindi sempre una lettiera a disposizione del felino e salutari passeggiate igieniche per il proprio cane, onde evitare che sporchi all’interno della piazzuola. Attenzione anche alle fughe romantiche o esplorative: meglio tenere i propri animali ben “ancorati” a noi con un guinzaglio lungo, piuttosto che rischiare di perderli in un ambiente nuovo.
In passeggiata e ai pic-nic In montagna come al mare, il cane deve rimanere sempre a distanza di sicurezza e, per non disturbare gli altri villeggianti, deve essere tenuto al guinzaglio, soprattutto se tende a far baruffa con i suoi simili e per garantire alle persone che hanno paura degli animali una confortevole distanza di sicurezza. Ricordiamoci che questa paura è da rispettare perché, essendo irrazionale, non è gestibile, nonostante assicurazioni da parte nostra sulla bontà e il carattere del nostro cucciolo. Quindi tolleranza e buona educazione sono le uniche armi a disposizione per rendere il nostro cane gradito anche nei pic-nic, a patto che mangi nella sua ciotola e se ne stia tranquillo vicino a noi, senza attentare alle salsicce del vicino. di Mariolina Cappelletti, veterinario a Monza
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approfondimento
MALATTIE RARE
INFREQUENTI MA NON DIMENTICATE Sino a trent’anni fa quasi le si ignorava, le patologie erano infrequenti come i farmaci e le terapie per trattarle, sempre incompatibili con i costi della ricerca. Le malattie rare sono oggi un fenomeno diverso, se ne occupano reti internazionali di pazienti e famiglie, il mondo sanitario se ne fa carico anche se in mezzo a mille difficoltà: le diagnosi sono ancora troppo lunghe e precarie, i costi a carico delle famiglie ancora imponenti pur se il welfare se ne fa carico ad ampio spettro di Gianni Poli
In molti casi chi ne è colpito può vagare per anni da uno specialista all’altro per una diagnosi, l’attesa di una cura, una speranza. A volte solo per capire se esiste un nome alla malattia di cui si soffre perché spesso queste patologie sono sconosciute. Malattia rara è un’espressione che va oltre ben il dato statistico, anche se per l’Unione europea la definizione fa riferimento a patologie che colgono una persona ogni duemila. Ma ci sono anche malattie rarissime che colpiscono meno di una persona ogni milione. Convivere con una malattia rara significa affrontare un percorso a ostacoli a partire dalla diagnosi, proseguendo con i continui
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Una realtà in progresso
controlli e relative spese da sostenere, perché pur esistendo le linee guida che si riferiscono alle malattie rare soltanto 110 delle oltre 7mila catalogate - al momento, ma il numero è sempre in crescita - sono a carico della collettività e non dappertutto in Italia perché ogni Regione fa a modo suo. Sono gli svantaggi della Sanità decentrata. E poi bisogna fare i conti con le le disabilità progressive, con il lavoro che può svanire perché la salute non ti accompagna. E occorrerebbe sempre un approccio multidisciplinare a queste malattie, dal momento che spesso colpiscono diversi organi e quindi richiedono le cure di vari specialisti.
Lunghe attese per la diagnosi Molte persone con malattie rare presentano sintomi discordanti e ambigui che impongono lunghe attese prima di una diagnosi corretta. Un sondaggio condotto da Rare Diseases UK nel 2010 segnala che solo il 26% degli intervistati ha avuto una diagnosi in meno di 3 mesi, il 46% ha dovuto aspettare più di un anno. Alcune malattie rare sono simili a quelli comuni, causando molte diagnosi errate. Un allarmante 30% dei pazienti che hanno risposto al sondaggio ha ricevuto tre o più diagnosi errate.
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Un quadro in apparenza desolante, in realtà in continuo progresso visto che trent’anni fa nemmeno le malattie rare erano prese in carico, con la scusa della loro estraneità alle logiche produttive: eccessivi i costi della ricerca a fronte di farmaci per pochissimi. Per rarissimi pazienti. Sono per fortuna notevoli i passi compiuti dalla ricerca, come rileva il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi: «In dieci anni, gli ultimi, a 2.400 farmaci è stata riconosciuta la designazione di medicinale orfano per le malattie rare e 1.600 sono stati approvati. C’è di più: oltre il 25% delle sperimentazioni cliniche è mirato alle malattie rare. Di importanza fondamentale, rileva inoltre il presidente di Uniamo Nicola Spinelli, è «la recente approvazione alla Camera della legge che prevede gli screening neonatali per le malattie metaboliche rare e della legge sul “dopo di noi”». Ad oggi si conoscono oltre 7mila diverse malattie rare. In Italia si stima che 670mila persone ne siano affette. La European Organisation for Rare Disease (Eurordis), l’organizzazione europea che rappresenta oltre 30 milioni di pazienti, valuta che uno su quattro di loro ha atteso da 5 a 30 anni prima di una diagnosi, quattro su dieci l’hanno avuto sbagliata, un malato su quattro si è dovuto trasferire in un’altra città o addirittura emigrare per arrivare a un responso.
Assistenza non sempre efficiente Un malato raro spesso richiede un’assistenza complessa che non è garantita uniformemente su tutto il territorio nazionale. I servizi sono spesso carenti e le liste di attesa chilometriche. da implementare sono i servizi di telemedicina con dispositivi medici collegati in rete. La grande svolta sul tema malattie rare è data proprio dalle reti di eccellenza - l’Unione europea ha schedato 21 gruppi di patologie rare – che garantiscono un approccio comune, condiviso dall’Europa dei 28 per per migliorare l’assistenza dei malati, potenziare la ricerca e la sorveglianza epidemiologica. L’80% delle malattie rare è di origine genetica, spesso ereditata, o da una combinazione di fattori ambientali e genetici.
approfondimento
MALATTIE RARE
Internet arma a doppio taglio
Come spesso accade la rete telematica ha portato vantaggi e non pochi disagi: la possibilità di leggere di storie altrui, l’emergere di nuovi trattamenti, spesso non validati, consente di saperne di più, la tecnologia viene in aiuto ma non dà certezze che solo la scienza è in grado di fornire.
Le sfide principali I ritardi nella diagnosi, la mancanza di un sostegno adeguato e di informazioni, il difficoltoso accesso alle cure sono gli interrogativi irrisolti in tema di malattie rare, con conseguenze di tipo economico: le famiglie si dissanguano per fronteggiarne i costi. Le spese sono in larga parte a carico loro, non della collettività. L’ultimo rapporto di MonitoRare denuncia le difficoltà di tipo economico delle famiglie, il 58% delle quali segnala problemi ad arrivare a fine mese: in media la spesa annua supera i 2.500 euro. Un altro punto critico, denunciano le associazioni, è rappresentato dall’assistenza territoriale, con i centri distribuiti in modo disomogeneo sul territorio.
UNIAMO: Orphanet riunisce 1673 associazioni In Italia sono 93 le associazioni di malattie rare unite sotto il conforto di UNIAMO (www. uniamo.org). Hanno in comune l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone colpite da una patologia rara, attraverso l’attivazione, la promozione e la tutela dei diritti vitali dei malati rari nella ricerca, nella bioetica, nella salute, nelle politiche sanitarie e socio-sanitarie. In Europa, invece, il portale Orphanet ha censito 1673 singole associazioni federate nell’European Organisation for Rare Diseases (EURORDIS), fondata nel 1997, che svolge attività e iniziative nell’interesse comune di tutte le malattie rare. La federazione UNIAMO, che accorpa un centinaio di Associazioni, rappresenta l’Italia all’interno di EURORDIS (www.orpha.net).
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ATTACCHI DI PANICO COME CONTRASTARLI Tra i disturbi d’ansia sono i peggiori perché coinvolgono il sistema circolatorio e quello nervoso. Insorgono senza preavviso e presentano sintomi che fanno pensare al peggio.Vediamo come prevenirli e attenuarli con l’aiuto dei fiori di Bach, quelli Australiani e i rimedi omeopatici L’attacco di panico appartiene alla categoria dei disturbi d’ansia. Insorge solitamente con uno stimolo violento che interessa e coinvolge il sistema circolatorio e il sistema nervoso anche in soggetti forti e stenici. È caratterizzato da tremori diffusi, dolore al petto, palpitazioni, senso di soffocamento, paura della morte, paura delle malattie, pulizia eccessiva, ordine esagerato, paure improvvise, inquietudine di carattere reattivo. Tutti sintomi che possono preludere a forme depressive rimaste latenti.
Interazione di terapie Le terapie convenzionali prevedono il trattamento farmacologico con ansiolitici e antidepressivi sup-
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benessere portate da terapie psicologiche o psichiatriche. In affiancamento si può ricorrere alla medicina integrata con rimedi omeopatici e fitoterapici in una visione olistica in cui risulta rilevante l’approccio al paziente. Il medico omeopata si prende in carico le problematiche del paziente ripristinando nell’individuo fiducia e infondendo rassicurazione.
PUOI PROVARE
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Figli dello stress Sovente gli attacchi di panico fanno capolino dopo periodi di stress, quando troppa energia è rimasta compressa. Attraverso di essi il corpo ci parla, anzi urla, ci spinge a cambiare stile di vita verso una nuova consapevolezza di noi stessi. Si rende necessario un altro salto nel processo evolutivo. Proprio perché ha una forza esplosiva paragonabile a quella del magma sotterraneo, questa energia se non vissuta esplode improvvisamente e in modo disordinato. La nostra energia infatti va veicolata nelle modalità e negli ambiti che maggiormente ci consentono di esprimere noi stessi dando voce alla nostra creatività, alle nostre passioni, manifestando i nostri sentimenti e praticando attività sportive e all’aria aperta.
Gli attacchi di panico fanno capolino dopo periodi di stress, quando troppa energia è rimasta compressa. Attraverso di essi il corpo ci parla, anzi urla, ci spinge a cambiare stile di vita
In gioco l’equilibrio Una persona in vena creativa, impegnata in un progetto appassionante o in una buona condizione atletica più difficilmente incorrerà in un attacco di panico, per questo motivo vivere pienamente è un modo di preservare l’equilibrio psicofisico riducendo il rischio di un attacco improvviso. La creatività ci consente di dare libero sfogo alla nostra fantasia, riguardo l’attività fisica si suggerisce di praticare uno sport con gioia, quanto alla passione si pensa ad un interesse protratto nel tempo e non ultimo è importante salvaguardare le relazioni sociali e vivere la propria affettività. In fondo quando ci si dedica a qualcosa o a qualcuno che ci piace ci si prende cura del proprio corpo e della propria psiche.
Nuovo stile di vita Il tipo di stress che affrontiamo sono principalmente mentali, per questo attraverso diverse tecniche di rilassamento, respirazione, meditazione e suggestione positiva, senza perdere la voglia di seguire le proprie passioni, senza dimenticare di gratificarsi possiamo preservare l’equilibrio corpo-mente. Questo alcune volte vuol dire cambiare stile di vita, quando si cambia ci si rende conto di quanto lo stile di vita incida realmente sulle patologie. Un aiuto ci viene anche dalla natura, tra i fiori di Bach e quelli Australiani alcuni sono molto utili nella fasi di cambiamento. Cherry plum evita che “l’ultima goccia faccia traboccare il vaso” facendoci perdere il controllo in caso di paure, Rock rose per contro ci aiuta a
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reagire quando la paura paralizza, Walnut invece ci protegge nelle fasi di cambiamento, mentre Bottelbrush aiuta ad affrontare le transizioni della vita confidando nelle proprie abilità a gestire nuove situazioni, Bauhinia, infine, aiuta nei casi di resistenza ai cambiamenti, insegna a ricevere, comprendere e accettare nuove idee, situazioni e persone.
Rimedi omeopatici Tra i rimedi omeopatici risultano utili Aconitumnapellus quando paure improvvise, sindromi reattive improvvise e violente e un grave senso di angoscia ci assalgono, così come uno stato di agitazione ci pervade dopo un evento violento. Phosphorus è indicato quando invece l’ansia sopraggiunge nei momenti di solitudine, Gelsemimium quando a paralizzare è il panico che precede una prestazione lavorativa, una gara, un esame (ansia da prestazione). A parità di stimolo ognuno di noi può reagire in modo di differente manifestando emozioni diverse e per contro una stessa emozione può sottendere differenti disagi nei diversi individui, ma con numerose tecniche, rimedi naturali, supporto psicologico e farmacologico possiamo recuperare uno stile di vita orientato al benessere per curare e prevenire gli attacchi di panico. di Patrizia Mantoessi, farmacista a Monza
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DRAMMA COLICHETTE Le coliche sono un problema tipico della fase neonatale e interessano fino al 40% dei neonati tra il primo e il quarto mese di vita
Le cause delle coliche, capaci di provocare lunghi e inconsolabili pianti nel bambino - e anche vive preoccupazioni, nonché frustrazione, nei genitori - sono ancora poco chiare, ma probabilmente dipendono dall’incompleto sviluppo dell’apparato digerente o da intolleranze a uno o più componenti del latte materno. Per saperne di più ne abbiamo parlato con la dottoressa Ilaria Carnevali, Direttore Scientifico di Loacker Remedia che, come prima cosa, desidera spiegare come riconoscere il disturbo della colica, avvalendosi della celebre “Regola del 3”, proposta negli anni Cinquanta dal pediatra americano Morris Wessel: «Un pianto causato da colica dura almeno tre ore al giorno, per tre giorni a settimana, per almeno tre settimane. Queste sono le linee guida per riconoscere - da profani - il disturbo, ma ci sono altri segnali utili, come le gambe che si flettono verso l’addome o lo stesso addome timpanico (ovvero gonfio) che possono smascherare le co-
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liche gassose. In ogni caso il pediatra è in grado di valutare con certezza in caso di dubbi». Le coliche, seppur molto fastidiose, sono passeggere e, a meno di altri sintomi in associazione - tra cui febbre, scarso aumento del peso, difficoltà a respirare, vomito giallo - non sono pericolose per la salute del bambino.
Modalità di cura Ci sono, come sempre, diversi approcci al problema-coliche. Uno, farmacologico - il più utilizzato è a base di dimeticone - che favorisce l’avvicinarsi (la coalescenza) delle bolle di gas nell’intestinoper far sì che vengano espulse sottoforma di flatulenze. Non agisce sulla colica, ma sul sintomo; è abbastanza efficace, ma la formulazione è di tipo chimico-farmaceutica, forse un po’ prematura da somministrare a un neonato. «Attualmente i genitori e gli stessi pediatri»,
ci spiega la dottoressa Carnevali, «sono dell’avviso che sia meglio ritardare il contatto del bambino con i farmaci e preferiscono soluzioni più naturali e rispettose della fisiologia del neonato. Ci sono infatti prodotti in commercio a base di probiotici o integratori alimentari a base di lattobacilli ed estratti vegetali che rappresentano un approccio più causale e risolvono gli squilibri alla base della colica gassosa. I ceppi probiotici sono infatti già presenti nell’intestino del neonato e la loro supplementazione rappresenta pertanto una soluzione più delicata e fisiologica rispetto all’utilizzo di una molecola di sintesi. Non solo, vista la loro attività, possono essere utilizzati sia in via preventiva sia in caso di altreproblematiche, come stitichezza, diarrea o anche successivamente ad una terapia antibiotica». Ovviamente esistono anche i cosiddetti “rimedi della nonna”, tisane a base di camomilla o finocchio, direttamente somministrati al bambino o tramite il latte della mamma. Ma, come ci spiega la dottoressa Carnevali, sono poco più di un palliativo: «Il problema dell’infusione è che non c’è certezza del quantitativo di principio attivo somministrato e, soprattutto a livello scientifico, è difficile trovare evidenze per questo trattamento. Nessuna controindicazione, pertanto, ma neanche una certezza di efficacia».
consigli coliche non è ancora stata definita chiaramente, è bene tentare anche un approccio nutrizionale, preferendo latti o alimenti ipoallergenici. a cura della redazione
Come sostenere i pianti? In caso di crisi di pianto dei bimbi è bene cercare di ridurre il più possibile la confusione ambientale, creare un’atmosfera rassicurante (coccole, calma, intimità), diffondere della musica come sottofondo. È bene tenere il bambino in braccio, dondolandolo o cercando la posizione in grado di attenuare il fastidio, tentando di fargli usare il ciuccio e, in caso di biberon, un modello con la tettarella anticolica. «Se i pianti sono molto lunghi ed insistenti», continua la dottoressa Carnevali, «consiglio di farsi aiutare, farsi dare il cambio, uscire dalla stanza per dei brevi periodi, per ricaricare le pile e rilassarsi. Il bambino risente infatti anche della condizione psicologica dei genitori ed è bene preservare anche il loro benessere. E poi, in ultimo, si provi a cambiare la dieta della mamma: può essere che il neonato sia intollerante a qualche componente del latte materno, o a qualcosa che la stessa mamma consuma nella normale dieta. Anche se la causa delle
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UNA TIRA L’ALTRA
Piccolo frutto appartenente alla famiglia delle rosacee, originario dell’Asia e diffuso in Europa fin dall’antichità grazie ai Romani, la ciliegia oggi è presente sul nostro territorio in numerosissime varietà, che si differenziano in due grandi gruppi: le ciliegie tenerine, dalla polpa tenera, e i duroni, dalla polpa soda e consistente. Benché in generale quando si pensi alle ciliegie il colore che viene in mente sia il rosso, la gamma cromatica è in realtà molto varia, e va dal giallo chiarissimo dei “bianconi” piemontesi, al giallo oro della “moscatella” toscana, passando per tutte le tonalità del rosso, fino al quasi-nero dei famosissimi duroni di Vignola. Esistono, infatti, diverse varietà di ciliegie con caratteristiche organolettiche differenti e diversi periodi di raccolta: le ciliegie Bigarreau, le prime a comparire sul mercato, pronte già ai primi di maggio, e i vari tipi di duroni che si susseguono maturando via via con l’avanzare della stagione, dalle varietà “nere”, di grandi dimensioni e dalla polpa dolcissima appartenenti al gruppo di Vignola, a quelle “Ferrovia”, dalla polpa rosa e dalla consistenza croccante, coltivate soprattutto in Puglia. Ci sono poi le varietà “Anella”, dolci, succose e dal caratteristico colore rosso scuro, quelle della specie “Marca”, di dimensioni più piccole e dal
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ricette tipico colore giallo-rosso, adatte soprattutto alla conservazione sotto spirito, fino alla ciliegia di San Giacomo, la più tardiva, che si trova ancora a fine luglio. Amarene, visciole e marasche sono le versioni “aspre” delle più nobili ciliegie, appartenenti alla specie del pruno selvatico si trovano soprattutto in zone collinari e montane. Hanno un sapore acidulo e un gusto pungente, ed è proprio questo che le rende speciali più che per un consumo allo stato fresco per la preparazione di molteplici prodotti trasformati, dalle amarene candite fino al famoso liquore Maraschino. Che siano rosse, nere o gialle, precoci o tardive, coltivate o selvatiche, una volta iniziato a mangiarle è davvero difficile smettere. Ma le ciliegie non sono solo buone, sono anche ricche di proprietà benefiche per la nostra salute. Ne abbiamo parlato
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con Giovanni Seveso, specialista in Scienza dell’alimentazione e dietetica. «Composti per l’80% di acqua, questi piccoli frutti rossi hanno un alto potere idratante, poche calorie - circa 40 kcal per 100 g di prodotto - e sono ricche di fibre solubili che una volta giunte nello stomaco assorbono acqua, aumentando così il senso di sazietà e aiutando la regolazione del transito intestinale. Basterebbe questo a rendere le ciliegie un alimento da non far mai mancare in tavola quando arriva la stagione della loro maturazione, ma le proprietà di questi piccoli frutti non si esauriscono qui: contengono preziosi minerali e oligoelementi, che le rendono ottimi ricostituenti quando il caldo induce a reintegrare ciò che si è perso con l’eccessiva sudorazione. Il loro consumo è particolarmente indicato in caso di stress e spossatezza, grazie alle buone quantità di potassio, magnesio, ferro, sodio e zinco in esse presente. Sono inoltre ricche di melatonina, il che le rende un valido aiuto per favorire il giusto riposo».
Antiossidanti, depurative e disintossicanti Nelle ciliegie si trova un’alta presenza di flavonoidi, antiossidanti naturali in grado di combattere i radicali liberi e di contrastare l’invecchiamento cellulare. «Gliantociani», precisa Seveso, «sono gli antiossidanti che conferiscono alle ciliegie il loro intenso colore rosso-blu e sono presenti in maggiore quantità nelle varietà più selvatiche, dalle amarene fino alle visciole. Studi recenti hanno dimostrato che una dieta ricca di ciliegie, grazie all’effetto combinato di flavonoidi e vitamine del gruppo B in esse presenti, aiuta a prevenire il rischio di infarto e apporta benefici generali al sistema circolatorio. Il consiglio per approfittare delle numerose e positive caratteristiche nutrizionali di questo frutto e per disintossicare l’organismo al meglio è quello di consumare 20-25 ciliegie al giorno, meglio ancora se al mattino dopo il digiuno notturno». Un vero toccasana questo frutto dunque, di cui fino ad ora sono stanti elencati solo benefici e nessuna controindicazione. «Controindicazioni, infatti, non ce ne sono, se non un lieve effetto lassativo da segnalare per un loro eventuale eccessivo consumo. Le ciliegie sono un dolce regalo per grandi e piccoli, per chi è a dieta e per chi ha bisogno di energia. Per chi pratica sport,
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per esempio, il succo di ciliegia, si rivela essere un’ottima bevanda energetica, utile per combattere le infiammazioni, abbassare la pressione arteriosa e contribuire a bilanciare l’eccesso di sodio nell’organismo. E per quanto dolci, le ciliegie sono ammesse, in dosi moderate, anche per i diabetici, grazie al levulosio in esse contenuto, uno zucchero a basso indice glicemico che viene assorbito più gradualmente dall’organismo e che non ha controindicazione per chi soffre di questa patologia» di Laura Camanzi
Clafoutis di ciliegie Una trentina di ciliegie (circa 500 gr); 2 uova, 60 gr di zucchero di canna, 50 gr di farina, ½ tazza di latte, semi di una bacca di vaniglia, un pizzico di sale. Facoltativo una piccola aggiunta di brandy. Lavate le ciliegie e decidete se seguire la ricetta tradizionale, che prevede ciliegie intere, o se preferite utilizzarle privandole del nocciolo (le ciliegie intere perdono meno liquido e risultano più saporite, per quanto più “scomode” da magiare). Passate le ciliegie in padella per qualche minuto con un cucchiaio di zucchero. Montate molto bene le uova con il restante zucchero, fino ad ottenere un composto che ne veda il volume raddoppiato; aggiungete il latte, la farina, un pizzico di sale e i semi della bacca di vaniglia e, se volete, anche un piccolo bicchierino di brandy. Imburrate piccoli stampi monodose o una teglia di 20 cm di diametro, spolverizzate di zucchero, disponete sul fondo le ciliegie e versate il composto ottenuto. Infornate a 180 gradi per 30 minuti in caso di monodose o per 45 minuti in caso di torta più grande. Servite e gustate tiepidi.
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