Gazzettino 0514

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Farmacia Club Salute

Il Gazzettino della

Distribuzione gratuita - Anno 12 - n. 5/2014 - Settembre/Ottobre

L’ORA DELLE CASTAGNE Speciale Ghiandola tiroidea Approfondimento Coliche renali

COPIA GRATUITA

Spazio bimbi Giocattoli vintage


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Editoriale Sommario 4

SPECIALE

Una ghiandola fondamentale

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SPAZIO BIMBI

Giocattoli in legno

APPROFONDIMENTO Coliche e spasmi

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DOMANDE

Cos’è la fibrillazione atriale?

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BENESSERE

Depurare il fegato

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RICETTE

Guscio spinoso, cuor generoso

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FARMACIE CLUB SALUTE

Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese Anno 12, n° 5 Settembre/Ottobre 2014 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Sergio Meda Comitato Scientifico dottor Paolo Borgarelli, dottoressa Valentina Guidi Collaboratori Laura Camanzi, Patrizia Mantoessi, Federico Meda, Federico Poli Coordinamento redazionale Hand&Made Milano - www.handemade.it Impaginazione e grafica De Marchi di De Marchi Simone - www.de-marchi.com Stampatore Gam Edit Srl – Italy, Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo

Le centrali da tener d’occhio

Il nostro organismo è dotato di ghiandole strategiche: tra queste la tiroide, una sorta di centrale elettrica che controlla il metabolismo e le sue funzioni: battito cardiaco, pressione arteriosa, livello di colesterolo, peso, forza muscolare, senza dimenticare l’acutezza mentale. Quando lo iodio nell’organismo è carente emergono i problemi: l’aumento di volume della ghiandola, il gozzo, o i noduli tiroidei, nella gran parte dei casi benigni ma non per questo da sottovalutare. In Italia, aldilà degli anziani che ne sono colpiti, sono oltre 30mila le vittime di ictus, la prima causa di invalidità e la terza causa di morte nel nostro Paese. Tra le cause che lo scatenano la fibrillazione atriale ha ruolo centrale. Per contrastarla vi segnaliamo le modalità più corrette, collegate allo stile di vita. I dolori addominali, coliche e spasmi, a volte hanno a che fare con l’ansia, a volte con il meteorismo, in altri casi si correlano al ciclo mestruale, in presenza di una endometriosi di lieve entità a livello ovarico. Diverso è il caso delle calcolosi renali che producono coliche, senza preavviso. Vediamo insieme come contrastare questi disturbi con i farmaci da banco, quelli da prescrizione e anche con rimedi naturali Siamo andati a cercare i giocattoli in legno, che erano stai disinvoltamente messi da parte. Vanno recuperati, stando attenti a riverniciarli. In prossimità dell’autunno è venuto il momento della castagna, secondo i nutrizionisti paragonabile a un cereale per la quantità di carboidrati che contiene. Non da usare a fine pasto ma come portata principale, una sorta di alternativa a pane e pasta. Le castagne sono perfette nelle minestre di verdure o abbinate a un secondo leggero, come contorno di stagione.

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Una ghiandola fondamentale La tiroide è una specie di centrale elettrica del nostro corpo e se qualcosa non funziona ecco le ripercussioni in vari distretti dell’organismo, a partire dalle funzioni metaboliche

Cominciamo dall’assunto di base: la tiroide è una ghiandola posta alla base del collo che regola alcune funzioni fondamentali dell’organismo. Come specifica il dottor Paolo Vitti, segretario generale dell’Associazione Italiana della Tiroide, «è una sorta di centrale elettrica del nostro corpo. Se qualcosa non funziona a dovere in questa ghiandola le ripercussioni sono ben visibili perché la tiroide controlla il metabolismo e le sue funzioni, a partire dal battito cardiaco, proseguendo con lo sviluppo del sistema nervoso centrale, l’accrescimento corporeo, la pressione arteriosa, il livello di colesterolo, il peso, la stessa forza muscolare, senza dimenticare l’acutezza mentale». Perché la tiroide funzioni al meglio necessita di iodio e quando questo elemen-

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to è carente nell’organismo ecco sorgere una serie di disturbi che vanno dal gozzo, pari all’aumento di volume della ghiandola, ai noduli tiroidei, nella gran parte dei casi benigni ma non per questo da sottovalutare perchè sono comunque dei presupposti tumorali.

SFAVORITE LE DONNE Un altro assunto: le donne, senza alcuna colpa, ne sono più colpite, anche in giovane età, in rapporto decisamente sfavorevole, da 5 a 8 volte più degli uomini. Come specifica il dottor Vitti «l’unico vantaggio dell’ipertiroidismo nella donna giovane


Speciale

sono i sintomi ben evidenti: i tremori che si accompagnano a palpitazioni, ipersudorazione, dimagrimento molto accentuato. Più subdoli e perciò ben più difficili da rilevare sono i segnali del’ipotiroidismo, quando cioè la ghiandola funziona poco e male: «Noi valutiamo un corteo di sintomi che vanno dal senso di stanchezza alla ridotta capacità di svolgere lavori che necessitino di prontezza, velocità mentale, arguzie. E ancora la presenza di stipsi, gonfiore, altri segnali di uno stato ansiosodepressivo, ma sfumati e perciò attribuibili ad altre cause».

L’ANAMNESI PIÙ ATTENTA Un bel vantaggio viene dalla storia familiare della persona che l’endocrinologo non manca di farsi raccontare in sede di anamnesi, la prima indagine conoscitiva durante la quale il paziente viene invitato a svelare tutto senza ritrosie, visto che il me-

dico è un interlocutore della massima affidabilità: non a caso è facile accertare la presenza di parenti di primo grado con malattie autoimmuni della tiroide.

LA SETTIMANA MONDIALE Incontri divulgativi con la popolazione, screening gratuiti, distribuzione di materiale informativo sulla iodoprofilassi, sulle malattie della tiroide e sul ruolo del sale iodato nella prevenzione sono al centro delle iniziative della Settimana mondiale della Tiroide che si è svolta a fine maggio promossa dall’Associazione Italiana della Tiroide, dall’Associazione dei Medici Endocrinologi, dalla Società Italiana di Endocrinologia insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini e dall’European Thyroid Association.

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Speciale LE DOSI DI THS Le conferme che qualcosa non funzioni come dovrebbe a livello di ghiandola tiroidea vengono da un esame specifico del sangue chiamato a indagare le dosi di TSH, l’ormone prodotto per regolare la tiroide. «Il THS si alza quando la tiroide funziona poco e male e si abbassa quando accade il contrario, se c’è un superlavoro della ghiandola. Se l’ormone è presente in quantità molto elevate ecco immediata la diagnosi di ipotiroidismo. Poi si procede dosando gli ormoni tiroidei veri e propri: tiroxina e tri-iodotironina, che si abbassano nell’ipotiroidismo e si alzano nell’ipertiroidismo. In caso si avverta la presenza di noduli al tatto, o se ne sospetta la presenza anche se non sono palpabili, una ecografia aiuta a precisare la diagnosi».

INCIDENZA DEI NODULI La popolazione adulta italiana presenta, in base allo screening ecografico, noduli tiroidei in abbondanza. Ne sono colpiti da 3 a 5 persone su 10. Come prevenirli? «Semplice, impiegando sin dall’infanzia

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il sale iodato, il cui utilizzo rappresenta la prevenzione più efficace allo sviluppo di gozzo e noduli». Dalle parole del dottor Francesco Trimarchi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia viene il dato più rassicurante: «Ragioniamo di una profilassi molto semplice e poco costosa: 1 euro a persona a fronte di una spesa sanitaria pari a 6 euro per la diagnosi e la cura di malattie prevenibili».

PATOLOGIE IN AUMENTO Un ultimo dato epidemiologico: le malattie della tiroide sono in aumento, ma qualora siano diagnosticate precocemente, quindi ancora nello stadio iniziale, possono avere trattamenti contrassegnati da successo. «Un controllo specialistico e un esame del sangue consentono di contrastare le importanti complicazioni cardiovascolari, ossee e metaboliche che anche una lieve disfunzione tiroidea, se non riconosciuta e adeguatamente trattata, può causare nel tempo». di Sergio Meda


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Spazio bimbi Giocattoli in legno Il vintage non risparmia il mondo dell’infanzia: tante le proposte di fascino che guardano al passato, con una felice predominanza dei materiali naturali Senza criminalizzare la plastica - materiale sì raffinato e inquinante, ma anche lavabile e duraturo - abbiamo deciso di proporvi una panoramica sulle migliori proposte di giochi, rigorosamente in legno, presenti nei negozi. La scelta e la varietà sono enormi, con marche di ogni genere protagoniste: si va dalla piccola fabbrica tradizionale, familiare, adeguatasi al mercato globale, ai grandi colossi specializzati nell’infanzia (ad esempio Fisher Price), fino a Ikea, le cui linee giocattolo stanno riscuotendo un successo pari ai mobili. Il legno, nell’ultimo ventennio votato alla tecnologia, è stato messo frettolosamente da parte, prima di essere riscoperto per la sua versatilità, la sua sostenibilità (spesso è riciclato) e perché, a livello di proprietà materiche, trasmette un esperienza “calda” al bambino. I prezzi poi rimangono contenuti: escluse composizioni o giochi di costruzione molto complessi, le proposte sul mercato consentono “investimenti” di poche decine di euro, a fronte di una durata dei prodotti pressoché infinita. Non a caso i giocattoli di legno vengono con facilità tramandati, regalati. Magari dopo un adeguato make up (occhio però alle vernici).

GRANDI CLASSICI Il marchio Sevi (ora fa parte della galassia Trudi, famosa per i peluche) è da sempre sinonimo di infanzia. L’attività della famiglia Senoner inizia nel 1831, a Ortisei in Val Gardena, e fino agli anni Venti del secolo scorso confeziona i giocattoli rigorosamente a mano, passando poi - causa richiesta crescente - alla produzione industriale. La storia della Sevi è il paradigma del mondo del giocattolo: si rimane fedeli alla tradizione ma si strizza l’occhio alle tendenze. Un po’ tutte le fabbriche di giocattoli hanno esplorato prodotti di grandi dimensioni, come le culle e i cavalli a dondolo, le mode del momento (lo yo-yo), il mondo delle favole (Sevi è assai legata al personaggio di Collodi, Pinocchio), l’età scolare (l’alfabeto, i numeri, le forme) fino alla ricerca di giocattoli capaci di stimolare la creatività (le costruzioni), o particolari abilità manua-

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li legate al mondo delle costruzioni, del bricolage o dell’officina. La tendenza del momento - anch’essa ripescata - sembra essere il treno, la cui linea è presente in tutti i cataloghi. Alcuni marchi hanno in dotazione locomotori elettrici, capaci di dar vita e trainare i convoglio, altri altri lasciano più spazio alla fantasia e non prevedono batterie.

IL LECCIO Tra tutte le marche di giocattoli di legno vogliamo segnalarvi una realtà italiana nata negli anni Ottanta, Il Leccio (www.illeccio.com). Propone una scelta limitata a una settantina di prodotti, divisi per la prima infanzia, 1-3 anni, 3-6 anni, oltre i 6 anni. Non ammicca a mode particolari, tutto è rigorosamente made in Italy e realizzato secondo le norme vigenti con colori atossici e certificati. Ci hanno affascinato la linea Clic (gioco di costruzioni cui basta un bottone - un “clic” appunto - per unire due pezzi), Scene (il contenitore si capovolge facendo apparire una nuova immagine: 3 storie a cura di Nicoletta Costa) e Profilo. Quest’ultimo gioco necessita della presa di corrente ma una lampada dedicata ai bambini (il led a bassa tensione non scalda e il legno isola) per le ombre cinesi non l’avevamo ancora vista. di Federico Meda


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ti augura la buonanotte

Sono medicinali. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Attenzione, i medicinali vanno assunti con cautela, per un breve periodo di tempo, non superando le dosi consigliate e solo per le indicazioni riportate nel foglio illustrativo. In caso di dubbio rivolgersi al medico o al farmacista. Autorizzazione del 05/03/2012.


Approfondimento DOLORI ADDOMINALI

COLICHE E SPASMI

I dolori addominali possono collegarsi a un’infinità di cause, a volte hanno a che fare con l’ansia, a volte con il meteorismo, in altri casi si relazionano con il ciclo mestruale, in presenza di una endometriosi di lieve entità a livello ovarico. Diverso è il caso delle calcolosi renali che producono coliche, di cui non si ha esatta percezione sino a quando non si verificano, con dolori definiti “indimenticabili”. Vediamo insieme come contrastare questi disturbi con i farmaci da banco, quelli da prescrizione e anche con rimedi naturali di Gianni Poli con l’assistenza del professor Stefano Govoni, farmacologo, Università di Pavia


«Le coliche e gli spasmi addominali possono avere molte cause e il miglior consiglio è quello di rivolgersi al medico, soprattutto se il dolore addominale è localizzato nello stesso punto e si ripete di frequente. Quando siamo di fronte a dolori di lieve entità, questi possono essere determinati dalle contrazioni che l’intestino compie per favorire il transito degli alimenti durante la digestione, ma spesso sono provocati dalla cosiddetta sindrome dell’intestino irritabile. Discorso a sé meritano le coliche renali, che intervengono soprattutto di notte, per le quali suggerisco di chiamare la Guardia Medica». Così si pronuncia il professor Stefano Govoni, farmacologo all’Università di Pavia, che per i malesseri addominali con senso di gonfiore suggerisce «i farmaci antispastici da banco» ma per i calcoli renali si arrende, occorrono «farmaci da prescrizione». E un rapido soccorso. «Le calcolosi renali colgono quasi tutti impreparati. Non danno alcun preavviso, sono perciò asintomatiche, il primo segnale della loro comparsa è un dolore improvviso e molto intenso, non appena il calcolo si muove nelle vie urinarie e ostruisce il passaggio dell’urina. Il dolore, molto acuto, si irradia tra la

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schiena e i fianchi, interessa la zona renale oppure il basso ventre». A seguire, la colica renale, così comunemente la si definisce, può estendersi alla zona inguinale. Lo spasmo fa entrare in azione i muscoli che governano l’uretere, nel tentativo di spingere il calcolo verso la vescica e quindi espellerlo, ma l’operazione non sempre riesce. Quando l’espulsione del calcolo non si verifica, caso non infrequente, il dolore si fa insopportabile. Chi ha patito anche una sola colica renale di questa portata ne ha memoria indelebile. Quando il calcolo si muove e l’organismo cerca di espellerlo possono comparire tracce di sangue nell’urina, che può colorarsi di rosa (non è allarme rosso, ma prendetene nota). Quando il calcolo discende attraverso l’uretere e si avvicina alla vescica è possibile avvertire stimoli a urinare con maggior frequenza oppure una sensazione di bruciore durante la minzione. Non rari anche i casi di nausea e vomito. Qualora a questi sintomi si associno febbre e brividi, potrebbe essere in corso un’infezione che richiede, ovviamente, l’intervento di un medico.


Approfondimento DOLORI ADDOMINALI Un apparato molto delicato

I CALCOLI SILENTI Talvolta i calcoli sono silenti, la colica renale non si verifica, l’espulsione dei piccoli calcoli renali non dà luogo a particolari problemi. La si riscontra grazie a una radiografia o un’ecografia, per la legittima preoccupazione di chi accerta tracce di sangue nelle urine.

LA TERAPIA CON ACQUA Nella gran parte dei casi per espellere i calcoli renali è sufficiente bere molta acqua (due o tre litri al giorno) in modo da agevolarne la rimozione. In soccorso vi sono anche farmaci analgesici. Il trattamento consueto, quello “di elezione”, non prevede i farmaci ma il cambiamento della dieta e dello stile di vita. I “facitori di calcoli” dovrebbero cercare di

In presenza di un apparato, quello gastrointestinale, molto delicato, non sono infrequenti le coliche addominali, vuoi crampi o spasmi, che si producono in particolare nei soggetti più ansiosi. Non a caso stomaco e intestino sono chiamati anche “organi sentinella”, in quanto sono i primi, unitamente alla pelle, ad avvertire i contraccolpi di un disturbo psicologico. Ma i crampi addominali possono essere scatenati anche da allergie e intolleranze alimentari, senza dimenticare alcune patologie infiammatorie dell’intestino come la colite. Nemmeno vanno dimenticati gli spasmi che colgono le donne durante il ciclo mestruale, talvolta molto invalidanti, in presenza di una endometriosi, anche lieve, a livello ovarico. Ulteriore causa molto frequente di coliche addominali è il meteorismo, dettato dalla difficoltà di digestione di alcuni cibi, che fermentano producendo bolle gassose che premono sulle mucose intestinali e provocano mal di pancia. Una soluzione, oltre ai farmaci tradizionali, sono i rimedi naturali, dotati di effetto antinfiammatorio e antispastico come la liquirizia, suggerita come infuso, integratore alimentare o tintura madre (diluita in gocce), sempre prima dei pasti principali. Ulteriori fiterapici utili sono la malva, la camomilla, la calendula, la piantaggine, l’aloe vera. Di tutte queste piante è possibile usufruire sotto forma di integratori a base di estratto secco, tranne l’aloe vera di cui è disponibile lo sciroppo. Le tisane sono ideali anche come digestivi.

bere durante la giornata abbastanza liquidi da produrre almeno due litri di urina nelle 24 ore. In passato alle persone affette da calcoli si sconsigliavano i latticini e gli alimenti con alto contenuto di calcio,

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oggi la scienza li vive come utili alla prevenzione. Attenzione invece agli integratori di calcio perché il rischio di sviluppare i calcoli può aumentare. Meglio insomma evitare alimenti arricchiti con vitamina D e alcuni tipi di antiacidi a base di calcio. Chi soffre di alti livelli di acido urico dovrebbe mangiare meno carne, pesce e pollame; questi alimenti sono responsabili di un aumento della quantità di acido urico nell’urina.

nella giornata, a intervalli regolari, cercare di programmare l’evacuazione, ogni giorno in orario simile, senza fretta; bere non meno di 1,5–2 litri di liquidi al giorno, seguire una dieta ricca di fibre vegetali (crusca di cereali, carote, verdura, frutta – meglio con la buccia); integrare con crusca, gradualmente, sino a 2 cucchiai al giorno, ma soprattutto fare attività motoria: camminare, andare in bicicletta, salire le scale a piedi.

IN PREVENZIONE Sotto prescrizione medica sono disponibili alcuni farmaci che concorrono a prevenire la formazione di calcoli di calcio e di acido urico: questi farmaci controllano la quantità di acidi o di alcali presenti nell’urina, fattori fondamentali nella formazione dei cristalli. L’allopurinolo è tra questi. così come particolari diuretici, come ad esempio l’idroclorotiazide. Questi farmaci fanno diminuire la quantità di calcio rilasciata dai reni nell’urina, favorendo così la ritenzione del calcio all’interno delle ossa; la loro efficacia è massima se l’apporto di sodio dalla dieta è basso.

IN CASO DI INTESTINO IRRITABILE Per le coliche e gli spasmi addominali (sindrome dell’intestino irritabile) sarebbe utile evitare di assumere cibi che, in base alla propria esperienza personale, sembrano essere poco tollerati, oltre a evitare gli stress ambientali e, soprattutto, una vita sedentaria. Fa invece molto bene distribuire i pasti

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Spasmi addominali, che cosa li induce Al pari di qualsiasi altro muscolo, gli addominali possono subire spasmi per una svariata serie di motivi: per affaticamento, in caso di sollecitazione eccessiva, di generale stanchezza (astenia), a causa di disidratazione o in seguito all’assunzione di alcool o sostanze stupefacenti. Spasmi addominali anormali possono anche essere causati da disturbi acuti degli organi situati all’interno dell’addome, in particolare l’intestino. Per diagnosticare efficacemente da che cosa origina il fastidioso disagio il medico affronterà il tema rivolgendovi opportune domande: in primo luogo in quali circostanze si sono prodotti gli spasmi addominali, qualora ve ne siano di particolari; quanto tempo sono durati e quanto di frequente si verificano. Se sono preceduti da avvisaglie, se c’è una possibile causa scatenante, se qualcosa si lega alla loro comparsa, se si verificano in presenza di dolori o gonfiori addominali. È naturalmente opportuno riferire al medico le vostre abitudini, la regolarità o le irregolarità intestinali, soprattutto se avete riscontrato sanguinamento dal retto o sangue nelle urine. E ancora se accusate a volte mal di stomaco o bruciori di stomaco. Importante è riferire al medico il vostro rapporto con l’alcool, se ne fate uso o abuso e l’assunzione di farmaci che può collegarsi agli spasmi.


Dolori muscolari? PUOI PROVARE

Triplo effetto

a livello muscolare Combatte il dolore Riduce l’infiammazione Abbrevia il tempo di recupero della normale funzionalià

atte b m o c i n n a t’ n e v Da più di liani. il dolore degli ita

È un medicinale a base di diclofenac che può avere effetti indesiderati anche gravi. Non utilizzare nei bambinie negli adolescenti al di sotto dei 14 anni. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Aut. del 29/04/2014


Domande Cos’è la fibrillazione atriale? Come il cuore, anche il cervello ha continuamente bisogno di sangue e ossigeno, trasportati attraverso una fitta rete di “tubature” (arterie) che forniscono il plasma necessario per il suo corretto funzionamento. Se però il flusso viene a interrompersi, una o più parti del cervello perdono l’apporto di ossigeno e subiscono un danno, anche molto grave. Questa anomalia prende il nome di ictus ed equivale, per il cervello, a un infarto per il cuore e rappresenta, nel nostro Paese, la prima causa di invalidità e la terza causa di morte. E non è vero che colpisca prevalentemente gli anziani: in Italia sono più di 30mila le vittime di ictus.

COME PREVENIRE L’ICTUS? È importante condurre una vita sana: non fumando, facendo attività fisica, alimentandosi correttamente, non abusando di alcool e droghe. Controllando - periodicamente - la pressione arteriosa, i valori di colesterolo, glicemia e la Fibrillazione atriale (Fa). 2 Ictus su 3 infatti possono essere evitati con stili di vita adeguati e individuando i fattori di rischio. Se glicemia e colesterolo sono termini noti ai più, non si può dire lo stesso della Fibrillazione atriale, causa di 1 ictus su 5. Si tratta di un disturbo cardiaco importante, spesso asintomatico, che non consente al cuore di battere in maniera regolare e di contrarsi in modo coordinato. Le conseguenze sono dei pericolosi “ristagni” di sangue che, con la coagulazione, possono trasformarsi in grumi solidificati. Il rischio è poi che gli stessi coaguli si immettano nella circolazione sanguigna e raggiungano il cervello, causando il cosiddetto ictus ischemico. La fibrillazione atriale non è cosa rara: colpisce il 2% della popolazione adulta (è l’anomalia del ritmo cardiaco più comune) e il rischio cresce con l’età: 1 persona su 4, oltre i 40 anni, presenta elementi di rischio per la sua comparsa. Ovviamente situazioni come ipertensione, obesità, diabete, problemi cardiaci in genere, disfunzione tiroidea, apnee notturne, broncopatie croniche ostruttive, insufficienza renale non fanno che aumentare le probabilità che si manifesti la fibrillazione.

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APPROCCIO PROATTIVO I sintomi della Fibrillazione sono, principalmente la sensazione di battito cardiaco “strano”, irregolare e/o veloce; generiche difficoltà nel respirare sotto sforzo (dispnea) e il facile affaticamento (astenia). Purtroppo un terzo delle persone affette da Fibrillazione atriale non presentano sintomi, specialmente quando la frequenza cardiaca non è eccessiva. In questo caso si parla di Fibrillazione asintomatica, ovviamente più pericolosa perché la persona che ne soffre non viene avvertita dal proprio corpo, aumentando notevolmente il rischio di un attacco ischemico. È quindi indispensabile un approccio proattivo di medici, farmacisti e pazienti che permetta di generare il sospetto di Fibrillazione controllando il proprio battito cardiaco attraverso la palpazione del polso o misurandosi la pressione arteriosa con apparecchi automatici dotati di algoritmi in grado di indicare la possibile presenza di Fa. Attenzione, non tutti gli apparecchi sono validi per farlo: ad esempio la funzione per la rilevazione del “battito irregolare”, l’IHB (Irregular Heart Beat), presente in molti device non è sempre in grado di effettuare un accurato screening della Fa. Fondamentale lo screening perché, unitamente alla misurazione della pressione arteriosa, è lo strumento più efficace di prevenzione per la Fibrillazione atriale, problema annoso ma che può essere tenuto sotto controllo e curato. Soprattutto se diagnosticato in tempo. Federico Poli


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Depurare il fegato Svolge funzioni indispensabili alla sopravvivenza dell’organismo ed è uno degli organi più voluminosi del corpo: pesa 1400-1500 g a cui si devono aggiungere altri 500 g di sangue che circola al suo interno

Il fegato ha un ruolo essenziale nel metabolismo dei carboidrati: 1) forma glicogeno a partire da glucosio ematico (gluconeogenesi); 2) idrolizza il glicogeno e lo immette nel sangue sotto forma di glucosio (glicolisi); 3) produce nuovo glucosio a partire da proteine e lipidi (gliconeogenesi). Tutte attività che consentono al fegato di mantenere costante la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia). Il fegato interviene anche nel catabolismo dei grassi - prevalentemente nella prima tappa, la cosiddetta chetogenesi - partecipando alla formazione di substrati utili per la produzione di energia. Ugualmente essenziale è il ruolo del fegato nella sintesi di proteine del sangue, come l’albumina (una proteina di trasporto) o fibrinogeno e protrombina – protagoniste dei processi di coagulazione; o di alcune

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globuline importanti per la difesa dell’organismo. È inoltre responsabile del metabolismo di molti farmaci liposolubili perché, grazie alla presenza di enzimi specifici, svolge la funzione di detossificazione. Non ultimo, il fegato è organo di deposito per glicogeno, ferro, vitamine liposolubili A, D e vitamine del gruppo B. Quindi se intasato, ingolfato di scorie o sovraccaricato si indebolisce e svolge le sue funzioni in modo meno efficiente e performante. Alcuni segnali di sovraccarico sono gonfiore e coliche addominali, prurito su tutto il corpo, urine di colore scuro, feci chiare o liquide, stanchezza. In questo caso, da un punto di vista alimentare, è meglio evitare l’eccesso di grassi, sale e zuccheri, le bevande alcoliche e i dolcificanti. Per salvaguardarlo e mantenerlo pulito è invece utile ricorrere al drenaggio.


Benessere DRENAGGIO È una tecnica terapeutica che permette l’eliminazione delle tossine attraverso gli organi emuntori, ossia fegato, reni, intestino, pelle, l’espirato. Rallentare l’attività degli organi emuntori e accumulare metabolici mal degradati e sostanze di rifiuto significa indebolire l’organismo e renderlo più vulnerabile alla malattia. Il risultato di un buon drenaggio è un aumento della diuresi, delle secrezioni biliari, del transito intestinale, un aumento delle secrezioni delle ghiandole sudoripare; ed è percepito dal paziente come una sensazione di benessere ed una riduzione del senso di fatica. Esistono diverse sostanze, naturali e non, utili per ripristinare e rinforzare l’attività epatica e idonee per effettuare il drenaggio e la depurazione dell’organo. L’inositolo o vitamina B7 è uno zucchero presente come componente delle fibre e disponibile come integratore. Buone fonti vegetali sono gli agrumi, i cereali integrali, la frutta secca, i semi e i legumi. L’inositolo favorisce la mobilizzazione dei grassi dal fegato, è utile per disintossicarlo dopo terapie antibiotiche o con cortisone, chemioterapie e in caso di intossicazione alimentari. Il cardo mariano di cui si utilizzano frutti e foglie in forma di infuso, tintura madre, estratto fluido, decotto o estratto secco è per tradizione usato come rimedio per curare sangue e fegato. Dal 1970 cominciano gli studi come rigenerante delle cellule epatiche dopo aver individuato nella silimarina il principio attivo. Riduce il danno ossidativo prodotto da sostanze tossiche come l’alcol e limita il consumo di enzimi antiossidanti quali SOD (superossido dismutasi) e glutatione.

Drenare e disintossicare è utile sia in prevenzione sia come terapia di supporto nella gestione delle patologie croniche e acute Il tarassaco, invece, aumenta la secrezione biliare (azione coleretica) e aumenta la contrazione della cistifellea (azione colagoga). È inoltre diuretico e blandamente lassativo. Si inserisce perciò perfettamente in un programma depurativo e di drenaggio particolarmente utile nelle cure primaverili ed autunnali. Per la presenza di principi amari è in grado di stimolare le funzioni epatiche e digestive capace di favorire il ricambio, alleggerire le funzioni epatobiliari e produrre un effetto tonico sull’organismo. Il carciofo utilizzato come infuso, estratto secco, estratto fluido o tintura madre è utile nelle affezioni epato-biliari per l’azione coleretica e colagoga. Le sostanze presenti svolgono funzione epatoprotettiva e ipocolesterolemizzante, regolano il flusso biliare e diminuiscono la produzione di colesterolo. La fumaria è utile per curare discinesie biliari che causano emicranie con nausea, vertigini, pesantezza e dolori dell’ipocondrio destro (zona sotto le costole). Due utili rimedi in diluizione omeopatica sono chelidonium e lycopodium clavatum. Il chelidonium ha un’azione elettiva su fegato e vie biliari, colagogo, coleretico e ipolipemizzante. Decongestiona le vie biliari ha un’azione antispastica, antinfiammatoria e modula l’attività secretiva del fegato. Il lycopodium sblocca la funzione metabolica del fegato in caso di abusi alimentari e di alcool, intolleranze alimentari, errori dietetici accompagnati da sonnolenza postprandiale e cause di dispepsia flatulenta, addome dilatato e pirosi. di Patrizia Mantoessi, farmacista a Monza

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Ricette Guscio spinoso, cuor generoso

Foglie che scricchiolano sotto ai piedi, la natura che si accende di colori brucianti: è arrivato l’autunno, e con esso uno dei frutti più dolci della stagione. Le castagne sono uno dei pochi frutti spontanei ancora legati alla stagionalità, e proprio per questo motivo bisognerebbe approfittarne. In passato erano considerate un dono preziosissimo della natura: sfamavano negli inverni più rigidi, si conservavano a lungo e si prestavano a molte preparazioni. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta, e la raccolta era uno dei momenti più vivaci e allegri delle comunità montane. Per il loro alto valore nutritivo, le castagne e la farina da esse derivate, venivano utilizzate durante i lunghi inverni come elementi integrativi - e spesso anche sostitutivi - di altri alimenti non sempre disponibili. «Oggi abbiamo perso questa tradizione, e con essa anche il reale valore di questo frutto, che da un punto di vista nutrizionale può essere paragonato a un cereale per la quantità di carboidrati che contiene» precisa Giovanni Seveso, specialista in Scienze dell’alimentazione e dietetica. «La castagna,

a ben guardare, andrebbe inserita nella categoria dei farinacei e di conseguenza proposta nella nostra dieta come tale. Uno degli errori più comuni è, infatti, quello di consumarle a fine pasto o a merenda, invogliati dalla loro dolcezza; così facendo si finisce per assumere più calorie del dovuto. Le castagne andrebbero considerate una vera e propria portata principale, una sorta di alternativa a pane e pasta, perfette nelle minestre di verdure o abbinate a un secondo leggero e contorno di stagione».

LE VIRTÙ DENTRO IL RICCIO “Dal guscio spinoso e il cuor generoso”. Così le castagne venivano raccontate in un vecchio adagio, e si sa, nei detti popolari c’è sempre un fondo di verità, e la generosità di quel cuore racchiuso nel riccio è confermata dalle molteplici qualità di questo frutto. «Le proprietà nutrizionali delle castagne sono eccezionali», continua Seveso, «sono ricche di sali minerali, oli-

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Ricette Le castagne sono ricche di sali minerali, oligoelementi e vitamine goelementi e vitamine. Tra i sali minerali non si può non citare la presenza di potassio, di cui la castagna è uno dei frutti più ricchi in assoluto: se ne trovano 400 mg ogni 100 g di castagne fresche, valore che sale a 750 mg nelle castagne secche, il doppio di quello che si può trovare nella stessa quantità di banana. Tra le vitamine spiccano soprattutto quelle del gruppo B, in particolare la vitamina B2, utile per la salute della pelle, del fegato e in generale per il nutrimento delle cellule, e la vitamina B3, prezioso aiuto nel riequilibrio del sistema nervoso». Le castagne sono un cibo particolarmente nutriente, digeribile e ricostituente, consigliato nelle convalescenze, nei casi di astenia e nelle condizioni di stress fisico e psicologico. Ideali per gli sportivi, grazie al loro alto contenuto di zuccheri complessi che forniscono energia a lento rilascio, le castagne sono un eccellente rimedio anti stanchezza anche per bambini molto dinamici. Hanno proprietà antisettiche, aiutano il sistema circolatorio - sono consigliate, per esempio in caso di emorroidi - e aiutano a rinforzare il calcio nelle ossa, utili dunque per gli anziani e per chi soffre di osteoporosi. Le castagne contengono poi acido folico, importante durante la gravidanza e valido aiuto per attenuare i disturbi della menopausa. Ultimo, ma non meno importante, agiscono come regolatori delle contrazioni muscolari, comprese quelle cardiache. Tra i disturbi legati al loro consumo che spesso alcuni lamentano c’è un eccesso di fermentazione intestinale, disturbo che può essere facilmente ovviato imparando a mangiarle nei modi e nei momenti giusti. «È essenziale che le castagne siano sempre ben cotte e che siano masticate a lungo per facilitare il compito degli enzimi digestivi. L’accortezza poi è quella di non consumarle insieme a cibi ad alto contenuto proteico, come carne, pesce, formaggi e uova, perché questi impediscono la corretta digestione dei carboidrati in esse contenuti, con la conseguente fermentazione degli zuccheri. Controindicate in caso di stipsi e di diabete e, visto il loro elevato contenuto calorico, quando si debba mantenere un regime alimentare controllato».

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UNO, CENTO, MILLE USI La versatilità è una delle caratteristiche delle castagne, che passano dalle preparazioni più semplici alle ricette più raffinate. Se questo frutto richiama subito alla mente il profumo di caldarroste fumanti, la sorpresa di trovarle anche in altri piatti sarà ancora maggiore. Con le castagne si possono fare creme, marmellate, torte, frittelle, ripieni dolci e salati; possono accompagnare contorni di maiale o di cacciagione e diventare ottimi primi piatti in zuppe, risotti e minestre. Con la farina di castagne acquisteranno un sapore e un gusto piacevolmente diverso gnocchi, pasta fresca, polenta e torte deliziose. Le protagoniste della stagione autunnale poi non contengono glutine, pertanto possono rivelarsi una dolcissima alternativa per chi è affetto da celiachia. Sono tanti i motivi per acquistarle, ancora di più quelli per fare una passeggiata nella natura e andare a raccoglierle nei nostri boschi, che spesso ne sono ricchi. di Laura Camanzi

Vellutata di castagne Ingredienti: 200 g di castagne bollite, 2 patate, 1 scalogno, 1 porro, prezzemolo, brodo vegetale, olio e sale q.b. Fate bollire le castagne per un’ora in acqua salata, lasciatele raffreddare e poi sbucciatele. Fate appassire in un tegame il porro tritato con un filo d’olio e un goccio d’acqua, unite le patate tagliate a cubetti e coprite il tutto con brodo vegetale, lasciando cuocere per circa 30 minuti. Aggiungete le castagne bollite, tenendone alcune da parte per la decorazione, e cuocete ancora per 10 minuti. Passate nel mixer o utilizzate un frullatore a immersione per trasformare il tutto in vellutata. Servite con un filo d’olio a crudo, le castagne a pezzetti e una spolverata di prezzemolo.


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