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CREMONESE

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IL

Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona

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ANNO 65 numero 1 gennaio/febbraio 11

Suinicoltura

Azione a tutela degli allevamenti

Latte

Accordo raggiunto sul prezzo

Origine in etichetta Grande vittoria di Coldiretti


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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Ala Ponzone, 8 - III piano Tel. 0372499811 Direttore responsabile Assuero Zampini

Redattore capo Marta Biondi

Hanno collaborato a questo numero Marco Benedini, Francesco Cazzamali Giacomo Maghenzani, Dianella Mariotti Andrea Ragazzini, Ambrogio Toscani Bruno Toscani, Silvia Trevisi

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Questo mensile è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

L’origine in etichetta: una vittoria per l’intero Paese di Sergio Marini E alla fine ce l’abbiamo fatta! La norma che obbliga ad indicare l’origine geografica del prodotto agricolo su tutti gli alimentari è diventata legge dello Stato italiano. E’ una nostra vittoria che premia la costanza e la determinazione con la quale, in questi anni, abbiamo sostenuto una denuncia forte e una proposta coerente ampiamente condivisa dalla gente. Lo abbiamo fatto presidiando le nostre frontiere e mettendo a nudo le inquietanti anomalie che vi abbiamo riscontrato; lo abbiamo fatto esternando con coraggio la nostra indignazione di fronte al susseguirsi delle troppe emergenze alimentari; lo abbiamo fatto contrastando con forza la sfacciata supponenza degli affaristi del finto made in Italy; lo abbiamo fatto resistendo al boicottaggio di chi ha ripetutamente agitato la tagliola della competenza europea per fermare tutto. Questa legge è una vittoria per i cittadini e per i consumatori che potranno finalmente sapere da dove viene ciò che mangiano e scegliere italiano, perche l’agricoltura italiana e il cibo vero italiano sono i più controllatati, i più sicuri e i più apprezzati al mondo. E’ una vittoria per le nostre imprese agricole che potranno far riconoscere il valore del proprio lavoro e della propria qualità e contrastare la concorrenza sleale di chi vende per italiano ciò che di italiano non ha neppure l’incarto. E’ una vittoria per la filiera agricola italiana, ma anche per le industrie e la distribuzione italiana che vorranno valorizzare il vero made in Italy quale leva competitiva esclusiva per fronteggiare mercati interni ed internazionali. E’ una vittoria per la politica italiana tutta, perché la legge è stata votata all’unanimità da tutti i partiti e da tutti i parlamentari, e questo fa onore a un Paese che generalmente è diviso su ogni cosa e che ha, invece, ritrovato l’unità proprio su una norma dove è in gioco la corretta informazione ai consumatori e la difesa della trasparenza. E, infine, questa legge è una vittoria dell’Italia intera perche il nostro Paese ha dimostrato di essere leader in Europa in tema di sicurezza alimentare avendo avuto il coraggio di legiferare laddove invece l’Europa, ancora troppo distante dai cittadini, ha trovato sempre il modo di impantanarsi perpetuando di fatto gli interessi delle lobby degli affari. Per tutti noi si tratta di un passo avanti nella democrazia economica e nei diritti dei consumatori, ed è, quindi, sentito e doveroso il nostro ringraziamento a tutti coloro - soci, associazioni, cittadini, esponenti politici - che hanno permesso di vincere questa battaglia. Sappiamo che un ulteriore e decisivo impegno servirà per far sì che la legge venga applicata bene e velocemente, aspro infatti potrebbe essere il confronto con una Ue che rema ancora contro, e poi i soliti portatori insani di interessi proveranno di certo a rimettersi di traverso. Ma noi saremo lì a monitorare, a sollecitare, a denunciare, ci saremo con quel senso di responsabilità proprio di una forza sociale come Coldiretti che ogni giorno, e sempre di più, si sente impegnata ad arricchire di futuro il nostro Paese.


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SINDACALE

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Prezzo del latte, origine in etichetta, azione sulla suinicoltura Obiettivo: dare reddito e certezze alle imprese L’accordo appena firmato sul prezzo del latte, la battaglia vinta sull’origine in etichetta, l’azione a sostegno della suinicoltura hanno un denominatore comune: il tenace, convinto, trasparente lavoro di Coldiretti, volto ad un unico obiettivo, quello di dare reddito e certezze alle imprese. Parliamo del comparto latte, oggi, con qualche certezza in più sul futuro, grazie all’accordo per il prezzo alla stalla in Lombardia firmato venerdì 11 febbraio da Coldiretti e Italatte SpA. All’atto della firma, il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena aveva al suo fianco i delegati di tutte le Federazioni provinciali, con Barbara Manzoni e il sottoscritto presenti. Come i nostri allevatori sanno bene, quello raggiunto è un buon accordo, sia sul piano del prezzo (con una partenza già da gennaio a 39 centesimi e l’arrivo a settembre 2011 a 40,2 centesimi al litro) sia sul piano della durata, visto che dà alle imprese nove mesi di certezza, e con essa la possibilità di una corretta pianificazione aziendale. E’ un’intesa che dà garanzia di una più equa remunerazione anche agli allevamenti che producono latte non destinato al circuito del Grana Padano. Chi invece produce latte da girare sul Grana Padano può continuare a beneficiare di remunerazioni più alte grazie alle quotazioni raggiunte da uno dei nostri migliori formaggi duri. L’accordo siglato con Italatte rappresenta quindi uno scudo a vantaggio delle aziende. Non possono che apparire inconsistenti, pretestuose, le reazioni di chi ha puntato il dito contro questa intesa, dimenticando che, ancora per i conferimenti del mese di dicembre 2010, il prezzo percepito dagli allevatori era di 36,5 centesimi/ litro. D’altro canto, c’è chi si assume, come noi, la responsabilità di trattare e

di decidere, con l’obiettivo di risolvere una situazione di difficoltà ed instabilità che si trascinava ormai da troppi mesi, e chi invece preferisce criticare e basta. Noi ai problemi delle aziende vogliamo offrire delle risposte concrete condivise con i nostri Soci. Un altro, importante, obiettivo raggiunto da Coldiretti è stata l’approvazione definitiva della legge sull’origine in etichetta, giunta, con il voto unanime di maggioranza e opposizione, il 18 gennaio 2011. E’ stato, nel frattempo, avviato il confronto sulle modalità attuative della norma, iniziando dai prodotti lattierocaseari, della suinicoltura e dal pomodoro. Tre produzioni fondamentali per la provincia di Cremona che, con la nuova legge, potranno essere maggiormente valorizzate e meglio remunerate, dacché non subiranno più la concorrenza sleale di prodotti in arrivo dall’estero e poi spacciati per Made in Italy. Come ha sottolineato il Presidente Sergio Marini, il nostro compito è ora difendere la legge in Europa. Sapremo sostenere, con lealtà e determinazione, l’azione a livello comunitario del Ministro per le Politiche Agricole Galan, del Governo e di tutto il Parlamento Italiano. Allo stesso tempo non mancheremo di denunciare, in ogni sede competente e nelle piazze, tutti i tentativi di chi, per interesse “particolare”, dovesse provare a boicottare un processo di democrazia e di trasparenza dell’informazione su ciò che mangiamo, in cui il nostro Paese, con questa legge, si è confermato leader in Europa, legiferando laddove l’UE, ancora troppo distante dai cittadini, ha trovato sempre il modo di impantanarsi perpetuando di fatto gli interessi delle lobby degli affari. Rendere riconoscibili i prodotti autenticamente italiani darà ai consumatori la possibilità di compiere scelte d’acquisto finalmente

Eugenio Torchio Delegato Confederale

libere e noi siamo certi che ad essere premiata sarà la qualità italiana, a vantaggio del reddito delle imprese agricole. La rapida attuazione della legge sarà strategica, per tutelare le nostre produzioni, a partire da quelle che oggi vivono una fase di grande difficoltà. Penso alla suinicoltura, un comparto fondamentale per l’agricoltura e per l’economia italiana, attualmente prostrato dai prezzi troppo bassi dei suini (prezzi che non coprono neppure i costi di produzione, in crescita costante), ma anche dalle forti importazioni dall’estero, dalla mancata valorizzazione del prodotto nazionale, dall’utilizzo di carni straniere per fare salumi e prosciutti venduti poi come Made in Italy al posto di quelli nostrani. Nelle scorse settimane Coldiretti ha riunito a Mantova una rappresentanza degli allevatori lombardi, tra cui un’ampia delegazione cremonese, studiando e proponendo alcune strade per salvare le aziende: accordi di sospensione delle rate bancarie per un anno per gli allevamenti che si sono indebitati per portare avanti l’attività, produzione di maiali leggeri, concentrazione dell’offerta tramite associazioni di imprese. Proseguiremo con determinazione, con l’energia che abbiamo posto nella battaglia sul prezzo del latte e nel percorso che ha portato all’approvazione della legge sull’etichettatura, per dare risposte e certezze ai suinicoltori del territorio ed un futuro alla suinicoltura italiana.

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l'Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura il

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MADE IN ITALY

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Approvata la legge sull’etichettatura

Grande vittoria di Coldiretti Definitiva approvazione, il 18 gennaio all'unanimità, della norma "salva Made in Italy". L’origine degli alimenti dovrà essere specificata in etichetta, così come l’eventuale presenza di ingredienti ogm. Stop alla pubblicità ingannevole.

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on l’approvazione della legge “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari” da parte della Commissione Agricoltura della Camera si conclude un iter che ha visto oltre dieci anni di impegno della Coldiretti assieme alle associazioni dei consumatori per assicurare la trasparenza di quanto si porta in tavola. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini in occasione della seduta della Commissione agricoltura della Camera, che il 18 gennaio 2011 ha sancito l’approvazione definitiva della legge salva Made in Italy sull’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta. La maggiore Organizzazione agricola italiana ed europea ha festeggiato l’atteso traguardo chiamando migliaia di agricoltori in Piazza Montecitorio, ove è stata cucinata una salsiccia di 100 metri, da offrire a rappresentanti istituzionali e parlamentari di maggioranza ed opposizione. L’articolo centrale della legge è il numero 4 sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Vi si prevede che - sottolinea la Coldiretti - al fine di assicurare ai consumatori una completa e corretta

informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonché al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari, è obbligatorio, nei limiti e secondo le procedure stabilite, riportare nell’etichettatura di tali prodotti, oltre alle indicazioni di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, e successive modificazioni, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformità alla normativa dell’Unione Europea, dell’eventuale utilizzazione di ingre-

Grande festa di Coldiretti, davanti a Montecitorio, per l’approvazione della legge sull’etichettatura. Per l’occasione è stata confezionata una salsiccia lunga oltre cento metri il

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dienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale. Per i prodotti non trasformati - continua la Coldiretti - il luogo d’origine riguarda il paese di produzione. Per quelli trasformati dovranno essere indicati il luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata. La legge prevede che, entro sessanta giorni dall’approvazione del ddl,


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siano emanati decreti interministeriali da parte del Ministero dello Sviluppo economico e di quello delle Politiche Agricole, sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale nei settori della produzione e della trasformazione agroalimentare e acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari, con cui verranno definite le modalità per l’indicazione obbligatoria, nonché le disposizioni relative alla tracciabilità dei prodotti agricoli di origine o di provenienza del territorio nazionale. Con gli stessi decreti - evidenzia la Coldiretti - saranno definiti, relativamente a ciascuna filiera, i prodotti alimentari soggetti all’obbligo dell’indicazione nonché il requisito della prevalenza della materia prima agricola utilizzata nella

MADE IN ITALY preparazione o produzione dei prodotti. Chi immette in commercio prodotti privi dell’indicazione d’origine rischia una sanzione fino a 9.500 euro. La legge sottolinea anche all’articolo 5 che le informazioni relative al luogo di origine o di provenienza delle stesse materie prime sono necessarie al fine di non indurre in errore il consumatore medio e l’omissione delle stesse costituisce pratica commerciale ingannevole. In questo modo si assicura lo stop alle pratiche commerciali sleali nella presentazione degli alimenti per quanto riguarda la reale origine geografica degli ingredienti utilizzati. Il testo prevede che - ha sottolineato la Coldiretti - l’origine degli alimenti dovrà essere indicata obbligatoriamente in etichetta e non potrà essere omessa anche nella

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comunicazione commerciale, per non indurre in errore il consumatore. All’articolo 2 della stessa legge si introduce anche il divieto di inserire il nome di formaggi Dop nell’etichetta delle miscele di formaggi. Il nome potrà comparire solo tra gli ingredienti e a patto che la presenza di formaggio Dop non sia inferiore al 20 per cento della miscela. La legge contiene anche altri provvedimenti che - conclude la Coldiretti - vanno dalla promozione di contratti di filiera e di distretto a livello nazionale all’istituzione di un Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, fino all’introduzione dell’obbligo per gli allevatori di bufala di rilevare il latte prodotto giornalmente per assicurare la piena trasparenza ai consumatori.

Origine, si lavora ai decreti attuativi Partendo da prodotti lattiero-caseari, suinicoltura e pomodoro

“Si apra subito il confronto per arrivare in tempi rapidi ai decreti attuativi”. E’ quanto aveva chiesto Coldiretti, all’indomani dell’approvazione della legge che impone l’origine in etichetta. La ‘macchina’, in effetti, si è subito messa in moto, con l’impegno a far sì che i primi prodotti ad essere etichettati sulla base della nuova legge siano latte a lunga conservazione e formaggi (anche per sostenere e migliorare gli ottimi risultati ottenuti dal settore lattierocaseario in Italia e all'estero e per difenderlo dal falso made in Italy, con tre litri di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri senza indicazioni per il consumatore, come il latte impiegato in quasi la metà delle mozzarelle vendute in Italia), i prodotti della suinicoltura, carne suina, salumi e salsicce (per dare risposte certe ad un comparto che sta affrontando una perdurante crisi dei redditi, sotto i colpi di prezzi bassi che non coprono i costi, forti importazioni dall’estero, mancata valorizzazione del prodotto nazionale e utilizzo di carni straniere per fare salumi e prosciutti venduti poi come Made in Italy) e le

conserve di pomodoro (altro comparto quotidianamente esposto al pressing dell’import cinese: basti dire che le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina sono praticamente quadruplicate in Italia negli ultimi dieci anni e rappresentano oggi la prima voce delle importazioni agroalimentari dal gigante asiatico).

Il confronto sulle modalità attuative dell’obbligo di etichettatura è iniziato il primo febbraio con i prodotti lattiero-caseari. Il giorno successivo, il 2 febbraio, è stata la volta del settore suinicolo per l’etichettatura della carne di maiale e degli insaccati. Coldiretti è naturalmente presente a tutti i tavoli della discussione. Con l’obiettivo di giungere prima possibile il

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all’applicazione della legge, e dunque alla concretizzazione di quello che rappresenta un risultato storico a tutela del Made in Italy. Fondamentale sarà anche difendere le scelte italiane sul tavolo comunitario. “Oggi più che mai – ha evidenziato il Presidente Sergio Marini – la nostra legge nazionale rappresenta un punto a favore della civiltà e della democrazia, ma anche un chiaro monito all’Unione Europea: quando forze sociali, consumatori e cittadini fanno squadra è possibile sconfiggere le lobby e far vincere la gente, quando sono in gioco la salute e la sicurezza di ciò che mangiamo si deve agire subito e non darsi tre anni per pensarci su, come vuole fare l’Europa”. Ecco perché, secondo il Presidente della prima Organizzazione agricola del Paese e d’Europa, l’Italia deve applicare subito la legge “anche a costo, se necessario, di aprire un contenzioso con l’Ue”. Peraltro, va ricordato che sono già tre i prodotti per i quali è obbligatoria l’etichettatura di origine per effetto di una normativa nazionale: latte fresco, passata di pomodoro e carne di pollo. (m.b.)


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“Importante provvedimento a tutela del made in Italy” L’allarme diossina dalla Germania, con il conseguente crollo nei consumi di prodotti della suinicoltura, ha dimostrato l’urgenza della legge sull’origine in etichetta “Consideriamo l’approvazione della legge sull’origine in etichetta un importante obiettivo raggiunto, a tutela delle produzioni made in Italy. L’urgenza e il valore di questo provvedimento sono risultati ancor più evidenti nelle scorse settimane, di fronte all’allarme diossina dalla Germania. Per effetto di questo allarme, abbiamo visto crollare i consumi di prosciutti, a causa del fatto che, purtroppo, prodotti ottenuti da maiali stranieri vengono continuamente “spacciati” come nazionali. In assenza di garanzie in merito all’origine, le famiglie italiane hanno preferito rinunciare a portare in tavola i prodotti della suinicoltura, con grave danno per gli allevatori italiani, che da sempre producono nel segno della qualità e della sicurezza”. A parlare è Simone Solfanelli, Direttore di Coldiretti Cremona, sulla base del monitoraggio effettuato in tutta Italia dalla Coldiretti, attraverso le proprie strutture territoriali, dopo che l’emergenza diossina scoppiata in Germania si è diffusa in tutta Europa, estendendosi dalle uova alla carne di maiale. “Hanno tenuto i consumi di uova, non a caso grazie al fatto che per le uova è prevista da tempo l’indicazione d’origine, mentre abbiamo assistito ad

Il Presidente Sergio Marini in occasione dell’approvazione della legge sull’etichettatura, assieme al Ministro Galan e al Presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo

un autentico crollo nella richiesta dei prodotti della suinicoltura – prosegue il Direttore di Coldiretti Cremona –. Un grave danno, come immediatamente denunciato dalla nostra Organizzazione, per gli allevatori di suini italiani che, già alle prese con la perdurante crisi del comparto, sono stati colpiti incolpevolmente dalla mancanza di regole per la trasparenza dell’informazione,

che fino ad ora non consentiva di distinguere il prodotto nazionale da quello importato.” “Anche per questo è grande e motivata – conclude Solfanelli – la nostra soddisfazione per l’approvazione di una legge fortemente voluta dalla Coldiretti, che impone l’origine in etichetta, a tutela dei diritti dei consumatori e del reddito degli imprenditori agricoli.”

“Denunceremo i boicottaggi” “Quando sono in gioco la volontà e gli interessi dell’intera collettività non bisogna avere paura di metterci la faccia fino in fondo" ha rimarcato il Presidente Sergio Marini in riferimento alla nuova legge, approvata all’unanimità dal Parlamento.

Sosterremo con lealtà e determinazione - ha aggiunto il Presidente Marini - l’azione a livello comunitario del Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan, del Governo e di tutto il Parlamento italiano. Allo stesso tempo non mancheremo di denunciare, in tutte il

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le sedi e nelle piazze, tutti i tentativi di chi, per interesse “particolare”, tenta di “boicottare” un processo di democrazia e di trasparenza dell’informazione su ciò che mangiamo in cui il nostro Paese, con questa legge, si è dimostrato leader in Europa”.


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Prezzo del latte firmato l’accordo

Partenza a gennaio a 39 centesimi e arrivo a settembre 2011 a 40,2 centesimi al litro "Positivo risultato che dà stabilità al settore e la certezza di un prezzo ai produttori" Accordo fatto per il prezzo del latte in Lombardia. L’intesa è stata firmata venerdì 11 febbraio presso la sede di Coldiretti Lombardia, a Milano in via Filzi, da: Philippe Laborne, amministratore delegato di Italatte SpA, Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia, e da Mario Lanzi, Presidente di Cia Lombardia, affiancati dalle rispettive delegazioni provinciali. L’accordo prevede la partenza a gennaio a 39 centesimi e l’arrivo a settembre 2011 a 40,2 centesimi al litro e risolve una situazione complessa che si trascinava ormai da troppi mesi e che creava incertezza sia agli allevatori che alle industrie, impedendo una corretta pianificazione aziendale. L’intesa segna un recupero di circa il 20 per cento del prezzo alla stalla rispetto allo stesso periodo del 2010. In una logica di confronto continuo e di valutazione della realtà di mercato le parti hanno anche convenuto che si ritroveranno dopo l’estate. Soddisfazione per l’intesa raggiunta viene espressa da Coldiretti Cremona, presente alla trattativa e alla firma: “Consideriamo l’accordo siglato un positivo risultato, che dà stabilità al settore e la certezza di un prezzo ai produttori – afferma Coldiretti Cremona –. Considerato che il punto di partenza (prezzo percepito dagli allevatori per il latte conferito in dicembre) era di 36,5 centesimi/litro, portare il prezzo a ‘quota’ 40,20 rappresenta motivo di soddisfazione per gli allevatori e per il comparto”.

“Nuove certezze per gli allevatori, un valore in più per il Made in Italy” “Un accordo di buon senso che mette fine a una situazione di incertezza per le aziende agricole che durava da troppo tempo” questo è il commento della delegazione Coldiretti dopo la firma dell’accordo sul prezzo del latte con Italatte, azienda leader del settore. La rappresentanza di Coldiretti era composta da Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia, da Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Brescia, Carlo Franciosi Presidente di Coldiretti Milano e Lodi, Giancarlo Colombi Presidente di Coldiretti Bergamo, Fortunato Trezzi, Presidente di Coldiretti Como, Alberto Marsetti Presidente di Coldiretti Sondrio, da Barbara Manzoni Delegata provinciale di Donne Impresa Coldiretti

Cremona, da Riccardo Gorzoni per la Coldiretti di Mantova e Vilma Pirola per la Coldiretti di Pavia. L’accordo prevede un netto miglioramento per le condizioni applicate alle stalle: con una partenza per gennaio 2011 a 39 centesimi rispetto ai 36,5 del dicembre 2010 e l’arrivo a settembre 2011 con 40,2 centesimi al litro. “E’ stata una trattativa complessa perché mai come in quest’ultimo anno le tensioni internazionali hanno influito sui rapporti fra allevatori e industria sia per quanto riguarda le materie prime, come mais e soia, sia per quel che riguarda il latte – spiegano Andena e Prandini – ma siamo convinti che un riferimento di mercato fosse indispensabile e influirà positivamente su tutti gli altri comparti lattiero caseari e sui loro prodotti”. La durata di 9 mesi dell’accordo – spiega Coldiretti Lombardia – è anche un modo per dare una maggiore prospettiva e stabilità alle imprese agricole, valorizzando il ruolo del settore lattiero caseario lombardo e le sue inimitabili produzioni Made in Italy.

Pac: la Regione s’impegna a garantire un anticipo di 200 milioni di euro

Segnaliamo che la Regione Lombardia ha recentemente confermato la volontà politica di garantire alle imprese agricole lombarde un anticipo dei fondi Pac, come avvenuto l’anno scorso. L’impegno preso è per duecento milioni di euro, che rappresenteranno una importante fonte di credito per le aziende (esse potranno così sfruttare i contributi nel regime de minimis, che altrimenti, per molte aziende, resterebbero inutilizzati). Anche relativamente a questo impegno preso dalla Regione, sapremo essere presenti affinché i finanziamenti promessi possano giungere alle imprese nei tempi e nei modi più efficaci, garantendo una significativa, necessaria, boccata d’ossigeno.

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Suinicoltori a confronto

per dare un futuro al comparto Marco Benedini Ufficio Economico

La suinicoltura italiana è provata da anni di prezzi bassi delle carni, da una concorrenza estera agguerrita e finora certamente sleale, da un esponenziale aumento dei costi di produzione cui non ha purtroppo fatto da contraltare un incremento delle quotazioni dei suini. Da qui l’esigenza, fortemente avvertita dagli allevatori, di un momento di confronto e programmazione, per giungere a proposte forti, concrete, a tutela di uno dei comparti più importanti della nostra agricoltura. Con queste premesse è nato l’incontro che – lunedì 31 gennaio a Mantova – ha visto i rappresentanti dei suinicoltori di tutta la Lombardia riunirsi, con il Responsabile nazionale di Coldiretti per la zootecnia, Giorgio Apostoli, e con il neo Presidente Anas, Andrea Cristiani. Ogni provincia vi ha preso parte con una delegazione composta da una decina di allevatori e dai tecnici del settore, con l’obiettivo di condividere l’analisi del difficile periodo che si sta affrontando, elaborando insieme i passi da compiere per garantire un futuro alle imprese agricole. Nelle pagine che seguono, riportiamo un’approfondita analisi, a cura della Coldiretti nazionale, nella quale bene si evidenziano le cause della crisi in atto, che non sto in questa sede a ribadire. Riassumo, invece, quelle che, dalla riunione del 31 gennaio, sono emerse come alcune azioni urgenti, da porre subito in campo, a tutela del comparto suinicolo italiano: 1. congelamento della situazione debitoria delle imprese agricole (per un periodo non inferiore a due anni) per dare liquidità di spesa nel breve periodo; 2. formulare ed attivare quanto prima il decreto applicativo della legge sull’obbligo dell’origine in etichetta; 3. intervento urgente rispetto alla speculazione sulle materie prime della razione alimentare. Importante intervenire anche a livello locale (Provincia e Regione) per regolamentare la produzione di energie da fonti rinnovabili ed evitare speculazioni ed azioni distorsive sul territorio (biogas con l’utilizzo di trinciato di mais e fotovoltaico a terra) che falsano il mercato degli affitti dei terreni, nonché l’approvvigionamento locale di materie prime; 4. migliorare l’attività e l’efficacia della CUN dei suini grassi ed avviare urgentemente la CUN suinetti; 5. lavorare sulla differenziazione delle produzioni (attività di ANAS), per arrivare alla produzione del suino leggero italiano per i tagli da macelleria. Necessario che Ministero e Regioni favoriscano la creazione del supporto tecnico, delle strutture e della logistica necesil

saria, quali macelli e stabilimenti di lavorazione, nonché i rapporti integrati di filiera; 6. agire con e sui consorzi di tutela delle DOP per una vera valorizzazione del suino allevato nel rispetto dei ferrei disciplinari di produzione. Per trasparenza e chiarezza, non solo puntare a prevedere la differenziazione dei luoghi di stagionatura per le cosce DOP e non DOP, ma prevedere che nella “governance” dei consorzi di tutela ci siano solo imprenditori produttori unicamente di quella produzione tutelata, agire sulla promozione come già fatto con i formaggi DOP; 7. arrivare alla stesura di contratto “tipo” di fornitura degli animali, che evidenzi il rispetto di diritti e doveri delle controparti, prevedendo un prezzo minimo garantito che tenga conto dei costi di produzione (come già accaduto con Barilla, P. Morris), concordato tra gli attori della filiera a garanzia della sopravvivenza della filiera stessa; 8. valutare l’opportunità di un provvedimento di “riqualificazione degli allevamenti per l’impatto ambientale” non isolato e fine a se stesso, ma teso veramente a rilanciare e riqualificare il comparto produttivo; 9. attivazione da parte delle Regioni di linee di credito nei PSR specifiche per gli ammodernamenti degli allevamenti soprattutto alla luce delle norme per il benessere degli animali; 10. le pubbliche amministrazioni devono alzare il livello dei controlli alla frontiera delle carni e dei suini non solo per le provenienze extra UE. L’azione a tutela della suinicoltura si arricchisce, oggi, di un elemento cruciale: dopo dieci anni di battaglie, Coldiretti è riuscita ad ottenere la definitiva approvazione della legge che impone l’origine in etichetta. Per la suinicoltura italiana, come per tutte le altre produzioni made in Italy, è un risultato importante. Per anni abbiamo visto la carne di suini esteri (animali allevati senza rispettare le rigide regole e senza i controlli cui sono sottoposti gli allevamenti italiani) giungere in Italia e poi, in assenza dell’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta, venir trasformata e venduta al cittadino come made in Italy. Con il cittadino che acquistava, e pagava, quella che credeva fosse l’autentica qualità italiana. Si aggiunga il recente danno subito Cremonese

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ECONOMICO

a seguito dell’allarme diossina dalla Germania. Per effetto di questa situazione, abbiamo visto crollare i consumi di prosciutti: in assenza di garanzie in merito all’origine, le famiglie italiane hanno preferito rinunciare a portare in tavola i prodotti della suinicoltura, con grave danno per gli allevatori italiani, che da sempre producono nel segno della qualità e della sicurezza. Tutto questo può aver fine, dacché la nuova legge – che deve, quanto prima, essere applicata – permetterà ai cittadini, con l’origine in etichetta, di distinguere chiaramente fra l’autentico made in Italy e i prodotti in arrivo dall’estero. L’obiettivo è arrivare a riconoscere, in termini economici,

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tutti gli sforzi che i nostri allevatori mettono in campo per ottenere una carne di altissima qualità. Pensando ai rigorosissimi disciplinari dei prosciutti di Parma e San Daniele, è bene ribadire che non solo la coscia del suino rappresenta l’eccellenza italiana e va valorizzata. E’ l’animale allevato in Italia ad essere di qualità superiore, e se da un lato la coscia garantisce l’eccellenza del prosciutto dop, è evidente che anche tutti gli altri prodotti che ne derivano meritano di avere la giusta remunerazione. Con l’origine in etichetta si potrà far sì che venga remunerato a prezzi italiani solo il prodotto di suini allevati con criteri, costi e garanzie autenticamente made in Italy.

CONSIDERAZIONI SULLA CONGIUNTURA ECONOMICA DEL MERCATO SUINICOLO ITALIANO La suinicoltura italiana sta attraversando un periodo di profonda crisi: nonostante la stabilità dei livelli produttivi nazionali, le quotazioni dei suini vivi continuano a registrare un trend negativo che si accompagna alla straordinaria crescita dei costi di produzione, causata dall’aumento dei prezzi delle materie prime per i mangimi. Il quadro è aggravato dalla crescente pressione competitiva dell’importazione di suini vivi e carni suine.

La produzione suinicola italiana, il circuito DOP e le macellazioni I dati Eurostat per il 2010 indicano una produzione degli allevamenti italiani di 12.948.000 capi, sostanzialmente invariata rispetto al 2009 (+0,2%). Nel circuito dei prosciutti DOP, per il 2010 si considera un bilancio di 8.698.038 suini certificati (-0,1% rispetto al 2009 e pari al 67% della produzione totale). Le macellazioni suine sono invece in aumento. Nel 2010 (stime ANAS) dovrebbero essere stati macellati in Italia circa 13.792.000 capi (+1,5% rispetto al 2009). L’aumento delle macellazioni è imputabile sia all’incremento dei capi suini vivi importati da altri Paesi dell’Unione Europea (843.566 capi esteri macellati: + 25,6% vs 2009) sia all’aumento del peso medio dei suini alla macellazione, imposto dall’industria di macellazione. L’elaborazione dei dati ISTAT evidenzia che il peso vivo medio a capo dovrebbe aggirarsi intorno ai 151,63 kg (+1,22% rispetto al 2009), e che il peso morto medio dovrebbe essere di 121,11 kg/capo (+ 1,13%).

L’andamento dei prezzi del suino pesante e i costi di produzione Sul fronte dei prezzi, l’ultimo quinquennio è stato particolarmente negativo per i suinicoltori italiani. L’annata peggiore è stata il 2007, nella quale il prezzo del suino pesante a Modena si è sempre collocato sotto il costo medio di produzione (1,40 €/kg per gli allevamenti a ciclo chiuso). L’annata con i prezzi migliori è stata il 2008, purtroppo è stata anche quella che ha fatto registrare il più alto costo unitario di produzione (1,47 €/kg per gli allevamenti a ciclo chiuso). Nel 2007 i prezzi sono sempre stati inferiori al costo medio e verosimilmente un andamento analogo si è verificato nel 2010. Possiamo affermare che sono anni che i suinicoltori italiani producono sostenendo costi mediamente superiori ai prezzi di mercato del suino vivo. I costi di produzione si possono dividere in due categorie: costi espliciti (alimentazione, lavoro, energia, spese per interventi medico-sanitari, ecc.) e altri costi (interessi sugli investimenti ed ammortamenti). Per meglio interpretare il comportamento delle aziende suinicole e valutare la sostenibilità della loro attività, è utile rapportare l’andamento dei prezzi con i costi espliciti. Infatti, se il prezzo percepito dall’allevatore è inferiore al costo totale unitario ma copre almeno i costi espliciti, l’allevatore remunera i fattori produttivi correnti ma non riesce a generare risorse per fare investimenti sulle strutture ed attrezzature (per es. adeguamenti alle nuove normative sul benessere animale, ecc..). Si tratta di una situazione critica, perché nelle migliori delle condizioni le aziende proseguono l’attività finché le condizioni di obsolescenza degli impianti lo consentono, mentre in caso di avvenuto indebitamento per ammodernamento degli impianti le aziende possono già non disporre della liquidità necessaria per assicurare la gestione ordinaria. Negli anni 2007 e 2008 (elaborazione su dati CRPA) il prezzo medio del suino pesante è stato inferiore ai costi espliciti sostenuti dall’allevatore ed analoga potrebbe essere la situazione del 2010 (proiezione dato = – 0,080 €/kg). il

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ECONOMICO

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GENNAIO/FEBBRAIO - 2011

ANNO

Costo medio di produzione del suino da 160/180 kg in allevamenti a ciclo chiuso

Costo medio esplicito (comprendente alimentazione, lavoro e altri costi, esclusi gli interessi e gli ammortamenti)

Prezzo medio del suino da 156/176 kg/p.v. rilevato sui mercati di Modena, Mantova e Milano

Differenza prezzo suino pesante e costo medio esplicito

2006

1,29 €/kg

1,16 €/kg

1,241 €/kg

+0,081 €/kg

2007

1,40 €/kg

1,27 €/kg

1,143 €/kg

-0,127 €/kg

2008

1,47 €/kg

1,33 €/kg

1,317 €/kg

-0,013 €/kg

2009

1,30 €/kg

1,18 €/kg

1,220 €/kg

+0,040€/kg

2010

1,43 €/kg

1,31 €/Kg

1,226 €/kg

-0,080 €/kg

Elaborazioni su dati CCIAA di Modena, Mantova e Milano e Centro Ricerche Produzioni Animali S.p.a. Dati 2010: proiezioni aumento costi alimentari sui costi CRPA 2009 (elaborazione ANAS)

Nel 2010 si stima un significativo aumento del costo di produzione (+ 10%), legato al considerevole incremento dei prezzi dei cereali registrati a partire dallo scorso mese di giugno, che sull’anno hanno determinato un aumento del costo formula standard di +18,1% Come risaputo i suinicoltori italiani sostengono costi per la produzione del suino pesante più elevati rispetto a tutti gli altri suinicoltori europei. Le ragioni sono note: - maggior peso vivo rispetto al suino leggero (circa + 50 Kg) - periodo di allevamento prolungato (almeno 9 mesi: + 3 mesi rispetto al suino leggero) - vincoli alimentari dovuti ai Disciplinari DOP - requisiti della carcassa (maggior contenuto di tessuto adiposo), ecc.. In base al monitoraggio realizzato a livello europeo da Interpig nel 2009, il costo di produzione del suino pesante italiano è risultato superiore del 18,2% a quello medio europeo e per quanto riguarda l’alimentazione il maggior costo ha raggiunto il 33,1%.

L’andamento del costo delle materie prime per mangimi

In sintesi, negli ultimi sei mesi del 2010 il costo di una razione alimentare standard per suini è cresciuto del 34,6% rispetto all’ultimo semestre del 2009 e non sembra che le attuali previsioni produttive dei cereali e della soia a livello mondiale possano far sperare in un miglioramento della situazione per gli allevatori suinicoli: secondo Toepfer International nella campagna 2010-2011 la produzione mondiale di frumento dovrebbe calare del 5,2%, quella il

0,22

2009

0,2

2010

0,18 0,16 0,14

Andamento del prezzo della crusca di frumento €/kg Milano 0,190 0,170 0,150 0,130 0,110 0,090 0,070 0,050

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Coltivatore

2009 2010

52

49

46

43

40

37

34

31

28

25

22

19

16

13

7

10

0,12 4

L’impennata dei prezzi delle materie prime è iniziata nel giugno 2009. Il confronto dei prezzi del secondo semestre 2010 rispetto al secondo semestre del 2009 evidenzia quanto segue: la crusca di frumento è aumentata del 48,6%, il mais nazionale comune del 48,4% e l’orzo del 51,3%. Solo la farina di estrazione di soia, che rappresenta comunque circa il 15% della razione alimentare del suino, ha fatto registrare una lieve flessione (- 3,2%).

Andamento del prezzo del mais €/kg Milano 0,24

1

Il costo degli alimenti rappresenta la quota più rilevante del costo di produzione sostenuto dall’allevatore: l’incidenza percentuale media del costo dell’alimentazione sul costo totale di produzione nel triennio 2007-2008-2009 è stata del 59% circa (elaborazione su dati CRPA).


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dell’orzo del 17% e quella della soia dello 0,9%, mentre la produzione mondiale di mais potrebbe mantenersi più stabile (+1% rispetto alla precedente annata agraria). Nei tre grafici si evidenzia l’andamento del prezzo dei cereali rilevato sul mercato di Milano negli anni 2009 e 2010.

I cambiamenti strutturali del mercato italiano e le importazioni di carni suine

GENNAIO/FEBBRAIO - 2011

Andamento del prezzo dell'orzo €/kg Milano 0,27 0,25 0,23 0,21 0,19

2009 2010

0,17 0,15 0,13

52

49

46

43

40

37

34

31

28

25

22

19

16

13

7

10

4

1

Le difficoltà economico-finanziarie dei suinicoltori italiani 0,11 negli ultimi anni hanno portato ad un progressivo abbandono dell’attività dovuta alla mancanza di un’efficace aggregazione dell’offerta, e quindi a un ridotto potere contrattuale verso gli ingrassatori e i macellatori. Inoltre, nel 2010 si è assistito ad una forte pressione dell’importazione di suini vivi. In particolare, nei primi 9 mesi dell’anno sono aumentati del 15% gli acquisti dall’estero di cosce fresche per un totale di 443.195 t, a cui si aggiungono 1.623 t di cosce congelate. In totale esse corrispondono a circa 45 milioni di pezzi (ai quali dovrebbero ulteriormente aggiungersi le cosce ricavate dalle carcasse o dalle mezzene importate, anch’esse aumentate del 9,1% per un totale di 97.477 t). Si tratta di un dato molto rilevante che evidenzia la dipendenza dell’industria di trasformazione italiana dalla materia prima di importazione per le produzioni non DOP (ad esempio, prosciutti crudi non marchiati, prosciutti cotti, mortadelle, speck, ecc.). Purtroppo, oltre ai salumi non marchiati, anche molti prodotti a base di carne suina che si fregiano del riconoscimento comunitario dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) (Mortadella Bologna, Speck Alto Adige, ..) sono realizzati con carne di suino proveniente dall’estero in quanto la normativa comunitaria ammette che solo una delle fasi produttive (dall’allevamento alla lavorazione del salume) sia realizzata all’interno di una determinata area geografica. Solo alcuni salumi IGP hanno disposizioni produttive che impongono l’approvvigionamento di carni derivate da suini allevati in Italia (Prosciutto di Norcia, Ciauscolo). Per questi motivi, l’approvazione della norma che ha imposto l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine della materia prima utilizzata rappresenta un’importante opportunità per la suinicoltura nazionale. Ora la “battaglia”, nel prossimo futuro, si sposta a Bruxelles per l’approvazione dell’Unione Europea.

Utilizzazione carni suine ed export dei prodotti trasformati La carne suina prodotta in Italia è prevalentemente destinata (2/3) alle trasformazioni industriali. E’ utile ricordare che per la carne destinata al consumo fresco la nostra suinicoltura assicura comunque fino al 90% del fabbisogno interno, mentre per il settore della trasformazione delle cosce, l’autosufficienza non raggiunge il 35%. L’attività produttiva dell’industria di trasformazione non sembra abbia sofferto le difficoltà del settore primario. Basti pensare che (stime ANAS) nel 2010 gli acquisti totali di carne suina (in equivalente carcassa) realizzati dall’industria di trasformazione, dalla ristorazione e dalle famiglie, dovrebbero essere aumentati del 5,6% rispetto al 2009. Il buon andamento del comparto industriale è testimoniato anche dai dati delle esportazioni di carni suine trasformate che nel periodo gennaio-settembre del 2010 hanno registrato un sensibile aumento: l’export dei prosciutti crudi con osso è aumentato del 47,4% rispetto allo stesso periodo del 2009, quello dei prosciutti disossati e speck del 7,0%, quello dei salami e delle salsicce del 14,0%, della mortadella e dei wurstel del 18,4 % e l’export dei prosciutti cotti è aumentato del 10,7%. In totale, nei primi nove mesi del 2010 sono state vendute all’estero 88.322 t di carni lavorate (+14,2% rispetto al 2009), di cui 38.496 t di prosciutti crudi e speck (43,6% del totale), 16.247 t di salami e salsicce (18,4% del totale), 19.621 t di mortadella e wurstel (22,2% del totale) e 8.175 t di prosciutti cotti (9,3% del totale). Il valore dell’export delle carni lavorate è stato di 672.954.618 euro (+13,9% rispetto allo stesso periodo del 2009). In sostanza viene confermata la potenzialità dell’export italiano, già evidenziata da alcuni indicatori tecnici, quali il RTA (Relative Trade Advantage) misura del vantaggio competitivo delle esportazioni rispetto ad altri Paesi.

La valorizzazione della produzione suinicola italiana Come è noto, la situazione di crisi della suinicoltura italiana è aggravata dallo scarso potere contrattuale che gli allevatori hanno all’interno di tutta la filiera delle carni e delle produzioni DOP. A dimostrazione di ciò bastino i dati diffusi dal Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) di Reggio Emilia che annualmente calcola la distribuzione del valore lungo tutta la filiera produttiva. Nel 2009, le quote percentuali del valore dei prodotti finali ottenuti da un suino pesante italiano sono state così ripartite: il 15,9% all’allevatore, il 10,5% al macellatore, il 23,6% all’industria ed il 50% alla distribuzione. Se la questione è stata affrontata con i rappresentanti dei macellatori e dei trasformatori nel Tavolo della filiera suinicola istituito presso il MIPAAF, ancora non sono state avviate iniziative concrete che coinvolgano la Grande Distribuzione Organizzata che esercita un forte potere di controllo sulle dinamiche commerciali di tutta la filiera. La difficile situazione del mercato suinicolo italiano è oggi legata anche all’impossibilità di realizzare il

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ECONOMICO

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una migliore organizzazione della produzione: le intese tra imprenditori finalizzate ad una programmazione della produzione hanno finora trovato un ostacolo nella vigente normativa antitrust. Una programmazione produttiva realizzata in funzione della richiesta quantitativa e qualitativa del mercato nazionale renderebbe di certo il settore più stabile.

I consumi ed i prezzi medi per canali di acquisto Gli effetti della crisi economica, con la diminuita disponibilità economica delle famiglie, non hanno determinato una riduzione dei consumi domestici di carni suine ma stanno parzialmente penalizzando i salumi a DOP di maggior valore a vantaggio di prodotti più economici. La crisi ha comunque determinato una politica ribassista da parte della GDO-DO che commercializza circa l’84% di tutta la carne suina e dei salumi consumati in Italia.

Considerazioni riepilogative La situazione. L’aumento dei costi di produzione, innescato dall’impennata dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione, ha acuito una situazione già critica. La suinicoltura italiana, incentrata sulla produzione di suini pesanti, è maggiormente penalizzata per la più elevata incidenza dei costi alimentari rispetto agli altri Paesi europei. Numerosi allevamenti rischiano di essere esclusi dal sistema produttivo. La forte vocazione/specializzazione per il suino pesante se da un lato è un elemento di qualificazione della suinicoltura italiana dall’altro, nelle condizioni attuali di mancato equilibrio tra offerta e domanda, costituisce un pesante vincolo per il settore. L’eccesso di offerta di suini per le DOP (circa il 30% delle cosce dei suini certificati viene destinata ad altre lavorazioni) e la banalizzazione dell’immagine dei prodotti DOP dovuta alla diffusione di prodotti succedanei (prosciutti smarchiati) non consentono la necessaria valorizzazione economica del prodotto e, nel medio e lungo periodo, minano la tenuta della filiera delle DOP. È illusorio pensare di agire solamente attraverso il seppur necessario contenimento dei costi!!!!!! Quindi: • L’avvio dell’etichettatura con l’indicazione d’origine può contrastare, soprattutto nel settore dei prosciutti crudi, la subdola concorrenza dei prodotti ottenuti con carni importate, e può favorire nel settore dei salumi IGP l’utilizzo di carni suine italiane. • La generazione e la distribuzione equa del valore è una condizione imprescindibile per la suinicoltura e passa attraverso una efficace programmazione quali-quantitativa della produzione per il circuito DOP. • La redditività dell’allevamento e dell’intera filiera si può difendere unicamente attraverso una marcata differenziazione qualitativa del prodotto. Subire la logica della produzione di una commodity, imposta da una parte dell’industria e della distribuzione, avrebbe come conseguenza una continua contrazione del margine dell’allevamento.

Il contenuto di tipicità e innovazione dei salumi italiani costituisce un impareggiabile potenziale per la difesa commerciale dei produttori. I prodotti italiani “modernamente tipici” hanno ampi margini di miglioramento del grado di penetrazione sui mercati internazionali, come è confermato da diversi indicatori. In ogni caso servono azioni coerenti lungo tutta la filiera per rafforzare le caratteristiche distintive del prodotto. L’appartenenza al circuito DOP e il soddisfacimento delle richieste derivanti anche dall’applicazione della classificazione oggettiva delle carcasse imporrà agli allevatori una maggior omogeneità di comportamenti soprattutto circa le razze allevate. L’utilizzo di tipi genetici non idonei, provenienti da altre suinicolture, determina oggi una rilevante quota di scarto che non è compatibile con gli obiettivi della filiera e tanto meno con la sostenibilità economica dell’allevamento e del macello.

In conclusione, la crisi impone una ristrutturazione della suinicoltura italiana. Gli indirizzi produttivi devono essere più articolati per sfruttare le opportunità offerte dalla domanda di diversi segmenti di mercato: prodotto tradizionale, prodotto legato al territorio e/o a razze autoctone, prodotto a contenuto salutistico e/o biologico, prodotto ad alto contenuto di servizio, ecc.. • Rimodulazione degli indirizzi degli allevamenti separando allevamenti specializzati per il suino pesante DOP e allevamenti specializzati per il suino leggero. Le commistioni tra i due sistemi produttivi non sono possibili. • Sviluppo del segmento del suino leggero “magro” per avviare il riequilibrio (tra domanda ed offerta) nel circuito DOP, senza dover imporre l’uscita dall’attività di allevamento a una parte dei suinicoltori italiani. Naturalmente è necessaria la collaborazione dell’industria di macellazione che deve credere nella rigenerazione di canali di commercializzazione che nel recente passato sono stati abbandonati a vantaggio del prodotto importato. In particolare, i tagli costituiti dalle cosce del suino “magro” possono trovare una valorizzazione commerciale sia nel settore dei cotti (finalmente con cosce di origine italiana) sia nel settore degli Speck (IGP e non). • Innovazione delle modalità di vendita dei suini. Deve essere previsto un coinvolgimento contrattuale dei trasformatori per limitare la discrezionalità dei macelli. I contratti di vendita dovrebbero passare dagli attuali impegni al conferimento di suini con prezzo non definito (riferimento bollettini) a contratti di fornitura con precisa indicazione della durata e del prezzo pattuito tenendo conto dei costi di produzione degli allevatori. il

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GESTIONE RIFIUTI

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Come gestire i rifiuti in azienda Sottoscritta una convenzione tra Coldiretti Lombardia e “Cascina Pulita” per supportare le aziende nella corretta gestione dei rifiuti agricoli La corretta gestione dei rifiuti prodotti nell'ambito delle attività aziendali rappresenta per l'imprenditore agricolo un pesante onere burocratico ed una importante voce di costo nel bilancio aziendale. A complicare ulteriormente la situazione sono intervenute di recente alcune disposizioni legislative (Sistri) che contribuiscono, nel complesso, a penalizzare gravemente le inadempienze dei detentori. Le irregolarità nella gestione dei rifiuti hanno ripercussioni negative nell’erogazione dei contributi comunitari (Pac – condizionalità). E' da tale stato di fatto, pertanto, che nasce la convenzione stipulata di recente fra Coldiretti Lombardia e Cascina Pulita, azienda specializzata proprio nella gestione dei rifiuti prodotti in agricoltura e che ha al suo attivo più di 20.000 contratti di smaltimento rifiuti agricoli in Italia. L’innovativo servizio di Cascina Pulita permette: - un puntuale smaltimento a domicilio a costi contenuti ed in larga parte prestabiliti alla stesura del contratto (così l’azienda sa fin dall’inizio quanto inciderà sul proprio bilancio il costo annuale per lo smaltimento dei rifiuti); - un più pratico e ordinato stoccaggio in azienda con la consegna, in comodato d'uso, di contenitori adeguati alle differenti esigenze di stoccaggio proprie di ciascun produttore agricolo; (vedi immagine 1) - il ritiro in un’unica soluzione delle varie tipologie di rifiuti aziendali grazie a mezzi di trasporto opportunamente attrezzati per trasportare (in maniera separata, sul medesimo camion) tutti i rifiuti. Questo sistema garantisce un notevole risparmio nei costi di trasporto. (immagine 2) Alla luce della convenzione siglata dalla Coldiretti Regionale, anche i Soci di Coldiretti Cremona potranno usufruire del servizio sopra descritto e trovare tutte le informazioni utili presso gli Uffici Zona. Per una più completa informazione delle aziende, verranno organizzati nei prossimi giorni alcuni incontri sul territorio, con la presenza di tecnici di Cascina Pulita, volti a chiarire tutti gli aspetti della materia. 1. Esempio di contenitori forniti in comodato gratuito con il servizio Cascina Pulita

2. I mezzi utilizzati per il ritiro dei rifiuti in azienda, opportunamente attrezzati per trasportare (in maniera separata, sul medesimo camion) tutti i rifiuti

il

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DATORI DI LAVORO

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TRASMISSIONE TELEMATICA DEI CERTIFICATI DI MALATTIA Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica

L’INPS, con circolare n. 21 del 31 gennaio 2011, informa sulla piena operatività dell'art. 25 della legge n. 183/2010 la quale ha stabilito che, nei casi di assenza per malattia dei lavoratori del settore privato, le modalità relative al rilascio e alla trasmissione della certificazione di malattia vengano uniformate a quelle già previste per i lavoratori del settore pubblico ai sensi dell’art. 55-septies del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Ciò al fine di assicurare un quadro completo delle assenze per malattia nei settori pubblico e privato e una maggiore efficacia al sistema dei controlli. Con tale disposizione vi è il riconoscimento dell’obbligo, per i medici del SSN o con esso convenzionati, di utilizzare le modalità di trasmissione telematica dei certificati attestanti la malattia dei lavoratori di datori di lavoro privati. L’eventuale inosservanza di tale obbligo comporta l’irrogazione di sanzioni disciplinari nei confronti dei medici inadempienti, così come previsto nella circolare 1 del 19.3.2010 del Dipartimento della Funzione pubblica e del Dipartimento della Digitalizzazione della pubblica Amministrazione e innovazione tecnologica.

L'INPS precisa inoltre che l'art. 25 in esame non intende invece apportare alcuna innovazione per quanto concerne la normativa generale inerente la prestazione economica dell'indennità di malattia erogata dall'Inps ai lavoratori del settore privato ai sensi dell'articolo 2, D.L. n. 663/1979, rimanendo sempre riconosciuta al lavoratore privato la possibilità di richiedere al proprio medico curante, anche qualora questi non sia un medico del SSN o con esso convenzionato, la certificazione attestante lo stato di incapacità lavorativa. Alla luce di quanto sopra, si ricorda ai datori di lavoro che i propri dipendenti sono sempre tenuti a comunicare tempestivamente l’assenza per malattia, a produrre, entro 2 giorni, l’attestato di malattia la copia per il datore di lavoro rilasciata dal medico curante. L’attestato deve riportare anche il domicilio di reperibilità durante la malattia, infatti è facoltà del datore di lavoro richiedere all’INPS o all’ASL la visita fiscale per accertare l'effettivo stato di malattia del dipendente assente dal lavoro. I nostri uffici sono a disposizione per ogni evenienza nel merito e per l’espletamento di tutte le pratiche necessarie.

Ricambi agricoli - Articoli e forniture industriali - Utensileria - Lubricanti il

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- Lamiere forate.


Tabelle paga attualmente in vigore per salariati agricoli A seguito del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti sottoscritto dalle parti in data 25 maggio 2010, con decorrenza e durata dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2013, dal 1° gennaio 2011 sono state determinate le nuove tabelle paga dei salariati dando così corso al secondo aumento retributivo previsto, che è pari all’1,6%. In questo inserto a cura dell’Ufficio Datori di Lavoro, inserto che consigliamo agli Imprenditori Agricoli di staccare e conservare, si riportano le tabelle complete.

foto Bruno Toscani

Inserto da staccare e conservare

il

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16 FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI CREMONA

Tabella paga operai agricoli TRADIZIONALI in vigore dal 1° gennaio 2011 Tabelle paga operai agricoli T R A D I Z I O N A L I in vigore dal 1° gennaio 2011 Via Ala Ponzone, 8 - 26100 CREMONA

ANZIANITA' DI SERVIZIO SULL'AZIENDA CAPO OPERAIO Salario mensile Paga oraria Ora straordinaria 25% / irrigazione Ora festiva 35% Ora straordinaria festiva 40% Trattenute per malattia o infortunio-al giorno (paga giorn.) Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giorno Festività infrasettimanali/domeniche lavorate 35%

Inf. 2 anni

Sup. 2 anni

1.569,96 9,29 11,61 12,54 13,01 60,38 76,65 81,52

Sup. 4 anni

1.583,30 9,37 11,71 12,65 13,12 60,90 77,29 82,21

1.596,64 9,45 11,81 12,75 13,23 61,41 77,93 82,90

Sup. 6 anni

Sup. 8 anni

1.609,98 9,53 11,91 12,86 13,34 61,92 78,58 83,60

Sup. 10 anni

1.623,32 9,61 12,01 12,97 13,45 62,44 79,22 84,29

1.636,66 9,68 12,11 13,07 13,56 62,95 79,86 84,98

CAPO BERGAMINO - CAPO PORCARO Salario mensile 1.561,78 1.575,02 1.588,26 1.601,50 1.614,74 1.627,98 Paga oraria 9,24 9,32 9,40 9,48 9,55 9,63 Ora straordinaria 25% / irrigazione 11,55 11,65 11,75 11,85 11,94 12,04 Ora festiva 35% 12,48 12,58 12,69 12,79 12,90 13,00 Ora straordinaria festiva 40% 12,94 13,05 13,16 13,27 13,38 13,49 Trattenute per malattia o infortunio-al giorno (paga giorn.) 60,07 60,58 61,09 61,60 62,11 62,61 Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giorno 75,87 76,50 77,14 77,78 78,42 79,06 Festività infrasettimanali/domeniche lavorate 35% 81,09 81,78 82,47 83,15 83,84 84,53 SUPER SPECIALIZZATI (Trattorista meccanico, meccanico d'azienda, add. frutteto, casaro, bergamino, trattorista, fecondatore laico, autista, muratore, falegname, elettricista, macellatore) Salario mensile 1.520,48 1.533,26 1.546,04 1.558,82 1.571,60 1.584,38 Paga oraria 9,00 9,07 9,15 9,22 9,30 9,38 Ora straordinaria 25% / irrigazione 11,25 11,34 11,44 11,53 11,62 11,72 Ora festiva 35% 12,15 12,25 12,35 12,45 12,55 12,66 Ora straordinaria festiva 40% 12,60 12,70 12,81 12,91 13,02 13,13 Trattenute per malattia o infortunio-al giorno (paga giorn.) 58,48 58,97 59,46 59,95 60,45 60,94 Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giorno 73,76 74,38 75,00 75,61 76,23 76,84 Festività infrasettimanali/domeniche lavorate 35% 78,95 79,61 80,28 80,94 81,60 82,27 SPECIALIZZATI (Bergamino, trattorista, add. frutt. irrigatore, resp. all. avicolo, alimentatore) Salario mensile 1.433,29 1.445,79 1.458,29 1.470,79 1.483,29 1.495,79 Paga oraria 8,48 8,55 8,63 8,70 8,78 8,85 Ora straordinaria 25% / irrigazione 10,60 10,69 10,79 10,88 10,97 11,06 Ora festiva 35% 11,45 11,55 11,65 11,75 11,85 11,95 Ora straordinaria festiva 40% 11,87 11,98 12,08 12,18 12,29 12,39 Trattenute per malattia o infortunio-al giorno (paga giorn.) 55,13 55,61 56,09 56,57 57,05 57,53 Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giorno 69,67 70,28 70,88 71,48 72,08 72,69 Festività infrasettimanali/domeniche lavorate 35% 74,42 75,07 75,72 76,37 77,02 77,67 QUALIFICATI (Mandriani, cavallanti, add. sem., add. all. avicoli, porcari e tutti gli altri lavoratori salariati fissi non classificati in altra categoria) Salario mensile 1.258,75 1.270,11 1.281,47 1.292,83 1.304,19 1.315,55 Paga oraria 7,45 7,52 7,58 7,65 7,72 7,78 Ora straordinaria 25% / irrigazione 9,31 9,39 9,48 9,56 9,65 9,73 Ora festiva 35% 10,06 10,15 10,24 10,33 10,42 10,51 Ora straordinaria festiva 40% 10,43 10,52 10,62 10,71 10,80 10,90 Trattenute per malattia o infortunio-al giorno (paga giorn.) 48,41 48,85 49,29 49,72 50,16 50,60 Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giorno 61,15 61,70 62,24 62,79 63,34 63,89 Festività infrasettimanali/domeniche lavorate 35% 65,36 65,95 66,54 67,13 67,72 68,31 QUALIFICATI SUPER Salario mensile Paga oraria Ora straordinaria 25% / irrigazione Ora festiva 35% Ora straordinaria festiva 40% Trattenute per malattia o infortunio-al giorno (paga giorn.) Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giorno Festività infrasettimanali/domeniche lavorate 35%

1.332,08 7,88 9,85 10,64 11,03 51,23 64,68 69,17

1.344,01 7,95 9,94 10,74 11,13 51,69 65,26 69,79

TRATTENUTE DI LEGGE CONTRATTUALI: INPS 8,84% sul salario lordo

1.355,94 8,02 10,03 10,83 11,23 52,15 65,83 70,40

1.367,87 8,09 10,12 10,93 11,33 52,61 66,41 71,02

1.379,80 8,16 10,21 11,02 11,43 53,07 66,98 71,64

C.A.C. 0,20 % sul salario lordo CIMI 1,305% sul salario lordo

MAGGIORAZIONI: Lavoro notturno (esclusi bergamini e capi) 40% sulla retribuzione normale. Lavoro straordinario festivo (oltre 8 ore) 40% sulla retribuzione normale. Lavoro festivo notturno (22 - 6) 45% sulla retribuzione normale.

SOSTITUZIONI: Il salariato qualificato che sostituisce il bergamino ha diritto, in aggiunta al salario normale, al litro di latte gratuito e ad un compenso giornaliero di €. 8,67 Il salariato qualificato super che sostituisce il bergamino ha diritto, in aggiunta al salario normale, al litro di latte gratuito e ad un compenso giornaliero di €. 5,06 Il bergamino che sostituisce il capo durante la malattia o le ferie ha diritto ad un compenso pari a €. 6,28 giornaliere.

SOSTITUTO TRATTORISTA: Se salariato qualificato per ogni ora di uso effettivo delle trattrici €. 1,32 Se salariato qualificato super per ogni ora di uso effettivo delle trattrici €. 0,76

IRRIGAZIONE: Il lavoratore addetto all' irrigazione ha diritto alla retribuzione oraria prevista in tabella per le ore di lavoro effettuate in più delle 8 giornaliere, indipendentemente che vengano fatte di giorno, di notte, in festa.

AVVENTIZI Specializzati Paghe orarie Qualificati Paghe orarie

Normale

Straord. 25%

Festiva 35%

T.F.R.

13,10

13,94

14,36

0,73

9,65

11,49

12,23

12,60

0,64

ADDETTI CATTURA POLLI (notturna) (paga oraria 16 - 65 anni)

Str.fest.40%

10,99

12,60 INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE

1.391,73 8,24 10,29 11,12 11,53 53,53 67,56 72,26


FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI CREMONA Ala Ponzone, 17 8 - 26100 CREMONA FEDERAZIONEViaPROVINCIALE COLDIRETTI CREMONA FEDERAZIONE PROVINCIALE CREMONA Via AlaFPonzone, 8 I- V 26100 Tabelle paga operai agricoli LOROV ACOLDIRETTI I SCREMONA T I in vigore dal 1째 gennaio 2011 Via Ala Ponzone, 8 - 26100 CREMONA Tabelle paga operai agricoli F L O R O V I V A I S T I in vigore dal 1째 gennaio 2011 Tabelle paga operai agricoli F L O R O V I V A I S T I in vigore dal 1째 gennaio 2011

Tabella paga operai agricoli FLOROVIVAISTI in vigore dal 1째 gennaio 2011 ANZIANITA' DI SERVIZIO SULL'AZIENDA

Inf. 2 anni

Sup. 2 anni

Sup. 4 anni

Sup. 6 anni

Sup. 8 anni

Sup. 10 anni

Inf. 2 anni Sup. 2 anni Sup. 4 anni Sup. 6 anni Sup. 8 anni Sup. 10 anni ANZIANITA' DI SERVIZIO SULL'AZIENDA Inf. 2 anni Sup. 2 anni Sup. 4 anni Sup. 6 anni Sup. 8 anni Sup. 10 anni ANZIANITA' DI SERVIZIO SULL'AZIENDA CAPO GIARDINIERE E CAPO COLTIVATORE VIVAISTA Salario mensile 1.593,73 1.607,07 1.620,41 1.633,75 1.647,09 1.660,43 CAPO GIARDINIERE E CAPO COLTIVATORE VIVAISTA Paga oraria 9,43 9,51 9,59 9,67 9,75 9,83 Salario mensile 29% E 1.593,73 1.607,07 1.620,41 1.633,75 1.647,09 1.660,43 CAPO GIARDINIERE CAPO COLTIVATORE VIVAISTA Ora straordinaria / irrigazione 12,17 12,27 12,37 12,47 12,57 12,67 Paga oraria 9,43 9,51 9,59 9,67 9,75 9,83 Salario mensile 1.593,73 1.607,07 1.620,41 1.633,75 1.647,09 1.660,43 Ora festiva 40% 13,20 13,31 13,42 13,53 13,64 13,76 Ora 29% / irrigazione 12,17 12,27 12,37 12,47 12,57 12,67 Paga oraria 9,43 9,51 9,59 9,67 9,75 9,83 Ora straordinaria straordinaria festiva 50% 14,15 14,26 14,38 14,50 14,62 14,74 Ora festiva 40% 13,20 13,31 13,42 13,53 13,64 13,76 straordinaria 29% /oirrigazione 12,17 12,27 12,37 12,47 12,57 12,67 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 61,30 61,81 62,32 62,84 63,35 63,86 Ora straordinaria festivaarbitrarie 50% 14,15 14,26 14,38 14,50 14,62 14,74 festivaper 40% 13,20 13,31 13,42 13,53 13,64 13,76 Trattenute assenze e scioperi - al giorno 77,29 77,94 78,58 79,22 79,87 80,51 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 61,30 61,81 62,32 62,84 63,35 63,86 Ora straordinaria festivao 50% 14,15 14,26 14,38 14,50 14,62 14,74 Trattenute per assenze e -scioperi - al giorno 77,29 77,94 78,58 79,22 79,87 80,51 malattia oarbitrarie infortunio al giorno 61,30 61,81 62,32 62,84 63,35 63,86 SPECIALIZZATI SUPER (Ibridatore-selezionatore, conduttore giardiniere,79,22 conduttore meccanico) Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giornoaiutante di laboratorio, 77,29 77,94 di caldaie, 78,58 79,87 80,51 Salario mensile 1.543,70 1.556,48 1.569,26 1.582,04 1.594,82 1.607,60 SPECIALIZZATI SUPER (Ibridatore-selezionatore, aiutante di laboratorio, conduttore giardiniere, conduttore meccanico) Paga oraria 9,13 9,21 di caldaie, 9,29 9,36 9,44 9,51 SPECIALIZZATI (Ibridatore-selezionatore, aiutante di laboratorio, conduttore giardiniere, conduttore1.594,82 meccanico) 1.543,70 1.556,48 1.569,26 1.582,04 1.607,60 Salario mensile SUPER Ora straordinaria 29% / irrigazione 11,78 11,88 di caldaie, 11,98 12,08 12,17 12,27 Paga oraria 9,13 9,21 9,29 9,36 9,44 9,51 Salario mensile 1.543,70 1.556,48 1.569,26 1.582,04 1.594,82 1.607,60 Ora festiva 40% 12,79 12,89 13,00 13,11 13,21 13,32 Ora 29% / irrigazione 11,78 11,88 11,98 12,08 12,17 12,27 Pagastraordinaria oraria 9,13 9,21 9,29 9,36 9,44 9,51 Ora straordinaria festiva 50% 13,70 13,81 13,93 14,04 14,16 14,27 Ora festiva 40% 12,79 12,89 13,00 13,11 13,21 13,32 straordinaria 29% /oirrigazione 11,78 11,88 11,98 12,08 12,17 12,27 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 59,37 59,86 60,36 60,85 61,34 61,83 Ora straordinaria festivaarbitrarie 50% 13,70 13,81 13,93 14,04 14,16 14,27 festivaper 40% 12,79 12,89 13,00 13,11 13,21 13,32 Trattenute assenze e scioperi - al giorno 74,88 75,50 76,11 76,73 77,35 77,96 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 59,37 59,86 60,36 60,85 61,34 61,83 Ora straordinaria festivao 50% 13,70 13,81 13,93 14,04 14,16 14,27 Trattenute per assenze e -scioperi - al giorno 74,88 75,50 76,11 76,73 77,35 77,96 malattia oarbitrarie infortunio al giorno 59,37 59,86 60,36 60,85 61,34 61,83 SPECIALIZZATI (Vivaista, addettoe al giardino, trattorista e addetto agricole complesse) Trattenute per assenze arbitrarie scioperi - aloperatore giorno di serra, addetto 74,88 alla manutenzione 75,50 del verde, 76,11 76,73macchine 77,35 77,96 Salario mensile 1.453,43 1.465,93 1.478,43 1.490,93 1.503,43 1.515,93 SPECIALIZZATI (Vivaista, addetto al giardino, operatore di serra, addetto trattorista e addetto Paga oraria 8,60 alla manutenzione 8,67 del verde,8,75 8,82macchine agricole 8,90 complesse) 8,97 SPECIALIZZATI addetto al giardino, operatore di serra, addetto trattorista e1.490,93 addetto agricole complesse) Salario mensile (Vivaista, 1.453,43 1.465,93 1.478,43 1.503,43 1.515,93 Ora straordinaria 29% / irrigazione 11,09 alla manutenzione 11,19 del verde, 11,29 11,38macchine 11,48 11,57 Paga oraria 8,60 8,67 8,75 8,82 8,90 8,97 Salario mensile 1.453,43 1.465,93 1.478,43 1.490,93 1.503,43 1.515,93 Ora festiva 40% 12,04 12,14 12,25 12,35 12,45 12,56 Ora 29% / irrigazione 11,09 11,19 11,29 11,38 11,48 11,57 Paga oraria 8,60 8,67 8,75 8,82 8,90 8,97 Ora straordinaria straordinaria festiva 50% 12,90 13,01 13,12 13,23 13,34 13,46 Ora festiva 40% 12,04 12,14 12,25 12,35 12,45 12,56 straordinaria 29% /oirrigazione 11,09 11,19 11,29 11,38 11,48 11,57 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 55,90 56,38 56,86 57,34 57,82 58,31 Ora straordinaria festivaarbitrarie 50% 12,90 13,01 13,12 13,23 13,34 13,46 festivaper 40% 12,04 12,14 12,25 12,35 12,45 12,56 Trattenute assenze e scioperi - al giorno 70,53 71,13 71,74 72,34 72,94 73,54 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 55,90 56,38 56,86 57,34 57,82 58,31 Ora straordinaria festivao 50% 12,90 13,01 13,12 13,23 13,34 13,46 Trattenute per assenze e -scioperi - al giorno 70,53 71,13 71,74 72,34 72,94 73,54 malattia oarbitrarie infortunio al giorno 55,90 56,38 56,86 57,34 57,82 58,31 QUALIFICATI (Operaioarbitrarie addetto ea scioperi compiti-semplici Trattenute per assenze al giorno anche con l'utilizzo 70,53 di attrezzature 71,13 meccaniche 71,74non semoventi) 72,34 72,94 73,54 Salario mensile 1.275,29 1.286,65 1.298,01 1.309,37 1.320,73 1.332,09 QUALIFICATI Paga oraria (Operaio addetto a compiti semplici anche con l'utilizzo 7,55 di attrezzature 7,61 meccaniche 7,68non semoventi) 7,75 7,81 7,88 QUALIFICATI (Operaio addetto a compiti semplici anche con l'utilizzo di attrezzature meccaniche Salario mensile 1.275,29 1.286,65 1.298,01 1.309,37 1.320,73 1.332,09 Ora straordinaria 29% / irrigazione 9,73 9,82 9,91non semoventi) 9,99 10,08 10,17 Paga oraria 7,55 7,61 7,68 7,75 7,81 7,88 Salario mensile 1.275,29 1.286,65 1.298,01 1.309,37 1.320,73 1.332,09 Ora festiva 40% 10,56 10,66 10,75 10,85 10,94 11,04 Ora 29% / irrigazione 9,73 9,82 9,91 9,99 10,08 10,17 Paga oraria 7,55 7,61 7,68 7,75 7,81 7,88 Ora straordinaria straordinaria festiva 50% 11,32 11,42 11,52 11,62 11,72 11,82 Ora festiva 40% 10,56 10,66 10,75 10,85 10,94 11,04 straordinaria 29% /oirrigazione 9,73 9,82 9,91 9,99 10,08 10,17 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 49,05 49,49 49,92 50,36 50,80 51,23 Ora straordinaria festivaarbitrarie 50% 11,32 11,42 11,52 11,62 11,72 11,82 festivaper 40% 10,56 10,66 10,75 10,85 10,94 11,04 Trattenute assenze e scioperi - al giorno 61,95 62,49 63,04 63,59 64,14 64,68 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 49,05 49,49 49,92 50,36 50,80 51,23 Ora straordinaria festivao 50% 11,32 11,42 11,52 11,62 11,72 11,82 Trattenute per assenze e -scioperi - al giorno 61,95 62,49 63,04 63,59 64,14 64,68 malattia oarbitrarie infortunio al giorno 49,05 49,49 49,92 50,36 50,80 51,23 QUALIFICATI SUPER (Operaio l'utilizzo di attrezzature meccaniche Trattenute per assenze arbitrarie addetto e scioperia -compiti al giornoesecutivi semplici 61,95 anche con 62,49 63,04 63,59 semoventi) 64,14 64,68 1.351,76 1.363,69 1.375,62 1.387,55 1.399,48 1.411,41 Salario mensile QUALIFICATI l'utilizzo di attrezzature meccaniche Paga oraria SUPER (Operaio addetto a compiti esecutivi semplici 8,00 anche con8,07 8,14 8,21 semoventi) 8,28 8,35 QUALIFICATI semplici con l'utilizzo di1.375,62 attrezzature meccaniche Salario mensileSUPER 1.387,55 1.399,48 1.411,41 Ora straordinaria 29% /(Operaio irrigazioneaddetto a compiti esecutivi 1.351,76 10,32 anche1.363,69 10,41 10,50 10,59 semoventi) 10,68 10,77 Paga oraria 8,00 8,07 8,14 8,21 8,28 8,35 Salario mensile 1.351,76 1.363,69 1.375,62 1.387,55 1.399,48 1.411,41 Ora festiva 40% 11,20 11,30 11,40 11,49 11,59 11,69 Ora 29% / irrigazione 10,32 10,41 10,50 10,59 10,68 10,77 Pagastraordinaria oraria 8,00 8,07 8,14 8,21 8,28 8,35 Ora straordinaria festiva 50% 12,00 12,10 12,21 12,32 12,42 12,53 Ora festiva 40% 11,20 11,30 11,40 11,49 11,59 11,69 straordinaria 29% /oirrigazione 10,32 10,41 10,50 10,59 10,68 10,77 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 51,99 52,45 52,91 53,37 53,83 54,29 Ora straordinaria festivaarbitrarie 50% 12,00 12,10 12,21 12,32 12,42 12,53 festivaper 40% 11,20 11,30 11,40 11,49 11,59 11,69 Trattenute assenze e scioperi - al giorno 65,63 66,21 66,78 67,36 67,93 68,51 Trattenute per malattia infortunio - al giorno 51,99 52,45 52,91 53,37 53,83 54,29 Ora straordinaria festivao 50% 12,00 12,10 12,21 12,32 12,42 12,53 Trattenute per assenze e -scioperi - al giorno 65,63 66,21 66,78 67,36 67,93 68,51 malattia oarbitrarie infortunio al giorno 51,99 52,45 52,91 53,37 53,83 54,29 Trattenute per assenze arbitrarie e scioperi - al giorno 65,63 66,21 66,78 67,36 67,93 68,51 TRATTENUTE DI LEGGE CONTRATTUALI: INPS 8,84% sul salario lordo C.A.C. 0,20 % sul salario lordo CIMI 1,305% sul salario lordo TRATTENUTE DI LEGGE CONTRATTUALI: INPS 8,84% sul salario lordo TRATTENUTE DI LEGGE CONTRATTUALI: INPS 8,84% sul salario lordo

AVVENTIZI Specializzati AVVENTIZI Paga oraria AVVENTIZI Specializzati Qualificati Specializzati Paga oraria Paga oraria Paga oraria Qualificati Qualificati Paga oraria Paga oraria

Normale

C.A.C. 0,20 % sul salario lordo C.A.C. 0,20 % sul salario lordo

Straord. 29% Festiva 40%

CIMI 1,305% sul salario lordo CIMI 1,305% sul salario lordo

Str.fest. 50%

11,15

13,63

14,56

15,42

9,77 11,15 9,77 9,77

11,94 13,63 11,94 11,94

12,77 14,56 12,77 12,77

13,52 15,42 13,52 13,52

Normale Straord. 29% Festiva 40% Str.fest. 50% 40% Str.fest. 50% Normale 29% Festiva14,56 11,15 Straord. 13,63 15,42

INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE

T.F.R.

Irrigazione

0,73

13,63

0,64 0,73 0,64 0,64

13,63

T.F.R. Irrigazione T.F.R. 0,73 Irrigazione 13,63


FEDERAZIONE COLDIRETTI ViaPROVINCIALE Ala Ponzone, 8 - 26100 CREMONA CREMONA FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI CREMONA Via Ala Ponzone, 8 26100 CREMONA Tabelle paga operai agricoli8 in vigore dal 1° gennaio 2011 FEDERAZIONE COLDIRETTI CREMONA ViaPROVINCIALE Ala Ponzone, - 26100 CREMONA 18 Tabelle paga operai agricoli in vigore dal 1° gennaio 2011 Viaoperai Ala Ponzone, - 26100 Tabelle paga agricoli8 in vigoreCREMONA dal 1° gennaio 2011 Tabelle paga operai agricoli in vigore dal 1° gennaio 2011 Tabelle paga operai agricoli in vigore dal 1° gennaio 2011

Tabella paga operai agricoli TRADIZIONALI in vigore dal 1° gennaio 2011

GRANDI RACCOLTE GRANDI RACCOLTE Normale Straordinaria Festiva T.F.R. G R Aoraria N D I (dai R A16CaiC65 OL TE Normale8,19 Straordinaria 9,77 Festiva10,39 T.F.R. 0,54 Paga anni) G R Aoraria N D I (dai R A16CaiC65 OL TE Normale8,19 Straordinaria 9,77 Festiva10,39 T.F.R. 0,54 Paga anni) Normale8,19 Straordinaria 9,77 Festiva10,39 T.F.R. 0,54 G R Aoraria N D I (dai R A16CaiC65 OL TE Paga anni) Paga oraria (dai 16 ai 65 anni) Normale8,19 Straordinaria 9,77 Festiva10,39 T.F.R. 0,54 AVVENTIZI SPURGO ROGGE Paga 8,19 9,77 10,39 0,54 A V V oraria E N T (dai I Z I16 S ai P 65 U Ranni) GO ROGGE Normale Maggioraz. lavoro in acqua Straor. e Fest. T.F.R. A V V E N T I Z I S P U R G O R O G G E Normale Maggioraz. lavoro in acqua Straor. e Fest. T.F.R. Paga base 4,35 A V V base ENTIZI SPURGO ROGGE Normale3,02 Straor. e Fest. T.F.R. Maggioraz. lavoro in acqua Paga 4,35 Contingenza Normale3,02 Maggioraz. lavoro in acqua Straor. e Fest. T.F.R. A V V base ENTIZI SPURGO ROGGE Paga 4,35 Contingenza Valore fisso contrattuale 0,02 Paga base Normale4,35 Maggioraz. lavoro in acqua Straor. e Fest. T.F.R. Contingenza 3,02 Valore fisso contrattuale 0,02 Terzo elemento mobile 2,26 Contingenza 3,02 Paga base 4,35 Valore fisso 0,02 Terzo 2,26 9,75 P A G elemento A O contrattuale R Amobile RIA 9,65 13,32 0,64 Valore fisso 0,02 Contingenza 3,02 Terzo 2,26 9,75 P A G elemento A O contrattuale R Amobile RIA 9,65 13,32 0,64 Terzo 2,26 Valore fisso 0,02 P A G elemento A O contrattuale R Amobile RIA 9,65 13,32 0,64 9,75 9,75 P A G elemento A O R Amobile RIA 9,65 13,32 0,64 Terzo 2,26 VALORE GIORNATA CONVENZIONALE CAMPARI 9,75 P G A ROER G A IROI R ANATA CONVENZIONALE CAMPA 9,65 13,32 0,64 VA A 1° LO RI Dal gennaio 2010 è di €. 83,80. V A 1° LO R E G2010 I O Rè N A CONVENZIONALE CAMPARI Dal gennaio di A €.T83,80. V A 1° LO R E G2011 I O Rè N A CONVENZIONALE CAMPARI Dal gennaio di A €.T83,80. Dal gennaio di A €.T83,80. V A 1° LO R E G2010 I O Rè N A CONVENZIONALE CAMPARI INDENNITA' DI FINE RAPPORTO Dal 1° gennaio 2010 è di €. 83,80. IND N N I T 2011 A ' Dl'indennità I F I N Edi R A rapporto PPORT O Dal 1°Egennaio fine spettante in applicazione della normativa vigente è di €. 5,35 per ogni giornata convenzionale. IDal ND N N I T 2011 A ' Dl'indennità I F I N Edi R A rapporto PPORT O 1°Egennaio fine spettante in applicazione della normativa vigente è di €. 5,35 per ogni giornata convenzionale. IND N N I T 2011 A ' Dl'indennità I F I N Edi R A rapporto PPORT O Dal 1°Egennaio fine spettante in applicazione della normativa vigente è di €. 5,35 per ogni giornata convenzionale. 1°Egennaio fine spettante in applicazione della normativa vigente è di €. 5,35 per ogni giornata convenzionale. IDal ND N N I T 2011 A ' Dl'indennità I F I N Edi R A rapporto PPORT O N.B.: Dal 1°. gennaio 2011 l'indennità di fine rapporto spettante in applicazione della normativa vigente è di €. 5,35 per ogni giornata convenzionale. N . B : Il valore dell'indennità di fine rapporto per ogni giornata si applica alle giornate convenzionali maturate nel periodo di validità delle presenti retribuzioni. N . B . : dell'indennità di fine rapporto per ogni giornata si applica alle giornate convenzionali maturate nel periodo di validità delle presenti retribuzioni. Il valore . B . : dell'indennità di fine rapporto per ogni giornata si applica alle giornate convenzionali maturate nel periodo di validità delle presenti retribuzioni. IlN valore Il valore N . B . : dell'indennità di fine rapporto per ogni giornata si applica alle giornate convenzionali maturate nel periodo di validità delle presenti retribuzioni. Il valore dell'indennità di fine rapporto per ogni giornata si applica alle giornate convenzionali maturate nel periodo di validità delle presenti retribuzioni.

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FISCALE

NUMERO 1

GENNAIO/FEBBRAIO - 2011

COMPENSAZIONE CREDITI CON RUOLI SCADUTI Silvia Trevisi Ufficio Fiscale Impresa Verde

Con la “manovra correttiva” è stata introdotta una ulteriore stretta sulla compensazione dei crediti. Dal 1 gennaio 2011 non è più possibile procedere a compensazioni di crediti in F24 con debiti erariali, in presenza di iscrizioni a ruolo scaduti (decorsi i 60 giorni dalla scadenza) di importo superiore a euro 1.500. In particolare i debiti che fanno scattare il divieto sono quelli caratteristici della sezione Erario, compreso l’IRAP che anche se è iscritto nella sezione regioni non costituisce “tributo proprio delle Regioni” e le addizionali Comunali e Regionali, a condizione che l’importo delle cartelle esattoriali scadute superi euro 1.500. Non rientrano nell’ambito dell’applicazione del divieto, quindi non vietano la compensazione, i ruoli scaduti generati da tributi locali, contributi previdenziali, i premi INAIL e le sanzioni amministrative Inoltre, non è nemmeno consentito, per ora, compensare l’eccedenza di credito, al netto del debito scaturito dal ruolo, ma la normativa prevede prima di saldare il debito con il pagamento del corrispettivo dovuto ed inseguito, effettuare le compensazioni desiderate. Il rischio di procedere ugualmente alla

compensazione è grave poiché verrà applicata una sanzione del 50% dei debiti iscritti a ruolo, sanzione maggiorata del 20% in più rispetto alla compensazione di un credito non spettante (pari al 30%) e inferiore all’indebita compensazione di un credito inesistente (dal 100% al 200%). Tutta la disciplina della compensazione del credito IVA, introdotta lo scorso anno, è invece rimasta invariata. Per importi inferiori a euro 10.000 può essere fatta liberamente, per importi superiori a euro 10.000 deve essere inviata la dichiarazione IVA in via autonoma (disgiungendola dal modello Unico) e potrà essere effettuata solo dopo il giorno 16 del mese successivo all’invio. Mentre per l’utilizzo in compensazione di crediti IVA superiore a euro 15.000 è necessaria l’apposizione del Visto di conformità da parte di un soggetto abilitato. Ulteriore novità di quest’anno riguarda invece la modalità di richiesta del rimborso IVA che non deve essere più presentato al concessionario della riscossione, ma inviata insieme alla dichia-

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razione dell’IVA a partire dal 1 febbraio 2011. Anche in questo caso la dichiarazione IVA contenente la domanda di rimborso dovrà essere disgiunta dal modello Unico. Il rimborso va richiesto tramite la presentazione della dichiarazione IVA, autonoma o unificata (tramite la compilazione del quadro VR); in questa sede è possibile richiedere l’erogazione del rimborso in conto fiscale tramite indicazione del relativo importo. Entro 10 giorni dall’invio della dichiarazione, qualora il contribuente abbia optato per l’erogazione del rimborso in conto fiscale, l’Agenzia delle Entrate trasmette all’agente per la riscossione i dati necessari, secondo le modalità riportate in allegato al Provvedimento in oggetto. Entro altri 10 giorni, se dovuta, l’agente richiede al contribuente la presentazione di una delle garanzie ex art. 38-bis, D.P.R. n. 633/1972. L’agente della riscossione eroga il rimborso tramite accreditamento sul conto corrente bancario o postale comunicato.

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FISCALE

NUMERO 1

GENNAIO/FEBBRAIO - 2011

OPERAZIONI IVA OLTRE 3.000 EURO Scatta l’obbligo di comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini IVA di importo pari o superiore a 3.000 euro. Il termine per il primo invio (relativo al periodo d’imposta 2010) è il 31 ottobre 2011. Nella fase iniziale, l’adempimento scatterà solo per le fatture da 25.000 euro in su e la comunicazione sarà limitata alle sole operazioni per cui è obbligatoria l’emissione della fattura. Una volta a regime, dal 2012, le

comunicazioni andranno inviate entro il 30 aprile di ogni anno. Sono escluse dall’obbligo di comunicazione: importazioni, esportazioni, operazioni paesi Black list ed operazioni già oggetto di altre comunicazioni (es. La comunicazione degli amministratori di condominio). Dati da comunicare: partita Iva, o in mancanza codice fiscale, per i soggetti non residenti i dati identificativi, comprensivi per le persone fisiche, del luogo

e la data di nascita, sesso e domicilio fiscale. Dal 1 maggio 2011 per le operazioni certificate dal solo scontrino fiscale, ed importo superiore ad euro 3.600, andranno richiesti al cliente il codice fiscale e i dati anagrafici completi. I dati dei “privati” verranno utilizzati dall’amministrazione finanziaria per la verifica della capacità reddituale, c.d redditometro.

OPERAZIONI INTRACOMUNITARIE OBBLIGO DI RICHIESTA PREVENTIVA ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE ELENCHI VIES

Dal 2011 per effettuare operazioni di cessioni intracomunitarie di beni e di acquisti intracomunitari di beni è necessario fare espressa dichiarazione all’Agenzia delle Entrate la quale, entro 30 giorni, dovrà dare la propria autorizzazione che si concretizza nell’iscrizione del numero di Partita del contribuente nell’elenco dei soggetti autorizzati a svolgere operazioni intracomunitarie, noto anche come elenco VIES. Per i soggetti che sono già in possesso del numero di partita IVA, è stabilita l’iscrizione automatica nell’elenco VIES se hanno presentato elenchi intra.stat (acquisti /vendite di beni /prestazioni servizio) negli anni 2009 o 2010 e se hanno regolarmente presentato la dichiarazio-

ne Iva per il periodo 2009. La domanda di inserimento nell’archivio Vies non è per tutti. Infatti, solo i contribuenti che intendono eseguire operazioni intracomunitarie devono presentare all’Agenzia delle Entrate una domanda per dichiarare la volontà di operare con l’estero. L’adempimento può essere fatto anche inviando una raccomandata, insieme alla copia fotostatica di un documento di identità, all’ufficio competente per le attività di controllo. Già dal 1° febbraio è comunque disponibile nel sito Internet dell’Agenzia, www.agenziaentrate.gov.it, un servizio che permette di consultare preventivamente l’elenco delle partite Iva che, alla data del 30 gennaio 2011, risulteranno in posses-

il

Cremonese

Coltivatore

so dei requisiti per essere incluse nel Vies. Di conseguenza, questi operatori non dovranno chiedere di essere inclusi nell’archivio, dato che vi rientreranno automaticamente a partire dalla fine di febbraio. Per i titolari di partita Iva scatta il doppio pagamento dell’Iva se non si ha nessuna autorizzazione o iscrizione al Vies. L’Iva sarà dovuta in Italia nel momento in cui il contribuente qui domiciliato risulta destinatario di un acquisto intracomunitario di beni o sia committente di una prestazione di servizi generica. La norma prevede di trasferire il gettito fiscale a quello Stato membro in cui avviene effettivamente il consumo finale dei beni ceduti.



23 NUMERO 1

INFORMAZIONE ALLE IMPRESE

GENNAIO/FEBBRAIO - 2011

Sportello "Agritel" presso tutti gli uffici Coldiretti: la telefonia che riduce i costi delle imprese Agritel è la società creata dalla Coldiretti per accentrare i costi di Telefonia Mobile per tutte le strutture Coldiretti e i rispettivi associati. A seguito di questo nel 2009 nasce il progetto: “Sportello Agritel presso Tutti gli Uffici Zona Coldiretti”. In un momento in cui l’economia è in crisi e i costi aziendali aumentano, Agritel è una risposta concreta per ridurre i costi. Va inserita in quest’ottica di risparmio la convenzione stipulata tra Agritel e le Società di Servizio Coldiretti che porterebbe ad un risparmio per l’azienda quantificabile in una media tra il 30 ed il 45%. Punti di forza dei servizi forniti da Agritel sono sicuramente il Servizio Clienti e l’Assistenza Tecnica. La società dà, infatti, molta importanza a questi elementi e si è dotata di professionisti che, con cortesia e professionalità, si prendono cura delle esigenze dei clienti senza l’utilizzo di filtri o di risponditori automatici. Il cliente, quando chiama

questi servizi, sa sempre che dall’altra parte della cornetta trova un professionista che conosce bene la sua azienda e tutti i servizi utilizzati. Oltre a tariffe interessanti e concorrenziali, altri punti di forza sono sicuramente la possibilità di parlare a costo zero tra i soci aderenti (per 10 ore mensili a Sim), fatturazione mensile con traffico e tasse di concessione governativa posticipati di 60 giorni, nessun canone mensile, nessuno scatto alla risposta, si pagano gli effettivi secondi di conversazione, insomma un’offerta chiara e senza asterischi. Per migliorare il servizio, Agritel si è dotata di una sede a Milano e, attraverso la convenzione stipulata con le Società di Servizio Coldiretti, ha aperto sportelli Agritel informativi per lo svolgimento delle pratiche burocratiche presso tutti gli Uffici Zona Coldiretti. L’imprenditore oggi è sempre più assorbito nella conduzione della propria

Bruno Toscani Responsabile Provinciale Agritel

azienda e sempre meno è il tempo per curare la ricerca dei migliori servizi al prezzo giusto, quindi l’iniziativa di Coldiretti va nella direzione di sostenere le imprese associate in questa attività. “Agritel non è uno dei tanti gestori telefonici ma è la Società di riferimento per le telecomunicazioni (TLC) dei Soci Coldiretti”. Per qualsiasi informazione, potete rivolgerVi presso la Sede Provinciale Coldiretti e presso tutti gli Uffici Zona.

Ufficio Agritel Sede di Cremona INCARICATI DI ZONA SORESINA - Via Matteotti, 12 Tel. 0372.732990 - Fax 0372.732980 Incaricato Agritel: Mauro Boni maurotiziano.boni@coldiretti.it CREMONA - Via Ruffini, 28 Tel. 0372.732930 - Fax 0372.732940 Incaricata Agritel: Katia Martelli katiamaria.martelli@coldiretti.it CREMA - Via Macello, 34 Tel. 0372.732900 - Fax 0372.732925 Incaricato Agritel: Davide Porrini davide.porrini@coldiretti.it CASALMAGGIORE - Via Cairoli, 3 Tel. 0372.732960 - Fax 0372.732970 Incaricata Agritel: Valentina Bassi valentina.bassi@coldiretti.it

www.cremona.coldiretti.it, il sito di Coldiretti Cremona

UFFICIO PROVINCIALE

www.cremona.coldiretti.it è l’indirizzo del sito di Coldiretti Cremona. Uno strumento di informazione e comunicazione, aggiornato in tempo reale, rivolto agli imprenditori agricoli e a tutti i cittadini attenti ai temi della difesa e valorizzazione dell’agricoltura e alimentazione made in Italy, alla promozione del territorio, alla tutela dell’ambiente.

CREMONA - Via Ala Ponzone n.8 Tel. 0372.499811 - Fax 0372.499899 Responsabile Provinciale: Bruno Toscani bruno.toscani@coldiretti.it

Agricoltura e Ambiente sono in tv Ricordiamo che W l’Agricoltura, la trasmissione tv proposta da Coldiretti Cremona, va in onda: ogni giovedì, ore 20.15, su TeleColor e PrimaRete - in replica la domenica, ore 13, su TeleColor.

il

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ACQUE

NUMERO 1

GENNAIO/FEBBRAIO - 2011

Acqua, forte denuncia di Coldiretti Cremona:

Andrea Ragazzini Ufficio Ambiente

"La burocrazia mette a rischio l’irrigazione"

“Con delusione – e con grande preoccupazione – ci troviamo, una volta di più, a fare i conti con una burocrazia che mette in ginocchio le imprese agricole e le attività produttive del territorio. Sul tema acqua le Istituzioni dovrebbero guardare alle aziende agricole come a delle efficaci alleate nell’impegno a tutela del territorio, anziché penalizzarle, come purtroppo invece sta accadendo”. Una dichiarazione forte, netta, giunge da Coldiretti Cremona, a denuncia di quanto sta avvenendo sul ‘fronte’ irrigazione. Sotto accusa vi è una nota (la n. 17799) giunta dalla Regione Lombardia, Risorse Idriche e Programmazione: un monito, rivolto alle Province, a rispettare precisi dettami nel rilascio delle licenze annuali di attingimento per il prelievo d’acqua. Si sancisce, in sintesi, che tali licenze possano essere concesse o rinnovate solo se in presenza di portate massime inferiori ai 40 litri al secondo. “A chiunque abbia una seppur minima conoscenza della nostra agricoltura appare chiara l’irragionevolezza di tale richiesta – spiega Coldiretti Cremona –. In molte zone della provincia di Cremona è presente un sistema di irrigazione a scorrimento che prevede l’utilizzo di pompe idrovore con portate nell’ordine dei 250-300 litri al secondo. Bloccando il limite nel prelievo a 40 litri al secondo, si va di fatto ad impedire l’irrigazione dei campi. Se la Provincia dovesse attenersi alla regola fissata dalla Regione, non potrebbe che respingere la totalità delle richieste di prelievo rivolte dagli agricoltori cremonesi”. Parliamo di licenze richieste dagli agri-

coltori per l’irrigazione di campi dove non è presente alcun’altra fonte di approvvigionamento idrico (ad esempio quella rappresentata dai Consorzi Irrigui). La richiesta viene rinnovata ogni anno, in relazione al piano colturale dell’azienda agricola. “Quando l’azienda avanza la domanda della prima licenza, la Provincia esige una relazione agronomica che giustifichi i quantitativi di acqua richiesti in funzione delle colture praticate – tiene ad evidenziare la Coldiretti –. Già questo passaggio, che pur non è previsto dal regolamento regionale, testimonia l’im-

pegno, da parte dell’azienda, di utilizzare i quantitativi d’acqua che le sono strettamente necessari, senza sprechi di una risorsa che, noi agricoltori per primi, sappiamo essere vitale e preziosissima. A riprova dell’impegno ad evitare sprechi d’acqua, si consideri anche il fatto che, per le aziende, l’irrigazione rappresenta un costo”. “Comprendiamo e condividiamo l’esigenza di garantire ai corsi d’acqua il deflusso minimo vitale (D.M.V.). Ma l’adesione ad una giusta istanza ambientale non deve compromette il proseguimento delle attività produttive agricole” è la posizione di Coldiretti, il

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ribadita nell’incontro svoltosi il 3 febbraio presso il Settore Agricoltura e Ambiente dell’Amministrazione Provinciale di Cremona. In tale incontro, la Provincia ha confermato che, dati i dettami giunti dalla Regione, invierà una comunicazione a tutte le aziende che negli scorsi anni avevano avanzato richiesta di licenze annuali d’attingimento, chiarendo che queste non potranno più essere rinnovate per le portate indicate. Coldiretti ha immediatamente scritto alla Regione, esponendo le proprie ragioni. Ha inoltre chiesto all’Assessore Provinciale Gianluca Pinotti di confrontarsi con l’Assessore Regionale alla partita, portando le istanze e le proposte formulate da chi quotidianamente opera (e vive) sul territorio. Si chiedono in primo luogo una revisione del regolamento e lo slittamento della restrizione fissata rispetto alla portata massima di 40 litri al secondo. “Dati i tempi stretti, con l’inizio della campagna agricola primaverile alle porte, non si può negare alle aziende la possibilità di irrigazione – ribadisce Coldiretti Cremona –. Né si può lasciare le stesse nell’incertezza: l’agricoltura segue i tempi dettati dalle stagioni, non certo quelli, assai meno precisi e affidabili, della burocrazia. Le aziende che tra qualche settimana inizieranno a seminare, devono sapere se avranno o no l’acqua che servirà loro per far crescere le colture. Come può un agricoltore decidere oggi quali colture mettere in campo, senza la certezza di poterle poi mantenere in vita, con l’accesso alla risorsa acqua?”.


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Un’altra – concreta – proposta giunge da Coldiretti: visto che la conseguenza del mancato rilascio di licenze annuali avrà come effetto l’inoltro massiccio da parte delle aziende di domande di concessione trentennali, si auspica che i tempi burocratici per il rilascio di queste ultime (tempi che, attualmente, vanno dai 18 ai 24 mesi!) vengano drasticamente ridimensionati, per non “ingessare” ulteriormente le scelte imprenditoriali e il lavoro degli agricoltori. Coldiretti chiude con un affondo: “Com’è noto, stiamo affrontando una stagione di crisi. La nostra agricoltura è messa a dura prova da quotidiane difficoltà. Eppure negli agricoltori c’è la straordinaria volontà, ad ogni primavera, di riaffidare la loro impresa, il loro futuro, alle semine. Viste le avversità atmosferiche che hanno compromesso le semine autunnali, molte aziende ripongono grandi aspettative in quelle primaverili. Sono pronte ad intensificare le semine e le ore di lavoro. Al tempo stesso, di fronte ad un mercato dei cereali che sta registrando un costante aumento dei prezzi, è normale che molte aziende agricole intendano aumentare la loro produzione di mais, sia pensando alle

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future vendite del prodotto, sia tenendo conto delle esigenze legate all’alimentazione degli allevamenti zootecnici, altro fiore all’occhiello del territorio cremonese. Come si può compromettere tutto questo, sottraendo alle aziende l’acqua, elemento indispensabile?”. “In questo momento di crisi economica – conclude Coldiretti Cremona – ci aspettiamo dalle Istituzioni sostegno per le imprese che, pur tra molte difficoltà, hanno dimostrato di essere la parte vitale, la parte vera, del tessuto economico lombardo. Ci aspettiamo tutela per le attività produttive che sono sul territorio, che lo custodiscono, lo promuovono e lo valorizzano. Perciò

ci opporremo con determinazione a questa ennesima – inaccettabile e francamente incomprensibile – penalizzazione delle nostre aziende e della nostra attività”. Nel momento in cui questo giornale si chiude, non abbiamo ancora notizie certe in merito alle intenzioni della Regione, in risposta alla nostra istanza. Coldiretti sta facendo tutto il ‘pressing’ necessario, su Regione e Provincia, per non lasciare le aziende nell’incertezza. Per aggiornamenti, è possibile rivolgersi ad Andrea Ragazzini, presso la Sede di via Ala Ponzone (tel. 0372 499823)

DENUNCE ANNUALI DEI VOLUMI D'ACQUA PUBBLICA PRELEVATA di cui al D.Lgs. 3.4.2006, n. 152 E PAGAMENTO DEI CANONI IDRICI 2011 Si ricorda a tutte le aziende che derivano acqua da: • un corso d’acqua superficiale o da un fontanile • da uno o più pozzi per qualsiasi uso (zootecnico, irriguo, igienico, antincendio, domestico, ecc…), l’obbligo di presentare in Provincia la denuncia dei volumi d’acqua derivati e ad effettuare il pagamento del canone idrico entro il 31 MARZO 2011. La Regione Lombardia sta effettuando l’invio dei bollettini proprio in questi giorni a tutte le utenze; si ricorda che il pagamento del canone idrico alla regione è dovuto, anche se per qualsiasi disguido non dovesse arrivare il bollettino prestampato dalla Regione. Gli interessati per informazioni sono pregati di rivolgersi quanto prima al proprio Ufficio di Zona.

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"Difendiamo il territorio e il cibo made in Italy" Coldiretti, Comune e Provincia all'incontro svoltosi a Cappella de' Picenardi

di Marta Biondi Gli agricoltori e i cittadini – con i loro rappresentanti, riuniti attorno a un tavolo – sono stati i protagonisti dell’incontro svoltosi giovedì 27 gennaio a Cappella de’ Picenardi, presso il Teatro Comunale. “Come cambia la nostra agricoltura? Quali effetti sulle nostre comunità?” era il tema proposto, sviluppato dal Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli e dall’Assessore provinciale all’agricoltura e ambiente Gianluca Pinotti, con il Sindaco Raffaele Leni nelle vesti di efficace moderatore dell’incontro. In una sala particolarmente affollata – con numerosi agricoltori e con vari sindaci, a riprova dell’interesse dell’argomento trattato – il primo cittadino di Cappella de’ Picenardi ha così introdotto l’incontro: “Sempre più, da sindaco, registro grande attenzione, da parte

dei cittadini e degli amministratori del territorio, verso i temi che riguardano l’agricoltura. E’ ormai evidente per tutti che agricoltura significa ambiente, salubrità della nostra alimentazione, qualità della nostra vita – ha detto Leni –. Per questo voglio aprire la serata esprimendo soddisfazione per aver visto finalmente approvata la legge che impone l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta. Posso personalmente testimoniare quanto le famiglie siano attente alla qualità e alla sicurezza dei cibi che portano in tavola: lo abbiamo ben constatato nella gestione del servizio della mensa scolastica. Ed è evidente l’importanza di poter finalmente avere, grazie all’origine in etichetta, piena informazione e piena trasparenza in merito a ciò che acquistiamo e portiamo in tavola. Dal canto il

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mio, non ho alcun dubbio sul fatto che i cittadini-consumatori sceglieranno e premieranno i prodotti italiani”. Dopo questa premessa, Leni ha introdotto il primo tema della serata: il diffondersi delle agro-energie e l’esigenza di governare un fenomeno che rischia di cambiare radicalmente l’agricoltura e il territorio. All’Assessore Provinciale Gianluca Pinotti è stato affidato il compito di tracciare il quadro della situazione in merito alla diffusione di impianti a biogas e fotovoltaici nella campagna cremonese. Pinotti ha testimoniato i numeri, in crescita esponenziale, del fenomeno ed ha confermato l’impegno di Regione Lombardia di elaborare delle linee guida per orientare questi interventi. Ha positivamente risposto, inoltre, alla richiesta giunta da Leni di promuovere un incontro con i sindaci del territorio su queste tematiche. “Coldiretti non è pregiudizialmente contraria al biogas. Noi facciamo una chiara distinzione fra il biogas buono e il biogas non buono – ha quindi sottolineato il Direttore Solfanelli –. Quando l’impianto a biogas si integra nella realtà aziendale, è dimensionato alle potenzialità produttive dell’impresa agricola, siamo in presenza di una corretta scelta di diversificazione dell’attività, di integrazione del reddito, nel segno della multifunzionalità aziendale. D’altro canto, Coldiretti ritiene che la produzione di agro-energia non possa, come purtroppo sta avvenendo, tradursi nella realizzazione di impianti di grandi dimensioni scollegati dalle filiere agroalimentari e in competizione con la produzione di cibo made in Italy. Queste operazioni hanno l’effetto di stravolgere il mercato fondiario, facendo lievitare gli affitti e sottraendo terra


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fertile agli imprenditori agricoli”. Da qui la proposta del Direttore Solfanelli affinché lo Stato sostenga ed incentivi, ad esempio attraverso la “leva fiscale”, solo quegli interventi veramente agricoli. Anche in materia di fotovoltaico la posizione di Coldiretti è stata ribadita con chiarezza: sì ai pannelli fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine, no ai “parchi fotovoltaici a terra” che sottraggono suolo fertile alle colture.

DAL TERRITORIO Sul tavolo della riflessione, si diceva, il Sindaco Leni ha posto anche la recente approvazione della legge che impone l’origine in etichetta. “E’ un atto di democrazia economica – ha detto in proposito il Direttore di Coldiretti Cremona –. Ed è un atto storico, a vantaggio dei cittadini, che finalmente potranno scegliere cosa acquistare godendo di una piena informazione, e degli agricoltori, che potranno ottenere un incremento del loro reddito, visto

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che siamo certi che i consumatori, nei loro acquisti, premieranno l’autentico made in Italy”. Da ultimo, una sollecitazione rivolta a tutti i presenti: “Quando parliamo della nostra agricoltura, non accettiamo che si parli di semplici ‘materie prime’. Coldiretti chiede un salto di qualità, anche sul piano culturale, chiede che si parli “di cibo”. E di cibo made in Italy, garanzia di qualità, sicurezza, legame con il territorio, firmato dagli agricoltori italiani”.

Sopra e nella pagina a fianco: alcuni momenti dell'incontro a Cappella de’ Picenardi, con il Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli, l’Assessore provinciale all’agricoltura Gianluca Pinotti e il Sindaco Raffaele Leni. Numerosi gli agricoltori e gli amministratori del territorio presenti.

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“La filiera tutta italiana” Convegno promosso da Coldiretti a Rivolta d’Adda di Marta Biondi “La filiera agricola tutta italiana”: questo il titolo del convegno proposto da Coldiretti Cremona a Rivolta d’Adda, lunedì 7 febbraio nell’ambito della Fiera regionale di Sant’Apollonia. Il compito di sviluppare l’importante tema è stato affidato a Lorenzo Bazzana, Ufficio Economico Nazionale di Coldiretti. Si è partiti riepilogando i ‘numeri’ dell’agroalimentare italiano. “L’agroalimentare Made in Italy vale oltre 250 miliardi di euro, di cui 25 miliardi di esportazioni. Rappresenta circa il 16 per cento del Prodotto Interno lordo, secondo solo al comparto manifatturiero” ha esordito Bazzana, ricordando alla platea che il patrimonio agroalimentare nazionale conta su oltre 4.471 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni, oltre 213 prodotti a denominazione o indica-

zione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea Dop/Igp, oltre 486 vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (Doc, Docg e Igt pari ad oltre il 60% della produzione vinicola nazionale) e migliaia di altri prodotti innovativi, originali, frutto dell’inventiva e della capacità del sistema agroalimentare italiano. Da qui la riflessione si è spostata a quella che rappresenta un grande limite allo sviluppo dell’agroalimentare italiano (e al riconoscimento di un equo reddito ai produttori): l’agro-pirateria. “I prodotti alimentari sono sempre stati oggetto di sofisticazioni, falsificazioni ed imbrogli da parte di soggetti privi di scrupoli alla ricerca di facili guadagni. Si va dalla falsa identità merceologica alla mistificazione dell’azienda, dall’ingan-

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nevole identità geografica o, più semplicemente, alla contraffazione delle scadenze. La realtà delle frodi alimentari ha poi raggiunto livelli impensabili con quella che viene oggi chiamata agro-pirateria, vale a dire la contraffazione di un prodotto alimentare attuata sfruttandone la reputazione e la notorietà, imitando nomi, marchi, aspetto o caratteristiche, provenienza – ha rimarcato Bazzana –. Emerge in modo lampante la difficoltà di tutelare non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello dell’immagine, questi prodotti, vere e proprie proprietà intellettuali eno-gastronomiche. Nel giro di pochi anni il valore del prodotto falso italiano, se verrà confermato il trend degli ultimi anni, supererà il valore dell’intero fatturato dell’industria agro-alimentare”. Supportato da slide, Bazzana ha portato una serie di esempi di contraffazione, ma anche di quello che il relatore ha definito “fuoco amico” (casi di prodotti

contraffatti commercializzati da ditte italiane, oppure di aziende costituite all’estero con finanziamenti italiani per un’internazionalizzazione che produce falso made in Italy, per arrivare alle montagne di prodotto proveniente dall’estero che entra in Italia già etichettato Made in Italy). La riflessione si è poi soffermata sull’evoluzione del mercato, sul peso

dei canali di vendita, sul ruolo e sulle strategie della grande distribuzione in Italia, sulla chance della Vdo, la vendita diretta organizzata. Quale fondamentale tutela dell’agroalimentare made in Italy – e quale importante conquista tesa a dare reddito agli imprenditori agricoli – è stata citata la recente norma che pone l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta.

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Una legge italiana – ha detto Bazzana – che sapremo difendere, con determinazione e con buone ragioni, in Europa. Una legge che si pone pienamente nel segno del grande progetto di Coldiretti per il Paese, del quale Bazzana ha ripercorso obiettivi, passi compiuti, prossime tappe. Partendo dal significato della filiera agricola italiana firmata dagli agricoltori. “Una filiera agricola, perché gli agricoltori sono protagonisti dal campo fino al cibo – ha detto il relatore –. Una filiera italiana, realizzata con prodotti che provengono solo ed esclusivamente dai campi e dagli allevamenti italiani, quale valore distintivo del Made in Italy, creando valore aggiunto. Una filiera firmata dagli agricoltori, che ci mettono la faccia, perché il cittadino-consumatore deve conoscere chi produce ciò che mangia nella logica di un consumo informato e consapevole". Questa - per Coldiretti - è trasparenza vera.

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IN AGENDA

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Mercato di Campagna Amica Rivolgendosi ai cittadini-consumatori che apprezzano i prodotti buoni, genuini, sicuri, dall’origine garantita, proposti ad un prezzo conveniente – in un’espressione “i prodotti a km zero” – Coldiretti ha dato vita al Mercato di Campagna Amica, ormai approdato in tutte le principali piazze del nostro territorio. Sintetizziamo gli appuntamenti in provincia di Cremona, ricordando che il calendario completo, con tutte le uscite ‘speciali’ ed ogni eventuale variazione, è sul sito www.cremona.coldiretti.it. Ecco ‘piazze’ e giorni (l’orario è sempre dalle ore 8 alle 12.30):

CREMONA. Al Foro Boario tutti i venerdì SORESINA. Il lunedì, davanti al Palazzo Comunale CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato VESCOVATO. Ogni sabato, in piazza Roma CASTELLEONE. Ogni sabato in via Garibaldi PANDINO. Il 2° e il 4° lunedì del mese, in via Umberto I BAGNOLO CREMASCO. In piazza Aldo Moro, la 2° domenica del mese CREMA. In via Terni, la 1° e la 3° domenica del mese (più alcune uscite ‘speciali’).

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Un costante aggiornamento in merito a questa e a tutte le iniziative proposte nel segno di Campagna Amica viene offerto da W l’Agricoltura - Coldiretti Cremona Informa, il diario in posta elettronica gratuitamente inviato da Coldiretti Cremona, ogni settimana, a tutti gli interessati. Per iscriversi al servizio è sufficiente inviare una mail con il proprio assenso all’Ufficio Stampa Coldiretti Cremona (ilcoltivatorecremonese@coldiretti.it – marta.biondi@coldiretti.it).

VITA IN FATTORIA: CHE FOTOGRAFIA!

Le fattorie raccontate in un click, concorso indetto da Regione Lombardia In attesa della primavera si “semina una foto”. Regione Lombardia in collaborazione con Terranostra Coldiretti ha indetto un concorso per trovare l’immagine più bella e significativa legata all’agricoltura e alla didattica rurale dalle Alpi al Po. Tema del concorso, aperto a tutti i maggiorenni, è illustrare l’attività didattica in una fattoria: i fotografi dovranno affrontare il tema approfittando delle visite delle scolaresche oppure in occasione di una visita con bambini di propria conoscenza. I partecipanti dovranno trasmettere al massimo tre immagini alla segreteria organizzativa, entro e non oltre il 15 maggio 2011. Prima, però, dovranno accreditarsi, compilando un modulo di iscrizione (su www.agricoltura.regione.lombardia.it) entro e non oltre il 15 marzo 2011. Le foto saranno scattate da ogni concorrente in una sola azienda, scelta sulla base di un elenco di fattorie didattiche aderenti all’iniziativa, e dopo aver concordato la visita con i responsabili dell’azienda prescelta. Il primo premio prevede un buono di mille euro in materiale fotografico e un cesto di prodotti del territorio. Il secondo premio consiste in un buono di 500 euro da spendere nel circuito delle fattorie didattiche. Il terzo classificato avrà un cesto di prodotti del territorio. Inoltre la selezione delle migliori fotografie servirà per allestire una mostra nel Palazzo della Regione nel prossimo giugno. Tutti i dettagli del concorso si possono trovare sul sito www.agricoltura.regione.lombardia.it oppure contattando Terranostra Lombardia. Regolamento e informazioni sono anche sul sito di Coldiretti Cremona (www.cremona.coldiretti.it).

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l'Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm

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