Il Coltivatore Cremonese n.01/2010

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Tariffa R.O.C. Poste Ita Italiane ta alian l e Spa S a Sp na ame ento po s e stal Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 2004 n. n. 46) 46)) (conv. in L. 27/02/2004 b Cremona Crem em a emona art.1, comma 1, dcb nale e Autorizzazione Tribunale 1951 195 di Cremona 25/07/1951 n. 33 del Registro

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Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona

Coltivatore

ANNO 64 numero 1 brraiio 10 10 gennaio/febbraio


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Editoriale

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Ala Ponzone, 8 - III piano Tel. 0372499811

Assuero Zampini Direttore Coldiretti Cremona

Direttore responsabile Assuero Zampini Redattore capo Marta Biondi Hanno collaborato a questo numero Aldo Bellandi, Giuseppe Baini Francesco Cazzamali, Giovanni Cremonesi Paola Fraschini, Giacomo Maghenzani Mara Malinverno, Dianella Mariotti Andrea Ragazzini, Pietro Scolari Paolo Soldi, Damiano Talamazzini Bruno Toscani, Silvia Trevisi

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Cinque anni di attivitĂ  e di rapporto con i Soci

Stampa Tipografia Pizzorni Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Cremona, Autorizzazione Tribunale di Cremona 25 luglio 1951 n. 33 del Registro Pagamento assolto tramite il versamento della quota associativa

Questo mensile è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

sommario 2/3 Editoriale 4 Convegno in FierAgricola a Verona 5 Il Presidente Marini ha illustrato il Progetto Coldiretti al Presidente della Repubblica 5 Bene l'anticipo Pac, ma non ci si fermi qui 6/7/8/9 Speciale Latte 10/11 No agli OGM, Convegno 12/13 Suinicoltura: analisi e aspettative 14/15 www.cremona.coldiretti.it 16 Incontro autostrada Cr-Mn Da pag. 17 a pag. 23 La CondizionalitĂ  2010 24 Patronato Epaca 25 Giovani Impresa, Donne Impresa 26/27 Fiscale 28/29 e 34/35 Acque e Ambiente 30/31 Agribenessere, a scuola di salute 32/33/36/38 Dal Territorio 37 Un sorriso per i bambini ucraini 39/40 Notizie utili e Appuntamenti

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niziando dal 2005, le attività affrontate nel corso di questo periodo sono state molteplici e hanno toccato tutti i vari settori. La prima azione in cui mi sono trovato a confrontarmi subito dopo l’arrivo a Cremona è stato il tema dell’acqua. Il 2005, come ricorderete, è stato un anno di grave carenza idrica, culminata in una serie di azioni attivate per garantire la possibilità di irrigazione alle campagne. Questo tema è continuato negli anni successivi, con azioni di confronto istituzionale e anche di tipo sindacale. Ricordo i presidi a Cancano e le innumerevoli attività svolte sempre a tutela della risorsa idrica, per promuoverne una gestione corretta e condivisa. Altro aspetto che ha fortemente segnato questi cinque anni a Cremona, e che ricorderò con estrema forza, è stato tutto il lavoro svolto sul prezzo del latte: le innumerevoli trattative sostenute a tutti i livelli, sia a livello lombardo per il prezzo regionale sia nei tanti confronti con i singoli caseifici; le molteplici iniziative condivise con tutti gli allevatori, iniziando dal blocco dello stabilimento di Corteolona passando per la Giornata del latte in piazza San Babila a Milano; il presidio presso lo stabilimento Auricchio e quello, in tempi recenti, a Collecchio, sul fronte “Parmalat”; e non da ultimo (forse questo il lato che ricorderò di più), le decine e decine di assemblee fatte con i Soci per definire le strategie, discutere le situazioni e programmare ogni tipo di attività che ha visto coinvolte migliaia di persone. Sempre in questo periodo abbiamo vissuto la Riforma della Pac, sia dal punto di vista della discussione, della diffusione del suo contenuto, sia per gli aspetti di organizzazione del lavoro, con le ricognizioni, l’applicazione del disaccoppiamento, e via dicendo. Abbiamo operato con grande determinazione per la tutela e valorizzazione della suinicoltura, dove si è lavorato – produttori e Organizzazione – per riscrivere le regole del comparto, con la nascita della Commissione Unica e con tutte quelle iniziative messe in campo per affrontare momenti di grave emergenza come la vescicolare. Il lavoro ha toccato intensamente anche il comparto dei cereali, dove grazie all’apporto dell’Associazione Produttori Cereali l’azione è progressivamente cresciuta, riuscendo nel nostro piccolo non


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certo ad ovviare alle pesanti difficoltà del mercato, ma ad applicare i principi della filiera corta anche ad un comparto come i cereali, aprendo sinergie fra i produttori e i consumatori dei cereali, allevamenti in primis. Sul fronte avicoltura abbiamo affrontato – e, posso dire, superato – insieme ai produttori e ai consumatori la durissima prova che ci si è presentata con l’influenza aviaria. Sempre in questo periodo sono state svolte azioni di tipo sindacale, ricordo la massiccia mobilitazione del 2007, con lo slogan “Ministro, giù le mani dall’agricoltura italiana”, per giungere alla più recente – esaltante – mobilitazione del luglio 2009. Gli anni che abbiamo condiviso sono stati quelli in cui è nata la filiera tutta italiana: un progetto per realizzare un grande sistema agroalimentare, agricolo ed italiano fino in fondo, che nel prossimo periodo comincerà a dare i suoi frutti al comparto. Si è posta sempre grande attenzione su tutte le tematiche che coinvolgono le imprese, come quelle di tipo ambientale – presidiando il territorio nei confronti di aspetti quali cave, strade, infrastrutture –, e mai tralasciando alcun tipo di

EDITORIALE intervento che potesse, e dovesse, vedere la Federazione al fianco dei suoi Soci, fossero tanti o pochi, coinvolti in ogni singola situazione. Ovviamente, ricordare tutto è comunque complicato, e irrilevante, perché bisogna sempre – e questo è lo spirito di Coldiretti – guardare le cose da fare e non crogiolarsi sulle cose fatte. Altro elemento fondamentale è stata l’evoluzione della struttura. Un primo, grande risultato è la consapevolezza – assunta dalla struttura – di non essere secondi a nessuno e, quindi, di non subire più sudditanze da parte di altri. E questa la considero una grande conquista. Il punto che mi sono posto come obiettivo era quello di riuscire a far sì che scomparisse il principio dell’assistenza, puntando sulla consulenza, costruendo pertanto le condizioni affinché, nell’interesse delle imprese, nascessero attività nuove quale l’Ufficio Datori di Lavoro, ora all’avanguardia per la contrattazione collettiva e aziendale, uno staff tecnico capace di progettare innovazione e di rispondere alle effettive esigenze delle imprese, un settore fiscale all’avanguardia capace di confrontarsi e gestire con

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grande serenità e professionalità ogni tipo di novità fiscale e di opportunità per le imprese. Non da ultimo, e di particolare importanza per la nostra provincia (dove affermare che esiste una corretta comunicazione è un eufemismo!), evidenzio il grande impegno nel riuscire ad offrire a tutti i Soci e ai cittadini un’informazione reale, autentica, sulle attività e sugli interessi dell’agricoltura. Ogni “ramo” dell’Organizzazione – incluso quello del Patronato, componente fondamentale della nostra attività – ha visto crescere la rappresentanza della Coldiretti in maniera rilevante, e questo merito poco appariscente, ma molto concreto, scaturisce dal lavoro svolto da tutta la struttura, continuo e costante, nei confronti delle imprese, lavoro che sono certo continuerà perché – come nel caso dell’attività di Agrifidi – si arrivi a posizionarsi tra i primi in Italia per attività e volumi svolti a favore dei Soci. In calce, voglio lanciare ancora uno sprone a tutti i collaboratori, affinché colgano le opportunità dell’agricoltura cremonese e delle novità che la periodica turnazione della Direzione rappresenta, come scambio di esperienze e come inserimento di un nuovo entusiasmo del fare. Un saluto a tutti i Soci che, dopo 5 anni, posso dire di conoscere personalmente ad uno ad uno. Vi ringrazio per la Vostra concreta partecipazione a tutte le iniziative ed alle centinaia di incontri fatti sul territorio. Sono certo che sarete al fianco del nuovo Direttore, come lo siete stati con il sottoscritto. Il momento per l’agricoltura non è facile, ma Coldiretti Cremona ha i progetti, i numeri, la struttura e gli imprenditori adatti per superare questa fase di difficoltà e per guardare con ottimismo al futuro. Assuero Zampini

Cambio alla Direzione

L’assemblea annuale dell’Associazione provinciale apicoltori Cremona, svoltasi domenica 28 febbraio, nei giorni in cui si preparava il ‘passaggio’ della direzione, è stata una prima occasione per esprimere il saluto e il ringraziamento al Direttore Zampini, per il lavoro svolto a fianco delle imprese agricole cremonesi. Con il dono di un’ape d’argento, gli apicoltori, per voce della Presidente Esterina Mariotti e del Vicepresidente Rosvaldo Felisari, hanno voluto sottolineare l’impegno e la vicinanza del Direttore anche a questo piccola, ma vitale, componente della nostra agricoltura.

Dai primi di marzo la guida della Federazione di Cremona passa dalle mani del Direttore Assuero Zampini – che proprio nei giorni in cui questo giornale va in stampa si prepara ad assumere il nuovo incarico alla Direzione di Coldiretti Macerata – a quelle del dott. Simone Solfanelli, classe 1959, proveniente da numerose esperienze di direzione in seno alla prima Organizzazione degli imprenditori agricoli del Paese. Affidiamo al prossimo numero del Coltivatore la presentazione del nuovo Direttore.

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SINDACALE

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Dal convegno in FierAgricola a Verona grande sostegno delle Istituzioni e dei consumatori al nostro Progetto per il Paese “Se le inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare nel 2009 sono costate alle tasche degli italiani e alle imprese agricole oltre 7 miliardi di euro, dobbiamo procedere ancor più velocemente nella costruzione della filiera tutta agricola e tutta italiana e la Lombardia farà tutto il necessario per raggiungere questo obbiettivo”. Così Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia, ha commentato quanto emerso in Fieragricola a Verona durante il convegno “Crisi globale: come ne esce l’agricoltura?” organizzato giovedì 4 febbraio da Coldiretti, al quale, accanto al Presidente Sergio Marini, è intervenuto anche Luca Zaia, Ministro per le Politiche agricole. “E’ stato un grande momento – spiega Andena, che guidava la delegazione lombarda a Verona di tutti i Presidenti e Direttori provinciali e di oltre 400 imprenditori agricoli – perché abbiamo fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori nella costruzione del nostro progetto, sull’attività dei Consorzi Agrari d’Italia, sulla VDO (vendita diretta organizzata degli agricoltori), sui mercati di Campagna Amica, sulla cooperazione (Unci Coldiretti). Ma anche sull’origine in etichetta che garantisce la distintività e la riconoscibilità dei nostri prodotti”. “A questo proposito - ha aggiunto Andena - abbiamo avuto le necessarie assicurazioni dal Ministro Zaia, che ha anche garantito la sua netta contrarietà all’uso di OGM che costituisce, come noi diciamo da tempo, un attentato alla nostra agricoltura e al made in Italy”. Aspetto confermato con grande forza dall’appuntamento di Verona, cui era presente una folta delegazione cremonese, è il fatto che, al fianco degli agricoltori, ci sono le famiglie italiane e i consumatori, uniti in una battaglia che Coldiretti combatte per il bene del Paese. E’ questa, in sintesi, la testimonianza

portata da Rosario Trefiletti, Presidente di Federconsumatori. Il Convegno si è aperto con un’approfondita analisi – sviluppata con il contributo del docente universitario Fabrizio De Filippis e del Garante dei Prezzi Roberto Sambuco – che ha evidenziato, tra gli altri aspetti, le inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare nel 2009, costate alle tasche degli italiani e alle imprese agricole oltre 7 miliardi di euro. La “top ten” dei prodotti che hanno subito il maggiore ricarico dal campo alla tavola ha rivelato dati inaccettabili: pane (+1745%), carote (+1050%), pasta (+490%), uva da tavola (+422%), radicchio (+390%), limoni (+374%), clementine (372%), finocchi (+369%), arance (+364%) e mandarini (+350%) a pari merito con il latte. In sintesi, secondo l'analisi proposta l'aumento dei prezzi per i prodotti alimentari è stato dell’1,8% nel 2009, un punto percentuale superiore alla media dell'inflazione, nonostante il forte calo dell’11% nei prezzi delle materie prime agricole, che sta provocando la chiusura delle aziende. Pochi centesimi pagati agli agricoltori sono dunque diventati euro al consumo. La situazione di difficoltà del settore non dipende solo dalla crisi generale – ha evidenziato il Presidente Marini – ma dal fatto che stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è sottoposta giornalmente la nostra agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio, come italiano, cibo proveniente da chissà quale parte del mondo; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori. “E' questo il risultato – ha precisato Marini – dello strapotere contrattuale dei nuovi forti IL

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della filiera agroalimentare più che della crisi internazionale. Siamo però la principale Organizzazione agricola in Italia e in Europa, e per questo abbiamo il dovere di accompagnare la protesta con una proposta concreta di lungo periodo. Da qui il nostro progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha l’obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l'offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo”. “Abbiamo sostenuto la nascita della holding degli agricoltori italiani – ha aggiunto Marini – che ha come protagonista il sistema dei Consorzi Agrari che sviluppa un fatturato di 3 miliardi di euro su 1300 punti di vendita, ai quali fanno riferimento 300mila imprese agricole. Consorzi Agrari d'Italia consente la creazione di una rete efficiente di servizi su tutto il territorio nazionale di tipo tecnico-commerciale, finanziario, logistico, ma anche nelle nuove energie agricole e la concentrazione dell'offerta per la commercializzazione delle produzioni con la possibilità di una presenza diretta sul mercato di prodotti agroalimentari “firmati dagli agricoltori” per aumentare il valore aggiunto del settore”. Un’azione sinergica e moltiplicatrice dei risultati positivi che si stanno realizzando con l'apertura delle centinaia di mercati degli agricoltori attraverso la fondazione Campagna Amica. E da qualche mese è nata Unci Coldiretti con l'obiettivo di realizzare la più grande centrale cooperativa agroalimentare a livello nazionale, che rappresenta la cooperazione che fa crescere le imprese valorizzando l'identità territoriale delle produzioni agricole.


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Il Presidente Marini ha illustrato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il Progetto per una Filiera tutta Italiana Il progetto per realizzare una “Filiera agricola tutta italiana”, che ha l’obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, è stato illustrato dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale. L’obiettivo del progetto - ha sostenuto Marini - è quello di fermare le speculazioni e di creare le condizioni per una più equa ripartizione del valore tra gli attori della filiera, con l'offerta di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative (Unci-Coldiretti), mercati degli agricoltori di Campagna Amica, agriturismi e imprese agricole che hanno sottoscritto il progetto per una filiera agricola italiana.

L'incontro tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Presidente Sergio Marini

Bene l’anticipo della Pac a luglio ma non ci si può fermare qui Coldiretti Lombardia: piano di rilancio della zootecnia lombarda “E’ senza dubbio positiva la decisione di anticipare l’erogazione della Pac a luglio perché alle imprese agricole non manca solo il reddito, ma anche la liquidità per pagare i fornitori e le rate di mutuo e questa decisione della Regione Lombardia contribuisce ad alleviare almeno il problema finanziario. Così il Presidente di Coldiretti Lombardia, Nino Andena, ha commentato la decisione presa dal Pirellone. “Questa decisione però non basta – ha precisato Andena – non ci si può fermare

qui. C’è bisogno subito di un vero e proprio piano di rilancio della zootecnia lombarda”. In proposito Coldiretti Lombardia ha approvato un documento rivolto al Presidente Formigoni “che contiene le misure che le imprese agricole lombarde reputano indispensabili – ha ribadito il Presidente di Coldiretti Lombardia – per proseguire a produrre un patrimonio di eccellenze agroalimentari che il mondo ci invidia e che, senza interventi, è messo seriamente a rischio per i prezzi che non riescono a IL

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pagare neppure le spese”. Coldiretti Lombardia chiede, tra gli altri, interventi decisi per l’attuazione della norma sull’indicazione dell’origine in etichetta, azioni di promozione non di prodotti indistinti, ma del latte fresco lombardo e dei prodotti Dop, azioni che non disperdano risorse a pioggia ma che sostengano azioni virtuose indirizzate all’aggregazione del prodotto, semplificazione e tagli dei costi per gli adempimenti burocratici regionali.


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ECONOMICO

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PREZZO DEL LATTE:

Pietro Scolari Ufficio Economico

L’ANNO APPENA TRASCORSO E’ STATO DISASTROSO

L’auspicio per tutti i produttori è quello di dimenticare in fretta il 2009 durante il quale il prezzo del latte è andato in caduta libera Il prezzo medio del latte alla stalla destinato all’industria in provincia di Cremona nel corso dell’anno solare 2009 è stato di poco inferiore ai 32 centesimi al litro. Dati alla mano, dobbiamo andare indietro al 1992 per trovare un prezzo ancora più basso. Solo Padania ed Italatte hanno remunerato il latte alla stalla con un prezzo medio superiore ai 32 centesimi/litro (per Italatte il prezzo medio del 2009 è stato pari a 32,46 centesimi/litro). I prezzi liquidati sono eterogenei e, come era lecito aspettarsi, in assenza di un accordo regionale, il latte venduto fresco o destinato per la trasformazione a formaggi a pasta molle ha permesso una remunerazione di poco superiore. Il recupero del prezzo del grana padano all’ingrosso, riscontrato negli ultimi mesi, però, – trainato anche da un aumento davvero significativo del parmigiano reggiano che da settembre dello scorso anno al 15 febbraio ha registrato un incremento superiore ad 1,30 euro/kg. sia per quello a stagionatura 12 mesi sia per quello a 24 mesi – ha invertito questa tendenza che si era ormai consolidata negli ultimi anni. L’accordo regionale dell’11 gennaio scorso, che ha fissato un prezzo alla stalla pari a 33,156 centesi/litro, rappresenta proprio una mediazione tra le differenti remunerazioni della destinazione e trasformazione del latte alla stalla: stante ora il buon andamento del grana padano all’ingrosso gli industriali che trasformano per la produzione di questo importantissimo prodotto dop potrebbero pagare dai due ai tre centesimi al litro in più. PREZZI DI ALCUNI PRODOTTI TRASFORMATI Prodotto

febbraio 2010

febbraio 2009

Parmigiano r. - fraz. 12 mesi

8,21

7,23

Grana p. - fraz. 6 mesi

6,71

6,30

Provolone - stag. 3 mesi

4,68

5,00

Mozzarella

4,33

4,65

Gorgonzola - prod. fresco

3,08

3,43

Come si evince dalla tabella 1, il prezzo del parmigiano reggiano è aumentato di quasi il 19% nel corso dell’ultimo anno, il grana padano di oltre il 5% (se considerassimo, invece, il periodo settembre 2009-febbraio 2010 l’incremento sarebbe del 9%), mentre per formaggi a pasta molle come il gorgonzola il prezzo all’ingrosso negli ultimi 12 mesi ha subito una contrazione del 10%, per la mozzarella si registra un meno 7%, e per il taleggio fresco fuori sale la diminuzione è superiore all’8%.

Tab. 1 – Fonte dati: CCIAA di Milano

Le principali motivazioni di questa inversione di tendenza nel mercato dei trasformati del latte è da ricercarsi nei seguenti aspetti: - forte concorrenza estera con cagliate e semilavorati che arrivano in Italia a prezzi molto bassi deprimendo inevitabilmente i prodotti finiti fatti con solo latte italiano; - lo spostamento di un certo quantitativo di latte verso imprese di trasformazione che producono formaggi a pasta molle a scapito di produzioni a grana (e ne è la riprova del fatto che il numero delle forme di grana è diminuito del 2,93% nel 2009 rispetto al 2008 e il dato di gennaio 2010 rispetto allo stesso mese del 2009 registra un meno 2,34%). A rendere più pressante la concorrenza di cagliate e semilavorati in Italia è l’incremento delle produzioni di latte alla stalla registrate negli ultimi mesi in Europa, un dato in controtendenza rispetto a quanto si sta verificando in Italia. Particolarmente significativo appare il dato produttivo della Germania (vedi tab. 2) dove nei primi otto mesi della campagna lattiero-casearia 2009/2010 si è registrato un incremento delle consegne di oltre il 6,8%. A livello europeo le consegne segnano nei primi otto mesi della presente campagna un incremento di mezzo punto percentuale per un totale di circa 450.000 tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2008. IL

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ECONOMICO

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CONSEGNE DI LATTE DEI PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI EUROPEI Paesi

aprile - nov. 2009

aprile – nov. 2008

differenza

Germania

18.751.000

17.554.000

6,82%

Francia

14.710.000

15.209.000

-3,28%

Gran Bretagna

8.878.000

8.892.000

-0,16%

Olanda

7.562.000

7.405.000

2,12%

Italia

6.789.000

6.886.000

-1,41%

Polonia

6.280.000

6.297.000

-0,27%

Irlanda

4.045.000

4.209.000

-3,90%

Danimarca

3.176.000

3.066.000

3,59%

89.485.000

89.046.000

0,49%

UE 27

Tab2. Fonte dati: bollettino AIA latte . Dati espressi in tonnellate

Andando a vedere i prezzi del latte alla stalla in alcuni importanti Paesi europei, nonché negli Stati Uniti ed in Nuova Zelanda, si può notare il forte decremento registrato nel 2009 rispetto al 2008 nonché un prezzo alla stalla negli ultimi mesi dell’anno in sensibile ripresa (si guardi al prezzo di novembre-dicembre rispetto alla media registrata nel corso del 2009. PREZZI LATTE ALLA STALLA NEL MONDO NOV '09

DIC. '09

2009

2008

BAVIERA (€/100kg.)

26,37

26,70

25,23

35,11

RHONE ALPES (€/100lt.)

26,34

25,96

27,14

33,48

BULGARIA (€/100kg.)

26,52

-

25,34

29,94

POLONIA (€/100kg.)

25,27

25,74

22,19

30,34

REP. CECA (€/100lt.)

24,76

-

23,03

33,79

REP. SLOVACCA (€/100kg.)

25,26

25,43

21,03

32,52

ROMANIA (€/100kg.)

21,21

21,76

21,30

23,79

UNGHERIA (€/100lt.)

23,81

-

21,67

32,73

LITUANIA (€/100kg.)

18,25

19,93

15,01

21,00

STATI UNITI (€/100kg.)

22,62

24,89

20,24

27,49

NUOVA ZELANDA (€/100kg.)

22,49

-

17,86

25,17

Tab. 3. Fonte dati: CLAL

Questo sensibile incremento è legato principalmente all’aumento del prezzo delle polveri di latte registrato negli ultimi mesi dello scorso anno. PREZZO ALL'INGROSSO DELLE POLVERI DI LATTE MAGRO Paesi

febbraio 2009

dicembre 2009

febbraio 2010

Germania

1.650

2.116

1.975

Polonia

1.374

1.924

1.862

Usa

1.373

2.005

1.742

Oceania

1.371

2.317

2.006

Tab. 4. Fonte dati: CLAL - Prezzo euro/ton.

Come si evince dalla tabella 4, però, il prezzo delle polveri di latte magro sta registrando quotazioni in sensibile diminuzione rispetto a quelle raggiunte a dicembre dello scorso anno, quantunque il dato della media dei prezzi di febbraio di quest’anno sia decisamente superiore a quella dello stesso mese del 2009. Dai dati riportati nelle tabelle sopra emerge in modo molto chiaro come il 2009 sia stato un anno particolarmente difficile per tutte le imprese agricole che operano nel settore lattiero caseario, sia in Europa sia oltre i confini della UE. Il fatto che le tanto criticate DOP del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano stiano sostenendo il mercato del latte in Italia è un aspetto positivo e su questo dovremo puntare nei prossimi rinnovi negoziali con Assolatte. IL

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ECONOMICO

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QUOTE LATTE: IL TAR LAZIO RESPINGE I RICORSI Adesso finalmente può riprendere l’iter della riscossione dei debiti esigibili ai sensi della legge 33/09 Le varie sentenze sui ricorsi presentati da centinaia di allevatori che chiedevano l’annullamento delle intimazioni inviate da AGEA tra giugno e luglio dello scorso anno, in attuazione a quanto previsto dalla Legge n° 33/09, rappresentano un ulteriore passo avanti nel segno della legalità nonché una tappa di fondamentale importanza verso la regolarizzazione del mercato del latte, troppo a lungo pregiudicato da diffusi fenomeni di scarso rispetto, se non di voluta elusione delle regole. Durante un recente incontro tenutosi in AGEA, abbiamo appreso dal Commissario Straordinario – Dr. Paolo Gulinelli – come siano oltre duemila le imprese coinvolte nell’imputazione e nell’obbligo al versamento del debito esigibile ai sensi della legge n° 33/2009. La casistica che riguarda queste oltre 2000 imprese è eterogenea ma la si può comunque ricondurre a tre tipologie: - 772 hanno presentato ricorso al TAR del Lazio; - oltre 700 hanno già rateizzato; - oltre 500 non hanno fatto nulla, cioè non hanno né rateizzato né impugnato le intimazioni di AGEA del giugno-luglio scorso. In seguito ai ricorsi presentati al TAR Lazio, AGEA aveva bloccato l’iter previsto dalla legge 33/09, ovvero non aveva proceduto ad entrare nel merito di ogni singola richiesta di rateizzazione né si era attivata a revocare le quote integrative assegnate nel corso della presente campagna alle oltre 500 imprese che non hanno né pagato in un’unica soluzione né hanno richiesto di rateizzare. Questa sospensione nell’attività di dar corso all’applicazione della legge 33/09 da parte di AGEA era intrinsecamente legata alla motivazione di fondo dei ricorsi presentati al TAR del Lazio ovvero all’applicazione degli interessi sul debito nonché alla loro decorrenza. In sostanza la motivazione di questa situazione di stallo era giustificata in quanto: - l’esame e l’accoglimento delle richieste di rateizzazione, nonché la relativa successiva compensazione – in tutto o in parte – della prima rata con il pagamento della domanda unica 2009, erano stati bloccati in quanto una sentenza favorevole ai ricorrenti avrebbe comportato una diversa applicazione degli interessi a tutti gli allevatori oggetto delle intimazioni per debito esigibile e non solo a coloro che si sono rivolti al TAR Lazio; - revocare le quote alle oltre 500 aziende che, a fronte delle intimazioni di AGEA, non avevano provveduto al pagamento del debito o alla rateizzazione dello stesso sarebbe stato un provvedimento sicuramente impugnabile se il TAR del Lazio

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avesse riconosciuto l’illegittimità dell’applicazione degli interessi da parte di AGEA obbligandola ad un nuovo inoltro delle intimazioni e riprendere, così, tutto l’iter della legge 33/2009. Con le sentenze del TAR del Lazio che hanno respinto i ricorsi, AGEA potrà ora sia revocare le assegnazioni fatte alle oltre 500 imprese che, incuranti delle intimazioni, non hanno fatto nulla per regolarizzare le loro posizioni debitorie nei confronti dello Stato, sia esaminare le richieste di rateizzazione e compensare la prima rata entro il prossimo 30 giugno (data ultima per il pagamento della domanda unica 2009). Siamo certi che le domande di rateizzazione – da oltre 700 – aumenteranno in modo considerevole in quanto è ragionevole attendersi che nei prossimi giorni la maggior parte dei ricorrenti che si sono visti respingere le istanze di annullamento delle intimazioni di AGEA opteranno per un pagamento rateale del debito maturato nelle campagne pregresse. Vale la pena ricordare che per quelle imprese che non aderiscono alla rateizzazione, oltre a perdere l’assegnazione di quota avuta all’inizio della presente campagna, si applica l’art 8 quinquies della legge 33/09 ovvero “nei casi di mancata tempestiva presentazione della richiesta di rateizzazione e in quelli di decadenza dal beneficio della dilazione, nonché in caso di interruzione del pagamento anche di una sola rata, l'AGEA provvede alla riscossione coattiva ai sensi del testo unico delle disposizioni di legge relative alla riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato di cui al regio decreto 14 aprile 1910, n. 639.” Entriamo ora nel merito delle sentenze del TAR Lazio per meglio comprendere le motivazioni del mancato accoglimento delle richieste dei COBAS. Prima di tutto è opportuno fare due precisazioni: - sui 772 ricorrenti solo un’esigua minoranza si è vista accogliere il ricorso limitatamente alla richiesta di una nuova intimazione da parte di AGEA per errata decorrenza degli interessi per il prelievo esigibile maturato nelle campagne 1995/96 – 1996/97 e 1997/98. Le sentenze, infatti, recitano che “per quelle annate, … , gli interessi vanno fatti decorrere dal momento in cui è stata comunicata al produttore l’entità del prelievo supplementare dovuto e non dal 1° settembre dell’anno di riferimento, seppure richiesto dalla normativa comunitaria”. Pertanto per queste poche imprese AGEA dovrà procedere a ricalcolare la decorrenza degli interessi e rinotificare il corretto debito esigibile, lasciando loro due mesi di tempo per decidere se rateizzare oppure versare tutto il

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dovuto in un’unica soluzione. - Oltre ovviamente ad AGEA – che ha imputato il debito esigibile ai produttori e che è stata chiamata dal TAR del Lazio a rispondere sia dell’applicazione degli interessi sia delle somme maturate da ciascun ricorrente nel corso delle campagne pregresse – solo Coldiretti è intervenuta ad opponendum ai ricorsi collettivi dei cobas chiedendo il rigetto dei ricorsi per infondatezza nel merito. Gli avvocati dei cobas si erano opposti chiedendone l’inammissibilità dell’intervento ma i giudici hanno respinto l’eccezione di inammissibilità in quanto “per intervenire in giudizio è sufficiente essere titolari di un interesse di mero fatto, senza che nella specie possano contare eventuali conflitti di interesse tra gli associati che, peraltro, non sussistono in relazione alla posizione prospettata dalla Coldiretti, finalizzata a garantire il corretto gioco della concorrenza tra gli operatori”. Le motivazioni delle imprese ricorrenti che hanno chiesto l’annullamento, previa sospensiva dell’esecuzione, delle intimazioni spedite da AGEA sono così riassumibili: - Nel registro dei debitori dovrebbero essere indicati solo i debiti accertati – in pratica solo quelli esigibili – in quanto quelli sui quali pendono diversi ricorsi non sono certi; - Illegittimità dell’obbligo imposto a coloro che intendono usufruire della rateizzazione del debito maturato nelle campagne pregresse della rinuncia ad ogni azione giudiziaria eventualmente pendente dinanzi agli organi giurisdizionali amministrativi ed ordinari, così come previsto dall’art. 8 quinquies, comma 3, della legge n. 33/09; - Illegittimità da parte di AGEA nel conteggio degli interessi sia sotto il profilo della decorrenza sia della misura dei tassi

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applicati; Scorrendo le motivazioni di non accoglimento delle richieste addotte dai richiedenti al fine di ottenere l’annullamento delle imputazioni di prelievo, si evince quanto il TAR del Lazio abbia riconosciuto la correttezza da parte di AGEA nell’applicare quanto previsto dalla legge n. 33/09, una legge che è stata molto criticata ma che ora sta finalmente portando in trasparenza tutto il settore, permettendo a coloro i quali fino alla campagna scorsa hanno continuato a produrre non rispettando le regole a ravvedersi e procedere a rateizzare il debito maturato mentre quelli che continuano nell’illegalità si vedranno revocare le quote appena assegnate (che verranno ridistribuite nelle prossime campagne secondo le priorità indicate dalla legge n. 119/2003 ovvero in primis ai titolari di quota B tagliata) ed iscritti a ruolo per il mancato pagamento di quanto dovuto. Ora manca solo un aspetto – quantunque assai importante per quella stragrande maggioranza delle imprese che hanno rispettato la normativa sulle quote latte – che deve essere attuato a compimento della legge n. 33/2009 ovvero l’effettiva applicazione di quanto previsto all’articolo 8 septies, in merito alla disponibilità delle somme accantonate per la costituzione del fondo latte. Ricordiamo che la dotazione iniziale di questo fondo è pari a 45 milioni di euro e questa somma dovrà essere destinata a quelle imprese che hanno acquistato quota dopo l’entrata in vigore della legge n. 119/2003. Siamo comunque certi che, ora che il TAR del Lazio ha fatto chiarezza sulla legittimità delle imputazioni di prelievo e, in generale, di quanto previsto dalla legge n. 33/2009, anche l’assegnazione dei 45 milioni di euro avverrà in tempi brevi.

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Coldiretti: Ribadiamo il no agli ogm e siamo pronti a difendere il nostro territorio “Valorizzare il made in Italy agro-alimentare, le produzioni locali, consente anche di proporre la storia, la cultura, la passione, il lavoro, i colori e i sentimenti dell’agricoltura italiana. Un’agricoltura che si ribella all’appiattimento, all’omologazione, alla standardizzazione, e che fa della bio-diversità (naturale e delle sue produzioni) e dell’unicità del proprio territorio la ricchezza maggiore da mettere a disposizione di tutta la società”. Con queste parole Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia, ha ribadito il no dell’Organizzazione all’introduzione delle colture OGM in agricoltura. Andena ha aggiunto che “è fin troppo evidente che il modello produttivo cui appare orientato l'impiego di organismi geneticamente modificati sia il grande nemico della tipicità e della biodiversità e il grande alleato dell'omologazione. Per questo il NO di Coldiretti agli OGM è una precisa scelta di campo, una precisa posizione economica per il futuro di un'agricoltura che vuole mantenere saldo il rapporto con i consumatori”. Coldiretti Lombardia ricorda che, sulla

base dei risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione”, il 72 per cento dei cittadini italiani ritiene che i prodotti alimentari contenenti OGM siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. Anche per questo Coldiretti si oppone alla diffusione delle coltivazioni Ogm in Italia e sostiene l'obbligo di indicare in etichetta la loro eventuale presenza nei prodotti importati da altri Paesi per dare l'opportunità di riconoscere i prodotti "Ogm free". “In Italia si sta tentando di autorizzare la coltivazione di semi geneticamente modificati che sono stati già proibiti in Francia e Germania dove addirittura, dopo alcuni anni di coltivazione, il mais MON 810 è stato vietato a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull’apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dall’impollinazione incrociata tra coltivazioni transgeniche e non. Uno stop che segue quelli già inferti da Francia, Austria, Ungheria, Lussemburgo e Gre-

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VENERDI’ 5 MARZO A CREMONA CONVEGNO Sul tema Ogm, Coldiretti Cremona – insieme ad importanti realtà culturali, economiche, dell’informazione e con la presenza delle Associazioni dei Consumatori – sta organizzando un importante convegno, che si terrà venerdì 5 marzo presso la Sala Maffei della Camera di Commercio di Cremona. Nella pagina accanto riportiamo il programma della tavola rotonda, alla quale tutti i Soci sono invitati a prendere parte.

cia”. Ha evidenziato il Presidente della Coldiretti, Sergio Marini, dopo la decisione del Consiglio di Stato di richiedere al Ministero delle Politiche Agricole di concludere il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais MON 810 geneticamente modificato. “Questo conferma che il vero approccio ideologico è rappresentato da coloro che forzano la coltivazione anche quando nessuno la vuole o è considerata persino pericolosa – ha sottolineato Marini –. C’è da chiedersi chi ci guadagna da questa grande truffa ai danni degli agricoltori e dei consumatori, alla quale ci opporremo con una serie di iniziative tra le quali il referendum previsto dalla legislazione”. “D’altra parte – ha concluso il Presidente della Coldiretti –, il fatto che la superficie coltivata a mais transgenico in Europa rappresenti meno dell’uno per cento di quella totale, nonostante siano passati dodici anni dal suo arrivo nei campi dell’Ue, conferma che questo tipo di coltura non ha gli effetti miracolosi che gli vengono attribuiti dai favorevoli al transgenico”. (m.b.)


Coldiretti Cremona presenta

Economia agroalimentare sostenibile e di qualità Contro gli OGM per difendere il reddito agricolo “Il nostro no agli ogm in agricoltura nasce, in primo luogo, da evidenti ragioni economiche. Il Made in Italy agro-alimentare ha la sua forza nella tipicità, nell’unicità, nello stretto legame con il territorio. Che sia chiaro: l’agro-alimentare italiano non potrà mai competere sul mercato mondiale sulla base dei bassi costi e dei bassi prezzi! Chi acquista un prodotto italiano, acquista con esso la passione, la storia, la cultura, il lavoro, i colori e i sentimenti dell’agricoltura italiana. Ciò che ci distingue dagli altri – in termini di qualità, gusto, salubrità, tradizione – è ciò che rende il nostro prodotto appetibile. Sul versante opposto, il modello produttivo che punta sugli organismi geneticamente modificati asseconda l’omologazione del prodotto, la standardizzazione e la delocalizzazione delle produzioni, dunque la rinuncia alla tipicità e alla biodiversità”.

VENERDI’ 5 marzo 2010 SALA MAFFEI - CCIAA di Cremona Via Lanaioli, 7 Cremona - (vicino piazza Stradivari) - ore 9,30 Introduzione: Eugenio Torchio Delegato Confederale Coldiretti Cremona Le ragioni di una scelta Relatori: Claudio Malagoli Università di Scienze Gastronomiche, Pollenzo/Bra, CN Coesistenza: problemi, effetti, valutazioni economiche e agronomiche Giovanni Monastra Coordinatore progetto “OGM in Agricoltura” Patologie tossicologiche e il mito OGM in agricoltura

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Interventi di: Gianluca Pinotti Assessore Agricoltura e Ambiente Provincia di Cremona Adoc, Unione Consumatori Federconsumatori, Adiconsum Circolo AmbienteScienze, Acli Conclusioni: Nino Andena Vice Presidente Nazionale Coldiretti La filiera agricola tutta italiana senza OGM


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SUINICOLTURA: BREVE ANALISI SUL 2009 E ASPETTATIVE PER IL 2010 Il bilancio della suinicoltura italiana dell'anno scorso non è stato così disastroso solo in quanto il costo della razione standard è diminuito di circa il 24% di Pietro Scolari Per le imprese con allevamenti di suini l’anno appena trascorso non ha rappresentato quella tanto auspicata svolta in termini di redditività attesa da tutti gli operatori per poter far fronte alla grave crisi delle ultime due-tre annate. Conti alla mano le imprese suinicole, pur nella loro specificità (es. se a ciclo chiuso o aperto), sono riuscite a malapena a coprire i costi di produzione non tanto grazie ad un incremento del prezzo della carne quanto piuttosto per un decremento del costo della razione giornaliera per capo di suino allevato. Dando uno sguardo alla tabella 1, dove abbiamo riportato un confronto tra i prezzi medi dei suini sia da allevamento sia da ingrasso rilevati dalla CCIAA di Cremona nel corso del 2009 e del 2008, si può notare come il prezzo dei grassi sia diminuito di poco oltre il 7,6%. Tale dato è confermato se consideriamo i dati medi dei tre mercati suinicoli nazionali più importanti – ovvero Mantova, Modena e Milano – dove, a fronte di un prezzo medio rilevato pari a 1,220 euro/ kg., la diminuzione risulta essere pari al 7,5%, considerando la medesima categoria di suini grassi da macello. CCIAA CREMONA PREZZI MEDI SUINI VIVI ANNO 2009 categoria px 2009 px 2008 Differenza da allevamento (muniti di marchio da tutela) 15 kg. 3,39 3,00 13,00% 25 kg. 2,43 2,08 16,83% 30 kg. 2,25 1,92 17,19% 40 kg. 1,87 1,69 10,65% 50 kg. 1,73 1,62 6,79% 80 kg. 1,38 1,38 0,00% grassi da macello (muniti di marchio di tutela) 156-166 kg. 1,21 1,31 -7,63% Tab. 1 - Fonte dati: CCIAA di Cremona. Prezzi indicati in €/kg.

PREZZI MEDI MATERIE PRIME PER MANGIME – px €/ton prodotto mais nazionale secco orzo comunitario farina di soia nazionale * crusca

px 2009

px 2008

differenza

136,53

197,21

-30,77%

143,82

216,52

-33,58%

342,35

339,44

0,86%

90,93

137,16

-33,71%

Tab. 2 - Fonte dati: CCIAA di Milano. * CCIAA Bologna IL

A controbilanciare la diminuzione del prezzo della carne di suino pagata agli allevatori – come scritto in precedenza – si è verificata una forte contrazione del prezzo dei principali prodotti utilizzati per l’alimentazione, diminuzione superiore al 30% rispetto al 2008 ad esclusione della farina di soia la cui quotazione è rimasta in media pressoché invariata. Focalizzando l’attenzione sui dati forniti dall’ANAS, dagli Istituti di controllo IPQ ed INEQ nonché da Eurostat sulla suinicoltura italiana nel 2009 emerge come il numero dei suini nati, allevati e macellati in Italia è pari a 12.930.000 capi (segnando così un decremento rispetto al 2008 dello 0,8%) mentre il numero totale dei suini macellati nel nostro Paese è pari a 13.577.398 capi, frutto dell’importazione di suini vivi dall’estero per un totale di 647.398 capi (dato che, se paragonato a quello del 2008, segna un incremento di oltre il 10%). Il numero dei suini certificati per prosciutti di Parma e San Daniele è diminuito del 5,7% rispetto a quello registrato nel 2008 attestandosi a circa 8.600.000 capi. Il valore franco azienda iva esclusa è pari a 2.359,407 milioni di euro, segnando un decremento rispetto al 2008 di quasi il 7%. Per quanto riguarda le importazioni, si stima un sensibile decremento delle carni (compresi lardo, grasso, strutto, frattaglie, fegato) rispetto al 2008 di circa l’1,2% attestandosi su 867.557 tonnellate; anche il valore dell’import delle carni è diminuito, segnando un meno 6% rispetto al 2008. In merito all’export le stime dell’ANAS indicano un trend in calo: la carne suina esportata (in peso equivalente carne fresca) è pari a 258.379 tonnellate, in flessione del 9,9% rispetto al 2008 ed anche il valore delle esportazioni è stimato in diminuzione che si attesterebbe intorno al 4,6% rispetto al 2008. Un dato positivo è rappresentato dall’incremento nel consumo di carne suina in Italia: secondo i dati forniti dall’ANAS il volume complessivo di acquisti di carne nel nostro Paese è CREMONESE

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cresciuto infatti del 1,7% per circa 2.234.000 tonnellate equivalenti carcassa; il consumo pro-capite si attesta su 37,47 kg. equivalente carcassa.

Aspettative per il 2010 Inutile dire che le aspettative delle imprese suinicole sono basate su un ritorno alla redditività – dopo anni di crisi – attraverso una maggior valorizzazione della carne, riconoscendo un più equo prezzo per i cereali utilizzati per l’alimentazione degli animali. Ma come si può concretizzare una maggior remunerazione per la carne di suino? Due sono gli aspetti: etichettatura e Commissione Unica Nazionale. Dei benefici che l’etichettatura porterà non solo al settore suinicolo ma a tutto il comparto agricolo abbiamo già parlato numerose volte e penso che non vi siano più dubbi sull’importanza che rivestirà l’etichettatura una volta approvata la legge in corso di discussione al Parlamento. A proposito il Ministro Zaia ha affermato durante un convegno organizzato da Coldiretti alla Fiera di Verona che entro alcune settimane il decreto sull’etichettatura dovrebbe essere approvato definitivamente. In merito alla Commissione Unica Nazionale (CUN) dei suini da macello ritengo ci sia troppa diffidenza da parte degli allevatori. Penso che, soprattutto negli ultimi anni, il sistema della Camere di Commercio per la rilevazione dei prezzi dei prodotti agricoli abbia dimostrato numerose lacune – non soltanto nel settore suinicolo ma anche in altri settori come, per esempio, la cerealicoltura – e di certo questa situazione non ha agevolato gli allevatori. Pensare di rilevare un prezzo senza avere a disposizione dettagliate informazioni in merito agli andamenti di mercato ritengo sia un grosso handicap per coloro che sono deputati nelle borse merci alla rilevazione dei prezzi. Per quanto riguarda la CUN le informazioni necessarie da fornire ai commissari che sono chiamati a stabilire un prezzo dei suini grassi vengono raccolte da ANAS attraverso la collaborazione con i principali macelli, le maggiori O.P. di commercializzazione dei suini grassi, l’ASL e numerosi allevatori che hanno dato la disponibilità di trasmettere settimanalmente i dati richiesti. I principali detrattori della CUN sostengono che questa rappresenta un mercato in più rispetto a quelli che già sono riconosciuti dalle varie CCIAA provinciali. Inoltre sostengono – aspetto comunque condivisibile – che la CUN, registrando dei non quotati, non può sostituirsi a tutte le altre borse merci nell’indicazione di un prezzo dei suini grassi avente rilevanza nazionale. Ma il problema non è la CUN bensì il regolamento che ne disciplina gli aspetti procedurali e, proprio per evitare che vi sia la possibilità di non quotare i suini da macello, si sono svolti diversi incontri presso la sede del Ministero delle Politiche Agricole tra i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali agricole ed Assica per trovare un’intesa sulla necessaria modifica al regolamento in tema di determinazione del prezzo. Verbalmente sembra che sia stata raggiunta un’intesa per applicare un meccanismo che porti i commissari all’interno della CUN a definire sempre e comunque un prezzo dei suini grassi evitando così il problema dei “non quotati”. Il Ministero ha già elaborato le modifiche da apportare in una bozza che entro breve verrà approvata definitivamente. Con l’indispensabile modifica al regolamento siamo certi che la CUN potrà operare ponendo, finalmente, sullo stesso piano e “ad armi pari” allevatori e macellatori, andando a determinare un prezzo che sarà quello di mercato. Inviterei i detrattori della CUN a partecipare e vivere almeno qualche volta quello che definiscono “il nuovo mercato”: sono certo che cambierebbero opinione. A breve partirà anche la Cun per i suinetti: verranno nominati 5 commissari allevatori in rappresentanza di coloro che vendono suini da allevamento e altrettanti 5 commissari allevatori in rappresentanza degli ingrassatori. La sede sarà ovviamente la stessa della CUN dei suini grassi che attualmente si riunisce a Reggio Emilia ma che a breve potrebbe trasferirsi a Mantova.

CONTROLLI AL MACELLO PER LA RICERCA DELLE TRICHINE NEI SUINI: I COSTI SONO A CARICO DEL MACELLATORE, NON DEL SUINICOLTORE La ricerca delle trichine nelle carni suine è oggi disciplinata dal Regolamento (CE) 2075/2005 e dall’Intesa Stato-Regioni del 10 maggio 2007. Com’è noto, tale regolamento interessa le aziende suinicole per la parte inerente il loro riconoscimento come aziende esenti da trichine ed i macelli per quanto riguarda le procedure di controllo in proposito. L’Anas torna ad evidenziare che i costi per l’allestimento, il funzionamento e l’accreditamento dei laboratori di analisi che eseguono la ricerca di Trichinella presso i macelli sono a carico degli stessi stabilimenti di macellazione. Nel caso in cui gli stabilimenti di macellazione dovessero rivolgersi a un laboratorio ufficiale esterno, sosterranno i costi per le analisi tariffati dal laboratorio. Poiché sono giunte segnalazioni di macelli che addebitano ai suinicoltori le spese delle analisi per la ricerca delle trichine, si invitano gli allevatori a non accettare eventuali richieste di pagamento in quanto l’onere dei controlli e i relativi costi sono a carico del macellatore.

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INFORMAZIONE

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www.cremona.coldiretti.it E’ nato il sito di Coldiretti Cremona di Marta Biondi que contenuto nel sito che promette di diventare un ‘canale’ attento, approfondito, tempestivo nell’informazione. Il tutto con la regia della Direzione, dell’Ufficio Stampa e dell’Ufficio Sistemi Informatici e la collaborazione di tutti gli Uffici di Coldiretti e Impresa Verde. All’interno del sito, il lettore potrà sfogliare le pagine dei giornali di Coldiretti Cremona (il periodico Il Coltivatore Cremonese e il diario settimanale W l’Agricoltura, Coldiretti Cremona Informa), potrà rivedere i principali servizi tv (proposti ogni settimana nell’ambito della trasmissione W l’Agricoltura in onda su Telecolor e PrimaRete), troverà la rassegna stampa locale che documenta i tanti interventi di Coldiretti nel nostro territorio, potrà collegarsi a Il Punto Coldiretti (il primo

www.cremona.coldiretti.it. E’ questo l’indirizzo del sito della Federazione Coldiretti Cremona, ufficialmente online dall’inizio del mese di febbraio. Un nuovo – importante – strumento di informazione e comunicazione, rivolto agli imprenditori agricoli e a tutti i ‘naviganti’ attenti ai temi della difesa e valorizzazione dell’agricoltura e alimentazione made in Italy, alla promozione del territorio, alla tutela dell’ambiente. I comunicati stampa diffusi dalla Federazione, gli interventi di tutte le aree di Coldiretti, i servizi quotidianamente assicurati dai vari uffici di Impresa Verde (quelli rivolti alle imprese agricole e quelli dedicati ai cittadini), le azioni sindacali e gli appuntamenti sul territorio: l’intero lavoro di Coldiretti Cremona, nei vari rami e nelle tante declinazioni, è dun-

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INFORMAZIONE

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giornale online rivolto agli imprenditori agricoli, creato dalla Coldiretti a livello nazionale). Il sito nasce su forte impulso della Federazione Regionale Coldiretti Lombardia, che ha chiesto a tutte le Federazioni Provinciali questo ulteriore passo, nell’azione che punta a far conoscere, e condividere, il Progetto di Coldiretti per il Paese, che sta portando alla costruzione di una Filiera agricola tutta italiana. Un progetto varato dalla prima Organizzazione agricola italiana ed europea con l’obiettivo di realizzare un grande sistema agroalimentare, che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità ad un giusto prezzo: una filiera italiana, in grado di trasferire i valori distintivi della

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nostra agricoltura fino al consumatore. La guida degli agriturismo e degli spacci di vendita diretta del territorio cremonese, il calendario dei Mercati di Campagna Amica, i collegamenti ai siti Campagna Amica e Terranostra nazionali, i percorsi didattici condotti nelle scuole della nostra provincia, l’assistenza gratuita offerta dal Patronato Epaca ai cittadini: anche questo – e molto altro – è raccolto nel sito, che si sta arricchendo e completando di giorno in giorno (alcune pagine sono ancora “in costruzione”). E, dacché è complicato descrivere a parole ciò che invece “va visitato”, non resta che rivolgere a tutti i lettori del Coltivatore l’invito a scoprire il sito, digitando l’indirizzo www.cremona.coldiretti.it. COLDIRETTI CREMONA - IMPRESA VERDE CREMONA

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Incontro autostrada Cremona - Mantova

Giovedì 14 gennaio u.s. si è svolto l’incontro di aggiornamento riguardante l’autostrada Regionale Cremona - Mantova che interessa numerose nostre imprese e che vede come proponente la società Stradivaria S.P.A. L’iniziativa è scaturita in conseguenza di una serie di azioni che sono state attivate sia dalla Regione che da altri interessati all’infrastruttura senza considerare le nostre osservazioni fatte in diverse sedi. Contrariamente al metodo seguito nel caso della Bre-Be-Mi (qui la Coldiretti regionale, congiuntamente alle altre organizzazioni professionali, dopo una lunga fase di trattative, ha firmato un protocollo di intesa inerente le modalità e i criteri di esproprio connessi al collegamento autostradale di connessione tra le città di Milano e Brescia), per la Cremona-Mantova sono stati attivati, da parte di Centropadane, colloqui personali, sono state cercate scorciatoie…il cui fine risulta fin troppo evidente sul versante contrattualistico!!! Questo è semplicemente assurdo… Nella nostra riunione si sono approfondite le diverse problematiche legate a questa infrastruttura la cui inutilità, come da sempre sostenuto da noi, per lo sviluppo della provincia cremonese risulta chiaramente dai contenuti dalla delibera n. VIII/010723 del 2 dicembre u.s. della giunta Regionale. Ecco in sintesi i punti evidenziati sui quali è doveroso riflettere per fugare le tante illusioni create e ventilate da Centropadane: - la regione Lombardia conferma i tempi di costruzione. Prima fase 2012 (2015), seconda 2026 (2029/30) e conclusione 2032 (2035). Per adesso, l’unica cosa certa è che l’autostrada si fermerà a Tornata; - nel documenti regionale è sparita la strategicità dell’opera; - è sospesa ogni decisione sul tratto mantovano in conseguenza dell’azione legale svolta dagli agricoltori. Il progetto è confermato ma non si conosce tutto il tracciato;

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- un fatto è certo: il territorio cremonese sarà bloccato e vincolato per circa 30 anni senza la certezza della realizzazione dell’opera con danni ingenti e non rimborsati per le nostre aziende - il piano finanziario proposto nel 2000 non è stato modificato. E i costi sono aumentati e diminuite le risorse pubbliche. Conseguentemente non sono previsti indennizzi aggiuntivi agli agricoltori sia per i danni fondiari che di impresa. Nessuno, da tempo, ha più parlato di risorse finanziarie. Si distruggono aziende senza prevedere appositi indennizzi che la legge contempla!; - nel documento della Regione sono dedicate solamente cinque righe all’agricoltura, così intitolate “Interferenze con il sistema rurale”. Si parla semplicemente di interventi di ricomposizione fondiaria…e nient’altro. Con altre infrastrutture si sono firmate convenzioni con le organizzazioni professionali agricole. Qui nemmeno la traccia. Si preferisce il contatto individuale (sconsigliabile) per ragioni di potere contrattuale; - si parla di grandi innovazioni con una centrale a biomasse nel comune di Piadena, centrale che necessiterà di circa 3-400 ettari di terra che rappresenta solamente un business per Centropadane mentre sottrarrà altra terra fertile e contribuirò ad aumentare in canone di affitto come già registrato in altre zone; - nel documento della Regione si evidenzia che il territorio interessato all’autostrada è caratterizzato da emissioni inquinanti elevate, in particolar modo PM10 e NOZ .Continua la delibera: “…nel confronto ante/post operam si registrerà un peggioramento dei livelli di inquinamento negli ambiti territoriali direttamente attraversati dalle opere in oggetto…” e le nostre produzioni di qualità. Che distanze dovremo rispettare per questa infrastruttura da noi considerata inutile e gravemente impattante l’ecosistema agricolo!!! Le nostre osservazioni, come tutti i ricorrenti, non hanno trovato nessuna risposta e conseguentemente rimangono aperte tutte le problematiche a difesa delle nostre imprese che abbiamo segnalato per iscritto. Questi sono i fatti. A parole si promette tutto quando poi si tratta di scrivere gli impegni tutto tace. Anche questo è un importante elemento di riflessione. Per queste ragioni stiamo valutando alcune azioni legali per cercare di chiudere definitivamente la questione di una autostrada che porterà solo effetti negativi alle nostre realtà. Gli agricoltori presenti quella sera hanno sostenuto l’iniziativa coscienti del fatto che la distruzione inutile e speculativa del nostro territorio e del nostro ambiente vada fermata anche nell’interesse primario delle nostre comunità. Questa è anche la nostra “mission” come Organizzazione sindacale. CREMONESE

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2 0 1 0 la CondizionalitĂ

A cura di Paola Fraschini e Andrea Ragazzini


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CONDIZIONALITÀ 2010

NUMERO 1

Paola Fraschini Politiche Comunitarie

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

LA CONDIZIONALITA’ 2010

Andrea Ragazzini Ufficio Ambiente

In base alla condizionalità ecologica, introdotta dalla riforma della Politica Agricola Comunitaria, ogni agricoltore beneficiario di pagamenti diretti è tenuto a rispettare una serie di normative in materia di ambiente, sanità pubblica, salute delle piante ed animali e benessere degli animali (Criteri di Gestione Obbligatori) e a mantenere la terra in buone condizioni agronomiche ed ambientali. L’inosservanza a tali regole comporta l’applicazione di sanzioni che, in base a gravità, portata, durata e frequenza dell’evento, possono determinare la decurtazione dei pagamenti fino al 100% nel caso di infrazioni dolose. La novità più importante di quest’anno è la norma relativa alla gestione delle acque che prevede che tutte le aziende che impiegano acqua irrigua siano in regola con le autorizzazioni. Nel 2010 è molto probabile che Cremona sia provincia campione per la domanda unica e che quindi venga controllato un elevato numero di aziende. Per evitare che si verifichino spiacevoli sorprese e per informare sugli aggiornamenti relativi al 2010, vediamo di seguito nel dettaglio quali adempimenti deve mettere in atto l’azienda al fine di rispettare le norme.

NORME

ATTO A1 “Conservazione degli uccelli selvatici” (79/409/CEE)

CHI

Az. Agr. i cui terreni ricadono anche parzialmente nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS)

COSA DEVE FARE L’AZIENDA 1. Rispetto delle misure di conservazione generali vigenti in tutte le ZPS (elenco divieti dgr 10949/09) 2. Rispetto delle misure di conservazione specifiche per tipologie di ZPS (elenco divieti dgr 10949/09) a) ZPS in ambienti aperti alpini b) ZPS in ambienti forestali alpini c) ZPS in zone umide d) ZPS in ambienti fluviali e) ZPS in ambienti agricoli f) ZPS in risaie

1. Avere stoccaggio chiuso o protetto (locale/contenitore) su pavimento impermeabilizzato a perfetta tenuta per i combustibili, oli, lubrificanti ATTO A2 usati, filtri e batterie esauste “Protezione dalle Az. Agr. che gestiscono 2. Il contenitore, se fuori terra, deve avere bacino di contenimento, tettoia, acque sotterranee o utilizzano sostanze idonea messa a terra dall’inquinamento provocato pericolose 3. Avere autorizzazione allo scarico diretto di acque superficiali e in da certe sostanze pericolose” fognatura se si esercitano i limiti di complementarietà (art 101 comma 7 dgls (80/68/CEE) 152/06)e rispettare limiti qualora non assimilabili a quelle domestiche (non si applica alle acque reflue domestiche e a quelle ad esse assimilate IL

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19 NUMERO 1

ATTO A3 “ Utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura” (86/278/CEE)

CONDIZIONALITÀ 2010

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

1. Usare fanghi provenienti da Centro di trattamento e stabilizzazione autorizzato e con caratteristiche idonee 2. Rispetto divieti spandimento spaziale temporale (dgr 15944/03 e dgr 5868/07) 3. Se non sono né produttrici né utilizzatrici: a) copia notifica spandimento b) copia registro utilizzazione della parte che interessa l’azienda Az. Agr. che trattano, c) convenzione con azienda produttrice e/o utilizzatrice producono e 4. Se sono anche produttrici e/o utilizzatrici utilizzano i fanghi di a) autorizzazione allo spandimento depurazione b) notifica di spandimento in aziende proprie o c) registro di utilizzazione di terzi e) scheda di accompagnamento f) formulario di identificazione della provenienza dei fanghi g) essere iscritte all’albo delle imprese che effettuano gestione rifiuti (se az. utilizzatrice) h) registro carico/scarico (se azienda produttrice) 5. Divieto su terreni in cui sono utilizzati effluenti di allevamento 6. Redazione di un Piano di utilizzazione agronomica

ATTO A4 “Protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole” (91/676/CEE)

Az. Agr., zootecnica e non, le cui superfici agricole ricadono anche parzialmente in Zona Vulnerabile (Produttori e/o utilizzatori di azoto al campo da effluente di allevamento > 1000kgN/anno; Az. non zootecniche utilizzatrici di fonti diverse da effluente di allevamento > 3000kgN/anno)

1. Rispetto divieti spandimento spaziale temporale (dgr 5868/07) 2. Aver redatto la domanda a SIARL entro il 30 09 09 e successiva consegna al Comune ove insiste il centro aziendale 3. Conservare presso azienda comunicazione 4. Aver attivato domanda di aggiornamento PUA/PUAs anno 2010 5. Eventuale copia convenzioni terreni in uso

ATTO A5 “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche” (92/43/CEE)

Az. Agr. le cui superfici ricadono anche parzialmente in Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

1.Rispetto degli impegni stabiliti a livello regionale dal piano di gestione dei SIC in vigore 2. Verificare con Ente gestore l’eventuale attivazione della Valutazione di Incidenza

IL

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CONDIZIONALITÀ 2010

NUMERO 1

NORME

ATTO A6, A7, A8 “Identificazione e registrazione animali”

ATTO B9 “Immissione in commercio di prodotti fitosanitari” (91/414/CEE)

ATTO B10 “Divieto utilizzo sostanze ad azione ormonica, tireostatica e sostanze beta agoniste nelle produzioni animali” (96/22/CE)

CHI

Az. Agr. con allevamenti bovini, bufalini, suini, ovicaprini

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

COSA DEVE FARE L’AZIENDA 1. Registrazione az. in BDN e aggiornamento (notifica entro 7 gg da evento - nascita/morte/entrata/uscita- bovini, entro 31 marzo ovicaprini) 2. Identificazione capi (marche auricolari - entro 7 gg da arrivo bovini o ovicaprini se importati da paesi extracomunitari, 20gg dalla nascita bovini o 60 gg dalla nascita per ovicaprini-,passaporti, modello IV) 3. Registro di stalla aggiornato entro 3 giorni dall’evento(nascita/morte/ entrata/uscita), conservazione almeno 3 anni

1. Registro dei trattamenti 2. Aggiornare entro 30gg registro dalla data del trattamento Az. Agr. che utilizzano 3. Conservazione registro per 1 anno solare prodotti fitosanitari 4. Patentino o domanda rinnovo in corso di validità in corso per prodotti, anche quando si Molto tossici, Tossici o Nocivi avvalgono di contoterzisti 5. Rispetto delle modalità di impiego dei prodotti per l’esecuzione dei 6. Tenere i presidi sanitari in un luogo protetto e sicuro,asciutto e aerato trattamenti 4. Conservare bolle, fatture copia dei moduli di acquisto, schede di sicurezza dei prodotti molto tossici, tossici e nocivi

Az. Agr. con allevamenti

1. Divieto di somministrazione, detenzione in azienda, commercializzazione e trasformazione di sostanze ad azione ormonica, tireostatica e beta agonista 2. Divieto di commercializzazione di animali trattati con sostanze ad azione ormonica, tireostatica e beta agonista

ATTO B11 “Sicurezza alimentare e tracciabilità” (178/2002/reg CE)

Az. Agr. coinvolte nella filiera del settore alimentare che producono alimenti e/o mangimi

1. Registrazioni aziendali che identifichino i fornitori e/o i destinatari e le quantitĂ  dei prodotti in entrata/uscita 2. Registro vendita/consegne del latte 3. Manuale di autocontrollo produzione primaria e secondaria 4. Stoccaggio e gestione rifiuti sostanze pericolose 5. Rispetto ATTO B9 (utilizzo prodotti fitosanitari) 6. Registro di stalla 7. Registro trattamenti veterinari aggiornato 8. Avere luogo di isolamento per animali malati o sospetti 9. Igiene locali di mungitura e stoccaggio uova 10. Registrazione e/o riconoscimento az. produttrice mangimi/foraggi/ mangimi

ATTO B 12,B 13, B 14, B 15 “Malattie specifiche animali”

Az. Agr. con allevamenti

1. Isolamento e notifica di animali sospetti o palesi di tale malattia (febbre catarrale, malattia vescicolare, BSE, afta epizootica)

ATTO C16, C17 C18 “Benessere Animale”

Az. Agr. con allevamenti

1. Rispetto delle norme minime previste di stabulazione 2. Mantenimento dello stato di salute per il corretto svolgimento delle funzionalitĂ  vitali degli animali

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CONDIZIONALITÀ 2010

NUMERO 1

NORME

NORMA 1.Misure per la protezione del suolo standard 1.1. “Gestione minima delle terre che rispetti le condizioni locali specifiche”

CHI

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

COSA DEVE FARE L’AZIENDA

Impegno A 1. Realizzare solchi acquai temporanei negli appezzamenti o nelle parti di essi a rischio di erosione, distanza tra loro massimo 80 m Sono esenti da quest’impegno le superfici stabilmente inerbite i con colture che permangono per l’intera annata agraria. Impegno B 1. Non effettuare livellamenti non autorizzati Impegno C Az. Agr. aventi superfici a 1. Manutenzione della rete idraulica e della baulatura seminativo in produzione Deroghe Impegno A (Impegno A) e Az. Agr. 1. Rischio della stabilità del mezzo: realizzare fasce inerbite trasversali rispetto alla con qualsiasi superficie massima pendenza (larghezza > 5 m e distanza tra loro < 60m) o altri interventi agricola beneficiaria conservativi (Impegni B e C). 2. Assenza rete canali naturali o artificiali dove convogliare l’acqua, in tali casi proteggere l’erosione del suolo (fasce inerbite o altro) Deroghe Impegno B 1. Livellamenti consentiti per la messa a coltura e la sistemazione dei terreni a risaia Deroghe Impegno C 1. fatte salve disposizioni dir. 79/409/cee 2. in presenza di drenaggio sotterraneo 3. in caso di trasformazione fondiaria: ridisegno della rete scolante e mantenimento della nuova rete

NORMA 1. Misure per la protezione del suolo Standard 1.2. “copertura minima del suolo”

Az. Agr. aventi superfici a seminativo non piĂš utilizzate a fini produttivi (Impegno A) e Az. Agr. con qualsiasi superficie agricola beneficiaria (Impegni B).

NORMA 1. Misure per la protezione del suolo Standard 1.3. “Mantenimento dei terrazzamenti”

Az. Agr. con qualsiasi superficie agricola beneficiaria

NORMA 2. Misure per il mantenimento dei livelli di sostanza organica del suolo standard 2.1. “Gestione delle stoppie”

Az. Agr. aventi superfici a seminativo non piĂš utilizzate a fini produttivi

Impegno A 1. Presenza di una copertura vegetale (naturale o seminata) per tutto l’anno che manifestano fenomeni erosivi (rigagnoli) Impegno B 1. terreni che manifestano fenomeni erosivi (rigagnoli) fenomeni di soliflusso Assicurare copertura vegetale o tecniche di protezione suolo (discissura, ripuntatura, ecc) per almeno 90gg (tra il 15/09 e il 15/05) e divieto di lavorazioni di affinamento per 90 gg consecutivi dal 15/11. Deroghe Impegno A 1. pratica del sovescio 2. terreni con ripristino habitat e biotipi 3. nel caso di colture a perdere per la fauna 4. lavorazioni per miglioramento fondiario 5. lavorazioni del terreno per ottenere produzione agricola nella successiva annata agraria da effettuarsi non prima del 15/07 dell’annata precedente a quella di entrata in produzione 6. dal 15/03 dell’annata precedente a quella di semina di una coltura autunno vernina per la pratica del maggese laddove essa rappresenti tecnica di aridocoltura giustificabile (al massimo due lavorazioni tra il 15/03 e il 15/07 di detta annata agraria) Deroghe Impegno B 1. lavorazioni per esecuzione dell’intervento solo per superfici oggetto di domanda di estirpazione e/o re-impianto di vigneti (reg 1234/07) 1. Non eliminare terrazzamenti esistenti delimitati a valle da un muretto a secco oppure da una scarpata inerbita Deroghe 1. rimodellamento dei terrazzamenti per renderli economicamente validi e meccanizzabili mantenendo la funzionalità 1. Divieto della bruciatura delle stoppie 2. Divieto della bruciatura delle paglie Deroghe 1. Per le superfici a riso 2. Motivi di carattere igienico sanitario

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CONDIZIONALITÀ 2010

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

NORMA 2 Misure per il mantenimento dei livelli di sostanza organica del suolo Standard 2.2. “ Avvicendamento colturale”

Az. Agr. con superfici a seminativo

1. Monosuccessione per un periodo massimo di 5 anni a decorrere dal 1 gennaio 2008 La successione di frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro è considerata monosuccessione dello stesso cereale Deroghe 1.Riso 2.Dimostrazione del mantenimento della sostanza organica mediante analisi del terreno da eseguirsi in uno degli anni della monosuccessione (5°) e dopo il raccolto del cereale coltivato nel periodo di deroga 3.Prescrizioni inerenti l’avvicendamento nelle zone montane

NORMA 3 Misure per la protezione della struttura del suolo standard 3.1. “Uso adeguato delle macchine”

Az. Agr. con qualsiasi superficie

1.Uso adeguato tramite lavorazioni del terreno in condizioni di umiditĂ  (stato di tempera) e modalitĂ  per evitare il deterioramento della struttura del suolo

NORMA 4 Misure per il mantenimento dei terreni e degli habitat standard 4.1.”Protezione del pascolo permanente”

Az. Agr. con superfici a pascolo permanente

1. Divieto di riduzione della superficie a pascolo 2. Divieto di conversione della superficie a pascolo ad altri usi 3.Divieto di lavorazioni del terreno eccetto quelle connesse al rinnovo e/o infittimento del cotico erboso e alla gestione dello sgrondo delle acque

Az. Agr. con qualsiasi superficie agricola beneficiaria (esclusi oliveti, vigneti, pascolo permanente)

1. Eseguire almeno un intervento agronomico all’anno( sfalcio o equivalenti es trinciatura) 3. Divieto di sfalcio Aree natura 2000: tra il 15 marzo e il 15 agosto 4. Divieto per le atre aree: 120 gg consecutivi tra il 15 marzo e il 15 agosto Deroghe 1. superfici ordinatamente coltivate e gestite 2.sfalcio/trinciatura in deroga alle epoche stabilite per evitare fioritura delle piante infestanti e conseguente disseminazione. Non effettuare rottura del cotico erboso. Non si applica a aree di natura 2000

NORMA 4 Misure per il mantenimento dei terreni e degli habitat standard 4.2. Evitare la propagazione di vegetazione indesiderata sui terreni agricoli”

NORMA 4 Misure per il mantenimento dei terreni e degli habitat standard 4.3. “Mantenimento degli oliveti e dei vigneti in buone condizioni vegetative”

NORMA 4 Misure per il mantenimento dei terreni e degli habitat standard 4.4. “Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio”

Oliveti (Impegno A) e vigneti (Impegno B)

Az. Agr. con qualsiasi superficie agricola beneficiaria

Impegno A 1.Potatura ulivi almeno ogni 5 anni 2. Eliminazione dei rovi /vegetazione infestante almeno una volta ogni 3 anni sia per oliveti che per vigneti 3. Spollonatura degli ulivi almeno una volta ogni 3 anni Impegno B 1. Potatura invernale dei vigneti entro il 30 maggio di ogni anno 2. Eliminazione dei rovi /vegetazione infestante almeno una volta ogni 3 anni sia per oliveti che per vigneti Deroghe 1. Motivi fitosanitari 2. Disposizioni specifiche Parchi nazionali e regionali 1.Rispetto dei provvedimenti in vigore di tutela degli elementi caratteristici del paesaggio 2.Nelle more di adozione delle misure di conservazione della direttiva 92/43/CEE comunicazione all’ente gestore, che nei casi di legge emette autorizzazione, di Eliminazione siepi e filari, boschetti, fasce boscate; ambienti umidi ( stagni, maceri, fontanili, risorgive) e di elementi naturali (terrazzamenti), modifica aree di conduzione agroforestale naturali (terrazzamenti), modifica aree di conduzione agroforestale e/o sistemazioni, utilizzo di fanghi

Deroghe 1.motivi fitosanitari 2. Formazioni arbustive e arboree senza caratteri di permanenza e tipicitĂ  3. Interventi di ordinaria manutenzione delle formazioni arboreo/arbustive, comprendenti taglio a raso di ceppaie e il taglio dei ricacci e delle capitozze 4. Eliminazione di soggetti arborei e arbustivi appartenenti a specie invadenti, pollonanti o non autoctone o eliminazione di soggetti arbustivi lianosi (es rovi)

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CONDIZIONALITÀ 2010

NUMERO 1

NORMA 4 Misure per il mantenimento dei terreni e degli habitat standard 4.5.”Divieto di estirpazione degli ulivi”

Az. Agr. con qualsiasi superficie agricola beneficiaria

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

1. Divieto di estirpazione delle piante di olivo Deroghe 1. In caso di reimpianto autorizzato o di estirpazione autorizzata

NORMA 4 Misure per il mantenimento dei terreni e degli habitat standard 4.6. “Densità di bestiame minimi e/o regimi adeguati”

Az. Agr. Pascolo Permanente

1. Rispetto della densitĂ  di bestiame da pascolo per ettaro di superficie pascolata, carico massimo non superiore a 4 UBA/ha/anno, carico minimo non inferiore a 0,2 UBA/ha/anno:certificati di monticazione (modello 7) 2.Se ho superfici a prato permanente o a prato pascolo in alternativo al pascolamento devo garantire uno sfalcio/anno Deroghe nel caso di interventi agronomici e/o impegni diversi da quelli del presente standard, ove previsti dal regolamento 1122/09

NORME

CHI

COSA DEVE FARE L’AZIENDA

Az. Agr. con qualsiasi superficie agricola beneficiaria

Le az. Agr. che utilizzano acque ad uso irriguo: Acque superficiali o sotterranee 1.Possedere titolo concessione pubblica, bollettini pagamento in qualità di utente se consorziate in consorzi irrigui e/o miglioramento fondiario o bonifica 2. Aver presentato all’ente competente domanda di concessione di derivazione o di licenza di attingimento o possedere concessione di derivazione e osservare le relative prescrizioni ENTE CHE RILASCIA LA CONCESSIONE: A) Regione Lombardia per portate > 1000 litri/s o superf. irrigata > 500 ha B) Provincia per portate < 1000 litri/s o superf. irrigata < 500 ha ADEMPIMENTI ISTRUTTORIE ACQUE SUPERFICIALI : A) portate < 200 l/s domanda alla Provincia B) portate tra 200 l/s e 1000 l/s domanda alla Provincia + Verifica di VIA Regione. C) portate > 1000 l/s domanda alla Provincia + VIA Regione ADEMPIMENTI ISTRUTTORIE ACQUE SOTTERRANEE : A) portate < 50 l/s domanda alla Provincia B) portate tra 50 l/s e 100 l/s domanda alla Provincia + Verifica di VIA Regione. C) portate > 100 l/s domanda alla Provincia + VIA Regione

NORMA 5 Misure per la protezione e la gestione delle acque standard 5.1. “Rispetto delle procedure di autorizzazione quando l’utilizzo delle acque a fini di irrigazione è soggetto ad autorizzazione” NOVITA’ DAL 2010

NORMA 5 Misure per la protezione e la gestione delle acque standard 5.2. “Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua”

DAL 1 GENNAIO 2012

IL

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SERVIZI CON L’ACCENTO PENSIO PENS IONI NI LLAV AVOR ORAT ATOR ORII AU AUTO TONO NOMI MI PENSIONI LAVORATORI DIPENDENTI PRIVATI E PUBBLICI PENSIONI VARIE IN CONVENZIONE INTERN.LE PENSIONI INABILITA’ – ASSEGNI INVALIDITA’ PENSIONI REVERSIBILITA’ ASSEGNI SOCIALI SUPPLEMENTI – RICOSTITUZIONI VALUTAZIONE ESTRATTI CONTRIBUTIVI GESTIONE POSIZIONI ASSICURATIVE LAVORATORI AUTONOMI E DIPENDENTI, PRIVATI E PUBBLICI GESTIONE POSIZIONI PREVIDENZIALI ISCRITTI ALLA GESTIONE SEPARATA (COLLABORATORI A PRO OGETTO) GESTIONE POSIZIONI PREVIDENZIALI ISCRITTI ALLE CASSE PROFESSIONALI RISCATTI RICONGIUNZIONI PENS PE NSIO IONI NI IINV NVAL ALID IDII CI CIVI VILI LI INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO RICONOSCIMENTO HANDICAP INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI CONSULENZA MEDICO - LEGALE ASSISTENZA IN SEDE GIUDIZIARIA ASSISTENZA SOCIO- SANITARIA ASSEGNI FAMILIARI INDENNITA’ DI MATERNITA’ CONGEDI PARENTALI E PER MOTIVI FAMILIARI DISOCCUPAZIONI ORDINARIE, AGRICOLE, REQUISITI RIDOTTI CONSULENZA MODELLI RED CONSULENZA MODELLI I.S.E. IMMIGRAZIONE L E N O S T R E S E D I I N C R E M O N A E P ROV I N C I A CREMONA Via D. Ruffini, 28 0372/732930 EPACATel. - Direzione

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CREMA CASALMAGGIORE SORESINA CREMONA Via del Macello, 34 Via Cairoli, 3 Via Matteotti, 12 Recapito presso l’Ufficio Provinciale Coldiretti Tel. 0372/732900 Tel. 0372/732960 Via Ala Ponzone, 8 - Tel. 0372/499811 0374/342329 Generale Via XXIV Maggio, 43 - 00187 Tel. Roma www.epaca.it

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25 NUMERO 1

GIOVANI IMPRESA – DONNE IMPRESA

AL VIA OSCAR GREEN IL PREMIO ALL’INNOVAZIONE VERDE Sono al via le iscrizioni per partecipare al concorso “Oscar Green” promosso da Coldiretti Giovani Impresa, che premia le più innovative imprese agricole italiane. Il termine ultimo per la partecipazione all’edizione 2010 sul tema “Firma l’innovazione” è fissato al prossimo 5 aprile e tutte le informazioni sono disponibili all’indirizzo www.oscargreen. it. Le sei categorie di premi riflettono la multifunzionalità dell’impresa agricola, la sua capacità di collegamento con un contesto ben più esteso di quello prettamente aziendale, la necessità di puntare sulla qualità e su un rapporto di fedeltà con il mondo dei consumatori. Queste le sei categorie: “Stile e cultura

I fratelli Sebastiano e Giannenrico Spoldi (Cascina Brugnole di Trigolo), vincitori della seconda edizione del Premio Oscar Green

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

Giacomo Maghenzani Segretario Giovani Impresa e Donne Impresa

di impresa”, “Sostieni il clima”, “Sviluppo locale”, “Esportare il territorio”, “Campagna Amica”, “Oltre la filiera”. Il Premio Oscar Green riconosce l’originalità di un progetto e chi decide di scommetterci. Le sensibilità riscoperte da parte dei consumatori, la vivacità, la creatività da parte dei produttori, le innovative modalità di collegamento tra chi crea e chi consuma, fanno parte di un’agricoltura rigenerata che Coldiretti rappresenta e premia. Possono iscriversi alla quarta edizione tutti i soggetti della filiera agricola, tutta italiana, firmata dagli agricoltori, che non abbiano vinto nelle ultime due edizioni. Per tutte le informazioni, è possibile rivolgersi alla Segreteria di Giovani Impresa, tel. 0372.499814

Il Campagnino premiato tra le imprese lombarde di successo “Sono felicissima. Dedico questo premio ai miei familiari: senza il loro supporto non avrei raggiunto i risultati che oggi mi vengono riconosciuti. Dedico il premio anche a Coldiretti Cremona, che ringrazio per l’aiuto sempre puntuale e prezioso”. Con queste parole l’imprenditrice Emanuela Dilda ha espresso tutta la soddisfazione provata nel trovare il suo “Campagnino” tra le aziende vincitrici del concorso indetto dal Comitato Punto Nuova Impresa. L’iniziativa (che unisce Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, Assolombarda, Unione del Commercio, del Turismo, dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano) è nata con l’intento di valorizzare l’esempio di imprese che si sono distinte per innovazione, presenza femminile, competitività sul mercato, salvaguardia e valo-

Cerimonia di premiazione dei vincitori cremonesi del concorso Punto Nuova Impresa, martedĂŹ 2 febbraio presso la Camera di Commercio di Cremona: Emanuela Dilda, titolare del Campagnino, riceve il premio dal Prefetto Tancredi Bruno di Clarafond e dal Presidente della Camera di Commercio Auricchio. IL

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rizzazione del territorio. Punto di forza del Campagnino è la multifunzionalità: “Continuando con la monocoltura la nostra azienda non avrebbe avuto futuro. Pensando a un’integrazione del reddito, abbiamo percorso nuove strade – spiega Emanuela Dilda –. Abbiamo scelto di trasformare direttamente i nostri cereali. Grazie all’acquisto del mulino a pietra oggi trasformiamo farro, grano monococco, grano saraceno, mais per polenta, frumento tenero ed otteniamo una serie di farine. Da queste facciamo pasta, pane, torte, biscotti, proposti in agriturismo e nel nostro spaccio”. E’ così iniziata anche l’avventura dell’agriturismo, presto affiancato dalla fattoria didattica, con il centro estivo e i laboratori rivolti ai ragazzi disabili. Quindi la piena, convinta adesione all’esperienza – vincente – del Mercato di Campagna Amica.


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FISCALE

NUMERO 1

GENNAIO/FEBBRAIO - 2010

Compendio unico Agevolazioni fiscali per l’acquisto di terreni Paolo Soldi Ufficio Fiscale Impresa Verde

Sin dal 1954 con la legge n. 604 sono in vigore delle norme che permettono al coltivatore diretto di acquistare dei terreni da destinare alla propria impresa agricola con delle agevolazioni fiscali, la cosiddetta “piccola proprietà contadina”, che di anno in anno è sempre stata prorogata. Questa norma permette di acquistare i terreni agricoli con delle imposte molto agevolate pari all’ 1% di catastale e due imposte fisse pari a 168 euro ognuna, di ipotecaria e di registro. Alla scadenza del 31 dicembre 2009 la norma non è stata prorogata e quindi ad ora l’agevolazione non è più in essere. Nel frattempo il Senato ha discusso l’inserimento dell’emendamento per il ripristino della piccola proprietà contadina nell’esame del decreto legge milleproroghe n. 194 del 2009. Per capire meglio, le aliquote ordinarie di acquisto di terreni agricoli sono pari all’ 1% di catastale, al 2% di ipotecaria e al 15% di registro. In questo periodo di transizione comunque sono presenti altre disposizioni che permettono di acquistare i terreni attraverso delle agevolazioni anziché con le aliquote di imposta ordinarie. In primo luogo il Testo Unico in materia di imposte di registro nella Parte I art. 1 della Tariffa, prevede l’applicazione per l’acquirente di terreni agricoli e relative pertinenze dell’aliquota agevolata per l’imposta di registro pari all’ 8%, tenendo ferme le altre aliquote al 1 e 2%. Questa agevolazione fino a qualche anno fa era permessa solo al coltivatore diretto, ora

dopo l’entrata in vigore del d.lgs n. 99 del 2004, che crea la figura dell’imprenditore agricolo professionale, questa agevolazione è permessa anche a quest’ultimo. L’unico obbligo di queste due figure alla stipula dell’atto notarile è la presentazione al Notaio rogante della certificazione della sussistenza dei requisiti per dimostrare di rientrare nelle due sopracitate figure o, per chi al momento dell’atto non è in grado di dimostrarli, di impegnarsi nel triennio successivo a produrre certificazione idonea pena nullità delle agevolazioni. In secondo luogo il già citato d.lgs n. 99 del 2004 art. 7, modificato poi dal d.lgs n. 101 del 2005, prevede l’esonero dal pagamento di tutte le imposte per il trasferimento di terreni agricoli a coloro che si impegnino a costituire un compendio unico. Quindi un’altra norma agevolativa a regime, cioè che non ha bisogno di proroghe, esisteva già contemporaneamente alla piccola proprietà contadina, ma in effetti non era mai presa in considerazione perché, come vedremo più avanti, gli obblighi per poter aderire sono molto più restrittivi per il mantenimento dei requisiti. Il soggetto che può chiedere il compendio unico è il coltivatore diretto o l’imprenditore agricolo professionale che deve dichiarare di condurre i terreni oggetto dell’atto per un periodo di almeno dieci anni dal trasferimento. La norma ha la finalità di agevolare la costituzione di adeguate unità produttive attraverso la

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fissazione di un limite minimo necessario al raggiungimento della redditività, determinato dai piani regionali di sviluppo rurale. Per raggiungere tale limite minimo sono presi in considerazione anche gli altri terreni già di proprietà dell’acquirente. I terreni possono anche non essere confinanti a condizione che si riesca a dimostrare che siano ugualmente funzionali all’esercizio dell’impresa agricola. Tutto questo permette di essere esente dalle imposte e di avere una riduzione pari ad un sesto degli onorari notarili. Nell’atto deve essere presente una dichiarazione dell’acquirente che attesti di avere i sopracitati requisiti e il Notaio deve obbligatoriamente citare nell’atto l’obbligo di diretta conduzione da parte dell’acquirente per dieci anni e il vincolo di indivisibilità per tale periodo, da trascrivere allo stesso modo nei pubblici registri immobiliari. Se l’acquirente nel periodo decennale non dovesse ottemperare a tutti questi obblighi di coltivazione e di indivisibilità incorrerebbe nel pagamento delle imposte ordinarie, maggiorate di una sanzione pari al 50%, per meglio dire da un’esenzione ad un’aliquota totale pari al 27% (15+2+1 maggiorate del 50%). Come in ogni atto le Amministrazioni competenti hanno in un secondo momento il potere di accertare e verificare la corrispondenza di quanto dichiarato. Punto dolente della norma, che appesantisce ancor di più le responsabilità, si verifica nel caso in cui nel periodo decennale si apra una successione per la morte del soggetto costituente il compendio. La norma dice che l’indivisibilità del terreno deve essere mantenuta in questo periodo anche in caso di trasferimento mortis causa, quindi per non incorrere nelle gravi sanzioni sopradescritte, in caso di più eredi solo uno deve subentrare nella proprietà e conduzione del terreno. Ciò comporta che l’erede subentrante deve accollarsi un debito per liquidare gli altri eredi, ipotecando i terreni e saldando il debito verso gli altri entro due anni dalla morte.


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FISCALE

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Rivalutazione terreni La Finanziaria 2010 (articolo 2, comma 229, legge 23 dicembre 2009 n. 191) ha riaperto i termini per rideterminare i valori di acquisto dei terreni edificabili e agricoli e delle partecipazioni per le persone fisiche, società semplici, enti non commerciali e soggetti non residenti. L’unico requisito per poter aderire alla rivalutazione è il possesso del bene (terreno o partecipazione) al primo gennaio 2010. La rivalutazione permette di rideterminare il valore di acquisto del bene (costo) in modo da permettere di affievolire o addirittura annullare la plusvalenza che altrimenti verrebbe conseguita, quale reddito diverso, in caso di vendita a titolo oneroso del bene. In caso di vendita di terreno edificabile la plusvalenza tassabile ai sensi dell’articolo 67 del Tuir è generata dalla differenza tra ricavo conseguito e costo sostenuto, che nel caso di rivalutazione è rappresentato dal valore della perizia di stima. Come si può ben capire questo produce un notevole risparmio di imposte da pagare, ma l’Erario, per poter accordare questo nuovo valore del costo, esige un 4% di imposta sostitutiva da pagare sul valore del bene periziato (2% solo per la rivalutazione delle partecipazioni non qualificate). Per assumere valore, la perizia deve essere redatta da professionisti abilitati prima della cessione che genera plusvalenza. Il valore di stima, oltre a rideterminare il costo per il calcolo delle imposte dirette, diventa base imponibile minima ai fini delle imposte di registro, ipotecarie e catastali. Il versamento può

essere effettuato o in un’unica soluzione, o al massimo in tre rate da pagarsi annualmente, ovviamente le ultime due rate maggiorate degli interessi. La perizia, anche se redatta nei termini, può essere inefficace se viene omesso il pagamento dell’unica soluzione o per il mancato versamento della prima rata; diversamente il mancato versamento delle ultime due rate non comporta la decadenza del beneficio ma un versamento iscritto a ruolo. In questa riapertura dei termini la scadenza da seguire per la redazione della perizia ed il versamento dell’imposta è il 31 ottobre 2010. Il contribuente che intendesse rivalutare un bene già oggetto di precedenti rivalutazioni deve comunque calcolare l’imposta sostitutiva sull’intero valore e non sull’incremento di valore tra le due perizie, comunque contestualmente può presentare istanza di rimborso per le somme versate nella precedente rivalutazione. Quindi, se la rateazione della prima rivalutazione non fosse ancora terminata, il

contribuente può sospendere il pagamento delle rimanenti rate e chiedere il rimborso di quelle già pagate; se invece fosse già stato interamente pagato, il contribuente deve chiedere il rimborso della totalità dell’imposta secondo sempre quanto previsto dai termini di Legge. Infatti l’art. 38 Dpr 602/73 dice che il rimborso può essere domandato solo per versamenti effettuati da non più di 48 mesi, quindi se il primo versamento venisse eseguito oltre tale termine non ci sarebbe più possibilità di alcun rimborso. Stiamo comunque vedendo che la normativa si sta evolvendo e si sono già verificati casi di rimborso di versamenti effettuati oltre i 48 mesi appellandosi ad un’ulteriore norma, art. 21 Dlgs 546/1992, in cui si evince che il rimborso può essere concesso se il motivo per il quale viene richiesto è sorto da non più di due anni: essendo la nuova perizia motivo di richiesta di rimborso, anche se i versamenti sono stati effettuati da più di 48 mesi, ci potrebbe essere possibilità di ottenerlo.

BONUS GAS Il Bonus Gas è una nuova misura sociale che si affianca al Bonus Energia, che permette la compensazione della spesa sostenuta dai clienti domestici per la fornitura di gas nella propria abitazione in determinate condizioni di disagio economico. Questa misura ha valore dal primo gennaio 2009, quindi tutte le domande che saranno presentate al Comune o ai Caf convenzionati entro il 30 aprile 2010 avranno decorrenza sin dall’inizio del 2009. Per avere diritto a questo sostegno occorre dimostrare di essere in condizioni di disagio economico, con riferimento alla sola abitazione di residenza, sia per gli impianti privati che per quelli condominiali. L’indicatore che permette di rilevare se una famiglia è in condizioni di disagio è come sempre il modello Isee. Possono accedere al beneficio le famiglie con un indicatore Isee inferiore a 7.500 euro aumentato fino a 20.000 euro nel caso in cui il nucleo familiare abbia almeno quattro figli a carico. Questi sono gli stessi requisiti economici del Bonus Energia. Il beneficio è riconosciuto dall’impresa distributrice di gas direttamente in bolletta per la durata di dodici mesi, mentre per la sola parte di retroattività verrà erogato un bonifico da parte di Poste Italiane. L’ammontare del bonus varia sia per la zona climatica in cui l’abitazione si trova, sia per la tipologia di utilizzo del gas, sia per la numerosità del nucleo familiare. Comunque gli importi in base a delle tabelle predeterminate variano, per i nuclei fino a quattro componenti, da un minimo di 25 euro ad un massimo di 160 euro annui, mentre per i nuclei numerosi, da un minimo di 40 euro ad un massimo pari a 230 euro annui.

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UFFICIO ACQUE

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LA RISORSA IDRICA IN AGRICOLTURA UN PATRIMONIO DA GESTIRE di Andrea Ragazzini Come ogni anno eccoci a parlare di acqua, di risorsa idrica e della sua gestione. In questi mesi sono molte le questioni aperte che investono questo tema, prima fra tutte e di estrema attualità, il riordino dei Consorzi di bonifica e irrigazione della quale si sta occupando la Regione Lombardia. La nostra organizzazione sta lavorando come parte attiva e con determinazione al processo decisionale perché si venga a creare un sistema di gestione delle acque che sempre più porti ad un uso responsabile della risorsa idrica. L’agricoltura ha bisogno d’acqua per poter esistere e per rendere produttiva la nostra terra. L’uso dell’acqua “pubblica” è soggetto a “concessione” da parte dello Stato o di un suo Ente Delegato. Per le necessità irrigue è la Provincia, che rilascia le concessioni di uso dell’acqua ai consorzi e alle singole aziende agricole, sia delle acque superficiali sia delle acque sotterranee (pozzi irrigui). La seguente tabella sintetica riassume gli adempimenti fondamentali a cui va incontro un’azienda che richiede il rinnovo o il rilascio ex-novo di una concessione irrigua (Regolamento Regionale 02/2006).

ACQUE SUPERFICIALI VOLUME PRELEVATO

ADEMPIMENTI PROVINCIA

ADEMPIMENTI REGIONE

< 200 l/s

Domanda di concessione

-

Tra 200 l/s e 1000 l/s

Domanda di concessione

Verifica di esclusione dal V.I.A.

> 1000 l/s

Domanda di concessione

V.I.A.

ACQUE SOTTERRANEE VOLUME PRELEVATO

ADEMPIMENTI PROVINCIA

ADEMPIMENTI REGIONE

< 50 l/s

Domanda di concessione

-

Tra 50 l/s e 100 l/s

Domanda di concessione

Verifica di esclusione dal V.I.A.

> 100 l/s

Domanda di concessione

V.I.A.

Come è possibile notare dalle tabelle sopra esposte i procedimenti a carico delle aziende agricole sono molteplici e di notevole complessità e richiedono tempi per la redazione delle domande e per le istruttorie da parte dell’Amministrazione Provinciale abbastanza lunghi; pertanto è fondamentale, da parte delle aziende, fare una programmazione dell’uso e delle necessità idriche al fine di poter inoltrare in tempi utili le domande e ottenere le concessioni all’utilizzo delle risorsa idrica in tempo per le necessità aziendali. Per qualsiasi informazione rivolgersi presso il proprio Ufficio di Zona o presso il nostro Ufficio Acque della sede in Via Ala Ponzone 8 a Cremona, a: Andrea Ragazzini. Cogliamo l’occasione per ricordare che come ogni anno vi sono le scadenze per gli adempimenti sui consumi idrici annuali (denuncia consumi idrici) e la possibilità di presentare le licenze di attingimento annuali per il prelievo di acque superficiali. Al fine di programmare le attività e di rispettare le scadenze per la presentazione delle istanze, le aziende interessate sono pregate di rivolgersi ai nostri uffici con sufficiente anticipo:

ADEMPIMENTO

ENTRO IL:

DENUNCE CONSUMI IDRICI (POZZI e ACQUE SUPERFICIALI AD USO IRRIGUO)

31 MARZO 2010

NUOVA LICENZA DI ATTINGIMENTO

15 MARZO 2010

RINNOVO LICENZA ATTINGIMENTO

15 MARZO 2010 IL

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SERVIZIO UTENZE IRRIGUE

L’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni: “Non ci sono più alibi”

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Giuseppe Baini Utenze Irrigue

Presentata mozione alla Camera sulla difesa idrogeologica del territorio Facendo seguito alla risoluzione approvata dalla Commissione Ambiente della Camera in data 21 aprile 2009, 10 deputati (Zamparutti, Piffari, Libè, Germanà, Guido Dussin, Commercio, Sardelli, Ghilia, Braga, Bossa) hanno presentato all’Aula di Montecitorio una mozione sulla difesa idrogeologica del territorio, che è stata approvata con voto quasi unanime (479 sì su 481 presenti). “Non possiamo che apprezzare l’impegno di quanti avvertono come prioritari gli interventi per la tutela di un suolo, già morfologicamente fragile, come quello italiano” commenta Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.). I dati che seguono, riportati nell’atto di indirizzo, testimoniano la grave situazione presente nel Paese: - negli ultimi 80 anni si sono verificate 5.400 alluvioni e 11.000 frane; - secondo il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono “a rischio elevato” l’89% dei comuni umbri, l’87% di quelli lucani, l’86% di quelli molisani, il 71% di quelli liguri o valdostani, il 68% di quelli abruzzesi, il 44% di quelli lombardi: in pratica, oltre la metà degli italiani vive in aree soggette ad alluvioni, frane, smottamenti, terremoti, fenomeni vulcanici e persino maremoti; - secondo il C.I.N.A.S., Consorzio Universitario del Politecnico di Milano, lo Stato, nel decennio 1994-2004, ha dovuto esborsare 20.946 milioni di euro per tamponare i danni di alluvioni, terremoti e frane più gravi, vale a dire oltre 2 miliardi l’anno, ai quali va aggiunto un altro miliardo e mezzo complessivo per interventi minori; - l’Italia è un Paese fortemente antropizzato con una densità media pari a 118 abitanti per chilometro quadrato (la Francia ne conta 114 , la Spagna 89) ma fortissime sperequazioni nella distribuzione territoriale: ai 68 abitanti per chilometro quadrato della Sardegna si contrappongono i 379 della Lombardia (da sola, questa regione registra una volta e mezza gli abitanti della Finlandia!); - il patrimonio immobiliare italiano è stimato in 27 milioni di abitazioni; i più recenti riferimenti statistici indicano che, dal 2003 ad oggi, sono state costruite 1.600.000 abitazioni (oltre il 10% sono abusive!) nonostante, da 20 anni, la popolazione nel nostro Paese non sia cresciuta, ma al contrario sia calata sensibilmente e solo negli ultimi anni abbia dato segni di ripresa, grazie al contributo degli immigrati. Oggi l’Italia è il primo Paese in Europa per disponibilità di abitazioni, di cui il 20% non occupate! - una recente mappatura, effettuata dal C.R.E.S.M.E., evidenzia la condizione critica in cui versano oltre 20.000 edifici pubblici, tra cui scuole ed ospedali, realizzati in aree dichiarate di estrema pericolosità per esposizione al rischio idrogeologico o sismico; - spesso gli Enti Locali, per motivazioni politiche quali l’approvazione di piani urbanistici o la destinazione di aree edificabili, non attuano il principio della prevenzione e, a volte, strutture pubbliche (scuole , caserme, ospedali, stazioni) vengono costruite in aree a rischio quali, per esempio, quelle nelle prossime vicinanze dei fiumi; - secondo i dati comunicati dal Governo, l’estensione delle aree a criticità idrogeologica è pari al 9,8% del territorio nazionale (il 6,8% coinvolge direttamente centri urbani, infrastrutture ed aree produttive). Il fabbisogno necessario per la sistemazione complessiva della situazione di dissesto sul territorio nazionale è stimato in 44 miliardi di euro, di cui 27 miliardi per il Centro-Nord e 13 miliardi per il Mezzogiorno, oltre a 4 miliardi per il recupero e la tutela del patrimonio costiero. La mozione impegna il Governo: - a presentare e a dotare delle opportune risorse pluriennali il piano nazionale straordinario per il rischio idrogeologico, secondo le indicazioni già comunicate alle Camere - ad attuare sollecitamente la Direttiva Europea sulla valutazione e gestione dei rischi di alluvioni - a promuovere iniziative normative, che introducano norme a favore della difesa del suolo e della riduzione del rischio idrogeologico, in modo da costituire un quadro di riferimento certo per singole normative regionali. “Contribuire a diffondere la conoscenza su questo atto parlamentare – conclude Gargano – ci pare un doveroso passo per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso problemi, drammaticamente emersi nelle scorse settimane, ma che la memoria collettiva pare avere già rimosso. A fronte dei dati sopra riportati e che cancellano ogni alibi, chiediamo, una volta di più, che la sicurezza idrogeologica e la manutenzione dell’imponente reticolo di scolo (quasi 200 mila chilometri di canali e corsi d’acqua naturali ed artificiali gestiti dai Consorzi di Bonifica) siano assunte come priorità nelle politiche del Paese, che continua a spendere molto più per riparare i danni di quanto destina alla prevenzione”. Proponiamo di iniziare a lavorare in questa direzione. IL

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PROGETTO DIDATTICO

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Con Agribenessere tutti “a Scuola di Salute” di Marta Biondi Hanno preso avvio, con il mese di gennaio, gli incontri di educazione alla Campagna Amica proposti da Coldiretti nell’ambito del progetto didattico “Agribenessere…a Scuola di Salute”. Tante le attività e vari i temi presentati agli alunni per l’anno scolastico 2009-10, tenendo conto dei molteplici interessi e delle diverse fasce d’età dei giovani interlocutori. Gli incontri con gli imprenditori agricoli di Giovani Impresa e Donne Impresa (nell’ambito del percorso W l’Agricoltura), le lezioni dei membri dell’Associazione Pensionati (protagonisti di W la Tradizione), le giornate in agriturismo, in fattoria didattica o le uscite al Mercato di Campagna Amica (il tutto nel segno della proposta Km zero), le lezioni sul progetto di Coldiretti per il Paese e sul valore dell’etichettatura (nei percorsi La Filiera tutta italiana e L’etichetta, nostra alleata), i consigli del benessere (nell’ambito del percorso Altolà Obesità!) e ancora

l’attenzione all’ambiente (con la Scuola di Energia, il percorso Educare alla sostenibilità, ma anche le lezioni dedicate al tema Sorella Acqua): ecco, in sintesi, le principali proposte rivolte alla classi, il cui elemento comune è l’invito – agli alunni e, con loro, anche a genitori e insegnanti – a riscoprire il valore di uno stile di vita sano, che coniughi corretta alimentazione, regolare attività fisica e naturalmente l’incontro con il mondo rurale, capace di offrire il verde della campagna, i sapori della dieta mediterranea, le attività e le storie che uniscono tradizione e modernità. “Il progetto prevede, in primo luogo, un dialogo con gli imprenditori agricoli – chiarisce Giacomo Maghenzani, Segretario di Giovani Impresa e coordinatore dell’iniziativa –. Per bambini e ragazzi anche quest’anno si rinnova la preziosa occasione di conoscere una professione in cui la passione, l’esperienza e la

Incontro in classe fra Giacomo Maghenzani, coordinatore del progetto Agribenessere, e gli studenti dell’Istituto Ponzini di Soresina

Incontro fra gli alunni della Scuola Primaria di Cavacurta e Antonio Borghesi vicepresidente dell’Associazione provinciale pensionati Coldiretti

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PROGETTO DIDATTICO

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tradizione familiare si accompagnano all’innovazione, lo spirito imprenditoriale, la capacità di rigenerarsi, rispondendo alle esigenze dei cittadini e prendendosi cura dell’ambiente”. Alcune agili guide, distribuite agli alunni, fanno da supporto alle attività. L’incontro fra alunni e agricoltura parte dalla lezione in classe, per proseguire attraverso “uscite” divertenti e istruttive: a seconda del percorso scelto, sono previste giornate in fattoria o in agriturismo, visite a musei della civiltà contadina, sopralluoghi presso impianti idrici o in aziende che hanno scelto la via della multifunzionalità puntando sull’agro-energia (con impianti a biogas o biomasse, pannelli fotovoltaici, ecc.). Fra le ‘uscite’ più gettonate, c’è la mattinata al mercato di Campagna Amica, con la possibilità di conoscere gli agricoltori impegnati nella vendita a km zero.

Agribenessere... a Scuola di Salute Progetto di Educazione alla Campagna Amica proposto da Coldiretti alle Scuole di ogni ordine e grado ANNO SCOLASTICO 2009/10

Per gli studenti delle classi prima e terza B IGEA dell’Istituto Ponzini il percorso “Km zero” ha previsto una tappa al Mercato di Campagna Amica di Soresina, con le “interviste” agli imprenditori agricoli

COLDIRETTI CREMONA

Ricambi agricoli - Articoli e forniture industriali - Utensileria - LubriÂżcanti

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- Lamiere forate.


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TERRITORIO

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“La filiera agricola tutta italiana” Convegno a Torricella del Pizzo “La filiera agricola tutta italiana” è stato il tema del convegno svoltosi domenica 24 gennaio a Torricella del Pizzo, con la regia di Coldiretti Cremona in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. L’iniziativa si è posta all’interno dell’intenso programma che ha contrassegnato la quinta edizione della Festa dal pipen, kermesse che nel fine settimana (23 e 24 gennaio) ha condotto nel cuore del paese numerosi stand, mostre, momenti gastronomici, appuntamenti culturali ed intrattenimenti musicali, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le produzioni del territorio, a partire dal “piedino di maiale lessato”. Il convegno proposto da Coldiretti presso la sala del Consiglio del Palazzo Municipale ha voluto essere una ulteriore, importante occasione per ribadire contenuti e finalità del Progetto per il Paese costruito dalla prima Organizzazione agricola italiana ed europea, valutando le azioni finora messe in campo e le tappe future. Dopo il saluto del primo cittadino Emanuel Sacchini, che ha ribadito il valore di un’agricoltura di qualità legata al territorio, alla presenza di un folto pubblico il convegno si è aperto con l’intervento di Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Cremona, che, evidenziati i grandi paradossi del mercato (con

Azienda Agricola

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gli inganni e le speculazioni che danneggiano sia il produttore che il consumatore), ha quindi illustrato il percorso avviato da Coldiretti, volto a realizzare un grande sistema agroalimentare che premi gli agricoltori e offra ai cittadini prodotti di qualità e ad un giusto prezzo. E’ poi intervenuto Paolo Voltini, Presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro, che ha portato l’esperienza di una importante realtà economica della provincia e del Paese che, puntando sull’eccellenza delle produzioni e sul legame con il territorio, prende concretamente parte all’impegno di trasferire e rendere riconoscibile al consumatore il valore dell’agricoltura italiana nei prodotti alimentari. Gianluca Pinotti, Assessore provinciale all’Agricoltura, ha quindi evidenziato intenzioni e programmi della Provincia di Cremona nell’ambito agricolo, confermando la volontà di operare a supporto delle imprese, nel loro costante sforzo teso al recupero della redditività. (m.b.)

Convegno “La filiera tutta italiana” a Torricella del Pizzo con il Sindaco Emanuel Sacchini, il Presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro Paolo Voltini, l’Assessore provinciale Gianluca Pinotti e il Direttore di Coldiretti Cremona Assuero Zampini IL

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OBIETTIVO IMPRESA

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“Strumenti musicali meccanici” alla Torretta Si arricchisce l’offerta dell’agriturismo Torretta di Torricella del Pizzo. Dopo l’inaugurazione del museo di storia naturale (ricca galleria di conchiglie, minerali e fossili in arrivo da tutto il mondo), l’agriturismo ha infatti dato vita ad una ulteriore, apprezzata proposta: il museo di strumenti musicali meccanici ‘Amarcord’. Dall’organo da fiera agli organetti, dal piano a cilindro alle scatole musicali, tanti sono gli strumenti, perfettamente funzionanti, raccolti alla Torretta. L’intento della titolare dell’agriturismo Manuela Buoli e del marito Gianfranco Fadani è ripercorrere, fra note e curiosità, un secolo di storia della musica meccanica, dal 1830 al 1930. Il tutto con il prezioso supporto dell’AMMI, l’Associazione Italiana Musica Meccanica. La collezione (davvero ricca di armonie e curiosità) aspetta la visita di famiglie e scolaresche. Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il Comune di Torricella del Pizzo (tel. 0375 99821).

Manuela Buoli e Gianfranco Fadani, dell’Agriturismo Torretta, all’inaugurazione del Museo degli strumenti musicali meccanici affiancati da Franco Severi, Presidente AMMI, e Claudio Magni, Segretario di Zona di Casalmaggiore

I fratelli Marossi a “Uno Mattina” Cascina Ronchi di Casteldidone, l’azienda florovivaistica dei fratelli Maria Vittoria, Alberto e Gian Mario Marossi, è stata protagonista domenica 21 febbraio di un servizio tv proposto su Rai 1 nell’ambito della seguitissima trasmissione “Uno Mattina”. Le telecamere Rai hanno mostrato la bellezza dei fiori di stagione coltivati presso le serre di Casteldidone, in un percorso tra i colori, approdato infine all’impianto a biomasse che, funzionando a cippato, consente di riscaldare le serre (circa cinquemila metri quadrati) e l’abitazione. Per la famiglia Marossi l’intuizione di puntare sulle energie rinnovabili, coniugando la coltivazione dei fiori e il riscaldamento “verde”, si è rivelata una scelta vincente. Un plauso da Coldiretti Cremona a questa azienda virtuosa – gestita dai fratelli Marossi insieme ai genitori – per il percorso intrapreso e per l’interessante presenza in tv, che ha “bucato il video”.

La famiglia Marossi nelle serre di Casteldidone

Apiflor: Festa di S. Antonio e Carnevale “E’ stata una giornata perfetta, che ha unito tantissimi pescarolesi nell’obiettivo di recuperare le antiche tradizioni del paese, legate a momenti sociali della vita contadina". Esterina Mariotti, titolare di Apiflor, descrive così la giornata di festa che l’agriturismo-fattoria didattica di Pescarolo ha orchestrato, con la preziosa collaborazione di enti e privati, in occasione della giornata dedicata a S. Antonio abate. La lezione sulla storia di S. Antonio, la benedizione degli animali, il pranzo a base di prodotti tipici: vari sono stati i momenti condivisi, unendo devozione e recupero degli antichi riti contadini, cultura e sapori del territorio. La festa è proseguita con il rito del “tiràa el còo d'aì”: i pescarolesi hanno intrecciato una fune con il "còo d'aì" e alcune maschere intabarrate hanno dato vita al primo tiro dell'annata. Al rompersi della fune si è ufficialmente inaugurato il Carnevale di Pescarolo. (m.b.) IL

Festa di S.Antonio all'agriturismo Apiflor di Pescarolo CREMONESE

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AMBIENTE

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Mara Malinverno Ambiente e Innovazione

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Energie rinnovabili, visite nelle aziende con Giovani Impresa

“Sì alla produzione di energia all’interno della multifunzionalità aziendale, forte opposizione a chi specula a danno dell’agricoltura” Nel segno dell’attenzione verso l’innovazione produttiva e tecnologica in agricoltura, Giovani Impresa Coldiretti Cremona ha promosso un ciclo di visite per conoscere ed approfondire le ‘iniziative virtuose’ in materia agroenergetica da fonti rinnovabili agricole, già presenti nel nostro territorio. Si è scelto di visitare attività diverse, sempre più diffuse, come la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici aziendali, sia per autoconsumo che per la commercializzazione, oppure gli impianti a biogas attivi presso vari

allevamenti bovini e suini. Elemento di novità di questo nuovo ciclo di visite è stato l’approfondimento delle tecniche di valorizzazione dei reflui aziendali attraverso il processo di compostaggio, che permette di rientrare nei parametri di utilizzo della direttiva nitrati senza perdere il valore aggiunto fertilizzante dell’azoto”. La prima giornata si è svolta il 4 febbraio in occasione della visita di un folto gruppo di giovani imprenditori agricoli da Piacenza, in transito per la Fieragricola. In tale occasione sono stati visitati

un impianto a biogas da allevamento di bovini da latte presso l’azienda agricola Lanfredi di Acquanegra (115 kW), un impianto a biomassa da cippato per riscaldamento di serre floricole, presso l’azienda Marossi di Casteldidone, e l'impianto a biogas da biomassa solo vegetale dell’azienda Germiniasi di Rivarolo Mantovano. Dopo l’esordio ad inizio febbraio, sono seguite varie mattinate ‘a tema’. Giovedì 18 febbraio ci si è rivolti agli impianti aziendali a biogas con utilizzo di liquami e biomassa vegetale, prima a Pieve

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AMBIENTE

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d’Olmi, presso l’azienda agricola Horti Padani (972 kW con liquame suino e biomassa), quindi a Trigolo, a Cascina Brugnole dei fratelli Spoldi, impresa già vincitrice dell’Oscar Green, che lega l’allevamento suino, la vendita diretta e la produzione di energia (da biogas di 100 kW con liquame suino). Venerdì 19 febbraio sono seguite le visite ad impianti fotovoltaici su tetti presso alcune aziende agricole a Cremona (4 kW), Annicco (20 kW) e Cappella de’ Picenardi (60 kW). Tra le tappe successive, quella di venerdì 26 febbraio, dedicata al compostaggio reflui zootecnici con biomassa secca, con spostamenti tra il bergamasco (presso un allevamento suinicolo a Cividate al Piano e un allevamento di galline ovaiole a Martinengo) e Luignano di Sesto ed Uniti (con visita ad allevamento di suini). Lunedì 1 marzo si è svolta una ulteriore giornata dedicata ad impianti aziendali a biogas con utilizzo di liquami e biomassa vegetale, spostandosi da Acquanegra Cremonese (l’azienda Luciano Lanfredi, con impianto di 115 kW liquame e lettiera bovina) a Trigolo (tornando a Cascina Brugnole di Spoldi). “Per il nostro Paese è importante la produzione di energia da biomasse di ori-

gine agricola, ottenute nell’ambito di filiere corte, che risponde a criteri di sostenibilità ambientale perché garantisce la riduzione delle emissioni da trasporto che caratterizzano i grandi impianti alimentati con biomassa importata e ottenuta in modo non sostenibile, come la deforestazione o la sostituzione di coltivazioni a fini alimentari – sottolinea Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Cremona –. La nostra Organizzazione sta ponendo grande impegno nel creare

le condizioni perchĂŠ le imprese agricole che credono nella multifunzionalitĂ  possano affiancare alla loro produzione principale anche la produzione di energia. Siamo da tempo presenti con un servizio di informazione e di consulenza per la diffusione di tutte le opportunitĂ  offerte dalle nuove attivitĂ  agroenergetiche. Certo non si vuole che un allevamento o un podere si trasformino

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in centrali energetiche, trovando nella produzione di energia la propria principale attività: la proposta di Coldiretti presenta la produzione di energia come un’attività integrativa, non sostitutiva”. “Guardiamo alla ‘energia dai campi’ come a una concreta chance di integrazione del reddito e di contenimento delle spese, offerta alle imprese agricole, chiamate a dare il loro contributo alla soluzione del problema dell’inquinamento ambientale –conclude Zampini–. Con la stessa determinazione, e coerenza, Coldiretti contrasta la crescente richiesta di terreni dovuta alla loro utilizzazione speculativa da parte di soggetti esterni all’agricoltura, che anche nel nostro territorio sta determinando grandi anomalie e perturbazioni nel mercato degli affitti. E’ il caso dell’utilizzo di terreni agricoli per la produzione di biomasse a fini energetici non da parte di aziende agricole, che in tal modo diversificano opportunamente le loro produzioni, ma da parte di altri soggetti esterni che vi individuano un business scollegato dal ruolo dell’imprenditore agricolo”. Per ulteriori informazioni e consulenza, rivolgersi in Sede all'Ufficio Ambiente e Innovazione (tel. 0372 499827).

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Apicoltura Zipoli sul podio al Premio internazionale BiolMiel L’apicoltore di Romanengo secondo classificato al concorso che riconosce i migliori mieli da apicoltura biologica nel mondo, tenutosi presso il Parco dell’Etna Sergio Zipoli, apicoltore di Romanengo, ha conquistato il podio Apicoltura Zipoli, tra i protagonisti del Mercato di Campagna del “Premio BiolMiel”, il concorso internazionale per i migliori Amica degli agricoltori di Coldiretti, è abituata a questi risultamieli da apicoltura biologica nel mondo, che si è svolto presso ti. Basti citare il ‘medagliere’ dell’anno 2009, con la conquista la sede del Parco dell'Etna, l’ex Monastero Benedettino di San del primo premio nella categoria “miele di melata” al Concorso Nicolò La Rena a Nicolosi. nazionale ‘Roberto Franci’ a Montalcino (riconoscimento assePer tre giorni, dal 21 al 23 gennaio, il miele – prodotto tra i più gnato ai migliori mieli di produzione nazionale, ogni anno in apprezzati nel territorio dell’area protetta intorno al vulcano – occasione della “Settimana del Miele”), seguita dall’incetta di è stato il grande protagonista di inconpremi al prestigioso concorso “Tre Goctri, degustazioni, tavole rotonde. Dopo ce d’Oro - Grandi Mieli d’Italia, Premio avere degustato e valutato i 135 mieli Giulio Piana”, a Castel San Pietro Terme in concorso (provenienti da varie zone (Bologna), dove Zipoli ha ricevuto due d’Italia, ma anche da Slovenia, Croagocce con il miele di grano saraceno zia, Grecia, Spagna, Messico, Hawaii, (una rarità), due gocce con il millefiori, Libano), la giuria composta da esperti una goccia con il rododendro, la melaitaliani e stranieri ha infine assegnato ta, l’acacia (due gocce, una per ciascun il primo posto tra i mieli italiani al miecampione di acacia presentato all’esame le di acacia dell’Azienda Ricci di Pavia, della qualificata giuria). seguito dal miele di tiglio di Apicoltura Sono seguite altre vittorie in concorsi Zipoli di Romanengo. Tra i mieli stranieprovinciali, come il primo premio nella ri, si sono classificati tre mieli greci di categoria ‘acacia’ al Concorso a Brescia. timo, di melata di abete e di erica. “Mi fa piacere il fatto che, nelle diverse Per l’apicoltore di Romanengo il seconoccasioni, i vari tipi di mieli che produdo posto sul podio è l’ennesima, imporco siano stati apprezzati e premiati, a Sergio Zipoli, apicoltore di Romanengo, tante attestazione del lavoro e della conferma della qualità di tutta la nostra è tra i protagonisti passione spesi nell’allevamento delle produzione biologica – sottolinea Sergio del Mercato di Campagna Amica a Crema api e nella produzione di miele biologiZipoli –. Considero questi concorsi una co. “Sono naturalmente soddisfatto del preziosa occasione di confronto e di crerisultato ottenuto. Quest’anno la produzione di miele di tiglio scita. Per un apicoltore l’impegno di produrre qualità dev’essere era davvero eccellente: ho partecipato con un tiglio chiarissi- un punto fermo, un aspetto irrinunciabile. E posso testimoniare mo, particolarmente apprezzato da esperti e semplici amanti che, dai cittadini che incontriamo al nostro spaccio come al del miele” sottolinea Zipoli, alla sua prima partecipazione al Mercato di Campagna Amica, la qualità del prodotto viene “Premio BiolMiel”. sempre premiata”. (m.b.)

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SOLIDARIETÀ

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Un sorriso per i bambini di Vinnitsya Prosegue il “patto di solidarietà” stretto fra l’Ufficio Zona Coldiretti di Crema e l’associazione Parostock di Vinnitsya (Ucraina). Un’amicizia nata nel 2006, quando una delegazione di soci Coldiretti ha fatto visita alla scuola per ragazzi diversamente abili, gestita dall’associazione Parostock, ente senza scopo di lucro che ha come finalità l’accoglienza, l’educazione e la riabilitazione di ragazzi portatori di handicap. Da allora, funzionari, agricoltori e amici di Coldiretti hanno preso l’impegno di sostenere, attraverso svariate iniziative, l’attività dell’associazione. Anno dopo anno questo intento si è rafforzato, come confermano le numerose iniziative messe in campo per raccogliere fondi, dalla cena benefica alle sottoscrizioni a premi, dalla raccolta di offerte

alla promozione delle adozioni a distanza. In questi mesi la “gara di solidarietà” ha raccolto un’altra adesione, di grande significato: “Anche la U.S. Cremonese, con il prezioso interessamento dell’amico Alessandro Bianchessi, ha voluto manifestare la vicinanza a questi ragazzi offrendo una maglia firmata da tutti i calciatori” sottolinea il Segretario di Zona Luigi Bonzanini che, insieme ai colleghi, ha già provveduto a far giungere l’apprezzatissimo dono ai ragazzini di Vinnitsya. “L’attenzione delle famiglie vicine a Coldiretti prosegue e si rafforza giorno dopo giorno – confermano i volontari –. Dal 2009 alcuni soci sono impegnati nelle adozioni a distanza. Infatti l’associazione ospita anche ragazzi che sono impossibilitati a mantenersi; da qui la richiesta di aiuto per far fronte alle spese connesse al mantenimento, all’istruzione e alla riabilitazione di questi ragazzi”.

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TERRITORIO

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I giardini di marzo Appuntamento a Formigara per la mostra-mercato di piante e fiori S’intitolerà “I giardini di marzo” e sarà una tre giorni tra i colori, i profumi, e tutto il fascino dei fiori e delle piante ‘Made in Cremona’. Promossa dall’Amministrazione Comunale (Assessorato alla Valorizzazione del Territorio) del Comune di Formigara, in stretta collaborazione con Coldiretti Cremona e con il supporto di Amministrazione Provinciale, Distretto del Commercio, CCIAA di Cremona, Comuni Fioriti, l’iniziativa si svolgerà dal 19 al 21 marzo, accendendo i riflettori sulle imprese floricole del territorio e sulla gestione del verde pubblico. La ‘tre giorni’ si aprirà venerdì 19 marzo, con un convegno rivolto alle possibilità di applicazione della Legge di Orientamento nella gestione del verde pubblico. Al via dalle ore 20 presso il palazzo comunale, l’appuntamento avrà la regia di Coldiretti e proporrà il competente intervento di Silvia Trevisi, Ufficio Fiscale di Impresa Verde. Il fine settimana vedrà il paese sbocciare. Sabato 20 presso i giardini pubblici e nello spazio antistante il palazzo comunale saranno allestiti alcuni “giardini in fiore” e si aprirà ufficialmente la mostra-mercato dei florovivaisiti. Il tutto coinvolgerà le aziende agricole del territorio, nonché varie imprese fornitrici di mezzi per la floricoltu-

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ra e il giardinaggio. L’apertura è fissata per le ore15 (per proseguire fino alle 20). In serata si terrà un secondo convegno, sul tema “Arredo verde, attrattiva turistica”, con gli interventi del Sindaco William Vailati, del Rappresentante dei Comuni Fioriti Renzo Marconi e dell’Assessore provinciale all’Agricoltura e Ambiente Gianluca Pinotti. Sono inoltre previsti il contributo di un docente di arredo verde della Scuola di Monza e i saluti di Rappresentanti dell’economia e delle Istituzioni. Domenica 21 marzo, per l’intera giornata (ore 9-19), il paese di Formigara sarà “in fiore”, tra giardini da visitare, stand ove fermarsi per un acquisto verde, seminari rivolti in primis a quanti hanno – o vorrebbero avere – il ‘pollice verde’. Segnaliamo, in particolare, il seminario dal titolo “Come arredare il proprio giardino”, alle ore 15, con la partecipazione di floricoltori e architetti. La prima edizione della kermesse – che promette di trasformare Formigara in una piccola ‘capitale della floricoltura’ – si chiuderà con la premiazione del miglior giardino realizzato, fra parentesi di musica e spettacolo. Nelle prossime settimane Coldiretti renderà noto il programma dettagliato dell’iniziativa.

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NOTIZIE UTILI

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Tutti gli appuntamenti: A CREMONA Il Mercato è al Foro Boario (nel parcheggio di via Mantova, nei pressi della sede della Croce Rossa), ogni venerdÏ mattina, dalle ore 8 alle 13.

A CASALMAGGIORE Il Mercato degli Agricoltori è in Piazza Turati, ogni sabato mattina (in concomitanza con il mercato cittadino).

A CREMA Siamo in via Terni, a pochi passi dal distributore automatico di latte, prossimi appuntamenti domenica 7 e 21 marzo, ore 8-12.30.

A PANDINO In corso Umberto I, il primo e il terzo giovedĂŹ del mese, ore 8-12.30

A SORESINA Il Mercato si tiene tutti i lunedĂŹ, dalle 8 alle 13, nella piazza davanti al Palazzo Comunale.


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