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Distribuzione gratuita - Anno 8 7 - n. 3/2010 5/2009 - Maggio/Giugno Settembre/Ottobre

ATTENTI ALL'ESTATE SPECIALE Abuso dei farmaci

SPAZIO BIMBI Kinderheim e case vacanze

BENESSERE Gambe pesanti In aletta Giornata mondiale contro l'ipertensione arteriosa


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Sommario 2

SPECIALE

Abuso dei farmaci

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SPAZIO BIMBI

Kinderheim e centri estivi

APPROFONDIMENTO Il punto sulle micosi

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CONSIGLI

Pulizia dell'orecchio

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SALUTE A 4 ZAMPE

Cani in pensione

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ANZIANI

Prevenire l'ipertensione

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BENESSERE

Gambe pesanti

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RISPONDE IL FARMACISTA

Crescere di peso senza sovrappeso Nessun timore per il titolo, non si riferisce a qualche dieta innovativa. Il peso in crescita riguarda questo giornale che aumenta le sue pagine e, ce lo auguriamo, la sua utilità per i lettori. La primavera, stagione che innova, regala un Gazzettino della farmacia sempre più di peso, forte di un Approfondimento utile a cogliere maggiori informazioni su un tema a numero. Costante, non episodico. Si comincia con le micosi, funghi non edibili, non commestibili, ma ben noiose. Per saperne di più. Anche l’aletta esterna, la “fodera del giornale” come la chiamano alcuni lettori, contiene sempre informazioni di servizio, stavolta invita alla giornata mondiale sull’ipertensione, in programma il 17 maggio, di cui si parla diffusamente all’interno con un medico di valore. Gli scontrini fiscali che la farmacia rilascia cambiano forma, a tutela della privacy, non parlano più. Ce ne occupiamo nella posta, a chiusura del giornale che ci intrattiene, al solito, di molti altri temi: di abuso di farmaci, problema crescente e spinoso, e anche del loro uso improprio; di consigli relativi ai problemi di orecchio, leggi sgradevoli tappi; di corsi estivi, campus e kinderheim, a tutela di genitori e nonni che amerebbero sapere dove finiscono i loro piccoli e medio piccoli; di gambe pesanti che affliggono non poche persone in età. Peso anche qui, senza diventare una fissazione. Sergio Meda

www.clubsalute.it


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Abuso di farmaci e uso improprio Un fenomeno in crescita in Italia, soprattutto per gli antibiotici. Non raro il caso di terapie fuori luogo, frequente l’acquisto di farmaci non tutelati, via Internet. Ne abbiamo ragionato con una farmacologa, la professoressa Adele Lucchelli Gli inglesi ci superano largamente, soprattutto nell’autoironia. Il Regno Unito si definisce una "pill-popper nation", un Paese che vive di pillole. I britannici assumono farmaci anche quando non servono. Secondo il dipartimento britannico di Salute ogni inglese segue in un anno 16 terapie farmacologiche, regolarmente prescritte, il doppio rispetto a 20 anni fa. Da buon ipocondriaco inoltre non si fa mancare i farmaci da banco. Impazzano, nel Regno Unito, i “mangia grassi”, prodotti che dovrebbero ridurre il colesterolo, e i dimagranti, entrambi scambiati per medicine contro stili di vita non corretti e diete ipercaloriche. Niente di più sbagliato, aiutano

se ci si dà una regolata. Altrimenti non servono a nulla. Noi italiani siamo largamente primatisti in Europa quanto a consumo di antibiotici: se la media nell’Unione è del 40%, noi arriviamo brillantemente al 57% in base a una recente indagine. Triste primato, siamo anche i più ignoranti: il 69% degli italiani intervistati sostiene di non aver ricevuto informazioni sull’uso improprio degli antibiotici, della loro inutilità in caso di raffreddore o influenza. Quasi la metà (il 48%) dice di assumere antibiotici solo in caso di malattia, ma il 26% lo decide autonomamente, senza consultare il medico,

semplicemente in base ai sintomi, e il 13% non sa effettivamente perché li consuma. Per fortuna il 95%, in linea con gli altri Paesi, impiega gli antibiotici su prescrizione del medico. Il 3% approfitta di un precedente trattamento, li ha già in casa, in confezione ridotta. Usa gli avanzi. Il 24% degli italiani se ne avvale in caso di bronchite, il 16% di rinofaringite, il 23% per l’influenza, il 7% per il raffreddore, il 19% per il mal di gola, l’ 8% se ha la tosse. Per il 62% degli italiani gli antibiotici uccidono i virus (53% in Ue) e per il 44% sono efficaci in caso di raffreddore o influenza. Un’ultima confessione: il 59% di noi ammette che il medico ha suggerito di non prendere antibiotici quando non è necessario, ma il 37% di loro non gli ha dato retta. Peccato che i farmaci siano tossici e da maneggiare con grande cura. Ne ragioniamo con la professoressa Adele Lucchelli, università di Pavia, farmacologa, per le opportune raccomandazioni, riepilogando con lei le regole: «Mai iniziare terapie antibiotiche senza aver consultato il medico, o essersi confrontati con un farmacista. È compito esclusivo del medico stabilire diagnosi e terapia adeguata, il "fai da te" - purtroppo in aumento - genera solo problemi. E ancora, i dosaggi prescritti e i tempi di assunzione vanno sempre rispettati, mai aumentare o diminuire le dosi. Mai sospendere una terapia senza aver consultato il proprio medico. Chiedere al farmacista, durante l’acquisto, come si usa correttamente quel farmaco. Soprattutto evitare l’impiego di antibiotici come se fossero la soluzione per ogni malanno; il rischio è sviluppare delle resistenze e, nel momento del bisogno, constatare l'inefficacia del farmaco».


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Speciale

E a chi compra in internet, cosa suggerisce? «Di smettere di farlo perché corre rischi enormi. In internet trovi di tutto, anche falsi farmaci che non contengono il principio attivo che li connota o presentano dosaggi completamente errati. Non c’è alcuna garanzia per la conservazione e il trasporto di questi farmaci, vanno tenuti lontano».

minili. Il contenuto della bustina veniva disciolto nell’acqua e ingerito per bocca per sfruttare gli effetti allucinogeni del farmaco, blandi ma evidentemente graditi. Si è ovviato specificando l’uso esterno e la raccomandazione “lavande vaginali”. Non dimentichiamo che la colla o la benzina, ancorché non farmaci, sono considerate sostanze eccitanti da chi le sniffa».

Le cronache si occupano sempre più spesso dell’Ecstasy, sostanza che sta a metà tra gli allucinogeni e gli eccitanti, ma non ha capacità terapeutiche, non è un farmaco. «Chi sintetizza queste droghe allucinogene, ad evitare di essere perseguito, ne modifica spesso la struttura chimica combinando ulteriori disastri». Diverso è il caso della cocaina, in possesso di un’azione farmacologica come anestetico locale: «In realtà quasi nessuno ne fa uso personale con questo intento: da quasi tutti è impiegata come eccitante, dimenticando che favorisce la produzione di noradrenalina con un elevatissimo rischio di infarto del miocardio, anche durante l’assunzione d’esordio». Ci sono poi esempi di uso improprio al limite del paradosso. «È il caso di lavande vaginali molto pubblicizzate di recente (Tantum Rosa ndr) per le quali è stato notato un ampio consumo nelle carceri17:24 femAlifresh21x85:Layout 1 30-03-2010

Gianni Poli in collaborazione con Adele Lucchelli, farmacologa

Un rapporto inquietante L’abuso e l'uso improprio di farmaci è un problema sanitario ovunque nel mondo, in virtù dei canali di vendita illegali, tra i quali internet. Lo segnala il report annuale dell'International Narcotics Control Board (Incb), che fa capo alle Nazioni Unite, secondo il quale in alcuni Paesi il numero di chi abusa di medicinali, in particolare prodotti oppiacei o sedativi, supera quello di tutti coloro che fanno uso di eroina, cocaina ed ecstasy: negli Stati Uniti, ad esempio, si parla di oltre sei milioni di persone. In Germania, questa forma di tossicomania riguarda un numero compreso fra 1,4 Pagina 1 e 1,9 milioni di persone, pari al

2% della popolazione. In Canada, il 3% dei cittadini abusa di medicinali oppiacei su prescrizione. E in altri Paesi europei, compresa l'Italia (insieme a Francia, Polonia e Lituania), fino al 18% degli studenti utilizza sedativi o tranquillanti senza prescrizione medica. Le fonti principali a cui attingere per procurarsi questi farmaci sono i call center e i siti internet illegali, con base soprattutto in India. Questi operatori offrono medicinali, spesso contraffatti o rubati, con grossi sconti e senza necessità di presentare la ricetta del medico curante. Statene lontani.

Alito fresco in ogni momento.


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La filosofia del distacco Sono tante le offerte estive dedicate ai bambini: esperienze per crescere, divertirsi e assaporare il gusto dell'indipendenza Lasciamoci alle spalle i famigerati centri estivi, le colonie d'altri tempi, luoghi un po' oscuri dove parcheggiare i figli al termine dell'anno scolastico. Tra college inglesi, kinderheim e camp sportivi, c'è solo l'imbarazzo della scelta - economica e di servizi - per regalare ai figli sprazzi di libertà, in contesti sicuri e altamente formativi. La vita di gruppo, vissuta 24 ore su 24, è un modo (sano) per prendere coscienza delle diversità - abitudini di orario, comportamentali, caratteriali - e registrare le reazioni del bambino. Stesso discorso vale per il distacco, momento catartico tra genitori-figli, talvolta più drammatico per i primi, rispetto ai secondi.

LE CASE VACANZE Normalmente strutture immerse nella natura, accolgono i bambini dai 3 anni fino all'adolescenza inoltrata (15-16) In genere nelle case vacanze – sparse un po' in tutta Italia, da nord a sud – la giornata tipo è divisa in attività sportive, manuali (legno, creta, economia domestica), recitative e comuni (giochi, tornei, feste di gruppo e recite collegiali); si propone una responsabilizzazione leggera dei bambini, chiamati a seguire codici di comportamento, orari e atmosfere con grande sensibilità, registrando a fine giornata (o settimana in caso di lunghe permanenze) emozioni e fatti rilevanti. Qui è possibile soggiornare più dei canonici 7 giorni, il che permette di vivere tutte le tre fasi del distacco: l'ambientamento; la nostalgia contrapposta all'accettazione del gruppo; la familiarità con le regole e le persone della casa. Altamente consigliati (in particolare a livello culturale). Indirizzi utili www.casadegliscoiattoli.it

www.lacicalavacanze.com www.lemarmotte.it www.kinderheimdolomiti.it

I CAMP Per qualsiasi tifoso, per qualsiasi destinazione (anche l'estero), per qualsiasi età

I centri sportivi sono un'ottima formula per convincere il bambino ad allontanarsi da casa perché, fin dal primo giorno, si è accolti in una “comunità di gioco” che li impegna 24 ore su 24 sotto stretto monitoraggio di istruttori, campioni veri (Del Piero, ad esempio, è testimonial della Juventus Academy) e psicoterapeuti. Tutto il team di lavoro, inoltre, segue rigidi protocolli per assicurare tranquillità e serenità nei ragazzi, costantemente in compagnia di almeno due operatori, per evitare casi di bullismo o eccessi di promiscuità. I più famosi sono quelli organizzati dalle maggiori società di calcio (sia in città,


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Spazio bimbi

sia in località di villeggiatura) ma in quasi tutte le discipline sportive si organizzano stage e corsi. Da qualche anno c'è la possibilità di giocare e, contestualmente, studiare una lingua straniera, frequentando i camp all'estero a cifre, tutto sommato, contenute. Lasciamo ogni giudizio ai numeri: il 30% dei partecipanti ai camp sceglie di ripetere l'esperienza tre volte consecutivamente. Indirizzi utili www.juvesoccerschool.com Camp settimanali e bisettimanali a Bardonecchia (Torino), Roncegno (Torino), San Marino (anche femminile), Procida (Napoli), Vinovo (Torino). A partire da 690 euro a settimana all inclusive. A Horsham (Inghilterra), 2 settimane da 2.090 euro. www.milanjuniorcamp.com Scelta ricchissima per gli amanti dei colori rossoneri. Sono infatti 180 le località sparse nel mondo (dall'Australia al Brasile e per la prima volta in Perù) dove saranno organizzati i camp, divisi in "City" (dal lunedì al venerdì, senza pernottamento; a partire da 225 euro a settimana), "Junior" (da 725 euro/1 settimana; 1260/2 settimane all inclusive), e "Junior+English" (a partire da 2000 euro, in base alla località scelta).

VACANZE STUDIO Con la crisi si sono abbassati i prezzi e sono aumentate le proposte, anche per esperienze oltreoceano Le vacanze studio - fino a una decina di anni fa considerate uno status symbol - complice una richiesta sempre più tiepida hanno cambiato marcia proponendo mete differenti dalle solite Brighton e Cornovaglia e puntando molto sull'efficacia dei metodi di insegnamento. Per intenderci, non sono più “parcheggi” per ragazzi di buona famiglia, in cui le lezioni sono solo un corollario ai primi amori e bevute. Ora c'è maggiore attenzione alla parte didattica e alla formazione, nell'accezione più alta del termine. I ragazzi, oltre a essere seguiti 24 ore su 24, sono lasciati meno a se stessi: attività sportive, gite, visite a musei hanno preso il sopravvento sull'ozio, con grande sollievo delle famiglie. Le novità, in questo campo, sono rappresentate dalle “life experience”: itinerari di gruppo alla scoperta, ad esempio, del continente americano o dell'Australia, ovviamente in compagnia di tutor madrelingua. Offrono la possibilità di affinare l'inglese e di assaporare una genuina vita da backpackers (zaino in

Gambe gonfie e pesanti? Antistax, naturalmente.

spalla), fatta di rinunce, scelte e spirito d'avventura. Per questo tipo di esperienza è importante scegliere un tour operator di grande tradizione (gli scandinavi, curiosamente, sono gli antesignani), per evitare che errori organizzativi e promesse non mantenute rovinino ai figli, il soggiorno e a voi, il sonno. Indirizzi utili www.sts-education.it Attiva dal 1958, Sts - Student Travel Schools è un’operatore turistico svedese che si occupa di vacanze studio (10-19 anni), anni scolastici all’estero (High School, 14-17 anni), corsi di lingua (per tutte le età) e accoglienza di studenti stranieri in Italia. Numero verde: 800.827006 www.ef-italia.it Nata nel 1965, Ef - Education first può contare su uffici e scuole in oltre 50 Paesi, impegnati in formazione linguistica, viaggi educativi, scambi culturali e formazione accademica. Numero verde: 800.820044 di Federico Meda

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Approfondimento MICOSI CUTANEE

Infezioni estive La bella stagione porta con sè le micosi cutanee, un tipo di infezione che fa riferimento a funghi microscopici, tutti insidiosi, che colgono vari distretti corporei a cura della dermatologa Virginia Caliendo


Funghi indigesti Con l’arrivo dell’estate si torna necessariamente a parlare di micosi cutanee, un tipo di infezione - che può essere superficiale, semi profonda o profonda - dovuta a funghi microscopici

Le forme più comuni sono quelle superficiali e colpiscono la cute, i peli, le unghie, le mucose ma possono interessare anche le superfici interne della bocca e le zone genitali. La maggior parte di questi funghi è inoffensiva. Alcuni si comportano da patogeni, altri sono opportunisti: approfittano di una caduta delle resistenze immunitarie (pazienti in terapia con antitumorali o affette da AIDS), di alterazioni del metabolismo (diabete) o di terapie farmacologiche (antibiotici, cortisone) per determinare la malattia. Questo complesso di microrganismi comprende tre grandi gruppi: i dermatofiti, i lieviti e le muffe. Si tratta di una classificazione molto importante sia da un punto di vista epidemiologico che terapeutico. Vediamo ora più nel dettaglio gli agenti responsabili delle micosi di più frequente riscontro limitandoci all’Europa occidentale. DERMATOFITI Sono i responsabili sul piano clinico delle micosi (Dermatofizie o Tigne) che si localizzano a livello del cuoio capelluto, ma anche in zone prive di peli come tronco, viso, pieghe inguinalisotto mammarie, mani, piedi e a livello ungueale (unghie). Il contagio avviene attraverso il contatto inter umano, con gli animali, con il suolo. Questa distinzione è importante per attuare le adeguate misure terapeutiche nei confronti dell’animale malato o nell’astenersi dal contatto con il terreno infetto. Per quanto riguarda il contagio tra un individuo all’altro, la trasmissione può essere diretta (contatto con un soggetto che abbia la malattia clinicamente evidente) oppure indiretto (indumenti, calzature). Le micosi cutanee sono favorite da condizioni di elevata umidità cutanea, quindi fate attenzione alle stuoie, ai tappeti presenti nelle palestre, ai pavimenti delle docce e delle piscine e agli indumenti usati collettivamente. Le varie forme - Cuoio capelluto: sono caratterizzate da rottura dei capelli e, successivamente, comparsa di aree di alopecia con desquamazione. - Cute glabra: estensione centrifuga a “coccarda” con numerosi elementi (più o meno rotondeggianti) disseminati sul tronco. - Piede d’atleta: problema più maschile che femminile. Il sintomo che viene riferito è un fastidiosissimo prurito, aggravato dalla sudorazione e dal contatto con l’acqua, tipicamente localizzato negli spazi interdigitali. La diagnosi di queste forme II

di micosi dovrebbe essere precoce per limitarne la diffusione, ma non sempre risulta possibile per la facilità con cui queste infezioni possono essere confuse con altre dermatosi. Gli accertamenti che generalmente vengono richiesti nei casi dubbi sono: raccolte delle squame - grattamento delle lesioni e successivo esame microscopico diretto - e/o esame colturale - il materiale raccolto sarà seminato su specifico terreno di coltura e si attenderà lo sviluppo delle colonie, in un tempo variabile da alcuni giorni ad alcune settimane. Tutto per permettere l’identificazione specifica del fungo e, di conseguenza, orientare il medico verso la terapia corretta.


Approfondimento

MICOSI CUTANEE Quali consigli dare:

CANDIDOSI È provocata da lieviti del gruppo Candida (albicans prevalentemente), un saprofita del tubo digerente della cute. In alcune condizioni parafisiologiche (come la gravidanza), patologiche (diabete), o iatrogene (terapia ormonale, in particolare cortisone, antibiotici, immunosoppressori) la candida può diventare patogena e dare manifestazioni cutanee e mucose. Localizzazioni - Forse la più nota è a livello delle grandi pieghe (cavo ascellare, sotto mammarie, inguinali, inter glutee), comuni Questa localizzazione riconosce oltre ai fattori causali menzionati, quali cause precipitanti, anche l’obesità, la macerazione e la scarsa igiene. Il prurito, il bruciore e le chiazze rossastre giustapposte alla piega sono generalmente i segni e sintomi di una candidosi nota come intertrigine da candida. - Le piccole pieghe interessate, invece, sono gli spazi interdigitali di mani e piedi (più frequentemente, per motivi anatomici, l’ultimo spazio), dove l’ambiente umido causato dal sudore, dall’abitudine scorretta di non asciugarsi e/o dai residui della detersione, favorisce la comparsa di un’erosione rossa, a fondo macerato e attorniata da un bordino biancastro (macerazione). Risultano particolarmente colpite le casalinghe, i fornai, i pasticcieri e tutto il personale che lavora in ambienti caldo umidi. A livello plantare l’ultimo spazio interdigitale, per motivi anatomici maggiormente a contatto tra le dita, risulta essere più frequentemente interessato. - La localizzazione ungueale (onissi e peri onissi) è appannaggio di alcune professioni (casalinghe, lavandaie, lavoratori dell’industria conserviera). Le manifestazioni cutanee di rossore periungueale si associano frequentemente a una sintomatologia dolorosa continua o intermittente e a fuoriuscita di modesto materiale simil purulento. - Altre localizzazioni riguardano le commessure orali (boccaiola, perleche), e la stomatite (mughetto) che colpisce prevalentemente i piccoli pazienti ostacolando la suzione (l’atto del succhiare), la masticazione ed anche la deglutizione.

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Utilizzare esclusivamente i farmaci prescritti dal medico, siano topici che sistemici. Seguire attentamente le indicazioni e ricordare che molte micosi possono richiedere parecchie settimane di terapia. (per le unghie la durata varia dai 2 ai 6 mesi); I prodotti topici (creme, soluzioni eccetera), vanno applicati abbondantemente ed estesi 2-3 centimetri oltre il margine della zona ammalata per evitare la diffusione dell’infezione; Non grattare la zona infetta per evitare la diffusione dell’infezione; Le semplici misure igieniche rivestono sempre un’estrema importanza, soprattutto nelle micosi delle grandi pieghe e plantari; Lavarsi preferibilmente con saponi acidi; non lavare troppo frequentemente la zona affetta; Asciugarsi sempre (e bene) dopo ogni lavaggio: l’umidità residua favorisce l’infezione. Per la stessa ragione non indossare costumi bagnati; Non camminare a piedi nudi in piscina o nelle docce e negli spogliatoi comuni. Non scambiarsi asciugamani, accappatoi e tutto ciò che viene a contatto diretto con la cute; Evitare il contatto prolungato di mani e piedi con acqua e detersivi; indossare guanti protettivi nei lavori domestici che richiedono la frequente e prolungata immersione in acqua delle mani.

Se nonostante tutti questi consigli si presentassero delle micosi, il consiglio è di rivolgersi al medico curante che sarà in grado di istituire l’opportuna terapia o, se lo riterrà utile, indirizzare il paziente dallo specialista. Una diagnosi ed una terapia precoce, non mascherata da tentativi terapeutici “fai da te”, garantiscono una limitazione del contagio e una guarigione stabile.

PITIROSPOROSI CANDIDOSI GENITALI Un discorso a parte va riservato alle candidosi dei genitali che si possono osservare negli adulti o nei bambini, e in questo caso come estensione di una dermatite della zona glutea. Si riconoscono vulvovaginiti da candida, uretriti, balaniti e balanopostiti (patologie del glande e del prepuzio), frequentemente sessualmente trasmesse. L’esame della sede cutanea interessata, gli accertamenti (batteriologico, micologico ed eventualmente sierologico), aiutano anche in questo caso a differenziare tra quadri di origine infiammatoria, sessualmente trasmessa o neoplastica.

Da ultimo va ancora ricordata una forma cutanea dovuta a un lievito (malassezia furfur) responsabile del Pytiriasis versicolor (più comunemente fungo di mare) che predilige il maschio adulto ma in realtà è molto frequente in entrambi i sessi. Si manifesta con piccole chiazzette finemente desquamanti, giallo brunastre. Seppur poco contagiosa è molto frequente in situazioni predisponenti la riproduzione del lievito quali: climi caldo umidi (pelle umida), iperidrosi, gravidanza, seborrea, affezioni croniche debilitanti e squilibri del pH cutaneo. Se non curata correttamente, tende a recidivare frequentemente e a diventare cronica.

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Consigli

Attenzione al cerume Delicata l’operazione di rimozione della secrezione e, soprattutto, del tappo quando questo ostruisce l’orecchio. I suggerimenti del professor Stefano Govoni, farmacologo presso l’Università di Pavia Il fatto che si produca cerume all’interno dell’orecchio è da considerarsi assolutamente normale, poiché la secrezione cerosa ha una precisa funzione: proteggere il canale uditivo da potenziali agenti esterni irritanti. «Il cerume - ci ricorda il nostro esperto, il professor Stefano Govoni, farmacologo presso l’Università di Pavia - procede fisiologicamente verso l’esterno, trasformandosi in un’impercettibile forfora. Semmai i problemi si pongono quando questa secrezione è troppo abbondante (l’esempio più classico sono le irritazioni dell’orecchio), o se il suo naturale procedere verso l’esterno è ostacolato, ad esempio, dalla conformazione stessa del condotto uditivo. E questo dà luogo al formarsi di un tappo di cerume». Contingenza, quest’ultima, che

Da non dimenticare 1. Chi proprio deve usare i tappi protettivi (meglio le cuffie antirumore, in ogni caso) eviti di spingerli in profondità, lavandoli quotidianamente (e conservandoli in una confezione chiusa) e cambiandoli periodicamente (ogni 15-20 giorni). 2. Solo su indicazione dello specialista, l’otorinolaringoiatra, e di opportune istruzioni, si può ricorrere al lavag-

capita di frequente ai nuotatori e ai subacquei, secondo alcuni studiosi dovuta all’esposizione continua all’acqua fredda, che crea piccole neoformazioni ossee: «Si chiamano esostosi, prendono corpo nel condotto uditivo e limitano il normale deflusso esterno del cerume». Accorgersi di quanto sta accadendo è semplice, giacché la formazione di un tappo di cerume comporta come minimo la riduzione dell’udito. «Spesso si percepiscono suoni ovattati, se non ronzii, o si avverte addirittura dolore. Il problema talvolta non si evidenzia, sino a quando non si associa a un’irritazione del condotto uditivo, ad esempio dopo un raffreddore o quando il tappo si gonfia perché entra acqua nel condotto, dopo un bagno o una doccia».

Errori Gravi Bastoncini I bastoncini di cotone, tanto cari alle mamme per pulire il condotto uditivo, andrebbero dimenticati (o non acquistati), perché sono spesso dannosi: possono lesionare il timpano, irritare il condotto uditivo (causando ulteriore produzione di cerume e secrezioni) ma soprattutto spingere il cerume all’interno, aumentando il rischio di formazione di un tappo. Dito nell’orecchio Grattarsi con un dito introdotto nell’orecchio, oltre che poco fine, può provocare

microabrasioni sulla pelle del condotto con possibile ingresso di batteri e funghi, normalmente presenti sulla pelle. Tappi protettivi Ci riferiamo ai tappi in gommapiuma per nuotare o per evitare il fastidio di rumori esterni. I tappi causano ristagno di aria e umidità, con possibili irritazione del condotto uditivo esterno, dando spazio all’attacco di germi e alla formazione di tappi di cerume. Nel caso del nuoto, l’acqua entra in ogni caso ma spesso non si riesce ad asciugare correttamente

gio “fai da te”, utilizzando particolari pompette che permettono un getto obliquo (il getto diretto sul timpano sarebbe doloroso). 3. Se necessario, il cerume può essere ammorbidito con l’instillazione di bicarbonato di sodio, olio d’oliva oppure olio di mandorle, prodotti sicuri ed efficaci.

Alcuni soggetti sono particolarmente predisposti alla formazione di un tappo di cerume per la sovrabbondanza di secrezione cerosa o, come accennato, per i condotti uditivi stretti o ricurvi. Esiste anche il caso di tappi di cerume che sono favoriti da infiammazioni della pelle che riveste il condotto uditivo e questo comporta un aumento di secrezioni, naturalmente indesiderate.

UNA SOLUZIONE SOLTANTO L’unica terapia per risolvere il problema del tappo di cerume è la sua rimozione. Nel caso di blocco particolarmente consistente è opportuno usufruire di sostanze in grado di sciogliere il cerume. Ci riferiamo a gocce otologiche emollienti da instillare nell’orecchio, dopodiché occorre sostare 5-10 minuti con la testa piegata dal versante opposto all’orecchio trattato. È opportuna una certa cautela perché i preparati di automedicazione per ammorbidire il tappo di cerume contengono solventi che potrebbero causare irritazione. In particolare prima di ricorrere a qualsiasi rimedio per ammorbidire il tappo di cerume è bene essere certi che non vi siano lesioni del timpano. Gianni Poli in collaborazione con Stefano Govoni, farmacologo


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Cuccioli in pensione Con l’estate alle porte si iniziano a programmare le vacanze, e se in famiglia c’è un amico a quattro zampe bisogna tenerne conto Purtroppo non sempre è possibile portarlo con noi, perché non sono tante le strutture ricettive che accettano animali. In questi casi la soluzione potrebbe essere quella di metterlo in pensione. Ma come scegliere quella giusta? Ne abbiamo parlato con Claudia Fugazza, istruttrice cinofila del centro Happy Dog School di Grandate (Como). «La scelta della pensione, da esperta in comportamento, dovrebbe ricadere su una struttura in cui ai cani è garantita l’uscita dai box tutti i giorni e la possibilità di trascorrere alcune ore liberi in ampi spazi dove giocare, se si tratta di animali ben socializ-

zati, con altri ospiti - sempre sorvegliati dal personale addetto. Purtroppo è difficile trovare pensioni e situazioni dove ciò è realmente possibile, perché l'elevato numero di cani ospitati lo impedisce. In questo senso, le strutture più piccole danno maggiori garanzie. Pulizia, personale affidabile, box spaziosi e recinti esterni dovrebbero essere caratteristiche imprescindibili, ma quali sono i segnali che dovrebbero insospettirci? «Personalmente diffiderei delle strutture in cui, al momento della visita, non è permesso vedere i cani ospitati e visitare i recinti o i box. Oltre ai requisiti igienici minimi, alla presenza di acqua e alla regolare somministrazione dei pasti (non sempre così scontata purtroppo), è bene verificare che sia garantita la presenza regolare di un veterinario e la sua disponibilità costante in caso di emergenza».

VISITE MEDICHE Prima di portare il cane in pensione bisognerà provvedere alle vaccinazioni obbligatorie e a trattamenti di prevenzione

parassitaria, oltre alle profilassi per le malattie da essi trasmesse come, ad esempio, la filariosi cardio-polmonare. Al gestore della pensione sarà lasciata la fotocopia del libretto sanitario dell’animale (l’originale deve rimanere al padrone ndr) che ne attesta lo stato di salute. Si potrà chiedere. inoltre, che il nostro amico a quattro zampe segua una dieta personalizzata, in modo da mantenere le abitudini alimentari di casa e non sottolineare ulteriormente il distacco dal padrone e dalla propria routine. «Se si tratta della prima volta in pensione, suggerisco di far sperimentare in modo piacevole il nuovo posto, portandolo prima della partenza per qualche ora a giocare insieme al proprietario, oppure optando, qualche settimana prima, per un soggiorno breve, anche per capire come si trova. Dare la sicurezza al nostro amico di un ritorno a casa può essere molto importante». Alle volte gli scrupoli assalgono in maniera maggiore i padroni di cani ancora piccoli, «ma anche se il cane è cucciolo non è un problema se la pensione rispecchia quanto sopra descritto», assicura Claudia Fugazza, «anzi, il cucciolo potrebbe avere anche l’opportu-


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Salute a quattro zampe nità di socializzare con altri cani, esperienza importantissima per il suo (corretto) sviluppo comportamentale». In questo caso però, è doveroso accertarsi che il personale della pensione abbia una formazione adeguata per comprendere quali siano le esperienze corrette che un cucciolo deve fare, e quando, invece, sia meglio intervenire; ad esempio durante un’interazione (quando i cani litigano... giocando).

CHIEDETE AL VETERINARIO La scelta della pensione deve essere molto rigorosa, per evitare che il cucciolo resti negativamente colpito da una brutta esperienza con altri cani o, peggio ancora, da una prolungata reclusione in box. Fatevi consigliare dal vostro veterinario di fiducia. Trovata la struttura adatta, il momento più difficile resta quello del saluto: «è meglio far sì che il cane sia distratto, magari impegnato nel fare conoscenza con altri suoi simili e andarsene senza che se ne accorga». Certo la nostalgia del proprio padrone si farà sentire, ma con la giusta dose di coccole e la possibilità di stare libero in compagnia di altri cani, potrà capitare che sia contento di stare in pensione tanto quanto a casa, e a volte anche di più. Laura Camanzi in collaborazione con Claudia Fugazza, istruttrice cinofila

E il gatto? Quando le condizioni lo permettono, portarlo con noi è l’ideale. Ma non sempre è possibile. Per evitare un forte stress al nostro amico (che è un animale particolarmente abitudinario) e a noi, che vivremmo nell’ansia di perderlo o vederlo scappare, la cosa migliore è lasciarlo a casa da solo, magari con l’aiuto di amici o parenti. Una visita al giorno per cambiare l’acqua, pulire la cassetta dei bisogni e rifornire le ciotole di cibo è sufficiente, ma quando non si abita vicini la richiesta di aiuto diventa più impegnativa del previsto. Nell’eventualità di non poter contare su un aiuto, esistono due tipi di pensioni. Quelle in cui, per quanto accuditi e

assistiti da personale specializzato, i gatti vengono tenuti in gabbia – e dal punto di vista psicologico possono soffrire di più. E le cosiddette “pensioni casalinghe”, dove gli animali vengono lasciati liberi di girare come fossero in casa propria. Anche qui igiene e assistenza veterinaria devono essere garantite, anche se il pericolo di zuffe e di raffreddori epidemici è da prendere in considerazione. Ricordatevi che pensioni e case-pensioni richiedono sempre il libretto vaccinale in ordine, il trattamento antipulci e le unghie tagliate. Ingresso vietato quindi a gatti sospetti di portare micosi, acari delle orecchie, raffreddore e ogni altra patologia infettiva.


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Pressione da tenere a bada L’ipertensione coglie gran parte della popolazione adulta senza preavviso. Ma la si può prevenire e contrastare in maniera efficace. Vediamo come In tema d’ipertensione è opportuno non sottostimare il problema e soprattutto le conseguenze, che hanno profili di gravità. Vale la pena di saperne di più per non commettere errori grossolani. In questo percorso ci aiuta il dottor Marco Beccalli, medico di medicina generale a Torino, che con l’ipertensione (altrui) fa i conti quotidianamente. Cominciamo con l’età in cui iniziare a farsi vedere, a controllare la pressione. Da adulti maturi, nel senso dei 40 anni già alle spalle, anche se un controllo si può fare anche prima, durante qualche “tagliando”. Se si teme una familiarità, se uno sa che papà o mamma sono ipertesi, il controllo deve iniziare intorno ai 30 anni. In questo caso suggerisco di monitorare una volta l’anno la tendenza della pressione, a evitare un danno d’organo. Per maggiore chiarezza: se un soggetto trentenne, con ipertesi in famiglia, presenta 85 di pressione minima è bene sospettare di quel dato, considerarlo come un valore che potrebbe salire, scompensando il soggetto. E verificare periodicamente i valori pressori. Soggetto sovrappeso, oltre i cinquant’anni. Un profilo di rischio? In linea di massima sì, va fatta molta attenzione, mentre un normopeso potrà limitarsi a controlli periodici. Va detto che buona regola sarebbe cominciare prima a dare un’occhiata alla pressione, non pochi pazienti arrivano in età matura senza averlo mai fatto.

A questo punto, avendo il sospetto di pressione arteriosa fuori norma, che cosa suggerisce? Una settimana di controlli tre volte al giorno, la mattina, il pomeriggio e la sera segnando i valori su un diario. È sufficiente farsi prestare un apparecchio per la misurazione, oppure comperarlo in farmacia (gli apparecchi in commercio sono ormai affidabili e certificati) o andarci tre volte al giorno per testarla. Spesso la pressione può essere ottimale in certe ore del giorno per poi innalzarsi pericolosamente in altre. In capo a una settimana si ottiene la media dei valori riscontrati nei tre momenti della giornata, per ciascun periodo, e si decide come intervenire, con quali terapie, se necessarie. Quali i sintomi più evidenti che suggeriscono di recarsi dal medico di medicina generale, a proposito d’ipertensione? Per qualsiasi sintomo, e qui l’ipertensione c’entra poco, si deve andare dal medico, può trattarsi di una banalità o di un segnale di qualcosa di serio che solo il medico sa stimare. Il fai da te è sempre nocivo e con questo mi riferisco alla enciclopedia medica, al suggerimento della vicina di casa, di un’amica, di un congiunto. Tutti inutili, fuori luogo. Quali, in rapporto all’ipertensione le possibili cause? I fattori predisponenti sono l’obesità, lo stress, il fumo, l’abuso di liquirizia. Non necessariamente in quest’ordine. In molti casi i fattori si sommano. Lo stress non si riesce a controllare, è figlio di molte emotività. Con quali esiti? Lo stress, di qualsiasi origine sia, lavorativo, affettivo o familiare, è fattore slatentizzante, cioè produce sbalzi di pressione arteriosa. Va tenuto a bada. Un buon rimedio, che suggerisco, è quello di farsi una camminata, di produrre uno sforzo fisico aerobico, non eccessivo. Fa solo bene, riequilibra. Fa malissimo accumularlo, è come intossicarsi. Gli alimenti in generale, in presenza di una vita poco attiva, non incidono? E l’alcol? Assolutamente no, l’unico che fa danni è il sale, contenuto in maniera elevata nel pane, e

chi ne mangia parecchio deve farci caso, può contribuire a rialzi pressori. L’alcol assolutamente no, in modiche quantità, il famoso bicchiere a pasto, è ottimo. La sedentarietà non è una malattia, piuttosto una brutta abitudine, sempre che non induca l’obesità. Vediamo se, una volta accertata la patologia, se ne può uscire. Si torna indietro, l’ipertensione può regredire? Nella quasi totalità dei casi l’ipertensione è cronica e necessita di una terapia farmacologica continua, avendo cura di badare alle variazioni climatiche. Spesso d’estate con l’innalzarsi della temperatura bisogna intervenire riducendo il dosaggio dei farmaci, specialmente dei diuretici, per evitare ipotensione ortostatica (giramenti di testa alzandosi, astenia) che nell’anziano può causare incidenti anche gravi. Con l’inizio del freddo una terapia efficace a livello estivo dev’essere incrementata per risultare efficace. In linea di principio la riduzione del peso corporeo è comunque un vantaggio, In molti casi i valori pressori si stabilizzano in base


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Anziani

I misuratori elettronici della pressione sono affidabili o hanno bisogno di attenzioni? È utile farli tarare una volta l’anno, per il resto funzionano bene. Naturalmente i dati vanno verificati con il proprio medico. Si può continuare a vivere abbastanza normalmente con la pressione sotto controllo? Si, monitorando il peso, senza aumenti ponderali, e facendo attività fisica di tipo aerobico. Il nuoto, in questo senso, è ideale. L’ipertensione si può prevenire? E come? Se il soggetto è organicamente predisposto l’ipertensione insorge più tardi e in maniera maggiormente controllabile, sempre che si conduca una vita sana. Ma una cosa va detta: non si pensi che recandosi dal medico una volta all’anno o più si attui una politica efficace di prevenzione. La misurazione estemporanea della pressione in studio ingenera false sicurezze oppure inquietudini.

ai chili persi, i farmaci si possono meglio impiegare, riducendone il numero e dosaggio. Anche qui il diario è utilissimo. A proposito di controlli, ha senso misura-

re anche il battito cardiaco, il polso? È certamente utile, è un dato in più, spesso rilevato in automatico dalle apparecchiature di autovalutazione della pressione, che lo registrano.

Sergio Meda in collaborazione con Marco Beccalli, medico di medicina generale a Torino

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Benessere

Attenzione ai primi caldi Con l’arrivo della bella stagione si ripresenta il problema delle “gambe pesanti”. Si tratta di un fenomeno essenzialmente circolatorio, dovuto ad un ristagno di liquidi, o edema, agli arti inferiori. Questa fastidiosa sensazione - chiariamo subito: maschile e femminile - colpisce maggiormente le donne per cause anatomiche e fisiologiche legate agli ormoni. Infatti, nella seconda parte del ciclo mestruale, laddove è preponderante l’azione del progesterone, si ha una ritenzione idrica che incrementa il fenomeno, il quale è ulteriormente aggravato ed esteso in tutte quelle donne che fanno uso di anticoncezionali estroprogestinici, come la famosa “pillola”, i cerotti o i dispositivi vaginali a rilascio ormonale.

IL CLIMA CAMBIA Con il caldo, dicevamo, si ha una vasodilatazione generalizzata che, nel caso degli arti inferiori, aumenta la permeabilità dei capillari e rallenta il ritorno del sangue venoso verso il cuore, quindi in opposizione alla forza di gravità. Questo causa una migrazione dei liquidi dal lume venoso verso i tessuti circostanti che provoca un leggero gonfiore, l’edema. È questo gonfiore il responsabile della sensazione “gambe pesanti”, fastidiosa ma non pericolosa, a meno che non si soffra di insufficienza venosa (ovvero di una incontinenza delle valvole che, all’interno delle vene degli arti inferiori, impediscono al sangue di seguire la forza di gravità e di scendere verso il basso). In questo caso il ristagno del sangue negli arti inferiori può aumentare il rischio di formazione di trombi. Le cause sono tre • Predisposizione personale • Fattori ambientali • Stile di vita Per quanto riguarda la predisposizione personale abbiamo già illustrato le cause ormonali

e come queste possano essere influenzate da farmaci. Possiamo aggiungere la gravidanza che, oltre ai fattori ormonali, aggiunge una compressione dovuta al feto sulle vene a livello inguinale, causando così un ulteriore rallentamento del ritorno venoso. I fattori ambientali sono soprattutto legati al clima e/o al riscaldamento artificiale degli ambienti. Per quanto riguarda lo stile di vita possono influire notevolmente, e negativamente, il fumo, l’alcol, essere sovrappeso, assumere farmaci come gli estroprogestinici o i vasodilatatori periferici. Vi sono poi le abitudini sedentarie, ad esempio il lavoro d’ufficio, che come la gravidanza ed il sovrappeso, esercitano una pressione sulle vene e rallentano il ritorno venoso. Stessa cosa si può dire per chi mantiene a lungo la posizione eretta senza camminare con ritmo e regolarità, come tutti coloro che lavorano stando a lungo in piedi, in negozio come in officina, ove la forza di gravità esercitata sui fluidi corporei non viene contrastata dal movimento o dall’accelerazione del battito cardiaco. Infatti camminando di buon passo si stimola il ritorno venoso attivando una sorta di “pompa” posta sotto l’arco plantare che spinge il sangue verso l’alto. La contrazione dei muscoli della gamba esegue lo stesso lavoro più in alto mentre il cuore, accelerando i battiti, aumenta la velocità di circolazione del sangue e la forza di aspirazione da parte dell’atrio destro cardiaco.

AFFIDATEVI AI PROFESSIONISTI In quanto a rimedi (vedi anche box) possono aiutarci il medico ed il farmacista. Di derivazione naturale o semisintetici, è utile ricordare il mirtillo, la vite rossa, la ruta, ricchi naturalmente di flavonoidi ed antocianine, ed alcuni flavonoidi semisintetici, come la diosmina e la troxerutina. Da somministrare per via orale, in compresse, capsule o bustine solubili, o localmente grazie a gel, creme, spray. L’applicazione locale dà una sensazione di sollievo dopo una giornata in piedi, le somministrazioni orali hanno un’azione più profonda. Infine, per i casi più difficili, il medico può indicare l’uso di calze o collant a compressione graduata, per favorire il ritorno del sangue venoso. Sono utili soprattutto per chi soffre di insufficienza venosa, per chi trascorre molte ore in piedi - ad esempio sono diffuse tra le infermiere - o per chi deve affrontare lunghi viaggi in aereo o pullman, ove è difficile alzarsi e camminare per riattivare la circolazione. Certo, il fastidio di indossare una calza elastica nella stagione calda, quando invece vorremmo togliere tutto il possibile, non è proprio simpatico, ma davanti alla salute spesso si fanno sacrifici importanti.

Mauro Guzzinati, farmacista a Torino

Fai da te Possiamo agire su alcune cause dipendenti dalla nostra volontà, su altre, come la predisposizione, possiamo solo cercare di non aggravare il problema. 1. Innanzitutto l’attività fisica, sport quali il nuoto, la corsa leggera o anche il semplice camminare di buon passo almeno mezz’ora due o tre volte al giorno aiutano senz’altro ad attenuare il problema. 2. Le docce con acqua fresca alle gambe donano rapido sollievo, come anche il sedersi con le gambe sollevate. 3. Ridurre il peso corporeo, diminuire o smettere di fumare per evitare i fattori di ossidazione che vanno a danneggiare le pareti dei vasi sanguigni alterandone la permeabilità.


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Risponde il Farmacista

Addio scontrino parlante

Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese Anno 8, n° 3 Maggio-Giugno 2010 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Sergio Meda Comitato Scientifico dottor Paolo Borgarelli dottoressa Valentina Guidi

Dottor Borgarelli, ho saputo che non sarà segnalato più il nome completo del farmaco sullo scontrino della farmacia. Era così comodo, sia per ricordarsi gli acquisti, sia per la detrazione fiscale. Mi sa dire il perché di questa novità?

Coordinamento redazionale Hand&Made Milano Impaginazione e grafica De Marchi di De Marchi Simone www.de-marchi.com Stampatore Gam Edit Srl – Italy Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo A.N.E.S. ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA

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Con la circolare n. 40/E del luglio 2009, si è stabilito – a seguito delle disposizioni del Garante per la protezione dei dati personali in materia di certificazione della spesa sanitaria – che lo scontrino fiscale non dovrà più riportare in modo specifico la denominazione commerciale dei medicinali, bensì il numero di autorizzazione all'immissione in commercio (Aic) e una dicitura generica (ad esempio: “farmaco”, “medicinale”, “omeopatico”, “OTC” e “SOP” o "parafarmaco"). Rendendo, di fatto, la ricevuta molto meno comprensibile, almeno ai più. Ma la stessa circolare contiene una buona notizia: non vi è più l’obbligo, in merito alla certificazione delle spese, di conservare la prescrizione medica e, per quanto riguarda i ticket, la ricetta rilasciata dal medico di base.

Collaboratori Virginia Caliendo, Laura Camanzi, Mauro Guzzinati, Federico Meda

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