La gestione dell'accoglienza e l'analisi delle competenze

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La gestione dell’accoglienza e l’analisi delle competenze


Obiettivi Conoscenze • Conoscere i principi di base dell’orientamento • Conoscere le dimensioni dell’orientamento • Conoscere le modalità per la realizzazione di un’attività di accoglienza • Conoscere le modalità per la realizzazione di un’attività di analisi delle competenze Abilità • Fornire indicazioni per la realizzazione attività di accoglienza • Pianificare l’attività di analisi delle competenze • Dare indicazioni per evitare errori nelle attività di accoglienza ed analisi delle competenze degli allievi Prerequisiti Conoscenze generali sul sistema formativo (scolastico, Universitario, regionale, …)


L’orientamento

Oggi, in relazione alla complessitĂ sociale e alla rapida evoluzione delle professioni e del mercato del lavoro, si tende a non separare il processo di orientamento in fasi (orientamento scolastico, orientamento professionale ecc.) ma a vedere l'orientamento come un processo educativo (ed evolutivo) lungo l'arco della vita


L’orientamento

Si tende pertanto a focalizzare l'attenzione sul processo di scelta in sĂŠ, come metodologia per facilitare la scelta, attraverso un intervento non direttivo per la definizione di un progetto professionale o formativo cercando la soluzione piĂš idonea fra obiettivi della persona e realtĂ esterna


L’orientamento

Le concezioni dell’ orientamento • La concezione di orientamento è cambiata nel tempo e in vari documenti ufficiali si trovano formulazioni che seguono i mutamenti di prospettiva via via avvenuti • Con l’evolversi del concetto di orientamento sono cambiate anche le definizioni che ne sono state date • In questo lavoro viene adottata una definizione recentemente proposta dall’ISFOL


L’orientamento

Definizione di orientamento una consulenza di processo volta a facilitare la conoscenza di sĂŠ, delle proprie rappresentazioni sul contesto occupazionale, sociale, culturale ed economico di riferimento, sulle strategie messe in atto per relazionarsi ed intervenire con tali realtĂ , al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie per poter definire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e di sostenere le scelte relative (A.Grimaldi 2005)


L’orientamento

• Le definizioni sono sempre tentativi di sintetizzare concetti complessi in una forma che possa essere condivisa. • Sono utili perché possono “mettere dei paletti” e definire il terreno su cui potersi Muovere

• Dalla definizione adottata derivano molte indicazioni utili anche per la realizzazione dell’orientamento nei corsi di istruzione e formazione professionale


L’orientamento

Definizione di orientamento una consulenza volta a facilitare: significa che l’adulto, l’esperto che si prende cura dell’orientamento è un supporto, una risorsa a disposizione di chi si è soggetto dell’orientamento, non è colui che dirige una consulenza di processo: l’orientamento è un processo, non una attività estemporanea di avviare improvvisamente nei momenti cruciali e poi abbandonare


L’orientamento

la conoscenza di sĂŠ, delle proprie rappresentazioni sul contesto occupazionale, sociale, culturale ed economico di riferimento, sulle strategie messe in atto per relazionarsi ed intervenire con tali realtĂ : per orientarsi prima di tutto bisogna conoscersi e ed essere consapevoli delle caratteristiche della propria personalitĂ


L’orientamento

al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie: per orientarsi, come per qualsiasi altra attività umana, sono richieste delle competenze che si devono acquisire e far crescere con azioni intenzionali a ciò mirate


L’orientamento

per poter definire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita : l’orientamento mira a far sÏ che la persona sia autonoma nel definire e nello scegliere obiettivi non solamente per quanto riguarda il lavoro, ma anche il proprio futuro come cittadino e membro di una società , di quella società in cui vive


L’orientamento

sostenere le scelte relative: i processi di socializzazione e i percorsi di carriera di ogni individuo sono sempre piÚ caratterizzati da mobilità, cambiamenti e deviazioni. La scelta quindi non è mai definitiva ed è importante saper gestire i mutamenti senza perdere la propria identità personale


Orientare e orientarsi

Orientare vuol dire fornire alle persone strumenti e supporti per metterle in grado di scegliere autonomamente Orientarsi significa realizzare scelte personali, formative, professionali, lavorative nella direzione piĂš utile a se stessi e alla societĂ


L’orientamento continuo

Questo comporta che l’orientamento – come azione che mira a porre l’individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire – va collocato all’interno di una prospettiva educativa destinata ad abbracciare tutto l’arco della vita, segnato da continui cambiamenti


L’orientamento componente dei processi formativi  L’orientamento è un lungo percorso prevalentemente formativo; di conseguenza diventa una componente strutturale dei processi educativi e, come tale, esige una progettazione e una programmazione dedicate.  L’orientamento è trasversale alle materie e non può essere ascritto a un particolare insegnamento né la responsabilità della sua realizzazione può essere attribuita a persone esterne al percorso


L’orientamento componente dei processi formativi

E’ purtroppo diffusa la pratica di affidare l’intervento di orientamento nei momenti di transizione ad agenzie esterne specializzate. Ci sono senz’altro casi di ragazzi che richiedono interventi specialistici per competenze che in genere gli insegnanti non possiedono Se però l’orientamento è una componente essenziale dell’azione formativa è un controsenso delegarlo proprio nei momenti decisivi.


Sono gli insegnanti che vedono l’allievo tutti i giorni, che conoscono il suo modo di ragionare, di relazionarsi, di affrontare i problemi, che conoscono le sue capacità , lo sviluppo che ha avuto la sua persona. Delegare a un esperto esterno, per quanto competente, significa disperdere la ricchezza di un percorso compiuto, negando di fatto, la validità del lavoro svolto


Esperti esterni Utile può risultare invece un supporto di esperti ai formatori suggerendo metodi, proponendo strumenti, esaminando problematiche durante tutto il percorso didattico contribuendo a far sÏ che gli interventi di orientamento formativo siano effettivamente con valenza orientante e possa venire facilitata la lettura e la comprensione dei risultati che emergono quotidianamente. Utile può risultare invece un supporto di esperti ai formatori suggerendo metodi, proponendo strumenti, esaminando problematiche durante tutto il percorso didattico contribuendo a far sÏ che gli interventi di orientamento formativo siano effettivamente con valenza orientante e possa venire facilitata la lettura e la comprensione dei risultati che emergono quotidianamente.


Dimensioni dell’orientamento Le principali dimensioni dell’orientamento sono:

 la dimensione formativa  la dimensione informativa  la dimensione consulenziale Esiste tra queste dimensioni una stretta connessione anche quando vengono realizzate in momenti diversi e il percorso di orientamento deve favorirne lo sviluppo e l’interazione sia sul piano organizzativo sia sul piano didattico


Dimensione formativa La dimensione formativa presuppone una intenzionale attività pedagogica e didattica di promozione e sostegno alle scelte che i ragazzi compiono e, quindi, anche di acquisizione di cultura del lavoro e di abilità decisionali utili alla loro collocazione nel mondo del lavoro, al mantenimento attivo di una professionalità e all’esercizio di cittadinanza.


Dimensione informativa • La dimensione informativa è finalizzata alla acquisizione di conoscenze sul mondo del lavoro e delle professioni, sulle opportunità occupazionali, sulle mutazioni in atto e/o prevedibili al fine di una scelta ragionata. • Inoltre pone l’attenzione sui possibili percorsi scolastici e formativi per uno sviluppo o un aggiornamento delle proprie competenze professionali


Dimensione consulenziale La dimensione consulenziale non viene intesa tanto come ricorso a esperti esterni (consulenti) quanto nella articolazione di lavori personali o di gruppo finalizzati alla presa di conoscenza e di coscienza dei propri interessi, propensioni, capacità, caratteristiche personali, valori, … Tipiche attività possono essere l’accoglienza, l’analisi delle competenze, attività di riflessione su esperienze, ecc.


Orientamento generalizzato  L’orientamento è un processo che comincia in forme embrionali fino dai primi anni di vita, fin da quando il bambino può fare una scelta, fin da quando può rispondere “no”  L’orientamento quindi non è un rapporto a due, ma si rifà sempre ad una compartecipazione diffusa di tutti i soggetti presenti nell’ambiente in cui l’allievo vive e che compongono la rete di relazioni della quale l’allievo fa parte  L’attività di orientamento intenzionalmente programmata e realizzata è solo una delle componenti che determineranno le scelte dell’allievo

 Essere consapevoli di questo può far evitare errori di presunzione ed adottare accorgimenti e strategie per far emergere le possibili influenze di altri soggetti fisici (es.amici) o virtuali (es. TV)


Accoglienza E’ tradizione consolidata nei CFP che i primi giorni dei primi corsi siano dedicati all’Accoglienza, un periodo pre-lezioni che ha lo scopo di facilitare l’ingresso dei nuovi ragazzi nel nuovo ambiente (aule, segreteria, laboratori, offerta formativa, modalità di funzionamento, organizzazione, …) Tutta l’organizzazione del Centro viene modificata per consentire ai ragazzi di “ambientarsi” e cominciare il lavoro con maggior tranquillità


Accoglienza come inizio del processo Per la formazione professionale l’accoglienza costituisce l’inizio del processo di orientamento (o la continuazione di quello iniziato alle scuole precedenti) che terminerà con l’accompagnamento all’inserimento lavorativo o al proseguimento degli studi al termine del percorso E’ importante che il ragazzo abbia, fin da subito, la sensazione che non sarà solo nei momenti di confusione e incertezza ma che potrà contare sul supporto dei formatori. LO 02


Finalità dell’accoglienza • determinare il proprio posizionamento rispetto alla scelta operata (motivazione, informazioni possedute, difficoltà previste, timori, ..) • acquisire informazioni sul nuovo ambiente (organizzazione, regole, logistica, …) • trovare il proprio posto nel nuovo gruppo di compagni (conoscere e farsi conoscere, ..)


Orientamento in itinere • Finita la fase di accoglienza con l’inizio dell’attività didattica, il processo di orientamento continua con le attività previste per l’orientamento in itinere • E’ importante che il ragazzo colga la continuità del processo e non percepisca l’attività di accoglienza come una specie di periodo di ricreazione prima di cominciare il lavoro vero


Soggetti dell’accoglienza • L’attività di accoglienza ha come soggetto l’allievo e i risultati hanno sempre l’allievo come destinatario


Soggetti dell’accoglienza • L’attività di accoglienza ha come soggetto l’allievo e i risultati hanno sempre l’allievo come destinatario • Una scheda sulla conoscenza di sé è finalizzata a che il ragazzo acquisisca informazioni su alcuni aspetti della sua personalità funzionali agli scopi dell’orientamento e non ad una classificazione degli allievi


Attività nell’accoglienza • L’obiettivo delle varie attività va espresso in termini chiari e va comunicato a cosa servono i dati e le informazioni raccolti e quale sarà il loro uso • Non vanno proposti questionari o raccolti dati che poi non verranno utilizzati perché, oltre a far perdere tempo, squalificano tutta l’attività • Va sempre dato all’allievo un feed back sui risultati ottenuti


Attività nell’accoglienza La prassi ormai consolidata prevede alcune attività quali • somministrazione di questionari o colloqui per la raccolta di dati • somministrazione di questionari o colloqui per la conoscenza di sé • giochi o lavori per la conoscenza del gruppo classe • presentazione del centro, del personale, del corso, delle norme Di seguito si daranno alcune indicazioni generali rinviando per gli esempi alla bibliografia e alla2 sitografia


Attenzione al pregresso I ragazzi per i quali si effettua l’attività di accoglienza provengono dalla terza media o sono drop out delle superiori. E’ molto probabile che siano stati già oggetto di iniziative per la conoscenza di sé.


Attenzione al pregresso E’ buona norma informarsi su quante e quali attività di questo tipo hanno fatto per non arrivare ad una saturazione ed avere una qualche forma di rigetto che pregiudica ogni futura attività di orientamento. E’ opportuno avere a disposizione una serie di modalità e di strumenti differenziati per poter variare l’attività da proporre


Altre attività di accoglienza • In alcuni centri si offre ad ogni ragazzo la possibilità di un colloquio individuale con il direttore o un docente responsabile dell’orientamento • Qualche centro fa effettuare nei primi giorni uno stage orientativo o all’interno del centro o presso un’azienda del settore • Talora il percorso di accoglienza si conclude con un vero e proprio contratto o patto formativo in cui vengono fissati i reciproci impegni


Regolamento del centro • Spesso durante l’attività di accoglienza si presenta il Regolamento di centro o di istituto pieno di norme e divieti e di relative sanzioni. E’ senz’altro un’informazione utile e necessaria perché il nuovo arrivato sappia come comportarsi, ma certamente non molto amichevole.


Regolamento del centro • Sarebbe opportuno non presentare il regolamento come un’imposizione ma farlo precedere, ad esempio, da un lavoro degli allievi per creare un sistema concordato e liberamente scelto di regole all'interno del gruppo-classe e nella relazione tra studenti e formatori


Prove d’ingresso • Dovrebbe essere scontato che le prove d’ingresso sono “fotografie” della situazione e non vanno valutate nel senso che non si deve dare un voto • Tutti i documenti prodotti nell’attività di accoglienza vanno consegnati all’allievo che può selezionare quelli che ritiene più significativi e inserirli nel suo portafoglio


Durata della fase di accoglienza • Senza poter dare indicazioni generali, in quanto la decisione dipende da tante variabili talvolta non prevedibili in fase di progettazione, è opportuno che le attività di accoglienza non abbiano una durata eccessiva in quanto possono dare un’impressione distorta a quegli allievi convinti che la formazione professionale è una “scuola facile” dove non si studia


Condivisione dei risultati Le attività connesse con l’accoglienza saranno necessariamente svolte da più attori (vari insegnanti, direttore, coordinatori, incaricati dell’orientamento, tutor, ..) ognuno dei quali avrà raccolto dati, informazioni, impressioni. Se non venissero tempestivamente messi in comune i risultati, buona parte dell’utilità dell’attività di accoglienza andrebbe dispersa Il consiglio di classe per ogni allievo formula un profilo iniziale provvisorio sul quale elaborare dei piani di intervento


Utilizzo dei risultati dell’accoglienza I punti di criticità o di debolezza di particolari dimensioni della personalità degli allievi vanno affrontati o con attività ad hoc (percorsi per la costruzioni di capacità personali, unità di apprendimento, …) o adottando una metodologia didattica funzionale al loro recupero (cooperative learning, didattica per progetti, …) con decisione di tutti i docenti del Consiglio di classe


Orientamento in itinere • Finita la fase di accoglienza con l’inizio dell’attività didattica, il processo di orientamento continua con le attività previste per l’orientamento in itinere • E’ importante che il ragazzo colga la continuità del processo e non percepisca l’attività di accoglienza come una specie di periodo di ricreazione prima di cominciare il lavoro vero


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Fare il punto Una persona nel corso della sua esistenza è indotta più volte a fermarsi e “fare il punto” per decidere cosa fare, espressione figurata che richiama il marinaio o l’esploratore che non ha davanti una via tracciata ma deve scegliere la direzione a partire da dove si trova La stessa operazione viene sempre più spesso proposta agli allievi a cominciare dalle scuole medie in vista della scelta della scuola superiore


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Fare il punto • Nonostante questo, i ragazzi che arrivano al centro in genere non sono molto consapevoli delle loro capacità e dei loro problemi se non in forme generiche (“non mi piace”, “non ho mai capito”, ….) e si rende necessario un ulteriore lavoro da effettuarsi all’inizio dell’attività • Sempre più spesso e impropriamente si da a questo tipo di attività il nome di bilancio delle competenze sull’onda del successo di tale procedura prima in Francia e poi anche in Italia


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Posizionamento • In realtà il risultato di questo intervento è un posizionamento del ragazzo rispetto al percorso che deve affrontare, percorso formativo e, in prospettiva, percorso lavorativo e di carriera • Mentre un adulto possiede (o dovrebbe possedere) la capacità e l’equilibrio per effettuare in autonomia tale operazione, l’adolescente non ha ancora gli strumenti e la maturità per compiere tutto il lavoro da solo e quindi il formatore deve fornire questo supporto


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Posizionamento Perché tale lavoro risulti utile e produttivo è necessario che il giovane • venga supportato, consigliato, guidato da un adulto che gli dedica tempo, attenzione, disponibilità in questo processo complesso, complicato e carico di emozioni • percepisca chiaramente l’utilità del lavoro che gli viene proposto • sia disposto ad impegnarsi


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Ruolo del formatore • Il formatore comunica al ragazzo lo scopo del lavoro e l’uso che verrà fatto dei risultati raccolti e l’utilità operativa e non generica che ne avrà. • Se i formatori non sanno cosa fare dei risultati o si pensa di non aver il tempo per utilizzarli è preferibile lasciare il ragazzo nella situazione in cui si trova


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Analisi delle competenze • Fare il punto, definire la propria posizione significa effettuare un’analisi di quello che si sa fare, su quali caratteristiche o capacità si può far conto, quali sono i punti da rinforzare. • Bisogna cioè fermarsi e analizzare quanto si è fatto, ciò che si è realizzato, per individuare con uno sguardo retrospettivo come si sono ottenuti quei risultati, perché sono state fatte quelle scelte al fine di trarre indicazioni e ammaestramenti per per progettare il proprio futuro


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Analisi delle competenze scolastiche • All’inizio dell’anno, nelle prima ore di lezione di solito vengono analizzate le “competenze scolastiche” • Gli insegnanti propongono delle prove d’ingresso standard che corrispondono ai livelli minimi che loro ritengono necessari per poter svolgere il loro percorso. • Utili risultano anche la rilevazione dei metodi di lavoro che i ragazzi hanno appreso e l’individuazione di eventuali misconcetti


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Prove d’ingresso I risultati delle prove d’ingresso disciplinari (italiano, matematica, inglese, …) hanno due destinazioni diverse 1. servono all’allievo per essere consapevole di dove si trova rispetto a quella disciplina e in quel gruppo classe. (Sarebbe più motivante sottolineare cosa sa fare piuttosto di cosa gli manca) 2. servono all’insegnante per pianificare il proprio intervento ed eventuali attività di recupero, ma non per classificare gli allievi


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Analisi delle competenze personali La scelta delle competenze personali da analizzare all’inizio del percorso dipende dalla situazione, dall’uso che si intende fare dei dati, dal tempo che si intende dedicare a tale attività. In genere le competenze più importanti e utili riguardano

 l’immagine di sé  le rappresentazioni sociali  lo stile di apprendimento


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Analisi delle competenze personali La scelta delle competenze personali da analizzare all’inizio del percorso dipende dalla situazione, dall’uso che si intende fare dei dati, dal tempo che si intende dedicare a tale attività. In genere le competenze più importanti e utili riguardano

 l’immagine di sé  le rappresentazioni sociali  lo stile di apprendimento


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Immagine di sé E’ l’insieme delle caratteristiche, qualità, tratti che la persona attribuisce a sé in parte per percezione personale ed in parte per le informazioni che riceve direttamente o indirettamente da altri soggetti con cui si trova in relazione. La definizione della immagine personale non è stabile nel tempo e può essere modificata dalle esperienze che il soggetto fa.


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Immagine di sé Le scelte lavorative (e non solo) sono in stretto rapporto con l’immagine di sé perché ne sono fortemente condizionate e possono significativamente cambiarla. D’altra parte l’immagine di sé è una componente essenziale della competenza ed è la parte più nascosta e più difficile da valutare.


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Immagine di sé Per aiutare il ragazzo ad analizzare queste componenti delle propria personalità, è necessario che i formatori individuino e concordino le dimensioni sulle quali far lavorare gli allievi, le loro correlazioni, gli strumenti e le tecniche da impiegare:  dimensione emozionale,  dimensione cognitiva,  dimensione volitiva,  dimensione spirituale, …


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La percezione di sé Il tema della conoscenza di sé viene in genere affrontato attraverso il racconto della propria vita, la descrizione dei risultati raggiunti, delle capacità dimostrate nella vita scolastica, familiare e sociale Tra i risultati che si intende ottenere con questi lavori vi è un aumento dell’autostima soprattutto per i ragazzi che arrivano al CFP dopo esperienze a volte fallimentari attraverso una ragionevole enfatizzazione degli aspetti positivi e dei successi ottenuti


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Le rappresentazioni sociali Ogni persona e quindi ogni ragazzo, ha le sue rappresentazioni sociali, cioè un insieme di elementi informativi, cognitivi, ideologici, normativi, ma anche credenze, valori, atteggiamenti, opinioni, immagini, pregiudizi, stereotipi e credenze collettive che gli forniscono informazioni per leggere la realtà e che influiscono in modo determinante sul suo agire.


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Le rappresentazioni sociali • L’analisi delle competenze lavora sulle rappresentazioni sociali non per esprimere giudizi o valutazioni per ma per far prendere consapevolezza al ragazzo della loro esistenza e del peso che possono avere nella definizione della scelta. • Alcuni elementi gravemente pregiudizievoli possono essere modificati con l’acquisizione di nuove conoscenze o di diversi punti di vista


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Le relazioni sociali • E’ noto che percezione di sé dipende molto dal ritorno che danno gli altri. Una parte del lavoro di posizionamento riguarda i comportamenti e le peculiarità che il ragazzo manifesta nelle relazioni interpersonali • Riflettere su come si svolgono i suoi rapporti con figure significative, con compagni, con i gruppi, … per individuare le proprie caratteristiche e poter intervenire al fine di acquisire competenze è fondamentale sia per se stesso sia per il lavoro


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Stili di apprendimento • Una dimensione che è opportuno far esplorare al ragazzo è quella dello stile di apprendimento. • La personalizzazione è un concetto che viene sottolineato con forza in questi tempi ma non ci può essere personalizzazione se non si rispettano i diversi stili di apprendimento.


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Stili di apprendimento Le componenti da esplorare (secondo il noto QSA di Pellerey) riguardano innanzi tutto i processi e le strategie cognitive • la focalizzazione dell’attenzione • l’elaborazione delle conoscenze • l’organizzazione delle conoscenze • l’autoregolazione delle strategie


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Stili di apprendimento Un ruolo determinante per l’apprendimento è svolto dai processi e dalle strategie di natura affettiva ed emozionale di cui sono state individuate categorie quali: • l’ansietà di base e quella occasionale • la volizione • le attribuzioni causali • la percezione della propria competenza in relazione ai compiti da svolgere


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Stili di apprendimento Far prendere coscienza all’allievo di questi aspetti può aiutarlo a mettere a fuoco il suo stile privilegiando le modalità a lui più confacenti La conoscenza della percezione dell’allievo può fornire ai formatori elementi utili per promuovere una più valida e proficua capacità di lavoro nell’attività didattica


Approfondimenti Progetto Orientamento (voll. I, II,III)

I tre volumi, che http://ospitiweb.indire.it/~dgsm0001//pubblica/orienta. affrontano rispettivamente html "La formazione orientativa" (Vol. I); "Modelli e strumenti" (Vol. II); "Le valenze orientative delle discipline" (Vol. III), sono strumenti a sostegno dell’autonoma progettualità nelle scuole


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