Gazzettino della farmacia 06 nov dic 2017 web

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distribuzione gratuita anno 15 - n. 6/2017 Novembre / Dicembre

DIABETE AGIRE OGGI PER CAMBIARE DOMANI PREVENZIONE: L’influenza e il suo vaccino BENESSERE: Bella al freddo PET CORNER: L’inverno di Fido PSICOLOGIA: Natale in famiglia


distribuzione gratuita anno 15 - n. 6/2017 Novembre / Dicembre

sommario Prevenzione L’INFLUENZA E IL SUO VACCINO

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Intervista a Claudio Cricelli di Luisa Castellini

Pet Corner L’INVERNO DI FIDO

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in collaborazione con Marco Melosi

L’intervista LEI & IL DIABETE

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Intervista a Titti Suraci di Luisa Castellini

Benessere BELLA AL FREDDO

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Patrizia Mantoessi

Pronti per le feste IN LINEA A NATALE

Psicologia NATALE IN FAMIGLIA Stefania Puglisi

Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese Anno 15, n° 6 Novembre / Dicembre 2017 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Luisa Castellini Comitato Scientifico Paolo Borgarelli, Valentina Guidi Hanno collaborato Patrizia Mantoessi, Marco Melosi, Stefania Puglisi Impaginazione Sergio Muratore Moretti Editore - www.morettieditore.com Stampatore Gam Edit Srl – Italy, Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo

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L’inverno in salute Lo abbiamo tanto atteso ed eccolo. Le giornate si sono fatte più brevi, ma il cielo terso e l’aria frizzante che solletica i nostri pensieri ci ripagano delle ore di luce in meno, mentre calchiamo le strade della città. L’inverno è operoso, ci invita a impegnarci e a stare insieme. A chiacchierare stringendo tra le mani una bevanda calda, a condividere sogni e progetti, a festeggiare il Natale e poi, via!, a correre verso l’anno nuovo. In tutto questo, salute e benessere sono sempre al primo posto, naturalmente. Leggiamo allora come sarà l’influenza quest’anno e pensiamo a proteggerci: sì alle buone abitudini ma soprattutto alla vaccinazione e senza aspettare troppo. Le basse temperature mettono alla prova anche i nostri animali da compagnia, in particolare i cani che vivono all’aperto e quindi scopriamo come proteggerli al meglio. Dedichiamo poi un lungo approfondimento al diabete “rosa” con un’intervista a Titti Suraci, coordinatrice nazionale della Giornata Mondiale del Diabete, che nel 2017 è dedicata alla donna, chiamata a essere protagonista della sua salute e della prevenzione per le nuove generazioni. Le farmacie Club Salute si uniscono a questo invito all’informazione e alla consapevolezza offrendo gratuitamente dal 13 al 25 novembre la misurazione della glicemia ai cittadini. Grazie alla compilazione di un questionario e a questo esame, sarà possibile individuare i soggetti a rischio e quindi indirizzarli al medico per gli opportuni accertamenti. Il Gazzettino prosegue con tanti preziosi consigli su come proteggere la pelle dal freddo e poi guarda verso il Natale, con i “trucchi” per restare in linea e una riflessione su come organizzare le feste tra impegni sempre più pressanti e nuove architetture familiari. Per tutti l’augurio è di trascorrere non “solo” Natale ma ogni giorno di questo inverno al meglio, come e con chi desideriamo. L.C.

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Come sarà l’influenza quest’anno? La caratteristica principale dei virus è la capacità di cambiare, ma possiamo delineare delle probabilità basate sulle caratteristiche e sull’andamento dell’influenza nell’altro emisfero. Se le persone sono già state esposte ai virus in circolazione, possiamo presupporre una certa immunizzazione nella popolazione generale. È il caso dell’influenza che attendiamo quest’anno, che dovrebbe essere mediamente aggressiva, sia in relazione al suo esordio a livello sintomatico sia come incidenza.

PREVENZIONE

Quali numeri si attendono? Rispondere con precisione è impossibile: si stimano comunque 4-5 milioni di casi. Dipende da quante persone sono già state a contatto con i virus influenzali e dal tasso di vaccinazione. Se a farla sono in pochi, anche se i virus non sono del tutto nuovi, avremo comunque più persone malate.

L’INFLUENZA E IL SUO

VACCINO

L’esordio è improvviso, con febbre alta, dolori respiratori, muscolari e articolari. Di solito si risolve in qualche giorno, ma le sue complicanze non vanno sottovalutate, in particolare nei bambini, nei senior e nei malati cronici. Ecco perché è importante vaccinarsi per tempo, senza aspettare il grande freddo

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ette milioni. Tanti sono stati, lo scorso anno, gli italiani costretti a letto per riprendersi dall’influenza. Per la maggior parte è stato sufficiente un periodo di riposo e un trattamento sintomatico, ma molti hanno dovuto affrontare le sue possibili complicanze: sinusiti, otiti ‑ in particolare i bambini ‑ polmoniti batteriche o virali, senza dimenticare il peggioramento delle malattie preesistenti, soprattutto se a carico del sistema immunitario, dell’apparato respiratorio o cardiovascolare. L’influenza non va sottovalutata, non significa “solo” perdita di giornate di lavoro e di scuola: per la variabilità antigenica dei virus, la sua elevata contagiosità e le sue possibili complicanze, rappresenta ancora oggi in Italia la terza causa di morte per patologia infettiva, preceduta

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Intervista a

Claudio Cricelli

• Medico di Medicina Generale • Presidente della SIMG, Società Italiana di Medicina Generale > simg.it di Luisa Castellini

solo da AIDS e TBC. Da qui l’importanza della prevenzione, che ha nel vaccino un alleato insostituibile. Come è composto, quanto è efficace, a chi è raccomandato: ne abbiamo discusso con Claudio Cricelli, presidente della SIMG, la Società Italiana di Medicina Generale.

Come si manifesta la vera influenza? Ha un esordio sempre improvviso con febbre elevata a cui si accompagnano dolori muscolari e articolari con senso di spossatezza e disturbi respiratori come tosse, naso che cola o mal di gola. Spesso chiamiamo influenza anche il raffreddore e le forme virali alle quali siamo esposti durante l’inverno, magari caratterizzate sempre da febbre, ma bassa, e da altri sintomi ad esempio gastrointestinali. Perché vaccinarsi resta la migliore forma di protezione? Spesso si confonde la gratuità con l’opportunità di vaccinarsi. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata a particolari categorie (box a fianco, ndr) ma tutti possono farla rivolgendosi al proprio medico di famiglia o in farmacia. Il vaccino protegge dalla malattia e dalle sue complicanze e, in caso di contagio, ne attenua comunque i sintomi. Quali caratteristiche ha il vaccino di quest’anno? Quelle indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La composizione 2017/18 contiene la nuova variante A/Michigan/45/2015 (H1N1) oltre a quanto già presente nel vaccino 2016/17: A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2) e B/Brisbane/60/2008 (lineaggio B/Victoria). Il vaccino quadrivalente, disponibile dal 2014, consente inoltre una prevenzione completa verso l’influenza B.

La domanda a chi è raccomandato?

Salvo controindicazioni, il vaccino antinfluenzale è indicato per tutte le persone che desiderano evitare l’influenza. «Non bisogna confondere gratuità con opportunità» spiega Cricelli, presidente della SIMG. La vaccinazione è raccomandata ad alcune categorie di cittadini che per il loro stato di salute o per via delle attività che svolgono sono considerate a rischio. In particolare, il vaccino è raccomandato agli over 65, alle persone affette da malattie croniche e ai lungodegenti, ai bambini con più di 6 mesi, alle donne che si trovano nel II e nel III trimestre di gravidanza, al personale medico e sanitario, ai familiari di soggetti ad alto rischio, agli addetti al servizio pubblico e a chi lavora a contatto con gli animali. Tra le malattie che rendono più fragili ad eventuali complicanze dell’influenza, l’asma e la BPCO, ma anche il diabete perché il virus peggiora il controllo della glicemia e le patologie cardiocircolatorie.

In quali forme è disponibile? I vaccini in Italia sono tutti inattivati: non contengono

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particelle virali intere attive. Ci sono i vaccini split, con virus influenzali frammentati e quelli a subunità, con gli antigeni di superficie, emoagglutinina e neuraminidasi. E ancora, è disponibile il vaccino adiuvato, studiato per potenziare la risposta immunitaria e quindi particolarmente adatto agli anziani e ai soggetti poco responsivi, e quello intradermico, che è uno split preparato in una siringa che consente di inoculare nel derma una dose concentrata. Perché il tempismo è importante e dopo quanto il vaccino è efficace? La vaccinazione va effettuata a inizio stagione. È inutile farla durante i picchi influenzali, a gennaio e a febbraio, o quando si è già ammalati. Non bisogna poi dimenticare che per essere efficace il vaccino ha bisogno di un paio di settimane e che non protegge dagli altri virus in circolazione. Qualche consiglio per le cure? Evitare il fai da te e armarsi di pazienza. Il riposo è la prima medicina: quando necessario si può ricorrere a un trattamento sintomatico. Non bisogna esagerare con gli antifebbrili né ricorrere senza motivo agli antibiotici, che prolungano la durata delle malattie virali e indeboliscono l’organismo. In caso di problemi, bisogna sempre contattare il medico di famiglia.

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Le buone abitudini

dal riscaldamento al guardaroba L’influenza è molto contagiosa: si trasmette con le goccioline di muco e saliva per cui può essere sufficiente la vicinanza a una persona malata. Basti pensare che uno starnuto può contenere fino a 40 mila micro goccioline che viaggiano oltre i 300 km orari! Oltre alla vaccinazione antinfluenzale, possiamo fare molto, a livello di abitudini quotidiane, per prevenirla. Evitiamo allora l’effetto serra in casa e gli sbalzi di temperatura, regolando i termosifoni tra i 18°C e i 22°C e manteniamo nell’ambiente una certa umidità, ma senza esagerare per non favorire la condensa e le muffe. Cambiamo spesso l’aria, in particolare se qualcuno è ammalato e laviamoci frequentemente le mani. Nutriamoci bene, evitando le bevande ghiacciate ma anche l’alcol, che favorisce la dispersione di calore del corpo. Se in casa ci sono bambini o anziani allettati, è bene controllare di frequente la loro temperatura corporea. Una volta all’aperto, poi, copriamoci bene: sciarpa, cappello, guanti e scarpe adeguate sono un primo indispensabile aiuto contro il grande freddo.


PET CORNER

L’INVERNO DI FIDO Una buona alimentazione, una cuccia calda e una bella spazzolata: così possiamo aiutare i nostri amici a quattro zampe ad affrontare i mesi più freddi

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e giornate si fanno sempre più corte e le temperature iniziano a scendere in picchiata. L’inverno è iniziato e come noi anche i nostri amici a quattro zampe devono affrontarne i rigori. Quali sono le raccomandazioni per proteggerli dal freddo? «Dipende dalla razza e dallo stile di vita del cane. Quelli che vivono e dormono all’aperto, in città come in campagna, hanno bisogno di cucce adeguate. In commercio ne esistono di ottime, coibentate, con possibilità anche di riscaldamento, che può essere opportuno nelle zone con un clima più rigido» spiega Marco Melosi, presidente dell’A.N.M.V.I. La cuccia deve essere sollevata di qualche centimetro da terra con l’entrata opposta alla direzione in cui soffia il vento. Dovrebbe sempre essere coibentata e “arredata” con materiali caldi da cambiare periodicamente e sempre in caso di pioggia. Se decidete di far dormire il cane in garage, attenzione a non lasciare in giro degli antingelo, molto tossici per Fido.

Il ruolo dell’alimentazione

«Per affrontare il freddo, il cane consuma molte più energie e quindi calorie per cui bisogna sostenerlo incrementandole fino al 20%» continua Melosi. La raccomandazione vale solo per i cani che trascorrono la maggior parte del tempo fuori e dormono anche all’aperto. E i cani da caccia? I casi di assideramento non sono rari già prima che la colonnina di mercurio scenda troppo sotto lo zero. «Quando il cane trascorre all’aperto tutta la giornata, impegnato in attività faticose e alla sera non è supportato da un’adeguata alimentazione o non ha un riparo sufficientemente

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in collaborazione con

Marco Melosi

• Medico Veterinario, Specialista in Malattie dei Piccoli Animali • Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari, Livorno • Presidente Nazionale A.N.M.V.I. Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani > anmvi.it

caldo, può patire gli effetti del freddo molto rapidamente». Dove questi possono essere immediati con l’assideramento o mostrarsi durante la stagione con il peggioramento dello stato di salute.

Attenzione agli sbalzi di temperatura

I cani di taglia piccola o a pelo raso come i bassotti o i chiwawa che vivono in appartamento, non hanno bisogno di un incremento di calorie né, ovviamente, di cucce particolari. Bisogna però fare attenzione agli sbalzi termici e «se le temperature scendono sensibilmente, proteggerli con un cappottino per le passeggiate». Una buona cura giova infine a tutti: sì a spazzolate regolari, che stimolano la circolazione e il rinnovo del sottopelo, e anche a qualche bagno in meno.

Insieme sulla neve «Gli animali che vivono in libertà, come gli uccellini, hanno grandi difficoltà ad alimentarsi quando nevica. Lasciare ciotole di acqua e cibo può aiutarli durante i mesi più freddi» spiega Melosi. In montagna, ricordiamo di non lasciare il cane al freddo se si bagna e di asciugarlo con cura, soprattutto tra le zampe. Non dimentichiamo, poi, che potrebbe perdere le nostre tracce più facilmente: meglio tenerlo al guinzaglio.

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CURCUMINA, INFIAMMAZIONE E DOLORE CRONICO

La curcuma è una spezia usata da millenni nelle più svariate culture tradizionali. Un’eredità preziosa, valorizzata dalle moderne tecniche farmacologiche che ne amplificano l’assorbimento e gli effetti salutistici mantenendo alto il profilo di tollerabilità. Un perfetto connubio di tradizione e innovazione tecnologica

Maurizio Salamone

• direttore scientifico Metagenics

Spezia, colorante e rimedio tradizionale La curcuma viene ricavata dalla radice (rizoma) di una pianta dai bei fiori bianco-viola, coltivata in oriente: la Curcuma longa (fam. Zingiberaceae). Le azioni biologiche della curcuma sono da ascrivere al più noto e studiato componente del fitocomplesso, la curcumina, che rappresenta mediamente il 5% in peso della spezia. Il ruolo della curcuma nella modulazione della risposta infiammatoria cronica La curcumina agisce su diversi target molecolari e cellulari nella fisiopatologia di diverse condizioni croniche in cui è presente una componente infiammatoria. Questo è possibile grazie alla sua attività antinfiammatoria, antiossidante e modulatrice della divisione cellulare. La curcumina, per la sua azione antinfiammatoria, può essere utilizzata, ad esempio, come adiuvante nel trattamento farmacologico di patologie come la poliartrite reumatoide; infatti, inibendo fortemente il fattore NF-K2 riduce la trascrizione di TNF-α e inibendo la conversione dell’acido arachidonico in prostaglandine pro-infiammatorie, riduce l’attività catalitica della lipossigenasi e della ciclossigenasi. Curcumina, stress ossidativo e aging La curcumina ha un’azione antiossidante pari almeno a quella antinfiammatoria. L’azione antiossidante si esplica soprattutto a livello epigenetico modulando l’espressione di NRF2, stimolando la biogenesi mitocondriale e attraverso l’azione di scavenger (spazzino) nei confronti dei radicali liberi. Un antinfiammatorio naturale privo di effetti indesiderati La curcumina modula i processi infiammatori con azione multi-target graduale, senza irritare le pare-

ti gastriche e intestinali e senza provocare in alcun modo effetti indesiderati. La gradualità dell’azione antinfiammatoria e antidolorifica rende la curcuma particolarmente indicata a trattare il dolore cronico e in particolare le condizioni caratterizzate da forte flogosi e stress ossidativo. La curcuma è approvata in Europa per l’uso alimentare e come additivo con il codice E100 grazie al suo profilo di sicurezza e tollerabilità. L’approccio moderno al problema della scarsa biodisponibilità La curcumina micellare raggiunge una biodisponibilità 185 volte maggiore rispetto all’estratto di curcuma concentrato in curcumina e di 1350 volte rispetto alla polvere di curcuma standard (estratto di rizoma) con il migliore profilo di assorbimento disponibile per un’integrazione con questo prezioso estratto vegetale.

In farmacia: CurcuDyn®

CurcuDyn® è un estratto di curcuma a elevato dosaggio, bio-ottimizzato e integrato con zenzero, vitamina C e vitamina D. Due capsule contengono 100 mg di curcumina attiva: grazie all’elevata biodisponibilità tale dosaggio è sufficiente per essere efficace. CurcuDyn® è ben tollerato ed è senza glutine, soia e lattosio: l’aggiunta di cofattori come la vitamina C, la vitamina D e lo zenzero ha effetti rinforzanti sul benessere di articolazioni, cartilagini e muscoli e migliora l’attività della curcuma. > curcudyn.eu

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to insulinico più intensivo, più frequentemente con microinfusore. Quelle con diabete di tipo 2 sono spesso sovrappeso o obese. Rispetto agli uomini hanno livelli più elevati di colesterolo LDL ( quello “cattivo”) e il rischio cardiovascolare è maggiore di 10 volte. Le donne con diabete di tipo 2 hanno una funzionalità renale più compromessa, mentre la presenza di microalbuminuria è più frequente negli uomini. A differenza di quello che accade nel resto del mondo, Europa compresa, le donne con diabete in Italia hanno un uguale accesso alle campagne di screening e alle cure, ma i risultati non sono soddisfacenti.

L’INTERVISTA

LEI & IL DIABETE

Raggiunge più difficilmente un compenso glicemico, ha un rischio cardiovascolare maggiore e trae meno benefici dalle cure, senza dimenticare che 2 donne su 5 alle quali è stato diagnosticato sono in età riproduttiva. Dalle ricerche sull’influenza del genere alla necessità di scommettere sul rosa per migliorare lo stile di vita delle generazioni future Intervista a

Titti Suraci

• Specialista in Diabetologia • Vice Presidente di Diabete Italia • Coordinatrice Nazionale della Giornata Mondiale del Diabete > diabeteitalia.it >giornatadeldiabete.it di Luisa Castellini

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ono più “sensibili” alla malattia e hanno un maggiore rischio cardiovascolare: sono le donne con il diabete, che negli ultimi anni sono state oggetto di diversi studi di medicina di genere. Tra questi, due condotti in Italia ci restituiscono una fotografia particolarmente precisa del diabete “rosa” nel quale, ovviamente, gioca un ruolo fondamentale l’assetto ormonale, che espone la donna a maggiori rischi in determinate fasi della vita. Il primo studio italiano su larga scala

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sul diabete e la donna è stato condotto dall’AMD (Associazione Medici Diabetologi) sui dati dei suoi Annali e quindi su 450 mila diabetici seguiti in un terzo dei centri diabetologici del Paese. Prevalenza, differenze di compenso metabolico, assetto lipidico, danno renale, pressione e indice di massa corporea, sono alcuni dei parametri che sono stati analizzati. Lo studio RIACE ( The Renal Insufficiency And Cardiovascular Events) della Società Italiana di Diabetologia - focalizzato su danno renale e rischio cardiovascolare - condotto su 15000 diabetici di tipo 2 ha fornito risultati abbastanza simili, che impongono una maggiore e più specifica attenzione all’universo femminile. Un tema, questo, che è al centro del dibattito internazionale e della Giornata Mondiale del Diabete. Quali sono le differenze di genere più importanti nel diabete? Le donne con diabete di tipo 1 presentano un compenso glicemico peggiore nonostante un trattamen-

Uguale prevenzione, stesse terapie: perché sono così diversi i risultati delle cure tra uomo e donna? Una delle possibilità risiede nella risposta genetica ai farmaci, come ad esempio le statine e l’aspirina. La maggior parte dei farmaci sono stati studiati sugli uomini per cui siamo di fronte a una lacuna in termini di terapie disponibili specifiche sul genere. A questo si potrebbe aggiungere una minore aderenza alle terapie: le donne, intente ad accudire gli altri, generalmente si trascurano. Il cuore rosa è più a rischio? Nella popolazione generale fino a una certa età gli uomini presentano un rischio maggiore. Dopo la menopausa, e con l’aumentare dell’età, le donne li superano. Le donne con diabete hanno invece da subito un rischio maggiore perché i livelli di colesterolo LDL sono più elevati e nonostante le terapie farmacologiche questo profilo peggiore rimane e aumenta con l’età. Prima della menopausa, il rischio di diabete aumenta durante la gravidanza, in che modo? Ci sono fattori che predispongono allo sviluppo del diabete gestazionale, che si manifesta e si conclude nell’ambito della gravidanza. Familiarità, sovrappeso ed età avanzata sono i principali, ma non dimentichiamo l’etnia: ci sono popolazioni che hanno un maggiore profilo di rischio che deve essere valutato. La prevalenza è molto alta, tra il 7-14%, per cui un bambino su 7 nasce da una mamma con diabete gestazionale, ma sono soprattutto (ma non solo) le mamme che corrono il rischio di sviluppare il diabete in seguito. Quali sono i rischi? Se ben trattato, con dieta e attività fisica e se necessario anche con terapia insulinica, non comporta rischi per mamma e bambino. In condizioni di scompenso metabolico si può verificare gestosi o parto prematuro o possono esserci malformazioni. Spesso i

“Agire oggi per cambiare domani” Nelle farmacie Club Salute la misurazione gratuita della glicemia dal 13 al 25 novembre Si celebra in tutto il mondo il 14 novembre la Giornata Mondiale del Diabete. Una malattia spesso non riconosciuta o diagnosticata in ritardo, che conta tra le sue fila anche tutte le persone, oltre 2,5 milioni in Italia, che stentano a mantenere la glicemia nella norma e quindi soffrono di una condizione che prelude allo sviluppo del diabete di tipo 2. Molti gli eventi organizzati in tutto il Paese in occasione della Giornata, alla quale partecipano attivamente le farmacie Club Salute. Per contribuire all’identificazione dei soggetti a rischio, diabetici e asintomatici, le farmacie Club Salute promuovono infatti dal 13 al 25 novembre la misurazione gratuita della glicemia e la compilazione insieme al farmacista di un questionario di autovalutazione del rischio. Questo considera i principali fattori di rischio (dieta sregolata, sovrappeso o obesità, sedentarietà, familiarità, diabete gestazionale) e i segnali ai quali prestare attenzione: perdita di peso, stanchezza, mancanza di interesse e concentrazione, sete eccessiva e aumento della fame, frequente necessità di urinare. Grazie alla compilazione del questionario e alla misurazione della glicemia, sarà possibile individuare i soggetti a rischio che saranno indirizzati al medico di medicina generale per il necessario approfondimento. Per scoprire le farmacie aderenti al progetto, basta consultare il retro del Gazzettino della farmacia o visitare il sito > clubsalute.it

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bambini alla nascita pesano oltre i 4 kg e questo significa parto cesareo e possibili problemi in futuro, perché una volta cresciuti questi bambini tenderanno maggiormente al sovrappeso e all’obesità e avranno un rischio maggiore di sviluppare diabete. Quale percorso assistenziale è previsto? Nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), secondo le linee guida nazionali (Standard Italiani per la Cura del Diabete Mellito) è previsto il controllo di un’eventuale alterazione del metabolismo dei carboidrati nella gestante. In condizioni di medio rischio (familiarità positiva per diabete in familiari di primo grado, pregresso diabete gestazionale, figlio con peso alla nascita superiore a 4500 g in gravidanze precedenti, BMI ≥25 kg/m, età ≥35 anni, etnie a elevato rischio) la curva da carico da glucosio (75 grammi) è effettuata a 24-28 settimane di gravidanza ma nelle donne ad alto rischio (obesità, pregresso GDM, glicemia a digiuno 100-125 mg/dl, all’inizio o prima della gravidanza) si anticipa già alla 16a settimana. È importante che le donne siano informate e abbiano possibilità di accedere più facilmente allo screening e alle cure e quindi agli ambulatori congiunti dove operano tutti gli specialisti necessari a seguire la gravidanza e il diabete.

I numeri di un’epidemia 415 milioni. Tante sono le persone con diabete nel mondo: tra loro 199 milioni di donne. Numeri che sono destinati ad aumentare, entro il 2040, con 640 milioni di diabetici di cui 313 milioni di donne. Si tratta soprattutto di diabete di tipo 2 che quindi potrebbe essere evitato nel 70% dei casi. Da qui la sfida della prevenzione, che ogni Paese deve raccogliere per tutelare la salute dei cittadini e contenere i costi sanitari di quella che ormai è considerata un’epidemia: nella sola Italia sono stati spesi 9.5 miliardi per curare il diabete, che nel futuro diventeranno oltre 12. Accesso alle tecnologie e ai farmaci per la cura, dall’educazione terapeutica all’autogestione, informazione e soprattutto corretti stili di vita, sono i fattori chiave nella gestione della malattia.

Quanto è importante il follow-up? Tantissimo, ma spesso viene disatteso. A 6-8 settimane dal parto la mamma deve sottoporsi a una curva da carico, ma la metà dimentica di farlo. A 5-10 anni di distanza, la donna con pregresso diabete gestazionale avrà purtroppo un rischio maggiore (35-50%) di sviluppare il diabete di tipo 2. Le donne che hanno già il diabete quali precauzioni devono prendere? È fondamentale che programmino la gravidanza in modo da affrontarla in una situazione di compenso metabolico che garantisca la salute del bambino. Esistono purtroppo ancora reticenze infondate nel prescrivere contraccettivi alle diabetiche: una questione di cui si è occupato il Gruppo Donna AMD che ha stilato in collaborazione con la Società Italiana della Contraccezione le Raccomandazioni per la Contraccezione nelle Donne con Diabete. Quando è opportuno iniziare i primi controlli? Lo screening inizia dopo i 45 anni. Una volta l’anno è bene misurare la glicemia a digiuno in laboratorio: è l’unico modo per scoprire se ci sono anomalie. In caso di fattori di rischio, lo screening va eseguito anche prima. Importante proporlo anche ai ragazzini sovrappeso alla pubertà soprattutto se hanno familiarità per diabete di tipo 2, storia materna di diabete gestazionale, se appartengono ad etnie a rischio o presentano situazioni di insulino-resistenza come l’ovaio policistico.

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BENESSERE

BELLA AL FREDDO Le basse temperature, il vento e l’inquinamento mettono a dura prova la nostra pelle, ma bastano pochi gesti quotidiani per assicurarci l’idratazione e la protezione necessarie per essere radiose

Patrizia Mantoessi • Farmacista a Monza

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mbiente, stile di vita, età, patrimonio genetico: sono molti i fattori che influenzano lo stato di salute e l’aspetto della pelle. Tra quelli ambientali, l’inquinamento, in particolare, secondo diversi studi favorisce la comparsa di rughe, a maggior ragione in città e con il sopraggiungere del freddo. Le polveri sottili e i gas di scarico aderiscono alla pelle e ai capelli riducendo, per azione dei radicali liberi, la naturale barriera di protezione cutanea. Allo stesso modo un’alimentazione sregolata, povera di frutta e verdura, la mancanza di sonno e il fumo di sigaretta fanno invecchiare precocemente la pelle. Se l’autunno è il periodo dei buoni propositi, ecco allora alcuni consigli da seguire per salvaguardare la bellezza e la salute

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della pelle in vista del grande freddo. Sono infatti sufficienti pochi minuti per la cura della pelle. Con poche mosse possiamo contrastare il colorito spento e uniformarne la grana per un aspetto radioso, ma anche salutare perché turgore, idratazione ed elasticità siano ottimali per fronteggiare le rigide temperature invernali. Per qualsiasi dubbio, le esperte dei reparti di dermocosmesi presenti in farmacia vi potranno aiutare nella scelta dei prodotti più adatti, suggerendovi anche come applicarli.

Le 10 regole della pelle al freddo 1. ELIMINARE LE IMPURITÀ. Prima di andare a dormire struccare sempre il viso e detergerlo con prodotti schiumogeni, ma delicati. Al mattino può essere sufficiente passare sul viso un dischetto imbevuto di acqua micellare, che non va risciacquata. I principi attivi in essa contenuti (lenitivi, idratanti ed antiossidanti) rimangono sulla superficie per diverse ore.

2. PROTEGGERE. È importante creare una barriera contro le polveri sottili e garantire l’ossigenazione della pelle. Sieri e fluidi ricchi di vitamina C e vitamina E proteggono la pelle dallo stress ossidativo, associati anche ad estratti vegetali. Vanno massaggiati su viso e collo, in piccole dosi senza esagerare: bastano infatti poche gocce perché sono molto concentrati. 3. IDRATARE. Prima di uscire e immergersi nel traffico e nel lavoro applicare una crema idratante o nutriente per garantire idratazione, tono ed elasticità. Se la pelle è disidratata o secca è più vulnerabile alle aggressioni esterne, perché meno elastica. Può presentare più facilmente delle microfissurazioni attraverso le quali possono penetrare le polveri sottili, che, in alcuni casi, possono degenerare in problemi di ipersensibilità o in vere e proprie reazioni allergiche. 4. TRUCCO SÌ MA CON FILTRI UV. Per potenziare il nostro scudo naturale, la pelle, si consiglia di applicare anche un fondotinta cremoso con filtro solare. Anche in inverno i raggi solari riescono a raggiungere gli strati più profondi della pelle causando fotoinvecchiamento. 5. ATTENZIONE A OCCHI E LABBRA. Richiedono l’applicazione di prodotti specifici. Borse, occhiaie e piccole rughe sono accentuate in caso di scarsa ossigenazione. L’applicazione mattina e sera di prodotti ricchi di bioflavonoidi e vitamina E aiuta a stimolare il microcircolo. 6. RIGENERARE. Dopo un’intensa giornata dedicata al lavoro e alla famiglia, pochi gesti vanno sempre riservati alla cura della pelle per detergerla, rigenerarla e riparare i danni applicando prodotti lenitivi, idratanti ed antiossidanti contenenti acido ialuronico, coenzima Q10, acido alfa-lipoico e ceramidi. 7. SCRUB E MASCHERE REGOLARI. Una o due volte la settimana è bene effettuare una pulizia profonda della pelle con uno scrub adeguato. Va applicato sul viso inumidito e massaggiato con movimenti circolari e poi sciacquato dopo pochi minuti. Al termine si applica un tonico per ripristinate il pH cutaneo. Anche le maschere detossificanti e purificanti sono molto utili. Il “trucco”? Farle regolamente, almeno una volta alla settimana. 8. NO ALLO STRESS SÌ AL GIUSTO RIPOSO. Sport e corsi di meditazione aiutano ad allontanare e a gestire lo stress. Spesso l’espressione accigliata che accompagna rabbia e contrarietà fa contrarre i muscoli tra le sopracciglia e il naso accentuando le rughe. Dormire almeno 8 ore ogni notte fa bene non “solo” al sistema nervoso e al sistema immunitario, ma anche alla pelle. 9. A TAVOLA CON IL COLORE. Gli elementi indi-

E per i capelli? Prodotti specifici contro l’inquinamento e fluidi ristrutturanti L’inverno è un banco di prova anche per i capelli, che come la pelle hanno bisogno di maggiori cure. I capelli risultano opachi, sfibrati e si spezzano più facilmente. Senza dimenticare che le sostanze inquinanti possono introdursi nei follicoli piliferi danneggiandoli: ecco perché sono molto utili i prodotti specifici con azione protettiva e purificante. Dopo lo shampoo è utile applicare un fluido ristrutturante e nutriente per evitare che le sostanze inquinanti penetrino troppo in profondità. Queste attenzioni extra, unite a una buona alimentazione e a un corretto stile di vita, ci assicureranno una chioma sana e bella per tutto l’inverno.

spensabili per il rinnovamento e il mantenimento di una pelle sana vanno forniti anche dall’interno, con un’alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione, di olio di pesce, di lino e di borragine, naturalmente ricchi di acidi grassi della serie omega-3, omega-6, omega-9 utilissimi per la difesa della pelle e di olio extravergine di oliva, fonte preziosa di carotenoidi e vitamina E. Non dovrebbe mancare anche la frutta secca, ricca di acidi grassi e vitamina E. 10. INTEGRARE. Un’alimentazione non sempre equilibrata può essere corretta, almeno in parte, assumendo acidi grassi (Omega 3 e 6) e vitamine A, C E ed alcune del gruppo B sotto forma di integratori. La vitamina C oltre all’azione antiossidante concorre alla formazione di collagene di buona qualità, fondamentale per il normale funzionamento della pelle. Sono prodotti formulati razionalmente per il trofismo di pelle e capelli. Possono anche contenere alcuni minerali come lo zinco e il rame: il primo contribuisce al mantenimento di capelli, pelle e unghie normali, mentre il secondo aiuta la normale pigmentazione di pelle e capelli.

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PRONTI PER LE FESTE

IN LINEA A NATALE

Dalla vigilia all’Epifania, tra pranzi e cenoni siamo coinvolti in un vero e proprio tour de force gastronomico: qualche consiglio per non allargare troppo la cintura a gennaio

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er qualcuno i festeggiamenti iniziano già con il ponte dell’Immacolata, l’otto dicembre. Per la maggior parte di noi la settimana prima di Natale, quando in ufficio e tra gli amici iniziano a fioccare gli inviti a feste, aperitivi e bicchierate. Scambiarsi gli auguri e trascorrere del tempo insieme significa spesso, per non dire sempre, venir meno alle proprie abitudini alimentari tra brindisi, stuzzichini e, naturalmente, dolci e torroni. Tra pa-

nettone, tartine, spumante, cioccolato, frutta secca & co. possiamo arrivare a 3000 calorie in un unico pasto quasi senza accorgercene. Santo Stefano, Capodanno e la Befana faranno il resto presentandoci il conto, di solito qualche chilo in più, puntualmente al ritorno alla normalità. I modi per festeggiare insieme alla famiglia e agli amici senza stress ma evitando di esagerare ci sono, basta ripassarli come un mantra per tempo. Ecco i fondamentali.

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SÌ ALLA COLAZIONE.

Anche se abbiamo l’impressione di “risparmiare” calorie non arriviamo mai ai pranzi a stomaco vuoto. Saremo ancora più affamati col risultato di abbuffarci senza controllare di cosa ci stiamo nutrendo. Scegliamo una colazione nutriente ma leggera: latte o yogurt scremato, cereali integrali, frutta.

MAI SALTARE I PASTI.

Così come la colazione non va mai saltata, anche pranzo e cena vanno rispettati per non arrivare eccessivamente affamati ai nostri appuntamenti delle feste. Naturalmente, quando non abbiamo inviti, è opportuno scegliere pasti leggeri: carni bianche e pesce, tanta frutta e verdura e cereali e abolire gli alcolici e i dolci. Se abbiamo esagerato al pasto precedente, possiamo scegliere un passato di verdure o una macedonia di frutta, leggeri e detox.

SCEGLIERE E MASTICARE.

È la parte più difficile ma le verdure crude, leggi pinzimonio, ci possono aiutare. Scegliamo loro, prima di sederci alla tavola delle feste, invece di affettati o tartine. Ci aiuteranno a saziarci e a valutare con serenità le portate che incontreremo, che avremo cura di masticare lentamente. Una buona e antica abitudine, amica della sazietà e della buona digestione. Per la scelta dei cibi, basterà affiancare alla golosità un minimo di buon senso. Privilegiamo quello che non mangiamo di solito, così saremo più soddisfatti, e tralasciamo il pane, i grissini e i piatti che già conosciamo. E il panettone? Proviamo a prenderne meno e ad affiancarlo a una porzione di frutta fresca.

PORZIONI, BIS e DOGGY BAG.

Accettiamo con gioia quanto ci viene offerto - è vietato presentarsi a

una festa annunciando sono a dieta - ma domandiamo porzioni piccole o comunque moderate. Così potremo toglierci lo sfizio di assaggiare più portate senza esagerare. Evitiamo a ogni costo i bis. I tris? Non esistono. Non portiamo a casa lasagne per il pranzo del giorno dopo o panettoni da finire a colazione: una volta alzati da tavola la festa è finita e torniamo alla nostra alimentazione, il più light possibile in questi giorni.

ALCOLICI.

Un brindisi non possiamo negarcelo, ma non andiamo oltre. Esagerare con l’alcol è assolutamente sconsigliato: senza accorgercene con una serie di cocktail ben zuccherati possiamo assumere anche 800-1000 calorie in una sola serata. Sì a un calice di un ottimo vino e poi via libera all’acqua. Berne comunque 2 litri al giorno è una buona abitudine, soprattutto durante le feste, quando l’organismo ha più bisogno di depurarsi.

ATTIVITÀ FISICA.

Quando il dolce è già arrivato, perché restare seduti tra grappe e torroni? Proponiamo una bella passeggiata a tutti. E comunque non dimentichiamo di fare attività fisica, e se possibile intensificarla, proprio in questi giorni. Ci aiuterà a superare meglio il tour de force gastronomico al quale siamo “costretti”.

SE A CUCINARE SIAMO NOI.

Abbiamo una grande possibilità: offrire un pasto sfizioso senza esagerazioni. Scegliamo il menù con cura, rispettando perché no anche le tradizioni, ma cerchiamo di limitare l’uso dei grassi in cucina e nei condimenti, di privilegiare le spezie al posto del sale e di scegliere metodi di cottura light, come al forno o al vapore. Non facciamo mancare in tavola le verdure - ad esempio proponendo del pinzimonio al posto di tante salse e intingoli - la frutta e un buon sorbetto, che può sostituire tranquillamente uno dei dolci.

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necessario tutto questo? Impariamo a scegliere gli impegni o per lo meno a diluirli a favore di quelli che ci scaldano il cuore. Saremo più sereni e meno stressati. Lo stesso per i regali. Cerchiamo di pensarci per tempo evitando le corse all’ultimo minuto per trovare qualcosa di magari poco adatto alla persona. Preferiamo gesti semplici se possibile: una marmellata fatta in casa, un biglietto al teatro per uno spettacolo da vedere insieme. E per i più piccoli? Non esageriamo con i giochi, soprattutto elettronici, piuttosto cerchiamo di stare più insieme.

PSICOLOGIA

Il pranzo: a casa o al ristorante?

NATALE IN FAMIGLIA Lo stress degli adulti con un’agenda sempre più complicata, la gioia dei bambini da proteggere, i nonni da riabbracciare: le feste in formato contemporaneo

Stefania Puglisi

• Psicologo-Psicoterapeuta e Mediatore Familiare, Genova > puglisistefania-psicologo-genova.com

I

giorni sul calendario iniziano a volare. Per i “grandi” è tempo di chiudere parte del lavoro iniziato in autunno in vista della pausa natalizia tra commissioni, feste, auguri e un’agenda sempre più fitta di impegni. Per i piccoli è un periodo magico: a scuola non si parla d’altro, si preparano disegni o lavori a tema, si attendono con trepidazione la recita e naturalmente le feste. Un’occasione per riposarsi, stare a casa, finalmente in vacanza, coccolati e, perché no, un pò viziati, lontani dalla routine quotidiana. È tempo di pace e di regali, di riabbracciare nonni e zii che magari abitano lontano o di un viaggio in famiglia. Se è vero che il Natale è soprattutto dei bambini, le feste sono anche dei grandi.

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Il Natale è di tutti La vita contemporanea e le moderne architetture familiari mettono alla prova tutti: da chi è rimasto solo alle giovani coppie, dalle famiglie sempre più allargate a chi per motivi di lavoro o di scelte di vita si trova all’altro capo del mondo. Abituati a immaginarlo in “famiglia” spesso dimentichiamo che ognuno vive un Natale diverso, anche purtroppo in solitudine o in difficoltà. Invitare l’anziano vicino a pranzo o fargli visita durante le feste può essere un’occasione per migliorarci e riscoprire un senso vero a quel richiamo allo stare insieme, alla solidarietà, che sentiamo nell’aria fin da piccoli ma che col tempo si è diluito tra gli impegni e la corsa ai regali last minute.

Regali e aperitivi Il “pensiero” per il nostro capo e per il vicino di scrivania. La festa in ufficio e con i compagni del corso di yoga. Quante volte ci siamo domandati... è davvero

Anche il più classico pranzo può diventare uno stress ed essere messo nel cassetto a favore del ristorante. Spesso è la scelta migliore perché libera tutti, in particolare le donne, dal peso dei preparativi. Una buona soluzione può anche essere, nel caso la tavola sia particolarmente lunga e l’ospite stanca o indaffarata, la divisione di compiti e quindi di portate. In questo modo tutti gli invitati partecipano ai preparativi e si conserva la gioia della condivisione che significa in primis tempo dedicato agli altri. Festeggiare a casa, quando possibile, è più apprezzato dai bambini e dagli anziani: il nutrimento non passa solo dal numero delle portate ma è con ogni evidenza affettivo.

Per i genitori Non lasciamoci assalire dallo stress e dal perfezionismo. Preferiamo un albero imperfetto ma decorato con calma insieme ai nostri bambini a un abete degno di una rivista di design. Ritagliamoci il tempo necessario per coinvolgerli nei preparativi, rispolveriamo qualche vecchio gioco da fare insieme, prepariamo i dolci per Babbo Natale e qualche regalo fatto a mano, tiriamo fuori dalla libreria un libro di racconti. Sono questi i momenti più preziosi per i nostri figli anche se sono già adolescenti e sembrano interessati a tutto fuorché a stare con noi.

Le giovani coppie e quelle eterne

Le feste mettono spesso alla prova. Dai miei o dai tuoi? è la domanda che prima o poi giungerà da una delle due parti. Spesso, per i primi anni, si opta per mantenere separati i pranzi e le cene e ci si divide equamente, per quanto possibile, se le distanze aiutano. Col tempo diventa sempre più difficile non unire le famiglie con tutto il possibile condimento

Il valore dei riti e delle feste

Scandiscono il tempo, donano un ritmo e un senso a ogni attività dell’anno colmando di significati e di valori gesti e tradizioni, che diventano un patrimonio della comunità, della famiglia e quindi dell’individuo che sente di appartenervi. I ritmi frenetici, gli impegni, lo stile di vita moderno, le nuove architetture familiari spesso rendono più complesso conservare e vivere certe tradizioni per noi stessi e i bambini: con un po’ di impegno possiamo scrivere le nostre.

di pressioni che ne deriva. Dialogo e chiarezza tra i partner aiutano a mantenere la bussola.

Separazione e divorzio Se la famiglia sta affrontando un grande cambiamento o deve ancora abituarsi alle nuove abitudini, le feste rischiano di diventare una causa di ulteriore scontro per i più grandi e di crisi, tristezza e nostalgia per i piccoli. Nessuno vuole questo, per cui meglio mettere da parte qualsiasi attrito a favore dei figli pensando alla soluzione che può portare loro maggiore gioia e serenità. Questo può voler dire, a seconda dell’età dei bambini e soprattutto della capacità dei genitori di andare oltre i propri problemi, la possibilità di dividersi il calendario oppure di riunirsi in territorio neutro lasciando che la magia del Natale aiuti tutti a trovare un’altra dimensione per stare insieme, di nuovo serena anche se diversa, ma autentica.

Famiglie allargate In caso di divorzio spesso mamma e papà, quando non entrambi, iniziano una nuova relazione. Meglio aspettare che questa sia davvero stabile per presentare il nuovo partner ai figli, soprattutto se sono piccoli. Il periodo aureo dovrebbe essere di almeno 4 anni. Anche per organizzare pranzi e cene allargati a tutte le famiglie, comprese quelle di origine, c’è bisogno di calma e rispetto dei tempi altrui.

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