Il Coltivatore Cremonese n.1/2013

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Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona

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ANNO 67 numero 1 gennaio/febbraio 13

Il Presidente Sergio Marini confermato alla guida della Coldiretti

Marini: Ecco l’Italia che vogliamo dalla Politica Ettore Prandini Delegato Confederale di Coldiretti Cremona


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Direzione, Redazione, Amministrazione Via G. Verdi, 4 - I piano Cremona - Tel. 0372499811 Direttore responsabile Simone Solfanelli

Redattore capo Marta Biondi

Hanno collaborato a questo numero

Marco Benedini, Giacomo Maghenzani Dianella Mariotti, Maurizio Inzoli Andrea Ragazzini, Maria Luisa Parmigiani Damiano Talamazzini, Bruno Toscani

Progetto grafico e impaginazione

SERGIO MARINI CONFERMATO ALLA GUIDA DELLA COLDIRETTI

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sommario 2 Sergio Marini alla guida della Coldiretti 3 Prandini Delegato Confederale 4/5/6 L'Italia che vogliamo 8/9 Direttiva Nitrati, incontro 10/11 Crotta d'Adda, battaglia per l'agricoltura 12/13 Riforma PAC 15 Giovani Impresa 17 Donne Impresa 18/19 Datori di Lavoro 20/21 22/23 Servizi Tecnici 24/25 Patronato EPACA 26/27 Fiscale 28 Condifesa, assicurazioni 29 Agricoltura in classe 30 Mercati di Campagna Amica

Sergio Marini è stato confermato per il secondo mandato alla guida della Coldiretti per altri quattro anni dall’Assemblea elettiva celebrata giovedì 24 gennaio 2013 a Roma, partecipata dai presidenti regionali e provinciali e dai rappresentanti dei Movimenti. Nato a Terni il 27 luglio 1964, laureato in Scienze Agrarie presso l’Università di Perugia, il Presidente Marini è stato eletto all’unanimità, con scrutinio segreto. Vicepresidente nazionale è stato eletto Mauro Tonello, nato a Codigoro (Ferrara) il 9 aprile 1960, Presidente della Federazione Regionale dell’Emilia Romagna. Il Presidente della Federazione Regionale della Lombardia Ettore Prandini, nato a Leno (Brescia) il 27 luglio 1972, è tra i componenti della nuova Giunta esecutiva nazionale che affiancherà il Presidente Sergio Marini nelle prossime tappe della concretizzazione del Progetto di Coldiretti per il Paese. Fanno parte della nuova Giunta esecutiva anche Gabriele Calliari, nato a Romeno (Trento) il 2 gennaio 1959, Presidente della Federazione Regionale del Trentino Alto Adige, Tulio Marcelli, nato a Firenze il 14 settembre 1972, Presidente della Federazione Regionale della Toscana, Gennarino Masiello, nato a Benevento il 1 luglio 1972, Presidente della Federazione Regionale della Campania, Pietro Santo Molinaro, nato a Marano Marchesato (Cosenza) il 1° novembre 1958, Presidente della Federazione Regionale della Calabria, Roberto Moncalvo, nato a Chivasso (Torino) l’8 agosto 1980, Presidente della Federazione Regionale del Piemonte, e Piergiorgio Quarto, nato a Carbonara di Bari il 7 gennaio 1970, Presidente della Federazione Regionale della Basilicata.


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IN PRIMO PIANO

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

Il Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini Delegato Confederale di Coldiretti Cremona “Si parte dalle esigenze delle imprese agricole, dal mettere a fuoco una serie di problematiche che sono presenti anche in altre province ma che sono avvertite ancora più forti nell’agricoltura cremonese: penso alla problematica della direttiva nitrati, alla necessità di dare reddito economico alle imprese agricole, alla difesa di un settore strategico eccezionale di questa provincia che è quello zootecnico sia dal punto di vista del lattiero-caseario sia dal punto di vista del settore carne, della suinicoltura. La Federazione è vicina a tutta la base associativa e ci faremo carico di tutte le esigenze, di ogni istanza, con l’impegno di lanciare in modo ancora più forte il progetto della filiera agroalimentare italiana. L’obiettivo è dare una prospettiva di crescita e di sviluppo alle nostre imprese e alla nostra agricoltura”. Con queste parole Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e componente della giunta esecutiva della Coldiretti nazionale, ha aperto il suo incarico alla guida di Coldiretti Cremona, in qualità di Delegato Confederale. L’ufficialità è giunta giovedì 7 febbraio, presso la sede provinciale di via Verdi, alla presenza del dott. Antonio Biso e del dott. Paolo Giannini, in rappresentanza della Confederazione Nazionale, del Direttore regionale Giovanni Benedetti e del Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli. Quarant’anni, originario di Leno (Brescia), Prandini è laureato in giurisprudenza, conduce un’azienda zootecnica di bovini da latte e un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. E’ Presidente della

Federazione Provinciale della Coldiretti di Brescia dal 2006, mentre dal 19 marzo 2012 è al vertice di Coldiretti Lombardia, che rappresenta oltre 33mila imprese agricole sul territorio regionale. Al suo fianco avrà il Direttore di Coldiretti Lombardia Giovanni Benedetti, designato Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cremona. Prandini riceve il ‘testimone’ da Eugenio Torchio, che ha rivestito il ruolo di Delegato Confederale dal 23 settembre 2009 e che è stato chiamato ad altro incarico, al vertice del Consorzio Agrario di Milano-Lodi. L’impegno a Cremona del Presidente regionale, che dal 24 gennaio 2013 è componente della Giunta esecutiva nazionale che affianca il Presidente

Sergio Marini, testimonia, come evidenziato dallo stesso Prandini, “l’attenzione che la Confederazione nazionale ha posto e porrà nel rilancio della Coldiretti di Cremona, nella volontà di condurre la Federazione nei prossimi mesi alla fine del periodo di commissariamento e all’elezione di una nuova dirigenza. Il mio impegno sarà quello di essere presente in modo più forte sul territorio – ha sottolineato Prandini –. Aggiungo, parlando ai Soci, che l’agricoltura cremonese è molto simile a quella di Brescia, e dunque, a maggior ragione, non ci perderemo in formalismi ma cominceremo subito a lavorare insieme alle sfide che ci attendono sia a livello economico che sindacale. Ribadisco: piena valorizzazione della nostra agricoltura e massimo impegno nel progetto della filiera tutta agricola e tutta italiana, nella convinzione che molte risposte possano arrivare, e stanno arrivando, da un ruolo sempre più importante dell’impresa agricola nella filiera economica agroalimentare. La nostra linea è quella dell’Italia che fa l’Italia, puntando sul territorio, sul buonsenso e sulla responsabilità”. Ettore Prandini con il Presidente Sergio Marini in occasione di “Cibi d’Italia”

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L’ITALIA CHE FA L’ITALIA

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Marini: ecco “l'Italia che vogliamo” dalla Politica La Coldiretti guarda alle prossime elezioni con interesse e si prepara a presentare le proprie proposte a tutti gli schieramenti politici con un documento articolato in dieci punti: “L'Italia che vogliamo”. Lo ha detto il Presidente nazionale Sergio Marini nel suo intervento all’Assemblea elettiva, nel sottolineare l’impegno di chiedere incontri a tutti i leader dei partiti in lizza. Per la prima volta – ha sottolineato Marini – troviamo un'attenzione all'agricoltura nei programmi dei diversi partiti. E’ un dato positivo e che valuteremo con cura nei contenuti al fine di verificarne il livello di condivisione e poi, al termine della campagna elettorale, daremo il giudizio della Coldiretti che rappresenta 1.600.000 iscritti. Siamo comunque di fronte ad un’accresciuta attenzione per il settore primario – ha rilevato Marini – che parte da una società civile che crede e sostiene il nuovo modello agricolo portato avanti dalla Coldiretti che contribuisce in misura determinante alla crescita sostenibile del Paese. La gente ha ben presente l'importanza dell'agricoltura e la politica ne sta prendendo atto riconsiderandone il ruolo e le potenzialità. Il nostro progetto – ha proseguito Sergio

Marini – mette al centro l'impresa legata al territorio, che fa della qualità e della creatività il suo punto di forza per competere sui mercati, ma anche una lotta spietata ai “furbetti” dell’agroalimentare che fanno affari con il falso Made in Italy. Il modello di sviluppo che vogliamo per la nostra agricoltura trae quindi nutrimento dai nuovi punti di forza del Paese. Nel fare un bilancio degli ultimi quattro anni – ha detto il Presidente dell’Organizzazione – possiamo affermare che ne esce una Coldiretti rafforzata sul piano organizzativo e sul piano della rappresentanza ed emerge soprattutto il dato interessante del ritorno dei giovani in agricoltura e della speranza che essi hanno di avere un futuro nel settore. Dieci anni fa agricoltura significava soltanto problemi sociali, problemi ambientali, costo per il Paese. Oggi – ha puntualizzato – quelli che erano problemi sono diventati delle opportunità. L’agricoltura si è inventata un nuovo modello di sviluppo basato sulla piccola e media impresa, sul prodotto fortemente legato al territorio, distinguibile in quanto riunisce in sé tutti i punti di forza del Paese come il paesaggio, l’innovazione e la creatività

e li aggiunge come valore aggiunto a prodotti e servizi. C’è un problema di reddito di cui conosciamo le cause che sono legate alla crisi economica e al calo dei consumi che speriamo, anche se siamo poco fiduciosi, possa iniziare a superarsi alla fine di quest’anno, al furto di valore nella filiera e al furto di identità dei nostri prodotti. E’ per tale motivo – ha sostenuto Marini – che abbiamo avviato da tempo il progetto di filiera agricola italiana con risultati soddisfacenti, basato sui due marchi di “Campagna amica” e “Filiera agricola italiana”, che ha come obiettivo di accorciare la filiera e di valorizzare e promuovere nel nostro Paese e nel mondo l’Italia vera, e abbiamo avviato una grande battaglia contro le contraffazioni e le sofisticazioni, puntando sulle garanzie che possono essere date da una corretta etichettatura del prodotto. Per quanto riguarda i temi internazionali – ha rilevato Marini – confermiamo la nostra insoddisfazione sul tema della riforma della politica agricola comunitaria dove le poche modifiche apportate dal Parlamento non sono ancora sufficienti e presuppongono un forte impegno del Governo nazionale in sede europea. Benché a livello nazionale ci sia qualche segnale positivo riteniamo che la capacità italiana di essere pienamente in grado di difendere in Europa il nostro modello agricolo sia ancora inadeguata. Per questo – ha concluso il Presidente della Coldiretti – il nostro documento in dieci punti “L’ltalia che vogliamo” parte dall’esigenza di un governo globale di beni comuni come il cibo contro gli effetti di una globalizzazione senza regole, chiede di portare pienamente “l’Italia in Europa” e arriva fino all’etica che deve traguardare insieme alla politica anche le forze sociali e tutti i cittadini.

Il Presidente Sergio Marini con la nuova Giunta esecutiva della Coldiretti il

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L’ITALIA CHE FA L’ITALIA

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L’ITALIA CHE VOGLIAMO

Sintesi del documento che propone “la via di Coldiretti allo sviluppo del Paese” 1. Noi vogliamo un’Italia che si spenda per un governo globale dei beni comuni Non c’è possibile globalizzazione senza globalizzare anche le regole. Il cibo va collocato ai vertici dell’ agenda della politica globale e nazionale…riconoscendo il valore strategico dell’agroalimentare contro il “deserto di marchi”, e la “scellerata” delocalizzazione dell’industria italiana. 2. Noi vogliamo un’Italia con più Europa e un’Europa con più Italia Per avere la forza e l’autorevolezza di costruire un contesto di regole, a salvaguardia dei beni comuni, è necessario lavorare alacremente alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Dobbiamo essere in grado di portare pienamente “l’Italia in Europa”, facendo sì che la nuova Politica Agricola Comunitaria riconosca il valore strategico del “modello italiano”. 3. Noi vogliamo un’Italia sussidiaria e solidale La sussidiarietà diventa strumento cardine per gestire la semplificazione burocratica e i principi di solidarietà sono indispensabili per superare le diseguaglianze. Nelle nostre imprese l’intreccio fra sussidiarietà e solidarietà ha contribuito a mantenere la coesione territoriale, il legame fra generazioni, fra donne e uomini. In tutti i momenti in cui il Paese ne ha avuto bisogno Coldiretti è sempre stata presente. 4. Noi vogliamo un’Italia che investa sui suoi punti di forza Patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e passione, intuito e buonsenso sono le risorse che garantiscono quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano. Lo dimostrano i primati dell’Italia nel mondo, in termini di valore aggiunto per ettaro, di export, di qualità e sicurezza alimentare, di contributo positivo al Pil,

che ci hanno permesso di mantenere vitale un numero di imprese senza eguali in Europa. 5. Noi vogliamo un’Italia che fa l’Italia Esiste a nostro giudizio una via italiana allo sviluppo, aggiuntiva se non sostitutiva di quella finora dominante. Il successo del nostro progetto è la dimostrazione che questa strada è percorribile e virtuosa: - perché distintiva, legata cioè a punti di forza esclusivi del nostro Paese; - perché durevole, in quanto ancorata a fattori non delocalizzabili; - perché replicabile in tutti i settori dell’economia; - perché arricchisce e non consuma i valori da cui trae nutrimento. 6. Noi vogliamo un’Italia in cui ci sia buona politica Per accompagnare la crescita, abbiamo bisogno di “buona politica” in primo luogo per perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si

definisce “bene comune”. E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare: - verità, per garantire trasparenza ai cittadini consumatori - giustizia, per contrastare la rendita e ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce - legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio “Italia”. 7. Noi vogliamo un’Italia che sappia alimentare la fiducia La carenza della “fiducia” dentro le nostre famiglie rappresenta un fattore di compressione di consumi e investimenti e impedisce la condivisione sociale nei confronti di serie politiche di contenimento del debito pubblico. La nostra agricoltura contribuisce ad attrarre e a trattenere più giovani rispetto agli altri comparti economici. Ciò accade perché essi colgono quella cifra di futuro che consente loro di scommettere sull’intrapresa economica…

Il Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini entra nella Giunta Nazionale Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, 40 anni, originario di Leno, nel Bresciano, dal 7 febbraio 2013 Delegato Confederale di Coldiretti Cremona, è entrato nella nuova giunta esecutiva della Coldiretti nazionale guidata dal Presidente Nazionale Sergio Marini, confermato il 24 gennaio all’unanimità per altri quattro anni dall’Assemblea composta dai presidenti regionali e provinciali e dai rappresentanti dei movimenti. La squadra al vertice della più importante associazione di imprese agricole d’Italia ha un’età media di 45 anni, con cinque dei nove componenti che hanno fra 33 e 43 anni. “Anche questo – commenta Ettore Prandini – è segno della capacità della nostra Organizzazione di creare un legame fra generazioni per il progresso dell’Italia. Ringrazio per la fiducia che mi è stata accordata e non posso che confermare il massimo impegno nell’ambito del percorso politico economico e culturale tracciato in questi anni dal Presidente Sergio Marini".

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8. Noi vogliamo un’Italia dove il benessere torni a contare più del PIL Se tutto è merce e il Pil diventa l’unico misuratore del benessere, la finanza prende il sopravvento sull’economia reale. E’ tempo di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Dentro al consumo di cibo c’è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che ha generato quel cibo. Dentro il cibo c’è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. Dentro i nostri farmers market si stanno generando nuova economia e nuova occupazione, nuova qualità della vita. 9. Noi vogliamo un’Italia che riscopra

L’ITALIA CHE FA L’ITALIA i valori della comunità La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su valori che non conoscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità, la solidarietà….in essi c’è la chiave per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi. I canali emotivi che abbiamo saputo creare con i consumatori e i cittadini, attraverso le iniziative nelle scuole, nelle piazze, nei borghi, nelle campagne, rispondono a questa domanda di prossimità e sono esse stesse fondanti della comunità. 10. Noi vogliamo un’Italia dove l’etica sia al primo posto Una molteplicità di episodi in questi anni

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ha messo a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale, generando indignazione e pulsioni antipolitiche. Pulsioni comprensibili, ma non prive di contraddizioni, perché scaricando le colpe sul soggetto più visibile mettono da una parte le responsabilità di altri soggetti economici e, in taluni casi, anche delle forze di rappresentanza. Noi abbiamo tenacemente tenuto insieme gli interessi particolari dei nostri imprenditori con quelli più generali dei cittadini e quindi del Paese. L’abbiamo fatto con l’obiettivo di offrire ai nostri associati e ai cittadini, da un lato, una chiave di soluzione delle problematiche dell’oggi, e dall’altro, per donare ai nostri figli e al Paese le radici di “un nuovo civismo”.

Marini: “Con Fai sbarcheremo sui mercati esteri” Uno sbarco in grande stile sui mercati esteri con i prodotti della filiera agricola italiana e il varo all’interno di supermercati e gdo in genere della ‘Bottega italiana’, spazio dedicato al “prodotto firmato dagli agricoltori italiani che garantisce italianità, qualità ed equa distribuzione del valore”. Sono queste le direttrici di un lavoro, già impostato nel primo mandato, con cui il Presidente di Coldiretti Sergio Marini, riconfermato alla guida della maggiore Organizzazione agricola italiana, si appresta a iniziare il nuovo

quadriennio. “Stiamo organizzando una piattaforma pubblico-privata per i mercati internazionali – ha dichiarato Marini nel giorno della riconferma – caratterizzata dal marchio di qualità Fai (Firmato dagli Agricoltori Italiani) rivolta appunto a promuovere l’internazionalizzazione del “paniere Italia” di qualità. Nessuno l’ha saputo fare in passato, nonostante si siano sprecati tanti soldi per strutture finalizzate a questo obiettivo. Non a caso oggi c’è tanto falso Made in Italy nel mondo”. “Sul piano naziona-

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le – aggiunge Marini – rafforzeremo la rete di ‘Campagna Amica’ e le sue botteghe dove si fa vendita diretta, ma partirà anche lo spazio ‘Bottega italiana’ all’interno della Gdo, che offrirà un paniere a marchio Fai. Spazio, che è qualcosa più di un ‘corner’, dove ci saranno esclusivamente prodotti della filiera agricola italiana che hanno la certificazione della nostra Fondazione Campagna Amica”. In vista delle elezioni, Marini non manca di lanciare un messaggio al Governo che verrà, con la richiesta “di mettere definitivamente al centro dell’agenda agricola l’agricoltura, l’alimentazione, il cibo, l’ambiente e il territorio. Il Paese deve tornare a uno sviluppo sostenibile e deve farlo nel breve. Su piano fiscale vorremmo anche che venisse meno il pregiudizio secondo il quale l’agricoltura non paga le tasse. Lo stesso pregiudizio che ha portato a una Imu che non va bene e che va rivista come ha riconosciuto lo stesso premier Monti”. Marini si sofferma infine sul negoziato relativo alla politica agricola comunitaria, osservando che “le modifiche apportate dal Parlamento europeo con l’odierno voto sono un miglioramento ma non completamente soddisfacenti”.


IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN PROVINCIA DI CREMONA II prodotti prodotti a a km km zero zero direttamente direttamente dagli dagli Agricoltori Agricoltori ai ai Consumatori Consumatori

Tutti gli appuntamenti CREMONA Al Foro Boario, il venerdì mattina

SORESINA Davanti al Palazzo Comunale, il lunedì

CASALMAGGIORE In Piazza Turati, il sabato

VESCOVATO In piazza Roma, il sabato

CASTELLEONE In via Garibaldi, il sabato

PIZZIGHETTONE Al “Torrione del guado”, il giovedì

CREMA Via Terni, la 1° e la 3° domenica del mese (+ alcuni eventi)

BAGNOLO CREMASCO In piazza Aldo Moro, la 2° domenica del mese

PANDINO In via Umberto I, il 2° e il 4° lunedì del mese (+ alcuni eventi)

LA BOTTEGA DI CAMPAGNA AMICA è a Cremona, in via Buoso da Dovara, 29 Ogni variazione o aggiornamento viene segnalato sul sito di Coldiretti Cremona, all’indirizzo www.cremona.coldiretti.it

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l'Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm


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SINDACALE

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Direttiva nitrati, affollato incontro promosso da Coldiretti A Rivolta d’Adda, nell’ambito della Fiera di Sant’Apollonia “Direttiva Nitrati, una vittoria dell’agricoltura”: questo il titolo dell’incontro proposto da Coldiretti Cremona lunedì 4 febbraio a Rivolta d’Adda nell’ambito della Fiera di Sant’Apollonia. Alle ore 21, quando l’appuntamento ha preso le mosse, la sala convegni di via Cesare Battisti era gremita, con circa cento imprenditori agricoli e operatori economici presenti, interessati da un tema dal quale dipende il futuro di tante imprese agricole e della stessa zootecnia lombarda. Al tavolo dei relatori c’erano il Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli e Marco Benedini, Responsabile provinciale dei Servizi tecnici. A loro il compito di ripercorrere un cammino che ha visto la Coldiretti sempre determinata (“anche quando gli altri davano per scontato che non ci fosse più niente da fare per correggere decisioni sbagliate, prese vent’anni fa”) a chiedere di rivedere la direttiva nitrati, con una nuova definizione delle zone vulnerabili che partisse dall’accertamento delle vere responsabilità in fatto di inquinamento delle acque. “Non si poteva permettere il massacro della zootecnia lombarda in nome di una direttiva inaccettabile e di una delimitazione sbagliata delle aree vulnerabili” hanno evidenziato i relatori, definendo “una grande vittoria dell’agricoltura” il fatto che il Parlamento italiano abbia votato la modifica dei criteri di applicazione della Direttiva nitrati. Il provvedimento, inserito nel Decreto Sviluppo, ha disposto “la revisione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, prevedendo al contempo, nelle more dell'audizione della nuova mappa, e comunque per non più di un anno, che nelle attuali zone vulnerabili da nitrati si applichino le disposizioni previste per le zone non vulnerabili. “Sono state riconosciute le buone ragioni portate avanti dalla Coldiretti per la gestione di un problema la cui origine è molto più diversificata rispetto a quella agricola – ha ribadito in proposito Solfanelli –, ma che, se non si fosse intervenuti, rischiava di mettere in ginocchio la zootecnia del nord Italia e in particolare della Lombardia, con migliaia di aziende destinate a chiudere, con conseguente perdita di posti di lavoro e di produzioni Made in Italy a favore

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di quelle di altri paesi europei. Grazie alla tenacia di Coldiretti si è riaperto la partita, ed oggi c’è la possibilità di scrivere nuove regole, che tengano conto di una realtà molto più complessa e variegata di quella disegnata fino a oggi, valutando il peso degli scarichi urbani e delle industrie”. Particolarmente approfondita ed apprezzata è stata la relazione di Marco Benedini, Responsabile dei Servizi tecnici di Coldiretti Cremona: nel suo intervento, arricchito dalla proiezione di slide, ha fatto il punto sulla normativa di riferimento, ha mostrato la carta provinciale della vulnerabilità da nitrati, ha ricordato gli adempimenti amministrativi previsti per gli allevamenti e per le aziende non zootecniche, per poi riassumere regole e divieti, controlli, sanzioni, deroghe. E’ così approdato ai più recenti studi, “che, sfruttando la tecnica degli isotopi, si sono prefissi di dimostrare la vera origine dell’inquinamento delle acque da nitrati e i fenomeni ad essi correlati, compresa la capacità denitrificante di parecchi areali oggi classificati in zona vulnerabile”. “I risultati di questi studi – ha detto Benedini – evidenziano chiaramente quanto l’attività zootecnica sia solamente una concausa delle problematiche legate ai nitrati. Tali studi sono sicuramente preparatori e di indirizzo al compito affidato ad ISPRA, finalizzato all’aggiornamento delle zone vulnerabili e dei Programmi di Azione Regionali”. Agli interventi dei relatori è seguito un dibattito attento, puntuale, che ha ulteriormente confermato l’attualità, e la qualità, dell’incontro promosso da Coldiretti Cremona. Si è parlato anche del forte intervento della prima Organizzazione agricola del paese, che per bocca del Presidente regionale Ettore Prandini ha denunciato la presenza, in Regione Lombardia, di lobby economiche che stanno mettendo in dubbio la legittimità della sospensione della mappa nitrati votata dal Parlamento italiano. In proposito il Direttore Solfanelli ha ribadito la determinazione di Coldiretti nell’agire a tutela delle imprese agricole, difendendo la necessità di ridefinire le zone vulnerabili a partire dalla verifica della vera origine degli inquinamenti da nitrati. (m.b)

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Nitrati, c’è chi lavora contro gli agricoltori: lobby economiche in azione contro le aziende “In Regione Lombardia c’è chi lavora contro le aziende agricole e contro l’Italia”. Così Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia, ha replicato alla presa di posizione dell’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Elias, che ha messo in dubbio la legittimità della sospensione della mappa nitrati votata dal Parlamento italiano. “Il giorno dopo l’approvazione della legge che salva migliaia di aziende zootecniche, altrimenti destinate alla chiusura – spiega Prandini –, da ambienti dell’assessorato regionale all’Agricoltura sono partite telefonate a esponenti di lobby economiche che agiscono contro gli interessi delle imprese agricole. Un atteggiamento vergognoso che antepone le convenienze di pochi al bene comune”. Il Presidente Prandini afferma anche: “E’ disonesto sostenere che con la sospensione della mappa delle zone vulnerabili verranno bloccati i contributi europei agli agricoltori. Non è vero, anche perché l’avvio di una procedura di infrazione non vuole assolutamente dire che ci saranno poi dei provvedimenti. Affermare il contrario è solo un modo di fare terrorismo psicologico. L’Italia ha decine di procedimenti aperti per procedure di infrazione in diversi settori, così come la Francia e altri Paesi. Si tratta di iter normali in caso di situazioni controverse”. Secondo la Coldiretti è semplicemente necessario verificare l’origine degli inquinamenti da nitrati, che dipendono anche da industrie e scarichi civili. “Non vogliamo che l’agricoltura venga usata come capro espiatorio per fare gli interessi di pochi a danno di migliaia di aziende. Noi non ci stiamo e dimostreremo qual è la realtà con studi e ricerche di enti terzi” afferma ancora Prandini, che poi conclude: “Non lasceremo vincere le lobby e le loro contiguità con alcuni settori dell’assessorato regionale, dimostreremo chi sono i veri inquinatori.

Troppo facile prendersela con i più deboli, quindi con gli agricoltori. Noi difendiamo loro, altri invece seguono logiche diverse”.

Coldiretti: “Pronti a fare i nomi di chi rappresenta le lobby anti agricoltura” ”Siamo pronti davanti a chiunque a fare i nomi di chi vorrebbe boicottare la sospensione della mappa delle zone vulnerabili della direttiva nitrati”. Questa la risposta di Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia, alle dichiarazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Elias circa la genericità delle accuse lanciate da Coldiretti Lombardia sulle manovre per bloccare la sospensione della mappa nitrati. “Sappiamo che alcuni funzionari dell’assessorato regionale all’agricoltura hanno contattato esponenti di aziende produttrici di impianti a biogas e denitrificazione per rassicurarli sull’impegno dell’assessorato di non far applicare la norma di revisione delle zone vulnerabili informandoli, al contempo, che alcuni esponenti dell’assessorato si sarebbero mossi a livello europeo affinché l’Unione Europea si impegnasse a bloccare l’applicazione della legge approvata dal Parlamento italiano. La scusa per tale azione sarebbe stato un presunto contrasto, che non esiste, con la normativa comunitaria. L’assessore Elias deve poi smettere di raccontare la favola che i premi Pac alle aziende verranno sospesi, perché si tratta di una notizia infondata e utilizzata strumentalmente per spaventare gli agricoltori. L’Italia ha già diverse procedure di pre-infrazione, su settori differenti dall’agricoltura, che però non hanno comportato finora l’irrogazione di sanzioni, visto che si tratta ancora di iter in corso”. “E’ emblematico che la Regione Lombardia su questa partita della sospensiva della mappa nitrati – conclude Prandini – abbia cercato direttamente contatti con l’Unione Europea senza parlare prima con il Ministero e con il Governo, di fatto scavalcandoli. Siamo sicuri che l’attuale ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, sia schierato dalla parte degli agricoltori sulle posizioni di Coldiretti”.

MARINI: DAL MINISTRO CLINI ARROGANZA POLITICA SUI NITRATI Siamo di fronte ad un grave atto di arroganza politica del Ministero dell’Ambiente verso le leggi approvate dal Parlamento. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti, Sergio Marini nel commentare la lettera con cui il Ministero dell’Ambiente guidato da Corrado Clini, in violazione della disciplina recentemente approvata in materia di tutela delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati, ha chiesto alle Regioni di impegnarsi “a confermare, nel più breve tempo possibile le attuali designazioni” “secondo la linea di condotta già adottata dalla regione Emilia Romagna.” In sostanza, in vista della Conferenza Stato Regioni, si è chiesto alla Regioni di compiere un atto illegittimo con la conferma dell’attuale perimetro delle zone così dette vulnerabili a prescindere dai nuovi e diversi criteri fissati dalla legge. A questo proposito l’istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) ha elaborato i parametri per l’analisi dell’impatto di tutte le pressioni sullo stato delle acque, dagli scarichi dei depuratori urbani ai fanghi di depurazione fino alla valutazione degli insediamenti industriali. Le Regioni devono assumere precise responsabilità rigettando le indebite e illegittime pressioni del Ministero dell’Ambiente. E’ evidente che la Coldiretti è pronta ad agire a tutela dei propri soci in tutte le sedi e forme, si tratta infatti di ristabilire la verità e se necessario - ha concluso Marini - attiveremo una task force per monitorare le vere fonti di inquinamento che evidentemente si ha interesse a non fare emergere.

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DAL TERRITORIO

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Progetto di una centrale idroelettrica a Crotta d’Adda

Coldiretti tutela le imprese agricole Anche i Comuni in prima linea Enti locali e agricoltori uniti, nell’esprimere preoccupazione e nel chiedere che sia ascoltata la voce di chi vive e opera sul territorio, di fronte al progetto di una centrale idroelettrica nell’ultimo tratto del fiume Adda. L’impianto sorgerebbe a Castelnuovo Bocca d’Adda, nel Lodigiano, coinvolgendo un’ampia fascia di territorio cremonese posta all’interno del Parco Adda Sud, lungo l’asta del fiume, tra i comuni di Crotta d’Adda e Spinadesco, fino a Pizzighettone. Gli Amministratori pubblici, la Coldiretti, i Consorzi di Bonifica e il Parco stanno facendo fronte comune, nella richiesta che si valuti appieno l’impatto di un’opera che – stando al progetto – per alimentare la centrale creerebbe un invaso di 3 milioni di metri cubi d’acqua, comportando un innalzamento di tre metri del livello dell’Adda, con un rigurgito del bacino destinato a risalire per 14 chilometri. Della vicenda si è iniziato a parlare

all’inizio di gennaio, quando il Comune di Crotta d’Adda, venuto a conoscenza del progetto (sul quale in precedenza regnava il silenzio, nonostante due conferenze di servizio già tenute in Provincia di Lodi, la prima in data 11 maggio 2011, la seconda in data 11 aprile 2012), ha dato avvio a una forte azione di informazione e sensibilizzazione. In un primo incontro promosso l’11 gennaio 2013 dall’Amministrazione comunale di Crotta d’Adda, il Sindaco Renato Gerevini e l’Assessore all’ambiente Gianguido Abbiati hanno sottolineando il mancato coinvolgimento delle Amministrazioni locali e dato voce alle riserve della piccola comunità, sottolineando i pesanti effetti che il massiccio innalzamento della falda potrebbe avere sul patrimonio vegetale, animale, sulla tenuta delle sponde, sull’intero assetto idrogeologico di quel tratto di fiume. Da qui la decisione del Comune di con-

ferire all’ing. Stefano Allegri l’incarico di realizzare studi e rilievi idraulici per valutare l’impatto ambientale dell’opera, e la richiesta di supporto rivolta in primis alle Organizzazioni agricole, per una stima dei danni dal punto di vista agronomico. Immediata è stata la risposta di Coldiretti Cremona, presente all’incontro a Crotta con il Direttore Simone Solfanelli e con il Responsabile dei Servizi Tecnici Marco Benedini, oltre che con tutti gli imprenditori agricoli coinvolti dall’intervento, e con Francesca Toscani, Segretario della Zona Coldiretti di Codogno. Coldiretti Cremona ha ribadito l’impegno di dare tutto l’appoggio, pratico e tecnico, alla realizzazione dello studio, condividendo il timore che il progetto possa creare gravi danni all’agricoltura locale, alle aziende operanti lungo l’Adda, all’ambiente. Sono seguiti ulteriori passi: prima un incontro in Provincia a Cremona, con l’Assessore all’Agricoltura e all’Ambiente Gianluca Pinotti, lunedì 14 gennaio, poi il ‘vertice’ in Provincia a Lodi, il 30 gennaio, convocato dall’assessore all’Ambiente Elena Maiocchi in accordo con il ‘collega’ cremonese. Al tavolo sedevano i rappresentanti dei comuni rivieraschi, le Organizzazioni agricole, i Consorzi di Bonifica e il Parco Adda Sud, nonché i progettisti dell’impianto. Su forte pressing di Coldiretti, si è deciso che sarà costituita una commissione tecnica chiamata a studiare le conseguenze dell’innalzamento della falda e

Terreni a Crotta d’Adda, nella zona interessata dalla centrale idroelettrica. La realizzazione della centrale, che comporterà un innalzamento di tre metri del livello dell’Adda, andrà a colpire una zona agricola già particolarmente soggetta a problematiche di allagamento il

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DAL TERRITORIO

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gli effetti sui terreni agricoli. “Con soddisfazione rileviamo che è passata la linea fin dall’inizio proposta dalla nostra Organizzazione, in piena sintonia con i Comuni interessati: quella cioè, di promuovere un quadro approfondito della questione, attraverso uno studio dell’impatto dell’opera sul territorio. Si è compiuto un passo importante per improntare un percorso all’insegna della trasparenza e del vero coinvolgimento di enti locali, aziende agricole e realtà ambientali” ha evidenziato il Direttore Simone Solfanelli, presente al summit con i tecnici Marco Benedini e Andrea Ragazzini. Coldiretti Cremona si è presentata all’appuntamento con una prima “Relazione agronomica e stima del danno fondiario potenziale”. “Premesso che un’indagine volta a far emergere i potenziali danni causati dall’innalzamento della falda freatica richiederebbe l’acquisizione di infor-

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mazioni e di dati scientifici relativi all’andamento della falda monitorando la stessa per almeno un anno, posizionando in loco una rete piezometrica adeguata – hanno precisato i tecnici di Coldiretti – e poiché in questa fase

la mancanza di tempo non consente di operare in tal senso, si è scelto di procedere all’analisi di un’area rappresentativa, che è già stata oggetto di

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studi e approfondimenti legati a problematiche simili”. I tecnici Coldiretti hanno dunque portato una serie di dati acquisiti in due annate agrarie a seguito di altri fenomeni di allagamento già verificatisi a Crotta, nelle zone ora interessate dalla Centrale (allagamenti, con gravi danni per l’agricoltura, allora ascrivibili all’innalzamento della falda dovuto alle perdite dell’adiacente Canale Navigabile MilanoCremona-Po). La commissione costituita dalle Province di Cremona e Lodi con il compito di studiare a fondo impatto e criticità, seguendo poi l’intero iter, radunerà i tecnici incaricati dai Comuni e dalle Organizzazioni agricole, insieme ai geologi designati dal progettista e dalla società che intende realizzare la centrale. Intanto, ci si prepara alla terza Conferenza dei Servizi, che questa volta vedrà la presenza dei Comuni e dei rappresentanti dell’agricoltura. (m.b.)

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POLITICHE COMUNITARIE

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Riforma Pac, il voto nel Parlamento UE non valorizza l'agricoltura “Non valorizza chi vive e lavora in agricoltura e favorisce il permanere delle rendite fondiarie in contrasto al documento firmato da tutte le organizzazioni agricole, cooperative e sindacati del lavoro italiani il 17 novembre 2011 per una riforma della Politica Agricola che chiedeva di indirizzare i benefici della Pac prioritariamente verso le imprese agricole che sono orientate al mercato e operano sul territorio, anche attraverso forme di aggregazione e di integrazione, che in modo professionale creano reddito e producono alimenti ed effetti positivi per la società”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare gli emendamenti approvati dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo sulla proposta della Commissione Europea in materia di riforma della Politica Agricola Comune. Il compromesso adottato dalla commissione agricoltura del Parlamento Europeo dà la possibilità agli Stati membri di stabilire che i pagamenti diretti siano erogati agli agricoltori che mantengono

le superfici agricole in uno stato idoneo al pascolo o alla coltivazione, e di definire una lista negativa di soggetti che non possono essere considerati a priori come agricoltori in attività (aeroporti, ferrovie, ecc.). Nega invece la possibilità agli Stati membri di stabilire i criteri affinché non siano concessi pagamenti diretti a una persona fisica o giuridica le cui attività agricole non rappresentano una parte predominante dell’insieme delle sue attività economiche. Per quanto riguarda il tetto per gli aiuti è confermata la proposta del relatore che appoggia la proposta della Commissione inerente all’applicazione di tassi di degressività, con un massimale di 300.000 euro. In merito alla convergenza interna i deputati chiedono che l’importo del massimale nazionale da distribuire il primo anno sia limitato a un importo non inferiore al 10% (al posto del 40% proposto dalla Commissione) e che entro il 2019 tutti i diritti all’aiuto possano avere un valore unitario uniforme o possano scostarsi dal valore medio unitario fino al 20%.

Bilancio Ue, risorse ridotte “Si premi chi vive e lavora di agricoltura” La riduzione in termini reali per l’agricoltura è comunque importante. Naturalmente ci aspettiamo che il Parlamento posso contribuire a migliorare la proposta finanziaria. Certo che, a questo punto, diventa fondamentale che le risorse così diminuite vadano riorientate premiando chi vive e lavora di agricoltura e alle attività rivolte alla produzione di cibo e alla sostenibilità ambientale. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare l’accordo raggiunto dai Capi di Stato e di Governo sul bilancio dell’Unione Europea che dovrà essere ora confermato dal Parlamento Europeo. E’ evidente che in questo momento storico in cui l’Europa dovrebbe rafforzare una rinnovata centralità, l’indisponibilità di alcuni paesi a dotare il bilancio di adeguate risorse - conclude Marini - non genera certo quel clima di fiducia verso una prospettiva di maggiore integrazione.

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Inoltre al termine del periodo (2019) gli Stati membri possono stabilire che i premi non vengano ridotti di più del 30% rispetto al primo anno di applicazione (2014). In deroga a tale sistema gli SM possono adottare un sistema di convergenza interna per uniformare una parte dei titoli di pagamento (al 2021). Inoltre, viene proposto un pagamento annuo integrativo sui primi 50 ettari di un importo da definire sino al 30% del massimale nazionale. Per quanto riguarda il greening viene proposta l’esenzione dell’applicazione delle corrispondenti pratiche agricole per le aziende con superficie inferiore a dieci ettari. Le aree di interesse ecologico vengono limitate al 3% degli ettari ammissibili a seminativo (dal 1° gennaio 2016, la percentuale di cui sopra è aumentata al 5%), con l’esenzione dell’applicazione alle colture permanenti. Avranno diritto ipso facto al pagamento della componente ecologica i beneficiari delle misure agroambientali-climatiche (sviluppo rurale), gli agricoltori con metodo biologico e gli agricoltori le cui aziende sono ubicate in aree natura 2000. Gli agricoltori con più del 75% della loro superficie ammissibile coltivato con colture sommerse dall’acqua per una parte significativa dell’anno sono esenti dagli obblighi relativi alla diversificazione delle colture e alle aree ecologiche. Per quanto riguarda i giovani agricoltori viene confermato l’obbligatorietà del regime per un importo minimo pari al 2% della dotazione nazionale, con possibilità di incremento. Il pagamento potrà essere concesso sino un massimo di 100 ettari (al posto dei 25 ettari proposti dalla Commissione). Il sostegno accoppiato potrà essere concesso a tutti i prodotti agricoli (Allegato I del Trattato UE) per un ammontare di risorse pari al 15% del massimale nazionale per gli aiuti diretti (la proposta UE prevedeva solo alcuni prodotti beneficiari del sostegno per un ammontare di risorse pari al 5% con possibilità del 10%). In via prioritaria saranno


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privilegiate le produzioni che già hanno beneficiato del sostegno accoppiato nel periodo 2010-2013 e gli agricoltori che detenevano diritti speciali. Gli Stati membri possono istituire un regime semplificato per i piccoli agricoltori, in tal caso gli agricoltori che hanno diritto ad un pagamento inferiore a 1.500 euro sono automaticamente inclusi nel regime dei piccoli agricoltori (con possibilità di recedere). Per quanto riguarda l’intervento pubblico e l’ammasso privato i prezzi di riferimento potranno essere aggiornati ad intervalli regolari anche in funzione della produzione, dei costi dei fattori produttivi e delle tendenze dei mercati, con l’estensione al frumento duro. Nel settore dell’olio d’oliva si va verso il “modello ortofrutticolo”. I programmi triennali saranno gestiti dalle Op e dall’interprofessione. Tra le condizioni obbligatorie di commercializzazione dell’ortofrutta è prevista l’indicazione del paese di origine in etichetta; per i prodotti freschi rientra (era stato escluso dalla proposta UE). Per lo zucchero si propone la ripresa e l’aggiornamento del regime delle quote produttive fino alla campagna 20192020. Anche per i vigneti i deputati

chiedono la ripresa e l’aggiornamento dell'attuale regime dei diritti d'impianto fino alla campagna 2029-2030. Per il latte e i prodotti lattiero caseari i deputati confermano le regole contrattuali approvate nel “pacchetto latte” (inclusa programmazione produttiva). Inoltre, per il periodo post quote (post 2015) è proposta l’introduzione di un nuovo meccanismo per risolvere situazioni di squilibrio nel mercato lattiero in seguito a variazioni nell’andamento dei costi e dei prezzi di produzione. I deputati propongono il rafforzamento del ruolo e dell’efficacia delle Op che possono essere riconosciute per tutti i settori. Per gli Stati membri come l’Italia, che hanno optato per Piani di sviluppo rurale regionali, la commissione agricoltura del Parlamento europeo propone di introdurre la possibilità di avere, al contempo, un programma nazionale per talune misure e programmi regionali per le misure restanti. Inoltre, sempre per gli Stati membri a programmazione regionale, s’introduce la possibilità di compensare le somme non utilizzate di uno o più programmi di sviluppo rurale con somme spese oltre tale limite da altri programmi di sviluppo rurale.

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Nell’ambito dei sottoprogrammi tematici, viene inoltre espressamente prevista la possibilità di inserire nei programmi di sviluppo rurale un sottoprogramma per le donne nelle zone rurali. Infine, con la misura sulla cooperazione, è stata introdotta la possibilità di promuovere, oltre alle filiere corte e i mercati locali, anche i circuiti regionali brevi e i prodotti di qualità. A questo si aggiunge la proposta di un sostegno riconosciuto gli agricoltori o alle associazioni/organizzazioni di produttori, a copertura dei costi di partecipazione a regimi nazionali quali quelli per le produzioni da filiere alimentari corte o su scala locale. Nell’ambito della stessa misura, viene inoltre prevista la possibilità di concedere, per queste produzioni, un aiuto alle attività di promozione ed informazione. Dopo la definizione del Quadro finanziario pluriennale, l’assemblea plenaria del Parlamento europeo dovrà approvare i testi sulla Pac nel mese di marzo. Successivamente, inizierà il vero e proprio negoziato con il Consiglio per raggiungere un accordo politico definitivo entro il mese di giugno 2013. Sul fatto che la nuova Pac slitterà di almeno un anno ci sono ormai pochi dubbi.

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GIOVANI IMPRESA

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“Risultati migliori, se in azienda è presente un giovane” Sono 675.053 le “imprese giovani” in Italia. Uno degli ostacoli maggiori all’avvio di un’attività imprenditoriale da parte dei giovani è la difficoltà d’accesso al credito Oggi sono 675.053 le “imprese giovani” presenti in Italia, la cui maggioranza opera nel commercio e nei servizi di alloggio e ristorazione (circa il 35%), nel manifatturiero e nelle costruzioni (circa il 25%) e nell’agricoltura (circa l’8%), secondo le stime di Coldiretti su dati Unioncamere. Queste imprese rappresentano un patrimonio straordinario su cui puntare, in questa stagione contrassegnata da una grave crisi economica. Non a caso, uno studio condotto da Coldiretti/Swg dimostra che, quando in azienda è presente un giovane, la crisi si fa sentire molto meno e si realizzano risultati migliori in termini di reddito e di occupati. Il 2013 è purtroppo iniziato con un dato preoccupante: in Italia, al 1° gennaio 2013, risultano esserci 22.373 imprese condotte da giovani sotto i 35 anni in meno rispetto a quelle registrate il 1° gennaio 2012. E la quota di imprese giovanili sul totale è scesa ad appena

l’11,4%, nell’insieme dei diversi settori economici. Questi ‘quadro’ emergono da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati offerti da Unioncamere, dai quali si evidenzia un progressivo invecchiamento del tessuto imprenditoriale. Un debole segnale positivo viene dal fatto che nello scorso anno sono state costituite 131.349 imprese guidate da under 35, un numero pari a più del doppio rispetto ai 60.876 giovani che hanno invece dovuto chiudere la propria attività, ma il bilancio complessivo resta comunque negativo per l’elevato numero di imprese che hanno superato la soglia dei 35 anni durante l’anno. La riduzione del numero di imprese condotte da giovani evidenzia da una parte le difficoltà di un ricambio generazionale all’interno delle aziende, ma preoccupa soprattutto perché vengono a mancare dal sistema produttivo e manageriale risorse importanti per affrontare la crisi in termini di innova-

Giacomo Maghenzani Segretario Giovani Impresa

zione, creatività, prospettiva di lungo termine. Le difficoltà nel rapporto con il sistema bancario figurano tra gli ostacoli maggiori all’avvio di un’attività imprenditoriale da parte dei giovani. “Ora va tagliato anche lo spread nell’accesso al credito che penalizza le imprese agricole gestite da under 30, che oggi hanno la metà delle possibilità di ottenere finanziamenti rispetto alle aziende adulte” ha affermato in proposito il Delegato nazionale Coldiretti Giovani Impresa Vittorio Sangiorgio. La presenza di giovani ha contribuito a cambiare profondamente il settore agricolo e il sistema economico e sociale del Paese, con idee imprenditoriali innovative che hanno incontrato il favore dei cittadini e si sono rapidamente diffuse, dall’apertura degli agriasilo alle fattorie didattiche, dalla pet therapy nelle aziende agricole alle proposte legate al benessere.

Oscar Green 2013, iscrizioni aperte Sono aperte fino al 15 marzo 2013 le iscrizioni all’Oscar Green, il Premio voluto da Coldiretti Giovani Impresa, con l’obiettivo di valorizzare l’innovazione in agricoltura, portando all’attenzione dei cittadini e delle aziende agricole le esperienze vincenti di giovani imprenditori che hanno saputo costruire progetti di impresa competitivi e allo stesso tempo sostenibili. Il premio, ormai alla settima edizione, comprende sei categorie che evidenziano l’idea di sviluppo economico a cui dovrebbe tendere il nostro Paese secondo Coldiretti Giovani Impresa: • Stile e cultura d’impresa – per premiare la capacità dell’imprenditore di interagire con altri settori dell’econo-

mia; • Esportare il territorio – per premiare la capacità dell’impresa di esportare insieme al suo prodotto lo straordinario bagaglio paesaggistico e culturale dei territori italiani; • In filiera – per premiare un’impresa agricola che passa da mera produttrice di commodity a produttrice di cibo; • Campagna amica – per premiare la capacità delle imprese agricole di accorciare la filiera e portare il cibo direttamente sulle tavole degli italiani senza intermediazioni; • Non solo agricoltura – per premiare l’agricoltura che si prende cura della società con la produzione di servizi il

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per il benessere dell’ambiente e delle persone; • Ideando – per premiare l’idea che ha fatto nascere un’impresa (che ha al massimo un anno di vita) evidenziando l’importanza strategica che i giovani hanno per il nostro Paese. Tutti gli interessati possono presentare la propria candidatura all’Oscar Green tramite il sito www.oscargreen. it. Va rispettato il requisito dell’età: gli imprenditori che partecipano al concorso devono avere al massimo 40 anni (fatta eccezione per la Categoria In-Filiera). Per ogni ulteriore informazione, la Segreteria di Giovani Impresa è a disposizione: tel. 0372 499814.


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DONNE IMPRESA

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Nel 2012 nate oltre 103mila imprese condotte da donne A sfidare la crisi nel 2012 sono nate ben 103.391 imprese “rosa” che hanno fatto salire il loro numero complessivo in Italia a 1.424.743 nei diversi settori produttivi. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati Unioncamere relativi al 31 dicembre 2012, dalla quale si evidenzia che nel tessuto economico nazionale oggi quasi una impresa su quattro è condotta da donne (23,5%). La maggioranza delle imprese femminili - stima la Coldiretti - opera nel commercio (circa il 30%), ma una forte presenza si registra con oltre il 16% in agricoltura, nei servizi di

alloggio e ristorazione (quasi il 10%) e nel manifatturiero (8%). L’incremento rappresenta un dato positivo, anche se evidenzia ancora le difficoltà del sistema Italia a garantire pari opportunità all’universo femminile nel mondo del lavoro. Quello che appare evidente è il rilevante contributo qualitativo che le donne imprenditrici hanno apportato al rilancio del sistema economico nazionale in termini di innovazione, creatività. In agricoltura, dove la presenza femminile è superiore alla media con quasi una impresa agricola su tre (29%) condotta

dalle donne, la capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne. Un impegno che - precisa la Coldiretti - è infatti particolarmente rilevante nelle attività più innovative e multifunzionali, come dimostra il protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali come il vino e olio.

Lorella Ansaloni è la nuova Responsabile nazionale di Donne impresa Lorella Ansaloni di Medolla (Modena) è stata eletta Responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti. Sposata e madre di tre figli, la Ansaloni ha lasciato l’attività in banca per dedicarsi con il marito all’azienda ad indirizzo frutticolo e florovivaistico e al Punto Campagna Amica aziendale con prodotti alimentari naturali e biologici e per il giardinaggio. Il terremoto del 29 maggio che ha colpito l’Emilia Romagna ha provocato danni anche all’azienda di Lorella Ansaloni che si è subito rimboccata le maniche per ripristinare la funzionalità del garden e dell’acetaia dove viene realizzato dell’ottimo aceto balsamico. “Ringrazio

per la grande opportunità che mi è stata offerta. Il mio impegno sarà forte e determinato (gli emiliani sono tosti), contando anche sull’aiuto delle donne imprenditrici che saranno al mio fianco in questi anni. Dobbiamo assolutamente proseguire sul cammino già intrapreso della modernizzazione dell’agricoltura e favorire la multifunzionalità che emerge anche dai dati nazionali sull’imprenditoria femminile” ha affermato Lorella Ansaloni al momento dell’elezione. In Italia quasi un’impresa agricola su tre (29%) è condotta da donne. Sono 294.618 le titolari, amministratrici o socie di aziende agricole.

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Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica

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LE NOVITÀ DEL 2013 PER LA DETASSAZIONE SUL SALARIO DI PRODUTTIVITÀ Modificati i parametri per definire la produttività.

La soglia di reddito per detassare al 10% il salario di produttività si innalza ma cambiano i requisiti: non più bonus fiscali a pioggia ma indicatori precisi e misure da attivare su orari, ferie, nuove tecnologie e mansioni. Il Consiglio dei Ministri del 22 gennaio 2013 ha approvato il Decreto sulla detassazione del salario legato alla produttività, infatti, definisce le modalità applicative delle misure per incentivare l'incremento della produttività del lavoro, praticamente stabilisce i criteri per le intese alle quali si applicherà l’aliquota agevolata e rende operative le previsioni fissate dalla legge di stabilità varata a fine dicembre 2012. Il Dpcm sblocca i 950 milioni di euro stanziati dalla Legge di Stabilità 2013 e recepisce l’accordo sulla produttività fra sindacati e imprese. Nuovi i parametri di applicazione della consueta imposta separata del 10%, infatti è stata ampliata la platea dei destinatari con aumento del tetto di reddito da 30mila a 40mila euro lordi annui, restando però fisso l'importo massimo agevolabile: il bonus annuale non potrà superare i 2.500 euro lordi. Per far scattare il regime fiscale agevolato per retribuzione di produttività si intendono le voci retributive erogate, in esecuzione di contratti, con espresso riferimento ad indicatori quantitativi di produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione. Oppure, il premio dovrà essere collegato a contratti che attivano almeno una misura in almeno tre delle aree di intervento fra quelle indicate: 1) Orari di lavoro - la ridefinizione dei sistemi di orari e della loro distribuzione con modelli flessibili, anche in rapporto agli investimenti, all’inno-

vazione tecnologica e alla fluttuazione dei mercati finalizzati ad un più efficiente utilizzo delle strutture produttive idoneo a raggiungere gli obiettivi di produttività convenuti mediante una programmazione mensile della quantità e della collocazione oraria della prestazione; 2) Ferie - introduzione di una distribuzione flessibile delle ferie mediante una programmazione aziendale anche non continuativa delle giornate di ferie eccedenti le 2 settimane; 3) Nuove tecnologie - adozione di misure volte a rendere compatibile l’impiego di nuove tecnologie mantenendo la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, per facilitare l'attivazione di strumenti informatici, indispensabili per lo svolgimento delle attività lavorative; 4) Mansioni - attivazione di interventi in materia di fungibilità delle mansioni e di integrazione delle competenze, anche legate a processi di innovazione tecnologica. I parametri sopra menzionati sono in parte diversi da quelli utilizzati fino al 2012, infatti la retribuzione per essere detassata bastava fosse collegata ad elementi diversi come il lavoro straordinario, il lavoro a turni, il lavoro notturno e si faceva riferimento ai contratti preesistenti ed alle intese ripetitive dei contratti nazionali. il

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Ora sulla base della nuova disciplina i contratti devono presiedere alle retribuzioni variabili e far riferimento ad indicatori quantitativi di produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione, oppure, il premio dovrà essere collegato a contratti che attivano almeno una misura in almeno tre delle aree di intervento fra quelle precedentemente indicate. Vengono inoltre introdotte delle procedure di monitoraggio per verificare la conformità degli accordi alle disposizioni del Dpcm. Infatti, i datori di lavoro dovranno depositare i contratti presso la Direzione territoriale del lavoro territorialmente competente entro 30 giorni dalla loro sottoscrizione, allegando un'autodichiarazione di conformità dell’accordo depositato alle disposizioni del presente decreto. Entro il 30 novembre 2013 le parti sociali di concerto con il Governo si dovranno incontrare al fine di verificare se il nuovo impianto normativo avrà raggiunto gli obiettivi di aumento della produttività.


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DATORI DI LAVORO

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DAL 2013 AUMENTANO LE DETRAZIONI PER I FIGLI

La legge di stabilità ha portato finalmente vantaggi per alcuni cittadini: dal primo gennaio 2013 partono gli aumenti derivanti dalle detrazioni per figli a carico gli effetti si vedranno già nella prima busta paga dell’anno Con una modifica all’art. 12 del TUIR, a decorrere dall’01.01.2013, aumentano le detrazioni teoriche per i figli a carico e per i figli portatori di handicap: • detrazione base - euro 950 per ciascun figlio compresi i figli naturali riconosciuti, adottivi, affidati o affiliati (prima 800 euro); • per i figli di età inferiore ai tre anni - la detrazione base è portata ad euro 1.220 (prima 900 euro); • per i figli portatori di handicap - le predette detrazioni sono aumentate di euro 400 (prima 220 euro). In particolare si ricorda che: • le detrazioni sono riconosciute se il

familiare a carico non ha conseguito un reddito annuo superiore al limite di euro 2.840,51; • le detrazioni per carichi di famiglia non competono ai soggetti non residenti (salvo deroga anche per il 2013 - vedi Legge di Stabilità 2013 n. 228/12 art. 1 com. 526); • le detrazioni per figli a carico devono essere rapportate alla percentuale di spettanza che può essere esclusivamente pari a 100, 50 o zero e deve essere ripartita nella misura del 50% tra i coniugi. Tuttavia, i coniugi possono decidere di comune accordo di attribuire l’intera detrazione al genitore con il reddito complessivo più elevato;

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SERVIZI TECNICI

NUMERO 1

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

Finanziamenti alle imprese BANDO ISI - INAIL 2012 INCENTIVI ALLE IMPRESE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO Marco Benedini Resp. Provinciale Servizi Tecnici

Anche quest’anno l’Inail ha aperto il bando per finanziare le imprese che investono sul miglioramento della sicurezza sui luoghi di lavoro. Di seguito riportiamo le caratteristiche fondamentali del bando. 1. OBIETTIVO Incentivare le imprese a realizzare interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Possono essere presentati progetti di investimento e per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale. 2. DESTINATARI Destinatari sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura, quindi la platea degli aventi diritto spazia dalla grande industria al piccolo artigiano per arrivare al singolo coltivatore diretto. 3. AMMONTARE DEL CONTRIBUTO L’incentivo è costituito da un contributo in conto capitale nella misura del 50% dei costi del progetto. Per le aziende agricole il contributo massimo è di 7500 euro perché riconducibile ai dettami del reg. CEE 1535/07 che disciplina gli aiuti “de minimis”; tale norma prevede che le aziende agricole possono percepire aiuti in regime de minimis a patto che gli stessi non superino l’ammontare di 7500 euro per triennio. Pertanto l’importo massimo che l’azienda agricola potrà percepire dall’adesione al presente bando sarà pari a 7500 euro decurtati di eventuali altri contributi percepiti nell’ultimo triennio all’interno del regime “de minimis”. Per tutti gli altri comparti produttivi (industri, artigianato, ecc.) il contributo massimo è pari a 100.000 euro.

4. RISORSE Per l’anno 2012 l’INAIL ha stanziato per la Lombardia 27,16 milioni di euro contro i 35,8 dello scorso anno. 5. MODALITÀ E TEMPI Nel periodo dal 15 gennaio 2013 al 14 marzo 2013 sul sito www.inail. it - Punto Cliente, le imprese, previa registrazione sul sito, avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà l’inserimento della domanda, con la possibilità di effettuare tutte le simulazioni e modifiche necessarie, allo scopo di verificare che i parametri associati alle caratteristiche dell’impresa e del progetto siano tali da determinare il raggiungimento del punteggio minimo di ammissibilità, pari a 120 (punteggio soglia). I parametri da considerare per il raggiungimento del punteggio soglia attengono principalmente a: dimensione aziendale, rischiosità dell’attività di impresa, numero di destinatari, finalità, tipologia ed efficacia dell’intervento, con l’ulteriore previsione di un bonus nel caso di collaborazione con le Parti sociali nella realizzazione dell’intervento. Al termine dell’inserimento della domanda nella procedura informatica, le imprese, la cui domanda salvata abbia raggiunto il punteggio soglia, riceveranno un codice che identificherà in maniera univoca la domanda. Le domande inserite, alle quali è stato attribuito il codice identificativo, ormai salvate e non più modificabili, potranno essere inoltrate on-line; la data e l’ora di apertura e di chiusura dello sportello informatico per l’inoltro delle domande saranno pubblicate sul sito www. inail.it a partire dall’8 aprile 2013. L’elenco in ordine cronologico di tutte le domande inoltrate sarà pubblicato sul sito INAIL, con evidenza di quelle collocatesi in posizione utile per l’ammissibilità del contributo, ovvero fino il

Cremonese

Coltivatore

alla capienza della dotazione finanziaria complessiva. Entro i 30 giorni successivi all’invio telematico, l’impresa deve trasmettere alla Sede INAIL competente tutta la documentazione prevista, utilizzando la Posta Elettronica Certificata. In caso di ammissione all’incentivo, l’impresa ha un termine massimo di 12 mesi per realizzare e rendicontare il progetto. Entro 90 giorni dal ricevimento della rendicontazione, in caso di esito positivo delle verifiche, viene predisposto quanto necessario all’erogazione del contributo. ALCUNE CONSIDERAZIONI … Questo metodo di erogazione a sportello (chi primo arriva meglio si accomoda!) ha creato non pochi problemi durante le domande degli scorsi anni. Con il bando 2010 nell’arco di 10 minuti sono stati assegnati 60 milioni di euro in Italia con un intasamento delle linee di collegamento al sito Inail che impedivano di fatto l’accesso all’applicativo. Lo scorso anno, nonostante la situazione sia stata leggermente migliorata con la procedura di attribuzione del codice alla domanda e con delle date di invio differenziate tra regioni, è rimasto, e tuttora rimane, il grosso limite della graduatoria temporale. Inoltre, a peggiorare le cose, il 2012 rispetto al 2011 vede anche una dotazione finanziaria a livello nazionale che passa da 205 milioni di euro a 155. Non dimentichiamo inoltre che i progetti presentati dalle imprese non agricole erodono rapidamente il budget a disposizioni a colpi di 100mila euro per domanda, mentre il settore agricolo può beneficiare al massimo di 7500 euro (vedi reg. de’ minimis). Ciò nonostante i nostri uffici saranno a disposizione per ogni eventuale chiarimento e per aiutare l’impresa nella presentazione della domanda.


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SERVIZI TECNICI

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GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

RITIRO DEDICATO: ecco i prezzi minimi garantiti 2013 L’Aeeg - Autorità per l’energia ha pubblicato i prezzi minimi garantiti per il 2013 per i piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza inferiore ad 1 MW. I prezzi di ritiro dell’energia elettrica prodotta presentano un adeguamento rispetto all’anno precedente pari alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo (+3% nel 2012 vs 2011). Il prezzi minimi garantiti, disciplinati Quantità di corrente ritirata su base annua espressa in Kwh Fino a 3.750 Oltre i 3.750 e fino a 25.000 Oltre i 25.000 e fino a 2.000.000

dalla delibera 280/07, vengono riconosciuti ai produttori di energia elettrica da fonte rinnovabile con impianti di piccola taglia, che per la vendita dell’energia scelgono la modalità del ritiro dedicato. Tale aumento recupera in parte la diminuzione di prezzo avuta nel 2012 a seguito della delibera art/elt 103/11 che aveva modificato i livelli di prezzi mettendoli in relazione al tipo di fonte 2011 prezzo minimo e/MWh 103.4 103.4 103.4

Gli impianti fotovoltaici in regime di ritiro dedicato sono passati da 103,4 euro/MWh del 2011 a 78,3 euro/MWh nel 2012 per percepire 80,6 euro/MWh nel 2013. Nel dettaglio si vedano i valori della seguente tabella:

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2013 prezzo minimo e/MWh 105.8 95.2 80.6


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SERVIZI TECNICI

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

Arriva il Conto energia Termico per piccoli impianti e interventi di efficienza Con più di un anno e mezzo di ritardo rispetto ai tempi previsti dal Dlgs 28/2011, dal 3 gennaio 2013 è entrato finalmente in vigore il decreto interministeriale sul Conto energia termico, che istituisce un sistema di incentivazione per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni. Per Giorgio Piazza, Presidente dell’Associazione le Fattorie del Sole, “si tratta di una opportunità per le imprese agricole e gli agriturismi interessati a diversificare gli investimenti aziendali nell’ottica della multifunzionalità. Tuttavia è necessario intervenire al più presto sulla catena commerciale dei combustibili legnosi con alcuni auspicati miglioramenti, rivolti soprattutto alla certificazione della provenienza e qualità del pellets, del cippato e della legna da ardere, affinché sia incentivata soprattutto la produzione di biomassa e sottoprodotti di origine nazionale e conseguentemente promossa l’attività e la professionalità delle aziende agricole forestali. Questo volano porterebbe infatti notevoli benefici alla migliore gestione dei boschi e allo sviluppo di una filiera di produzione del biocombustibile nazionale, scongiurando il rischio

di importazioni”. La versione finale del "Decreto termiche", anche detto “Conto energia termico”, contiene numerose modifiche rispetto alla bozza presentata dai Ministeri che lo scorso novembre era stata trasmessa alla Conferenza unificata per l’intesa. Tra le novità più importanti per il settore agricolo, la possibilità di effettuare gli interventi non solo negli edifici ma anche nei fabbricati rurali esistenti. Per le sole aziende agricole, è incentivabile non solo la sostituzione ma anche l’installazione ex novo di impianti di climatizzazione invernale a biomassa; infine è stata estesa la potenza massima incentivabile per pompe di calore e generatori a biomassa, da 500 kW a 1 MW. Per queste tipologie di impianti, limitatamente a quelli di potenza compresa tra 500 kW e 1 MW, la richiesta di accesso all’incentivo deve essere effettuata tramite l’iscrizione ad appositi registri informatici, gestiti dal GSE-Gestore dei Servizi Energetici. I beneficiari dell’incentivo per la produzione di energia termica da rinnovabili sono i soggetti privati – persone fisiche, titolari di reddito di impresa o reddito agrario – e le pubbliche amministrazioni.

Sono incentivabili gli interventi di piccola dimensione per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di sistemi ad alta efficienza, quali pompe di calore elettriche a gas o geotermiche, scaldacqua a pompa di calore, collettori solari termici anche abbinati a sistemi di solar cooling. Per il settore delle biomasse sono previsti incentivi per impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento dotati di caldaie a biomasse, sino ad 1 MW di potenza, e installati in sostituzione di impianti di climatizzazione invernale già esistenti, alimentati a gasolio, olio combustibile, carbone e a biomassa. Tra le tecnologie ammesse: caldaie a pellet, caldaie a biomasse combustibili (esclusa la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani), stufe e termocamini alimentati a pellet o a legna, purché garantiscano uno specifico rendimento termico utile. Il riscaldamento deve essere al servizio di edifici che siano iscritti al catasto o per i quali sia stata presentata la richiesta di iscrizione, compresi quelli rurali e le relative pertinenze. Anche le serre esistenti possono rientrare tra gli edifici da riscaldare con generatori a biomasse e quindi ammissibili al Conto Termico. Per le sole aree non metanizzate i bene-

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SERVIZI TECNICI

NUMERO 1

fici sono estesi anche alla sostituzione, con apparecchi o impianti a biomasse, di generatori alimentati a GPL ma in questo caso il richiedente deve essere un’azienda agricola che svolge attività agroforestale e la tecnologia installata deve garantire le migliori prestazioni per la limitazione delle emissioni. Per le sole aziende agricole, inoltre, l’incentivo sarà riconosciuto anche alla nuova installazione di impianti termici. L’incentivo copre il 40% dell’investimento ed è spalmato in un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni, a seconda dell’intervento tecnologico. Il contributo sarà erogato in due annualità per impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento dotati di caldaie a biomasse fino a 35 kW di potenza termica, e in cinque anni per le caldaie da 36 a 1.000 kW di potenza termica. Il decreto ha previsto un riconoscimento economico per ogni kWh termico destinato al riscaldamento e prodotto da fonti rinnovabili. Il sistema di calcolo dell’incentivo si basa sulle sei fasce climatiche nelle quali è ripartito il territorio nazionale (da A a F) corrispondenti al diverso numero di giornate mediamente utilizzate per il riscaldamento e

che tengono conto delle diverse temperature medie invernali. È stato inoltre previsto un premio per gli impianti che dimostrano di raggiungere i migliori risultati in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera. A seconda della tecnologia, l’incentivo

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

potrà aumentare del 20 o del 50% a seconda della riduzione dei livelli emissivi. L’accesso al sistema incentivante è riservato a tecnologie che hanno acquisito la certificazione di conformità agli standard europei e che garantiscono precisi limiti emissivi. Nel caso di tecnologie alimentate a pellet sarà necessario che il combustibile utilizzato sia certificato A1 o A2 ai sensi della norma UNI EN 14961-2. Mentre per tecnologie alimentate a biomasse combustibili - ovvero tra quelle indicate dal D.Lgs 152/2006 e s.m.i. Parte quinta, Allegato X parte II, Sezione 4 – solo nel caso in cui siano rispettati i parametri di emissione previsti dalla Tabella 11 del medesimo decreto e certificati da un organismo accreditato. La manutenzione biennale dei generatori e della canna fumaria è obbligatoria per tutta la durata degli incentivi e dovrà essere dimostrata conservando le certificazioni rilasciate da personale qualificato. Per leggere il Decreto e avere maggiori informazioni, è possibile consultare il sito http://www.fattoriedelsole.org. I nostri uffici sono a disposizione per ogni chiarimento.

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PATRONATO EPACA

NUMERO 1

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

INAIL:

Damiano Talamazzini Resp. Provinciale Patronato Epaca

l’Assicurazione non copre solo gli infortuni ma è previsto un indennizzo anche per le malattie professionali

La malattia professionale viene definita come un evento dannoso per il lavoratore, che si manifesta in modo lento, graduale e progressivo, involontario, in occasione del lavoro. Cioè, in un lavoratore, che svolge quotidianamente le mansioni alle quali è adibito, può manifestarsi l’insorgere di una malattia che risulta direttamente connessa al tipo di lavoro svolto. Nella malattia professionale, diversamente che nell’infortunio, l’influenza del lavoro nella genesi del danno lavorativo è specifica, poiché la malattia deve essere contratta proprio nell’esercizio e a causa di quell’attività lavorativa o per l’esposizione a quel determinato agente dannoso. Con il termine "malattia professionale" si prende in considerazione la malattia contratta nell'esercizio e a causa della lavorazione alla quale è adibito il lavoratore. La malattia professionale può essere scaturita, quindi, sia da proprietà nocive delle sostanze utilizzate sia da movimenti violenti e ripetuti, non naturali, ai quali la struttura corporea risulta adattarsi. In conclusione, la malattia professionale è l'effetto nocivo di materiale o lavoro, sull’organismo, protratto nel tempo. La malattia professionale si distingue dall' infortunio, in quanto, a differenza di quest'ultimo, non avviene per causa violenta ma secondo un'azione graduale nel tempo. In Italia le malattie professionali sono soggette ad assicurazione obbligatoria da parte di INAIL, che in caso di malattia professionale riconosciuta, eroga al lavoratore malato diverse

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tipologie di prestazioni previdenziali. L'elenco delle malattie professionali indennizzabili è contenuto in un apposito elenco, le cosiddette malattie "tabellate", ma ciò non esclude che altre malattie siano riconosciute come tali in seguito a specifici accertamenti. Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia Malattie da agenti chimici; malattie da agenti fisici; malattie da agenti biologici; malattie dell’apparato respiratorio; malattie della pelle; tumori professionali; malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro. Tra le malattie professionali più comuni si ricordano le seguenti: • Silicosi: è un'infezione ai polmoni provocata dall'inalazione di polvere contenente biossido di silicio. • Sindrome del tunnel carpale. • Ipoacusia da rumore: si intende una diminuzione più o meno grave della capacità uditiva. • Malattie muscolo-scheletriche: tale termine viene usato per indicare tutte le disfunzioni che vanno a colpire ossa, articolazioni, muscoli, tendini, legamenti, borse, nervi, vasi sanguigni. Le malattie muscolo-scheletriche sono causate dalla ripetizione di movimenti estranei al lavoratore che esercitano una forza esterna tale da comportare l'adattamento del corpo all'errata postura. • Dermatiti da contatto o eczemi: sono reazioni immunitarie della pelle in seguito all'esposizione o contatto con sostanze chimiche, fisiche, microbiche o parassitarie. • Asbestosi: è una malattia polmonare cronica conseguente all'inalazione di fibre di asbesto. L'asbesto, o amianto, è stato molto utilizzata in passato come materiale in campo prevalentemente edilizio per le sue caratteristiche soprattutto antincendio. • Antracosi: è una malattia polmonare di tipo cronico, tipica di chi lavora nelle miniere di carbone. • Avvelenamento da radiazione (chiamato anche male da raggi): malattia acuta da radiazione o più propriamente in clinica sindrome da radiazione acuta. Cremonese

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PATRONATO EPACA

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ASS. PROV. PENSIONATI

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

Associazione Prov.le Pensionati Coldiretti Cremona Prossime mete: Franciacorta e Pavia

MODELLO RED Sospensione delle prestazioni legate al reddito Nel mese di dicembre a chi è risultato inadempiente rispetto alla dichiarazione dei redditi relativa al 2010 è stato inviato il sollecito a trasmettere le informazioni reddituali tramite il Mod. REDSOLIT. Il diritto e/o l'importo di molte delle prestazioni previdenziali e assistenziali erogate dall'INPS infatti è correlato ai redditi posseduti dal titolare della prestazione, dal coniuge e, per i trattamenti di famiglia, anche dai soggetti a carico del pensionato. A ciascun soggetto sono stati a suo tempo richiesti, oltre al proprio, i redditi relativi alle persone interessate. Il pensionato è stato avvisato che "l’Istituto ha disposto la sospensione delle prestazioni legate al reddito da Lei percepito”, precisando anche che tale sospensione "verrà resa operativa nel corso dell’anno 2013” e che le informazioni reddituali per l’anno 2010 devono essere trasmesse entro il 28/2/13. Il titolare della prestazione collegata al reddito è stato considerato inadempiente anche nel caso in cui la dichiarazione reddituale sia risultata assente per uno dei soggetti del nucleo tenuti alla dichiarazione. Non basta che il pensionato abbia dichiarato che il familiare, senza dichiarazione, sia fiscalmente a suo carico, né che il titolare della prestazione abbia dichiarato i propri redditi senza indicare quelli del coniuge, nel caso in cui questi siano rilevanti ai fini della prestazione percepita.

L’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona organizza due ‘gite’, in Franciacorta e a Pavia, che si svolgeranno la prossima primavera e in autunno. Si anticipa il programma di massima della prima iniziativa.

GITA DI PRIMAVERA - Venerdì 19 aprile 2013 Montisola e Franciacorta • Montisola ha una secolare tradizione nella fabbricazione delle reti da pesca e nella costruzione delle barche in legno. Ancora oggi, è possibile vedere quanto resta di quella nobile tradizione artigianale, soprattutto nella frazione di Peschiera Maraglio. • Il Maglio Averoldi di Ome – conosciuto anche con il nome di “Antro di vulcano” – sorge in un’antica terra di mulini dove l’attività di forgiatura risale agli inizi del primo millennio: quella zona oggi si chiama Franciacorta. Verrà messo a disposizione un servizio bus con arrivo a Iseo e da lì con il battello si raggiungerà Montisola (Comune di Peschiera). Rientro ad Iseo in tarda mattinata per raggiungere l’Azienda Agrituristica “La Fiorita” ad Ome in Franciacorta, dove oltre al pranzo vi sarà la possibilità di visitare l’azienda vitivinicola con la cantina. Nel pomeriggio visita al “Maglio” museo del ferro. Le prenotazioni dovranno pervenire entro e non oltre mercoledì 17 aprile p.v. presso la Segreteria Provinciale dell’Associazione Pensionati, a Maria Luisa Parmigiani, Tel. 0372/499811, oppure presso gli Uffici di Zona. La quota di partecipazione e gli orari di partenza verranno comunicati successivamente.

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Legge di stabilità 2013

Nella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2012, supplemento ordinario n. 212, è stata pubblicata la legge 24 dicembre 2012, n. 228, recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013)". L’introduzione della norma apporta diverse novità in campo fiscale, evidenziamo di seguito le principali. Irpef Non sono state abbassate le aliquote dei primi due scaglioni di reddito, come invece previsto in un primo tempo. Sono aumentate però le detrazioni per figli a carico con conseguenti vantaggi fiscali a vantaggio delle famiglie: da 900 a 1.220 euro per i bambini fino a 3 anni; da 800 a 950 euro per figli con più di 3 anni di età; da 220 a 400 euro la detrazione supplementare per i figli portatori di handicap. In tema di Irpef in campo agricolo il comma 318 della legge in oggetto conferma le ipotesi del disegno di legge introducendo, a partire però dall’anno d’imposta 2013, una rivalutazione dei redditi dominicali e agrari del 15% da calcolarsi dopo le canoniche rivalutazioni dell’80% sui redditi dominicali e del 70% sui redditi agrari. Tale rivalutazione si riduce al 5% per i terreni posseduti e coltivati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

Reddito Dominicale - per cd e iap Reddito Agrario - per cd e iap

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

Fino al 2012 Rivalutazione 80% Rivalutazione 80% Rivalutazione 70% Rivalutazione 70%

Dal 2013 Rivalutazione 80% + 15% Rivalutazione 80% + 5% Rivalutazione 70% + 15% Rivalutazione 70% + 5%

Ires Da notare come per le società agricole diverse dalle società semplici si preveda, a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, il divieto di optare per la determinazione del reddito in base al regime catastale. In sostanza le Società a responsabilità limitata, le Società in nome collettivo, le Società in accomandita semplice e le Cooperative agricole a partire dall’esercizio 2015 dovranno tassare i propri redditi in base al bilancio e non più in base al reddito agrario. il

Irap La legge prevede di aumentare a partire dal 2014 le deduzioni Irap per ogni lavoratore dipendente assunto a tempo indeterminato da 4.600 a 7.500 euro. Se si riferisce a dipendenti di sesso femminile o lavoratori giovani con meno di 35 anni la deduzione aumenta a 13.500 euro. Aumentano anche gli importi riferiti agli scagioni ammessi in deduzione, nel seguente modo: base imponibile Inferiore a 180.759,91 Tra 180.759,92 e 180.839,91 Tra 180.839,92 e 180.919,91 Tra 180.919,92 e 180.999,91

Fino al 2013

Dal 2014

Ulteriore deduzione

7.350

8.000

2.50 0

5.500

6.000

1.875

3.700

4.000

1.250

1.850

2.000

625

L’ulteriore deduzione indicata nella tabella sopra esposta è a vantaggio dei seguenti soggetti: • le S.p.a., le S.a.p.a., le S.r.l. e le Società Cooperative; • gli enti pubblici e privati diversi dalle società che hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali; • le S.n.c. e le S.a.s. e quelle ad esse equiparate, le persone fisiche esercenti attività commerciali di cui all'art. 55 del TUIR; • le persone fisiche, le società semplici e quelle ad esse equiparate esercenti arti e professioni; • i produttori agricoli titolari di reddito agrario, esclusi quelli in regime di esonero; • gli enti privati non commerciali nonché le società e gli enti non residenti. Tares Viene introdotta una nuova tassa: la Tares (Tassa Rifiuti E Servizi) ovvero la nuova imposta relativa allo smaltimento rifiuti che va a sostituire la Tarsu e la Tia. Il pagamento dell’imposta avverrà in quattro rate, ma per il 2013, primo anno di applicazione, i versamenti andranno effettuati entro aprile, luglio e ottobre (ma c’è la proposta di rinviare la prima scadenza a luglio). Cremonese

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FISCALE

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Imu A partire dal 2013 ci sarà una semplificazione del pagamento dell’imposta da parte dei contribuenti in quanto il gettito dell’Imu andrà interamente al Comune (ad eccezione dei fabbricati ad uso produttivo identificati dalla categoria catastale del gruppo D). Non ci sarà più quindi la necessità di calcolare la quota spettante al Comune e la quota relativa allo Stato. Ivie L’Imposta sul Valore degli Immobili all’Estero è stata rinviata dal 2011 al 2012 considerando quanto già pagato come acconto per l’anno 2012. Tale imposta è relativa ai beni immobili esteri di proprietà di contribuenti italiani, è praticamente un’Imu sulle proprietà immobiliari all’estero. Iva È previsto un aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22% a partire dal 1° luglio 2013. Viene lasciata inalterata

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

l’aliquota del 10%. Relativamente all’Iva sono state introdotte anche novità relative alle operazioni intracomunitarie con il recepimento della direttiva comunitaria 2010/45. In sintesi si estende l’obbligo della fatturazione alle operazioni non territoriali tassate all’estero per le operazioni non rilevanti di cui il debitore è un operatore in altro Stato UE con l’indicazione in fattura “operazione a inversione contabile” e per le operazioni che si considerano effettuate fuori dall’UE con l’indicazione in fattura “operazione non soggetta”. Rivalutazioni La Legge di Stabilità 2013 ha riaperto i termini per la rivalutazione del valore di terreni agricoli ed edificabili e per la rivalutazione delle partecipazioni societarie (escluse le partecipazioni in società quotate in mercati regolamentati). Le nuove rivalutazioni si dovranno effettuare con perizie asseverate entro il 30 giugno 2013 facendo riferimento al valore dei beni alla data del 1° gennaio 2013.

Art. 62, le novità

I.P.

Il Decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 convertito nella Legge n. 222 del 23 novembre 2012 ha introdotto un’importante novità relativa all’art. 62. Il comma 6-bis dell’art. 36 dispone che “I contratti conclusi fra imprenditori agricoli non costituiscono cessioni ai sensi dell’articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n.1l, convertito, con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012, n. 27”. In sostanza le compravendite tra imprenditori agricoli (ditte individuali, società o cooperative) sono escluse dall’applicazione dell’art. 62 sia per ciò che concerne la stipula del contratto, sia per le eventuali integrazioni in fattura o d.d.t., sia relativamente al rispetto dei termini di pagamento. Importante evidenziare come vengano così esclusi dall’applicazione dell’art.62 anche tutti i rapporti tra imprenditori agricoli e cooperative agricole. Non solo sono esclusi i conferimenti di soci alla cooperativa di appartenenza, come già previsto nella stesura originaria, ma vengono escluse anche le cessioni da parte di altri imprenditori agricoli alle cooperative e anche le cessioni inverse, ovvero dalle cooperative ai soci e comunque agli imprenditori agricoli in genere.

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diretta sulle tecnologie degli impianti, sulle tecniTLC (Tutela Locazione Contratti) mette a di- in relazione a ogni singolo caso. sposizione di tutti coloro (privati cittadini, ammi- TLC opera sull'intero territorio nazionale attra- che di localizzazione, nonché sulle prassi e tecniche nistratori di condominio, imprese ed enti pubblici) verso una rete di consulenti e con il supporto di negoziali. TLC valuta i singoli contratti, verificanche hanno stipulato un contratto di locazione uno staff legale dedicato, proponendosi come in- done la correttezza e l'equità, con l'ulteriore obietavente come oggetto l’installazione di un’antenna terlocutore qualificato e autorevole nei confronti tivo di ottenere un aumento del canone di di telefonia su un proprio immobile o terreno, il dei gestori telefonici. Il suo team è composto da locazione, valutando anche il valore generato dagli supporto dei propri esperti, per ottenere una mag- professionisti che hanno maturato un'esperienza impianti ospitati. Il servizio offerto da TLC ai locatori avviene giore redditività e la massima tutela. In Italia sono attualmente installate Hai un impianto di telefonia mobile su un tuo terreno o fabbricato? tramite il rilascio di un mandato, in forza del quale TLC agisce per conto e nell'interesse circa 80.000 antenne per la telefodel locatore, il quale non dovrà più preocnia cellulare, alle quali corrispondono cuparsi di alcunché. Per i locatori che scelaltrettanti contratti di locazione stipulati gono di farsi rappresentare da TLC, il costo con i proprietari di singoli terreni o di del servizio viene interamente assorbito neledifici e predisposti unilateralmente dai gestori telefonici. l'aumento di canone che TLC sarà in grado Ma le condizioni contrattuali patdi ottenere. tuite sono inderogabili oppure possono Nel caso TLC non dovesse ottenere condiessere riviste con maggior favore e zioni migliorative rispetto al contratto in esattenzione nei confronti degli stessi losere, non verrà addebitata alcuna spesa al catori? Esiste un modo efficace e non rilocatore. Chiunque abbia un impianto di telefonia su un schioso per aumentare l'equità e la proprio terreno o fabbricato e desideri ricevere redditività del proprio contratto? Scopri come aumentare la redditività del tuo contratto: maggiori informazioni sul servizio offerto può È a questo punto che entra in gioco 0543-756807 - www.tlcsrl.eu visitare il sito www.tlcsrl.eu oppure può TLC, una Società di consulenza che offre un innovativo servizio a supporto esclu- TLC verifica la correttezza e l’equità dei contratti di locazione stipulati contattare TLC, senza alcun impegno, allo coi gestori telefonici e supporta i locatori in relazione ad ogni singolo sivo dei locatori, che punta a procurare caso, 0543-756807 o via mail a info@tlcsrl.eu con l’obiettivo di ottenere condizioni contrattuali più condizioni contrattuali più vantaggiose, vantaggiose ed un consistente aumento del canone di locazione. per esporre il proprio caso specifico.

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AGRICOLTURA IN CLASSE

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

Alunni a Scuola di Salute e di Energia Hanno preso avvio le ‘specialissime’ lezioni proposte da Coldiretti Cremona agli alunni del territorio, nel segno della “Scuola di Salute” e della “Scuola di Energia”. Nel mese di febbraio sono partiti i percorsi didattici che vedranno imprenditori e funzionari di Coldiretti Cremona dialogare nei prossimi mesi con oltre mille alunni (dalla Scuola primaria alla Secondaria di Primo e Secondo grado) sui temi della corretta alimentazione, della valorizzazione e promozione del vero Made in Italy, ma anche della tutela del territorio e della possibilità di produrre energia dai campi. “Agribenessere” è il titolo del progetto didattico (proposto con il sostegno della CCIAA di Cremona) che si articola in una serie di percorsi, che qui riassumiamo: W L’AGRICOLTURA. L’incontro in classe con imprenditori agricoli del territorio (in primis Giovani Impresa e Donne Impresa Coldiretti) rivela il volto della moderna agricoltura: le tecnologie, la professionalità, il rapporto impresa-mercato, la multifunzionalità, il valore del vero Made in Italy. - W LA TRADIZIONE. L’incontro con l’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti consente di riscoprire le radici delle attività e della cultura rurale. Si parlerà delle antiche pratiche, di colture e allevamenti del passato.

- OBESITÀ? NO GRAZIE! Le lezioni approfondiscono i corretti comportamenti alimentari, con tanti utili ‘consigli del benessere’. Le scelte alimentari non possono prescindere dalla conoscenza di ciò che si porta in tavola: da qui l’attenzione alle produzioni della nostra terra e alla stagionalità degli alimenti. Il tutto corredato dall’attività fisica.

- KM ZERO! Il rispetto per l’ambiente inizia dalle scelte a tavola: il percorso mostra come ciascuno di noi possa contribuire ad aiutare l’ambiente attraverso gesti quotidiani, ad es. la scelta di produzioni locali (che, non richiedendo lunghi trasporti, limitano le emissioni di gas serra). Il percorso approda all’esperienza dei Mercati di Campagna Amica. - L’ETICHETTA, NOSTRA ALLEATA. Si riflette sull’utilità dell’etichetta e sull’importanza di conoscere l’origine dei prodotti. Gli agricoltori mostrano

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agli alunni, anche attraverso la visita presso i Punti Campagna Amica, il significato e il valore del progetto di Coldiretti, che sta dando vita ad una filiera agricola tutta italiana. - EDUCARE ALLA SOSTENIBILITÀ. Il percorso è una vera e propria “Scuola di energia”, che racconta – attraverso dispense e visite in azienda – la sfida di “produrre energia dai campi” nel segno della sostenibilità e della multifunzionalità. Sono previsti interventi tesi ad educare a comportamenti che, nella vita quotidiana, contribuiscono al risparmio energetico e alla tutela dell’ambiente. Fulcro di ogni percorso è sempre l’incontro con gli imprenditori agricoli, attraverso le visite nelle aziende (dove approfondire, ad esempio, la scelta di puntare sulla vendita a km zero, oppure sulle bioenergie) o nei Mercati di Campagna Amica (toccando con mano le esperienze di agricoltori che hanno scelto di rivolgersi direttamente al cittadino-consumatore). Vengono proposte giornate in fattoria didattica o in agriturismo, visite presso gli agrinido nati nel territorio, o presso i Punti o alla Bottega di Campagna Amica, alla scoperta dei tanti protagonisti della grande sfida lanciata dalla Coldiretti: costruire una filiera tutta agricola e tutta italiana. (m.b.)


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ASSICURAZIONI

GENNAIO/FEBBRAIO - 2013

DAL CONSORZIO DI DIFESA

ASSICURAZIONE DELLE COLTURE AGRARIE Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha approvato il nuovo Piano Assicurativo per l’anno 2013, con il quale decreta le produzioni vegetali assicurabili. PRODUZIONI VEGETALI ASSICURABILI • Cereali • Pomacee • Oleaginose • Drupacee • Orticole • Foraggere • Leguminose • Frutticole Varie • Colture Industriali AVVERSITÀ ASSICURABILI ANNO 2013 ANNO 2014 Colpo di sole Colpo di sole e venti sciroccali e venti sciroccali Eccesso di neve Eccesso di neve Eccesso di pioggia Eccesso di pioggia Gelo brina e sbalzi termici Gelo, brina e sbalzi termici Grandine Grandine Venti forti Venti forti ALLEVAMENTI ZOOTECNICI ASSICURABILI • Bovini • Avicoli • Bufalini • Api • Suini • Equini • Ovicaprini • Cunicoli

Per l’anno 2013 la copertura assicurativa dovrà comprendere 2 avversità atmosferiche tra quelle elencate, attraverso la stipula di polizze pluririschio. A partire dall’anno 2014, la copertura assicurativa dovrà comprendere almeno 3 avversità, sempre attraverso stipula di polizze plurischio. La spesa premi ammissibile a contributo è pari al minor valore risultante dal confronto tra la spesa premi ottenuta applicando i parametri contributivi calcolati dall’ISMEA e la spesa premi risultante dal certificato di polizza. Le percentuali contributive massime sui premi assicurativi da applicare secondo quanto previsto nel Decreto e tenuto conto della disponibilità di bilancio nazionale e comunitario sono le seguenti. Polizze con soglia di danno: • Colture/eventi assimilabili a calamità naturali /Pluririschio con 2 avversità solo per l’anno 2013: fino al 65% della spesa ammessa (55% Comunità Europea 10% Contributo Nazionale) • Colture/eventi assimilabili a calamità naturali/Pluririschio con almeno 3 avversità per il 2013 fino al 75% della spesa ammessa (65% Comunità Europea 10% Contributo Nazionale) • Colture/eventi assimilabili a calamità naturali/Multirischio fino all’80% della spesa ammessa

NUOVI ASSICURATI Il parametro contributivo dei certificati assicurativi con CUAA non presente nelle statistiche assicurative dei precedenti 5 anni è pari alla tariffa effettiva dell’anno in corso per singolo certificato.

EPIZOOZIE ASSICURABILI NEGLI ALLEVAMENTI BOVINI E BUFALINI Afta epizootica Brucellosi Pleuropolmonite Tubercolosi Leucosi enzootica Blue Tongue Encefalopatia spongiforme bovina Carbonchi ematico Diarrea virale bovina Rinotracheite infettiva/Malattia delle Mucose Paratubercolosi EPIZOOZIE ASSICURABILI NEGLI ALLEVAMENTI SUINI • Peste suina classica • Afta epizootica • Peste suina africana • Trichinellosi • Vescicolare suina • Morbo di Aujeszky il

Il Piano per il 2013 contiene numerose innovazioni quanto mai necessarie per operare in un’ottica di sviluppo, nel prossimo biennio, di attività che porteranno all’attivazione delle misure della nuova PAC 2014/20. In tal senso, l’inserimento nel Piano 2013 di indicazioni anche per la campagna 2014 rappresenta un segnale di programmazione decisamente importante; inoltre la separazione dei rischi catastrofali da quelli sistemici costituisce un ulteriore elemento di novità orientando il settore verso coperture più adatte ad una gestione complessiva dei rischi rispetto ai quali il sistema e gli operatori debbono farsi carico in modo efficiente e continuativo. La revisione del meccanismo di distribuzione della agevolazione pubblica, divenuto più aderente alle specificità di rischio dei prodotti e dei territori, con il superamento del tradizionale approccio sul singolo rischio grandine, dimostra quali passi avanti abbia fatto il sistema dei Condifesa negli ultimi anni dimostrando una effettiva capacità di affrontare le sfide di un futuro che richiede cambiamento e innovazione, con lo studio di interesse delle imprese, qualificazione delle strutture in termini di competenza e capacità operativa per un efficace utilizzo della spesa pubblica. Cremonese

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TURA DE OL

Questo pomodoro è verde.

Coltivazioni sostenibili, a ridotto consumo idrico. Soluzioni per contenere ere l’emissione di CO2, dalla raccolta al trasporto in stabilimento: un tragitto medio di 42 km, sempre tracciabile sul sito pomitrace.it. Anche per questo Pomì è il primo marchio alimentare ad aver ottenuto l’etichetta “PER IL CLIMA” di Legambiente che dichiara la quantità di CO 2 generata dal seme fino alla tavola. Perché rispettando la natura, rispettiamo anche il benessere di chi ogni giorno ci sceglie.

www.pomionline.it


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RUBRICA

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