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Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, dcb Cremona Autorizzazione Tribunale di Cremona 25/07/1951 n. 33 del Registro

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Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona

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ANNO 69 numero 1 febbraio/marzo 2015

L’Expo comincia dal latte ITALIANO


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Direzione, Redazione, Amministrazione Via G. Verdi, 4 - I piano Cremona - Tel. 0372499811 Direttore responsabile Tino Arosio

Redattore capo Marta Biondi

Hanno collaborato a questo numero

Marco Benedini, Giacomo Maghenzani Tullo Soregaroli, Maurizio Inzoli Andrea Ragazzini, Damiano Talamazzini Ambrogio Toscani, Bruno Toscani

Progetto grafico e impaginazione UP Uggeri Pubblicità Srl

Pubblicità

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C.so XX Settembre, 18 - Cremona Tel. 0372 20586 - Fax 0372 26610 www.uggeripubblicita.it

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Tipografia Pizzorni Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Cremona, Autorizzazione Tribunale di Cremona 25 luglio 1951 n. 33 del Registro Pagamento assolto tramite il versamento della quota associativa

sommario 2 Quote latte, rischio multe 3 La questione nitrati da 4 a 7 Speciale Mobilitazione latte 8 CreditAgri Italia 9 Nitrati, allevamenti “scagionati” 11 Maltempo, ingenti danni 12/13 Nutrie, la battaglia continua 14/15 Incontro con l’assessore Fava 17 Riforma PAC, intesa 18/19/20 Datori di Lavoro, avvisi 22/23 Giovani Impresa 25 Servizi tecnici, avvisi 26/27 Fiscale, avvisi e scadenze 28 Riceviamo e pubblichiamo 29 Patronato Epaca 30 Campagna Amica protagonista

Quote latte: l’Italia a rischio nuove multe Nell’ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte, che terminerà il 31 marzo 2015, c’è il rischio concreto dell’arrivo di nuove multe per il superamento da parte dell’Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea, dopo quattro anni in cui nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani. Dall’ultimo aggiornamento dei dati Agea si evidenzia un aumento della produzione del 3,24% rispetto allo scorso anno, con un incremento in valori assoluti di 2,561 milioni di quintali, sulla base dei primi nove mesi della campagna relativa al periodo che va dal 1 aprile 2014 al 31 marzo 2015. Quello che si preannuncia è quindi il primo splafonamento dopo l’introduzione della legge 33 del 2009, la quale prevede la possibilità di compensazione solo agli allevamenti di montagna e delle zone svantaggiate, a quelli che non hanno superato il livello produttivo 2007-2008 e ultimi, in ordine prioritario, a quegli allevamenti che producono entro e non oltre il 6% della quota loro assegnata. Dopo la mobilitazione degli allevatori è stato annunciato dal Commissario Europeo all’agricoltura Phil Hogan un provvedimento per permettere di rateizzare le multe di quest’anno, per un massimo di tre anni e senza interessi. Intanto, in risposta alle richieste di Coldiretti durante la mobilitazione nelle principali piazze italiane “Un giorno da allevatore”, il ministero delle Politiche Agricole sta predisponendo un decreto per rendere operativo il piano latte qualità che porta a uno stanziamento di 108 milioni di euro, divisi in tre anni, per gli allevamenti italiani. La questione quote latte è iniziata 30 anni fa, nel 1983, con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte, che ha consentito alla stragrande maggioranza degli allevatori di mettersi in regola. Con la fine del regime delle quote latte è prevedibile un aumento della produzione lattiera italiana e comunitaria che potrebbe aumentare del 5%, con il rischio di ripercussioni negative sui prezzi del latte alla stalla, con notevoli difficoltà soprattutto per gli allevamenti da latte che risiedono nelle zone più fragili e sensibili del nostro Paese e dell’Unione. “Occorre intervenire a livello comunitario e nazionale per preparare con strumenti adeguati un atterraggio morbido all’uscita del sistema delle quote”, ha affermato il Presidente Roberto Moncalvo nel sottolineare che è importante che le risorse previste dal “Fondo latte di qualità” vadano agli allevatori.

AI SOCI: PER UN’INFORMAZIONE SEMPRE PIÙ TEMPESTIVA COMUNICATECI L’INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA Con l’impegno di garantire a tutti i Soci un’informazione sempre più efficace e tempestiva, abbiamo dato vita a una “linea diretta” con le aziende, che si serve della posta elettronica. Tramite e.mail i nostri uffici inviano alle aziende avvisi, scadenze, riferimenti utili (con “gruppi di spedizione” che ci permettono di assicurare un’informazione “mirata”, in base alla tipologia e agli interessi delle diverse imprese). Domandiamo pertanto a tutti i Soci che non avessero ancora comunicato il proprio indirizzo mail (o che in questo momento non stanno ricevendo gli avvisi), di contattare quanto prima i nostri uffici, indicando il proprio indirizzo di posta elettronica. Oppure, basta una mail inviata a cremona@coldiretti.it.

PSR: A CHE PUNTO SIAMO

Apprendiamo dagli uffici regionali che i tempi per la definitiva approvazione da parte della Comunità Europea del Psr della Lombardia sono ancora piuttosto lunghi e, verosimilmente, non avremo un’approvazione definitiva prima di maggio. E’ comunque volontà della Regione far partire alcune misure della nuova programmazione precisando che i bandi comunque dovranno essere assoggettati all’approvazione definitiva da parte di Bruxelles. Le nuove misure che dovrebbero essere attivate già a partire dal prossimo mese, di interesse per il nostro territorio, sono solo alcune di quelle a superficie e precisamente: 1. MISURA 10: agro-climatico-ambientali • Operazione 10.1.01 – Produzioni agricole integrate • Operazione 10.1.04 – Agricoltura conservativa 2. MISURA 11: agricoltura biologica Non appena saranno pubblicati i bandi, sarà nostro impegno darne una precisa informazione.


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EDITORIALE

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La questione nitrati verso la soluzione

Lettera aperta al Presidente Maroni Caro Presidente Maroni, vado subito al dunque. Uso questa modalità irrituale per sottoporle la necessità di risolvere subito il problema della direttiva nitrati che da anni sta affliggendo le nostre imprese agricole. So bene che il nostro Presidente regionale Prandini ha più volte avuto modo di evidenziarle la questione. Coldiretti per altro da anni ha “preso in mano” la vicenda nitrati, spesso in totale solitudine, quando qualcun altro obiettava che dei nitrati non bisognasse parlare per evitare “incazzature” dell’Europa, pronta a bacchettare l’Italia, a suon di sanzioni per la tanto temuta infrazione. Non ci siamo fatti intimidire da questi rischi e naturalmente non abbiamo dato ascolto a chi, nel mondo agricolo, ci invitava a lasciar perdere. Ora siamo arrivati al nodo cruciale, perché la nostra insistenza nel denunciare che la direttiva nitrati stava ammazzando la nostra zootecnia, senza che quest’ultima peraltro fosse realmente colpevole degli inquinamenti delle falde da nitrati, è stata premiata. Ce l’abbiamo fatta perché a dire che non è innanzitutto l’agricoltura ad inquinare ci hanno pensato gli studi condotti dall’Ispra, un ente pubblico di alto livello scientifico. Adesso però viene il bello. La scienza ha detto come stanno le cose, ora la politica deve cambiare le regole del gioco. A quali regole ci riferiamo? Innanzitutto a quelle che hanno stabilito – sulla base di dati fuorvianti – i confini delle cosiddette aree vulnerabili, aree dove per legge sono stati drasticamente ridotti gli utilizzi dei reflui zootecnici per rendere più fertili i terreni, mettendo in croce gli agricoltori in difficoltà nel trovare altri terreni dove poter spandere i liquami dei propri allevamenti. Le ricordo che in provincia di Cremona i Comuni che hanno il limite allo spandimento del liquame, quelli in altre parole vulnerabili o parzialmente vulnerabili, sono ben 86 su 115, quasi il 75% della superficie provinciale! Se non si cambiano le vecchie regole, delle due l’una: o si riduce del 75% la nostra zootecnia già fortemente in crisi o si rad-

doppiano le superfici. Naturalmente questa seconda opzione è impossibile da attuare. Quindi vanno ridefinite, limitate, le aree vulnerabili, non per scelta politica, ma per scelta scientifica, tenendo conto di quanto dice l’Ispra. Non è quindi un piacere che chiediamo, ma un atto di giustizia e di buona politica. Coldiretti a Brescia, alla fine di novembre, fece firmare ai ministri dell’agricoltura e dell’ambiente questo impegno, stabilendo precise scadenze. Più recentemente i medesimi due ministri hanno dato corso a questo impegno lasciando alle regioni tempo fino a metà marzo per presentare i piani per la ridefinizione di queste aree vulnerabili. Mi sono domandato se fosse necessario scrivere queste righe a lei. Forse no. So quanto sia convinto del ruolo strategico della nostra zootecnia. Ma qualche preoccupazione mi viene, ben sapendo chi potrebbe fare di tutto per impedire di ripristinare la verità. Mi riferisco non certo a chi guida l’assessorato all’agricoltura in Lombardia (l’assessore Fava ha più volte riconosciuto quel che andiamo dicendo da anni) ma a qualche altro settore che anche nella regione che governa potrebbe mettersi di traverso verso il raggiungimento di questo risultato. Mi perdoni l’appello, ma non ceda. Prenda in mano la questione senza tentennamenti. E’ troppo alta la posta in gioco. Stiamo andando verso Expo con la zootecnia con le ossa rotte per i prezzi che non sono sostenibili. Almeno arriviamoci avendo eliminato questo

Paolo Voltini Presidente Coldiretti Cremona

fardello caricato ingiustamente sull’agricoltura. C’è senz’altro il risvolto della medaglia perché se la scienza dice che non è innanzitutto l’agricoltura a inquinare, chi inquina? Qui viene il bello, perché ora devono venire fuori i responsabili dell’inquinamento. Non spetta a noi individuarli, ma senz’altro non sarà un’operazione così complicata. Bisogna avere il coraggio di indicarli, siano essi settori produttivi o enti locali magari ancora privi di depuratori. L’agricoltura ha già dato in termini di sacrifici che abbiamo dovuto subire senza essere colpevoli. E allora prima del 17 marzo la sua, la nostra, regione presenti un deciso piano di ridefinizione delle aree vulnerabili per ridare un pezzettino di futuro alla nostra zootecnia. Un ultimo pensiero un po’ forte: se non si fa questa operazione è come continuare a lasciare in galera chi è stato assolto e lasciare in libertà (di inquinare) chi è colpevole!

Il “libro giallo” dell’agricoltura italiana Incontri rivolti ai Dirigenti L’aggiornamento sull’azione di Coldiretti – su questi anni di politiche portate avanti a difesa dell’agricoltura e delle imprese, sugli importanti risultati ottenuti e sulle altrettanto importanti sfide che ancora si devono vincere – è al centro degli incontri rivolti a tutti i dirigenti di Coldiretti Cremona. Il Presidente Paolo Voltini e il Direttore Tino Arosio, insieme alla Giunta, proseguono nel dialogo con i componenti del Consiglio e con i Presidenti delle Sezioni, in una serie di appuntamenti tesi a “sfogliare insieme il libro giallo dell’agricoltura italiana”, verificando come tutti gli obiettivi raggiunti (dalla legge sulla multifunzionalità ai provvedimenti per la tutela del territorio, dalle politiche a difesa del made in Italy allo ‘sblocco’ della vicenda nitrati) abbiano avuto la Coldiretti quale principale e, nella maggior parte dei casi, esclusivo soggetto promotore. Si è partiti mercoledì 25 febbraio a Crema (appuntamento rivolto ai dirigenti della zona cremasca), per proseguire lunedì 2 marzo a Casalmaggiore (con i presidenti e i consiglieri casalaschi) e mercoledì 4 marzo a Cremona (riunendo i dirigenti delle zone di Soresina e Cremona).

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Coldiretti: grandissima mobilitazione a difesa del latte italiano

Decine di migliaia di allevatori, venerdì 6 febbraio 2015, in varie piazze d’Italia hanno dato vita a una imponente manifestazione (definita dai giornali “la più grande mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo”) a difesa della sopravvivenza stessa delle stalle da latte italiane, schiacciate da un prezzo del latte inaccettabile, e a tutela dei cittadini, che non vogliono vedersi rubato il diritto di scegliere il vero latte italiano e tutti prodotti d’eccellenza che ne derivano. Da Milano a Roma, da Venezia a Bari, la denuncia di Coldiretti è stata forte e chiara: dall’inizio della crisi è stata chiusa una stalla italiana su cinque, con la perdita silenziosa di 32mila posti di lavoro e il rischio concreto della scomparsa del latte italiano e dei prestigiosi formaggi, con effetti drammatici anche sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale. Questo evidenziava il dossier “L’attacco alle stalle italiane”, consegnato dalla Coldiretti a Ministri del Governo, Governatori delle Regioni, Sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico

e sociale, che si sono raccolti – accanto ad allevatori e cittadini – nelle stalle allestite nelle principali città italiane, dove è stato possibile mungere, dare da mangiare e custodire gli animali (con la collaborazione tecnica dell’Associazione Italiana Allevatori che ha seguito

l’allestimento e ha curato, nel rispetto del benessere, la presenza degli animali all’evento). Tra gli altri, hanno preso parte all’iniziativa il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, del Lavoro Giuliano Poletti, della Salute Beatrice Lorenzin, della Giustizia Andrea Orlando, dell’Ambiente Gianluca Galletti, ma anche gli ex Ministri del settore primario Alfonso Pecoraro Scanio, Nunzia De Girolamo ora capogruppo Ncd alla Camera e Luca Zaia ora governatore del Veneto. C’erano anche i governatori della Lombardia Roberto Maroni, del Lazio Nicola Zingaretti, della Toscana Enrico Rossi, della Calabria Mario Oliverio e della Sicilia Rosario Crocetta. Tanti i politici e i sindaci, tra cui i primi cittadini di Roma, Ignazio Marino, e di Bari, Antonio De Caro. Hanno aderito rappresentanti delle associazioni dei consumatori, il presidente del Codacons Carlo Rienzi, di Federconsumatori Rosario Trefiletti, di Adiconsum Pietro Giordano, di Adusbef Elio Lannutti e il Segretario Generale Movimento Consumatori Alessandro

“BENE L’IMPEGNO DI MIPAAF E GDO SULL’ETICHETTA DEL LATTE” Un altro grande risultato della nostra mobilitazione è l’adesione della grande distribuzione organizzata (GDO) alla proposta del Ministero delle Politiche Agricole di garantire al consumatore una maggiore trasparenza sull’origine del latte, attraverso un segno chiaro e omogeneo per l’indicazione della zona di mungitura in etichetta. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare i risultati dell’incontro tra il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e i rappresentanti di tutte le principali sigle della Grande distribuzione organizzata che operano in Italia. Oggi – ha ricordato Moncalvo – tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle è fatta con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta”. “In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero” ha concluso il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, ribadendo che il percorso “va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”. IL

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Mostaccio, ma anche ambientalisti come il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza quello della Lipu Fulvio Mamone, il Direttore Generale di Greenpeace Pippo Onufrio, il Presidente Federparchi Giampiero Sammuri. Una dimostrazione concreta di sostegno agli allevatori italiani, sotto attacco a causa del furto di valore che vede sottopagato il latte alla stalla senza alcun beneficio per i consumatori, ma anche a causa degli inganni dovuti all’ingresso di latte e cagliate provenienti da chissà quale parte del mondo, importanti anonimi e poi spacciati come italiani. In Italia, poco più di 36.000 stalle sopravvissute hanno prodotto nel 2014 circa 110 milioni di quintali di latte, mentre sono circa 86 milioni di quintali le importazioni di latte equivalente. Per ogni milione di quintale di latte importato in più – denuncia la Coldiretti – scompaiono 17mila mucche e 1.200 occupati in agricoltura. E la situazione rischia di precipitare nel 2015, con il prezzo riconosciuto agli allevatori che non copre neanche i costi di produzione e spinge verso la chiusura migliaia di allevamenti che, a breve, dovranno confrontarsi anche con la fine del regime delle quote che terminerà il 31 marzo 2015, dopo oltre trenta anni. L’impatto negativo è anche sulla sicurezza alimentare. Nell’ultimo anno hanno superato il milione di quintali le cagliate importate dall’estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte pari al 10% dell’intera produzione italiana. Dal 2007 ad oggi le importazioni di prodotti lattiero-caseari sono aumentate in valore del 23%. Oggi l’Italia importa il 40% del latte e dei formaggi che consuma. Difendere il latte italiano significa difendere un sistema che garantisce 180mila posti di lavoro, ma anche una ricchezza economica di 28 miliardi di euro pari al 10% dell’agroalimentare italiano. La chiusura di una stalla non significa solo perdita di lavoro e reddito, ma anche un danno, con il 53% degli allevamenti italiani che si trova in zone montane e svantaggiate e svolge un ruolo insostituibile di presidio del territorio. “Stiamo perdendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura

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LATTE, LA NOSTRA BATTAGLIA PER IL PAESE ECCO I PRIMI RISULTATI Le manifestazioni di Coldiretti in tutta Italia, da Milano a Roma, da Torino a Venezia, con migliaia di allevatori in piazza, stanno dando i primi frutti. Dopo la nostra mobilitazione del 6 febbraio, il Governo ha preso in mano la situazione drammatica delle stalle da latte e ha deciso di intervenire sulla base delle proposte che la Coldiretti ha presentato per la tutela del settore. STOP a pratiche commerciali scorrette: ci sarà il coinvolgimento dell’Autorità garante per il mercato e la concorrenza per proteggere gli allevatori e assicurare un’adeguata remunerazione del latte alla stalla in base ai costi di produzione. OK a un nuovo modello di contratto: già attuabile da aprile/maggio, punterà ad accordi pluriennale con alla base un prezzo riconosciuto in riferimento ai costi sostenuti dalle aziende agricole. OK all’etichettatura: c’è l’impegno del Ministero dell’Agricoltura ad arrivare finalmente all’indicazione d’origine in etichetta non solo per il latte fresco, ma per tutto il latte usato come ingrediente di prodotti caseari. OK al programma di educazione alimentare “Latte nelle scuole” per rilanciare i consumi fra le nuove generazioni e promuovere una cultura alimentare legata al territorio e alle nostre produzioni. Dopo le richieste di Coldiretti presentate in occasione della mobilitazione “Un giorno da allevatore” il Ministero delle Politiche agricole sta predisponendo un decreto per rendere operativo il piano latte qualità, con uno stanziamento di 108 milioni di euro, divisi in tre anni, per gli allevamenti italiani. In occasione dell’incontro di martedì 24 febbraio al MIPAAF Coldiretti ha ribadito, con determinazione, l’importanza di erogare direttamente agli allevatori i contributi previsti nel piano. La Coldiretti non ha intenzione di fermarsi fino a quando non si sarà risolta la crisi del settore lattiero caseario, un comparto che garantisce produzioni di alta qualità e migliaia di posti di lavoro. La nostra battaglia per gli allevatori è un impegno per la difesa di un pezzo importante dell’economia di questo Paese. Paolo Voltini, Presidente Coldiretti Cremona

che fa bene all’economia, all’ambiente e alla salute”, ha affermato il Presidente Roberto Moncalvo nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere

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spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”.


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Milano, tremila allevatori in piazza Affari “A Cremona 265 stalle da latte perse in dieci anni”

265 allevamenti di vacche da latte persi in dieci anni a Cremona. Nella provincia che da sola munge il 10% del latte italiano (con oltre un milione di tonnellate annue), si è passati dalle 1072 aziende zootecniche da latte del 2003 alle 807 aziende operanti nel 2013. Significa che un quarto delle stalle da latte cremonesi in dieci anni ha chiuso. Il dato complessivo regionale è ancor più drammatico: si è passati dalle 8.761 stalle dell’anno 2003 alle 6.042 stalle dell’anno 2013 (-31%). “Numeri che parlano da soli: siamo la terra di una zootecnia d’eccellenza, eppure le nostre stalle faticano a sopravvivere. Stalle che garantiscono il vero latte italiano, base imprescindibile di grandi dop riconosciute e ricercate in tutto il mondo – sottolinea Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona –. Chiediamo un prezzo equo per il latte alla stalla: i prezzi che oggi l’industria impone alle aziende agricole sono palesemente inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli allevatori per garantire qualità e salubrità. E intanto il prezzo di latte e formaggi chiesto ai consumatori non scende: è evidente chi ci guadagna. Ed è un guadagno che si basa sullo sfruttamento del primo anello della catena, gli allevatori, e sull’inganno verso l’ultimo anello, le famiglie italiane”. Nonostante la fitta neve caduta nella notte in provincia, tanti allevatori di Coldiretti Cremona hanno preso parte, venerdì 6 febbraio, allo straordinario appuntamento fissato a Milano (come in tutte le principali piazze del Paese),

in piazza Affari, dove tremila allevatori lombardi si sono raccolti davanti alla Borsa, dando vita ad una vera e propria stalla dove è avvenuta la mungitura, così da mostrare quanta professionalità e quanta passione vi siano nella produzione del buon latte italiano. Accanto agli allevatori lombardi, con il Presidente Ettore Prandini, c’erano, tra gli altri, il Ministro per le politiche agricole Martina, il Presidente di Regione Lombardia Maroni, l’attrice Lella Costa, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini. “Mediamente l’Italia produce 110 milioni di quintali di latte e ne importa 86 milioni. Per ogni milione importato in più perdiamo 17mila vacche e 1.200 occupati in agricoltura. Ciò che è vergognoso è il fatto che questo latte importato anonimo, e con esso le

cagliate, si trasforma poi in prodotto italiano, venduto come nazionale a danno sia degli allevatori italiani che dei consumatori –aggiunge Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Cremona –. Basti dire che oggi solo una busta di latte uht su quattro vendute in Italia è prodotta con latte italiano. Ma il cittadino-consumatore non lo sa. Per questo è essenziale vincere la battaglia sull’obbligo dell’origine in etichetta: vale per il latte uht, per tutti i prodotti lattiero caseari, come per tutto il cibo made in Italy. I consumatori italiani e di tutto il mondo vogliono il vero agroalimentare italiano. Rendere il nostro prodotto immediatamente e completamente riconoscibile, distinguerlo dagli altri attraverso l’origine in etichetta, è essenziale per ridare reddito alle nostre aziende”.

CONAD RISPONDE ALLA NOSTRA MOBILITAZIONE

“Il latte si fa mungendo le vacche, non spremendo gli allevatori” “Dalla Conad è arrivata una prima e tempestiva risposta alla nostra mobilitazione per salvare le stalle italiane con la più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alla decisione assunta (alla vigilia della grande mobilitazione che ha condotto gli allevatori di Coldiretti in tute le principali piazze italiane) sul prezzo del latte alla stalla per i prodotti a marchio Conad, nell’auspicare che anche le altre catene della distribuzione e le principali industrie alimentari siano ugualmente responsabilizzate. Le parole dell’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese sono state un primo segno concreto di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori italiani, per garantire latte fresco e grandi formaggi Made in Italy ma anche la biodiversità e il presidio del territorio anche nelle aree più difficili. Nell’intervento apparso su tutti i principali giornali, Conad afferma che “il gioco al ribasso sul prezzo del latte che alcuni stanno cercando di attuare è inaccettabile ed eticamente riprovevole” e fissa a 0,38 euro/litro un’asticella per il prezzo del latte alla stalla sotto la quale si impegna a non scendere. Facendo esplicito riferimento alla grande manifestazione preparata da Coldiretti, Conad si dice a fianco degli allevatori e ribadisce che “il latte si fa mungendo le vacche, non spremendo gli allevatori”. Per la mobilitazione di Coldiretti è stato un primo, importante obiettivo raggiunto, conquistato alla vigilia dello straordinario appuntamento del 6 febbraio.

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“Il latte aumenta di 4 volte dalla stalla allo scaffale” Nella prima Mappa lombarda del latte fresco al supermercato il ‘picco’ si registra a Cremona: se un litro di latte esce dalla stalla pagato all’allevatore 0,35-0,36, si arriva a trovare al supermercato un litro di latte venduto al prezzo di addirittura 1,99 euro. E’ questo lo “spread” sul prezzo del latte, che fa morire gli allevamenti, spendere i consumatori e guadagnare le industrie. In occasione della mungitura pubblica realizzata il 6 febbraio a Milano, in piazza Affari davanti alla Borsa, con la presenza tra gli altri del Ministro per le politiche agricole Martina e del governatore Roberto Maroni, Coldiretti Lombardia ha anche disegnato la prima “Mappa regionale del prezzo del latte fresco al dettaglio”. Se il prezzo medio in Lombardia è di 1,57 euro, nei capoluoghi di provincia si va dall’euro e 40 centesimi di Brescia all’euro e 70 centesimi di Pavia, con un picco eccezionale di un euro e 99 centesimi trovato in vendita a Cremona, dove la media è però di 1,64 euro. A Bergamo si arriva a 1,69 euro, a Como e Monza

siamo intorno a 1,60 euro, Sondrio e Varese hanno rispettivamente 1,50 e 1,57 euro, Milano si attesta su 1,64 euro, Mantova 1,57 euro, Lecco 1,49 euro e Lodi 1,44 euro. Le rilevazioni hanno preso in considerazione solo il latte fresco intero, senza contare quelli addizionati

DAL TAVOLO AL MINISTERO IMPEGNO PER INTERVENTO ANTITRUST Dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina è venuto un importante impegno a prendere contatti istituzionali con l’Autorità garante per il mercato e la concorrenza, in modo che le pratiche commerciali scorrette possano essere immediatamente segnalate, come abbiamo richiesto nella piattaforma della nostra mobilitazione. E’ quanto ha affermato il Vicepresidente della Coldiretti Ettore Prandini al termine della riunione sul latte al Ministero con i rappresentanti del mondo agricolo e industriale della filiera lattiero-casearia italiana e delle regioni interessate, dopo la mobilitazione della Coldiretti. Ci si trova di fronte al caso di “relazioni economiche tra gli operatori della filiera connotate da un significativo squilibrio nelle rispettive posizioni di forza commerciale” e si configura l’esistenza di “pratiche commerciali sleali” ed occorre pertanto intervenire - sottolinea la Coldiretti - per ripristinare le condizioni e assicurare un’adeguata remunerazione del latte alla stalla sulla base dei costi di produzione. Si sta lavorando - precisa Prandini - a un nuovo modello di contratto che sarà già attuabile da aprile/maggio nel quale il periodo contrattualizzato sarà non più di qualche mese ma pluriennale, con alla base il prezzo riconosciuto in riferimento ai costi sostenuti dalle aziende. Positivo anche l’impegno per arrivare all’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza per il latte tal quale e per il latte usato quale ingrediente di prodotti lattiero-caseari, anche sotto la spinta della consultazione pubblica online promossa dal Ministero delle Politiche Agricole. Il programma di educazione alimentare “Latte nelle scuole”, che prevede la distribuzione gratuita di prodotti lattiero-caseari nelle scuole primarie italiane, sia pubbliche che private, a partire dall’anno 2016, risponde alle nostre sollecitazioni per rilanciare i consumi.

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con omega 3 o vitamine oppure con un ridotto contenuto di lattosio che hanno prezzi più alti. Inoltre su un litro di latte che viene pagato agli allevatori 0,36 euro, le industrie non guadagnano solo con la vendita del latte, ma da quel litro di latte estraggono parte dei grassi per fare panna e burro che poi rivendono a parte guadagnando ancora. Gli allevatori invece devono vendere tre litri di latte per potersi permettere un caffè al bar. L’attuale prezzo alla stalla non copre neppure i costi per l’alimentazione degli animali e, a livello nazionale, sta portando alla chiusura di 4 stalle al giorno.

IL SITO, FACEBOOK E LA NEWSLETTER: A TUTTA INFORMAZIONE Gli appuntamenti promossi da Coldiretti Cremona, gli interventi sindacali, gli avvisi utili alle imprese agricole, il calendario di Campagna Amica, il link al Punto Coldiretti (il primo giornale online creato da Coldiretti per le imprese del sistema agroalimentare) sono sul sito www.cremona.coldiretti.it. Siamo anche su facebook, con tutti gli appuntamenti e le nostre foto, con il profilo “Coldiretti Giovani Impresa Cremona” e la pagina “Coldiretti Cremona”. Il ‘diario’ di ogni settimana di attività, incontri e iniziative, è affidato alla newsletter W l’agricoltura, inviata ogni venerdì in posta elettronica (per chi desiderasse riceverla, basta una mail a ilcoltivatorecremonese@coldiretti.it).


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Per fare questo CreditAgri Italia: Svolge attività di formazione ed informazione in ambito finanziario e ricopre il ruolo di “catalizzatore” delle esigenze imprenditoriali Concorda con le imprese le azioni per una migliore gestione finanziaria Pianifica, insieme all’imprenditore, il reperimento ed il miglior utilizzo delle fonti finanziarie Definisce e stipula accordi quadro con le banche finalizzati ad attivare un ampio sistema di partenariato con prodotti dedicati ed in esclusiva Fornisce alle banche informazioni certe e certificabili relative alla situazione economica e patrimoniale dell’impresa agricola valorizzandone le caratteristiche Condivide con le banche una corretta chiave di lettura delle imprese agricole attraverso un modello di valutazione del credito condiviso Veicola l’utilizzo di fondi pubblici di garanzia (ISMEA/SGFA/Fondo Centrale di Garanzia)

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Conti correnti dedicati Anticipo contributi (PAC e PSR) Finanziamenti per la conduzione Consolidamento passività pregresse Acquisto di capi di allevamento ed attrezzature agricole Finanziamenti per impianti vigneto e frutteto Prestiti per eventi straordinari legati a calamità Mutui agrari Mutui legati ai Piani di Sviluppo Rurale (PSR) Finanziamenti per la multifunzionalità Finanziamenti per Agroenergia (fotovoltaico, biogas, rinnovabili..) Leasing strumentale/mobiliare/immobiliare

TA S S I E CO N D I Z I O N I I tassi e le condizioni in convenzione con le banche sono in linea con le migliori condizioni di mercato. I tassi, determinati in base ad indicatori economici, sono variabili nel tempo e sono rilevabili dai fogli informativi a disposizione del pubblico presso le sedi CreditAgri Italia. Vi invitiamo a contattarci per informazioni più dettagliate ed a visitare il nostro sito internet www.creditagri.com


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SINDACALE

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Nitrati, l’ISPRA “scagiona” gli allevamenti dall’inquinamento Lo studio completato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) scagiona definitivamente l’allevamento e accerta finalmente la responsabilità nell’inquinamento delle acque sotterranee di settori diversi e concorrenti, dai fanghi di depurazione agli scarichi civili. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i risultati dello studio dell’Ispra presentati anche al ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sull’applicazione del nuovo modello di analisi isotopico nelle Regioni del Bacino del Po, della Pianura Veneta e del Friuli Venezia Giulia. Fermo restando la necessità di confermare gli obiettivi e gli strumenti di applicazione della direttiva europea in materia di tutela delle acque dall’inquinamento, dallo studio - sottolinea la Coldiretti - emerge una rappresentazione diversa da quella storica che assegna alla zootecnia l’unica responsabilità. Si sottolinea, a questo riguardo, come il contributo dell’allevamento non sia superiore mai ad un terzo del totale complessivo dell’inquinamento accertato attraverso un piano di monitoraggio diffuso nelle regioni ad alta vocazione. “Rispetto alle scelte strategiche di valorizzazione del settore che la nuova riforma della politica agricola comune richiede si tratta, allora, di affrettare l’istruttoria diretta alla revisione del perimetro delle zone vulnerabili a tutela delle migliori produzioni dell’autentico Made in Italy - ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Ciascun settore dovrà farsi carico della propria responsabilità, ma sarebbe irresponsabile continuare a chiedere soltanto alla zootecnia di addossarsi oneri e vincoli che dipendono da attività diverse”. “L’operazione verità voluta dalla Coldiretti per salvare i salumi e i formaggi Made in Italy viene finalmente confortata da risultati scientifici che abbiamo per anni richiesto” ha continuato Moncalvo.

Provaglio d’Iseo (Brescia), 29 novembre 2014: firma del “piano salva stalle” tra Governo-Coldiretti-Regione Lombardia. Nella foto: Gianni Fava (Assessore agricoltura Lombardia), Maurizio Martina (Ministro Agricoltura), Gian Luca Galletti (Ministro Ambiente), il Presidente Roberto Moncalvo e Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Lombardia

“E’ stato compiuto un ulteriore, importate, passo verso la ridefinizione delle zone vulnerabili, essenziale per garantire un futuro alle nostre imprese zootecniche e alle eccellenze agroalimentari Made in Italy che da queste nascono – sottolinea Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona –. Per l’agricoltura cremonese questa è una partita vitale, nella quale la nostra organizzazione non ha mai gettato la spugna, proseguendo da sola nella sua azione, ed arrivando alla firma del ‘piano salva stalle’ con i ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, e con la Regione Lombardia. E’ essenziale che si proceda con rapidità su questa strada”.

Zone vulnerabili, tempi certi per la revisione Il Tavolo nazionale sui nitrati, istituito dal Ministero delle politiche agricole, ha condiviso il cronoprogramma delle attività finalizzate alla revisione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, fortemente sollecitata da Coldiretti nel corso degli ultimi anni, visti i risultati delle analisi e dei monitoraggi effettuati sul territorio che dimostrano come non sia da attribuire al settore zootecnico la prevalente responsabilità nell’inquinamento da nitrati. Dai ministri dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e dell’Ambiente, Gianluca Galletti, è arrivata una proposta congiunta di accelerare i tempi e prevedere la presentazione il 17 marzo prossimo da parte delle Regioni interessate delle proposte per la revisione delle zone vulnerabili, a seguito del confronto tecnico anche con gli assessori all’ambiente delle Regioni. Dopo che lo studio completato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha scagionato definitivamente l’allevamento e accertato finalmente la responsabilità nell’inquinamento delle acque sotterranee di settori diversi, prendiamo atto positivamente – ha detto il Presidente Moncalvo – della volontà di rispettare l’accordo “salva stalle” promosso dalla Coldiretti con i due Ministri a Brescia e di chiudere entro due mesi l’istruttoria regionale per portare a termine l’operazione verità nella perimetrazione delle aree vulnerabili. L’auspicio – ha concluso Moncalvo – è che entro il 17 marzo tutte le regioni interessate possano portare al tavolo di lavoro convocato in sede congiunta dai ministri dell’agricoltura e dell’ambiente una propria proposta supportata da idonei dati tecnici così da consentire immediatamente la discussione a livello europeo della nuova delimitazione. Dall’impegno di arrivare in tempi brevi alla revisione delle zone vulnerabili ai nitrati dipende il futuro dei nostri allevamenti, ma anche di circa 1/3 della produzione nazionale di prosciutti e formaggi Made in Italy a denominazione di origine, dal Parmigiano al Grana dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, messi a rischio da una normativa che oggi più che mai appare fuori luogo e fuori tempo massimo.

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Maltempo, serre distrutte e stalle al buio: danni per 25 milioni di euro in Lombardia Sfiora i 25 milioni di euro la conta dei danni del maltempo in Lombardia dopo la grande nevicata del 6 febbraio e il gelo, che hanno colpito le zone di pianura nella parte sud della regione. I tecnici della Coldiretti fra Cremona, Brescia, Mantova e Lodi hanno verificato la situazione nelle aziende rilevando gravi danni alle stalle, ai porticati, alle serre, alle coltivazioni di primizie e anche agli “incubatori” delle piantine per le produzioni estive. A tutto questo si è aggiunto il black out elettrico in diverse zone, che ha creato problemi soprattutto agli allevamenti per quanto riguarda la mungitura, l’alimentazione e l’assistenza agli animali. Di questo si è chiesto conto all’Enel. La situazione peggiore fra Cremona e Mantova. Sia in zona Casalasca che nel Cremonese alcuni allevamenti di vacche hanno subito danni alle stalle, con la necessità in alcuni casi di trasferire gli animali. Fra Casteldidone e Casalmaggiore la neve bagnata trasformata in ghiaccio dal gelo ha abbattuto decine di migliaia di metri quadrati di serre sotto le quali erano già pronte le insalate da raccogliere e dove stavano crescendo le piantine di melone da mettere a dimora in vista dell’estate. Una parte della produzione è persa. Gravi

disagi un po’ ovunque in provincia, legati a black out protrattisi per giorni interi. Nel Mantovano sono stati registrati quasi 4 milioni di euro di danni: più del 40% ha interessato le colture a seminativo (terreni allagati) e alcune colture in serra. Le aree più colpite sono quelle di Viadana, Sabbioneta, Marcaria Gazzuolo, Castellucchio, Rodigo Suzzara e Pegognaga. Nelle zone mantovane al confine con il Cremonese, fra Bozzolo e Acquanegra sul Chiese, gravi disagi agli allevamenti da latte e di suini per la mancanza di energia elettrica. Nell’area fra Canneto e Asola sono registrate perdite fino al 60% della produzione di piante. Nel Lodigiano i danni maggiori si sono concentrati fra Maleo, Camairago e Turano con crolli di capannoni e interruzioni nell’erogazione di corrente e danni per decine di migliaia di euro. Partita la conta dei danni, ci si è attivati per la richiesta di calamità naturale. I nostri uffici sono a disposizione dei Soci, per tutte le segnalazioni del caso. In questo quadro di estremo disagio, che ha coinvolto le nostre aziende così come le nostre comunità, è giusto sottolineare il grandissimo lavoro che gli agricoltori hanno fatto, ovunque sulle strade e nei paesi, dove per intere giornate, fin

dall’alba, sono stati impegnati a ripulire vie di comunicazione e accessi alle abitazioni. I trattori hanno svolto un lavoro straordinario, al servizio dei cittadini, in pressoché tutte le comunità. Anche questo dimostra quanto le aziende agricole siano importanti per la tenuta del nostro territorio e quanto la nostra agricoltura sia un patrimonio da difendere.

Maltempo, Enel: risarcimenti in bolletta “Un segnale positivo, ma aspettiamo di vedere a quanto ammontano i risarcimenti promessi” così Coldiretti Lombardia ha risposto alla nota di Enel, che ha promesso di mettere direttamente in bolletta gli indennizzi per l’interruzione di corrente che si sono verificate durante le nevicate dello scorso 6 febbraio fra Lombardia ed Emilia. L’Enel ha dichiarato che “gli indennizzi verranno trasferiti da Enel Distribuzione ai venditori entro la prima fatturazione utile del servizio di trasporto, decorsi 60 giorni dalle interruzioni”. A tali tempi vanno aggiunti quelli necessari ai venditori per trasferire il rimborso ai clienti direttamente in bolletta. Quindi, se tutto va bene, alle aziende e alle famiglie i soldi verranno accreditati in bolletta non prima di aprile. “Detto questo però – afferma Coldiretti – vediamo a quanto ammontano i risarcimenti, visto che il danno non è solo il valore della corrente elettrica che non è stata erogata”.

RACCOLTA DATI PAC 2015: IMPORTANTE MUOVERSI PER TEMPO Si avvisano i Soci che gli uffici di Coldiretti sono operativi per la raccolta dati PAC 2015. Vista la complessità della domanda unica di quest’anno, dovuta soprattutto a tutti gli adempimenti legati al “greening”, e anche alla luce dell’attuale inefficienza del sistema informatico regionale, si invitano i Soci a prendere contatto con urgenza con gli uffici Coldiretti per impostare la domanda PAC e permettere agli uffici di poter rispettare la scadenza del 15 maggio imposta dalla normativa comunitaria.

Il “Punto Coldiretti” inviato a tutte le imprese agricole E’ il giornale online per le imprese del sistema agroalimentare. In tempo reale assicura tutte le informazioni su economia e settori produttivi, fisco, ambiente, lavoro, scadenze, mercati, prezzi, credito e finanziamenti, energia, previdenza, formazione, qualità, ma anche meteo, normative, innovazione e ricerca. Il “Punto Coldiretti” viene inviato a tutti i nostri Associati tramite posta elettronica ordinaria o certificata. Per leggere il giornale online: www.ilpuntocoldiretti.it.

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Nutrie, la battaglia continua Incontro a Cappella de’ Picenardi con il Consigliere regionale Carlo Malvezzi il Presidente della Provincia di Cremona Carlo Vezzini, i Sindaci e i Rappresentanti dei Consorzi di bonifica Si è parlato dell’eradicazione della nutria dalle nostre campagne (per porre fine a un’invasione che provoca ingenti danni all’agricoltura e mette a rischio la sicurezza di tutti i cittadini), ma anche dell’importante azione tesa a porre uno stop al consumo di suolo agricolo. Si è proposto un attento aggiornamento sul tema ‘bruciatura delle ramaglie’ e ci si è confrontati sul ruolo dei Comuni, della Provincia, della Regione nella difesa dell’economia del territorio. Si è fatto il punto, con orgoglio, sulla straordinaria mobilitazione di Coldiretti a tutela del latte italiano e delle imprese zootecniche che lo producono. Questi i temi dell’incontro vissuto il 12 febbraio a Cappella de’ Picenardi, organizzato da Coldiretti Cremona, fortemente voluto dal Presidente Paolo Voltini e dal Direttore Tino Arosio, con gli interventi del Consigliere regionale Carlo Malvezzi, del Presidente della Provincia Carlo Angelo Vezzini e del Vicesindaco di Cappella de’ Picenardi, Raffaele Leni,

la cui riflessione dal palco ha preceduto i contributi portati dai numerosi Sindaci presenti in platea, in una sala gremita di agricoltori. Andrea Ragazzini, tecnico di Coldiretti, ha introdotto il tema “nutrie” ripercorrendo le tappe vissute in questi ultimi mesi (da quando, grazie all’incontro promosso da Coldiretti nel giugno 2014 a Cappella de’ Picenardi è partita una nuova, determinata offensiva contro le nutrie). La Legge 11 agosto 2014 n°116 che ha modificato la legge 157/92 ha decretato l’esclusione della nutria dal campo di applicazione della legge stessa dichiarandola specie nociva al pari dei ratti topi ed arvicole. Questa esclusione ha fatto però venire meno i presupposti di legge per l’esistenza dei Piani Provinciali di Contenimento (Il 18 settembre 2014, anche la Provincia di Cremona sospende il Piano Provinciale di contenimento). È intervenuta poi la Regione Lombardia (con la modifica alla Legge Regionale 7 ottobre 2002

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n°20), il 25 novembre 2014, varando una legge che ha transitoriamente riattivato i Piani Provinciali di contenimento per non lasciare un vuoto nell’azione di contrasto al roditore e contemporaneamente ha visto la promozione di un piano triennale di eradicazione delle nutrie, con la definizione delle modalità ammesse per attuare l’eradicazione. Quindi l’ennesimo ostacolo: il 3 febbraio 2015 la legge regionale viene impugnata dal Governo che, per alcuni aspetti, solleva dubbi sulla legittimità sotto il profilo costituzionale. Su questo aspetto il Consigliere Regionale Malvezzi (ispiratore e primo firmatario della legge per l’eradicazione) si è detto determinato, incontrando totalmente l’appoggio dei presenti: “Il ricorso non ferma la legge – ha ribadito – e il suo principale obiettivo: l’eliminazione di un animale che produce danni devastanti ed è pericoloso per la salute dell’uomo. Regione Lombardia continua a lavorare per la piena attuazione della


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sua legge, attraverso l’elaborazione del Piano triennale regionale con cui si intende arrivare all’eradicazione della nutria, e sta preparandosi a difendere le proprie ragioni”. Ha poi garantito la propria presenza, con tutta la determinazione necessaria, nell’ambito degli incontri fissati a Roma con i rappresentanti del Ministero per gli Affari regionali, per superare gli ostacoli alla legge regionale. La battaglia dunque continua, come ha rilevato anche Carlo Angelo Vezzini (“nel triplice conflitto d’interessi in cui mi trovo – ha scherzato – essendo agricoltore, presidente della provincia e sindaco”), che pure ha evidenziato la grande difficoltà di operare in un momento in cui si affidano alla Provincia delle competenze, ma poi nel contempo si cancella l’esistenza stessa dell’ente. Dagli agricoltori sono giunte le testimonianze dei danni prodotti, dei rischi che si corrono, dei quotidiani disagi, della necessità di giungere finalmente e rapidamente a un risultato. La voce dei sindaci è stata forte chiara: “vogliamo fare le ordinanze contro le nutrie, ce lo chiedono gli agricoltori e

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i cittadini, ma al tempo stesso è fondamentale essere tutelati da ricorsi che rischiano di sottrarre tempo e soldi alle Amministrazioni Comunali”. Da tutti è

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giunto un ringraziamento a Coldiretti, che con trasparenza e fermezza ha rilanciato la battaglia e prosegue senza allentare la presa.

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La sfida del 2015: il rilancio del reddito in agricoltura Affollato incontro con l’Assessore regionale Gianni Fava organizzato da Coldiretti nell’ambito della Fiera di Sant’Apollonia a Rivolta d’Adda

Le opportunità (e le difficoltà burocratiche) legate al nuovo piano di sviluppo rurale, la questione nitrati, l’impegno per la tutela e valorizzazione del vero made in Italy, la chance rappresentata da Expo 2015, la grandissima difficoltà degli allevamenti di fronte a un

prezzo del latte inaccettabile, le incognite legate all’accordo commerciale Stati Uniti-Europa (il Ttip), il problema nutrie. Di tutti questi temi hanno parlato l’Assessore Regionale all’agricoltura Gianni Fava e il Presidente di Coldiretti Cremona Paolo Voltini – in un dialogo

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franco e concreto con i numerosissimi agricoltori presenti – nell’incontro “Le nuove sfide del 2015: il rilancio del reddito in agricoltura, dal PSR ai nitrati” organizzato da Coldiretti Cremona lunedì 26 gennaio a Rivolta d’Adda, nell’ambito della Fiera di Sant’Apollonia. La sala convegni “Oriana Fallaci” era gremita per un appuntamento che ha voluto assicurare informazione e confronto a trecentosessanta gradi con gli imprenditori agricoli, con l’obiettivo di capire scenari, problematiche e prospettive dell’agricoltura italiana. Fava ha ribadito l’impegno di Regione Lombardia – e in primis del suo Assessorato – su più questioni vitali per le imprese agricole, dall’entrata in vigore del nuovo Psr alla soluzione del problema nitrati. L’Assessore Regionale ha denunciato le lungaggini burocratiche, puntando il dito verso Commissione europea e Mipaaf, in relazione ai ritardi nell’apertura dei bandi legati al Psr, ed ha rimarcato che la Regione è pronta da tempo. Sulla questione nitrati, decisiva per il futuro delle aziende zootecniche, Fava ha ricordato d’aver sollecitato più volte il Ministro Martina perché rispetti il patto “salva-stalle” siglato in casa Coldiretti lo scorso 29 novembre, con l’impegno preso dal Governo di emanare entro 45 giorni un decreto per la ridefinizione delle zone vulnerabili (dopo di che le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti d’allevamento). Sul tema prezzo del latte è intervenuto il Presidente Voltini, sottolineando il valore delle azioni messe


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in atto da Coldiretti nel segno della trasparenza e dell’origine in etichetta (“unica strada per impedire che latte e cagliate in arrivo, anonime, dall’estero vengano spacciate per prodotto made in Italy, confondendosi con il nostro latte, con il prodotto autenticamente italiano, e sottraendogli valore”) e ribadendo il forte impegno dell’Organizzazione nella battaglia sul prezzo alla stalla. Sul tema Expo 2015 l’Assessore Fava ha rimarcato “la necessità che questa grandissima chance non si fermi a Milano, ma che arrivi a tutti i nostri territori”, generando un circuito virtuoso che porti reddito e l’atteso rilancio.

Uffici Coldiretti, riorganizzazione per un servizio sempre più efficace Al fine di qualificare ulteriormente il servizio alle imprese associate, è stata avviata una prima fase di riorganizzazione della nostra struttura. A tal proposito sono state assunte le seguenti determinazioni: • Marco Benedini, già Responsabile del Caa e dell’Ufficio tecnico economico provinciale, assume l’incarico di Segretario di zona di Cremona; • Giovanni Cremonesi, già Segretario di zona di Casalmaggiore, assume l’incarico di Responsabile Caa e dell’Ufficio tecnico economico provinciale; • Pietro Scolari, già Segretario di zona di Cremona, assume l’incarico di Segretario di zona di Soresina; • Fabio Mussi, già Responsabile Caa della zona di Cremona, assume l’incarico di Segretario di zona Casalmaggiore; • Claudio Magni, già Segretario di zona di Soresina, assume l’incarico di Responsabile Caa della zona di Casalmaggiore; • Alessandro Rancati, già Responsabile Caa di Casalmaggiore, assume l’incarico di Responsabile Caa di Cremona. A tutti i collaboratori esprimiamo il ringraziamento per il lavoro sin qui svolto e l’augurio di buon lavoro per i nuovi incarichi.

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SERVIZI TECNICI

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Riforma Pac: intesa con

le Regioni, pubblicato il decreto È stata raggiunta l’intesa tra le Regioni sul decreto relativo alle disposizioni modificative ed integrative del Decreto ministeriale 6513 del 18 novembre 2014. Tale intesa ha consentito di avere a disposizione regole più chiare per l’applicazione del nuovo regime dei pagamenti diretti. Tra le novità proposte nell’ultima versione vi è la definizione dell’attività agricola ed in particolare il mantenimento e l’attività agricola minima da svolgere sulle superfici naturalmente mantenute in uno stato idoneo al pascolo e alla coltivazione. In merito al mantenimento delle superfici a prato e pascolo permanente, l’intesa prevede l’obbligo del pascolamento con uno o più turni all’anno della durata complessiva di almeno sessanta giorni. Sulle superfici soggette all’obbligo di pascolamento dovrà essere garantito un carico minimo pari a 0,2 Uba per ettaro riferito all’anno di presentazione della domanda. È necessario che i capi utilizzati per il pascolo siano complessivamen-

te detenuti dal richiedente e appartengano a un codice di allevamento intestato al richiedente stesso. Altra novità riguarda la definizione di agricoltore attivo. Il Decreto stabilisce che, in caso di partita Iva attivata in campo agricolo successivamente al primo agosto 2014 oppure in assenza di partita Iva, non può essere considerato attivo il soggetto la cui attività agricola complessiva rappresenta solo una parte insignificante delle sue attività economiche complessive. L’attività agricola è insignificante se l’importo annuo dei pagamenti diretti è inferiore al 5% dei proventi totali ottenuti da attività non agricole, oppure se l’importo totale dei proventi ottenuti da attività agricole è inferiore ad un terzo dell’importo totale dei proventi ottenuti nell’anno fiscale più recente. Inoltre, non è considerato agricoltore attivo il soggetto la cui attività principale o il cui oggetto sociale non è l’esercizio di un’attività agricola. L’attività agricola è considerata l’attività principale o l’og-

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getto sociale di una persona giuridica se è registrata come attività principale o oggetto sociale nel registro delle imprese. Le Regioni hanno approvato anche la modifica dei criteri per l’attribuzione del premio del latte, specificando che lo stesso potrà essere erogato solamente alle vacche da latte iscritte ai libri genealogici e sottoposte ai controlli funzionali. Va evidenziato che tale modifica, sulla quale è in atto un’accesa discussione, è stata fortemente voluta dagli assessorati all’agricoltura delle regioni del nord Italia. Altra novità di rilievo rispetto alla precedente proposta del Decreto ministeriale riguarda la riduzione del valore dei titoli trasferiti senza terra; nella proposta iniziale la riduzione era prevista sia per la vendita che per l’affitto. Il decreto pubblicato prevede la riduzione solo nei casi di affitto di titoli senza terreno.

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NOVITÀ CERTIFICAZIONE UNICA 2015

Con provvedimento del 15 gennaio 2015 il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha approvato definitivamente la Certificazione Unica (CU) 2015 e le relative istruzioni. Tale certificazione, che sostituisce integralmente il modello Cud, sarà utile per certificare l’erogazione di redditi non solo di lavoro dipendente e assimilati (amministratori, co.co.co, co.co.pro, Lsu, borse di lavoro e di studio, tirocini) ma anche per il lavoro autonomo (professionisti, agenti di commercio) e per i redditi diversi (lavoro occasionale). Si evidenzia pertanto come, con la nuova certificazione, i destinatari non saranno perciò più soltanto i lavoratori dipendenti e percettori di redditi assimilati a quelli di lavoro subordinato, ma anche i lavoratori autonomi, i percettori di provvigioni e di redditi diversi soggetti a ritenute a titolo di acconto o d’imposta, fino ad ora certificati in forma libera. Stante quanto sopra è opportuno evidenziare come non sarà più possibile, relativamente a tutte le tipologie di redditi come sopra evidenziato corrisposti a decorrere dall’anno fiscale 2014, consegnare il vecchio modello Cud o le vecchie certificazioni per lavoro autonomo. Le nuove CU dovranno essere rilasciate, come di consueto, entro il 28 febbraio 2015, in duplice copia al contribuente e potranno essere sottoscritte anche mediante sistemi di elaborazione automatica. Ma la vera novità è la previsione secondo la quale entro il 7 marzo 2015 il sostituto di imposta, anche per il tramite dell’intermediario incaricato, dovrà trasmettere all’Agenzia delle Entrate il file telematico contenente le certificazioni uniche (CU) rilasciate ai sostituiti di imposta. In merito al nuovo adempimento si segnala come l’omesso o tardivo inoltro delle CU sarà punito con la sanzione amministrativa di € 100,00 per ogni certificazione. La sanzione non sarà applicata se la sostituzione o l’annullamento della Certificazione inviata entro la scadenza avverrà entro i cinque giorni successivi alla suddetta scadenza. Si evidenzia che il frontespizio della Certificazione Unica contiene anche il quadro “CT” per indicare, nei casi previsti, la sede telematica dove ricevere il flusso contenente i risultati finali delle dichiarazioni 730 (modello 730/4). Al fine di consentire il puntuale adempimento, gli uffici della nostra Associazione provvederanno ad elaborare e inviare le nuove certificazioni sia per redditi di lavoro dipendente e assimilati che per quelli di lavoro autonomo, come di prassi. Relativamente ai redditi di lavoro autonomo si richiede, qualora l’azienda non dovesse avere ancora provveduto, di trasmettere immediatamente la documentazione necessaria secondo la prassi già in uso per il modello 770 (documenti contabili ed F24, certificazioni già redatte in schema libero, stampe dei programmi di contabilità, etc.). A riguardo vi preghiamo di porre la massima attenzione, anche considerando i profili sanzionatori sopra evidenziati. I nostri uffici restano come sempre a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.

Le schede per la raccolta dei dati DATI AZIENDALI PER LA COMPILAZIONE DELLA CERTIFICAZIONE UNICA Si avvicina la scadenza della consegna delle certificazioni CU ai dipendenti (28 febbraio 2015) e, in tale occasione, nei modelli dovranno essere inseriti i dati del datore di lavoro, per cui si richiede la compilazione del prospetto allegato per l’aggiornamento dei dati in possesso dello studio. Per permetterci di inserire i dati corretti sulle certificazioni Vi preghiamo di inviarci nel più breve tempo possibile il modulo allegato compilato. I nostri uffici restano come sempre a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti. IL

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DATORI DI LAVORO

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DATI RELATIVI AL DATORE DI LAVORO E AL FIRMATARIO DELLA COMUNICAZIONE DATI RELATIVI AL SOSTITUTO Codice fiscale Cognome o denominazione Nome Comune

Provincia

Cap

Indirizzo Telefono

Fax

Indirizzo di posta elettronica Codice attività svolta in via prevalente (secondo la classificazione delle attività economiche vigente) DATI RELATIVI AL RAPPRESENTANTE FIRMATARIO DELLA COMUNICAZIONE Codice fiscale Codice carica Codice Fiscale società o ente dichiarante Cognome

Nome

A tutti i dipendenti e collaboratori

Loro indirizzi

Oggetto: Richiesta codici fiscali mancanti dei familiari a carico ai fini delle detrazioni Gentile

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Per la corretta compilazione del mod. Certificazione Unica, con la presente si richiede la comunicazione dei dati relativi ai suoi familiari a carico per i quali ha beneficiato di detrazioni per carichi di famiglia sui redditi del 2014 e non già comunicati. A tal fine compili lo schema e lo consegni all’ufficio del personale entro e non oltre il 13 febbraio 2015. Lavoratori stranieri – L’obbligo di indicare il codice fiscale riguarda anche i figli a carico non residenti in Italia. Pertanto, in tal caso, dovrà essere richiesta l’attribuzione del codice fiscale dei figli agli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate, producendo idonea documentazione. Cognome Nome Grado di parentela CF Cognome Nome Grado di parentela CF Cognome Nome Grado di parentela CF Cognome Nome Grado di parentela CF Cognome Nome Grado di parentela CF f.to IL

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DATORI DI LAVORO

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Esonero contributivo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato Le istruzioni Inps per la fruizione dell’esonero previsto dalla Legge di Stabilità 2015 L’Inps, con il messaggio n. 1144 del 13 febbraio 2015, ha fornito ai datori di lavoro le istruzioni tecniche per la fruizione dell’esonero contributivo per le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato introdotto dall’art. 1, commi 118 e seguenti della legge n. 190/2014 (c.d. Legge di Stabilità 2015). I datori di lavoro aventi titolo all’esonero contributivo in oggetto devono inoltrare all’Inps, prima della trasmissione della denuncia contributiva del primo mese in cui si intende esporre l’esonero medesimo, la richiesta di attribuzione del codice di autorizzazione “6Y”, avente il significato di “Esonero contributivo articolo unico, commi 118 e seguenti, legge n. 190/2014”. Detta richiesta andrà effettuata avvalendosi della funzionalità “contatti” del cassetto previdenziale aziende, selezionando nel campo oggetto la denominazione “esonero contributivo triennale legge n. 190/2014”, utilizzando la seguente locuzione: “Richiedo l’attribuzione del codice di autorizzazione 6Y ai fini della fruizione dell’esonero contributivo introdotto dalla legge n. 190/2014, art. 1, commi 118 e seguenti, come da circolare n. 17/2015”. La sede territorialmente competente attribuirà il predetto codice di autorizzazione alla posizione contributiva interessata con validità 1.1.2015-31.12.2018, dandone comunicazione al datore di lavoro attraverso il medesimo cassetto previdenziale. Il controllo in ordine alla legittimità di fruizione dell’esonero contributivo in oggetto sarà realizzato attraverso l’istituenda base dati “lavoratori agevolati”. Datori di lavoro agricoli e specificità del settore Modalità di presentazione della domanda di accesso al beneficio di cui all’art. 1, comma 119, L. 190/2014 e compilazione della dichiarazione contributiva Dmag. Per accedere all’incentivo introdotto dall’art. 1, comma 119, della L. 190/2014 è necessario inoltrare all’INPS specifica istanza. Detta istanza potrà essere inviata esclusivamente in via telematica accedendo al modello di comunicazione “ASSUNZIONE OTI 2015” disponibile all’interno del “Cassetto previdenziale aziende agricole”_ sezione “Comunicazioni bidirezionale – Invio Comunicazione”. Del rilascio del modulo verrà dato apposito avviso sul sito internet dell’INPS. Il modulo si compone di due distinte sezioni: 1) la prima, con la quale l’utente richiede la prenotazione delle somme a titolo di esonero contributivo per l’assunzione. Entro tre giorni dall’invio dell’istanza, l’INPS verifica la disponibilità delle risorse e, esclusivamente in modalità telematica, comunica che è stato prenotato in favore del datore di lavoro richiedente l’importo del beneficio per il lavoratore indicato nell’istanza preliminare; 2) la seconda, con la quale l’utente, avuta la conferma della disponibilità delle somme, successivamente all’assunzione, formula la domanda definitiva di ammissione al beneficio. Entro quattordici giorni lavorativi dalla ricezione della comunicazione di prenotazione positiva dell’Istituto, il datore di lavoro, per accedere all’incentivo, ha l’onere di comunicare all’Istituto – compilando la seconda sezione del modulo di domanda – l’avvenuta stipula del contratto di assunzione a tempo indeterminato. Il citato termine di quattordici giorni lavorativi previsti per la presentazione della domanda definitiva di ammissione al beneficio è perentorio. L’inosservanza dello stesso determina l’inefficacia della precedente prenotazione delle somme di cui alla sezione prima della domanda. L’INPS, mediante i propri sistemi informativi centrali, effettuerà i necessari controlli in ordine al possesso dei requisiti di legge per il diritto all’esonero e provvederà ad attribuire un esito positivo o negativo, visualizzabile dall’utente. In caso di esito positivo verrà attribuito apposito codice di autorizzazione (C.A.), denominato E5, e il datore di lavoro, allo scopo di poter usufruire del beneficio dovrà, per il lavoratore agevolato, obbligatoriamente indicare, nel flusso DMAG, oltre ai consueti dati retributivi per lo stesso mese: - per il Tipo Retribuzione, il valore “Y”; - nel campo CODAGIO, il valore “E5”. La denuncia DMAG contenente l’agevolazione in esame sarà sottoposta, nella fase della trasmissione telematica, a una verifica di coerenza tra i dati contenuti nella denuncia stessa e quelli della domanda di ammissione al beneficio. Il citato codice di autorizzazione (C.A.) sarà consultabile, da parte del datore di lavoro, attraverso la specifica funzionalità “Codice autorizzazione” presente nella sezione “Dati Azienda” del Cassetto previdenziale Aziende agricole. La modalità di compilazione del flusso DMAG sopra descritta sarà resa disponibile a partire dalla denuncia DMAG di competenza I trimestre 2015. Si ricorda infine che, per le assunzioni effettuate tramite i nostri uffici, provvederemo direttamente, non appena l’Inps metterà a disposizione i relativi modelli, all’assolvimento degli obblighi di comunicazione e al relativo recupero contributivo. IL

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GIOVANI IMPRESA

NUMERO 1

Giacomo Maghenzani Segretario Giovani Impresa

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“Rappresentarsi e saper rappresentare il cambiamento”

Gli “under 30” in agricoltura e nella Coldiretti

Cremona, 2 febbraio 2015.Comitato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa allargato, con la presenza dei vertici di Coldiretti Cremona e di Giovani Impresa Coldiretti Lombardia

Le sfide, le difficoltà e le opportunità che caratterizzano il quotidiano lavoro dei giovani imprenditori agricoli. Il ruolo degli ‘under 30’ nel settore primario e nella Coldiretti. Le importanti battaglie da affrontare a difesa del vero Made in Italy (a partire da quella sul prezzo del latte, con la straordinaria giornata del 6 febbraio in tutte le principali piazze italiane). Di questo si è parlato nell’incontro “Rappresentarsi e saper rappresentare il cambiamento”, che lunedì 2 febbraio ha raccolto presso l’Ufficio Zona di via Ruffini a Cremona i giovani agricoltori della Coldiretti, insieme al Presidente Paolo Voltini, al Direttore Tino Arosio, al Delegato Regionale di Coldiretti Giovani Impresa Stefano Ravizza e al Segretario Regionale Claudio Piva. Ad aprire la serata è stato Carlo Maria Recchia, Delegato provinciale dei giovani agricoltori cremonesi. Sono state quasi tre ore di dialogo e proposte, occasione per fare il punto sul percorso intrapreso da Coldiretti Giovani Impresa Cremona, sul primo semestre di

lavoro del nuovo comitato provinciale (sei mesi che hanno visto i giovani in prima linea in molte occasioni, dagli incontri pubblici alla presenza sui mass media, dalla nascita del profilo facebook all’impegno nei percorsi didattici di educazione alimentare proposti nelle scuole, dalla partecipazione alla petizione per il

riconoscimento della pizza patrimonio Unesco alla vendita della pasta della bontà nei Mercati di Campagna Amica), e per condividere l’impegno che si intende mettere in campo nei prossimi mesi, per garantire ai giovani agricoltori del territorio un ruolo da protagonisti anche in vista di Expo 2015.

Crema, 23 gennaio. Incontro dei gruppi territoriali di Soresina e Crema

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GIOVANI IMPRESA

NUMERO 1

Cremona, 19 gennaio. Incontro dei gruppi territoriali di Cremona

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Casalmaggiore, 21 gennaio. Incontro dei gruppi territoriali di Casalmaggiore

OSCAR GREEN AL VIA

Giovani Impresa: “Aspettiamo tante candidature!!!” Oscar Green è il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa, giunto quest’anno alla IX edizione. L’obiettivo è valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile. Il 2015, l’anno dell’Expo di Milano che vedrà l’Italia sotto i riflettori internazionali, è rivolto al rinnovamento e alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare Made in Italy e del lavoro dei giovani agricoltori italiani. Vogliamo puntare i riflettori sull’Italia, che produce eccellenze innovative, ma con un occhio di riguardo per le tradizioni. Possono partecipare al concorso Oscar Green gli imprenditori agricoli e agroalimentari, singoli o associati, di età non superiore ai 40 anni. Le categorie dell’edizione 2015 sono cinque:

Impresa 2.Terra

Il successo imprenditoriale è il risultato del connubio tra creatività, originalità e grande abilità progettuale, con un occhio di riguardo all’innovazione

e alle nuove tecnologie. Si premiano le giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, coniugando tradizione e innovazione.

Campagna Amica

La valorizzazione dei prodotti Made in Italy è il fulcro della categoria Campagna Amica. Si premiano le imprese che raggiungono il consumatore finale rispondendo alle esigenze di sicurezza alimentare, qualità dei prodotti, tutela ambientale, dando lustro ai prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale, mondiale.

Paese Amico

E’ rivolto a premiare tutte quelle istituzioni pubbliche, da comuni e province ad Asl e scuole, che hanno dato il loro contributo per l’attuazione dei progetti promossi da Coldiretti.

We Green

E’ la categoria dedicata alle aziende che pongono particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e all’agricoltura sociale ponendosi come interpreti di un modello di sviluppo attento alla sostenibilità e al servizio dell’inIL

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tera società. Il ruolo dell’imprenditore diventa fondamentale per lo sviluppo della comunità e del territorio.

Fare Rete

Prende in considerazione i modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Sul sito ufficiale www.oscargreen.it sono presenti tutte le informazioni ed è possibile compilare la domanda di partecipazione online. La Segreteria di Coldiretti Giovani Impresa Cremona (tel. 0372 499814) è a disposizione per raccogliere le candidature e assicurare tutto il supporto necessario. Le iscrizioni sono aperte fino al 5 aprile 2015. La finale nazionale si terrà a fine settembre all’Expo 2015 di Milano. Vale la pena di ricordare che l’Oscar Green (da sempre capace di catalizzare l’attenzione dei media nazionali e non solo) è un trampolino di lancio strepitoso, per le giovani imprese che vogliono farsi conoscere in Italia e nel mondo. Aspettiamo le candidature delle giovani imprese cremonesi!!!



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SERVIZI TECNICI

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Proroga su revisione macchine agricole e patentini, importante risultato di Coldiretti Decreto “Milleproroghe”: il rinvio delle scadenze dei termini per la revisione obbligatoria delle macchine agricole più vecchie e dell’entrata in vigore dell’obbligo dell’abilitazione (il “patentino”) all’uso delle macchine agricole è un importante risultato ottenuto grazie al pressing di Coldiretti, che va nella direzione della necessaria semplificazione degli oneri burocratici a carico degli agricoltori. I provvedimenti, fortemente sostenuti dalla nostra Organizzazione, stabiliscono di prorogare la revisione obbligatoria delle macchine agricole dal 30 giugno al 31 dicembre 2015 a

partire da quelle immatricolate prima del 10 gennaio 2009. Anche la proroga per il patentino è spostata al 31 dicembre di quest’anno. Per quest’ultimo adempimento resta valida l’esenzione dall’obbligo per coloro che autocertifichino di avere esperienza nell’utilizzo di macchine agricole per almeno due anni nell’ultimo decennio. Ecco quanto stabilito, in sintesi. DECRETO LEGGE MILLEPROROGHE: - Revisione obbligatoria delle macchine agricole: il comma 5 dell’art. 8 proroga al 31

dicembre 2015 (in precedenza era il 30 giugno 2015) il termine a decorrere dal quale il decreto ministeriale dovrà prevedere la revisione obbligatoria delle macchine agricole in circolazione in ragione della loro vetustà, con precedenza per quelle immatricolate prima del 10 gennaio 2009. - Obbligo dell’abilitazione all’uso delle macchine agricole: il comma 5 bis proroga al 31 dicembre 2015 il termine per l’entrata in vigore dell’obbligo dell’abilitazione all’uso delle macchine agricole.

Denunce dei volumi d’acqua pubblica e pagamento dei canoni idrici 2014

Si ricorda a tutte le aziende che derivano acqua da: - uno o più pozzi per qualsiasi uso (zootecnico, irriguo, igienico, antincendio, domestico, ecc…), - un corso d’acqua superficiale o da un fontanile (titolari di concessione o di licenza di attingimento annuale) l’obbligo di presentare, in Provincia e al Comune dove esiste la derivazione, la denuncia dei volumi d’acqua derivati. La scadenza per presentare la denuncia è il 31 MARZO 2015. Invitiamo le aziende che ancora non l’avessero fatto a rivolgersi presso l’Ufficio di Zona di competenza per presentare la denuncia. I nostri Uffici sono inoltre a disposizione per correggere o modificare le posizioni che avessero subito variazioni di titolarità nella concessione. Come ogni anno, Regione Lombardia sta inviando ai titolari di concessione sia di pozzi che di prelievi di acque superficiali i bollettini per il pagamento dei canoni idrici, anche in questo caso la data utile per il pagamento è il 31 MARZO 2015.

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FISCALE

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LEGGE DI STABILITÀ 2015 Maurizio Inzoli Ufficio Fiscale Impresa Verde Cremona

La legge di stabilità 2015 (Legge N.190 del 23 dicembre 2014) introduce molte novità fiscali. Irap Dal periodo d’imposta 2015 si introduce la possibilità di dedurre integralmente il costo complessivo sostenuto per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Per le aziende che non hanno lavoratori dipendenti viene introdotto un credito d’imposta del 10% dell’Irap dovuta. A fronte di queste agevolazioni vengono però cancellate le disposizioni che facevano diminuire le aliquote (l’imposta per l’agricoltura rimarrà l’1,9%, mentre l’ordinaria rimarrà al 3,9%). Sgravi contributivi Per favorire la promozione dell’occupazione la legge dispone l’esonero dal versamento dei contributi a carico dei datori di lavoro per un periodo massimo di 36 mesi e nel limite annuo di 8.060 Euro in riferimento alle nuove assunzioni con contratti di lavoro a tempo indeterminato con decorrenza dal 1° gennaio 2015 e stipulati entro il 31 dicembre 2015. Relativamente al settore agricolo l’agevolazione in oggetto viene riconosciuta con il limite di esclu-

dere dal beneficio i lavoratori che risultavano occupati a tempo indeterminato nel 2014 e i lavoratori occupati a tempo determinato nel 2014con un numero di giornate non inferiore a 250. Ecobonus e ristrutturazioni La legge in oggetto proroga anche per il 2015 le detrazioni fiscali a fronte di lavori di ristrutturazione edilizia, di riqualificazione energetica e per l’acquisto di mobili, il tutto alle stesse condizioni del 2014. Cambia però l’aliquota della ritenuta del bonifico bancario che passa dal 4% all’8%. Inoltre sono state inserite tra le spese che beneficiano di una detrazione pari al 65% anche le spese relative all’acquisto e posa in opera di schermature solari fino a un valore massimo di detrazione di 60.000 Euro e spese per acquisto e installazione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse fino a un valore massimo di detrazione di 30.000 Euro. Tali spese risultano detraibili se effettuate nell’anno 2015. Erogazioni liberali alle Onlus Dal 2015 viene elevato a 30.000 Euro il limite massimo per la detrazione delle erogazioni liberali a favore di Onlus, delle iniziative umanitarie, religiose o laiche gestite da fondazioni, associazioni, comitati e altri enti nei Paesi non appartenenti all’OCSE. La precedente soglia era pari a 2.065 Euro.

Rivalutazioni terreni e partecipazioni Si riaprono i termini per la rideterminazione dei valori di acquisto dei terreni edificabili e delle partecipazioni in società posseduti alla data del 1/1/15 da persone fisiche, società semplici e enti non commerciali. L’imposta sostitutiva da versarsi entro il 30/06/2015 (anche fino a un massimo di tre rate annuali di cui la prima entro il 30 giugno) sarà però superiore a quanto applicato precedentemente. Infatti l’aliquota dell’imposta sostitutiva relativa alle partecipazioni non qualificate passa dal 2% al 4%, mentre l’aliquota relativa a terreni e partecipazioni qualificate passa dal 4% all’8%. Iva – Inversione contabile Dal 1° gennaio 2015 viene esteso il meccanismo della “reverse charge” o inversione contabile a diversi settori: servizi di pulizia, opere di demolizione e completamento di edifici, installazione di impianti in edifici, cessioni di bancali di legno (pallet) recuperati, cessione di certificati verdi, cessione di gas e energia elettrica nei confronti di rivenditori, cessioni di beni nei confronti di ipermercati, supermercati e discount alimentari. Tale meccanismo prevede che l’emittente della fattura non applicherà l’iva in fattura (si dovrà apporre l’annotazione di inversione contabile iva ai sensi dell’art.17 c.6 del DPR n.633 del 1972) e il ricevente dovrà registrare la fattura integrata con l’iva sia nel registro degli acquisti che in quello delle vendite.

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Iva – Scissione dei pagamenti Per le cessioni di beni o per le forniture di servizi a favore dello Stato e degli enti pubblici dal 1° gennaio 2015 è entrato in vigore il sistema dello “split payment” (scissione dei pagamenti). Tale sistema prevede che la fattura venga emessa come di consueto con applicazione dell’iva e regolarmente esposta, ma il pagamento nei confronti dell’emittente avviene solo per l’imponibile, mentre l’amministrazione pubblica corrisponde l’iva direttamente all’erario invece che ai fornitori. Restano escluse da questa nuova disposizione i compensi per le prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo d’imposta, come anche coloro che applicano regimi Iva speciali senza applicazione dell’iva, come il regime dei minimi. Secondo le prime indicazioni operative viene specificato che in fattura va indicata la dicitura “scissione dei pagamenti”. La norma si applica alle operazioni documentate con fatture emesse dal 1° gennaio 2015, la cui imposta diviene esigibile a partire dalla medesima data, tenendo conto del pagamento dei corrispettivi. È stato stabilito anche un periodo transitorio che prevede la non applicabilità di sanzioni per le violazione eventualmente commesse fino al 9 febbraio.

FISCALE

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MARZO, SCADENZE Lunedì 2 marzo 2015 • Comunicazione Dati Iva: tutti i titolari di partita iva devono presentare la comunicazione annuale dei dati Iva relativi all’anno precedente. Sono esentati da tale adempimento i contribuenti esonerati dalla presentazione della dichiarazione annuale Iva (ad esempio gli imprenditori agricoli in regime di esonero), i soggetti sottoposti a procedure concorsuali, le persone fisiche che hanno realizzato nell’anno d’imposta cui si riferisce la comunicazione un volume di affari uguale o inferiore a 25.000 euro, le persone che si avvalgono del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità (cd “minimi”). (la scadenza originaria era prevista per il 28 febbraio, ma essendo sabato viene prorogata al 2 marzo) Gli interessati possono rivolgersi ai nostri Uffici per chiarimenti e per assolvere all’adempimento. Lunedì 9 marzo 2015 • Invio telematico del modello Certificazione Unica Lunedì 16 marzo 2015 • Iva ditte con liquidazione mensile: versamento dell’iva relativa al mese di febbraio. • Iva ditte con liquidazione trimestrale: versamento dell’iva a saldo per l’anno 2014. • Ritenute d’acconto: versamento delle ritenute su compensi a professionisti pagati nel mese precedente. • Dipendenti: versamento delle ritenute effettuate sulle buste paga del mese precedente. • Società di capitali: versamento della tassa annuale di vidimazione libri sociali e contabili. Mercoledì 25 marzo 2015 • IVA operazioni intracomunitarie: presentazione degli elenchi Intrastat mese di febbraio 2015

Dichiarazione Iva

A partire dal mese di febbraio è possibile presentare la Dichiarazione Iva relativamente all’anno di imposta 2014. Da quest’anno, in caso di richiesta di rimborso superiore a 15.000 euro, servirà apporre il visto di conformità alla dichiarazione per evitare di presentare garanzie fideiussorie all’Agenzia delle Entrate. Anche nel caso di richiesta di compensazione del credito iva per un importo superiore a 15.000 euro la dichiarazione deve essere provvista del visto di conformità. In questo caso il credito richiesto in compensazione si potrà utilizzare dal giorno 16 del mese successivo alla presentazione della dichiarazione. Ricordiamo che, nel caso di presentazione in via autonoma, la presentazione va effettuata nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 30 settembre 2015, quest’ultimo termine vale anche nel caso in cui la dichiarazione IVA sia compresa nella dichiarazione Unico.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

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“La volpe e l’uva” Riceviamo questa lettera, rivolta da un Socio al Presidente Voltini. La pubblichiamo, ritenendo interessante ed utile condividere questa riflessione con tutti gli imprenditori agricoli. Caro Presidente, su La Provincia di Cremona del 19 febbraio, ho letto alcune dichiarazioni dei dirigenti di Confagricoltura raccolte durante la manifestazione di Agrinsieme del giorno prima a Brescia. Gliele riporto, ben sapendo che non le saranno sfuggite, perché mi paiono interessanti per prendere atto di quanta confusione, disillusione, disorientamento, incapacità di leggere la realtà politica attuale, ci siano oggi in quell’associazione. Queste dichiarazioni ci aiutano anche a capire quanto pericolosi siano i ripetuti appelli all’unità del mondo agricolo. La prima dichiarazione resta scolpita nella pietra. E’ di Guidi, Presidente nazionale di Confagricoltura: “Se siamo arrivati a questo punto è anche perché non ho saputo rappresentarvi al meglio”. L’ha detto lui ed è un bel problema per chi si fa rappresentare da lui! La seconda dichiarazione è sempre di Guidi: “Siamo in un Paese nel quale si ascolta solo chi non ne sa nulla, dal Petrini di turno …”. Carlo Petrini, fondatore di Slow food, secondo lui è uno che non ne sa nulla. Sta di fatto che è uno che ha contribuito a creare stima tra i cittadini e gli opinion leader di questo Paese, guarda caso proprio riproponendo il modello di sviluppo e il valore del cibo che da anni indica Coldiretti. Forse è questo che rode! La terza dichiarazione è del Presidente della Libera di Cremona: “… che queste iniziative ci portino finalmente ad essere ascoltati dalla politica”. E’ come il lupo che abbaia alla luna. Il problema oggi è che la politica non ti ascolta se non indichi la soluzione dei problemi, se ti limiti a protestare, se non dimostri che quel che proponi fa bene alla società. E’ un problema di reputazione! Ma poi perché la politica dovrebbe ascoltare un’associazione che, per bocca del suo leader, non perde occasione per dire che i corpi intermedi non servono più? Lo dice lui che sono un ferro vecchio. L’ultima dichiarazione è del Presidente di Confagricoltura Brescia. A proposito di Fava, assessore regionale all’agricoltura, arrivato a manifestazione conclusa ha dichiarato: “Lo incontreremo un’altra volta!” E’ come la volpe che non riuscendo a prendere l’uva dice che è acerba. Complimenti e santa pazienza. Verrà la prossima volta. PS. Se qualcuno mette in discussione la veridicità delle dichiarazioni, si rivolga al quotidiano di proprietà della Libera Agricoltori, perché sono state pubblicate lì! Cordialmente. Fabrizio Bocchi

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PATRONATO EPACA

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Operazione “estratto conto contributi” Per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni A partire dai primi mesi del 2015 i Dipendenti Pubblici in servizio, e in prima battuta i Dipendenti di Enti Locali (Regione, Province, Comuni, Sanità, ecc.), stanno ricevendo da parte di INPS ex INPDAP un estratto conto dei contributi verificati in possesso dell’Istituto. Questo, a detta di INPS, consentirà di abbandonare gradualmente il modello di verifica e “messa a punto” della posizione assicurativa solo a ridosso della prestazione pensionistica, nonché di affrancarsi dalla necessità di una “certificazione” finale da parte dell’Ente Datore di lavoro. Pertanto, l’Iscritto dovrà provvedere a verificare e risolvere lacune o inesattezze rilevate sulla base di notizie o documenti esclusivamente in suo possesso. Si dovrà, in sostanza procedere alla “sistemazione della posizione assicurativa”, così da poter disporre di un estratto congruo, conforme ed esente da anomalie di tipo logico e formale, da mettere a disposizione dell’iscritto e degli Enti datori di lavoro, per eventuali proposte di ulteriori aggiornamenti sulla base di dati in loro esclusivo possesso. La sistemazione della posizione assicurativa sarà eseguita, tendenzialmente, nel corso della vita assicurativa dell’iscritto e, in misura sempre più residuale, a ridosso della prestazione. Il Patronato EPACA dispone degli strumenti informatici e delle professionalità necessarie per essere di supporto a tutti coloro che fossero interessati. Ricordiamo che l’attività del Patronato è a disposizione di TUTTI i cittadini, siano essi lavoratori dipendenti, pubblici o privati, lavoratori autonomi, pensionati, invalidi, disoccupati. Telefonate per prendere un appuntamento, o per ricevere tutte le informazioni utili.

Damiano Talamazzini Patronato Epaca

Le Nostre Sedi: CREMONA - Via Ruffini, 28 - Tel. 0372.732944 CREMA - Via Macello, 34 - Tel. 0372.732911 CASALMAGGIORE - Via Cairoli, 3 - Tel. 0372.732965 SORESINA - Via Lombardia, 3 - Tel. 0372.732990

In caso di infortunio si deve fare subito la segnalazione agli Uffici del Patronato EPACA I lavoratori autonomi, in caso di infortunio, devono prestare particolare attenzione. Se non si provvede a fare tutte le comunicazioni e denunce previste entro il termine delle 48 ore, si rischia di perdere l’indennità giornaliera dell’INAIL. Se poi a subire l’infortunio è un familiare coadiuvante dell’azienda oppure un dipendente, l’INAIL, in caso di mancata corretta comunicazione, applica anche pesanti sanzioni. Per evitare qualsiasi rischio, basta presentarsi subito al proprio Ufficio EPACA – Coldiretti, dove si provvederà a fare tutti gli adempimenti previsti dalla normativa.

In ricordo della signora Orsola Girelli

In ricordo della signora Rosa Galli

Il 14 dicembre 2014 si è spenta la signora Orsola Girelli, residente a Chiari (Bs), madre di Alessandro e Giuseppe Toninelli, di Casalbuttano e Casalmorano, nostri Associati. Aveva 90 anni e da alcuni mesi era costretta su una sedia a rotelle, dimostrando fino alla fine la sua grande capacità di affrontare la vita con cuore, pazienza e impegno. Sin da giovane nella sua famiglia di origine, negli anni della guerra, in seguito nella sua famiglia, con il marito Bortolo e i loro sette figli, ha saputo trasmettere rigore morale e onestà, coltivando gli affetti e testimoniando i valori veri. In tarda età ha saputo sorreggere il marito bisognoso di assistenza, accompagnandolo, fino alla sua scomparsa nel 2008, con quella sensibilità e quella dedizione che rendono esemplare la vita di alcune donne. I figli, i numerosi nipoti e pronipoti, la rimpiangono specialmente per la sua semplice saggezza accompagnata dalla franchezza. Alla famiglia le nostre più sentite condoglianze.

All’età di 88 anni, il 30 dicembre 2014, si è spenta la signora Rosa Galli, madre di Mario e Giovanni Pozzari, nostri Soci di Robecco d’Oglio. Abbiamo perso una “coltivatrice diretta storica”, fortemente legata al lavoro della terra, impegnata in azienda in prima persona fino all’86 quando ha consegnato il testimone ai figli. Ci resta il ricordo di una donna speciale, che ha trasmesso ai figli entusiasmo per la vita e passione per la terra, che ha affrontato la vita con coraggio, provata dalla prematura morte di un figlio e del marito, scomparso a 48 anni. “Mamma Rosa c’era per tutti”, con generosità, con la capacità di accogliere gli amici oppure i bambini del paese, che venivano ad ammirare gli animali, a gustare la vita in cascina. Amava la lettura, era attenta alla politica e all’attualità. Aveva il pollice verde e dei bellissimi fiori. Aveva, soprattutto, un sorriso caldo e coraggioso, che mancherà a tutti quelli che l’hanno conosciuta e amata, ai quali rivolgiamo sentite condoglianze.

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CASTELLEONE In via Garibaldi, il sabato

PIZZIGHETTONE Al “Torrione del guado”, il giovedì

CREMA Via Terni, prossimi appuntamenti: domenica 1 – 15 – 29 marzo; 12 - 26 aprile

PANDINO In via Umberto I, il 2° e il 4° lunedì del mese (+ alcuni eventi)

Campagna Amica grande protagonista alla Fiera Regionale Agricola di Grumello Nell’anno di Expo a Milano, Campagna Amica vuole essere grande protagonista anche a Cremona, creando nuove e significative occasioni per raccontare come nascono i nostri prodotti ed invitare i cittadini a scegliere il vero Made in Italy. Un appuntamento già fissato è con la Fiera Regionale Agricola di Primavera a Grumello Cremonese, che si svolgerà nei giorni 11 e 12 aprile. Con impegno stiamo lavorando per dar vita a un grande evento: un “Festival di Campagna Amica” accolto all’interno della Fiera di Grumello, con la vendita diretta dei nostri prodotti, alcuni spazi per l’agri-street-food (il cosiddetto “cibo di strada”, naturalmente a km zero) e gli agri-apertivi, un’area riservata ai più piccoli, alcune iniziative il cui comun denominatore sarà “il racconto” della nostra agricoltura e delle eccellenze che da essa nascono. Nei giorni in cui questo giornale va in stampa si sta definendo la nostra partecipazione (insieme al programma dell’altro ‘momento’ che vedrà Coldiretti in prima linea nell’ambito delle fiera di Grumello: un qualificato convegno, rivolto a tutti gli imprenditori agricoli, da fissare nella settimana della Fiera). Daremo nelle prossime settimane tutte le informazioni, ma nel frattempo diciamo che l’appuntamento è assolutamente confermato: ci vediamo in Fiera a Grumello. Sotto i gazebi gialli, nel segno del vero Made in Italy.


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