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PSICOLOGIA - Uomini e animali, una lunga storia emotiva

SALUTE

Psicologia

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UOMINI E ANIMALI, UNA LUNGA STORIA EMOTIVA

CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

La relazione con gli animali è antica quanto l’uomo. In qualsiasi caso, sia dettata dal bisogno di nutrimento (caccia o allevamento) o dal bisogno di sicurezza (come nel caso del cane da guardia), è sempre stata una convivenza. Ciò che si evidenzia costantemente, in questa relazione, è il criterio di utilitarismo e funzionalità che l’uomo adotta. Negli ultimi due anni, poi, come fotografato dal 14esimo rapporto Assalco-Zoomark, il comparto pet care ha subito un significativo incremento (8,8%) totalmente contrario al trend economico degli altri mercati. E se con il 2019 in Italia abbiamo superato per la prima volta il rapporto di 1 a 1 tra popolazione e animali da compagnia, è con il lockdown che l’intero giro d’affari ha fatto il boom, con valore che si è attestato sui 2 mld e 350 mln di euro.

Cosa genera la relazione con un animale? • Affettività. Vuol dire che nell’umano si sprigionano sentimenti di amore e accudimento che nascono dalla secrezione di ossitocina, l’ormone dell’amore, della fiducia, del piacere. Gli esseri umani, infatti, hanno un bisogno fondamentale che è quello della sicurezza, che, a sua volta, si associa all’essere curati. L’animale accudito si sentirà più fiducioso del proprio padrone e stabilirà con lui una relazione di affettività che oscilla tra la riconoscenza, la necessità di cibo, la fiducia nel futuro (il padrone si occuperà di me anche domani) e quindi la sicurezza nella relazione.

Per l’essere umano adulto che accudisce, si sviluppano gli stessi sentimenti, perché la relazione è un dare e avere e questo è un circolo virtuoso. • Sporcarsi e giocare. Altro aspetto è la proiezione della libertà di giocare e sporcarsi come fanno gli animali. Gli esseri umani sono stimolati ad attivare parti più istintive, irrazionale e ludiche, perché non temono il giudizio dell’animale. Tutto ciò genera leggerezza, creatività e riduce le rigidità. Per una persona oltre i 70 anni che ha una certa considerazione di sé o che non ricorda più l’ultima volta che ha fatto una corsa, l’animale diventa l’alibi perfetto per ri-contattare questa parte giocosa di sé. • Bellezza. L’animale genera anche un piacere puramente estetico, derivante dalle proporzioni ed armonie che elevano i pensieri e lo spirito e, semplicemente, ci fanno stare bene. • Assonanza al cucciolo umano. Gli animali possiedono un’altra tra le varie caratteristiche che spinge l’uomo ad occuparsene: la somiglianza con il cucciolo umano. Come un bimbo piccolo intenerisce anche il cuore del più duro, l’animale genera un sentimento di tenerezza che spinge chi ci si relaziona a proteggerlo e nutrirlo, fornendo coccole e quindi amore. • Motricità e attività. La rivista scientifica

Preventive Medicine ha pubblicato i risultati di una ricerca compiuta su un gruppo di persone di età superiore ai 79 anni, tutti proprietari di

cani e gatti. Queste persone sono risultate più toniche del 12% dei loro coetanei, con una forma fisica pari a uomini e donne di almeno 10 anni in meno. Si evidenziavano inoltre dati migliori sulla pressione e sulla frequenza di episodi di ansia, mentre sentivano meno la solitudine. Insomma, gli animali domestici non producono benefici solo ai bambini (che imparano ad accudire ed a riconoscere i bisogni degli altri) ma anche alla terza età, regalandogli energia e vitalità. Gli animali possiedono due caratteristiche fondamentali: non sono dotati di linguaggio e soprattutto vivono il presente. Sono rarissime le situazioni in cui si manifestano comportamenti di rancore. L’’aggressività, infatti, quasi sempre è dettata da associazioni o condizionamenti (Pavlov, condizionamento sul cane 1913). Gli animali non fanno differenze di genere o di età, vogliono il padrone e le sue cure a prescindere. Nella terza età può accadere più facilmente di aver perso persone importanti a livello affettivo con la conseguenza di sperimentare l’assenza. Il lutto e la solitudine sono dunque condizioni di sofferenza e di disequilibrio affettivo che l’animale da compagnia può compensare attraverso la sua capacità di generare amore.

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