Il Coltivatore Cremonese n.1/09

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Sergio Marini PRESIDENTE

Obiettivo:

rrealizzare il Prog Progetto Coldiretti per il Paese


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Editoriale

Coltivatore

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Ala Ponzone, 8 - III piano Tel. 0372499811

Assuero Zampini Direttore Coldiretti Cremona

Direttore responsabile Assuero Zampini Redattore capo Marta Biondi Hanno collaborato a questo numero Aldo Bellandi, Francesco Cazzamali, Paola Fraschini, Giacomo Maghenzani, Mara Malinverno, Dianella Mariotti, Pietro Scolari, Paolo Soldi, Andrea Ragazzini, Giuseppe Baini, Damiano Talamazzini, Silvia Trevisi

Fotografie Ambrogio Toscani, Bruno Toscani

Progetto grafico e impaginazione Uggeri PubblicitĂ  Stampa Tipografia Pizzorni Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Cremona, Autorizzazione Tribunale di Cremona 25 luglio 1951 n. 33 del Registro Pagamento assolto tramite il versamento della quota associativa

Questo mensile è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

sommario 3/4/5 Sergio Marini Presidente 6/7/8/9 Il mercato dei cereali, convegno 10 Costituita l'Associazione dei Mercati di Campagna Amica 11 e 39 Giovani Impresa 12/13/14 Politiche Comunitarie 15 e 38 Informazione alle Imprese 16/17/18 Datori di lavoro 19/20/21/22 Salariati agricoli 2° aumento retributivo - inserto staccabile 23 Decreto "quote latte" 24/25/26/27 Servizi Ambientali 28 e 36 La risorsa idrica in agricoltura 29 Fiscale, bonus energia 30/31 Agrifidi Lombardia 32 Pollo Made in Italy, l'origine resta 33 Suini, al via la Commissione Unica 34/35 Concorso Comuni Fioriti

CHIACCHIERE, PROPOSTE E CONVEGNI

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i risiamo. Come al solito, a fronte di un’iniziativa concreta di Coldiretti, qualcuno si sente in dovere di criticare e di cercare di sminuire l'operato altrui, senza del resto proporre alcunché, ma semplicemente dimostrando il proprio disagio. Sarebbe meglio provasse a giustificare la certa riduzione del premio ai produttori di pomodoro, visto che sosteneva l'accoppiamento e poco tempo fa accusava Coldiretti di non fare l'interesse degli agricoltori. Chi cerca di motivare il nulla rispetto alle proposte di solito non trova spazio... cosa diversa avviene se possiede un mezzo di comunicazione. In questo caso, però, è bene stare attenti: i lettori, sempre di più, giudicano e ricordano. Questi soggetti si crogiolino pure nel perorare le proprie critiche, certo è che, nel caso a cui mi riferisco – vale a dire il convegno da noi proposto sul tema cereali – azioni e risposte sono state avanzate e, nello specifico, il progetto già in corso di realizzazione da parte di Assocap. Per fortuna dei cerealicoltori, non ci si è limitati ad analisi per poi lasciare tutto immutato, ma si è progettata una soluzione. La concretezza della proposta è un fatto ed è già stata avviata la valutazione di una filiera per la produzione di pasta italiana fatta con grano italiano: Assocap, con il pieno appoggio di Coldiretti, realizzerà la filiera con l'obiettivo di trasferire ai produttori il valore aggiunto, dando un reale reddito e la prospettiva di gestire la produzione da padroni e non come fornitori di materia prima. Il valore aggiunto, torno a ribadire, deve essere degli agricoltori. Altro che esperti e chiacchiere o ricerca di visibilità! Del resto, ricordo che del convegno alcuni (alla faccia del dovere di cronaca) neppure hanno parlato... se però, poi, si sentono di criticarlo è perché, malgrado la ‘censura’, ne parlano gli agricoltori. Il tempo dimostrerà quali incontri sono chiacchiere e da quali nascono fatti: “purtroppo” la verità emerge sempre, anche se si cerca di soffocarla. L'agricoltura da sempre ha avuto tanti esperti bravi nell'evidenziare i problemi, purtroppo pochi con la voglia di fare e di mettersi in discussione con proposte e con i fatti. Presto Coldiretti darà vita ad altri incontri, con lo stesso principio: offrire un progetto che dia soluzioni ai problemi sul tappeto, realizzando fatti concreti. A chi critica rivolgo una proposta: per una volta, anziché criticare, avanzi un progetto alternativo e si impegni, per il bene di tutta l'agricoltura, a metterlo in atto, senza delegare ad altri ciò che si può fare e realizzare. E’ facile invocare la politica, ma non sempre la soluzione compete ad essa. Da qui l’impegno di Coldiretti Cremona nel dare appieno il proprio contributo, nel segno del Progetto Coldiretti, per l’agricoltura e per il Paese.


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Il nostro Progetto per il Paese Affidato al Presidente Marini, confermato alla guida di Coldiretti ergio Marini guiderà per i prossimi quattro anni la Coldiretti, che con un milione e mezzo di associati è la maggiore Organizzazione agricola in Italia e in Europa. Lo ha stabilito l’Assemblea elettiva dei delegati giunti a Roma dalle campagne di tutte le regioni italiane, che lo ha eletto con il 99 per cento dei voti, chiedendogli di proseguire nell’impegno di guidare una forza sociale che rappresenta le imprese agricole, radicata sul territorio con 19 Federazioni regionali, 97 Federazioni provinciali e interprovinciali, oltre 724 Uffici di Zona e 5.668 Sezioni periferiche, che sono il riferimento della maggioranza assoluta delle imprese agricole italiane. A nome di Coldiretti Cremona auguro buon lavoro al Presidente nazionale che, nella relazione proposta all’assemblea elettiva, ha saputo trasmetterci una grande iniezione di fiducia. Parlando della crisi economica in atto, Marini ha chiarito che questa potrebbe avere un carattere salutare, dacché rappresenta un’occasione unica per ridare un nuovo ordine alle cose, nel quale la concretezza, l’economia reale, la produzione vera, riacquistino il primato, rispetto all’economia di carta, alla ricchezza fittizia. Mai come in questo momento si può comprendere, e quindi si deve affermare, il valore di cose vere e concrete, come la terra e il cibo, ridando centralità alla nostra agricoltura, prima generatrice di economia reale. Con il Direttore Zampini ero a Roma, il 30 gennaio, chiamato a rappresentare l’agricoltura cremonese all’Assemblea elettiva riunita a Palazzo Rospigliosi. Nel portare la mia testimonianza, su quella giornata, parto dalla lettura, che Marini ci ha proposto, di alcuni estratti dal programma del

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Roberto R b t D De A Angeli li Presidente Coldiretti Cremona

neo Presidente degli Stati Uniti. Abbiamo riascoltato parole in cui Barack Obama incoraggia i giovani a diventare agricoltori, si impegna a sostenere l’agricoltura locale e la piccola e media impresa nelle campagne, a promuovere sistemi agroalimentari regioSergio Marini, 44 anni, è il quinto Presidente nella storia della Coldiretti. Laureato in agraria con il massimo dei voti, conduce un’impresa florovivaistica in serra, con piante ornamentali e seminativi in Umbria. Coniugato, due figli di 17 e 12 anni, ha assunto il primo incarico in Coldiretti nel 1984 come Delegato provinciale del movimento giovanile di Terni. Dal 1997 al 2008 è stato Presidente di Coldiretti Umbria, dal 2001 sino al 2007 Vicepresidente nazionale e dal 9 febbraio 2007 Presidente nazionale. E’ stato confermato alla guida dell’Organizzazione, con il 99 per cento dei voti, dall’Assemblea elettiva riunita venerdì 30 gennaio 2009 al centro congressi di Palazzo Rospigliosi. L’Assemblea ha eletto anche la nuova Giunta, che risulta composta da Nino Andena (Vicepresidente), Massimo Gargano (Vicepresidente), Gennaro Masiello (Vicepresidente), Mauro Tonello (Vicepresidente), Tulio Marcelli, Giorgio Piazza, Pietro Salcuni, Marco Antonio Scalas.

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nali, ad assicurare trasparenza sui prezzi, ad estendere l’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta. Come ha evidenziato Marini, il modello agricolo per cui Coldiretti si batte da anni è oggi diventato la ricetta messa in campo dal Governo americano per superare la crisi e ridare nuovo slancio, nuova linfa, all’economia americana e mondiale. Al di là della nostra comprensibile soddisfazione, ciò che più conta è il fatto che il programma di Obama rappresenta la prova, diretta e inconfutabile, che ciò che Coldiretti propone è un modello vero, concreto, lungimirante, per il mondo del terzo millennio, che sa guardare ben oltre i nostri pur legittimi confini di interesse. In questo momento di indubbia difficoltà, Coldiretti si è confermata pronta ad investire, pronta a dare il proprio contributo – di lavoro, di valori, di progettualità e azione – nel superare la crisi. Il nostro impegno nel rimettere mano alla filiera, nel portarci la filiera in casa, è la nostra ricetta per garantire reddito alle imprese agricole, ma anche salubrità e convenienza alle famiglie, nell’interesse di tutto il Paese Italia. Noi ne siamo convinti: oggi ci sono le condizioni per creare una filiera tutta agricola e tutta italiana, una filiera trasparente, onesta, pulita, che porti la firma degli imprenditori agricoli della Coldiretti. In chiusura, voglio anche esprimere, a nome di tutta Coldiretti Cremona, la nostra soddisfazione per la rielezione del Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena quale Vicepresidente nazionale. Credo rappresenti la conferma del valore e del grande contributo che l’agricoltura lombarda ha saputo dare – e continuerà a portare – nella Coldiretti e nel Paese.


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Sergio Marini Presidente Sergio Marini guiderà per i prossimi quattro anni la Coldiretti. Riportiamo, di seguito, alcuni passaggi dell’intervento rivolto dal Presidente all’Assemblea elettiva che, riunita il 30 gennaio, lo ha confermato – con il 99% dei voti – al timone della prima Organizzazione agricola in Italia e in Europa.

“Obama richiama i giovani all’agricoltura” “Incoraggiare i giovani a diventare agricoltori”, “sostenere l’agricoltura locale” e “promuovere sistemi agroalimentari regionali”, assicurare “trasparenza sui prezzi”, “promuovere le energie rinnovabili” e “sostenere microprogetti nelle campagne”, “estendere l’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta per consentire di distinguere il proprio prodotto da quello importato”. E ancora “assicurare la copertura della banda larga nelle aree rurali”, “migliorare le infrastrutture nelle campagne” e “strade, strutture idrauliche”. Sono le testuali parole estratte dal programma del neo Presidente degli Stati Uniti Barack Obama pubblicato sul sito della Casa Bianca e lette dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini all’assemblea elettiva della principale Organizzazione agricola italiana ed europea. Parole che, ha evidenziato Marini, rappresentano “il modo con cui gli Stati Uniti pensano di superare la profonda crisi economica delle famiglie americane e di dare prospettive agli agricoltori”. “Il modello agricolo per cui noi ci battiamo da anni è, dunque, la ricetta messa in campo dal governo della più grande democrazia e potenza economica del Mondo – ha precisato Marini –. Ecco, mi piacerebbe dire, con un pizzico di orgoglio Italiano, che questa volta siamo arrivati prima noi, ma non è naturalmente questo il punto”. “Il punto è che questo programma rappresenta una prova, diretta e difficilmente discutibile, che ciò che noi proponiamo è un modello per il mondo del terzo millennio e guarda ben oltre i nostri seppur

legittimi confini di interesse. Deve essere chiaro a tutti che, in questa fase difficile per il Paese, noi scegliamo di investire”. “Questo è il messaggio – ha concluso Marini – che ci sentiamo di inviare e l’impegno che ci sentiamo di prendere con il Presidente del Consiglio, con il nostro Ministro dell’Agricoltura, con il Governo intero, con il Parlamento e con le forze politiche”.

“L’agricoltura riacquista centralità” “Ritengo che questa crisi, forse lunga e dai connotati inediti, potrebbe avere per il nostro mondo e per le nostre imprese anche un carattere salutare; può rappresentare un’occasione unica, e forse irripetibile, per ridare un nuovo ordine delle cose dove verità e concretezza riacquisiscano il primato su falsità e finzione”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti, nel sottolineare che “crollano IL

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uno alla volta i miti della prima globalizzazione, ovvero la grande dimensione come prerequisito per competere, la finanziarizzazione di ogni sistema come misura di modernità, l’omologazione come unico modello culturale ed economico vincente”. “Di converso – ha precisato Marini – riassumono centralità i valori veri dell’agire di ciascuno di noi: la responsabilità, l’affidabilità, l’etica dei comportamenti, ed ancora si recupera pienamente la dimensione dell’identità come qualificazione positiva della persona, dei territori, di tutto ciò che è vero e che non può essere scambiato per altro”. “Quella che stiamo attraversando – ha proseguito – è una crisi planetaria che ha più radici. Una strettamente economica, legata a processi di finanziarizzazione, cioè al ricorso sistematico (di aziende e persone) all’indebitamento. In pratica, è come se ci fossimo mangiato il futuro, come se avessimo consumato il raccolto prima ancora di seminare. Noi, abituati a fare il contrario, di fronte a cotanta fantasiosa modernità, ci siamo sentiti per un po’ di appartenere alla preistoria dell’economia. Gli esperti ci spiegavano, o ci facevano intendere, che non stavamo capendo niente! Beati loro! Sta di fatto che si è creata una massa di ricchezza ‘fittizia’ di cui ora paghiamo tutti le conseguenze. Ma non tutti alla stessa maniera: noi, legati “arcaicamente” a cose reali e concrete come la terra e il cibo, ne pagheremo di meno! Perché tutto ciò ridarà centralità all’agricoltura, prima generatrice di economia reale”. “Una seconda radice della crisi è di tipo sociale, perché milioni di cittadini, risparmiatori e non, sono stati indotti o hanno voluto credere che consumi e standard di vita potessero moltiplicarsi e crescere a dismisura, indipendentemente dalla ricchezza reale prodotta. Con il risultato che, oggi, molti sono pieni di debiti! Anche noi a volte lo siamo, ma i nostri debiti sono accesi per realizzare cose vere che rimangono. Un’ulteriore chiave di lettura è legata alle relazioni umane, perché l’emergere della bolla speculativa degli immobili, dei prodotti energetici, di quelli


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alimentari, abbassa le difese immunitarie delle nostre società e ha fatto venire meno standard di onestà e fiducia reciproca, essenziali alla produzione e allo scambio di ricchezza. Ma fiducia ed onestà sono due qualità nel DNA del mondo agricolo che ci siamo tenute strette negli anni, anche quando, i soliti esperti, ci consigliavano furbizia e spregiudicatezza. Se la nuova economia sarà fondata su fiducia e onestà noi siamo pronti, molto più di altri, anzi non vediamo l’ora di cominciare. Infine, vi è una radice ‘politica’ della crisi: perché è la politica globale ad aver rinunciato in questi anni al proprio ruolo di arbitro che stabilisce regole del gioco sensate, uguali per tutti e che tutti sono chiamati a rispettare. Non una politica che si sostituisca al mercato, come quella agricola dei decenni scorsi, ma neanche una politica così assente da permettere ad esempio a pochi speculatori di arricchirsi sul cibo quando milioni di persone morivano di fame. Insomma, è una politica delle regole quella di cui il mondo ha bisogno”.

“E’ necessario porre mano alla filiera” “I prezzi dei nostri cereali, del nostro olio, della nostra carne e del nostro latte, della nostra ortofrutta e del nostro florovivaismo, del nostro vino e dei nostri formaggi – ha precisato Marini – non sono troppo bassi a causa della crisi”. “Certo la crisi avrà ripercussioni, ma non è questo il punto! I prodotti alimentari continuano ad essere acquistati e ben pagati dai consumatori”. E’ quanto ha osservato il Presidente, evidenziando “il fatto che, nei primi dieci mesi del 2008, le esportazioni dell’agroalimentare italiano sono quelle con un segno positivo più alto e che i consumi alimentari interni, a differenza di altri settori, sono gli unici che complessivamente abbiano retto”. “La vera questione agricola, quella dei bassi prezzi dei nostri prodotti – ha sostenuto Marini –, risiede nel fatto che a noi non arriva niente perché non abbiamo potere contrattuale sulla filiera. Una volta è la trasformazione, una volta l’intermediazione, una volta (quasi sempre) la GDO, sta di fatto che c’è sempre qualcuno a dettare le regole. Qualcuno che sa ben vendere la fiducia e la qualità che noi abbiamo prodotto, ma che ha imparato ad incartare, con la stessa fiducia, barat-

SINDACALE toli ‘anonimi’! Di questo siamo perfettamente consapevoli e per questo, anzi contro questo, abbiamo lavorato, stiamo lavorando e ritengo dobbiamo lavorare in futuro”.

“Sta scoppiando la bolla del finto Made in Italy” “Come è accaduto per la speculazione sugli immobili, piuttosto che sull’energia, o sul prezzo dei cereali – ha detto Marini –, potrà accadere che la stessa bolla del finto Made in Italy all’improvviso si sgonfi e quel giorno le imprese – e noi ci sentiamo tra queste – che avranno operato con correttezza, che avranno costruito percorsi innovativi di rapporto con il consumatore, avranno solo che da guadagnarci. Quel giorno finirà il commercio di barattoli finti incartati di fiducia vera!”.

Prezzi: “Mettiamo fine alla prolungata rapina” “Solo 17 centesimi, sui 100 spesi dai consumatori, rimangono nelle tasche degli agricoltori. Alcuni anni fa erano 25. Se non si introducono elementi radicali che invertano le ragioni di scambio, ci sono tutte le premesse perché questo ‘valore’ scenda ulteriormente. Qui non c’entra né la crisi mondiale né altro, si tratta semplicemente di una prolungata rapina – ha rimarcato il Presidente della Coldiretti –. L’agricoltura italiana si trova in una strana condizione: è come se fossimo una squadra che gioca uno splendido calcio, ma che fa una fatica estrema ad arrivare in area (direttamente al consumatore). Quando ci arriva però il goal è assicurato e allora questo è il momento di creare le condizioni per fare goal, con sempre maggior continuità”. Marini ha ribadito che la Coldiretti ha fatto “una scelta rischiosa, ma al tempo stesso doverosa e inevitabile”: “portarci la filiera in casa”. “Vi sono infatti le condizioni obiettive per creare una filiera tutta agricola e tutta italiana. Una filiera più ‘trasparente’ perché firmata, più ‘onesta’ perché agricola e più ‘pulita’ perché italiana. Una filiera che ha le sembianze e ‘la firma’ degli agricoltori e degli allevatori italiani. Una filiera che possiede una sua ‘massa critica’, spostando l’ombrello di garanzia dal singolo prodotto di ogni parte del mondo alla totalità del cibo dei soli terIL

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ritori italiani. Una filiera che trasferisca direttamente al consumatore italiano e del mondo valori di genuinità, sicurezza, territorialità, distintività che sono propri della nostra produzione”. Ed allora, ha proseguito Marini, ecco le cose che noi dobbiamo fare, la nostra parte di lavoro: - Dobbiamo innanzitutto riorganizzare le filiere agroalimentari del nostro Paese, con un forte investimento su Consorzi agrari e cooperative, con un’attenzione particolare alle aree del Sud e a quelle meno organizzate del Paese. Questa fase sarà il perno sul quale ruoterà la nuova filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori. Il prossimo 20 marzo Coldiretti riunirà a Roma al Palalottomatica tutta la dirigenza delle cooperative aderenti a Coopcoldiretti, dei Consorzi agrari di Assocap, dell’associazione ‘I mercati di Campagna Amica’ e presenterà il progetto operativo per la nuova rappresentanza di filiera e per più concorrenza nell’agroalimentare. - Occorre moltiplicare il numero di mercati di Campagna Amica, in ogni sede e luogo ove ciò sarà possibile. Campagna Amica è una formidabile occasione per aggiungere concorrenza ad un sistema ingessato da anni. I mercati di Campagna Amica non solo sono un’occasione di mercato per tante nostre imprese, ma anche e soprattutto un modo per far conoscere, apprezzare e riconoscere, al mondo, l’agricoltura Italiana e le sue distintività, sono il miglior veicolo promozionale per il made in Italy. L’obbiettivo è far nascere i primi 1000 mercati di Campagna Amica nei prossimi mesi. - Occorrerà poi aprire un confronto di pari dignità con la distribuzione in Italia e all’estero per ragionare su un modo diverso di trattare il “vero Made in Italy” alimentare. - Dovremo prestare massima attenzione su quei percorsi di accompagnamento richiesti alla politica, sia rispetto ai grandi temi – i contenuti del prossimo G8, i temi relativi a controlli ed etichettatura, la ridiscussione del bilancio UE –, sia rispetto alle questioni che hanno oggi assunto una valenza emergenziale, e sulle quali aspettiamo un intervento rapido di Governo e Parlamento: il rifinanziamento del fondo di solidarietà, la fiscalizzazione dei contributi agricoli, l’ICI sui fabbricati rurali, le azioni per fronteggiare le crisi di mercato.


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Convegno promosso da Coldiretti e dall’Associazione Regionale Produttori Cereali

Il mercato dei cereali, quale futuro?

di Marta Biondi Gli agricoltori di Coldiretti, in gran numero, si sono dati appuntamento il 19 gennaio presso la sala Zelioli Lanzini, in Fiera a Cremona, prendendo parte al convegno “Il mercato mondiale dei cereali, quale futuro?”. L’incontro, proposto da Coldiretti Cremona e dall’Associazione Regionale Produttori Cereali e Semi Oleosi della Lombardia, è stato aperto dal Presidente dei cerealicoltori Arnaldo Freri, che ha ribadito le ragioni di questa ‘tavola rotonda’ rivolta agli imprenditori agricoli, e con loro ai rappresentanti del territorio e di tutti i settori produttivi, voluta per fare il punto sulla situazione a livello nazionale e mondiale, evidenziando le problematiche ed indicando le azioni in risposta a questa fase certamente molto dura per chi produce cereali. Portando il saluto dell’Amministrazione provinciale, l’Assessore all’Agricoltura Giorgio Toscani ha sottolineato le difficoltà del comparto. Approfondita ed articolata si è dimostrata la relazione del dott. Stefano Serra, esperto del mercato internazionale dei cereali. Dalla produzione alle esportazioni, dalle scorte all’analisi di chi realmente controlla gli scambi commerciali in materia di grano duro, grano tenero, mais, passando per i punti in cui “davvero si gioca la partita”, Serra, dati alla mano, ha offerto un’attenta lettura della situazione di mercato e delle prospettive che si aprono per il 2009. Il dott. Pietro Sandali, Responsabile economico Coldiretti Nazionale, ha offerto un’ampia disamina in merito ai nuovi scenari della PAC dopo l’Health Check. Dapprima ha illustrato alcuni passaggi introdotti con l’Health Check che “ha cercato di portare una semplificazione nei meccanismi, sia politica che tecnica”. “Un aspetto importante dell’Health Check – ha spiegato – è il fatto che gli Stati membri possono decidere, in modo obiettivo e non discriminatorio, di non assegnare i pagamenti diretti alle aziende o alle società se l’oggetto principale dell’azienda non consiste nell’esercizio dell’attività agricola. E’ un passaggio epocale: prima i soldi venivano dati a chi aveva terra, oggi l’accento si sposta su chi esercita l’attività agricola. E’ una semplice regola, ma rappresenta un principio fondamentale”. Affrontati i temi della regionalizzazione, della modulazione, il dott. Sandali è passato a considerare la grave crisi finanziaria in atto. “Ci sono alcuni segnali positivi: l’agricoltura è tornata ad essere un settore strategico – ha rimarcato –. Se è vero che tutti rivalutano l’economia reale, il settore agricolo, è altrettanto vero che diventa importante ‘blindare’ il nostro settore. Il fatto è che abbiamo un carburante nuovo con macchine vecchie: da qui la necessità di una riorganizzazione che metta mano alla filiera, così da essere in grado di affrontare i cambiamenti intervenuti. Ci dobbiamo rimboccare le maniche”. Si è parlato anche di borse merci. “Una borsa finanziaria IL

quando qualcosa non funziona, blocca le quotazioni. Nelle borse merci vengono definiti i prezzi, e sempre al ribasso, guarda caso – ha detto il Responsabile Economico di Coldiretti –. Anche quella è una macchina che va ridefinita, dacché oggi le condizioni sono completamente diverse”. “Si tratta di riscrivere certe situazioni – ha concluso –. E gli spazi di manovra ci sono”. Giacomo Galli, Presidente del Consorzio Agrario di Cremona, ha esordito evidenziando che i contributi comunitari rivolti all’agricoltura "sono una perequazione dei costi". "I nostri costi non sono quelli cinesi, argentini, internazionali” ha rimarcato, ribadendo l’importanza di far comprendere ai cittadini che “l’agricoltura è un insieme di fattori, è presidio del territorio” e quindi di mostrare il reale valore del lavoro dell’imprenditore agricolo. Dopo aver puntato il dito contro le speculazioni di borsa, Galli ha illustrato il ruolo del Consorzio al servizio delle aziende, aggiungendo che “il Consorzio Agrario è disponibile a partecipare a strutture che organizzino l’offerta, che trovino sbocchi sul mercato” invitando a “studiare cose semplici, vicine agli agricoltori”. Marco Pancaldi, Presidente ASSOCAP, parlando di gestione dei cereali e dei mezzi tecnici e dell’azione di Assocap, che riunisce 53 Consorzi Agrari, ha rimarcato che “è il momento, con ambizione e con realismo, di riprendere la costruzione di una rete che possa dare migliori risposte alle imprese agricole”. “Produciamo a prezzi italiani e vendiamo a prezzi mondiali, questo è un dato di fatto – ha aggiunto –. Un punto di forza è la distintività delle nostre produzioni. Ed è una distintività che si è affermata grazie ad un percorso che, sempre di più, ha avvicinato il cittadino all’agricoltura”. Dopo il dibattito, è stato Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Cremona, a chiudere l’incontro. “Conoscere è fondamentale per poter progettare: ecco le ragioni di questo convegno – ha detto –. Coldiretti ritiene che troppo spesso si siano delegati a terzi dei compiti e dei ruoli che l’agricoltura ora intende assumersi e svolgere fino in fondo. Consorzi agrari, Cooperative, Unione seminativi sono momenti fondamentali del progetto che Coldiretti ha elaborato, con l’obiettivo di mettere mano alla filiera, per il rilancio della nostra agricoltura e dell’economia del Paese. Costruire una rete, gestita dall’agricoltura e che si ponga come fondamentale obiettivo quello di promuovere il reddito delle imprese agricole, oggi è essenziale. Puntare sulle strutture, sugli uomini, su un progetto forte e concreto, è quanto intendiamo fare, pronti a contrastare tutte quelle azioni che non abbiano come obiettivo il reddito delle imprese agricole, ma soltanto la preservazione di posizioni o poteri locali. Il progetto Assocap è importante perché costituisce una rete di collaborazioni operative, superando di fatto la necessità di ‘creare dimensioni’ tramite processi di aggregazione”. CREMONESE

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SCENARIO COMPETITIVO MONDIALE DEI CEREALI Approfondimento ed analisi della relazione presentata dal dott. Stefano Serra al Convegno organizzato da Coldiretti e dall’Associazione Regionale Produttori Cereali e Semi Oleosi

Pietro Scolari Segretario Associazione Regionale Produttori Cereali

Il convegno ‘Il mercato mondiale dei cereali, quale futuro?’, svoltosi il 19 gennaio in Sala Zelioli Lanzini

Seguendo l’impostazione data dal dott. Serra, importante esperto del mercato dei cereali a livello internazionale, faremo inizialmente un quadro riassuntivo delle produzioni a livello mondiale e, successivamente, faremo alcune considerazioni sempre prendendo spunti dalle slides presentate da Serra nel corso del convegno.

l’anno record, dove in pratica la produzione ha coperto quasi interamente il fabbisogno interno, è stato il 2004 con circa 5,5 milioni di tonnellate prodotte. Caratteristica peculiare della zona mediterranea è la polverizzazione dell’offerta di grano duro che, inevitabilmente, impedisce ai grandi trader internazionali di pianificare ed organizzare l’offerta stessa attraverso forniture e qualità costanti. Ciò non avviene, per esempio, per il Nord America dove a fronte di un 24% della produzione a livello mondiale si assiste ad una concentrazione dell’offerta in soli 3-4 importanti gruppi. Dal grafico 2 possiamo dedurre che il Canada esporta ben l’80% del grano duro che produce e questa quantità rappre-

- Grano duro. Come si evince dal grafico 1 la produzione di grano duro nel mondo è concentrata per circa il 50% nell’area del Mediterraneo con Europa – Francia ed Italia in primis –, Nord Africa e Siria-Turchia che producono in media quasi 20 milioni di tonnellate. Il grano duro è da considerarsi, all’interno del mercato mondiale dei cereali, un prodotto di nicchia in quanto rappresenta indicativamente il 5% del totale dei cereali a livello internazionale. L’Italia produce quasi il 10% del totale del grano duro prodotto a livello mondiale e mostra un grado di autoapprovvigionamento che oscilla tra il 65 ed 100%:

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Ricambi agricoli - Articoli e forniture industriali - Utensileria - LubriÂżcanti

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- Lamiere forate.


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prodotte, rappresenta circa il 21% della produzione mondiale; l’Italia, che produce mediamente poco di più di 3 milioni di tonnellate, ha un grado di approvvigionamento di circa il 3540% importando, così, oltre quattro milioni di tonnellate. La maggior parte del grano tenero in Italia – circa 5,8 milioni di

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senta oltre il 54% dei volumi esportati a livello internazionale grazie al Canadian Weat Board. In merito alle esportazioni di grano duro nel mondo da parte dei Paesi europei, la Francia storicamente ne detiene di gran lunga il primato. GRAFICO 4

- Grano tenero. In merito alla produzione e all’export del grano tenero a livello internazionale – grafici 3 e 4 – si possono fare alcune considerazioni. Prima di tutto l’Asia, che produce mediamente 103 milioni di tonnellate/anno, è addirittura un importatore netto (ovvero consuma otre il quantitativo che produce) mentre gli Stati Uniti ed il Canada esportano oltre il 60% del grano che producono. Importante produttore a livello mondiale è diventato nel corso dell’ultimo decennio il Mar Nero: attualmente l’export dal Mar Nero avviene in modo frammentario e non coordinato e sta diventando un’ottima opportunità per i trader internazionali. L’Europa, con 121 milioni di tonnellate medie

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tonnellate – viene impiegata dall’industria molitoria soprattutto per produrre farine destinate alla panificazione (per 3,2 milioni di tonnellate) e l’industria dolciaria (per 1 milione di tonnellate ca.).

- Mais. Dai grafici 5 e 6 si evince che gli Stati Uniti producono quasi il 40% del mais a livello internazionale e con circa 46 milioni di tonnellate detengono il primato dell’export con oltre il 57% dei volumi scambiati. Aspetto assai importante nella determinazione degli stock a livello internazionale è rappresentato dal crescente utilizzo di mais negli Stati Uniti per la produzione di bio-etanolo: lo scorso anno la quantità di mais che è stata utilizzata per produrre etanolo è stata superiore al 20% dell’intera produzione e secondo stime dell’USDA entro seisette anni si arriverà ad una destinazione del mais prodotto pari ad oltre il 30%. Del resto il neo Presidente americano ha confermato il crescente interesse ed investimento degli Stati Uniti per i bio-carburanti. In merito a questo aspetto, comunque, abbiamo appreso dal dott. Serra che non tutto il mais destinato alla produzione di bio-etanolo viene, di fatto, tolto completamente dal mercato dei cereali in quanto nel processo di produzione di questo bio-carburante si ottiene un sottoprodotto che in realtà è assai richiesto soprattutto dall’industria mangimistica. Continuando a focalizzare l’attenzione sui grafici relativi al mais possiamo notare l’importanza assunta dalla Cina come secondo grande Paese produttore di questo cereale al mondo con circa 160 milioni di tonnellate (pari a circa il 20% dell’intera produzione mondiale). La crescita notevole registrata in Cina di produzione di mais nell’ultimo decennio sta portando questo Paese verso l’autosufficienza: nell’ultimo decennio la produzione è aumentata del 50% (a fronte, comunque, di una domanda interna che anche in questo caso è cresciuta, ma “solo” del 25% nel corso dello stesso periodo). I relatori del convegno proposto da Coldiretti e dall’Associazione Regionale Produttori Cereali

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rittura centri di stoccaggio in grado di immagazzinare i cereali prodotti e le conseguenze di tutto ciò le abbiamo vissute tra la fine di ottobre e la metà di dicembre con tutte le turbolenze che si sono scaricate sul nostro mercato sia in termini di quantità commercializzate sia in termini di prezzo. Anche nel nostro Paese manca una politica di controllo dell’offerta e proprio in questa direzione si sta muovendo Coldiretti con il progetto portato avanti con Assocap e l’Unione dei Seminativi. I dati della produzione di cereali a livello internazionale per il 2008 parlano di un sensibile ripristino degli stock ai valori di quelli del 2006-07. Questo sta a significare che le scorte, quantunque siano aumentate, sono comunque tali da risentire in modo pesante per eventuali siccità o, più in generale, per eventuali effetti climatici avversi in qualche angolo del Pianeta, con la conseguenza più immediata di un innalzamento dei prezzi. Per quanto riguarda il mais, le stime 2008-09 prevedono un incremento degli stock di oltre 5,5 milioni di tonnellate a livello internazionale. L’aumento delle produzioni si concentra soprattutto in Cina, Stati Uniti, Messico, Russia ed UE-27, contro una riduzione in Brasile ed in Argentina. Proprio in questi due ultimi Paesi le avverse condizioni climatiche – dovute ad una grave e perdurante siccità – hanno portato a stime ufficiali che parlano di una riduzione dei raccolti di mais di circa 4 milioni di tonnellate, ma dati produttivi più precisi potranno essere elaborati quando questi fenomeni climatici avranno fine. Alcuni operatori stanno rivedendo le stime degli stock finali sensibilmente al ribasso e le ultime ripercussioni sui listini internazionali potrebbero anche essere frutto di questa situazione.

GRAFICO 5

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In merito all’Europa il dott. Serra ha sottolineato come con “l’8% della produzione a livello mondiale registrata nel 2008, consolida un netto surplus”. Questo porta i Paesi europei ad esportare per un quantitativo stimato in 2 milioni di tonnellate ca. ma dovrebbe portare ad avere un incremento degli stock interni di circa 5 milioni di tonnellate pari al 4% sul mercato libero. Uno spunto interessante che abbiamo colto dall’esposizione del dott. Serra che riguarda direttamente il nostro Paese è relativo al fatto che la formazione dei prezzi del mais in Italia è totalmente correlata all’andamento del mercato estero e che una grandissima influenza viene esercitata dai prezzi del mais francese, ancor più che i prezzi dei Paesi dell’est (come Ungheria e Romania) o degli Stati Uniti.

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Alcune considerazioni. Dalla relazione di Serra abbiamo avuto conferma che per avere una certa stabilità dei prezzi dei cereali è necessario avere una struttura di controllo e di gestione aggregata dell’offerta. Questo aspetto è fondamentale per attutire gli effetti delle bolle speculative le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, con quotazioni troppo basse e assolutamente non remunerative e con costi di produzione che, invece, stentano a diminuire e che, purtroppo, non torneranno ai valori del primo semestre del 2007 (ovvero prima dell’esplosione delle quotazioni dei cereali). In Europa solo la Francia è in grado di controllare l’offerta di cereali; i Paesi dell’Est non hanno addiIL

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MADE IN ITALY

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Costituita l’Associazione dei mercati di Campagna Amica Francesco Cazzamali Area Sindacale

I mercati di Campagna Amica, e cioè quei mercati gestiti direttamente dagli agricoltori di Coldiretti, stanno diventando una consuetudine in molti centri italiani. A Cremona, partiti negli anni scorsi con il nome di “Mercato degli Agricoltori”, data la peculiarità dei prodotti venduti direttamente da chi li produce, oltre che per la loro sicurezza, la freschezza e il risparmio energetico indotto dalla poca distanza fra la produzione ed il consumo, hanno riscosso un notevole successo. Chiunque, nelle mattinate dei mercati di Cremona, Crema e Casalmaggiore, ovvero durante le numerose manifestazioni, può verificare l’interesse dei cittadini per i banchi che espongono frutta, verdura, salumi, formaggi, farine, miele e altre specialità del territorio rigorosamente prodotte dalle nostre aziende agricole. Tanto successo e tanto interesse inevitabilmente richiedono che questi mercati, in continua diffusione su tutto il territorio nazionale, vengano strutturati e organizzati. A tale scopo la Coldiretti ha promosso, tra le imprese che effettuano la vendita diretta, la nascita di una Associazione denominata “Agrimercato della provincia di Cremona” che ha visto la luce, grazie all’adesione dei primi Soci fondatori, tra le prime in Italia, lo scorso 15 dicembre. A guidare l’Associazione è stato chiamato, in qualità di Presidente pro tempore, Alberto Soragni produttore di ortofrutta a Castelverde. Scopo dell’Associazione, che non eserciterà il commercio in proprio, lasciando il compito alle singole imprese associate, è la promozione e l’organizzazione della vendita diretta e del mercato gestito in prima persona dall’agricoltore, proponen-

IL

Il Mercato di Campagna Amica proposto in piazza Stradivari a Cremona la seconda e, quando ricorre, la quinta domenica del mese. Il mercato è di scena anche a Crema, in via Terni, ogni prima e terza domenica del mese. A Casalmaggiore l’appuntamento è il sabato mattina, in piazza Turati

dosi come interlocutore di quelle Amministrazioni sensibili a questi tipi di mercato. Gli Associati all’Agrimercato sottoscrivono un regolamento attraverso il quale si impegnano ad offrire ai consumatori prodotti locali, derivati direttamente dalla loro produzione, o di altre imprese agricole, di qualità, sicuri e garantiti e con un prezzo inferiore del 30% rispetto a quanto indicato nel servizio SMS consumatori, servizio realizzato dal Ministero delle Politiche agricole che aggiorna i prezzi all’origine, all’ingrosso e al dettaglio di molti prodotti alimentari ed è un valido strumento per sventare i tentativi di speculazione intentati da personaggi privi di scrupoli. Oltre ai prodotti confrontabili a livello nazionale, la convenienza dei mercati agricoli sarà verificabile anche su quelle specialità, uniche e particolari, generalmente disponibili solo in negozi specializzati che sui banchi gialli dei nostri mercati sono offerte a prezzi abbordabili, senza credere di aver sbagliato negozio ed essere entrati in una gioielleria. I mercati di Campagna Amica, entrando nel costume di ogni cittadino, rappresenteranno l’ambasciatore del prodotto italiano, tipico, sano, genuino e sicuro. Attraverso la collaborazione tra l’associazionismo agricolo, Agrimercato ed il sistema distributivo, ci auguriamo, in futuro saranno disponibili su tutta la rete commerciale nazionale. CREMONESE

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GIOVANI IMPRESA

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Giovani Impresa, Esecutivo Itinerante Martedì 20 gennaio l’Esecutivo Nazionale itinerante di Coldiretti Giovani Impresa ha fatto tappa in Lombardia a Credaro (BG) presso l’Agriturismo “La Cascina dei Prati”. Questo importante momento di incontro tra i Giovani Coldiretti di Lombardia e il Delegato Nazionale Donato Fanelli, la Segretaria Nazionale Arianna Giuliodori e gli altri componenti dell’Esecutivo è stato sicuramente significativo. Diego Redini, Delegato Regionale di Coldiretti Giovani Impresa Lombardia, nel fare gli onori di casa ha puntualizzato alcuni aspetti significativi del Progetto che Coldiretti ha lanciato per la costituzione della filiera lunga Mady in Italy. L’impellente necessità di aumentare significativamente la quota del 17% che rappresenta l’attuale incidenza della produzione agricola sul valore medio della spesa familiare in prodotti agroalimentari; la gestione oculata della risorsa idrica; il ruolo dei Giovani nel CEJA (Il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori); le quote latte; l’attività formativa con una proposta affinché possa anche tradursi in crediti formativi per i giovani studenti e la necessità di poter contare su una politica garante delle regole, sono stati gli stimoli che Redini ha sottoposto all’Esecutivo Nazionale. Arianna Giuliodori ha sottolineato quanto Giovani Impresa rappresenti un valore aggiunto nel Progetto Coldiretti, soprattutto in virtù delle recenti modifiche al regolamento Nazionale che di fatto lo rende parte integrante ed attiva di Coldiretti. Arianna ha proseguito con altre importanti comunicazioni: il progetto di Coldiretti per la Direttiva Nitrati, il Portale di Giovani Impresa, la presenza di Giovani Impresa su facebook e la presentazione di Oscar Green 2009 con la tempistica delle fasi del concorso che culminerà con le premiazioni il 10-11 giugno 2009. La serie di interventi che si sono susseguiti da parte dei Delegati e rappresentanti provinciali di Coldiretti Giovani Impresa

Z.B. COPIA

Giacomo Maghenzani Segretario Giovani Impresa

Due momenti della ‘tappa’ lombarda dell’Esecutivo Nazionale itinerante di Coldiretti Giovani Impresa, con la presenza di una folta delegazione cremonese

presenti all’incontro e dei componenti dell’Esecutivo Nazionale è stata ricca di stimoli e spunti di discussione per l’attività dei prossimi mesi. Donato Fanelli, Delegato Nazionale, nel chiudere l’incontro, ha apprezzato l’elevato livello di contenuti e di proposte emerse, ribadendo il ruolo fondamentale dei Giovani per la realizzazione del Progetto Coldiretti, ritenendoli i principali attori dell’importante sfida di questi anni: l’evoluzione da produttore a imprenditore agricolo a tutti gli effetti, attraverso un modo di operare che deve essere sempre più caratterizzato dalla coerenza, dalla coesione e dalla trasparenza. La delegazione di Cremona era composta da Davide Migliorati di Castelleone, Alfonso Invernizzi di Casaletto di Sopra, Pietro Manferdi di Ostiano, Marco Fertonani di Rivarolo del Re, il Segretario Giacomo Maghenzani e il Direttore Assuero Zampini.

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POLITICHE COMUNITARIE

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Paola Fraschini Politiche Comunitarie

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HEALTH CHECK DELLA PAC COSA PREVEDE L’ACCORDO DEL 20 NOVEMBRE 2008

Il 20 novembre scorso è stato raggiunto l’accordo politico tra i ministri dell’agricoltura dell’Unione Europea in merito alla verifica sullo stato di salute della Politica Agricola Comunitaria (Health check). Tale accordo sarà sottoposto a verifica istituzionale e successivamente verranno pubblicati i testi giuridici dapprima a livello europeo e successivamente da parte dei singoli Stati membri. Si riassumono di seguito i punti salienti della riforma omettendo la parte relativa al settore lattiero, già descritta in dettaglio nel numero di dicembre 2008 de “Il Coltivatore Cremonese” da Pietro Scolari, Responsabile economico di Coldiretti Cremona.

TITOLI DI PAGAMENTO Gli Stati membri possono decidere di non assegnare i pagamenti diretti alle aziende o alle società se l’oggetto principale dell’impresa non consiste nell’esercizio dell’attività agricola. In tal modo viene ulteriormente rafforzata la figura dell’imprenditore agricolo e l’applicazione della norma impedirebbe a chi non vive della coltivazione delle terre di richiedere qualunque pagamento PAC. Viene prevista, a partire dal 2009, l’abolizione dei titoli di ritiro (conseguenza diretta della scomparsa dell’obbligo del setaside) e la loro conversione in titoli ordinari. In merito al trasferimento dei titoli verrà eliminato il vincolo di utilizzo di almeno l’80% dei titoli nel caso di vendita dei diritti medesimi senza terra e cadrà il vincolo di non trasferibilità dei titoli assegnati o vincolati da riserva nazionale. In compenso, però, i diritti non utilizzati per due anni (ora gli anni sono tre) passeranno alla riserva nazionale.

SUPERFICI AMMISSIBILI AI TITOLI Dal 2011 tutte le superfici agricole saranno ammesse all’abbinamento con i titoli (tranne i boschi e gli usi non agricoli), anche se per ora, quindi dal 2009 entrano le superfici vitate e le superfici imboschite tramite apposite misure del PSR ed anche le superfici a pioppeto. A tal riguardo è necessario attendere l’emanazione sia dei regolamenti (prevista per febbraio) sia delle norme nazionali per verificare che non vengano messe limitazioni particolari all’uso di tali superfici.

SUPERFICIE AMMISSIBILE

SUPERFICIE NON AMMISSIBILE

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2009/2010 Seminativi (escluse le patate)

2011 Seminativi (comprese le patate) Prati e pascoli Prati e pascoli permanenti permanenti Oliveti, agrumeti Oliveti, agrumeti, vigneti (esclusi vigneti (compresi frutteti e vivai) frutteti e vivai) Pioppeti Pioppeti Imboschimenti reaImboschimenti lizzati con il PSR o realizzati con il altri aiuti nazionali PSR o altri aiuti e che hanno dato nazionali e che diritto a pagamenti hanno dato diritto disaccoppiati a pagamenti nel 2008 disaccoppiati nel 2008 Patate Frutteti e vivai Superfici forestali Superfici forestali Usi non agricoli Usi non agricoli


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POLITICHE COMUNITARIE

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l’aiuto per le colture energetiche, senza una sua integrazione nel regime di pagamento unico. Dal 2010, salvo revisione, viene disaccoppiato totalmente l’aiuto per il pomodoro da industria.

ARTICOLO 68 (GIA’ ARTICOLO 69)

MODULAZIONE E SVILUPPO RURALE La modulazione è stata limitata rispetto a quelle che erano le proposte della Commissione. L’accordo finale prevede di aumentare il tasso di modulazione obbligatoria fino ad arrivare al 10% nel 2012 secondo lo schema seguente. Ai tassi va aggiunta la modulazione progressiva pari ad una ulteriore percentuale del 4% nel caso di importi superiori a 300.000. ANNO 2008 2009 2010 2011 2012

% 5 7 8 9 10

Lo strumento del vecchio articolo 69 verrà potenziato sia in termini economici sia in flessibilità. Gli Stati membri possono utilizzare fino al 10% del massimale nazionale per: • pagamenti supplementari a vantaggio di coltivazioni importanti per il miglioramento dell’ambiente, della qualità dei prodotti, del benessere animale e della commercializzazione dei prodotti agricoli; • affrontare svantaggi specifici nel settore lattiero-caseario, delle carni bovine, delle carni ovicaprine e del riso per aziende operanti in zona svantaggiate o per imprese economicamente vulnerabili; • aumento del valore unitario dei titoli per programmi di ristrutturazione e/o sviluppo per evitare l’abbandono delle terre o svantaggi specifici; • contributi ai premi di assicurazione raccolto, animali e piante (fino ad un massimo del 65% del premio assicurativo); • contributi per i fondi di mutualizzazione per malattie degli animali e delle piante e per gli incidenti ambientali.

CONDIZIONALITÁ

I fondi supplementari derivanti dalla modulazione obbligatoria vengono destinati dagli Stati membri ad attivitĂ  legate allo Sviluppo Rurale; in particolare saranno introdotte nei programmi operazioni rispondenti alle seguenti prioritĂ : cambiamenti climatici, energie rinnovabili, gestione delle risorse idriche e biodiversitĂ .

Viene semplificata con l’eliminazione di alcuni obblighi. Diventano invece obbligatorie le norme che mantengano i vantaggi ambientali relativi alla messa a riposo delle terre e che riguardano la gestione dell’acqua, come la protezione dei pascoli permanenti e l’uso dell’acqua di irrigazione soggetta ad autorizzazione.

RISORSE NON UTLIZZATE Gli Stati membri possono destinare i fondi non spesi della loro dotazione nazionale alle misure dell’articolo 68 o trasferirli allo sviluppo rurale, fino ad un massimo del 4% del massimale (per l’Italia circa 140 milioni di euro).

LIMITE MINIMO PER ESSERE AMMESSI AL PAGAMENTO Gli Stati membri stabiliscono la soglia di esclusione dai pagamenti diretti per gli agricoltori che non raggiungono una determinata soglia di importo o di superficie: tale soglia è compresa fra 100 e 400 euro per azienda oppure tra 0.5 ed 1 ettaro.

DISACCOPPIAMENTO DEGLI AIUTI ACCOPPIATI A partire dal 2010 viene integrato nel premio unico aziendale il premio qualità del grano duro e dal 2012 viene disaccoppiato il 100% dell’aiuto specifico per il riso, il premio per le colture proteiche, l’aiuto alle sementi, l’aiuto a superficie per la frutta a guscio. Dal 2012 viene disaccoppiato l’aiuto alla trasformazione dei foraggi essiccati. Dal 2010 viene abolito IL

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POLITICHE COMUNITARIE

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REVISIONE DEI TITOLI E REGIONALIZZAZIONE (VOLONTARIA PER GLI STATI MEMBRI) In previsione del “dopo 2013” gli Stati membri possono decidere il passaggio dai titoli storici a titoli più uniformi attraverso tre metodi: • regionalizzazione: assegnazione di titoli a tutti gli agricoltori (anche a chi non ha titoli storici) sulla base della superficie ammissibile; • ravvicinamento del valore dei titoli attualmente assegnati, quindi senza assegnazione di titoli a chi non ne ha; • regionalizzazione + ravvicinamento. Alla luce del fatto che la riforma Fischler ha determinato forti differenze nel valore dei titoli tra le diverse aziende legate

alle diverse tipologie produttive delle imprese, tutti i metodi sono da ritenersi attualmente inapplicabili, anche se uno studio attento della situazione può portare a non farsi cogliere impreparati nel momento di conclusione della riforma stessa nel 2013, anno in cui potrebbe essere necessaria una revisione del sistema.

Foto di Bruno Toscani

PAC: LE NOVITA’ PER IL 2009

L’accordo sull’Health check di novembre determina importanti novità già per la campagna in corso. PUR RICORDANDO CHE PER AVERE LA CERTEZZA È NECESSARIO ATTENDERE LA PUBBLICAZIONE SIA DEI REGOLAMENTI COMUNITARI SIA DELLE NORME NAZIONALI, SI ENUNCIANO SCHEMATICAMENTE QUALI SONO I PUNTI DELLA RIFORMA IN VIGORE PER LA PRESENTE CAMPAGNA.

• GESTIONE TITOLI: abolizione del vincolo di utilizzo dell’80% nel caso di vendita di titoli senza terra. Abolizione dei vincoli dei titoli da riserva: trasferimento e obbligo di utilizzo per cinque anni. I titoli non utilizzati per due anni (e non più per tre) passano alla riserva nazionale. • MODULAZIONE: per il 2009 sarà pari al 7% aumen-

• SUPERFICI AMMISSIBILI AI FINI PAC:

tando fino al 10% nella campagna 2012.

seminativi (escluse le patate), prati e pascoli permanenti, oliveti, agrumeti, vigneti (esclusi i vivai), pioppeti, imboschimenti realizzati con il Psr e che hanno dato diritto ad un pagamento nel 2008. Gli ettari ammissibili dovranno essere a disposizione dell’agricoltore che presenta la domanda unica alla data del 15 maggio 2009.

• SET-ASIDE:

abolizione del set-aside e conversione dei titoli di riposo in titoli ordinari dal 1 gennaio 2009. IL

• PAGAMENTI MINIMI: per il 2009 non ci sono novità; non saranno corrisposti pagamenti per importi inferiori a 100 euro. • ARTICOLO 69: per il 2009 non ci sono novità (premi accoppiati per mais, frumento, grano duro, avvicendamento e per certe categorie di allevamento bovino ed ovi-caprino), così come per i pagamenti ancora accoppiati. CREMONESE

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INFORMAZIONE ALLE IMPRESE

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DIRETTIVA NITRATI Ai sensi della d.g.r. n. VIII/5868 del 21 novembre 2007 tutte le aziende agricole tenute ad una qualsiasi forma di comunicazione prevista per l’utilizzazione agronomica dei fertilizzanti devono compilare sul Sistema Informativo Agricolo della Regione Lombardia (SIARL), entro il 30 aprile 2009: • Programma Operativo Aziendale, comunicazione contenente le informazioni aziendali riguardanti l’utilizzazione agronomica degli effluenti aziendali e dei fertilizzanti azotati che consente di dimostrare la rispondenza dell’Azienda ai requisiti normativi (POA/POAs) • Piano di Utilizzazione Agronomica dei fertilizzanti, documento annualmente aggiornabile contenente le informazioni relative alla gestione agronomica dei fertilizzanti impiegati sui terreni in uso in relazione al bilancio dell’azoto (PUA/PUAs). La compilazione deve avvenire previo aggiornamento del fascicolo aziendale, in particolare per quanto riguarda gli allevamenti e le superfici condotte; pertanto sarà necessaria la: - Presentazione della Planimetria Azien-

dale (stabili degli allevamenti e delle strutture di stoccaggio) - Presentazione della mappa dei terreni condotti - Presentazione delle convenzioni dei terreni in essere o di quelle recentemente stipulate - Dichiarazione del numero medio di capi allevati e distinti per categoria. Per eseguire la visita tecnica presso la Vostra azienda e per la predisposizione del procedimento nitrati sarete contattati o da parte dei tecnici operanti all’interno dell’organizzazione o da parte dei tecnici esterni che lavoreranno sulla base di una convenzione stipulata con il sistema Coldiretti tramite la società Impresa Verde Cremona. Si ricorda che il rispetto della Direttiva Nitrati non riguarda le sole aziende zootecniche, né solo quelle poste in zona vulnerabile, ma anche le semplici aziende cerealicole oltre un certo carico d’azoto. Pertanto, per evitare di utilizzare fertilizzanti chimici azotati oltre le dosi consentite, vi chiediamo di verificare la congruità tra l’asportazione delle colture programmate per il 2009

e le relative dosi di concime, prima di terminare le operazioni di concimazione delle colture per la campagna in corso. Per ogni ulteriore informazione potete rivolgervi al vostro rispettivo Ufficio di Zona o contattare Ambrogio Toscani, referente tecnico provinciale per la direttiva nitrati (0372/499811). Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Ordinanza del 18 dicembre 2008

Divieto di utilizzo di esche e bocconi avvelenati Allo scopo di prevenire i rischi per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente derivanti dall’abbandono in giro di esche e bocconi avvelenati usati contro infestazioni di animali sgraditi o pericolosi, il Ministero vieta la preparazione, l’utilizzo e la distribuzione (sia in aree rurali-urbane che agricole) di bocconi ed esche avvelenate o comunque nocive “fai da te” oltre al divieto di detenzione ed impiego di alimenti intossicati. E’ fatto obbligo ai proprietari di animali deceduti, e ai veterinari che rilevano avvelenamenti a carico di fauna domestica e selvatica, di dare comunicazione al Sindaco e alla ASL, che provvedono alle relative indagini e all’avvio delle operazioni di bonifica se necessarie. E’ possibile utilizzare esclusivamente esche opportunamente predisposte in contenitori idonei per l’accesso solo all’animale che si intende eliminare, oppure ditte autorizzate alle operazioni di disinfestazione e derattizzazione, secondo modalità idonee di pubblicizzazione.

CONSORZIO DI DIFESA COLTURE AGRARIE DELLA PROVINCIA DI CREMONA POLIZZE GRANDINE E ALTRE AVVERSITÀ, COME SARÀ IL 2009? SORESINA • LUNEDI’ 9 FEBBRAIO, ore 10,30 - Sala Podestà Via Matteotti CASALMAGGIORE • MERCOLEDI’ 11 FEBBRAIO , ore 9,30 - Ufficio Zona Coldiretti, Via Cairoli,3 CREMA • MARTEDI’ 17 FEBBRAIO , ore 10,30 - Ufficio Zona Coldiretti, Via del Macello 34/36 CREMONA • MERCOLEDI’ 18 FEBBRAIO, ore 10,30 - Ufficio Zona Coldiretti, Via Ruffini, 28 Sono queste le date degli incontri organizzati dal Consorzio di Difesa per illustrare le prospettive che dobbiamo attenderci per l’anno 2009, stante la possibilità di non poter adire al Fondo di Solidarietà Nazionale. Gli incontri di carattere informativo, condotti da persona competente del settore, illustreranno le forme assicurative più convenienti e consone in maniera chiara e puntuale. Tutto quanto sopra perché, nel momento in cui andrete a stipulare la polizza assicurativa, siate pienamente informati sui costi e la convenienza del contratto sottoscritto. CONSORZIO DI DIFESA COLTURE AGRARIE DELLA PROVINCIA DI CREMONA Via Ala Ponzone, 8 – 26100 Cremona – Tel. e fax 0372/456972 e-mail: cdcacr@tin.it IL

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DATORI DI LAVORO

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Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica

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“SICUREZZA ED ALFABETIZZAZIONE LINGUISTICA NEL SETTORE AGRICOLO”

Al fine di promuovere la diffusione in agricoltura della sicurezza nei luoghi di lavoro, il CAPA (Centro Addestramento Professionale Agricolo) informa i datori di lavoro agricolo della opportunità di iscrivere i propri dipendenti al corso “Progetto E.n.E.A.” rivolto agli operatori di lingua straniera. Di seguito gli interventi formativi strutturati.

Progetto E.n.E.A - Lavoratori - Settore AGRICOLTURA ID Progetto: CR2000248 Obiettivo, asse, misura e sottomisura/ Linea di Finanziamento: Piano Regionale 2008-2010 per la promozione della sicurezza e salute negli ambienti di lavoro approvato con DGR VIII/6918 del 02/04/2008 Destinatari degli interventi: Le azioni previste sono rivolte a lavoratori occupati presso imprese appartenenti ai comparti dell’agricoltura, assoggettate al contributo di cui all’art. 12 della Legge 160 del 3 giugno 1975,

così come modificato all’art 25 della Legge Quadro sulla Formazione Professionale n. 845 del 21 dicembre 1978 e s.m.i., ed in particolare a: • lavoratori di qualsiasi impresa privata in possesso del solo titolo di licenza elementare o istruzione obbligatoria; • lavoratori delle imprese private con meno di 15 dipendenti; • lavoratori di qualsiasi impresa privata con età superiore ai 45 anni. Gli interventi sono rivolti ai lavoratori delle imprese che hanno una sede operativa nel territorio della provincia di Cremona.

Titolo azione: 1 - Adeguamento linguistico di base per la sicurezza Durata: 32 ore Descrizione azione: La presente azione formativa ha l’obiettivo di approfondire e migliorare le conoscenze linguistiche di un gruppo di lavoratori stranieri occupati nei luoghi di lavoro del settore dell’agricoltura. Il percorso è strutturato in modo tale da fornire ai partecipanti il lessico di base della lingua italiana, la ripresa e l’ampliamento del lessico relativo ai temi della vita quotidiana, al fine di mettere l’utente in grado di comprendere, comunicare ed esprimersi in modo adeguato. E’ previsto inoltre l’approfondimento delle nozioni sia del linguaggio tecnico settoriale che del tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Nello specifico, il corso in questione intende sviluppare le seguenti competenze: - acquisire confidenza e familiarità con la lingua italiana; - capire il senso generale di un discorso e comunicare in modo semplice e chiaro nelle attività lavorative quotidiane. IL

L’attività formativa verterà principalmente sulla struttura linguistica, sulle basi grammaticali, sul lessico e sulla comunicazione/comprensione orale con approfondimenti sull’uso dei vocaboli attraverso l’utilizzo di frasi idiomatiche utili in situazioni specifiche di lavoro. I contenuti che costituiscono l’attività formativa (elementi fondamentali di grammatica ed elementi base del processo comunicativo), mirano a: - sviluppare le quattro abilità linguistiche (ascoltare, parlare, leggere e scrivere) curando in maniera particolare l'abilità di comprendere e di esprimersi; - aiutare a capire il funzionamento e la struttura della lingua attraverso attività pratiche che gli operatori vivono nelle attività quotidiane di lavoro; - creare opportunità per utilizzare la lingua attraverso esercizi di tipo pratico (role-playing). Il team delle risorse professionali impegnate nella realizzazione delle attività formative è costituito da un mix di esperti CREMONESE

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DATORI DI LAVORO

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nell’ambito della mediazione linguistica e culturale e risorse individuate tra esperti del settore come consulenti della sicurezza in azienda, tecnici in materia di igiene e prevenzione, medici specializzati in malattie infettive. Inoltre i Partner di progetto garantiranno la presenza di risorse qualificate in

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possesso di esperienza pluriennale per presidiare le funzioni chiave proprie del processo di erogazione della formazione quali: - la progettazione esecutiva - il tutoraggio - il coordinamento - il raccordo con le imprese coinvolte - la direzione - il monitoraggio - l’amministrazione.

Titolo azione: 2- Adeguamento linguistico intermedio per la sicurezza Durata: 32 ore Descrizione azione: L’intervento si rivolge ai lavoratori già in possesso delle conoscenze linguistiche di base. Il percorso prevedrà quindi l’approfondimento del linguaggio tecnico settoriale con attenzione alla terminologia usata per la sicurezza nei luoghi di lavoro agricoli. Il percorso si propone di ampliare ed approfondire le competenze linguistiche e culturali possedute dai partecipanti e di fornire gli strumenti necessari per riuscire a comprendere e ad esprimersi in modo corretto e consapevole all’interno dell’ambito professionale di riferimento. L’attività formativa verterà principalmente sulla conversazione con approfondimenti sull’uso dei vocaboli attraverso l’utilizzo di frasi idiomatiche utili in situazioni specifiche. I contenuti formativi che costituiscono il corso sono i seguenti:

- Il processo comunicativo orale: comprensione orale ed uso di espressioni idiomatiche; - Il processo comunicativo scritto: comprensione del testo scritto e tecniche di scrittura. Il team delle risorse professionali impegnate nella realizzazione delle attività formative è costituito da un mix di esperti nell’ambito della mediazione linguistica e culturale e risorse individuate tra esperti del settore come consulenti della sicurezza in azienda, tecnici in materia di igiene e prevenzione, medici specializzati in malattie infettive. Inoltre i Partner di progetto garantiranno la presenza di risorse qualificate in possesso di esperienza pluriennale per presidiare le funzioni chiave proprie del processo di erogazione della formazione quali: - la progettazione esecutiva - il tutoraggio - il coordinamento - il raccordo con le imprese coinvolte - la direzione - il monitoraggio - l’amministrazione.

Titolo azione: 3 – Interventi per la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro Durata: 16 ore Descrizione azione: L’obiettivo dell’azione è diffondere presso i lavoratori delle imprese agricole i fondamenti della cultura della sicurezza, affrontando i temi caratteristici del settore in modo completo e riferendosi a casi reali tipici dei diversi processi produttivi. I contenuti che si intendono sviluppare sono i seguenti: - Figure aziendali della sicurezza e ruoli; - Analisi delle situazioni di rischio e di pericolo nel settore agricolo, con particolare riferimento a: 1. rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature (trattrice, rischi di infortunio, rumore, folgorazione, prevenzione, dispositivi di protezione) 2. movimentazione degli animali e mungitura (scivolamenti e cadute al suolo); urti da animali; rischio biologico (zoonosi); carichi pesanti; folgorazione, rischio chimico, dispositivi individuali 3. scale, piattaforme sopraelevate, pavimenti (cadute; scivolamento al suolo, urti da contatto con attrezzature) 4. rischio biologico: contaminazione da batteri, virus o funghi che possono avere come conseguenze: malattie infettive (tetano, leptospirosi, brucellosi, tubercolosi, carbonchio, micosi, toxoplasmosi, rabbia, salmonellosi); 5. malattie respiratorie, allergie 6. fitofarmaci: tossicità e rischi per la salute, protezioni individuali e norme comportamentali, conservazione segnaletica: cartellonistica di informazione, divieto, avvertimento, prescrizione, etichette di pericolo per merci in trasporto. Nello specifico, l’impianto metodologico si fonderà sull’utilizzo di modalità formative attive quali: - proiezione di video specifici; - comunicazioni frontali; - materiale didattico; - filmati; IL

- momenti collettivi di discussione e di confronto fra i/le partecipanti; - uso privilegiato del metodo esperienziale con brevi quadri di sintesi che facilitino la concettualizzazione delle esperienze; - simulazioni delle attività lavorative realizzate sul campo per facilitare la comprensione e la consapevolezza dell’argomento trattato. Le risorse professionali impegnate saranno individuate tra esperti del settore come consulenti della sicurezza in azienda, tecnici in materia di igiene e prevenzione, medico specializzato in malattie infettive.

I nostri uffici sono come sempre a disposizione per ogni ulteriore informazione e per ricevere le iscrizioni ai corsi.

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DATORI DI LAVORO

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ACCOLTE LE RICHIESTE DI COLDIRETTI CREMONA:

NEL MERITO DELLA CAPACITA’ OCCUPAZIONALE E DI REDDITO DEL DATORE DI LAVORO - IMPRENDITORE AGRICOLO CAPACITA’ ALLA ASSUNZIONE Nelle istanze di nulla osta al lavoro subordinato in favore di cittadini extracomunitari residenti all’estero, la capacità economica del datore di lavoro, imprenditore agricolo, farà riferimento oltre che al reddito ed al fatturato anche al valore della produzione. L’ufficio Datori di Lavoro informa che giovedì 22 gennaio c.a., presso la Prefettura di Cremona, si è tenuto l’incontro congiunto, richiesto da Coldiretti, tra Prefettura, Direzione Provinciale del Lavoro e Coldiretti Cremona. All’ordine del giorno, considerato il rigetto della DPL di alcune domande, a causa della ritenuta insufficienza di reddito del datore di lavoro, l’approfondimento della tematica relativa alla verifica della capacità economica del datore di lavoro imprenditore agricolo, nel caso di richiesta di nulla osta al lavoro subordinato in favore di cittadini extracomunitari residenti all’estero. Come noto l’ex art. 30-bis, com. 8 del D.P.R. n. 394/99, come modificato dal D.P.R. 334/2004 recita nel merito: “autocertificazione della posizione previdenziale e fiscale atta a comprovare, secondo la tipologia di azienda, la capacità occupazionale e reddituale del datore di lavoro”, ma non si rinvengono nelle disposizioni di legge o nelle circo-

lari applicative puntuali previsioni per la definizione della capacità economica del datore di lavoro. Nello specifico la Direzione Regionale del Lavoro di Milano, nel definire i criteri di valutazione omogenei degli indicatori economici previsti dalla modulistica predisposta dal Ministero dell’Interno, quali il reddito ed il fatturato conseguito dall’impresa nell’ultimo esercizio, come risultante dall’ultima dichiarazione fiscale presentata, a nostro avviso, non ha tenuto conto della peculiarità del reddito prodotto dell’imprenditore agricolo, cioè “della tipologia dell’azienda” stabilita dal decreto stesso. Le parti, rappresentate: dal Viceprefetto dott.sa Carola Bellantoni, dal dott. Giancarlo Vescovi per DPL e dal Direttore Assuero Zampini per Coldiretti, dopo attenta e ponderata valutazione delle argomentazioni addotte dalla nostra responsabile Sig.ra Mariotti Dianella, volte a sottolineare, nello specifico, i criteri per stabilire l’effettiva capacità economica dell’imprenditore agricolo, che

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non può basarsi esclusivamente sulla indicazione del reddito agrario e dominicale, ma soprattutto sulla redditività dell’impresa, cioè sul valore della produzione, dati per altro già contemplati nella dichiarazione fiscale, ha sottolineato il Direttore Zampini, hanno redatto un verbale accogliendo le richieste di Coldiretti Cremona, perché ritenute fondate ed inconfutabili. Pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, si è convenuto, nel rispetto della norma del DPR 334/04 e delle direttive della Direzione Regionale del Lavoro di Milano, che la DPL di Cremona nell’esprimere il proprio parere di competenza, nell’esame delle istanze di nulla osta al lavoro subordinato in favore di cittadini extracomunitari residenti all’estero, quale indicatore ai fini della determinazione dell’effettiva capacità economica del datore di lavoro, imprenditore agricolo, utilizzerà, oltre al reddito ed al fatturato anche il valore della produzione, comunque già indicato nella dichiarazione fiscale modello Unico.


Inserto da staccare e conservare

di Dianella Mariotti seguito del rinnovo del Contratto Provinciale di Lavoro del 2 luglio 2008, sono state determinate le nuove tabelle paga dei salariati con decorrenza 1° gennaio 2009, dando così corso al secondo aumento retributivo previsto, pari al 3,7%. In questo inserto a cura dell’Ufficio Datori di Lavoro, inserto che consigliamo agli Imprenditori Agricoli di staccare e conservare, si riportano le tabelle complete.

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SALARIATI AGRICOLI

2° AUMENTO RETRIBUTIVO


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Tabella paga operai agricoli TRADIZIONALI in vigore dal 1째 gennaio 2009

INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE


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Tabella paga operai agricoli FLOROVIVAISTI in vigore dal 1째 gennaio 2009

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INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE


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DATORI DI LAVORO

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Tabella paga operai agricoli in vigore dal 1째 gennaio 2009

Tabella paga impiegati agricoli in vigore dal 1째 gennaio 2009

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SINDACALE

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Coldiretti: al via gli incontri con gli allevatori per parlare del Decreto ‘quote latte’ “Siamo in attesa della pubblicazione del Decreto ‘quote latte’ in gazzetta ufficiale: solo a quel punto sarà veramente possibile esprimere delle considerazioni piene e circostanziate. Ciò che, ad oggi, alla luce delle dichiarazioni del Ministro Zaia, possiamo dire è che, pur dando atto al Governo dell’impegno posto nel sistemare la questione degli ‘splafonamenti’, vi sono nel decreto alcuni punti che senza dubbio andranno chiariti. Confermiamo, in particolare, le forti perplessità subito espresse in merito ai criteri individuati per la regolarizzazione delle multe pregresse”. A parlare è Roberto De Angeli, Presidente di Coldiretti Cremona, al termine dell’incontro svoltosi lunedì 2 febbraio a Milano, che ha riunito i vertici di Coldiretti Lombardia per trattare le prospettive del prezzo del latte, principale preoccupazione per la sopravvivenza del comparto. Un secondo incontro a livello regionale è già fissato, per lunedì 9 febbraio, teso ad un’attenta valutazione del Decreto sulle misure urgenti in materia di produzione lattiera, approvato dal Consiglio del Ministri su proposta del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. “A questo incontro a livello regionale seguirà, nei prossimi giorni, la convocazione della giunta provinciale. Nella seconda decade di febbraio si apriranno, inoltre, vari incontri sul territorio, rivolti agli allevatori, con l’obiettivo di spiegare il decreto e stabilire, insieme, dove e come esso vada ‘aggiustato’. Non appena definite, le date delle riunioni saranno tempestivamente comunicate agli allevatori. Ci aspettano settimane di intenso lavoro, che sarà volto a superare quelle zone d’ombra che il decreto evidenzia. Resta il fatto che, certamente, i nostri allevatori si aspettavano una maggiore differenziazione tra chi ha operato onestamente, nel pieno rispetto della legge, e chi in tutti questi anni ha scelto la via più comoda, agendo, di fatto, a danno della grandissima maggioranza dei produttori” rimarca De Angeli. “Due sono, in sostanza, le parti essenziali di questo Decreto: quella rivolta alla sistemazione delle posizioni e quella dedicata all’attribuzione di quota – prosegue il Presidente di Coldiretti Cremona –. Per quanto concerne la regolarizzazione delle posizioni, trovo legittimo che, da parte degli allevatori che con sacrifici e grandi esborsi hanno finora operato nel rispetto della legge, giunga la richiesta di avere delle garanzie: chiediamo, semplicemente, che chi oggi regolarizza la propria posizione paghi le multe, e che lo faccia pienamente. Ogni ulteriore concessione, in tal senso, sarebbe una scorrettezza nei confronti dei numerosissimi allevatori che hanno agito nella legalità”. “Pur in assenza del testo definitivo del Decreto, già l’intervento del Ministro Zaia, che anche oggi abbiamo attentamente vagliato, lascia delle perplessità: il Ministro, ad esempio, non IL

ha saputo rispondere a chi gli domandava che cosa accadrebbe a quelle aziende agricole che non riuscissero a pagare la multa nei trent’anni concessi. Non è, questo, un passaggio sul quale si possa glissare – sottolinea De Angeli –. Veniamo, ora, ai criteri di attribuzione delle nuove quote. Anche in questo caso poniamo degli interrogativi: siamo in presenza di una legge, la 119, che il Ministro non disconosce, ma che, di fatto, in questo caso viene messa da parte per l’assegnazione delle quote. E’ naturale chiedere che il Parlamento corregga, dunque, tutti quegli aspetti del decreto che non premiano i produttori che in questi anni si sono mossi nel pieno rispetto della 119. Faccio un altro esempio: sempre a proposito dell’attribuzione di quota, non ci sembra equo attribuire quota solo a chi ha prodotto quota B e affittata, senza tener conto di altre aziende che, nel rispetto della legge e pur avendo la B a disposizione, hanno compiuto la scelta di non utilizzarla. A tal proposito, una concreta risposta dal Ministro potrebbe giungere dal corretto utilizzo di quel 5-10% di quota che, al momento, dalle dichiarazioni di Zaia, risulterebbe trattenuta. Il Ministro ha anche assicurato che verrà creato un fondo per garantire chi ha lavorato nella legalità: non mancheremo di vigilare perché questo avvenga, con passaggi certi e condivisi”. “Abbiamo davanti sessanta giorni di tempo per ragionare, a livello confederale e locale, in merito al decreto. Lo faremo con i nostri tecnici e, soprattutto, con i nostri allevatori – conclude De Angeli –. La nostra è una posizione di attenta ed approfondita valutazione e di ferma proposta, tesa a migliorare l’efficacia del decreto: ribadiamo che la nostra Organizzazione non mancherà di mettere in atto tutte le iniziative necessarie ad impegnare i parlamentari e le forze politiche che hanno dimostrato di avere a cuore la legalità del sistema, affinché il Parlamento corregga le parti del decreto che non premiano i produttori che in questi anni, con grandi sacrifici e senso di responsabilità, hanno operato nel pieno rispetto della legge 119. A livello nazionale la nostra Organizzazione presenterà nei prossimi giorni le richieste di modifiche ritenute necessarie, da sostenere con determinazione, in sede di conversione parlamentare del decreto”. CREMONESE

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Mara Malinverno Ambiente e Innovazione

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Gestione rifiuti piĂš semplice, salvi gli accordi

Con le recentissime leggi n. 205 e n. 210 del 30 dicembre 2008 sono state approvate alcune disposizioni di semplificazione degli adempimenti in materia di accordi di programma e di trasporto dei rifiuti. Ad una prima lettura, quindi, potranno essere rinnovati a Cremona gli accordi di programma che semplificano la gestione dei rifiuti agricoli anche se con modalità diverse rispetto al passato. L’accordo stipulato a livello provinciale a Cremona è rimasto in vigore fino a un anno fa e poi è decaduto per la modifica al Testo unico ambientale. In provincia di Cremona, l’accordo è stato in vigore per ben cinque anni fino a febbraio 2008, consentendo così alle aziende agricole di beneficiare di una semplificazione degli adempimenti, ossia di smaltire i rifiuti tramite ditte incaricate senza l’obbligo di tenuta del registro per i rifiuti pericolosi, né della presentazione del Mud a fine anno. Ve-

nendo a mancare l’accordo di programma, Coldiretti Cremona ha riattivato gli adempimenti amministrativi come la tenuta di un registro unico multi-aziendale, per le aziende convenzionate e non, che con la fine anno permetterà inoltre la predisposizione dei MUD per coloro che hanno smaltito rifiuti pericolosi. In questo modo le aziende agricole sono comunque sollevate da incombenze piuttosto onerose, soprattutto in termini di tempo. Già dall’inizio di gennaio 2008, Coldiretti si è attivata per il ripristino dell’accordo di programma in sinergia con l’Amministrazione provinciale, soprattutto per avviare un concreto percorso di recupero e riciclo dei materiali provenienti dai rifiuti agricoli (in particolare imballaggi) con indubbi vantaggi sia economici che ambientali. L’emendamento inserito nella legge di fine anno agevola enormemente il lavoro di collaborazione tra tutti i soggetti pubblici e privati IL

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interessati, necessario a ripristinare e a migliorare le condizioni del precedente accordo, che a Cremona risaliva al 2004. Rispetto al passato, sottolinea Coldiretti Cremona, anche la semplificazione relativa al trasporto delle piccole quantità di rifiuti, senza formulario e senza obblighi di iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali, porterà alla concreta possibilità di riavviare il sistema di conferimento diretto dei rifiuti agricoli da parte dei piccoli produttori, riducendo i costi di trasporto. Conferimento diretto consentito solo in presenza di accordo con il Gestore dei servizi pubblici in ecopiazzole autorizzate. Auspicabile quindi una veloce ripresa delle precedenti condizioni sia operative che di semplificazione. Uno dei risultati più importanti scaturito dal lavoro svolto negli anni passati – evidenzia Coldiretti Cremona – è l'accresciuta consapevolezza nei Soci che solo con la corretta gestione dei rifiuti agricoli si possono garantire produzioni di eccellenza e valorizzazione del territorio. Analogamente è aumentata la domanda di un sistema sempre più organizzato e trasparente in materia di rifiuti proprio per i diffusi benefici che ne derivano, che solo con una concreta sinergia tra pubblico privato si possono raggiungere. Insieme alle auspicate semplificazioni, gli accordi di programma permetteranno anche di individuare e raggiungere ulteriori obiettivi utili all’ambiente e alla collettività, tra cui l’avvio di un piano di “riduzione” della produzione dei rifiuti stessi.


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RINNOVATO il Servizio di Gestione dei Rifiuti Agricoli ai sensi del D.lgs. 16 gennaio 2008 n. 4 e D.lgs. 152/2006 – norme in materia ambientale Efficacia, efficienza ed economicità: questi sono gli elementi portanti del rinnovato SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI AGRICOLI messo a disposizione di tutte le Imprese agricole associate COLDIRETTI CREMONA. A seguito delle modifiche introdotte dall’ultimo Decreto legislativo in materia ambientale, che regolamenta la gestione di tutti i rifiuti, l’Accordo di Programma Provinciale per la gestione dei rifiuti agricoli così come lo conoscevamo è stato rivisto, e, purtroppo, è stato reintrodotto il regime ordinario di registrazione dei movimenti nel sistema di gestione dei rifiuti agricoli. Coldiretti Cremona, trovandosi quindi nella necessità di valutare tra diverse offerte di servizi, consapevole delle opportunità e dei rischi connessi, ha scelto di assegnare alla società Recupera srl il mandato di proseguire il servizio di gestione dei rifiuti agricoli delle aziende associate. Coldiretti Cremona con la sua Impresa Verde Cremona, cercando di avere una visione a lungo termine del problema rifiuti, ha considerato come prioritario il percorso del recupero dei materiali scartati, oggi sempre più una risorsa economica a valore crescente, valorizzabili solo con una vera integrazione con i servizi pubblici sul territorio, riducendo al minimo la “filiera” di ritiro, trasporto e smaltimento. Nell’ambito della rinnovata convenzione tra Impresa Verde Cremona srl e Recupera srl è stato ri-definito il “contratto di servizio” tra l’impresa agricola e Recupera stessa, prevedendo, oltre alla definizione delle migliori condizioni per il ritiro dei rifiuti in azienda, anche la tenuta degli adempimenti amministrativi obbligatori al fine di eliminare subi-

to il peso burocratico incombente sulle aziende stesse. Giocoforza, per i dovuti obblighi di aggiornamento dei documenti, tutti i Soci dovranno procedere al rinnovo del sistema formale di delega a Impresa Verde Cremona sia per il servizio che per gli adempimenti ritornati in vigore. Al riguardo, si comunica che già nel corso del 2008, Impresa Verde Cremona (in forza della convenzione in essere con i propri assistiti) ha riattivato da subito il registro multiaziendale precedentemente vidimato. Pertanto tutti i Soci convenzionati riceveranno l’estratto del registro di carico e scarico rifiuti relativi ai propri movimenti effettuati nel 2008, da conservare in azienda, unitamente ai formulari rilasciati al momento del ritiro. Le aziende che avessero riattivato autonomamente il registro, e/o che hanno effettuato movimenti di rifiuti con altre ditte autorizzate e vogliono avvalersi del nostro servizio sono pregate di contattare al più presto l’Ufficio Zona o la Sede Coldiretti per la sistemazione dei procedimenti (vedi riquadro sul registro multiaziendale).

Modalità del servizio Impresa Verde Cremona Tra le modifiche introdotte dalla nuova normativa, quella che piÚ incide sul servizio è la cancellazione della possibilità di individuare piazzole autorizzate in cui conferire direttamente i rifiuti agricoli. Pertanto, in attesa di auspicate nuove modalità di conferimento, gli smaltimenti potranno avvenire solo con ritiro in azienda secondo le modalità della richiesta a chiamata o in abbonamento (per alcuni tipi di rifiuti). IL

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Con il servizio a chiamata viene addebitato il costo del trasporto, mentre in abbonamento lo stesso è compreso nel prezzo. Al fine di ridurre i costi di trasporto, con Recupera si sono concordate due possibilità di ritiro “collettivo”: • operativo da subito, il ritiro che raggruppa le chiamate per comune: ciò significa che i Soci possono fare la richiesta singolarmente (o tramite l’ufficio di zona); Recupera, in base alle località e alle quantità, organizza il ritiro per diverse aziende in unico viaggio, a date da definirsi, avvisando sempre gli interessati; • non ancora operativo ma da stabilire in base a preavvisi e adesioni adeguate, il ritiro “porta a porta” a calendario, che sarà periodicamente ripetuto secondo le necessità concordate, superando in futuro la modalità “a chiamata”. Anche in tempi brevi se si delineano bacini di conferimento sufficienti, si arriverà a raggruppare i ritiri per comune e per “tipo di materiale destinato al recupero” con gli indubbi vantaggi dati dalla riduzione dei costi di smaltimento specifici grazie alle quantità assemblate. Al Servizio Gestione rifiuti agricoli di Impresa Verde Cremona si accede con sottoscrizione della delega per la tenuta degli adempimenti amministrativi e del contratto di servizio, presso gli Uffici Zona.

Alcune tariffe... Già nel nuovo contratto, alcuni tipi di rifiuti sono a costo zero di smaltimento, in quanto materiali facilmente differenziabili e che possono essere accumulati e fatti ritirare in modalità “collettiva”: - tutti gli imballaggi in carta e cartone,


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ridotti di volume; - rottami metallici e ferro derivante da materiali di demolizione. - oli esausti e batterie. Costi molto ridotti e sempre in modalità collettiva sono stati concordati per: - bancali di legno e rifiuti edili da demolizione; Costi pressoché invariati per tutti gli altri tipi di rifiuti. Per i rifiuti a rischio infettivo (derivanti dalle cure all’allevamento) il servizio può essere fatto in abbonamento: annuale, trimestrale o semestrale con il costo in proporzione. Ad ogni ritiro vengono forniti gratuitamente il contenitore per aghi/oggetti taglienti e il contenitore per materiali contaminati da liquidi biologici (da 40 o 60 litri).

Impegni futuri e prospettive: • Avvio di un ciclo di incontri informativi zonali e presso i recapiti, per una corretta gestione dei rifiuti agri-

coli in azienda, dalla conoscenza delle tipologie di quelli pericolosi alle modalità minime di deposito temporaneo in azienda (al fine di limitare le contaminazioni e quindi i maggiori costi di smaltimento), dalla prevenzione alla riduzione dei rifiuti in genere, anche con iniziative rivolte ai fornitori di fattori tecnici agricoli, a partire già dai primi giorni di febbraio 2009; • Incremento del recupero e del riciclaggio dei rifiuti avviando tutte le iniziative per il coinvolgimento dei Consorzi Obbligatori degli Imballaggi; • Attivazione nel più breve tempo possibile di tutte le modalità per il conferimento dei teli di plastica e altri imballaggi di materiali pregiati ma anche “energivori”, alla filiera di ritiro e recupero a costo zero. Proprio questi punti sono quelli su cui è in corso di definizione un nuovo Accordo di Programma Provinciale, che avrà finalità di indirizzo e non più di natura amministrativa, comprendente: • piano per la Riduzione della produzione di rifiuti in genere e in particolare nelle imprese produttive;

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• diffusione ed ampliamento della raccolta differenziata dei rifiuti di origine produttiva, per un contenimento dei costi privati e pubblici; • attivazione delle piattaforme, di raccolta, trattamento e stoccaggio dei materiali da recuperare, autorizzate dai Consorzi di filiera obbligatori, per la valorizzazione delle risorse. Coldiretti Cremona ed Impresa Verde Cremona con lungimiranza offrono ai propri assistiti soluzioni innovative e al passo con i tempi, senza scorciatoie ma con la massima onestà e trasparenza: il nostro territorio e le nostre produzioni di qualità necessitano di impegni a 360 gradi, proprio in materia di adempimenti ecologici, ambientali e gestionali. Spesso ciò che ci viene proposto come un risparmio oggi (sia di tempo che di denaro) già domani può costare il doppio e oltre. Poter contare su un servizio controllato, corretto, organizzato e di buon senso è impagabile. Per qualsiasi informazione ed assistenza rivolgersi al proprio Ufficio di Zona.

ATTIVO IL REGISTRO MULTIAZIENDALE DI CARICO E SCARICO DEI RIFIUTI AGRICOLI Come è noto, dallo scorso febbraio 2008 è stato ripristinato il regime ordinario di gestione dei registri di carico e scarico dei rifiuti agricoli, a seguito della decadenza dell’accordo di programma provinciale che permetteva l’esclusione delle aziende agricole dagli adempimenti di legge. Con il ripristino del regime ordinario per lo smaltimento dei rifiuti agricoli, venuta meno la semplificazione data dall’accordo di programma, le imprese agricole, valutando le offerte del mercato, autonomamente possono rivolgersi ad altri operatori, considerando però l’obbligo agli adempimenti, ritornati a regime ordinario (registro e MUD). Al fine di rispondere alle esigenze delle nostre imprese associate, sempre libere

nella scelta dei fornitori di servizi, Impresa Verde Cremona ricorda che è attivo il servizio di tenuta amministrativa del registro di carico e scarico rifiuti (e relativa predisposizione del MUD annuale) tramite registro multiaziendale ai sensi del DM. 148 del 1° aprile 1998. Impresa Verde Cremona srl, infatti, in qualità di Società di Servizi di Coldiretti, può avere mandato dal Socio per la tenuta dei registri di carico e scarico con la formula del registro unico multiaziendale, dietro delega specifica. Pertanto tutte le imprese agricole associate sono invitate a regolarizzare la loro posizione in merito al registro dei rifiuti rinnovando la delega ad Impresa Verde Cremona, resa necessaria per le modifiche di legge che hanno cambiato i riferimenti normativi. IL

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Per regolarizzare il 2008, in caso di smaltimenti di rifiuti effettuati con altre ditte, va inoltrata in Ufficio Zona la 4° copia dei formulari, per la loro registrazione. Se l’impresa agricola ha mantenuto il servizio con Recupera non è necessario, in quanto già a nostre mani. Le imprese associate possono proseguire nel contratto di servizio con Recupera, per gli smaltimenti, come da precedenti nostre comunicazioni oppure scegliere altri operatori, ricordando sempre in questo caso che devono inoltrare la 4° copia dei formulari a Impresa Verde per la registrazione. Per qualsiasi informazione gli imprenditori agricoli possono rivolgersi al proprio Ufficio di Zona.


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VIA LIBERA AGLI INCENTIVI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI ATTESI DALLA SCORSA PRIMAVERA Con il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico dello scorso 18 dicembre 2008, finalmente si avvia il meccanismo incentivante in materia di energia da fonti rinnovabili. La Finanziaria del 2008 (L. 222/07 e L. 244/07) prevedeva due decreti attuativi per rendere applicabile tutto il sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili: uno del Ministero dello Sviluppo Economico per la definizione di criteri generali e delle modalitĂ  di transizione dal precedente meccanismo (introduzione della tariffa omnicomprensiva e coefficienti

di calcolo in base al tipo di fonte rinnovabile); il secondo di competenza del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per l’individuazione dei sistemi di tracciabilità delle biomasse agricole di filiera corta, destinate alla produzione energetica. Si tratta di un primo passo importante dell’Italia verso il raggiungimento degli impegni fissati dalla Commissione UE con l’accordo sul clima che fissa l’obiettivo del 20 per cento di produzione di energia con fonti rinnovabili entro il 2020. Attualmente la quota di energia rinnovabile sul consumo totale in Italia

è pari al 7 per cento. In particolare, il meccanismo della tariffa omnicomprensiva fissa (incentivo + valore dell’energia elettrica prodotta) per le rinnovabili agricole (il cosiddetto “conto energia agricolo”) è stato da sempre proposto da Coldiretti, che in questi anni ha lavorato assiduamente per garantire un sistema di diversificazione del reddito dei produttori agricoli nel settore agro-energetico, arrivando finalmente a consolidare e a stabilizzare il ruolo primario del settore e delle imprese agricole in un campo sempre più “agguerrito”.

NOVITÁ INTRODOTTE Il primo decreto approvato introduce una tariffa omnicomprensiva di 0,22 euro/kWh in “conto energia”, per l’energia prodotta da impianti di potenza inferiore ad 1 MW alimentati a biomasse in genere non da filiera, o in alternativa e per impianti di potenza superiore al MW, un coefficiente di moltiplicazione pari a 1,1 del valore dei certificati verdi. I produttori di energia da fonti rinnovabili possono optare per una delle due forme di incentivo, con possibilità di passaggio una volta sola durante il periodo di incentivazione. E questo vale, per ora, anche per le biomasse da filiera agricola, fino all’emanazione del secondo decreto: il Decreto competitività di competenza del Ministro per l’Agricoltura. Questo dovrebbe essere in dirittura di arrivo e, tra le altre, prevede un adeguamento del meccanismo di incentivazione, specificatamente riconosciuto per le biomasse agricole di filiera e di filiera corta pari a: tariffa omnicomprensiva fissa di 0,30 euro/kWh solo per impianti inferiori al MW, o in alternativa e per impianti superiori al MW, un coefficiente di moltiplicazione del valore dei CV pari a 1,8.

pubblici fino al 40% dell’investimento (ad esempio con i finanziamenti previsti dal PSR o da altri finanziamenti nazionali o regionali); un sistema transitorio di ritiro dei certificati verdi “invenduti” da parte del GSE per sostenere il mercato stesso; un sistema di transizione per i produttori in esercizio dal gennaio 2008, per impianti inferiori ad un MW, dal sistema a CV al sistema con tariffa omnicomprensiva, appena introdotta. E, soprattutto, il Decreto introduce anche lo “scambio sul posto” per tutti gli impianti a fonti rinnovabili con potenza fino a 200 kW entrati in funzione dopo il 31 dicembre 2007, fatto salvo per gli impianti fotovoltaici che restano fermi ai 20 kW. Nel caso di scelta della tariffa

Nel Decreto 18 dicembre 2008 sono previsti: la cumulabilitĂ  con altri incentivi IL

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fissa omnicomprensiva non si ha accesso allo “scambio sul posto”. Si ricorda che lo scambio sul posto è una modalità di cessione e prelievo dell’energia con la rete, attraverso un sistema di conguaglio che avviene sul valore economico dell’energia elettrica e non più in termini fisici; l’energia immessa in rete e non consumata nell’anno di riferimento costituisce un credito in termini di energia (kWh) che può essere utilizzata successivamente. Per facilitare ulteriormente l’accesso al sistema incentivante l’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas ha emanato immediatamente una delibera (n.1/09) che introduce un nuovo regime semplificato per l’energia elettrica prodotta ed immessa in rete prevedendo, accanto ad un unico prezzo fisso incentivante, la tariffa omnicomprensiva di cui sopra, anche un interlocutore unico nazionale per la gestione delle convenzioni: il GSE – Gestore dei Servizi Elettrici. I produttori potranno concludere con il GSE una convenzione per il ritiro dell’energia elettrica secondo procedure uniche per tutto il sistema elettrico nazionale, oltre che per l’emissione e la movimentazione dei Certificati Verdi. In attesa delle prossime novità, per qualsiasi informazione si invita a rivolgersi al proprio Segretario di Zona o in Sede Coldiretti.


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AMBIENTE

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LA RISORSA IDRICA IN AGRICOLTURA, UN PATRIMONIO DA GESTIRE

Andrea Ragazzini Ambiente e Innovazione

Foto di Bruno Toscani

L’acqua per legge (legge 36 del 5 gennaio 1994) è pubblica, non esiste più distinzione tra acque private e pubbliche. Rimane la distinzione tra reticolo irriguo privato o demaniale inteso come “contenitore” dove scorre l’acqua; la loro gestione, intesa come manutenzione ed altro, può essere eventualmente affidata ad un consorzio irriguo. L’uso dell’acqua “pubblica” pertanto rimane soggetto a “concessione” da parte dello Stato o di un suo Ente Delegato. Per le necessità irrigue è la Provincia che rilascia le concessioni di uso dell’acqua ai consorzi e alle singole aziende agricole, sia delle acque superficiali sia delle acque sotterranee (pozzi irrigui). La seguente tabella sintetica riassume gli adempimenti fondamentali a cui va incontro un’azienda che richiede il rinnovo o il rilascio ex-novo di una concessione irrigua (Regolamento Regionale 02/2006).

ACQUE SUPERFICIALI VOLUME PRELEVATO < 200 l/s Tra 200 l/s e 1000 l/s > 1000 l/s

ADEMPIMENTI PROVINCIA Domanda di concessione Domanda di concessione

ADEMPIMENTI REGIONE -

Domanda di concessione

V.I.A.

Verifica di esclusione dal V.I.A.

ACQUE SOTTERRANEE VOLUME PRELEVATO < 50 l/s Tra 50 l/s e 100 l/s > 100 l/s

ADEMPIMENTI PROVINCIA Domanda di concessione Domanda di concessione

ADEMPIMENTI REGIONE -

Domanda di concessione

V.I.A.

domande e per le istruttorie da parte dell’Amministrazione Provinciale abbastanza lunghi; pertanto è fondamentale, da parte delle aziende, fare una programmazione dell’uso e delle necessità idriche al fine di poter inoltrare in tempi utili le domande e ottenere le concessioni all’utilizzo della risorsa idrica in tempo per le necessità aziendali. Per qualsiasi informazione rivolgersi presso il proprio Segretario o gli addetti acque di Zona o presso il nostro ufficio Ambiente e Innovazione della sede in Via Ala Ponzone 8 a Cremona, a: Andrea Ragazzini. Cogliamo l’occasione per ricordare che come ogni anno vi sono le scadenze per gli adempimenti sui consumi idrici annuali (denuncia consumi idrici) e la possibilità di presentare le licenze di attingimento annuali per il prelievo di acque superficiali. Al fine di programmare le attività e di rispettare le scadenze per la presentazione delle istanze, le aziende interessate sono pregate di rivolgersi ai nostri uffici secondo il presente calendario:

Verifica di esclusione dal V.I.A.

ADEMPIMENTO

ENTRO IL:

DENUNCE CONSUMI IDRICI

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POZZI (USO IRRIGUO E ZOOTECNICO) e ACQUE SUPERFICIALI (AD USO IRRIGUO)

Come è possibile notare dalle tabelle sopra esposte i procedimenti a carico delle aziende agricole sono molteplici e di notevole complessità e richiedono tempi per la redazione delle IL

NUOVA LICENZA DI ATTINGIMENTO

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RINNOVO LICENZA DI ATTINGIMENTO

5 MARZO 2009

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FISCALE

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BONUS ENERGIA Il decreto interministeriale del 18 dicembre 2007 ha trovato, solo con delibera del 27 novembre 2008, le modalità applicative per l’istituzione del bonus energia. Questa agevolazione va ad aggiungersi a quelle già in corso, istituite sempre negli ultimi mesi del 2008 nel decreto anticrisi. La social card pari a 40 euro mensili, che è ancora in una fase di assestamento, dove sinceramente le domande presentate non sono state così numerose come si poteva ritenere, sicuramente a causa delle rigidissime condizioni dei requisiti per accedervi. Il bonus familiare pari ad un importo una tantum che varia da 200 euro a 1.000 euro, per il quale la prima fase terminerà il 28 febbraio, che ha trovato una platea molto più ampia di beneficiari. Come detto in precedenza, a queste si affianca il bonus energia, ovvero il regime di compensazione della spesa sostenuta dai clienti domestici per la fornitura di energia elettrica, e interessa i cittadini che si trovano in determinate condizioni di disagio economico e/o fisico. In particolare l’agevolazione consiste in uno sconto sulla bolletta dell’energia elettrica: quindi non viene erogato al beneficiario del denaro, ma viene compensato e quindi diminuito l’importo della fattura da pagare. Il decreto ha stabilito due fattispecie di requisiti per potervi accedere. Da una parte il rispetto di determinati requisiti economici e dall’altra il rispetto di alcune condizioni fisiche del soggetto appartenente al nucleo richiedente. Chi potrà fare parte anche solo di una delle due fattispecie potrà accedere al beneficio, mentre per chi farà parte di entrambe le fattispecie il beneficio sarà calcolato sommando gli importi dei due differenti bonus. La documentazione che attesta se il nucleo familiare rispetta i requisiti per i benefici è rappresentata rispettivamente dall’attestazione Isee per il disagio economico e dal certificato dell’Asl per il disagio fisico. Questa documentazione, assieme ad un documento d’identità e al modulo di istanza per l’ammissione da compilare, differente se il disagio è economico o fisico, deve essere consegnato al proprio Comune di residenza. Il Comune, dopo aver verificato la completezza e correttezza della documentazione, rilascia al cittadino una certificazione nella quale si attesta il diritto al bonus e provvede direttamente alla trasmissione dei dati al distributore di energia elettrica che dovrà effettuare la compensazione in bolletta. L’impresa distributrice di energia elettrica riconosce l’agevolaIL

Paolo Soldi Ufficio Fiscale Impresa Verde

zione a decorrere dal primo giorno del secondo mese successivo alla trasmissione delle informazioni da parte del Comune. Per il bonus erogato in caso di disagio economico la compensazione è riconosciuta per 12 mesi e, se le condizioni che mi hanno permesso di accedere vengono mantenute, può essere rinnovato per altri 12 mesi, sempre in Comune. Per il bonus erogato in caso di disagio fisico non ci sono scadenze di validità: lo sconto sulla bolletta cesserà solo quando il nucleo non avrà più i requisiti per l’accoglimento dell’agevolazione. Entrando nel particolare, il bonus energia per disagio economico viene riconosciuto agli intestatari di un contratto di fornitura di energia elettrica per uso domestico nell’abitazione di residenza anagrafica con potenza impegnata fino a 3 kW, che abbiano un Valore Isee inferiore o uguale a 7.500 euro. La compensazione spetta con riferimento ad un solo punto di prelievo, che deve essere relativo all’abitazione di residenza. Il bonus energia per disagio fisico invece viene assegnato agli intestatari di un contratto di fornitura di energia elettrica per uso domestico, nel cui nucleo familiare sono presenti persone che versano in gravi condizioni di salute, tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature elettromendicali necessarie per il loro mantenimento in vita. La condizione deve essere certificata dall’Asl. Per poter accedere al beneficio retroattivamente, recuperando così anche tutto il beneficio per l’anno 2008, la richiesta deve essere presentata entro il 31 marzo 2009. Il bonus per disagio economico consiste in una compensazione pari a 60 euro l’anno per il nucleo formato da una o due persone, è pari a 78 euro l’anno per il nucleo formato da tre o quattro componenti e pari a 135 euro l’anno per i nuclei con più di quattro componenti. Il bonus per disagio fisico è calcolato a prescindere dalla condizione economica e dal numero dei componenti del nucleo familiare in 150 euro l’anno. Come già detto in precedenza, per chi possiede sia i requisiti economici che fisici il bonus sarà dato dalla somma dei due importi. Il Caf Coldiretti, oltre al servizio di compilazione delle dichiarazioni Isee, è disponibile a fornire tutte le necessarie informazioni. CREMONESE

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Aldo Bellandi Agrifidi Lombardia Sede Cremona

AGRIFIDI LOMBARDIA

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Crisi finanziaria, crisi degli investimenti

La grave crisi finanziaria in atto sta privando il sistema economico di molta liquidità, liquidità che è indispensabile all’economia reale. Questa mancanza sta creando grandi difficoltà al sistema delle imprese di tutti i comparti. Per quanto riguarda il comparto agricolo, ho qui sintetizzato alcuni dei principali interrogativi ai quali, in qualità di Segretario provinciale di Agrifidi Lombardia, mi trovo a rispondere. Qual è l’importanza del credito nel contesto agricolo? La possibilità di accedere alle risorse finanziarie, e quindi ottenere credito, rappresenta anche per gli imprenditori agricoli la risorsa principale con cui sviluppare la loro attività. Tra l’altro le nuove esigenze di ampliamento aziendale contestualmente ad un significativo processo di differenziazione produttiva richiedono sempre di più risorse importanti. Che cosa è cambiato negli ultimi anni? Molto. Con il 1° gennaio 1994 è entrata in vigore la nuova legge bancaria che, eliminando il credito agrario come “credito speciale”, ha aperto la possibilità a tutte le banche di operare nel settore. Questo ha rappresentato una despecializzazione del credito stesso e delle modalità di finanziamento ed ha aperto un sistema di erogazione non supportato da una reale valutazione dei bisogni aziendali. A tutto ciò vanno aggiunte tutte le novità introdotte da Basilea2 che richiedono una maggiore responsabilizzazione e professionalità dell’imprenditore agricolo. Qual è il rapporto tra l’imprenditore agricolo e il credito? Complesso. La semplificazione del regime speciale Iva per gli agricoltori ha provocato una avversione verso un sistema di contabilità e controllo strategico della gestione aziendale. Questa avversione agli strumenti contabili ha determinato un rapporto problematico verso le istituzioni bancarie perché la carenza di dati contabili oggettivi e riclassificati ha creato anomalie nelle diverse tipologie di credito erogate. Quando i margini di guadagno erano positivi andava comunque tutto bene anche per operazioni bancarie sbagliate. Oggi che la situazione reddituale delle imprese sovente presenta difficoltà per ragioni di mercato qualcosa è necessario cambiare per operare le giuste scelte. Quali sono i rischi che corre l’impresa e quali gli errori più comuni che commettono gli imprenditori agricoli? I rischi che personalmente ho rilevato con una certa frequen-

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za riguardano la tipologia di finanziamento rispetto al grado di solvibilità finanziaria. L’esempio della cambiale agraria è emblematico su questo. Le cambiali, che sono uno strumento finanziario a breve, sono diventate strumenti a medio termine in quanto continuamente rinnovate, anche per comodità delle banche stesse. Adesso che diversi istituti di credito stanno chiedendo il rientro cosa succede! L’utilizzo di altri strumenti finanziari a medio e a lungo termine non sempre è stato pianificato con il conto economico e lo stato patrimoniale riclassificato. Quali sono invece le colpe delle banche? Una certa facilità di erogazione su aziende mediamente ben patrimonializzate. Purtroppo sovente i finanziamenti sono stati erogati con una certa facilità senza considerare il grado di incidenza sui bilanci aziendali, bilanci che ovviamente non erano quasi mai predisposti. Quali sono gli strumenti finanziari adatti a sostenere le imprese? Dipende innanzitutto dal fabbisogno aziendale, come è patrimonializzata una impresa, che tipo di investimento deve fare e in che tempi previsti. Ogni azienda è una realtà a sè stante. Noi come Agrifidi lavoriamo molto con gli strumenti a medio e a lungo termine in quanto ci occupiamo di investimenti ma anche di ristrutturazioni aziendali. Di conseguenza lavoriamo sia con i prestiti chirografari che con gli ipotecari utilizzando questi strumenti rispetto ai dati contabili ed economici che rileviamo. Da qualche tempo si sta diffondendo il leasing, strumento ancora poco utilizzato in quanto per le macchine esistono

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AGRIFIDI LOMBARDIA

accordi tra banche e rivenditori con tassi molto interessanti. Importante che si comprino le macchine veramente necessarie e rapportate ai concreti bisogni aziendali. Che rapporto c’è tra il bilancio aziendale e il credito? Nella nostra esperienza di Agrifidi è fondamentale. Il nostro lavoro parte da una valutazione dell’azienda, che quasi sempre è conosciuta. Una volta raccolti tutti i dati aziendali e bancari predisponiamo lo stato patrimoniale e il conto economico riclassificato. Successivamente, se i conti tornano, facciamo la nostra valutazione di rating. Se gli indici sono a posto procediamo per le operazioni di credito. Per le aziende che si interfacciano da sole con il sistema bancario in mancanza di bilancio diventa tutto più complesso per ambo le parti. Questo vuoto, oggi, l’azienda dovrebbe superarlo, in quanto i criteri di Basilea 2 sono stati inaspriti ulteriormente e senza dati contabili il rischio di non ottenere credito è molto concreto. A chi si deve rivolgere un agricoltore in difficoltà o che intende intraprendere un investimento? Nella Coldiretti è operante da qualche anno un servizio di consulenza alle imprese attraverso Agrifidi Lombardia. Noi analizziamo le imprese, valutiamo economicamente le fattibilità operative, offriamo una consulenza rispetto ai prodotti bancari esistenti sul mercato in modo tale da consentire all’imprenditore di operare le scelte più opportune in piena libertà.

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Quali sono gli effetti della crisi finanziaria sul rapporto tra le banche e l’impresa agricola? La preoccupazione innescata da una congiuntura difficile contestualmente alla gravissima crisi finanziaria in corso per le imprese si traduce in una forte prudenza operativa e per le banche in una maggiore selettività del credito che in parte sta bloccando i finanziamenti a medio e lungo termine. Si stanno, in pratica, riducendo i prestiti alle imprese sia attraverso un rating appesantito che con aumenti significativi dello spread (che è il margine di guadagno della banche). Per questo aspetto è importante un’analisi accurata della propria gestione finanziaria in quanto un certo modo di fare credito sta per finire come un certo modo di fare banca. Per concludere L’impresa agricola è coinvolta da un forte cambiamento produttivo, economico, finanziario e di mercato, contesto nel quale risulterà strategica la possibilità di accedere alle risorse finanziarie attraverso il miglioramento della propria capacità di analisi economica e finanziaria del bilancio aziendale. L’impresa, sia essa agricola che operante in altri settori, deve partire dal presupposto che il credito d’ora in avanti sarà erogato con la garanzia di una giusta redditività e solvibilità. Su questo aspetto la consulenza di Agrifidi è già in piena operatività per il supporto ai nuovi finanziamenti e forse non è casuale che le banche stesse richiedano sempre di più la nostra collaborazione.

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MADE IN ITALY

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Il pollo Made in Italy continuerà ad essere riconoscibile grazie all’origine in etichetta Il pollo Made in Italy continuerà ad essere riconoscibile sugli scaffali grazie alla proroga dei termini dell’Ordinanza del Ministero della Salute del 21 dicembre 2007, che già prorogava l’ordinanza dell’agosto 2005 che aveva introdotto misure di protezione e sorveglianza contro l'influenza aviaria e l’obbligo di specificare in etichetta il Paese di origine degli animali. E’ quanto afferma con soddisfazione la Coldiretti nel sottolineare che si conferma così l'esigenza di assicurare ai consumatori la completa tracciabilità del prodotto, agevolando il sistema dei controlli e tutelando la salute e il diritto a una corretta informazione. Restano quindi in vigore, in aggiunta alle indicazioni obbligatorie previste dalla normativa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, di cui al Decreto legislativo 109/92, le disposizioni che prevedono che gli operatori che intervengono nella fase di macellazione e di sezionamento e i soggetti che importano nel territorio italiano animali vivi da macellare, o carni fresche da sezionare o già sezionate da commercializzare, debbano indicare in etichetta le informazioni necessarie a ripercorrere con esattezza la storia dell'animale. È stata così difesa – evidenzia la Coldiretti – una misura di trasparenza fortemente voluta dai produttori e dai consumatori e che ha consentito di superare la psicosi nei consumi familiari di carne avicola. Ricordiamo che nel comparto avicolo nazionale operano 6000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese di prima e seconda lavorazione. “La proroga sancita dal Ministero della Salute non poteva essere più tempestiva – ha aggiunto Coldiretti, con un chiaro riferimento all’annuncio di nuovi casi di influenza aviaria in Cina –. Quanto sta avvenendo nel Paese asiatico non deve far paura, in quanto con il mantenimento dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della carne di pollo si prevengono gli ingiustificati allarmismi, con la piena tracciabilità del prodotto che favorisce i controlli e assicura ai consumatori la possibilità di scegliere consapevolmente Made in Italy, buono e sicuro”.

L’ETICHETTA, GRANDE ALLEATA DI PRODUTTORI E CONSUMATORI Il pressing della Coldiretti ha portato all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, all'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all'etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008. Ma molto resta ancora da fare e per oltre il 50% della spesa l'etichetta resta anonima. E’ il caso della carne di maiale, coniglio e agnello, della pasta, delle conserve vegetali, ma anche del latte a lunga conservazione e dei formaggi non a denominazione di origine.

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ECONOMICO

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SUINI DA MACELLO:

AL VIA LA COMMISSIONE UNICA NAZIONALE di Pietro Scolari Il 10 dicembre scorso, presso la sede del Ministero delle Politiche Agricole, si è insediata ufficialmente la Commissione Unica Nazionale dei suini da macello, istituita nell’ambito del Protocollo d’intesa suinicolo. Ricordiamo che tale Protocollo venne sottoscritto il 5 dicembre 2007 dai rappresentanti delle associazioni allevatoriali, delle associazioni sindacali di categoria nonché dai rappresentanti dei macellatori, nell’ambito del tavolo tecnico della filiera suinicola e con relativo piano degli impegni esecutivi dell’11 giugno scorso. La Commissione Unica Nazionale ha il compito di concordare le previsioni sulle tendenze dei prezzi di mercato dei suini da macello con declaratorie separate per i suini certificati per le DOP e per quelli non certificati. Finalità della formulazione è pervenire, quindi, alla fissazione di una tendenza di mercato attraverso la determinazione anticipata di un prezzo medio. La Commissione Unica Nazionale è composta in via paritetica da cinque commissari in rappresentanza degli allevatori – indicati dalle principali Organizzazioni Sindacali Agricole – e da cinque commissari in rappresentanza dei macellatori, designati dalle Associazioni di categoria dei macellatori stessi. Per garantire il funzionamento della Commissione è prevista la nomina di altrettanti commissari supplenti e, all’interno di ciascuna categoria professionale, i commissari eleggono un Presidente ed un Vice Presidente. La Commissione Unica ha durata annuale ed i commissari possono condurre al massimo tre mandati consecutivi. In ogni momento, comunque, ciascuna Organizzazione o Associazione rappresentata può revocare il mandato dei commissari di propria nomina comunicandone la sostituzione al MIPAF. La Commissione è coordinata da un Segretario che verifica la regolarità delle operazioni di formulazione anticipata delle tendenze di mercato e dei prezzi e partecipa alle riunioni con funzioni di verbalizzatore e con facoltà di parola; è prevista la nomina anche di un Segretario supplente. Il Segretario ed il supplente vengono ratificati dal Ministero delle Politiche Agricole, su proposta delle due categorie degli allevatori e dei macellatori e durano in carica un anno. Qualora vi fossero delle irregolarità riscontrate nella formulazione anticipata delle tendenze di mercato e dei prezzi, il Segretario della Commissione può sospendere la formulazione ed informare immediatamente il MIPAF. Periodicamente il MIPAF può convocare una riunione plenaria del tavolo di filiera per analizzare gli andamenti del mercato di medio periodo ai quali verranno invitati anche i commissari della Commissione Unica Nazionale. I lavori della Commissione si articolano in tre fasi: 1- Raccolta e analisi dei dati. La Commissione Unica baserà la formulazione anticipata dalle tendenze di mercato e dei IL

prezzi sui dati raccolti dal Segretario della Commissione stessa, dati che devono essere di fonte certa e attendibile. Questi dati dovranno essere estrapolati dai mercuriali delle principali Borse merci italiane e sui principali mercati europei; dovranno tener conto, inoltre, del bollettino prezzi dei tagli in Europa, delle previsioni della domanda da parte della distribuzione al dettaglio, delle industrie e dei prosciuttifici, del peso medio di macellazione, del numero di suini grassi pesanti macellati in Italia nella settimana precedente, ecc. 2- Formulazione della tendenza di mercato. La Commissione procede alla formulazione della tendenza di mercato scegliendo tra le voci “in crescita”, “stabile” e “in calo” per ciascun prodotto inserito nella declaratoria. La Commissione decide con la maggioranza dei rappresentanti degli allevatori e dei macellatori e, qualora non si pervenga ad un accordo, si procede ad un secondo tentativo di formulazione della tendenza di mercato con i due Presidenti e Vice Presidenti delle rispettive rappresentanze. 3- Formulazione anticipata dei prezzi. In questa terza fase la Commissione procede alla formulazione anticipata dei prezzi medi per ciascun prodotto previsto nella declaratoria. Il meccanismo è analogo a quello della fase precedente, ovvero se non si verifica una condivisione di prezzo tra la maggioranza delle due rappresentanze, saranno chiamati a trovare un accordo i soli Presidenti e Vice degli allevatori e dei macellatori. Il Ministero delle Politiche Agricole e le Organizzazioni professionali Agricole e Associazioni di categoria avranno il compito di diffondere le tendenze di mercato e dei prezzi medi in apposite pubblicazioni periodiche tramite e-mail, fax, siti internet, … Il funzionamento della Commissione prevede un periodo di fase transitoria – della durata di non oltre due mesi dalla data di primo insediamento – nel corso della quale le quotazioni avranno solo un valore indicativo e non definitivo. Le riunioni avranno cadenza settimanale, inizialmente ogni venerdì, e si terranno a Reggio Emilia. Al termine dei due mesi, in accordo tra le parti, potranno essere apportate modifiche al regolamento, soprattutto per ciò che concerne i meccanismi che garantiscono il corretto funzionamento della Commissione al fine di evitare in qualsiasi modo il “non quotato”. La prima riunione della Commissione si è tenuta a Reggio Emilia lo scorso 18 dicembre, pertanto, stante i tempi previsti dal regolamento, entro la fine di febbraio dovrebbe avere piena operatività, con l’auspicio da parte di tutti gli allevatori che possa divenire ben presto la base per la corretta remunerazione dei suini da macello. CREMONESE

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MADE IN ITALY

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Coldiretti: invito a partecipare

al Concorso nazionale Comuni Fioriti Nell’edizione 2008 il Comune di Cremona ha ottenuto un ‘Premio Speciale’ per il parco didattico di Marta Biondi “Con soddisfazione segnaliamo che sono aperte le iscrizioni al Concorso ‘Comuni Fioriti’ promosso da Asproflor, con la collaborazione di Coldiretti, per l’anno 2009. Si tratta di una manifestazione che premia i Comuni in funzione del loro impegno nella realizzazione, gestione, manutenzione del verde e nella promozione, attraverso manifestazioni e convegni, della cultura di piante e fiori, vale a dire della ‘cultura del bello’. E’ giusto evidenziare che, nel 2008, il nostro territorio si è fatto onore al concorso: il Comune di Cremona, grazie al suo parco didattico, ha conquistato il premio speciale della critica, cioè una delle targhe assegnate ‘per le iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento degli abitanti’. Il concorso prevede l’assegnazione di quattro, tre, due o un fio-

re, e Cremona ha ottenuto ben tre fiori. Ci sembra un risultato di tutto rispetto

La famiglia Marossi nelle serre dell’azienda di Casteldidone

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che speriamo si possa ripetere nel 2009”. A parlare è Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Cremona, che rilancia l’impegno dell’Organizzazione nella promozione di un’iniziativa nata per valorizzare il verde pubblico. L’edizione del 2008 ha coinvolto 89 Comuni italiani e 11 Regioni. “Comuni Fioriti è tra i più importanti concorsi rivolti alle Amministrazioni Comunali e rappresenta un invito, per amministratori e cittadini, ad impegnarsi facendo fiorire il territorio – spiega Zampini –. Attraverso questo Concorso, Coldiretti punta a rendere più accoglienti le nostre città, paesi, borghi, in modo che ai prodotti agroalimentari di eccellenza, legati al territorio, corrisponda un’adeguata immagine dei luoghi. E’ anche un modo per valorizzare il ruolo delle imprese agricole che, attraverso le opportunità generate dalla legge di Orientamento, hanno la possibilità di proporsi ai Comuni per la gestione, manutenzione e la realizzazione delle aree a verde, delle rotonde, delle aiuole e degli elementi di arredo urbano”. L’impegno delle comunità locali che intendono aderire al Concorso può essere a 360 gradi, con una sinergia tra l’azione dell’Amministrazione pubblica

MADE IN ITALY (fioritura di vie, piazze, strade, aree verdi) e dei privati cittadini (cura e abbellimento di balconi, giardini privati). I Comuni partecipanti alla manifestazione vengono inseriti ogni anno nella ‘Guida ai Comuni Fioriti d’Italia’, distribuita in edicola in oltre 50.000 copie allegata alle riviste Giardini e Agriturismo, nonché diffusa alla BIT, Borsa Internazionale del Turismo. La manifestazione è inoltre collegata al Concorso europeo “Entente Floreale Europe”, organizzato in 12 Paesi, ed ogni anno vengono scelti due Comuni in rappresentanza dell’Italia. “Le adesioni dei Comuni per il 2009 dovranno essere formalizzate entro il 31 maggio. I Comuni della nostra provincia interessati a prendere parte all’iniziativa possono contattarci, per ogni informazione utile – conclude il Direttore di Coldiretti Cremona –. Migliaia di azien-

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L’azienda agricola ‘Vivai Gabriella’, di Gianluca Moro (Gallignano), presente al Mercato di Campagna Amica

de Coldiretti, in Italia, si dedicano alla floricoltura. Ed anche Cremona vanta aziende florovivaistiche di prim’ordine, che intendiamo sostenere e promuovere. Da qui il nostro impegno perché la provincia di Cremona abbia un numero sempre maggiore di Comuni Fioriti, riscoprendo e valorizzando quella ‘cultura floreale’ che è caratteristica del nostro Paese”.


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Giuseppe Baini Utenze Irrigue

SERVIZIO UTENZE IRRIGUE

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I laghetti di cava come regolatori delle emergenze idriche

Il territorio agricolo cremonese è caratterizzato dalla presenza di numerosi laghi di cava, bacini d’acqua derivanti dall’escavazione di materiali inerti. I laghi di cava si presentano quasi sempre come bacini di forma abbastanza regolare, sono mantenuti pieni d’acqua dall’afflusso della falda superficiale emersa a seguito dell’escavazione. Le aree di cava costituiscono una potenziale riserva per l’irrigazione in quanto risulta rilevante la quantità delle acque presenti nell’invaso, il cui livello è mantenuto costante dall’infiltramento delle falde superficiali. La Regione Lombardia, in collaborazione con vari enti (Associazioni agricole e Amministrazioni Provinciali), ha promosso una serie di studi ed iniziative di ricerca a vari livelli per verificare la fattibilità di un utilizzo delle acque di cava a fini irrigui. Il progetto “Utilizzo dei laghi di cava” mira a valutare la possibilità e le modalità di utilizzo dei volumi idrici disponibili nei laghi di cava presenti in provincia di Cremona come sorgenti integrative in caso di scarsità idrica ai fini irrigui. Si tratta cioè di individuare nuove modalità per far fronte alla carenza di acqua con soluzioni che, se provate dal punto di vista tecnico, possono essere di aiuto nelle emergenze e sopperire alle varie crisi idriche che ciclicamente investono l’agricoltura. Lo studio è stato affidato al Politecnico di Milano con il Centro per lo sviluppo del Polo di Cremona ed il Dipartimento di Elettronica ed Informazione; vi partecipa anche il Dipartimento di Ecologia dell’Università di Pavia. Lo studio è diretto dal Prof. Ing. Marco Mancini con la collaborazione dell’Ing. Giovanni Ravazzani e la loro équipe. Coldiretti Cremona è stata partecipe di questo progetto, per tutta l’estate e per tutta la stagione irrigua 2008, occupandosi dei rilevamenti dei livelli di falda di portata e dei prelievi nella cava Testa situata nel Comune di Formigara. Una prima elaborazione curata dal Politecnico di Milano fa intravedere l’effettiva possibilità di utilizzo di queste acque ad uso irriguo, con la possibilità di un uso idrico in caso di crisi. Calcoli matematici rilevano che tutto ciò non crea problemi per l’abbassamento momentaneo del laghetto di cava, legato al tempo di ricarica, ossia il tempo che intercorre tra la fine del pompaggio e il ripristino delle condizioni iniziali del pelo libero nel lago di cava. La pubblicazione di una prima parte dei risultati ottenuti porterà un contributo alla ricerca e all’analisi di uno dei tanti problemi irrigui del nostro territorio. IL

IL PROGETTO La scarsità di acqua delle recenti stagioni irrigue ha portato alla necessità di valutare l’utilizzo di fonti alternative per sopperire alle condizioni di emergenza. L’attenzione del progetto si è rivolta allo studio dei laghi di cava, presenti diffusamente La Cava Testa a Formigara, sul territorio della Provincia oggetto della campagna sperimentale di Cremona e della pianura lombarda in generale. Lo studio ha, innanzitutto, provveduto a censire i laghi di cava presenti in provincia e a fornire una valutazione di massima delle loro potenzialità. Maggiore attenzione è stata rivolta, invece, alle due cave pilota localizzate a Rivolta d’Adda e Formigara. La prima è una cava attiva di grandi dimensioni (130.000 m2) situata in prossimità del fiume Adda interessata da un acquifero con permeabilità elevata. La seconda è una cava dismessa di piccole dimensioni, sufficientemente distante dall’Adda tanto da non esserne influenzata, e caratterizzata da un acquifero con bassa permeabilità. Le due cave sono state oggetto di una prova di attingimento di acqua della durata di circa una settimana monitorando sia l’abbassamento nel lago di cava, che il livello piezometrico dell’acquifero in punti limitrofi significativi. I dati raccolti hanno permesso l’implementazione di un modello matematico di dettaglio finalizzato a testare il protocollo di concessione. Lo sfruttamento della risorsa idrica presente nelle cave, infatti, verrà gestito attraverso il rilascio di una concessione secondo le modalità definite da un protocollo sviluppato durante il progetto. In particolare il protocollo definisce: 1. la procedura di domanda e concessione all’utilizzo delle acque di un lago di cava per integrazione irrigua di soccorso; 2. gli strumenti con cui quantificare i parametri che definiscono la concessione stessa. Partecipano al progetto il Politecnico di Milano con il Centro per lo Sviluppo del Polo di Cremona ed il Dipartimento di Elettronica ed Informazione, il Dipartimento di Ecologia dell’Università di Pavia, il Settore Ambiente della Provincia di Cremona. Il progetto è finanziato da Fondazione Cariplo e dagli Assessorati Agricoltura, Qualità dell’Ambiente e Reti e Servizi di pubblica utilità e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia. Il progetto è, inoltre, supportato dall’Autorità di Bacino del fiume Po, dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Lombardia, dai Consorzi di Bonifica ed Irrigazione dell’ambito territoriale, dalla Federazione provinciale Coldiretti di Cremona e dalla F.lli De Poli s.r.l.

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PIANO DI SVILUPPO RURALE

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PSR 2007-2013: APERTI I BANDI DELLE MISURE 122 – 125 A – 223 – 323 C La Regione Lombardia con il decreto n. 187 del 16.01.2009 ha approvato i bandi relativi ad altre 4 misure (e/o sottomisure) del Psr 2007-2013 (pubblicati sul BURL del 22.01.2009). Si analizzano di seguito i punti salienti di ogni singola misura: MISURA 122 – MIGLIORE VALORIZZAZIONE ECONOMICA DELLE FORESTE Destinata ai conduttori di superfici forestali di proprietà, ricadenti in zone svantaggiate di montagna, con l’obiettivo di incrementare la redditività delle foreste ed il loro valore economico potenziando la funzione delle foreste dal punto di vista economico, produttivo, ricreativo ed ecologico. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 15 marzo 2009. MISURA 125 – MIGLIORAMENTO E SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE IN PARALLELO CON LO SVILUPPO E L’ADEGUAMENTO DELL’AGRICOLTURA E DELLA SILVICOLTURA Sottomisura A – Gestione idrica e salvaguardia idraulica del territorio. La misura è destinata ai consorzi di bonifica (compresi quelli di secondo grado) ed i consorzi di miglioramento fondiario di secondo grado, con l’obiettivo di promozione del risparmio idrico, di eliminazione dei deficit idrici e di garanzia di una migliore sicurezza idraulica del territorio (attraverso realizzazioni o interventi di manutenzione di opere ed infrastrutture

a servizio del sistema irriguo, realizzazione di impianti per il recupero di salti d’acqua a fini energetici, opere per l’aumento dell’efficienza irrigua ecc.). Le domande vanno inoltrate entro il 60° giorno dalla data di pubblicazione del bando. MISURA 223 – IMBOSCHIMENTO DI SUPERFICI NON AGRICOLE La misura è destinata ad imprenditori agricoli, persone fisiche e giuridiche di diritto privato e persone giuridiche di diritto pubblico, che realizzano boschi permanenti a scopo ambientale, paesaggistico o protettivo, con durata dell’impegno di 15 anni, ma con vincolo forestale permanente. Vengono finanziate le spese di impianto e quelle di manutenzione. Gli interventi vanno realizzati su terreni agricoli storicamente incolti: non sono finanziati interventi su terreni classificati a bosco, costituiti da tare, condotti a prato o pascolo permanente o gestiti a set-aside. La prima scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 10 aprile 2009. MISURA 323 – TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE Sottomisura C – Salvaguardia e valorizzazione degli alpeggi. La misura si attua nelle zone svantaggiate del territorio regionale ed è destinata ai proprietari pubblici e privati di alpeggi, ai consorzi d’alpeggio, agli affittuari degli alpeggi, alle Province, alle Comunità Montane, alle associazioni degli allevatori. La prima scadenza è fissata al 16 marzo 2009. (p.f.)

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GENNAIO/FEBBRAIO - 09

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Le domande di partecipazione potranno essere presentate fino al 31 marzo 2009.

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