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Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, dcb Cremona Autorizzazione Tribunale di Cremona 25/07/1951 n. 33 del Registro
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Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona
Coltivatore
ANNO 65 numero 3 maggio/giugno 11
Coldiretti Cremona all’Assemblea Nazionale
con il Presidente Sergio Marini
Giovedì 7 luglio 2011 al Palalottomatica di Roma
… i t t e r i d Col dinaria Italia r o a r t s quella del buon senso
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Direzione, Redazione, Amministrazione Via Ala Ponzone, 8 - III piano Cremona - Tel. 0372499811 Direttore responsabile Assuero Zampini
Redattore capo Marta Biondi
Hanno collaborato a questo numero Marco Benedini, Giovanni Cremonesi Giacomo Maghenzani, Dianella Mariotti Massimo Suardi, Silvia Trevisi
Fotografie
Bruno Toscani, Ambrogio Toscani
Progetto grafico e impaginazione UP Uggeri Pubblicità Srl
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Questo mensile è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
sommario 2 Assemblea Nazionale Coldiretti 3 Buon senso e alta qualità per il futuro delle aziende 4/5 Una filiera agricola e rinnovabile 6/7 Vertenza suinicoltura 8/9 Emergenza nutrie 11 Elezioni in primo piano 12 Biogas, intervento dei Comuni 13 Saldi PAC - Opere PSR 15 Fiscale: Decreto sviluppo 16/17 Datori di Lavoro 18/19 Un agrinido a Cremona 20/21 Nuovi Punti Campagna Amica 22/23 Donne e Giovani Impresa 24/25/26/27/28 e 30 Dal Territorio 29 Vita in fattoria, che fotografia!
Assemblea Nazionale
Coldiretti… quella straordinaria Italia del buon senso
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iovedì 7 luglio con inizio alle ore 9,30 al Palalottomatica di Roma Eur si svolgerà l’Assemblea Nazionale della Coldiretti con la relazione del Presidente Sergio Marini alla presenza di quindicimila coltivatori italiani provenienti dalle campagne di tutte le Regioni e Province italiane in rappresentanza di 1,6 milioni di Associati. All’assise “Coldiretti ...quella straordinaria Italia del buon senso” si discuterà delle strategie per valorizzare l’agricoltura e il modello agroalimentare italiano nel mondo dove ha conquistato primati nella qualità, tipicità e nella salubrità. Al centro dei lavori c’è il “Made in Italy alimentare quale leva competitiva in Italia e nel mondo”, per evidenziarne il contributo che può offrire all’economia, all’occupazione e alla sicurezza alimentare dei cittadini, dopo le recenti emergenze. Un patrimonio del Paese che va difeso dalla concorrenza sleale che mette a rischio la sopravvivenza del sistema agricolo nazionale, la cui importanza è confermata dalle speculazioni sul cibo che hanno generato le recenti tensioni internazionali. All’Assemblea sono invitati i maggiori esponenti del mondo accademico, rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere. Sono previsti gli interventi del Cardinale Angelo Bagnasco Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, di Gianni Alemanno Sindaco di Roma Capitale, del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, del Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, del Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano e di Enrico Letta Vicesegretario del Pd.
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Buon senso e alta qualità per il futuro delle aziende Cari Soci, mentre questo Coltivatore va in stampa, ci stiamo preparando a vivere l’appuntamento con l’Assemblea Nazionale, fissata giovedì 7 luglio al Palalottomatica a Roma. Un momento fondamentale, vitale, al quale prenderanno parte diecimila imprenditori agricoli italiani provenienti dalle campagne di tutte le regioni e province italiane in rappresentanza di 1,6 milioni di Associati. Ascolteremo dal Presidente Sergio Marini gli importanti passi compiuti nella concretizzazione del nostro progetto per una filiera tutta italiana, un percorso che sta costruendo un sistema agro-alimentare in cui i processi avvengano tutti in Italia, gestiti per una parte sempre più importante, ove possibile in ogni fase, direttamente dagli agricoltori. Questo per dare reddito alle nostre imprese garantendo al tempo stesso alle famiglie italiane acquisti genuini, sicuri, dall’origine garantita, ad un giusto prezzo. Con il nostro Presidente, e con i rappresentanti dell’economia e delle Istituzioni, parleremo di “quella straordinaria Italia del buon senso” che Coldiretti – con la sua lungimiranza, la sua coerenza, la sua autorevolezza – ben rappresenta, nel tenace impegno teso a valorizzare l’agricoltura e il modello agroalimentare italiano nel mondo. E’ prima di tutto il buon senso a guidarci, nella difesa dell’agroalimentare italiano, convinti come siamo che il nostro Paese – come ribadito dal Presidente Sergio Marini – debba oggi decidere quali sono le linee di competitività con cui pensa di confrontarsi in un mercato sempre più globale. La nostra competitività si gioca dove siamo diversi e migliori: cibo, cuci-
na, agroalimentare, insieme alla cultura e alla creatività dei nostri giovani ci permetteranno di essere importanti anche nel futuro. Tutte le azioni che minano queste leve, che indeboliscono le imprese agricole o vanno a toccare la credibilità del made in Italy a tavola, minano il futuro del Paese. Al contrario, il valore immateriale dell’azione che tutti i giorni i produttori e il sistema della filiera compiono va nella direzione di sostenere gli interessi del Paese. Come sono nell’interesse del Paese e degli allevatori la nostra azione nella “vertenza suinicoltura” (che qui mi limito a citare, rimandando alle pagine di questo giornale dedicate all’importante incontro, promosso da Coldiretti Lombardia, che ha riunito i suinicoltori lombardi a Montichiari) e la corretta impostazione del tema delle agro-energie. Questo è un tema estremamente importante perché l’agricoltura italiana è prima di tutto produttrice di cibo e la produzione di energia ha un senso solo in una logica di multifunzionalità dell’impresa e integrazione del reddito. Per questo abbiamo chiesto alla Regione Lombardia di bloccare i finanziamenti a quegli impianti (di biogas, biomasse e fotovoltaico) sovradimensionati rispetto all’attività dell’azienda agricola e che servono solo a innescare processi speculativi sui terreni e sulle colture. Inoltre abbiamo chiesto alla Regione che finalmente vengano concertate le linee guida che permettano di regolare in maniera sostenibile lo sviluppo delle fonti rinnovabili (diciamo no ai mega impianti industriali a biogas e no al fotovoltaico a terra).
Eugenio Torchio Delegato Confederale Coldiretti Cremona
Sempre nell’interesse del Paese e delle aziende agricole, la Coldiretti vuole poi favorire le occasioni d’incontro diretto fra cittadini e imprenditori agricoli (convinti, come siamo, che i Mercati e i Punti Campagna Amica, che stanno fiorendo anche in provincia di Cremona, siano una straordinaria vetrina, uno strumento di promozione per tutto il Made in Italy, naturalmente anche per quello il cui sbocco non è rappresentato dalle vendite dirette), e ancora il ruolo da protagonisti che stiamo giocando nella discussione sulla Politica agricola comunitaria. Per quest’ultima chiediamo in primis che sia garantito un quadro finanziario adeguato ai nuovi percorsi che l’agricoltura dovrà affrontare, per rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio, nella direzione dell’assicurazione del reddito, della centralità del lavoro, della filiera corta, del contrasto alla rendita fondiaria, della vera imprenditorialità in primo piano. Tutte queste azioni, tutte queste importanti battaglie, si pongono nel segno del buon senso, della trasparenza, della coerenza, della volontà e certezza di essere forza sociale e linfa vitale per il nostro Paese.
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l'Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm
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COLDIRETTI “PER UNA FILIERA AGRICOLA E RINNOVABILE” Forum Internazionale a Venezia: il Presidente Marini evidenzia le prospettive e ribadisce priorità e regole nella sfida di produrre energia dall’agricoltura Dalle campagne italiane è possibile ottenere nei prossimi dieci anni energia rinnovabile in grado di sostituire tre centrali nucleari con il diretto coinvolgimento delle imprese agricole e senza causare danni al territorio. E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro promosso dalla Coldiretti a Venezia “Per una filiera agricola italiana e rinnovabile” sul futuro energetico dell’Italia dopo i risultati del referendum che ha respinto la costruzione di centrali nucleari in Italia. All’appuntamento, tenutosi il 14 giugno con la presenza del Presidente Sergio Marini, era presente una folta delegazione di imprenditori agricoli e funzionari di Coldiretti Cremona, guidata dal Direttore Simone Solfanelli. In questo nuovo scenario - ha sottolineato la Coldiretti - l’agricoltura gioca un ruolo decisivo poiché si propone di contribuire al bilancio energetico nazionale con una produzione di energia verde effettivamente sostenibile per l’ambiente ed integrata col territorio, privilegiando l’efficienza energetica anche grazie alla possibilità, tipica degli impianti agricoli di piccole dimensioni, di impiegare l’energia termica prodotta
Alcuni momenti del forum "Per una filiera agricola e rinnovabile", svoltosi a Venezia con l'intervento del Presidente Sergio Marini
evitando gli sprechi e valorizzando i residui delle attività agricole, forestali e zootecniche. Secondo lo studio presentato da Coldiretti, la produzione energetica potenziale complessiva dell’agricoltura al 2020 può raggiungere infatti 15,80 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti petrolio). Si tratta della somma fra i 4,3
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Mtep prodotti attualmente dal settore ed 11,50 Mtep che potenzialmente potrebbero aggiungersi nei prossimi dieci anni. Il risultato è un contributo pari all’8% del bilancio energetico nazionale al 2020 (2,2% attuale più la quota di espansione potenziale del 5,9%). Sul piano ambientale, sviluppando le rinnovabili con il coinvolgi-
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mento diretto del mondo agricolo e senza causare danni al territorio, si potrebbero evitare emissioni pari a 26,37 milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica, con un impatto occupazionale al 2020 di poco meno di 100.000 unità. Tuttavia, per attivare questo processo è necessaria un politica mirata, poiché, se è vero che oggi l’agroenergia rappresenta un’opportunità, il rapporto tra la tutela del territorio agricolo e lo sviluppo delle energie rinnovabili richiede – ha sostenuto la Coldiretti – la determinazione di puntuali criteri di bilanciamento. I principali strumenti, in questo senso, riguardano la definizione delle procedure autorizzative e la differenziazione dei livelli di incentivazione. E’ importante, allora, che la semplificazione autorizzativa sia effettivamente rivolta agli impianti di piccola taglia e che invece - ha precisato Coldiretti - si continui a contrastare la diffusione dei grandi impianti fotovoltaici su suolo agricolo. Sul piano degli incentivi, inoltre, è vitale che i decreti attuativi della recente riforma del settore rinnovabili (Dlgs 3 marzo 2011, n.28) vengano emanati con sollecitudine, superando quelli che sino ad oggi sono stati i fattori limitanti di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato delle rinnovabili sul territorio nazionale (indifferenziazione delle tariffe, mancanza di premialità per l’efficienza energetica e per la maggiore sostenibilità economica e ambientale di impianti alimentati da biomasse di origine locale o provenienti da filiere corte). Anche dal punto di vista tecnologico si apre una nuova sfida, che dovrà passare per l’adattamento delle tecnologie degli impianti alle dimensioni e alle strutture delle realtà produttive agricole e di allevamento nazionali. Importante - ha precisato la Coldiretti è anche sostenere lo sviluppo di sistemi e di tecniche complementari (come quelle per l’abbattimento
SINDACALE dei carichi azotati a valle della produzione di biogas da reflui zootecnici) o innovative quali la produzioni di biocarburanti di nuova generazione, alla scala territoriale consona e senza impiegare ogm. “Ci sono diversi motivi che ci avevano già convinti che in Italia era meglio tenersi lontani dalle centrali nucleari ed investire sulle energie rinnovabili” ha affermato nelle conclusioni il Presidente Sergio Marini. “Innanzitutto - ha sottolineato - c’è il tema della sicurezza che è drammaticamente tornato alla ribalta dopo il disastro in Giappone, che non si può semplicemente liquidare come una questione “emotiva”. In secondo luogo, sarebbe stato assurdo per l’Italia avviare oggi un percorso che ci impegnerebbe per diversi anni proprio quando molti Paesi, a cominciare dalla Germania, hanno invece deciso in questi giorni di uscire dal nucleare”. “In ultimo, è bene tenere in mente anche per il futuro che sulle applicazioni scientifiche che potenzialmente possono arrecare danni planetari, irreversibili e irrisolvibili, come il nucleare e gli ogm - ha concluso Marini - i cittadini hanno il diritto e il dovere di potere decidere se e come ciò che la scienza propone debba essere applicato. Da parte nostra siamo ben lieti di poter continuare a produrre il buon cibo libero dalle contaminazioni del nucleare, libero dagli ogm e ad emissioni zero. Cioè proprio quello che la gente ci chiede”.
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MARINI: LE RINNOVABILI NON SIANO UN BUSINESS PER I SOLITI NOTI Lo sviluppo delle rinnovabili dopo l’addio del nucleare non deve diventare un business per i soliti noti. E’ quanto ha affermato il Presidente Sergio Marini, al Forum Internazionale sul futuro energetico dell’Italia dopo i risultati del referendum, nel denunciare il rischio di manovre speculative sulle rinnovabili con infiltrazioni anche della criminalità. “Le energie rinnovabili di origine agricola – ha ribadito il Presidente nazionale della Coldiretti – possono dare un contributo al problema energetico del Paese ma deve essere rispettato il primato della produzione del cibo nella gerarchia delle priorità. L’Italia è un Paese che ha conquistato nel mondo i primati nella produzione alimentare e nella bellezza paesaggistica che non possono essere messi in discussione da uno sviluppo senza regole delle energie rinnovabili che tolgono terreno fertile all’agricoltura, favoriscono le speculazioni e deturpano in modo indelebile l’ambiente”. Gli stessi risultati del referendum hanno dimostrato che per gli italiani – ha sostenuto Marini – più importante dell’autosufficienza energetica è la qualità della vita messa a rischio dalla paura di avere una centrale nucleare vicina. Questo segnale va ascoltato dalla politica soprattutto quando sono in gioco interessi importanti come il nucleare o gli ogm. Non necessariamente quello che ci offre la scienza va bene ai cittadini, che devono sempre essere coinvolti soprattutto nelle decisioni destinate a condizionare la vita per sempre.
Coldiretti Cremona era presente al forum sulle agro-energie a Venezia
Qui a lato: l'incontro con Licia Colò, intervenuta al dibattito il
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Vertenza suinicoltura A Montichiari oltre 400 allevatori all’incontro organizzato da Coldiretti Tra le proposte dell’Organizzazione una moratoria sui mutui, azioni legali ed iniziative di mobilitazione In oltre 400 hanno risposto all’invito di Coldiretti Lombardia che, di concerto con tutte le Federazioni provinciali maggiormente interessate (Brescia, Cremona, Mantova, Milano-Lodi, Bergamo), ha organizzato il 21 giugno a Montichiari, presso il Centro Fiere del Garda, un incontro con gli allevatori per presentare le proposte dell’Organizzazione finalizzate a supportare le imprese suinicole oggi in difficoltà e ad accompagnarle fuori da questa grave crisi del settore. L’incontro è stato coordinato dal Presidente regionale Nino Andena e dal Vice Presidente regionale e Presidente provinciale della Coldiretti di Brescia Ettore Prandini, supportati tecnicamente dagli interventi del Dr. Giorgio Apostoli, Capo Ufficio Zootecnia della Coldiretti nazionale, e di Andrea Cristini Presidente ANAS. Con oltre un milione di suini allevati (rappresentiamo insieme a Mantova e a Brescia il 73% del patrimonio regionale), Cremona non poteva mancare all’incontro: con il Direttore Simone Solfanelli, c’erano vari suinicoltori, accanto a funzionari e segretari di Zona. Nino Andena ha aperto i lavori precisando che Coldiretti ha messo in campo tutta la propria forza organizzativa e politicosindacale con l’obiettivo di far uscire dalla crisi la suinicoltura italiana concordando con gli allevatori le azioni e le strumentazioni necessarie. Ettore Prandini ha annunciato che il Ministero dell’Agricoltura ha accolto la richiesta di Coldiretti per una moratoria sui crediti delle imprese suinicole con il supporto di Ismea e in accordo con le Banche. Nei prossimi giorni gli istituti di credito dovrebbero confermare la loro disponibilità e rendere operativo l’intervento finanziario. Prandini ha inoltre informato che Coldiretti, su sollecitazione dei propri associati, ha predisposto un’iniziativa di carattere legale per denunciare il ruolo ambiguo dei Consorzi di Tutela nei confronti della suinicoltura italiana. Il Dr. Giorgio Apostoli è partito dalle principali motivazioni della crisi sottolineando il grande peso dei nostri costi di produzione che il ridotto potere contrattuale degli allevatori non riesce a farsi riconoscere dai macelli. L’eccesso strutturale nell’offerta di suini DOP, la mancail
ta valorizzazione del prodotto italiano e le importazioni dall’estero (ricordando che ben 2 cosce su 3 sono estere) stanno facendo il resto. Apostoli ha quindi ricordato le principali azioni già messe in campo da Coldiretti come quelle verso i media per denunciare il furto di identità e valore perpetrato ai danni della suinicoltura italiana. Si è inoltre soffermato su un’altra richiesta urgente: l’emanazione del decreto attuativo per l’indicazione obbligatoria dell’origine delle carni suinicole in etichetta e per un ulteriore rafforzamento dei controlli alle frontiere. Ci sono poi varie azioni la cui realizzazione dipende solo dalla volontà e disponibilità degli allevatori, come una concreta concentrazione dell’offerta per giungere a nuove modalità di vendita dei suini con forme contrattuali completamente diverse da quelle attualmente in uso che risultano assolutamente penalizzanti e vessatorie per gli allevatori. L’altra iniziativa che gli allevatori dovrebbero mettere in campo da subito è rappresentata dalla rimodulazione degli indirizzi produttivi per creare un’offerta anche di suini leggeri e intermedi, indispensabili per alleggerire e valorizzare l’intera produzione nazionale DOP e non-DOP. Andrea Cristini ha analizzato con preoccupazione alcuni dati produttivi (in particolare la fortissima contrazione nella produzione di suinetti) e si è soffermato sul tema della classificazione delle carcasse che partirà il 1° luglio. Cristini ha evidenziato come esistano ancora alcuni aspetti di criticità che dovranno essere seguiti con grande attenzione, ma la classificazione rappresenterà una svolta per valorizzare davvero il nostro suino pesante e differenziarlo da tipi genetici di importazione che non sono adatti per essere trasformati in prosciutti ed insaccati e quindi alleggerendo la situazione delle DOP. E’ seguito un intenso dibattito con numerosi interventi degli allevatori presenti in sala che hanno portato il loro contributo con analisi critiche e proposte, supportando le azioni e le posizioni illustrate da Coldiretti, dando grande importanza alle annunciate azioni legali ed organizzative in campo economico-commerciale. Cremonese
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Il Presidente Andena ha chiuso i lavori impegnando Coldiretti nel chiedere e sostenere sindacalmente un confronto forte con le Istituzioni, ma richiamando tutti alla necessità di dare seguito immediato a quelle azioni che dipendono solo dalla volontà degli allevatori come il rafforzamento delle organiz-
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zazioni di prodotto con le quali Coldiretti vuole collaborare attivamente. Andena ha annunciato che Coldiretti è pronta, anche in relazione al comportamento dell’industria di macellazione in seno alla CUN, a dare il via alla mobilitazione sindacale, a tutela della nostra suinicoltura.
Le richieste già messe in campo Nella relazione proposta a Montichiari, il Capo Ufficio Zootecnia della Coldiretti nazionale Giorgio Apostoli ha evidenziato le richieste già messe in campo dalla nostra Organizzazione. Le riassumiamo:
Azioni che dipendono dal sistema agricolo
■ Congelamento della situazione debitoria delle imprese agricole (per un periodo non inferiore a due anni) per dare liquidità di spesa nel breve periodo;
Sempre parlando ai suinicoltori riuniti a Montichiari, Apostoli ha evidenziato che, per superare la crisi della suinicoltura, sono importanti anche delle precise scelte da parte degli allevatori. In sintesi, ecco le azioni che dipendono dai suinicoltori:
■ Attivare strumenti ed iniziative di contrasto alla speculazione sulle materie prime della razione alimentare; ■ Intervenire anche a livello locale (Provincia e Regione) per regolamentare la produzione di energie da fonti rinnovabili ed evitare speculazioni ed azioni distorsive sul territorio (biogas con l’utilizzo di trinciato di mais e fotovoltaico a terra) che falsano il mercato degli affitti dei terreni, nonché l’approvvigionamento locale di materie prime;
• Rimodulazione degli indirizzi degli allevamenti separando allevamenti specializzati per il suino pesante DOP e allevamenti specializzati per il suino leggero/intermedio. • Sviluppo dell’allevamento del suino leggero “magro” o suino intermedio 130 kg, per avviare il riequilibrio (tra domanda e offerta) nel circuito DOP, senza dover imporre l’uscita dall’attività di allevamento a una parte dei suinicoltori italiani.
■ Azione sui consorzi di tutela delle DOP per una vera valorizzazione del suino allevato nel rispetto dei ferrei disciplinari di produzione. Per trasparenza e chiarezza, non solo puntare a prevedere la differenziazione dei luoghi di stagionatura per le cosce DOP e non DOP, ma prevedere che nella “governance” dei consorzi di tutela ci siano solo imprenditori produttori unicamente di quella produzione tutelata. Agire sulla promozione come già fatto con i formaggi DOP;
• Rigenerazione di canali di commercializzazione, abbandonati a vantaggio del prodotto importato, con la collaborazione dell’industria di macellazione. • Concentrazione dell’offerta e innovazione delle modalità di vendita dei suini. Deve essere previsto un coinvolgimento contrattuale dei trasformatori per limitare la discrezionalità dei macelli. I contratti di vendita dovrebbero passare dagli attuali impegni al conferimento di suini con prezzo non definito (riferimento bollettini) a contratti di fornitura con precisa indicazione della durata e del prezzo pattuito tenendo conto dei costi di produzione degli allevatori.
■ Attivazione nei PSR da parte delle Regioni di linee di finanziamento specifiche per gli ammodernamenti degli allevamenti soprattutto alla luce delle norme per il benessere degli animali; ■ Elevare il livello dei controlli alla frontiera sulle carni e sui suini di provenienze extra UE (ma anche intra-UE).
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EMERGENZA NUTRIE
È necessario un intervento urgente e risolutore Una situazione non più sostenibile, alla quale si deve porre fine con interventi immediati e finalmente incisivi, risolutori. Questo il quadro dell’emergenza nutrie nelle nostre campagne, così descritto da Coldiretti Cremona attraverso una lettera a firma del Direttore Simone Solfanelli, indirizzata al Prefetto della Provincia di Cremona Tancredi Bruno di Clarafond, all’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani, al Presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini e all’Assessore provinciale all’Agricoltura Gianluca Pinotti. Riportiamo in questa sede il testo della missiva.
“Egregi Signori, con la presente, desideriamo sottoporVi il tema attualissimo ed irrisolto dell’emergenza nutrie. A seguito delle reiterate e sempre più incisive segnalazioni da parte dei nostri Associati, che evidenziano un progressivo ed allarmante proliferare delle nutrie nelle campagne cremonesi, siamo costretti a denunciare una situazione igienico-sanitaria ormai divenuta preoccupante, con danni economici a carico delle aziende agricole e delle infrastrutture al servizio delle medesime che hanno raggiunto limiti insostenibili in
In un percorso a tappe nel territorio casalasco, Coldiretti Cremona ha documentato – con foto e riprese video – gli ingenti danni prodotti dalle nutrie. Il materiale è stato consegnato all’Amministrazione Provinciale e ai Comuni, a riprova della necessità di un intervento immediato e drastico.
Casalbellotto: bietole e frumento compromessi Prima tappa: Casalbellotto (Casalmaggiore), Azienda di Piercarlo Barilli. Le nutrie attaccano i campi di bietole (accanto ai corsi d’acqua, per vari metri, il raccolto è totalmente compromesso) e il frumento (tantissime le pianticelle cui è stata divorata la spiga). Si aggiungano i pericoli per la salute degli agricoltori che, nel momento dell’irrigazione, vengono a contatto con acqua ormai diventata il regno dei roditori.
Vicobellignano: aggrediti soia e mais Seconda tappa del percorso: Vicobellignano (Casalmaggiore), Azienda Brunoni. L’agricoltore Fabio Brunoni indica i danni prodotti dalle nutrie sulla soia (anche in questo caso, dove il campo è delimitato da corsi d’acqua, per vari metri le pianticelle appaiono divorate, bloccate nella crescita), sul mais (con varie piante abbattute) e sulle rive dei fossi (che franano, a causa delle numerose buche prodotte dalle nutrie).
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una situazione generale già grave. Infatti, oltre ai tantissimi danni provocati alle reti irrigue, di colo, agli argini ed alla viabilità rurale, che ne stanno pregiudicando la fruibilità, funzionalità e sicurezza, si aggiunge la beffa dell’obbligata risemina del mais, che peraltro non ha dato il risultato atteso in quanto questi animali continuano ad alimentarsi privilegiando la pianta appena germogliata. Oltre alle colture di mais, hanno subito danni anche il frumento e l’erba medica, con l’aggravante costituita dal deposito sul terreno rivolto a quest’ultima coltura di notevoli quantità di deiezioni, che poi finiscono nel fieno destinato all’alimentazione bovina e alla successiva catena alimentare. Ormai sono stati raggiunti livelli di insostenibilità preoccupanti, sia per la salute pubblica che per gli aspetti economici, che meritano un accurato e tempestivo approfondimento anche per l’ulteriore aggravamento della crisi di tutto il comparto agricolo che, ancora una volta, viene attaccato da fattori negativi. Si osserva che, nonostante la messa in atto da parte degli Enti competenti di strategie e di strumenti finalizzati alla prevenzione della proliferazione della nutria e alla salvaguardia dell’ambiente rurale, i risultati sino ad ora ottenuti
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appaiono del tutto insoddisfacenti. Ciò anche a causa, a nostro parere, dalla scarsa incisività, nonché della eterogenea e non contemporanea applicazione delle misure d’intervento programmate dagli Stessi Enti sull’intero territorio provinciale. Si evidenzia che la tematica proposta investe da molto tempo, oltre che il mondo agricolo, anche le peculiarità della nostra catena alimentare e quindi di tutta la salute pubblica. Confidando nella consueta sensibilità ed attenzione delle S.V., auspichiamo una tempestiva proposizione dello strumento che riterrete idoneo al fine di tendere alla soluzione definitiva del problema, anche con l’eventuale coinvolgimento di altre Rappresentanze Istituzionali”. A supporto della lettera, inviata nel mese di maggio, sono seguiti vari telegrammi, indirizzati direttamente dagli agricoltori al Presidente della Provincia. Coldiretti Cremona ha attentamente documentato i gravi danni prodotti nelle nostre campagne dalle nutrie: nel mese di giugno, con una serie di tappe nel territorio Casalasco (certamente tra i più colpiti), abbiamo testimoniato con immagini e riprese – messe a disposizione dell’Amministrazione Provinciale e delle Amministrazioni Comunali – la gravità del problema, che esige una drastica risposta. (m.b.)
Spineda: compromessi mais ed erba medica Terza tappa: siamo a Spineda, accompagnati dall’agricolture Ettore Arrighi. Nei campi di mais sono tante le piante spezzate. Le nutrie non attaccano più solo le prime file del mais: ormai hanno imparato a spingersi anche nelle parti interne del campo, danneggiando aree sempre più ampie. Le immagini documentano anche i profondi buchi nei campi di erba medica (con evidenti rischi, per uomini e macchinari, quando si entra nei campi con gli attrezzi agricoli) e il grave danno alle rive. Il cartello “oasi nutrie” dà sfogo all’amarezza dell’agricolture, che vede il proprio lavoro vanificato da una presenza sempre più invasiva.
Casteldidone: distrutto il raccolto di meloni Quarta tappa: Casteldidone, Azienda agricola Perini. Per l’ortofrutta il danno prodotto dalle nutrie è pesantissimo. I meloni di Casteldidone – una delle eccellenze del nostro territorio – vengono attaccati e divorati. Sia in campo aperto che nelle serre, tanti meloni mostrano i segni dei denti del roditore. “Naturalmente, anche se c’è solo un minimo segno, il frutto è da buttare” testimonia l’agricoltore Massimo Perini. Notte dopo notte (ma ormai le nutrie hanno imparato ad ‘uscire’ anche di giorno!), il danno economico per le aziende agricole si fa sempre più grave. il
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IN PRIMO PIANO
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Associazione Provinciale Allevatori Riccardo Crotti confermato Presidente In Consiglio anche Paolo Spoldi, Luigi Pinotti, Giuseppe Olivieri, Franco Cavalli ed Enrico Locatelli Il dott. Riccardo Crotti è stato riconfermato per acclamazione al vertice dell’Associazione Provinciale Allevatori di Cremona. Riunito presso la sede di via Bergamo, il Consiglio, facendosi interprete della volontà degli allevatori cremonesi, ha ribadito la propria fiducia al Presidente così come ai suoi primi collaboratori, i Vicepresidenti Giuseppe Olivieri e Giuseppe Quaini, testimoniando con questa scelta – tutta nel segno della stima personale e del riconoscimento professionale – l’apprezzamento per il lavoro fin qui svolto a difesa della zootecnia cremonese e l’impegno di garantire continuità all’operato dell’Associazione Provinciale Allevatori di Cremona, fra le realtà che certo contribuiscono alla competitività dell’agricoltura cremonese. Coldiretti Cremona esprime soddisfazione per questa riconferma, fortemente voluta dalla nostra Federazione, e rivolge il più sincero augurio di buon lavoro al Presidente Riccardo Crotti, così come a tutti i componenti del Consiglio eletto lo scorso 6 maggio dall’Assemblea riunita a Cà de’ Somenzi. La ‘compagine’ Coldiretti in seno all’Apa risulta nutrita, con gli imprenditori agricoli Luigi Pinotti, Paolo Spoldi, Giuseppe Olivieri (riconfermati nel proprio incarico di Consiglieri), Franco Cavalli ed Enrico Locatelli (entrambi al primo mandato in Consiglio). Sempre in casa Coldiretti sono le conferme delle nomine di Pietro Scolari (in qualità di membro effettivo del Collegio Sindacale), Pietro Manfredi (membro supplente del Collegio Sindacale) e Luca Pederneschi (tra i Probiviri). Tra i passaggi più significativi avvenuti nella riunione del 19 maggio, citiamo la costituzione di un comitato tecnico ristretto, del quale faranno parte Franco Cavalli ed Enrico Locatelli, dedicato all’implementazione di nuovi servizi rivolti ai Soci Apa e alla eventuale razionalizzazione di servizi già presenti.
Giovanni Rota alla guida dei Pensionati di Cremona Con voto unanime del Consiglio dell’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona, Giovanni Rota – Presidente uscente ed attualmente alla guida dei pensionati di Coldiretti Lombardia – è stato confermato alla presidenza anche dei pensionati cremonesi. Un chiaro attestato d’apprezzamento per il lavoro fin qui compiuto. Riunito il 16 giugno presso l’ufficio Zona di via Ruffini, il Consiglio dell’Associazione ha inoltre designato quattro Vice Presidenti: Giuseppe Comandulli, Anna Gaimarri, Antonio Borghesi e Renato Ruffini. L’appuntamento seguiva l’Assemblea annuale dell’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona, celebrata il 31 maggio presso la sala riunioni dell’Ufficio Zona di Cremona, alla presenza del Direttore Simone Solfanelli, del Responsabile Regionale del Patronato Epaca Massimo Bocci, del Responsabile Provinciale del Patronato Damiano Talamazzini, con i Segretari Regionale e Provinciale dell’Associazione Pensionati, Carmine Fiaccadori e Marialuisa Parmigiani. Gianpiera Badiini, Arsenio Beccalli, Franco Bianchi, Antonio Borghesi, Giuseppe Comandulli, Anna Gaimarri, Francesco Gambazzi, Gianni Battista Guerini Rocco, Silvana Pravini, Giovanni Rota, Renato Ruffini e Inos Sordini sono i componenti del nuovo Consiglio, eletti dall'Assemblea, ai quali si affiancano Egidio Lunghi, Ovidio Stradiotti e Giovanni Zambelloni, i tre Consiglieri segnalati dalla Federazione. Al Presidente Rota, ai Vice Presidenti e a tutto il Consiglio va il più sincero augurio di “buon lavoro” da parte di Coldiretti Cremona, perché l’Associazione continui a rappresentare un punto di riferimento per tutti i lavoratori dell’agricoltura in pensione, nonché una presenza vitale e partecipe del progetto di Coldiretti per il Paese. il
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Massimo Suardi Uff. Sindacale Coldiretti Cremona
SINDACALE
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BIOENERGIE E BIOGAS Le Amministrazioni Comunali sposano le tesi di Coldiretti
“Alimenti in cambio di energia?”. E’ questo l’oggetto della delibera approvata in data 26 maggio 2011 dal Consiglio Comunale di Gussola, guidato dal Sindaco Marino Chiesa. Un testo che chiaramente dimostra come anche le Amministrazioni Comunali della nostra provincia stiano ponendo, con forza, il problema della corretta impostazione del tema “agroenergie”, in relazione alla programmazione territoriale. Come da tempo evidenziato da Coldiretti, appare infatti sempre più evidente che, con le scelte che oggi si compiono in materia di “energie dai campi” (che si tratti di biogas, pannelli fotovoltaici, o altro), si decide come sarà il territorio che andremo a consegnare alle future generazioni. Si riporta una parte della citata delibera, proponendola come esempio per gli altri Comuni del territorio, ai quali ugualmente chiediamo di pronunciarsi sulla questione. Così esordisce il testo: “In Italia si stanno diffondendo, tra le aziende agricole, numerosi impianti di produzione di energia alternativa a Biogas. I primi impianti sono stati realizzati, più di vent’anni fa, allo scopo di ricavare energia dal gas prodotto dalla fermentazione delle sostanze organiche residue presenti nei liquami di allevamento animale (bovino, suino, avicolo), dagli scarti e sottoprodotti di origine alimentare sia animale che umana. Si comprende, quindi, quale grande importanza abbiano questi impianti, grazie ai quali si può ricavare ulteriore energia sfruttando il potenziale energetico residuo di prodotti di scarto. Energia che, in questo caso, integrata in un processo produttivo agro-zootecnico, permetterebbe di “fare reddito”, aumentando la capacità produttiva delle aziende agrozootecniche. Reddito quanto mai necessario in questi anni di crisi del comparto zootecnico”. “Gli impianti realizzati negli ultimi anni stanno, però, cambiando la loro connotazione di valorizzatori di “prodotti di scarto” – prosegue la delibera del Consiglio Comunale –. Infatti, vista la loro grande potenzialità produttiva, si è cambiata la loro fonte alimentare, utilizzando nobili materie prime, come i cereali, al posto dei prodotti di scarto e liquami di allevamento, dai quali erano, in origine, alimentati. In tutto questo, si gioca un equivoco di fondo, risiedente nella errata convinzione che oggi la produzione di Biogas derivi dalla digestione di liquami e/o scarti di produzione. In realtà, la produzione di Biogas, oggi, avviene utilizzando pregiato mais trinciato allo stadio ceroso, quindi mediante tutta la granella diversamente destinata all’alimentazione animale”. Altro aspetto affrontato nel testo: “Il Parlamento Europeo, sia nella passata legislatura che in quella attuale, ha ripetutamente evidenziato come l’uso di alimenti per la produzione di energia sia inopportuno e non sostenibile. Le motivazioni, per altro ovvie, possono essere rilevate negli atti ufficiali il
e negli interventi di seduta. In diversi pronunciamenti del Parlamento Europeo del 2009 si è chiaramente escluso che si possa incentivare l’utilizzo di alimenti, di qualsiasi genere e non solo destinati all’uomo, per la produzione di energia”. I successivi passaggi del documento evidenziano quanto Coldiretti da tempo denuncia: nel nostro territorio si sta imponendo un biogas che non tiene conto delle reali necessità/capacità delle aziende agricole, il che si sta traducendo in sottrazione di terreno alle coltivazioni e, aggiungiamo, in un insostenibile lievitare dei contratti d’affitto. Così prosegue la delibera votata a Gussola: “La grande redditività di queste operazioni rischia di stravolgere il delicato equilibrio agricolo-zootecnico-ambientale che ha caratterizzato, nei secoli, il nostro territorio, a vantaggio di una non ben chiara politica di fonti energetiche alternative e di una grande speculazione personale, la quale non ha niente a che fare con l’agricoltura che tutti noi conosciamo ed apprezziamo. Per tutte le ragioni sopra esposte, in conformità alle Direttive comunitarie ed a quanto previsto dalle disposizioni attualmente in discussione e all’esame nelle sedi istituzionali, pur consapevoli dei limiti che le normative ci impongono, l’Amministrazione comunale di Gussola esprime forti perplessità e viva preoccupazione a fronte della realizzazione di centrali a Biogas in agricoltura, laddove utilizzino, come biomassa, non gli scarti da produzione agricola e liquame proveniente dagli allevamenti zootecnici, bensì, prevalentemente, alimenti nobili, per loro natura destinati all’alimentazione animale. Questa Amministrazione ritiene, pertanto, doveroso unirsi alla richiesta che, nelle competenti Sedi Istituzionali, si apra una discussione sulla opportunità di realizzazione ed attivazione di detti impianti". Il Consiglio Comunale conclude invitando gli Enti preposti al rilascio dei relativi permessi a rispettare il dettame europeo nel quale si censura l'utilizzo di alimenti destinati all'uomo per produrre energia.
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SERVIZI TECNICI
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I saldi PAC 2010
quasi assieme agli anticipi 2011 Entro la fine di giugno, OPR Lombardia ha emesso i pagamenti relativi ai saldi della Domanda Unica 2010. Tali pagamenti hanno riguardato: 1. le aziende a campione 2010, per le quali è ben noto che i tempi di pagamento sono sempre più lunghi rispetto a quelli delle aziende non controllate; 2. la restituzione delle trattenute effettuate ai sensi dell’art. 69 e cioè le trattenute fatte in fase di creazione dei titoli all’aiuto destinate al pagamento di alcune misure di premio rimaste accoppiate alle produzioni; 3. la restituzione pari al 65% dei premi assicurativi pagati nella campagna 2010 per le avversità atmosferiche sulle polizze con idonee caratteristiche (franchigia 30%); 4. pagamento premio latte qualità alle aziende lattierocasearie per il latte prodotto dal 1.01.2010 al 31.12.2010 nei limiti della quota posseduta e nel rispetto dei parametri qualitativi fissati dal DM 29.07.2009. Merita una spiegazione più approfondita proprio quest’ultimo premio, per chiarire quali sono i requisiti che hanno permesso ai produttori di latte di percepire 0,55 euro/quintale nel 2010 e permetteranno anche nel 2011 di percepire un premio modulato sulla base della produzione nazionale. I beneficiari di tale premio sono stati i produttori di latte
che hanno rispettato almeno due dei seguenti parametri: - tenore di cellule somatiche inferiore a 300.000 - carica batterica inferiore a 40.000 - proteine superiori a 3,35.
Marco Benedini Resp. Provinciale Servizi Tecnici
Il parametro non conforme doveva comunque rispettare i seguenti limiti: - tenore di cellule somatiche inferiore a 400.000 - carica batterica inferiore a 100.000 - proteine superiori a 3,2. Con il mese di luglio per gli agricoltori della Regione Lombardia è in arrivo anche l’anticipo della Domanda Unica 2011; anche quest’anno infatti l’OPR Lombardia ha deciso di anticipare i fondi comunitari, con risorse proprie, per un importo pari al 50 per cento del premio unico aziendale. Tale premio è erogato in regime di “de minimis agricolo”, cioè gli interessi maturati dal giorno di erogazione del pagamento al 1.12.2011 (data ufficiale di possibile inizio dei pagamenti secondo la Comunità Europea) sono da considerarsi un aiuto alle aziende agricole nell’ambito del cosiddetto regime “de minimis”. Questi aiuti non possono superare l’importo di 7.500 euro ad azienda nell’arco di un triennio.
Più tempo per realizzare le opere dei PSR La Regione Lombardia con nota del 17.06.2011 ha comunicato ai beneficiari di alcune misure del PSR la possibilità di realizzare le opere chieste in domanda avendo qualche mese in più di tempo. Nel dettaglio, la tabella che segue precisa le nuove scadenze da rispettare: Misura Periodo Nuovo termine per la realizzazione degli interventi
121 121 125 B 226 311 A 311 B 311 C 323 C
4° 4° 1° 1° 4° 3° 3° 2°
01 marzo 2012 01 gennaio 2012 (*) 30 settembre 2012 30 settembre 2012 01 marzo 2012 01 marzo 2012 01 marzo 2012 30 settembre 2012
(*) per le imprese che dovevano presentare domanda di pagamento del saldo entro e non oltre 10 mesi dalla pubblicazione sul BURL del provvedimento di ammissione a finanziamento, successivamente estesi a 13 mesi. il
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FISCALE
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Decreto “Sviluppo”
chiarimenti per la comunicazione delle fatture rilevanti ai fini IVA Il nuovo adempimento introdotto con la Legge 30/07/2010 n. 122, che prevede l’invio telematico all’agenzia delle entrate delle fatture emesse superiori ai 3.000 euro, trova applicazione già dal 31/10/2011 su operazioni del 2010 ma con deroga dell’importo minimo di riferimento corrispondente a 25.000 euro Iva esclusa. Solo ed esclusivamente per il 2010 le operazioni da inviare sono quelle che superano tale importo per poi entrare definitivamente a regime dal 2011 con l’invio di ogni operazione che supera invece i 3.000 euro al netto dell’imposta per quelle con obbligo di fattura e 3.600 euro per quelle senza emissione di fattura.
Sempre da tenere comunque presenti sono le operazioni collegate fra loro, composte, ad esempio, da un acconto e da un saldo, che, anche se singolarmente non superano i limiti di legge, ma nel loro complesso sì, sono soggette all’invio. La trasmissione dei dati deve avvenire obbligatoriamente per via telematica utilizzando l’apposito modello previsto dall’amministrazione finanziaria. Importanti chiarimenti sono stati introdotti dalla circolare 24 del 30/05/2011, che ha definito in particolar modo i soggetti obbligati e quelli esonerati. Sono tenuti all’invio i soggetti che hanno adottato il regime delle nuove iniziative produttive, mentre sono
Silvia Trevisi Ufficio Fiscale Impresa Verde
esentati i contribuenti minimi. L’invio è obbligatorio solo per le operazioni rilevanti ai fini IVA e pertanto ne sono escluse le operazioni fuori dal campo dell’IVA. Per le transazioni già monitorabili diversamente, non vi è obbligo di trasmissione, quali ad esempio le operazioni intracomunitarie da tempo sottoposte all’invio del modello Intrastat e quelle regolate con carta di credito o di debito o prepagate emesse da operatori finanziari, purché appartenenti allo Stato Italiano. La sanzione prevista per l’omissione o l’incompleta dichiarazione corrisponde ad un importo da euro 258 a euro 2.065.
Controlli/Accertamenti Con circolare 21/e del 18/05/2011 l’Agenzia delle Entrate, come ogni anno, ha definito gli indirizzi operativi per i controlli all’evasione. Particolare attenzione è rivolta a coloro che fruiscono di norme fiscali agevolative quali Società Cooperative, Onlus, Società No Profit e settore agricolo. Per il nostro settore l’ispezione riguarderà principalmente: - le posizioni dei soggetti che svolgono attività connesse volte alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti prevalentemente dal fondo o dall’allevamento di animali; - gli allevamenti di animali, ai fini dell’individuazione della sufficiente correlazione fra capi allevati e terreno necessario all’ottenimento di almeno un quarto dei mangimi necessari al loro mantenimento;
- controlli specifici agli “esonerati” (con volume d’affari inferiore a 7.000 euro) per valutare la loro potenzialità produttiva con il volume d’affari dichiarato;
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- infine, controlli sugli agriturismi ai fini della verifica della vera connessione e complementarietà con l’attività agricola.
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DATORI DI LAVORO
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MOD. 770/2011
Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica
SEMPLIFICATO - ORDINARIO
Il termine di scadenza per l'invio telematico del modello 770, sia ordinario che semplificato, è spostato al 1° agosto poiché la scadenza del 31 luglio 2011 cade di domenica, termine tuttavia ulteriormente prorogato al 20 di agosto dal DPCM 12 maggio 2011 Come certamente noto, il mod. 770/2011 Semplificato è la dichiarazione con la quale i sostituti di imposta comunicano, esclusivamente in via telematica attraverso i canali informatici dell’Agenzia delle Entrate Entratel o Fisconline, i dati fiscali sulle ritenute effettuate nell’anno 2010 sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, di lavoro autonomo, su provvigioni e redditi diversi, nonché i dati previdenziali ed assistenziali richiesti. Praticamente il modello contiene i dati relativi alle certificazioni rilasciate ai soggetti cui sono stati corrisposti in tale anno redditi di lavoro dipendente, equiparati ed assimilati, indennità di fine rapporto, prestazioni in forma di capitale erogate da fondi pensione, redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi, inoltre anche i dati contributivi, previdenziali ed assicurativi e quelli relativi all’assistenza fiscale prestata nell’anno 2010 per il periodo d’imposta precedente.
Rispetto allo scorso anno, il modello 770/2011 semplificato presenta il quadro SY di nuova istituzione, nel quale vanno indicati i dati relativi alle somme liquidate a seguito di procedure di pignoramento presso terzi. La norma, in caso di somme liquidate mediante pignoramento presso terzi, prevede che questi ultimi, se sostituti d’imposta, all’atto del pagamento devono operare una ritenuta del 20% come acconto dell’Irpef dovuta dal creditore pignoratizio (sempre che il credito si riferisca a somme o valori assoggettabili a ritenuta alla fonte). Il prospetto si compone di tre sezioni: • la sezione I deve essere compilata dal soggetto erogatore delle somme liquidate a seguito di procedure di pignoramento presso terzi; • la sezione II deve essere compilata dal debitore principale; • la sezione III deve essere compilata dalle banche e dalle Poste Italiane S.p.A.
Il 770/2011 Ordinario, invece, deve essere utilizzato dai sostituti d'imposta, dagli intermediari e dagli altri soggetti che intervengono in operazioni fiscalmente rilevanti, tenuti a comunicare i dati relativi alle ritenute operate su dividendi, proventi da partecipazione, redditi di capitale erogati nell'anno 2010 o operazioni di natura finanziaria effettuate nello stesso periodo. Alla luce di quanto sopra esposto i Signori Soci, nel rispetto delle norme vigenti, sono cortesemente pregati di provvedere, nel più breve tempo possibile, comunque entro il 12 luglio 2011, alla consegna di tutte le fatture o ricevute di professionisti per prestazioni di lavoro autonomo relative all’anno 2010. Questo al fine di consentire gli adempimenti necessari ad evitare sanzioni per tardive comunicazioni, nonchè ottemperare agli obblighi di pagamento delle ritenute IRPEF, che i sostituti di imposta devono versare.
Ricambi agricoli - Articoli e forniture industriali - Utensileria - Lubricanti il
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- Lamiere forate.
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DATORI DI LAVORO
NUMERO 3
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ASSEGNO PER IL NUCLEO FAMILIARE NUOVI LIVELLI REDDITUALI PER L’ASSEGNO PER IL NUCLEO FAMILIARE L’INPS, con la circolare n. 83 del 13 giugno 2011, comunica che, a decorrere dal 1° luglio 2011, verranno rivalutati i livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare alle diverse tipologie di nuclei. In relazione a quanto sopra, sono stati rivalutati i livelli di reddito in vigore per il periodo 1° luglio 2011 - 30 giugno
2012, pertanto si ricorda che qualora i lavoratori intendano chiedere tale prestazione devono presentare al datore di lavoro domanda su apposito modulo INPS, unendovi i documenti indicati sul modulo stesso. Le richieste degli aventi diritto devono essere tempestivamente consegnate ai nostri uffici entro il 22 luglio 2011 al fine di ottemperare agli obblighi conseguenti.
Addizionale INAIL danno biologico per l’anno 2009 L'INPS, nella circolare del 17 giugno 2011 n. 87, comunica la misura dell'addizionale sui contributi assicurativi agricoli dovuta, per l'anno 2009, per i lavoratori agricoli a tempo determinato e indeterminato paria a:
- 0,1620% (10,125 X 1,60%) quale addizionale oneri danno biologico sul contributivo Assistenza Infortuni sul lavoro; - 0,0499% (3,1185 X 1,60%) quale addizionale oneri danno biologico sul contributo Addizionale Assistenza Infortuni
sul lavoro. Il recupero della predetta addizionale sarà posto in riscossione dall'INPS, tramite F24, unitamente all'imposizione contributiva relativa alla competenza del primo trimestre 2011.
COMPENSAZIONE FESTIVITÀ DEL 17 MARZO 2011 Si informa che le Organizzazioni Datoriali e Sindacali, nel merito delle determinazioni da assumere a livello territoriale relativamente alla compensazione della festività del 17 marzo 2011: - vista la legge di conversione n. 47 del 21/04/2011 del DL n. 5 del 22/02/2011 che ha dichiarato festa nazionale il giorno 17 marzo 2011 senza aggravio di oneri a carico
delle imprese; - considerato pertanto che le festività nazionali 2011 restano 13, compreso il 17 marzo 2011; - valutata la possibilità di compensare il 17 marzo 2011 anche con una delle festività soppresse; - tenuto conto che il CPL prevede il pagamento delle festività soppresse in aggiunta della paga base;
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le parti hanno concordemente deciso di compensare il 26mo pagato per il 17 marzo 2011 con la trattenuta del 26mo del 25 dicembre 2011; resta inteso che ai dipendenti che cesseranno il rapporto di lavoro prima di tale data sarà trattenuto sulla busta paga di conguaglio delle retribuzioni, mentre ai dipendenti assunti dopo il 17 marzo 2011 non verrà applicata alcuna compensazione.
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Piccoli Frutti, grande avventura Inaugurato al Boschetto di Cremona, l’agrinido di Gianna e Giacomo Maghenzani È il primo tra le aziende agricole di Coldiretti in tutta la Lombardia
Foto di gruppo per lo staff di Piccoli Frutti, pronto a partire
Un ex fienile ristrutturato, circondato dal verde, ‘ridisegnato’ a colori pastello e arredato con tutto ciò che serve per “far sentire a casa” bambini dai 12 mesi ai 3 anni. E’ nato così al Boschetto, a Cremona, “Piccoli Frutti”, il primo agrinido aperto in un’azienda agricola di Coldiretti in tutta la Lombardia, fortemente voluto dai giovani imprenditori agricoli Gianna e
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Giacomo Maghenzani, con il supporto di Coldiretti Cremona. Una struttura accogliente, familiare e amica dell’ambiente (grazie anche ai pannelli fotovoltaici collocati sul tetto), dove i piccoli potranno giocare all’aria aperta, a contatto con piante e animali, gustando merende e colazioni genuine. Sabato 18 giugno, per l’inaugurazione, accanto ai rappresentanti del territorio (il vicesindaco di Cremona Carlo Malvezzi, l’assessore comunale alle politiche educative Jane Alquati, l’assessore provinciale all’agricoltura Gianluca Pinotti) e ai rappresentanti di Coldiretti (tra i tanti amici, anche la coordinatrice nazionale di Donne Impresa, Silvia Bosco, e la responsabile provinciale Barbara Manzoni), c’erano tante famiglie cremonesi. Accompagnati da mamme e papà, pronti a vivere da protagonisti questa giornata, c’erano soprattutto molti bimbi, che hanno subito potuto sperimentare le proposte dell’agrinido, improvvisandosi baby coltivatori oppure fermandosi ad ammirare i coniglietti. “Gli agrinido – spiega Coldiretti Cremona – nascono all’interno di aziende agricole e si basano su un’idea semplice: far crescere i bambini a contatto con l'amCremonese
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GIOVANI IMPRESA
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biente, attraverso attività legate ai cicli della natura, come la semina o la cura di pianticelle. È questo ciò che li contraddistingue dai nidi tradizionali”. “La nostra proposta nasce dalla convinzione che il contesto agricolo abbia tantissimo da offrire in termini di scoperta, relazione e potenzialità educativa” hanno sottolineato Gianna e Giacomo Maghenzani, che al loro fianco avevano i figli Giulia e Luca, insieme all’educatrice, alla coordinatrice pedagogica e alla cuoca, che affiancheranno Gianna nella gestione del nido. L’avvio è fissato per settembre. Tutto è pronto per accogliere fino a dieci bimbi, che potranno vivere l’avventura di improvvisarsi ‘apprendisti’ agricoltori e crescere all'insegna del contatto con la natura e di Inaugurazione con i Rappresentanti Istituzionali e la Cooordinatrice Nazionale di Donne Impresa una sana e corretta alimentazione. “Siamo pienamente in linea con Coldiretti nell’impegno di porre grandissima attenzione alla preparazione dei pasti, che saranno sempre nel rispetto della stade agricole del territorio” aggiungono Gianna gionalità, a base di alimenti e Giacomo Maghenzani. a km zero, con prodotti della L’agrinido “Piccoli Frutti” della famiglia nostra azienda e di altre azienMaghenzani è in via Malcantone 16/d, località Boschetto, Cremona. Per informazioni, visita della struttura e iscrizioni: Il taglio del nastro, da parte di Gianna, cell. 333 5734589. (m.b.) Luca, Giulia e Giacomo Maghenzani
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MADE IN ITALY
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All’azienda Rho filo diretto tra suinicoltori e consumatori Alla produzione destinata al prosciutto di Parma si è affiancata la vendita diretta, con l’avvio del Punto Campagna Amica e la consegna a domicilio Con una giornata di festa rivolta alle famiglie del territorio, invitate domenica 12 giugno ad un’apprezzatissima degustazione dei prodotti aziendali, l’impresa agricola di Giampietro, Carlo e Stefano Rho ha sottolineato il primo anno di attività del proprio spaccio aziendale, ora ufficialmente diventato “Punto Campagna Amica”. A Farinate di Capralba si rafforza dunque l’esperienza di incontro diretto con i consumatori, che presso il ‘punto’ sanno di poter trovare carni suine e bovine, salumi e pollame, garantiti dagli agricoltori. Allevatori di suini in gran parte destinati alla produzione di prosciutto di Parma, gli imprenditori agricoli Rho hanno deciso di diversificare la propria azione, puntando anche sulla vendita diretta. Tanto più che, accanto all’allevamento suinicolo, la famiglia Rho possiede una piccola mandria di manze limousine, cui si è affiancato l’allevamento familiare di pollame. “L’obiettivo è offrire una buona varietà di carni, tutte provenienti da animali allevati in azienda –
Inaugurazione del “Punto Campagna Amica” all’azienda agricola Rho, ad un anno dall’apertura dello spaccio aziendale. Il “punto” è in via Carnita, a Farinate di Capralba.
spiega Stefano Rho –. Diversificare la produzione, puntando anche sulla vendita diretta oltre che sull’allevamento destinato al Consorzio di Parma, era secondo noi la strada giusta, per ottenere un’integrazione del reddito ed assicurare un futuro più certo alla nostra azienda. Questo primo bilancio, a distanza di un anno dall’inaugurazione dello spaccio aziendale, è certamente positivo: abbiamo trovato grande interesse, grande disponibilità da parte dei consumatori, che sempre più numerosi si rivolgono a noi, sapendo di acquistare prodotti genuini, sicuri, dall’origine certa”. L’impresa ha aggiunto un ulteriore servizio: la consegna a domicilio dei prodotti. Un’opzione che va prima di tutto a vantaggio delle persone anziane. L’azienda agricola Rho è in via Carnita, a Farinate di Capralba. Lo spaccio aziendale è aperto dal martedì al sabato ore 8.30-12.30 / 16-19.30. Domenica 8.00-12.00. Per informazioni: tel. 348 6373672. (m.b.)
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MADE IN ITALY
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Nasce “la bottega del Campagnino” “Abbiamo cercato di ricreare un ambiente di campagna, familiare e casalingo, un po’ come avviene nel nostro agriturismo di Pessina Cremonese. Abbiamo portato i nostri prodotti, quelli che offriamo nei Mercati di Campagna Amica, accanto ad altri alimenti in arrivo da azienda agricole che, come noi, puntano sulla qualità e sul legame con il territorio”. Emanuela Dilda racconta così il debutto de “La Bottega del Campagnino”, punto di vendita dei prodotti aziendali che giovedì 23 giugno è stato inaugurato a Cremona, al civico 29 di via Buoso da Dovara. Al taglio del nastro erano presenti il Delegato Confederale di Coldiretti Cremona Eugenio Torchio, il Direttore Simone Solfanelli, il Responsabile regionale di Campagna Amica Francesco Goffredo, il Presidente regionale e provinciale dei pensionati Coldiretti Giovanni Rota, l’Assessore provinciale all’agricoltura Gianluca Pinotti, accanto ad imprenditori agricoli e tanti cittadini-consumatori. “Nel segno del progetto della filiera agricola tutta italiana avviato dalla Coldiretti, abbiamo voluto metterci ulteriormente in gioco, affiancando alla nostra presenza al Mercato di Campagna Amica la scelta di aprire un “Punto Campagna Amica” in città, dove tutte le mattine i cremonesi potranno ritrovare i sapori di una volta” spiega Emanuela Dilda. Ci saranno in primis i prodotti dell’azienda, a partire dalle ‘specialità della casa’ legate al grano monococco (farine, prodotti da forno, pane, focacce, biscotti, crostate e pasta fresca, chicchi per insalate), e poi le confetture, le farine, verdure e frutta di stagione, i salami e persino alcuni cosmetici (il sapone
all’estratto di lavanda, shampoo e creme all’equiseto). Infine, lo zafferano e, su prenotazione, pollame, oche, anatre, faraone allevate in cascina. C’è poi un angolo speciale, dedicato alle erbe aromatiche quali basilico, salvia, menta, coltivate in fattoria da un gruppo di giovani disabili. Per arricchire l’offerta, La Bottega del Campagnino accoglie anche prodotti di altre aziende agricole: i formaggi di capra dell’allevatore Trombetta di Ostiano, meloni, angurie e zucche dell’azienda Perini di Casteldidone, il miele dell’apicoltore Zipoli di Romanengo, gli asparagi e la verdura dell’azienda Pedroni di Cremona, insieme all’olio in arrivo dalle Marche, nonché riso e vino da altre aziende della provincia di Pavia. (m.b.)
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DONNE IMPRESA
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Imprenditrici agricole in festa
Con un pomeriggio di incontro, preghiera e festa, le imprenditrici agricole della Coldiretti hanno chiuso insieme il mese Mariano, nel rispetto di una tradizione consolidata. “Ormai da decenni, negli ultimi giorni di maggio le imprenditrici agricole, con familiari e amiche, si ritrovano in preghiera, in un Santuario del nostro territorio, dedicato a Maria, per ringraziare ed invocare la protezione della Vergine sulle
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tante famiglie che vivono del lavoro in campagna – sottolinea Barbara Manzoni, Delegata di Donne Impresa Coldiretti Cremona –. Per tutte noi è un atteso momento di incontro e di condivisione. Ed è anche un’occasione per sottolineare l’importante contributo che le donne sanno dare all’agricoltura e alla nostra Organizzazione”. Con la regia di Donne Impresa, l’appuntamento di quest’anno era fissato lunedì 30 maggio presso il santuario della Beata Vergine del Roggione, al Roggione di Pizzighettone. Qui, dalle ore 15, si sono raccolte le partecipanti, in arrivo dalle Zone di Soresina, Cremona, Crema e Casalmaggiore. Il programma della giornata di festa prevedeva la recita del Rosario, seguita dalla Santa Messa, celebrata da don Emilio Garattini, consigliere ecclesiastico di Coldiretti Cremona. Secondo un’apprezzata consuetudine, anche questa edizione dell’iniziativa si è chiusa con un momento conviviale: le partecipanti hanno portato un dolce casalingo, da condividere con amiche e socie Coldiretti, dando così vita ad una vera e propria gara fra cuoche provette. “Il contributo delle donne in agricoltura è da sempre fondamentale. Basti dire che il 17,8 per cento delle imprese guidate da donne si trova nel settore primario – prosegue Barbara Manzoni –. Un impegno che è particolarmente rilevante nelle attività più innovative e multifunzionali, come dimostra il protagonismo delle donne negli agriturismi, nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali”. In Italia si contano circa 260mila imprese rosa; quasi un’azienda agricola su tre oggi è condotta da una donna. La progressiva femminilizzazione dell’agricoltura italiana – evidenzia Coldiretti Cremona – ha certamente dato un impulso alla forte innovazione che ha caratterizzato il settore con l’ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, il benessere, le fattorie didattiche e i servizi alle persone come gli agriasilo e la pet-therapy.( m.b.) Cremonese
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Oscar 2011 dell’agricoltura lombarda all’azienda Trombetta di Ostiano Da impiegato ad allevatore, dalla scrivania ai budini al latte di capra: è stata questa, in sintesi, la scelta compiuta da Davide Trombetta, imprenditore agricolo di Ostiano (Cremona), che nel 2000 ha lasciato la scrivania e si è messo ad allevare caprette da latte, le Camosciate dell’Adamello, come già facevano anticamente nella famiglia di sua madre. Lavorando il latte dei suoi animali, Trombetta produce formaggi, jogurt e da quest’anno anche i budini. Per l’impianto di mungitura dei suoi animali utilizza l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari sul tetto della stalla. Per arrivare ai cittadiniconsumatori punta sulla vendita diretta ed è tra i primi aderenti al Mercato di Campagna Amica di Cremona. Portando
questa esperienza, il giovane imprenditore agricolo di Ostiano ha conquistato l’oscar green 2011 dell’agricoltura lombarda, nella categoria “Sostieni lo sviluppo”. Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato martedì 7 giugno a Milano, a Palazzo dei Giureconsulti. Accanto a Trombetta, c’erano altri nove vincitori nelle categorie Esportare il territorio, In-Generation, Oltre la filiera, Paese Amico, Stile e cultura d’impresa, Sostieni lo sviluppo, Campagna Amica, più tre riconoscimenti speciali Montagna, Agricoltura e CreditAgri. Prevista la menzione speciale “Dai Consumatori”. Tra i premiati si andava dall’azienda vitivinicola dell’Oltrepo Pavese che esporta il suo vino in tutto il mondo all’impresa di Bergamo che
Nelle foto: L’allevatore Davide Trombetta al lavoro e un momento della premiazione a Milano
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punta sull’orto biologico con vendita online dell’insalata, dall’esperienza dell’oratorio a km zero all’azienda che resiste e cresce sui terreni di montagna. “Ognuna di queste storie – ha spiegato Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia – ci racconta un pezzo di Lombardia, di voglia di fare e di mettersi in gioco partendo dall’agricoltura, che si dimostra sempre più in grado di offrire spunti e opportunità anche per le nuove generazioni. Un settore che non è affatto residuale come molti pensano, ma che custodisce le radici di un rilancio generale del Made in Italy in molti campi: dall’export alla cultura, dall’alimentazione ai servizi alla persona, dal turismo alla difesa dell’ambiente”.
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Alla ‘Tre giorni’ di Pizzighettone la suinicoltura in primo piano La denuncia della difficile situazione che il comparto suinicolo sta attraversando e l’azione a tutela degli allevamenti sono state al centro della partecipazione di Coldiretti Cremona alla “Tre Giorni in Piazza”, attesa rassegna tenutasi nei giorni 20, 21 e 22 maggio a Pizzighettone, all’interno delle antiche mura. Nel cuore di un territorio che ha nella zootecnia (dalle vacche ai suini) la sua prima vocazione, la Coldiretti, presso lo stand, ha richiamato l’attenzione dei cittadini-consumatori sulla nostra suinicoltura, dalla quale dipendono produzioni made in Italy d’eccellenza, un comparto duramente provato da anni di prezzi bassi delle carni, da una concorrenza estera agguerrita e finora certamente sleale, da un esponenziale aumento dei costi di produzione cui non ha purtroppo fatto da contraltare un incremento delle quotazioni dei suini. Si è parlato dell’azione messa in campo da Coldiretti a tutela degli allevamenti, dal pressing per giungere alla riscrittura della direttiva nitrati alla battaglia per l’origine obbligatoria in etichetta. “Acquistare un chilo di carne di suino oggi costa poco più che bere un caffè. Gli allevatori sostengono costi crescenti, dai prezzi dell’alimentazione agli oneri burocratici, per garantire la qualità, la sicurezza, la bontà, in una parola l’eccellenza, dei prodotti, ma non trovano dall’altra parte un’equa remunerazione. La nostra presenza alla ‘Tre giorni’ di Pizzighettone, tutta incentrata su questa tematica, ha voluto essere un’altra occasione per richiamare l’attenzione dei cittadini e chiedere una loro precisa scelta di campo: sta alle famiglie italiane esigere, all’atto dell’acquisto, l’autentico made in Italy, sostenendo così il lavoro di tante imprese
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agricole – ha evidenzia Claudio Magni, Segretario di Zona di Soresina –. Ancora oggi due prosciutti su tre venduti in Italia vengono da maiali allevati all’estero. E questo senza che il cittadino che li acquista se ne accorga. Tutto ciò pesa come un macigno sulla suinicoltura italiana. Per questo Coldiretti per anni ha sostenuto una battaglia finalmente approdata, il 18 gennaio scorso, alla legge che impone l’obbligo di indicare l’origine in etichetta. Quello che ora chiediamo alle Istituzioni è che questa norma diventi prima possibile realtà, attraverso i decreti attuativi”. Anche su un altro terreno si gioca la sopravvivenza degli allevamenti italiani: “Coldiretti sta lavorando per ottenere una vera e propria riscrittura della direttiva nitrati – ha proseguito Magni –. L’approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni dell’accordo per l’aggiornamento delle zone vulnerabili e l’adeguamento dei programmi
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d’azione previsti dalla direttiva è un passo determinante per salvare gli allevamenti italiani e continuare ad assicurare la produzione dei salumi, così come dei formaggi, Made in Italy. E’ essenziale che si proceda su questa strada”. La presenza allo stand degli imprenditori agricoli ha permesso ai cittadini di dialogare direttamente con i protagonisti della nostra agricoltura, scoprendo quanto lavoro e quanta professionalità vi siano dietro la qualità dei prodotti made in Italy. Apprezzatissimo il dono rivolto a tutti i cittadini incontrati: un’ottima salamella, in arrivo da Cascina Brugnole di Trigolo, è una confezione di passata di pomodoro del Consorzio Casalasco del Pomodoro. Numerosi i cittadini, e con loro i rappresentanti istituzionali, che hanno fatto sosta allo stand. E’ stata una ulteriore opportunità per condividere il progetto per una filiera tutta italiana, la grande sfida lanciata da Coldiretti che sta costruendo un sistema agro-alimentare in cui i processi
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avvengano tutti in Italia, dalla produzione agricola rigorosamente made in Italy alla trasformazione. Una filiera gestita per una parte sempre più importante, ove possibile in ogni fase, direttamente dagli agricoltori. (m.b.)
Vari momenti allo stand Coldiretti, per tre giorni affollatissimo punto d’incontro fra imprenditori agricoli, rappresentanti istituzionali e famiglie del territorio.
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Vertenza zootecnia e progetto per il Paese alla Fiera di Grumello La “vertenza zootecnia” e il progetto per il Paese avviato da Coldiretti sono stati i principali temi affrontati dalla nostra Organizzazione, con la partecipazione alla 36esima edizione della Fiera Regionale Agricola di Primavera a Grumello. Numerosi sono stati gli imprenditori agricoli e i cittadini che, sabato 30 aprile e domenica 1 maggio, hanno fatto sosta allo stand di Coldiretti Cremona, proseguendo nel dialogo in merito all’azione tesa a costruire una filiera tutta agricola e tutta italiana, un grande sistema agroalimentare, che garantisca reddito ai produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità ad un prezzo giusto. E’ stata questa l’occasione per illustrare quello che rappresenta un altro significativo passo avanti, a tutela del vero made in Italy: l’intervento della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, che ha votato a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, pollame, latte, prodotti lattiero caseari, ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente (che oltre al prodotto agricolo preve-
dono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero), e per quelli trasformati che hanno come ingrediente la carne, il pollame e il pesce. In primo piano anche in occasione della Fiera sono state naturalmente le problematiche e le prospettive della nostra zootecnia. “Coldiretti ha aperto una vera e propria ‘vertenza zootecnia’: una forte azione tesa a denunciare la pesante crisi che oggi gli allevamenti stanno vivendo,
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con l’intento di promuovere una netta inversione di rotta, per dare risposte efficaci alle esigenze delle imprese – ha evidenziato Pietro Scolari, Segretario della Zona di Cremona –. E’ lungo l’elenco dei problemi che pesano oggi sulla zootecnia: la crescita esponenziale dei costi dei mangimi, gli insostenibili obblighi previsti dalla direttiva nitrati, la scarsa valorizzazione delle produzioni, il rischio di una riduzione dell’assistenza
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tecnica agli allevamenti, il continuo furto di valore e di immagine. Difficoltà che non stanno risparmiando alcun comparto, e che nella nostra terra si vivono in modo particolarmente drammatico sul fronte della suinicoltura. A fare da detonatore è stato senza dubbio l’incremento dei costi di produzione degli allevamenti dove, per effetto del rincaro delle materie prime, si spende il 19% in più per riempire le mangiatoie”. In fiera, Coldiretti ha illustrato quella che è l’azione messa in campo a tutela della zootecnia, in varie direzioni, dalla
riscrittura totale della direttiva nitrati da parte di Bruxelles all’impegno di giungere alla rapida applicazione della legge sull’origine in etichetta, attraverso i decreti attuativi, a partire da latte e formaggi, carne e salumi derivati dai suini. Risposte vitali per l’agricoltura italiana, e naturalmente per l’agricoltura cremonese, che ha nella zootecnia una delle sue eccellenze, con oltre mille allevamenti con bovini, di cui circa l’ottanta per cento con vacche da latte che producono il dieci per cento del
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totale del latte nazionale (qualche dato: nel 2010 in provincia il patrimonio di vacche da latte era di 151.256 capi, rispetto ad un totale di 293.885 bovini; nel medesimo anno, le stalle cremonesi hanno prodotto 10.900.890 quintali di latte), e con un comparto suinicolo di assoluto rilievo, con oltre un milione di capi (la provincia di Cremona, insieme a Mantova e Brescia, rappresenta il 73% del patrimonio regionale). (m.b.) Vari momenti d’incontro allo stand di Coldiretti in Fiera a Grumello
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Bionergie e tutela del made in Italy alla fiera di San Pantaleone “Bioenergie: nuove prospettive per integrare il reddito agricolo”: questo il titolo del convegno proposto da Coldiretti nell’ambito della Fiera di San Pantaleone, svoltasi a Crema, presso l’E.R.S.A.F., dal 9 al 12 giugno. Al tavolo dei relatori c’erano Armando Tamagni, Delegato Provinciale Giovani Impresa, Barbara Manzoni, Responsabile Donne Impresa, Gianluca Pinotti, Assessore provinciale all’agricoltura, e Marco Benedini, Responsabile provinciale Servizi Tecnici Coldiretti. “Gli impianti a biogas, come quelli fotovoltaici, sono sempre più diffusi nelle campagne cremonesi. Coldiretti Cremona, in materia, ha fin dall’inizio espresso una posizione molto chiara, libera da pregiudizi o possibilità di equivoci. Parlando di biogas, abbiamo detto un sì convinto a quegli impianti che si integrano nella realtà aziendale, le cui capacità e dimensioni ben si sposano con le esigenze aziendali – ha esordito Tamagni –. Come Giovani Impresa e Donne Impresa abbiamo
già organizzato varie visite tecniche presso impianti ‘virtuosi’ nati in questi anni nel nostro territorio, creati il più delle volte da giovani imprenditori agricoli. In questi casi, si è fissato un importante punto fermo: il legame tra produzione di biogas e attività zootecnica. Sostenere la produzione di biogas dai reflui zootecnici, infatti, è decisamente virtuoso sotto il profilo energetico ed ambientale. D’altro canto, abbiamo invece contestato, con determinazione, scelte che conducevano ad una presenza sempre più massiccia sul nostro territorio di impianti sovradimensionati rispetto alle realtà aziendali, interventi magari legati a soggetti esterni all’agricoltura, che nel tempo hanno sottratto sempre maggiore terra alle coltivazioni”. Barbara Manzoni, moderatrice dell’incontro, ha confermato la volontà dell’agricoltura di produrre energia rinnovabile, contribuendo a rispondere al fabbisogno nazionale di energia, ma al tempo stesso ha ribadito la “legittima preoccupazione di far sì che la produzione di energia da fonti rinnovabili non entri in competizione, o addirittura vada a sostituirsi, alle produzioni tradizionali dell’agro-alimentare Made in Italy, che al contrario dobbiamo tutelare e difendere con determinazione”. Introdotta dal convegno del 10 giugno, la partecipazione di Coldiretti alla Fiera è proseguita nei giorni successivi, con la presenza allo stand, divenuto come sempre punto d’incontro tra imprenditori agricoli, famiglie cremasche, rappresentanti dell’economia e delle Istituzioni. (m.b.)
Alcuni momenti legati alla partecipazione di Coldiretti Cremona alla Fiera di San Pantaleone
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VITA IN FATTORIA, CHE SUCCESSO! Ricchissimo ‘medagliere’ per Cremona alla premiazione del Concorso Fotografico dedicato alle fattorie didattiche, lanciato da Regione Lombardia: un’azienda sul podio (CASCINA SANT’ALESSANDRO di Soncino) e ben cinque foto selezionate per la mostra fotografica (scattate a CASCINA ARCOBALENO di Capergnanica, IL CAMPAGNINO di Pessina Cremonese, APIFLOR di Pescarolo ed Uniti) gli altri, di Alessandra Morandi, Presidente di Terranostra Lombardia, e del Delegato Confederale Eugenio Torchio. Il concorso chiedeva ai fotografi di raccontare in immagini l’attività didattica in una fattoria, approfittando delle visite delle scolaresche oppure di famiglie con bambini. Una vera sfida, per ritrarre la modernità delle aziende agricole quando diventano “Fattorie Didattiche” e concorrono al progetto educativo, favorendo l’incontro fra le ultimissime generazioni e gli immutati valori dei cicli naturali e del lavoro in campagna. La prestigiosa Giuria, presieduta dal celebre fotografo Gianni Berengo Gardin, ha decretato le foto vincitrici oltre a una selezione fra le migliori immagini pervenute. Fra le trenta fotografie selezionate per la mostra, ben cinque ritraggono aziende “made in Coldiretti Cremona”. Accanto alla foto terza classificata, ci sono infatti: - Cascina Sant'Alessandro di Renato Piccioni (Soncino), foto di Bruno Toscani - Il Campagnino di Emanuela Dilda (Pessina Cremonese), foto di Annalisa Cimmino - Cascina Arcobaleno di Elisabetta De Grazia (Capergnanica), foto di Marta Biondi - Apiflor di Esterina Mariotti (Pescarolo ed Uniti), foto di Giuseppe Alchieri. (m.b.)
Con la premiazione dei vincitori e l'inaugurazione della mostra, si è chiuso il 21 giugno il concorso fotografico nelle Fattorie didattiche della Lombardia “Vita in Fattoria, che fotografia!” indetto da Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura, e organizzato da Terranostra Lombardia in sinergia con le Associazioni agrituristiche lombarde più rappresentative. Sul podio c’era una fattoria didattica di Coldiretti Cremona, Cascina Sant’Alessandro di Soncino, azienda agrituristica e fattoria didattica di Renato Piccioni e Francesca Zuccotti, conosciuta in tutto il territorio regionale in primis per la particolarità dell’allevamento del baco da seta. Calorosissimi applausi sono stati tributati all’autore dello scatto, Tommaso Ranghetti, classificatosi terzo, al bellissimo bambino Nicolò Biondi ritratto nella foto mentre gioca con il fieno in cascina, e naturalmente ai titolari di Cascina Sant’Alessandro, che hanno ricevuto i complimenti, tra il
Renato Piccioni e Francesca Zuccotti, titolari di Cascina Sant’Alessandro, e il fotografo Tommaso Ranghetti, mostrano l’immagine terza classificata, scattata a Soncino. Accanto a loro, in occasione della premiazione a Milano, ci sono la Presidente di Terranostra Lombardia Alessandra Morandi e il Delegato Confederale Eugenio Torchio. Cremonese
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Agricoltura in festa a Vescovato E’ stata un’autentica festa dell’agricoltura, una giornata di incontro tra imprenditori agricoli e famiglie, occasione per dialogare e degustare insieme le eccellenze dell’agroalimentare made in Italy. Con la regia della Pro Loco e dell’Amministrazione Comunale e con la collaborazione di Coldiretti Cremona, giovedì 2 giugno a Vescovato, nella piazza cuore della cittadina, è sbocciata la festa: c’erano animali condotti dagli allevatori (vitelli, maialini, conigli e asinelli), c’erano gli stand del Mercato di Campagna Amica (dove acquistare, direttamente dal produttore, i frutti dell’agricoltura Made in Cremona, dal salame al miele, dall’ortofrutta al pane) e c’erano i mezzi agricoli, schierati in parata, fra una distesa di bandiere gialle della Coldiretti. A conquistare i numerosissimi presenti, c’erano soprattutto le ‘vecchie glorie’ dell’agricoltura lombarda, quei trattori di un tempo – Landini, Same, Fiat – ai quali è legata la storia delle nostre campagne e della nostra economia, condotti in piazza dagli appassionati dell’Associazione Amici del Trattore d’Epoca. Particolarmente cari ai più piccoli sono stati invece i cuccioli, dai maialini all’asinello, dai coniglietti ai vitellini, sistemati in un confortevole recinto di fieno, costruito dagli allevatori, che hanno così voluto cogliere l’occasione per avvicinare soprattutto i bambini al lavoro – alla passione – di chi da sempre, con energia e professionalità, opera nei campi e negli allevamenti. E’ stata un’apprezzata iniziativa, fatta di tanti ingredienti e varie altre proposte. Un appuntamento che, negli intenti degli organizzatori, rappresenta una ‘prova generale’: l’obiettivo dichiarato è dare inizio ad una tradizione che possa crescere di anno in anno, con nuove proposte ed un numero sempre maggiore di protagonisti, divenendo momento d’incontro per gli operatori del settore primario e per i cittadini. (m.b.)
Il gruppo Amici del Trattore d’Epoca
L’allevatore Giuseppe Olivieri. Vari allevatori hanno condotto in piazza i propri animali, per avvicinare la campagna alle famiglie
Imprenditori agricoli, amministratori comunali, volontari Pro Loco, uniti nell’organizzazione della "festa dell’agricoltura"
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