CREMONESE
Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, dcb Cremona Autorizzazione Tribunale di Cremona 25/07/1951 n. 33 del Registro
IL
Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona
Coltivatore
ANNO 64 numero 2 marzo/aprile 10
Coldiretti per un’agricoltura e un territorio liberi da Ogm
La Pac nel 2010
CREMONESE
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Coltivatore
Editoriale
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Ala Ponzone, 8 - III piano Tel. 0372499811 Direttore responsabile Assuero Zampini
Simone Solfanelli Direttore Coldiretti Cremona
Redattore capo Marta Biondi Hanno collaborato a questo numero Aldo Bellandi, Francesco Cazzamali, Paola Fraschini, Giacomo Maghenzani Mara Malinverno, Dianella Mariotti Andrea Ragazzini, Pietro Scolari Paolo Soldi, Damiano Talamazzini Ambrogio Toscani, Silvia Trevisi
Copertina Bruno Toscani
Progetto grafico e impaginazione
Un saluto ed un augurio
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C.so XX Settembre, 18 - Cremona Tel. 0372 20586 - Fax 0372 26610 www.uggeripubblicita.it
Stampa Tipografia Pizzorni Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Cremona, Autorizzazione Tribunale di Cremona 25 luglio 1951 n. 33 del Registro Pagamento assolto tramite il versamento della quota associativa
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sommario 2/3/4 Editoriali 6/7/9 Agricoltura libera da OGM 10 La PAC nel 2010 11 Agrifidi Lombardia 12 Rottamazione agevolata per trattori 13 SISTRI, tracciabilità dei rifiuti 15/16/17/18 Ispezioni sul lavoro e vigilanza 20/21 Cereali: uno sguardo al mercato 22 Giovani Impresa 23 Fiscale: Modello 730 24/25 Patronato Epaca 27 Appuntamenti: Grumello e Pizzighettone 28 Lavorare sì, ma in sicurezza 29 Condifesa Cremona 30 Festa dell'albero
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on questo mio primo intervento sul Coltivatore Cremonese desidero innanzi tutto salutare tutti i Soci di Coldiretti Cremona. Assumo l’incarico di Direttore della nostra Organizzazione in un periodo certamente complesso e difficile per le imprese e per l’agricoltura di questo territorio. Non meno complesso è il momento che sta attraversando la nostra Coldiretti locale che vede sul piano della governance interna un commissariamento in atto e sul piano organizzativo un’esigenza forte di innovazione e di ristrutturazione, capace di poter offrire servizi validi, efficienti e graditi alle imprese. Lo scenario è quindi estremamente impegnativo: se ho accettato questa sfida è perché ho intravisto la potenzialità del sistema e del territorio nel trovare in sé le capacità di uscire dall’empasse. Dobbiamo impegnarci tutti nel ritornare ad essere “normali” ed a fare cose “normali”, cose che i Soci capiscano ed apprezzino. Non credo sia necessario elaborare localmente strategie particolarmente sofisticate: basta tradurre territorialmente il progetto di Coldiretti che c’è ed è reale. Dichiara un modello di sviluppo capace di remunerare meglio le nostre produzioni mediante il riconoscimento intrinseco del loro reale valore, che passa per l’etichettatura obbligatoria, per la tutela del made in Italy, per un rapporto serio e consolidato con il destinatario finale degli sforzi degli imprenditori agricoli, il consumatore. Questo progetto, sicuri della sua bontà e validità, siamo pronti a confrontarlo con tutti ma ad una condizione: che chi vuol discutere con noi abbia una propria altrettanto valida idea di sviluppo della nostra agricoltura. Non ci interessa confrontarci con chi di mestiere fa il demolitore, vogliamo confrontarci con chi ha delle idee e vuol costruire. Su questa base di partenza, la normalità cui facevo cenno prima non ha bisogno, ripeto, di particolari ingegnerie ma bensì di ritornare alle origini della nostra stessa ragion d’essere e quindi al Socio. Che dovremo incontrare per ascoltare le sue aspirazioni e le sue preoccupazioni, per spiegargli le nostre idee ed il nostro pensiero di crescita del sistema e quindi, in buona sostanza, condividere un percorso irto di ostacoli ma foriero di tante buone notizie. A questo Socio dovremo anche essere in grado di offrire innovazione nei servizi che devono essere efficaci, che lo aiutino a far cresce la propria impresa e non solo ad ottemperare alle varie esigenze dettate da questa o da quella legge. Se riusciremo nell’intento i problemi dell’oggi saranno superati con più facilità. Da parte mia metto a disposizione l’esperienza accumulata in questi anni, la capacità di lavoro unita ad una giusta dose di umiltà. Mi auguro non sia impossibile trovare compagni di viaggio che, lealmente e serenamente, vogliano condividere l’idea di una Coldiretti Cremona più forte, più unita, più “normale”. Se questa mia non rimarrà solo una speranza, significa che un pezzo di strada nella direzione giusta è stata fatta. A presto, Simone Solfanelli
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SINDACALE
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A proposito di rappresentanza e rappresentatività Anche attraverso questa pagina del Coltivatore, colgo l’occasione per invitare tutti i Soci di Coldiretti Cremona a rileggere l’importante riflessione proposta dal Presidente Sergio Marini in tema di rappresentanza e rappresentatività, riportata su Il Punto Coldiretti, il primo giornale online rivolto alle imprese agricole. Ogni tanto – questo è l’invito del Presidente Marini – vale la pena di ricordare un po’ di numeri, quelli veri, utili a convincerci – ancora di più – che l’onere e l’onore di cambiare le sorti della nostra agricoltura sono tutti nostri, così come tutto nostro deve essere il coraggio per farlo sino in fondo. Coldiretti nel 2009 ha visto aumentare a 1.627.608 i propri Associati e anche la sua rappresentatività in numero
di aziende è cresciuta rispetto all’anno precedente, rafforzando il suo essere maggioranza assoluta nell’agricoltura italiana. A conferma indiretta del nostro posizionamento è il caso di riportare una serie di parametri che, facendo riferimento esclusivamente a dati ufficiali e certificati dalla Pubblica Amministrazione, non possono subire manipolazione alcuna (naturalmente si parla dello spaccato dei soci che rilasciano delega o effettuano domande o iscrizioni nella Pubblica Amministrazione per il tramite delle Organizzazioni, essendo solo questa fetta associativa certificabile dal pubblico). Esaminiamo, allora, i pesi della rappresentatività di Coldiretti rispetto alle altre tre Organizzazioni agricole, Confa-
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Eugenio Torchio Delegato Confederale
gricoltura, Cia e Copagri, che emergono, come detto, da fonti pubbliche ovvero Inps, Cciaa, Agea. Tra Coltivatori Diretti e Iap (Imprenditori agricoli professionali) che rilasciano delega (fonte Inps 2009) rappresentiamo il 66,24%. Tra gli iscritti per il tramite di Coldiretti nelle Camere di commercio rappresentiamo il 68,11% (ultimo dato Cciaa 2008). In termini di domande Pac presentate dal nostro coordinamento Caa Coldiretti, rappresentiamo il 53% (dato Agea 2009), che sviluppa circa il 55% della superficie coltivata a premio Pac,
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nonché circa il 65% dei capi allevati. Inoltre, rappresentiamo il 66,84% delle giornate di lavoro effettuate dai Coltivatori Diretti e Iap (dato Inps 2009) e il 53,0% del totale delle giornate lavorative effettuate in agricoltura (dato deleghe Inps 2009). Ed ancora, è socio di Coldiretti il 40,62% (fonte Inps 2008) dei datori di lavoro che assumono manodopera rilasciando delega ad Organizzazioni agricole, e siamo, dunque, la prima organizzazione datoriale per numero di imprese. L’unico dato che merita una riflessione è quello delle giornate lavorative effettuate da lavoratori dipendenti che rilasciano delega alle Organizzazioni, dove con il 30,38% siamo secondi. Ma qui, a guardarci dentro – come ben evidenzia il Presidente Confederale – ci si accorge che, a differenza di chi predica sindacato “libero” e condanna gli “intrecci” con la pubblica amministrazione, noi non beneficiamo di quella corposa fetta di giornate lavorative che aziende pubbliche e assimilate hanno delegato a coloro che si vantano di essere la prima organizzazione datoriale in termini di numero di giornate lavorative. Per completare il quadro dei numeri a livello nazionale, aggiungiamo che al 31 dicembre 2009 le deleghe, certificate Inps, rilasciate alla Federpensionati Coldiretti sono 667.473, che posizionano la nostra Federpensionati al 1° posto tra i Sindacati dei lavoratori autonomi,
SINDACALE al 1° posto tra i Sindacati agricoli ed al 3° posto tra tutti i Sindacati dei pensionati (compresi quelli dei lavoratori dipendenti). Nel 2009 il Patronato Epaca ha svolto il 7,65% del totale delle attività Inps certificate che lo posizionano al 1° posto tra i Patronati dei lavoratori autonomi, al 1° posto tra i Patronati del settore agricolo e al 4° posto tra tutti i Patronati di tutti i settori, compresi quelli del lavoro dipendente (in totale sono 27 i Patronati, agricoli e non agricoli, riconosciuti). Il Caf Coldiretti ha elaborato oltre 632.000 modelli 730, che lo collocano al 1° posto tra i Caf del settore agricolo e al 7° posto tra i circa 60 Caf, agricoli e non agricoli, riconosciuti in Italia. Il peso crescente di Coldiretti ha determinato anche una maggiore rappresentanza in seno al Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, nel quale Coldiretti aumenta da 4 a 5 i propri rappresentanti, ottenendo così la maggioranza assoluta, (alle altre organizzazioni sono toccati: 2 rappresentanti alla Cia e 1 ciascuno a Copagri e Confagricoltura, che ne ha perso 1). Naturalmente tutto questo nuovo riscontro non ha ancora implementato la nostra rappresentanza di filiera, infatti la nostra cooperazione, i nostri mercati di Campagna Amica, i nostri Consorzi agrari, il sistema Impresa pesca (che nelle scorse settimane è entrato a pieno
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titolo nella Coldiretti) non sono ancora conteggiati nei numeri certificati dal pubblico, motivo per cui il nostro peso è destinato a rafforzarsi ulteriormente, e di molto, nei prossimi mesi. Venendo a parlare della Lombardia, regione leader nel settore agricolo, basti dire che il sistema Coldiretti conta su oltre 50.000 Soci, rappresentando così, tanto in termini numerici quanto in valori di produzione, circa il 70% dell’agricoltura e del sistema agro-alimentare regionale. Quanto ai numeri della Federazione Provinciale Coldiretti Cremona, parliamo di oltre 5.700 soci, con più di 2500 aziende agricole che, nel complesso, vedono al lavoro in provincia quasi 8000 addetti. Nel campo dei servizi alla persona, in primis attraverso il Caf Coldiretti e il Patronato Epaca, la Federazione provinciale ha contatti ogni anno con oltre 12.000 cittadini. Numeri significativi, che vanno rafforzati e valorizzati. E, per chiudere sempre nel segno della riflessione proposta dal Presidente Marini in tema di rappresentanza e rappresentatività, vale la pena di sottolineare che c’è poi un altro capitolo, tutto da sviscerare: quello che ci vede legittimati in pieno a essere forza sociale non solo di imprese e territorio, di cibo e di ambiente, ma anche di famiglie, di uomini e donne, che vogliono bene all’Italia e che hanno in testa un preciso modello di vita e un’idea per lo sviluppo.
LUNEDĂŒ 29 MARZO 2010
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IL TAR DĂ€ RAGIONE AI BIETICOLTORI, PARTONO LE VERIFICHE DEL MINISTERO
FILIERE
Commissione d'inchiesta su Finbieticola "Fondi distratti a finalitĂ pubbliche"
Coldiretti cresce nella rappresentanza
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Occorre fare presto poichĂŠ dopo la pubblicazione del decreto occorrerĂ attendere gli altri adempimenti amministrativi con il rischio concreto che i ritardi mettano in difficoltĂ l'agricoltura
Giovani agricoltori, scelta la squadra di Sangiorgio Niente arance italiane nei succhi di Conserve Italia ECONOMIA
AMBIENTE
Pac e art. 68, come richiedere i fondi
Biologico, chiarezza su rotazione e import
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Primi accordi per la gestione rifiuti Pomodoro, import fa crollare i prezzi
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EUROPA
Anche l'Ue promuove i mercati agricoli Rete di sicurezza contro le speculazioni PARLAMENTO
Rottamazione trattori, domande dal 6 aprile ORGANIZZAZIONE
Spunti di riflessione RealtĂ e pedofilia
PREVIDENZA
Un marchio di qualitĂ per le nocciole
Nuovi importi per indennitĂ di maternitĂ
BREVI
APPROFONDIMENTI
L’Europa discute sulle filiere
La Pac entra nella strategia Europa 2020
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Agricoltura libera da Ogm Convegno a Cremona Coldiretti lavora per la qualità che parte dalla valorizzazione del prodotto agricolo e dal suo legame con il territorio, è certificata all’origine, è resa trasparente al consumatore con un adeguato sistema di etichettatura. Per un made in Italy che ha nell’unicità, nella distintività, il proprio valore aggiunto. Da qui l’impegno ad attuare qualsiasi iniziativa di carattere legislativo o referendario, al fine di mantenere il nostro Paese e la nostra agricoltura liberi da coltivazioni transgeniche. E’ questa la sintesi del messaggio ribadito, forte e chiaro, da Nino Andena, Vicepresidente nazionale e Presidente di Coldiretti Lombardia, ed Eugenio Torchio, Direttore di Coldiretti Lombardia e Delegato confederale di Coldiretti Cremona, venerdì 5 marzo in sala Maffei, presso la Camera di Commercio, alla tavola rotonda dal titolo “Economia agroalimentare sostenibile e
di qualità. Contro gli OGM per difendere il reddito in agricoltura”. E’ stata un’occasione di confronto sul tema, promossa dalla prima Organizzazione degli agricoltori del Paese, fra studiosi, consumatori, rappresentanti del mondo economico, alla presenza di una folta platea. La mattinata si è aperta con le relazioni dei ricercatori. Claudio Malagoli, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo/Bra, ha risposto alla domanda “Aspetti agronomici ed economici degli ogm in campo agroalimentare, opportunità o rischio?”, evidenziando il fatto che in materia di ogm nell’agroalimentare siamo in presenza di un’incertezza assoluta: nessuno è attualmente in grado di stabilire i reali effetti sulla salute umana e sull’ambiente degli organismi transgenici. “Una cosa è certa: aumentano i rischi, non mantengono le
promesse, non determinano grandi vantaggi” ha affermato Malagoli, mostrando – dati alla mano – come le piante ogm non mantengano né le aspettative agronomiche, né quelle economiche, non risolvendo, ad esempio, il problema delle erbe infestanti e non garantendo una produzione superiore alle piante convenzionali. Nel suo intervento Giovanni Monastra, Coordinatore del progetto “OGM in Agricoltura”, ha richiamato l’attenzione sul problema delle micotossine e del mais BT ed ha evidenziato il percorso e le conclusioni del progetto avviato con il supporto del Ministero per le Politiche agricole teso a studiare la compatibilità tra colture transgeniche e sistema agroalimentare italiano. “In campo socioeconomico è stato evidenziato un potenziale impatto negativo sul sistema agroalimentare italiano – ha sottolineato il relatore –.
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Gli agricoltori interessati a coltivare gli ogm attualmente in commercio sono una minoranza (18%). La percezione del consumatore italiano è tendenzialmente sfavorevole verso l’impiego dell’ingegneria genetica nel settore agroalimentare”. “In campo agronomico – ha proseguito Monastra – la produttività del Mais bt (MON810) è simile a quella del convenzionale per quanto riguarda la resa di trinciato integrale”. Per evidenti ragioni non è possibile riassumere qui l’intero contenuto delle due approfondite relazioni; una sintesi a cura degli stessi relatori è riportata sul sito www.cremona. coldiretti.it. Molte, qualificate voci hanno portato
SINDACALE il loro contributo ai lavori. Fra queste, Gianluca Pinotti, Assessore provinciale all’Agricoltura e Ambiente (che ha ribadito la straordinaria valenza del nostro territorio e delle sue produzioni, valenza che non va compromessa sull’onda della frenesia. Da qui l’invito ad attenersi al principio di precauzione, lasciando alla scienza il compito e il tempo di fare le opportune verifiche), le Associazioni dei Consumatori, (c’erano Adoc, Unione Consumatori, Federconsumatori, Adiconsum), il Circolo Ambiente Scienze, Acli Cremona, Slow Food cremonese. Dai vertici Coldiretti è stata ribadita la forte opposizione agli ogm, una posizione che fonda su ragioni economiche, che si riassumono in due domande: se nessuno vuole gli ogm nel piatto (se non c’è un vero mercato), allora perché Un momento del convegno proposto da Coldiretti in Sala Maffei, presso la Camera di Commercio
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produrli? A chi giova, realmente, forzare così tanto la mano sulla questione? In chiusura, la Coldiretti ha ribadito i dieci motivi per essere ogm-free: 1. Mantenere, valorizzare ed esaltare la varietà dei prodotti agroalimentari 2. Difendere il prodotto italiano dall’omologazione e delocalizzazione territoriale 3. Adottare il principio di precauzione: nessuno attualmente è in grado di stabilire i reali effetti sulla salute umana e sull’ambiente 4. Poter scegliere e conoscere tramite un’etichettatura trasparente ciò che si mangia 5. Rispettare la volontà dei cittadini nelle scelte nazionali ed europee 6. Rispettare produttori agricoli, industrie agroalimentari e grande distribuzione che non vogliono l’introduzione di organismi transgenici 7. Attuare una ricerca scientifica libera e non di parte 8. Difendere l’economia agricola del nostro Paese 9. Difendere la biodiversità presente nel territorio italiano 10. Difendere l’ambiente in cui da sempre viviamo. (m.b.)
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MADE IN ITALY
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Ogm? No, grazie! Contro l’omologazione e la delocalizzazione, vale la pena di scoprire tutta la qualità, la bontà e la sicurezza dei prodotti a km zero Sicuramente, finora, ai produttori di ogm qualcosa è andato storto. Moratorie, principi di precauzione, rifiuto dei cittadini, chiarezza delle posizioni di Coldiretti, hanno fatto sì che non siano ancora riusciti a conquistare il continente che più avrebbe dato loro soddisfazione: l’Europa. Addirittura, negli ultimi tempi, qui, le superfici coltivate ad ogm si sono ridotte. La massiccia offensiva, sicuramente appoggiata, nel Parlamento europeo, da politici compiacenti, che ha portato ad autorizzare la patata Amflora e altri tre mais geneticamente modificati, sembra uno degli ultimi attacchi alla diligenza, prima che i piani di penetrazione nei mercati, costati ingenti risorse e che finora non hanno dato i loro frutti, vengano drasticamente ridimensionati. Non è certamente positivo il fatto che i rappresentanti eletti a Bruxelles esprimano delle posizioni incoerenti rispetto a chi li ha eletti: la stragrande maggioranza dei cittadini europei non è d’accordo con l’introduzione di prodotti ogm. C’è da sperare che, come finora in Italia, i governi nazionali trovino il modo di vietarne le coltivazioni. Se questi prodotti sono così buoni, salutistici e soprattutto a buon mercato, perché non se li mangiano e se li sperimentano loro? Se c’è anche solo un minimo rischio, noi rifiutiamoci, andiamo ad acquistare dagli unici che oggi ci possono dare vere garanzie, andiamo presso i mercati di Campagna Amica o presso le nostre aziende che effettuano la vendita diretta, magari andiamoci senza fretta e con la curiosità che ci permette di capire anche tutta la passione ed il lavoro che c’è dietro ad un prodotto ed al territorio che lo esprime. Potremo scoprire che la questione degli ogm non è solo un problema di salute, ma c’e il rischio di appoggiare un sistema di produzione dei nostri alimenti che tutto vuole omologare,
dimenticando ogni identità e sapere, che pensa di poter annientare, o meglio appropriarsi di un patrimonio di biodiversità che gli agricoltori hanno, nei millenni, costruito. Sarebbe una sciagura per tutti se questa ricchezza finisse a disposizione dei fatturati di poche aziende con grandi capitali.
Ricambi agricoli - Articoli e forniture industriali - Utensileria - Lubri¿canti
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Francesco Cazzamali Segretario Terranostra Cremona
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POLITICHE COMUNITARIE
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La PAC nel 2010 Paola Fraschini Politiche Comunitarie
Entro il giorno 17 maggio 2010 andrà presentata, come ogni anno, la domanda unica. Si illustrano di seguito le principali novità del 2010, ricordando comunque che gli Uffici di Zona sono a disposizione per ogni ulteriore approfondimento. ANTICIPO PAC OPR Lombardia anticiperà a luglio il 70% del contributo dei titoli pagabili. La Regione Lombardia si fa carico degli interessi, che costituiscono aiuto di Stato. Gli aiuti di Stato concessi all’azienda non possono superare (per il triennio 2008-2010) il tetto di 7500 euro (che è in attesa di essere elevato a 15000); per tale motivo i serricoltori che hanno usufruito di carburante agevolato, viste le recenti decisioni prese in sede comunitaria, nel caso in cui presentino la domanda unica, non possono usufruire del pagamento dell’anticipo. SUPERFICI ABBINABILI AI TITOLI Sono ammesse all’abbinamento con i titoli tutte le superfici a seminativo, i prati ed i pascoli permanenti, i vigneti, gli oliveti, gli agrumeti, le superfici investite a bosco ceduo a rotazione rapida quali pioppeti, purché con un turno di taglio NON superiore agli 8 anni, e le superfici imboschite, a patto che siano realizzate con il PSR e che abbiano dato diritto al pagamento unico 2008. Non sono invece ammesse all’abbinamento con i titoli le superfici coltivate a patate, a frutteto, a vivaio (che diventeranno ammissibili dal 01/01/2011), le superfici forestali e gli usi NON agricoli. TITOLI Nel 2010 i titoli verranno ricalcolati: - per l’integrazione delle trattenute dell’art.69 nel regime di pagamento unico;
- per la riduzione del 3,8% del valore titoli (per finanziare l’art.68). La riduzione sarà del 10% per i settori tabacco e zucchero; - assegnazione NUOVI titoli per chi ha presentato domanda di estirpo volontario vigneti e per chi coltivava grano duro nelle regioni del sud Italia. ARTICOLO 69: NON ci sono più i contributi per mais, soia, ecc., perché il premio accoppiato art.69 viene integrato nel regime di pagamento unico. E’ però necessario, al fine di evitare decurtazioni sui pagamenti, che l’azienda rispetti l’alternanza delle colture nel caso in cui abbia richiesto nel 2009 il premio per l’art. 69 avvicendamento. PREMI ACCOPPIATI: restano in vigore i premi accoppiati delle bietole, pomodoro, pesche, pere, riso, colture proteiche, frutta a guscio. UTILIZZO FANGHI DI DEPURAZIONE: le aziende che spandono fanghi sui propri terreni devono dichiararlo al momento della raccolta dati PAC. MODULAZIONE Per la campagna 2010 il prelievo per la modulazione è pari all’8%. Per gli importi superiori ad euro 300.000 è prevista un’ulteriore riduzione pari al 4%. ARTICOLO 68: dal 2010 viene concesso un SOSTEGNO SPECIFICO – ART.68 per il miglioramento delle qualità delle carni bovine, delle carni ovicaprine, dell’olio d’oliva, del latte, del tabacco, dello zucchero, del ruscus (danae racemosa per la produzione di fronde recise), un contributo per il pagamento dei premi di assicurazioni del raccolto, degli animali e delle piante ed infine è concesso un sostegno per l’avvicendamento triennale alle regioni del centro sud. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER ACCEDERE AI PREMI ACCOPPIATI E/O ARTICOLO 68 CHE PIU’ INTERESSANO LA NOSTRA REALTA’. IL
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Per chi coltiva pomodoro è necessario allegare alla domanda, e quindi consegnare al proprio ufficio di zona, copia del contratto o dell’impegno di coltivazione. Per chi coltiva barbabietola da zucchero è necessario allegare alla domanda, e quindi consegnare al proprio ufficio di zona copia del contratto di coltivazione, copia delle fatture di acquisto semente, unitamente ai cartellini ed alle confezioni della semente stessa (AGEA ha infatti introdotto un quantitativo minimo di semente pari a 120.000 semi per ettaro). Per il premio macellazione bovini occorre consegnare al proprio CAA la dichiarazione di adesione al consorzio di etichettatura. Per il premio latte le aziende che effettuano esclusivamente vendite dirette (che quindi non hanno quota consegne) devono dimostrare il rispetto dei parametri previsti dall’art. 68 attraverso la prova di adesione ad un sistema HACCP e di esecuzione delle analisi necessarie; copia delle analisi va consegnata al proprio CAA. Per le aziende che hanno quota consegne i dati qualitativi sono resi disponibili dai laboratori che effettuano i controlli per conto dell’acquirente. Assicurazioni. Possono accedere al premio le aziende che stipulano polizze assicurative per la copertura dei rischi di perdite economiche, causate da avversità atmosferiche sulle coltivazioni, epizoozie negli allevamenti, malattie delle piante ed infestazioni parassitarie sulle produzioni vegetali, che producono perdite superiore al 30% della produzione media annua. Gli imprenditori che intendono avvalersi di tale sostegno (che è pari al massimo al 65% della spesa per il premio assicurativo) devono esprimere la propria volontà entro il 17 maggio prossimo all’interno della domanda unica 2010 e successivamente consegnare al proprio CAA copia del contratto di polizza con specificati i rischi assicurati e le perdite economiche coperte, e la ricevuta di pagamento del premio assicurativo.
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AGRIFIDI LOMBARDIA
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La consulenza economica-finanziaria Il finanziamento alle imprese è un tema ricorrente nei dibattiti politico-economici di questi ultimi mesi in quanto la crisi viene percepita, sempre di più, a livello europeo e mondiale. La disponibilità del credito concesso dalle banche ha subito una brusca decelerazione e le imprese fanno sempre più fatica ad ottenere finanziamenti soprattutto a medio e lungo termine. La preoccupazione innescata da una congiuntura difficile contestualmente alla gravissima crisi finanziaria in corso per le aziende agricole si traduce in una forte prudenza operativa e per le banche in una maggiore selettività del credito. Inoltre sono stati introdotti criteri di rating più restrittivi per giustificare il diniego a certe richieste di prestito. In sostanza è cambiato il modo di fare banca e, di conseguenza, l’erogazione dei finanziamenti alle imprese. La possibilità di accedere alle risorse finanziarie e quindi ottenere credito rappresenta, anche per gli imprenditori agricoli, la risorsa principale con cui sviluppare la loro attività. Tra l’altro le nuove esigenze di ampliamento aziendale, contestualmente ad un significativo processo di differenziazione produttiva, richiedono sempre di più risorse importanti in un momento nel quale esistono difficoltà oggettive ad ottenere prestiti. Va comunque precisato che, attraverso la nostra consulenza aziendale e le convenzioni sottoscritte tra Agrifidi Lombardia con i diversi Istituti di credito, riusciamo a sostenere positivamente le nostre aziende. L’utilizzo del business plan, strumento introdotto anche dalla Regione per i piani di Sviluppo aziendale, la lettura dei dati aziendali, l’utilizzo di indici di efficienza aziendale consentono di migliorare la propria attività, prendere coscienza dei propri punti di forza così da sfruttarli adeguatamente per prevedere i risultati finali, misurarli ed eventualmente correggere periodicamente tali ipotesi. L’investimento può essere una scelta affidata all’esperienza, ma può essere anche
una previsione fatta con metodo, analisi e probabilità. Siamo, in sostanza, ad una svolta nella cultura d’impresa. In un mercato sempre più aperto, in un contesto di competitività crescente con una forte esigenza di innovazione, l’utilizzo di nuovi strumenti economici-finanziari si impone con forza. Ma qual è il rapporto tra l’imprenditore agricolo e il credito? Complesso. La semplificazione del regime speciale Iva per gli agricoltori ha provocato un’avversione verso un sistema di contabilità e controllo strategico della gestione aziendale. Questa avversione agli strumenti contabili ha determinato un rapporto problematico verso le istituzioni bancarie perché la carenza di dati contabili oggettivi e riclassificati ha creato anomalie nelle diverse tipologie di credito erogate. Quando i margini di guadagno erano positivi andava comunque tutto bene anche per operazioni bancarie sbagliate. Oggi che la situazione reddituale delle imprese sovente presenta difficoltà per ragioni di mercato qualcosa è necessario cambiare per operare le giuste scelte. Quali sono i rischi che corre l’impresa e quali gli errori più comuni che commettono gli imprenditori agricoli? I rischi che personalmente ho rilevato con una certa frequenza riguardano la tipologia di finanziamento rispetto al grado di solvibilità finanziaria, tipologia sovente suggerita dalle banche. L’esempio della cambiale agraria è emblematico su questo. Le cambiali, da strumenti a breve, sono diventate strumenti a medio termine in quanto continuamente rinnovate, anche per comodità delle banche stesse. Adesso che diversi istituti di credito stanno chiedendo il rientro, cosa succede?! Che rapporto c’è tra il bilancio aziendale e il credito? Nella nostra esperienza di Agrifidi è fondamentale. Il nostro lavoro parte da una valutazione dell’azienda, che quasi sempre è conosciuta. Una volta raccolti tutti i dati aziendali e bancari predisponiamo lo stato patrimoniale e il IL
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Aldo Bellandi Segretario Agrifidi
conto economico riclassificato. Successivamente, se i conti tornano, facciamo la nostra valutazione di rating. Se gli indici sono a posto procediamo per le operazioni di credito. Per le aziende che si interfacciano da sole con il sistema bancario in mancanza di bilancio diventa tutto complesso per ambo le parti. Questo vuoto, oggi, l’azienda dovrebbe superarlo in quanto i criteri di Basilea 2 sono stati inaspriti ulteriormente e senza dati contabili il rischio di non ottenere credito è molto concreto. Con Agrifidi Lombardia analizziamo le imprese, valutiamo economicamente le fattibilità operative, offriamo una consulenza rispetto ai prodotti bancari esistenti sul mercato in modo tale da consentire all’imprenditore di operare le scelte più opportune in piena libertà. Agrifidi Lombardia si occupa principalmente di fornire un sostegno al credito con una controgaranzia alle banche per le aziende che ne hanno bisogno. Ma il nostro lavoro è più articolato: bilanci, consulenza aziendale, business plan, rapporti con le istituzioni bancarie (abbiamo oltre 20 convenzioni), valutazione degli investimenti, formazione, informazione per promuovere una nuova cultura economica-finanziaria. Per concludere: L’impresa agricola è coinvolta da un forte cambiamento produttivo, economico, finanziario e di mercato, contesto nel quale risulterà strategica la possibilità di accedere alle risorse finanziarie attraverso il miglioramento della propria capacità di analisi economica e finanziaria del bilancio aziendale. L’impresa, sia essa agricola che operante in altri settori, deve partire dal presupposto che il credito d’ora in avanti sarà erogato con la garanzia di una giusta redditività e solvibilità. Su questo aspetto la consulenza di Agrifidi è già in piena operatività per il supporto ai nuovi finanziamenti e forse non è casuale che le banche stesse richiedano sempre di più la nostra collaborazione.
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INFORMAZIONE ALLE IMPRESE
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MARZO/APRILE - 2010
Rottamazione agevolata per trattori e rimorchi agricoli Andrea Ragazzini Ufficio Ambiente
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge, su proposta dei Ministri Tremonti, Scajola e Calderoli, che contiene importanti misure di sostegno all’attività produttiva e ai consumi, tese a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente e la sicurezza del lavoro in un’ottica che premia settori ed imprese maggiormente innovativi e che sostiene settori più colpiti di altri dalla congiuntura economica. Il provvedimento messo a punto dal Consiglio dei Ministri non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Gli incentivi previsti dal decretolegge sono pari a 300 milioni di euro, finanziati per 200 milioni con entrate fiscali, per 50 milioni con il Fondo finanza d’impresa e per ulteriori 50 milioni con credito d’imposta. Sono previsti contributi al consumo per il 2010, variabili a seconda dei prodotti, che saranno erogati fino ad esaurimento delle somme stanziate per ciascun settore (principalmente la mobilità sostenibile, motocicli elettrici, abitazioni, elettrodomestici, cucine, macchine agricole, gru, motori per la nautica)". 71 milioni di euro sono stati stanziati per “rimorchi, semirimorchi, macchine per uso agricolo e industriale e gru a torre per l’edilizia” di cui 18 milioni di euro per il rinnovo dei mezzi agricoli. I trattori godranno di uno sconto mas-
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simo del 10%, a condizione che anche il venditore pratichi uno sconto analogo. • È previsto l’acquisto di macchine agricole e movimento terra, comprese quelle operatrici, a motore rispondenti alla categoria “Fase IIIA” di cui agli articoli 57 e 58 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n°285 e successive modificazioni: attrezzature agricole portate, semiportate, attrezzature fisse in sostituzione di macchine o attrezzature agricole di fabbricazione anteriore al 31/12/1999 della stessa categoria di quelle sostituite, le macchine dovranno essere della stessa tipologia e con potenza non superiore del 50% all’originale rottamato; • Entro quindici giorni dalla data di consegna del nuovo macchinario, il destinatario del contributo ha l’obbligo di demolire il macchinario sostituito e di provvedere alla sua cancellazione legale per demolizione, fornendo idoneo certificato di rottamazione al concessionario o venditore che dovrà trasmetterlo all’ente erogatore, pena la decadenza del contributo. Per le macchine non iscritte ai pubblici registri fa fede la documentazione fiscale del mezzo rottamato. Gli incentivi saranno operativi dal prossimo 6 aprile 2010 fino ad esaurimento del budget e comunque non oltre il 31 dicembre 2010.
• Cittadini ed Imprese avranno a disposizione un call center gestito da Poste Italiane per ottenere tutte le informazioni pratiche necessarie. • La procedura comunque partirà dal consumatore che potrà rivolgersi al rivenditore chiedendo di poter utilizzare l’incentivo; • Il rivenditore verificherà la capienza dell’incentivo per via telematica o telefonica in un tempo fissato e comunicherà al consumatore la disponibilità dell’incentivo, che si tradurrà in uno sconto sul prezzo di acquisto (in caso di esaurimento fondi pertanto l’operazione non avrà alcun esito). • Il rivenditore recupererà poi l’incentivo presso gli sportelli delle Poste, una procedura che il Governo provvederà a tutelare e a garantire in maniera adeguata. Il decreto contiene anche misure di semplificazione che consentono di realizzare, senza alcun titolo abilitativo, interventi edilizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, eliminazione di barriere architettoniche, opere temporanee di ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra pertinenti all’esercizio di attività agricola, serre mobili stagionali, opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni, pannelli fotovoltaici e termici. Per ulteriori informazioni rivolgersi al proprio Ufficio di Zona.
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AMBIENTE
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Sistri - Sistema di tracciabilità dei rifiuti In febbraio 2010 il Ministero dell’Ambiente ha emanato un decreto (DM 17/12/2009) che introduce “un sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti” denominato SISTRI che, in attuazione a precedenti disposizioni normative, ha lo scopo di informatizzare la filiera dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi per tutto il territorio nazionale e, solo per la regione Campania, anche per i rifiuti urbani. Il sistema SISTRI introduce alcuni elementi di novità, tra cui segnaliamo la sostituzione degli attuali documenti relativi alla movimentazione dei rifiuti (formulario, registro e MUD) con dispositivi elettronici che permettono la gestione informatizzata degli adempimenti. Tuttavia, a fronte di modifiche mirate al futuro snellimento del procedimento, il decreto impone alcuni passaggi obbligati necessari a mettere a regime il sistema di accreditamento di tutti i produttori e di tutti i soggetti coinvolti nella filiera della gestione dei rifiuti in genere. Il sistema operativo SISTRI prevede una fase di iscrizione al sistema presso la CCIAA, in atto in questi mesi, secondo un calendario determinato dalle dimensioni (numero dipendenti) dei produttori iniziali di rifiuti pericolosi, con successiva fase di entrata in funzione della parte informatizzata nei prossimi mesi. Le imprese con meno di 50 dipendenti – se produttrici di rifiuti pericolosi – avranno come scadenza per l’iscrizione al SISTRI il prossimo 29 aprile. Tuttavia non tutte le aziende agricole saranno obbligate a tale adempimento: - risultano escluse le imprese agricole con reddito imponibile inferiore a 8.000,00 euro, - risultano escluse le imprese agricole con meno di 10 dipendenti che producono solo rifiuti non pericolosi. Le altre imprese rientrano tra i soggetti obbligati, ma, a seguito
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dell’intervento della Coldiretti, il decreto prevede specifiche deroghe all’obbligo di iscrizione al SISTRI, se in presenza di una convenzione con soggetti pubblici e privati gestori del servizio di raccolta o della piattaforma di riferimento, nel cui sistema sono inseriti i dati delle imprese stesse, per i seguenti casi: • le imprese agricole che trasportano e conferiscono i propri rifiuti (pericolosi e non) in modo occasionale e saltuario con quantitativi non superiori a 30 kg o 30 l al giorno (per massimo 3-4 volte anno) presso piattaforme di conferimento autorizzate, • le imprese agricole che conferiscono i propri rifiuti ad un circuito organizzato di raccolta con soggetti pubblici o privati, aderenti alla convenzione di cui sopra. Nel rinviare a successivi approfondimenti tramite note informative e comunicazioni dirette agli Associati che rientrano nei soggetti obbligati a tale procedimento (produttori iniziali di rifiuti pericolosi eccedenti le piccole quantità di cui sopra), Vi anticipiamo che Coldiretti Cremona sta procedendo alla predisposizione dei necessari atti amministrativi (convenzioni) con gli enti competenti e i gestori dei servizi per poter applicare le deroghe sopra illustrate, e in subordine, le operazioni di iscrizione in forma cumulativa presso la CCIAA. Giocoforza ricordare che, pur con l’attivazione del sistema SISTRI, restano per ora in vigore le procedure note per la gestione dei rifiuti aziendali: formulario, tenuta del registro e presentazione MUD fino a che il sistema informatizzato non sarà pienamente operativo. Per ulteriori informazioni si invitano i Soci (produttori di rifiuti pericolosi) a rivolgersi all’Ufficio Ambiente in Sede o al proprio Segretario di Zona, e a prendere visione della nota informativa che verrà distribuita negli Uffici di Zona.
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Inserto da staccare e conservare
ISPEZIONI SUL LAVORO ED ATTIVITÀ DI VIGILANZA A cura di Dianella Mariotti Ufficio Datori di Lavoro
Il programma del Ministero del Lavoro per il 2010 Il Ministero del lavoro, nel documento di programmazione dell'attività ispettiva del 4 febbraio 2010, ha previsto un incremento dell'8% rispetto all'attività del 2009. E' stato così stabilito un quadro di interventi che dovrà interessare, in tutta Italia, oltre 145 mila aziende che saranno sottoposte a controlli ispettivi nell'anno in corso. Il maggior numero dei sopralluoghi è previsto nella regione Puglia con 14.612 aziende da ispezionare, seguita subito dopo da Lazio, Lombardia con 13.674, Campania, Toscana e Piemonte, tutte con oltre 10 mila aziende da ispezionare. L'azione ispettiva, secondo la direttiva ministeriale, sarà indirizzata
su specifici fenomeni riguardanti il lavoro nero, la corretta qualificazione dei rapporti di lavoro, la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, l'elusione contributiva, il lavoro minorile, la corretta applicazione della disciplina dei tempi di lavoro, ecc. I settori che saranno sottoposti a particolare attenzione da parte degli ispettori riguardano quelli dell'edilizia e dell'agricoltura, nei quali, secondo i dati statistici, si riscontra una maggiore concentrazione dei fenomeni sopra indicati. In considerazione della rilevanza prioritaria che continua ad avere il contrasto al lavoro sommerso, proprio per dare maggiore efficacia, sono stati IL
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programmati accessi ispettivi a brevi intervalli temporali finalizzati ad assicurare l’effetto sorpresa e mirati al riscontro del lavoro nero. Continuerà la vigilanza ed il monitoraggio in materia di lavoro minorile, anche in attuazione del protocollo di intesa del 12 ottobre 2009 siglato tra il Ministero del Lavoro ed il telefono Azzurro. In merito al controllo sulle tipologie contrattuali, sulla scorta di quanto già stabilito con la Direttiva del 18 settembre 2008, è stato ribadito di concentrare gli accertamenti ispettivi soltanto nel caso in cui i contratti stessi non siano stati certificati. In relazione alle differenti realtà economiche presenti sul territorio e dei settori nei quali maggiormente si concentra l`impiego irregolare di lavoratori extracomunitari, sono state esaminate le proposte provenienti dalle Direzioni Regionali del Lavoro e ciascun ufficio individuerà il piano di intervento cui indirizzare l’attività ispettiva.
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Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica
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LA CIRCOLARE INPS NEL MERITO DELLA VIGILANZA IN AGRICOLTURA PER IL CONTRASTO DEL FENOMENO DEI FALSI RAPPORTI DI LAVORO E DEL LAVORO NERO LINEE DI INDIRIZZO ED INDICAZIONI OPERATIVE
L’INPS, con la circolare n. 26 del 16 dicembre 2009, richiama i principi che dovranno guidare in futuro tutta l’attività di vigilanza, per limitare in tal modo il contenzioso amministrativo e giuridico, perciò ha ritenuto opportuno fornire al proprio servizio ispettivo ulteriori chiarimenti, in relazione alle diverse casistiche che, in sede di accertamento, potrebbero essere oggetto di difficile valutazione. Confermata peraltro la necessità di sorvegliare con particolare attenzione il settore dell’agricoltura al fine di evitare che rapporti di lavoro simulati, e quindi solo fittizi, possano determinare erogazioni di prestazioni non dovute ed anche omissioni contributive. Inoltre, nel ribadire la validità delle linee di indirizzo previste nella circolare 27 del 25 febbraio 2009, cioè che: per poter annullare un rapporto di lavoro è indispensabile avere certezza dell’assenza di prestazioni lavorative, ora, con la circolare in argomento, sono definiti ancora meglio i criteri da adottare nelle singole situazioni, come da paragrafi successivi.
slegato da un concetto matematico o comunque da considerazioni di presunzione, strutturate in base alle tabelle ettaro-colturali; - tra l’eventuale incongruità accertata e i lavoratori disconosciuti deve esistere una stretta, diretta e non generica relazione. Pertanto, poiché gli accertamenti presuntivi e teorici sono difficilmente sostenibili dall’Istituto in sede giudiziale, ogni annullamento di rapporto di lavoro deve poter essere debitamente motivato, ciò significa che non è possibile adottare criteri univoci ma, nelle varie valutazioni, devono essere presi in considerazione ad esempio: i sistemi di lavorazione utilizzati, i periodi di esecuzione dei lavori, le consuetudini del luogo, ecc..
Eccedenza di manodopera occupata rispetto al fabbisogno aziendale Il d.lgs. 375/93, art. 8, c. 4 dettava una sorta di automatismo del disconoscimento della prestazione lavorativa, laddove questa, a seguito di attente valutazioni, fosse stata giudicata in esubero in rapporto al fabbisogno aziendale. Ora, rispetto al passato, il fabbisogno rimane uno strumento di accertamento, se conforme alle seguenti condizioni: - il calcolo del fabbisogno deve essere IL
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Diverso inquadramento aziendale dal settore agricoltura ad altro settore L’eventuale diverso inquadramento aziendale accertato in sede ispettiva deve poter essere ricondotto a prova certa, debitamente circostanziata sia in fatto che in diritto; non è dunque ammesso indicare motivazioni generiche e non specificamente motivate. Pertanto è necessario che dall’analisi effettuata emerga non il dato negativo del mancato esercizio di attività agricola, bensì il fatto positivo del dettaglio dell’attività esercitata, da cui deriva il diverso inquadramento aziendale.
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Aziende e cooperative che assumono lavoratori addetti a particolari attività - Attività connesse di servizi - Nel settore agricolo possono essere ricondotte al concetto di “attività connesse di servizi” ad un’attività agricola principale: le prestazioni dirette alla fornitura di beni e servizi rese da un imprenditore agricolo a favore di soggetti terzi mediante l’utilizzazione prevalente, intendendo per tale i termini di tempo di impiego (che nelle lavorazioni interne all’azienda deve essere superiore a più del 50% rispetto al tempo di impiego nell’attività connessa), di attrezzature e risorse dell’azienda, impiegate nell’attività agricola esercitata, anche ricomprendendo la manodopera normalmente occupata in azienda per l’attività principale. Se gli OTI o gli OTD sono addetti ad attività connesse di servizi mantengono la qualifica agricola a tutti gli effetti previdenziali ed assistenziali e pertanto il datore di lavoro versa la contribuzione come se l’attività fosse prestata nell’ambito dell’attività agricola principale. - Inquadramento nel settore agricolo di particolari categorie di operai dipendenti da impresa non agricola -
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In base alla legge n. 92 del 1979 nella valutazione dell’inquadramento del dipendente che svolge attività di natura agricola, anche se assunto alle dipendenze di azienda non agricola, è stato capovolto l’orientamento di solito utilizzato nei criteri di attribuzione dell’inquadramento. Infatti, mentre nella generalità dei casi il dipendente segue l’inquadramento attribuito alla propria azienda, la valutazione del lavoratore agricolo dipendente si può invece basare sull’oggettiva valutazione dell’attività svolta dallo stesso, a poco rilevando la posizione assicurativa della sua azienda. Questo per evitare che, a parità di attività svolta, i lavoratori possano risultare inquadrati in settori diversi. La norma, quindi, tende ad identificare il lavoratore agricolo come il soggetto che è addetto a tale attività, anche se la sua azienda è inquadrata in un settore diverso. Risulta pertanto fondamentale per l’Istituto chiarire alcuni aspetti che si rivelano essenziali nelle valutazioni di inquadramento fatte.
- Imprese senza terra - Va innanzitutto precisato che il concetto di “impresa senza terra” è privo di riscontro dal punto di vista tecnico-giuridico, è una nozione utilizzata nella prassi amministrativa per consentire che, anche in caso di mancato possesso del fondo, il IL
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dipendente agricolo possa essere assoggettato alla contribuzione agricola unificata. La novità della non indispensabilità del possesso del fondo introdotta dalla modifica dell’art. 2135 del c.c. è il riferimento al ciclo biologico o una fase dello stesso effettuato su organismi vegetali o animali (o semi o embrioni). Per quanto sopra esposto, ai fini di un giusto inquadramento di tali lavoratori va tenuto in considerazione che il principio guida fa riferimento sia all’oggetto della prestazione, sia alla struttura dei ricavi conseguiti dall’azienda. • Se l’oggetto principale dell’attività aziendale non è di natura agricola e la percentuale dei ricavi derivanti dall’attività che la caratterizza ne rappresenta la totalità o comunque la maggioranza, l’azienda è assoggettata a contribuzione agricola solo per i lavoratori operai riconosciuti come tali; per tutti gli altri invece paga la contribuzione corrispondente all’inquadramento ricevuto. Esempio classico è quello del commerciante ortofrutticolo all’ingrosso che acquista la merce per la rivendita direttamente sulla pianta del produttore provvedendo anche alla raccolta del frutto: in tale ipotesi, l’attività principale dell’impresa resta commerciale, ma assoggetta i lavoratori che assume per la raccolta, e soltanto questi, a contribuzione agricola unificata. • Se l’impresa non agricola opera nell’ambito dei servizi all’agricoltura (da non intendersi quali attività connesse), anche per effetto di contratti di appalto, è assoggettata a contribuzione agricola solo per i lavoratori operai riconosciuti come agricoli.
- Scambio di manodopera - L’art. 2139 c.c. prevede che tra piccoli imprenditori agricoli sia ammesso lo scambio di manodopera o di servizi; per un’adeguata individuazione di questa fattispecie è necessario delineare in modo corretto il concetto di piccolo imprenditore, cioè: i coltivatori diretti ovvero chi esercita l’attività prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia. E’ pertanto configurabile uno scambio di manodopera qualora si realizzi: • tra soggetti aventi entrambi la qualifica di coltivatori diretti;
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• tra coltivatore diretto e/o gli eventuali appartenenti al nucleo familiare, se iscritti alla relativa gestione previdenziale; • senza un corrispettivo in denaro o natura; • senza che sia effettuato un calcolo di equivalenza né qualitativa, né quantitativa, tra le prestazioni ricevute e quelle offerte; • con prestazioni aventi per oggetto esclusiva attività di natura agricola principale o “connessa” che sia. Verificata l’iscrizione nel nucleo coltivatore diretto, il personale ispettivo sarà nella condizione di identificare tra i soggetti trovati intenti al lavoro in azienda quelli che, ancorchè non dipendenti, vi operino legittimamente in forza della disposizione di cui all’art, 2139 c.c..
Criteri di selezione Saranno sottoposte a verifica prioritariamente le aziende agricole che possono essere ricondotte alle seguenti situazioni di irregolarità: - evasione totale dei contributi dovuta ad occultamento verso l’INPS dell’intera azienda ovvero di parte della monodopera utilizzata (incrocio delle informazioni tra i vari Enti interessati); - denuncia dei rapporti fittizi di lavoro - con particolare riguardo ai soggetti agricoli che già in passato sono stati coinvolti da questo fenomeno e le aziende i cui consulenti risultano già coinvolti in truffe; - verifica denunce aziendali in fase di iscrizione - accertamenti per le aziende che all’iscrizione dichiarano fabbisogno
Attività successive all’accertamento ispettivo
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di manodopera significativamente superiore rispetto al fabbisogno presunto e per le aziende che in fase d’iscrizione compilano esclusivamente il quadro P (imprese senza terra); - morosità - qualora la stessa sia continuativa e non occasionale, soprattutto se i dipendenti risultano beneficiare di prestazioni di disoccupazione.
Diffide e denunce penali La diffida, per omesso versamento delle quote a carico dei lavoratori, viene effettuata a livello centrale sulla base di un calendario di gestione del credito, ed inoltrata alle singole aziende. La successiva denuncia penale all’Autorità giudiziaria viene inoltrata dalle sedi territoriali alle rispettive Procure, decorso il termine di 90 giorni dalla diffida. Alla luce di quanto sopra, considerata la delicatezza dell’argomento affrontato, i signori Datori di Lavoro, dopo una attenta ed approfondita lettura, in caso di dubbi e per ogni eventuale ed ulteriore chiarimento si rendesse necessario, sono invitati a contattare i nostri uffici.
Seguono dettagliate indicazioni operative per gli Ispettori relativamente: - all’acquisizione, anche a campione, di dichiarazioni dei lavoratori dipendenti dalle aziende ispezionate, - alla stesura dei verbali dell’accertamento ispettivo.
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ECONOMICO
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CEREALI:
Pietro Scolari Segretario Associaz. Regionale Produttori Cereali
uno sguardo al mercato mentre si svolgono le semine
ASSOCIAZIONE REGIONALE PRODUTTORI CEREALI E SEMI OLEOSI DELLA LOMBARDIA La cerealicoltura, da sempre una delle voci principali dell’agricoltura cremonese, ha aperto una nuova annata di lavoro. Mentre si stanno svolgendo le prime semine, facciamo il punto della situazione con Arnaldo Freri, Presidente dell’Associazione Produttori Cereali e Semi Oleosi della Lombardia. Presidente Freri, le attuali condizioni meteorologiche possono influenzare la produttività delle colture primaverili? Certamente. Le perduranti piogge invernali e primaverili hanno di fatto impedito il normale lavoro di preparazione dei terreni per le semine. A risentirne maggiormente saranno i bieticoltori: solitamente ai primi di marzo venivano seminate le bietole mentre ora, se tutto va bene, si semineranno nella prima decade di aprile. Molte imprese con terreni tenaci stanno disdettando i contratti perché le semine delle bietole slitterebbero ulteriormente, rendendo, in pratica, antieconomico investire in questa coltura. Le imprese con allevamenti hanno ancora i vasconi pieni di liquame e prima di poter spargere i reflui sarà necessario attendere che i campi si asciughino. In questo contesto possiamo affermare che, essendo le semine del mais, sia da granella sia da trinciato, in ritardo di circa un mese rispetto agli ultimi anni (2009 escluso), le rese a fine campagna ne risentiranno andando a ridurre ulteriormente la redditività aziendale. A proposito di redditività, si registrano dei miglioramenti in queste prime settimane del 2010 in termini di prezzo dei cereali? Purtroppo non solo non si registrano incrementi di prezzo dei principali cereali ma si sta addirittura assistendo ad una lenta ma costante diminuzione dei cereali a paglia come frumento tenero ed orzo dovuta all’ingente quantità offerta dai Paesi dell’est europeo a fronte di una domanda interna assai debole. E’ chiaro che questa considerevole offerta di cereali a basso costo – e scarsa qualità – influenza negativamente anche il mercato del mais. Addirittura il frumento duro è diminuito rispetto alla media dello scorso anno di oltre 40 euro/tonnellata con una quotazione attuale di poco superiore a 150 euro/ton. Il vero problema è che le imprese cerealicole sono strette nella morsa tra quotazioni che sono ritornate ai livelli di oltre trent’anni orsono e costi di produzione in continuo aumento. I prezzi dello scorso anno sono stati mediamente inferiori rispetto a quelli del 2008 di oltre il 30%, tranne che per la soia dove la diminuzione è stata “solamente” del 15%. IL
PREZZI MEDI CEREALI E SOIA - px in euro/ton dif. Prodotto px 2009 px 2008 2009-2008 127,18 189,09 mais nazionale secco -33% frumento tenero 125,68 194,59 -35% p.s. 76 - 78 121,34 182,38 orzo p.s. da 60 - 65 -33% frumento duro 198,47 359,85 -45% p.s. 77 - 78 * 338,28 396,20 soia nazionale * -15% Fonte dati CCIAA di Cremona. * CCIAA di Bologna
Quali sono le prospettive del mais per i prossimi mesi? Dopo le ottime produzioni in termini di quantità registrate due campagne orsono sia a livello europeo sia internazionale e dopo le buone rese dello scorso anno, gli analisti prevedono una riduzione delle superfici seminate in Europa nell’ordine del 6-8% e questo aspetto ci induce ad essere fiduciosi per una sensibile ripresa delle quotazioni entro fine anno. Inoltre anche i consumi di mais e sorgo per la destinazione agroenergetica dovrebbero aumentare: alla fine del 2009 erano in funzione in Italia 150 impianti di produzione di biogas; considerando che ciascuno di questi necessita mediamente di 180-200 ha di superficie a mais, gli ettari destinati a questo impiego in Italia sono stati di poco inferiori ai 30 mila ovvero a circa il 3% della produzione complessiva di mais. Entro il 2011 si stima che il numero degli impianti dovrebbe raddoppiare e, di conseguenza, dovrebbe raddoppiare anche il numero di ettari da destinare ad alimentare questi impianti, anche se siamo molto lontani rispetto a quanto avviene per esempio negli Stati uniti dove un quarto dei cereali coltivati nel corso del 2009 sono andati ad alimentare automobili o comunque verso utilizzi alternativi come la produzione di bioetanolo. Comunque sia, già a partire dal prossimo agosto ci aspettiamo un incremento del prezzo del trinciato – soprattutto nelle zone limitrofe a questi impianti di biogas – e, di conseguenza, un incremento del prezzo del pastone di mais. CREMONESE
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ECONOMICO
A proposito di biogas, come vede questo grande interesse del settore agricolo verso le fonte energetiche alternative? Sono favorevole al fotovoltaico e all’implementazione di impianti di produzione di energia con pannelli solari. Leggevo recentemente su “Il Sole 24 ore” che con gli impianti fotovoltaici in funzione alla fine dello scorso anno in Italia si produceva energia pulita tanta quanto ne poteva fornire una centrale nucleare di medie dimensioni. In merito al biogas il discorso è più complesso. Ritengo che per imprese con allevamenti un impianto a biogas possa rappresentare un’opportunità di gestione anche del problema nitrati purché sia congruo con le dimensioni aziendali. Con l’esplosione nella costruzione di questi impianti stiamo assistendo ad un vertiginoso incremento del prezzo degli affitti dei terreni che sta mettendo in ginocchio non solo le imprese cerealicole ma anche quelle con bovini e suini. Con i prezzi dei prodotti agricoli così bassi – e non mi riferisco solo ai cereali ma anche al latte alla stalla e alla carne di suino – diventa fondamentale, per poter rimanere sul mercato, riuscire a limare sempre più i costi di produzione, ma se gli affitti crescono fin quasi a raddoppiare, tutta l’agricoltura tradizionale rimane spiazzata. Quali misure si potrebbero adottare per rilanciare la coltura del mais e sostenerne la redditività? Con la riforma degli ultimi anni della PAC che ha abbandonato una politica di sostegno dei prezzi agricoli siamo sempre più in balia di prezzi volatili che hanno portato i cereali tra la fine del 2007 e gli inizi del 2008 a quotazioni non previste e molto elevate, frutto di una speculazione che ha consentito forti ori e ha lasciato solamente guadagni per altri settori gricoltori che hanno visto l’amaro in bocca agli agricoltori ni nel corso di un dimezzarsi le quotazioni paio di mesi mentre i costi di produti alle stelle in zione, che sono schizzati mento dei concomitanza con l’aumento prezzi dei cereali, sonoo diminuiti ncora molto lentamente ed ancora oggi si mantengono suu lievati velli decisamente più elevati rispetto al 2007. mo Sinteticamente dobbiamo prevedere e sperimen-tare entro settembre prossimo la convivenza tra seme trattato
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con poncho o gaucho e le api, affinché si riesca entro la fine dell’estate ad ottenere la possibilità di seminare con seme di mais trattato a partire dal 2011. A livello europeo dobbiamo fare pressione affinché si trovino adeguati strumenti per rendere più stabili i mercati nonché inasprire i controlli sanitari sulla granella importata soprattutto dai Paesi dell’Est. E’ indispensabile, inoltre, riuscire a concentrare l’offerta di cereali garantendo agli utilizzatori, allevatori o industrie di trasformazione, una costanza di conferimento del prodotto nonché uniformità di qualità della granella, creando una filiera tutta italiana che valorizzi le nostre produzioni. Qual è la vostra posizione in merito agli OGM? Sono assolutamente contrario agli ogm in agricoltura: questa contrarietà nasce, in primo luogo, da evidenti ragioni economiche. Il vero made in italy agro-alimentare ha la sua forza nella tipicità, nell'unicità, nello stretto legame con il territorio. Chi acquista un prodotto italiano, acquista con esso la passione, la storia, la cultura, il lavoro, i colori e i sentimenti dell'agricoltura italiana; ciò che ci distingue dagli altri - in termini di qualità, gusto, salubrità, tradizione - è ciò che rende il nostro prodotto appetibile. Paradossalmente sarei contento se tutti i Paesi europei decidessero di permettere la coltivazione degli ogm: le nostre produzioni ogme free troverebbero sicuramente non solo sul mercato interno ma anche su quello internazionale il giusto prezzo per i nostri sforzi e per una volta permetterebbe agli imprenditori agricoli di fissare il prezzo dei propri prodotti. Ma non andrà così: già in altri Pae Paesi europei si sta assistendo ad un forte ridimensiona ridimensionamento delle colture gm, se non addirittura ad un divieto totale di coltivazione. concl Per concludere su questo tema che mi sta pa particolarmente a cuore vorsegn rei segnalare come negli Stati Uniti il prezz prezzo delle sementi cerealicole so aumentate rispetto algm sono lo sc scorso anno del 32% mentre quel della soia del 24%, tanquelle to che il Dipartimento della Giustizia ha avviato un’indagine antitrust sull’industria delle sementi e in particolare sulla Monsanto.
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GIOVANI IMPRESA
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Giovani Impresa Giacomo Maghenzani Segretario Giovani Impresa e Donne Impresa
Vittorio Sangiorgio è il nuovo leader dei giovani agricoltori
E’ Vittorio Sangiorgio il nuovo leader dei giovani agricoltori italiani. Ventisette anni, salernitano, conduce un’azienda florovivaistica ed è stato eletto dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa composta da rappresentanti provenienti dalle campagne di tutte le Province e Regioni italiane, in rappresentanza di oltre 40mila giovani. Il neo responsabile dei giovani imprenditori agricoli Sangiorgio riceve il testimone da Donato Fanelli che, concluso il mandato a livello nazionale, ha conquistato la carica di vicepresidente dei Giovani agricoltori Europei (Ceja). “Creeremo occasioni per relazionarci in maniera aperta con tutti i giovani imprenditori di qualunque settore, lanciando un patto generazionale per confrontarci con chi intende condividere la nostra idea di crescita e di sviluppo economico del Paese – ha spiegato il neo delegato di Coldiretti Giovani Impresa –. Crediamo anche, come giovani, che la ricerca in Italia abbia molto da poter esprimere e che debba guardare molto di più alle imprese e alle loro reali esigenze rispetto a quanto non faccia oggi, individuando reali soluzioni innovative che esaltino l’originalità e la distintività del Made in Italy, senza percorrere strade, come quella degli ogm, che rappresentano il passato”. Lo stesso Sangiorgio rappresenta bene l’idea di impresa innovativa e rispettosa dell’ambiente. Partendo dall’azienda agricola di famiglia, a Pagani (Salerno), ha saputo specializzarsi nella coltivazione di piante e fiori, diversificando l’attività di produzione con quella di fornitura di servizi “chiavi in mano”
dedicati a turismo congressuale ed eventi cerimoniali. Oltre a ciò, l’azienda dell’agricoltore salernitano sfrutta i principi della bioedilizia, con l’allestimento di coperture verdi con giardini pensili su edifici, migliorandone notevolmente il rendimento termico e quindi il risparmio energetico.
Vittorio Sangiorgio, 27 anni, salernitano, conduce un’azienda florovivaistica ed è stato eletto Delegato nazionale dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa
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FISCALE
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Modello 730/2010 redditi 2009 In questi giorni si è aperta la campagna fiscale 2010 ed il primo adempimento a cui dobbiamo far fronte è la presentazione del modello 730. Questa dichiarazione è definita semplificata in quanto permette rispetto al modello di dichiarazione principale, il modello unico, di avere meno adempimenti e principalmente dà la possibilità al contribuente che termina la dichiarazione con un credito nei confronti dell’Erario di poter ricevere immediatamente, nei mesi di luglio/agosto del medesimo anno, l’importo a rimborso. Per poter accedere a questo modello semplificato il contribuente comunque non deve avere partita Iva con obbligo di presentazione della dichiarazione Iva, deve essere pensionato o lavoratore dipendente almeno nei mesi di giugno e luglio e non deve possedere redditi particolari come per esempio alcune plusvalenze. Nel modello 730 l’Erario vuole essere messo a conoscenza di tutti i redditi, i quali si possono raggruppare in quattro tipologie: - reddito dei terreni, in cui deve essere dichiarato per il proprietario il reddito dominicale del terreno desumibile dalle visure catastali e rivalutato in base agli indici stabiliti dalla legge e nella stessa maniera deve essere dichiarato il reddito agrario per il soggetto che conduce il terreno; - reddito dei fabbricati, in base alla rendita desumibile dalle visure catastali e rivalutata come indice di legge per quei fabbricati di proprietà o con altri diritti reali, mentre sui fabbricati dati in affitto il reddito viene calcolato sulla base dei canoni di locazione; - redditi da lavoro dipendente o assimilati e redditi da pensione, il tutto deve essere certificato dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico mediante il modello Cud; - altri redditi di capitale, lavoro autonomo e diversi per i quali non essendo derivati da attività professionale possono essere dichiarati nel modello 730. A fronte della dichiarazione dei redditi sopraelencati per il calcolo dell’imposta dovuta possono essere portati in detrazione o deduzione molte tipologie di oneri tra i quali: - spese sanitarie compresi gli scontrini fiscali della farmacia; - interessi su mutui ipotecari per l’acquisto o per la costruzione dell’abitazione principale; - interessi su mutui agrari; - assicurazioni sulla vita e sugli infortuni; - spese di istruzione inserite integralmente per gli istituti statali, mentre per quelli privati la detrazione compete al massimo per l’importo che sarebbe dovuto ad una scuola paritaria statale; - spese funebri; - spese per attività sportive per ragazzi dai 5 ai 18 anni ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica; - spese per canoni di locazione sostenuti da studenti universitari che alloggiano fuori sede, da inquilini di alloggi adibiti ad abitazione principale, da giovani di età compresa tra i 20 e i IL
Paolo Soldi Ufficio Fiscale Impresa Verde
30 anni per la propria abitazione principale, per queste due ultime categorie la detrazione compete a patto che il reddito non superi determinati tetti; - contributi previdenziali ed assistenziali versati alla gestione della forma pensionistica obbligatoria d’appartenenza; - contributi versati alle forme pensionistiche complementari e i contributi e premi versati alle forme pensionistiche individuali. L’importo deducibile è pari ad un valore massimo di euro 5.164,57 e può essere certificato nel modello Cud del datore di lavoro se lui stesso ne opera i versamenti, o tramite una certificazione se è il contribuente che effettua direttamente i versamenti alle forme pensionistiche; - spese per la sostituzione di frigoriferi e congelatori; - Spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio per i quali spetta una detrazione del 36% da ripartire in dieci anni; - Spese per interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici esistenti, per tali spese si ha una detrazione del 55% da rateizzare in cinque rate annuali. Le spese possono essere per la riqualificazione energetica, per interventi sull’involucro degli edifici, per l’installazione di pannelli solari e per la sostituzione di impianti di climatizzazione. A questi lavori deve essere certificato, in base a dei parametri previsti dalla legge, il risparmio energetico effettivo. Rispetto alla dichiarazione del precedente anno l’unico onere che si è aggiunto tra quelli detraibili è la spesa per acquisto di mobili, elettrodomestici, televisori e computer da inserire in un’unità abitativa che è sottoposta ad una pratica di ristrutturazione edilizia (36%). In considerazione di quanto scritto si può notare che anche i contribuenti che non sono obbligati per legge a presentare la dichiarazione dei redditi, come per esempio il pensionato o il lavoratore dipendente che non hanno alcuna proprietà al di fuori della casa d’abitazione, hanno la possibilità di presentare la dichiarazione nel caso in cui abbiano degli oneri da far valere. Gli Uffici Zona del Caf Coldiretti sono disponibili per la consulenza e per la predisposizione della dichiarazione dei redditi.
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PATRONATO EPACA
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Novità per pensionati e invalidi civili
Damiano Talamazzini Resp. Provinciale Patronato Epaca
L’INPS ha aggiornato gli importi dei trattamenti previdenziali ed assistenziali per l’anno 2010, rivalutandoli sulla base dell’aumento di perequazione automatica determinato con Decreto Ministeriale del novembre 2009. L’aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni in via previsionale per l’anno 2010 è pari allo 0,7%, mentre l’aumento di perequazione per l’anno 2009 è stabilito in via definitiva nella misura dell’3,2%. Pertanto, poiché l’analogo Decreto Ministeriale del 2008 aveva stabilito in via previsionale tale aumento nella misura del 3,3%, la differenza di perequazione relativa all’anno 2009, quantificata nel corso delle operazioni di rinnovo, viene recuperata sulle rate di gennaio e febbraio 2010. I conguagli compresi entro 6 euro sono stati recuperati sulla sola mensilità di gennaio 2010.
IMPORTO PENSIONI ANNO 2010 - VALORI PROVVISORI TRATTAMENTI MINIMI, ASSEGNI VITALIZI, PENSIONI E ASSEGNI SOCIALI Decorrenza 1° gennaio 2010 IMPORTI ANNUI
Trattamenti minimi pens. lavoratori dipendenti e autonomi 460,97 5.992,61
Assegni vitalizi
Pensioni sociali
Assegni sociali
262,75 3.415,75
339,15 4.408,95
411,53 5.349,89
IMPORTO PENSIONI ANNO 2009 - VALORI DEFINITIVI TRATTAMENTI MINIMI, ASSEGNI VITALIZI, PENSIONI E ASSEGNI SOCIALI Decorrenza 1° gennaio 2009 IMPORTI ANNUI
Trattamenti minimi pens. lavoratori dipendenti e autonomi 457,76 5.950,88
Assegni vitalizi
Pensioni sociali
Assegni sociali
260,92 3.391,96
336,79 4.378,27
08,66 5.312,58
Fermo restando l’aumento dei trattamenti relativi ai disabili, si riportano di seguito le indennità mensili di accompagnamento per l’anno 2010: - INVALIDI CIVILI TOTALI euro 480,47 - CIECHI CIVILI ASSOLUTI euro 783,60 - INDENNITA’ DI COMUNICAZIONE PER SORDOMUTI euro 239,97 La Legge n. 127/2007 ha disposto che, per gli importi dei trattamenti pensionistici compresi tra 3 e 5 volte il trattamento minimo INPS, l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato per il triennio 2008-2010 nella misura del 100%. Per l’anno 2010, la percentuale di aumento per variazione del costo della vita è stata applicata: - per intero (0,7%) sull’importo di pensione non eccedente il quintuplo del TM del Fondo pensioni lavoratori dipendenti; - per il 75% (0,525%) per l’importo eccedente il quintuplo del trattamento minimo. Si continuano ad applicare le disposizioni previste dalla Legge 1998, che prevedono, per ciascun pensionato, il calcolo dell’aumento di rivalutazione automatica sul cumulo dei trattamenti erogati dall’INPS e da altri Enti. L’importo di perequazione spettante sul trattamento complessivo viene ripartito in proporzione agli importi delle pensioni. Per quanto riguarda l’incremento della maggiorazione sociale dei trattamenti minimi (la cosiddetta maggiorazione al milione di lire), il limite di reddito per averne diritto (importo del TM+ maggiorazione sociale annua) è stato portato ad euro 7.766,33 se il pensionato non è coniugato e ad euro 13.116,22 in caso di pensionato coniugato. I soggetti titolari di indennità di accompagnamento sono tenuti a presentare, entro il 31 marzo di ogni anno, la dichiarazione di responsabilità relativa alla sussistenza o meno di uno stato di ricovero a titolo gratuito in un istituto. Gli invalidi civili titolari di assegno mensile sono tenuti a presentare entro il 31 marzo di ogni anno la dichiarazione di responsabilità relativa alla permanenza del requisito di mancata prestazione di attività lavorativa. Ricordiamo che il Patronato Epaca è a disposizione di tutti i cittadini, per un’assistenza gratuita in merito all’argomento trattato e a tutti i temi riassunti nel manifesto qui a lato. IL
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APPUNTAMENTI
MARZO/APRILE - 2010
Torna la Fiera Regionale Agricola di Primavera Appuntamento a Grumello, allo stand di Campagna Amica, nei giorni 10 e 11 aprile La 35esima edizione della Fiera Regionale Agricola di Primavera è alle porte. L’appuntamento è a Grumello, con apertura ufficiale dei cancelli prevista per sabato 10 aprile, alle ore 9. Da lì, prenderà avvio un fine settimana dedicato all’agricoltura cremonese, con una ricca esposizione riservata ai prodotti del territorio e alle innovazioni tecnologiche, punto d’incontro fra gli operatori del settore primario e i cittadini.
Coldiretti Cremona, come avviene in ogni edizione, sarà tra i protagonisti della manifestazione: la ‘postazione’ gialla di Campagna Amica prenderà posto fra gli stand, attendendo imprenditori agricoli e cittadini-consumatori, ai quali offrire in degustazione gli eccellenti prodotti made in Cremona. Gli incontri allo stand daranno modo di proseguire nel dialogo in merito al Progetto per il Paese che Coldiretti sta conducendo, teso a costruire una filiera tutta agricola e tutta italiana, un grande sistema agroalimentare, che garantisca reddito ai produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità ad un prezzo giusto. I visitatori che si fermeranno allo stand di Campagna Amica potranno gratuitamente richiedere una copia de Il Coltivatore Cremonese, periodico della Federazione di Cremona, insieme ad altro materiale informativo, così da conoscere più a fondo – e condividere – le battaglie e gli interventi dell’Organizzazione a difesa del made in Italy agroalimentare e del futuro delle nostre imprese agricole. (m.b)
Azienda Agricola
“Tre Giorni in Piazza” a Pizzighettone 56kwp (21-22-23 maggio)
Nei giorni 21, 22 e 23 maggio torna l’appuntamento con la “Tre Giorni in Piazza”, attesa rassegna organizzata da Pizzighettone Fiere dell’Adda, giunta alla ventiduesima edizione. L’expo si terrà all’interno delle mura di Pizzighettone, raro esempio di architettura militare concepita nel Rinascimento. Nei 34 ambienti a volta di botte (le “casematte”), troveranno spazio gli stand espositivi. Fra questi, come sempre, non mancherà lo stand di Coldiretti Campagna Amica, con i prodotti del territorio e il materiale informativo in merito alle azioni dell’Organizzazione a tutela del Made in Italy. La presenza di alcune aziende agricole permetterà ai cittadiniconsumatori di dialogare direttamente con gli agricoltori, scoprendo quanto lavoro e quanta professionalità vi siano dietro la bontà dei prodotti a km zero. IL
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INFORMAZIONE ALLE IMPRESE
MARZO/APRILE - 2010
Lavorare sì, ma in sicurezza Segnaliamo che è disponibile, per tutte le aziende agricole interessate, un’utile guida contenente importanti indicazioni comportamentali al fine di prevenire e ridurre i rischi che scaturiscono dall’attività agricola. Coldiretti Lombardia ha realizzato uno strumento semplice ed efficace da consultare quale concreto contributo alla divulgazione dell’adozione delle misure di sicurezza sul lavoro applicabili per ridurre e contenere sempre più tutti i potenziali fattori di rischio. “Anche in agricoltura – commenta Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia – è fondamentale la corretta adozione delle disposizioni in tema di sicurezza, non solo perché ciò corrisponde ad un preciso obbligo di legge, ma soprattutto per garantire una reale salvaguardia della salute degli operatori ed anche la sicurezza alimentare dei beni prodotti della nostra invidiata filiera
agricola, tutta italiana”. L’opuscolo, dopo una breve prima parte di contestualizzazione normativa e
tecnica, illustra i campi di applicazione delle norme di sicurezza: dai luoghi dove si svolgono l’attività agricola e le attività ad essa connesse, all’utilizzo delle macchine e attrezzature agricole, alla gestione ed utilizzo dei prodotti potenzialmente pericolosi, tra cui i prodotti fitosanitari. Una parte è anche riservata alla prevenzione delle eventuali malattie professionali e degli incidenti che possono derivare da una mancata attenzione durante l’attività lavorativa. La pubblicazione “Sicurezza sul lavoro in agricoltura”, stampata su carta riciclata, è stata realizzata nell’ambito della misura 111-B informazione alle aziende agricole PSR 2007 2013 per mezzo di cofinanziamento attraverso il FEASR. Può essere richiesta presso gli Uffici Coldiretti oppure consultata e stampata dal sito www.lombardia.coldiretti.it. Può inoltre essere richiesta all’indirizzo lombardia@coldiretti.it.
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Consorzio di difesa colture provincia di Cremona Comunicazione importante • Dal 2010 è possibile assicurarsi con contributo pubblico solo ed esclusivamente attraverso la P.A.C. • Chiunque intenda assicurarsi deve assolutamente comunicarlo al proprio CAA entro e non oltre il 15/05/2010. • E’ indispensabile recarsi presso la propria agenzia assicurativa solo con il fascicolo aziendale aggiornato. • In mancanza di corrispondenza fra fascicolo aziendale e polizze decade il contributo P.A.C. In attesa di darVi informazioni più dettagliate, potete contattare il Condifesa al numero 0372.456972, o collegarvi al sito www.cremona.coldiretti.it (alla voce Consorzio di difesa).
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CAMPAGNA AMICA
MARZO/APRILE - 2010
Festa dell’albero a Crema e Cremona Gli agricoltori hanno donato una mela a tutti i bambini, quale invito a scegliere una merenda buona e genuina
Secondo una tradizione ormai consolidata, a Cremona e a Crema la primavera giunge annunciata dalla “Festa dell’Albero”, l’iniziativa promossa dall’Istituto Stanga che vede gli studenti impegnati nella distribuzione di pianticelle (coltivate nel vivaio della scuola) a bambini e scolaresche, che si impegnano a metterle a dimora e averne cura. Per gli studenti dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Stanga” è questo il modo di salutare la bella stagione e ricordare a tutti – bambini, adulti e anziani – che il verde e la natura vanno rispettati e curati. Da sempre Coldiretti, insieme alle sue imprese agricole, è tra i partner dell’iniziativa. Giovedì 18 marzo a Crema, nella splendida cornice offerta da piazza Duomo, tra i protagoni-
Festa dell’albero in piazza Stradivari a Cremona
sti dell’iniziativa c’era l’Azienda Banderini di Rivarolo del Re: nell’occasione la giovane imprenditrice agricola Emanuela ha voluto donare una mela del proprio frutteto a tutti i bambini incontrati, quale gustoso invito a privilegiare la frutta di stagione nella scelta di una buona merenda. La presenza di Coldiretti in piazza Stradivari a Cremona, venerdì 19 marzo, è stata soprattutto improntata all’impegno di far conoscere i progetti didattici proposti dall’Organizzazione agricola nelle scuole. Sotto il gazebo giallo di Campagna Amica, con la collaborazione degli studenti dell’Istituto Stanga, Coldiretti ha distribuito materiale relativo ad Agribenessere…a Scuola di Salute, percorso che conduce gli alunni – e con loro anche i genitori e gli insegnanti – a riscoprire il valore di uno stile di vita sano, che coniughi una corretta alimentazione, una regolare attività fisica e naturalmente l’incontro con il mondo rurale, capace di offrire il verde della campagna, i sapori della dieta mediterranea, le attività e le storie che uniscono tradizione e modernità. (m.b.) Crema, Festa dell’Albero in piazza Duomo
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Con Coldiretti Cremona agricoltura e ambiente tutte le settimane sono in tv
SEDE PROV.LE - CREMONA Via Ala Ponzone, 8 - Tel. 0372 499811 Fax 0372 499899 UFFICIO ZONA DI CREMONA Via Ruffini, 28 - Tel. 0372 732930 Fax 0372 732940 UFFICIO ZONA DI CREMA Via Macello, 34 - Tel. 0372 732900 Fax 0372 732925 UFF. ZONA DI CASALMAGGIORE Via Cairoli, 3 - Tel. 0372 732960 Fax: 0372 732970 UFFICIO ZONA DI SORESINA Via Matteotti, 12 - Tel. 0374.342329 Fax 0374 340104
Ricordiamo che W l’Agricoltura, la trasmissione di agricoltura, ambiente, alimentazione proposta da Coldiretti Cremona, va in onda: - tutti i giovedì, ore 20.15 circa, su TeleColor - tutti i giovedì, ore 20.20 circa, su PrimaRete - in replica la domenica, ore 12 circa, su Telecolor
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Tutti gli appuntamenti: A CREMONA Il Mercato è al Foro Boario (nel parcheggio di via Mantova, nei pressi della sede della Croce Rossa), ogni venerdì mattina, dalle ore 8 alle 13.
A CASALMAGGIORE Il Mercato degli Agricoltori è in Piazza Turati, ogni sabato mattina (in concomitanza con il mercato cittadino).
A CREMA Siamo in via Terni, a pochi passi dal distributore automatico di latte, prossimi appuntamenti domenica 10 e 25 aprile, ore 8-12.30.
A PANDINO In corso Umberto I, il primo e il terzo giovedì del mese, ore 8-12.30
A SORESINA Il Mercato si tiene tutti i lunedì, dalle 8 alle 13, nella piazza davanti al Palazzo Comunale.