Gazzettino mar apr 2018

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distribuzione gratuita anno 16 - n. 2/2018 Marzo / Aprile

GLAUCOMA occhio al domani FOCUS: L’amore e la salute del cuore BENESSERE: Allergie e rimedi naturali

PSICOLOGIA: Il primo anno da mamma PET CORNER: Gli “ospiti” di Fido


distribuzione gratuita anno 16 - n. 2/2018 Marzo / Aprile

sommario L’intervista OCCHIO AL DOMANI

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Intervista a Silvia Paliotta di Luisa Castellini

Medicina estetica LA TOSSINA BOTULINICA

Focus L’ AMORE E LA SALUTE DEL CUORE

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Lidia Rota Vender

Benessere ALLERGIE E RIMEDI NATURALI

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Patrizia Mantoessi

Psicologia IL PRIMO ANNO DA MAMMA

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Marlene Rota Stabelli

Pet Corner GLI “OSPITI” DI FIDO

In collaborazione con Marco Melosi

Bimestrale di informazione al pubblico di Club Salute S.p.A. Anno 16, n° 2 Marzo / Aprile 2018 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Luisa Castellini Comitato Scientifico Paolo Borgarelli, Valentina Guidi Hanno collaborato Patrizia Mantoessi, Marlene Rota Stabelli, Lidia Rota Vender Impaginazione Sergio Muratore Moretti Editore - www.morettieditore.com Stampatore 44U S.r.l. - Via Tarvisio, 6 - Limbiate (MB) - Italy Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo

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Tutto il tempo È quello che abbiamo per pensare alla nostra salute. Anche se spesso ci ripetiamo, e così facciamo a chi ci circonda, esattamente il contrario. Ma la salute e la prevenzione devono avere un posto privilegiato nella nostra agenda, che a primavera si riempie rapidamente di impegni. Qui ne abbiamo suggerito qualcuno. Pensare alla nostra vista, perché dopo i 40 anni, come scopriamo nell’intervista all’oculista Silvia Paliotta, è importante fare dei check-up regolari: solo così è possibile riconoscere in tempo il glaucoma, una malattia oculare progressiva asintomatica e per questo chiamata il ladro silenzioso della vista. Una riflessione sulla “regina” della medicina estetica, la tossina botulinica, ci traghetta poi verso un’altra richiesta di tempo, questa volta per la coppia e la sua intimità. Siamo a primavera del resto, la stagione dell’amore. Quali sono allora le paure di chi ha avuto un infarto o subito un intervento chirurgico? E i veri sintomi ai quali bisogna prestare attenzione? In un articolo di Lidia Rota Vender, presidente di Alt, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, tanti consigli per tornare a vivere pienamente la vita di coppia. Le pagine dedicate al benessere ci accompagnano tra le terapie dolci per le allergie primaverili, utili nella prevenzione e per sostenere il sistema immunitario. Dedichiamo quindi tempo ed energie per esplorare il primo, straordinario, anno di vita del bambino e della sua mamma. Ricordiamo quanto questa relazione sia fondamentale nello sviluppo del piccolo e l’importanza di sostenere la donna nel suo affrontare le prime, inevitabili, sfide. Salutiamo infine questo numero del Gazzettino insieme ai nostri amici a quattro zampe con la prevenzione dei parassiti. Tempo, anche in questo caso, speso benissimo per tutelare la loro e la nostra salute e godere al meglio delle belle giornate che la primavera vorrà regalarci. L.C.

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Perché è indispensabile la prevenzione? Il glaucoma non porta a un abbassamento della quantità di vista ma a un progressivo restringimento del campo visivo. Quando il paziente se ne accorge la malattia è in uno stadio già avanzato e la vista perduta è irrecuperabile. Le cure possono solo conservare la funzionalità visiva superstite.

L’INTERVISTA

Quali sono gli esami che permettono la diagnosi? Il primo esame è la misurazione della pressione dell’occhio, che si effettua con il tonometro. A questo si unisce l’esame del fondo oculare: quando c’è il glaucoma il nervo ottico presenta una tipica escavazione, più accentuata di quella fisiologica. Altri esami importanti sono quello del campo visivo (perimetria computerizzata) che valuta la sensibilità delle diverse zone della retina evidenziando i danni e verificando, in caso di terapia già in atto, che la malattia sia ben controllata. Non ultima la valutazione del disco ottico, che si effettua soprattutto con l’OCT (Optical Coherence Tomography: tomografia a coerenza ottica) che permette di misurare le fibre del nervo ottico e verificare se sono assottigliate.

OCCHIO AL DOMANI Lo chiamano il ladro silenzioso della vista perché chi ne soffre vede bene finché non si accorge della riduzione del campo visivo durante una visita o nella fase più avanzata della malattia, quando le cure potranno solo conservare le funzionalità residue. Ecco perché la prevenzione, dopo i 40 anni, è la migliore “terapia” del GLAUCOMA Intervista a

Silvia Paliotta

• Specialista in Oculistica • Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva, Roma di Luisa Castellini

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a più di settant’anni, altri casi di malattia in famiglia, ma ci vede, tutto sommato, benissimo. Almeno fino al prossimo controllo oculistico a cui si sottopone periodicamente. Altrimenti, quando si accorgerà di vedere come attraverso un cannocchiale, sarà già tardi. Il glaucoma sarà a uno stadio avanzato e tutti gli interventi, chirurgia

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compresa, potranno essere rivolti esclusivamente a preservare le funzionalità visive residue. È questo un identikit del paziente con glaucoma, i cui fattori di rischio sono un tono oculare elevato, l’età, la familiarità, la miopia elevata e i problemi vascolari. Malattia oculare asintomatica e progressiva, è spesso associata a un aumento della pressione oculare e può causare danni irreversibili al nervo ottico. Dell’importanza della prevenzione, degli esami e delle terapie abbiamo discusso con Silvia Paliotta, oculista del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva a Roma - centro fondato dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus presso il Policlinico A. Gemelli - in occasione della Settimana Mondiale del Glaucoma.

Quando è indicata la pachimetria? È un esame che permette di misurare lo spessore corneale. A volte si riscontrano valori di pressione oculare che sono considerati normali, ma se rapportati allo spessore della cornea permettono di identificare forme di glaucoma silenti. Una cornea sottile porta a considerare normali dei valori di pressione oculare che normali non sono, così come è vero anche il contrario. Cosa causa l’aumento della pressione dell’occhio che innesca il glaucoma? Nell’occhio è continuamente prodotto e riassorbito un liquido, l’umor acqueo. Se la produzione è ecces-

I numeri Il glaucoma è la seconda causa di disabilità visiva nel mondo. Secondo i dati dell’OMS ne soffrono 55 milioni di persone. In Italia sono quasi un milione i pazienti in terapia, anche se si stima ne siano affette un altro milione di persone che non hanno ancora ricevuto una diagnosi. 4500 sono i nuovi casi di cecità ogni anno. L’incidenza della malattia aumenta con l’età: dal 2% dopo i 40 anni al 10% negli over 70. Da qui l’importanza della prevenzione, soprattutto in presenza di familiarità per la malattia.

11-17 marzo

Settimana Mondiale del Glaucoma La prevenzione non deve essere mai persa di vista. Una buona occasione per pensarci è la Settimana Mondiale del Glaucoma, durante la quale l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus organizza in molte città check-up oculistici gratuiti e conferenze. Per scoprire le iniziative più vicine si può chiamare il numero 800-068506 (lunedì-venerdì, ore 10-13) o visitare il sito > iapb.it siva o più spesso vi sono delle ostruzioni a livello del trabecolato (una struttura spugnosa che si trova tra iride e cornea, che ha la funzione di far defluire l’umor acqueo), la pressione oculare si alza causando una compressione delle strutture oculari. A risentirne di più è la papilla ottica, ove si riuniscono le fibre nervose provenienti dai fotorecettori (coni e bastoncelli), formando il nervo ottico. Esistono poi, come si è visto, una serie di fattori di rischio (età, familiarità e problemi vascolari) che concorrono nell’insorgenza del glaucoma. Quali sono i valori di riferimento? Si ritengono normali valori di pressione intraocu-

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lare compresi tra i 10 e i 20. In caso di glaucoma cronico o ad angolo aperto superano i 20-21 mmHg, ma esiste anche una forma della malattia, il cosiddetto “glaucoma a bassa pressione”, che sembra dipendere da uno scarso afflusso di sangue al nervo ottico. Quali sono le cure disponibili? Inizialmente la terapia è di tipo farmacologico con colliri da instillare una o più volte al giorno che abbassano e mantengono stabile la pressione oculare con l’obiettivo di arrestare il peggioramento del campo visivo. Questi farmaci danno buoni risultati e di norma sono ben tollerati ma talvolta possono dar luogo a effetti indesiderati come bruciore, arrossamento dell’occhio e pigmentazione della cute perioculare. Nei casi non rispondenti o intolleranti si può optare per il laser o ricorrere all’intervento chirurgico. Il laser è indicato solo in alcune forme di glacoma per aumentare il deflusso dell’umore acqueo, ma ha un effetto transitorio. In cosa consiste l’intervento? Con la trabeculectomia si crea chirurgicamente un canale nella sclera per far defluire l’umor acqueo al di sotto della congiuntiva, consentendo così di ottenere una riduzione della pressione oculare. Nella maggior parte dei casi, l’80%, l’intervento è risolutivo ma espone ad alcune complicanze come la formazione di una cataratta. Su quali versanti si concentra la ricerca? Sul miglioramento dei colliri, che sono la terapia di prima scelta per ridurre la produzione di umore acqueo e migliorarne il deflusso. A questo si aggiunge il versante di ricerca sulla neuroprotezione. Ai colliri si abbinano sempre più spesso delle molecole che sono dei veri e propri neurotrasmettitori che migliorano il trofismo delle fibre del nervo ottico contrastandone la morte precoce. Nella maggior parte dei casi si assumono per bocca, anche se di recente sono disponibili dei colliri che contengono queste molecole. Si tratta di sostanze prese in prestito alla neurologia, come ad esempio la citicolina, impiegata anche per contrastare la degenerazione delle cellule nervose nell’Alzheimer.

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Glaucoma

i diversi tipi Ad angolo aperto. È il più frequente perché colpisce 8 pazienti su 10. L’umor acqueo ha difficoltà a defluire attraverso una struttura oculare specifica (chiamata trabecolato sclerocorneale). Si sviluppa lentamente e senza sintomi per cui ci si accorge del restringimento del campo visivo solo quando è in uno stadio avanzato o durante un controllo. Acuto ad angolo chiuso. Si verifica in presenza di un’ occlusione dell’angolo irido-corneale che provoca un aumento improvviso della pressione intraoculare (perché si ostruisce il canale di “scolo”). L’attacco acuto di glaucoma colpisce il 10% dei glaucomatosi, in prevalenza le donne, ed è molto grave. Se non è curato con prontezza conduce in breve tempo alla cecità. Tra i sintomi, l’offuscamento della vista, la comparsa di aloni anomali attorno alle luci, dolore oculare violento, nausea e vomito. Congenito. È una forma rara, colpisce un bambino ogni 10mila. Il sistema di drenaggio dell’umor acqueo non funziona bene fin dalla nascita a causa di alterazioni anatomiche-strutturali. Tra i sintomi, fotofobia, lacrimazione eccessiva, aumento delle dimensioni dell’occhio, cornea opaca. Secondario. L’ostacolo al deflusso dell’umor acqueo è dovuto a un’altra malattia come il diabete, alle trombosi retiniche, all’uso di alcuni farmaci, ad emorragie, tumori e stati infiammatori. Tra i glaucomi secondari c’è anche quello pseudoesfoliativo che colpisce entrambi gli occhi.


MEDICINA ESTETICA

LA TOSSINA BOTULINICA I trattamenti diventano sempre più mirati, minimi e veloci

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orrono gli anni ’80 quando la tossina botulinica, impiegata per lo strabismo, inizia a essere usata anche in chirurgia estetica. Da allora di strada ne ha fatta, e molta, diventando il trattamento di medicina estetica di maggior successo al mondo. Merito della sua versatilità, che permette di affrontare molte condizioni in modo veloce, praticamente indolore, con risultati temporanei e totalmente reversibili. La tossina è prodotta dal Clostridium botulinum e blocca il rilascio di acetilcolina a livello della giunzione neuromuscolare. Ne deriva una paralisi temporanea dei muscoli interessati. Da qui il suo impiego principale, nel trattamento delle rughe dinamiche - ovvero di quelle d’espressione, dovute alla contrazione dei muscoli - in particolare della parte superiore del volto, della fronte e della regione perioculare. Negli anni l’evoluzione della medicina estetica ha condotto alla ricerca di una naturalezza sempre maggiore accantonando per sempre, o quasi, gli eccessi degli anni ’80 e ’90. La tossina botulinica è “regina” nel trattamento delle rughe, che ormai è veloce - si esegue in pochi minuti - e permette praticamente un immediato ritorno alle attività quotidiane. Occorrono poi 3-4 giorni perché dispieghi completamente la sua azione, che diventa stabile dopo un paio di settimane per una durata, complessiva, intorno ai 3-4 mesi. Il trattamento, come è noto, è ripetibile. Tra gli effetti collaterali, lievi e saltuari, la percezione di un indebolimento nelle zone trattate, nausea, lacrimazione e cefalea se le iniezioni interessano la zona intorno agli occhi. In Italia l’impiego della tossina è stato autorizzato nel 2004 per gli specialisti in chirurgia plastica, dermatologia, neurologia e chirurgia maxillofacciale. Di recente l’AIFA, in una nota, ha dato il suo ok all’impiego odontoiatrico per il trattamento del bruxismo e del gummy smile. Con la tossina botulinica, infatti, non si trattano

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solo le rughe. Da tempo è impiegata per l’iperidrosi (l’eccessiva sudorazione) ascellare primaria e palmo-plantare, per il blefarospasmo (la chiusura involontaria delle palpebre), per curare i disturbi del VII nervo cranico, lo strabismo ovviamente, la distonia cervicale e nella profilassi della cefalea cronica. Molti altri impieghi, persino nella depressione, sono al vaglio dei ricercatori. Nel frattempo la tossina continua a regnare nella medicina estetica.

Come si formano le rughe Anno dopo anno la pelle perde naturalmente tono, spessore e volume per effetto della progressiva riduzione di acido ialuronico, delle fibre di collagene e dell’elastina. Ad accelerare il processo, è lo stile di vita: un’alimentazione scorretta, il fumo di sigaretta e, soprattutto, l’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti. Così nascono le rughe: quelle d’espressione, dinamiche, che si notano durante la contrazione dei muscoli e quelle permanenti, che segnano il viso anche quando non c’è alcun movimento.

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persone scoprono di avere ancora il desiderio di una vita di coppia, ma sono piene di timori. Una vita sessuale soddisfacente può essere fondamentale per aiutare la coppia: la tranquillità, la serenità e, perché no, anche la felicità durante e dopo la convalescenza sono importanti per il cuore del paziente e per chi gli sta accanto. Al contrario, l’impossibilità di ritrovare l’intimità abituale può causare frustrazione o irritazione e generare incomprensioni e conflitti. È importante ricordare che l’attività sessuale si manifesta in svariati modi: dal piacere di essere accanto a qualcuno e di abbracciarsi, fino alle carezze e al rapporto completo. Sono tutti modi di esprimere e sperimentare l’affetto e l’amore ugualmente importanti.

FOCUS

Eccitazione, battito cardiaco e pressione

L’ AMORE e la salute del cuore La convalescenza, i timori, i segnali ai quali prestare attenzione, lo stile di vita: come cambia l’intimità della coppia dopo un infarto o un intervento chirurgico? Lidia Rota Vender

• Specialista in Ematologia • Presidente di Alt, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus > trombosi.org

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er chi ha avuto un infarto o ha subito un intervento chirurgico al cuore, può essere difficile ricominciare a pensare a una vita sessuale soddisfacente. In realtà, dopo un attacco cardiaco o un intervento al cuore, il 75% delle persone non cambia le proprie abitudini sessuali. Dopo una prima fase di convalescenza, molte

Nelle persone che non hanno un problema cardiovascolare, di norma durante un rapporto sessuale si verificano alcuni fenomeni di tipo fisico che interessano diversi organi e apparati. Con l’eccitazione il ritmo respiratorio, il battito cardiaco e la pressione sanguigna aumentano lentamente e la pelle diventa più sensibile. Se l’eccitazione aumenta, sia il battito cardiaco che la pressione sanguina crescono ulteriormente. Durante l’orgasmo, l’accumulo di tensione è scaricato in un lasso di tempo relativamente breve: il battito cardiaco aumenta da 90 a 145 battiti per minuto, con una media, al momento di maggiore eccitazione, di 115 battiti per minuto. In seguito la pressione sanguigna e il ritmo respiratorio tornano ai livelli abituali. Tutte queste reazioni

La lotta alla trombosi Si celebra il 18 aprile la Giornata nazionale per la lotta alla trombosi promossa da Alt con incontri ed eventi. L’edizione di quest’anno punta i riflettori sull’embolia polmonare. Info > trombosi.org | >giornatatrombosi.it

Dal dottore farmaci e prova da sforzo

Chi ha subito un intervento di solito ha meno timori rispetto a chi è stato colpito da un infarto e dopo la riabilitazione si sente più forte. Tutti hanno comunque bisogno di una buona rete di supporto per tornare alla propria vita migliorandola. Quando la sessualità spaventa è utile confrontarsi con il medico, che potrebbe suggerire un test da sforzo. L’esame è molto semplice: si valutano elettrocardiogramma, pressione e funzioni vitali durate un esercizio alla cyclette. Un buon risultato toglierà ogni dubbio. Sicuramente il dottore consiglierà anche un’attività fisica regolare per sostenere l’umore e la salute cardiovascolare migliorando quindi anche la sessualità. Un calo del desiderio e della capacità sessuale potrebbero invece essere collegati all’assunzione di farmaci come antipertensivi, tranquillanti, antidepressivi o per il controllo di aritmia e angina pectoris per cui è sempre opportuno discuterne col medico curante.

sono normali durante l’attività sessuale, tanto che di solito passano inosservate.

L’influenza della paura sull’intimità

Le persone colpite da infarto o che hanno subito un intervento di chirurgia cardiaca reagiscono più o meno allo stesso modo e quindi come prima dell’evento vascolare. Si consiglia di fare attenzione al ritmo del cuore e del respiro, all’intensità delle contrazioni muscolari e, più in generale, alla tensione emotiva e psicologica. È normale sentirsi più in allerta su ciò che accade, ma è sbagliato preoccuparsi eccessivamente. È importante ricordare che i fattori psicologici possono influenzare la potenza e l’interesse sessuale in modo positivo ma anche negativo. Alcune coppie hanno talmente paura di problemi cardiaci causati dal rapporto sessuale che decidono di rinunciare all’intimità.

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I segnali da non trascurare Durante l’attività sessuale è normale che il cuore batta più forte e velocemente, la respirazione sia più veloce e la pelle si inumidisca. I sintomi che indicano, invece, che il cuore non può sopportare il carico di fatica sono altri. Una sensazione di pressione, dolore e scomodità nella mascella, nel collo, nel braccio, nel petto e nello stomaco. Un notevole cambiamento nel ritmo del respiro oppure battiti cardiaci eccessivamente rapidi e irregolari. Se si avvertono questi sintomi durante l’attività sessuale è importante parlarne con il proprio partner e, ridotta l’attività, concedersi una pausa, riposarsi e assumere i farmaci prescritti dal medico. Pastiglie di nitroglicerina prese per tre volte nel raggio di dodici-quindici minuti possono portare sollievo. Anche la difficoltà a prendere sonno dopo l’attività sessuale, il cambio del ritmo o della velocità del battito del cuore, dolori insoliti al petto o un’eccessiva stanchezza devono indurre a chiedere un consulto al proprio medico.

Tornare alla normalità senza stress

Le precauzioni Per aiutare a diminuire il carico di lavoro sopportato dal cuore del paziente e aumentare la soddisfazione sessuale si consiglia di scegliere un momento in cui entrambi i partner siano rilassati e aspettare che passino almeno due-tre ore dall’ultimo pasto completo. Questo intervallo permette che si completi la digestione che, come è noto, richiede al sistema stomaco-fegato-intestino un maggior apporto di sangue. Quando grandi quantità di sangue vengono sequestrate per la digestione, il cuore deve lavorare di più per garantire la circolazione anche per le altre funzioni fisiologiche. Infine non dimentichiamo i farmaci: se il medico li ha prescritti vanno assunti prima del rapporto.

Lo stile di vita È fondamentale rimettersi in forma, impostando una ruotine giornaliera basata su una sana alimentazione, un regolare esercizio fisico, un buon riposo e naturalmente adeguate cure mediche. Vanno inoltre eliminati i fattori che possono influenzare negativamente una ripresa rapida e fra questi spicca senza dubbio il fumo, attivo e passivo. Bisogna assolutamente trovare il tempo per un’attività sportiva: le più indicate sono aerobica, jogging, nuoto e bicicletta oltre alla classica camminata a passo lesto.

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Dopo un attacco cardiaco o un intervento la maggior parte delle persone non cambia abitudini sessuali. Certo, le paure non mancano. Spesso il partner può soffrire come il paziente di ansia o depressione o diventare iperprotettivo. Le preoccupazioni del paziente sommate a quelle del partner possono aumentare la tensione e allontanare la ripresa della vita quotidiana. Ricordiamo che depressione, irritabilità, insonnia o eccessiva sonnolenza e cambiamenti nell’appetito sono sintomi normali, ma nell’85% dei casi scompaiono entro tre mesi dall’evento. Per non aumentare le tensioni, è importante che la coppia mantenga vivo il dialogo, riprenda le redini della propria quotidianità e trasformi la malattia in un’occasione per riflettere e migliorare la qualità di vita, compresa quella relazionale. Rinunciare all’intimità non è una soluzione, anzi: vivere con equilibrio e sicurezza la sessualità è un tassello importante per riconquistare al più presto fiducia e benessere.


za del sistema immunitario. Alcuni aumentano le condizioni di permeabilità intestinale, altri consentono un passaggio attraverso la pelle e le mucose di diversi allergeni, altri ancora alterano il controllo neurologico e psicoemotivo. Tra le altre cause di allergie, si indicano l’uso prolungato di alcuni farmaci, gli interventi chirurgici, la carenza di oligoelementi, in particolare zinco, rame, manganese e litio e la carica allergenica elevata e persistente nell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo alla quale siamo, più o meno consapevolmente, esposti. Le forme allergiche frequentemente compaiono tra i 10 e i 25 anni. Nei primi 2 anni di vita sono frequenti fenomeni cutanei da allergia o ipersensibilità alimentare, dal terzo in poi le forme asmatiche. Non sono comunque rare le allergie in età avanzata, che fanno quindi propendere per l’origine multifattoriale, non solo genetica, dei fenomeni allergici.

BENESSERE

ALLERGIE E RIMEDI NATURALI

I sintomi

Dal raffreddore da fieno alle dermatiti, le “terapie dolci” per sostenere il sistema immunitario

I rimedi naturali

Patrizia Mantoessi • Farmacista a Monza

È

raro incontrare una persona che non abbia avuto almeno un episodio riconducibile a una reazione di tipo allergico. Da alcuni decenni, infatti, complici l’inquinamento e alcuni alimenti trattati, la presenza di forme allergiche tra la popolazione è cresciuta, sia per quanto riguarda le forme respiratorie (asma, rinite) sia per quelle dermatologiche (orticaria, dermatiti) senza dimenticare le allergie e le intolleranze alimentari. Gli allergeni, sostanze presenti nei pollini delle piante, sul pelo degli animali, nella polvere, in alcuni alimenti, sono solitamente ben tollerati nei soggetti sani, ma scatenano reazioni abnormi del sistema immunitario nei soggetti allergici.

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Quali sono le cause delle allergie? In parte si indica quale causa l’ereditarietà, ma studi recenti parlano dell’allergia come di un fenomeno acquisito, non solo dipendente dalla storia familiare. Questa resta comunque importante non solo per un fatto di geni, ma anche per le abitudini alimentari e i comportamenti, in sintesi per lo stile di vita che si tramanda da una generazione all’altra. Inoltre non andrebbe trascurato l’aspetto emozionale. Tra sistema immunitario e sistema nervoso centrale esiste uno scambio reciproco di informazioni che fa pensare che l’uno possa influenzare l’altro. Un particolare stato emotivo potrebbe influenzare le reazioni allergiche di una persona. E viceversa un’allergia potrebbe modificare il comportamento. Su queste ipotesi, molto affascinanti, sono in corso diversi studi. Diversi fattori sembrano interferire con l’efficien-

Quando l’equilibrio “salta” compaiono sintomi infiammatori esplosivi e potenzialmente pericolosi (shock anafilattico). In caso di esposizione agli allergeni, i soggetti con un sistema immunitario efficiente compensano i possibili effetti negativi. Chi è più vulnerabile, invece, va incontro a fenomeni di sensibilizzazione come lacrimazione, starnuti, orticaria.

Se in situazioni gravi come uno shock anafilattico è indispensabile un pronto intervento di un medico, in condizioni non estreme sono i cortisonici e gli antistaminici la terapia di prima scelta. Alcuni rimedi omeopatici e fitoterapici possono essere utili per la prevenzione, la riduzione dell’intensità dei sintomi e in acuto. DRENAGGIO E DETOSSIFICAZIONE DELLA MATRICE. Si conduce con rimedi contenenti Galium aparine. Sulfur, il rimedio della pelle, aiuta a gestire il prurito cutaneo. Il Vincetoxicum stimola il sistema immunitario. La Luffa operculata, disponibile in compresse o spray nasali, si può assumere quotidianamente per trattare le riniti allergiche con congestione e secrezione nasale. Il Ribes Nigrum, sotto forma di M.G. (macerato glicerico) ha un’azione cortison-like con effetto antinfiammatorio ed antiallergico. OLIGOELEMENTI. Ferro, rame, zinco, bismuto, manganese, cobalto, selenio e magnesio sono presenti in tracce nell’organismo e catalizzano le reazioni biochimiche. La loro funzione è spesso compromessa dall’inquinamento atmosferico e alimentare e dall’abuso di farmaci. Sono disponibili in forma di

La domanda

allergia o intolleranza?

Entrambe sono espressione della reattività del sistema immunitario. L’allergia è un fenomeno acuto, una risposta immediata dell’organismo che compare nel giro di pochi minuti. L’intolleranza è invece una reazione più lenta, che insorge a distanza di ore o giorni dall’esposizione prolungata all’allergene quando l’organismo supera il livello di soglia.

soluzioni ionizzate da assumere per via perlinguale. Sono ben tollerati e senza effetti collaterali. In caso di sintomatologia su base allergica come la rinite, può essere utile il manganese. PROBIOTICI. Preservano l’integrità della mucosa intestinale e delle cellule del sistema immunitario presenti nell’intestino. Sono risultati utili in caso di allergia al nichel. La somministrazione di alcuni ceppi di probiotici, in particolare lactobacilli (rhamnosus e acidophilus) e bifidobatteri (longum, bifidum ed infantis) ha migliorato la reattività intestinale anche in caso di accidentale assunzione di cibi ricchi di nichel, riducendo la reattività dell’organismo e aumentandone la tollerabilità.

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PSICOLOGIA

IL PRIMO ANNO DA MAMMA Marlene Rota Stabelli

• Psicologa Psicoterapeuta Perinatale, Lecco • Socio della Società Marcè Italiana per la Salute Mentale Perinatale > marcesociety.it

P Lo trovi in offerta nelle farmacie Club Salute

er sostenere una mamma ci vuole un villaggio intero narra una proverbio africano, sottolineando l’importanza di accompagnare e sostenere una neomamma, soprattutto se alle prese con la nascita del primo figlio. La maternità è infatti uno dei periodi più delicati nell’esistenza di una donna per gli innumerevoli cambiamenti emotivi e pratici che richiede.

Il primo anno di vita del bambino è un’avventura irripetibile ma anche una sfida quotidiana. Allattamento, pianto, sonno, pappe: così si diventa genitori un passo dopo l’altro

L’accudimento, motore della crescita

Durante il primo anno di vita assistiamo al più grande sviluppo fisico e psicologico dell’esistenza di un bambino, che ha bisogno di essere non solo nutrito e accudito ma anche di sviluppare una buona relazione con la mamma e chi si prende cura di lui. Tutti i più recenti studi di epigenetica, una branca della biologia molecolare che

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I segnali della depressione post partum

studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non direttamente attribuibili al DNA, sottolineano l’importanza che la relazione mamma-bambino può avere sull’espressione dei geni e sulla maturazione cerebrale del piccolo, gettando le fondamenta del suo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.

Il primo anno di vita del bambino...

I primissimi mesi di vita sono fondamentali per la costruzione della relazione mamma-bambino. Da un lato abbiamo un bambino, che nasce con delle proprie caratteristiche, che sono determinate in parte dal suo patrimonio genetico, in parte dalle esperienze che ha vissuto durante la gravidanza e il parto. Dall’altro una mamma, che attraverso prove ed errori cerca di conoscere il proprio bambino, i suoi bisogni e le sue attitudini. Da questo incontro quotidiano nasce il legame che aiuta il bambino a regolarizzare i propri ritmi fisiologici e vitali di fame-sazietà, del sonno-veglia e le funzioni intestinali, fondamentali per il benessere di ognuno di noi durante tutto l’arco della vita.

... e della mamma

Interessa il 10-22% delle mamme: spesso non viene identificata e quindi sono pochi i casi (12-30%) che ricevono un trattamento adeguato. Si tende ancora molto a sottovalutarne gli effetti a lungo termine sul benessere della mamma e sullo sviluppo motorio, cognitivo ed emotivo del bambino. Una certa tristezza, tendenza al pianto, ansia e irritabilità - il cosiddetto baby blues - colpisce la maggior parte delle donne dopo il parto e si risolve nell’arco di una settimana. Quando questi sintomi persistono, si aggravano e si uniscono ai segnali tipici della depressione come la perdita di interessi, l’alterazione del sonno o dell’appetito, un crescente senso di inadeguatezza e la conseguente fatica e assenza di piacere nello stare col bambino, è necessario chiedere aiuto a uno specialista.

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Il primo anno di vita del bambino coincide con l’esperienza della maternità per la donna. È essenziale accoglierla quando è alla ricerca di aiuto, di rinforzi e sostegno in assenza dei quali, se non si sente sufficientemente supportata, può sentirsi inadeguata, non all’altezza, insicura. Questi sentimenti possono renderla meno serena e far sì che si relazioni con il bambino con modalità che non lo aiutano a crescere sentendosi al sicuro. In questi casi è probabile che il bambino pianga molto, diventi irritabile e non consolabile, che fatichi a trovare un ritmo adeguato

di sonno-veglia o manifesti delle difficoltà alimentari. Tali problematiche, unite a uno scarso supporto, possono sfociare in una depressione post partum, laddove ci sia una predisposizione.

In farmacia

LE PRIME SFIDE SONNO. Le difficoltà sono molto frequenti nei piccoli sotto i tre anni anche perché il sonno è un processo che matura con lo sviluppo cerebrale. Per questo è necessario l’aiuto esterno della mamma, che contenendo e regolando il bambino lo aiuta a trovare il proprio ritmo. Quando il piccolo dorme poco e piange molto è importante aiutare la mamma a capire che può farlo stare meglio.

supporto e consigli

SVEZZAMENTO. È un altro degli appuntamenti di crescita del bambino che tipicamente fa emergere ansie e spinge le mamme alla naturale tendenza al confronto e alla ricerca di consigli. Importante il supporto del pediatra, ma anche dello psicologo quando necessario, per comprendere come l’incontro col cibo debba avvenire nel rispetto dei tempi del bambino e delle sue predisposizioni. Può capitare, ad esempio, che la mamma tenda ad anticipare troppo questo passaggio: un bambino ancora immaturo per la deglutizione o non pronto a imparare a mangiare da solo può manifestare il desiderio di opporsi. CAPRICCI. Sono un tipico cruccio dei genitori per le potenti emozioni che sono in grado di scatenare sia nel bambino che nell’adulto già a partire dagli ultimi mesi del primo anno di vita. Col tempo è importante imparare a leggerne i significati più profondi, dall’espressione di bisogni al desiderio di crescita e autonomia.

I più recenti studi delle neuroscienze confermano l’antico sapere delle nostre nonne: le neomamme devono essere sostenute con attenzione nei mesi che seguono la nascita del bambino. Ma a una più profonda consapevolezza non corrisponde un maggiore sostegno, anzi la società odierna non sempre assolve questo compito. Le famiglie sono spesso disgregate, lontane fisicamente e i nonni sono ancora attivi lavorativamente o, al contrario, troppo anziani per fornire un supporto continuativo. In questo scenario la farmacia resta un importante punto di riferimento per la neomamma che può trovarvi un buon sostegno. Un consiglio dettato dall’esperienza, un supporto per fronteggiare i piccoli grandi problemi che possono insorgere nel primo anno di vita del bambino e, se necessario, l’orientamento verso un aiuto professionale.

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PET CORNER

GLI “OSPITI” DI FIDO

Difendere i nostri amici a quattro zampe è indispensabile anche in città, soprattutto quando vivono in casa: la prevenzione dai parassiti In collaborazione con Marco Melosi • Medico Veterinario, Specialista in Malattie dei Piccoli Animali • Presidente Nazionale A.N.M.V.I. Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani • Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Livorno > anmvi.it

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a zampa insiste un po’ troppo sull’orecchio e il pensiero corre subito alle pulci. Le avrà prese? E via, armati di lente di ingrandimento, a controllare la cute, la cuccia e oggi, più che mai, il divano e magari anche il nostro letto. Sì perché il cane, negli ultimi trent’anni ha fatto un salto triplo,

come spiega Marco Melosi, veterinario a Livorno e Presidente ANMVI.

Il triplo salto di Fido «Il cane è passato dal giardino alla cuccia al letto in poco meno di trent’anni», spiega Melosi. «E questo ha cambiato non solo il suo stile di vita ma anche il nostro, obbligandoci a un’ancora maggiore attenzione per la salute del nostro amico a quattro zampe per via dei contatti sempre più stretti». Se un tempo sembrava già un “vizio” farlo salire sul divano, oggi spesso il cane condivide con i padroni direttamente il letto. A questo dobbiamo aggiungere il cambiamento climatico che ha condotto a un aumento della temperatura di circa un grado. «Questo significa che i parassiti, in particolare le pulci, che un tempo non

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sopravvivevano all’inverno, oggi trovano condizioni più favorevoli sia all’aperto - attenzione alle zone di sgambamento per i cani! - sia nelle case, dove la temperatura si aggira sempre sui 18-20°, ideale per il loro sviluppo». Da qui la necessità di cambiare strategia e di preoccuparsi della prevenzione dei parassiti tutto l’anno, non solo a primavera.

Prevenzione tutto l’anno «Se fino a pochi anni fa si ricorreva all’antiparassitario nei mesi più caldi, da aprile a settembre, oggi è meglio optare per una protezione continua» per evitare che Fido sia messaggero di brutte sorprese. Il fatto che sia parte della famiglia non deve indurre ad abbassare la guardia ma, anzi, deve essere motivo per alzare la soglia di attenzione. Sì perché non va dimenticato quanto la salute del nostro pet sia sempre più legata alla nostra. Non c’è “solo” il pericolo dei parassiti, pulci in primis, ma anche della rogna o del proliferare di funghi responsabili di micosi come la tigna, e poi di parassiti interni come ossiuri o ascaridi. <<Condividere spazi molto ristretti con il cane o il gatto non presenta particolari controindicazioni a patto che l’uomo e l’animale risultino sani. Alcune precauzioni devono essere prese in considerazione per i soggetti immunodepressi, gli asmatici e gli allergici in genere>>. Periodici controlli dal veterinario ci rassicureranno sullo stato di salute dei nostri amici animali.

Non “solo” pulci Quando il cane o il gatto prendono le pulci, oltre ai morsi, al prurito e agli effetti del grattamento, rischiano allergie scatenate dalle sostanze che l’ospite trasmette e che potenzialmente possono condurre a fastidiose dermatiti che richiederanno l’antibiotico per guarire. Le pulci possono poi veicolare altri parassiti: caso classico è quello della tenia, che si insedia e cresce nell’apparato digerente e dell’emobartonellosi, una malattia ematica cronica del gatto. Più rari, tra i parassiti, sono i pidocchi e le zecche, che per attecchire e riprodursi necessitano di una temperatura e di un’umidità particolari, tipicamente estive. Durante la primavera e l’estate bisogna poi prestare attenzione alle zanzare, che possono trasmettere a cani e gatti la filariosi cardiopolmonare, che si può prevenire con compresse e tavolette masticabili o, solo per Fido, con un’iniezione che garantisce una copertura annuale. Un grave pericolo per i cani che vivono all’aria aperta è infine rappresentato dalla leishmaniosi, trasmessa dai pappataci, una specie particolare di piccole zanzare che colpiscono soprattutto col calar

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Pulci e zecche come riconoscerle Piccole e veloci, le pulci non sono facili da scovare se il pelo del nostro amico a quattro zampe è particolarmente folto. Sulla cute, alla base del pelo, guardando con attenzione si potranno comunque trovare i loro escrementi, che sono dei puntini nero-marroni. Più semplice, invece, scovare le zecche, che hanno tutt’altra dimensione e veicolano, succhiando il sangue dell’ospite, malattie gravi come rickettsiosi, ehrlichiosi e malattia di Lyme. Una buona igiene dell’animale con spazzolate frequenti garantisce di accorgersi della presenza di pulci e zecche tempestivamente.

della sera per cui è meglio farli dormire in casa nelle stagioni calde, e impiegare gli appositi parassitari.

Gli antiparassitari In commercio ne esistono di vari tipi: di solito in base alla razza, all’età e allo stile di vita del cane si decide la soluzione più adeguata insieme al veterinario nell’ambito di un progetto di prevenzione più ampio che comprende anche la profilassi per filariosi e leishmaniosi e, naturalmente, le vaccinazioni. «Importante evitare il fai-da-te e ricordare che il cane e il gatto sono animali diversi. Alcuni antiparassitari, infatti, sono indicati per entrambi, ma molti no. E un prodotto adatto per il cane può essere nocivo quando non mortale per il gatto perchè non è un piccolo cane». Lo stesso vale per conigli e furetti e gli altri animali da compagnia presenti nelle nostre case: meglio discuterne col veterinario alla prima visita di controllo. Gli antiparassitari sono disponibili in quattro soluzioni: lo spray, più tradizionale, le gocce da applicare tra le scapole dell’animale, le compresse che garantiscono una copertura da 1 a 3 mesi e, non ultimi, i collarini. Tra i prodotti naturali, l’olio di neem, che si può usare quando il pelo non è troppo lungo. È un buon repellente per pappataci e zanzare ed è ottimo anche contro le infestazioni di pulci. Frizionato sul pelo di cani e gatti crea una barriera e ha un effetto curativo sulla cute irritata.

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