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Il Gazzettino della
Farmacia Club Salute
Distribuzione gratutita - Anno 11 - n. 5/2013 - Settembre/Ottobre
GIOVANI E ALCOL Speciale PsicosomaticitĂ Benessere Cibo integrale
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Mag2. o Per prendere la vita con magnesio IrritabilitĂ , stanchezza e crampi possono essere sintomi di una carenza di magnesio. o. Con Mag2 puoi alleviare questi sintomi. Ăˆ un medicinale a base di magnesio pidolato. Leggere attentamente il foglio oglio illustrativo. Att Attenzione ttenz en ion ione i medicinali van vanno assunti con cautela, per un breve periodo di tempo, non superando le dosi consigliate e solo per indicazioni pe le indicazi ioni riportate nel foglio illustrativo. In caso di dubbio rivolgersi al medico o al farmacista. maggio sta. Autorizzazione del 10 ma maggi ggioo 2012. 2 www.ilmagnesio.it
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Editoriale Sommario 4
SPECIALE
Psiche e soma interagiscono
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SPAZIO BIMBI
Nutrire pancia e cuore
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DOMANDE
Tatuaggio, mi hai stancato
APPROFONDIMENTO I giovani e l’alcol
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BENESSERE
I vantaggi del cibo integrale
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RICETTE
Uva in tavola
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FARMACIE CLUB SALUTE
Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese Anno 11, n° 5 Settembre-Ottobre 2013 Reg. Trib. Lecco N. 10/03 del 22/09/2003 Direttore responsabile Sergio Meda Comitato Scientifico dottor Paolo Borgarelli, dottoressa Valentina Guidi Collaboratori Claudio Bono, Laura Camanzi, Patrizia Mantoessi, Federico Meda, Vittoria Pietropoli, Gianni Poli Coordinamento redazionale Hand&Made Milano - www.handemade.it Impaginazione e grafica De Marchi di De Marchi Simone - www.de-marchi.com Stampatore Gam Edit Srl – Italy, Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg) Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Socio Effettivo
Le varie soluzioni Ai molti interrogativi che quotidianamente ci poniamo spesso non siamo in grado di dare risposte convincenti. In molti casi il dubbio permane, la risposta è “dipende”. Questioni di opportunità, non solo di punti di vista. In questo numero abbiamo posto nel mirino una serie di argomenti controversi nel tentativo di venirne a capo e abbiamo chiesto a chi è esperto di fornire la più opportuna chiave di lettura. Sono così emerse, in serie, alcune soluzioni soddisfacenti, a partire dai vantaggi del cibo integrale che, fatte salve alcune controindicazioni, è certamente benefico per l’organismo. Ma attenzione a verificare i possibili trucchi perché non tutti i cibi commercializzati come integrali lo sono per davvero. Molto si è dibattuto in questi anni sull’interazione tra corpo e psiche, in rapporto alle patologie, per questo i sintomi somato-psichici sono sotto esame nello Speciale. Lo Spazio Bimbi è dedicato all’impossibilità (anche solo temporanea) di allattare al seno e ai suggerimenti per la scelta del biberon più adatto. Ulteriormente, ci siamo interrogati su come togliere un tatuaggio quando viene a noia, quindi sulla pratica del tattoff che sta prendendo sempre più piede. L’Approfondimento è legato al tema della dipendenza dall’alcol, che coglie effettivamente una popolazione progressivamente più giovane. Ma non confondiamo una birra di troppo, consumata in compagnia, con i problemi di ben altro spessore che definiscono un etilista. Proprio perché l’uva non dev’essere indiziata di nocività, chiudiamo con le sue virtù a vario titolo, grazie ai componenti e alle loro proprietà. Come sempre, ogni alimento naturale impiegato in quantitativi opportuni è un toccasana.
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Psiche e soma interagiscono Un labirinto nel quale è difficile destreggiarsi ma il filo di Arianna lo ha fornito il professor Roberto Pani, psicoterapeuta Abbiamo fatto un’incursione nel labirinto delle malattie psicosomatiche che alcuni, in ambiente scientifico, nemmeno riconoscono come tali. In premessa va chiarito quanto la psiche entri in gioco nella genesi di una patologia. In questo ci aiuta il professor Roberto Pani, psicoterapeuta: «Sentimenti ed emozioni sono in stretto contatto con l’organismo. In passato la medicina trascurava i sintomi che non potevano diagnosticarsi in modo organicistico, legato cioè al corpo, e quindi la genesi psicologica di una malattia si considerava irrilevante ai fini pratici e scientifici. Oggi si parla di medicina somato-psichica, ragionando dell’essere umano come di un organismo che dallo stato fetale inizia a fare incontri significativi, dalla voce materna all’alimentazione. Si pensa cioè all’individuo come un’unità sintetica: corpo e cervello e mente psichica sono unità a cui è connesso l’aspetto emotivo».
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Le emozioni e i conflitti attuali o remoti possono essere determinanti: «I sintomi somato-psichici, spesso, pur non organizzandosi in vere e proprie malattie, si esprimono attraverso il corpo, coinvolgono il sistema nervoso autonomo e autoimmune e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico, ansia, paura o stress. Sono invece considerate clinicamente malattie somatopsichiche quelle malattie alle quali normalmente si riconosce una genesi psichica nelle quali si verifica un vero e proprio stato di malattia d’organo con segni indiscutibili di lesione». Stiamo parlando di ulcera duodenale, sindrome di Crown e colite ulcerosa, stipsi cronica, alopecia areata nella donna, le varie dermatiti, tipo eczema da contatto e le infinite allergie e malattie a carattere autoimmune. Non vanno dimenticati i disturbi dell’alimentazione, in particolare «i due eccessi rappresentati
Speciale l’orticaria, la canizie, la secchezza della cute e delle mucose, la sudorazione abbondante». E ancora «i sintomi di cefalea ipo-ipertensiva, i crampi muscolari, il torcicollo, la mialgia, l’artrite, dolori al rachide (cervicale e lombo-sacrale), la cefalea nucale. E pure la psicopatologia contempla le malattie e i sintomi connessi al sistema genitourinario ad esempio dolori mestruali, disturbi minzionali, enuresi, impotenza sessuale».
dall’anoressia nervosa e dalla bulimia con conseguente obesità, che includono il vomito dopo i pasti e l’uso di lassativi; le malattie e i sintomi psicosomatici a carico del sistema gastrointestinale; la rettocolite emorragica, mentre alcuni disturbi psicologici sono presenti in alcune malattie a carico del sistema respiratorio, ad esempio dispnea iperventilatoria, il singhiozzo. Senza dimenticare alcuni sintomi a carico del sistema cardiovascolare come l’insufficienza coronarica e persino, l’ipertensione arteriosa essenziale, la cefalea emicranica, la nevrosi cardiaca, le algie precordiali». Non è finita, manca tutto quanto può colpire il sistema cutaneo: «ad esempio la psoriasi, l’eritema pudico (rossore da emozione), l’acne, la dermatite atopica, il prurito, la neurodermatosi, l’iperidrosi,
Molto si spiega, a detta del professor Pani, ragionando dei meccanismi difensivi più arcaici che manifestano direttamente il disagio psichico attraverso il corpo: «In queste malattie l’ansia, la sofferenza, le emozioni troppo dolorose per poter essere vissute e sentite, trovano una via di scarico immediata nel soma, il disturbo. In genere il paziente somaticopsichico difficilmente esprime sentimenti quali rabbia, paura, delusione, scontentezza, insoddisfazione. Spesso si tratta di pazienti che hanno difficoltà a far emergere le emozioni, quindi i fantasmi rimangono dentro di loro». Per questo non è difficile pensare a persone che non percepiscono rabbia, frustrazione o stress per una difficile condizione lavorativa ma nemmeno immaginano una possibile connessione tra la loro ulcera e le emozioni o i vissuti negativi relativi al lavoro. di Gianni Poli
L’alleanza terapeutica Fondamentale per indebolire ed eliminare i processi che sostengono il disturbo psicosomatico è la comprensione profonda della personalità dell’individuo, con il quale è possibile pianificare un intervento personalizzato: il modo più efficace per cambiare i sintomi è infatti modificare i modelli che li sostengono. Per questo si parla di “alleanza terapeutica” che muove dalla forte motivazione del paziente a vincere la sua malattia, la sua infelicità. Nel percorso di sostegno psicologico si interviene su due livelli: il primo sintomatico, circoscritto alla situazione attuale che produce stress e disagio. Favorendo l’elaborazione del vissuto e aiutando il paziente a risolvere la situazione
conflittuale che lo tormenta si ottengono risultati importanti per il superamento della malattia psicosomatica. Il secondo livello riguarda la causa o il sistema di concause che generano il disagio e le malattie psicosomatiche. In questa direzione si procede a un’analisi del funzionamento del paziente per mettere a fuoco come certi giudizi, certi comportamenti, certe credenze costruiscono un substrato in cui alcune situazioni stressanti mettono radici per svilupparsi poi come malattie psicosomatiche. In entrambi gli ambiti si può allargare l’intervento alla famiglia o al partner: questo permette di modificare non solo il soggetto, ma l’intero sistema funzionale a lui prossimo.
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Nutrire pancia e cuore L’Organizzazione mondiale della Sanità consiglia di allattare fino al primo anno di età. Per ragioni diverse non sempre si può e si ricorre al biberon: ecco alcuni consigli per l’acquisto L’allattamento al seno è un’esperienza d’amore straordinaria che permette ad ogni mamma di sperimentare l’incontro con il suo bambino attraverso un semplice “gesto” durante il quale, donando gratuitamente tutta se stessa, soddisfa le due esigenze primarie di ogni neonato: la nutrizione e
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l’affettività. Questo meraviglioso contatto corpo a corpo permette al bambino di sentirsi contenuto e protetto e pone le basi per tutto il suo sviluppo psico-motorio. Sperimentare il profondo appagamento offerto dall’allattamento al seno e poterne godere in pienezza, senza limiti imposti da conce-
Spazio bimbi zioni rigide, garantisce al nascituro radici solide e sicure e permette alla mamma di soddisfare armoniosamente i bisogni del bimbo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) consiglia di allattare esclusivamente al seno il proprio bambino almeno per tutto il primo anno di vita. Nella realtà, però, sono numerose le madri che, per ragioni diverse e non per scelta (lavoro, ragadi profonde, mastite, malformazioni importanti), utilizzano ben presto il biberon, sia per assicurare al bambino la possibilità di nutrirsi con il latte materno anche in loro assenza, sia perché scelgono di integrare l’alimentazione con un’aggiunta di latte artificiale o altri liquidi. In ogni caso la scelta migliore è un biberon che non disabitui all’allattamento al seno: consente alla madre di non abbandonare la pratica naturale e al bambino di non modificare il meccanismo di suzione.
BIBERON: COME SCEGLIERLO In commercio sono presenti molti modelli di biberon, è importante scegliere quello giusto per offrire, fin da subito, uno strumento che rispetti la fisiologia della sua bocca e presenti queste caratteristiche: • tettarella allungata, allargata e prodotta preferibilmente in materiale SilikonSeta, liscio come il capezzolo materno. Questo tipo di tettarella consente al bambino di usare la lingua come pompa peristaltica: comprime la tettarella contro il palato e spinge il latte verso la gola del bambino. • fori di ventilazione posti sul fondo e valvola ultrasensibile per facilitare l’ingresso dell’aria nel biberon durante la poppata. In questo modo si assicura l’ingresso di un costante flusso d’aria, ogni volta che il bambino agisce con la suzione sulla tettarella, riducendo l’incidenza di coliche e permettendo alla mamma di pulire perfettamente il fondo del biberon. L’unione di questi elementi permette al bambino di essere in grado di regolare la velocità di flusso del latte, così come accade al seno materno e ne stimola la partecipazione attiva durante la poppata. di Vittoria Pietropoli
Allattamento I vantaggi per il bambino • Soddisfa tutti i bisogni nutritivi fino al sesto mese • Il latte materno è facile da digerire • Si adatta al ritmo di crescita e favorisce uno sviluppo ottimale • Previene la carenza di vitamina, in particolare della A • Fornisce difese contro le infezioni intestinali e respiratorie • Riduce il rischio di allergie respiratorie e della pelle • Fornisce l’acqua sufficiente e non contaminata • Diminuisce il rischio di diabete • Apporta nutrienti essenziali per lo sviluppo neurologico • Stimola un più equilibrato sviluppo psicologico • Favorisce la relazione affettiva con la madre I vantaggi per la madre • Stimola la contrazione dell’utero dopo il parto riducendo il rischio di emorragie e accelera il ritorno alle dimensioni normali • Ritarda l’ovulazione aiutando a distanziare le nascite • Contribuisce a prevenire cancro al seno e alle ovaie • Diminuisce il rischio di osteoporosi • Aiuta la madre a recuperare la forma fisica in modo dolce e non faticoso • È piacevole, dà serenità e tranquillità • Favorisce la relazione affettiva con il figlio Vantaggi generali • È il sistema più comodo e meno costoso per nutrire il bambino perché è sempre pronto e disponibile • Perfetto anche in situazioni particolari (gemelli, prematuri, eccetera) • Ha la giusta temperatura, concentrazione, contenuto di nutrienti • È ecologico (non serve energia per produrlo)
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Tatuaggio, mi hai stancato
Cos’hanno in comune Angelina Jolie e Mike Tyson, Michelle Hunziker e Robbie Williams, Belen Rodriguez e David Beckham? Sono tutti personaggi celebri, certo, ma soprattutto tutti sfoggiano una nutrita serie di tatuaggi. Vip a parte, l’esibizione dei corpi che contraddistingue ogni estate ha appena dimostrato, una volta di più, che i tatuaggi sono di gran moda (potrebbero essere addirittura 3 milioni gli italiani di entrambi i sessi che ne hanno almeno uno). E il fenomeno è in netta ascesa, come del resto lo sono gli studi di tattoo. Accanto alla crescita dei tatuaggi, però, in parallelo cresce il tattoff, ovvero la voglia (o la necessità) di eliminarli. Dati ufficiali non ne esistono, ma secondo i numeri forniti da siti web dedicati, il 30% degli italiani che esibiscono un tatuaggio finisce col pentirsi o, comunque, col decidere di ritornare come prima. «A volte il tatuaggio riporta a qualcosa di “scomodo”, come il nome dell’ex partner: da qui la voglia di cancellarlo una volta per tutte», dice Maurizio Ressa, consigliere della Sicpre, la Società italiana
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di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica che rappresenta oltre 1200 specialisti nel nostro Paese. «Altre volte, la richiesta di eliminarlo è più che altro legata a una vera necessità. Ad esempio,
Qual è il momento giusto? Il periodo migliore per cancellare un tatuaggio inizia ad ottobre. Infatti, è meglio che la pelle non sia più abbronzata, e soprattutto che non ci sia esposizione al sole. «Il trattamento laser determina qualche giorno di arrossamento», avverte il nostro esperto, «ed è importante che la parte possa guarire al meglio, e sappiamo bene che i raggi solari non fanno bene alla pelle». Ovviamente, si può procedere anche prima o durante l’estate, a patto di impegnarsi a tenere la parte completamente protetta dal sole (più facile se il tatuaggio è già in una posizione nascosta) fino a trattamento ultimato.
Domande quando si ha intenzione di partecipare ad un concorso, come quelli indetti per entrare nelle forze dell’ordine, che impongono l’assenza di tatuaggi in parti visibili del corpo. E ancora: c’è anche il caso di chi non si sente più a proprio agio con il motivo tribale scelto 20 anni prima; o quello degli “irriducibili”, che li vogliono eliminare per farne di nuovi».
COME SI CANCELLANO? Qualunque sia la motivazione, eliminare un tatuaggio è un’impresa possibile, anche se a fronte di un certo investimento di tempo e denaro. I tatuaggi si cancellano con il raggio laser, in diverse sedute, di solito a distanza di 30-40 giorni una dall’altra. «Si utilizza il laser Q-switched, che emette impulsi molto potenti in unità di tempo molto piccole (nanosecondi)», chiarisce il dottor Ressa. «Grazie a questa caratteristica, il laser colpisce i pigmenti da cui il tatuaggio è costituito, ma non danneggia la cute». Un particolare non da poco, visto che permette di salvare la pelle, evitando di sostituire il tatuaggio con una brutta cicatrice.
COSTI E TEMPISTICHE Ovviamente, il numero di sedute e il costo complessivo del tattoff (ogni singolo trattamento costa tra i 100 e i 250 euro) dipende dal tatuaggio, da quanto è esteso e da quanto è “fitto” il disegno. Attenzione, però: non tutti i tatuaggi si possono cancellare. Ad esempio, sono destinati a rimanere per sempre quelli realizzati in bianco e giallo. «Almeno per ora», spiega Ressa, «il raggio laser non riesce a colpire la frequenza di questi colori. E anche il rosso presenta delle difficoltà, a differenza dei toni scuri come blu, nero e marrone». Un’altra variabile di cui tener conto è poi anche il tipo di sostanza utilizzata per realizzare il tatuaggio. In alcuni casi, infatti, il tattoff si è rivelato impossibile proprio per l’inappropriatezza del materiale di partenza (in alcuni casi addirittura pittura murale!). Tutte informazioni, queste, da tenere ben presente quando si sceglie il disegno e, appunto,
Non tutti i tatuaggi si possono cancellare. Sono destinati a rimanere per sempre quelli realizzati in bianco e giallo. Anche il rosso presenta delle difficoltà a differenza dei toni più scuri come blu, nero e marrone i colori. Ma c’è dell’altro: in sede di eliminazione, conta anche l’abilità di chi ha eseguito il disegno. In generale, i tatuatori più bravi fanno tatuaggi più difficili da cancellare. Infatti, sono riusciti a trasferire una maggiore quantità di pigmenti a un livello più profondo, e questo ovviamente richiede più sedute. Infine, un tatuaggio recente è più difficile da togliere di uno che ha già 10 anni, perché non ha ancora perso nulla e quindi la quantità di pigmento da frantumare è maggiore. Ma eliminare un tatuaggio fa male? Spiega ancora il dottor Ressa: «Non proprio, anche se sicuramente il passaggio del raggio laser provoca fastidio e bruciore, ma sempre più che sopportabili. Di solito, la sensazione viene descritta come quella che provoca un elastico, quando colpisce la pelle». di Claudio Buono
Un consiglio da non sottovalutare Prima di sottoporsi al tattoff è bene avvisare il proprio medico curante, e questo per evitare inutili allarmismi in un secondo momento. Può capitare, infatti, che tracce di pigmento siano ancora presenti, anche a distanza di anni, nei linfonodi. Il che potrebbe far pensare erroneamente a qualcosa di sospetto, in sede di analisi ed esami.
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Approfondimento ABUSO DI ALCOL
I GIOVANI E L’ALCOL Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’alcolismo è il primo fattore di rischio mortale tra i 15 e i 59 anni. In particolare le nuove generazioni non bevono più durante i pasti o per fare due chiacchiere: la moda prevede di ubriacarsi nel più breve tempo possibile, senza pensare alle conseguenze. Ne abbiamo parlato con Pietro Farneti, esperto in riabilitazione da dipendenze, fondatore della Onlus Risvegli (www.risvegli.it) e gestore di due Servizi multidisciplinari integrati, variante privata dei Sert pubblici. di Federico Meda
Perché secondo lei ha attecchito la cultura del bere smodato? È semplicemente un fenomeno, nato negli Stati Uniti oltre venti anni fa. L’eccesso nel week-end è tollerato e bere grandi quantitativi di alcol è una forma di divertimento. Deriva da qualche problematica specifica, secondo lei? Direi di no. La questione è un’altra: è un comportamento oggettivamente rischioso. E quando si incrocia con una personalità fragile - e chi non lo è in adolescenza - può condizionare le scelte (di vita, di sessualità, di campo eccetera) che contraddistinguono il passaggio all’età adulta. Quindi chi ha una personalità debole o chi tende alla dipendenza, all’aggressività o alla depressione - magari in un contesto familiare complicato o semplicemente non sereno - abusare di alcol può trasformarsi velocemente da divertimento a risposta a un elemento problematico. Diventando sempre più frequente. I giovani sembrano ignorare i rischi di sostanze come l’alcol e le droghe. La colpa è dei genitori o, genericamente, della società? Il vero problema, a nostro avviso, è che i comportamenti compulsivi e le dipendenze sono considerate alla stregua di un problema comportamentale. Non
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BINGE DRINKING Letteralmente binge drinking significa “bere gozzovigliando” e consiste nell’ingerire in poco tempo - a stomaco vuoto - quattro o cinque unità alcoliche con l’obiettivo di raggiungere l’ebbrezza e lo stordimento. Uno o più volte a settimana. Il fenomeno nasce nei college americani, durante le feste delle confraternite, attecchisce in breve tempo anche nei college britannici e poi si estende alle capitali nord e mitteleuropee. Infine sbarca in Italia e nei Paesi del bacino mediterraneo, legati prevalentemente a una cultura in cui la bevanda alcolica (solitamente il vino) si accompagna al pasto.
sono una questione di salute. Perché, da un certo punto di vista, abbiamo difficoltà ad accettare il cervello come un organo simile agli altri, che può ammalarsi, danneggiarsi, deteriorarsi? Per capirsi: se mio figlio si rompe un dente o ha male a un braccio, si fa subito un esame diagnostico. Se a un certo punto è triste, irascibile o depresso è solo un problema di comportamento che non necessita di diagnosi. Si tende a non intervenire in maniera scientifica. Quindi, tornando alla domanda, siamo tutti ignoranti. Anche la legge.
Approfondimento ABUSO DI ALCOL
Perché la legge? A oggi non esistono scuole di specializzazioni nell’ambito delle dipendenze e dei comportamenti compulsivi. Non ci sono investimenti nella formazione. I vuoti legislativi, rispetto al gioco d’azzardo, alla differenza tra uso e abuso di alcol (sottile ma necessaria a fini di rimborsi, accesso a cure e trattamenti) sono enormi. Eppure queste problematiche sono in costante ascesa: io ho iniziato a chiamarli “effetti collaterali”. In che senso? Per la prima volta nella Storia dell’Europa regna la pace. Probabilmente la troppa stabilità crea nuove patologie, meno fisiologiche, più neurologiche. Negli Stati Uniti, in cui il periodo di pace è più lungo almeno sul proprio suolo - si sono sviluppati molto prima episodi collettivi di compulsione e dipendenza o il fenomeno dei mostri che imbracciano un fucile e ammazzano qualcuno. Ecco, con un giusto ritardo, stanno arrivano anche da noi, nel vecchio continente. Si importa tutto, bene o male. il binge drinking è un effetto collaterale. Come ci si accorge che una persona abusa di alcol? Capire se uno beve non è difficile, riconoscerne l’abuso già di più, perché potrebbe reggerlo molto bene. Il fatto oggettivo è comunque la quantità: ad esempio una bottiglia a pasto è pericolosa, idem 3 o 4 cocktail a sera. Anche perché, piano piano, si inizia a essere ubriachi prima, più spesso. Un paio di consigli, da genitore di 5 figli sia ben chiaro: se vi dicono di aver bevuto una sola birra, sappiate che non è vero. Non è
DRUNKANORESSIA Pratica anch’essa di derivazione americana, la drunkanoressia prevede di non mangiare e di sostituire il fabbisogno energetico con l’alcol. È un metodo utilizzato sia da chi vuole ubriacarsi senza ingrassare, sia da chi vuole perdere peso in poco tempo. i rischi e le conseguenza della drunkanoressia sono gli stessi dell’anoressia combinati a quelli dell’abuso di alcol. Inoltre, soprattutto nelle donne, questa pratica rende il corpo particolarmente cadente e le conseguenze psicologiche (frustrazione, depressione, disturbi dell’umore) possono solo amplificarsi.
mai vero. Molto dipende da quanti soldi ha in tasca. Primi sintomi? A quell’età tutto cambia, non sempre è semplice. Però i segnali d’allarme sono i problemi scolastici, eccesso di pigrizia, vanno in giro più trasandati. Maggiore irritabilità. Bisogna parlarne o andare subito dal medico? Andare subito dal medico. C’è la salute di mezzo.
RESILIENZA
E se si rifiuta? Non è sempre facile imporre qualcosa a un adolescente. Il discorso è che si rischia la vita e, se non sei presente a te stesso, rischi di compromettere anche quella degli altri, magari al volante. Poi l’alcolismo ti distrugge l’esistenza, le relazioni, lo stile di vita. Perdi anni a scuola, lavoro, amore. Quando la vita è sfasciata è complicato recuperare.
Deriva dalla capacità che hanno i materiali in natura di resistere all’usura, di rispondere al deterioramento. In psicologia riguarda la possibilità di affrontare positivamente gli avvenimenti drammatici, di ricostruirsi possibilità e opportunità dopo i traumi. Sull’argomento consigliamo il libro di Pietro Farneti, Natale Bonfiglio e Roberta Renati “La resilienza tra rischio e opportunità - Un approccio alla cura orientato alla resilienza”, edizioni Alpes.
Quali le soluzioni? Noi, come Risvegli, applichiamo un modello di cura applicato alla Resilienza (vedi box), ovvero la risposta del nostro corpo al logoramento. Il primo passo è stilare un proprio profilo attraverso una serie di test. Per mettere in luce i fattori protettivi (rispetto a che cosa ci si sente forte), quelli di debolezza, come si affronta lo stress, eccetera. È molto interessante perché si arriva a capire qual è il problema e la difficoltà. E si associa l’uso dell’alcol a un bisogno che si ha.
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Facciamo un esempio? Molti ragazzi hanno difficoltà a parlare con la fanciulla a loro gradita. Con un po’ d’alcol si fanno coraggio e riescono a farsi avanti. Il bisogno è positivo ma lo strumento mi danneggia e, alla lunga, mi si ritorce contro. Siccome la sostanza alcol stimola delle possibilità che evidentemente ho, è meglio attuare una strategia che mi consenta di superare la timidezza senza questo “doping alcolico”. I risultati sono sorprendenti. A parole sembra facile. In realtà è complicato, è un vero e proprio percorso di riabilitazione. Noi affianchiamo a ogni paziente un care manager, con cui stilerà il percorso di recupero. Poi, attraverso le attività psicologiche, pedagogiche, mediche, educative cerchiamo in un tempo breve di solito un intervento di recupero dura tre mesi - di superare i problemi legati all’astinenza e mettere le basi per una vita nuova, più solida. Quali sono le attività proposte? Di tutto. Proponiamo attività espressive, psicoeducative, bioenergetiche, Tai Chi, psicodramma, chiropratica, shiatsu, danzaterapia, etica… Etica? Si tratta di esercizi di silenzio, riflessione, stimolazioni valoriali e generali. Un confronto profondo. Molto interessante. Voi puntate sulla resilienza, cosa mi dice dei celeberrimo “Alcolisti anonimi”? È diverso, loro si occupano più di reinserimento sociale. È un esperienza che per molti funziona, perché ti senti contenuto, ci sono le famose regole, c’è l’esempio dell’altro. È più di post cura, noi interveniamo prima e seguiamo il follow up. Purtroppo voi operate solo in Lombardia. Ahinoi solo in questa regione ci sono strutture ambulatoriali private accreditate e convenzionate con il Servizio sanitario, dedicate alle dipendenze e a comportamenti compulsivi. I cosiddetti Smi (Servizi multidisciplinari integrati). Dove tutte le prestazioni sono gratuite, come i Sert pubblici (vedi box). Però - come spesso accade - le strutture private sono più snelle, meglio organizzate. Noi, ad esempio, siamo aperti 12
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ore al giorno, tutti i giorni. I Sert non possono, non riescono. Un’ultima domanda: in altri Paesi le compagne rispetto all’alcol funzionano meglio. Siamo più indolenti? No, siamo semplicemente partiti tardi con le leggi. Perché prima si lavora sul rischio - con multe e divieti - poi si lavora sulle coscienze. Siamo ancora alla fase uno.
SERT Servizi pubblici del Sistema sanitario nazionale (Ssn), hanno il compito di curare, supportare e riabilitare le persone che hanno problemi conseguenti all’abuso di sostanze stupefacenti. Sul territorio italiano sono oltre 500 e vedono coinvolti medici, sociologi, psicologi, assistenti sociali, educatori. I servizi non sono a pagamento ed è garantito il diritto all’anonimato e il segreto professionale. Per la lista completa e saperne di più consultate il sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it)
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I vantaggi del cibo integrale Esclusi i casi di alcune patologie intestinali, mangiare cibi integrali fa bene perché gli alimenti ricchi di fibra migliorano le funzioni intestinali, prevengono alcune forme tumorali, riducono il rischio di mortalità, di malattie cardiovascolari e l’assorbimento di zuccheri (sono infatti molto utili in caso di diabete). Non solo, incrementando il senso si sazietà contribuiscono a controllare il peso, sovrappeso e obesità Le fibre alimentari si trovano in tutti gli alimenti vegetali, frutta, verdura, legumi (fagioli, lenticchie, ceci e fave) e nei cereali integrali. Sia l’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) sia l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) suggeriscono l’introduzione di cereali integrali nella dieta, con la raccomandazione di assumere almeno 25-30 g di fibra al giorno. Si può scegliere tra orzo, farro, riso (di tipo selvaggio, integrale e venere), le forme integrali di
mais, avena (anche in fiocchi), cous cous, farina di frumento, crusca, grano saraceno. È utile sapere che nel processo di raffinazione per ottenere la farina bianca (ingrediente base di pasta, pizza e dolci) dal grano, viene eliminata la parte esterna che contiene crusca (ricca di fibre e vitamine del gruppo B) e il germe, fonte di vitamina E e di oli polinsaturi, toccasana per la salute. Per citare un altro ente, la Società italiana di nutrizione umana ha definito i cosiddetti Larn, ovvero
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Benessere Nei maggiori supermercati e nei negozi specializzati si trova un’ampia gamma di prodotti integrali ma non tutti i prodotti commercializzati lo sono davvero! L’unico modo per scoprirlo è leggere attentamente l’etichetta i livelli di assunzione di riferimento degli alimenti per la popolazione italiana, nei quali consiglia di prediligere carboidrati a basso indice glicemico: nient’altro che i cereali integrati.
OCCHIO ALLE ETICHETTE Integrale è sinonimo di ricchezza nutritiva, ma è buona norma prestare attenzione alle etichette. Nei maggiori supermercati e nei negozi specializzati si trova un’ampia gamma di prodotti integrali (pasta, biscotti, cracker, pane eccetera) ma non tutti gli alimenti commercializzati come integrali lo sono davvero! L’unico modo per scoprirlo è leggere attentamente l’etichetta. Infine molti preparati contengono zuccheri e grassi saturi, quindi non prestate attenzione alla sola dicitura “integrale” sulla confezione: può indurre in errore. La combinazione migliore è acquistare alimenti integrali biologici, infatti dei cereali integrali si mangia anche lo strato più esterno, che potrebbe trattenere una maggiore quantità di sostanze nocive.
“MENO RAFFINATO” Il cibo integrale è percepito come meno gustoso solo perché, dagli anni Cinquanta e Sessanta, siamo abituati a cibi raffinati. La farina ha iniziato ad
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esserlo perché si riteneva più facilmente digeribile. Un cambiamento dovuto anche al progresso industriale: da raffinata si lavorava più facilmente e velocemente. In realtà per il nostro intestino è meno favorevole, rallenta il transito e la motilità, mentre le fibre concorrono a fare massa e quelle solubili (per esempio l’inulina presente nella cicoria) in particolare, se accompagnate da acqua, rendono le feci più soffici. Certo, non è difficile smentire chi ritiene che i cibi integrali siano meno buoni. Rispetto agli altri è necessaria un po’ di creatività e una certa attenzione nella ricerca di materie prime di qualità per creare combinazioni vincenti con pasta, pizza, polenta e torte con farina integrale. Esperti nutrizionisti e dietologi riconoscono l’importanza del cibo integrale in una dieta equilibrata, non solo perché consente di diminuire l’assorbimento di grassi e sostanze cancerogene, ma anche per migliorare la funzionalità intestinale e ridurre il rischio di affaticamento del cuore. di Patrizia Mantoessi, farmacista a Monza
Foglia di stelle
Riso, pizza e pasta integrale, dolci biologici e preparati con farina integrale sono contrassegnati dal logo dell’unione europea UE, una foglia di stelle su sfondo verde, questo è il simbolo introdotto a partire dal mese di luglio del 2012 che ci aiuta ad identificare i prodotti derivati da agricoltura biologica, ottenuti nel rispetto dei regolamenti europei e garanzia di qualità.
Ricette Uva in tavola ricchissima di una sostanza chiamata quercitina, un potente antiossidante dalle proprietà anticancerogene capace anche di aumentare la resistenza dei capillari, riducendo la sensazione di gonfiore e pesantezza alle gambe. Contiene poi discrete quantità di boro, un oligoelemento quasi assente negli altri frutti, essenziale per la salute delle ossa e utile soprattutto per chi soffre di osteoporosi. Inoltre, il boro facilita la produzione di estrogeni, carenti soprattutto quando l’attività ormonale inizia a ridursi. Mangiare qualche chicco di questa varietà di uva aiuta a far diminuire le vampate di calore, l’irritabilità e tutti i disturbi tipici della menopausa. Ma le proprietà dei grappoli scuri non sono finite: nella buccia dell’uva rossa si trova, infatti, un altro antiossidante, il resveratrolo, in grado di migliorare la risposta immunitaria e di fluidificare il sangue, limitando così l’insorgenza di placche trombotiche.
Uvetta Protegge le vene e i capillari, aiuta la pelle a rimanere giovane ed elastica, ha proprietà lassative, diuretiche, emollienti, rimineralizzanti, favorisce la digestione e aiuta a ridurre il colesterolo: che sia bianca, nera o rossa, l’uva è in grado di donarci, in ogni sua forma, bontà, salute e bellezza. Si dice, infatti, che la lista delle sue proprietà benefiche sia lunga quanto quella delle sue varietà. La Vitis vinifera in tutte le sue componenti, dal frutto fino ai suoi derivati, è fonte di risorse in campo nutrizionale, cosmetico e terapeutico. Fresca, secca, in succo, sotto forma di un bicchiere di vino o nel meno conosciuto olio di vinaccioli, ci regala elementi preziosi per stare bene. L’Italia è il primo produttore mondiale di uva da tavola, motivo in più per non lasciarsi scappare l’occasione di gustare questo frutto.
Rossa è meglio Sebbene ogni chicco d’uva si presenti come una mini farmacia per tutte le qualità nutrizionali che contiene, ci sono delle varietà che si attestano in cima alla classifica dei benefici. L’uva rossa, per esempio, è
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Essiccata al sole, come vuole la tradizione, o in speciali forni, come richiede il progresso e la modernità, l’uvetta è un alimento eccellente dal punto di vista nutrizionale, oltre che un ingrediente largamente usato nelle cucine di tutto il mondo. Che sia quella Sultanina, piccola e dorata, quella di Corinto, piccola e scura, o le varietà più grandi di Smirne e di Malaga, l’uvetta si rivela una buona fonte di calorie facilmente utilizzabili. L’energia è data quasi totalmente dai carboidrati semplici: l’uva passa, infatti, contiene solo lo 0,6% di grassi. Molto utilizzata dagli sportivi per questa sua qualità, si rivela essere anche ottima fonte di potassio, minerale indispensabile durante gli sforzi fisici e per regolare la pressione arteriosa. Contiene fibre, calcio e ferro, ed è perfetta sulla tavola della prima colazione, non solo degli adulti ma anche dei più piccoli.
Veniamo al succo Il succo d’uva è una bevanda che conserva tutte le caratteristiche nutrizionali del frutto da cui è ricavato.
Riequilibrare la flora intestinale? conosce la strada.
• Enterolactis non contiene glutine, lattosio e zucchero • Enterolactis non necessita di conservazione in frigorifero • Enterolactis è inserito nel Prontuario per i pazienti celiaci
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Ricette Tutte tranne una: le fibre. Per questo può essere bevuto anche da chi normalmente per questo motivo lo eviterebbe: bambini, anziani, colitici. Se parliamo di frullati però le cose cambiano: la buccia, e soprattutto i semi, se vengono triturati anziché che eliminati, fanno aumentare il potere lassativo. Un bicchiere di succo d’uva, preferibilmente uva nera, rallentando l’attività delle piastrine del 75%, è in grado di ridurre i rischi di trombosi e ictus, più di quanto non facciano un bicchiere di vino o un’aspirina, entrambi con un’attività antiaggregante piastrinica che si attesta attorno al 45%.
Olio di vinaccioli Dai semi dell’uva si estrae un olio ricco di polifenoli antiossidanti, dall’altissimo contenuto di acido linoleico, nutriente ed emolliente. I vinaccioli sono i piccoli semi contenuti negli acini d’uva: ogni acino ne contiene da uno a quattro, e in ognuno di questi è racchiusa una notevole quantità d’olio (15-16%). L’olio di vinaccioli è ricco di grassi insaturi e tocoferoli, e si usa sia in cucina sia nella produzione cosmetica. Leggero e dal sapore delicato, si presta a molte preparazioni. La sua principale caratteristica nutrizionale è legata all’elevato contenuto in acido linoleico, un acido grasso essenziale, capostipite della serie omega-6, dalle importanti proprietà ipocolesterolemizzanti, in grado cioè di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Il contenuto in vitamina E è modesto se paragonato a quello di altri oli vegetali (olio di germe di grano, mais, soia o girasole), ma la mancanza dell’effetto antiossidante di questa vitamina è comunque ampiamente compensata dalla ricchezza di polifenoli, caratteristica peculiare e pressoché esclusiva dell’olio di vinaccioli. Anche in campo cosmetico se ne sfrutta l’azione antiossidante: protegge la pelle dall’invecchiamento precoce, dagli agenti atmosferici e dai radicali liberi. Applicato sulla cute ha proprietà astringenti, rassodanti e stimolanti della microcircolazione capillare.
Per molti, ma non per tutti Anche un alimento dalle mille virtù come l’uva può avere delle controindicazioni. Non è adatta per chi
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soffre di colite o di ulcere gastriche e, visto l’elevato contenuto di zuccheri, è un alimento da somministrare con molta moderazione nei soggetti diabetici. A causa del suo notevole valore calorico (60 kcal per 100 g, che salgono a 260 per l’uvetta) dovrebbe essere limitata anche da chi sta cercando di dimagrire. L’elevato contenuto di cellulosa presente nella buccia potrebbe inoltre rendere difficoltosa la sua digestione da parte dei bambini. Eliminare buccia e semi, per quanto risulti un’operazione noiosa e difficile, potrebbe essere una buona soluzione per non privarsi dei tanti benefici di questo frutto. di Laura Camanzi
Bertolina, la torta dell’autunno La torta Bertolina è un dolce tipico della provincia di Crema realizzato con l’uva fragola. Le versioni sono tante e differenti, a seconda delle tradizioni familiari; quello che non cambia è il delizioso profumo di quest’uva che si spande ad ogni morso. Impastare 300 g di farina 00, 150 g di farina di mais macinata fine (o farina di grano saraceno), 2 uova, 75 g di zucchero, 1 bustina di lievito per dolci, 1 pizzico di sale e un cucchiaio di olio di semi. L’impasto dovrà risultare morbido e compatto. Lasciare riposare in frigorifero. Nel frattempo sgranare 600 g di uva fragola: una volta lavata va lasciata asciugare su un canovaccio. Gli acini possono essere lasciati così o privati dei semi, a seconda dei gusti. Dividere la pasta e stendere due dischi; foderare una teglia con il primo, riempire di uva e ricoprire con il secondo disco di pasta. Spolverare con una manciata di zucchero di canna e infornare a 180° per circa 50 minuti. Decorata con zucchero a velo e servita tiepida, conquisterà grandi e piccoli.
“Specialisti nel Consiglio” Provincia di Bergamo Farmacia Amaglio Snc (Gorlago) Farmacia Antica Spezieria (Martinengo) Farmacia Branzi (Branzi) Farmacia Bresciani (Seriate) Farmacia Corbelletta (Torre Boldone) Farmacia Dr. Del Ponte (Olmo al Brembo) Farmacia Facchinetti Snc (Palosco) Farmacia Isgro’ (Brembate) Farmacia Mazzoleni (Trescore Balneario) Farmacia Regina Pacis (Cenate Sotto) Farmacia San Giovanni (Albegno di Treviolo) Farmacia San Giovanni (Sotto il Monte Giovanni XXIII) Farmacia Servalli (Telgate) Farmacia Tacchinardi (Morengo)
Provincia di Como Farmacia Castelli (Mariano Comense) Farmacia Della Salute (Tavernola) Farmacia Guidi Dr. Cesare (Cremnago d’Inverigo) Farmacia Massagrande (Lurago d’Erba) Farmacia San Luca Dr. Rosignoli (Lambrugo) Farmacia Sovarzi (Lipomo) Farmacia Zanon (Merone)
Provincia di Genova Farmacia Canevari Via Canevari, 278 A/R - 16137 Genova - Tel. 0108392881
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Farmacia San Giovanni
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Provincia di Milano Farmacia Bartolotti Via Trieste, 20 - 20092 Cinisello Balsamo - Tel. 0266048858
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Farmacia Centrale Via Buozzi 3/B - 20037 Paderno Dugnano - Tel. 029181007
Farmacia Fusco Via Bodoni, 19 - 20155 Milano - Tel. 0233002831
Farmacia Merlino
Corso Gastaldi, 201 R - 16131 Genova - Tel. 0105220197
Farmacia Sanitas Corso Firenze, 9 A/R - 16136 Genova - Tel. 0102725018
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Provincia di Lecco Farmacia Astoli Dr. Francesco (Costa Masnaga) Farmacia Benessere (Perego) Farmacia Dozzo (Olgiate Molgora) Farmacia Fioretta (Calolziocorte) Farmacia Giacalone (Nibionno) Farmacia Imperatori (Valmadrera) Farmacia Motta Dr. Marco (Lierna) Farmacia Paoletti (Ballabio) Farmacia Pedrani (Varenna) Farmacia Rocchi (Malgrate) Farmacia Sodano (Mandello del Lario)
Provincia di Monza e Brianza Farmacia Ariani (Biassono) Farmacia Centrale del dr. Tagliabue (Lissone) Farmacia Ceccolini Dr. Vittorio (Bovisio Masciago)
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