cultura e natura
Disturbo Deficit di Attenzione e Iperattività DDAI “Cattiveria” del bambino e disciplina educativa inefficace oppure mancanza di auto controllo? di Enza Palombo
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irca il 4% della popolazione pediatrica è affetta dalla "Sindrome da deficit di attenzione e iperattività" (DDAI). L’ADHD (dall’inglese Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla “cattiveria” del bambino. Il disturbo di ADHD viene nominato spesso per bambini molto attivi o che non stanno seduti tranquilli, ma il più delle volte questi bambini sono assolutamente normali. È facile etichettare un bambino con questo disturbo, ma spesso egli necessita solo di maggiori attenzioni, magari perchè più intelligente, si annoia e ha bisogno di nuovi stimoli. Da diversi anni, i ricercatori che si occupano di ADHD hanno iniziato a metterne in luce sintomi e cause e hanno trovato che il disturbo può avere una causa genetica. Attualmente, le teorie in proposito sono molto diverse da quelle che andavano per la maggiore anche solo pochi anni fa. I ricercatori stanno chiarendo che l’ADHD non è un disturbo dell’attenzione in sé come si era a lungo ritenuto - ma nasce da un difetto evolutivo nei circuiti cerebrali che stanno alla base dell’inibizione e dell’autocontrollo. A sua volta, questa mancanza di autocontrollo pregiudica altre importanti funzioni cerebrali necessarie per il mantenimento
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dell’attenzione, tra cui la capacità di posticipare le gratificazioni immediate in vista di un successivo e maggiore vantaggio. La modulazione del livello di “eccitazione”, il controllo delle emozioni, la motivazione o l’attenzione sono tutte funzioni collegate allo sviluppo delle aree pre- frontali e frontali del cervello deputate alla progettazione e alla decisionalità. Nella fascia di età scolare fino circa ai 10 anni, l’attività di elaborazione e controllo delle funzioni cognitive quali (l’attenzione, motivazione, progettazione, problem solving, autodeterminazione) non è ancora ben strutturata in quanto le strutture cerebrali deputate a queste funzioni sono in fase di maturazione. Emergono gradualmente forme di organizzazione cognitiva che dipendono dall’interazione sempre più complessa con l’ambiente. I bambini affetti da ADHD non riescono a controllare le loro risposte all’ambiente. E' come se in questo momento che state leggendo veniste bombardati da tanti altri eventi disturbanti, come la televisione accesa, i vostri figli che gridano fuori la stanza, il telefono che squilla e voi non riusciste ad annullare tutti questi stimoli per focalizzare la vostra attenzione solo su quello che state facendo e che vi interessa tanto. Se non aveste questa capacità di "filtrare" gli stimoli e "prestare attenzione" comincereste a sentirvi agitati perché vi rendereste conto di non riu-
CN n. 1 2010